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Musica & altri percorsi | La prima non rivista che sceglie il meglio - www.musicletter.it - Anno VII - Update N. 78
INTERVISTA
AME RI GO V E RARDI
MUSICA VINICIO CAPOSSELA, J MASCIS, ULVER, TV ON THE RADIO, SCOTT MATTHEW,
I'M FROM BARCELONA, SIXX:A.M., THE CASANOVAS, WHEN SAINTS GO MACHINE,
FLOGGING MOLLY, PAUL STANLEY, GENE, SEAL, MONSTER MAGNET, HUGO RACE,
BAUHAUS, U2, IGGY POP & JAMES WILLIAMSON, THE JESUS LIZARD, THE GUN CLUB,
THE STOOGES, IKE AND TINA TURNER, DIE HAUT AND NICK CAVE, THE BELLRAYS,
OMARA PORTUONDO & CHUCHO VALDES SPECIALI JAMES BROWN, EBO TAYLOR
RUBRICHE SOGNATORI DI FRODO, 10.000 WATT DAL SOTTOSUOLO, PRESI NELLA RETE,
SIDEWAYS FRAMMENTI DI CINEMA RIMOSSO DICIASSETTESIMA PARTE
The Revolution Will Not Be Televised
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chi siamo
Gil Scott- Heron
(1949- 2011)
Lu ca D Am br osio
Domenico De Gasperis
Nicola Guerra
Jori Cherubin i
Massimo Bernardi
Marco Archilletti
Manuel Fiorelli
Pier Angelo Cantù
Pasquale Boffoli
Franco Dimauro
Gianluca Lamberti
Nicola Pice
Gianluigi Pala mone
Stefano Bon
Stefano Sciortino
Costanza Savio
Rossella Spadi
Marco Tudisco
Alessandro Cardinale
Alessandro Busi
Domenico Marcelli
Laura Carrozza
Antonio Anigello
Valerio Granieri
Matteo Ghilardi
Luigi Lozzi
Alessandro Grainer
Ilario La Rosa
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webmaster / progetto grafico
Lu ca D Am br osio
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informazioni e contatti
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[email protected]
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copertina update n. 7 8 / 201 1 - 0 6 - 03
AMERIGO VERARDI | photo by Enrico Giordani
XL - Photo by Mischa Richte
ML 02
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update n. 78
sommario
MUSICA | SPECIALE INTERVISTA
0 4 AMERIGO VERARDI (2011) by Luca
D Am brosio
MUSICA | RECENSIONI
14 VINI CIO CAPOSSELA Marinai, Profeti e Balene (2011 ) by Franco Dimauro
16 J MASCIS Several Shades Of Why (2011 ) by Luca D Am brosio
17 ULVER Wars of the Roses (2011 ) by Valerio Granieri
1 8 TV ON THE RADIO Nine Types Of Light (201 1 ) by Alessandro Grainer
1 9 SCOTT MATTHEW Ga lla n t r y s Fa vor it e Son (2011 ) by Luigi Lozzi
20 I'M FROM BARCELONA Forever Today (2011 ) by Nicola Pice
22 SIXX:A.M. This is Gonna Hurt (201 1 ) by Manuel Fiorelli
23 THE CASANOVAS Hot Star (201 1 ) by Costanza Savio
24 WHEN SAINTS GO MACHINE Konkylie (2011) by Luigi Lozzi
25 FLOGGING MOLLY Speed Of Darkness (2011) by Luigi Lozzi
26 PAUL STANLEY Live to Win (2006) by Manuel Fiorelli
27 GENE Olympian ( 1995) by Franco Dimauro
28 SEAL Seal II ( 1994) by Laura Carrozza
30 MONSTER MAGNET Superjudge ( 1993) by Franco Dimauro
31 THE JESUS LIZARD Liar ( 1992) by Franco Dimauro
32 THE GUN CLUB Mother Juno ( 1987) by Franco Dimauro
33 DIE HAUT AND NICK CAVE Burnin' the Ice ( 1982) by Franco Dimauro
34 U2 October ( 1982) by Franco Dimauro
35 IGGY POP & JAMES WILLIAMSON Superjudge ( 1977) by Franco Dimauro
36 IKE AND TINA TURNER Nutbush City Limits ( 1973) by Franco Dimauro
3 7 BAUHAUS In The Flat Field ( 1980 ) by Franco Dimauro
3 8 THE STOOGES S.T. ( 1985) by Franco Dimauro
MUSICA | SPECIALI
3 9 JAMES BROWN (2011) by Luigi Lozzi
44 EBO TAYLOR (2011) by Luigi Lozzi
MUSICA | LIVE REVIEW
4 6 EBO TAYLOR & AFROBEAT ACADEMY 26.05 .2011 Circolo degli Artisti (Roma) by Luigi Lozzi
4 7 HUGO RACE 12.05 .2011 CDQ (Varsavia) by Luca D Am brosio
4 8 OMARA PORTUONDO & CHUCHO VALDES 08.05.2011 Auditorium P.D.M. (Roma) by Luigi Lozzi
50 THE BELLRAYS 23.04 .2011 Vinile 45 (Brescia) by Nicola Guerra
RUBRICHE
5 1 10.000 WATT DAL SOTTOSUOLO by Jori Cherubini
53 PRESI NELLA RETE by Stefano Bon
5 4 SOGNATORI DI FRODO by Stefano Bon
5 7 SIDEWAYS by Marco Archilletti
FRAMMENTI DI CINEMA RIMOSSO | DICIASETTESIMA PARTE
5 9 L'AMORE IL POMERIGGIO Eric Rohmer (197 2 ) by Nicola Pice
61 IL FASCINO DISCRETO DELLA BORGHESIA Luis Buñuel (1972 ) by Nicola Pice
6 2 CREPA PADRONE, TUTTO VA BENE Jean- Luc Godard e Jean- Pierre Gorin (1972 )
by Nicola Pice
ML 2005-2011
BY L UCA D AMBROSI O
ML non ha scopi di lucro, il suo unico obiettivo è la diffusione della buona musica
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ML 03
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update n. 7 8
speciale intervista
AMERIGO VERARDI
Indipendenti si nasce
© 201 1 di
Lu ca D Am br osio
Alla st regua di personaggi com e Federico Fium ani, Miro
Sassolini, Cesare Basile, Paolo Benvegnù, Um bert o
Palazzo, Giancarlo Onorat o e Molt heni, giust o per fare
qualche nom e, Am erigo Verardi è una delle figure
storiche
e
carism at iche
della
scena
musicale
indipendente italiana. Un musicista e un produttore che,
nonost ant e t ut t o, è ancora qui a scrivere, a suonare e a
discutere di rock. Oggi com e allora. Siam o part it i dai
m it ici
Allison
Run
per
arrivare
a
parlare
della
collaborazione con Marco Ancona e dei suoi nuovi
proget t i, t ra cui un nuovo album da solist a di prossim a
uscita. Il risultato è questa lunga, sincera e appassionante intervista. Buona lettura.
Am e r igo, in n a nzit ut t o gr a zie pe r la dispon ibilit à . D e vo a m m e t t e r e ch e le dom a n de ch e
vor r e i fa r t i sono talmente t a n t e ch e n on sa pr e i da dove in izia r e . Ad ogni m odo ce r ch e r ò
di m e t t e r e in or din e i m ie i pe n sie r i se gu e n do u n pe r cor so più o m e no cr onologico.
Pe r t a n t o, pa r t ir ò da ll in izio de lla t ua ca r r ie r a . For se n on t ut t i sa nn o, sopr a t t u t t o i
giovanissimi, chi erano gli Allison Run, quando e come sono nati. Ti va di dirci qualcosa,
anche correndo il rischio di essere ripetitivi?
Gli Allison Run sono st at i il prim o gruppo che ho m esso insiem e, basandom i sul fort e desiderio di
collaborare con Alessandro Saviozzi e Mim o Rash che erano rispet t ivam ent e chit arrist a e
bat t erist a di una band punk/ new wave che m i piaceva da m orire, i TRASH, brindisini com e m e, e
che com e m e si erano da poco t rasferit i a Bologna. Poi, sem pre a Bologna, ho conosciut o un alt ro
ventenne talentuoso, Umberto Palazzo, che con il suo modo di suonare e di essere mi ha aiutato a
int rodurm i in m odo più sofist icat o nelle t ram e della scena indie dei prim i anni '80. Um bert o ha
collaborato con gli Allison fino a pochi mesi prima delle registrazioni di "All those cats" nel 1986, e
poi rient rò nella band com e bassist a alla fine del 1988. Siam o st at i fort unat i fin dall'inizio, perchè
com inciam m o a ricevere i prim i lusinghieri com m ent i al nost ro proget t o già dopo l'uscit a del
prim o disco. Da quello che si diceva in giro, gli Allison erano uno dei m igliori gruppi it aliani, pur
appart enendo a un m ovim ent o m usicale di chiara m at rice anglosassone, la cosiddet t a Nuova
Psichedelia. I o ero sorpreso in part icolare dagli apprezzam ent i sul m io m odo di scrivere canzoni,
era una cosa fant ast ica ricevere sim ili com plim ent i, credo di essere cresciut o m olt o com e aut ore
anche grazie all'at t enzione che m i è st at a riservat a fin da principio. È st im olant e, olt re che
grat ificant e, e t ut t i i m usicist i di t alent o m erit erebbero di ricevere quello che ho ricevut o anch'io,
sem plicem ent e per pot er essere m essi nelle condizioni di offrire il m eglio di sè. E com unque non
c'ero solo io negli Allison Run.
ML 04
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update n. 78
speciale intervista: amerigo verardi
È proprio vero che eravam o un buon gruppo,
alm eno per com e lo int endo io ancora adesso un
gruppo.
Creat ivit à,
gioco,
sperim ent azione,
am icizia, com plicit à... I nsomma, una buonissim a
alchim ia. Credo che in quegli anni incarnassim o
un'idea di creat ivit à e libert à assolut a che si
sposavano all'inquiet udine post - adolescenziale, e
a m io parere at t raverso la m usica e il nost ro
m odo
di
essere
riuscivam o
quasi
sem pre
a
com unicare un senso di grande posit ivit à. Ci m ancava un po' di organizzazione, avrem m o
certamente beneficiato della presenza di un manager in gamba, o comunque una figura esterna in
grado di direzionare m eglio le nost re grandi energie. Pur non essendo degli st upidi, alcune cose
proprio ci sfuggivano o per pigrizia non int endevam o affat t o occuparcene. I pezzi m olt o spesso
non venivano nem m eno deposit at i in SI AE, firm avam o cont rat t i senza m inim am ent e preoccuparci
di difendere i nost ri dirit t i present i e fut uri, facevam o dischi con chiunque ci proponeva di farlo
m algrado fossim o già sot t o cont rat t o. Roba im pensabile, oggi. Musicalm ent e, però, eravam o
m olt o più consapevoli, e sapevam o riconoscere il nost ro valore art ist ico anche rispet t o a cose che
facevano alt ri colleghi e am ici. Erano anni in cui la scena indipendent e pubblicava perlopiù dischi
m al prodot t i, m ent re con gli Allison Run lavoravam o proprio sul front e oppost o, t rascorrevam o
m olt e ore in sala prove a suonare e soprat t ut t o regist rare su m ult it raccia, e quest o in qualche
m odo ci ha dist int o e anche prem iat i, com e quando ricevem m o un riconoscim ent o com e m iglior
aut oproduzione it aliana del 1990 con l'album " God was com plet ely deaf" , il nost ro lavoro più
significativo. E poi, essere considerati persino in Inghilterra non era cosa da tutti.
All t h ose ca t s in t h e k it ch e n
fu il vost r o pr im o m in i LP e u scì, se non va do e r r a t o, n e l
1 9 8 7 . Un disco m olt o a ppr e zza t o da lla cr it ica it a lia na m a a ppu nt o a nch e da que lla
inglese. Che ricordi hai di quel primo lavoro?
Non tantissimi. Dovresti parlare con Mimo per avere più dati. Ricordo un buffo disegno di Umberto
Palazzo in cui m i spiegava com e suonare una sua int rigant e part e di chit arra su " Yellowish" , non
pot endo esserci lui st esso a suonarla. Ricordo un m io viaggio- blit z in m acchina da Bologna a
Brindisi per rem ixare " Train t o London" , uno dei brani del disco che non m i faceva dorm ire la
not t e a causa di un m ixaggio insoddisfacent e. Poi m i viene in m ent e uno degli episodi iniziali più
grat ificant i, appena dopo l'uscit a di " All t hose cat s" uno speaker su Radio Rai 1 che definì
" sorprendent e" e " int ernazionale" il nost ro suono e le nost re canzoni... E com unque, per chi
dovesse essere int eressat o alla cosa, in una lunga int ervist a pubblicat a sul bel libro di Robert o
Calabrò " Eight ies colours" raccont o, t ra le alt re cose riguardant i gli Allison, alt re im pressioni su
quel disco e sul modo in cui fu registrato.
Come mai quel titolo?
Mm m ... Vat t i a ricordare. Di preciso non pot rei dirt elo, m a sono abbast anza sicuro che avesse
qualcosa a che fare con il vedere cose intorno che in realtà non ci sono.
ML 05
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update n. 78
speciale intervista: amerigo verardi
Un EP pe r la Vox Pop, e sa t t a m e n t e ne l 1 9 8 8 ,
com ple t e ly de a f
God w a s
n e l 1 9 8 9 e , poi , n e l 1 9 9 0 la fine a r t ist ica
de gli Allison Run . Acca dde t u t t o così ve loce m e nt e . Qu a li
furono le cause dello scioglimento del gruppo?
Onest am ent e devo am m et t ere che qualche t em po dopo l'uscit a di
"God was..." mi stavo comportando in modo vagamente autistico, a
post eriori è più sem plice rendersene cont o. Non riuscivo più a capire le esigenze alt rui ed
em pat izzavo poco con chiunque. Um bert o dal cant o suo faceva delle pressioni per farci svegliare
dal t rip psichedelico e renderci un gruppo più at t uale e che prendesse in considerazione,
reinterpretandole, le correnti musicali del momento. Una direzione che in quei giorni non eravamo
sicuram ent e in grado di seguire con coscienza e convinzione. Alessandro probabilm ent e era
arrivat o a un punt o di sat urazione assolut a, e non sopport ava più nè m e nè le dinam iche che si
erano creat e con il rient ro di Um bert o nel gruppo, e quindi ci aveva lasciat o definit ivam ent e. Per
m e fu una cosa m olt o t rist e, anche se non lo davo a vedere. Era il m io am ico del cuore, e si
allont anava anche per causa m ia. Poi, com e ciliegina sulla t ort a, un possibile cont rat t o con
un'et ichet t a m aj or era svanit o nel nulla dopo cont at t i durat i per più di un anno. Tut t o quest o
penso sia abbastanza per far sciogliere qualsiasi band.
La m u sica de gli Allison Ru n e r a ca r ica di psich e de lia m a a n che pie na ze ppa di m ot ive t t i
six t ie s e di r ife r im e nt i n e w w a ve . Una ba n d da l sou nd be n r iconoscibile ch e , a ncor a
oggi, va n t a u n n um e r o con side r e vole di e st im a t or i. I n som m a : qua n t o pe sa , ne l be n e e
n e l m a le , il r icor do de gli Allison Ru n ne lla vit a e n e ll a t t ivit à m u sica le , di oggi, di
Amerigo Verardi?
I o sono cresciut o con quella band, è st at o il prim o proget t o a cui m i sono dedicat o con grande
impegno e passione. Non si tratta solo di ricordi, ma di un'esperienza irripetibile sotto il profilo sia
musicale che umano, un'esperienza che ho dentro, che fa parte di me. In tutto quello che ho fatto
e che faccio t ut t ora con la m usica c'è anche un pezzo di Allison Run, senza dubbio. Ci sono
fram m ent i di quegli anni ovunque. Pensa che m i port o ancora diet ro un piccolo t ic che m i ha
passato Alessandro (ndr, tic che non ci è dato di sapere) .
C è qua lcosa ch e t i m a n ca di a llor a ?
Non saprei. Sono una persona che forse è sem pre t roppo coinvolt a dal present e, e sono sem pre
st at o così. È difficile che m i convinca di sent ire la m ancanza di qualcosa o qualcuno. Cert o, ogni
t ant o sent o che non ho più quella spensierat ezza dei vent 'anni, m a non è nost algia, non rivoglio
nient e indiet ro. È solo la const at azione che non ho più grandi quant it à di quel t ipo di cosa. La
nostalgia... È una bella parola, suona bene. Probabilm ent e qualcosa dent ro di m e lavora per
evit arla, perché ho quest 'idea della nost algia com e di un sent im ent o che m i rende poco
proposit ivo sia verso m e st esso che verso gli alt ri. Forse da vecchio sent irò di più la m ancanza di
tante cose vissute, probabilm ent e sarò più perm eabile e indifeso. Se penso a una " m ancanza" o a
una nost algia, in ogni caso, il pensiero non va agli Allison m algrado li abbia am at i m olt issim o, m a
vola naturalmente verso mio padre e la mia nonna materna.
ML 06
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update n. 78
speciale intervista: amerigo verardi
Julian Cope, Syd Barrett e Robyn Hitchcock:
qu e st i i pr in cipa li r ife r im e n t i ch e sono st a t i
fa t t i
ne gli
anni
pa r la n do
de lla
tua
pe r sona lit à a r t ist ica e de lla t u a m u sica .
Sinceram e n t e ,
qu e st i
qua nt o
pe r sona ggi
ti
e
se nt i
vicin o
qua n t o
a
ha n n o
realmente influenzato la tua musica?
Lennon, Barret t , i Rolling St ones, Bowie, Lucio
Battisti, Lou Reed, i primi Cure, i Television... Ho
ascoltat o e ancora ascolt o t ut t o ciò. È stata la m ia scuola nat urale, m i sono sent it o sem pre vicino
a quel m odo di int erpret are il pop. A 14 anni ascolt avo l'Album Bianco e pensavo " Mmm...
MARTHA MY DEAR non la posso scrivere, m a HAPPI NESS I S A WARM GUN ci pot rei provare, sì...
" Ah ah ah!
( ndr, sorride) Capisci che st ronzet t o? Ero così con i m iei Maest ri! Sai, credo sia
essenziale crederci e provarci. Sem pre. Senza presunzione, possibilm ent e. Sapendo di avere
sempre da imparare e da scoprire. Da Barrett credo di aver appreso che tutto è possibile se hai la
m ent e apert a e ricet t iva, e se lasci nat uralm ent e convivere ciò che vivi con ciò che suoni. Nessun
lim it e alla creat ivit à e all'espressione, dipende solo da t e. Ne sono t ut t ora convint o. Mont agne di
j azz e m usica et nica nordafricana e asiat ica da sem pre m i perm et t ono di viaggiare ben olt re i
confini del rock ed esplorare different i st at i psicofisici. Dei Rolling St ones degli anni '60 am avo
quella sfacciat aggine e quell'oscurit à che accom pagnava sem pre ogni loro m ossa, riflet t endosi
nat uralm ent e nella m usica che creavano. Brian Jones è st at o il m io prim o, vero m it o m usicale.
Due anni fa sono st at o nel villaggio di Jouj ouka, nel Nord del Marocco, dove Brian Jones aveva
regist rat o nel 1968 i suoni cat art ici dei flaut i, dei rhait as e dei t am buri dei Mast er Musicians of
Jouj ouka. Una m usica di una purezza t ale che non m i è facile parlarne. Suoni reit erat i, ciclici, che
creano una condizione di t rance a chi suona e a chi ascolt a. Un'at m osfera di pura m agia. E con
Anit a Pallenberg lì present e che in perfet t o it aliano prova a sm orzare quella m agia con il suo
cinism o proverbiale, e m i sorprende concedendom i l'onore di qualche confidenza non richiest a,
t ipo " Brian non era inizialm ent e m olt o int eressat o a quest a roba, è st at o port at o quasi di forza in
quest o villaggio perchè era divent at o t roppo paranoico e io e Keit h non lo st avam o più
sopport ando, volevam o t ogliercelo di t orno facendogli fare qualcosa che pot esse aiut arlo,
cat t urando la sua at t enzione. Lui st ava qui con i suoi regist rat ori, e noi ce la siam o svignat a" .
Ecco come si prova a smontare un mito, in perfetto stile Anita. Che donna!
A pr oposit o di in flue n ze e di r ife r im e n t i m u sica li, m i dici qua li sono i t u oi cin que a lbum
da isola de se r t a che t i ve ngono in m e n t e in que st o pr e ciso m om e nt o? N on pr e nde r la
eccessiva m e n t e su l se r io pe r ch é , com e a l solit o, è se m plice m e n t e u n gioco t r a
appassionati.
" I n a silent way" di Miles Davis, " I m idiwan" dei Tinariwen, " Elect ric Ladyland" di Jim i Hendrix,
" The end of t he gam e" di Pet er Green, " 666" degli Aphrodit e's Child. Ma se la dom anda fosse
com odam ent e aggiornat a all'era degli m p3, sull'isola st ai cert o che m i port erei t ut t a la discografia
della Impulse Records! (ndr, sorride)
ML 7
musicletter.it
update n. 78
speciale intervista: amerigo verardi
Ultimamente, inve ce , qua li n ovit à
discogr a fich e
ha i
a ppr e zza t o
particolarmente più di ogni altra?
A part e i Tinariwen, non m i viene in
m ent e nessuna novit à eclat ant e in
cam po discografico int ernazionale che
m i abbia veram ent e m esso KO. Sono
sicuro che ci sono una m iriade di cose
int eressant i e anche innovat ive in
giro, m a non è che st o t ut t o il giorno
a cont rollare. Sono più int eressat o a
ciò che succede in I t alia, per la verit à. Ascolt are Edda per m e è infinit am ent e più coinvolgent e e
ha in generale più senso che ascoltare le tronfie produzioni inglesi alla Muse, per intenderci. Non li
reggo. E poi c'è " A sangue freddo" del Teat ro degli Orrori, che m i ha fat t o davvero un'ot t im a
im pressione. E qualche anno fa ho com prat o " Vago svanendo" di John De Leo, che m i è piaciut o
t ant issim o. John ha fatto uno dei più bei concert i a cui ho assist it o in quest i ult im i anni.
Veram ent e un fuoriclasse, sono cert o che prim a o poi il suo t alent o verrà apprezzat o anche e
soprattutto in Europa. Glielo auguro di cuore.
Fa ccia m o n u ova m e nt e u n pa sso indie t r o. Ricor do ch e , qua ndo com pr a i la com pila t ion
Un ion , t r a t u t t i i br a n i pr e se nt i n e l disco, qu e llo che m i colpì già da l pr im o a scolt o fu il
vost r o; r im a si a ffa scin a t o da lla vost r a ve r sione de
Be llissim a !
An cor a
oggi.
Pe r ch é
sce glie st e
qu e l
La Fa t a
di Edoa r do Be n n a t o.
br a no? Ra ccon t a ci
qua lcosa
di
particolare che, forse, non hai mai detto a nessuno.
" Burat t ino senza fili" l'ho com prat o quando avevo m eno di 12 anni, ed è st at o il prim o album
it aliano di cui m i sono innam orat o. Bennat o è st at o uno dei pochi veri rock'n'roller in I t alia, uno
dei pochi a pot er riprodurre QUEL sound. Gli piacque m olt o la nost ra versione, o alm eno così ci
disse. Lo incont ram m o al Prim o Maggio in Piazza S. Giovanni a Rom a nel 1990. Quella sera
avrem m o dovut o suonarla insiem e, " La fat a" . I n principio il fest ival sarebbe dovut o essere
incent rat o su nuove band indipendent i e con la speciale part ecipazione di pochi big com e appunt o
Bennat o. Mi sem bra ci fosse anche Franco Bat t iat o, e poi i Lit fiba. Gli Allison Run avrebbero
dovut o suonare due pezzi dal vivo, così com e t ant i alt ri gruppi. Poi, m an m ano che le case
discografiche più grosse si resero cont o di st are a perdere un im port ant e t reno prom ozionale, la
sit uazione precipit ò in m odo radicale e squallido. Le m aj or, dall'alto del loro m agnifico pot ere st ile
I l Padrino , com inciarono a I MPORRE alcuni dei loro nom i più grossi allora in classifica o in
prom ozione. Divent ò un baraccone senza capo nè coda, che aveva com plet am ent e sm arrit o il suo
spirit o iniziale. E l'aspet t o peggiore di quest a t rist e m anipolazione dell'event o fu che a noi, com e
anche agli alt ri gruppi indie coinvolt i, fu im post o di part ecipare con una sola canzone e per di più
eseguit a con la base in playback. Noi m im am m o " La fat a" , appunt o. Avrem m o dovut o rinunciarci
e bast a, a quel punt o m i sono sent it o un vero idiot a. Vabbè, andò così, chi se ne im port a. Adesso
il Primo Maggio a Roma ha acquisito tutto un altro senso e un'altra vita, mi sembra.
ML 08
musicletter.it
update n. 78
speciale intervista: amerigo verardi
Che tipo di rapporto hai avuto e hai con la musica italiana?
