17 relazione tecnica impianti tecnologici e

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17 relazione tecnica impianti tecnologici e
RELAZIONE TECNICA IMPIANTI
TECNOLOGICI MECCANICI
Relazione Tecnica e di Calcolo Impianti Meccanici
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INDICE
1. PREMESSA .................................................................................................. 4 2. FILOSOFIA IMPIANTISTICA ........................................................................ 4 2.1. 2.2. 2.3. 2.4. La generazione delle energie .............................................................. 4 I terminali ............................................................................................. 4 Impianto di ventilazione ....................................................................... 5 Produzione e distribuzione di acqua calda sanitaria ........................... 6 3. IMPIANTO ADDUZIONE GAS METANO ..................................................... 6 4. IMPIANTO IDRICO SANITARIO .................................................................. 6 4.1. Generalità ..................................................................................................... 6 4.2. Soluzioni per ridurre i consumi di acqua sanitaria ........................................ 6 5. IMPIANTO DI SCARICO ACQUE NERE ...................................................... 7 5.1. Descrizione dell'impianto .............................................................................. 7 5.1.1. Metodi e normative utilizzate ........................................................................ 7 5.1.2. Materiali ........................................................................................................ 8 5.1.3. Sifoni ............................................................................................................. 8 5.1.4. Diramazioni ................................................................................................... 8 5.1.5. Collettori........................................................................................................ 8 5.1.6. Calcolo delle portate ..................................................................................... 9 6. IMPIANTO DI ADDUZIONE IDRICA .......................................................... 11 6.1. Descrizione dell'impianto ............................................................................ 11 6.2. Metodi e normative utilizzate ...................................................................... 11 6.3. Materiali, diametri e isolamento .................................................................. 11 6.4. Dati di progetto ........................................................................................... 12 6.5. Procedura di calcolo ................................................................................... 12 1. NORMATIVA DI RIFERIMENTO ................................................................ 12 Relazione Tecnica e di Calcolo Impianti Meccanici
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1.
PREMESSA
La presente relazione tecnica è volta a specificare i lavori offerti per gli impianti tecnologici
meccanici a servizio dell’auditorium facente parte del complesso scolastico sito nell'angolo
compreso tra via Claudio Mori e via Dante nel comune di Roccaraso (AQ).
2.
FILOSOFIA IMPIANTISTICA
2.1. La generazione delle energie
La generazione scelta è di tipo misto, con caldaia a condensazione ad elevato quantitativo d’acqua
e portata nulla, e pompa di calore ad alta efficienza del tipo aria-acqua.
La pompa di calore funzionerà fin quando le temperature esterne saranno al disopra di 7°C,
mentre la caldaia si attiverà automaticamente attraverso un sistema di gestione automatica,
qualora le temperature dovessero scendere al disotto di 7°C, massimizzando le rese del sistema di
generazione.
La pompa di calore sarà posta all’esterno e sarà in grado di prelevare mediamente 2/3 dell’energia
necessaria dall’ambiente esterno, questa sarà posta all’esterno ed avrà una potenza termica e/o
frigorifera pari almeno a 100kW, mentre la caldaia una potenza di 150kW.
L’impianto sarà del tipo a radiatori per i locali situati a piano interrato mentre per i locali situati al
piano terra è previsto un impianto a tutt'aria. In centrale sono previsti gli spillamenti per:
– Produzione acqua calda sanitaria;
– Post riscaldamento per due unità di trattamento aria;
– Alimentazione radiatori;
– Alimentazione batterie caldo freddo delle due unità trattamento aria.
Tutti i circuiti, escluso quello per la produzione dell’acqua calda sanitaria, saranno dotati di
circolatori a caratteristica variabile dotati di inverter. La variazione della portata servirà a modulare
la stessa, in funzione delle effettive esigenze termiche richieste dalle varie zone, questo
determinerà una notevole riduzione dei consumi energetici di pompaggio (elettrici) e di dispersione
termica sulle tubazioni, nonché un miglior funzionamento di tutto il sistema.
La caldaia a basamento del tipo a portata nulla sarà in grado di massimizzare la condensazione, e
quindi la resa.
