Report Commissione AGRI
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Report Commissione AGRI
TITOLO Riunione Commissione AGRI LUOGO E DATA 30 novembre – 1 dicembre 2015 Parlamento europeo rue Wiertz, 60 – 1000 Bruxelles ORGANIZZATORE Commissione per l’Agricoltura e lo Sviluppo Rurale RELAZIONE In data 30 novembre e 1 dicembre 2015 si è riunita la Commissione AGRI del Parlamento europeo: il presente report si soffermerà sui punti 5 e 15 dell’Ordine del Giorno. 5. Scambio di opinioni con la Commissione europea (DG AGRI) sui negoziati commerciali in corso nel settore dell’agricoltura Il Presidente Czesław Adam Siekierski (PPE) ha introdotto il tema all’ordine del giorno e il suo relatore, dandogli la parola. John Clarke (Direttore DG AGRI, Commissione europea) ha illustrato in breve i temi oggetto di trattazione, ovvero aggiornamenti sui negoziati in corso nel settore agro-alimentare; Organizzazione Mondiale del Commercio e accordi bilaterali; sicurezza alimentare e cooperazione internazionale. Il direttore della DG AGRI ha ricordato che l’agricoltura contribuisce alla crescita e occupazione e che l’UE si conferma per il quarto anno consecutivo il maggior esportatore a livello mondiale di prodotti agro-alimentari, inclusi cereali e prodotti semi-lavorati. Le stime per il prossimo anno sono di un contenuto aumento della domanda in Europa ma un notevole incremento della stessa nelle economie emergenti di Asia e Africa. Per quanto riguarda le tendenze registrate nel settore delle importazioni, i Paesi da cui l’UE importa sono Brasile e USA (soia), Cina (prodotti ortofrutticoli), Indonesia (olio di palma), mentre i Paesi in cui esporta sono USA, SudEst Asiatico, Cina e Medio-Oriente. Clarke ha poi informato che nella prossima Conferenza Ministeriale dell’OMC che si terrà a Nairobi dal 15 al 18 dicembre non figura all’ordine del giorno l’accesso al mercato agricolo. Parlando più nello specifico di negoziati commerciali, ha affermato che la tendenza degli ultimi anni è a favore di negoziati bilaterali, al fine di ridurre i dazi. Ha inoltre ricordato i negoziati raggiunti con: Corea, Colombia, Perù, Sud-Africa, Canada e recentemente Vietnam. Riguardo i negoziati con il Vietnam, il Direttore della DG AGRI ha annunciato liberalizzazioni nei 1 settori in cui l’UE ha interessi in termini di esportazione, ovvero carne e prodotti lattiero-caseari, mentre i prodotti di importazione saranno riso, amido, zucchero (con una politica di non totale liberalizzazione). In aggiunta, ha dato notizia degli ambiziosi accordi che la Commissione europea sta cercando di raggiungere con il Giappone, il cui mercato agro-alimentare è molto interessante e molto protetto. Il suo intervento si è poi focalizzato sul TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership), una delle dieci priorità della Commissione, la cui idea è di trovare un equilibrio tra gli interessi difensivi e offensivi. I costi di produzione di prodotti cosiddetti sensibili, ovvero riso e settore bovino, sono molto più elevati in Europa che in USA. Per questo le liberalizzazioni sono limitate, così da permettere l’accesso al mercato statunitense senza penalizzare il settore agricolo europeo. Ha poi affermato che nel TTIP gli standard sanitari non sono negoziabili. Clarke ha accennato che l’accordo con il MERCOSUR è stato riavviato ma con la cautela dovuta, poiché si tratta di un produttore molto competitivo di carne e zucchero. Per il futuro ha annunciato un programma ambizioso delle strategie di investimento nel settore commerciale. Si vorrebbero infatti iniziare negoziati con Australia, Nuova Zelanda, Messico e Cile. Sul tema dell’indicazione geografica, ha ricordato che il tema rientra tra le priorità negli accordi di libero scambio e che a essere coinvolte sono quasi