Su un erbario del XVII secolo conservato presso il Museo Regionale

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Su un erbario del XVII secolo conservato presso il Museo Regionale
Quad. Bot. Amb. Appl., 22 (2011): 51-73.
Su un erbario del XVII secolo conservato presso il Museo Regionale di Messina:
Stato di conservazione e proposte per il recupero e la salvaguardia
G. Licandro1, F. Amato1 & G. Domina2
1
Dipartimento STEBICEF / Sezione di Botanica ed Ecologia vegetale, Università di Palermo, via Archirafi 38 – 90123
Palermo.
2
Dipartimento di Scienze Agrarie e Forestali, Università di Palermo, via Archirafi 38 – 90123 Palermo.
Abstract – In this article the conservation status of a XVII Century herbarium from Messina is assessed. This herbarium is
attributed to Pietro Castelli, the founder of the Botanical garden of Messina or, most probably, to a pupil of him. It consists
of a single volume of 214 pages and is housed in the library od the Museum “Maria Accascina” in Messina. The large part of
the specimens stay in poor conditions. Hypothesis for recovery and preservation both in short and long term of this precious
heritage are given.
Key words: Historical herbaria, Conservation, Sicilian flora.
Introduzione
Nelle strutture museali e nelle biblioteche siciliane
sono conservati diversi erbari prelinneani poco conosciuti
e valorizzati, fra questi si possono citare: due parti rilegate
in volumi dell’erbario del Principe della Cattolica nella
biblioteca dell’Istituto Agrario Castelnuovo di Palermo
(Mazzola & Raimondo, 1995), l’erbario di Giovanni Maria
Lattini nell’Herbarium Mediterraneum Panormitanum
(Mineo & al., 2003), l’erbario dei fratelli Gazzarra nella
biblioteca Comunale di Palermo (Mineo & Mazzola 2004),
due volumi dell’erbario Cupani nell’erbario dell’Università
di Catania (Brullo & Pavone, 1993), ecc.
Alcuni di questi erbari sono stati oggetto di studi più o
meno accurati, ma la maggioranza resta inedita o attende di
essere analizzata su basi attuali. Tali ricerche, in corso da
oltre un quarantennio, prima presso l’Istituto di Botanica,
poi Dipartimento di Scienze botaniche (Mineo & al., 2005),
da poco confluito nel Dipartimento di Biologia ambientale
e Biodiversità, permettono, infatti, l’acquisizione di
informazioni, dirette e indirette, sul germoplasma coltivato,
sull’introduzione di piante esotiche e sui relativi processi
di spontaneizzazione, sulle proprietà delle piante, sugli usi,
sull’erosione delle conoscenze etnobotaniche e del relativo
lessico vernacolare, ecc.
In questo quadro d’indagini s’inserisce lo studio di
un erbario del XVII secolo custodito presso il Museo
Interdisciplinare Regionale “Maria Accascina” di Messina.
Tale erbario viene rintracciato nei primi anni del XX
secolo dal Signor La Corte-Cailler, segretario del museo
Civico di Messina e descritto minuziosamente da Zodda
(1905) che ne riporta la determinazione di tutti gli exsiccata
e lo stato di conservazione. Alcuni anni dopo Nicotra (1915)
ritiene che tale erbario possa essere andato distrutto a causa
del terremoto del 1908 e dell’ignavia dell’uomo. Dopo tale
data non se ne hanno ulteriori notizie.
Fortunatamente questo erbario è confluito, insieme alle
altre collezioni del museo civico di Messina, nel Museo
“Maria Accascina”, dove è attualmente conservato nella
biblioteca come volume con collocazione MS 17.
L’erbario è stato realizzato a Messina intorno al 1651
come si legge in fondo al foglio n. 163 (Fig. 1). Zodda
(1905) ritiene che esso possa essere stato realizzato da Pietro
Castelli fondatore dell’Orto botanico di Messina o da qualche
suo discepolo, vista la presenza di piante che all’epoca, a
Messina, erano coltivate soltanto in tale struttura. La tesi di
un discepolo, tale Saverio Pietrafitta, viene avvalorata dalle
iniziali P.S. che si rinvengono a pagina 163 accanto alla data
e dai numerosi errori in latino che difficilmente il Castelli
avrebbe commesso.
Materiali e metodi
L’erbario è stato studiato nei locali della biblioteca del
museo; in essi è stata svolta un’accurata revisione dei singoli
campioni con particolare riguardo allo stato di conservazione
attuale. Sono state anche visionate le foto realizzate per conto
della Direzione del Museo in data 8.10.1994 per evidenziare
eventuali degradi avutisi negli ultimi anni. I campioni sono
stati revisionati tassonomicamente, la nomenclatura è stata
corretta secondo le più aggiornate fonti bibiografiche sia
pubblicate in cartaceo (Raimondo & al., 2010, Greuter & al.
1984-1989, Greuter & Raab-Straube 2008) sia disponibili
via Internet (http://www.emplantbase.org; http://www.
tropicos.org).