Un sistema di generazione bivalente, servirà non solo a minimizzare i costi di esercizio, ma avrà
anche una generazione ridondante, quindi capace di dare continuità di esercizio anche in caso di
possibili guasti.
Uno scambiatore di calore sarà montato per dividere i circuiti dell’intero impianto da quello della
pompa di calore, che come sopra menzionato sarà installata esternamente. Tale soluzione eviterà
la necessità di glicolare l’intero sistema, confinando la parte glicolata al solo circuito primario della
pompa di calore, minimizzando eventuali costi di gestione e facilitando le possibili operazioni di
manutenzione.
2.2. I terminali
Il progetto prevede terminali a radiatori per i locali al piano interrato e le zone aventi caratteristiche
termiche omogenee, così come deducibile nell’elaborato grafico di progetto saranno autonome dal
punto di vista termico: ogni zona avrà la propria sonda di temperatura che comanda l’apertura/
chiusura della relativa valvola di zona con conseguente apertura/chiusura del relativo circuito di
riscaldamento.
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Le valvole di zona saranno montate a controsoffitto nel corridoio. Il controsoffitto sarà ispezionabile
in corrispondenza ad ogni gruppo valvole, al fine di facilitare le eventuali manovre di
manutenzione.
Per il condizionamento termico dei locali del piano terra è previsto in progetto un impianto a
tutt'aria, con diffusori sotto poltrona per la zona spettatori e griglie di mandata aria a pavimento per
le zone palco e retropalco.
L'impianto a radiatori sarà di ultima generazione, del tipo a bassa temperatura con adeguamento
della temperatura di mandata controllata da sonda climatica esterna, massimizzando in tal modo la
condensazione della caldaia.
2.3. Impianto di ventilazione
I locali al piano interrato e al primo piano sono due zone con caratteristiche di occupazione
differenti e pertanto necessitano di essere trattati con impianti separati.
Per il piano interrato è prevista l’installazione di un’unità di trattamento aria primaria, per la sola
ventilazione dei locali e il controllo dell'umidità relativa, in grado di garantire l’immissione di aria di
rinnovo a condizioni neutre in misura di 1 volume/ora.
Per i locali al piano terra l’unita di trattamento aria provvede a immettere aria di rinnovo in funzione
dell'effettivo grado di occupazione attraverso il controllo della percentuale di ppm di anidride
carbonica presente.
L'impianto sarà del tipo a tutt'aria a dislocamento, cioè l'aria verrà immessa dal basso al disotto
delle poltrone e ripresa dall'alto, per minimizzare l'impatto architettonico del sistema aeraulico.
Le temperature di immissione dell'aria saranno di poco differenti dalle condizioni climatiche volute
internamente, temperatura di circa 23 °C in inverno e 24 °C in estate, evitando possibili fastidi agli
occupanti.
La posizione delle unità di trattamento aria si evince dagli elaborati grafici di progetto.
La centrale di trattamento a servizio dei locali del piano interrato elaborerà una portata pari a circa
1500 mc/h. I ventilatori saranno dotati di inverter. Ogni zona sarà bilanciata in termini di portata da
apposite serrande di taratura. Le riprese saranno effettuate nei locali servizi. Il sistema determinerà
parti di fabbricato in pressione positiva e parti in depressione relativa, tale per cui vi sarà un
transito di aria che determinerà zone pulite e zone sporche.
La centrale di trattamento a servizio dei locali al piano terra elaborerà una portata pari a circa
18000 mc/h; la mandata sarà immessa al disotto delle poltrone per la zona spettatori e con griglie
pedonabili per le zone palco e retropalco, mentre la ripresa sarà realizzata a parete ad un’altezza
di circa 3,5 m; questo sistema consente un buon lavaggio della zona occupata, un gradiente di
temperatura verticale che massimizza il confort per gli occupanti sia in inverno che in estate, ma
soprattutto una ottimizzazione del sistema energetico con riduzione di costi rispetto ad impianti
tradizionali.
Per entrambe le centrali la ventilazione avrà il compito di migliorare la qualità dell’aria all’interno
dei locali (Indor Air Quality), mitigando gli eventuali inquinanti. L’aria inoltre avrà l’incarico di
controllare l’umidità relativa mantenendola a livelli di confort. L’unità di trattamento sarà comunque
dotata di sistema free-cooling e, qualora le condizioni esterne lo permettono, il sistema
automaticamente, attraverso PLC e quindi un loop di regolazione retro-azionato, sarà in grado di
spalancare le serrande per raffrescare nelle mezze stagioni gli ambienti, in modo del tutto gratuito.
