ASEAN: dieci Nazioni una comunità?
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ASEAN: dieci Nazioni una comunità?
ASEAN: dieci Nazioni una comunità? adnkronosinternational Dossier - 15 novembre 2005 Autore: Roberto Tofani Coordinamento: Andrea Bertolini, Ermete Mariani 2 Sommario Presentazione.................................................................................................................. 3 Analisi ....................................................................................................................................... 4 Principi Fondamentali ................................................................................................... 5 Cooperazione economica e funzionale....................................................................... 5 Integrazione economica e cooperazione .................................................................... 8 Strumenti.............................................................................................................. 10 Flussi commerciali .............................................................................................. 11 Aree d’intervento ................................................................................................ 12 Aree prioritarie d’intervento.............................................................................. 16 Conclusioni ................................................................................................................... 19 Risorse .................................................................................................................................... 22 Indicatori economici.................................................................................................... 23 Export ASEAN 1993 – 2002 ....................................................................... 23 Volume commercio ASEAN 2002 – 2003 ................................................ 23 Volume Commercio inter – ASEAN 2002 – 2003 ................................... 24 Volume commercio tra ASEAN – 6 e maggiori partner commerciali ... 24 Media del PIL pro capite di CLMV, ASEAN – 6 e ASEAN del 2003 25 Assistenza ai Paesi CLMV da ASEAN-6 oltre il Piano di Azione IAI . 25 Contributo ASEAN– 6 al Piano di Azione IAI ........................................ 26 Schede Paese................................................................................................................. 27 Brunei Darussalam.............................................................................................. 27 Cambogia ............................................................................................................. 28 Indonesia.............................................................................................................. 29 Laos....................................................................................................................... 30 Malaysia ................................................................................................................ 31 Myanmar .............................................................................................................. 32 Filippine................................................................................................................ 33 Singapore.............................................................................................................. 34 Thailandia............................................................................................................. 35 Vietnam ................................................................................................................ 36 © 2005 Giuseppe Marra Communications – tutti i diritti riservati – www.akicrisestoday.com 3 “L’Associazione rappresenta la volontà comune delle Nazioni ad unirsi insieme con spirito di amicizia e cooperazione e, attraverso sforzi e sacrifici comuni, incoraggiare e garantire ai propri cittadini sicurezza, pace, libertà e prosperità”. (ASEAN Declaration, Bangkok, 8 agosto 1967). Presentazione L’Associazione delle nazioni del Sud-est asiatico (ASEAN, Association of South East Asian Nations) è costituita l'8 agosto del 1967 a Bangkok (Thailandia) da Thailandia, Indonesia, Malaysia, Filippine e Singapore. Tra il 1984 e il 1999 vi aderirono il Sultanato del Brunei (8 gennaio 1984), il Vietnam (28 luglio 1995), il Laos e il Myanmar (23 luglio 1997) e la Cambogia (30 aprile 1999). Ad oggi, la regione comprendente i dieci Paesi membri conta circa 562 milioni di abitanti (stime a luglio 2004) in un’area di 4.5 milioni di chilometri quadrati, con un prodotto interno lordo pari a 686.000 milioni di USD (stime al 2003). Sin dalla sua fondazione, l’Associazione asiatica punta ad accelerare la crescita economica, lo sviluppo sociale e culturale nella regione attraverso uno sforzo unico basato sullo spirito d’uguaglianza e collaborazione reciproca, per sostenere la fondazione di una Comunità prospera e pacifica tra le Nazione del Sud-est asiatico. Inoltre, l’ASEAN si adopera per la promozione della stabilità e della pace nella regione attraverso la tolleranza e il rispetto per la giustizia, nel pieno rispetto dei principi delle Nazioni Unite. Nel 1995, i capi di Stato e di governo hanno ribadito che “pace e prosperità devono essere i traguardi fondamentali dell’ ASEAN”. © 2005 Giuseppe Marra Communications – tutti i diritti riservati – www.akicrisestoday.com 4 Analisi © 2005 Giuseppe Marra Communications – tutti i diritti riservati – www.akicrisestoday.com 5 Principi Fondamentali Il “Trattato di Amicizia e Cooperazione” (TAC) nel Sud-est asiatico, siglato il 24 Febbraio 1976 a conclusione del primo Summit di Denpasar (Bali, Indonesia), dichiara che nelle relazioni tra i Paesi, le altre parti contraenti dovrebbero essere guidate dai seguenti principi fondamentali: 1. Rispetto comune per l’indipendenza, sovranità, uguaglianza, integrità territoriale e identità nazionale di ogni Nazione. 2. Diritto di ogni Stato a condurre la propria esistenza nazionale liberamente da ogni interferenza, sconvolgimento radicale o coercizione. 3. Non interferenza negli affari di politica interna da parte di altri Paesi membri. 4. Risoluzione pacifica di ogni eventuale disputa, con rinuncia alle minacce e all’uso della forza. 