dieci storie di donne
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dieci storie di donne
Cendon / Book Saggi DIECI STORIE DI DONNE Paolo Cendon Edizione GENNAIO 2015 Copyright © MMXV KEY SRL VIA PALOMBO 29 03030 VICALVI (FR) P.I./C.F. 02613240601 ISBN 978-88-6959-033-7 I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione, di adattamento totale o parziale, con qualsiasi mezzo (compresi i microfilm e le copie fotostatiche), sono riservati per tutti i Paesi. Cendon / Book Saggi DIECI STORIE DI DONNE Paolo Cendon L'autore Paolo Cendon, veneziano, è professore ordinario di Diritto Privato nell’università di Trieste. Fra i suoi libri, Il prezzo della follia, 1984; Il suicidio e la responsabilità, 1996; I malati terminali e i loro diritti, 2003; L’amministrazione di sostegno, 2009. Ha redatto nel 1986 la bozza destinata a fungere come base per il provvedimento di legge sull’Amministrazione di sostegno, del 2004. Coordina la c.d. scuola triestina, che ha “inventato” il danno esistenziale. Cura il sito www.personaedanno.it, che ha tra i suoi progetti l’abolizione dell’istituto dell’interdizione e – in genere – la messa a punto per l’Italia di un nuovo diritto dei c.d. “soggetti deboli”. L’Opera Una disabile innamorata, una madre apprensiva, la fanciulla contesa, una famosa scienziata, il colpo di scena nel pianerottolo, la vittima del padre, l’italianizzazione di una fiaba, una violenza plurioffensiva, un’amica scomparsa, una suora pentita e fortunata INDICE Dance me to my song Una strana denuncia Giovane e ingenua Come ho conosciuto Rita Levi Montalcini L’assistente sociale La figlia di Bratnik Bette Davis rifatta oggi Violenza sessuale a una minorenne Perché non dimenticherò Lina Bigliazzi Geri Teresa DANCE ME TO MY SONG 1. Ho visto non molto tempo fa un film australiano, “Dance me to my song”, di Rolf De Heer. Racconta la storia di una ragazza press’a poco nelle condizioni della mia amica N. (che viveva in una comunità sull’altopiano): spastica in forma grave, serie difficoltà di movimento, impossibilitata a parlare, capace di comunicare solo attraverso una speciale macchina a tasti. Carrozzina elettrica. Si chiama Julie la protagonista del film: occhi azzurri, capelli biondo rossi (colore non naturale), pelle chiara. Disabile a vederla è dire poco: braccia come grissini, gambe come sedani, tutta storta, 35 chili. Volto sottile, la regia è alquanto disinibita e la mostra in varie situazioni, spesso senza vestiti. 2. Come N., questa Julie australiana non ne può più di vivere in comunità, e riesce a un certo punto ad andare a stare da sola, in una villetta che le procura il servizio sociale. Le assegnano un’assistente che si dedica a lei varie ore al giorno, Madeleine. Il problema è che questa Madeleine, ancora giovane, carina fisicamente, è una vera sfigata: ossessionata dalla ricerca di qualche uomo, destinata però a cascare sempre su tipacci che la cercano solo per il sesso e la trattano brutalmente. Con Julie è un po’ brusca, spesso distratta, qualche volta aggressiva, talora affettuosa, allegra, un momento dopo di nuovo aspra. Insomma una non tanto regolare, con cui Julie – si vede – è spesso in difficoltà. Ma ci sarebbero altre assistenti disposte a prendersi cura di lei? Il rischio, se va male, è di dover tornare in comunità; Julie è costretta a pazientare. Per fortuna ha due amiche, grandi e grosse, si direbbero lesbiche, estroverse, un po’ strambe, a tratti depresse, che le vogliono bene sul serio; la portano fuori ogni tanto, a fare i giri in Land Rover, a bere birra, a ridere, a scherzare. Anche loro non potrebbero prendersi cura di Julie, comunque, non in maniera regolare (quest’ultima batte un giorno “ti amo” ad una delle due, la quale fa capire che sì, pure lei vuol bene a Julie, però è una troppo disordinata, non se la sentirebbe di assisterla tutto il tempo …). 3. Entra in scena a questo punto un uomo, Eddie, tipo alto, biondo, fisico atletico, quarantenne, forse un operaio, faccia malinconica, capelli lisci, occhi azzurri, stretti, acquosi. Stando con Julie, accorgendosi che è sola, si avvicina pian piano alla ragazza. Nasce qualcosa. 9 Eddie la prende un giorno fra le braccia, cammina con lei su e giù per la casa. Julie non può parlare, sospesa in quella stretta a mezz’altezza, non può fare granché; i movimenti del viso sono quelli che sono, ghigni, sbuffi, linguate, si capisce però che è felice. Madeleine si accorge della relazione, diventa presto gelosa, si mette in mezzo. Un giorno che Eddie è venuto a trovarle, fa in modo di eccitarlo, di sedurlo. Ha un bel corpo Madeleine: finiscono in vasca da bagno, poi di là a fare sesso. Julie non può fare niente per impedirlo, resta nell’altra camera, sola e apparentemente sconsolata. 4. Non è finita però. Si capisce nei giorni successivi che di Madeleine, a Eddie, più di tanto non importa. Un giorno che in casa c’è solo Julie, Eddie arriva e la solleva di nuovo fra le braccia, passeggiano, ballano al centro della stanza (lui tenendola per aria, contro il corpo). Julie sembra contenta, si vede che lo perdona, riesce con grande sforzo a tirarsi su un lembo della maglietta bianca, in modo da mostrare a Eddie il seno. Questi la cinge allora delicatamente, la porta di là, la depone sul letto: la spoglia piano, si sveste anche lui, l’abbraccia. Si indovina che qualcosa succede. Madeleine entra in casa in quel momento, li scopre nudi o quasi, intrecciati, si avventa su di loro; picchia Eddie, il quale si riveste e scappa, poi comincia a inveire su Julie, le grida di tutto, si vede che è furiosa, all’ultimo stadio. Il giorno dopo le due fanno pace. Tutto – incredibile - sembra tornare normale. 5. Un giorno Madeleine entra in casa, fa i mestieri, imbocca Julie (malaccortamente, sbrodolandola più del solito), e andandosene dice che quella mattina era arrivata una lettera di Eddie indirizzata a Julie: “Sì, però l’ho buttata via senza neanche aprirla. Tanto – aggiunge - non andava bene né per me, né per te”. E se ne va. Julie si avventa a quel punto sulla tastiera, batte in fretta il numero del Servizio; vengono a trovarla, spiega l’accaduto, fa capire che vuole liberarsi subito di Madeleine. Anche se c’è il rischio di dover tornare all’Istituto? Anche. Così il giorno dopo arriverà una nuova assistente. 10