Avv. Danilo Desiderio UCRAINA Cenni su aspetti

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Avv. Danilo Desiderio UCRAINA Cenni su aspetti
1 UCRAINA
Cenni su aspetti doganali e contrattuali
L’Ucraina ha avviato negli ultimi anni una decisa politica di liberalizzazione del commercio con
l'estero, in prospettiva dell’adesione all’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC), avvenuta
lo scorso 16 maggio 2008, dopo ben 14 anni di negoziati1. L’adesione a tale Organismo ha inoltre
comportato un’intensa opera di adattamento della legislazione interna alla normativa sostanziale
dell’Organizzazione, non solo con riferimento alla materia doganale e commerciale in senso stretto,
ma anche per quanto riguarda la tutela della proprietà intellettuale ed industriale, abbattimento delle
barriere non tariffarie2, libera concorrenza, investimenti esteri e più in generale, maggiore
trasparenza del sistema giuridico.
Un Accordo di Partenariato e Cooperazione (APC) entrato in vigore nel 1998, il quale costituisce
la base per le relazioni politiche, economiche e culturali tra la Comunità europea e l’Ucraina, ha
determinato un’ulteriore spinta all’avvicinamento della legislazione in materia commerciale ed
economica ucraina a quella in vigore nell’UE3.
Ne deriva che il quadro giuridico del Paese è in continuo mutamento (oltre che vago, dati gli ampi
spazi di interpretazione delle norme giuridiche, aspetto che offre ai funzionari pubblici ampie
possibilità di corruzione) e ciò rende difficile programmare investimenti a medio-lungo termine.
Procedure doganali
La normativa doganale del paese è racchiusa principalmente in un Codice Doganale, entrato in
vigore il 1° Gennaio 2004, il quale ha adattato la normativa previgente ai parametri fissati
dall’OMC4. Ai sensi del nuovo Codice, agli operatori ucraini è consentito di svolgere liberamente
attività commerciali con l’estero senza che sia necessario possedere una particolare autorizzazione
da parte delle autorità pubbliche. Tuttavia, per l'importazione e/o l'esportazione di alcuni prodotti è
ancora richiesta una licenza speciale rilasciata dal Ministero dell'Economia e dell'Integrazione
Europea. Le aziende ucraine che effettuano operazioni di import/export devono inoltre essere
accreditate presso l'ufficio doganale competente per il luogo dove è situata la loro sede legale.
Le merci che varcano la frontiera ucraina devono essere dichiarate all’autorità doganale
dall'importatore o da un suo intermediario (spedizioniere doganale/customs broker) da questi
incaricato. La dichiarazione va effettuata su un apposito formulario, il quale è simile al modello
DAU (Documento Amministrativo Unico) in uso nell’Unione Europea (vedasi la figura alla pagina
successiva).
Una particolarità che contraddistingue le esportazioni in Ucraina è data dal fatto che le autorità
doganali ucraine richiedono l’originale della bolletta doganale di esportazione DAU (esemplare
EX/A), munito di visto uscire dal territorio della UE, in quanto sono frequenti nel Paese i casi di
sottofatturazione e di indicazione nella dichiarazione di importazione di un valore delle merci
inferiore a quello reale. Essendo infatti questo valore considerato come la base imponibile sulla
quale avverrà l’applicazione dei dazi e degli altri diritti gravanti sulle merci, si tende a dichiarare un
importo inferiore per ridurre l’impatto della fiscalità doganale.
1
Il governo della Repubblica di Ucraina ha fatto domanda di adesione all'Accordo che istituisce l'Organizzazione
mondiale del commercio (OMC), a norma dell'articolo XII dello stesso in data 20 novembre 1993.
2
Per “barriere non tariffarie” si intende ogni legge, disposizione o normativa nazionale che sia in grado di ostacolare o
semplicemente limitare la libera circolazione di merci e servizi.
3
Uno degli obiettivi principali dell’APC UE-Ucraina è quello della promozione del commercio e degli investimenti,
così come quello dello sviluppo di buone relazioni economiche tra le Parti contraenti dell’Accordo.
4
Per ulteriori dettagli sulla normativa doganale ucraina: http://www.ukrchicago.com/tem/Trade/customs_control.htm
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2 L’Ucraina inoltre ha assunto l’impegno di applicare le disposizioni dell'OMC relative alla
valutazione in dogana in seguito all'adesione a tale organizzazione, accettando di non ricorrere ad
alcun modulo di riferimento, prezzi minimi o calendari fissi di valutazione per le importazioni. I
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3 metodi di valutazione sono quindi conformi a quelli previsti dall'accordo OMC sull'attuazione
dell'articolo VII GATT (1994).