5. Effettiva cooperazione tra i Paesi membri. Cooperazione economica e funzionale Il primo passo dell’ASEAN fu l’attuazione di schemi di cooperazione economica fra i Paesi membri, miranti all’incremento del volume complessivo degli scambi commerciali. Tra il 1967 (anno di costituzione dell’Associazione) ed i primi anni settanta la quota di scambi commerciali tra i Paesi membri rispetto all'intero volume di scambio commerciale dei Paesi considerati si aggirava tra il 12% e il 15%. Nel 1976, si è tenuto in Indonesia il primo summit internazionale durante il quale i Ministri degli Esteri hanno rettificato la prima Dichiarazione di Concordia (Declaration of ASEAN Concord, Bali, 24 February 1976). Con essa si fissano le linee guida per le relazioni economiche, sociali e culturali. L’anno successivo, con “l’Accordo di scambio commerciale preferenziale” (PTA, Preferential Trading Arrangement) si © 2005 Giuseppe Marra Communications – tutti i diritti riservati – www.akicrisestoday.com 6 sono stabilite, per la prima volta, tariffe preferenziali su beni commerciabili nell’area ASEAN, che comprendeva i soli cinque Paesi costituenti. Nel 1987, durante il terzo summit tenutosi nella Repubblica delle Filippine, si adotta un programma di sviluppo del PTA che mira a promuovere la crescita degli scambi commerciali. Durante il quarto summit di Singapore nel 1992 i Paesi membri (a cui si aggiunse il Brunei) siglano un accordo strutturale sulla cooperazione economica, che includeva il lancio di uno schema operativo atto alla creazione di una zona di libero scambio (AFTA, ASEAN Free Trade Area). L’obiettivo strategico di questa area di libero scambio era di migliorare la competitività della regione, considerata come una singola unità produttiva, attraverso l'eliminazione delle barriere “doganali e non” (ovvero dell'insieme dei provvedimenti che effettivamente proibiscono e limitano gli scambi commerciali nella regione). Nel 1995, durante il quinto summit ASEAN di Bangkok si pubblica “l’Agenda per l’integrazione economica”, che si prefigge come scopo di accelerare i tempi di realizzazione dell’AFTA, passando dai quindici anni programmati nel ’92 a dieci. Due anni più tardi, nel 1997, quando anche Vietnam, Laos e Myanmar entrano a far parte dell’Associazione, i leaders asiatici rettificano l’ASEAN Vision 2020. Con questo accordo gli Stati membri s’impegnano a lavorare congiuntamente per l’integrazione delle differenti economie nazionali al fine di creare una regione economicamente stabile, prospera e altamente competitiva, dove la libera circolazione di beni, servizi, investimenti e capitali possa favorire uno sviluppo equo e ridurre le disparità socioeconomiche. Il “Piano d’Azione di Hanoi” (Hanoi Plan of Action) stabilito nel 1998, è il primo programma operativo per raggiungere gli scopi dichiarati nella Vision 2020. Per realizzare l’integrazione economica regionale sono state potenziate le infrastrutture come le autostrade inter-statali, reti ferroviarie, porti, rotte marittime, vie di comunicazione fluviali, ma sono anche state create nuove rotte aeree per il trasporto passeggeri e merci. L’ASEAN sta, inoltre, promovendo l’interoperabilità e l’interconnettività delle telecomunicazioni nazionali, così come lo sviluppo e la costruzione di reti di distribuzione delle risorse energetiche come l’ASEAN Power Grid e la Trans-ASEAN Gas Pipeline Projects. Se ci riferiamo ai primi tre anni dall’entrata in vigore dell’AFTA, i risultati raggiunti sono notevoli. Il volume dei prodotti esportati tra i Paesi ASEAN è cresciuto © 2005 Giuseppe Marra Communications – tutti i diritti riservati – www.akicrisestoday.com 7 da 43,26 miliardi di USD nel 1993 a quasi 80 miliardi di USD nel ’96, con una crescita annua media del 28,3%. Durante tale periodo, il volume di scambio commerciale intraregionale è passato dal 20% a quasi il 25%. Oggi la cooperazione economica ASEAN copre i seguenti settori: commercio, investimenti, industria, servizi, finanza, agricoltura, selvicoltura, energia, trasporti e comunicazioni, proprietà intellettuale, piccola media impresa e turismo. Con l’obiettivo e desiderosi di creare una comunità di società “altruiste” (ovvero disposte a cooperare), i leader asiatici hanno deliberato nel 1995 di elevare la cooperazione funzionale ad un livello maggiore per poter garantire una crescita paritaria dei Paesi membri. “Crescita condivisa attraverso sviluppo umano, competitività tecnologica e coesione sociale” era il principio che guidava i leader nell'elaborazione di programmi di cooperazione. Tale cooperazione si basa sui seguenti Piani di Azione: 1. Piano d’Azione per lo Sviluppo Sociale; 2. Piano d’Azione su Cultura e Informazione; 3. Piano d’Azione su Scienza e Tecnologia; 4. Piano Strategico d’Azione sull’Ambiente; 5. Piano d’Azione sull’Abuso e il Controllo di Sostanze stupefacenti; 6. Piano d’Azione contro il Crimine Internazionale. Va inoltre sottolineato che, in questa fase, l'ASEAN deve affrontare problemi d’ordine politico e geostrategico. Con la prima Dichiarazione di Concordia, siglata a Bali nel 1976 si stabilisce un percorso comune di tipo economico, con la quale i Paesi membri s'impegnano a garantire non solo la pace e sicurezza interna, ma anche una zona di libertà e neutralità nella regione asiatica. Per raggiungere questo scopo una mera cooperazione economica non è sufficiente, ma è necessario uno sforzo congiunto per affrontare problemi annosi come la povertà, la fame, l'analfabetismo e le emergenze sanitarie. Dal punto di vista strettamente economico, gli Stati membri devono provvedere all'approvvigionamento di beni di consumo, di fonti d’energia, nonché collaborare per la risoluzione di crisi. Sul piano industriale viene data priorità a progetti che utilizzano e valorizzano prodotti di cui ogni Paese membro dispone, in modo da favorire l'incremento della produzione alimentare e l'investimento dei proventi derivanti © 2005 Giuseppe Marra Communications – tutti i diritti riservati – www.akicrisestoday.com 8 dall'esportazione per favorire occupazione interna. Dal punto di vista commerciale i Paesi associati devono migliorare la qualità dei prodotti e la cooperazione in campo tecnologico, incrementando gli scambi internazionali. Essi devono sviluppare anche una politica economica, condividere un approccio per la risoluzione dei problemi legati alla ricerca di materie prime, migliorare il dialogo con altre associazioni regionali ed organizzazioni internazionali. Le linee guida e gli strumenti da utilizzare vengono stabiliti durante regolari incontri ministeriali che si svolgono indipendentemente dai summit ASEAN per: – Formulare indicazioni comuni sulla base delle singole esigenze dei Paesi membri; – Analizzare la base e lo sviluppo di programmi promossi che hanno il fine di valorizzare proprio la cooperazione economica; – Scambiare reciprocamente informazioni sullo sviluppo nazionale e le singole politiche economiche per armonizzare lo sviluppo regionale. Integrazione economica e cooperazione Verso una Comunità Economica ASEAN (AEC, ASEAN Economic Community) Il nono Summit tenutosi a Bali, Indonesia, nell’ottobre del 2003, stabilisce la Comunità Economica ASEAN (AEC, ASEAN Economic Community) come obiettivo finale dell’integrazione economica sulla base di quanto stabilito dall’accordo ASEAN Vision 2020, siglato a Kuala Lumpur, Malaysia, nel 1997. Con l’AEC l'Associazione s'impegna a creare un unico mercato comune ASEAN, trasformando le diversità che caratterizzano la regione in opportunità di affari che rendano l’Associazione asiatica un segmento più forte e dinamico all’interno dell'economia globale. Al fine di costituire una vera e propria comunità economica, l’ASEAN deve: • istituire nuovi meccanismi e misure per rafforzare le già esistenti iniziative economiche, incluse la Zona di libero scambio ASEAN (AFTA – ASEAN Free Trade Area), l’Accordo strutturale sui servizi (AFAS, ASEAN © 2005 Giuseppe Marra Communications – tutti i diritti riservati – www.akicrisestoday.com 9 Framework Agrrement on Services) e l’Accordo sull’Area di investimento ASEAN (AIA, ASEAN Investment Area); • accelerare l’integrazione regionale nei settori prioritari: agricolo, automobilistico, elettronico, ittico, tessile, aereo, e-ASEAN (Tecnologia Internazionale sulle Comunicazioni), sanitario, turistico e produzione derivante da legno e caucciù; • facilitare lo spostamento delle risorse umane; • rafforzare le procedure istituzionali dell’ASEAN, incluso il perfezionamento dell’esistente meccanismo per la risoluzione delle controversie, per garantire provvedimenti più veloci e cogenti sulle dispute di ordine economico. Come primo passo per la realizzazione dell’AEC, l’Associazione sta attuando le misure stabilite nella seconda Dichiarazione di Concordia approvata proprio durante il nono summit di Bali. Nell'elaborazione di progetti, infatti, l’ASEAN deve tenere conto dei diversi gradi di sviluppo tecnologico e garantire la piena integrazione dei Paesi come Cambogia, Laos, Myanmar e Vietnam (noti come CLMV). A tale scopo sono stati attuati programmi specifici come l’Iniziativa per l’integrazione ASEAN (IAI, Initiative ASEAN Integration) e il Percorso di integrazione ASEAN (RIA, Roadmap for the Integration of ASEAN) ovvero attraverso una politica strutturale per ridurre il gap di sviluppo all’interno della regione. La realizzazione di una comunità economica integrata passa attraverso l'attuazione di misure di liberalizzazione e cooperazione, lo sviluppo delle risorse umane, il riconoscimento internazionale delle qualifiche professionali, la concertazione delle politiche macroeconomiche e finanziarie, il potenziamento delle infrastrutture e delle telecomunicazioni, nonché l’integrazione di gruppi industriali privati. Per favorire il dialogo fra istituzioni politiche e l'imprenditoria è stato fondato il Consiglio Consultivo per il Commercio (ASEAN – BAC, ASEAN Business Advisory Council) inaugurato il 10 aprile 2003. In occasione del summit di Bali del 2003, il BAC ha organizzato il primo incontro internazionale sul commercio e gli investimenti, durante il quale i leader asiatici hanno individuato i problemi chiave del settore. © 2005 Giuseppe Marra Communications – tutti i diritti riservati – www.akicrisestoday.com 10 Strumenti Il 28 gennaio 1992 a Singapore, i sei Paesi associati firmano l'accordo per la creazione della “zona di libero scambio” (AFTA – ASEAN Free Trade Area). Il desiderio di abbattere le barriere doganali era già stato espresso nella prima Dichiarazione di Concordia ed in questa direzione erano stati concepiti il PTA, così come l’accordo siglato a Manila nel 1987 volto a rafforzare la cooperazione economica. Il primo atto dell'AFTA è l'imposizione della la Tariffa preferenziale comune (CEPT, Common Effective Preferential Tariff), che prevede la riduzione dei dazi doganali su una gamma precisa di prodotti (elencati in una lista speciale: IL, Inclusion List) scambiati all’interno della regione. L’articolo 9 dell'accordo garantisce, però, agli Stati la possibilità di prendere provvedimenti ed adottare regolamenti che considerano necessari per la protezione della sicurezza nazionale, della morale pubblica, della salute dei cittadini, animali e piante, nonché di opere con valore artistico, storico e archeologico. Oggi, la zona di libero scambio è virtualmente stabilita. I dieci Paesi hanno fatto significativi passi in avanti nell’abbassamento delle tariffe tra i Paesi membri. Più del 99% dei prodotti presenti nella Inclusion List, prevista dall’ASEAN – 6 (i primi sei Paesi firmatari: Sultanato del Brunei, Filippine, Indonesia, Malaysia, Singapore e Thailandia) sono stati portati ad una percentuale tariffaria che oscilla tra lo zero e il cinque. Il secondo gruppo dei Paesi ASEAN (Cambogia, Laos, Myanmar e Vietnam) non sono così lontani dall’adempiere i loro impegni, secondo quanto stabilito proprio dallo schema CEPT. Quasi l’ottanta per cento dei loro prodotti sono stati inclusi nella lista CEPT e circa il 66% di questi ha già tariffe comprese tra lo zero e il cinque per cento. Per adeguarsi ai primi sei Paesi il Vietnam ha tempo fino al 2006, Laos e Myanmar fino al 2008, mentre la Cambogia fino al 2010. Il protocollo di sviluppo dell’accordo del ’92 per l’eliminazione dei dazi d’importazione siglato dai Paesi ASEAN – 6, ha stabilito di eliminare le tariffe sul 60% dei loro prodotti inclusi nella lista proprio dal 2003. Da questa data sono state eliminate le tariffe per ben il 64,12% dei prodotti e la media tariffaria secondo lo schema CEPT è scesa dal 12,76% del ’93 all’1,50%. Lo sviluppo dello schema CEPT – AFTA ha avuto una spinta in avanti notevole nel gennaio 2004 quando la Malaysia ha annunciato una © 2005 Giuseppe Marra Communications – tutti i diritti riservati – www.akicrisestoday.com 11 riduzione tariffaria per le unità prodotte nel settore automobilistico, anticipando di un anno l’impegno siglato con l’accordo. I Paesi membri hanno lavorato anche per eliminare le “barriere non tariffarie”, ovvero quei provvedimenti che - secondo l’articolo I dell’accordo - “effettivamente proibiscono e limitano l’import/export dei prodotti tra gli Stati”. Tali barriere possono essere le “restrizioni rese effettive attraverso, quote, licenze e altri provvedimenti con effetto equivalente, incluse misure amministrative”, ovvero quei provvedimenti amministrativi che hanno la conseguenza di restringere la circolazione dei beni. Il programma d’eliminazione di queste barriere prevede un processo di verifica e notifica incrociata, l’aggiornamento periodico sulla definizione delle misure e barriere non tariffarie nella regione, la creazione e il mantenimento di un database che tenga conto di tali definizioni e l’eliminazione di ulteriori misure ritenute non necessarie e/o ingiustificate. Dal primo gennaio 2004, sono state riviste le regole per stabilire l’origine dei prodotti e le procedure di certificazione operativa dello schema CEPT, rendendolo maggiormente appetibile agli investitori regionali. Flussi commerciali Le esportazioni ASEAN sono incrementate dopo le crisi finanziarie del 1997/’98 raggiungendo un picco nel 2000, quando il volume dei prodotti esportati raggiunse il valore di 408 miliardi di USD. Dopo esser sceso a 366,8 miliardi di USD nel 2001 in seguito alla recessione statunitense, europea e giapponese, il volume esportato ha raggiunto 380,2 miliardi di USD l’anno successivo. Il trend positivo per i 6 Paesi originari dell’accordo è continuato per tutta la prima metà del 2003, mentre gli scambi commerciali tra i dieci Paesi membri hanno registrato nello stesso periodo un aumento del 4,2% per l’import e del 1,6% per l’export. Gli Stati Uniti d’America, l’Unione Europea e il Giappone, continuano ad essere i mercati maggiori per i prodotti esportati dall’Associazione, mentre il Giappone, seguito dagli USA e UE, è il primo partner per prodotti importati. Investimenti. I dieci Paesi membri sono stati i maggiori destinatari di investimenti diretti da parte di Paesi stranieri anche durante la crisi finanziaria del © 2005 Giuseppe Marra Communications – tutti i diritti riservati – www.akicrisestoday.com 12 1997/98 e la successiva crisi globale del 2000/01. Nel 1999 l’approvvigionamento degli investimenti stranieri che i Paesi associati avevano a disposizione si aggirava intorno a 249,7 miliardi di USD, mentre nel 2001 tale quota è passata a 282,9 miliardi di USD. Successivamente però, il fenomeno SARS (Severe Acute Respiratory Sindrome) ha fortemente limitato gli investimenti stranieri nell’intera regione. Il Consiglio ministeriale AIA (ASEAN Investment Area) tenuto il primo settembre 2003 a Phnom Penh, Cambogia, si concluse in modo positivo, se visto secondo l’ottica dei flussi di investimenti diretti di Paesi terzi nella regione. Gli sforzi per una cooperazione degli investimenti stranieri intra-regionali rimane principalmente focalizzata su un più profondo sviluppo dell’Accordo AIA siglato il 7 ottobre 1998. L’accordo venne concluso con l’obiettivo di facilitare il libero flusso di investimenti diretti, della struttura tecnologica e lavoratori specializzati, dovendo garantire agli investitori di “imbrigliare” ogni particolare vantaggio dei Paesi associati così da massimizzare gli “affari” e l’efficienza produttiva a costi molto bassi. L’accordo fa riferimento ai settori: manifatturiero, agricolo, minerario, ittico ed il terziario. In base alle statistiche relative al volume di investimenti stranieri diretti nella regione tra il 2000 e il 2002, circa il 50% è stato impegnato nel settore dei servizi. Aree d’intervento Industria. Lo schema di cooperazione industriale ASEAN (AICO, Basic Agreement on the ASEAN Industrial Cooperation) introdotto nel 1996 è indirizzato a promuovere le risorse condivise ed aumentare la competitività del settore manifatturiero attraverso la riduzione tariffaria, cercando di far aumentare il volume complessivo degli scambi commerciali. Per sostenere lo schema AICO i Ministri dell’economia dei dieci Paesi hanno siglato un Protocollo di esecuzione il 21 aprile 2004, con il quale si stabiliscono nuove tariffe preferenziali per i progetti industriali che rientrano nello schema AICO: zero per cento per il Sultanato del Brunei, Cambogia, Laos e Malaysia, Singapore e Indonesia; tra lo zero e l’un per cento per la Repubblica delle Filippine; tra lo zero e il tre per cento per la Thailandia e tra zero e cinque per cento per Myanmar e Vietnam. Su questa base, Filippine, Myanmar e Thailandia s’impegneranno a ridurre le tariffe preferenziali dal primo gennaio 2005, mentre il Vietnam dal 2006. © 2005 Giuseppe Marra Communications – tutti i diritti riservati – www.akicrisestoday.com 13 Dogane. Le indicazioni dell’Alta Unità Operativa per l’Integrazione Economica (HLTF) approvata durante il nono summit ASEAN nell’ottobre 2003, includevano facilitazioni in ambito doganale. Tra queste, l’adozione di un sistema di “zona verde” per i prodotti previsti dallo schema CEPT nei punti d’entrata di ogni Paese membro dal 2004; l’adozione dell’accordo WTO (World Trade Organization) per la parte relativa alle stime doganali, sviluppando così le dovute linee guida dalla fine del 2004; l’impegno del servizio da parte delle autorità doganali e l’accesso di un singolo corridoio basato su un sistema elettronico di registrazione dei documenti relativi agli scambi sia a livello nazionale che regionale. Per facilitare queste operazioni, il 7 agosto 2003 a Manila i rappresentanti dei Ministri delle finanze hanno siglato il Protocollo di esecuzione per la Nomenclatura delle Tariffe, che stabilisce chiare regole e uniformità di applicazione nella classificazione dei beni nell’area ASEAN in modo conforme agli standard internazionali. Durante il secondo incontro dei rappresentanti doganali ASEAN, tenutosi a Banda Seri Begawan nel marzo 2004, emerse il bisogno di un maggior scambio sul piano informativo per poter analizzare e prevenire le modalità utilizzate dai trasgressori per eludere i sistemi di sicurezza. È su questa base che la comunità doganale ASEAN ha adottato un piano d’azione per stabilire un sistema doganale tecnologico le cui attività includono la realizzazione di una “Singola Finestra” al fine di facilitare lo sdoganamento delle merci. Inoltre, i Paesi membri si stanno sforzando per armonizzare le loro linee direttive con quelle poste in essere dall’Accordo sulle stime doganali dell’organizzazione mondiale per il commercio (WTO). Finanza. Per tutto l’anno 2003, il maggior compito dell’ASEAN è stato quello di consolidare il recupero economico della regione con appropriate misure monetarie e politico/fiscali. Dopo aver registrato nel 2002 una crescita del Pil regionale pari al 4,5%, il 2003 è stato l’anno del “ritorno” graduale dei flussi di investimento diretto da parte di Paesi terzi nella regione asiatica. La stabilità dei prezzi e delle valute hanno aiutato a rafforzare il sistema finanziario regionale e le prospettive di crescita per il 2004 sono state ampiamente rispettati. © 2005 Giuseppe Marra Communications – tutti i diritti riservati – www.akicrisestoday.com 14 Strumenti di controllo. Nell’aprile 2004, i dieci Ministri delle Finanze si sono impegnati a mantenere la regione all’interno di un percorso sostenibile di crescita ed hanno riconosciuto il bisogno di allargare e rafforzare la ripresa economica della regione. La forte dipendenza del mercato interno a quello internazionale è stato alla base delle fluttuazioni improvvise durante il 2003. Al fine di ridurre questa dipendenza i Ministri delle finanze hanno promosso iniziative politiche per rafforzare la domanda interna, come la promozione della piccola e media impresa (SME, Small and Medium Enterprise), nonché riforme del sistema legale per migliorare il controllo e la governabilità dei mercati di capitale. In questo senso la Banca Asiatica di Sviluppo (ADB, Asian Development Bank) ha messo in atto due programmi di monitoraggio economico regionale per permettere ai Paesi membri di avere una propria capacità di sorveglianza. Piccola e Media Impresa. L’Associazione delle nazioni del Sud-est asiatico si sta impegnando ad accelerare la trasformazione e l’integrazione della Piccola e Media Impresa su base regionale per creare un “fornitore” competitivo e dinamico sia nel mercato regionale che globale. La globalizzazione e il processo di sviluppo tecnologico hanno portato alla proliferazione di “catene” di offerta e reti di produzione sia interne che oltre confine. I Paesi membri dell’Associazione si sono impegnati a lavorare per creare e promuovere un ambiente tendente allo sviluppo della PMI dove sia i governi che il settore privato assumono un ruolo complementare. In questo contesto è stato creato un “Gruppo di Lavoro ASEAN per la PMI” che ha elaborato un piano decennale dal 2004 al 2014 con l’obiettivo di mettere le PMI al centro dello sviluppo socioeconomico e dell’integrazione regionale. L’attenzione viene quindi focalizzata sullo sviluppo della capacità imprenditoriale sostenuta dalla PMI e la capacità di offrire alle imprese organizzazione e amministrazione, enfatizzando la sub-contrattazione e la struttura inter-aziendale; un migliore accesso alle tecnologie moderne, ai nuovi mercati (soprattutto