Le unità saranno composte essenzialmente da: sezioni filtri (G4 e F7), ventilatori di mandata e
ripresa dotati entrambi di inverter, recuperatore di calore a flussi incrociati, sezione batteria di preriscaldo, post-riscaldamento e umidificazione adiabatica ad elevata efficienza.
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2.4. Produzione e distribuzione di acqua calda sanitaria
L’acqua calda sanitaria sarà prodotta all’interno di un bollitore bivalente da 180L, allocato
all’interno della centrale idrica, nel piano interrato. Il bollitore sarà riscaldato da uno scambiatore
alimentato dalla caldaia e da uno scambiatore posto nella parte bassa del bollitore, alimentato da
n.1 pannello solare termico sottovuoto del tipo heat pipe ad elevata efficienza con sistema di
thermo-block. Il sistema scelto permetterà di inibire lo scambio di calore nei periodi di inattività
della struttura, scongiurando il fenomeno della stagnazione, che determinerebbe indiscriminati
aumenti di pressione con conseguente apertura delle valvole di sicurezza e fuoriuscita di fluido
termovettore (glicolato); con conseguenti aumenti di costi di manutenzione straordinaria.
In tutti i servizi si distribuiranno: l’acqua fredda sanitaria e l’acqua calda; il sistema di distribuzione
sarà dotato di tubazione di ricircolo per consentire la fruizione di acqua calda in tempi rapidi
limitando in tal modo inutili sprechi di acqua.
3.
IMPIANTO ADDUZIONE GAS METANO
L’impianto a metano consisterà in una distribuzione unica in parte aerea (a vista) e in parte
interrata, che dal contatore raggiungerà la centrale termica.
4.
IMPIANTO IDRICO SANITARIO
4.1. Generalità
L'impianto è posizionato interamente al piano interrato dell’edificio servirà come distribuzione idrica
sanitaria e come gruppo di riempimento a servizio delle centrali tecnologiche. il sistema
comprende la rete cittadina che servirà un serbatoio di compenso a pressione atmosferica da
300L, e un sistema di sollevamento acqua con singola elettropompa a caratteristica costante di
idonee caratteristiche meccaniche. Ogni blocco bagno (così come definito in progetto), sarà dotato
di apposito collettore complanare di distribuzione per acqua calda e fredda sanitaria.
4.2. Soluzioni per ridurre i consumi di acqua sanitaria
In tutti i terminali idrici sarà installato un filtro EBF (Erogatori Basso Flusso).
Il dispositivo ha la funzione di miscelare l’aria al getto d’acqua, allo scopo di ridurne notevolmente i
consumi idrici e di conseguenza energetici, oltre a rendere omogeneo il getto d’acqua evitando
spiacevoli schizzi.
Il sistema ha come scopo principale di diminuire la portata d’acqua calda e fredda, garantendo una
riduzione che va dal 50% fino al 70% del consumo, in funzione della pressione statica utile al
terminale.
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Erogato EBF
La dotazione impiantistica prevede inoltre, l’installazione delle cassette di scarico con doppio
pulsante, che rappresenta un ulteriore risparmio.
5.
IMPIANTO DI SCARICO ACQUE NERE
5.1. Descrizione dell'impianto
L'impianto di scarico deve garantire una rapida evacuazione del flusso senza depositi e residui,
nonché la tenuta idraulica ed ai gas, deve sostenere i livelli di pressione di progetto durante il
funzionamento e consentire il reintegro dell'aria trascinata e spinta durante il deflusso.
La configurazione del sistema di scarico a servizio del complesso, prevede la realizzazione di
collettori orizzontali con ventilazione secondaria ottenuta mediante valvole di aerazione installate
all’interno del controsoffitto del piano interrato , in zone ispezionabili. I collettori interrati sub
orizzontali convogliano le acque reflue al pozzetto sifonato, in calcestruzzo vibrato con chiusino
carrabile, posto all’esterno nelle immediate vicinanze del fabbricato e da questo alla rete pubblica.