Il valore, ai fini doganali, ai sensi dell’articolo 259 del Codice Doganale ucraino è definito come il
valore indicato dal dichiarante (si tratta di solito di quello riportato nella fattura di acquisto, cd.
“valore di transazione”) o determinato dalle dogane in base a criteri di determinazione alternativi a
quello del valore di transazione.
In genere i tempi di sdoganamento delle merci sono piuttosto lunghi. Anche avvalendosi
dell’assistenza di un buono spedizioniere doganale, i ritardi nell’ottenimento delle stesse sono
piuttosto frequenti, a causa delle percentuali ancora elevate di verifiche fisiche e dell’alto grado di
burocratizzazione dell’amministrazione doganale. Tuttavia, dall’entrata in vigore del nuovo Codice
Doganale ci si attende una significativa semplificazione delle procedure di sdoganamento, ed in
particolare dei ritardi che ancora caratterizzano lo svincolo delle merci importate.
I livelli daziari, questi sono soggetti a variazioni piuttosto frequenti. Relativamente ai prodotti
industriali l’aliquota daziaria media è del 4,91%, ma è previsto un ulteriore abbattimento nei
prossimi anni, mentre per i prodotti agricoli la media dei dazi si colloca intorno all'11,05%, con le
aliquote più elevate che riguardano l’olio di semi di girasole (30%) e lo zucchero (50%).
La tariffa doganale ucraina comprende più di 11.000 voci, la maggior parte delle quali è soggetta a
dazi ad valorem, mentre una percentuale minima (circa il 6%) viene colpita da dazi specifici o
misti5. Questi ultimi, in particolare, si applicano soprattutto ai prodotti agricoli importati, in specie a
quelli che fanno concorrenza a beni prodotti all’interno del Paese.
Per quanto attiene alla classificazione doganale delle merci, l'Ucraina adotta l'Ukranian
Classification of Foreign Economic Activities (UCFEA), il quale si basa sul Sistema Armonizzato
(SA)6. Il Paese inoltre, ha aderito alla Convenzione Internazionale per l'Armonizzazione della
Descrizione delle Merci e dei Sistemi di Codifica.
Per quanto riguarda le importazioni nella Comunità europea di merci ucraine, con l’ingresso del
Paese nell’OMC sono venute a cadere le ultime limitazioni. Le importazioni di taluni prodotti in
acciaio ad esempio, le quali sono state fino ad oggi regolamentate da un accordo bilaterale che
assoggettava a contingenti quantitativi7 il loro ingresso nell’UE, sono ora liberalizzate. Tale accordo
infatti perderà ogni efficacia a seguito del recentissimo ingresso dell’Ucraina nell’OMC. Per quanto
riguarda il tessile-abbigliamento invece, un accordo bilaterale sottoscritto lo scorso 22 dicembre
2005 tra la Comunità Europea e l’Ucraina, ha abolito le ultime restrizioni sul commercio di tali
beni8.
5
I dazi “ad valorem” vengono così detti perché sono commisurati al valore delle merci. Essi sono espressi in ragione di
un’aliquota percentuale. I dazi specifici sono caratterizzati dal fatto che colpiscono con un’aliquota fissa una certa unità
di misura del bene importato (es. peso, volume, numero) a prescindere dal valore del bene stesso. Essi sono pertanto
costituiti da un importo fisso riferito all’unità di misura considerata (es. “X” euro per ogni Kg.). I dazi misti, infine, si
basano su una modalità di calcolo che è in parte commisurata al valore delle merci ed in parte ad un componente
specifica.
6
Il SA, basato sulla “Convenzione Internazionale sul Sistema di designazione e codificazione delle merci” (o
“Convenzione SA”), costituisce il sistema di classificazione delle merci più diffuso al mondo. Esso consiste in una
codifica numerica a 6 cifre, la quale è distinta in voci, sottovoci e relative ripartizioni, completate da note e premesse
per ciascuna sezione e capitolo in cui si articola, nonché da regole generali per l’interpretazione che ne guidano
l’utilizzazione.
7
Vedasi la Decisione del Consiglio del 30 maggio 2007 relativa alla conclusione dell’accordo tra la Comunità europea
e il governo dell’Ucraina sul commercio di determinati prodotti di acciaio (in GUUE serie L 178 del 6.7.2007)
8
Gli elementi principali dell’accordo possono essere così riassunti: (i) Ucraina e UE continueranno ad applicare i livelli
tariffari attualmente in vigore che non possono eccedere del 4% per i filati, del 8% per i tessuti e del 12% per
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4 Nel settore dei servizi, l'Ucraina assicura la piena concorrenza tra fornitori nazionali e stranieri in
praticamente tutti i settori e sottosettori. I prestatori di servizi stranieri non sono infatti soggetti ad
alcun trattamento discriminatorio o restrizione, anche nei comparti chiave di tale settore (es. servizi
professionali, di telecomunicazione, di distribuzione, trasporto, servizi nei settori ambientali,
turistico, delle costruzioni, servizi finanziari), fatta eccezione per i servizi assicurativi, dove
permangono delle limitazioni alla fornitura transfrontaliera degli stessi (il Paese tuttavia si è
impegnato a consentire l’apertura di filiali dirette a compagnie di assicurazioni estere a partire dal
5° anno successivo alla sua adesione all’OMC).