e-commerce) e finanza, tenendo conto del presidio del territorio e della salvaguardia dell’ambiente. Tale piano fu siglato dal Consiglio dei Senatori ASEAN nel febbraio 2004. Alcuni dei programmi del piano decennale sono partiti proprio nello stesso anno. Un gran numero di progetti di sviluppo è stato integrato proprio per supportare la Piccola e Media Impresa in ambito regionale ASEAN. Su questa base, © 2005 Giuseppe Marra Communications – tutti i diritti riservati – www.akicrisestoday.com 15 numerose sono le occasioni d’incontro per lo scambio d’informazioni organizzate sia su scala regionale che nazionale anche con il supporto di Paesi esterni all’ASEAN, come il Giappone. In particolare, specifici incontri riguardanti la politica della PMI sono stati tenuti proprio in quei Paesi che forse ne hanno maggior bisogno: Cambogia, Laos, Myanmar, e Vietnam (CLMV). Studiare e promuovere la capacità di crescita di tali Paesi (CLMV), è stato un esercizio continuo che ha contribuito alla creazione di numerose attività di formazione nelle aree di loro particolare interesse come i sistemi di condizionamento e refrigerazione e la formazione dei “formatori” nel settore dell' ecommerce. Il 7 marzo 2004 a Bangkok, rappresentanti degli istituti di credito pubblici e privati dei Paesi ASEAN si sono riuniti per discutere le modalità per facilitare l’accesso ai finanziamenti, al fine d’incoraggiare la cooperazione regionale delle piccole e medie imprese. Tra i partecipanti anche rappresentanti di grandi istituti di credito provenienti da Australia, Giappone, Corea del Sud e Stati Uniti d’America. IAI: Iniziative for ASEAN Integration. L’Associazione, pur comprendendo Paesi che hanno un diverso livello di sviluppo economico e sociale, vuol avere un ruolo regionale ed internazionale nel nuovo millennio coerente e sistematico. Con il documento ASEAN Vision 2020, adottato dai leaders asiatici a Kuala Lumpur nel 1997, si punta a promuovere, infatti, un equo sviluppo economico facendo leva sulla riduzione della povertà e disparità economiche nella regione. Tale mandato politico è stato ribadito nel Piano d’Azione di Hanoi del 1998 e con la Dichiarazione di Hanoi del 2001, basata sull’eliminazione del gap economico esistente puntando ad una più chiusa Integrazione ASEAN. Nell’ottobre 2003, durante il nono summit ASEAN che ha dato vita all’AEC (ASEAN Economic Community), i rappresentanti dei Governi adottarono la Seconda Dichiarazione di Concordia, stabilendo che la Comunità Economica ASEAN dovrà garantire che l’integrazione dell’ASEAN venga accompagnata e sostenuta da una cooperazione tecnica che tenga conto delle caratteristiche di ogni Paese, soprattutto di Cambogia, Laos, Myanmar e Vietnam (CLMV), rafforzando così uno degli strumenti ideati a tale scopo: l’Iniziativa per l’Integrazione ASEAN già operativa dal 2002. Altre aree regionali stanno perseguendo simili sforzi: l’Area di Crescita Est–ASEAN, che comprende il Sultanato del Brunei, Indonesia, Malaysia e Filippine; il Triangolo di Crescita, costituito da Indonesia, Malaysia e Thailandia; l’area del Corridoio del © 2005 Giuseppe Marra Communications – tutti i diritti riservati – www.akicrisestoday.com 16 Bacino del Mekong, costituita da Vietnam, Laos, Cambogia e la zona nord est della Thailandia. Tutte queste associazioni lavorano su problemi particolari ed adottano Schemi di Cooperazione e Sviluppo. Il Piano d’Azione dell’Iniziativa di Integrazione ASEAN, venne siglato dai rappresentanti dei Paesi membri nel Summit di Phnom Penh il 4 novembre 2002, con lo scopo di favorire l’integrazione economica regionale, promuovere una crescita paritaria attraverso la riduzione del tasso di povertà di Cambogia, Laos, Myanmar e Vietnam e lo sviluppo delle economie nazionali. In particolare il piano d’azione interviene su settori o aree giudicate prioritarie: infrastrutture, risorse umane e ICT. Ad ottobre 2004 sono stati approvati 85 progetti: per 61 sono stati approvati i finanziamenti, dei quali 24 sono stati portati a termine, 12 sono nella fase finale e i rimanenti 25 sono già stati pianificati; altri 11 sono stati finanziati solo parzialmente. Circa 16,8 milioni di USD è il valore dei progetti in forma di contributi, inclusi i 3,9 milioni di USD donati da Thailandia, Indonesia, Malaysia, Filippine, Singapore e Sultanato del Brunei. I cinque maggiori Paesi “donatori” sono Repubblica di Korea, Australia, Norvegia, Giappone e Unione Europea, che conta per circa 12,9 milioni di USD. Il Piano di Azione IAI è un “documento” dinamico che viene continuamente rinnovato in modo da rispondere alla continua evoluzione di Cambogia, Laos, Myanmar e Vietnam e della regione in genere. Aree prioritarie d’intervento Infrastrutture. Paese coordinatore Cambogia. Quest’area è fondamentale per migliorare l’accesso, l’efficienza e la qualità di trasporti, energia e servizi sempre con riferimento ai Paesi CLMV. L’obiettivo è d’incrementare il volume dei commerci nonché degli investimenti. Sviluppo delle risorse umane. Paese coordinatore Laos. In quest’area si punta a favorire le capacità di crescita del settore pubblico, della produttività e dell’impiego, un processo educativo e scolastico più efficiente e una formazione specifica nel settore trasporti, energia, ICT, investimenti, commercio, servizi e doganale. © 2005 Giuseppe Marra Communications – tutti i diritti riservati – www.akicrisestoday.com 17 ICT. Paese coordinatore Myanmar. Scopo principale è cercare di capire le reali potenzialità del settore cercando poi di limitare il gap esistente tra i Paesi. Integrazione Economica Regionale. Paese coordinatore Vietnam. Principale obiettivo è la costituzione d’istituzioni che possano sostenere l’integrazione di CLMV, all’interno dell’Associazione asiatica in base ad accordi già esistenti quali l’AFTA. Nello specifico si prevede di fornire assistenza tecnica per l’amministrazione delle dogane ed armonizzare le misure che regolano l’import/export. Inoltre, particolare interesse è rivolto al potenziamento delle infrastrutture: autostrade, ferrovie, reti di distribuzione d’elettricità e trasporto di fonti energetiche. Risorse. La mobilizzazione delle risorse per la realizzazione dei programmi e progetti previsti dal Piano di Azione IAI è stato preso in considerazione nelle relazioni con l’estero nell’Agenda ASEAN. La diminuzione del gap esistente all’interno dei Paesi CLMV dovrebbe favorire, infatti, anche gli altri Stati membri così come tutti i partners dell’ASEAN. Una parte delle risorse economiche sono impiegate nell’informazione e comunicazione di tale scopo. Il 15/16 agosto 2002 si è tenuto a Jakarta, Indonesia, nella sede del Segretariato ASEAN, un forum sull’Integrazione, Cooperazione e Sviluppo (IDCF, Integration Development Cooperation Forum) a cui hanno partecipato i rappresentanti dei Paesi asiatici associati, i Partner di Dialogo, le organizzazioni regionali e internazionali, nonché compagnie internazionali private. Il 22 gennaio 2003 si è tenuto nel Sultanato del Brunei il secondo incontro che aveva le stesse finalità. Alle risorse finanziarie attuali, altre risorse sono attese dal secondo Piano di Azione