MISSIONE DI STRADA A VENEZIA, MESTRE E
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MISSIONE DI STRADA A VENEZIA, MESTRE E
MISSIONE DI STRADA A VENEZIA, MESTRE E MARGHERA INSIEME a NUOVI ORIZZONTI E AGLI EVANGELIZZATORI DI VENEZIA La missione, voluta dal Patriarca di Venezia e organizzata dagli evangelizzatori di Venezia, in collaborazione con Nuovi Orizzonti e Missione Belém, si è aperta il 26 ottobre con la Messa di mandato presieduta dal Patriarca Francesco Moraglia e si è conclusa il 1 novembre, solennità di tutti i Santi. Questa missione è stata un’esperienza di abbandono umile e fiducioso alla volontà di Dio perché in molte occasioni, quando l’umanità arriva al limite, è venuta in nostro aiuto la grazia. Eravamo 100 evangelizzatori con la felpa bianca e la scritta: “E GOIA SIA!” che evangelizzavano per le calli di Venezia. Nella S.Messa di mandato, il Patriarca è stato con noi e durante l’ omelia ha sottolineato l’importanza della preghiera che deve sempre precedere l’ evangelizzazione. “L’evangelizzatore - ha detto - è colui che ha un rapporto profondo con Dio, il Signore è essenziale per lui. L’ evangelizzatore è colui che è consapevole anche di essere rifiutato come Gesù Crocifisso che ha ricevuto bestemmie, insulti, … Gesù salva anche chi lo bestemmia. Siamo chiamati a donare pace mettendo in conto il rifiuto anche frequente. Questo è il nostro contributo all’evangelizzazione. La gioia non è il frutto che tutto va bene ma è la percezione della fiducia che Gesù è la nostra gioia”. Per info: MARIA 0968-1950739 Dopo la comunione, il patriarca ci ha imposto le mani su ciascun evangelizzatore invocando lo Spirito Santo. Al termine della Santa Messa , il Patriarca ha fatto la foto ricordo indossando la felpa della missione di Venezia, mostrando di sentirsi come uno di noi, di evangelizzare con noi. Prima di terminare la Santa Messa, Don Antonio ha precisato che oltre a Nuovi Orizzonti, in questa missione era presente anche la Missione Belèm e l’ha presentata descrivendo la nostra specificità che è l’evangelizzazione dei più poveri, fino a dormire con loro sui marciapiedi e a mangiare con loro. I primi tre giorni abbiamo potuto fare missione di strada a Mestre secondo il nostro carisma e si sono unite a noi due ragazze e un ragazzo di Nuovi Orizzonti, desiderosi di fare esperienza di evangelizzazione con noi. Da mercoledì a venerdì invece, ci siamo uniti a Nuovi Orizzonti e agli Evangelizzatori di Venezia per evangelizzare in comunione con loro. Il primo giorno è stato bellissimo: siamo andati al SERT di Mestre e lì abbiamo incontrato molti ragazzi schiavi del metadone, molto sofferenti e soli, che ogni mattina immancabilmente, devono presentarsi per fare la terapia. Mi ha colpito subito un ragazzo di nome S. Era giovanissimo ma aveva occhi così tristi e spenti che la sua sofferenza penetrava in fondo al cuore. Abbiamo fatto amicizia e con semplicità e naturalezza ci siamo seduti accanto a lui, cercando di offrire il nostro ascolto e il nostro amore. Il suo linguaggio era abbastanza colorito, talvolta provocatorio ma non ci abbiamo fatto caso. Abbiamo parlato di Dio e ci ha fatto varie domande: non riusciva a capire come mai persone che potevano avere una casa, un letto e una vita normale, lasciassero tutto per vivere sulla strada. Questo non gli quadrava, tuttavia ha apprezzato il nostro stare con lui quella mattina. Un suo amico che ha ascoltato il nostro dialogo nel momento in cui spiegavo il nostro modo di vivere ci ha detto: “Voi date la vita per gli altri, siete dei modelli” Dopo aver parlato con loro, abbiamo incrociato J. e la sua ragazza. Era già passato nella nostra casa di Lamezia e si ricordava di noi. Non era riuscito a rimanervi a causa dell’astinenza. Ad un certo punto, dopo aver preso il metadone di allontana per qualche minuto per poi tornare là nuovamente. Nel tornare, guardandomi fisso negli occhi