Infine, per quanto riguarda le bevande alcoliche, l'Ucraina ha di recente modificato la propria
legislazione per rimuovere l'imposizione di accise discriminatorie su quelle importate.
L’importazione di tali prodotti, così come quella del tabacco, può inoltre avvenire solo attraverso
degli uffici doganali espressamente indicati (es. porti di Sevastopol, Mariupole Ilichevsk).
L’importazione di molti prodotti è soggetta a licenza di importazione (le liste delle merci
interessate sono definite annualmente dal Consiglio dei Ministri)9, e la competenza al relativo
rilascio spetta al Ministero dell’Economia e dell'Integrazione Europea, salvo casi di beni particolari
(es. il Ministero per gli Affari Interni è responsabile per il rilascio di licenze per l'importazione di
fucili da caccia). Il Governo esercita inoltre uno stretto controllo e limita l'importazione di armi,
narcotici, sostanze chimiche e farmaceutiche e di alcuni prodotti per le telecomunicazioni.
In genere la licenza viene concessa automaticamente all’atto della richiesta, salvo che per alcuni
beni particolari, in relazione ai quali è necessaria una specifica approvazione preventiva da parte
dell’organo amministrativo competente a seconda della tipologia di prodotto che si desidera
importare. Il Paese sta tuttavia rapidamente modificando la propria legislazione in materia di licenze
per renderla maggiormente conforme alle norme dell'OMC, ed in particolare all'Accordo relativo
alle procedure in materia di licenze d'importazione10.
Per quanto riguarda le esportazioni, esistono alcune categorie di beni che richiedono, per poter
essere spedite al di fuori del territorio ucraino, la previa registrazione dell’esportatore presso il
l’abbigliamento; (ii) non vi saranno più restrizioni quantitative o specifici requisiti di licenza per l’importazione ed
esportazione; (iii) entrambe le parti si asterranno dall’adottare misure non tariffarie che possano ostacolare il commercio
di tali prodotti; (iv) l’accordo prevede una clausola di sospensione dei benefici nel caso di non rispetto dell’accordo
stesso
9
Licenze di importazione sono ad esempio richieste per prodotti fitochimici, bolli postali, contrassegni di stato, carte
filigranate per uso statale, sostanze in grado di danneggiare l'ozonosfera o prodotti che contengano tali sostanze, ed altri
prodotti che rappresentino un pericolo per la natura, per l'uomo o per la sicurezza nazionale.
10
L'accordo che istituisce l'Organizzazione mondiale del commercio comporta diversi allegati contenenti gli accordi
dell'OMC. L'allegato 1A contiene gli accordi multilaterali sugli scambi di merci. Si tratta di: a) l’accordo generale sulle
tariffe doganali e sul commercio 1994 («GATT 1994»), che comprende il GATT 1947; b) l’accordo sull'agricoltura; c)
l’accordo sull'applicazione delle misure sanitarie e fitosanitarie; d) l’accordo sui tessili e sull'abbigliamento; e) accordo
sugli ostacoli tecnici agli scambi; f) accordo sulle misure relative agli investimenti che incidono sugli scambi
commerciali; g) accordo relativo alle misure antidumping; h) accordo relativo alla valutazione in dogana; i) accordo
sulle ispezioni pre-imbarco; l) accordo relativo alle regole in materia di origine; m) accordo relativo alle procedure in
materia di licenze d'importazione; n) accordo sulle sovvenzioni e sulle misure compensative; o) accordo sulle misure di
salvaguardia. L'allegato 1B dell'accordo dell'OMC contiene invece l'accordo generale sugli scambi di servizi (GATS),
mentre l'allegato 1C l'accordo sugli aspetti dei diritti di proprietà intellettuale attinenti al commercio (TRIPS), compreso
il commercio delle merci contraffatte. L'allegato 2 comprende l'intesa sulle norme e sulle procedure che disciplinano la
risoluzione delle controversie, mentre l'allegato 3 riguarda il meccanismo di esame delle politiche commerciali
dell'OMC. L'allegato 4, infine, riguarda accordi commerciali plurilaterali (accordo sul commercio di aeromobili civili
ed accordo sugli appalti pubblici). In tale allegato erano infine ricompresi altri due accordi internazionali: quello sui
prodotti lattiero-caseari e quello sulle carni bovine, entrambi abrogati alla fine del 1997.