di Vientiane 2205/2010 (segue quello di Hanoi che ha operato nel quinquennio 1999/2004), approvato il 29 novembre 2004 durante il decimo summit che si è svolto proprio nella capitale laotiana. Secondo i leaders asiatici rafforzare la situazione economica nei Paesi meno sviluppati li renderebbe capaci di provvedere a un rapporto di complementarietà con quei Paesi dell’Associazione che, oggi, vengono considerati maggiormente sviluppati. Un gruppo di dieci Paesi economicamente rilevante potrebbe, inoltre, condurre negoziati collettivamente, assumendo un’unica posizione con i maggiori partner commerciali su temi quali: l’accesso del mercato, il trasferimento tecnologico e gli investimenti stranieri © 2005 Giuseppe Marra Communications – tutti i diritti riservati – www.akicrisestoday.com 18 diretti. Al di là dei benefici materiali, una migliore situazione economica in Cambogia, Laos, Myanmar e Vietnam contribuirebbe a una maggiore stabilità nelle relazioni interstatali dell’intera regione e permetterebbe di affrontare in maniera più efficacia questioni di carattere internazionale come l’immigrazione illegale. La cooperazione economica viene, inoltre, vista dai governi dei Paesi membri come la base per un alto senso comunitario e solidale tra i cittadini dell’intera regione. Per rafforzare la cooperazione politica ed economica, l'Associazione dovrà comunque riconsiderare i vincoli che legano i paesi membri, attualmente molto “leggeri” e flessibili, e orientarsi verso la creazione di organi decisionali sovranazionali e autonomi. Al momento, il dibattito politico non è di ampio respiro, non c'è una vera leadership politica e l'integrazione di tipo istituzionale è limitata dal principio di non ingerenza negli affari interni, che spiega, ad esempio, la politica controversa dell'ASEAN nei confronti del Myanmar. Anche armonizzare le economie ed estendere l'ambito d'azione dell'AFTA richiederà tempi lunghi, perché alcuni dei paesi ASEAN devono radicalmente riformare il proprio sistema. Attualmente prevale la tendenza a stipulare accordi bilaterali di libero scambio, in particolare con economie più forti e stabili non facenti parte dell'Associazione. Da questo punto di vista, importanti sviluppi potrebbero derivare dalla creazione di un'area di libero scambio con la Cina (entro il 2015 per Vietnam, Laos, Cambogia e Myanmar, entro il 2010 per gli altri), dalla cooperazione con il Giappone e dal rafforzamento del partenariato commerciale con l'Unione Europea, alla quale l'ASEAN guarda per colmare il divario tra i paesi membri e accelerare la ripresa economica nell'area © 2005 Giuseppe Marra Communications – tutti i diritti riservati – www.akicrisestoday.com 19 Conclusioni Nel 1967, gli Stati fondatori dell’Associazione dei Paesi del Sud-est asiatico (ASEAN) si proponevano di cooperare per favorire lo sviluppo sociale, culturale ed economico, nonché prevenire i conflitti. L’ASEAN non voleva essere un’entità sopranazionale che operava indipendentemente dalla volontà dei suoi membri con poteri legislativi. Nelle parole del suo Segretario Generale, Rodolfo C. Severino, l’ASEAN “è semplicemente un’Associazione che deve essere valutata attraverso le funzioni e i limiti che ha posto in essere, giudicata attraverso i risultati conseguiti e non secondo i desideri e le aspettative di altri che non sono i Paesi membri”1. L’ASEAN fu costituita in un periodo caratterizzato da povertà e conflittualità: forte era il confronto tra Indonesia e Federazione Malese; Singapore e Malaysia avevano appena consumato la traumatica separazione; netto era il contrasto tra Filippine e Malaysia sulla disputa di Sabah2; Singapore era sconvolta da sommosse di gruppi minoritari, mentre nel 1969 esplosero tensioni razziali in Malaysia; il Vietnam era occupato in un conflitto civile in cui erano implicati anche Laos e Cambogia; la Thailandia si sentiva fortemente minacciata dalle guerre in Indocina; nel 1962, nell’allora Birmania venne inaugurata “la via birmana al socialismo”; il Brunei era impegnato a debellare le ribellioni contrarie al Sultanato. Oggi, nonostante alcune questioni irrisolte, le tensioni tra i Paesi si sono notevolmente affievolite, ed è proprio questo prolungato periodo di pace e stabilità che ha potuto garantire lo sviluppo, non solo economico, cui stiamo assistendo. L’ASEAN è, oggi, la più importante associazione di Paesi in via di sviluppo e il Sud-est asiatico è la regione più dinamica del pianeta. In che modo, quindi, i popoli della regione possono competere ed allo stesso tempo migliorare i loro standard di vita mantenendo un ruolo attivo nel mercato globale? La prima strategia che l’ASEAN ha adottato è l’integrazione e l’espansione del mercato regionale, facilitando il flusso di beni con l’obiettivo di creare una Free Trade 1 Rodolfo C. Severino, Jr., Segretario-Generale ASEAN “What ASEAN is and what it stands for” Asia Policy Lecture presso il Research Institute for Asia and the Pacific, University of Sydney, Australia, 22 October 1998. 2 Regione situata nel Borneo. © 2005 Giuseppe Marra Communications – tutti i diritti riservati – www.akicrisestoday.com 20 Area. La competitività richiede investimenti e solo la creazione di un mercato comune può fungere da polo di attrazione; in termini di persone, competitività si traduce in formazione, con priorità all’educazione e alla sanità. Lo sviluppo economico, la lotta alla fame e alla povertà restano però di competenza delle Nazioni che possono interagire attraverso l’Associazione per scambiarsi informazioni ed adottare procedure comuni a tutta la regione. In questo senso, l’ASEAN può funzionare da piattaforma per i singoli Stati per avere un ruolo più forte ed incisivo nel mercato globale ed attirare investimenti esterni. Attraverso l’ASEAN l’Indonesia è stata in grado di gestire la sua potenza economica, il suo prestigio e la sua influenza nel mondo senza essere una grave minaccia per i suoi “vicini”. Singapore rimane “un’isola” anche se condivide molti aspetti della sua identità con gli altri Paesi del mare malese. La Malaysia è una società multietnica che, nonostante le dispute irrisolte con gran parte dei Paesi confinanti, conduce le sue relazioni esterne attraverso il dialogo politico e accordi presi in seno all’ASEAN. La Thailandia ha forgiato un legame forte e duraturo nei mari regionali. Le Filippine, dopo quasi un secolo trascorso da Paese colonizzato e dipendente dagli USA, hanno trovato nell’Associazione la propria identità nel Sud-est asiatico. Ricco e minuscolo, il Brunei conduce affari con tutto il mondo grazie anche ai rapporti commerciali intessuti in seno all’ASEAN. Dopo la fine della guerra fredda, il Vietnam ha suggellato il suo posto nello scacchiere asiatico con l’ingresso nell’Associazione, così come la Cambogia dopo un lungo periodo di destabilizzazione. Il piccolo e chiuso Laos potrebbe, attraverso l’ASEAN, migliorare le delicate relazioni con i Paesi confinanti. Infine, la volontà del Myanmar di entrare a far parte dell’ASEAN è forse il primo passo per un’apertura al resto del mondo. I punti d’attrito fra gli Stati membri sono, però, ancora molti e nascono dalle caratteristiche che li contraddistinguono: l’estensione geografica, lo sviluppo economico e tecnologico, la disponibilità di risorse naturali ed umane; l’eredità storica che si manifesta nelle tradizioni, lingue, etnie, istituzioni sociali, economiche e politiche. L’ASEAN procede cautamente e, sebbene sia stata tacciata di essere un social club o un talk – shop, Rodolfo C. Severino Jr. (Segretario Generale dell’Asean) ricorda che, © 2005 Giuseppe Marra Communications – tutti i diritti riservati – www.akicrisestoday.com 21 comunque, “parlare è meglio che combattere ed è attraverso il dialogo politico che possono essere garantite soluzioni a dispute presenti e future, accordi e cooperazione3”. 