Rassegna del 03/08/2016 - Azienda Ospedaliero
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Rassegna del 03/08/2016 INDICE RASSEGNA STAMPA Rassegna del 03/08/2016 SANITÀ NAZIONALE Tirreno 03/08/16 P. 5 «Bambini i più a rischio senza cure tempestive» Cinzia Lucchelli 1 Tirreno 03/08/16 P. 5 Morta di meningite, pellegrini in allarme Anna Saccoccio 3 Avvenire 03/08/16 P. 8 «Divieto di cure fai da te, fondamentali le prescrizioni mediche» Marco Birolini 4 Avvenire 03/08/16 P. 8 Meningite, i controlli per i ragazzi della Gmg Nessun nuovo caso Matteo Liut 5 Corriere Della Sera 03/08/16 P. 20 Meningite, migliaia di controlli Il ministero: nessuna emergenza Corriere Della Sera 03/08/16 P. 20 Si trasmette con la saliva Meglio fare le vaccinazioni Margherita De Bac 8 Giornale 03/08/16 P. 1 Spinello libero? La maestra violenta lo praticava Ecco com'è finita... Giannino Della Frattina 9 Giornale 03/08/16 P. 15 «La maestra si drogava ma nessuno l'ha fermata» Paola Fucilieri 11 Giornale 03/08/16 P. 16 Quel sorriso che ci dice: «ho bisogno di voi» Valeria Braghieri 12 Giornale 03/08/16 P. 16 Dopo la morte della 19enne romana, la meningite fa sempre più paura Giornale 03/08/16 P. 16 Gioia, 3 anni, è malata Aiutiamola a tornare sulla bicicletta della vita Gioia Locati 14 Mattino 03/08/16 P. 1 Meningite, perché è meglio vaccinarsi Silvio Garattini 16 Messaggero 03/08/16 P. 1 L'arma dei vaccini contro la meningite Silvio Garattini 18 Messaggero 03/08/16 P. 22 L'artrite: primi segni nelle mani Messaggero 03/08/16 P. 22 Colesterolo "cattivo": la mente è rallentata dai valori instabili Repubblica 03/08/16 P. 17 "Vaccinate i ragazzi quando vanno all'estero" Michele Bocci 23 Repubblica 03/08/16 P. 17 "Così la nostra Susanna è morta di meningite" il dolore degli amici Lorenzo D'Albergo Valentina Lupia 24 Sole 24 Ore 03/08/16 P. 29 Farmaci, sul payback l'incognita del Tar Roberto Turno 26 Stampa 03/08/16 P. 21 Recordati distribuirà un farmaco della Richter Stampa 03/08/16 P. 23 Meningite, se tutti i bimbi fossero vaccinati saremmo al riparo dal 90% dei casi Walter Ricciardi 28 Stampa 03/08/16 P. 26 "Siamo sempre più sedentari e la spina dorsale soffre Valentina Arcovio 29 Stampa 03/08/16 P. 26 Se vuoi salvanti del mal di Schiena il segreto è partire dal cervello Vittorio Sabadni 30 Stampa - Tutto Scienze 03/08/16 P. 30 E subdola, ma si può tenere a bada Le buone regole contro l'ipertensione Valentina Arcovio 33 Unità 03/08/16 P. 3 Il Tar respinge ricorso contro pillola del giorno dopo: contraccettivo e non farmaco abortivo Messaggero 03/08/16 P. 21 «Io come cavia da solo in mare» Carla Massi 35 Stampa - Tutto Scienze 03/08/16 P. 28 La lotta al terrorismo mette 1 alla prova l'etica dei medici Francesco Rigatelli 37 Stampa - Tutto Scienze 03/08/16 P. 30 Viso più giovane o più vecchio? F un Viene a decidere il look Luigi Grassia 38 7 13 20 22 27 34 RICERCA Indice Rassegna Stampa Pagina I L'INTERVISTA AL PROFESSOR REZZA (I55) «Ba mbini i più a r ischi o senza cure temp estive» malattia e spesso in forma grave». di Cinzia Lucchelli ROMA Quanto dura il periodo di incubazione? «F breve, dura pochi giorni, una settimana al massimo». Nel caso della studentessa romana si sospetta una meningite da meningococco. Il primo agosto la morte a Vienna di una diciottenne romana di ritorno dalla Giornata mondiale della gioventù; il 29 luglio il decesso in poche ore di una 24enne di Milano; il focolaio in Toscana, dove solo dall'inizio dell'anno si registrano 25 casi di meningite. Dobbiamo preoccuparci? «Non c'è un aumento del numero dei casi in Italia», dice Giovanni Rezza, epidemiologo e direttore del dipartimento Malattie Infettive dell'Istituto superiore della sanità. Ma la guardia non va abbassata: «Anche se rari, i casi di meningite sono pesanti e se non si interviene precocemente, non si riescono a trattare. Possono essere letali. Ogni anno si ammalano mille persone. Una su dieci muore, tre su dieci riportano esiti gravi e permanenti. I bambini, ad esempio: 15 su 100 hanno complicanze tali da richiedere protesi acustiche o degli arti, cicatrici invalidanti, problemi alla vista o deficit neuro-motori. Diagnosi e terapia precoci - ribadisce Rezza sono fondamentali». Perché soprattutto i giovani «Sembrerebbe, ma non si sa ancora quale sia il sierotipo se C, B o A. Non sappiamo neanche dove lo abbia contratto, potrebbe essere successo anche fuori Italia». II professor Gianni Rezza (ISS) sono a rischio? «Gli adolescenti e i tardo adolescenti sono più esposti perché hanno più occasioni di incontro, di socializzazione, e dunque più opportunità di esposizione a virus e batteri, in particolare al meningococco per il quale il contagio avviene solo a distanza molto ravvicinata». Si può entrare in contatto con il virus senza sviluppare la malattia? «La maggior parte di chi contrae l'infezione diventa portatore. Poi, non si sa per quale motivo, una tantum, si sviluppa la In cosa consiste la profilassi? «In questo caso nell'assunzione di una compressa di Ciprofloxacina». Ma mette al sicuro da qualsiasi rischio? «Riduce il rischio quasi azero. Basti pensare che per una cinquantina di casi registrati in Toscana nel 2015-2016 non si è verificato nessun episodio secondario grazie proprio alla profilassi». Presenta effetti collaterali? «Sono minimi. Per sicurezza è meglio farla». Ad oggi l'unica terapia disponibile rimane quella antibiotica? «Sì. Poi nei casi gravi si passa a .„. ,,..,,_im.n . , Sanità nazionale Pagina 1 nin LE CAUSE PIÙ COMUNI È una_ infiasriiriazione VIRUS BATTERI UN "ivoiS,ooo il cervello e il iraidoll© spìnale (mningii Meningite batterica Antibiotici Meningococco (il più pericoloso) nnnancstrn Pneumococco (il più comune) -----------------------------------------------------Haemophilus (poco diffusa) MENINGI SINTOMI Soggettivi Cefalea, mialgie, - fotofobia, vomito , ____--Obiettivi Febbre elevata, alterazioni di coscienza, rigidità nucale, crisi convulsive TERAPIA Meningite virale Antipiretici e analgesici (di solito non ha conseguenze e si guarisce in una decina di giornil INCIDENZA NEI PAESI normali infiammate perone ogni 1HG000 LETALITÀ DELLA FORMA BATTERICA 20 Neonati Adolescenti 7°% Adulti ANSA -Z.P-rrtiME!rri li una terapia intensiva». Ma come si riconosce la meningite? «La malattia ha una progressione in molti casi rapidissima. Si manifesta con febbre improvvisa, forte mal di testa, rigidità del collo e nuca. Oppure con macchioline sulla pelle. Il rischio è non riconoscere subito i sintomi che si possono confondere in alcuni casi con quelli dell'influenza. Le vaccinazioni, allora, diventano fondamentali per contrastarne la diffusione». Quali sono i ceppi da cui è più urgente difendersi? Sanità nazionale «II tipo C, che con la vaccinazione dei bambini si pensava sotto controllo, di fatto è quello che sta causando il focolaio in Toscana. Il B è il più comune da quando esiste la vaccinazione contro il C. Esiste, dal primo gennaio 2014, un vaccino mirato a contrastarlo. Poi ci sono sierogruppi come A, Y, W. Contro questi tre e il C è stato messo a punto un vaccino quadrivalente. Altri batteri che possono causare meningite sono l'haemophilus influenzae di tipo B e lo pneumococco. Anche in questo caso esistono dei vaccini effi- caci. Ma di solito le forme che creano focolai o sono fulminanti sono quelle dameningococco». E come prevenire le forme di tipo virale? «Non esistono vaccini; ma in genere sono forme più lievi». Anche gli adulti devono vaccinarsi? «Per la meningite B non c'è necessità, per la C dovrebbero farlo le persone che vivono in aree con incidenza di casi maggiore come la Toscana. Non esistono comunque controindicazioni ai vaccini». ORIPRODUZI DNE RISERVATA Pagina 2 Mor a '0 • t gite, pellegrini in au, Nessun nuovo caso, ma centinaia di giovani rientrati da Cracovia si sono presentati in ospedale per la profilassi di Anna Saccoccio 1 ROMA La morte per meningite fulminante della diciottenne romana Susanna Rufi durante il rientro dalla Giornata Mondiale della Gioventù a Cracovia ha fatto scattare l'allarme tra i pellegrini di ritorno in Italia. Molti si sono sottoposti ai controlli, anche se fin'ora non è stato registrato nessun altro caso. La ragazza è morta a Vienna il primo agosto. Lo ha reso noto la Conferenza episcopale italiana. I membri del gruppo di cui faceva parte sono stati sot- toposti a profilassi, che consiste nell'assunzione di una compressa di Ciprofloxacina. L'ospedale di Vienna dove è stata ricoverata d'urgenza la ragazza, a livello cautelativo, ha invitato chi abbia visitato Casa Italia - il quartier generale a Cracovia del Servizio Nazionale per la pastorale giovanile della Cei - ad effettuare lo stesso trattamento e a recarsi subito in ospedale in caso di febbre alta, mal di testa o di gola, problemi di vista o perdita di conoscenza. La notizia della morte della ragazza si è diffusa rapidamente tra i pellegrini italiani. In novantamila hanno frequentato La comitiva con cui viaggiava la ragazza deceduta già sottoposta a controlli in Austria fermato e una ragazza è stata ricoverata dopo che aveva avuto un malore con febbre e mal di testa. I test all'ospedale han no dato tutti esito negativo e l'allarme per la ragazza è rientrato. Il rischio che la giovane potesse aver subito un contagio era comunque minimo visto che l'intera comitiva era già stata sottoposta a profilassi in Austria. Nella notte si è fermata a Udine anche un altra delegazione di giovani della provincia di Treviso . Tra i ragazzi nessuno era stato in contatto con la vittima, uno di loro aveva avuto un malore, ma non aveva i sintomi della meningite. Per scrupolo il gruppo è stato sottoposto aprofilassi. Per fronteggiare la situazione, sono stati richiamati in pronto soccorso i medici reperibili. In Veneto sono stati accolti e assistiti 1.219 giovani, a Brescia 1.800. Nessuno presentava sintomi riconducibili a meningite . Tra i sottoposti a profilassi al rientro in Italia da Cracovia anche 80 giovani di Pavia e 120 di Bolzano. Centinaia di italiani sono ancora in Polonia, molti si sono recati all'Istituto di Cultura italiana a Cracovia per avere informazioni sul da farsi. L'invito dei medici è quello di evitare allarmismi. La profilassi è raccomandata solo per persone che hanno avuto contatti stretti con la persona deceduta, ovvero hanno mangiato nello stesso pullman, dormito negli stessi locali. Il contagio avviene infatti per via aerea, nia occorre un contatto molto ravvicinato. ©RIPRODNZIONE RISERVATA In 90mila hanno frequentato Casa Italia durante il soggiorno nella città polacca Casa Italia durante il soggiorno nella città polacca. Nella notte tra l'1 e il 2 agosto diverse persone di ritorno dalla GMG si sono rivolte al pronto soccorso dell'ospedale di Udine temendo un possibile contagio. Uno dei tre pullman della comitiva romana su cui viaggiava la ragazza deceduta si è Sanità nazionale di -mn u, rIk,rfm h, AI—, Pagina 3 «D t di cure fai MARCO BIROLINI MILANO n po' di preoccupazione ci può stare, è normale. Ma va sottolineato che negli ultimi anni i casi di meningite in Italia sono in diminuzione. È soltanto una coincidenza che si siano verificati due decessi in pochi giorni». Il professor Giuliano Rizzardini, direttore del Dipartimento malattie infettive dell'ospedale Sacco di Milano, smorza l'allarme provocato dalla morte di una giovane alla Gmg e, settimana scorsa, di una studentessa della Statale di Milano. «Il meningococco