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5 Ministero dell'Economia e dell'Integrazione Europea. Rientrano fra tali beni tutte le merci
sottoposte a licenza (e/o a forme di contingentamento, ove previste), l’ambra, i metalli e le pietre
preziose, determinati metalli e prodotti tessili (se esportati verso l'Europa o gli Stati Uniti), i rottami
ferrosi, il manganese ferro-siliceo, le sostanze che sono in grado di danneggiare l'ozonosfera od i
prodotti contenenti tali sostanze. Disposizioni di controllo particolari vigono in relazione
all'esportazione di forniture militari e altri attrezzi multiuso.
Infine, fermo restando che nel paese vige il principio per cui i prezzi per merci destinate
all'esportazione non debbono essere inferiori a quelli del mercato mondiale, il Ministero
dell'Economia e dell'Integrazione Europea ha il potere di fissare i prezzi minimi all'esportazione
per determinate categorie di beni come metalli ferrosi e non, manganese ferro-siliceo, bestiame e
pelli, semi di girasole, ecc.
Analogamente a tutti i paesi dell'ex Unione sovietica, anche in Ucraina numerosi prodotti sono
soggetti a certificazione obbligatoria11. La certificazione più importante viene denominata
"UkrSEPRO" e può essere rilasciata da un qualunque organismo accreditato dal
“DerzhSpozhyvStandard” (Comitato di Stato per la Regolazione Tecnica e la Politica del
Consumatore), principale autorità di standardizzazione e certificazione di Stato. A tale certificato
possono inoltre aggiungersi, se richiesto, altre certificazioni propedeutiche come le “Conclusioni
Igienico-Sanitarie”, alle quali sono soggette numerosi prodotti, quali quelli destinati alla persona
(es. abbigliamento e calzature), prodotti dell'industria meccanica, prodotti elettrici ed elettronici;
strumenti di controllo e di misurazione, attrezzature mediche, prodotti agricoli ed alimentari,
prodotti dell'industria leggera e prodotti di lavorazione delle materie prime e legno, gli imballaggi, i
prodotti pirotecnici ed i preparati veterinari biologici. Si avverte tuttavia che tale elenco è soggetto a
continue variazioni, per cui si consiglia di informarsi di volta in volta, prima di procedere
all’esportazione dei propri prodotti nel Paese. A seconda del tipo di prodotto e dalla procedura
applicabile, il processo di certificazione può richiedere dai 3 giorni ad 1 mese. Sia l’UkrSEPRO che
le Conclusioni sanitarie vanno allegate, in originale o in copia autenticata, alla dichiarazione
doganale.
Marchio UkrSEPRO
La certificazione UkrSEPRO, in particolare, mira ad accertare che i prodotti in questione siano
conformi agli standard nazionali del Paese e prevede diverse modalità di certificazione applicabili,
le quali variano a seconda della tipologia di prodotto e del sistema organizzativo implementato
dall'azienda richiedente. Le modalità principali sono: a) per singolo prodotto oppure b) per gruppi
di prodotti. In quest’ultimo caso, il periodo di validità del certificato (il quale può variare da un
minimo di 1 ad un massimo di 5 anni) dipende dallo schema di certificazione utilizzato, ossia dal
tipo di analisi ed ispezioni al quale il richiedente accetta di sottoporsi (es. analisi documentale,
ispezione dei locali in cui avviene la produzione da parte di ispettori specializzati ucraini al fine di
accertare la qualità del processo produttivo, ecc.). In genere il costo e la difficoltà nell’ottenimento
11
La lista dei prodotti soggetti a requisiti di certificazione obbligatoria può essere consultata sul sito internet del
Comitato di Stato per la Regolazione Tecnica e la politica del Consumatore (http://www.dssu.gov.ua/control/en/index).
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6 di tali certificazioni è proporzionale alla durata della validità delle stesse. La certificazione
UkrSEPRO può essere infine anche volontaria, ossia può essere richiesta anche in relazione a
prodotti che non figurano nella lista dei prodotti soggetti a certificazione obbligatoria.
La domanda va redatta su un apposito modello che corrisponde a quello riportato nella figura in
basso, allegandovi la documentazione richiesta dall’ente certificatore al quale ci si rivolge12.
12
Tra questi vi è il Gruppo CERT-Centre (http://www.cert-centre.com/html/group_it.htm) e le società QSA s.r.l.