Quando ero adolescent e non ascolt avo m olt a m usica it aliana. Sai, quando sei perso con i vari
St ones, Beat les, Hendrix, Who e via discorrendo, non è facile t rovare riferim ent i adeguat i nella
m usica prodot t a qui da noi. Ho sem pre am at o il blues e il j azz e t ut t e le relat ive derivazioni. I
Doors m i davano let t eralm ent e delle allucinazioni, e prim a di pot er provare qualcosa di analogo
nei confront i di art ist i nost rani, è dovut o passare del t em po. L'equilibrio si è rist abilit o quando m i
sono perso per Lucio Bat t ist i, quando ho ascolt at o appunt o " Burat t ino senza fili" e poi " Arbeit
m acht frei" degli Area, quando nel 1979 ho com prat o il prim o album solist a di Mauro Pagani che
per m e è un assolut o capolavoro, e quando Faust 'O con i suoi prim i t re dischi m i ha fat t o capire
che la nost ra lingua pot eva essere serrat a, t aglient e e m odernissim a anche alle prese con uno
st ile m usicale più rit m ico e influenzat o dalla new wave. Mi piace ascolt are i t est i che si m uovono
in sim biosi con la m usica e con quello che c'è int orno. Da m olt i anni, orm ai, t rovo che la nost ra
musica sia estremamente valida e competitiva a livello internazionale anche in ambiti di rock oltre
che di canzone d'aut ore in genere. Scopro sem pre più spesso m olt a m usica di spessore prodot t a
nel nost ro Paese. E poi abbiam o m usicist i di prim 'ordine in fat t o di gust o, fant asia e t ecnica. I n
I t alia Giovanni Ferrario è quasi un signor nessuno. Per m e è un grande chit arrist a, e in assolut o è
lui il miglior produttore di rock italiano indipendente. Ma anche per PJ Harvey evidentemente è un
m usicist a di serie A, vist o che gli ha chiest o più di una collaborazione in st udio e dal vivo. I
Leit m ot iv, gruppo della provincia di Tarant o con cui ho avut o il privilegio di collaborare, fanno
grandi concert i, vincono il Fest ival del Medit erraneo e vengono apprezzat i in Europa dell'Est e
anche in Spagna, mentre qui da noi non trovano nemmeno uno straccio di etichetta nè un'agenzia
di booking che abbia voglia di lavorare con loro. Com e si fa a non deprim ersi? Non c'è nient e da
fare, non riusciam o a valorizzare t ut t o il nost ro pot enziale, e forse è anche un po' il pubblico
indie- rock st esso che sem bra aver sm arrit o la voglia di scoprire cose nuove e in generale la
capacit à di provare curiosit à e st upore. E in più siam o anche bloccat i da polit iche sociali
m inat orie, regolam ent azioni SI AE a dir poco m ist eriose, e infam i t agli sullo Spet t acolo. Tutte cose
che m erit erebbero com e rispost a una ragionevole rivoluzione arm at a. Bat t ut e a part e, credo sia
tempo per una sana, totale autarchia artistica.
D om a n da lu n ga e da ce n t o m ilion i di e u r o ( n dr , sor r idia m o) . H a i se m pr e a vu t o il pa llino
pe r i pr oge t t i pa r a lle li o, com u n que , la voglia di spe r im e n t a r e n uove st r a de e n u ovi
pe r cor si m u sica li u t ilizza ndo, spe sso e vole n t ie r i, n om i e sigle dive r se . Se n on r icor do
m a le , infa t t i, già m e n t r e suona vi con gli Allison Ru n por t a vi a va n t i u n a lt r o pr oge t t o, i
Be t t y s Blue s, ch e pe r ò dur ò giu st o il t e m po di u n EP. Poi cu fu l in con t r o con la Cyclope
Records di Fr a n ce sco Vir linzi ch e se gn ò, in qu a lch e m odo, l in izio de lla t u a a t t ivit à da
solist a , pr im a con
M or ga n
( 1 9 9 3 ) e poi con
du e a lbum sigla t i Lu la ( D a D e n t r o
in n oce n t e
( 2 0 0 3 ) a n om e Lot us e
Cr e m lino e coca
de l 1 9 9 3 e
Lu la
Th e dr e gs of a na t ion
( 1 9 9 7 ) . Poi ve n n e r o
de l 1 9 9 9 ) ,
N e ssun o è
( 2 0 0 4 ) com e Th e Fr e e x , fin o
a d a r r iva r e a gli a t t ua li pr oge t t i fir m a t i Am e r igo Ve r a r di e M a r co An cona . Be n e , da dove
n a scon o qu e st i con t in u i ca m bia m e n t i di
ide n t it à
e que st a con t inu a r ice r ca m u sica le ?
Cosa cerca Amerigo Verardi nel rock?
ML 09
musicletter.it
update n. 78
speciale intervista: amerigo verardi
Cerco da sem pre un
t ipo di
soddisfazione che non riuscirei a
definire in m aniera esaurient e
con le parole.
Cerco e bast a.
( ndr, rispost a da cent o m ilioni di
euro)
Tr a t u t t i i pr oge t t i e le n ca t i, a
qu a le se i
pa r t icola r m e n t e e
inconsciamente legato?
Sono t ut t i proget t i che ho am at o
realizzare, a cui ho dedicat o una
part e della m ia vit a. Erano ciò
che desideravo fare nel m om ent o in cui li port avo avant i. Con ognuna delle persone che hanno
condiviso con m e quei proget t i ho avut o un rapport o di grande vicinanza em pat ica. Forse i Freex,
un duo formato da me e Silvio Trisciuzzi, hanno rappresentato il culmine di questo tipo di sintonia
tra me e altri musicisti. È un paradosso, se pensi che di questo progetto è stato pubblicato solo un
singolo brano. Per quello che m i riguarda, con Silvio ho prodot t o della m usica sem plicem ent e
fantastica.
Preferisci cantare in italiano o in in gle se ? Oppu r e pe r t e n on c è a lcun a diffe r e nza ?
Mi piace scrivere qualche volt a anche in inglese. Ma preferisco di gran lunga scrivere e cant are in
italiano. Diversamente, mi sarei già da tempo trasferito a Londra o in California.
N on se i solt a n t o un ca n t a u t or e m a a n ch e u n pr odu t t or e a r t ist ico. Pe n so, pe r e se m pio, a
disch i cu lt it a lia ni com e il " Sussidia r io illu st r a t o de lla giovine zza " de i Ba u st e lle e " La
ve r it à su l t e n n is" de i Vir gin ia na M ille r , e a lt r i a n cor a . M i dici cosa t i e n t u sia sm a di
quest altra attività rispetto a quella di musicista?
Ent rare in una sfera di pensiero t ot alm ent e different e dalla m ia, ed em pat izzare con quella di alt ri
fino a divent arne una part e com plem ent are. Mi sent o felice quando quest e m ie proiezioni aiut ano
a creare una cert a m agia int orno, quando aiut ano ad am pliare e com plet are un cert o lavorio
creat ivo su un proget t o. Nel m io piccolo, m i piace cont ribuire al diffondersi della bellezza in senso
lat o. E, m algrado le difficolt à ogget t ive, sono davvero fort unat o a pensare di pot erm i guadagnare
da vivere così.
Assie m e a pe r son a ggi com e Fe de r ico Fiu m a n i, M ir o Sa ssolin i, Ce sa r e Ba sile , Pa olo
Benvegnù e Moltheni, così giusto per fare qualche nome e un salto nel passato, Amerigo
Ve r a r di è u n a de lla figur e st or ich e e ca r ism a t ich e de lla sce na musicale indipendente
it a lia n a . Com e ci si se n t e in que st a ve st e di in cor r ut t ibile divulga t or e di r ock e com e si
fa ad andare avanti così t e na ce m e n t e r e sist e n do a lle
in t e m pe r ie
de lla vit a a r t ist ica ?
Occupandot i di ciò che am i e che vuoi veram ent e fare, ed evit ando accurat am ent e di pensare a
tutto quello che hai appena citato.
ML 10
musicletter.it
update n. 78
speciale intervista: amerigo verardi
Vivi
più
m u sica
o
m eno
r ock
Raccontami
le
in t e r r ot t a m e n t e
fin
da gli
cose
che
anni
hai
la
80.
vist o
cambiare, in pe ggio e in m e glio, in t u t t i
qu e st i a nn i, a n ch e da l pu n t o di vist a
della critica musicale.
Non saprei da dove com inciare, la dom anda
è t roppo com plessa e ci vorrebbe un libro e
anche uno scrit t ore che abbia voglia di
scriverlo
per
raccont are
qualcosa
di
apparentemente sensato ed esauriente. Io sarei forse più adatto a raccontare il mio punto di vista
su cosa è cambiato dentro di me. Ma questo non ha molto a che vedere con il rock.
Qu a le consiglio da r e st i a u n giova ne ch e st a m uove n do i su oi pr im i pa ssi n e lla m u sica
indipendente e rock?
Di suonare quello che suona con il più alt o senso del divert im ent o. E di cercare m agari di
guardare indietro e capire cosa hanno cercato i Maestri di questo genere musicale e perché.
D a l pu n t o di vist a socia le e polit ico, in ve ce , cos è ca m bia t o in m e glio e in pe ggio in
Italia?
C'è proprio bisogno che lo dica io? Vuoi sent irm i dire, com e ho già più volt e det t o e com e t ant i
hanno già det t o, che l'I t alia puzza sem pre di più di corruzione, di corrot t i, di fascism o vecchio e
nuovo, di m afia vecchia e nuova, di ignoranza becera, di st erilit à int ellet t uale, di indifferenza e di
volgarità? C'è bisogno che lo dica io che il sig. B. (ndr, chi sarà mai?) e i suoi lacchè si presentano
agli occhi della gent e onest a com e un'associazione a delinquere aut olegalizzat a? E quella che
viene chiam at a " Opposizione" non l'ha già qualificat a a suo t em po alla perfezione Nanni Moret t i?
Mi dispiace profondam ent e per t ut t a la gent e in gam ba, e ce n'è t ant a, che è cost ret t a a subire la
m eschinit à progressiva della part e peggiore di quest o Paese e della spregevole classe polit ica che
degnam ent e la rappresent a. Sono angosciat o per t ut t a le persone int elligent i, sensibili e capaci
che non riescono a t rovare un lavoro adeguat o alle proprie qualit à um ane e professionali. Sono
addolorat o per le fam iglie dei lavorat ori in cassa int egrazione o alle soglie del licenziam ent o.
Anche se devo ammettere che a volte mi soffermo a pensare a coloro che hanno avuto il coraggio
e la spregiudicat ezza di vot are e sost enere negli anni quest a nuova classe polit ica. Chi ha
perm esso al sig. B. e alla sua rozza e spiet at a idea di capit alism o e di cianfrusaglie di ent rare
nelle nost re case? Non sono st at i solo i ricchi, i pot ent i e i privilegiat i, m a
ed è quest o che m i fa
un po' st ar m ale - anche la gent e cosiddet t a " sem plice" , le casalinghe, i pensionat i, gli st udent i,
gli operai, i cat t olici... sono st at i anche loro a vot are e lodare quest o arrogant e psicopat ico che da
più di 15 anni sevizia l'I t alia, la nost ra cult ura, la nost ra int elligenza, la nost ra Cost it uzione. E
sono st at i anche un bel po' di ex- com unist i delusi, m olt i ora neo- im prendit orini convint i, a
m ischiarsi t ra i ram pant i di " Forza I t alia" , e io ho avut o negli anni la possibilit à di incont rarne
parecchi.
ML 11
musicletter.it
update n. 78
speciale intervista: amerigo verardi
Adesso che il boom erang t ornerà violent em ent e al
mittente, perchè sta succedendo esattamente questo,
pochi si assum eranno la responsabilit à m orale di
quest o asservim ent o, di quest a dissennat a fiduciaadorazione per il pot ent e dei pot ent i. Ognuno di noi
avrà da riflet t ere sulle relat ive conseguenze di una
scelt a così st upida e illusoria, t ant o da risult are una
sciagura per t ut t i, indist int am ent e. Siam o un popolo
st ordit o e indebolit o da m ont agne di m enzogne, robaccia t elevisiva, insult i di ignorant i leghist i e
lezioni m orali da cocainom ani e delinquent i com uni m ascherat i da polit ici, proclam i circensi e
illusioni da quat t ro soldi. Napoli rappresent a una m et afora nazionale. Com e facciam o a non
vedere e sentire tutta la spazzatura che ci ricopre?
Ch iu dia m o qu e st a t r ist e pa r e n t e si it a lia na e t or n ia m o a pa r la r e di m u sica . Pr im a
a cce n na vo
al
t uo
a t t ua le
pr oge t t o
con
M a r co
An con a .
Com è
nata
colla bor a zion e , qu a li sono i pr oge t t i finor a r e a lizza t i e , in line a ge n e r a le ,
qu e st a
com e st a
andando?
I l proget t o con Marco nasce dall'idea di fare una dat a in acust ico. Ma dico proprio una, in un
locale vicino Lecce. Durant e le prove ci siam o im pegnat i e anche divert it i. È venut o fuori un
suono, e poi non volevam o più sm et t ere di suonare e organizzarci concert i. Ne abbiam o fat t i
quasi un cent inaio in t ut t a I t alia. Abbiam o st am pat o un album regist rat o dal vivo e lo abbiam o
chiam at o BOOTLEG. Abbiam o avut o recensioni su t ut t i i giornali e le webzine nazionali. Abbiam o
vint o il Prem io PI MI - MEI com e m igliore aut oproduzione dell'anno. Nel fare t ut t o ciò non abbiam o
avut o nessuno alle spalle, nè et ichet t e nè ufficio st am pa, ed è st at a una vera boccat a d'aria.
Credo che la st oria di quest o proget t o possa esprim ere abbast anza fieram ent e e senza am biguit à
un concet t o am piam ent e verificabile di indipendenza. Aut archia, appunt o. E quest o nat uralm ent e
senza scendere nel det t aglio della qualit à art ist ica dei singoli proget t i. Per ciò che ci riguarda, a
set t em bre pubblicherem o un album regist rat o e aut oprodot t o nello st udio di Marco. Con noi
hanno collaborato il batterista dei Fonokit Paolo Provenzano e il tastierista de Il Genio Gianluca De
Rubert is. Lavorerem o con un'et ichet t a salent ina, la Lobello Records, creat a da un m usicist a che è
anche nost ro am ico, e con un t eam int eram ent e basat o su realt à e t alent i locali. Non sono m ai
stato campanilista, non è nella mia indole, ma sono convinto
come molti pugliesi
che un certo
senso di riscatto nazionale possa partire anche e soprattutto dal forte carattere e dal talento della
gente del Sud.
Ci sono altri musicisti con cui ti piacerebbe collaborare in futuro?
L'elenco sarebbe spropositato.
Cos a lt r o bolle in pe nt ola ?
Un m io album da solist a. Poi una colonna sonora per un cort om et raggio e un nuovo proget t o con
una band che sto cercando di assemblare.
ML 12
musicletter.it
update n. 78
speciale intervista: amerigo verardi
Riesumare gli Allison Run, no, eh?
Faccio il m usicist a, non il becchino ( nrd, ridiam o) . Ti dico la verit à: al m om ent o non m i sent o nè
abbastanza famoso né abbastanza annoiato per pensare a una reunion. Un giorno, chissà...
Com è la t u a vit a di t u t t i i gior ni? Voglio dir e , olt r e la m u sica , cos a lt r o t i pia ce fa r e ?
Mi piacciono davvero un sacco di cose, e per questo motivo cerco di farne il meno possibile.
Com plim e n t i pe r la m u sica che ci h a i da t o e ch e ci con t in ue r a i a da r e e , n a t u r a lm e n t e ,
gr a zie pe r a ve r ci conce sso l in t e r vist a .
Ma grazie a te, accidenti!
AMERIGO VERARDI: www.myspace.com/amerigoverardi
Foto di Enrico Giordani
Intervista di Luca D Am brosio | www.musicletter.it
ML 13
musicletter.it
update n. 78
musica
ARTIST: VINICIO CAPOSSELA
TITLE:
Marinai, Profeti e Balene
LABEL:
La Cupa
RELEASE: 2011
WEBSITE:
www.viniciocapossela.it
MLVOTE: 9 / 10
Quella del m arinaio è una condizione dell anima. Chi ce l ha avvert e il bisogno di salpare, di
lasciare il port o. Ora, nessuno sa com e e perché, Capossela ad un cert o punt o della sua carriera
avvert e
quella
necessit à:
prendere
il
largo
da
chi
lo vorrebbe trasformare
nel
cantautore borghese avvit at o in t rist i m orne dolorose o avviluppat o in caldi m am bo da paso
doble, da chi lo vorrebbe dipingere com e il nuovo Buscaglione e da chi lo vorrebbe disegnare
com e il nuovo Paolo Cont e. Sa che verrà il giorno in cui cercheranno il nuovo Capossela, e per lui
sarà finit a. Così, scioglie le gom ene e prende il largo. Via! Lui salpa e lascia il t abellone delle
classifiche sul porto, colorate da stupidi led lampeggianti che si accendono sulla fame di successo.
Con frecce che punt ano verso l alt o e alt re che punt ano in basso. Lui, punt a alt rove. I l percorso
del Capossela degli ult im i cinque anni è quello di un m arinaio errabondo, naufrago di se st esso, a
cui piace t orm ent arsi con canzoni put rescent i nat e nello spasm o del dolore che non perdona,
quello dell abbandono. Con M a r in a i, Pr ofe t i e Balene la nave del capit ano Capossela prende
definit ivam ent e il largo. La m usica di Vinicio oggi è quella di un Robinson Crusoe circondat o dagli
sbuffi di qualche capodoglio, dalla st ridula risat a di qualche corm orano solit ario che segue la sua
nave. È un disco fant ast ico e avvent uroso, quest o doppio di Capossela. Un disco che si può
sfogliare, proprio com e La Sacra Bibbia, l Eneide o Moby Dick ovvero i libri che più di alt ri
sem brano averlo ispirat o. Cit azioni sacre e profane che riaffiorano t ra le onde di quest o lungo
viaggio com e era già avvenut o per Ovu n qu e Pr ot e ggi e che qui assum ono i t rat t i di un epopea
m ist ica e acquat ica. Le acque bibliche che sul grande rom anzo crist iano spart ivano e univano le
t erre del vecchio m ondo e t racciavano i confini del popolo elet t o sono qui invece l unica t erra
possibile. Non c è t raccia di approdo. I l m are divent a l unico palcoscenico di quest o viaggio
infinit o. Un palco dove albat ri e sirene, pirat i, vele e st elle polari, conchiglie, sale, balene e legno
m arcio, ciclopi e polipi gigant i si cont endono la scena, in quest o m ondo apparent em ent e m ut o cui
Capossela dà voce, in quest a som m ersa m eraviglia silenziosa abit at a da anim ali che hanno scelt o
di non parlare osservando in silenzio l incant o della nat ura. È il loro rispet t o m ut o per la bellezza,
resa m anifest a con una classifica biologica che im pone ai pesci brut t i l et erna pena buia degli
abissi e ai belli la grazia divina della luce, la dolce carezza delle onde. M a r ina i, Pr ofe t i e Ba le n e
vest e l universo Caposseliano con un cam pionario variopint o di m odulazioni vocali e di colorit ure
timbriche dalle proporzioni, ancora una volta, desuete, fatate.
ML 14
musicletter.it
update n. 78
musica
Ghironde, bicchieri, oboe, t am buri di lat t a, cori sacri, lire, e- bow, flaut i, t est e di m oro, seghe,
carillon, m arim bas, st eel drum s, celest e, voci di sirene, cat ene, clavicem bali, lum ache m arine e
ogni alt ro ogget t o che possa rest it uire l anim a di quest o universo bagnat o, le risat e perdut e di
quest i pesci cui Net t uno ha disegnat o una curva t rist e al post o del sorriso, di quest a m eraviglia
zit t a che pure cust odisce le voci più belle che m ai uom o abbia pot ut o ascolt are. E che t ut t avia gli
vengono negat e, com e una m alìa t roppo im m ensa da pot er sopport are per la sua carne glabra di
squam e, perché se ascolt i le sirene non t ornerai a casa, perché la casa è dove si cant a di t e ( )
E se ti fermi ad ascoltarle ti lascerai morire perché il canto è incessante ed è pieno di inganni, e ti
t oglie la vit a m ent re la st a cant ando . Marinai, profet i e balene è un m aest oso alt are di m arm o
che prende il largo t ra le onde di un Medit erraneo epico e solenne che divent a ora un m are di
inchiost ro nero- nero ( Polpo d amore suonat a con gli am ici Calexico) e un ist ant e dopo un
acquario da cabaret ( Pryntyl, ispirat a dallo Scandalo negli abissi di Celine) . Un Medit erraneo
antico e primit ivo dove anche la m ort e conserva una sua dignit à, un suo rit uale, una sua sacralit à
che oggi viene negat a ai m art iri del secolo nefast o. La seduzione del Capossela m arinaio è preda
del m are, sbat t ut a dalle onde e t orm ent at a dalla risacca. È una seduzione cannibale, che divora
se st essa e non si concede ad alt ri, m ent re Vinicio cerca di m et t ere in salvo ogni sua debolezza,
ogni suo dubbio ant ropico. La fede, l am ore, il peccat o, il vizio. Li m et t e con cura dent ro le
scialuppe e offre loro una via di scam po dal m aest rale che si abbat t e sul suo veliero, prim a che
ogni bolina si t ram ut i in cappio. Dà ad ogni guscio di noce un nom e da ricordare, li spinge
dolcem ent e verso il loro naufragio e li guarda col suo cannocchiale fino a vederli affondare uno ad
uno. Il Grande Lievat ano, Vinocolo, Nostos, Aedo, Goliath, Lord Jim . Foglie m ort e che non
toccheranno mai terra. Il capitano intona un trèno, in una lingua che solo lui conosce, che solo lui
può udire. Poi, solo le onde.
Franco Dimauro
ML 15
musicletter.it
update n. 78
musica
ARTIST: J MASCIS
TITLE:
Several Shades Of Why
LABEL:
Sub Pop
RELEASE: 2011
WEBSITE:
www.myspace.com/jmascis
MLVOTE: 8,5/ 10
Una volt a t ant o m et t iam o da part e il passat o. Met t iam o da part e il college rock, l indie rock, il
noise, i Dinosaur Jr ., gli scazzi con Lou Ba r low , gli anni ot t ant a, gli anni novant a e persino la
reunion del 2005. Met t iam o da part e anche le collaborazioni e i proget t i, più o m eno solist i,
firmati J M a scis + The Fog oppure Sw e e t Apple , Witch, D e e p W ou nd e Upside dow n Cr oss.
Una volt a t ant o, insom m a, m et t iam o da part e t ut t o quel che è st at o di Jose ph D on a ld M a scis è
parliam o solo ed esclusivam ent e di quest o abbagliant e Se ve r a l Sha de s of W h y, senza dubbio il
lavoro più int im o e personale della sua carriera. Una personalizzazione, chiara e lam pant e,
ravvisabile in ciascuna delle dieci t racce elet t roacust iche del disco. Brani che evidenziano la
sensibilit à di un uom o fondam ent alm ent e libero e leale che, t ra m ille dubbi, non esit a a m et t ere a
nudo i propri sent im ent i e le proprie paranoie. Lo fa con l at t it udine di un vero songwrit er folk
rock, tuttavia indipendente e alternativo, quasi a voler sottolineare che il suo accostamento a Neil
Young non è sem plicem ent e vocale m a soprat t ut t o esist enziale. Con m olt a probabilit à, però, J
Mascis non si sente affatto come il cantautore canadese, ma a quelli come noi a cui piace spesso
farnet icare, but t ando giù esem pi e riferim ent i vari, il paragone è solt ant o un m odo per m et t ere in
risalt o il carat t ere em ancipat o e ant iconform ist a di ent ram bi. Lo st ile di Mascis poi è
inconfondibile, così com e sono inconfondibili le canzoni di quest o lavoro in st udio volut am ent e
acust ico e dai riverberi pop che, nonost ant e le assenze di bassi e bat t erie, si riem pie
piacevolm ent e e con discrezione di suoni di violino, pianofort e, flaut o, lap st eel
Ciò nonost ant e
Se ve r a l Sha de s of W h y t rova il suo vero punt o di forza nei t est i. Bast a ascolt are ( e leggere)
quel che cant a ( e scrive) Mascis in pezzi com e List en To Me, Not Enought, Can I , Very Nervous
and Love e Where are you per rendersi conto della poesia, del romanticismo e del disincanto di un
personaggio fuori dall ordinario e dal t alent o unico. Aggiunt eci infine che al disco hanno
collaborato Ku r t Vile , Pa ll Je nk in s, Be n Bridwell, Ku r t Fe dor a , Sophie Trudeau e che
l art work è di M a r q Spu st a con il cont ribut o di Kim Gor don , e il dado è t rat t o! Già nel borsino
dei dieci titoli più interessanti del 2011.
Lu ca D Am br osio
ML 1 6
musicletter.it
update n. 7 8
musica
ARTIST: ULVER
TITLE:
Wars of the Roses
LABEL:
Kscope
RELEASE: 2011
WEBSITE:
www.jester- records.com/ulver
MLVOTE: 8,5/ 10
Deve essere bello essere uno degli Ulver. Vivere la m usica com e esplorazione, vuot o ( da
riem pire) m ancanza di confini. Uno spazio da esplorare con convinzione, sem pre nel segno
dell oscurit à più densa ed im penet rabile. Un esist enza sot t o t raccia, som m essa, nascost a. Pochi
segni di vit a, eccet t o, im provvisi, i dischi e, da poco, qualche raro t our. Una band sem pre avant i,
o al lim it e di lat o, com unque discost a dalla m assa, dal gruppo. Che, quando non st rappa,
lanciandosi t ot alm ent e nell ignot o ( com e, ad esem pio, nell incom parabile Pe r dit ion Cit y o nello
shockant e e sanguinario Blood in side ) , si defila volut am ent e, e sforna dischi som m essi e oscuri
( com e il precedent e Sh a dow s of t h e Sun) che t rasm et t ono la loro poet ica con garbo, senza
imporsi. Qui, con questo nuovo Wars of the Roses, i nostri scelgono una via di mezzo, sempre e
com unque coerent i, però, nella rilut t anza a t rasm et t ere em ozioni in m aniera esplicit a, con forza
declam at oria: irraggiungibili, chiusi in una m agnifica m a poco rassicurant e t orre d avorio di
elit ario dist acco dal m ondo. I n quest o caso, dicevam o, la scelt a è una via più t ort uosa del solit o.
Da un lat o, i lupi norvegesi ( increm ent at i a quat t ro: con il nucleo st orico c è D a n ie l O Su lliva n
degli Aethenor) arricchiscono il loro songbook delle canzoni più orecchiabili e delle m elodie più
im m ediat e di sem pre ( February MMX; la st raordinaria ballat a Providence, Island) dall alt ro,
at t ingono a piene m ani dalla sperim ent azione più pura, aiut at i da un m anipoli di collaborat ori che
provengono dal m ondo dell im provvisazione ( St e ph e n Th r ow e r , St ia n W e st e r hu s, St e ve
Noble e Ale x W a r d) , generando st raordinari excursus m ent ali in form a di cupe ed int roverse
lit anie, con linee vocali da inseguire, a un passo da una form a m ut ant e di j azz noir psichedelico
( Norwegian got hic, England, Sept em ber I V) . Fino a quest o punt o ci t roverem m o già davant i a un
album splendido, ma grazie al piece de resistence, la straordinaria Stone Angels, entriamo in zona
capolavoro. Trat t asi di una m agnifica declam azione della poesia del cont em poraneo am ericano
Ke it h W a ldr op, int erpret at a da O Su lliva n raggelat o, st at ico, quasi privo di vit a, m ent re il rest o
del branco si produce in una performance da brividi, in forma di una meravigliosa suite di oltre 15
m inut i infarcit a di effet t ist ica gent ile, lievi crescendo, echi, riverberi, con una at m osfera
vagam ent e j azzat a m a irrim ediabilm ent e inchiodat a ad
dall aset t ico vocalism o, che port a i nost ri eroi in luoghi
una croce di infinit a m alinconia
alt ri , in uno spazio grande, pallido,
vuoto. E noi con loro. Capolavoro numero N.
