patata rossa di montecopiolo cenni storici ed area di

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patata rossa di montecopiolo cenni storici ed area di
PATATA ROSSA DI MONTECOPIOLO
CENNI STORICI ED AREA DI DIFFUSIONE
Testimonianze di vecchi pataticoltori e diverse fonti bibliografiche riferiscono dell’esistenza di alcuni
genotipi di patata, coltivati negli anni ’20 nel comprensorio del Montefeltro (Patata di
Montecopiolo, Patata di Sompiano, Patata di Buaggine, Patata di Carpegna e Quarantina) molto
apprezzati per le notevoli caratteristiche organolettiche, insostituibili per la preparazione di piatti
tipici, anche se di scarso valore agronomico.
La varietà è stata reperita nella parte nord occidentale della provincia di Pesaro- Urbino, afferibile
alla zona del Montefeltro, in particolare all’interno del comune di Montecopiolo, al confine con la
provincia di Rimini e quindi con la regione Emilia-Romagna. Trattasi di zone di altitudine media di
m 700- 1000 con pendenze di rilievo e caratterizzate da terreni scuri e prevalentemente acidi.
Già nei primi del Novecento la patata compare in molti piatti tipici, non solo
limitatamente alla fascia appenninica ma anche litoranea. Si citano ad esempio alcune
preparazioni documentate a Senigallia: le patate alla “strascinata” ovvero lesse poi
cotte a pezzi con olio, aglio e rosmarino, o alla “filandara”, cioé semplicemente lesse,
così definite perché cotte nell'acqua utilizzata precedentemente per mettere a bagno i
bozzoli dei bachi da seta.
Il quotidiano utilizzo della varietà trova riscontro anche in un'indagine redatta da
Francesco Bonasera nell'immediato dopoguerra sulle abitudini alimentari dei
contadini nelle Marche nord occidentali.
Un indagine sul territorio ha rilevato la presenza di coltivatori diretti che hanno
confermato la coltivazione della patata nel territorio di Montecopiolo da oltre un
secolo.
Il sig. Edo Cangiari, coltivatore diretto nato nel 1935 ed ancora attivo nella
coltivazione della patata, ricorda che sia i genitori, sia i nonni, avevano
un'abbondante resa delle diverse qualità di tuberi coltivati, specificando che la
produzione qualitativa e quantitativa era migliore con la varietà “ramata”.
La semina avviene tra la fine di Aprile e i primi giorni di Maggio, la raccolta
dall'ultima decade di Agosto agli inizi di Settembre.
Cangiari riporta l'aneddoto che durante il periodo fascista sono state importante
diverse varietà di patate, senza però ricordarne il nome.
Il sig. Alfredo Magallotti, coltivatore diretto nato nel 1927, riporta che nella propria
famiglia la coltivazione della patata era praticata anche dai genitori.
La varietà che definisce “più comune” era a buccia ramata. Conosceva però anche la
patata a buccia bianca/gialla liscia, detta “del frate”. Tale denominazione deriva dal
fatto che sul territorio esisteva una comunità religiosa: in cambio di caciotte e altri
prodotti, i frati regalavano una varietà di patata tendente al giallo, di dimensioni
maggiori, dalla pasta più morbida.
L'intervistato conclude l'indagine con un'interessante osservazione: egli ha visto i
campioni di tuberi raccolti dopo la reintroduzione sul territorio del seme selezionato
dall'Unità di ricerca per l'orticultura di Monsampolo del Tronto (attività cominciata
nel 2006).
Nelle prime annate di ricerca le patate differivano leggermente da quelle che
l'agricoltore ricordava aver coltivato e consumato in infanzia. Col trascorrere dei
raccolti, la varietà ha invece assunto le medesime peculiarità originarie.
Per maggiori informazioni sulle varietà legate tradizionalmente al territorio si è
pertanto contattato il sig. Giuseppe Amadei di Macerata Feltria, attuale fornitore di
semi della maggior parte degli agricoltori di Montecopiolo.