3 Rodolfo C. Severino, Jr. (Segretario-Generale ASEAN) “What ASEAN is and what it stands for” Asia Policy Lecture at the Research Institute for Asia and the Pacific, University of Sydney, Australia, 22 October 1998. © 2005 Giuseppe Marra Communications – tutti i diritti riservati – www.akicrisestoday.com 22 Risorse © 2005 Giuseppe Marra Communications – tutti i diritti riservati – www.akicrisestoday.com 23 Indicatori economici Export ASEAN 1993 – 2002 Fonte. Asean annual report 2003/2004 Volume commercio ASEAN 2002 – 2003 (milioni di USD) Fonte. Asean annual report 2003/2004 © 2005 Giuseppe Marra Communications – tutti i diritti riservati – www.akicrisestoday.com 24 Volume Commercio inter – ASEAN 2002 – 2003 (milioni di USD) Fonte. Asean annual report 2003/2004 Volume commercio tra ASEAN – 6 e i maggiori partner commerciali (milioni di USD nel primo e secondo quarto del 2002 – 2003 / Q1 – Q2) Fonte. Asean annual report 2003/200 © 2005 Giuseppe Marra Communications – tutti i diritti riservati – www.akicrisestoday.com 25 Media del PIL pro capite di CLMV, ASEAN – 6 e ASEAN del 2003 in USD 1800 1600 1400 1200 1000 800 600 400 200 0 Istogram . 3D 1 Media CLMV Media ASEAN - 6 Media ASEAN Fonte: ASEAN Finance and Macroeconomic Surveillance Unit Database Assistenza ai Paesi CLMV da ASEAN-6 oltre il Piano di Azione IAI (9 Novembre 2004) Paese Brunei D. Indonesia Numero di Progetti 4 18 Costo dei Progetti USD Data di realizzazione 358,605 135,054 15 Sept –15 Dec 2002 30 July 2000 – 23 Mar 2003 1992 – Oct 2004 1995 – 7 Feb 2003 2001 – 2005 Malaysia Philippines Singapore 50 31 8 4,362,151 261,833 34,416,184 Thailand 97 100,358,255 TOTAL 208 1) 2) 139,892,082 1996 – 2004 1992 – 2005 Note: 1) è noto solo l’ammontare di 7 progetti sui 31 totali. 2) Non include l’assistenza. Fonte: ASEAN Secretariat and Member Countries © 2005 Giuseppe Marra Communications – tutti i diritti riservati – www.akicrisestoday.com 26 Contributo ASEAN– 6 al Piano di Azione IAI (Fondi Assicurati al 1 novembre 2004) Paese Fondi Assicurati (USD) Progetti Brunei 1,500,000 5 Indonesia 599,000 5 Malaysia 803,911 16 Filippine 2,728 2 Singapore 474,263 4 Thailandia 419,881 10 Totale 3,799,783 42 Fonte: ASEAN Secretariat IAI Unit © 2005 Giuseppe Marra Communications – tutti i diritti riservati – www.akicrisestoday.com 27 Schede Paese Brunei Darussalam Capo di Stato Sua Maestà il Sultano e Primo Ministro Haji Hassanal Bolkiah dal 5 ott. 1967 Capitale Bandar Seri Begawan Forma di Sultanato Costituzionale governo Superficie 5.570 Km quadrati Popolazione 365,251 (Luglio 2004) Gruppi etnici Malesi 67%, Cinesi 15%, indigeni 6%, altri 12% Lingua Malese (ufficiale), Inglese, Cinese Religione Musulmana (ufficiale) 67%, Buddista 13%, Cristiano Cattolica 10%, credenze indigene e altre10% Membro di APEC, ARF, ASEAN, C, G-77, IBRD, ICAO, ICRM, IDB, IFRCS, IMF, IMO, Interpol, IOC, ISO (corrispondente), ITU, NAM, OIC, OPCW, UN, UNCTAD, UPU, WCO, WHO, WIPO, WMO, WTO Valuta B$ (Dollaro del Brunei) PIL 4.715 milioni USD (stime al 2003) Maggiori Petrolifere, gas, materiali da costruzione, tessili industrie Export Petrolio greggio, gas naturale, vestiario. Import Macchinari ed equipaggiamento per i trasporti, beni manifatturieri, alimentari, chimici © 2005 Giuseppe Marra Communications – tutti i diritti riservati – www.akicrisestoday.com 28 Cambogia Capo di Stato Sua Maestà Norodom SIHAMONI (dal 29 Ottobre 2004) Capitale Phnom Penh Forma di Monarchia Costituzionale dal settembre 1993 governo Superficie 181,040 Km quadrati Popolazione 13,363,421 (Luglio 2004) Gruppi etnici Khmer 90%, Vietnamiti 5%, Cinesi 1%, altri4% Lingua Khmer (ufficiale) 95%, Francese, Inglese Religione Buddista 95%, altre 5% Membro di ACCT, ARF, AsDB, ASEAN, FAO, G-77, IBRD, ICAO, ICCt, ICRM, IDA, IFAD, IFC, IFRCS, ILO, IMF, IMO, Interpol, IOC, IOM, ISO (firmatario), ITU, MIGA, NAM, OPCW (firmatario), PCA, UN, UNCTAD, UNESCO, UNIDO, UPU, WCO, WFTU, WHO, WIPO, WMO, WToO, WTO Valuta Riel PIL 4.215 milioni USD (stime al 2003) Maggiori Turistica, riso, pesce, legno e derivati, cemento e tessile industrie Export Abbigliamento, riso, pesce, tabacco e calzature Import Macchinari ed equipaggiamento per i trasporti, oro, motoveicoli, materiali da costruzione, prodotti farmaceutici © 2005 Giuseppe Marra Communications – tutti i diritti riservati – www.akicrisestoday.com 29 Indonesia Capo di Stato Presidente Susilo Bambang YUDHOYONO (dal 20 Ottobre 2004) Capitale Jakarta Forma di Repubblica governo Superficie 1,919,440 km quadrati Popolazione 238,452,952 (Luglio 2004) Gruppi etnici Javanesi 45%, Sundanesi 14%, Maduresi 7.5%, Malesi 7.5%, altri26% Lingua Bahasa Indonesia (ufficiale, deriva dal malese), Inglese, Olandese, dialetti locali, tra i quali il Javanese è il più parlato Religione Musulmana 88%, Protestante 5%, Cattolico Romana 3%, Hindu 2%, Buddista1%, altre 1% (1998) Membro di APEC, ARF, AsDB, ASEAN, BIS, CP, FAO, G-15, G-77, IAEA, IBRD, ICAO, ICC, ICFTU, ICRM, IDA, IDB, IFAD, IFC, IFRCS, IHO, ILO, IMF, IMO, Interpol, IOC, IOM (osservatore), ISO, ITU, MIGA, MONUC, NAM, OIC, OPCW, OPEC, UN, UNAMSIL, UNCTAD, UNESCO, UNIDO, UNMIL, UNOMIG, UPU, WCL, WCO, WFTU, WHO, WIPO, WMO, WToO, WTO Valuta Rupiah PIL 208,625 milioni USD (stime al 2003) Maggiori Cemento, metalli, fertilizzanti, generazione di energia, industrie telecomunicazioni, trasporti, carta, petrolifere, gas naturale, tessili, legno compensato Export legno compensato, tessile, petrolio, gas naturale, materiali elettrici Import Farmaceutici, chimici, fertilizzanti, tessili lavorati, macchinari, © 2005 Giuseppe Marra Communications – tutti i diritti riservati – www.akicrisestoday.com 30 Laos Capo di Stato Presidente Gen. KHAMTAI Siphadon (dal 26 Febbraio 1998) Capitale Vientiane Forma di Repubblica Democratica Popolare del Laos – Stato comunista governo Superficie 236,800 km quadrati Popolazione 6,068,117 (Luglio 2004) Gruppi etnici Lao Loum 68%, Lao Theung 22%, Lao Soung inclusi gli Hmong e gli Yao 9%, minoranze etniche vietnamite e cinesi1% Lingua Lao (ufficiale), Francese, Inglese, e varie lingue etniche Religione Buddista 60%, animista e altre 40% Membro di ACCT, ARF, AsDB, ASEAN, CP, FAO, G-77, IBRD, ICAO, ICRM, IDA, IFAD, IFC, IFRCS, ILO, IMF, Interpol, IOC, ITU, MIGA, NAM, OPCW, PCA, UN, UNCTAD, UNESCO, UNIDO, UPU, WFTU, WHO, WIPO, WMO, WToO, WTO (osservatore) Valuta Kip PIL 2.043 milioni USD (stime al 2003) Maggiori Abiti, stagno, legname da costruzione, energia