(www.qsatech.com) e MarketTCI Consultancy (www.e-marketci.it).
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7 Esempio di certificato UkrSEPRO
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8 L’Ucraina dispone sia di organismi privati di certificazione, i quali operano a scopo di lucro e si
occupano principalmente di verifica della conformità ai regolamenti tecnici, che di organismi di
certificazione affiliati ad agenzie statali, ai quali si fa in genere ricorso per verificare la conformità
alle misure sanitarie e fitosanitarie. Alcune agenzie di certificazione operano con scarso o nessun
coordinamento con altri organismi ucraini che eseguono test simili. Molti prodotti richiedono
certificazioni multiple da parte di agenzie diverse, con autorità locali, regionali e municipali che
spesso richiedono documentazione aggiuntiva oltre a quella pretesa dagli organismi centrali.
Secondo quanto riportato dalle imprese straniere che operano nel Paese, esisterebbero numerose
certificazioni e procedure di licenza che impediscono l’accesso al mercato ucraino. Spesso i
funzionari pubblici che si occupano del rilascio delle licenze richiedono alle imprese di fornire
documentazione non obbligatoriamente richiesta o ne ritardano volutamente il rilascio, al fine di
indurre queste ultime a offrire delle tangenti per velocizzare l’espletamento delle relative pratiche.
A partire dal 13 settembre 2007, l’Ucraina ha ridotto il numero di prodotti soggetti a certificazione
obbligatoria. Come conseguenza del suo accesso all’OMC inoltre, l’Ucraina dovrà applicare tali
requisiti obbligatori solo in conformità son le disposizioni dell’OMC, assicurando che tali misure
non vadano oltre l’obiettivo, legittimo, della tutela di interessi collettivi interni quali la salute e la
sicurezza pubblica, l’ambiente, ecc) e non si tratti di pure misure restrittive del commercio.
L’Ucraina applica una vasta gamma di misure sanitarie e fitosanitarie (SPS) le quali limitano le
importazioni di numerosi prodotti agricoli provenienti dall’estero, fra i quali carni di maiale, di
manzo, e di pollo. I processi di certificazione e di approvazione sono lunghi, costosi e caratterizzati
da una serie di duplicazioni di passaggi e di competenze13. Negli ultimi anni, l’Ucraina ha adottato
una serie di emendamenti a diverse leggi e regolamenti per rendere il quadro legislativo e
regolamentare nazionale maggiormente conforme ai requisiti dell’Accordo OMC sull'applicazione
delle misure sanitarie e fitosanitarie.
Le merci importate possono essere depositate, in sospensione di pagamento di dazi e/o tasse,
all’interno di depositi doganali, sotto la sorveglianza delle autorità doganali, per un periodo
massimo di tre anni, mentre le merci destinate all'esportazione, possono essere depositate in tali
depositi per un periodo massimo di tre mesi, in attesa della loro esportazione definitiva. I depositi
doganali si distinguono in due tipi:
•
pubblici (a disposizione di tutti coloro che fanno richiesta di deposito delle loro merci);
•
privati (i quali possono essere utilizzati esclusivamente per l’immagazzinamento delle
merci appartenenti al proprietario/gestore del deposito);
Possono inoltre occuparsi della gestione dei depositi doganali sia le autorità doganali stesse che
soggetti privati. In quest’ultimo caso, questi devono richiedere il rilascio di un’apposita licenza al
Servizio Doganale Statale dell'Ucraina.
La normativa vigente in Ucraina non prevede disposizioni particolari riguardo l'etichettatura delle
merci importate, tranne nel caso dei prodotti alimentari. Questi ultimi infatti debbono recare
etichette in lingua Ucraina contenenti una serie di informazioni sul produttore, sugli ingredienti, e
sulla data di scadenza ai fini dei controlli di qualità.
Per determinate categorie di merci, come ad esempio i prodotti esplosivi, è previsto l’obbligo di
applicazione di particolari etichette adesive che ne segnalano la pericolosità, mentre altre, come ad
13
Ad esempio si sovrappongono spesso gli interventi del servizio veterinario, sanitario e del Comitato di Stato per la
Regolazione Tecnica e la politica del Consumatore, sebbene alcuni emendamenti approvati nel maggio 2007 alla legge
sugli “Standard, regolamenti tecnici e procedure di valutazione della conformità” abbiano leggermente migliorato la
situazione.
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9 esempio i materiali elettrici, devono recare informazioni di natura tecnica circa la frequenza ed il
voltaggio.