Valerio Granieri
ML 17
musicletter.it
update n. 78
musica
ARTIST: TV ON THE RADIO
TITLE:
Nine Types Of Light
LABEL:
Interscope
RELEASE: 2011
WEBSITE:
www.myspace.com/tvotr
MLVOTE: 8 / 10
Quest a è gent e che non scherza. E se scherzasse, com binerebbe davvero dei bellissim i scherzi a
chiunque. Fin dagli esordi, fra apparizioni al D a vid Le t t e r m a n n Show e recensioni ent usiast e di
gran part e della st am pa specializzat a, i TVOTR ci hanno abit uat i alle sorprese e, anche quest a
volt a, sorpresa è st at a. Che siano di New York si sent e subit o fino dalle prim e not e di uno
qualsiasi dei loro dischi. Sarà per l'am ore incondizionat o che nut ro per la m usica di quella cit t à,
per quello che ha rappresent at o e rappresent a, m a già quest o predispone a un ascolt o con
orecchio ( uno, purt roppo, l'alt ro ascolt a se dot at o di apparecchio acust ico) com piacent e. Dopo il
2006, con Re t u r n t o Cook ie M ou n t a in dove si ricorda un
cam eo di D a vid Bow ie , nel 2008
con D e a r Scie n ce t ut t i avevano gridat o al capolavoro, ed era così: un disco fant ast ico, pieno di
contaminazioni, suoni nuovi am algam at i t ra loro con la sapienza dei druidi. Ora si cam bia ancora,
m a non t roppo: qualcuno pot rebbe pensare a una sort a di im borghesim ent o, a un'at t enzione di
t roppo verso l'int im ism o e, con m alignit à, allo sbadiglio. Non è così: i nost ri riescono ancora a
convincere. Qualcuno ha det t o che il loro peggio non pot rà m ai essere il m eglio di m olt e rock
band della scena indie am ericana. I o non concordo in pieno con quest a afferm azione, soprat t ut t o
perchè non riesco a vedere un loro peggio . Dopo i proget t i solist i dei due m ast er D a vid Sit e k
( Maxim um Baloon) e Kyp M a lone ( Rain Machine) , le collaborazioni e gli esordi cinem at ografici di
Tu n de Ade bim pe , quest o N in e Type s of Ligh t ci dice che aspet t are, a volt e, serve. Serve ad
ascolt are 10 pezzi ancora cont am inat i e m inest ronat i con sagacia, alcuni di loro bellissim i, che a
t rat t i, com e in D e a r Scie n ce , ci fanno t ornare ai Fishbone di Th e Re a lit y of M y Su r r ou ndin g
per pot enza innovat rice e per voglia di rom pere regole e canoni. Già il pezzo che apre il disco,
Second Song, inizia che sembra un pezzo di John Cale, ma poi si trasforma in un ritmato falsetto
che t ant o sa di disco m usic, per poi t ornare alla calm a, calm a solo apparent e. No Fut ure Shock è
un vero pezzo fishbone- st yle, e quel sint h che ent ra in punt i precisi della song, prim a che divent i
più densa e violent a, è un vero t occo di classe. Molt o buono, anche se un po' piacione, will do,
m ent re ot t im a è New Cannonball Run, che sfrut t ando una linea sem plicissim a di basso, ci fa
capire cosa siano capaci di fare i nost ri con t re not e di base.
Bellissima Caffainated
Consciousness, che anche facendo un po' il verso alla Joh n Spe n ce r 's Lovin' Machine, at t iva i
recet t ori degli orm oni della danza im pedendot i di st art ene lì sedut o a fare lo snobbet t ino fru fru.
Un gran bel disco, che lascia la voglia di un ascolt o live, chissà quando e chissà dove. Saprem o
aspettare, certi che l'attesa ci premierà.
Alessandro Grainer
ML 1 8
musicletter.it
update n. 78
musica
ARTIST: SCOTT MATTHEW
TITLE:
Ga lla n t r y s Fa vor it e Son
LABEL:
Glitterhouse/ Venus
RELEASE: 2011
WEBSITE:
www.scottmatthewmusic.com
MLVOTE: 8 / 10
Nat o a Queensland, Aust ralia, m a acclim at at osi a New York, Scot t M a t t h e w è già da lungo
t em po sulla scena m usicale e, nonost ant e alcune occasioni che gli hanno rest it uit o una buona
dose di visibilit à, pare al m om ent o ancora essere ignorat o sia in pat ria che negli Usa. I l barbut o
neo- folkst er aust raliano invece gode nel nost ro paese di quella popolarit à in cert i circuit i ( a Rom a
si è esibit o spesso) che gli è negat a
alm eno per il m om ent o
alt rove. Però va crescendo il
consenso int orno al songwrit er le cui com posizioni fanno sem pre più adept i. È st at o m em bro della
band alt - pop degli Elva Snow ( che egli st esso aveva fondat o con Spe n ce r Cobr in , ex bat t erist a
di Morrissey) , in seguit o è approdat o nei Songs t o D r in k a n d D r ive By in un duo ( poi allargat o)
con Pe t e r Gin ge r ich e per un cert o periodo Mat t hew ha lavorat o per film di anim e prodot t i da
Yok o Ka nn o
Ghost I n The Shell: St and Alone Com plex
e
Cowboy Bebop: Knockin' On
Heaven's Door
che gli hanno donat o sicura popolarit à nel paese del Sol Levant e. Diversi suoi
pezzi poi sono st at i inclusi nella colonna sonora del cont roverso dram m a erot ico
Short bus
di
John Ca m e r on M it che ll ( film con num erose scene di sesso esplicit o, m a m ai volgare) , int orno a
st orie di vit a quot idiana all om bra della St at ua della Libert à di gent e alla ricerca di un ident it à
sessuale. L album di debutto nel 2008, Scott Matthew, è st at o seguit o l anno dopo da ( album dal
chilom et rico t it olo) There I s An Oce a n Th a t D ivide s And W it h M y Lon gin g I Ca n Ch a r ge I t
W it h A Volt a ge Tha t 's So Viole n t To Cr oss I t Cou ld M e a n D e a t h . Con quest o Scott
Matthew ( che non ha m ai negat o la sua passione per le pop- song degli Sm it h) giunge al suo
t erzo lavoro; t est i pregnant i t ut t i riport at i nel booklet int erno al CD, st orie di abbandoni e
solit udini, canzoni che parlano delle com plicazioni della vit a, dei suoi risvolt i, delle cert ezze m ai
realm ent e acquisit e, del m odo di viverla assecondando la propria sensibilit à e non l ovviet à del
sent ire com une. E t ra le righe, incisiva, la prot est a cont ro ogni form a di int olleranza. Ballat e
int im ist e con una archit et t ura sonora decisam ent e m inim alist a nella st rut t ura non negli st rum ent i
( dalla fort e im pront a acust ica) chiam at i ad int ervenire. Disco ricco di m om ent i em ozionant i con il
supporto di un vocalismo caldo, intenso, vagamente androgino (per nulla peregrino in Devil s Only
Child l accost am ent o alla China Girl di D a vid Bow ie ) , brani che dispensano posit ive vibrazioni
seppur, apparent em ent e, all om bra del lent o fluire di alcuni brani. Gallant ry s Favorit e Son è
lavoro ben diverso dai precedent i, di sicuro più gioioso è il frut t o di una più accurat a ricerca con
arrangiam ent i elegant i m a t alvolt a m inim alist i: ora è un pianofort e a fare da cont ralt are alla voce
( Sinking) , alt re volt e sono violoncello e clarinet t o ( Devil s Only Child) . I n apert ura la delicate
Black Bird, poi Felicity - divert ent e e divert it a - int rodot t a da un fischio che si ripresent a nello
sviluppo del brano; qui la voce del prot agonist a è doppiat a da quella di Cla r a Ke n n e dy. Sinking
è il gioiello della raccolta, in Buried Alive
seppellito
un testo su un amore che muore e che rifiuta di essere
la voce spet t rale in prim o piano cont ribuisce a creare una st raordinaria, assort a,
atmosfera. No Place Called Hell in chiusura fa leva su un assolo di tromba.
Luigi Lozzi
ML 1 9
musicletter.it
update n. 78
musica
ARTIST: I'M FROM BARCELONA
TITLE:
Forever Today
LABEL:
Mute Records
RELEASE: 2011
WEBSITE:
www.imfrombarcelona.com
MLVOTE: 9 / 10
I n Svezia la prim avera dura pochissim o: è la st agione di t ransizione per ant onom asia. Arriva
m olt o lent am ent e, dopo gli algori polari, a rischiarare con lum inosit à
via, via sem pre più
crescente - le oscurit à d'un inverno, al cont rario, lunghissim o. Dopo l'equinozio, le ore di luce
durano cinque m inut i in più per ogni giornat a che passa e così la t iepida prim avera prepara
progressivam ent e l'est at e scandinava fino al t ripudio del solst izio quando con una fest a di
rilevanza nazionale si celebra ( la t erza dom enica di giugno di ogni anno) il Midsommar.
Dim ent icat i il buio spet t rale, il m are scuro sferzat o dai vent i art ici e i boschi innevat i, gli svedesi
fest eggiano in quel giorno di m ezza est at e la possibilit à m et ereologicam ent e concessa loro di
riappropriarsi di nuovo degli spazi che li circondano e di godere d'una nat ura che si m anifest a con
prepot ent e bellezza dopo il let argo invernale. La t radizione vuole che, lasciat e le abit azioni, ci si
rechi in cam pagna indossando i cost um i t ipici per raccogliere i fiori con i quali saranno realizzat e
graziose coroncine di ghirlande per cingere il capo delle ragazze o per ornare gli alberi che
vengono issat i e adobbat i fra balli e cant i popolari. La fest a prevede la degust azione di piat t i a
base di pat at e bollit e, d'una grande variet à di aringhe e salm one condit i con panna acida, di
saporit e crost at e di m arm ellat e di lam poni accom pagnat i da birre ghiacciat e o da grappe
arom at iche in un clim a di allegria che si prot rae, al pari delle danze, per m olt e ore fino al m at t ino
successivo favorito dalla intensissima luce di un sole che, quel giorno, non tramonta mai. Chissà a
quant e fest e di m ezza est at e avrà part ecipat o Em a n u e l Lu n dgr e n insiem e agli alt ri 28 ( ?! )
com ponent i del bizzarro ensemble I 'm fr om Ba r ce lona . Di cert o i dieci brani del nuovo lavoro
For e ve r Toda y pot rebbero essere la colonna sonora perfet t a di un
Midsom m ardagen
perchè,
nel solco dell'indiepop svedese, le sonorit à di quest o disco t rasm et t ono all'ascolt at ore gioiosa
spensieratezza. W h o k ille d H a r r y H ou dini?, uscit o nel 2008, era st at o efficace quant o barocco
bignam i di ballat e rom ant iche con qualche raro episodio più dinam ico carat t erizzat e da
arrangiam ent i sorprendent em ent e sofist icat i, poco indiepop invero, persino orchest rali. L'opera,
com unque, era pervasa da un'at m osfera di com post a m alinconia fram m ist a all ironia delle liriche
in cui Em a n u e l Lu n dgr e n prendeva in giro la sua passione per l esot erism o. Tralasciat e le
sperim ent azioni del successivo ( anno 2010) e disom ogeneo 2 7 son gs fr om Ba r ce lona - un
brano com post o da ogni m em bro del gruppo - For e ve r Toda y segna, pert ant o, un rit orno
all'ant ico, a quel Le t m e in t r odu ce m y fr ie n ds che nel 2006 aveva rivelat o il genuino t alent o
della band di Jönköping. I l disco assum e la consist enza di un com pendio del t wee- pop più cat chy,
d'una carrellat a di m elodie dalla im m ediat a fruizione, sem plici m a, al cont em po, irresisit ibili: una
vera e propria inversione di tendenza rispetto agli artifici ricercati di Who killed Harry Houdini?
ML 20
musicletter.it
update n. 78
musica: i m from barcellona
L'opening act , Charlie Parker, t ribut o all'im m ort ale j azzist a, è un inno all'ot t im ism o ( ... when t he
sky is a lit t le t oo filled up wit h rain / you can get on your lit t le wings and fly away... ) in cui il
gioco fra il suono sint et ico delle t ast iere e il basso m art ellant e viene am algam at o m irabilm ent e
dalle arm onie vocali di cui la band è m aest ra, gust oso appet izer alla t rascinant e Get in line dal
groove ritmico in odore di black music che incalza l'obliquo e caciarone refrain alla MGMT e il coro
vagamente r'n'b. Neanche il t em po di riprendersi che deflagra l int ro assassino di Battleships,
delizioso pezzo di zucchero filat o condit o da caram ellosi
bah, bah, bah
ripet ut i nel rit ornello,
sost enut o, però, da un drum m ing dì efficace pot enza. Già con i prim i t re brani For e ve r Toda y
assest a all ascolt at ore un pot enziale k.o. tecnico ma non risparmia ulteriori colpi dal momento che
con le sincopi di Always Spring
rim ando ai Br ok e n Socia l Sce n e
definisce una sort a di
m anifest o est et ico della leggerezza (
som ewhere it s sum m er / som ewhere it s always
spring
dall handclapping
)
ri- afferm at a
con
prepot enza
di
Can
See
Miles
e
dai
caldi
campionamenti di Come on. Se qualcuno, a questo punto del disco, avesse ancora qualche dubbio
sulla qualit à cat chy del lavoro della band svedese int ervengono, prim a i sint et izzat ori anni 80 a
support o della m elodia t ropicaleggiant e di Skipping a beat e, poi, l om aggio sixt ies di Dr. Landy ai
fab four ( ... I didn't realize t hat Rubber Soul would t urn m y life around... ) , uno degli episodi
m igliori dell'int era opera, spum eggiant e esem pio di pop at em porale e, dunque, classico. Gam e is
on, accattivante ballata acustica contrappuntata dal solito, travolgente, backing- chorus, prepara il
t erreno alla t raccia conclusiva, la t it le- track Forever Today, il m om ent o più int im o del disco in cui
il suono dolcissim o di una t rom ba crist allizza un'at m osfera di sognant e rilassat ezza che ricorda i
Sigur Ròs. La festa è finita. Almeno fino al prossimo Midsom m ardagen .
Nicola Pice
ML 21
musicletter.it
update n. 78
musica
ARTIST: SIXX:A.M.
TITLE:
This is Gonna Hurt
LABEL:
Eleven Seven Music
RELEASE: 2011
WEBSITE:
www.sixxammusic.com
MLVOTE: 7 / 10
I l nom e del bassist a e com posit ore Fr a n k lin Ca r lt on Se r a fino Fe r a n na Jr . pot rebbe suonare
alquant o anonim o, poco m ale però poiché è con lo pseudonim o N ik k i Six x che firm a in calce i
suoi parti artistici, siano essi romanzi autobiografici o i dischi della band più oltraggiosa e discussa
dell universo hard rock, i M ot le y Cr u e . Six x :A.M è il side proj ect che ha m esso in piedi già da
quasi un lust ro con l int ent o di support are e int egrare l at t ivit à edit oriale; con lui chiudono il
cerchio il cant ant e Ja m e s M ich a e l e D J Ash ba , t ut t ora chit arrist a di quella band il cui leader,
m em ore di un t em po che non t ornerà m ai, si ost ina a chiam are Gu n s N Rose s. Th e H e r oin
D ia r ie s: A Ye a r in t he Life of a Sh a t t e r e d Rock St a r ( il libro del 2007) aveva già esplorat o i
profondi e m iserevoli abissi di una vit a da rockst ar e l om onim o debut album ne cost it uiva una
colonna sonora che,
per
i t oni sm ussat i e piut t ost o radio friendly,
sebbene t enendosi
dignit osam ent e a galla, ne rom anzava fin t roppo i cont enut i. Quest o Th is is gon n a hu r t , pur
suffragando la sua funzione di soundt rack ( il libro con lo st esso t it olo è st at o pubblicat o a un
m ese di dist anza dal disco) sem bra essere più funzionale all obiet t ivo, c è più carne ben rosolat a
al fuoco e m eno fum o, lo si arguisce già dal prim o ascolt o e dalla scelt a dei suoni a m io parere
m eno indulgent i e più diret t i rispet t o al capit olo precedent e ( la produzione è della st essa band) .
Le illust razioni e i t em i sciorinat i t ra le pagine non ispirano t oni cerim oniosi e per quest o è un
piacere ascolt are un t aglio m eno t eat rale e più concret o in quasi t ut t e le canzoni. Episodi
validissim i e robust i com e la t it le t rack, il singolo Lies of t he beaut iful people o una coinvolgent e
Help is on the way (una sorta di Pray for me volume II) si alternano a momenti più rilassati e non
sem pre in focus m a nel com plesso l album gode di buona salut e, lasciando un sapore più
gradevole del suo predecessore. Goodbye m y friends, dove giocano a fare i Muse o Skin con i
suoi accent i e st ruggim ent i eccessivam ent e m elodram m at ici hanno il brut t o difet t o di chiudere il
disco in m aniera innat urale andando a ripescare gli elem ent i che già avevano zavorrat o The
H e r oin D ia r ie s; due episodi che hanno sulla coscienza m ezzo punt o in m eno nella valut azione.
Del resto, abitare ai piedi della collina di Hollywood avrà pur i suoi contro!
Manuel Fiorelli
ML 22
musicletter.it
update n. 78
musica
ARTIST: THE CASANOVAS
TITLE:
Hot Star
LABEL:
Iceforeveryone
RELEASE: 2011
WEBSITE:
www.myspace.com/thecasanovasgarageloveduo
MLVOTE: 8 / 10
H ot St a r dei Casanovas uscit o a m aggio per l et ichet t a Iceforeveryone di Andrea Appino ( Zen
Circus)
è
la
dim ost razione
della
capacit à
e
della
caparbiet à
dell underground
it aliano
nell em ergere e nel brillare ist ant aneam ent e di luce propria. I Casanovas part ono com e duo,
form at o dalla
Lady
D ile t t a Ca sa nova al basso e voce e dal bat t erist a Gia com o D in i, di
ispirazione new wave e garage punk. Con l ingresso del nuovo bat t erist a Sir Joe St om p ( Los
Dragos, A Sm a ll D ocu m e n t ) il gruppo grazie ai num erosi set live raggiunge uno st at us di band
di cult o em ergent e it aliana. Nel disco in quest ione la rabbia garage punk e la sperim ent azione
indie rock dei primissimi esordi si dilatano approdando a un versante Pop. Già l iniziale Radio Days
ne annuncia l int ent o. I n quest o senso e con apport i originalissim i si m uovono i cont ribut i di nom i
im port ant i del circuit o indie quali An dr e a Appino ( Zen Circus) , En r ico Ga br ie lli ( Calibro 35) ,
Sim on e La lli ( Aut obam ) e An t on io
Tony Fa ce
Ba cciocch i ( Not Moving, Link Quart et ) . La
dist orsione del basso si fa largo in brani accat t ivant i ( Bancone, Gonna Burn, The walk, Rosso &
Blu ) indirizzandosi in liriche quasi da classifica, m a la
leggerezza è solo apparent e. La regia
rest a quella t enace e insidiosa di D ile t t a Ca sa nova una vera e propria Rockeuse che spinge la
sua sperimentazione in direzioni inedite. Nel disco alcune perle brillano: brani come Vi odio tutti e
la st essa Hot St ar e alt re com e il brano Cattivo escluso dall abum ( m a che viene eseguit o sem pre
live) esplicano chiaram ent e la m at rice garage t radot t a in un linguaggio cont em poraneo che
cost it uisce l originalit à dei Casanovas. La voce am m iccant e e a t rat t i volut am ent e sguaiat a di
La dy Ca sa n ova , così com e la rabbia e l est ro del suo basso dist ort o, t rova nella raffinat ezza
pot ent e e ipnot ica delle pelli bat t ut e da Sir Joe l ideale alchim ia per proporre un disco
sicuram ent e eclet t ico ( ne è una dim ost razione il delizioso finale folk del duet t o con Appino nella
canzone coprodotta Am ore a Scam pia) m a est rem am ent e originale, cont enent e i germ i vit ali di
una
nuova onda
it aliana. I live dei Casanovas rispecchiano quest a apparent e leggerezza,
agguant ando prest o l audience in un vort ice di energia nella quale la nostra Lady si muove scaltra
col suo basso dist ort o im ponendoci, col m ezzo sorriso e con il suo arm am ent ario di palloncini,
cuoricini e brillantini, perform ance ipnot iche che prevedono inondazioni di glitter sulla plat ea. I n
fondo anche questo è amore. In fondo anche questo è ciò che puoi aspettarti da una
Casanova!
Costanza Savio
ML 23
musicletter.it
update n. 78
musica
ARTIST: WHEN SAINTS GO MACHINE
TITLE:
Konkylie
LABEL:
!K7/ Audioglobe
RELEASE: 2011
WEBSITE:
www.whensaintsgomachine.com
MLVOTE: 8 / 10
Ve ne saret e di sicuro accort i del com e al giorno d oggi sia necessario passare at t raverso la ret e
I nt ernet per prom uovere m usica nuova e lanciare gruppi che port ino una vent at a di freschezza e
novit à. È quello che hanno fat t o
con buon esit o
i W h e n Sa int s Go M a ch in e che prim a di
approdare ad un disco d esordio hanno iniziat o a veicolare la loro m usica in ret e. Dopo un EP (Fail
Forever) pubblicat o in gennaio per scaldare l at t esa ecco l int eressant e debut t o della band
danese form at asi nel 2007, un quart et t o ( voce, doppia t ast iera e bat t eria) di am ici cresciut i
insiem e nei sobborghi di Copenhangen. I l percorso d avvicinam ent o all esordio è st at o cent ellinat o
con oculat ezza t ra i prim i approcci sul web, qualche apparizione dal vivo in piccoli locali, con un
sound di difficile collocazione e classificazione fino all esordio nel 2009 sul palco Roskilde Fest ival
al cospet t o di una plat ea di 45m ila spet t at ori. I l nucleo ruot a at t orno a N ik ola j M a n ue l Vonsild
(voce), Jon a s Ke n t on
( t ast iere) ,
Sim on M u sch in sk y
( t ast iere)
e Sila s M olde n ha w e r
( bat t eria) . Quat t ro loro t racce erano già st at e pubblicat e dalla Em i nel 2009 con il t it olo di Ten
Makes Face
m a senza suscit are int eresse né lasciare seguit o. I n un prim o m om ent o avevano
pensat o di inserirsi nei circuit i club- dance con un sound che non fosse riconducibile alla loro t erra
d origine; poi t ra cont inui t ent at ivi di dare una form a m eglio definit a alla loro m usica ed una lunga
gest azione di un paio d anni, in cui si è abbandonat o il solco danzereccio degli inizi per inoltrarsi in
st rade inesplorat e, ecco Konkylie ( in danese st a per conchiglia di st rom bo) inciso per la ! K7,
l et ichet t a berlinese specializzat a in elet t ronica. La t it le- t rack d apert ura ha un cert a qual
sospensione progressive m a i brani successivi, subit o a part ire da
Church and Law , rendono
cont o di un int rigant e com binazione di pop, di elet t ro- dance e post - punk, che non disdegna un
cert o sperim ent alism o, t ra t ast iere scint illant i, un riconoscibile t occo cool scandinavo e t ram e
complicat e d im m ediat a assim ilazione. Alla lont ana ricordano un po gli Everyt hing But t he Girl.
Salt ano subit o evident e alcune felici soluzioni sonore che, seppur non del t ut t o scevre da
riferim ent i alla scena alt - elect ronica odierna, risult ano quant o m ai originali, perché i quat t ro
m ost rano di avere grandi pot enzialit à ed un num ero cospicuo di st rade m usicali da scandagliare.
I l sound, propost o su un t appet o elet t ronico, ipnot ico, t alvolt a è dolent e, alt re upt em po, e si
dist ingue pure per l ut ilizzo di st rum ent i classici il cui suono si m escola e si confonde con il
priorit ario, debordant e cont est o elet t ronico; il t ut t o a favore di un sound a volt e più cupo e
stratificato. Chestnut ha un andam ent o pulsant e dal piacevole incedere, Kelly
pubblicat o anche
com e singolo - è un dancefloor ( nem m eno poi t ant o vagam ent e) evocat ivo dei Ta lk in g H e a ds,
rem iniscenza di un inizio di carriera solo ipot izzat o, m ai realm ent e avviat o e subit o abbandonat o.
I l vocalism o spet t rale, a t rat t i in falset t o, di Nikolaj si m et t e in evidenza in Parix e si rende
incant evole nella conclusiva Add Ends, quando si m uovono con m aest ria t ra orchest razioni d archi
( synt ) e un dolce abbrivio d elet t ronica.
Luigi Lozzi
ML 24
musicletter.it
update n. 78
musica
ARTIST: FLOGGING MOLLY
TITLE:
Speed Of Darkness
LABEL:
Borstal Beat Records/ Audioglobe
RELEASE: 2011
WEBSITE:
www.floggingmolly.com
MLVOTE: 8 / 10
Coloro che non conoscendo i Floggin g M olly, e volendo procedere a un approccio con la band su
YouTube, si im bat t essero in un clip com e
Devil s Dance Floor
o come
Drunken Lullabies
im m ediat am ent e sarebbero port at i ad accost are ( corret t am ent e) il gruppo ai Pogues, al
t rascinant e celt ic/ irish punk che per lungo t em po ha carat t erizzat o il sound della form azione di
Shane MacGowan & Co. I Flogging Molly sono ragazzi californiani di origini irlandesi (ma il loro
leader, D a ve King, 50enne, è proprio di Dublino) che si sono cost it uit i nel 1997 a Los Angeles.