vive nel 30% di noi e a volte può trasmettersi per via aerea. Ma serve un contatto molto diretto perché avvenga il contagio. i Jn bacio, un abbraccio o un colpo di tosse ravvicinato». Perché le vittime sono spesso giovani? Semplicemente perché i giovani stanno più frequentemente in compagnia e vivono si- te, fondamental i le p rescrizioni medidhe» tuazioni di affollamento, come nel caso della Gmg. Anche se da quel che sappiamo la ragazza morta all'ospedale diVienna alloggiava presso una famiglia, dunque non sembra esser stata così esposta. Tuttavia è sbagliato pensare che un adulto sia meno a rischio in assoluto: lo è solo perché solitamente se ne sta più per conto suo rispetto a un ragazzo. Poi c'è un'altra cosa da dire: la morte di un giovane ha decisamente un maggior impatto mediatico. Se muore un settantenne magari nessuno ci fa caso... A Cracovia di giovani ce n'erano parecchi. Quali rischi corrono una volta rientrati? L'importante è che si svolga una buona indagine epidemiologica: occorre individuare chi è stato a stretto contatto con la ragazza e sottoporlo a profilassi. E poi bisogna fare attenzione a eventuali sintomi. Se uno ha mal di testa, febbre ed è stato in Polonia nei giorni scorsi è meglio che si rechi subito in pronto soccorso per una ve- rifica. Tenendo conto che l'incubazione può arrivare fino a dieci giorni, ma in media si manifesta dopo 4-5 giorni. Se presa in tempo, la meningite si può debellare con una terapia antibiotica. Ovviamente senza ricorrere al fai da te, ma sempre su prescrizione medica. Ê utile vaccinarsi? Senza voler cadere nelle polemiche che di questi tempi accompagnano le vaccinazioni, direi proprio di sì. Poi dipende dal ceppo, ma i vaccini che vengono somministrati ai bambini ne coprono la maggior parte. La vaccinazione è consigliata anche a chi viaggia molto o chi ha le difese immunitarie basse, ma qualsiasi adulto può farla. Niente panico, insomma. Non ce n'è motivo. Se qualcuno ha dei dubbi può chiamare le aziende sanitarie o i numeri indicati dalla Regione. Li abbiamo provati, vi assicuro che rispondono... © RIPRODUZIONE RISERVATA =I Giuliano Rizzardini II professor Rizzarini (Sacco): medici e Asl pronti , ma non c'è alcun motivo i panico h1,e,l1,11,_" Sanità nazionale Pagina 4 Meningite, i controlli per i ragazzi della Gmg Nessun nuovo caso Profilassi p er chi è tornato, migliaia gli esami Il lutto dei giovani: « scomparsa un 'amica» MATTO UUT on c'è stato alcun nuovo caso di meningite tra i pellegrini della Gmg dopo la morte di Susanna Rufi, la ragazza romana deceduta improvvisamente lunedì mattina a Vienna durante il viaggio di ritorno da Cracovia. Anche per un'altra giovane di Roma, che ieri è stata ricoverata a Udine in seguito a un malore, è stato già escluso il contagio da meningococco. A partire da questo dato molte strutture sanitarie italiane ieri hanno lanciato diversi appelli perché non si diffonda un eccessivo allarmismo tra i gruppi e le famiglie di chi ha preso parte all'incontro mondiale in Polonia. Allo stesso tempo, però, il caso viene trattato con le dovute cautele e numerosi ospedali si sono preparati a rispondere alle richieste dei ragazzi che in queste ore stanno facendo ritorno a casa dalla Gmg. Sul territorio, infatti, sono stati allestiti alcuni servizi dedicati o potenziati quelli esistenti di prevenzione: si tratta sia di sportelli informativi in grado di fornire - anche al telefono - indicazioni sulla necessità o meno di sottoporsi alla profilassi antibiotica, sia di ambulatori che daranno assistenza a coloro cui viene consigliato di sottoporsi al trattamento. A Bolzano ad esempio sono state predisposte due tende nel parcheggio dell'ospedale per poter visitare i 98 pellegrini diocesani in arrivo dalla Polonia. Anche il vescovo di Bolzano-Bressanone, Ivo Muser, è stato sottoposto alla profilassi. La notizia della morte di Susanna Rufi ha di certo segnato il rientro delle migliaia di giovani italiani dalla Polonia: «La morte di una coetanea, anche lei pellegrina alla Gmg, è statavissuta con profonda partecipazione - racconta don Davide Imeneo, che ha viaggiato assieme al gruppo di Reggio Calabria -. I ragazzi si sono mostrati subito molto partecipi a questo lutto, come se fossa morta una loro amica: al CampusMisericordiae si era creato un clima di solidarietà tra tutti i presenti e questo ha fatto sentire i ragazzi molto vicini a Susanna e li ha spinti a pregare per lei. Poi è stato deciso di celebrare una Messa di suffragio per laragazzaromana che si terrà giovedì (domani, ndr) alle 17 nella chiesa di Santa Maria delle Grazie a Lazzaro». Poi, però, nota don Imeneo, dopo le telefonate alle famiglie è prevalso il timore per la Sanità nazionale propria salute, «anche se noi abbiamo cercato di rassicurare sia le famiglie che i ragazzi riguardo aun basso rischio di contagio per quanto riguarda il nostro gruppo». La direzione sanitaria della Regione Friuli-Venezia Giulia in una nota ha fatto sapere che «a Udine, presso il Dipartimento di prevenzione, finora sono state viste una cinquantina di persone. Una quarantina i giovani che si sono rivolti all'Ospedale diTolmezzo, altrettanti a quelli di Trieste. In genere si sono recati presso le strutture sanitarie solo per essere rassicurarti e informati». La profilassi post esposizione, continua la nota, «è raccomandata unicamente ai soli contatti stretti ad alto rischio dopo una valutazione clinica. Non è pertanto raccomandata la chemioprofilassi a tutti i ragazzi che han no partecipato alla Gmg. t invece utile una sorveglianza sanitaria dello stato di salute per dieci giorni per verificare l'insorgenza di eventuali sintomi (in particolare febbre)». Secondo un comunicato diffuso dalla Regione Veneto, intanto, fino a ieri circa un migliaio di ragazzi si erano rivolti alle strutture sanitarie venete per ottenere assistenza. Tra questi anche alcuni gruppi di altre regioni italiane, come quello dei 143 ragazzi di Latina che si sono fermati a Padova dove il personale sanitario ha spiegato loro lapatologia, i sintomi, le azioni preventive e ha poi fornito l'antibiotico per la profilassi. Anche in Emilia-Romagna è stato attivato il Sistema di sorveglianza e, si legge in una nota, «i Servizi di Igiene delle Ausl stanno facendo la profilassi nei casi ritenuti opportuni e sono a disposizione per fornire informazioni». Anche la Regione Lazio si è attivata attraverso il Seresmi (Servizio regionale sorveglianza malattie infettive), fornendo indicazioni alle richieste di chiarimento e informazioni da parte dei Servizi di sanità pubblica delle Asl a loro volta contattati dai genitori dei partecipanti. Stessa allerta in Piemonte, dove la Regione ha diffuso un comunicato in cui ribadisce che «la profilassi è raccomandata solo per coloro che hanno avuto contatti stretti e ravvicinati con la ragazza deceduta». Per tutti gli altri «si raccomanda di rivolgersi subito al medico curante» o al Pronto soccorso in caso di sintomi che facciano pensare e un evento infettivo. a Bolzano a Udine, dal Veneto al Lazio, al via le visite per chi sta rientrando dalla Polonia Le aziende sanitarie locali in campo per chiarire cosa fare e per rassicurare le famiglie © RIPRODUZIONE RISERVATA Pagina 5 «Vaccini e antibiotici, ecco cosa si deve fare» Fa chiarezza, in un post su Facebook, Roberto Burioní, docente di virologia e microbiologia all'Ospedale San Raffaele di Milano, a proposito dei comportamenti da assumere, per giovani e meno giovani, dopo il caso di meningite che ha ucciso la ragazza di Roma. «Gli adulti si possono vaccinare con un vaccino efficace e sicuro; la vaccinazione è consigliata in particolari situazioni di pericolo, come quando si verifica un'epidemia oppure quando la persona è particolarmente a rischio di sviluppare la malattia, per esempio per il lavoro che fa—. Attenzione, però: Burioni aggiunge che «se si è stati a contatto con un malato di meningite non c'è più tempo per vaccinarsi (la protezione fornita da un vaccino impiega alcune settimane per diventare efficace) per cui bisogna assumere degli antibiotici (farmaci che hanno molte più controindicazioni ed effetti collaterali rispetto ai vaccini). Tuttavia è vietato il fai da te, in quanto gli antibiotici si assumono solo sotto il diretto controllo del medico-. Quanto ai suggerimenti per il futuro, «ribadiamo per l'ennesima volta che il vero modo per proteggere gli adulti dal meningococco è vaccinare tutti i bambini». rx Come w.i E UNA INFIAMMAZIONE DEL RIVESTIMENTO DEL SISTEMA NERVOSO CENTRALE (CERVELLO E MIDOLLO) DETTO MENINGE. ESISTONO FORME BATTERICHE E VIRALI, ENTRAMBE POSSONO ESSERE MORTALI, PER VIA AEREA, MA OCCORRE UN CONTATTO MOLTO RAVVICINATO, NELLE PRIME 7-10 ORE, I SINTOMI SONO QUELLI DI UNA NORMALE INFLUENZA. DOPO 10 ORE ARRIVANO MAL DI TESTA INTENSO, RIGIDITÀ DEL COLLO E FEBBRE ALTA. e Cosa deve We chi e OR' vaccinalo? È POSSIBILE PROTEGGERSI CON UNA PROFILASSI D'EMERG CIOÈ CON UNA TERAPIA ANTIBIOTICA SPECIFICA, SU PRESCRIZIONE DELL'AUTORITÀ SANITARIA. IL VACCINO RAPPRESENTA L'ARMA P Ù EFFICACE CONTRO LA MENINGITE. 9 Sanità nazionale Mene i CHI È GIÀ VACCINATO NON CORRE RISCHI E NON DEVE SEGUIRE ALTRE CURE, SE Si STATI A CONTATTO CON UN MALATO DI MENINGITE NON C'E PIÙ TEMPO PER VACCINARSI, SERVE SOLO LA PROFILASSI. Pagina 6 Meningite, migliaia di controlli Il ministero: nessuna emergenza Più farmaci agli ospedali dopo la morte di una ragazza al ritorno dal raduno a Cracovia ROMA Dopo la tragedia è l'ora della psicosi. Un mal di testa che non passa, una febbre persistente. E l'allarme meningite ha già spinto migliaia di giovani Papa boys di ritorno dalla Giornata mondiale della gioventù a Cracovia a recarsi in ospedale per sottoporsi a visite e profilassi antibiotica. In Veneto soprattutto, ma anche in Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Piemonte, Emilia Romagna, Toscana. Umbria e Lazio. Dal ministero della Salute confermano che è scattato il protocollo previsto per questi casi, che «non c'è un'emergenza» e che la distribuzione di medicinali anti meningite è partito «come eccesso di prudenza, ma più che giustificabile in un caso come questo». La profilassi obbligatoria deve infatti essere seguita da chi è stato a contatto diretto con il paziente infetto nei 1o giorni che hanno preceduto il manifestarsi della malattia. E così so- La vicenda Susanna Rufi, 19 anni, di Roma, è morta per una meningite fulminante a Vienna, durante il viaggio di rientro da Cracovia dove aveva partecipato alla Giornata mondiale della gioventù no state le singole Regioni ad attivarsi per informare e mettere a disposizione dei pellegrini le strutture dove rivolgersi per ottenere notizie ed eventualmente cure. La vicenda di Susanna Rufi, 19 anni, la studentessa romana dell'Appio Claudio morta lunedì mattina in un ospedale di Vienna dopo che si era sentita male il giorno precedente sul pullman che la stava riportando a Roma con 5o ragazzi di tre parrocchie romane, ha fatto il giro del mondo. La giovane è stata uccisa da un attacco di meningite fulminante. Risparmiata la sorella, Margherita, di 17 anni, che con lei aveva partecipato al pellegrinaggio come tutti gli altri ragazzi sul torpedone, dimessi dai medici viennesi dopo la profilassi e giunti a Roma all'alba di ieri. Commovente l'incontro con i genitori che hanno vissuto ore d'inferno e sono andati a prenderli nelle parrocchie di San La ragazza era transitata a «Casa Italia», il quartier generale dei