5.1.1.
Metodi e normative utilizzate
La scelta del diametro e delle pendenze per le tubazioni necessarie allo smaltimento delle acque
nere, è stata effettuata sulla base delle indicazioni fornite dalla norma UNI EN 12056 che disciplina
i sistemi di scarico a gravità all’interno di edifici ad uso residenziale, commerciale, istituzionale e
industriale.
Nello specifico si è proceduto alla determinazione:
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delle portate in relazione agli apparecchi sanitari allacciati;
dei diametri delle diramazioni di collegamento agli apparecchi sanitari all’interno degli
ambienti;
dei diametri dei collettori di scarico ubicati a piano terra ed all’esterno dell’edificio.
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5.1.2.
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Materiali
All’interno degli ambienti, la rete di scarico sarà realizzata con tubazione in polipropilene
autoestinguente stabilizzato all’esposizione dei raggi UV (UNI EN 1451) e giunzioni mediante
bicchiere ad innesto e/o manicotto scorrevole.
All’esterno sarà costituita da tubazioni in PVC tipo 302 (UNI EN 1329) colore arancio, con giunzioni
ad incollaggio mediante bicchiere.
5.1.3.
Sifoni
I sifoni devono garantire la tenuta idraulica impedendo la fuoriuscita dei gas maleodoranti
all'interno degli ambienti mediante un tappo idraulico. In accordo alla UNI EN 12056 l'altezza
dell'acqua di ristagno che costituisce il tappo (guardia idraulica), non deve essere inferiore ai 50
mm (h>50 mm).
5.1.4.
Diramazioni
Il collegamento degli apparecchi sanitari alle colonne di scarico dovrà avere una lunghezza
complessiva (compreso il collegamento al sifone) inferiore a 4 m ed una pendenza di almeno 1%
(comunque inferiore al 5%). I cambiamenti di direzione devono essere ridotti al minimo ed eseguiti
da ampio raggio mentre le confluenze di più scarichi in una diramazione, devono essere eseguiti
evitando angoli a 90°. Ogni apparecchio deve essere provvisto di proprio sifone e nell’allaccio non
devono essere impiegati diametri inferiori a quelli del sifone. In particolare il collegamento dei vasi
igienici non deve avere un diametro inferiore a 110 mm.
5.1.5.
Collettori
Il diametro dei collettori non dovrà essere inferiore a quello della colonna di maggior sezione in
esso convogliata. Le tubazioni dovranno essere le più rettilinee possibile e le curve dovranno
essere eseguite ad ampio raggio evitando angoli di 90°. I valori della pendenza dovranno essere
compresi tra 1% e 5% (ottimale 2%). Il passaggio verso diametri maggiori deve realizzarsi
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mediante riduzioni eccentriche allineate nella generatrice superiore. In caso di attraversamento di
parti strutturali dell’edifico, dovranno essere predisposti fori di passaggio maggiorati.
Per il dimensionamento dei collettori nel caso specifico, si è considerata una pendenza ottimale del
1% ed un grado di riempimento massimo h/Di=0,5.
5.1.6.
Calcolo delle portate
Per il dimensionamento è stata determinata la portata totale circolante nei vari tratti della rete,
considerando oltre agli apparecchi sanitari, la presenza di eventuali apparecchi a flusso continuo e
pompe di sollevamento. Inoltre per la determinazione della portata dovuta agli apparecchi sanitari,
si è tenuto conto di un coefficiente di contemporaneità dipendente dalla destinazione d’uso degli
ambienti. Nella situazione specifica non essendoci apparecchi a flusso continuo e tanto meno
pompe di sollevamento, la portata delle acque reflue dipende esclusivamente dagli apparecchi
sanitari installati e dalla destinazione dell’edificio. Le portate dei singoli tratti sono state ricavata
dall’equazione di seguito descritta, adottando come minimo la portata dell’apparecchio sanitario
con la maggiore unità di scarico:
Qtot=Qww=K x (ΣDU)1/2
dove
Qtot
Qww
K
ΣDU
è la portata totale in l/s
è la portata acque reflue degli apparecchi sanitari in l/s
fattore di contemporaneità
somma delle unità di scarico degli apparecchi sanitari che convogliano nel tratto in l/s
Trattandosi di scuole (ospedali, scuole, ristoranti, alberghi) è stato adottato un coefficiente di
contemporaneità K=0,7.