mi ha detto: “Stamattina tu mi hai visto; non solo, mi hai guardato che è molto di più”. Poi rivolgendosi alla sua ragazza le ha detto: “è bello stare con loro perché non hanno maschere, sono loro stessi”. La sua ragazza era piena di piercing e ci osservava un po’ da lontano ma era come se fosse interessata. Mi sono diretta verso di lei e non mi aspettavo tanta apertura di cuore da parte sua. La sua situazione familiare è molto difficile e a causa della malattia dei genitori che hanno perso la fede entrambi. Lei è credente però il metadone la incatena al SERT. La maggior parte di loro riconosce di essere stato ingannato quando hanno iniziato a drogarsi: la semplice voglia di provare li sta portando a consumarsi ogni giorno di più e sono giovanissimi. Quando abbiamo parlato della gioia e di Gesù mi ha detto così: “Io credo in Gesù perché se ci sono persone come voi piene di gioia in volto, vuol dire che Gesù c’è e vorrei anch’io provare questa gioia” Quel giorno abbiamo incontrato i fratelli anche alla sera durante la lode in stazione e poi, alcuni di noi sono andati a Marghera per vedere come era la situazione. La nostra intenzione era di tornarci la sera successiva. Mentre passavamo in macchina per vedere dove lavoravano le ragazze di strada e se c’erano i trans, ci siamo accorti sin dal primo giro che c’era un uomo seduto sul marciapiede tutto ripiegato su se stesso ma immobile. La seconda volta era ancora lì e non si muoveva. Abbiamo pensato subito che avesse usato qualcosa. Infatti anche dopo aver provato a chiamarlo e a scuoterlo, abbiamo notato che non riusciva a tenere su la testa, perdeva le bave dalla bocca, anche i piedi non erano stabili. Non ce l’avrebbe fatta a venire con noi, così abbiamo chiamato il 118 e se lo sono portati via. Probabilmente il Signore ci ha ispirati e ci ha portato lì solo per lui. In questa occasione è successo anche un episodio simpatico con la polizia che era di ronda. Non avevano notato l’uomo in difficoltà ma la nostra auto parcheggiata momentaneamente in una via scura. Pensavano fossimo ladri perché con le pile hanno iniziato a guardare un edificio vicino per accertarsi che non fossero state forzate le serrature. Abbiamo dovuto correre là per dare spiegazioni, così abbiamo avuto modo di farci conoscere e spiegare che cosa stava succedendo. Quella sera, tornati a Mestre, siamo andati a dormire sui cartoni, sul sagrato di una chiesa, di fronte alla quale, per tutta la notte, si assisteva ad un via vai di persone che venivano a lasciare e a ritirare le bustine di droga. Il secondo giorno è stato il più bello e il più intenso di tutta la missione. E’ stato il più bello per gli incontri che abbiamo fatto, per la grazia del Signore che era presente, era vivo con noi e in noi e operava per mezzo di noi. E’ stato intensissimo perché dopo aver fatto il diario in cerchio al mattino, abbiamo evangelizzato di nuovo al SERT, poi alla mensa dei cappuccini, poi a Venezia abbiamo partecipato alla “Luce nella notte”, per poi tornare a Mestre per la lode in stazione. Dopo la lode siamo andati a Marghera in via fratelli Bandiera per evangelizzare le ragazze che si prostituiscono. Abbiamo finito alle 2 del mattino. Al mattino al SERT abbiamo incontrato J. giovanissimo ma distrutto. Faceva uso di psicofarmaci, metadone e alcool. Una di noi gli ha fatto da mamma per due giorni, cercando di spronarlo a lasciare l’alcool. C’era anche riuscita, grazie anche alla preghiera che abbiamo fatto per lui quel mattino. Durante il giorno non ha voluto restare con noi e la sera un litigio con il padre l’ha fatto ripiombare nell’alcool. Vedendo la sua nuova “mamma” si è vergognato tanto e le ha raccontato quanto stava male. La maggior parte di loro desiderava uscire ma Lamezia Terme è lontana e non se la sentivano di allontanarsi troppo dal SERT. Per questo non abbiamo avuto fratelli che sono venuti da noi. Tuttavia, evangelizzando