pellegrini italiani nei giorni scorsi in Polonia. Alla Giornata mondiale della gioventù hanno partecipato almeno 100 mila ragazzi italiani È stata la Conferenza episcopale italiana a rendere nota la notizia della morte I membri del gruppo di cui la ragazza faceva parte sono stati sottoposti alla necessaria profilassi In Veneto il sistema sanitario ha accolto e assistito circa 1.219 ragazzi e nessuno presentava problemi di salute o particolari sintomi. Nessun rischio accertato anche per i 1.800 pellegrini di Brescia Sanità nazionale Policarpo e Santa Maria del Buon Consiglio. La preoccupazione di tutti era (ma per molti che non si sono ancora presentati in ospedale è tuttora presente) collegata all'allarme lanciato dalla Cei, la Conferenza episcopale italiana, che ha stimato in Zoo mila le persone che la settimana scorsa hanno frequentato «Casa Italia» a Cracovia e che potenzialmente potrebbero essere entrate in contatto con Susanna. Che tuttavia, come è stato ricostruito da chi accompagnava la sua comitiva, sarebbe passata per il quartier generale dei Papa boys italiani solo fra la matti- r Solo in Veneto sono 1.200 i pellegrini che si sono sottoposti alla profilassi volontaria nata di mercoledì e le giornate di giovedì e venerdì scorsi. Oltre ai più di 1.200 pellegrini sottoposti a profilassi in Veneto, ai 98 a Bolzano (dove sono state allestite due tende per il triage d'emergenza), alle centinaia anche nel Lazio dove la Regione ha attivato il Seresmi, il Servizio regionale sorveglianza malattie infettive, e i medici del pronto soccorso dell'ospedale Lazzaro Spallanzani per le malattie infettive sono sotto cura anche i tanti addetti ai lavori (giornalisti, accompagnatori, personale tecnico) presenti a Cracovia in questi giorni, funestati anche dalla scomparsa dell'inviata della Rai e della «Vita in diretta» Anna Maria Jacobini, trovata senza vita nella sua stanza d'albergo. E a Udine un'amica di Susanna è stata ricoverata in osservazione: per fortuna era solo influenza. .Fr. © RIPRODUZIONE RISERVATA Le persone in Italia che contraggono ogni anno la meningite. Una su due è colpita da meningite meningococcica. Per l'Istituto Superiore di Sanità (ISS), questo morbo provoca il decesso nell'814% dei casi Pagina 7 Che cos'è la meningite? «E una malattia infettiva, colpisce la meninge, l'involucro che avvolge il cervello, dunque un organo molto delicato. Le membrane infettate da batteri o virus si infiammano. E batlerio più) anche provocare sepsi, cioè un'infezione generalizzaLa, moltiplicandosi velocemente nel sangue. È più pericolosa delle infezioni alla meninge che possono manifestarsi con intensi mal di testa cui si associano rigidità del collo, febbre elevata». Quante sono le forme di 2 meningite? Le più importanti e pericolose sono quelle causate dal meningococco, un batterio che appartiene a diversi ceppi. In Europa e anche in Italia i più diffusi sono il tipo B e C che a livello di diffusione prevalgono su A, W135 e Y. Le meningiti batteriche possono essere fulminanti cioè hanno un'evoluzione molto veloce che richiede un intervento ancora più tempestivo». Sanità nazionale Ci sono vaccini? 3 «Nel 2005 è stata introdotto il vaccino per il meningococco C da somministrare al primo anno di età che rientra tra quelli cosiddetti raccomandati. Alcune Regioni lo offrono gratuitamente altre seguono una politica diversa ma sta per diventare operativo il Piano Nazionale Vaccini che prevede la rimborsabilità in tutta Italia. È disponibile la vaccinazione anche per il B, Y e W135 e A. Esistono poi altre forme di meningite batterica causate da pneumococco ed Haemophilus influentiae. Quest'ultima è molto rara, sconfitta dal vaccino esavalente che comprende anche difterite, tetano, antipolio, epatite B e pertosse». Gli adolescenti e gli adul4 ti non vaccinati da piccoli cosa devono fare per non rischiare una malattia infettiva che può avere esiti mortali o provocare gravi disabilitò? Le meningiti si curano? 3 «Sì ma la diagnosi deve essere precoce e occorre intervenire subito con i comuni antibiotici per prevenire le complicanze. Nelle fasi iniziali la malattia è difficile da riconoscere. Le persone che hanno contatti stretti col malato di meningite nei io giorni precedenti devono prendere antibiotici su indicazione del medico. I batteri della meningite non si propagano con facilità, il veicolo è la saliva. Serve una vicinanza stretta tra due individui, ad esempio trovarsi accanto in discoteca, dormire nello stesso letto, scambiarsi il bicchiere. Ma se passi a un metro di distanza dall'amico già infettato, non esiste rischio di trasmissione». Margherita De ac mdebac@a corriere.it © RIPRODUZIONE RISERVATA «La vaccinazione è consigliata soprattutto agli adolescenti che solitamente frequentano luoghi chiusi e affollati, come le discoteche e vivono in gruppo. In Toscana tra i1 2015 e il 2oi6 si sono avuti una cinquantina di casi tutti su giovani e adulti non immunizzati». Pagina 8 Spinello libero? La maestra violenta lo praticava Ecco com'è finita... di Giannino della Frattina desso i maestrini dello sballo ripeteranno che le droghe leggere non fanno male, con la solita distinzione da quelle pesanti che convince così poco. E che in fondo chi beve il vino o la birra è uguale a chi si fa di cannabis. Parole ancor più difficili da accettare dopo aver scoperto che la maestra dell'asilo (privato) degli orrori scoperto a Milano faceva uso di sostanze stupefacenti insieme al fidanzato che ne era il titolare e non muoveva un dito di fronte alle violenze sui bambini. A scoprirlo i carabinieri che durante le intercettazioni avevano sentito la donna mettersi d'accordo con il pusher in un sabato libero dalle quotidiane (...) segue a pagina 15 Fucilieri a pagina 15 Sanità nazionale Pagina 9 QUELLI DEL «LIBERALIZZIAMO LE CANNE»... dalla prima pagina (...) sevizie da infliggere . Come se non bastassero le immagini dei morsi, degli schiaffi, dei capelli tirati, dei piccoli chiusi nel buio del bagno, altro orrore si aggiunge all'orrore: una consumatrice di hashish a cui i genitori affidavano figli di dieci mesi. Che cosa c'entrano le canne, dirà ora magari qualcuno dei soliti sostenitori del consumo libero di droga, negando che in quelle urla, in quelle assurde punizioni corporali inferte a corpicini inermi ci potesse essere l'effetto della droga. Eppure se la Gazzetta ufficiale dispone «i test antidroga ai lavoratori del settore dei trasporti, conducenti di autobus, Sanità nazionale treni, navi, piloti di aerei, controllori di volo, addetti alla guida di macchine di movimentazione terra e merci» e perfino per «quanti si trovano a maneggiare sostanze pericolose come gas tossici, esplosivi e fuochi d'artificio», un motivo ci sarà. O vogliamo forse dire che maneggiare i bambini è meno delicato dei botti di Capodanno? E allora che dire della proposta di legalizzazione della cannabis in discussione in Parlamento per dare il via libera alla vendita e alla coltivazione personale. Forse che i parlamentari che l'hanno firmata affiderebbero un figlio di dieci mesi a una maestra che sul terrazzino si coltiva un po' di droga? Forse no. Giannino della Frattina Pagina 10 LC «La maestra si drogava ma nessuno l'ha fermata» L'educatrice che picchiava i bimbi era stata segnalata dai carabinieri come consumatrice di hashish Paola Fucilieri prio quegli stati di quasi schizofrenia a cui andava soggetta la giovane donna nei Miilano Già dopo una decina di giorni suoi rapporti con i bambini, quando urlache, in seguito a due denunce per maltrat- va contro i piccoli, li schiaffeggiava, li tamenti, i carabinieri della stazione di mordeva, tirava loro le orecchie arrivanGreco Milanese stavano investigando do addirittura a morderli o a farle gridare sull'asilo Baby World alla Bicocca attrafrasi sconnesse come "Smettila o mi sale verso telecamere e cimici, capiscono che il crimine"». la titolare della struttura privata per bamVolendo già in quel momento, e con le bini dai 10 mesi ai 3 anni di età di viale prove documentarie costituite dalle imSarca 187, oltre ai suoi violenti metodi magini delle telecamere dei «sistemi edueducativi, ha altri problemi: fa uso infatti cativi» messi in pratica della signorina Cedi sostanze stupefacenti. Da res, si sarebbe potuto proceuna intercettazione telefonidere contro di lei. Non è affatca avvenuta quindi circa un to normale, non deve succemese prima degli arresti, un dere che la titolare di un asisabato pomeriggio emerge lo nido sia una assuntrice di che la 34enne Milena Ceres si hashish, soprattutto se è poi sta mettendo in contatto con viene scoperta in flagranza il suo fornitore personale di mentre acquista la sostanza hashish. Così, una volta pase lei stessa ammette di farne sata dal nido (che il fine settiuso. I maltrattamenti e quemana resta chiuso) per sbrista scoperta dell'uso di stupegare alcune faccende, lei e il facenti erano più che suffi1 convivente Enrico Piroddi si VI( 'E cienti per la magistratura ad Ceres, 34 anni avviano verso la zona Maciaallontanare la donna e, natuchini dove la donna fa i suoi ralmente, anche il conviven«acquisti». A quel punto i militari che te dall'asilo, ad arrestarli entrambi e chiul'hanno pedinata la fermano e dietro loro dere la struttura. richiesta l'educatrice tira fuori i 10 gramIl ruolo del compagno della Ceres - ora mi di «fumo» che ha appena comprato e rimesso in libertà ma interdetto dall'attiche in quel momento tiene in tasca, amvità lavorativa - mentre la misura cautelamettendo di farne uso esclusivamente re in carcere della sua donna è stata conpersonale insieme al convivente. vertita dal gip Stefania Pepe in arresti doGli investigatori prendono le sue genemiciliari, resta comunque fondamentale ralità e non si limitano a segnalarla alla per il concorso in maltrattamenti. È vero prefettura, ma naturalmente anche all'auche dall'inchiesta emerge come l'uomo torità giudiziaria, visto che la donna è sotfosse completamente succube della comto inchiesta per un'accusa di maltrattapagna e che lui non ha mai picchiato i menti a minori formulata da due educabambini, ma il suo ruolo in questa brutta trici che hanno lavorato con lei. storia non è secondario. Era lui, infatti, a «Abbiamo osservato che è vero che intimare alle collaboratrici dell'asilo: «Se l'hashish tranquillizza chine fa uso - spiequalche genitore dovesse chiedere di gano gli inquirenti -, tuttavia è pur altretquesto o quel livido del figli, dite sempre tanto vero che prima di poterlo "fumare" che si è fatto male da solo mentre giocae quindi sentirsi placati, può creare prova». Sanità nazionale Pagina 11 QUEL SORRISO CHE CI DICE: «HO BISOGNO DI VOI» di Valeria Braghieri tava pedalando quand'è successo. La guardava andare avanti da sola in bicicletta, che dopo i gattonamenti, i passi incerti, gli inciampi, è il primo momento in cui li si vede andare via, farsi grandi, procedere. Speranza e apprensione dentro ai raggi delle ruote, con l'asfalto nemico e il vento complice, che sorregge e spinge. E, speriamo, tiene su. Solo che ha iniziato a tremare Gioia, sotto allo sguardo del papà. Che l'ha sorretta appena in Sanità nazionale tempo, prima dell'impatto con l'asfalto e si è dimenata a lungo. Senza più controllare le braccia, le gambe, la testa, gli occhi. Cosa può essere, a tre anni, che ti trascina altrove e ti fa dimenare come un pesciolino lontano dall'acqua? Eccolo lì, il cielo che si rimpicciolisce a colpi di piccone. Il