Annika Erneholm
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Annika Erneholm
Cresti, E. (a cura di) Prospettive nello studio del lessico italiano, Atti SILFI 2006. Firenze, FUP: Vol II, pp. 405-409 La e all’inizio di turno Annika Erneholm Università di Goteborg Abstract Questo studio contrastivo tra l’italiano e lo svedese esamina alcuni aspetti dell’uso delle congiunzioni e ed och all’inizio di turno, parzialmente differente nelle due lingue. Traduttori italiani hanno spesso aggiunto una e senza che ci sia una och corrispondente nel testo svedese di partenza, e questo si verifica soprattutto all’inizio di frasi interrogative. Traduttori svedesi hanno agito nella direzione opposta, non traducendo sempre le congiunzioni iniziali trovate nel testo italiano di partenza. Quest’articolo si concentra sulla congiunzione e italiana in posizione iniziale di turno e sulle varie situazioni in cui viene trovata, e svela varie funzioni della congiunzione. Non è però sempre facile stabilire la funzione della congiunzione in questa posizione. 1. Sulla e italiana La polifunzionalità della congiunzione e la permette di agire, anche contemporaneamente, a vari livelli. Come congiunzione coordinante la sua posizione è tra i due congiunti, coordinando quello a sinistra, già espresso, con quello che sarà il congiunto a destra. La e aggiunge (“aggancia”) quello che viene dopo a quello che c’è. Al livello della sintassi la e può coordinare sia sintagmi che proposizioni. Nella coordinazione sintagmatica vengono relazionati, per mezzo della congiunzione coordinante e due o più sintagmi dello stesso tipo (avverbi, nomi, aggettivi ecc.) entro una stessa frase. Nella coordinazione proposizionale si legano invece due o più congiunti in forma di proposizioni, che devono essere autonomi dai punti di vista sintattico e semantico. Le proposizioni devono anche essere dello stesso tipo e condividere la stessa funzione entro la catena sintattica. Il contenuto semantico della e è molto limitato ma può venir arrichito in vari modi dalla situazione contestuale. A parte l’aspetto aggiuntivo della congiunzione e, in varie situazioni la e può anche esprimere aspetti temporali come contemporaneità o successività, può esprimere consecutività e anche avversità. Per chiarire questi aspetti vengono a volte utilizzate avverbi come anche e invece o altre tecniche linguistiche. La congiunzione ha anche una funzione testuale, nella dimensione macrosintattica, relazionando delle unità autonome, unità che possono essere dei brani piuttosto lunghi e consistere di più proposizioni. In questo campo la funzione della congiunzione aumenta la coerenza testuale del brano attuale. Dal punto di vista degli atti linguistici l’uso della congiunzione all’inizio di turno, per esempio all’inizio di una frase interrogativa in un elenco di frasi interrogative, può segnalare che lo stesso atto linguistico di prima continua, cioè che nella catena di domande viene ancora una domanda, ancora un atto linguistico dello stesso tipo di prima. Nella lingua parlata sono importanti gli aspetti pragmatici e sociolinguistici. Come ha mostrato Pistolesi (2004), sono molto frequenti gli inizii di turno con congiunzioni come e e ma nell’italiano di chat e SMS dei giovani, messaggini scritti che mantengono tante caratteristiche della lingua parlata. Un tratto caratteristico della lingua parlata, informale, soprattutto dei giovani, è che i turni spesso sono iniziati da parole o espressioni che hanno una funzione soprattutto pragmatica, parole ed espressioni frequenti che ribadiscono l’appartenenza a un gruppo sociale. La e in posizione iniziale ha anche la funzione pragmatica di far parte del meccanismo della presa di turno. Proprio nel momento di cambiare turno da un parlante all’altro sono in vigore delle forze influenzate ad esempio dalle relazioni tra i partecipanti del discorso. In tutti questi casi la funzione di base della e è mantenuta sui vari livelli, cioè la funzione di allacciare; vengono allacciati, in vari modi, frasi, sintagmi, atti linguistici, brani testuali piuttosto lunghi, e anche i membri di un gruppo di persone, specialmente giovani. 