elettrica, industrie Export Elettricità, stagno, caffè, pietra da gesso, legno e prodotti derivati Import macchinari industriali ed elettrici, chimici, beni di consumo, petrolio raffinato © 2005 Giuseppe Marra Communications – tutti i diritti riservati – www.akicrisestoday.com 31 Malaysia Capo di Stato DYMM Seri Paduka Baginda Yang Dipertuan Agung Tuanku Syed Sirajuddin Ibni Almarhum Tuanku Syed Putra Jamalullail Capitale Kuala Lumpur Forma di Monarchia Costituzionale governo Superficie 329,750 km quadrati Popolazione 23,522,482 (Luglio 2004) Gruppi etnici Malesi e altri gruppi indigeni 58%, Cinesi 24%, Indiani 8%, altri 10% (2000) Lingua Malese (ufficiale), Inglese, Cinese, Tamil Religione Musulmana, Buddista, Daoista, Hindu, Cristiana, Sikh Membro di ABEDA, APEC, ARF, AsDB, ASEAN, BIS, C, CP, FAO, G-15, G-77, IAEA, IBRD, ICAO, ICC, ICFTU, ICRM, IDA, IDB, IFAD, IFC, IFRCS, IHO, ILO, IMF, IMO, Interpol, IOC, ISO, ITU, MIGA, MINURSO, MONUC, NAM, OIC, ONUB, OPCW, PCA, UN, UNAMSIL, UNCTAD, UNESCO, UNIDO, UNMEE, UNMIK, UNMIL, UNMISET, UPU, WCL, WCO, WFTU, WHO, WIPO, WMO, WToO, WTO Valuta Ringgit malese PIL 103,737 milioni USD (stime al 2003) Maggiori Elettrica ed elettronica, tessile, vestiario e calzature, chimica, petrolifera, industrie manifatturiera Export Materiale elettronico, gas naturale, legno e prodotti derivati, petrolio Import Macchinari, prodotti metallici, petroliferi, chimici ed elettronici © 2005 Giuseppe Marra Communications – tutti i diritti riservati – www.akicrisestoday.com 32 Myanmar Capo di Stato Capo di Stato del Consiglio di Pace e Sviluppo, Gen. THAN SHWE (dal 23 April 1992) Capitale Yangon Forma di Repubblica Socialista dell’Unione del Myanmar retta da una giunta governo militare Superficie 678,500 km quadrati Popolazione 42,720,196 (Luglio 2004) Gruppi etnici Myanmar 68%, Shan 9%, Karen 7%, Rakhine 4%, Cinesi 3%, Indiani 2%, Mon 2%, altri 5% Lingua birmano, oltre a karen e dialetti chin, shan e kachin Religione Buddista 89%, Cristiano cattolica 4% (Battista 3%, Romano Cattolica 1%), Musulmana 4%, Animista 1%, altre 2% Membro di ARF, AsDB, ASEAN, CP, FAO, G-77, IAEA, IBRD, ICAO, ICRM, IDA, IFAD, IFC, IFRCS, IHO, ILO, IMF, IMO, Interpol, IOC, ITU, NAM, OPCW (firmatario), UN, UNCTAD, UNESCO, UNIDO, UPU, WCO, WHO, WIPO, WMO, WTO Valuta Myanmar Kyat PIL 9,605 milioni USD (stime al 2003) Maggiori Agricole, legno e prodotti derivati, rame, acciaio, tungsteno, stagno, industrie farmaceutiche. Export Vestiario, gas, riso, pesce Import Fertilizzanti, gasolio, cemento, macchinari, materiale da costruzione. © 2005 Giuseppe Marra Communications – tutti i diritti riservati – www.akicrisestoday.com 33 Filippine Capo di Stato Presidente Gloria MACAPAGAL-ARROYO (dal 20 Gennaio 2001) Capitale Manila Forma di Repubblica governo Superficie 300,000 km quadrati Popolazione 86,241,697 (Luglio 2004) Gruppi etnici Malesi Cristiani 91.5%, Malesi Musuimani 4%, Cinesi 1.5%, altri 3% Lingua Due lingue ufficiali - Filippino (basato sul Tagalog) e Inglese; otto grandi dialetti - Tagalog, Cebuano, Ilocan, Hiligaynon o Ilonggo, Bicol, Waray, Pampango, e Pangasinense Religione Romano Cattolica 83%, Protestante 9%, Musulmana 5%, Buddista e altre 3% Membro di APEC, ARF, AsDB, ASEAN, BIS, CP, FAO, G-24, G-77, IAEA, IBRD, ICAO, ICC, ICCt (firmatario), ICFTU, ICRM, IDA, IFAD, IFC, IFRCS, IHO, ILO, IMF, IMO, Interpol, IOC, IOM, ISO, ITU, MIGA, MINUSTAH, NAM, OAS (osservatore), ONUB, OPCW, UN, Consiglio di Sicurezza UN (temporaneo), UNCTAD, UNESCO, UNHCR, UNIDO, UNMIK, UNMIL, UNMISET, UNOCI, UPU, WCL, WCO, WFTU, WHO, WIPO, WMO, WToO, WTO Valuta Peso PIL 79.300 milioni USD (stime al 2003) Maggiori Elettroniche, tessili, farmaceutiche, chimiche, raffinerie di petrolio e industrie carbone, alimentari Export Macchinari, prodotti elettronici, minerari, alimentari (banane, mango, ananas) Import Materie prime, macchinari, carburante, chimici © 2005 Giuseppe Marra Communications – tutti i diritti riservati – www.akicrisestoday.com 34 Singapore Capo di Stato Presidente Sellapan Rama (S. R.) NATHAN (dal 1 Settembre 1999) Capitale Singapore Forma di Repubblica parlamentare governo Superficie 692.7 km quadrati Popolazione 4,353,893 (Luglio 2004) Gruppi etnici Cinesi 76.7%, Malesi 14%, Indiani 7.9%, altri 1.4% Lingua Cinese (ufficiale), Malese (ufficiale e nazionale), Tamil (ufficiale), Inglese (ufficiale) Religione Buddista (Cinesi), Musulmana (Malesi), Hindu, Sikh, Taoista, Confuciana Membro di APEC, ARF, AsDB, ASEAN, BIS, C, CP, G-77, IAEA, IBRD, ICAO, ICC, ICFTU, ICRM, IDA, IFC, IFRCS, IHO, ILO, IMF, IMO, Interpol, IOC, ISO, ITU, MIGA, NAM, OPCW, PCA, UN, UNCTAD, UPU, WCL, WCO, WHO, WIPO, WMO, WTO Valuta Dollaro di Singapore PIL 91.355 milioni USD (stime al 2003) Maggiori Elettroniche, chimiche, servizi bancari e finanziari, turismo, industrie raffinazione petrolio, navali Export Macchinari, chimici, beni di consumo, carburante Import Petrolio greggio, ferro, acciaio, chimici, componenti elettronici © 2005 Giuseppe Marra Communications – tutti i diritti riservati – www.akicrisestoday.com 35 Thailandia Capo di Stato Re PHUMIPHON Adunyadet (dal 9 Giugno 1946) Capitale Bangkok Forma di Monarchia Costituzionale governo Superficie 514,000 km quadrati Popolazione 64,865,523 (Luglio 2004) Gruppi etnici Thai 75%, Cinesi 14%, altri 11% Lingua Thai (ufficiale), Inglese (seconda lingua delle elites), Religione Buddista 95%, Musulmana 3.8% Membro di APEC, ARF, AsDB, ASEAN, BIS, CP, FAO, G-77, IAEA, IBRD, ICAO, ICC, ICCt (firmatario), ICFTU, ICRM, IDA, IFAD, IFC, IFRCS, IHO, ILO, IMF, IMO, Interpol, IOC, IOM, ISO, ITU, MIGA, NAM, OAS (osservatore), OIC (osservatore), OPCW, OSCE (partner), PCA, UN, UNAMSIL, UNCTAD, UNESCO, UNHCR, UNIDO, UPU, WCL, WCO, WFTU, WHO, WIPO, WMO, WToO, WTO Valuta Baht PIL 143,303 milioni USD (stime al 2003) Maggiori Elettroniche, turistica, tessile, abbigliamento, arredamento industrie Export Computer, macchine da ufficio, transistor, plastica, veicoli, pesce Import Beni capitali, materie prime, carburante © 2005 Giuseppe Marra Communications – tutti i diritti riservati – www.akicrisestoday.com 36 Vietnam Capo di Stato Presidente Tran Duc Luong (dal 24 Settembre 1997) Capitale Hanoi Forma di Repubblica Socialista – Stato comunista governo Superficie 329,560 km quadrati Popolazione 82,689,518 (Luglio 2004) Gruppi etnici Viet 85%-90%, Cinesi, Hmong, Thai, Khmer, Cham, Lingua Vietnamita (ufficiale), Religione Buddista, Hoa Hao, Cao Dai, Romano Cattolica, Protestante, animista, Membro di ACCT (osservatore), APEC, ARF, AsDB, ASEAN, CP, FAO, G-77, IAEA, IBRD, ICAO, ICRM, IDA, IFAD, IFC, IFRCS, ILO, IMF, IMO, Interpol, IOC, IOM (osservatore), ISO, ITU, MIGA, NAM, OPCW, UN, UNCTAD, UNESCO, UNIDO, UPU, WCL, WCO, WFTU, WHO, WIPO, WMO, WToO, WTO (osservatore) Valuta Dong PIL 39.021 milioni USD (stime al 2003) Maggiori Agricole, ittiche, costruzioni industriali, cemento, chimiche, calzaturifici industrie Export Petrolio greggio, pesce riso, caffè, caucciù, tè, scarpe Import Macchinari, prodotti petroliferi, acciaio, fertilizzanti, grano, motocicli. © 2005 Giuseppe Marra Communications – tutti i diritti riservati – www.akicrisestoday.com