terrore che strozza la gola, una qualsiasi, ottusa speranza e poi invece la diagnosi: marcia e crudele. Quando un bambino si ammala, quando la tua bambina di ammala, ti si chiude l'orizzonte. Non capisci più perché hai vissuto fino a quel momento e non sai più perché dovresti vivere da adesso in poi. La tieni stretta nel letto, mentre dorme, e dovresti sentire il rumore delle ossa che si allungano, annusare il profumo del suo respiro, spiarle i lineamenti mentre si addolciscono nei sogni e immaginare tanta vita. I genitori di Gioia la tengono stretta controllando le smorfie di dolore, monitorando i segnali e scervellandosi, per capire cosa fare. Tutto quello che c'è da fare. Compreso forse staccarsi la carne e prendersi il male per toglierlo a lei. Ha i capelli cortissimi Gioia, perché la sua mamma glieli ha fatti tagliare tutti uguali, dopo che per uno dei tanti esami glieli avevano lasciati rasati solo in un punto. Gli occhi giganti che fanno capolino dalla faccia. Sorride e si mette in posa per fare una bella fotografia, anche se dietro ci sono i macchinari dell'ospedale e di fianco si intravede un letto. Sorride perché aspetta i quattro anni, e aspetta che succeda qualcosa. Sorride perché aspetta anche noi e tutto quello che possiamo fare per lei. Pagina 12 Dopo la morte della l9enne romana, la meningite fa sempre più paura a La Giornata Mondiale della Gioventù 2016 si è conclusa con un dramma: una ragazza italiana è morta a Vienna per meningite fulminante. Ed ora è psicosi in tutta Italia. Anche se i test sulle persone entrate in contatto con la ragazza deceduta hanno dato tutti esito negativo. Ma da tutti i principali ospedali italiani, l'appello è comune: «Vaccinarsi è l'unico strumento di profilassi valido contro il virus della meningite». Provvidenziale l'immediato allarme contagio, vista la mole dei partecipanti all'evento di Cracovia e a ragione del fatto che la giovane connazionale era transitata da Casa Italia, quartier generale (e logistico) per i pellegrini italiani. L'ospedale di Vienna ha invitato chiunque sia passato dalla struttura a sottoporsi a profilassi. È stata proprio la Cei, la Conferenza Episcopale Italiana, a diffondere la notizia della vittima italiana, senza però fornirne le generalità. La Cei ha spiegato che la giovane, di una parrocchia romana, è deceduta per un attacco di meningite fulminante mentre rientrava in autobus da Cracovia, dove aveva partecipato alla Gmg che ha radunato milioni di giovani cattolici in Polonia dal 26 al 31 luglio. I membri del gruppo di cui faceva parte la giovane capitolina sono stati già sottoposti alla necessaria profilassi, che consiste nell'assunzione di una compressa di Ciprofloxacina da 500 mg. Poco dopo la ripresa del viaggio, un'altra ragazza, spaventata, ha detto di sentirsi male. A quel punto l'autobus è stato scortato fino all'ospedale di Udine dove la giovane è stata presa in carico dai sanitari. Secondo quanto si è appreso da fonti ospedaliere la giovane potrebbe accusare soltanto una forte stanchezza causata dal viaggio e dallo stress. Remota la possibilità di contagio, proprio perché tutto il gruppo aveva già effettuato la profilassi. La gio- Sanità nazionale vane, riferisce la Cei, era transitata da Casa Italia, quartier generale a Cracovia del servizio nazionale per la pastorale giovanile della Cei. Per questo motivo l'ospedale di Vienna, a livello cautelativo, invita coloro che abbiano visitato la struttura ad effettuare lo stesso trattamento di profilassi. «Nel caso in cui qualcuno - raccomanda la Cei - accusasse sintomi quali febbre alta, mal di testa o di gola, problemi di vista o perdita di conoscenza, deve recarsi subito in ospedale, indicando quale potrebbe esserne la causa». Il Centro regionale emergenza e urgenza del Veneto (Creu) invita i giovani di rientro dalla Gmg di Cracovia a recarsi in ospedale per la profilassi antimeningite solo se hanno avuto contatti con la ragazza morta durante il rientro. «La profilassi - afferma il comunicato - è raccomandata solo per le persone che hanno avuto contatti stretti con la persona deceduta». 1 VACCINAZIONE Contro la meningite bisogna vaccinarsi Pagina 13 Gioia, 3 anni, è malata Aiutiamola a tornare sulla bicicletta della vita Colpita da un tumore al cervello, la bimba ha bisogno di cure e trattamenti molto costosi Gioia Locati «Sarà dura ma vale la pena provarci». La mamma di Gioia ha saputo due mesi fa che sua figlia ha un tumore al cervello. E in sessanta giorni, assieme al marito, ai parenti, agli amici, si è infilata nel dolore come se fosse lei la lama che frantuma. Dentro il dolore per lasciarsi attraversare, per guardarlo in faccia. Gioia ha tre anni, la sua malattia è rara e terribile, glioblastoma bitalamico di quarto grado. «Significa che non abbiamo molte speranze, ce lo hanno detto dal primo giorno». La mamma di Gioia si chiama Pamela. L'ombra le ha annerito l'orizzonte in un giorno di primavera quando aveva appena dato alla luce la sua seconda figlia e Gio- Vip e gente comune disposti a offrire il proprio contributo Sanità nazionale ia pedalava felice sulla biciclettina. Era la metà di maggio. Dopo la crisi epilettica c'è stato il ricovero in ospedale. Poi gli esami, la tac e la risonanza. E una biopsia a Milano che ha smascherato l'ombra. «Dal 18 giugno Gioia ha iniziato le terapie. Il protocollo prevede una chemioterapia settimanale abbinata a radioterapia. Si va avanti così fino a settembre» ci riferisce Pamela. E dopo? Do-po. Due sillabe da raccogliere come cristallo di Boemia, con mani ferme. «I medici sono prudenti: al momento la posizione del tumore non fa pensare a un intervento. Le terapie però potrebbero cambiare la prognosi. A quel punto dobbiamo sperare. Per prima cosa che l'operazione si possa fare in Italia, e, come seconda scelta, essere pronti a portare Gioia all'estero, negli Stati Uniti o in Israele. In quei Paesi, infatti, i protocolli e le tecnologie per affrontare questa malattia sono un passo più avanti». Le mani ferme sono tante mani. Ognuno ci mette del suo per illuminare l'ombra di Gioia. Come avete saputo delle opportunità all'estero? «Al momento non vi sono certezze. Abbiamo preso contatti con diversi centri specializzati nei glioblastomi. Tutti ci hanno fatto capire che il futuro di Gioia dipenderà dall'esito delle terapie ma se dovessero prospettarci una sola possibilità di intervento, o un altro tipo di trat- tamento lontano da qui, varrebbe la pena tentare. È stato mio fratello ingegnere, bravo a navigare sul web, a mostrarci diverse possibilità; i neurochirurgi milanesi si sono offerti di fare da ponte; abbiamo cugini che hanno raccolto la documentazione; amici che ci hanno aiutato a fondare l'associazione no profit Tutti per Gioia; altri che ci hanno aperto la pagina Facebook: da soli non ce l'avremmo fatta. C'è anche la questione economica perché le nostre disponibilità sono quelle che sono. E se per noi dovesse spalancarsi una porta, vorremmo poterci entrare». Così è scattato il tam tam. E che tamtam. Fra tweet, messaggi amplificati da Facebook e passaparola. Sul web intercettiamo appelli di Max Biaggi, Mietta, Biagio Antonacci. «Grazie a mia cugina ha risposto perfino il cantante dei Modà di cui la nostra Gioia è una fan» II sindaco: «La forza della solidarietà speriamo faccia il miracolo» Pagina 14 ' D TESA Sopra i manifestini che invitano ad aiutare Gioia, in basso la bambina festeggia il compleanno con i genitori racconta Pamela. Il sindaco di Vaprio D'Adda, dove la famiglia risiede, si è mobilitato per organizzare eventi ed esporre le locandine; il «nido Verde» frequentato da Gioia ha coinvolto amichetti e genitori nei giochi senza frontiere per raccogliere i fondi. «Vorrei rassicurare i possibili donatori - anticipa Pamela -. Non possiamo disporre della cifra raccolta se non per curare Gioia. E se le cose non dovessero andare come sogniamo, metteremo la somma a disposizione della ricerca sui tumori al cervello, oltre a condividere le nostre conoscenze e i nostri contatti con chi avrà bisogno». Sì perché l'amore assoluto non lascia fuori niente, abbraccia perfino l'ombra. E la cura di Gioia sta anche nella sua malattia trasformata in un impegno vitale. irallorl Per chi vuoi contribuire Associazione Tutti per Gioia C.F. 91589610152 IBAN.• IT 98 Y 05034 33980 000000000144 Sanità nazionale Pagina 15 n ti m ime Meningite, perché è meglio vaccinarsi Silvio Garattini I 1 caso della giovane diciannovenne romanamorta aVienna diritorno dalla Giornata Mondiale della Gioventù di Cracovia, in seguito ad una forma fulminante di meningite, pone di nuovo con forza il problema delle vaccinazioni. Un problema che è di grande attualità e di grande importanza perla salute. > Segue a pag. 43 Guasco a pag. 10 Sanità nazionale Pagina 16 Meningite, perché è opportuno vaccinarsi Silvio Garattini È bene ribadire che, nonostante il parere dei detrattori privi di argomentazioni scientifiche, i vaccini sono i migliori farmaci esistenti nel moderno arsenale terapeutico. Infatti sono attivi su quasi tutti i soggetti trattati, il trattamento è di breve durata ma l'effetto dura molto ad un costo ragionevole. Inoltre un impiego di una vaccinazione che copra il 95 per cento delle persone esposte è spesso in grado di eliminare completamente l'agente patologico: i casi del vaiolo e della poliomielite sono esempi ormai noti a tutti. Ritornando al caso dellamorte da meningite che ha suscitato viva emozione è utile ricordare le caratteristiche di questa malattia. I sintomi ricordano almeno all'inizio quelli dell'influenza: senso di ottundimento, mal di testa e febbre indotti da una infezione da virus o da batteri. Mentre le meningiti davirus si risolvono in una decina di giorni e non destano particolari preoccupazioni, le meningiti da batteri evolvono con febbre spesso molto alta, vomito ripetuto, senso di confusione e convulsioni. Il destino di que- ste meningiti non adeguatamente riconosciute e curate può indurre danni cerebrali irreparabili che possono includere perdita dell'udito o della vista, paralisi agli arti, incapacità di apprendimento ed infine, come nel caso di questi giorni si può arrivare alla morte che in alcuni casi, arriva in tempi molto rapidi dall' inizio dei sintomi. La meningite che è una infiammazione della meninge, la membrana che ricopre l'encefalo e il midollo spinale, è indotta prevalentemente dalla Neisseria meningitidis che è ospitata senza sintomi nelle vie respiratorie superiori, a seconda delle popolazioni, dal 4 al 30 per cento delle persone. Il batterio può essere trasferito ad altri per via respiratoria attraverso tosse, starnuti nonché l'impiego comune di spazzolini da denti o posate con persone che stanno incubando la meningite, una incubazione che dura da i a 10 giorni ed anche per 24 ore dopo l'inizio della terapia. La Neisseria si presenta in 13 sottotipi, ma solo 5 di questi sottotipi detti «meningococchi» possono indurre la meningite. Sono noti con le sigle A, B, C, W135, Y ma sono sopratutto i sottotipi B e C quelli più frequentemente presenti nelle regioni eu- ropee. Vi sono altri batteri che possono indurre meningite, come ad esempio lo «pneumococco» che risiede come dice il nome stesso nelle vie aeree e arriva al cervello tramite il fluido sanguigno. La «Listeria» arriva invece dall'ambiente, si assume attraverso il cibo e sembra essere frequente nelle meningiti che si sviluppano nel periodo della gravidanza. Infine