Perfino il nome scelto rimanda a un famoso irish pub di L.A. dedicato alla figura di Molly Malone,
eroina di tante e tante canzoni tradizionali, un locale che ha tenuto a battesimo le prime esibizioni
pubbliche della band. Peralt ro un accost am ent o
siet e al corrent e
quello alla t radizione irlandese, com e in m olt i
per nulla peregrino, vist o che gran part e delle radici della m usica folk count ry
del Nord Am erica si è fondat a sulla m usica port at a sulle sponde del Nuovo Mondo dagli im m igrat i
europei d I rlanda. I l gruppo è com post o dal cant ant e e leader Dave King, dal chit arrista Dennis
Casey, dal bassist a N a t h e n M a x w e ll, dalla violinist a Br idge t Re ga n , da M a t t H e n sle y ( alla
fisarm onica) , dal bat t erist a Ge or ge Schw indt e dal m andolinist a Bob Schm idt . Brillano ( è
evident e) soprat t ut t o dal vivo i Flogging M olly, per l energia incalzant e e dirom pent e che
profondono nei loro act al suono di st rum ent i t ipici ( violino, t in whist le, banj o, m andolino,
fisarm onica) , creando un sound scat enat o e t ravolgent e che incit a senza m ezzi t erm ini gli ast ant i
a ballare; il folk irlandese insom m a suonat o con la foga e la rabbia t ipiche del punk. Una form ula
m usicale, la loro, sem plice da sint et izzare; se non ci fossero chit arra elet t rica, basso e bat t eria
sarebbe m usica t radizionale irlandese, m ent re invece sarebbe punk rock se venissero a m ancare
fiddle, whist le, m andolino e fisarm onica. il loro disco d'esordio nel 97 ( Alive Behind t he Green
Door) fu un disco regist rat o dal vivo, e una delle loro cose più apprezzat e è st at o il Live at t he
Greek Theat re - doppio cd live accom pagnat o da uno splendido DVD - regist rat o nel set t em bre
2009 nella loro cit t à. I l celt ic punk dei Flogging M olly è fondam ent alm ent e debit ore olt re che ai
Pogues, ai Dubliners, ai St iff Lit t le Finge r s e pure ai Clash, ed ha qualche rem iniscenza del
migliore Joh n n y Ca sh. Sei album incisi nell arco di t em po int ercorso dalla loro fondazione e
adesso questo nuovo lavoro
registrato a Detroit
nel quale si certifica un certo cambiamento di
rotta nelle sonorità che hanno dominato i loro dischi finora, si avverte un sound più raffinato nelle
soluzioni e nelle sfum at ure propost e ( The Power's Out è un insolit o blues) e più am pio nelle
influenze. Si elevano sulle alt re le scat enat e Don t Shut em Down ( un m ainst ream rock che è
anche il prim o singolo t rainant e dell album ) , Saint & Sinners e la title- track, oppure le ballat e The
Cradle Of Hum ankind, So Sail On e The Heart of The Sea o ancora la count ry This Present St at e
of Grace. Bravi davvero i Flogging Molly
che hanno come rivali sulla scena odierna i bostoniani
Dropkick Murphys - e se a suo tempo vi siete appassionati per i Pogues allora la loro discografia
m erit a d essere recuperat a in t ot o.
Luigi Lozzi
ML 25
musicletter.it
update n. 78
musica
ARTIST: PAUL STANLEY
TITLE:
Live to Win
LABEL:
Universal/ New Door Records
RELEASE: 2006
WEBSITE:
www.paulstanley.com
MLVOTE: 7,5/ 10
Ha at t eso un bel pò lo St archild dei KISS prim a di bissare l episodio om onim o t argat o 1978, anno
in cui ognuno dei quat t ro com ponent i del bacio più fam oso del rock, dando sfogo a velleit à e
vanit à, realizzò il suo album solist a. A dist anza di vent ot t o anni e giocando nel suo cort ile, Paul
avrebbe pot ut o but t are nel calderone ogni t ipo di ingredient e alla ricerca di un consenso diffuso
m a, cont rariam ent e a quant o perpet rat o dal suo sodale Gene Sim m on s con il m ediocre
Asshole, ha int elligent em ent e badat o al sodo, dando vit a a un disco di brillant e hard rock,
arrangiat o con gust o e prodot t o ( dallo st esso Stanley) con le dinam iche adat t e. Piacevolm ent e
energico, am m iccant e quant o bast a e irrorat o del t alent o che non si può non riconoscere
all aut ore, Live t o W in è una freccia che colpisce il bersaglio senza alcun bisogno di t iri di
assest am ent o, spoglia di pesant i orpelli ed efficace t raccia dopo t raccia. Ot t im a e frut t uosa si è
dimostrata la collaborazione col chitarrista Andreas Carlsson che ha co- firmato la metà dei brani
in scalet t a, t ut t avia nella ricca galleria di ospit i spiccano i nom i di quella vecchia volpe di
Desmond Child, di John 5 e dell ex chit arrist a dei KISS, Bruce Kulick, qui nelle curiose vesti di
bassist a su t re canzoni. Live t o win ( t he song) non pot rebbe aprire m eglio le ost ilit à col suo piglio
aut orit ario e il rit ornello che non fa prigionieri m a scorrendo il rest o della t racklist spunt ano
num eri di t ut t o rispet t o, dal m id t em po di Lift ai fuochi art ificiali di Bulletproof, dai t oni soft e per
fort una m ai t roppo plat eali delle ballat e Everyt im e I see you around e Second t o none fino alla
coinvolgent e chiusura di Where eagles dare, fin dal prim o ascolt o una t ra le preferit e di chi vi
scrive. Non c è bisogno di sfornare un m ast erpiece per dare in past o ai fans un disco con solidi
at t ribut i; qui non si rincorre il virt uosism o né si grida al m iracolo m a a nessuno ( e ribadisco a
nessuno) venga in m ent e di insegnare a Pa ul St a n le y com e si suona l hard rock! All anagrafe si
t rat t a del signor St a n le y Eise n m a dipinget egli la faccia di bianco con una st ella nera sull occhio
destro e capirete da soli che stiamo parlando di uno tra i più grandi frontman della storia del rock!
Manuel Fiorelli
ML 26
musicletter.it
update n. 78
musica
ARTIST: GENE
TITLE:
Olympian
LABEL:
Polydor
RELEASE: 1995
WEBSITE:
www.polydor.co.uk
MLVOTE: 7 / 10
Avevam o ancora il cuore a pezzi per gli Smiths e li accogliem m o già carichi di nostalgia. I l disco
di debut t o dei Gene si am m alinconiva più di quello che lasciava t rapelare. E però che gran disco
che era, Olympian, pure se gli Smiths non fossero m ai esist it i. Un piccolo capolavoro di art e
rom ant ica negli anni ( i m edi anni Novant a) in cui l'I nghilt erra t orna ad am arsi com e un Narciso
che si specchia nelle acque del Tam igi. Sono gli anni del Brit - Pop in cui orgogli nazionali come
Ra y D a vie s, Lennon/ McCartney, Andy Pa t r idge , Morrissey/ Marr, Pa u l W e lle r t ornano a
essere adorat i com e divinit à, band com e Oasis e Blur si cont endono la palm a di band più cool del
pianeta e le major raccattano tutto quanto provenga dalla Gran Bretagna e cammini con un parka
addosso. Anche i Gene finiscono su una m ult inazionale dopo due set t e pollici osannat i dalla
stampa britannica. La Polydor si assicura i loro servigi già dal t erzo singolo, infilandoli di corsa nel
cart ellone dell'annuale Fest ival di Reading e finanziando la regist razione di Olympian affidat a a
Phil Vinall che in quel periodo lavora pure per alt re nuove prom esse del rock anglosassone com e
Aut eurs e Placebo m a che soprat t ut t o è da qualche anno il produt t ore di fiducia dei Television
Personalities. Phil si rivela il produt t ore giust o per il quart et t o londinese, com e lo era st at o
St e ph e n St r e e t per gli Smiths. Riesce a t enere a bada i barocchism i cui la m usica dei Gene si
prest a e dent ro cui infat t i naufragherà nei dischi successivi e a esalt are il t occo chit arrist ico di
St e ve M a son così com e la fant asia rit m ica di M a t t Ja m e s e Ke vin M ile s e a " colorare" il suono
del gruppo con spruzzate di pianoforte, organo e vibrafono che alimentano l'enfasi romantica della
voce di M a r t in Rossit e r , m odulat a su quelle di Br ya n Fe r r y e Morrissey. L'am biguit à sessuale
è una carat t erist ica dei m odelli di Mart in che è cresciuto in una cam eret t a dove cam peggiano i
poster di David Bowie, Adam Ant, Boy George e Freddie Mercury anche se nessuna presunta
om osessualit à verrà m ai resa m anifest a o dichiarat a. Olympian esce dunque il 20 Marzo del
1995 scalando in fret t a le chart s inglesi per ficcarsi in ot t ava posizione t ra i dischi più vendut i di
quella st agione e spingendo la band fuori dall I nghilt erra per il prim o t our m ondiale che t occherà
Belgio, I t alia, Francia, Germ ania, Svizzera, Aust ria, Svezia, Danim arca, OI anda, Norvegia,
Finlandia, Spagna, Giappone, St at i Unit i e Canada. I nsom m a, il successo com e lo si sogna da
ragazzini. Cost ruit o su canzoni che alt ernano m orbide pennellat e a sferzat e elet t riche che devono
certamente tantissimo agli Smiths (Johnny Marr sarebbe fiero di aver scritto una cosa come Still
can t find t he phone m ent re Haunt ed by you o Left- Handed sono superiori a qualsiasi cosa
Morrissey abbia m ai concepit o nella sua carriera solit aria, NdLYS) m a anche al t occo past ello di
Ben Wat t e a quello da t rincea di I vor Pe r r y. I l sapore di st ucco viene t ut t avia fuori in qualche
occasione ( A car t hat sped, We ll find our own way, la lunga e m orbosa t it le- track, Your Love, it
lies) lasciando presagire i ridondant i arredam ent i che prest o invaderanno il salone. Olympian
rim ane la t ela pregiat a che sovrast a la paret e front ale di quella grande sala piena di specchi dove
gli occhioni di Mart in affondano com e quelli di un cerbiat t o in cerca di coccole e di t appet i che
nascondono un telefono di bachelite che continua a squillare.
Franco Dimauro
ML 27
musicletter.it
update n. 78
musica
ARTIST: SEAL
TITLE:
Seal II
LABEL:
Sire/ Warner Bros/ ZTT
RELEASE: 1994
WEBSITE:
www.seal.com
MLVOTE: 7,5/ 10
Non m i era m ai capit at o di scrivere una recensione on dem and, fino ad ora ogni singolo disco era
emerso dalla memoria o si era imposto tra gli altri, con la forza di un vero coup de foudre. Questa
volt a il processo si è invert it o e ringrazio la persona che m i ha port at o fino a quest o album , che
prim a non conoscevo così bene com e avrei dovut o. Sulle pagine di Musiclet t er una penna
eccellent e si è più volt e occupat a di esalt are e sot t olineare la bravura di Seal, la bellezza della
sua voce e la poesia dei suoi brani. Chiedo venia sin da ora, dunque, per aver avut o l ardore di
t occare st rade già bat t ut e e colt ivo la speranza di lasciare qualcosa di nuovo lungo il cam m ino.
Grazie a diversi m usicist i degli ult im i decenni, l agget t ivo pop ha perso quell accezione negat iva
che lo ha spesso associat o, nell im m aginario collet t ivo, alla m usica popolare int esa com e art e di
così im m ediat a com prensione da perdere in profondit à e significat o. Seal può essere annoverat o
di dirit t o in quest a cat egoria. La sua capacit à di m ischiare il pop con il soul, l R&B, il rock e
persino la dance m usic lo ha reso, nel corso di una carriera vent ennale, un art ist a con la A
m aiuscola, consent endogli di vendere olt re 15 m ilioni di dischi in t ut t o il m ondo. Se a l I I è la
seconda fat ica del m usicist a brit annico; esce nel 1994 e colpisce per la vena più int im a e raccolt a
rispet t o ai t oni rit m at i e coinvolgent i dell album d esordio. Solo in part e segnat o dal sound
t ipicam ent e ninet ies, Se a l I I è una raccolt a di ballad m alinconiche, pezzi pop, collaborazioni
eccellent i. I l produt t ore è il geniale Tr e vor H or n , st orico braccio dest ro di Seal, che con il suo
t occo m agico rende perfet t o l incast ro di voce, t est i, sound. L album si apre con un pezzo che
am m icca al funk, Bring it on e si pone in una sort a di ideale linea di congiunzione con i rit m i
ipnot ici di Se a l I ( Bring it on reprise verrà poi inserit a com e t raccia finale, a suggello di un
cerchio che si chiude) . Tocca al secondo brano palesare il m ood del disco: Prayer for t he dying
esalt a al m eglio l incredibile voce di Seal che, soprat t ut t o nei chorus, sem bra quasi esplodere,
m ant enendo inalt erat a l est rem a dolcezza di fondo che la carat t erizza. Com e già ricordat o, Seal
II sm orza i t oni dance del precedent e disco ed esalt a le pot enzialit à e le capacit à vocali
dell art ist a, con una serie di ballad dal carat t ere vibrant e e delicat o; ne è esem pio evident e Don t
cry, una dichiarazione d am ore e una riflessione sul t rascorrere incalzant e del t em po, con i suoi
ricordi felici e le pagine am are, a form are quel puzzle che è la vit a di ciascuno di noi. Un discorso
a part e m erita Fast changes, un brano dall int ro quasi esot ica, grazie al flaut o che int roduce la
part e vocale, accom pagnat a da un suono pulit o, inizialm ent e m inim al e poi arricchit o da cori,
basso e chit arra, in un crescendo a t rat t i quasi arabeggiant e e sem pre più coinvolgent e. La prim a
part e del disco conduce a Kiss from a rose, t ra i pezzi più conosciut i dell int era produzione
dell art ist a brit annico, grazie anche all inserim ent o nella soundt rack del blockbust er Batman
Forever, che ha port at o il brano a raggiungere il prim o post o della prest igiosa Billboard chart e
Joel Schumaer, regista del film, a dirigerne il videoclip.
ML28
musicletter.it
update n. 78
musica
Non sarà conosciut a quant o Kiss from a rose m a I f I could, in coppia con la divina Jon i M itchell,
rappresent a a m io parere uno dei m iglior m om ent i dell album . Per la prim a m et à del pezzo Seal
domina la scena e sembra non poter avere coprotagonisti; invece, come per magia, nella seconda
part e le due personalit à vocali si fondono alla perfezione, creando at m osfere est rem am ent e
int ense, sot t olineat e anche dal t est o che t rasm et t e un fort e senso di pace ( There's no hurry, I t 's
gonna come for sure, 'Cause I know that someday, We're gonna end our war ) . Not evoli sia l int ro
che la chiusura del brano, t ast iere delicat e e drum s appena accennat e. Non m ancano episodi dai
tratti spiccatamente dance/pop, come Newborn friend e in parte I m alive m a quest a volt a l anim a
soul di Seal ha avut o la m eglio sul rest o. Se a l I I è un album che ci accom pagna in un m ondo
variopint o, un caleidoscopio di suoni elegant i e delicat i, sullo sfondo di un rit m o gioioso e giocoso,
cornice perfet t a per un art ist a poliedrico, capace di farci sognare e riflet t ere m a anche ballare e
divertire, in una imperfetta simmetria che altro non è se non la parabola della vita.
Laura Carrozza
ML 29
musicletter.it
update n. 78
musica
ARTIST: MONSTER MAGNET
TITLE:
Superjudge
LABEL:
A&M
RELEASE: 1993
WEBSITE:
www.myspace.com/monstermagnet
MLVOTE: 8,5/ 10
Agli inizi degli anni Novant a i M on st e r M a gn e t sono la più drogat a rock band in circolazione.
Ment i alt erat e e t ossiche che producono un hard rock insudiciat o di st oner, space- rock, Det roit sound, garage e psichedelia: un m ost ro t ent acolare che ha at t accat o le sue vent ose sui corpi
m arci di Gr a nd Fun k Ra ilr oa d, Hawkwind, Stooges, Blu e Öyst e r Cu lt , Blu e Che e r ,
Motörhead, Th ir d Ba r bo, Mountain, DMZ, Fr ij id Pink , Bla ck Sa bba t h . Quando arriva il
cont rat t o con la m aj or di t urno però i rapport i t ra i due fondat ori D a ve W yndor f e Joh n M cBa in
sono già andat i in fum o, assiem e a gran part e dei loro neuroni. John vuole preservare l anim a del
gruppo, il suo lat o più sperim ent ale che ha già generat o un m ost ro com e Tab e il lat o sporco che
si era im possessat o dei loro prim i dischi per Glit t erhouse e Caroline. Sa che dent ro le
multinazionali dimora il diavolo e che verrà a chiedere la loro anima. Dave invece vuole la carne e
ha dalla sua parte tutta la band, assetata di droghe, donne e successo. Il capitano Dave vuole che
la sua sia la band più heavy in circolazione e cede al com prom esso, un passo per volt a. Quando
viene fuori Superjudge McBain è già salt at o giù dalla navicella spaziale, sost it uit o dal biondo Ed
Mundell. Con lui al t im one la band prosegue il suo viaggio galat t ico popolat o da m inot auri e
ciclopi, fino a raggiungere la cost ellazione del Superjudge. Non sono le Aquile di Spazio 1999,
non è l Ent erprise di St ar Trek e nem m eno il Falcon di St ar Wars. Sull ast ronave dei Monster
Magnet si viaggia dentro una tempesta di meteoriti, risucchiati da un mealstrom di chitarre che ti
inghiot t e fino a fart i sparire nel vent o st ellare. Superjudge è un enorm e am plificat ore Marshall
piazzat o al cent ro dell universo, un m onolit e spaziale che diffonde un blues iperamplificato,
m et allico e dopat o. La m usica dei M on st e r M a gne t è una gigant ografia di Giger proiet t at a nello
spazio, uno sconquassant e t rionfo di riff m ast odont ici ed assordant i solcat i da una voce che pare
voler dom inare ogni galassia, un rim balzo di echi e riverberi evanescent i che percorrono i nost ri
canali udit ivi com e fossero lunghe budella dent ro cave di t ufo. Dall iniziale Cyclops Revolut ion alla
rendit ion di quella lunga cavalcat a spaziale che fu Brainstorm degli Hawkwind, la m usica di
Superjudge è una colat a di bronzo rovent e pront a ad ust ionare la carne, concedendosi solo negli
ult im i t re m inut i di Black Balloon lo spazio di decom bust ione necessario prim a dell apert ura delle
port e che segna l allunaggio, con un dolce ricamo orientale a metà strada tra le visioni indiane dei
Sa m Gopa l e quelle psichedeliche dei Pr e t t y Th in gs di S. F. Sor r ow . Ment re t ut t i cercavano
l I nferno nelle viscere della Terra, il Capit ano Wyndorf t rovava l ingresso alle t erre di Lucifero t ra
le orbite retrogradate di Tau Boötis A. Il Mostro era ancora salvo.
Franco Dimauro
ML 30
musicletter.it
update n. 78
musica
ARTIST: THE JESUS LIZARD
TITLE:
Liar
LABEL:
Touch & Go
RELEASE: 1992
WEBSITE:
www.thejesuslizard.net
MLVOTE: 9 / 10
Com e il rum ore di un gat t o a nove code. Com e una fust igazione. Liar port a a com pim ent o il
devast ant e proget t o dei Je su s Liza r d dandogli la form a di un supplizio definit ivo, di uno
st raziant e rosario di um iliazione e dolore. La chit arra di D u a n e D e n ison è una lam iera che si
t orce dent ro le budella di D a vid Yow cost ringendolo a m ugugnare com e un anim ale dilaniat o dal
dolore ( Slave Ship) . La m usica dei Je su s Liza r d è il suono di una t ort ura, il suono di una
scabrosa prost razione all angoscia fisica. D a vid Yow è il cane di I wanna be your dog, il m aiale
del doppio bianco dei Beat les, il fet o che si t orm ent a dent ro le viscere di Sharon Tat e di un 9
agost o 1969 che annient a il sogno dell am ore universale con una spugna im bevut a nell odio e
nella follia. Anche i Je su s Liza r d scrivono col sangue sul m uro. Parole di quat t ro let t ere. Com e
dei serial killer ossessionat i dalla qabbaláh. St avolt a t occa a Liar: bugiardo. Quat t ro, com e il
num ero at om ico del berillio. Un acciaio fragile e t enace che provoca il cancro, com e la m usica
della band di Chicago, il più alt o agent e cancerogeno della m usica indipendent e am ericana degli
anni Novanta. Chi lo ingerì allora, non ha più reagito ad alcuna terapia chemioterapica.
Franco Dimauro
ML 31
musicletter.it
update n. 78
musica
ARTIST: THE GUN CLUB
TITLE:
Mother Juno
LABEL:
Red Rhino
RELEASE: 1987
WEBSITE:
www.myspace.com/thegunclub
MLVOTE: 7 / 10
Dopo aver celebrat o l Am erica di Miam i e Las Vegas, i Gu n Club regist rano il successivo Mother
Juno negli st udi Hansa di Berlino, gli st essi dove Eno aveva regist rat o la t rilogia elet t ronica di
Bowie e I ggy Pop i suoi prim i dischi solist i e frequent at i assiduam ent e in quegli anni dai Bad
Seeds di Nick Cave e dagli Einsturzende Neubauten. A Berlino si è rifugiato nel frattempo Kid
Congo Pow e r s dopo la separazione dai com pagni d arm i . Jeffrey lo va a t rovare fin lassù per
serrare le fila dei nuovi Gu n Clu b che lui vuole rim et t ere su con i suoi recent i com prim ari: Nick
Sanderson dei Clock D VA e la giapponese Rom i M or i, bassist a in una cover band delle
Runaways. Sono i ragazzi che lo hanno aiut at o a m et t ere su il suo prim o disco solist a e che
spesso gli sono accant o quando lui st a m ale, m a m ale veram ent e. M ot h e r Jun o si discost a dalle
atmosfere torbidamente americane dei primi dischi dei Gun Club. Jeffrey Lee Pierce ha bisogno
di vest it i nuovi. Vest it i europei. Per cucirglieli chiam a prim a Pet er Hook che però proprio in quel
periodo st a girando l Am erica assiem e ai suoi N e w Or de r , a Ech o & The Bu nn ym e n e ai Gene
Love s Je ze be l. Poi però ascolt a Treasure dei Coct e a u Tw ins e ne rim ane folgorat o. Vuole
sent irsi com e Ulisse accerchiat o dalle sirene. Anzi, le vuole sulla sua barca, quelle sirene. Vuole
nut rirsi dalla bellezza, sent irsi abbracciat o. Affida i suoi cenci a Robin Gu t h r ie , il chit arrist a della
band e produttore di piccoli capolavori di fragilità come Ignite the seven cannons dei Felt e Lovely
Thunder di H a r old Budd. Un ragazzone scozzese appena più piccolo di lui e che pare in pace col
m ondo. E che finirà anche lui per parlare dell inferno di Las Vegas, dopo aver conosciut o Jeff
( H e a ve n or La s Ve ga s, Coct e a u Tw in s, 1990) . La m ano di Robin si sent e fort issim a su un paio
di brani: Port of souls e, soprat t ut t o, su The Breaking Hands che, fosse cant at a da Liz Fr a ze r ,
sarebbe una vera e propria out - t ake dei Coct e a u Tw in s con quella sua at m osfera ovat t at a e
foderat a di m ille cam panelline. Alt rove la m usica dei Gun Club ruggisce com e m ai prim a d ora ( la
bellissima Lupit a Scream s con un assolo ai lim it i col m et al nordeuropeo, My cousin Kim ) o si
poggia sulle consuet e gam be st ort e delle ballat e da grand canyon di Pierce che però st avolt a
hanno un po di fascino in m eno, m algrado siano at t raversat e dalle abit uali ossessioni del loro
aut ore: soprat t ut t o quella per l acqua. C è acqua dappertutto, in queste canzoni. Non c è una sola
canzone che non ne sia allagat a, con l unica eccezione di My cousin Kim dove viene t radit a in
favore dell alt ro elem ent o cardine della poet ica pierciana: il fuoco. Tut t avia, a dispet t o dei
muscoli ostentati e delle lacrime esibite, Mother Juno non riesce a conquistare e la produzione di
Guthrie, incapace di gest ire e dare pat hos alle canzoni più nervose si dim ost ra, in definit iva, un
fallim ent o segnando l avvio del declino finanziario ed art ist ico del Club.
Franco Dimauro
ML 32
musicletter.it
update n. 78
musica
ARTIST: DIE HAUT AND NICK CAVE
TITLE:
Burnin' the Ice
LABEL:
Illuminated
RELEASE: 1982
WEBSITE:
www.myspace.com/diehaut
MLVOTE: 7 / 10
Berlino e il suo cielo di piom bo. Berlino e il suo ghiaccio secco. È da lì che vengono i D ie H a u t
anche se nessuno di loro viene esat t am ent e da lì. Ch r ist oph D r e h e r viene da Aachen, Remo
Park da Stoccarda, Thomas Wydler da Zurigo, Martin Peter da Baden. A Berlino, in quei giorni,
è finit o pure N ick Ca ve. Com e se t ut t o il veleno del m ondo avesse deciso di darsi appunt am ent o
in Alexanderplat z. I D ie H a u t nascono qui, nella Berlino ancora divisa in due. Prim a che Rem o
ent ri com e secondo chit arrist a, la band t iene i suoi prim i concert i com e Die Miet er. Già allora non
hanno un cant ant e st abile. Non lo avranno m ai, cosa che garant irà loro una parat a di st elle
m aledet t e che com prende Lydia Lu n ch , Je ffr e y Le e Pie r ce , Kim Gor don , Cr ist in a M a r t in e z,
Ar t o Lindsa y, Ala n Ve ga . Solo nel 1982 cam bieranno nom e in D ie H aut, ispirandosi
all'om onim o libro di Cu r zio M a la pa r t e . I D ie H a u t non sono una band convenzionale. Nessuna
band nella Berlino di quegli anni lo è. Malaria, Ein st ur ze nde N a uba u t e n , M a n ia D ., Din A
Testblind, Spr un g a us de n W olk e n , D ie H a u t sono band che si m uovono t ra il rum ore delle
m acchine indust riali, l'avanguardia e il Dadaism o. " Geniali dilet t ant i in selvaggia parat a" che
riscrivono il post - punk com e se si t rat t asse di un docum ent o sonoro sull' era post - bellica. E in
fondo lo è. La Germ ania evoca vecchi fant asm i. Ancora più difficili da cacciare quando t i si
present a il suono noir ossessivo e dist ort o dei D ie H a u t , soprat t ut t o se a rappresent arlo in
copert ina c'è un ologram m a rubat o ai fum et t i giapponesi collezionat i da Dreher in cui qualcuno
legge una st ilizzazione del vecchio em blem a nazist a. C'è una dram m at icit à incom bent e e
ossessiva nel suono del quartetto Berlinese, nell'immobilità pesante del basso che ruota come una
macina su Stow- A- Way, nelle voci m arcie di Truck Love, nella m arcia epilet t ica di The Vict ory.