insieme a Nuovi Orizzonti, e avendo loro una casa a Trento, abbiamo dovuto indirizzare i fratelli là. A mezzogiorno siamo andati nella mensa dei cappuccini per mangiare con i fratelli e fare famiglia con loro. Questo è infatti l’intuito di pranzare con loro. Sedersi allo stesso tavolo e dialogare è fare famiglia, fare unità, occasione propizia per evangelizzare, come faceva Gesù quando sedeva a mensa con i farisei e i pubblicani. Dopo un momento di adorazione per ricaricarci, siamo partiti per Venezia per la “luce nella notte”. Sono entrate in chiesa brasiliani, francesi, tedeschi, spagnoli, cinesi, austriaci, italiani, … e l’inglese era la lingua che faceva da ponte. Al termine della “luce nella notte”, eravamo stanchissime: personalmente pensavo a come sarei arrivata a sera dato che mi aspettava ancora un’ora di lode e annuncio in stazione e alcune ore di pastorale con le ragazze di strada. Chiesi forza a Gesù. A partire da quel momento, don Antonio di San Cassiano (VE) si è unito a noi per partecipare alla lode in stazione e alla pastorale di Marghera. Appena arrivati in stazione, ho visto una scena particolarissima. Ho raggiunto il punto stabilito e mi sono voltata indietro per fare cenno ai fratelli di avvicinarsi. Con mia grande sorpresa, ho visto una processione di fratelli di strada che si stavano avvicinando e mi si è allargato il cuore. Una ragazza di Nuovi Orizzonti che era con noi ha descritto così la scena: “Alla lode della seconda sera i poveri ci sono venuti incontro da soli, sembravano degli zombi usciti dalle tombe.”. (Federica) Erano venuti anche altri membri della pastorale di strada che durante il giorno non potevano essere con noi a causa degli impegni di lavoro. Abbiamo iniziato a cantare, a lodare il Signore e ad annunciare la sua Parola. Poi, un fratello della casa Nazareth ha dato la sua testimonianza. E’ stata molto forte soprattutto perché esattamente un anno fa lui si trovava in quella stazione ad ascoltare il nostro annuncio e aveva deciso di venire a Lamezia con noi. Ora dopo un anno, si ritrovava a parlare ai suoi amici, rendendo testimonianza dell’amore di Dio che ha cambiato la sua vita. Tutti i fratelli lo hanno ascoltato con attenzione e interesse facendo cenni col capo, di tanto in tanto. Poi, abbiamo pregato su di loro e sono stati colmati dalla potenza dello Spirito Santo. La gioia era tanta che non smettevamo di cantare e danzare assieme a loro. Poi, ci siamo spostati a Marghera ma già la stanchezza e la debolezza erano andate via. Una gioia grande abitava i nostri cuori e volevamo portarla anche alle donne di strada. A Marghera faceva più freddo che a Mestre. Un vento freddo passava sulla schiena ma subito diventava piccolo quando vedevamo le donne seminude sul marciapiede. Anche loro sentivano freddo e anche Gesù sentiva freddo in loro. Il nostro freddo era il loro e il loro era il freddo di Gesù. Abbiamo incontrato queste sorelle, le abbiamo ascoltate ed abbracciate. Le abbiamo guardate diversamente dagli altri, interessati ad arrivare al cuore e non a fermarci al corpo come fanno tutti. Alcune si sono aperte, altre erano un po’ impazienti perché la polizia passava spesso e i clienti erano pochi. Federica commenta così questa pastorale: “E’ stato molto forte stare per strada: Marghera per me è stato come scendere all’inferno; mi sono sentita barbona, prostituta, trans”. (Federica – Nuovi Orizzonti) Eravamo senza bagno dalla domenica pomeriggio, così dal mercoledì pomeriggio, ci siamo trasferiti a Venezia raggiungendo gli altri evangelizzatori. Le ragazze di Nuovi Orizzonti che si erano unite a noi, hanno fatto un esperienza radicalissima e molto forte: per la prima volta hanno dormito sulla strada, hanno vissuto senza un momento di privacy, senza cellulare, soldi, certezze, … Durante una condivisione davanti a tutti i 100 evangelizzatori hanno commentato così la missione