é utile menzionare anche il «hemophilus influentiae» anche se con la disponibilità del vaccino è oggi molto raro come fattore causale della meningite mentre era comune fino agli anni `90. Il rischio di contrarre una meningite è relativamente alto sopratutto nella vita di comunità e quando vi siano grandi assembramenti di persone. Se vi è qualcuno che stia incubando la meningite o anche solo portatore di Neisseria il rischio di contagio diventa importante. Sono particolarmente a rischio i bambini al di sotto dei 5 anni d'età, i giovani fra 18 e 24 anni ed i soggetti anziani. Se vi sono sospetti di meningite è necessario iniziare una terapia antibiotica prima di eseguire un prelievo di liquor per accertare la presenza della Nisseria o di altro batterio. Le linee guida indicano come trattamento iniziale l'impiego dellarimfapicina per via orale oppure di una penicillina per via intramuscolare che passi attraverso la barriera ematoencefalica. Poiché la prevenzione è sempre il miglior trattamento si pone il problema della vaccinazione. Sono oggi disponibili 5 vaccini. Sono certamente consigliati i vaccini contro il Meningocco B e C che sono ben tollerati. Analogamente è consigliato il vaccino anti-pneumococco che è utile nell'infanzia anche per la prevenzione delle polmoniti. Si tratta di vaccini che cono distribuiti gratuitamente in molte Regioni e che sono entrati nei nuovi Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) che saranno per tutte le Regioni a carico del Servizio Sanitario Nazionale, una opportuna iniziativa del Ministero della Salute. In conclusione la meningite è una malattia relativamente rara che si manifesta sporadicamente in comunità e che può essere curata e soprattutto evitata attraverso le vaccinazioni. È grave responsabilità dei medici, come sottolineato recentemente dalla Federazione degli Ordini dei Medici, ma anche dei genitori creare le condizioni perché non si verifichino morti evitabili. © RIPRODUZIONE RISERVATA Sanità nazionale Pagina 17 L'errore sic sl L'arma dei vaccini contro la meningite Silvio Garattini 1 caso della giovane romana morta a Vienna, di ritorno dalla Giornata Mondiale della Gioventù di Cracovia, in seguito ad una forma fulminante di meningite, pone di nuovo con forza il problema delle vaccinazioni. Un problema di grande attualità e di grande importanza per la salute. E bene ribadire che, nonostante il parere dei detrattori privi di argomentazioni scientifiche, i vaccini sono i migliori farmaci esistenti. I Continua a pag. 20 Arcovio, Guasco e Troili a pag.15 Sanità nazionale Pagina 18 L'arma dei vaccini contro la meningite Silvio Garattini segue dalla prima pagina Infatti sono attivi su quasi tutti i soggetti trattati, il trattamento è di breve durata ma l'effetto dura molto ad un costo ragionevole. Inoltre un impiego di una vaccinazione che copra il 95% delle persone esposte è spesso in grado di eliminare completamente l'agente patologico: i casi del vaiolo e della poliomielite sono esempi ormai noti a tutti. Ritornando al caso della morte da meningite che ha suscitato viva emozione è utile ricordare le caratteristiche di questa malattia. I sintomi ricordano almeno all'inizio quelli dell'influenza: senso di ottundimento, mal di testa e febbre indotti da una infezione da virus o da batteri. Mentre le meningiti da virus si risolvono in una decina di giorni e non destano particolari preoccupazioni, le meningiti da batteri evolvono con febbre spesso molto alta, vomito ripetuto, senso di confusione e convulsioni. Il destino di queste meningiti non adeguatamente riconosciute e curate può indurre danni cerebrali irreparabili che possono includere perdita dell'udito o della vista, paralisi agli arti, incapacità di apprendimento ed infine, come nel caso di questi giorni, si può arrivare alla morte, che in alcuni casi arriva in tempi molto rapidi dall'inizio dei sintomi. La meningite, che è una infiammazione della meninge, la membrana che ricopre l'encefalo e il midollo spinale, è indotta prevalentemente dalla Neisseria meningitidis che è ospitata senza sintomi nelle vie respiratorie superiori, a seconda delle popolazioni, dal 4% al 30% delle persone. Il batterio può essere trasferito ad altri per via respiratoria attraverso tosse, starnuti, nonché l'impiego comune di spazzolini da denti o posate con persone che stanno Sanità nazionale incubando la meningite, una incubazione che dura da uno a 10 giorni ed anche per 24 ore dopo l'inizio della terapia. La Neisseria si presenta in 13 sottotipi ma solo 5 di questi sottotipi, detti Meningococchi, possono indurre la meningite. Sono noti con le sigle A, B, C, W135, Y ma sono sopratutto i sottotipi B e C quelli più frequentemente presenti nelle regioni europee. Vi sono altri batteri che possono indurre meningite, come ad esempio lo Pneumococco che risiede come dice il nome stesso nelle vie aeree e arriva al cervello tramite il fluido sanguigno. La Listeria arriva invece dall'ambiente, si assume attraverso il cibo e sembra essere frequente nelle meningiti che si sviluppano nel periodo della gravidanza. Infine è utile menzionare anche l'Hemophilus influentiae, anche se con la disponibilità del vaccino è oggi molto raro come fattore causale della meningite mentre era comune fino agli anni `90. Il rischio di contrarre una meningite è relativamente alto sopratutto nella vita di comunità e quando vi siano grandi assembramenti di persone. Se vi è qualcuno che stia incubando la meningite o anche solo portatore di Neisseria, il rischio di contagio diventa importante. Sono particolarmente a rischio i bambini al di sotto dei 5 anni, i giovani fra i 18 e i 24 anni ed i soggetti anziani. Se vi sono sospetti di meningite è necessario iniziare una terapia antibiotica prima di eseguire un prelievo di liquor per accertare la presenza della Nisseria o di altro batterio. Le linee guida indicano come trattamento iniziale l'impiego della rimfapicina pervia orale oppure di una penicillina per via intramuscolare che passi attraverso la barriera ematoencefalica. Poiché la prevenzione è sempre il miglior trattamento, si pone il problema della vaccinazione. Sono oggi disponibili 5 vaccini. Sono certamente consigliati i vaccini contro il Meningocco B e C che sono ben tollerati. Analogamente è consigliato il vaccino anti-Pneumococco che è utile nell'infanzia anche per la prevenzione delle polmoniti. Si tratta di vaccini che cono distribuiti gratuitamente in molte Regioni e che sono entrati nei nuovi Livelli Essenziali di Assistenza (Lea) che saranno per tutte le Regioni a carico del Servizio Sanitario Naionale, una opportuna iniziativa del Ministero della Salute. In conclusione la meningite è una malattia relativamente rara che si manifesta sporadicamente in comunità e che può essere curata e soprattutto evitata attraverso le vaccinazioni. È grave responsabilità dei medici, come sottolineato recentemente dalla Federazione degli Ordini dei medici, ma anche dei genitori, creare le condizioni affinché non si verifichino morti evitabili. Pagina 19 ° scomparse y y p¡y r Lf. G/A. .. y yyM y1 1 Lf.A... LA PATOLOGIA nna Marchesini, una grande donna che durane te la sua vita ha affrontaA to anche le difficoltà legate a una grave forma di artrite reumatoide. Molti pazienti con questa patologia non possono non riconoscersi nelle mani e nel fisico debilitato della grande attrice ma, in questo momento, ci preme mandare un messaggio positivo e di speranza a tutte le persone con artrite reumatoide , o affette da malattie reumatiche ». È l'appello degli specialisti della Società italiana di reumatologia e della Fondazione ricerca sull'artrite a pochi giorni dalla morte dell'attrice. LA PREOCCUPAZIONE Un appello che sono stati costretti a fare vista l'onda emotiva che la scomparsa ha suscitato in chi soffre della stessa malattia. In Italia si contano circa 300mila pazienti t A.r iMai, ' ryq yp 1 A. ryq Ay. y y 1 15 1 pp A ca ha suscitato l a an llo d lla ggyYgy-g L k.lt k. a.li mp e ma 'a atti rm e L'artrite: primi segni nelle mani (la maggior parte donne). Lo stretto legame tra le condizioni fisiche dell'attrice e la sua fine hanno scatenato un forte preoccupazione. LA FATICA Da qui, la necessità di spiegare meglio il profilo di questa patologia autoimmune della quale ancora non si conosce la causa scatenante. Deformazioni delle articolazioni, forti e persistenti dolori, rigidità mattutina e stato diffuso di infiammazione i primi segnali che, più o meno acuti, accompagnano l'evoluzione della malattia. Spesso il sintomo principale dell'artrite reumatoide è la rigidità mattutina. Ci si sveglia impac- «IL CASO DELL'ATTRICE RARO E MOLTO GRAVE L'INFIAMMAZIONE Si CURA SE PRESA IN TEMPO» ciati nei movimenti, si fa fatica a vestirsi, anche a infilarsi le calze. A volte, la rigidità dure alcune ore, a volte anche tutto il giorno. L'artrite reumatoide può colpire tutte le articolazioni del corpo, ma in genere le piccole articolazioni delle mani e dei piedi sono quelle più frequentemente interessate, in modo simmetrico (contemporaneamente la destra e la sinistra. Anche se le articolazioni sono la sede principale dell'infiammazione, la malattia può colpire anche altri organi, come il polmone, l'occhio, la cute, il rene. LA DISABILITA «Vogliamo sottolineare - spiegano i reumatologi - che una diagnosi precoce e, quindi, un trattamento tempestivo sono fondamentali nella cura dell'artrite reumatoide per evitare che danneggi irrimediabilmente le articolazioni e si estenda anche agli organi interni. Visita specialistica e cure ai primi segnali rappresentano i punti cardine della terapia dell'artrite. E di tutte le malattie reumatiche. Oggi i malati possono curarsi con farmaci in grado di contrastare alcuni meccanismi che generano l'artrite e modificare il decorso naturale della malattia».. IL CUORE Ancora oggi, secondo gli esperti, arrivano negli studi dei, cosiddetti, "pazienti tardivi". Che conoscono la diagnosi ben oltre i 12 mesi dall'esordio dei sintomi. In questi casi il rischio maggiore è legato ai possibili effetti (cardiovascolare e respiratorio) legati all'infiammazione. «Indubbiamente quello della Marchesini è diventato un volto simbolo associato all'artrite reumatoide, ma il suo era un raro caso estremamente grave. Non era un quadro clinico tipico di questa malattia, che oggi, se presa per tempo, è possibile curare», rassicura Roberto Perricone, Direttore di Reumatologia del Policlinico Tor Vergata. Re.Ma. I ,,,,;t i,,k„i a•', ncnr m:,,,; Sanità nazionale Pagina 20 Le articolazioni La malattia reumatica tende a deformare le articolazioni sia delle mani che dei piedi La rigidità Uno dei primi segnali dell'infiammazione è la rigidità mattutina. Questa impedisce anche di lavarsi e vestirsi da soli Il gonfiore Gonfiore, dolori persistenti, tumefazione calda ma non arrossata delle articolazioni Sanità nazionale Pagina 21 Lo studio Colesterolo "cattivo": la mente è rallentata dai valori instabili Non è tanto il colesterolo alto nel sangue a "rallentare la mente", quanto le troppe variazioni nel tempo dei livelli del colesterolo cattivo (Ldl). Lo rivela una ricerca pubblicata sulla rivista "Circulation" secondo cui fluttuazioni elevate nel tempo della concentrazione del colesterolo cattivo possono danneggiare le funzioni cognitive, con significativo rallentamento della velocità di ragionamento . Soprattutto da anziani. Condotta presso l'Università di Leida in Olanda, la