Una dram m at icit à che la voce di N ick Ca ve , invit at o a prest are la sua voce lacerat a su quat t ro
dei set t e brani, esalt a fino alla parodia got ica di Dum b Europe. I l suono di Bu r n in ' t h e I ce è una
incalzant e avanzat a di cingoli m et allici sul ciot t olat o di un Unt er den Linden ancora pieno di
macerie. Provate ad attraversare la strada.
Franco Dimauro
ML 33
musicletter.it
update n. 78
musica
ARTIST: U2
TITLE:
October
LABEL:
I sland
RELEASE: 1982
WEBSITE:
www.u2.com
MLVOTE: 8,5/ 10
A risent irlo adesso, dopo esserci sorbit i le parat e m ilit ari, le planim et rie del geom et ra Br ia n En o,
i m egaconcert i da luna park, gli appelli alla Nat o, le fot o con le sbarbine, le disco- connect ion, le
colonne sonore, le raccolt e post icce, le rist am pe bulim iche, i dischi inut ili di cui nessuno si ricorda
più manco il t it olo, sem bra passat a un intera era geologica. Di più: a confronto con gli U2 alieni di
Zooropa o Pop, i veri marziani sembrano questi qui. Gli U2 di October. Piccoli e fragili. Nessuno
aveva ancora scom m esso un oncia su di loro. E qui in Italia, ricordiamolo, non se li filava nessuno.
Troppo classici per i let t ori di Rockerilla, allora affascinat i dal grigio e nero della st agione darkwave, t roppo
out siders per quelli di Cia o 2 001, ancora legat i a fet icci com e Pa t t i Sm it h o i
Clash. Tut t i, anni dopo, avrebbero rivendicat o il prim at o della lungim iranza raccont ando
paradossali aneddot i sulla propria lunga m ilit anza t ra i fan del gruppo. St orie di it aliet t e piccoline,
e di piccoli it aliani. Quest a è invece la st oria di una band irlandese e del più irlandese t ra i dischi
di quest a band irlandese. October, nonost ant e il t it olo e i t oni aut unnali, viene inciso durant e
l est at e del 1981, in part e con t est i im provvisat i: l originale st esura dei t est i viene infat t i sot t rat t a
a Bono durant e un concert o a Port land e rest it uit a solo 23 anni dopo, a Ot t obre
NdLYS) . La
m usica, pur proseguendo nei t oni epici del debut t o dell anno precendent e, si copre di t oni m ist ici
iniziando un confronto umano e artistico con Dio che durerà per qualche anno e verrà definito uno
dei m igliori album Crist iani m ai realizzat i. Com e allest ire una t rincea dent ro una sacrest ia. Ma
October è soprat t ut t o un disco um orale, cagionevole. Ha un suo sapore di foglie secche e di
crist alli di ghiaccio che non rit roverem o in nessun alt ro disco degli U2. Com e quello racchiuso nei
due m inut i della t raccia che int it ola l album , con The Edge per una volt a sedut o al piano a
t rat t eggiare quest a m elodia in m inore e Bono a sussurrare un lam ent o crepuscolare m ent re la
lancet t a dei secondi picchia sul quadrant e dell orologio com e pioggia sui vet ri. È il piano bar più
t rist e del m ondo e noi siam o sedut i al t avolo col bicchiere orm ai vuot o com e orbit e in un cranio
senza vit a. Tomorrow risuona di albe celt iche, carica di una dram m at urgia epica e decadent e e al
cont em po greve e lut t uosa. C è m olt a I rlanda dent ro October, anche quando la cornam usa di
Vin ce n t Kildu ff dei Ge n e r a l H um be r t ( gruppo t radizionale di m usica celt ica di Dublino, NdLYS)
è chiusa nella sua buffa cust odia. Merit o soprat t ut t o della produzione di St e ve Lillyw h it e che
t occherà in breve l apice di quest o chit arrism o pirot ecnico con la produzione dei Big Cou nt r y. C è
m olt o dolore e m olt a rabbia. Disegnat e con om bre lunghissim e, com e quelle del t ram ont o. I
concert i sfavillant i le cancelleranno sost it uendole con quelle m ut ant i proiet t at e dai fari a
incandescenza. Ma a quel punto, nessuno più avrebbe guardato a terra.
Franco Dimauro
ML 34
musicletter.it
update n. 78
m usica
ARTIST: IGGY POP & JAMES WILLIAMSON
TITLE:
Superjudge
LABEL:
Bomp!
RELEASE: 1977
WEBSITE:
www.iggypop.com
MLVOTE: 7 / 10
Dopo la pubblicazione di Ra w Pow e r e il t our dist rut t ivo di Met allic KO, la st oria degli Stooges
giunge nuovam ent e al capolinea. La band fa rit orno in Am erica m a cercando di percorrere st rade
che non perm et t ano loro di incont rarsi. Ron Ash e t on dà vit a ai N e w Or de r , Scott si unisce alla
Son ic s Re n de zvou s Ba n d, il vecchio am ico D a ve Ale x a n de r ci lascia le penne. James
Williamson e I ggy Pop invece cont inuano a lavorare assiem e cercando di t irare su un nuovo
repertorio che garantisca loro un contratto discografico e qualche dollaro per i loro vizi. A nessuno
dei due int eressa un disco da suonare davant i ad un pubblico che vomita birra e veleno, com e
nell ult im o t our degli Stooges. Vogliono solo un cont rat t o discografico. Vogliono un prodot t o da
vendere. Pop alterna momenti di lucidità e altri di profonda angoscia tossica. Si iscrive a un corso
di riabilit azione neuropsichiat rica rinchiudendosi dent ro un cent ro di recupero dal quale esce di
t ant o in t ant o per ascolt are i provini di Williamson e provare a cant arci sopra. Solo che a quel
punt o nessuno più crede nel t ossico I ggy e t ut t i rifiut ano la dem o di Kill Cit y. Proprio adesso che
la sua m usica non fa più paura e che la rabbia incont rollabile dei suoi dischi è adesso placat a,
spalm at a in dieci canzoni dal suono m et ropolit ano e decadent e. C è m olt o dei Rollin g St one s dei
prim i anni Set t ant a così com e del Lou Re e d vizioso dei prim i dischi solist i nei nuovi pezzi di
Ja m e s W illia m son. Ma sono pezzi che non servono a nessuno. Nessuno sa cosa farsene.
Nessuno vuole tenere Iggy in casa. Lo farà nuovamente David Bowie, trovandogli un posto- letto
dent ro la pensione RCA. Ma Kill Cit y, nel frat t em po, cont inua a girare, bussando alle port e delle
et ichet t e di Los Angeles. Finchè t rova la port a della Bom p! Records di Gr e g Sha w . Siam o già nel
1979 e Jam es e I ggy sono t ornat i a lavorare assiem e per New Values quando Greg sforna
finalmente Kill City, che non vende un cazzo, com e ogni disco di I ggy Pop fino ad American
Caesar. Ancora una volt a, non avendo alt ro da dire, l unica cosa su cui m olt i scriveranno sarà
riservat a ai difet t i di produzione. Com e gli idiot i che il lunedì m at t ina si im provvisano fant ast ici
allenat ori di calcio e non si sono accort i che le loro m ogli non hanno affat t o soffert o della loro
assenza dal let t o di casa m ent re andava in onda il prim o t em po del derby dell a(n)no. Kill Cit y è
invece un album con una lussuria carnale m olt o anni Set t ant a, il prim o dove I ggy può esibire il
suo lat o più t orbidam ent e sensuale per anni offuscat o dalle droghe e dagli eccessi, in cui la sua
voce non è più un urlo disperat o e solit ario e il suono alle sue spalle non è un m uro assordant e di
rumore che lo spinge giù dal palco afferrandolo per le spalle com e la carcassa di un cane rosolat o
sull asfalt o. Una linguaccia di rock urbano infilat a t ra gli Stones di Goa t s H e a d Sou p e i Saints
di Eternally Yours. Una piccola striscia di bitume tra i mattoni rossi di una città che uccide.
Franco Dimauro
ML 35
musicletter.it
update n. 78
musica
ARTIST: IKE AND TINA TURNER
TITLE:
Nutbush City Limits
LABEL:
United Artists
RELEASE: 1973
WEBSITE:
MLVOTE: 7,5/ 10
Nel 1973, dopo aver piazzat o in Top Ten la loro versione di Proud Mary, aver fat t o st rabuzzare gli
occhi a Ed Sullivan, aver vinto il Grammy Award come miglior gruppo R&B, aver aperto per tutte
le dat e am ericane dei Rollin g St on e s per i loro t our del 66 e del 67, dopo 14 anni di sesso,
legnat e e cocaina, la st oria art ist ica e privat a di Ike e Tina Tu r n e r st a per chiudersi.
Dignit osam ent e la prim a, m olt o m eno la seconda: Tina ha t ant i di quegli em at om i che non si
t roverebbe lo spazio per darle un pizzicot t o, la cart ilagine nasale forat a dalla coca e la sua dignit à
a pezzi, cost ret t a a um iliazioni sessuali sem pre più pesant i, sia quando I ke si dedica al suo corpo,
sia quando la cost ringe ad assist ere alle sue orge con le Ikettes oppure quando le im pone di fare
una fellat io alla sua chit arra m ent re lui posa le sue m ani sudice sulle più belle curve fem m inili
della soul m usic. È arrivat a al lim it e, non solo quello geografico della sua cit t à alla quale dedica
Nutbush City Limits: bellissima, con una chitarra sporca e glam (pare, anche se nessuno lo ha mai
accert at o, suonat a da M a r c Bola n ) e un alt ra m orbidam ent e annegat a nel wah wah. E poi fiat i,
cam panelli, un assolo di synt h spaziale e un giro di basso che cont iene t ut t i i Re d H ot Ch ili
Peppers. Quelli con i calzini sul pisello, si capisce. Non quelli con il pisello nei calzini. Erot ico e
funky, port erà il duo più sexy della st oria della m usica nera per l ult im a volt a in classifica. Tina
scapperà dal suo incubo qualche anno dopo, con in tasca pochissimi centesimi, grandi ambizioni e
quella canzone che divent erà uno dei prim i pezzi del suo repert orio solist a e uno dei classici della
sua carriera. Sarà anche il pezzo con cui Br ia n Joh n son convincerà gli AC/DC a reclut arlo t ra le
loro fila al post o di Bon Scot t , m a quest a è un alt ra st oria, com e quella del ballo ( il Nut bush,
appunt o) che dalle m osse feline di Tina prenderà il nom e. Nut bush Cit y Lim it s st a dent ro l album
om onim o, ancora pieno di quel sound da t errem ot o cui Little Richard ha dichiarato ostilità solo
un anno prim a, sulla sua The King of Rock
n
Roll. I l piccolo Richard perderà la guerra,
ovviam ent e. Perché Nutbush è un disco dove la black m usic è cosa viva, sia quando si infila nelle
m ut ande sporche di soul di Sam Cooke ( la vibrant e Tha s m y purpose scrit t a sem pre da Tina) o
di Otis Redding (Drift Away di Dobie Gray), sia quando strapazza il sexy- funk di James Brown
( Make Me Over) o quello t orbido di Sly St on e ( Daily Bread) , quando gioca col rit m o serrat o del
rock n roll sulla nuova versione della spect oriana River Deep, Mount ain High o quando, com e
nella t it le t rack o nella conclusiva e gem ella Club Manhat t an si sporca con il suono urbano della
m et ropoli am ericana t racciando i confini del R n B m oderno. Dal vivo la I ke & Tina Turner Revue
è la cosa più t ravolgent e che pest a il palco. Ot t o colonne di carne che si bagnano m ent re la band
t ira fuori il suo soul groove.Ot t o colonne di carne t urgida. E sono t ut t e di I ke. Nel 2002 quindici
chilom et ri della Rout e 19 che collega Nut bush a Brownsville saranno bat t ezzat i
Tina Turner
Highway : dopo cent o m et ri c è già la prim a curva
Franco Dimauro
ML 36
musicletter.it
update n. 78
musica
ARTIST: BAUHAUS
TITLE:
In The Flat Field
LABEL:
4AD
RELEASE: 1980
WEBSITE:
www.bauhausmusik.com.
MLVOTE: 9 / 10
Un colosso. Un colosso m acilent o e t enebroso. I n Th e Fla t Fie ld è uno dei debut t i più folgorant i
della st agione post - punk inglese, im m erso in una t eat ralit à fanat ica e perversa figlia diret t a di
icone transgeniche come Iggy Pop, David Bowie e Marc Bolan. Sono quelle, le radici del suono
dei Bauhaus. I l glam perverso ed elet t rico degli anni Set t ant a, privat o dai colori e dalle pailet t es.
Nient e pium e di st ruzzo, nient e lust rini, nient e pellicce dent ro i Bauhaus. Tut t o è risolt o
nell essenzialit à del bianco e del nero. Sagom e e profili ariani che si st agliano nella cont roluce di
lam pade al neon. La musica dei Bauhaus degli esordi è un t aglio nella carne, è l urlo prim ordiale
di quat t ro uom ini di Cro- Magnon perdut i nella t orm ent a che annuncia l arrivo della glaciazione.
Nessun riparo e nessun rifugio in quest a st erm inat a dist esa di ghiaccio. Solo la cognizione at avica
di un dest ino inelut t abile, solo l urlo prim igenio della carne, la sua im plorazione aberrant e e
ist int iva davant i alla virilit à devast at rice della nat ura. Nonost ant e sia considerat o uno dei punt i
nodali della m usica dark, I n The Fla t Field fa st oria a se per quest o suo vigore vit ale. I n Th e
Fla t Field è infat t i una dram m at izzazione della vit a piut t ost o che la rappresent azione inaridit a e
spent a del proprio vuot o um orale ed esist enziale t rat t eggiat a su dischi nichilist i com e Unknown
Pleasure o Faith. Ciò che c è di m ort ifero nella m usica dei Bauhaus è piut t ost o legat o alla
rappresent azione scenica, alla volgarizzazione m im ica, alla dissim ulazione m ist ica della m ort e e
alla sua cont est ualizzazione in chiave pop ( Be la Lugosi, il vam pirism o, i pipist relli) ed et ica ( il
satanismo, l epilessia, l am ore pagano) . I n The Fla t Field è un disco vot at o all eccesso. Un disco
che è una t rappola di m et allo arrugginit o dent ro cui si m uove, bat t endo le ali, il vam piro Peter
Murphy. Un album che vibra di una concit at a frenesia convulsa ( I n t he flat field, Dive, St . Vit us
Dance) e di un enfat ico t ribalism o sciam anico ( Double Dare, Sm all Talk St inks) così com e di
caroselli eret ici ( God in an alcove, St ygm at a Mart yr) e di sfibrant i singhiozzi da film dell orrore
( Spy in t he cab e il bellissim o e st raniant e crescendo della conclusiva Nerves). I n Th e Fla t Field
è una incessant e pioggia di chiodi che t i penet rano la carne. Voi, a differenza loro, siet e ancora
nelle vost re caverne. Scegliet e se vale la pena uscire o rest arvene accucciat i alla vost ra pelle di
mammuth.
Franco Dimauro
ML 37
musicletter.it
update n. 78
musica
ARTIST: THE STOOGES
TITLE:
S.T.
LABEL:
Elektra
RELEASE: 1969
WEBSITE:
www.iggypop.com
MLVOTE: 9 / 10
Ent ri e hai subit o paura. Com e in quelle case degli orrori dei grandi luna park dove appena hai
varcat o la soglia c è una fint a scure che t i passa a due cent im et ri dal naso. Quest a è una casa
degli orrori. Una st upida, post iccia, abom inevole casa degli orrori piena di specchi deform ant i e
fant asm i che singhiozzano. Solo che qui la scure è vera: è la chit arra di Ron Ash e t on . E il giro
dura t - r- e- n- t - a- c- i- n- q- u- e m inut i. Dove saret e voi e le vost re paure, nessun alt ro. Trent acinque
m inut i et erni. Siet e pront i? Venit e. Ent riam o
Sessanta. È qui che il sogno del rock
Th e St ooge s è la Soluzione Finale degli anni
n roll si t rasform a in t orm ent o, è qui che evapora,
incenerendosi assiem e a t ut t e le sue ut opie. È qui che viene pubblicam ent e deflorat o. Dopo ci
saranno solt ant o Alt am ont , galline sgozzat e e m ort i. Tant i m ort i. I l rock n roll perde la sua
verginit à e si t rasform a da un lat o in t ragedia, dall alt ro in spet t acolo: divent a m erda, com e ogni
alt ra cosa. Th e St ooge s è l urlo di Munch del rock n roll. Una faccia deform at a dalla paura:
Camminavo lungo la st rada con due am ici quando il sole t ram ont ò, il cielo si t inse all'im provviso
di rosso sangue m i ferm ai, m i appoggiai st anco m ort o a un recinto sul fiordo nerazzurro e sulla
città c'erano sangue e lingue di fuoco i miei amici continuavano a camminare e io tremavo ancora
di paura e sentivo che un grande urlo infinito pervadeva la natura. Così Edvard Munch descrisse
la cat arsi che generò quel dipinto. Così pot rem m o im m aginare di sent irci cam m inando dent ro il
disco di debut t o degli Stooges. La visione apocalit t ica e lovecraft iana di una zat t era che naviga
su un abisso nero edagghiacciant e di accidia e di lussuria. I giardini pensili della sum m er of love
sono divent at i una selva rinsecchit a. L am ore st esso, un rant olo di depravazione. Perché t ut t i
cant ano l am ore, e anche I ggy lo fa. Ma lui lo fa in una m aniera così perversa che nessuno riesce
neppure ad annusarlo, quel fiore d am ore im m erso nel fango dell im m oralit à. C è un m alessere
che è già in necrosi dent ro quest o disco, un m alessere st ordent e, im m enso, disgust oso e
definit ivo. Denudat o della poet ica bohem ien che in qualche m odo prot eggeva le disperat e
preghiere doorsiane e reciso delle bacche zuccherine che addolcivano la grolla dentro cui ardeva il
veleno velvet t iano, privat o dalla furia polit ica che accalorava e m ot ivava l alt ret t ant o fum ant e
rogo det roit iano degli MC5, il dolore degli St ooges divent ava angoscia abissale e let ale, la
premonizione di un et erno present e di t edio che ha t ut t o l aspet t o di un cast igo divino. I l t em po
dei profet i è finit o. I ggy port a con sé pochissim e parole e le sist em a dent ro quest i piccoli cat orci
di rum ore, prim a che la chit arra di Ron ent ri, su ogni pezzo, a segare a carne viva quei rot t am i o
che la viola di Joh n Ca le ne buchi la ruggine con la grazia di un t ornio, dent ro quel lunghissim o
epigram m a zen di We will fall. Forse è m eglio non ent rare, fanciulli. Forse è m eglio vom it are il
past o sulle m ont agne russe, piut t ost o che rigurgit are la propria anim a dent ro quest e paret i dove
nessuno verrà a soccorrervi.
Franco Dimauro
ML 38
musicletter.it
update n. 78
speciale
J A M E S B R OW N
Una storia singolare
© 2011 di
(seconda parte)
Luigi Lozzi
Secondo appunt am ent o con la serie ret rospet t iva di
doppi CD che recuperano all at t enzione filologica degli
appassionat i la m onum ent ale produzione di singoli di
Jam es Brown
The Godfat her of Soul o The Hardest
Working Man in Show Business
se preferit e - , cartina
t ornasole che più d ogni alt ra com pilat ion rende cont o
dell influenza che l art ist a ha avut o sui dest ini del
Rhyt hm & Blues, del Soul, del Funky e della Black Music
più in generale. Quando la m em oria si è sedim ent at a
nell im m aginario e la docum ent azione discografica è
divent at a ogget t o di un cert o revisionism o st orico, si è
giunt i a ( ri) considerare, nel percorso art ist ico di Brown
( che ricordiam o è scom parso nel giorno di Nat ale del
2006) , l im port anza del 45 giri per t racciare in m aniera
più com plet a l evoluzione m usicale del Soul Brot her Num ber One . Si è part it i dal 1956, quando
Brown ha m osso i prim i passi nell indust ria discografica incidendo per la Federal Records, e via
via, anno dopo anno, t ut t i i singoli incisi ( rim ast erizzat i dagli originali m ast er analogici) sono st at i
cronologicam ent e assem blat i in doppi CD dalla lunga durat a, cadenzat i nel t em po e arricchit i da
booklet da collezione im peccabili, con int roduzione crit ica di Alan Leeds, pubblicist a e t our
m anager dell art ist a, det t agliat e not azioni a m argine per ogni brano, dat e di incisione, m usicist i
coinvolt i, rarissim e fot o ( t rat t e dagli archivi di Leeds) & m em orabilia , che rendono quest opera,
nel suo com plesso ( quando ne sarà t erm inat a la pubblicazione) , im perdibile. L ult im o volum e
il
10° fino a quest o m om ent o pubblicat o - arriva a coprire il 1979 e rit eniam o che alm eno alt ri due
o t re volum i seguiranno per giungere alla m et à degli anni Ot t ant a quando l indust ria ha decret at o
la fine del 45 giri ( com e dell LP) surclassat o dall avvent o del più com odo form at o CD. Nello
scorso num ero di Musiclet t er ci siam o sofferm at i ad analizzare i prim i cinque doppi CD, in quest o
andiamo avanti con i successivi cinque, cui si aggiunge a corredo una estemporanea antologia dei
brani natalizi.
M L 39
musicletter.it
update n. 78
speciale: james brown
The Single s, Vol. 6 : 1 9 6 9 - 1970
( Hip- O Select / Polydor) ; gli
anni di fine Sessant a sono i più prolifici sot t o il profilo art ist ico per
Jam es Brown, art efice insiem e alla sua band di una serie incredibile
di hit e di fenom enali Live Act , senza m ost rare m ai alcun segno di
cedim ent o o di scarsa vena. I l volum e Sei si apre con " You Got t o
Have a Mot her for Me" , un im peccabile brano, carat t erist ico del
groove pulsant e del cant ant e nat ivo del Sud Carolina, che avrebbe
pot ut o assicurargli nuovo slancio m a che invece
già st am pat o e
pront o per essere post o in vendit a - veniva ( inspiegabilm ent e) m esso da part e e riesum at o solo
alla fine degli 80. Caso analogo riguarda " I 'm Shook" , già st am pat o in 35 m ila copie e m ai giunt o
nei negozi per espresso volere dell art ist a, " I 'm Not Dem anding" e " The Brot her Got t o Rap"
( quest o, invece, rim aneggiat o e uscit o più t ardi col t it olo " Brot her Rapp" ) , che vede ancora la
presenza del sassofonist a Maceo Parker prim a che quest i lasci la form azione. Ma il più clam oroso
caso di bocciat ura di un brano riguardò all epoca lo st raordinario " Talkin' Loud and Saying
Not hin'" . Fu quello un periodo confuso, di decisioni st ram be, per nulla coerent i con una parvenza
di proget t ualit à che vedeva Brown ai vert ici del successo. Tra le 39 t racce dei cd è da considerare
rilevant e la st rum ent ale " The Popcorn" , un hit superbo, seguit o in rapida successione dalle
analoghe "Lowdown Popcorn", "Popcorn with a Feeling", "Let a Man Come In and Do the Popcorn"
e " Part Two ( Let a Man Com e I n and Do t he Popcorn) " . Ment re, rest ando in t em a, " Mot her
Popcorn" cost it uiva una nuova versione di " You Got t o Have a Mot her" e si afferm ava com e uno
dei singoli di m aggior successo di sem pre. Un aut ent ica perla di funk ossessivo è " I t 's a New
Day", e "I Don't Want Nobody to Give Me Nothing (Open Up the Door, I'll Get It Myself)" (peraltro
non pubblicat a su nessun album ) incredibilm ent e t rascinant e e rit m at a, pregevoli " Ain't I t Funky
Now" , " Funky Drum m er" , cui va il m erit o di aver t enut o a bat t esim o il m oderno hip- hop, e la
versione di " Georgia On My Mind" di Ray Charles m ent re " A Man Has t o Go Back t o t he
Crossroads" è una m agnifica ballat a. " World" , che include pure una " Part 2" m ai più present e su
alcun disco di Brown dall epoca della sua pubblicazione su 45 giri, è un singolo nat alizio. Alla resa
dei cont i com unque quest o volum e si im pone com e quello in cui sono concent rat i il m aggior
num ero di brani im port ant i e più influent i dell int ero cat alogo dei 45 RPM single di Soul Brot her
No. 1 .
The Single s, Vol. 7 : 1 9 7 0 - 1972
( Hip- O Select / Polydor) ; il
volum e docum ent a un periodo esplosivo e creat ivo della carriera di
Jam es Brown apert o con il dist acco dalla sua st orica band e il
passaggio, all inizio del 1971, a una giovane com bo- band ( con una
piccola sezione fiati) proveniente da Cincinnati - guidata dalle future
leggenda funk, i frat elli Phelps Cat fish Collins alla chit arra e William
Boot sy Collins al basso assecondat i dai vet erani Bobby Byrd e John
Jabo St arks
cui viene dat o il nom e di JB s. La form azione da
quest o m om ent o cont ribuisce a dare un groove fresco e rivit alizzant e, olt re a un deciso nerbo
funk, ai num erosi hit che The Godfat her of Soul inizia a incidere. Tra quest i l im m enso " Get Up (I
Feel Like Being a) Sex Machine" , " Super Bad" , Get Up, Get I nt o I t , Get I nvolved e " Hot Pant s" .