Forme tipiche di investimento nel Paese
La fonte normativa principale per la costituzione di un’entità giuridica in Ucraina è costituita dal
Codice Civile. Le forme societarie sono analoghe a quelle in uso in Italia. Gli investimenti stranieri
in territorio ucraino possono tuttavia essere effettuati solo tramite una società di capitali, che può
assumere la forma giuridica di società a responsabilità limitata oppure di società per azioni, che a
sua volta può essere “aperta” o “chiusa”, a seconda che i soci possano o meno cedere le azioni da
essi possedute senza il consenso degli altri azionisti. La cessione delle quote vincolata al consenso
degli altri soci rappresenta una caratteristica comune anche alle società a responsabilità limitata.
La normativa delle società per azioni di tipo “chiuso” prevede l’obbligo del consenso degli altri soci
per l’alienazione delle azioni, sebbene una recente sentenza della Corte Costituzionale (2005) abbia
reso, di fatto, possibile la libera cessione delle azioni anche per questo tipo di società.
Il capitale sociale della società per azioni deve essere pari ad almeno 437.500 Grivna (UAH),
equivalenti a circa € 68.000, integralmente sottoscritto e versato al momento della costituzione della
società. Nella società per azioni possono di tipo aperto il capitale sociale viene sottoscritto mediante
pubblica sottoscrizione. L’emissione di azioni, sia nelle società di tipo aperto che di tipo chiuso, è
soggetta ad obbligo di registrazione presso la Commissione Titoli ed alla Borsa Valori.
Nel caso della società a responsabilità limitata, invece, il capitale sociale minimo ammonta a
35.000 UAH (equivalenti a circa € 5.500), di cui almeno il 50% va versato al momento della
costituzione e la rimanente parte entro un anno dalla data di costituzione.
Gli organi deliberativi (denominati “assemblea dei soci” per la società per azioni od “assemblea dei
fondatori” per la società a responsabilità limitata), si occupano della nomina dell’organo
amministrativo della società. Nel caso della società per azioni la nomina può essere delegata al
consiglio di sorveglianza, la cui costituzione è obbligatoria nelle società per azioni con almeno 50
soci. In entrambe le tipologie di società è inoltre presente un organo di controllo interno, detto
“comitato di revisione”.
Rispetto alla società per azioni, la quale è soggetta a maggiori obblighi ed a vigilanza (es. obbligo di
pubblicazione del bilancio e di una relazione sull’attività svolta, obbligo di affidare i compiti di
revisione contabile ad un revisore esterno, ecc.), la società a responsabilità limitata non è soggetta
ad obblighi particolari, salvo quello di assolvere agli obblighi fiscali.
In entrambe le tipologie societarie la responsabilità dei soci è limitata al valore del capitale
conferito nella società e corrispondente alle azioni o quote possedute.
La costituzione della società a responsabilità limitata richiede l’assolvimento di una serie di
procedure burocratiche che vanno da: a) la registrazione del nome della società (costo 34 UAH;
tempi medi 3 giorni); b) versamento del capitale sociale (se in denaro, presso un conto corrente
bancario temporaneo, se in natura, i beni non devono obbligatoriamente essere oggetto di perizia,
anche se questa è sempre consigliabile); c) registrazione degli investimenti realizzati presso il
Ministero dell’Economia (costo: 340 UAH; tempi medi: 3-5 giorni); d) sottoscrizione dello statuto
sociale presso un notaio (costo approssimativo: 300 UAH); e) registrazione della società presso il
Registro di Stato (Costo: 170 UAH: tempi medi: da 5 a 7 giorni); f) registrazione della società
presso l’ufficio delle imposte, il centro per l’impiego e 3 diversi enti previdenziali (tempo
necessario: 7 giorni).
Rispetto alla s.r.l., la società per azioni prevede l’ulteriore necessità di procedere alla registrazione
delle azioni al momento dell’emissione (e della loro eventuale vendita).
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10 L’amministrazione è sostanzialmente eguale per entrambe le tipologie societarie: l’organo
amministrativo (tipicamente un amministratore unico per la società a responsabilità limitata od il
consiglio di amministrazione per la società per azioni), può decidere su ogni aspetto riguardante la
gestione della società, salvo che per alcune materie riservate all’assemblea, quali ad es. modifiche
statutarie; approvazione del bilancio, della relazione dell’organo di revisione, decisione in merito
alla distribuzione di dividendi o alla copertura delle perdite, creazione, riorganizzazione e
liquidazione di sedi secondarie e filiali, messa in liquidazione della società, nomina o revoca
dell’organo amministrativo14). L'assemblea può, inoltre, decidere con una propria risoluzione di
trasferire parte delle proprie attribuzioni all’organo amministrativo.
All’amministratore unico o al presidente del consiglio di amministrazione spetta infine il potere di
rappresentanza della società, eventualmente limitato secondo quanto previsto dallo statuto. E’
possibile il conferimento di deleghe anche ad altri membri del consiglio di amministrazione.