ricerca ha coinvolto 4.428 partecipanti ("Prospettive studyof pravastatin in the Elderly at Risk"). Gli esperti hanno preso varie volte la misura del colesterolo cattivo nel sangue del campione e calcolato le variazioni temporali di questo valore. Poi hanno sottoposto uomini e donne a test cognitivi semplici per scovare eventuali deficit cognitivi. È emerso che un anziano con elevate fluttuazioni temporali della concentrazione di colesterolo cattivo nel sangue impiega quasi tre secondi in più a svolgere un esercizio semplice, come il test dei colori che consiste nel leggere su un foglio i nomi di colori scritti con penne di colore di verso. Il "saliscendi" del colesterolo Ldl è risultato associato anche a ridotto flusso di sangue al cervello, un parametro molto pericoloso per le funzioni cognitive. irite: primi ,,ui milemm11l , Sanità nazionale Pagina 22 "Vaccinate i ragazzi quando vanno all'estero" MICHELE BOCCI PER sconfiggere la malattia e di conseguenza anche la grande paura che esplode nelle famiglie ogni volta che viene diagnosticato un caso di meningite, c'è un solo modo: usare il vaccino. Ne è convinto Walter Ricciardi, presidente dell'Istituto superiore di sanità. Dottore, è stato fatto tutto il necessario per proteggere i giovani che hanno partecipato alla Giornata della gioventù di Cracovia? «Direi di sì. Tutti coloro che hanno avuto un contatto diretto con la ragazza morta di meningite, ad esempio perché viaggiavano sullo stesso autobus o hanno frequentato ambienti chiusi insieme a lei, sono stati sottoposti a profilassi. Cioè hanno preso l'antibiotico che permette di prevenire la malattia». Che cosa consiglia ai genitori che approvato presto, si prevede che antemono la meningite? «Di vaccinare i figli. In questo mo- che il medicinale la prevenzione del do potremmo eliminare il 90% dei meningococco B sia passata dalle casi. I tipi di meningococco più diffu- Asl. Intanto però chi vuole può farlo si, che provocano malattie contagio- a pagamento. E io consiglio ad se, sono il B e il C, per i quali esisto- esempio di vaccinare i giovani quanno due vaccini diversi. Ci sono poi do vanno all'estero per motivi di stuprodotti per altri micro organismi dio o per viaggi, in Europa o in Paesi non contagiosi ma che provocano al- esotici. Io con le mie figlie ventenni tre forme dello stesso problema. Co- l'ho fatto». Ha senso vaccinare chi è stato a me l'haemophilus influenza e lo contatto con un malato? pneumococco. Ma la molla che spin«In quel caso devi fare la profilasge a fare il vaccino non dovrebbe essere solo la paura bensì la saggezza si antibiotica, perché c'è bisogno di di capire che certe malattie non so- unaprotezioneimmediataeilvaccino state eliminate, come sostiene no infatti ci sta due o tre settimane a creare l'immunità. Poi in determiinvece qualcuno». Il vaccino per il meningococco di nate situazioni, come è avvenuto tipo C è passato dalle Asl da oltre per la recente epidemia in Toscana, 10 anni , quello per il B è a carico con una quarantina di casi in un anno e mezzo, il sistema sanitario può dei genitori. Perché? «Perché il secondo è entrato in decidere di usare la vaccinazione commercio più di recente. Nel nuo- per proteggere la popolazione», State vedendo una maggiore difvo piano vaccini, che spero vena fusione della meningite in questi anni? «No, direi che il numero dei casi è costante, da noi come in altri Paesi. Purtroppo la malattia è letale in circa il 10% delle persone aggredite, dato che potremmo ridurre se non annullare. Il meningococco è un batterio insidioso perché ci sono tanti portatori sani, che lo hanno nella gola senza saperlo. In alcuni casi, che non si possono prevedere a priori, la malattia si manifesta e può essere devastante. E se il ceppo è particolarmente aggressivo, come quello che si è diffuso in Toscana nell'ultimo anno e mezzo, le persone colpite possono essere molte. Bisogna prevenire questa eventualità con una vaccinazione estensiva. Costa soldi ma salva tante vite, spesso di ragazzi, i più esposti a questa malattia», (dNIPNOOLL>JONE NISFR ATA IN PRIMA LINEA Nella foto, Gualtiero Ricciardi, presidente dell'istituto di sanità Sanità nazionale Pagina 23 "Così la Susanna è morta di meningite" il dolore degli amici Roma, la veglia di preghiera nella parrocchia della 18enne In migliaia chiamati per la profilassi. I medici: no al panico LORENZO D'ALBERGO VALENTINA LUPIA ROMA. Sono le 21. Il giorno più lungo sta per terminare: è il primo da quando la notizia della scomparsa di Susanna Rufi, la 18enne morta di meningite a Vienna lungo la strada che dalla Giornata mondiale della gioventù di Cracovia avrebbe dovuto riportarla a Roma, ha stravolto i fedeli del Tuscolano. La chiesa di San Policarpo, con la sua cappella esagonale di freddo cemento si riempie di una luce tenue. Nella parrocchia di piazza Aruleno Celio Sabino, per un rosario in ricordo della giovane, si radunano gli amici di famiglia, i compagni di scuola, gli anziani del quartiere. Da un piccolo bus si affaccia un gruppo di suore vestite di bianco. Entrano in silenzio. In pochi d'altronde se la sentono di parlare in un momento del genere. Solo Dario, fumando nervosamente una sigaretta dietro l'altra, si lascia andare: «Avevamo fatto campi estivi da animatori insieme. Era come una sorella. Gli volevo un bene dell'anima. Per una meningite poi... il signore l'accoglierà con amore. Si era diplomata con la lode, era piena di sogni. Come l'ho saputo? Mi ha chiamato una vecchia compagna di scuola. È stato tremendo». Gli altri giovani parrocchiani si abbracciano sul sagrato, trattengono le lacrime a fatica. Varcano il cancellone della chiesa e si lasciano coccolare dalle parole dei parroco che arrivano dal pulpito: «Ci sono arrivati tanti messaggi, messaggi di amore per Susanna e di conforto per la sua famiglia». Sanità nazionale Alessandra, assieme ai due figli che hanno conosciuto la ragazza venuta a mancare in Polonia durante i corsi estivi di San Policarpo, ricorda il padre della vittima: «Suona il flauto traverso la domenica, mentre Susanna era sempre all'organo». Dalla tasca la signora tira fuori uno smartphone e mostra i post degli amici più stretti della 18enne. Andrea ne ha affidato uno a Facebook firmato dagli "amici dellaventesima prefettura di Roma": «Ed è così che è finita laGiornata mondiale della gioventù 2016 di Cracovia. Mi manca tutto il nostro gruppo, le 52 persone che inizialmente erano solo tre gruppi di tre parrocchie di cui conosco solo il nome, ma che poi si sono impegnate tutte insieme affinché questo viaggio restasse indimenticabile. Già, perché in me persiste, più di tutti gli altri, la memoria di una persona che oggi non c'è più. Non di una "persona°, ma di un angelo. Non riuscirò mai a dimenticare il sorriso che portavi sempre in volto. Qualsiasi cosa succedesse. Quel sorriso che annientava ogni male, ogni forma di stanchezza anche legata alla fatica dei tanti passi che abbiamo dovuto fare per arrivare a trovare (da lontano) Papa Francesco. Mi addolora sapere che il tuo sorriso mi ha spesso aiutato in attimi di difficoltà. Non so- lo in questo cammino, ma anche e soprattutto a scuola quando ci incontravano in corridoio e facevamo imitazioni di qualche professore». Di quei docenti che hanno visto crescere Susanna nella sezione del liceo Augusto e che ora non si danno pace. Come gli ex compagni: «Ancora dobbiamo metabolizzare. Era una ragazza con un futuro brillante davanti a lei, le interessavano le materie scientifiche. Stava prendendo le ultime informazioni prima di scegliere la facoltà giusta: un giorno ci aveva detto che stava per iscriversi a Fisica». Studio e religione: assieme a un gruppo di ragazzi trai 18 e i 30 anni, Susanna si era preparata per più di un anno, facendo la volontaria tra i poveri e i disabili, per quei viaggio da cui non è più tornata. Anche nel curato condominio in cui Susanna abitava assieme alla sorella più piccola la notizia ha spazzato via la normalità. Victor, il portiere moldavo della palazzina di via Sestio Calvino dove vive la famiglia Rufi, si commuo- ve: «Non è una cosa normale quella che è successa. Era speciale, sempre sorridente». I ragazzi che bivaccano fuori dal bar accanto casa della 18enne conoscono ogni particolare della storia e ora sono preoccupati, in preda alla fobia: «Voglio andare in ospedale pure io», dice Christian. Senza sapere che, nonostante siano stati avviati protocolli per la profilassi in tutta Italia per migliaia di giovani che erano a Cracovia, i medici hanno chiesto di non presentarsi in massa in pronto soccorso ma di verificare prima la presenza di sintomi simili a quelli della meningite. Intanto, tra gli amici di Susanna, c'è chi azzarda un'ipotesi: «Ha preso la meningite - dice Carlotta - prima di partire per la Gmg. Era stata in vacanza in Toscana eli c'era stato un caso accertato di meningite». A 24 ore da una morte che ha devastato un'intera comunità, un tentativo di dare una spiegazione a un dolore che di comprensibile ha poco. 3 RIVRO[JULONE NISkNVA f Pagina 24 La meningite Può essere di tipo: Virale Batterïc.• t,.-, La ------- battei ....n ini g cocco è l'unica contagiosa e la più grave DI i1: ü11UGOCOCt: Aes'•i•ser'se c!5;'3 st.ret.S: c i i " 11117111 1111111,111l, L'incubazione dura al massimo 15 giorni II meningococco può provocare anche la se si, un'infezione diffusa a tutto l'organismo I casi in Italia Susanna Rufi, la ragazza romana morta a Vienna di ritorno dalla Giornata della Gloventu da cracovla 152 138 172 163 168 (al 4 aprile) (dNIPNODU<IONE RISEfNA fA Mi manca tutto del nostro viaggio a Cracovia. Ma soprattutto mi manca il suo sorriso Avevamo fatto i campi estivi insieme. Era come una sorella. Non sì può morire per una malattia simile ISO Aveva davanti un futuro brillante: le interessavano le materie scientifiche, ci aveva detto che voleva fare Fisica Sanità nazionale Pagina 25 „ Disco verde al decreto legge da 1,5 miliardi per il ripiano del disavanzo: metà delle risorse in bilico per effetto del ricorso davanti al tribunale del Lazio Farmaci, sul payback l'incognita del Tar Roberto Turno ROMA Va in porto il decreto legge 113 col payback da 1,5 miliardi a carico delle industrie per il ripiano della metà del disavanzo totale della spesa farmaceutica pubblica realizzato nel triennio 2013-2016. Male Regioni, prime destinatarie di quelle somme (scontate dello-x, per iprimi due anni e del 20% per il 2015), con lo Stato che non fa da semplice spettatore, per il momento hanno poco da festeggiare: almeno 6oo milioni dell'intera somma è infatti da considera- re in bilico perché - dopo la sentenza del Tar del Lazio che ha accolto la sospensiva per i ricorsi presentati da numerose imprese - diverse decine di imprese per il momento hanno deciso di non pagare e di avvalersi della sospensiva decisa dallo stesso Tar. E di Molte delle imprese hanno deciso di beneficiare della sospensiva decisa dal giudice amministrativo: a metà settembre il verdetto aspettare la sentenza di merito dei giudici amministrativi, prevista perla metà di settembre, che potrebbe essere ancora al oro favorevole. Se così fosse, è chiaro, l'intera partita del payback si complicherebbe notevolmente, proprio mentre il Governo ha annunciato con la prossima manovra per il 2017 la riforma della governante farmaceutica. Riforma che si troverebbe intanto con la zavorra dei conti 2013-2015 in sospeso, con quelle somme fin qui congelate che