I migliori pastry chef

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I migliori pastry chef
I migliori pastry chef
Simone Finazzi
Da Vittorio, Brusaporto (BG)
Membro “acquisito” di una delle famiglie più solide e coese dell’alta
ristorazione italiana, il marito di Barbara (sorella minore di Enrico, Francesco,
Roberto e Rossella, e alla conduzione della pasticceria Cavour di Bergamo)
è il responsabile del trionfo dolce dei menu. Un paradiso terrestre per ogni
(fortunato) avventore, dall’inizio alla fine.
Luca De Santi
Ratanà, Milano
Dall’Istituto Alberghiero di Recoaro Vicentino all’Enoteca Pinchiorri di Firenze,
passando per l’Albereta (Erbusco) di Gualtiero Marchesi: un proficuo
vagabondare conclusosi (per ora) al fianco di Cesare Battisti (di cui è anche il
secondo) per questo trentottenne versatile, tecnico e appassionato.
Nicola Di Lena
Seta del Mandarin Oriental Milano, Milano
È “complice” di Antonio Guida dai tempi del Pellicano di Porto Ercole,
e continua a essere in squadra con lui nella nuova prestigiosa avventura
meneghina, inaugurata nel 2013. In sinergia perfetta con il pluriacclamato chef
pugliese, corona i suoi percorsi con conclusioni eleganti e raffinate.
Saori Shiotsuki
Il Fagiano del Grand Hotel Fasano, Gardone Riviera (BS)
Il nome non nasconde le origini, lo stile neanche. Responsabile dei dessert del
gourmet dell’hotel (la cui proposta è invece firmata da Matteo Felter), è giovane
e abile a fondere il suo vissuto con la tradizione italiana. Un esempio che è già
un piccolo classico? Il coulant al tè verde Matcha con cuore di lampone e gelato
al miele di acacia.
Daisuke Kobayakawa
Casa Perbellini, Verona
Quaranta primavere nel 2016, è stato arruolato a inizio anno dallo chefpasticcere per eccellenza della ristorazione italiana. A lui il compito non facile
di mantenere l’eccellenza del comparto dessert del (relativamente) nuovo locale
bomboniera di Perbellini. Missione compiuta, con il rigore nipponico dato dalle
sue origini e un’intrigante iniezione di fusion fra Oriente e Occidente.
Sara Simionato
Antica Osteria da Cera, Campagna Lupia (VE)
Veneta di nascita, classe 1987, compie i primi passi nella sua regione per
perfezionarsi in Francia, all’Atelier di Jean Luc Rabanel (Arles). Quindi torna in
patria per diventare pasticcera (non chiamatela pastry chef) nella straordinaria
tavola di mare della famiglia Cera.
Andrea Tortora
St. Hubertus dell’Hotel Rosa Alpina, San Cassiano (BZ)
“I sogni non lievitano, semmai si smontano. Chi vuole imporre al mondo le sue
regole non lievita, semmai è un pallone gonfiato”. AT Patissier (è il suo nome
sul web) ha idee chiare, classe da vendere, un folto curriculum alle spalle,
da Parigi a Londra, da Singapore a Venezia, eclettico e prestigioso. Oggi
è stabile in una delle perle dell’alta cucina altoatesina, “braccio dolce” di
Norbert Niederkofler.
Antonio Montalto
Antica Corte Pallavicina, Polesine Parmense (PR)
Ventinovenne, calabrese di nascita ed emiliano di adozione, preciso, creativo
e concreto per autodefinizione (“come la pasticceria”), comincia e finisce alla
corte di Massimo Spigaroli. Dopo uno stage a Polesine Parmense all’inizio della
sua carriera, approda in Francia e poi a L’Andana, in Toscana, crescendo nel
segno del rigore di Alain Ducasse. Quindi il ritorno nel regno dei culatelli, dove
tutto si produce in casa.
Domenico Di Clemente
Il Palagio del Four Seasons Hotel Firenze, Firenze
È chef pasticcere del prestigioso locale fiorentino – il cui executive è Vito
Mollica – dal 2010. Tra i passaggi più rappresentativi della sua formazione
quello nella Patisserie & Chocolaterie di Thomas Haas a Vancouver. Ciclista per
passione e cioccolatiere per specializzazione, adempie egregiamente il compito
di coronare una delle esperienze gourmet più raffinate del capoluogo.