esclusivamente PMI e piccoli produttori e che riguardano ormai tutta l’UE. Nel TTIP si cercherà di garantire un’elevata protezione dei prodotti europei. Il sistema dei marchi statunitense, ha poi aggiunto, non sta proteggendo le indicazioni geografiche e quindi troverà su questo punto resistenza da parte dell’UE. Ha rimarcato che nelle negoziazioni commerciali non è sufficiente negoziare, ma il vantaggio per agricoltori ed esportatori deriva da una corretta loro applicazione. Il direttore ha poi esposto i termini della politica di promozione nella quale la Commissione si sta impegnando, ovvero missioni nel mondo per promuovere i prodotti europei, sulla base di un nuovo regolamento adottato che entrerà in vigore a breve e che prevede un ampliamento della politica verso le economie emergenti di Colombia, Messico, Giappone, Cina, Indonesia e Africa occidentale. Come ultimo tema ha affrontato l’argomento sicurezza alimentare, elemento fondamentale nei negoziati a cui la Commissione lavora. Ricordando la sfida alla quale si è chiamati entro il 2050 di alimentare una popolazione pari a 11 miliardi, ha sottolineato la necessità di una sicurezza alimentare a livello internazionale. Con la politica agricola rafforzata si sarà in grado di proporre il modello agricolo europeo. Si è dato avvio allo scambio di pareri con l’intervento di James Nicholson (ECR), il quale ha sottolineato la difficoltà dell’Europa, nuova nella pratica dei negoziati, a trovare un posto nel mercato mondiale. Esther Herranz García (PPE), dopo essersi detta contenta di sapere che la difesa della denominazione di origine sia tra le priorità dell’UE, ha chiesto quando è previsto il prossimo round negoziale del TTIP e se questa non sia l’occasione per negoziare altre denominazioni di origine restate fuori dal precedente accordo. Herbert Dorfmann (PPE), sull’affermazione di Clarke che l’indicazione protetta coinvolge piccoli produttori, ha replicato dicendo che invece riguarda anche molte grandi aziende. Ha poi aggiunto che nel TTIP non è ammissibile si scenda al di sotto dell’accordo con il Canada. Dopo la riflessione di Michel Dantin (PPE) per il quale la Commissione si trova in una posizione isolata nel quadro dei 2 negoziati internazionale, ha preso la parola Martin Häusling (V-ALE), chiedendosi se non sia fuori luogo l’ottimismo dimostrato dal direttore della DG AGRI, visto che i prezzi per gli agricoltori scendono continuamente e sostenendo che forse l’agricoltura è il settore che trae minore vantaggio dai negoziati commerciali raggiunti dalla Commissione europea. Eric Andrieu (S&D) ha posto il quesito su quali siano i passi compiuti nei negoziati con gli USA sul tema indicazione geografica. Lidia Senra Rodríguez (GUE) ha chiesto quale sarà l’organizzazione europea che si occuperà della politica di promozione agricola, a che punto è il trattato con il Canada e quali sono i prodotti definiti da Clarke sensibili nel TTIP per i quali non si apriranno del tutto le importazioni. Franc Bogovič (PPE) ha affermato che a suo avviso l’Europa aiuta l’ambiente ma non gli agricoltori dal punto di vista della competitività. Bronis Ropė (V-ALE) ha sollevato la questione che se è vero che la popolazione globale aumenta, si registra un surplus di prodotti lattiero-caseari e carni. Ha poi chiesto quale sarà l’impatto del negoziato con gli USA, ricordando che studi dicono che tale negoziato avrà ripercussioni negative sul mercato europeo. Clara Eugenia Aguilera García (S&D) ha affermato che l’accordo con il Vietnam preoccupa i produttori di riso della Spagna e ha quindi chiesto quali sono le garanzie per loro. Ha infine chiesto di specificare quale sia il ruolo nei mercati di prodotti come frutta e olio a cui Clarke non ha fatto accenno. Maria Heubuch (V-ALE) ha chiesto una definizione