2. Lo studio e i risultati Nel mio corpus di testi letterari con discorsi diretti le congiunzioni e ed och agli inizii di turno sono state studiate. Il corpus comprende testi letterari moderni, sia in lingua italiana che svedese, nonché le traduzioni corrispondenti degli stessi testi. Studiando non solo i testi in lingua d’origine ma anche le traduzioni è naturalmente stato possibile scoprire differenze tra le due lingue, ma questo metodo ha anche svelato lati particolari dell’italiano, lati che normalmente sfuggono all’occhio. È ben noto che la lingua parlata si studia per lo più sulla vera lingua parlate. Questo studio della lingua parlata si basa però sulla lingua parlata come appare nella letteratura e ha dato delle indicazioni di usi dell’italiano parlato che, più tardi, sarebbe interessante studiare sulla vera lingua parlata. Da un traduttore ci si aspetta che traduca fedelmente quello che è stato scritto nella lingua straniera, ma anche che lo faccia in maniera idiomatica. Nei casi delle congiunzioni all’inizio di turno il traduttore può tradurre fedelmente (un metodo che non sempre porta a un risultato molto idiomatico), può omettere una congiunzione iniziale che pare superflua o poco idiomatica nella lingua d’arrivo oppure può aggiungere una congiunzione iniziale quando non c’è nel testo di partenza, se concepita idiomatica nella lingua d’arrivo. In una traduzione c’è sempre il rischio che la lingua di partenza influisca sulla lingua d’arrivo, sia al livello della scelta delle singole parole e costruzioni che al livello sintattico e pragmatico. In questo studio delle congiunzioni in posizione iniziale di turno vediamo invece spesso la tendenza opposta, benché questa ‘forza’ che tende a far mantenere alla lingua d’arrivo certi tratti della lingua di partenza. I traduttori italiani hanno più volte scelto d’aggiungere una congiunzione iniziale, cosa che rende il testo meno simile al testo di partenza. Annika Erneholm Ci pare probabile che i traduttori considerino, talvolta senza esserne consapevoli, la congiunzione iniziale, soprattutto in certi tipi di domande, un importante tratto idiomatico italiano. Date le caratteristiche del corpus studiato, cioè dialoghi in testi letterari, è naturale che manchino i tratti paralinguistici, così importanti nella vera lingua parlata. Investigando gli inizii di turno nelle due lingue studiate ho scoperto che esiste una notevole differenza nell’uso delle congiunzioni e ed och tra l’italiano e lo svedese, e che questa differenza si fa palese nei vari tipi di frase. In totale ci sono 344 occorrenze di e all’inizio di turno nel materiale d’origine italiana, mentre nelle traduzioni svedese degli stessi testi ci sono 202 och svedesi. Questo significa che 142 e in posizione iniziale di turno, cioè più di un terzo delle presenze italiane, non sono state tradotte in svedese. Il caso opposto appare nei testi di origine svedese. Ci sono 108 och collocate all’inizio di turno, ma dopo la traduzione in italiano questa cifra è più che raddoppiata; negli stessi testi troviamo 232 e italiane all’inizio di turno, cioè ci sono 126 e italiane che sono state aggiunte proprio in posizione iniziale di turno. Abbiamo quindi queste cifre: 344 e sono diventate 202 och 108 och sono diventate 232 e Questa differenza così visibile nelle traduzioni si verifica soprattutto quando la funzione della congiunzione è altra che sintattica. Nell’analizzare i casi trovati di e ed och all’inizio di turno si è mostrato vantaggioso partire dal tipo di frase che inizia con la congiunzione; frasi dichiarative o frasi interrogative. Tutti gli esempi presentati qui sotto sono di origine svedese con le corrispondenti traduzioni italiane. 2.1. Le frasi dichiarative La forma normale di un dialogo è che due o più persone cambiano i ruoli del parlante e dell’ascoltatore in un susseguirsi di turni di diversi tipi. A volte un parlante aggiunge un sintagma o una proposizione alla proposizione espressa dal primo parlante. Nel nostro corpus ci sono degli esempi di sintagmi e proposizioni che sono stati aggiunti, come una continuazione, al turno precedente. Nell’esempio (1) la parola acqua, tramite la congiunzione e, è stata coordinata con la parola biada, appartenente al turno precedente pronunciato dall’altro parlante, e nell’esempio (2) il sintagma influente è stato coordinato con il sintagma del turno prima dell’altro parlante, ricco. Quest’uso della congiunzione come coordinatrice di sintagmi nell’ambito di una stessa costruzione sintattica, anche se diviso tra due parlanti, sembra uguale nelle due lingue studiate nel corpus; la och svedese è stata tradotta con