con noi: “i poveri insegnano tantissimo. Un loro sorriso vale più dei sorrisi che ci facciamo tra di noi perché non loro hanno nulla ma hanno tutto”. L’ultimo giorno pieno di missione sono stata inviata al SERT di Venezia, assieme ad una ragazza di Nuovi Orizzonti. Là ho conosciuto due fratelli di strada, amici fra loro con la birra in mano, davanti ad una barca. Uno diceva all’altro: “Queste sono belle persone che si ricordano di noi e vengono a trovarci. Mi sento come in ospedale: ero malato e siete venuti a trovarmi” Per me sono state parole molto forti che mi hanno fatto ricordare come i fratelli siano per noi Gesù vivo e sofferente. Uno dei due parlava molto ed era difficile cercare ci parlare di Gesù. C’è stato un momento in cui non riuscivo più a contenermi e prima all’uno poi all’altro ho parlato dell’amore di Dio, abbiamo letto la Parola del giorno che diceva che niente e nessuno al mondo può separarci dall’amore di Dio in Cristo Gesù (Rm 8,31-39). Ha accettato la preghiera e ha invocato su di lui lo Spirito Santo perché avesse la forza di ricominciare una vota nuova. Desideravo che anche l’altro suo amico lo ricevesse ma parlava così tanto che era molto difficile che ascoltasse. Mentre parlava continuavo a pregare interiormente il rosario finchè il momento opportuno venne. Accolse la Da li fino all’adorazione del pomeriggio ebbi molti insegnamenti, grazie ai consigli di sorella Maria Cidinha e grazie alla preghiera, che mi hanno portato poi in cappella a scrivere questa preghiera: “Signore Grazie” Oggi ho scoperto un dono meraviglioso, ho visto dove Tu preferisci passare le Tue giornate. Ho capito che per vivere secondo la Tua Parola devo imparare da fratelli di strada, dalla loro umiltà, dalla loro purezza di cuore, nonostante abbiano desideri carnali o materiali come il denaro e il cibo, ma è il minimo che gli serve per vivere, perdonali. Ho capito che il mio cammino lo devo fare pian piano, come pian piano devo distaccarmi dalle mie certezze materiali e dai miei pregiudizi. Grazie a sorella Maria Cidinha che mi ha fatto capire che non devo farmi prendere dalle emozioni e lasciare tutto anche perché oggi sennò avrei preso e mi sarei ridotto come loro, ma non so quanto sarei durato. So ora che stavo andando contro la mia e Tua volontà, invece devo affidarmi a Te e farmi guidare nel mio cammino affinché possa scoprire passo dopo passo, ciò che hai disegnato per la mia vita. Hai spiegato che la sofferenza serve ma è sbagliata se ci fa rimanere fermi, perché le scelte che si fanno devono solo riempirti di gioia e amore e non farti soffrire. Insegnami Signore a guardare dentro i cuori di questi fratelli, perché hanno dati che pochi hanno e so che sono graditi a Te. Grazie Signore perché mi hai fatto sentire che sono importante per il tuo disegno, che sono un piccolo tassello del puzzle che non può mancare. Mi impegnerò a non deluderti Signore. Mi hai aperto gli occhi facendomi capire quanto è bello e semplice vivere in comunione con i fratelli, se io mi affido completamente a Te. Mi hai dato la convinzione che la povertà e la semplicità sono due valori importanti per seguirti, fondamentali. Quindi Signore, ti prego affinché io faccia tesoro di questi insegnamenti e che non me li perda per strada. Grazie mio Signore. preghiera con grande umiltà, con gli occhi chiusi e con l’intenzione vera di ricevere questo dono. Dopo la preghiera mi ha abbracciata e mi ha raccontato la ferita più grande della sua vita. Cercavo di aiutarlo ma proprio in quel momento passò il proprietario della barca che rivendicava la sua proprietà. Il fratello l’aveva rimessa a posto con l’intimo desiderio di donarla al fratello che si trova in carcere e che uscirà tra quasi 10 anni. Già sognava il fiocco e la scritta da metterci perché fosse contento. Quasi sicuramente non era sua ma di fronte a quella scena e ai due che litigavano non potevo starmene