ML 40
musicletter.it
update n. 78
speciale: james brown
Troviam o t ra le alt re m olt e versioni m ult iple dei classici m enzionat i e curiose rarit à, com e ad
esem pio la cover del pezzo j azz- orient ed " Spinning Wheel" dei Blood, Sweat & Tears o
Am erica . E ancora
Soul Power ,
Escape- I sm ,
Talking Loud & Saying Not hing ,
Hey
Make I t
Funky , I m A Greedy Man , una nuova versione di un vecchio brano qual è Just Won t Do Right
cant at o in duet t o con l esordient e Lyn Collins e
I Cried , originariam ent e incisa da Tam m y
Mont gom ery, m eglio not a com e Tam m i Terrell ( con all at t ivo alcuni album condivisi con Marvin
Gaye) , in un singolo prodot t o da Brown. I l percorso art ist ico di Brown fino a quest o punt o è st at o
lungo, significat ivo ed influent e: ha iniziat o com e cant ant e di gospel, ben prest o vot at o al R&B ed
alla grande popolarit à, quindi nei Sessant a a get t are le basi di uno st ile personalissim o che lo
avvia al funk ed ant icipa l esplosione del rap e dell hip- hop degli Ot t ant a. C è da regist rare anche
l addio alla King Records ed il passaggio alla Polydor.
The
Sin gle s,
Vol.
8:
1 9 7 2 - 1973
( Hip- O
Select / Polydor);
cont em pla 40 brani rim ast erizzat i su 2 CD, ult eriore dim ost razione
della bont à della st rada int rapresa da Brown con l assunzione della
nuova form azione. I nt ant o Jam es si
posiziona sulla scena black
com e art ist a m ainst ream , icona funk e figura di riferim ent o
( polit icizzat a) per la gent e di colore olt re a farsi prom ot ore verso i
giovani di una cam pagna di sensibilizzazione cont ro l uso della
droga. I t em pi sono m ut at i, la presenza dei neri nell indust ria del
disco è un dat o inconfut abile e la vecchia cara Soul Music ( derivat a dal Gospel e dal Sout hern
Soul) dei Sessant a viene spazzat a via dai nuovi vent i e da una nuova, agguerrit issim a
generazione di art ist i ( I saac Hayes, Barry Whit e, Sly St one) . Gent e com e Ray Charles, Solom on
Burke, Wilson Picket t o Jackie Wilson si avvia sul viale del t ram ont o m ent re Jam es Brown rim ane
saldam ent e in sella ( e com e lui Marvin Gaye, Curt is Mayfield e St evie Wonder) . Get On The Good
Foot , There I t I s e I Got Ant s I n My Pant s i cavalli di bat t aglia nelle esibizioni dal vivo in cui
Jam es cerca anche di dissuadere i giovani spet t at ori dall assum ere droghe at t raverso le not e e il
t est o di King Heroin . Di fondam ent ale im port anza il support o st rum ent ale offert o all art ist a da
The J.B.'s in pezzi irresist ibilm ent e funky quali Pass The Peas e Doing I t To Deat h , divenut i
classici del genere. Molt e le rarit à:
Hot Pant s Road , la single version di Honky Tonk , I Know
I t 's True ( pubblicat a solo in I nghilt erra) , il prom o- m ix di Ant s , la cover di Wat erm elon Man di
Herbie Hancock e scrit t a da Fred Wesley, t rom bonist a e bandleader della form azione dest inat o ad
avere un ruolo di spicco nella musica del Padrino del Soul. Sono inoltre presenti un duetto con Lyn
Collins ( What My Baby Needs Now I s A Lit t le More Lovin' ) , una nuova versione dell hit Think ,
una rarissim a cover di Som et hing dei Beat les, Down And Out I n New York Cit y e Sexy Sexy
Sexy
t rat t i dalla colonna Sonora del film
Black Caesar
cui Brown lavora assiem e a Wesley.
Maceo Parker t orna a suonare con lui. I l brano " Doing I t t o Deat h" , accredit at o a Fred Wesley &
t he J.B.'s divent a un # 1 R&B single. I n verit à Brown prova anche a inserire nel suo repert orio
qualche ballat a che ricordi i fast i della m em orabile " I t 's a Man's Man's Man's World" m a senza
ot t enere alcun risult at o degno di not a: " Mam a's Dead" , " Wom an" e " Not hing Beat s a Try But a
Fail" sono tentativi assai deludenti.
ML 41
musicletter.it
update n. 78
speciale: james brown
The Sin gle s, Vol. 9 : 1 9 7 3 - 1975 ( Hip- O Select / Polydor) ; è nel
1973, all epoca del Wat ergat e, che Jam es Brown si aut onom ina
Padrino del Soul . L art ist a
sono t ant i
che ha solo 40 anni m a per il t em po
at t raversa un m om ent o crit ico dovut o al fat t o che deve
fare i cont i con giovani leve cresciut e ascolt ando la sua m usica funk
che insidiando la sua leadership nell am bit o della m usica nera. Un
m om ent o difficile superat o alla grande sfornando una serie di brani
t ra i più im port ant i di sem pre:
The Payback ,
My Thang , " Papa
Don't Take No Mess" ( t re consecut ivi # 1 R&B hit s) , St oned To The Bone , Sam e Beat , " Funky
President ( People I t 's Bad) " , sem pre accom pagnat o da Fred Wesley & The J.B. s. 35 le t racce
present i in quest a raccolt a, che copre l arco di t em po che va dalla m et à del 73 alla m et à del 75,
ed olt re agli hit cit at i cont iene alt ri im port ant i m om ent i t ra singoli ( alcuni di quest i incisi m a m ai
pubblicat i) e b- side. Molt i i duet t i con Lyn Collins, t ra cui, curiosa, una bizzarra versione
lat ineggiant e di " Let I t Be Me" . " Hust le! ! ! ( Dead On I t ) " è un t ent at ivo m al riuscit o di far cassa
sull onda del successo di " The Hust le" di Van McCoy. Da sot t olineare com e in quest o periodo
Brown sperim ent i la t endenza a inserire effet t i sonori overdubbed nei dischi incisi; com e quando
aggiunge pezzet t i di " I Am Som ebody" di Jesse Jackson su " Sam e Beat Pt . 1" oppure le parole di
un disc- j ockey ( This is for At lant a! e This record is t oo m uch! ) su una versione prom ozionale di
"The Payback" destinata alle radio.
The Single s, Vol. 1 0 : 1 9 7 5 - 1979
( Hip- O Select / Polydor) ; il
1975 det erm ina anche la fine del rapport o di Jam es Brown ( dal
carat t ere assai fum ant ino) con la band che così bene lo ha
assecondat o nella prim a part e dei Set t ant a. Un grave errore,
perché dallo st at us nel quale il m ondo della Black Music at t ende
con im pazienza ogni nuovo singolo di Jam es Brown, considerando
ognuno di essi significativo ed influente per i cambiamenti in atto di
cont inuo nel fert ile work- in- progress dell epoca, si passa ad una
condizione in cui l art ist a, privo di idee, non fa che ripet ere
cont inuam ent e un cliché consunt o. " Superbad, Superslick" è un pallido rifacim ent o di " Super
Bad" m ent re " Hot ( I Need t o Be Loved, Loved, Loved, Loved) " sem bra il t ent at ive di scim m iot t are
Fam e di David Bowie. I l lungo funk j am " Everybody Wanna Get Funky One More Tim e" non ha
nem m eno un briciolo dell incom parabile energia profusa appena un paio d anni prim a. I l fat t o è
che
e quest o è un alt ro errore
Jam es prova ad inserirsi ( con l aut orevolezza che sa di
possedere) , per far cassa, nell em ergent e fenom eno della Disco Music ( si guardi ad esem pio a
" Get Up Offa That Thing" , " Bodyheat " , " Give Me Som e Skin" , " The Spank" ) , un genere che
( sinceram ent e) non gli appart iene: ascolt at e per convincervene la ridicola " For Goodness Sakes,
Look at Those Cakes" . Tra le cose curiose segnaliam o la cover di " Love Me Tender" di Elvis
Presley, incisa pochi m esi dopo la m ort e del Re del Rock n Roll ed int rodot t a da un breve
m onologo parlat o ( Tu sai, qui è Jam es Brown. il Padrino del Soul ? Vorrei parlarvi di un buon
am ico
) , lo st andard di George Gershwin " Sum m ert im e" . La m igliore delle decisioni presa dalla
Polydor e da Jam es st esso divent a inevit abilm ent e quella di cam biare produt t ore. I l cam biam ent o
si sintetizza nella bontà di "It's Too Funky in Here" prodotta da Brad Shapiro.
ML 42
musicletter.it
update n. 78
speciale: james brown
The Com ple t e Ja m e s Br ow n Ch r ist m a s Colle ct ion
( Hip- O
Select / Polydor) ; doppio CD che com prende t ut t i e t re gli album
nat alizi di Brown, m ai pubblicat i su CD, più alcuni rari singoli. Si
t rat t a di incisioni nat alizie, è vero ( che rispondono alle logiche
com m erciali che solit am ent e accom pagnano quest i prodot t i) , m a in
quest o caso è anche m at eriale fort em ent e dist int ivo dell art e di
Brown. I l prim o,
Christ m as Songs , è st at o pubblicat o nel 1966 e
comprende brani originali e cover, incluse due versioni del classico
The Christ m as Song .
A Soulful Christ m as
è del 1968 e include il singolo
St raight To The Ghet t o , un inedit a versione lunga di Say I t Loud
Sant a Claus Go
I m Black And I m Proud e
alt ri classici in puro st ile Funk m ent re Hey Am erica viene pubblicat o nel 1970 e cont iene brani
com e l upbeat Go Power At Christ m as Tim e e la cult
Sant a Claus I s Definit ely Here To St ay .
Ci sono poi 7 bonus t rack con vari alt ri singoli nat alizi ( t ra cui l alt ernat e version di You Know I t
e la st rum ent ale
Sing- Along ) esclusi dalle t rack- list dei dischi cit at i. I n aggiunt a un elegant e
booklet ricco di fot o rare, m em orabilia, la riproduzione delle copert ine originali degli album in
vinile e dettagliate note a margine di ognuno dei brani inclusi.
ML 4 3
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update n. 78
speciale
EBO TAYLOR
Suoni dal Ghana
© 2011 di
Luigi Lozzi
Nel 1957 il Ghana, sot t o la guida dell am at o
president e Kwam e Nkrum ah, consegue la propria
indipendenza, e le orchest re di highlife del t em po si
schierano al fianco del nuovo governo per fest eggiare
e celebrare l avvent o di un new deal africano. Un
m ovim ent o cult urale che all epoca vede Ebo Ta ylor
suonare con form azioni corpose quali gli Stargazers
e la Br oa dw a y D a n ce Ba nd di Takoradi. Gli anni
Sessant a sono st at i una fase di apert ura a livello
cult urale, t ant o che nel 1962 Ebo si t rasferisce a
Londra, assiem e ai suoi Bla ck St a r H igh life Ba n d,
per st udiare e approfondire le proprie conoscenze
m usicali, e nella capit ale inglese fa la conoscenza di
Fe la Ku t i col quale st ringe am icizia e in più occasioni
si rit rova a suonare in accat t ivant i j am session.
Ricorda oggi Taylor: «I nsiem e alla Black St ar Highlife
Band sono st at o sost enut o, insiem e ad alt ri st udent i,
dal governo ghanese a varcare i confini africani. Noi
photo by Luigi Lozzi
giovani art ist i di quell epoca cercavam o di incorporare
il j azz al nost ro st ile highlife. Apprendevam o dalle
conversazioni e dalle j am sessions, per pot er sviluppare le nost re capacit à e idee». Dopo quat t ro
anni t rascorsi nella t erra d Albione Taylor fa il suo rit orno in pat ria dove nel frat t em po il
presidente Nkrumah è st at o rovesciat o da un colpo di st at o m ilit are e m olt i m usicist a
abbandonano di fret t a e furia una t erra dove si prospet t ano t em pi cupi. Lo splendore m usicale di
un t em po è un ricordo lont ano fino a quando, nel corso dei Set t ant a, le giovani band em ergent i
danno inizio ad uno spont aneo processo di recupero e di sperim ent azione di quelle sonorit à
dim ent icat e. L highlife riprende vigore sebbene non nella form a delle big- band di un t em po, ed è
in quest o periodo che Ebo Ta ylor inizia a collaborare con il produt t ore D ick Essilfie Bonzie,
m eglio not o com e Essiebons, ed ent ra a far part e di un supergruppo ghanese, l Apagya Show
Band al fianco di Gyedu- Ble y Am bolle y e Bob Pina do. A quest a esperienza segue per il
cantante- compositore- arrangiat ore quella solist a alla ricerca di nuove sonorit à, cui egli può dare
un fort e im pulso che gli deriva dalle esperienze m ult iform i m at urare in I nghilt erra e più
specificat am ent e quelle relat ive al j azz e all afrobeat nigeriano, con cui l art ist a condivide una
st ret t a com unione d int ent i - il cosiddet t o new highlife - e di soluzioni condivise ( con st ar quali
Pa t Thom a s, i Marijata e C.K. Mann) . Gli anni Ot t ant a sono anni di crisi econom ica e cult urale
per il Ghana che im pediscono ai m usicist i del paese di inserirsi
com e sarebbe st at o logico
supporre nell am pio e globalizzant e fenom eno della W or ld M u sic. Oblio cui viene fat t o ogget t o
per lungo t em po pure Ebo fino a che non viene riscopert o in Europa nel 2007 grazie ad una
compilat ion di vecchi brani africani ( Ghana Soundz) risalent i alla fine dei 70 curat a da Miles
Cleret per la Soundway Records. nel 2010, le st ar dell hip- hop am ericano Usher e Ludacris
cat apult ano im provvisam ent e Ebo sul palcoscenico globalizzat o grazie al sam ple del brano
Heaven (già immortalato nella seminale raccolta sopra citata, Ghana Soundz). Quella che segue è
storia recente testimoniata dai due album pubblicati dalla rediviva Strut Records.
ML 44
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update n. 78
speciale: ebo taylor
Love And Death! ( Strut/Audioglobe) - Lo hanno definit o uno dei
più grandi e m isconosciut i eroi della m usica dell Africa occident ale ,
Ebo Taylor, 74enne dal Ghana, giunt o solo adesso ad incidere un
album che ha varcat o i confini nazionali. Finora suoi m at eriali erano
com parsi solam ent e in alcune com pilat ion di m usica africana
assem blat e nel 2007 per la Soundway Records; e quest o
nonostante egli abbia avuto un ruolo influente nella divulgazione dei
suoni highlife del suo paese nat ale. L album include un nuovo
t rat t am ent o di brani d ant an present i solo su dischi scricchiolant i in
vinile di un t em po m escolat i a pezzi nuovi che t est im oniano degli
st ili abbracciat i da Ebo che spaziano dal j azz ( m at urat o in un
soggiorno londinese alla cort e di Fela Kut i) all Afrobeat nigeriano,
con t ant o di claves e shekere, di chit arra rit m ica e t enore e di fiat i pot ent i e m arcat am ent e j azz,
int erpret at o at t raverso il filt ro del guit ar highlife ghaniano. Ot t o brani il cui sapore non si discost a
in alcun modo da quello della musica di annata del vecchio maestro oggi settantacinquenne. Molto
lavoro chit arrist ico corroborat o dall uso frequent e dei fiat i. È st at o regist rat o con il cont ribut o dei
m em bri dell Afrobeat Accadem y di Berlino, un orchest ra m ist a di ghaniani e t edeschi. E una
sezione fiat i che rivest e un ruolo prim ario com e si evidenzia fin da principio con Nga Nga , un
t radit ional dall incedere suadent e, quasi fosse una nenia, che viene int rodot t o da un vigoroso ed
insist it o riff di sax che poi si dispiega in un rilassat o lavoro rit m ico con l innest o di ot t oni, basso e
vocalism i del t it olare. I n African Wom an sono evident i le influenze del m aest ro Kut i, la t it letrack ( che risale al 1980) è uno shuffle st rum ent ale, sul quale Ebo pronuncia liriche in inglese
( Frat elli e sorelle prest at em i orecchio, ascolt at e la m ia st oria d am ore e di m ort e ) , che poi si
dispiega in un accat t ivant e ed ipnot ico j azz- funk. I l dance- upbeat di Mizin consent e a Taylor di
prodursi in un m agnifico assolo di chit arra e Kwam e è un t ribut o al prim o president e del Ghana,
Kwam e Nkrum ah, art efice dell indipendenza della nazione nel 57 ( e poi rovesciat o da un colpo di
st at o nel 66) . Un lavoro cui hanno part ecipat o alt ri grandi nom i della scena afrobeat : il collet t ivo
Marij at a, com post o dai ghanesi Kofi Elect ric Addison, Bob Fischian e Nat Osm anu, e la band
Kabu Kabu; Per quest o nuovo disco - ha dichiarat o Taylor - , volevo riport are in auge la m usica
afrobeat . Fela Kut i ne fu il principale port avoce e noi abbiam o il dovere di non dim ent icarlo.
Abbiam o il com pit o di m ant enere vivo quest o genere .
Life St or ie s: H igh life & Afr obe a t Cla ssics 1 9 7 3 - 1980!
( Strut/Audioglobe) - Sono due le diret t rici sulle quali si m uove la
riscopert a di un art ist a dim ent icat o ( è proprio il caso di dirlo)
com è il ghanese Ebo Taylor,
m isconosciut o eroe m usicale
dell Africa occident ale giunt o alla ribalt a solo da poco, dopo la
pubblicazione del m agnifico Love and Deat h , alla veneranda et à
di 74 anni. Una è che i suoni afrobeat , dance- upbeat e highlife del
suo repert orio sono divent at i ghiot t o m at eriale per le elaborazioni
alchem iche dei dj londinesi nel locali più in voga nella capit ale
inglese e il che non è poi fattore così peregrino da sottovalutare
l alt ra è che il linguaggio universale della m usica, unit o alla
vert iginosa velocit à con cui si m uovono le inform azioni in ret e, ci
perm et t ono di rinvigorire la conoscenza t ransglobal di cult ure alt re che fino ad una vent ina
d anni fa ci apparivano t ant o dist ant i. Ci sem bra così oggi inspiegabile com e possa essere rim ast o
sconosciut o fuori dai confini del cont inent e nero un t alent o puro e sem inale com e quello di Ebo,
che ha espresso ( inst ancabilm ent e) il m eglio di sé com e com posit ore, arrangiat ore, produt t ore e,
non ult im o, com e chit arrist a. Ora quest a m agnifica collezione di due cd ( assem blat a dalla St rut
Records) raccoglie m at eriale ret rospet t ivo che copre l arco di t em po più significat ivo della carriera
trascorsa, quella che va dal 1973 all 80, rivisit ando un m om ent o art ist ico di Taylor quant o m ai
fert ile sot t o diversi punt i di vist a ( t ra lavori solist i e con band quali Apagya Show Band, Assase
Ase, Super Sound of Nam ba e The Pelikans) e relat ivo al periodo in cui com binava m at eriali della
t radizione m usicale del suo Ghana con l Afro- beat , il j azz e i rit m i funk per creare un suo
personalissim o e riconoscibile sound: dal groove coinvolgent e di " Peace On Eart h" e " Heaven"
all afro j azz- funk di " Ohiana Sua Efir" fino a " Aba Yaa" , st ret t am ent e im parent at a con il R&B di
matrice americana.
ML 45
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update n. 78
live review
ARTIST: EBO TAYLOR & AFROBEAT ACADEMY
LOCATION:
Roma, Circolo degli Artisti
DATE: 26.05.2011
WEBSITE:
www.
photo by Luigi Lozzi
Qualsiasi appassionat o di afro- funk di st anza nell area rom ana non avrebbe dovut o perdersi
l esibizione di Ebo Ta ylor al Circolo Degli Art ist i della Capit ale ( cui sono seguit e alt re due dat e
nella nostra penisola: il 27 maggio a Novara, in occasione del Novara Jazz Festival, e il 28 maggio
all'Hiroshim a Mon Am our di Torino) . Nell accoglient e at m osfera del locale
che si t rova in una
delle aree in cui con m aggior densit à di part ecipazione si consum a la m ovida not t urna, nei pressi
del Pigneto , divenut o in breve t em po uno dei luoghi deput at i alla fruizione di m usica alt a
Roma, e al cospet t o di una plat ea di circa 300 persone ( che hanno com unque riem pit o il piccolo
locale adiacent e l am pio giardino del Circolo) il 75enne art ist a ha t enut o un delizioso concert o con
il collet t ivo degli Afr obe a t Aca de m y, un m ix di m usicist i africani e t edeschi. Figura di spicco
salit a in prim issim o piano nell elit e degli art ist i dell Afrobeat in t em pi recent issim i, dopo la
pubblicazione di un album, Love & Death
il primo della sua carriera distribuito fuori dai confini
della sua t erra d origine - , Ebo Ta ylor è uno dei più im port ant i art ist i provenient i dal Ghana. Un
quart o d ora prim a delle 23: 00 il concert o ha avut o inizio e fin dallo st rum ent ale d apert ura,
condot t o dagli Afr obe a t Aca de m y, si è com preso che sarebbe st at a una serat a all insegna del
ballo e di un groove part icolarm ent e eccit ant e e coinvolgent e. Form azione di set t e elem ent i, gli
Academy, com post a da H e n r y Ta ylor ( Ghana) , t ast iere e voce, J. W hitefield ( Germ ania) ,
chit arra rit m ica, Pa t r ick Fr a n k ow sk i ( Germ ania) , basso, Ek ow Ala bi Sa va ge ( Ghana) , bat t eria
e voce, Er ic Sun da y Ow u sa ( Ghana) , percussioni e voce, Be n Aba r ba n e l- Wolff ( Usa) , sax,
Ph ilip Sin dy ( Germ ania) , t rom ba, assist it i dall alchemico lavoro com e sound engineer di Jochen
Ströh ( Germ ania) . Una form azione esplosiva capace di ricreare il sound pregnant e che rim anda
senza esit are ad una band st orica com e quella degli Osibisa, la prim a a rendere universale il
linguaggio World- Afro nel m ondo anglosassone fin dall alba degli anni Set t ant a. L ingresso poi di
Taylor, il suo carism a, la voce int ensa, il suono dist int ivo della sua chit arra, hanno fat t o il rest o.
Tut t i i present i si sono lasciat i am m aliare dai suoni highlife, dal beat ipnot ico della m usica di Ebo
& Co. e si son fat t i condurre per m ano t ra le spire di una danza sfrenat a. Al cent ro della scalet t a
dei brani propost i ci sono st at e anzit ut t o le t racce dell'ult im o album Love and Deat h, poi alcune
cose estratte da Life Stories, una compilation ret rospet t iva di recent e pubblicazione che abbraccia
l at t ivit à svolt a in carriera nei num erosi ensam ble con i quali Ebo ha collaborat o, ent rando in
cont at t o con i m igliori m usicist i dell Africa occident ale t ra i 60 e i 70. Taylor ha m esso in m ost ra
le grandi dot i che gli vengono riconosciut e di com posit ore e arrangiat ore, con la m agnifica
com binazione di elem ent i rit m ici afro e l est et ica del funk consolidat asi negli St at i Unit i: fusione
originale di vari generi che incorpora anche j azz, soul, afrobeat ed il sound t radizionale del
Ghana. Un linguaggio m usicale sorprendent em ent e m oderno e t est i im pregnat i su m essaggi
sociali cont ro le ingiust izie. Un sound raffinat o, un groove fresco e corroborant e fondat o su basi
indubbiam ent e nost algiche. Così, t ra le alt re, vengono snocciolat e Victory, Nga Nga, African
Woman, la title- track, Mizin, Aborekyair Aba, Obra. Nella part e finale la t occant e Kwame, pezzo
che celebra il president e Kw a m e N k r u m a h , il più grande leader della st oria dell Africa m oderna,
l uom o che ha get t at o le basi polit iche per l indipendenza del Ghana. Una vent ina ( e olt re) di
m inut i dopo la m ezzanot t e, e dopo una serie di ( fint o) m inacciosi avvisi
non m ant enut i - da
part e di Taylor ( dopo di quest o ci direm o Adios Am igos ) , il concert o si è concluso t ra
l ent usiasm o ( forse appagato) degli astanti e il disappunto (non celato) di non poter andare avanti
ancora un po .
Luigi Lozzi
ML 46
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update n. 78
live review
ARTIST: HUGO RACE
LOCATION:
Varsavia, CDQ
DATE: 12.05 .2011
WEBSITE:
www.helixed.net
photo by Luca D Am brosio
I l t our polacco di Hugo Race t occa quat t ro cit t à: Zielona Góra, Pozna , Varsavia e Cracovia. Noi,
ovviam ent e, lo aspet t iam o al varco presso il CDQ di Varsavia, locale piccolino e non proprio
cent rale m a abbast anza confort evole. Nell at t esa, com e al solit o, sorseggiam o dell ot t im a birra
polacca, com plice, t ra l alt ro, una t em perat ura davvero m it e. Fort unat am ent e nessun gruppo
spalla in apert ura, m a solam ent e m usica di sot t ofondo e chiacchiere all apert o int ervallat e da
gelidi sorsi di birra. Serat a ideale, insom m a, e com e per incant o Varsavia sem bra scrollarsi di
dosso il peso dell inverno e il rit m o affannoso del giorno. Tut t avia il t em po vola, ci accorgiam o
infat t i che sono da poco passat e le nove. Facciam o quindi un balzo dalle com ode seggiole e, in
m eno di un m inut o, siam o già all int erno dell angust o Ce n t r a lny D om Qu lt ur y che ospit a, per
l occasione, un cent inaio di persone ( num ero olt re il quale si rischierebbe il soffocam ent o) . Una
breve at t esa ed ecco che salgono sul palco D ie go Sa pign oli ( batteria), An t on io Gr a m e n t ie r i
( chit arre) e, nat uralm ent e, il cant ant e e chit arrist a di Melbourne, H u go Ra ce . I l pubblico li
accoglie calorosam ent e, applaudendo e incit andoli già con l iniziale I n The Pines, brano estratto
dal bellissimo Fatalists del 2010. Si intuisce immediatamente che la band, in versione power trio,
è in splendida form a. Race, poi, è part icolarm ent e ispirat o e, nonost ant e il suo at t eggiam ent o
visionario e apparent em ent e schivo, present a gran part e delle canzoni della serat a. Pezzi di un
lirism o unico che si susseguono in un vort ice di sonorit à ora elet t riche e t aglient i, ora acust iche e
vellut at e. Da Slow Fry a Sorcery, passando per Sun Cit y Casino dei Dirtmusic e Too
Many Zeroes, t ut t o è st raordinariam ent e coinvolgent e e in perfet t o equilibrio. Un succedersi di
rit m iche infuocat e m a anche di at m osfere ipnot iche che prendono il nom e di The Serpent Egg,
Nightvision, Com ing Over e Will You Wake Up dove la voce del ex Ba d Se e ds è così profonda e
intim a da rasent are la perfezione, m erit o, probabilm ent e, della com plicit à di due m usicist i bravi,
appassionat i e punt uali com e, appunt o, Sapignoli e Gramentieri. I n definit iva, due ore circa di
concert o all insegna della m usica rock, quella fat t a di sangue, di sudore e di visioni e che
all occorrenza sa essere anche oscura, m alinconica e com m ovent e com e Call Her Nam e che
chiude alla grande questa piacevole e insolita notte varsaviese.