la e italiana nelle traduzioni e la costruzione sintattica è stata mantenuta. (1) A: - Mi hai detto di darle della biada. [A: - Du sa åt mig att ge den hö.] B: - E acqua. [B: - Och vatten!] A: - Sì, biada e acqua. Ma non l’ho fatto. [A: - Hö och vatten. Men det gjorde jag aldrig.] (2) A: - Lentov. È uno ricco. [A: - Lentov. Han är rik.] B: - E influente. [B: - Och inflytelserik.] Quando una frase, iniziata con una e si coordina, in qualità di congiunto a destra, al congiunto a sinistra di una frase appartenente al turno dell’altro parlante, si assiste invece alla funzione sintattica proposizionale della congiunzione. Trattandosi di proposizioni ci sono sia dei casi di coordinazione che casi in cui la funzione della e iniziale di turno invece sembra appartenere al livello testuale o pragmatico. In alcuni casi i traduttori hanno approfittato della struttura grammaticale o dei singoli sintagmi del primo turno che si ripetono in qualche modo nella seconda, per creare con la e, un brano testuale coerente. Il risultato è una coordinazione sintattica tra frasi appartenenti a turni diversi nel testo tradotto italiano, come se il secondo parlante continuasse la proposizione del primo parlante. Negli esempi (3) e (4), in cui non c’è una och svedese, i traduttori italiani, aggiungendo la e, hanno creato un brano testuale coordinato con due congiunti che appartengono ai turni diversi e hanno così utilizzato la capacità della congiunzione di coordinare proposizioni. In questi casi vediamo una differenza tra le due lingue; infatti, nell’originale svedese, senza la congiunzione, non c’è la coordinazione e i turni sembrano più staccati l’uno dall’altro. (3) A: - Spero che non si stupirà troppo se ripeterò quelle stesse domande. [A: - Ni får inte heller bli förvånade om vi kommer ställa samma frågor en gång till.] B: - E io spero che non vi stupiate troppo se vi darò le stesse risposte che ho dato al vostro collega. [B: - Ni får inte heller bli förvånade om ni får samma svar.] (4) A: - No. Non ho più voglia di rispondere ad altre domande. [A: - Nej. Jag har ingen lust att svara på fler frågor.] B: - E nemmeno io ho voglia di continuare a interrogarla. [B: - Jag har ingen lust att fråga ut er heller.] Altre volte è difficile spiegare la funzione della e in posizione iniziale di turno come una coordinazione tra frasi sintatticamente autonome, appartenenti a turni diversi. L’esempio (5) mostra come un traduttore italiano ha aggiunto una e in posizione iniziale di turno la quale non ha una congiunzione corrispondente nel testo svedese La e all’inizio di turno di partenza. La funzione della e in questo caso non è possibile spiegare con la sintassi proposizionale, ma piuttosto con la funzione connettiva testuale. A: - E poi sua moglie viene trovata morta nella vasca da bagno. [A: - Och så hittas er hustru död i badkaret.] (5) A: - I Nyström dovrebbero ricordarsi se quel giorno Löfgren sia andato o no a Ystad. [A: - Nyströms måste ha sett om Johannes Löfgren gav sig av till Ystad eller inte.] L’esempio (9) del corpus mostra che lo stesso parlante continua a parlare dopo una breve pausa in cui si alza dalla sedia, cioè continua a parlare dopo un intervento non linguistico. Nel testo svedese di partenza non c’è una congiunzione all’inizio di turno, mentre la troviamo nella traduzione italiana. Con questa congiunzione il parlante sembra segnalare di mantenere il diritto a parlare, cioè che lui stesso ha l’intenzione di continuare ad avere il ruolo di parlante. La congiunzione crea un forte nesso tra le due parti, però non si tratta della funzione sintattica proposizionale. Per avere una funzione sintattica di coordinazione le due frasi coordinate devono essere dello stesso tipo; in questo caso c’è una frase dichiarativa e una frase imperativa negativa, cioè frasi che non si possono coordinare. La funzione della e appartiene invece alla macrosintassi testuale. Nel testo svedese di partenza non c’è questo nesso tra i due turni. B: - Ed è proprio questo il misterio. [B: - Det är just det som är gåtan.] Quando la congiunzione svedese appare in posizione iniziale di turno nel testo svedese di partenza, la funzione è quasi sempre quella sintattica coordinativa nel senso che la congiunzione coordina il congiunto a sinistra espresso dell’altro parlante con il proprio contributo inizito con la congiunzione. I traduttori italiani mantengono la congiunzione