La coltivazione sul territorio di Montecopiolo risulta essere tuttora concentrata nella
frazione di Villagrande; la frazione di Monteboaggine (comprendente le zone di
Cavillano, Ville, Cisterna, Capraria) offre invece una produzione minore.
Il terreno adatto alla coltivazione della patata viene attualmente chiamato “terra
bianca”; la “terra nera” detta anche “Formichina” viene impiegata per la coltivazione
del grano, mais, foraggio o altri generi di orticoltura. Escluso per la bassa qualità di
produzione è il terreno con una forte componente argillosa, definito “terra forte”.
L'intervento dell'Unità di ricerca per l'orticultura di Monsampolo del Tronto ha
reintrodotto sul territorio tuberi di una patata locale esentata da quelle patologie
che ne avevano decretato l’abbandono.
DESCRIZIONE MORFOLOGICA
• PORTAMENTO: a sviluppo cespitoso
• ALTEZZA DELLA PIANTA: max 90
• FOGLIE: composte, imparipennate
• EPOCA DI SEMINA: seconda – terza decade di aprile
• DISTANZA DI SEMINA: 40 cm x 80 cm
• FIORI: ermafroditi, raccolti in corimbi
• COLORE DEI FIORI: bianco con striature violette
• FRUTTO: bacca tondeggiante di colore verde
• PRODOTTO COMMERCIALE: tubero
• EPOCA DI RACCOLTA TUBERO: I-II decade di settembre
• COLORE TUBERO: ramato
• COLORE PASTA TUBERO: gialla
• PESO MEDIO TUBERI: 90-110 g
• SUSCETTIBILITA’ O RESISTENZA A FITOPATIE: suscettibilità ad attacchi virotici
CARATTERI PRODUTTIVI ED AGRONOMICI
La patata di Montecopiolo, limitatamente alla fase vegetativa, si adatta ad un clima rigido
riferibile all’areale di coltivazione di Montecopiolo, dove, come nella tradizione agronomica, è
considerata una tipica coltura da rinnovo che apre il cilco rotazionale. La semina si effettua sul
terreno arato e concimato, disponendo di tuberi interi o suddivisi, in modo da avere 5-6 piante/m²
(40-50 cm sulla fila e 70-80 fra le file). La coltura si semina a fine aprile per evitare ritorni di freddo e
per avere il raccolto nella prima decade di Settembre, periodo nel quale si tiene, nel comune di
Montecopiolo, una famosa sagra della patata. Date le limitate dimensioni degli appezzamenti
coltivati con la patata rossa di Montecopiolo, la raccolta viene effettuata prevalentemente a
mano.
Il tubero che viene raccolto è a buccia ramata ed a polpa gialla, di forma prevalentemente
rotonda e di pezzatura medio-piccola.
Anche per la Patata di Montecopiolo, considerata la moltiplicazione clonale, è facile l’accumulo
di infezioni virotiche, soprattutto all’interno di tuberi, che non comporta problemi al consumo ma
genera invece un progressivo decadimento delle qualità vitali dei tuberi stessi, impedendone la
coltivazione per più anni
Utilizzi gastronomici:
- Tuberi lessi utilizzati come tali o in insalate
- Tuberi tagliati e fritti;
- Gnocchi di patate;
- ciambelle di patate fritte e zuccherate.
AZIENDE COLTIVATRICI:
 Az. Agricola Magalotti Alfredo - Loc. Cavillano, Montecopiolo (PU)
 Az. Agricola Rossi Emanuele - fraz. Monteboaggine, Montecopiolo (PU)
 Az. Agricola Cangiari Edo - Loc. Cavillano, Montecopiolo (PU)
LUOGO DI CONSERVAZIONE E/O DI RIPRODUZIONE:
Campi sperimentali- C.R.A. Unità di ricerca per l’orticoltura Via Salaria n° 1
63030 Monsampolo del Tronto (AP)
Scheda elaborata da C.R.A. – Unità di ricerca per l’orticoltura di Monsampolo del Tronto
Dott. Valentino Ferrari