le Regioni avevano però già messo a bilancio. Una complicazione non da poco, considerato che Governo e Regioni devono ancora trovare l'intesa, fin qui rivelatasi molto complessa, proprio sui contenuti della governance di settore. Le prime avvisaglie dei conti2o16 della farmaceutica pubblica, del resto, lasciano intravedere un rosso se possibile ancora più profondo. Nei primi tre mesi dell'anno è stato già accumulato un disavanzo di 686 milioni, con l'ospedaliera che da sola perde l'8o% del totale, a quota 494 milioni oltre l'asticella del budget annuale nella media nazionale. Un trimestre gennaio-marzo più che mai sulle montagne russe , quello che emerge dalla rilevazione dell'Aifa (Agenzia del farmaco), secondo un trend annuale che, se confermato,a fine anno (ma in genere nei mesi si attesta un pochino al ribasso) significherebbe più di 2,7 mld di disavanzo complessivo. La farmaceutica ospedaliera intanto starebbe a livello nazionale al 6,1% dell'intera spesa sanitaria, contro un tetto che dovrebbe attestarsi al 3,5%ò: il 50% in più. Con la Toscana all'8,5°, seguita dalla Calabria al 5,9% e dalla Basilicata al 5,7. Soltanto Trento (al 3,2%) e il Molise ( al 3,5%) stanno dentro il tetto di spesa. Tutte le altre Regioni lo superano, apartire appunto dalla Toscana che lo scavalca addirittura di due volte e mezza. Sempre nel primo trimestre dell' anno, la spesa territoriale è risultata in rosso per 191 , 7 mIn (al 12% medio nazionale contro un budget dell'11,35), mentre la convenzionata in farmacia ha fatto segnare un calo netto del 6,4% rispetto al 2015 e i pagamenti dei ticket-ricetta sono calati del 4,2%. O RI PRODUZIONE RISERVATA Sanità nazionale Pagina 26 Recordati distribuirà un farmaco della Richter Recordati distribuirà in esclusiva il farmaco antipsicotico Cariprazina della Richter in Europa Occidentale, Algeria, Tunisia e Turchia. Il farmaco è stato già concesso da Richter in licenza a Allergan (già Forest/Actavis) negli Usa e in Canada. In seguito all'approvazione da parte della Food and Drug Administration nel settembre 2015, la Cariprazina è stato lanciato negli Usa nel marzo 2016 con il marchio Vraylar per il trattamento della mania associata a disturbo bipolare e della schizofrenia. Nello scorso mese di marzo 2016 l'Ema (European Medicines Agency) ha iniziato la valutazione della richiesta di Richter per il via libera alla commercializzazione della Cariprazina nel trattamento della schizofrenia. Sanità nazionale Pagina 27 MENINGITE, SC TUTTI I BIMBI FOSSERO VACCINATI SAREMMO AL RIPARO D AL 90% DEI CASI WALTER RIccIARDI* a meningite fa paura a tutti i genitori. Specialmente dopo aver letto sui giornali che negli ultimi giorni due ragazze di 24 e 18 anni hanno perso la vita proprio a causa di questa malattia. Tuttavia, questa paura spesso non viene contrastata con la scelta più sicura e razionale che è costituita dalle vaccinazioni, in costante calo negli ultimi anni, soprattutto in Italia. Innanzitutto su questa malattia si fa molta confusione e questo può portare a sottovalutarla o ad allarmarsi inutilmente. Per fare chiarezza: la meningite è un termine generico per descrivere una malattia dovuta all'infiammazione delle meningi, le membrane che rivestono il cervello. A scatenare questa infiammazione possono essere virus e batteri, contro la maggior Sanità nazionale parte di questi ultimi oggi abbiamo a disposizione un'arma importante, la vaccinazione appunto, che ancora non viene sfruttata quanto si potrebbe. Il vaccino contro la meningite da Haemophilus influenzae di tipo B è uno dei due vaccini che viene somministrato insieme a quelli obbligatori nell'esavalente e contro il quale il movimento «NoVax» si è irrazionalmente scatenato, diffondendo informazioni false e pericolose. Ci sono poi i vaccini contro la meningite da pneumococco, quella da meningococco B e C e la quadrivalente contro i batteri ACWY. E' grazie a questi vaccini se oggi la meningite non è così diffusa come invece potrebbe esserlo. Ed è a causa della mancata vaccinazione se oggi, purtroppo non così sporadicamente, si registrano alcuni casi. Non ultimo quello della povera ragazza romana di 18 anni, morta a Vienna a causa di una meningite meningococcica, mentre ritornava da Cracovia. Se tutti i genitori vaccinassero i propri figli, oggi potremmo essere al riparo dal 90 per cento dei casi di meningite. Purtroppo, la resistenza dei genitori ai vaccini ha permesso a questi germi di circolare e di mietere vittime. Garantendo la vaccinazione dei bambini più piccoli e, nell'eventualità che si manifestino dei casi nei ragazzi più grandi, vaccinando anche gli adolescenti e gli adulti, la meningite farebbe meno paura. Ma questa volta a ragion veduta. Invece, oggi si temono più gli effetti collaterali, che sono rarissimi e lievi, tutti gestibili dal medico e quelli inventati di sana pianta dai NoVax, rispetto all'infezione vera e propria che può essere letale. La meningite da meningococco, quella che ha ucciso la ragazza romana, ha infatti un tasso di letalità da non sottovalutare. E' vero che la terapia antibiotica funziona, ma solo se somministrata tempestivamente, cioè prima di permettere ai batteri di moltiplicarsi eccessivamente. Purtroppo non sempre si riesce a farlo, perché spesso i sintomi si manifestano tardi o non vengono subito riconosciuti. La febbre alta, il mal di testa, la nausea e la rigidità nucale sono campanelli d'allarme che si possono manifestare tardivamente. E in questi casi l'esito può essere decisamente infausto, facendo avverare il peggior incubo di ogni genitore. La vaccinazione, invece, potrebbe eliminare tutte queste paure. Ed è proprio per questo che nel nuovo Piano nazionale vaccini abbiamo inserito anche la vaccinazione contro la meningite da pneumococco e da meningococco B, sperando che questa volta tutti i genitori facciano la scelta più amorevole e saggia di vaccinare i propri figli. *Presidente dell'istituto superiore di Sanità e —C NDPLCUNI DIRITTI RISERVATI Pagina 28 "Siamo sempre più sedentari e la spina dorsale soffre Il medico: colpa di computer, tablet e tv, che ci tengono seduti e ci costringono a posture sbagliate vertebrale quanto la troppa attività? VALENTINA ARCOVIO 1 mal di schiena è un problema che esiste ____praticamente da sempre. Solo che, in passato, i nostri nonni ne soffrivano, perché facevano lavori duri, mentre oggi ne soffriamo perché trascorriamo gran parte delle giornate seduti». A parlare è Francesco Ciro Tamburelli, direttore dell'Unità Operativa Complessa di Chirurgia Vertebrale del Policlinico Agostino Gemelli di Roma, che ci invita a non maltrattare la schiena, lasciandola inattiva e con la postura sbagliata. La troppa sedentarietà può essere nociva per la colonna Sanità nazionale «Purtroppo è così. Oggi passiamo la maggior parte delle giornate a una scrivania davanti a un pc e, quando smettiamo di lavorare, passiamo il tempo libero sul divano davanti alla tv o chini sullo smartphone. Questo non fa bene alla schiena, che ha bisogno di movimento». Eppure, in passato il troppo movimento faceva ammalare i nostri nonni... «Infatti bisognerebbe trovare il giusto equilibrio. Magari, in passato, erano più diffusi lavori che richiedevano sforzi eccessivi per la colonna vertebrale. Non dimentichiamoci, inoltre, che i nostri nonni non potevano contare sulla medicina moderna: la lombalgia veniva spesso trascurata, mentre oggi ci sono farmaci e interventi spesso risolutivi». In che modo la postura influisce sul mal di schiena? «Lo stare ricurvi davanti a un computer è una diffusa postura scorretta. Quando camminiamo, invece, i muscoli della colonna vertebrale si contrag- gono: per prevenire il mal di schiena dobbiamo far contrarre più spesso questi muscoli». È possibile che la spina dorsale non si sia evoluta in modo corretto e che si sforzi per mantenerci in posizione eretta? «Non credo che l'evoluzione abbia a che fare con il mal di schiena. La colonna vertebrale si è infatti evoluta per consentirci di mantenere una posizione eretta e quindi camminare su due piedi. A essere difettoso è l'uso che facciamo o che non facciamo della spina dorsale». O —C NDPLCUNI DIRITTI RISERVATI ffl í] Iti È la media quotidiana del tempo trascorso davanti a computer, smartphone e tablet Pagina 29 Se `puoi salvarti dal mal cli schiena il se ;ceto è partire dal ceri elio Lo studio di due specialisti inglesi: massaggi e agopuntura funzionano poco Il punto di partenza è ridurre lo stress e imparare una respirazione corretta uello che credevamo di sapere sul mal di schiena è sbagliato. Chi ne soffre sa di avere provato di tutto: massaggi, chiropratica, fisioterapia, agopuntura, balsamo di tigre, fanghi termali, solette correttive, cinture elastiche e materasso più duro, ma niente è servito. Alla fine, rassegnati, ci si arrende agli antinfiammatori, che non risolvono il problema ma almeno consentono di dimenticarlo per un po'. Questo approccio era però fuorviante: l'origine del mal di schiena non è infatti da cercare e da combattere nelle ossa e nei muscoli, ma nel cervello. Due medici britannici che da 35 anni curano persone affette da lombalgia, David Rogers e Grahame Brown, hanno pubblicato per Vermilion «Back to life» (Ritorno alla vita), un libro che raccoglie la loro esperienza e i risultati dei più recenti studi su un malanno che affligge, principalmente, tra i 30 e i 50 anni, il 12% dell'umanità. La loro tesi è rivoluzionaria: è assolutamente inutile spendere tanti soldi in fisioterapia, manipolazioni, risonanze magnetiche o chirurgia. Il mal di schiena non è, come si crede, dovuto a incidenti o traumi subiti dalla colonna o dai dischi vertebrali, non lo si può individuare in una radiografia o una risonanza magnetica. È invece la conseguenza di cambiamenti avvenuti nel collegamento tra il cervello e il sistema nervoso: bisogna Sanità nazionale dunque curarlo con una terapia che i due medici hanno definito «biopsicosociale», e che sembra funzionare meglio di tutte le altre. Secondo un vecchio modo di dire, ogni problema che affligge una persona finisce nella sua schiena: anche in questo caso le credenze popolari sono le più vicine alla verità. È lo stress a scatenare l'irrigidimento di nervi e muscoli e a creare un corto circuito nella comunicazione con il cervello che si manifesta con una progressiva rigidità della zona lombare. Questa rigidità rende più difficili i movimenti e si rafforza nella sedentarietà che lei stessa determina: tendini e muscoli si accorciano, fino a generare il dolore che nel corpo umano è sempre un segnale di allarme. Questo groviglio di nervi e muscoli, secondo Rogers e Brown, che lavorano al Royal Orthopaedic Hospital di Birmingham, può però essere sciolto con un approccio biologico, psicologico e sociale. Bisogna ripristinare i collegamenti tra cervello e corpo, riacquistare fiducia in se stessi, imparare a non dare importanza a quello che gli altri pensano della nostra misera condizione. E bisogna farlo per piccoli passi, con quella tecnica del «marginal gain solution» inventata da Sir David Brailsford, l'allenatore della squadra di ciclismo britannica che ha ottenuto enormi risultati con piccole, progressive modifiche negli allenamenti. Le sue teorie ora sono applicate nel business e nelle organizzazioni aziendali e potrebbero quindi essere efficaci pure contro il mal di schiena. La prima cosa da fare è ridurre le occasioni di stress o almeno impedire che abbiano