Le unità di scarico dei singoli apparecchi, sono descritte nella tabella di seguito riportata:
PORTATE APPARECCHI SANITARI
Apparecchio
Unità di scarico
sanitario
DU (l/s)
Lavabo, bidet
0,5
Doccia
0,6
Vasca da bagno
0,8
Lavello da cucina
0,8
Lavastoviglie
0,8
domestica
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Lavatrice max. 6 kg
WC
0,8
2,5
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6.
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IMPIANTO DI ADDUZIONE IDRICA
6.1. Descrizione dell'impianto
L'impianto partendo dai locali tecnici al piano interrato, consterà di dorsali per l’adduzione
dell’acqua calda e fredda sanitaria destinata agli apparecchi sanitari correnti a
controsoffitto.
La distribuzione dell’acqua calda e fredda sanitaria all’interno dei servizi, avverrà tramite
collettori di zona dai quali si dirameranno le tubazioni di collegamento ai singoli apparecchi.
6.2. Metodi e normative utilizzate
La determinazione delle portate e quindi la scelta dei diametri delle tubazioni, è stata
effettuata sulla base delle indicazioni fornite dalla norma UNI 9182, nonché dalle specifiche
fornite dai produttori sui singoli componenti. Nello specifico si è proceduto alla
determinazione delle condizioni di esercizio più gravose in termini di pressioni ammesse e
portate massime contemporanee, competenti su ogni singolo tratto di distribuzione.
6.3. Materiali, diametri e isolamento
I materiali utilizzati per il convogliamento dell’acqua sanitaria nelle dorsali di distribuzione
sono:
all'interno del fabbricato:
‐
‐
tubazioni in rame per l’acqua calda e il ricircolo;
tubazioni in multistrato preisolato idonee agli usi alimentari per il trasporto dell’acqua
fredda;
all'esterno del fabbricato interrate:
‐
tubazioni in polietilene ad alta densità.
All’interno dei singoli ambienti sanitari la distribuzione dell’acqua sanitaria, sia calda che
fredda a partire dai collettori a servizio della zona, verrà realizzata con tubazioni in
multistrato (PEX – AL – PE) idonee agli usi alimentari, il cui diametro nominale minimo non
dovrà essere inferiore ai 16 mm (DNmin 16mm).
Tutte le tubazioni, comprese le distribuzioni nei bagni, dovranno essere opportunamente
coibentate con isolanti di caratteristiche e spessori conformi al D.P.R. 412 del 26 agosto
1993, al fine di impedire la formazione di condensa sulle tubazioni di acqua fredda e ridurre
le dispersioni di calore su quelle di acqua calda.
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6.4. Dati di progetto
I dati di progetto sono stati rilevati dagli elaborati architettonici in quanto indicativi delle
apparecchiature da alimentare, mentre le portate dei singoli apparecchi, dove disponibili,
sono state desunte dai produttori degli stessi.
6.5. Procedura di calcolo
Individuata una derivazione, ne sono stati calcolati i valori in unità di carico (U.C.),
sommando progressivamente le unità di carico attribuibili alla derivazione nel suo percorso
di avvicinamento alla dorsale principale di alimentazione.
Considerando il tipo di utenza e la contemporaneità di utilizzo dei singoli apparecchi
utilizzatori, sono state desunte le probabili portate del tratto.
Successivamente, rispettando i valori di velocità massima ammissibile, è stato identificato il
diametro della tubazione.
Laddove ritenuto opportuno, è stata infine attuata una verifica delle perdite di carico
distribuite e localizzate in rete, al fine di garantire le pressioni minime alle bocche di
erogazione, onde evitare che le stesse superino i valori minimo e massimo per l’utilizzo
corretto degli apparecchi utilizzatori.
1.
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NORMATIVA DI RIFERIMENTO
D.M. 1 dicembre 1975. Norme di sicurezza per apparecchi contenenti liquidi caldi
sotto pressione e successivi aggiornamenti.
Legge 37/08 Norme per la sicurezza degli impianti.