di prodotti sensibili e come la Commissione intende proteggere i prodotti europei nei confronti di prodotti statunitensi come il miele, prodotto con l’uso di pesticidi. Ha infine affermato che dei vantaggi di cui parla Clarke più che gli agricoltori ne beneficia l’industria alimentare. Paolo De Castro (S&D), a proposito del negoziato specifico USA-Pacifico sull’indicazione geografica, ha chiesto se questo può danneggiare l’UE. Luke Ming Flanagan (GUE) ha avanzato riserve nei confronti dell’affidabilità delle personalità statunitensi con le quali si stanno portando avanti i negoziati, mentre Daniel Buda (PPE) ha chiesto se è in programma anche l’etichettatura dei prodotti. Infine John Stuart Agnew (ELD) ha ricordato che, dopo il divieto posto dalla Russia a importare dalle economie occidentali prodotti alimentari, ultimamente sono aumentate le importazioni da Bielorussia, Kazakhstan e Mongolia. John Clarke ha ripreso la parola per rispondere alle domande a lui rivolte, spiegando che l’OMC è un’organizzazione attiva che sta negoziando; per ora non è fissata una data per i prossimi round negoziali ma sarà tra fine gennaio e inizio febbraio a Bruxelles; non è prevista una negoziazione con gli USA sulle etichettature; per prodotti sensibili si intende pollame, suini, zucchero, bovini, etanolo e amido, i cui costi di produzione in Europa sono più alti che negli USA e per questo non è prevista una liberalizzazione totale; l’indicazione geografica non riguarda solo le grandi aziende ma piccoli produttori e cooperative, come il caso del Parmigiano Reggiano. Ha poi risposto che circa l’accordo 2006 sul vino non è ancora chiusa la lista dei nomi semi-generici, come Porto e Chianti, e che il TTIP sarà l’occasione per rinegoziare. Riguardo l’equivalenza dei sistemi ha affermato che il trade-mark non garantisce l’alto livello di protezione di cui l’UE ha bisogno e si cercherà di trovare un sistema per proteggere i marchi europei, senza chiedere agli USA di adottare il sistema dell’indicazione geografica. A proposito del suo ottimismo, ha ammesso che esistono sfide come nel settore carni, in cui bisogna fronteggiare 3 forti produttori come Canada, MERCOSUR, Nuova Zelanda, USA e Australia. Ha poi confermato che si potrebbero riaprire i negoziati con MERCOSUR, mentre complesso è ora definire a che punto sia quello con il Canada. Riguardo il Vietnam, sul tema riso non vi è liberalizzazione ma l’UE ha solo offerto una piccola quota che non avrà impatto sui mercati; nel settore dell’ortofrutta il Vietnam non è un mercato che minaccia quello europeo poiché si limita all’esportazione di frutta tropicale mentre l’olio d’oliva non viene da loro prodotto. Infine sul tema Russia, Clarke ha ricordato che l’aumento delle esportazioni verso Bielorussia dipende dall’impossibilità ultimamente da parte dell’UE di esportare formaggi verso la Russia, ragione per cui è stato esportato latte in Bielorussia e lì trasformato in formaggio poi portato in Russia e una situazione simile si è verificata con i suini. Non ha però escluso anche un atteggiamento fraudolento. 15. Scambio di opinioni con la Commissione europea (DG AGRI) sull’entrata in vigore del Regolamento sulla promozione Dopo una breve introduzione del Regolamento da parte del Presidente Czesław Adam Siekierski (PPE), ha preso la parola il rappresentante della Commissione europea Diego Canga Fano (DG AGRI, Commissione europea), ricordando che parte del merito della formulazione del Regolamento va attribuito al Parlamento, poiché Parlamento e Commissione sono co-legislatori all’origine del Regolamento stesso che entra in vigore in data odierna. Affermando che le esportazioni agro-alimentari hanno registrato un miglioramento nell’ultimo anno e che la diversificazione delle esportazioni è di fondamentale