Lu ca D Am br osio
ML 47
musicletter.it
update n. 78
live review
ARTIST: OMARA PORTUONDO & CHUCHO VALDES
LOCATION:
Roma, Auditorium Parco della Musica
DATE: 08.05.2011
WEBSITE:
www.omaraportuondo.com
photo by Riccardo Musacchio
Serat a di m usica raffinat a e ricca di buone sensazioni quella spesa all Audit orium Parco della
Musica di Rom a ( nell am bit o della rassegna appront at a dall Accadem ia Nazionale di Sant a Cecilia
I t s Wonderful ) lo scorso 8 m aggio per assist ere all esibizione di due m ost ri sacri della m usica
cubana come Omara Portuondo e Chucho Valdés. La prima (81 anni il prossimo 29 ottobre) è oggi
la più rappresent at iva esponent e del vocalism o cubano ( dal bolero al son fino al dazòn ed anche
j azz e bossa nova) , dot at a di una voce calda, avvolgent e, dram m at ica e ricca di sfum at ure, e
st ella di prim a grandezza dopo che l operazione condot t a congiunt am ent e da Ry Cooder e Wim
Wenders alla fine degli anni Novant a, con il Buena Vist a Social Club, l ha t irat a fuori dall oblio cui
era incolpevolm ent e relegat a ( a causa dell em bargo com m erciale e cult urale decret at o dagli Usa
ai danni di Cuba fin dall epoca della crisi della Baia dei Porci d inizio anni Sessant a) facendola
conoscere a t ut t o il m ondo. Un vero delit t o art ist ico il non consent ire ad una voce t ant o bella di
farsi apprezzare fuori dai confini dell isola di Cast ro ed anche un riconoscim ent o t ardivo, vist o che
la cant ant e era già m olt o conosciut a nel suo paese fin dagli anni Cinquant a, quando faceva part e
del Quart et o Las D Aida, com post o t ut t o da donne. I l secondo ( 70 anni il prossim o 9 ot t obre) ,
figlio del leggendario Jesús " Bebo" Valdés, è unanim em ent e indicat o com e il più im port ant e
pianist a di j azz lat ino oggi vivent e. I due int erpret i della t radizione cubana
che sono t ra i
m assim i am basciat ori della m usica del loro paese in t ut t o il m ondo - hanno dat o inizio, nel
principat o di Andorra, ad un t our int ernazionale ut ile anche a prom uovere il nuovo album che i
due hanno inciso insiem e, Om ara & Chucho - che li ha condot t i a Rom a nell unica t appa it aliana.
Nell at m osfera raccolt a e solenne della Sala Sant a Cecilia il concerto si è aperto puntualmente alle
21: 30 con un assolo pianist ico di Valdés che ha com inciat o a scaldare i present i ed ha fat t o da
preludio all ingresso della prot agonist a vocale sulle not e di Claro de Luna / Llant o de Luna , un
pezzo incant evole e sospeso est rat t o dall album appena pubblicat o, int erpret at o in m odo m irabile
da Om ara, che si apre e si chiude sulle celebri not e del pezzo di Beet hoven. Con il brano
successivo, Y decìdet e m i am or , la cant ant e chiede subit o la com plicit à del pubblico invit andolo
a bat t ere le m ani al t em po della m usica ed anche ad alzarsi dal proprio post o e lasciarsi
conquist are dal rit m o del ballo. I n Est a t arde vi Llover la voce si fa vibrant e e fort e, m et t endone
in luce l incredibile e suadent e dut t ilit à, voce capace di passare da not e appena sussurrat e a
t onalit à di m aggiore est ensione senza alcuno sforzo. La form azione che accom pagna sul palco
Omara & Chucho è composta Làzaro Rivero (al contrabbasso), Julio Barreto (alla batteria), Andrés
Coayo ( alle percussioni) . Om ara conquist a la plat ea con il sorriso, la sem plicit à del m ovim ent o e
la dolcezza dei gesti. Chucho la rassicura a distanza dietro il suo pianoforte. Spesso dialogano tra
di loro sul palcoscenico, si coglie la fam iliarit à dei gest i, degli sguardi, della com plicit à che regna
t ra i due art ist i
cosa che il pubblico percepisce con nit ore assolut o - , Om ara è incert a sulle
gam be eppur capace in un paio di occasioni, al rit m o sensuale della m usica, di chinarsi
lent am ent e fino a t occare il palco. Di t ant o in t ant o t rova confort o al peso degli anni sedendosi su
una sedia post a nei pressi del piano di Chucho o dall alt ra part e del palco.
ML 48
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update n. 78
live review
È quello che fa nel corso della st rum ent ale Caridad Am aro in cui i m usicist i liberano il loro est ro
lanciandosi ( ognuno, Valdés com preso) in accat t ivant i e coinvolgent i assolo.
Neurosis
è una
ballat a dal sapore ant ico dove le not e del piano sem brano accarezzare la voce calda di Om ara. Si
t e cont ara è brano che i due avevano già inciso nel 97 nell album
Desafios e qui vive in un
nuovo arrangiam ent o. Con Que quieres que t e diga il t est im one t orna nelle m ani di Valdés che
si lancia in uno st rum ent ale brioso e virt uosist ico sul quale una volt a di più si innest ano gli assolo
degli alt ri m usicist i. Valdés ha nel suo pianism o riferim ent i classici e folk m elodici olt re che un
background j azz.
Chorrino invece poggia sulla sola voce della Port uondo, che si erge lim pida,
fort e, crist allina. Tu no Sospechas e il classico 20 anos sono ult eriori splendide conferm e delle
qualit à vocali di Om ara.
Babalu Aye
e
Huesit o
ancora una volt a chiedono la part ecipazione
at t iva del pubblico present e per una chiusura in crescendo del concert o dopo circa 90
di
esibizione. E quando i due a fine concert o raccolgono l applauso caloroso della plat ea si not a
m eglio quant o pronunciat a sia la differenza di alt ezza t ra Om ara e Chucho, da farli sem brare, uno
accant o all alt ro, quasi com e un gigant e e la bam bina . I l bis richiest o a gran voce è un om aggio
all am ico I brahim Ferrer, il grande cant ant e cubano scom parso nel 2005 con il quale Om ara ha
condiviso l avvent ura del
Buena Vist a , con un int erpret azione sent it a di un suo brano,
gardenias . I n conclusione vale la pena ribadire che ascolt are m usica cubana
Dos
frut t o
dell indom abile spirit o degli abit ant i di un isola oppressa che im plora at t enzione - , ci può
rinfrancare in ogni stagione della nostra vita.
Luigi Lozzi
ML 49
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update n. 78
live review
ARTIST: THE BELLRAYS
LOCATION:
Brescia, Vinile 45
DATE: 23.04 .2011
WEBSITE:
www.thebellrays.com
photo by Nicola Guerra
Ad oggi i BellRays sono uno dei m iei gruppi preferit i; difat t i se da un lat o la m ia passione per la
black music, il soul e il funky sta aumentando esponenzialmente, ancora non riesco a fare a meno
di chit arre in perenne fuzz e bat t erie che pest ano. I l gruppo capit anat o dalla vocalist di colore
Lisa Ke k a u la è da quest o punt o di vist a la perfet t a congiunzione di due realt à apparent em ent e
diverse che convivono però perfet t am ent e;
un passat o più garage e un present e im pront at o sul
soul viscerale è un ult eriore spint a per vederli nuovam ent e sul suolo it alico dopo la recent e
apparizione condivisa con alt ri anim ali da palcoscenico, t ali Jim Jone s Re vu e che at t ualizzano
con carica esplosiva il rock degli anni 50, dal bacino di Elvis in su. Così part iam o in m assa da
Bergam o ( nove persone con gust i different i che all'unanim it à consacreranno a fine serat a
BellRays
i
a loro indiscussi eroi) direzione Brescia ( Vin ile 4 5 , post o difficile da t rovare, m olt o
sim ile ad un m at t at oio est ernam ent e m a all'int erno davvero bello e adat t o per concert i di quest o
t ipo) . I l t em po di saccheggiare il banchet t o di dischi, bere due birre e parlare di am ore, verginit à
e ovviam ent e di rock che ci t roviam o sot t o il palco ad at t endere la nost ra scarica di soul
im bast ardit o garage. Lisa, il m arit o Bob alla chit arra e i due nuovi m em bri vogliono present are il
nuovo lavoro Black Lightning, disco sicuramente superiore del precedente Hard Sweet and St icky
dat at o 2008 m a non hanno paura di m ischiare il loro passat o più grezzo con la carica sensuale di
quest o nuovo soul anfet am inico. Così accade che i brani nuovi raddoppiano di velocit à, la
presenza scenica del quart et t o è cat alizzat a dalla giunonica Lisa avvolt a in un vest it o nero
t rasparent e che si agit a picchiando un t am burello e scart avet rando una voce che più bella non si
può e la rispost a del pubblico, rapit o da t ant a energia, non può non essere che spont anea e
sincera. Aprono con Buried Alive e snocciolano una sequenza di brani m icidiali che poca t regua
concedono
agli
ascolt at ori,
che iniziano
reincarnazione punk al fem m inile di
a
dim enarsi
convint i
di
t rovarsi
di
front e alla
Ja m e s Br ow n . Power To Burn, On Top e Black Light ning
sono m icidiali inni che si confondono m agnificam ent e con
pezzi più dat at i quali Maniac Blues e
Voodoo Train, m a anche la produzione pat inat a di Hard Sweet dal vivo assum e connot azioni da
m acchina da guerra. Una versione velocissim a di That s Not The way it Should Be e Infection
suonat a com e se fosse l ult im a, conferm ano lo st at o di grazia di un gruppo fuori dal com une. I l
t em po di rifiat are grazie al duet t o rom ant ico con Vennum all elet t rica appena accennat a e Lisa
che trasmette calore in Anymore e Blue Against the Sky e si ricomincia a sudare e godere di tanto
spet t acolo. Tant o che quando i quat t ro lasciano il palco la gent e li reclam a a gran voce,
t rascinandoli im m ediat am ent e sul palco per una serie quasi infinit a di bis. Che sem brano non
bast are m ai. Fine concert o affidat o alle fot o di rit o, riacquist o dei sali m inerali perdut i e rit orno
notturno ad ascoltare musica in autostrada. Ovviamente black music!
Nicola Guerra
ML 50
musicletter.it
update n. 7 8
rubrica
10.000 WATT DAL SOTTOSUOLO
Italiani, autoprodotti, poco conosciuti o in procinto di sfondare
© 2011 di
Jori Cherubini
Dove può arrivare la m usica it aliana indipendent e? È vero che
sovent e am m icca al rock a st elle e st risce o alla nuova new wave
anglosassone, provando verso gruppi est eri una specie di t im ore
reverenziale che, alm eno dal punt o di vist a
psicologico, t alvolt a ci
ret rocede
" indie"
nella
serie
B
del
cam pionat o
rock.
C'è
da
aggiungere che veri e propri capolavori è assai raro che provengano
" dal basso" , m a non im possibile; anche se spesso ascolt iam o cose
m ediocri o t roppo sim ili a qualcos'alt ro. Quest o pezzo finisce così, senza un quindi, e in realt à ha
poco a che vedere con i dischi di questo mese: che al contrario fanno ben sperare, alimentando la
necessità - per noi fet icist i, at t rat t i dalla penom bra m usicale - di cont inuare a scavare, set acciare
e talvolta scovare cose, a nostro avviso, degne, talvolta ottime.
DOROTHI VULGAR QUESTIONS - Against Myself ( Autoprodotto,
2011) - È la seconda volt a che ci occupiam o dei D or ot h i Vu lga r
Question, band della provincia senese capit anat a dall'espert o e
operoso Ale ssa n dr o Gr a ssin i, già chit arrist a dei m it ici Symbiosi
(gruppo old wave t ornat o recent em ent e all'at t enzione di addet t i ai
lavori e fan - specialm ent e quelli di vecchia dat a - grazie all'ot t im a
raccolta/ristampa Un Un ico N u cle o di D olor e ) . La differenza
principale rispet t o al sorprendent e disco d'esordio, L'Equilibrio,
2008, riguarda la scelt a dell'inglese com e lingua di riferim ent o e
senza dubbio ne guadagnano com pat t ezza e personalit à. I n Aga in st M yse lf i DVQ m escolano
sapient em ent e un suono m arm oreo di visioni anni '80 con un rock granit ico in grado di allacciare
idealm ent e fum osi sobborghi newyorkesi con le t erse colline della Toscana cent rale. I l prim o
brano a scuot ere i neuroni è l'incredibile Keep Away From Me canzone che vedrem m o bene com e
prossim o singolo dei National. Alt ra t raccia a pront a presa è Everyt hing I s Not Forever che
im part isce alla dissoluzione t em porale un t rascorso epico ad alt a fedelt à, t ra decise pennat e di
corde e t am buri pest ant i sangue. L'unico agget t ivo che ci viene in m ent e per la cavalcat a finale di
In Your Bedroom è devast ant e ; m ent re nella t raccia che dà il t it olo all'album , t ra declam azioni e
riff al vet riolo, sem brano m at erializzarsi Bla ck Sa bba t h , M a r ylin M a n son e Jim i H e n dr ix
mentre Ian Curtis funge da spiritual guidance per tutto il disco. In definitiva si tratta di un lavoro
che cat t ura e galvanizza in conseguenza di una coesione definit ivam ent e agguant at a e di una
personalità riconoscibile. (www.dvq.it)
ML 51
musicletter.it
update n. 78
rubrica: speciale 10.000 watt dal sottosuolo
FABI O ZUFFAN TI - La Foce de l La dr one ( Spirals records /
Libellula 2011) - Ci si avvicina con curiosità, ma anche diffidando un
po': è uno scherzo? No. Anzi, scansiam o subit o gli equivoci; non si
t rat t a di una rilet t ura del not o capolavoro di Fr a n co Ba t t ia t o, che
d'alt ro cant o risult erebbe non perfet t ibile, m a di un sent it o om aggio
al Viaggiat ore Ast rale Siculo riscont rabile prim a nall'art work e poi
nel t it olo della prim a canzone ( 1986) On a solit at y beach. Anche se
La Foce de l La dr on e ricorda vagam ent e le at m osfere agost ane de
La voce del padrone, i paragoni si ferm ano qui. L'Aut ore è in giro a
suonare m usica da quasi vent 'anni, fra num erosi proget t i e collaborazioni illust ri, t ra cui Fr a n z di
Cioccio, sfoggiando una perizia tecnica che in passato lo ha condotto a confrontarsi con numerosi
generi com e j azz, elet t ronica, t rip- hop e " prog" . Ma in quest o lavoro virt uosism i e t ecnicism i non
ce ne sono, al cont rario si respirano at m osfere decisam ent e pop: orecchiabili m a non scont at e,
radiofoniche m a non com m erciali, creando un ipot et ico cont at t o con il Battisti penult im o periodo
o il Sorrent i degli anni d'oro. I t est i si m uovono t ra ironia ( sebbene am ara, com e nel singolo
Musica st rana o in Nuova st agione dove l'aut ore genovese prende di m ira innocue ovviet à
est rapolat e dai libri di - ehm - scrit t ori com e Fa bio Volo e post at e su Facebook dagli am ici) e
surreale rom ant icism o ( Se c è lei, Luna park) . Alt rove Zuffant i evoca sensibili rarefazioni poet iche
I n cant ina. Nel com plesso si t rat t a di un disco assolut am ent e apprezzabile, che viene spont aneo
piazzare sul let t ore ripet ut e volt e; candidandosi a essere il disco dell'est at e underground.
( www.fabiozuffanti.com)
TOMAKIN - Geografia di un Momento (Venus / Sciopero records,
2011) -
I Tomakin sono in sei, piem ont esi, di Alessandria, t ut t i
nat i negli anni '80, e proprio da quest o decennio dichiarano di
prendere ascolt i e conseguent e ispirazione. Si sent e un po' di new
wave - genere che dà il t it olo a uno dei dieci brani in scalet t a,
perfet t a dichiarazione d'int ent i - infat t i il loro suono è forgiat o da
pot ent i
giri
di
basso,
colpi
di
pelli
assest at i
con
precisione
geom et rica e decise st erzat e rit m iche. I n realt à si percepiscono
t alune cont am inazioni della nost ra epoca, Editors su t ut t i, m a
anche Interpol e, a sprazzi, Ar ct ic M on k e ys; sebbene le liriche siano, in m assim a part e,
italiane. Il ritornello di Amore liquido ricorda in maniera lampante il Battiato "ultimo periodo". Non
è un caso invece che il singolo scelt o sia Bar code, che si m anda a m em oria dopo pochi ascolt i.
Joasia è cant at a in inglese e am bient at a a Varsavia. Si parla di am ore e sent im ent i,
emotivament e, dal punt o di vist a di chi li st a vivendo in prim a persona. I n Siero fa capolino
Garbo, per la felicit à dei nost algici. I l brano di chiusura Autoconvinzioni part e fort e con un suono
deciso, si t rasform a in declam azione rap che rim em bra gli Assalt i Front ali per poi riallacciarsi
nuovamente al ritmo iniziale, chiudendo il disco e il cerchio. (www.myspace.com/tomakinofficial)
ML 52
musicletter.it
update n. 78
rubrica
PRESI NELLA RETE
Ofeliadorme, Morning Telefilm, Clouds In A Pocket, The Hacienda.
© 2011 di
Stefano Bon
Cont inuiam o nella nost ra ricerca di nuove
sonorit à, o m eglio di art ist i che si
affacciano sulla ribalt a non più, o m eglio,
non solo, con gli st rum ent i t radizionali dei
dischi e dei concert i, m a anche a m ezzo
della ret e, percorso orm ai irrinunciabile
per chiunque. Part iam o da un gruppo con
un nom e part icolare: gli Ofeliadorme. La
prim a cosa per cui devo com plim ent arm i
con loro è che finalmente trovo una pagina
( www.m yspace.com / ofeliadorm e) e uno
sit o www.ofeliadorm e.it ricchi di cont enut i.
Det t o
per
inciso,
piccola
parent esi
t ecnico/ t at t ica, già di quest i t em pi cercare
di farsi conoscere nell oceano di propost e
t ra web ( sem pre più) e rivist e ( sem pre
m eno) è difficilissim o, così che idea si può fare uno davant i alla paginet t a m yspace vecchia di
sedici m esi con una- due canzonet t e st rim inzit e e nessuna not a sull art ist a? Onore quindi agli
Ofeliadorme per il loro lavoro prom ozionale, m a non cert o solo per quello, perché noi siam qui
per una cosa: la m usica. Ascolt andoli uno pot rebbe t irare fuori subit o una parolaccia: slow core,
m a sarebbe un errore. Qui non c è lent ezza, bensì un sot t ile piacere onirico nell ascolt are un
accordo diet ro l alt ro. Un elegant e susseguirsi di not e che abbracciano la t radizione del folk, m a se
ne discost a subit o per approdare a lidi di psichedelica dom est ica, sulle t racce di una fint a quiet e
che piacerebbe sicuram ent e a David Lynch. Una bellissim a voce fem m inile cem ent a un risult at o
che una volt a ancora vede una band it aliana ( senza cont rat t o discografico, un assurdit à) m et t ersi
sullo st esso piano dei m igliori art ist i anglosassoni. Senza asperit à è anche la m usica dei Morning
Telefilm
( bel
nom e
davvero)
al
punt o
che
loro
sulla
pagina
m yspace
(www.myspace.com/morningtelefilm) la definiscono t erapeut ica, m a cert o non si t rat t a di m usica
banale. Potremmo chiamarlo pop ricercato, con alcune soluzioni inedite nella costruzione dei brani
che rendono il piatto di prelibata ricercatezza, anche per loro non vedo perché si debba metterli in
secondo piano rispet t o a colleghi di olt re front iera. Rest ando in am bit o Canebagnat o Rec. ( la
piccola label che pubblica i M.T.) e spost andoci in Sicilia, non t roviam o solo aranci e cassat a, m a
Clouds I n A Pock e t ( alt ro bel nom e) ( www.m yspcae.com / cloudsinapocket ) proget t o solist a, poi
divent at o di gruppo, part it o da uno che si dice appassionat o di Beat les, al punt o che una canzone
si int it ola John Winst on Lennon . Le influenze dei baronet t i, quelli più m elodici e dell ult im o
periodo si sent ono, m a non m ancano riferim ent i anche ai Pink Floyd m eno oscuri degli esordi o
Nick Drake. Qui si sent ono di più i lim it i dell aut oproduzione rispet t o agli alt ri art ist i, m a il sapore
naif dal mio punto di vista è un valore aggiunto e non una mancanza. Facendo un salto di migliaia
di chilom et ri arriviam o a Firenze dove hanno base Th e H a cie n da , nom e che non può lasciare
indifferent i gli appassionat i m usica inglese ed in effet t i le font i di ispirazioni sono bene present i
nel pop sincopat o che ha port at o al successo ad esem pio gli Art ct ic Monkeys e i Franz Ferdinand
prim a. I nost ri ( www.m yspace.com / t hehaciendaband) vanno a sfidare i m aest ri sul loro t erreno e
non ne escono affat t o sconfit t i, m a anzi si present ano con una capacit à com posit iva t alm ent e
fresca da non far pensare che sia part it a dal Belpaese, anche se orm ai, al giorno d oggi, fare
dist inzioni sulle provenienze geografiche ha poco senso. Ora devono solo evolvere il proget t o
smarcandosi dai loro ispiratori.
ML 53
musicletter.it
update n. 78
rubrica
S OGN A T OR I D I F R OD O
Mentre la radio suona
© 2011 di
Accidentally like a martyr di Warren Zevon
Stefano Bon
Non ricordo la prima volta che vidi Marina.
Solo due cose: io ero poco più di un ragazzo e lei era
bellissima.
La sua im m agine m i t orm ent ò per
un est at e int era,
la
incont ravo quasi t ut t e le sere, m a m ai una sola volt a che
abbia avuto il coraggio di avvicinarla.
Di lei conoscevo le movenze, ogni millimetro del suo viso, ogni
piega del suo corpo, ma ne ignoravo il nome.
Solo qualche m ese dopo, per pura casualit à lo im parai e
t ram it e un conoscent e com une, venni a sapere quasi t ut t o su
di lei: et à, indirizzo, parent ele e pet t egolezzi vari, t ra cui il più
im port ant e, l unico a cui pot essi prest are at t enzione: nella sua
vit a non c era alcun fidanzat o.
Nel m io cervello si creò un cort o circuit o dovut o al polo
posit ivo ( + ) che m i vedeva già convolare a nozze ed il polo negat ivo ( - ) che invece m i indicava la
strada del rifiuto.
Non che avessi grandi nozioni sull elet t ricit à, m a quello che avveniva dent ro di m e aveva a che
fare di cert o con l alt a t ensione, anche perché m i t rovavo a m et à st rada t ra il set t im o cielo e la
fogna del fallimento.
Sapevo chi era, dov era, com e im piegava il suo t em po, anche part e dei suoi gust i; sapevo t ut t o
insomma, fuorché cosa fare.
Andai avant i così per m olt o t em po, finché m i am m alai; non di am ore, m a di sem plice virus
influenzale.
Una set t im ana di vom it o e brividi che ebbero anche il pot ere di accent uare la m ia depressione
sentimentale.
Per uscirne incom inciai a m et t ere part e dei m iei pensieri su cart a e quest i pensieri pieni di febbre
si t rasform arono in frasi com piut e e quelle frasi divent arono una let t era che rispecchiava
fedelmente i miei sentimenti, così decisi di spedirla a Marina, senza firmarla.
Non pot eva dunque esserci rispost a a quella m issiva, m a il pensiero che sarebbe st at a apert a e
letta da lei mi dette una nuova forza.
Qualche giorno dopo ne inviai un alt ra e così feci nei m esi a seguire ogni volt a che sent ivo di aver
qualcosa da dire.
Marina non era più solo l ogget t o della m ia passione, m a anche la m ia confident e più int im a e
quest o m e la faceva desiderare ancor di più, anche se correvo cont inuam ent e il rischio di non
poterla mai afferrare e perderla per sempre.
ML 54
musicletter.it
update n. 78
rubrica: sognatori di frodo
Il destino, come sempre, decise diversamente.
Una m at t ina rovist avo t ra gli scaffali del m io solit o negozio di dischi e quando t rovai l album dei
Clash che st avo cercando da t em po l afferrai volt andom i di colpo ed urt ando la persona che era
alle mie spalle.
Neanche a dirlo: era lei, Marina.
Dest ino del cazzo, se avessi saput o che era così facile venire a cont at t o, non sarei divent at o
pazzo per cercare altri miliardi di metodi!
Ma quest o succede solo nei film sent im ent ali, nei raccont i m ediocri
e nella realtà è ovvio!
Dopo un at t im o di sconcert o le chiesi scusa e pensai con t errore di aver già finit o gli argom ent i,
ma fu lei ad aiutarmi, dicendo di adorare il disco che avevo in mano.
Questo è il paradiso: la ragazza dei tuoi sogni ha anche i tuoi stessi gusti musicali!
Chissenefrega della monotonia dei film sentimentali!
Vinsi la m ia int roversione t rovando le parole giust e per farla sorridere ed, incredibile, ad invit arla
per un uscit a a due.
Da quel giorno t ut t o prese velocit à e dopo un m ese eravam o insiem e, int risi di una felicit à nuova
e semplice che nessuno di noi aveva mai provato.