Legge 9 gennaio 1991 n.9. Norme per l'attuazione del nuovo Piano energetico
nazionale.
Legge 9 gennaio 1991 n.10. Norme per l'attuazione del nuovo Piano energetico
nazionale in materia di uso razionale dell'energia, di risparmio energetico e di sviluppo delle fonti rinnovabili di energia.
DPR 6 dicembre 1991 n.447. Regolamento di attuazione della Legge 38/08 in
materia di sicurezza degli impianti.
DPR 26 agosto 1993 n.12. Regolamento recante norme per la progettazione,
l'installazione, l'esercizio e la manutenzione degli impianti termici degli edifici ai fini
del mantenimento dei consumi di energia, in attuazione dell'art.4, comma 4, della
Legge 9 gennaio 1991, n.10.
Decreto 19 settembre 1994 n.626. attuazione delle direttive 89/391 CEE, 89/654
CEE, 89/656 CEE, 90/269 CEE, 90/270 CEE, 90/394 CEE, 90/679 CEE riguardanti
il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori sul luogo di lavoro.
D.P.R. n° 1391 del 22.12.1970 - Regolamento per l’esecuzione della legge n° 615
del 13.7.1966 recante provvedimenti contro l’inquinamento atmosferico,
limitatamente al settore degli impianti termici.
D.M. 10.03.1977 - Determinazione delle zone climatiche e dei valori minimi e
massimi dei relativi coefficienti volumici globali di dispersione termica.
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D.L. 06.12.1971 N. 1083 – Norme per la sicurezza dell’impiego del gas
combustibile.
D.M. 37/08 del 22/01/08, “Regolamento concernente l’attuazione dell’articolo 11quaterdecies, comma 13, lettera a) della legge n. 248 del 2 dicembre 2005, recante
riordino delle disposizioni in materia di attività di installazione degli impianti
all’interno degli edifici.
CTI n. 7357 del dicembre 1974. Calcolo del fabbisogno termico per il riscaldamento
degli edifici.
13779:2008 Ventilazione degli edifici non residenziali - Requisiti di prestazione per i
sistemi di ventilazione e di climatizzazione.
5364 Impianti di riscaldamento ad acqua calda - Regole per la presentazione
dell’offerta e per il collaudo.
12831:2006 Impianti di riscaldamento negli edifici - Metodo di calcolo del carico
termico di progetto.
8065:1989 Trattamento delle acque negli impianti termici ad uso civile.
8199:1998 Acustica - Collaudo acustico degli impianti di climatizzazione e
ventilazione – Linee guida contrattuali e modalità di misurazione.
10255:2007 Tubi di acciaio non legato adatti alla saldatura e alla filettatura –
Condizioni tecniche di fornitura.
1057:1997 Rame e leghe di rame. Tubi rotondi di rame senza saldatura per acqua e
gas nelle applicazioni sanitarie e di riscaldamento.
12201-1:2004 Sistemi di tubazioni di materia plastica per la distribuzione dell'acqua
Polietilene (PE) –Generalità.
12201-2:2004 Sistemi di tubazioni di materia plastica per la distribuzione dell'acqua
Polietilene (PE) –Tubi.
1519-1:2001 Sistemi di tubazioni di materia plastica per scarichi (a bassa ed alta
temperatura) all'interno dei fabbricati - Polietilene (PE) - Specificazioni per i tubi, i
raccordi ed il sistema.
1451-2:2001 Sistemi di tubazioni di materia plastica per adduzione - Policloruro di v
inile non plastificato (PVC-U) – Tubi.
1329-1:2000 Sistemi di tubazioni di materia plastica per scarichi (a bassa ed alta
temperatura) all'interno dei fabbricati - Policloruro di vinile non plastificato (PVC-U) Specifiche per tubi, raccordi e per il sistema.
5634:1997Sistemi di identificazione delle tubazioni e canalizzazioni convoglianti
fluidi.
8884:1988 28/02/88 Caratteristiche e trattamento delle acque dei circuiti di
raffreddamento e di umidificazione.
10412:1994 31/12/94 Impianti di riscaldamento ad acqua calda. Prescrizioni di
sicurezza.
