L`antico patto tra la musica e Satana

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L`antico patto tra la musica e Satana
L'antico patto tra la musica e Satana
di Alessandro Peroni
Non solo le donne, l’ amore, i sentimenti positivi hanno guidato nei diversi secoli i musicisti nelle
loro creazioni. L’ispirazione è venuta in molti casi dal dolore, dalla sconfitta, addirittura dal timore,
dalla paura, dall’angoscia. Non stupisce, dunque, se ripercorrendo la storia della musica ci si
imbatte spesso nella figura del diavolo, presente in incarnazioni diverse, accomunate però da una
profonda inquietudine e dalla confluenza tra una grande energia e il desiderio di distruzione.
Quando Mefistofile canta
Arrigo Boito, che sarà il librettista degli ultimi capolavori di Verdi, dedicò a Mefistofele nel 1868
testo e musica di un'opera intera, tratta dal Faust di Goethe. Il diavolo di Boito è, come il suo
autore, un bravo seguace della scapigliatura, nonché un convinto nichilista, come pare fosse il
giovane Arrigo. In un'aria assai ardua, Mefistofele canta il suo credo: “Son lo Spirito che nega /
Sempre, tutto; l'astro, il fior. / Il mio ghigno e la mia bega / Turban gli ozi al Creator. / Voglio il
Nulla e del Creato / la ruina universal. Qualcuno pensa che Boito fosse, all'epoca della
composizione dell'opera, un fedele seguace di Satana, ma quel che è certo è che egli aveva una
particolare simpatia per il suo personaggio, visto che intitolò la sua opera al Tentatore anziché
al tradizionale Faust. Il Romanticismo, si sa, ebbe un particolare affetto per Lucifero e colleghi: a
parte le diverse versioni di Faust (le opere di Berlioz, Bertin, Gounod, la sinfonia di Liszt), esseri
demoniaci trovarono spazio in numerose composizioni, basti pensare a Una notte su Monte Calvo di
Musorgskij o alla Danza macabra di Saint-Saëns.
Il Violino del Diavolo…
Non solo ispiratore, il Maligno in qualche caso viene descritto come capace di dettare direttamente
la sua musica. Il violinista e compositore Giuseppe Tartini (1692-1770) narrava che una notte gli
era apparso in sogno il diavolo: questi, imbracciato il violino, aveva eseguito una sonata così
originale e così meravigliosamente eseguita, con così tanta maestria e intelligenza che invano
l'autore tentò di trascriverla così come l'aveva sentita. Nacque in questo modo la celebre sonata Il
trillo del diavolo, che rappresenta una delle prime espressioni del demonismo musicale. Il violino
rimase così, per un paio di secoli, lo strumento preferito da Satana. Anche il grande Paganini fu
coinvolto: la sua tecnica era così perfetta, che fu più volte accusato di avere commerci con il
Maligno, tanto da essere soprannominato “il violino del diavolo”.
La stagione del rock
Alla metà del XX secolo, Satana fu invece associato alla chitarra, il satanismo musicale passò dai
virtuosismi dell'archetto all'energia del rock! Quando uscì Heartbreak Hotel, nel 1956,alcuni
giornali conservatori denunciarono subito che c'era qualcosa di “osceno e demoniaco” nel modo di
muovere il bacino di Elvis Presley, e che la sua musica “portava alla perdizione le donne,
esponendole al richiamo dei più bestiali e peggiori istinti di Satana”. Il rock era diventato
la musica del diavolo. Alla fine degli anni Sessanta si disse che “Helter Skelter” dei Beatles aveva
ispirato gli omicidi della setta di Charles Manson, mentre “Sympathy for the Devil “ dei Rolling
Stones avrebbe eccitato le bande di Hells Angels fino al punto di far loro compiere violenze
inaudite durante il festival di Altamont, culminate con il barbaro assassinio di un giovane. Ma fu poi
tutta colpa della musica? Improbabile. Gli autori, chiamati in causa dai tribunali, furono giudicati
estranei ai fatti. Quei tragici eventi, e tutti gli altri orrori commessi negli anni a venire dalle
cosiddette sette sataniste, sono solo il frutto della follia degli uomini. Il Diavolo fu preso a modello,
nei testi e nelle iconografie, da vari gruppi rock, primi e insuperati i Black Sabbath di Ozzy
Osbourne e, a seguire, molti altre band, in particolare della corrente Black Metal. Dalla fine degli
anni Sessanta ad oggi, Satana è stato così protagonista di centinaia di canzoni: la parola devil è
presente in 330 titoli, senza contare le varie declinazioni Demon, Satan, Lucifer, Hell, ecc., o le
pure e semplici citazioni all'interno dei brani.
L'accordo diabolico
Il frequente richiamo musicale al diavolo ha basi psicologiche e simboliche, ma non si deve
dimenticare anche un elemento tecnico. Già gli antichi teorici musicali avevano individuato la
presenza del Maligno in un ben preciso intervallo, il tritono, ossia quello composto da tre toni esatti,
come fra le note Fa e Si: “Fa contra Si est diabolus in musica” dicevano. Senza questo accordo
dissonante, non avremmo avuto tanta meravigliosa musica: pensiamo solo alle armonie del jazz. Il
diavolo è dunque, musicalmente, il segno della infrazione, della irregolarità, della possibilità di
stupire e creare.
Approfondire
R. Crollo (a cura di), La musica del diavolo: il diavolo nella musica: psicoanalisi e musica. Atti del
II convegno su Psicoanalisi e musica, Cremona 9 ottobre 1999, Moretti & Vitali, Bergamo, 2000.
M. De Angelis, Diabolus in musica: lingua e pensiero nella musica tra sacro e profano, Le Lettere,
Firenze, 2001.
W. Ashbrook, G. Guccini, Mefistofele di Arrigo Boito, Ricordi, Milano, 1998.
A. Pavanello, Il Trillo del diavolo di Giuseppe Tartini nell'edizione di Jean Baptiste Cartier,
in Recercare, 11, 1999.
E. Careri, Tartini o il trillo del diavolo: produzione e consumo dell'opera tartiniana nel XX secolo,
in Tartini “Maestro delle nazioni” e la vita culturale delle cittadine del Litorale tra i secoli XVI e
XVIII: atti del Convegno internazionale del 7 e 8 aprile 2001 in Pirano, a cura di Metoda Kokole,
Ljubljana, Znanstvenoraziskovalni center SAZU, Zalozba ZRC, 2002.