Cont inuai a scriverle con uno spirit o diverso m a senza m ai svelarm i e lei non ne fece m ai parola,
anche perché non ebbe mai alcun sospetto sebbene conoscesse la mia calligrafia.
Per lei, io ed il misterioso ammiratore eravamo due persone distanti quanto due stelle agli estremi
di una galassia.
Dopo due anni quest a st oria finì, ero st anco di quest a piccola bugia ed io pensavo al fut uro, ad
un futuro insieme a lei.
Pensai m ale, perché Marina im provvisam ent e divenne un est ranea: cupa, lit igiosa, diversissim a
da quella ragazza che avevo conosciuto e di cui mi ero innamorato.
La nostra relazione ne risentì subito ed in breve tracollò, pensai che come tante cose anche quella
era dest inat a a finire e dopo un furibondo lit igio con il più prevedibile scam bio d insult i ( t ipo:
st ronzo non m i capisci veram ent e ) m e ne andai sbat t endo la port a.
Appena a casa le scrissi una let t era piena di odio, m a poi la st racciai e cercai di dorm ire senza
riuscirci.
Non ci sent im m o e non ci vedem m o per due m esi,
finché,
com e da perfet t o decalogo del film
sent im ent ale, ci rit rovam m o per caso nel solit o negozio di dischi, cercam m o di evit arci, senza
riuscirci, come da copione.
Ci m et t em m o a parlare con calm a, rit rovando la serenit à. Marina m i chiese che cosa non aveva
funzionat o, io le dissi che lei era m olt o cam biat a. Mi aspet t avo la classica sfuriat a, m a non m e
fregava nulla, invece lei sorrise e mi raccontò una storia incredibile, ma che conoscevo benissimo.
Anni prima, durante un periodo di crisi personale aveva ricevuto una lunga e dolcissima lettera da
uno sconosciut o che le aveva ridat o ot t im ism o e speranza. Anche le let t ere successive l avevano
aiut at a, perché nello st esso periodo aveva incont rat o m e e la vit a era veram ent e t ornat a a
sorriderle.
Ero stupito dalle sue parole e non sapevo che cosa dire e che cosa fare.
ML 55
musicletter.it
update n. 78
rubrica: sognatori di frodo
Vivevo una specie di strano sdoppiamento della personalità, in pratica avrei dovuto essere geloso
di me stesso e la cosa era ridicola oltre ogni misura.
Marina concluse raccontando che ad un certo punto le lettere si erano interrotte e lei si era sentita
malissimo.
Scoppiò a piangere e m i abbracciò con forza. I o la st rinsi a m ia volt a e le accarezzai la t est a; m i
sentivo ancor più smarrito di lei.
Quella persona misteriosa, bontà sua, pur non avendo la mia stessa importanza, le dava sicurezza
e la faceva st ar bene e la fine di quella corrispondenza senza alcuna spiegazione per lei era st at o
un tradimento.
Dirle la verit à era un suicidio, dirle qualsiasi banalit à sarebbe st at o inut ile; andai d ist int o: presi la
sua testa fra le mani e la baciai.
Era il trionfo del romanzetto rosa, ma stavo troppo bene per pensarci.
È ovvio che aspettai un mese prima di scriverle, intanto le cose fra me e Marina si misero a posto.
Le raccont ai che ero dovut o andar via per m olt o t em po e che nel frat t em po avevo vissut o una
st oria d am ore bellissim a, m a che volevo cont inuare a scriverle, perché la consideravo im port ant e
e le auguravo di essere felice come mi sentivo io in quel momento.
Marina venne da me due giorni più tardi senza nascondere la sua felicità, mi spiegò il motivo, ma
poi m i chiese scusa. I o sorrisi e dissi che ero cont ent o per lei e che m e l aspet t avo, però da quel
m om ent o la pregai che quella corrispondenza rim anesse un suo segret o e che non m i m et t esse
più al corrente.
Pare assurdo, m a per m e era difficile da gest ire qualsiasi concet t o di alt ra persona .
Lei assentì seriamente poi mi baciò, da allora nulla ha più incrinato il nostro rapporto.
Sono passat i circa undici anni da quel giorno, io e Marina siam o sposat i da cinque ed oggi è nat o
Alessandro, il nostro primo figlio.
Anche l alt ro si è sposato e presto anche lui avrà un primogenito, devo solo decidere il nome.
ML 56
musicletter.it
update n. 78
rubrica
SIDEWAYS
Il bicchiere è sempre mezzo pieno
© 2011 di
Marco Archilletti
Le gocce di sudore sono cadut e sulle lent i. Oggi fa caldo, è la prim a
volt a
quest 'anno
che
salire
al
cent ro
della
cit t à
in
biciclet t a
rappresent a un'evident e perdit a di calorie. Quelle che ho salt at o in
quest o m ese sono però dovut e alla m ancanza di vino. Vent icinque
giorni senza bere per riavere la pat ent e. Una farsa, una regola
inaccet t abile e idiot a che però conviene rispet t are. I o non bevo quindi
m i ridai la pat ent e m a il reat o è m et t ersi alla guida in st at o
d'ebbrezza non bere in sé! Unico indizio valido, che poi è una prova
più che un indizio: se st o vent icinque giorni a secco vuol dire che non
sono m alat o. Dunque non sono alcolizzat o, non ho alcuna pat ologia,
dunque non m i m anderanno in nessuna clinica per il recupero della
m ia int egrit à. Fa caldo oggi, caldissim o, e non è il caso di bere.
Aspet t erò il buio com e un vam piro per recuperare il t em po perdut o.
Ho t enut o giù in cant ina una bot t iglia di Nero Buono, gust osissim o vit igno di Cori, borgo da
cart olina t rist em ent e fam oso per un delit t o pazzesco di quelli che raccont ano a Blunot t e m a che,
per fort una, non sarà m ai sinonim o di delit t o com e lo è, che ne so, Avet rana con t ut t o il
carrozzone di freak e di curiosi che salut ano davant i alle t elecam ere. Sem bra una canzone di
Gior gio Ca n a li, Avet rana, con la gent e che im pazzisce e divent a ignobile più del delit t o in sé. Un
Tut t i Cont ro Tut t i che alla fine divent a lessico popolare, slang, luogo com une. I cognom i
spariscono, ci si chiam a per nom e com e vecchi am ici, diciam o Cosima m anco fosse la nost ra di
zia, la gent e non si m eraviglia più di nient e, neanche di Corona che ent ra dalla finest ra ché t ant o
ci siam o già ent rat i t ut t i da quella finest ra. Tut t i follem ent e at t accat i a un event o, il delit t o, che è
t alm ent e norm ale da non avere neppure più un m ovent e m a che noi ci ost iniam o, im boccat i dal
villaggio globale, a considerare speciale. C'è una canzone degli H ü sk e r D ü talmente vecchia da
dover essere per forza riferit a a qualcos'alt ro m a che invece parla proprio di t ut t o quest o, un po'
com e gli Scrit t i Corsari di Pasolini, così fuori post o nella st oria da essere considerat i con l'abusat o
m a inevit abile agget t ivo plurale profetici. Scrit t i Profet ici dunque, quelli di Bob M ou ld nella
favolosa Divide And Conquer, punto di partenza per una scena attuale che allora esisteva soltanto
nell'inchiost ro della sua ispirat issim a penna e che adesso è qualcosa di sim ile all'inferno, però con
le acconciat ure e i vest it i m igliori possibili al post o delle fiam m e e dei m ost ri im post i dai vecchi
canoni. A Cori una giovane coppia fu m assacrat a negli anni novant a in circost anze inquiet ant i.
Quando bevo il Nero Buono non posso fare a m eno di pensare a quel borgo incant evole m a
brut alm ent e segnat o dal luogo com une del delit t o di provincia. Un vit igno esclusivo è il lat o
splendent e della luna di Cori, ed è un com pagno im pagabile per un bel piat t o di fusilli con
pom odoro, capperi e olive nere. St asera sarà il grande m om ent o, il rit orno alla sacrosant a verit à
del vino rosso, dopo quasi un m ese nel quale i bar e le enot eche m i sem bravano inopinat am ent e
vuot i, com e inut ili ruderi im possibilit at i ad accogliere la visit a dell'ospit e predilet t o. La biciclet t a
mi aiuta a prevenire l'eccesso di calorie in arrivo.
ML 57
musicletter.it
update n. 78
rubrica: sideways
Davant i al bar, sedut o su una sedia port at a fuori e m essa lì sul m arciapiede, un vecchio ( che
t ant o vecchio non è m a che la birra in eccesso ha reso t ale) m i fissa e m i riconosce. Ancora in
biciclet t a? Guarda che pure a m e hanno t olt o la pat ent e, m a m i hanno appena dat o un foglio
provvisorio perché le visit e legali sono t ut t e già program m at e fino a febbraio dell'anno prossim o.
Quindi l'ubriacone di mezza età viene premiato per essere andato tardi a prenotare la visita e può
fare danni fino all'anno prossim o senza passare alcuna visit a. Mica m ale la sanit à pubblica nel
Lazio! Riprendo la pedalat a, dal bar a casa c'è discesa e poi c'è un chilom et ro di pianura. È anche
il mese del Giro d'Italia, del quale mi ha stregato la tappa sull'Etna, montagna minacciosa che per
coccolart i sceglie il grigio scuro della cenere anziché il verde infinit o dei pascoli. Là m i at t ende un
vit igno che è una chim era da bere solo da quelle part i per om aggiare la t erra sicula e le sue
esplosioni di sole, un vit igno che ( com e l'Aglianico in Cam pania) si ciba di sole e di cenere e
rest it uisce il godim ent o della vit a prot et t o da bot t iglie che saprò, prim a o poi, recuperare. E' il
m it ico Nerello Mascalese, una di quelle cose che possono divent are il fine ult im o di una vacanza.
I l vulcano, com e un geloso padrone di casa, nasconde la propria t erra con la lava e la cenere per
poi trasformarla in qualcosa di unico e delizioso, qualcosa da gridare come il nome di una creatura
appena nat a. Su quelle pendici, così si narra, vive M a r ce llo Cu nsolo, leader degli indim ent icabili
Flor de M a l, i R.E.M. del Medit erraneo. Me lo im m agino che scende in cant ina, con il passo lent o
e pigro di chi è già nella st oria, per st appare una bot t iglia che renda gloria a una grigliat a
notturna all'aria aperta.
ML 5 8
musicletter.it
u pdate n. 78
framme nti di cinema rimosso: diciasettesima parte
L'AMORE IL POMERIGGIO
Un film di Eric Rohmer
Regia di Eric Rohmer
Barbet Schoroeder e Pierre Cottrel per Films du Losange
1972 (Francia)
di Nicola Pice
Frédéric vive a Parigi. È un professionist a benest ant e: felicem ent e sposat o con Hélène che
aspet t a
un
secondo
dell'incapacit à,
cioè,
figlio,
di
succube
approfit t are
del
delle
fascino
fem m inile
occasioni
di
e
della
seduzione
che
propria
il
indecisione,
caso
gli
offre.
Paradigm at ico, in quest o senso, divent a - nello svolgim ent o narrat ivo di L'am ore il pom eriggio l'incont ro con Chloé una ragazza spregiudicat a da cui si sent e m olt o at t rat t o ( non solo
sessualm ent e) m a che allont ana anche per la paura di com prom et t ere l'unione coniugale. Da
quest o m om ent o in poi il rapport o t ra Frédéric e Chloé sarà una successione di occasioni m ancat e
t ra il rincorrersi senza neppure t rovarsi e il desiderio di una part ouze am orosa in una sort a di
infruttuoso ed immaturo vagheggiare. E' Frédéric - terrorizzato all'idea di perdere Chloé non tanto
com e persona in sé quant o com e pot enziale ogget t o sedut t ivo - che per prim o rint raccia la
ragazza e le dà appuntamento per accompagnarla ad una festa a cui la giovane non si presenterà.
Ricom parsa dopo un periodo di assenza, Chloé invit a Frédéric a raggiungerla presso casa sua m a
quest a volt a sarà l'uom o a sot t rarsi per fuggire da Hélène, visibilm ent e com m ossa, con cui farà
l'am ore di pom eriggio.
L'am our l'après- midi
è il sest o ( ed ult im o) dei cont es m oraux di Eric
Rohm er e, al pari dei precedent i, ( in) segue l'int eriorit à m onologant e del prot agonist a per definire
i cont orni ( per l'aut ore, in verit à, abbast anza labili) di un'indagine sui sent im ent i um ani. I m odelli
rohm eriani appaiono evident i: le scherm aglie am orose, cost ruit e sulla brillant e vivacit à dialet t ica
dei prot agonist i, rim andano alla ( nobile) let t erat ura erot ica francese del XVI secolo di Pierre de
Ronsàrd e Mat hurin Régnier, persino alle novelle licenziose di Bonavent ure Des Périers
ant esignane del libert inaggio del '700, le incert ezze esist enziali che sfociano in uno st allo
psicologico ( e, dunque, in una sost anziale inanit à) invece, appart engono t ut t e all'uom o m oderno
del '900 e alla sua incapacit à di det erm inare il corso degli event i. Frédéric, infat t i, sem bra un
clone dell'Ulrich de L'uom o senza qualit à e, al pari del prot agonist a del rom anzo di Musil, non
m et t e in prat ica i suoi desideri m a li im m agina o, m eglio, li vive solt ant o nel flusso dei suoi
pensieri senza at t uarli m ai. Vit t im a delle donne che lo hanno sem pre st uzzicat o ( al pari della
m oglie che, alla fine del film , è esagerat am ent e com m ossa:
lo aveva, forse, t radit o in
precedenza?) , Frédéric è soprat t ut t o vit t im a di se st esso e di am bizioni erot iche che, causa un
evidente difetto di volontà, non è in grado di sostenere e intimamente sa essere irrealizzabili.
ML 5 9
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update n. 78
framme nti di cinema rimosso: diciassettesima parte
Le convenzioni borghesi sulla vit a ( regolare) di coppia accrescono nel prot agonist a un senso di
colpa che im pedisce ipso fact o che le pulsioni am orose possano concret arsi, sim bolo, dunque, per
Rohm er del falso t em pism o dei sent im ent i, della loro falsificabilit à e dell'im possibilit à di am are
nello st esso m om ent o e alla st essa m aniera e, quindi, dell'im possibilit à di am are liberam ent e se
non all'int erno di prefissat i schem i sociali in cui gli esseri um ani, com e fossero gabbie, si
rinchiudono. La pensosit à dei t em i t rat t at i avrebbero im post o a qualsiasi alt ro aut ore ( che non
fosse Rohm er) t oni ben più dram m at ici: il regist a francese, al cont rario, non rinuncia alle
caratteristiche peculiari di uno stile inimitabile, alla leggerezza di un tocco magistrale, ad un'ironia
raffinat issim a. La cost ruzione della m essa in scena è sobria, priva di orpelli ( al pari dei lim it at i
m ovim ent i di m acchina) e regolat a con un int reccio povero di azione a voler concent rare
l'at t enzione dello spet t at ore non solo sui dialoghi curat issim i m a, in part icolare, sul conflit t o
int eriore di Frédéric nei confront i di una sit uazione sent im ent ale inaspet t at a che si sovrappone a
quella m at rim oniale già in essere. I nolt re, coadiuvat o dalla lucida fot ografia di Nest or Alm endros,
Rohm er cont inua il suo lavoro sulla sim bologia del colore: il verde, espressione, nell'episodio
conclusivo dei cont es m oraux, della seduzione e riflesso delle cont raddizioni di Frédéric. I n una
sequenza del film afferm a di odiare quest o colore m a successivam ent e acquist erà un pullover
verde da un'avvenent e com m essa: m et afora esem plare delle incongruenze um ane e d'un
equilibrio
im possibile da raggiungere nei confront i dei quali,
evit ando qualsiasi
giudizio
moraleggiante, l'autore manifesta divertita e, forse, complice empatia.
ML 60
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framme nti di cinema rimosso: diciasettesima parte
IL FASCINO DISCRETO DELLA BORGHESIA
Un film di Luis Buñuel
Regia di Luis Buñuel
Serge Silberman per Greenwich Films/Jet Films/Dear Film
1972 (Francia- Spagna- Italia)
di Nicola Pice
Buñuel recupera - quarant anni dopo Un chien andalou e L'âge d'or - il surrealism o e lo riversa
addosso agli spet t at ori, m et t endo in scena il fascino o l orrore della borghesia, o m eglio il fascino
ed anche l orrore - ent ram bi sem pre discret i e sem pre present i - della bassezze di una classe
sociale che ha il pot ere m a non la felicit à. Ben rappresent at i dai personaggi di un am basciat ore
sudam ericano, di due coppie bene ( i Thévenot e i Senéchal) dedit e al t raffico di droga, di una
t errorist a, di una signora st ravagant e ( parent e dei Thévenot ) di un plot one di soldat i con il loro
colonnello e di alt ri m inori Non c'è alcun senso nella sarabanda orchestrata da Buñuel - o, forse,
ci sono m olt i significat i c è solo un caos incongruent e, il che è lo st esso. I n quest o film , però, il
senso non cont a. Vedrem o che cont a la m eccanica. Quest a bella e raffinat a accolit a vorrebbe
cenare ma non ci riesce perché una serie incredibile di contrattempi (secondo la logica surrealista:
illogica solo in apparenza, fort em ent e logica in realt à) im pedisce i gest i e lo svolgim ent o delle
sit uazioni proprio nel m om ent o culm inant e. I personaggi sem brano in arm onia m a non è poi così
vero se l arrivo di st rane incongrue figure ( m a perfet t am ent e consone all insiem e inverosim ile) un giardiniere, un vescovo, un ispet t ore di polizia - genera fast idio e t ensione e rinvii. Un invit o a
cena divent a vana ricerca di un rist orant e perché il rist orant e scelt o è st at o adibit o a camera
ardent e per il propriet ario da poco defunt o, una fest a è int errot t a dall arrivo di m ilit ari, un alt ra
cena si svolge su un palcoscenico davant i al pubblico e un alt ra ancora viene ferm at a dalla polizia
che arrest a t ut t i per cont rabbando di droga. Nient e di m ale perché si può sem pre ricom inciare fra
sogno e realt à. Sul finire com pare una st rada di cam pagna: eccoli prim a cam m inare poi correre
sem pre più svelt i. Sberleffo elegant e. Una pernacchia in puro st ile surrealist a com e s era det t o.
Buñuel sconvolge la successione t em porale, rifiut a la verosim iglianza e gioca sulla ripet izione
degli at t i m ancat i ( le due coppie che non riescono m ai a m angiare) ovvero cost ruisce il film sulla
m eccanica dei gest i int errot t i. Colloca i personaggi in sit uazioni riconducibili sì ai generi
t radizionali ( la com m edia, il cinem a polit ico, quello poliziesco, il vaudeville) m a in una dim ensione
onirica che lo spet t at ore non è in grado di separare dalla realt à narrat iva. Nonost ant e l eclissi di
senso, però, il film scorre fluidam ent e. Non appare st rano , non si percepiscono scart i che lo
interrompano. Ancora una volt a per Buñuel il bersaglio è la borghesia. Parassit aria, rit ualist ica,
m aneggiona, saccent e, nevrot izzat a. E quant o più è feroce la sat ira t ant o più il suo aut ore si
divert e e ci divert e ( è il m eccanism o della dist ruzione definit iva della verosim iglianza narrat iva ai
fini di un caust ico com m ent o sociale) . Quest o, in fondo, è il m ot ivo che rende I l fascino discret o
della borghesia uno dei film m igliori del regist a spagnolo: il paradosso, cioè, di un opera solo
all apparenza disim pegnat a ed assurda m a, invero, int risa di una rigorosa visione ant isist em a
del mondo.
ML 61
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update n. 78
framme nti di cinema rimosso: diciassettesima parte
CREPA PADRONE, TUTTO VA BENE
Un film di Jean- Luc Godard e Jean- Pierre Gorin
Regia di Jean- Luc Godard e Jean- Pierre Gorin
Amain Cioffier per Anouchka Films/Vicco Films/Empire Films
1972 (Francia- Italia)
di Nicola Pice
Senza dubbio alcuno, Jean- Luc Godard è st at o l aut ore più erm et ico ed int ellet t uale della nouvelle
vague ( probabilm ent e solo Alain Resnais della coeva rive gauche pot rebbe essere considerat o
alt ret t ant o cerebrale) m ost rando at t raverso un com plesso percorso l int ent o preciso di fare crit ica
film at a che punt asse dirit t o ad una cont est azione delle form e di base del cinem a, reinvent at e
( quasi punt ualm ent e) in ogni suo film . Già all inizio della sua produzione, il discorso narrat ivo
viene diluit o ( o elevat o) in un discorso più ast rat t o e crit ico, int essut o di aforism i e cit azioni, che
det erm ina una t ot ale dest rut t urazione del raccont o: pur avendo alla loro base, dunque, st orie di
genere, le opere di Godard sono soprat t ut t o congegni m et alinguist ici in cui l aut ore inserisce di
cont inuo rim andi int ert est uali t ra le varie discipline. Pot rem m o definire i film del regist a francese
saggi apert i e fram m ent at i in cui spregiudicat am ent e si m escolano analisi sociologiche, t esi
polit iche e provocazioni est et iche ( st upefacent i dal punt o di vist a visivo, infat t i, sono le
innovazioni alla sint assi cinem at ografica di quest o aut ore) . Dopo gli
Karina
( dal
cognom e
della
sua
prim a
m oglie,
anche
anni Cahiers
at t rice- feticcio)
-
e gli
anni
secondo
una
periodizzazione dello st esso regist a e, dunque, quella più appropriat a essendo l opera di quest o
regista catalogata in maniera differente dalle varie correnti critiche - si erano aperti per Godard gli
anni Mao , gli anni dell im pegno m ilit ant e nella sinist ra ext raparlam ent are in cui l anarchia visiva
era m essa al servizio di idee polit iche rivoluzionarie con procedim ent i m et acinem at ografici ancor
più esibit i e con la t endenza a ut ilizzare gli schem i del cinéma- vérité.
bene
Crepa padrone, t ut t o va
( 1972) si inserisce con nat urale coerenza ( anche se sono passat i cinque anni e alt ri t re
film ) in quella fase film ica che era iniziat a con La Cinese del 1967 opera, a sua volt a, pilast ro
d una pent alogia sulla Francia e i francesi apert asi con
I l m aschio e la fem m ina
del 1966 e
conclusasi con Weekend ( sem pre nel 1967) . Siam o a Parigi: la giornalist a am ericana Susan e il
regist a pubblicit ario Jacques ent rano in una fabbrica di salum i, occupat a dagli operai, per
docum ent are la vicenda. Ost eggiat i dagli occupant i perché rit enut i om ologhi ai padroni, est ranei
non gradit i, i due vagano per la fabbrica ed ent rano in crisi com e coppia a causa della convivenza
forzat a con il m ondo del lavoro. Che senso ha la loro vit a insiem e? Susan non è più in grado di
t rovare la m aniera m igliore per spiegare al pubblico i suoi report age e Jacques ripercorrere con
m alinconia le t appe della sua carriera da regist a dal m aggio del 68 alla pubblicit à.
ML 62
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update n. 78
framme nti di cinema rimosso: diciassettesima parte
L azione si spost a in un superm ercat o dove irrom pe un gruppo di est rem ist i che saccheggiano gli
scaffali e m et t ono le m erci a disposizione di t ut t i. Arrivano i poliziot t i che bast onano i
saccheggiat ori e saccheggiano a loro volt a.
Crepa padrone, t ut t o va bene
è pura crit ica
godardiana alle ist it uzioni borghesi: dopo le t ensioni sociali sfociat e nella crisi generale del 68,
l aut ore, infat t i, è in prim a fila nella lot t a per una radicale t rasform azione sociale e polit ica e il suo
cinema diventa strumento della rivoluzione. Anche in questa circostanza, però, Godard (affiancato
nella regia dal filosofo, giornalist a e crit ico Jean Pierre Gorin) si t iene ben lont ano dalla linearit à
del cinem a t radizionale e m escola le cart e e i t em i t rat t at i dando vit a ad un originale esperim ent o
linguist ico in cui la vis ant isist em a va a braccet t o con lo spirit o pedagogico e in cui l avanguardia
non rinuncia alla spet t acolarizzazione visiva. Prevalent e, di cert o, è la rappresent azione della
degenerazione della societ à capit alist ica e della sua brut alit à repressiva nei confront i della part e
più debole ed indifesa del sist em a produt t ivo ( da cui la necessit à d un cam biam ent o repent ino in
senso egalit ario/ collet t ivist ico) m a l aut ore, fedele ad uno spirit o che non ha dim ent icat o
l anarchia delle origini, non rinuncia a m ost rare anche alcune
personali
perplessit à sulla
realizzazione effet t iva d una palingenesi sociale a part ire dalle cont raddizioni proprie al
fare
cinem a . Prim a dello svolgim ent o dell opera, ci viene m ost rat o com e si produce concret am ent e un
film - le m acchine da noleggiare, gli at t ori da scrit t urare, gli assegni da firm are - m et afora st essa
della difficolt à di educare le m asse con uno st rum ent o che, per la sua st essa nat ura, è
st ret t am ent e dipendent e da m eccanism i econom ici che replicano le logiche del sist em a
capit alist ico. Quando il film è com inciat o, invece, ci viene m ost rat a la fabbrica ricost ruit a in
st udio, ripresa front alm ent e con gli am bient i allineat i su due piani, in spaccat o com e se ci
trovassimo in una scenografia teatrale. Infatti si parla molto alla stregua di una pièce teatrale e ci
si confida di t ut t o fino a che em erge l inaut ent icit à st essa dei rapport i um ani
capit ale
al t em po del
Ça va sans dire. L aspet t o form ale dell opera è di raffinat a eleganza e quest o rende
Crepa padrone, t ut t o va bene
uno dei film più accessibili di Godard: colori m orbidi, scene
brillant i e funzionali, effet t i fot ografici com plessi, recit azione ispirat a di at t ori fam osi ( Jane Fonda,
Yves Mont and) e due lunghissim i st raordinari piani- sequenza di pregevole fat t ura ( lo spaccat o
della fabbrica e il saccheggio del superm arket ) . Tra declam azioni m oraleggiant i, ent usiasm i e
provocazioni quest opera rende giust izia, dunque, ad un aut ore nella pienezza dei propri m ezzi
espressivi.
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