12599:2001 30/09/01 Ventilazione per edifici - Procedure di prova e metodi di
misurazione per la presa in consegna di impianti installati di ventilazione e di
condizionamento dell'aria.
UNI EN 306:2001 30/06/01 Scambiatori di calore - Metodi di misurazione dei
parametri necessari a stabilire le prestazioni.
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UNI EN 308:1998 30/09/98 Scambiatori di calore - Procedimenti di prova per
stabilire le prestazioni dei recuperatori di calore aria/aria e aria/gas.
– UNI EN 328:1993 31/10/93 Scambiatori di calore. Procedure di prova per stabilire le
prestazioni delle batterie di raffreddamento dell'aria di impianti per la refrigerazione.
– UNI EN 442-1:1997 31/03/97 Radiatori e convettori. Specifiche tecniche e requisiti.
– UNI EN 442-3:1999 28/02/99 Radiatori e convettori - Valutazione della conformita'.
– UNI EN 1216:2000 31/07/00 Scambiatori di calore - Batterie di raffreddamento e di
riscaldamento dell'aria a ventilazione forzata - Procedimenti di prova per la
determinazione delle prestazioni.
– UNI EN 1505:2000 31/01/00 Ventilazione negli edifici - Condotte metalliche e
raccordi a sezione rettangolare - Dimensioni.
– UNI EN 1506:2000 31/01/00 Ventilazione negli edifici - Condotte metalliche a
sezione circolare - Dimensioni.
– UNI EN 1886:2000 30/06/00 Ventilazione degli edifici - Unità di trattamento dell'aria
Prestazione meccanica.
– UNI 8064:1981 31/10/81 Riscaldatori d'acqua per usi sanitari con fluido primario
acqua calda. Classificazione e prove.
– UNI 8853:1986 31/01/86 Scambiatori di calore a fascio tubiero per impianti di
riscaldamento.
– UNI 9953:1993 31/03/93 Recuperatori di calore aria-aria negli impianti di
condizionamento dell'aria. Definizioni, classificazione, requisiti e prove.
– UNI EN 12263:2000 30/11/00 Impianti di refrigerazione e pompe di calore –
Dispositivi interruttori di sicurezza per la limitazione della pressione - Requisiti e
prove.
– UNI 7357 Calcolo del fabbisogno termico per il riscaldamento degli edifici
– UNI 10344 Riscaldamento degli edifici. Calcolo del fabbisogno di energia.
– UNI 10348 Riscaldamento degli edifici. Rendimenti dei sistemi di riscaldamento.
– UNI 10349 Riscaldamento e raffrescamento degli edifici. Dati climatici.
– UNI 10379 Riscaldamento degli edifici. Fabbisogno energetico normalizzato.
– EN ISO 7730 Criteri di valutazione del microclima.
– UNI 10339 Impianti aeraulici ai fini del benessere. Generalità, classificazione e
requisiti.
– UNI EN 13779 Ventilazione per gli edifici non residenziali.
– UNI EN 12237 Impianti aeraulici. Condotte, classificazione, progettazione,
dimensionamento e posa.
– UNI EN 1505 Ventilazione negli edifici. Condotte metalliche e raccordi a sezione r
ettangolare.
– UNI EN 1506 Ventilazione negli edifici. Condotte metalliche e raccordi a sezione
circolare.
– UNI ENV 12097 Ventilazione negli edifici. Requisiti di condotte per facilitare la
manutenzione.
– UNI EN 1329 : 2000 “Sistemi di tubazioni di materia plastica per scarichi (a bassa ed
alta temperatura) all'interno dei fabbricati - Policloruro di vinile non plastificato (PVCU)”;
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Relazione Tecnica e di Calcolo Impianti Meccanici
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UNI 7613 : 1976 “Tubi di polietilene ad alta densità per condotte di scarico interrate”;
UNI EN 14364: 2009 Sistemi di tubazioni di materia plastica per fognature e scarichi
con o senza pressione - Materie plastiche termoindurenti rinforzate con fibre di vetro
(PRFV) a base di resina poliestere insatura (UP) - Specifiche per tubi, raccordi e
giunzioni
UNI EN1401: Tubi e raccordi di PVC rigido per condotte di scarico interrate (tipi,
dimensioni e requisiti);
PR EN13476 : Tubi strutturali in PVC rigido per condotte di scarico interrate
UNI ISO/TR 7473: Tubi e raccordi di PVC rigido - Resistenza chimica nei confronti dei
fluidi.