Viene di seguito fornita una tavola sinottica (Tabella 1)
che riporta il numero di foglio, il numero di campione, il testo
riportato sul cartiglio, le note sull’uso, il nome aggiornato, il
nome secondo Zodda (1905), la famiglia di appartenenza e
lo stato di conservazione rilevato (ottimo; buono;
mediocre; mancante).
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Tab. 1 - Tavola sinottica dei campioni d’erbario studiati.
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Tab. 1 - Continuazione.
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Tab. 1 - Continuazione.
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Tab. 1 - Continuazione.
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Tab. 1 - Continuazione.
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Tab. 1 - Continuazione.
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Tab. 1 - Continuazione.
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Tab. 1 - Continuazione.
Risultati e discussione
L’erbario consta di un unico tomo con una legatura in
cartoncino e mezza pergamena; si compone di 214 fogli,
di 21×30 cm, di cui 210 portano agglutinati gli exsiccata.
Nel primo foglio si legge che l’erbario, inizialmente
composto da fogli liberi, è stato rilegato sotto forma di
libro durante un restauro avvenuto nel settembre del 1808
a spese dell’Accademia Peloritana dei Pericolanti sotto
la supervisione del Barone Pietro Aloisio, protomedico
generale sostituto, autore di una Farmacopea messinese
(Alojsio, 1815).
Gli esemplari vegetali sono incollati sul fronte del
foglio con colla a base di farina, ciò ha reso l’erbario più
suscettibile all’attacco degli insetti. La maggior parte dei
campioni sono completi di fiori, parecchi portano frutti,
una minima parte è priva di fiori e frutti e, in alcuni casi,
costituita da sole foglie. Alla base della maggior parte dei
campioni è incollato un cartiglio che riporta il nome in
latino, in poco meno della metà dei fogli sono riportate, in
latino, le proprietà medicinali delle piante.
L’opera si presenta in cattivo stato, i fogli sono
disseminati da fori e gallerie scavate da larve di coleotteri
(Anobidi, Lictidi e Dermestidi), sui fogli ai margini sono
presenti macchie di umidità.
In totale mancano 55 campioni, ben 43 in più rispetto
a quelli osservati da Zodda (1905), non è possibile fare
un confronto con lo stato di conservazione del supporto
cartaceo che già agli occhi del botanico messinese appariva
seriamente compromesso. Il confronto con le fotografie
realizzate 17 anni fa non ha evidenziato deterioramenti,
indizio che dal 1994 l’opera è stata preservata da ulteriori
danni.
I campioni in stato di conservazione buono o ottimo sono
meno di un terzo, i restanti sono molto danneggiati (Tab. 2).
Tab. 2 - Stato di conservazione dei campioni contenuti nell’Erbario
in esame.
Stato di conservazione
N. campioni
Ottimo
36
Buono
107
Mediocre
277
Mancante
55
Totale
Proposte per il recupero e la salvaguardia
Vista la grande importanza dell’opera, probabilmente
il più antico erbario siciliano a noi pervenuto, si invitano
i curatori del museo di Messina a realizzare, da subito,
interventi minimi volti alla conservazione ottimale del
volume quali:
– La disposizione in posizione orizzontale (non in verticale
come si fa solitamente con i libri).
– La sterilizzazione periodica mediante il freddo (cfr.
Signorini, 1984; Pinniger & Harmon, 1995) sottoponendo
il volume, due volte l’anno, ad un ciclo di una settimana,
a temperatura inferiore a -5°C, alternato a una settimana a
temperatura ambiente e nuovamente al freddo, questo per
uccidere gli insetti e fare schiudere le uova eventualmente
presenti.
– La spolveratura delle carte mediante pennelli a setole
morbide e la rimozione dei depositi più coerenti
(deiezioni d’insetti e altri residui) mediante lancette,
bisturi e pennelli.
– La realizzazione di un contenitore rigido all’interno del
quale riporre il volume per isolarlo da polvere e repentini
sbalzi di temperatura. Tale scatola dovrebbe essere
realizzata con carta e cartoncino a reazione neutra.
Si auspica, comunque, che le autorità competenti possano
sottoporre il volume a un restauro più approfondito. Tale
restauro dovrebbe essere indirizzato a carico dei fogli di
supporto per i quali dovrebbe eseguirsi il rattoppo delle
lacune con carta giapponese ed etere di cellulosa e la
riadesione dei frammenti di exsiccata vaganti parzialmente
o totalmente distaccati.
L’opera, inoltre, andrebbe custodita all’interno di una
stanza o di una teca a temperatura sotto i 15 °C ed umidità
inferiore al 55%.
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In totale sono presenti 420 campioni riferibili a 368 taxa
di piante vascolari sia native che esotiche in Sicilia. Due
campioni sono alghe: Sertularia (?) e Cystoseira montagnei
I. Agardh.
Le piante native possono essere state raccolte nell’agro
messinese, nella Sicilia orientale (es. Sarcopoterium
spinosum (L.) Spach) e sull’Etna (es. Galium aetnicum
Biv., Senecio squalidus subsp. aethnensis (DC.) Greuter).