ferma. Così mi sono diretta decisamente dal proprietario della barca. L’ho invitato a riflettere sul fatto che lui una casa e una vita dignitosa ce l’aveva, mentre il fratello no. Aveva risistemato la barca che si trovava in uno stato pietoso e l’aveva resa bella per regalarla al fratello. L’ho invitato a rinunciare alla sua barca per far felice quel fratello. Non so come andrà finire questa vicenda però so che non riuscivo a tacere. Alla fine, il fratello spostò la barca da un’altra parte così il proprietario non avrebbe dovuto pagare la tassa annuale per il posteggio. Non avrei mai fatto una cosa simile in passato, ma la forza che Gesù dà in certi momenti è straordinaria. Dev’essere stato con questa forza che i martiri sono riusciti ad affrontare il martirio! Il pomeriggio, per altre tre ore, siamo usciti ad invitare chiunque incontravamo alla “Luce nella notte”. La sera infatti era la notte di Halloween e Venezia era piena di mostri, streghe, molti giovani che si ubriacavano, turisti di tutti i credo: da rastafarian ad atei dichiarati, che mi prendevano in giro al vedere il mio abbigliamento … molti al solo vedermi non mi stavano nemmeno ad ascoltare. Così ho preferito stare davanti a Gesù e intercedere per i giovani evangelizzatori che sicuramente erano più adatti di me ad attirare a Gesù queste persone. Entrarono in chiesa persone di tutti i tipi e nazionalità: portavano la loro preghiera davanti a Gesù e rimanevano a fissarLo. Alcuni si sono anche confessati. Siamo stati in chiesa fino alle 2 del mattino e abbiamo dormito alle 3. Quante persone quella notte stavano offendendo Gesù. Quanto piccolo era il nostro contributo quella sera … quanta gente Spero che questa piccola testimonianza possa sciogliere qualche cuore ed aprirlo all’amore che Dio dona a noi. Non smetterò mai di ripetere che se noi ci abbandoniamo a Dio, ci svuotiamo completamente dai mille pensieri che abbiamo nella nostra capacità e ci facciamo pervadere da Lui, vedremo miracoli, capiremo che pensa a tutto Lui. Noi dobbiamo solo dire il nostro si, tutte le difficoltà, tutte le preoccupazioni che dobbiamo affrontare, in Lui. Tutto si cancella e si ridisegna e suo piacimento. Grazie ragazzi di Belem avete fatto da ponte per scoprire le meraviglie del Signore! avrebbe ferito Gesù senza saperlo, solo per moda, per fare quello che fanno tutti. Quanti peccati in quella notte! Ma il cristiano fa la differenza. Veramente eravamo una piccola luce accesa nelle tenebre dei cuori! Tornando indietro, nelle calli di Venezia, c’erano bottiglie vuote di vino e birra, sangue, … il prezzo che pagano i figli delle tenebre che non sanno di essere figli di Dio. preghiamo, invochiamo lo Spirito Santo, c'è una grande unità..ce Gesù tra noi...e si sente forte...poi propongo a Nicola: senti, perché non ci appostiamo qui e aspettiamo la nostra amica? infatti abbiamo fatto così e siamo riusciti a pregare con lei ..e le abbiamo lasciato un rosario! e' stato bello! Testimonianza di Federica Grazie Gesu' per tutto “Tutto inizia con il desiderio di conoscervi e quindi fare una esperienza insieme. Parto con un sacco azzurro dell'hera, visto che vi ho raggiunto il giorno dopo e non avevo un sacco nero, ma quel sacco, per me, fin da subito, è stato uno strumento di spoliazione di me stessa, di disgregazione interiore, al punto che mi sono sentita davvero una povera, una ragazza di strada, un trans, poi mi chiedevo... ma perchè sto facendo tutto questo? non ho bisogno di girare con un sacco di plastica, sono qui per la missione, che c'entra fare sta esperienza? perchè devo girare con questo sacco? Poi mi sono abbandonata ......sapevo che dovevo starci, così ci siamo diretti prima alla stazione di Mestre , per fare la pastorale, cioè un momento di lode , di canti, di danze, di preghiera, di invocazione allo Spirito Santo ... di preghiera di intercessione per le persone di strada presenti