ISO/DTR 7073: Raccomandazioni per la posa di condotte interrate di PVC (1983);
ISO/TC 138/1062: Tubi in plastica non a pressione. Metodi di calcolo per tubi flessibili
interrati.
D.M. 22 gennaio 2008, n.° 37 "Regolamento concernente l'attuazione dell'articolo 11quaterdecies, comma 13, lettera a) della legge n. 248 del 2 dicembre 2005, recante
riordino delle disposizioni in materia di attività di installazione degli impianti all'interno
degli edifici",art. 5 c.3
UNI EN 12056-1 “Sistemi di scarico funzionanti a gravità all'interno degli edifici –
Requisiti generali e prestazioni”
UNI EN 12056-3 “Sistemi di scarico funzionanti a gravità all'interno degli edifici –
Sistemi per l'evacuazione delle acque meteoriche, progettazione e calcolo”
UNI EN 13476-1:2008 Sistemi di tubazioni di materia plastica per connessioni di
scarico e collettori di fognatura interrati non in pressione - Sistemi di tubazioni a parete
strutturata di policloruro di vinile non plastificato(PVC-U), polipropilene (PP) e
polietilene (PE) - Parte1:Requisiti generali e caratteristiche prestazionali
UNI EN 12666-1:2011 Sistemi di tubazioni di materia plastica per fognature e scarichi
interrati non in pressione - Polietilene (PE) - Parte 1: Specifiche per i tubi, i raccordi e il
sistema
UNI EN 1519-1 Sistemi di tubazioni di materia plastica per scarichi all’interno di
fabbricati –Polietilene (PE) – specificazioni per i tubi, i raccordi e il sistema
UNI En 1453-1:2001 - Sistemi di tubazioni di materia plastica con tubi a parete
strutturata per scarichi (a bassa e alta temperatura) all’interno dei fabbricati. Policloruro
di vinile non plastificato (PVC-U). Specifiche per i tubi, i raccordi ed il sistema.
UNI 10972:2006 - Tubi di policloruro di vinile non plastificato (PVC-U) per ventilazione
e trasporto interrato di acqua piovane
UNI 10968:2005 “Sistemi di tubazioni di materia plastica per fognature e scarichi
interrati non in pressione Sistemi di tubazioni a parete strutturata di policloruro di vinile
non plastificato (PVC-U), polipropilene (PP) e polietilene (PE)”
Le opere in progettto verrann
no realizzaate in due fasi operaative. Oggeetto della prima
n
e alla messsa in funzione del’o
opera per lla sola parrte
fase sonoo le opere necessarie
relativa aal piano terrra e uno solo
s
dei quuattro blocchi di serrvizi igiennici presen
nti al
piano inteerrato; ogggetto dellaa seconda fase sono
o le opere relative
r
all completaamento
del progeetto per tuttto quanto
o previsto e non ogg
getto della prima fasse.
N
Nel dettagllio
Fase 1:
1. Insstallazionee centrale idrica tuttto come da
d progetto
o:
Figuraa 1 Centrale
e idrica
2. Insstallazionee centrale termica all netto di tutto
t
quan
nto collegaato al chilller/pompa
di ccalore finoo all’elettrrovalvola deviatricee a tre vie (elettrovaalvola non
insstallata)
Figura 22 Centrale ttermica
3. Insstallazionee UTA 01,, al serviziio dei locaali del pian
no terra coomprensiv
va di
cannali, diffussori griglie, … tuttoo quanto previsto
p
in progetto pper dare l’impianto
funnzionante
Figura 33 Installazio
one UTA
4. Im
mpianto idrrico,scarico e termicco per la sola quota parte relat
ativa
all’alimentazzione e alllo scarico del blocco
o servizi igienici addiacenti allla
cenntrale eletttrica comee mostratoo nelle fig. 4,5,6
Figura 4 Impianto d
di scarico
Figura 55 Adduzion
ne idrica
Figura 66 Impianto termico Fase 2:
installazione di tuttto quanto previsto inn progetto
o e non insstallato in fase 1.