importanza, tendenza che sarà promossa dal nuovo Regolamento e di cui già hanno beneficiato Paesi come l’Italia e la Grecia, ha elencato le novità contenute nel Regolamento. Prima novità è l’impegno a promuovere le esportazioni dei prodotti europei nei Paesi terzi con la collaborazione del settore privato; il tasso di co-finanziamento è molto più generoso che nel passato; si estende il campo di applicazione a più beneficiari (ovvero associazioni che rappresentano il settore a livello nazionale ed europeo e organizzazioni di produttori) e a più prodotti (tutti i prodotti agricoli escluso il tabacco, i prodotti trasformati come cioccolato, pasta e birra); il vino sarà presente nei programmi semplici e in quelli multipli; un ruolo importante verrà attribuito alle indicazioni geografiche; l’acquacoltura avrà un trattamento speciale e attenzione sarà rivolta alle regioni ultra-periferiche e ai prodotti biologici. In particolare, il rappresentante della Commissione ha annunciato che l’allocazione annua sarà di 200 milioni di euro, con 30 milioni di euro aggiuntivi per fronteggiare la crisi che latte e suini stanno attraversando. Sono inoltre previste delle missioni della diplomazia economica europea a cui parteciperà il Commissario europeo per l’agricoltura e sviluppo rurale Phil Hogan con aziende europee, con l’obiettivo di promuovere fuori dall’UE i prodotti europei. Infine, ha auspicato che tanti Stati membri facciano richiesta dei fondi che questo nuovo strumento di promozione mette a disposizione. Si è aperto uno scambio di pareri con l’intervento di Esther Herranz García (PPE) e con l’augurio che questo nuovo strumento venga pubblicizzato e che in particolare le indicazioni di origine possano beneficiare di questi fondi. Herbert 4 Dorfmann (PPE) ha sottolineato l’importanza di un atteggiamento offensivo dell’Europa sui mercati internazionali e ha poi chiesto come sia avvenuta la ripartizione dei fondi tra mercato interno e estero. Clara Eugenia Aguilera García (S&D) ha chiesto maggiori informazioni sulle missioni della diplomazia economica, in che modo le imprese possano partecipare e se i nuovi fondi saranno compatibili e quindi aggiuntivi a quelli già allocati per i prodotti di indicazione geografica da altri programmi. Michel Dantin (PPE) ha invece rivolto la domanda a Canga Fano su come la Commissione europea intende pubblicizzare questa nuova iniziativa e se lancerà una campagna di comunicazione per i prodotti di qualità come quelli di origine e biologici. La parola è tornata al rappresentante della Commissione, il quale ha spiegato che la tendenza è di finanziare più la promozione verso il mercato estero che verso quello interno per conquistare nuovi mercati come gli Emirati Arabi Uniti, il Qatar, il Sud-Est Asiatico e l’Africa. Riguardo la diplomazia economica europea ha informato che il Commissario Hogan inizierà con la visita di Messico, Colombia, Cina e Giappone per aprire nuovi mercati e che sarà accompagnato da PMI e grandi imprese europee su base volontaria. Ha poi rassicurato che i finanziamenti previsti dal nuovo Regolamento saranno compatibili e aggiuntivi a quelli già allocati dal Fondo di Sviluppo Rurale. Chiedendo che la commissione AGRI del Parlamento aiuti la Commissione europea a dare visibilità alla nuova iniziativa, ha infine annunciato che il prossimo 4 gennaio entrerà in vigore un obbligo giuridico per cui i marchi di origine non saranno più facoltativi ma dovranno sempre essere esposti. LINK http://www.europarl.europa.eu/news/en/newsroom/content/20151126IPR04821/html/Committee-on-Agriculture-andRural-Development-meeting-30112015-(PM) DISPONIBILITÀ SLIDES NO Eseguito da: Nicoletta MAIELLARO Av. de Tervueren 67 - B - 1040 Bruxelles Tel. +32 2 5510490 Fax +32 2 5510499 e-mail: [email protected] 5