in questa posizione, esempi (6) e (7): (6) A: - Quel fiore, probabilmente, può avere un numero infinito di aspetti, a seconda di chi sei e di cosa hai mandato giù. [A: - Den där blomman kan antagligen se ut på oändligt många olika sätt, beroende på vem du är, och beroende på vad du sätter i dig.] B: - E anche di cosa mi sono messo su. [B: - Och beroende på vad jag sätter på mig.] (7) A: - Dobbiamo poter contare su di lei al cento per cento. [A: - Vi måste kunna lita på er hundraprocentigt.] (9) A: - È per questo che non hanno i soldi per fare dei programmi decenti. [A: - Det är därför dom inte har pengar till några bra program.] Rydberg si alzò dalla sedia. Rydberg reste sig från stolen. B: - E non dimenticare una cosa. [B: - Glöm inte en sak.] 2.2. B: - E dobbiamo poter stare sicuri che lei segua le nostre istruzioni alla lettera. [B: - Och att ni följer våra instruktioner till punkt och pricka.] È importante ricordare che anche quando la congiunzione ha una funzione coordinativa al livello sintattico, gioca anche ai livelli testuali e pragmatici, aumentando la coerenza del testo. A parte i discorsi con due partecipanti, discussi sopra, la e all’inizio di turno appare anche come elemento connettivo in brani con un parlante dominante che, tramite la congiunzione in posizione iniziale di turno, segnala che lui stesso continua a parlare, dopo un breve feed-back dell’altro parlante. Nell’esempio (8) il parlante A sembra non far caso al feed-back di B e continua a parlare come se non avesse sentito il piccolo commento dell’ascoltatore, allacciando la sua seconda parte a quella prima con la congiunzione. E questo avviene sia nei testi italiani che in quelli svedesi, sia in testi originali che in traduzioni: (8) A: - In fin dei conti eravate sposati solo da tre mesi. [A: - Ni hade ju trots allt bara varit gifta i tre månader.] B: - Sì, è vero. [B: - Ja, det är riktigt.] Le frasi interrogative Frasi interrogative della lingua parlata possono avere altre funzioni che chiedere informazioni: una frase interrogativa può per esempio essere un modo in cui una persona può controllare di avere capito bene un’informazione, può essere un modo cortese di chiedere a qualcuno di fare qualcosa o può essere un modo di ottenere una conferma dall’altro parlante, ad esempio attraverso il segnale discorsivo vero. Può anche essere un modo di mostrare interesse o di incoraggiare l’interlocutore di continuare a parlare. Tra le frasi interrogative si distinguono due tipi fondamentali: le frasi interrogative totali che normalmente prevedono la risposta sì o no, e le frasi interrogative parziali che contengono avverbi o pronomi interrogativi come chi, come, perché e richiedono una risposta più elaborata. Nel nostro materiale la congiunzione e è spesso usata in posizione iniziale di turno per iniziare frasi interrogative, soprattutto quelle parziali. Quest’uso è in gran parte pragmatico o testuale mentre la funzione coordinativa che abbiamo visto con le frasi dichiarative è pressoché assente. Quindi, in un susseguirsi di domande e risposte una risposta in forma dichiarativa fa difficilmente il congiunto a sinistra quando segue una frase interrogativa iniziata con la congiunzione. La funzione in questi casi appartiene invece al livello testuale o pragmatico. Questo studio mostra una grande differenza quantitativa tra le due lingue nell’uso della congiunzione Annika Erneholm in posizione iniziale di turno nel corpus. Nei testi d’origine italiana ci sono 229 frasi interrogative iniziate con la congiunzione e, mentre nelle traduzioni degli stessi testi ci sono 148 och all’inizio di turno. Nei testi originali svedesi 80 frasi interrogative iniziano con la congiunzione och, ma nelle traduzioni italiane troviamo 183 e all’inizio di turno: 229 e sono diventate 148 och 80 och sono diventate 183 e Per quanto riguarda il sottogruppo di frasi interrogative parziali, c’è una e all’inizio di turno nel 19% delle frasi d’origine italiana nel corpus, mentre la congiunzione corrispondente svedese och è più rara all’inizio di turno; appare solo nel 2% delle frasi interrogative parziali svedesi del testo originale. Nelle traduzioni svedesi troviamo la presenza della och svedese nel 13% delle frasi interrogative parziali e nelle traduzioni italiane la e in posizione iniziale appare nell’8% invece del 2% come nel testo d’origine. Sotto vediamo due esempi (10) e (11) d’origine svedese che mostrano questa differenza tra le due lingue; il testo svedese ha il pronome interrogativo vad all’inizio di turno, e nella traduzione italiana le corrispondenti frasi interrogative iniziano con la congiunzione, che non ha una funzione sintattica ma testuale o pragmatica in questi casi: (10) A: - Poi quando Björk tornerà dalle vacanze, sarà suo compito occuparsene. [A: - Sen får Björk ta sig an det när han kommer hem.] B: - E che cosa farà secondo te? [B: - Vad tror du han gör?] (11) A: -Io invece non riesco a credere che sia semplicemente tutto finito... [A: - Jag kan inte tro att det bara är slut...] B: - E allora, cosa pensi? [B: - Vad tror du då?] L’atto linguistico delle domande di sopra è interrogativa, è una richiesta d’informazione. Altre volte la frase interrogativa parziale è utilizzata per fare continuare la conversazione. Più volte nel corpus, sia in italiano che in svedese, troviamo interrogatori e interviste con un poliziotto o un giornalista che si serve di domande in forma elittica, iniziate con la congiunzione, per fare continuare il racconto al sospetto o alla persona intervistata. Questi turni brevissimi sono composti soltanto dalla congiunzione più l’avverbio interrogativo; l’atto linguistico non è interrogativo ma esortativo e la funzione della congiunzione non è coordinativa ma testuale o pragmatica. Sotto vediamo esempi di tali turni molto brevi: (12) A: - E poi? [A: - Och sedan?] (13) A: - E dopo? [A:- Och sedan?] Neanche all’inizio delle domande totali la e ha una funzione sintattica coordinativa, come vediamo nei brani sottostanti: (14) A: - Dove avete la lavatrice? [A: - Var har ni tvättmaskinen?] B: - In cucina. [B: - I köket.] A. - E lei ce li ha ficcati dentro tutti? [A: - Och ni stoppade in allting i den?] (15) A: - È vero che ha riordinato l’appartamento mentre sua moglie giaceva morta nella vasca da bagno? [A: - Ni städade lägenheten medan er hustru låg död i badkaret?] B: - Ho solo messo a posto qualche cosa. [B: - Jag plockade undan några saker, bara.] A: - E non le sembrò un po’ strano? [A: - Tycker ni inte det är egendomligt?] In (14) A continua l’interrogatorio per sapere i dettagli di quello che è successo, mentre in (15) A commenta la risposta di B e vuole sapere come gli sembra. In ambedue i casi la frase interrogativa totale inizia con la congiunzione. 3. Riassunto Uno studio basato su traduzioni della lingua parlata così come appare in testi letterari moderni ha svelato lati interessanti dell’uso della congiunzione e agli inizii di turno, un uso che si distingue chiaramente da quello svedese. La e italiana è veramente polifunzionale con tanti impieghi anche nella posizione particolare all’inizio di turno. Le funzioni diverse appartenenti sia alla sintassi che alla pragmatica e alla linguistica testuale, si intrecciano; non è sempre né facile né possibile distinguere l’una dall’altra, e a volte più funzioni sono in vigore contemporaneamente. I traduttori italiani hanno più volte aggiunto una e in una posizione dove non ha una funzione sintattica, per esempio all’inizio di frasi interrogative parziali, cosa che indica che la congiunzione sia fortemente percepita come idiomatica al livello pragmatico della lingua parlata. Una nostra ipotesi è che i traduttori, per accentuare che si tratta di un discorso informale, certe volte abbiano aggiunto una e all’inizio di turno. Potrebbe forse essere un modo di marcare informalità quando i risorsi paralinguistici non sono a disposizione del traduttore. Abbiamo voluto mostrare che l’uso della congiunzione e all’inizio di turno in italiano è complesso e che la congiunzione ha funzioni che appartengono a più campi di studio. La e all’inizio di turno 4. Riferimenti Bazzanella, C. (1994). Le facce del parlare. Un approccio pragmatico all’italiano parlato. Firenze: La Nuova Italia. Mandelli, M. (2004). Coordinazione frasale e coordinazioni testuali: il caso della congiunzione e. In A. Ferrari (a cura di), La lingua nel testo, il testo nella lingua. Torino: Istituto dell’Atlante Linguistico Italiano, pp. 117-142. Pistolesi, E. (2004). Il parlar spedito. L’italiano di chat, email e SMS. Padova: Esedra editrice. Stame, S. (1999). I marcatori della conversazione. In R. Galatolo e G. Pallotti (a cura di), La conversazione. Un’introduzione allo studio dell’interazione verbale. Milano: Raffaello Cortina Editore, pp. 169-186.