Nella pratica, è piuttosto comune riscontrare negli statuti societari limitazioni ai poteri concessi
all’organo amministrativo, con riferimento in particolare alla possibilità di concludere contratti o
disporre dei beni sociali fino alla somma massima indicata nei patti sociali.
Un ulteriore organo della società è il capo contabile, i cui compiti principali consistono nella tenuta
della contabilità (sia ai fini della preparazione del bilancio che ai fini fiscali) e nella preparazione e
dell’invio delle dichiarazioni dovute nei confronti delle autorità di controllo statali (fiscali e
previdenziali). Quest’ultimo è nominato dall’organo amministrativo, salvo diversa disposizione
statutaria. Nel caso delle società a responsabilità limitata può trattarsi di soggetto esterno alla
società, mentre le società di maggiori dimensioni preferiscono conferire tale incarico ad una persona
facente parte dell’organico.
A differenza della società per azioni, la società a responsabilità limitata è assoggettata ad una
regolamentazione più snella e necessita di minor tempo per la registrazione. Altra caratteristica
particolare è data dal fatto che ciascun socio può revocare il proprio conferimento in qualsiasi
momento dando un avviso di 3 mesi agli altri. Per questo motivo si tratta della forma giuridica che
viene utilizzata nella maggior parte dei casi, sia che si tratti di investimenti diretti (100% del
capitale apportato dall’investitore straniero), che di joint ventures.
Le società straniere possono in alternativa costituire sul territorio ucraino succursali ed uffici di
rappresentanza. Non è invece possibile la costituzione di filiali (branch) di società straniere. Un
ufficio di rappresentanza non costituisce un’entità giuridica separata dalla società madre che l’ha
costituito, per cui la responsabilità del suo operato cade in capo alla società straniera rappresentata.
Il limite principale dell’utilizzo di questa forma di presenza nel Paese è costituito dal fatto che essa
non può svolgere attività di tipo commerciale, ma unicamente di carattere promozionale e di
marketing, occupandosi di raccolta di informazioni, di negoziazione (ma non anche della
conclusione) di contratti e fornendo assistenza nella relativa esecuzione. Dal punto di vista fiscale,
le norme interne che regolano l’attività degli uffici di rappresentanza sono ampiamente in linea con
quelle esistenti negli altri Paesi. Numerosi studi legali stranieri e società di servizi operano sotto
questa forma.
Per costituire un ufficio di rappresentanza occorre eseguire una serie di registrazioni presso il
Ministero dell’Economia, il Dipartimento di Statistica, le autorità fiscali e vari fondi sociali e
pensionistici. Una volta registrato, allo stesso è consentito di aprire un conto corrente in valuta
locale e/o in valuta straniera presso una banca ucraina.
14
Questa competenza tuttavia, nel caso delle società per azioni, può essere trasferita al consiglio di sorveglianza.
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11 Per costituire una determinate entità giuridica in Ucraina il locale registro statale, le autorità fiscali,
l’ufficio statistico e veri fondi pensionistici e sociali. E’ pure richiesta l’apertura di un conto
bancario e l’adempimento di una serie di altre formalità amministrative.
Contratto di agenzia
L’Ucraina ha recentemente introdotto nel proprio ordinamento una serie di disposizioni specifiche,
alcune delle quali a carattere imperativo (le quali cioè si applicano anche se le parti stabiliscono
diversamente), le quali si applicano ai contratti di agenzia e di distribuzione. Tali disposizioni sono
contenute nel Capitolo 31 del Codice di Commercio. In particolare, l’art. 297 del Codice dispone
che il contratto di agenzia deve determinare i diritti e gli obblighi delle parti, le condizioni e
l’ammontare delle provvigioni da corrispondere all’agente, le penali applicabili in caso di
violazione del contratto ed altre disposizioni necessarie concordate dalle parti. Nessun accenno
viene invece fatto circa la possibilità che l’agente abbia diritto ad un’indennità di fine rapporto o di
clientela al termine del contratto, come avviene in Italia15. Di conseguenza conviene, per questa
tipologia di rapporti, che si applichi la normativa ucraina, sebbene la disposizione sopra richiamata
ammetta in linea di principio la possibilità che le parti (preponente ed agente) negozino
l’inserimento di una clausola che prevede il diritto a ricevere un’indennità di fine rapporto a
conclusione del contratto. Si avverte tuttavia che anche riguardo a tale ambito, la legislazione
ucraina è in continua evoluzione, per cui il suddetto obbligo di corresponsione di un’indennità di
fine rapporto/clientela potrebbe essere introdotto a breve.
Il franchising rappresenta una forma di distribuzione che si sta affermando sempre più in Ucraina.