Le 200 specie esotiche coltivate sono citate per buona
parte in Castelli (1640). Alcuni campioni appaiono come
le prime testimonianze della coltivazione di alcune piante
per la Sicilia come Opuntia monacantha (Willd.) Haw.,
Phytolacca americana L., Quamoclit vulgaris Chois., ecc.
Importanti informazioni vengono dal punto di vista
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fitoterapico, le note riportate, che descrivono le proprietà di
alcune piante, sono un compendio delle conoscenze classiche
e una testimonianza storica della medicina nel XVII secolo:
Diospyros lotus L. è riportato essere utile per la cura della
sifilide e del catarro, Chelidonium majus L. per la cura dei
denti e degli occhi, Polygonum maritimum L. e Paronychia
argentea Lam. per debellare gli ossiuri, ecc.
Fig. 1 - Particolare del Foglio n. 163 con luogo e data di realizzazione
“Messane 1651” e le lettere “P.S.” che potrebbero riferirsi all’autore
(Pietrafitta Saverio ?). Per gentile concessione della Regione
Siciliana, Assessorato dei Beni Culturali e dell’identità siciliana,
Museo Interdisciplinare Regionale “Maria Accascina” di Messina.
Clemente Gazzarra da Palermo. – Riassunti 99°
Congr. Naz. S.B.I. Torino, 22-24 settembre, 2004:
30-31.
Mineo C., Mazzola P., Schicchi R., 2003 – L’erbario
nuovo dell’Orto botanico di Misilmeri composto
da Giovanni Maria Lattini. – Riassunti 98° Congr.
Naz. S.B.I. Catania, 24-26 settembre, 2003: 262.
Mineo C., Domina G., Mazzola P., Raimondo F.M., 2005 –
Studi su antichi erbari siciliani. – Inform. Bot. Ital.
37(1 a): 444-445.
Nicotra L., 1915 – Memorie Messinesi. – Puntata Prima,
Artt. 1,2,3. – Atti R. Accad. Peloritana, 26: 158197.
Pinniger D.B. & Harmon J.D. 1995 – Pest management,
prevention and control. in: Carter D. & Walker
A.K.: Care & Conservation of Natural History
Collections: 152-176 – Butterworth H., Oxford.
Raimondo F.M., Domina G., Spadaro V. 2010 – Checklist
of the vascular flora of Sicily. – Quad. Bot. Amb.
Appl., 21 (2010): 189-252.
Signorini M., 1984 – La difesa degli erbari dai parassiti:
indagine sulle caratteristiche e la sicurezza d’uso
dei principali mezzi di lotta adottati. – Museol. Sci.
1(1-2): 29-54.
Zodda G., 1905 – Illustrazione di un erbario messinese del
secolo XVII. – Ann. Bot. 2: 251-284.
Fig. 2. Foglio n. 95 dell’erbario messinese del XVII secolo con
Vitex agnus-castus L. Per gentile concessione della Regione
Siciliana, Assessorato dei Beni culturali e dell’Identità siciliana,
Museo Interdisciplinare Regionale “Maria Accascina” di Messina.
Ringraziamenti – Si desidera ringraziare il personale
del Museo ed, in particolare, il funzionario direttivo Dott.ssa
Letteria Aloisio e il Dott. Marcello Espro per la disponibilità
offerta.
RIASSUNTO – Nel presente contributo viene analizzato lo
stato di conservazione di un erbario messinese del
XVII secolo, attribuito a Pietro Castelli, fondatore
dell’Orto botanico di Messina o, più probabilmente,
ad un suo discepolo. L’erbario, un unico tomo di
214 fogli, è custodito presso la biblioteca del museo
“Maria Accascina” di Messina. La maggior parte
dei campioni versa in cattivo stato di conservazione.
Vengono formulate ipotesi per il recupero e la
salvaguardia di questo prezioso patrimonio sia nel
breve che nel lungo periodo.
Bibliografia
Alojsio P., 1815 – Farmacopea Messinese. – Collocazione
RARI A 91, Biblioteca Regionale Universitaria di
Messina.
Brullo S. & Pavone P. 1993 – On Francesco Cupani’s
Hortus Siccus and its scientific significance. –
Webbia 48: 539.
Castelli P., 1640 – Hortus Messanensis. – Messina.
Greuter W., Raab-Straube von E., 2008 – Med-Chcklist,
2. – OPTIMA Secretariat, Palermo.
Greuter W., Burdet H. M., Long G., 1984-1989 – MedChecklist, 1, 3, 4. – Conserv. Bot. Genève, Genève .
Mazzola P., Raimondo F.M., 1995 – The Cupani’s “Hortus
siccus Principis Catholicae” in the Istituto Agrario
Castelnuovo library, Palermo. – Giorn. Bot. Ital.,
129(2): 159.
Mineo C., Mazzola P., 2004 – L’Hortus siccus exoticus di
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