li, finendo con cibi che mi hanno ricordato le nozze di Cana, lì il vino buono arriva alla fine, infatti i commensali si stupiscono, e dicono: ma come? in genere all'inizio della festa c’è il vino buono ... poi alla fine quello meno buono ... e qui si è verificato lo stesso, prima c'erano panini, poi sono arrivati primi , arrosto, patate , pollo!!!!!!!!!! Appena arrivati in stazione, un popolo di "zombi" di morti ... cominciano a uscire dalle loro tombe, e iniziano ad aggregarsi , fare cerchio intorno a noi, non si capiva da dove fossero usciti ... e iniziano, contenti, a ballare a gioire. Dopo c’è una testimonianza di un ragazzo della comunità Missione Belèm, e scatta l 'invito, per chi vuole, di partire coi missionari e andare a vivere con loro. Dopo ci spostiamo nel quartiere più malfamato di Mestre in 8 persone, arrivati io e Nicola andiamo in direzione dei trans, li cerchiamo , ma non li troviamo, stranamente quella sera non c'era nessuno. Ad un certo punto vediamo un trans entrare in una macchina, e ci diciamo, ma guarda per un secondo il maligno si è preso il nostro amico....poi lo vediamo ritornare e allora ci diciamo: questa volta lo fermiamo....invece , come un fulmine, arriva una seconda auto e scompare nella strada ......sono scesa all'inferno...questo posto è un inferno, buio, macchine che vanno piano cercando chi caricare, capannoni industriali squallidi....ma noi li!!! LA LUCE HA TRIONFATO, COME SEMPRE! Testimonianza di Ivan Parto dal dire che la mia esperienza con Gesù è iniziata da non più di tre settimane, ovvero da quando sono entrato a Piglio (FR). Ho avuto una forte chiamata a seguirlo in questa comunità Nuovi Orizzonti, quest’estate, quando sono andato a fare un campo di lavoro a Belluno. Quindi, se mi sentirete cosi euforico e ricco di emozioni è perché sono innamorato di Lui. Forse perché l’ho riscoperto da poco o forse perché mi sto dando tanto a Lui, comunque sono tre settimane che sto passando pieno di gioia. Le mie intenzioni quando sono arrivato a Piglio erano di iniziare ad imparare e guarire il mio cuore, troppo freddo e troppo corrotto, ma dopo nemmeno una settimana di comunità mi dicono di partire in missione a Venezia. Le mie prime incertezze furono: “Vado ad annunciare, e provare esperienze che ancora non sono pronto a fare, e non sono per niente pronto ad affrontarle. Ma, senza pensarci più di tanto, parto. Era il Signore che mi continuava ad assistere, cosi mi sono ritrovato a vivere i primi giorni di missione in piena serenità, comunione e preghiera. Poi, durante la condivisione sento la missionaria Maria Cidinha che racconta la realtà di Missione Belem; non so perché ma mi viene istintivamente di alzare subito la mano e provare questa esperienza, sentivo che era la cosa più giusta che potevo fare. Cosi dopo un piccolo colloquio con i missionari Belem, in cui mi spiegano in cosa consisteva la missione di strada, senza scoraggiarmi, ma anzi sempre più convito di farla, ci ritroviamo la mattina dopo, nell’atrio e partiamo per Mestre armati di scacchi neri e di volontà di Dio. Il primo impatto non fu cosi scioccante né dal punto di vista della condizioni in cui giravamo né dai fratelli di strada che incontravamo, ma la preghiera per fortuna era costante, e mi chiedevo tra me e me, “Signore cosa vuoi dirmi, perché finora non sto provando niente, non riesco a cogliere nessun insegnamento”, da li al giorno dopo però tutto si è rivoluzionato. La prima lode con i fratelli e gli incontri che ho fatto il giorno dopo, hanno sconvolto la mia esistenza e mi hanno dato tantissimo e insegnato più di quanto avessi imparato negli ultimi tre anni. Il sorriso di quei giorni era cosi puro, cosi forte che ti spezzava tutte le ossa, valeva quanto mille sorrisi messi insieme perché era raro e veniva dalle labbra che erano abituate solo a soffrire; era forte, sentivo la comunione profonda tra tutti noi, la presenza