Secondo gli ultimi dati forniti dall’Associazione Ucraina per il Franchising16 infatti, esisterebbero
nel Paese più di 300 catene di franchising e circa 20.000 outlets gestiti secondo tale forma. Il
relativo contratto, introdotto di recente nella legislazione interna, è regolato dal Capitolo 36 del
Codice di Commercio e dal Capitolo 76 del Codice civile. Il termine correntemente utilizzato dalla
legislazione ucraina è di “contratto di concessione commerciale”. Esso in particolare viene definito
come quel contratto in base al quale una parte (franchisor) concede all’altra parte (franchisee), per
un termine determinato oppure a tempo indeterminato, il diritto di avvalersi, nello svolgimento
dell’attività imprenditoriale, del complesso del know-how e dei segni distintivi che appartengono al
franchisor. Il franchisee, da parte sua, si impegna a osservare le condizioni di loro utilizzo ed a
pagare al franchisor la royalty definita nel contratto17.
Sistema giudiziario ucraino e modalità di risoluzione controversie
Il sistema giudiziario ucraino prevede una Corte Costituzionale, la quale si occupa
dell’interpretazione della Costituzione e delle leggi interne, ed un sistema di corti di giurisdizione
generale. Queste ultime sono divise in Tribunali generali, che si occupano delle questioni civili,
penali ed amministrative, e Tribunali commerciali specializzati, i quali si occupano di
controversie commerciali, fallimenti e di questioni di concorrenza. Sia le giurisdizioni generali che
quelle speciali si articolano sul territorio in più gradi di giudizio, ed in particolare in tribunali
15
A seguito dell’entrata in vigore del D.L. 303/91, il quale ha modificato il testo dell’art. 1751 c.c. recependo la
Direttiva CEE n. 86/96, l’agente ha diritto ad una indennità, cosiddetta “indennità europea”, che è stabilita nella misura
massima pari alla media annuale delle provvigioni percepite nell’ultimo quinquennio, ma solo nel caso in cui: l’agente
abbia incrementato la clientela o gli affari con i clienti esistenti; la ditta riceva ancora vantaggi dall’attività dallo stesso
svolta; il pagamento dell’indennità risulti equo tenuto conto delle circostanze del caso e in particolare delle provvigioni
che l’agente perde.
16
www.franchising.org.ua/eng
17
Per ulteriori informazioni sul contratto di franchising in Ucraina, vedasi: http://www.hg.org/article.asp?id=5050
Avv. Danilo Desiderio
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12 regionali/locali e Corti di Appello18. La Corte Suprema, nell’ambito del sistema delle Corti di
giurisdizione generale, rappresenta l’organo giudiziario più importante.
Sebbene l’ordinamento ucraino ammetta la possibilità che i contraenti si avvalgano dell’arbitrato
(ossia di giudici privati) quale forma alternativa di risoluzione delle controversie o che venga
investito un giudice straniero della stessa tramite apposita clausole di deroga del foro competente, le
sentenze stranieri sono assai difficili da rendere esecutive nel Paese. Il riconoscimento e
l’esecuzione dei lodi arbitrali internazionali è tuttavia più facile, grazie all’adesione del Paese alla
Convenzione di New York (1958) sull’arbitrato19.
La procedura per il riconoscimento delle sentenze di Tribunali stranieri è in particolare regolata
dalla Sezione 8 del codice di procedura civile. In base alle disposizioni codicistiche, una sentenza
emessa da un Tribunale straniero è riconosciuta e portata ad esecuzione in Ucraina se tale
riconoscimento ed esecuzione sono previsti da Trattati internazionali, o su basa su accordi ad-hoc
di mutuo riconoscimento delle sentenze con altri Stati stranieri. L’Italia al momento non dispone di
alcun accordo con l’Ucraina sul mutuo riconoscimento delle sentenze.
18
La legge di ordinamento giudiziario del giugno 2002 prevede 4 livelli di corti: Tribunali locali, Corti d’Appello, Corti
di Cassazione e la Corte Suprema. La legge in questione ha previsto anche la creazione di un sistema separato di
tribunali amministrativi, sebbene questo non sia al momento ancora stato implementato. A partire dal 2005 ha avviato la
sua attività il Supremo Tribunale Amministrativo ed è stato emanato un Codice delle procedure amministrative (entrato
in vigore il 1° settembre 2005), il quale regola l’organizzazione e le modalità di funzionamento dei Tribunali
amministrativi.
19
Il
testo
della
Convenzione
è
disponibile
al
seguente
indirizzo:
http://www.tedioli.com/Convenzione_New_York_arbitrato.pdf. Avv. Danilo Desiderio
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