Libri, Arte e Cultura: ultime notizie
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Senseable City Lab :.:: Massachusetts Institute of Technology This paper might be a pre-copy-editing or a post-print author-produced .pdf of an article accepted for publication. For the definitive publisher-authenticated version, please refer directly to publishing house’s archive system SENSEABLE CITY LAB Libri, Arte e Cultura: ultime notizie - Corriere della Sera 8/22/16, 1:13 PM Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione propri e di terze parti per le sue funzionalità e per inviarti pubblicità e servizi in line consenso a tutti o ad alcuni cookie clicca qui. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque suo elemen Stampa Stampa senza immagine Chiudi SOCIETÀ La nuova era della condivisione L’uso collettivo dei beni può cambiarci la vita: dal consumo individuale si passa CARLO RATTI e RICHARD SENNETT Era il 1899 quando il sociologo svedese Thorsten Veblen, nel suo libro La teoria della classe agiata (la più recente edizione italiana è uscita da Einaudi nel 2007), usò per la prima volta l’espressione «consumo vistoso». Quelle parole avevano un doppio significato: se da un lato Veblen era critico verso il modo in cui Installazione dell’artista giapponese Tatsuo Miyaji i ricchi ostentavano la propria ricchezza, dall’altro riconosceva che il consumo di beni e servizi da parte dei membri della classe media poteva essere usato per stabilire «l’onorabilità della famiglia e del suo capo». Insomma, lo status è importante. A oltre un secolo di distanza, il «consumo vistoso», che ha definito larga parte della cultura materiale del XX secolo, si trova a un punto di svolta. Negli ultimi dieci anni, Internet e la diffusione dei social media hanno http://www.corriere.it/cultura/16_agosto_19/societa-uso-beni-collettivi-uber-airbnb-a2693844-661a-11e6-a72c-ba25dcc53bd3_print.html Page 1 of 4 Libri, Arte e Cultura: ultime notizie - Corriere della Sera 8/22/16, 1:13 PM introdotto nuovi canali attraverso i quali mettersi in vista. Fino a due decenni fa, il modo più comune con cui uno studente ricco poteva esibire il proprio status era arrivare all’università a bordo di un’auto di grande cilindrata. Oggi, per farsi belli, molti studenti preferiscono invece arrivare al campus in bike-sharing, o ancora meglio a bordo di un taxi noleggiato via Uber o di un’auto condivisa come Enjoy o Car2Go. Grazie alla rete, infatti, abbiamo la sicurezza che tutti, nella nostra rete di contatti, riceveranno quel nostro post dall’interno della macchina con autista. Se possiamo mostrare il nostro status attraverso i canali digitali, perché possedere oggetti in modo permanente? La Rete ha aumentato il prestigio della condivisione, rendendola un’esperienza comunicabile. Ai tempi di Thorsten Veblen, lo status era legato a oggetti che alcuni avevano e altri no. Condividere beni e servizi non aveva gran che di prestigioso. Oggi al contrario piattaforme come Airbnb si stanno affermando perché aprire la propria casa a un ospite a pagamento non rappresenta più un segno di declino della propria condizione sociale: in particolare quando questa scelta permette la creazione (e la ) di una nuova «narrativa esistenziale». Senza dimenticare il fatto che si tratta di scelte interessanti anche dal punto di vista economico — basti pensare che l’affitto di un appartamento o una stanza con Airbnb a New York produce un reddito medio di oltre 3.700 dollari al mese. Un altro settore chiave per l’economia della sono i trasporti. Negli Stati Uniti, ad esempio, le automobili sono inutilizzate per il 95 per cento del tempo. Si stima che ciascun veicolo condiviso potrebbe rimuovere dalle strade dai dieci ai trenta veicoli privati. E queste dinamiche potrebbero crescere in modo esponenziale con l’avvento delle auto self driving, che si guidano da sole, il cui impatto sulla quotidianità urbana potrebbe permettere di superare la distinzione tra trasporto pubblico e privato. La «nostra» auto, infatti, ci potrà accompagnare al lavoro la mattina e subito dopo, invece di restare ferma in un parcheggio, dare uno strappo a qualcun altro — ai nostri familiari, alla cerchia degli amici o ad altri concittadini. Certo, il passaggio da un tipo di regime all’altro — da un consumo individuale a un’economia di esperienze condivise — non sarà indolore. I produttori http://www.corriere.it/cultura/16_agosto_19/societa-uso-beni-collettivi-uber-airbnb-a2693844-661a-11e6-a72c-ba25dcc53bd3_print.html Page 2 of 4 Libri, Arte e Cultura: ultime notizie - Corriere della Sera 8/22/16, 1:13 PM industriali tradizionali potrebbero andare incontro a prospettive disastrose. Inoltre i nuovi canoni di prestigio tendono a favorire i grandi marchi rispetto alle piccole imprese. Un’azienda come la catena di supermercati biologici Wholefoods negli Stati Uniti sta mettendo fuori gioco molti negozi di piccola taglia. In modo simile, gli Apple store diffusi in tutto il mondo vanno a imporre il loro monopolio rispetto ai rivenditori di tecnologie multimarca. In passato, lo status legato alla condivisione della conoscenza e delle esperienze di vita definiva le élite colte. Benedetta Craveri ha magistralmente raccontato la «Civiltà della conversazione» del XVIII secolo, la cui rete di salotti letterari metteva a contatto intellettuali e aristocratici. Da questo punto di vista, l’odierna possibilità di comunicare in modo istantaneo e universale ogni contenuto online costituisce un potenziale rinforzo della democrazia. Allo stesso tempo, però, l’idea che tutti condividano tutto — come accade in molti reality show — può anche indirizzarci verso un cammino di stupidità collettiva. L’antidoto sarebbe dare la possibilità a ciascuno di noi di commentare criticamente le informazioni raccolte in tempo reale, quali ad esempio i video postati in rete in queste ultime settimane durante i tragici eventi di Dallas e Nizza. Se Veblen fosse vivo oggi, probabilmente osserverebbe con piacere la tendenza alla sostituzione dello status individuale con gesti di condivisione collettiva. Tuttavia siamo ben lontani dalla prospettiva di un «nirvana tecnologico». L’economia della condivisione porta con sé un radicale sconvolgimento degli attuali modi di produzione. Nelle città, questo potrebbe contribuire a distruggere il commercio al dettaglio. Più in generale, alcuni cambiamenti potrebbero svilire, invece che arricchire, il nostro panorama culturale. Di fronte a queste sfide, quello che forse dobbiamo imparare è il modo di «condividere bene». Internet, i Big Data e l’era dei cellulari rappresentano l’inizio di un nuovo romanzo di cui non c’è traccia nelle pagine di Veblen sul «consumo vistoso». Al cuore di questo romanzo, uno dei dilemmi del nostro presente: come ancora essere vistosi, l’uno verso l’altro, ma senza consumo. http://www.corriere.it/cultura/16_agosto_19/societa-uso-beni-collettivi-uber-airbnb-a2693844-661a-11e6-a72c-ba25dcc53bd3_print.html Page 3 of 4 Libri, Arte e Cultura: ultime notizie - Corriere della Sera 8/22/16, 1:13 PM CARLO RATTI e RICHARD SENNETT 19 agosto 2016 | 22:34 © RIPRODUZIONE RISERVATA http://www.corriere.it/cultura/16_agosto_19/societa-uso-beni-collettivi-uber-airbnb-a2693844-661a-11e6-a72c-ba25dcc53bd3_print.html Page 4 of 4