Luca Lacalamita
Enoteca Pinchiorri, Firenze
Da grande vuole fare il bottegaio. Intanto è responsabile dei dessert del tempio
fiorentino (italiano e internazionale) del vino - e del cibo - capitanato da Giorgio
Pinchiorri e Annie Foelde. Appassionato di arte moderna, musica classica, jazz,
progressive e psichedelica, originario di Trani, è passato da El Bulli all’Osteria
Francescana prima di stanziarsi tra le migliaia di bottiglie dell’insegna che il
mondo ci invidia.
Lucia Paola Vissani
Casa Vissani, Baschi (TR)
Lavora con il fratello (Gianfranco, tra i migliori chef d’Italia) da quando aveva
14 anni. Da allora ne sono passati quasi 35, ma il suo posto è sempre lì,
nella cucina di una delle insegne (non solo tavola ma poliedrica attività di alta
ristorazione) più prestigiose d’Italia. Schiva e riservata quanto estroverso e
irruente è il “mediatico” fratello, punta alla libertà, di creare e di interpretare.
Marion Lichtle
Il Pagliaccio, Roma
Giro del mondo in una cena: alsaziana di nascita e cosmopolita di formazione,
Marion ha seguito Anthony (Genovese, chef e patron dell’elegante insegna nel
cuore di Campo de’ Fiori) nei suoi pellegrinaggi ai quattro angoli del Globo.
E così la loro sinergia (dolce/salato) esprime incantevoli fusioni fra Oriente e
Occidente, pure nei suoi raffinati dessert.
Dario Nuti
Imago dell’Hotel Hassler, Roma
Non è facile aggiungere qualcosa alla cucina di Francesco Apreda. E alla
cornice spettacolare dell’ultimo piano dell’Hassler. Dario infatti non aggiunge,
continua a emozionare. Dai natali fiorentini, ha perseguito una formazione
internazionale e completa (anche da chef), che unita a talento, passione e
rigore genera piccoli capolavori di gioco ed estro come il Ricordo di uovo allo
zabaione, granita di orzata e crumble al caffè.
Marika Schiavone
Epiro, Roma
È nella squadra giovane e agguerrita di uno dei neo-bistrot più interessanti
della Capitale. Ma la neanche trentenne autrice dei dolci finali di menu piccoli
e a rotazione frequente di Epiro, ha un passato già denso di esperienze (Glass
Hostaria e Settembrini, sempre Roma, per citarne due) e talento da vendere.
Carmine Di Donna
La Torre del Saracino, Vico Equense (NA)
Colori, sapori e profumi. Le sue creazioni sono (dal novembre del 2015)
omaggi ai frutti di queste terre rigogliose e quadrature perfette a quelle di
Gennaro Esposito, raffinato e goloso cantore della Costiera. Figlio degli anni
Ottanta e di genitori pasticceri a loro volta, muove i primi passi nel laboratorio
di famiglia per poi spiccare il volo e farsi le ossa in giro per il mondo. E
fermarsi infine alla Torre, dove ammalia con grazia ed eleganza.
Francesco Guida
Antica Osteria Nonna Rosa, Vico Equense (NA)
Figlio di Peppe, chef e patron di questa luminosa insegna della Costiera, è con
le mani in pasta dalla – recente: classe 1992 – nascita. Riservato e talentuoso,
vanta una formazione solida alla corte parigina del noto patissier e chocolatier
Jacques Genin e una mano lieve e raffinata sui grandi classici della tradizione.
Ernesta Tudisco
Al Fogher, Piazza Armerina (EN)
Da segretaria che era, conosce Angelo Treno (cuoco e titolare del ristorante) e
intraprende con lui una nuova strada, privata e professionale insieme. Comincia
a occuparsi della sala poi, da golosa quale è sempre stata, si appassiona alla
pasticceria e si ritrova “in cucina e con le mani in pasta, zuccherata”. Ama il
cioccolato e nella pasticceria trova tranquillità e gusto nell’attesa.