conseguenze sul corpo. Rogers e Brown suggeriscono di imparare a respirare. Quasi più nessuno respira a pieni polmoni e siamo in perenne debito di ossigeno. Il modo migliore per attenuare ogni tensione è inspirare a fondo e a lungo, contando almeno fino a sette, ed espirare più lentamente, contando fino a 11. Ci sono poi alcuni piccoli esercizi, illustrati in questa pagina, che, se effettuati ogni giorno, consentono di ridurre la rigidità della zona lombare e di riattivare in modo più efficiente i collegamenti tra cervello e sistema nervoso. Bisogna però crederci e farne uno stile di vita. 0 tenersi le solette, la fascia elastica e il balsamo di tigre, insieme con il mal di schiena. O BV NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI Pagina 30 Approi alte ati, llmal di schiena, secondo gli specialisti David Rogers e Grahame Brown, è la conseguenza di una serie di progressive alterazioni nei collegamenti tra il cervello e il sistema nervoso pe r c' nÈ la «fetta di popolazione mondiale che soffre in modo più o meno grave di dolori alla schiena e. . d a fare o gr. .pp4orn o Inginocchiarsi e piegarsi lentamente, spingendo progressivamente con le braccia, fino a distendere la schiena Sanità nazionale Tenendo le mani sulle gambe, fare una figura a «v». Alternativamente a destra e a sinistra Pagina 31 Sanità nazionale Braccia sempre sollevate e poi alzarsi sulla punta dei piedi, tenendo le ginocchia leggermente piegate e la schiena dritta Alzarsi e sedersi su una sedia senza braccioli: le braccia devono stare distese, con i pollici che si toccano, e i piedi ben premuti a terra Piegarsi lentamente, tenendo la schiena dritta e portando le mani il più possibile verso terra Sedersi su uno sgabello e far ruotare il busto a destra e a sinistra, con le braccia distese Pagina 32 E subdola, ma st può tenere a bada Le buone regole contro l'ipertensione VALENTINA ARCOVIO vole e appena uno su quattro viene curato in modo adeguato. Conoscere la propria pressione sanguigna può salvarci la vita. Letteralmente. L'ipertensione arteriosa - la condizione caratterizzata dall'elevata pressione del sangue nelle arterie - è un «killer silenzioso»: è tra i principali fattori di rischio per mortalità e disabilità al mondo e, nonostante questo potenziale minaccioso, non si manifesta con sintomi evidenti. Se un adulto su tre soffre di ipertensione, solo la metà delle persone affette ne è consape- «L'ipertensione colpisce in Italia 16 milioni di individui - spiega Gianfranco Parati, presidente della Società Italiana dell'Ipertensione Arteriosa, la Siia, oltre che direttore della Cardiologia all'IstitutoAuxologico di Milano e docente di Cardiologia all'Università di Milano-Bicocca -: provoca 240 mila vittime ogni anno, pari al 40% di tutte le cause di morte. Rappresenta anche la principale causa di malattie cardiovascolari. Predispone, inoltre, allo sviluppo di Sanità nazionale una serie di malattie, da quelle renali alla demenza e al diabete». La buona notizia è che è possibile tenere sotto controllo il problema. Innanzitutto, facendo attenzione ai fattori che predispongono gli individui a sviluppare la pressione alta. A parte la familiarità e l'età, si può agire - spiegano gli specialisti - sullo stile di vita. «È raccomandabile - riferisce Parati - fare attenzione a non ingrassare o a ridurre il proprio peso, se si è obesi. È inoltre preferibile limitare l'assunzione di sale, il consumo di alcol e il fumo». Secondo lo specialista, è inoltre indispensabile conoscere i livelli della propria pressione per capire se si è a rischio. «Chi è sano dovrebbe controllarla almeno una volta l'anno». Pagina 33 ! REGIONE LAZIO Il Tar respinge ricorso contro pillola del giorno dopo: contraccettivo e non farmaco abortivo € Il Tar del Lazio ha ritenuto «infondati» nel merito i ricorsi presentati dalle associazioni e dai movimenti perla vita contro il decreto del Commissario ad acta sulla riorganizzazione delle attività dei consultori nella Regione Lazio. Lo ha comunicato in una notala stessa Regione, spiegando che la vicenda era iniziata nel 2014, € quando il Tar si era già espresso contro la richiesta di Sanità nazionale sospensiva dei ricorrenti e che «oggi, con un giudizio nel merito, vede accolta in pieno la posizione assunta dalla Regione Lazio». Rispetto ai ricorsi presentati dalle associazioni, i giudici, spiega la Regione, hanno stabilito che «le "pillole del giorno dopo" non sono farmaci abortivi ma semplici contraccettivi, come stabilito dall'Agenzia italiana del farmaco e dalla sua omologa europea» e che «l'obiezione di coscienza da parte dei medici, per quanto previsto dall a legge 194, non si può applicare alla certificazione dello stato di gravidanza, attestazione necessaria per l'interruzione volontaria di gravidanza (IVG). La certificazione, infatti, non riguarda l'IVGma è attestazione di uno stato di salute». Pagina 34 «Io come cavia da solo in mare » L'INTERVISTA Farà il giro del mondo da solo in barca a vela. Senza assistenza e senza scalo. Il suo corpo, però, sarà monitorato giorno dopo giorno. Per studiarele risposte e gli adattamenti dell'organismo sottoposto a condizioni estreme. Un "prototipo" per esaminare fisico e psiche al limite delle possibilità umane. Gaetano Mura, 48 anni sardo, di professione velista d'oceani, si sta preparando per la grande sfida: a ottobre partirà per battere il record del giro del mondo in solitario, "Solo Round the Globe Record" con un C1ass40, barca a vela da regata di 12 metri con il sostegno dell'Enit e della Regione Sardegna. Un'impresa che, fino ad oggi, è riuscita solo al cinese Guo Chuan che l'ha portata a termine in 137 giorni. Gaetano Mura partirà da Cagliari poi rotta verso l'Oceano Atlantico fino al Capo di Buona Speranza e, in senso orario, attorno all'Antartide, lasciando a sinistra Cape Leeuwin e Capo Horn. Per ritornare nel Mediterraneo. Circa 46.300 chilometri, 25mila miglia nautiche. Perché? Perché la sfida in solitudine? Che ne pensano sua moglie Carla e i suoi figli Alessio e Marta? «Navigo con ogni mezzo da quando ero bambino. Chi mi è vicino sa che questa è la mia vita. Voglio fare, come un astronauta da solo, un viaggio ai limiti. È più di un anno che mi sto preparando». Si è preparato anche a fronteggiare i mari ostili e i ghiacciai antartici ? «So che dovrò affrontare difficoltà Ricerca estreme, con il corpo e con la mente. Ciascuno ha la sua storia e un sogno. Il mio è quello di portare a termine questa avventura». Si sente una cavia? Il suo organismo sarà continuamente sotto osservazione tranquillizza ? Avrà dei pensieri cupi... «La mia sfida è stata accolta anche da un gruppo di ricercatori dell'ospedale universitario di Cagliari che fanno capo ai professori Vincenzo Piras, Alberto Concu e Maurizio Porcu. Controlleranno diversi indicatori per verificare la funzione dei diversi organi». E nella cambusa che cosa porterà? Cibi liofilizzati come gli astronauti? «Proprio no! Nella cambusa ci saranno le eccellenze alimentari della mia terra, la Sardegna. Roba genuina e incontaminata. Come i pani biscottati, le paste, i formaggi dop, i legumi, il tonno e altri prodotti tradizionali come l'olio». Per il suo viaggio, dovrebbe impiegare circa quattro mesi, come farà a conservare questi cibi? «Sono tutti prodotti, fedeli alla nostra società pastorale, adatti ad essere trasportati e conservati per mesi anche senza il frigorifero. Pensiamo al pane carasau e al formaggio. La dieta dei centenari». Dopo il Giappone, la zona dell'Ogliastra in Sardegna è quella che vanta un numero di centenari da record . Un'azienda di biotecnologie londinese ha appena acquistato il patrimonio genetico di questa popolazione. Secondo lei la loro longevità è legata al cibo? «Certo, la nostra longevità è frutto della dieta e dello stile di vita sano e attivo. Così, con il giro del mondo, farò conoscere a tutto il mondo i segreti della mia isola». Quali funzioni monitorate durante il viaggio saranno materia di studio per i ricercatori? «Giorno dopo giorno verranno esaminate le concentrazioni del sangue, la capacità contrattile del cuore, gli effetti della frammentazione del sonno, il sistema immunitario sotto stress. Oltre i fattori essenziali per il buon funzionamento del sistema nervoso». Lei "indosserà" dei rilevatori o sono stati posizionati sotto pelle? «Il controllo avverrà attraverso sistemi non invasivi. Indosserò dei rilevatori, permetteranno di controllare l'andamento di indicatori vitali. Da quello cardiorespiratorio a quello del sistema nervoso centrale, da quello muscolare al metabolico». Questo controllo da lontano la «Certo mi sento rassicurato e so che il frutto della sfida si trasformerà in uno studio scientifico importante. I pensieri cupi devono essere cacciati come arrivano». Carla Massi © RIPRODUZIONE RISERVATA Pagina 35 L'ATLETA Gaetano Mura, 48 ann sardo, si prepara per il giro del mondo da solo a vela , /ooooió Ricerca Pagina 36 La lotta al terrorismo mette atta prova l'etica dei medici FRANCESCO RIGATEw.Lw Esistono dei casi in cui si può torturare una persona? E la presenza dei medici si giustifica con un'interpretazione dei principi dell'etica in casi eccezionali? Se si sapesse, per esempio, di un attentato imminente si potrebbe torturare qualcuno pur di ottenerne informazioni? Sono i dubbi a cui tentano di rispondere due medici specializzati in Medicina Legale ed Etica medica, Mario Picozzi e Omar Ferrario, nel saggio « Il diavolo è nei dettagli. Lotta al terrorismo, ricorso alla tortura, ruolo dei medici» edito da Rosenberg & Sellier. Tra le fonti che citano spicca il rapporto del 2014 della Commissione senatoriale americana sui servizi segreti, secondo cui le tecniche di interrogatorio nei confronti di 119 terroristi negli anni successivi all'11 settembre 2001 furono molto più brutali di quanto ammesso. Gli autori esaminano le posizioni dei favorevoli e dei contrari alla tortura in casi estremi e trattano i temi della partecipazione medica alla violenza; dalla mancanza dì relazione ippocratica alla peculiarità del medico militare, fino alla responsabilità sociale di questo mestiere al limite. E pagina dopo pagina arrivano a delineare un quadro che esclude la crudeltà dal senso della Storia e ne fa invece una tortura per i medici stessi, da enumerare anch'essi nelle schiere delle vittime. 4 La prigione Usa di Guantánamo a Cuba nel 2002 Ricerca Pagina 37 Viso, più giovane o più vecchio? E un gene a decidere il look Studio olandese: le promesse (e i limiti) di un interruttore del Dna LUIGI GRASSIA Tel racconto di fantascienza «La musica del sangue » (vincitore dei premi Hugo e Nebula e poi sviluppato in romanzo) lo scrittore Greg Bear immagina che i linfociti umani - cellule legate al sistema immunitario - comincino ad agire in maniera nuova: anziché svolgere meccanicamente certe funzioni si mettono a interagire fra loro, a istituire una specie di assemblea e a concordare strategie migliorative. Ne beneficia uno scienziato, che in pratica ringiovanisce a 25 anni e, anzi, diventa molto meglio di quanto fosse stato realmente a quell'età, cioè più bello, più sano, più forte e dotato di una devastante potenza sessuale. L'esperimento degenera in catastrofe perché, alla fine, i cambiamenti che la repubblica dei linfociti considera migliorativi non coincidono con i desideri umani. Ma Bear ha messo in scena, con molti anni di anticipo, un'ipotesi assembleare -interattiva che si è rivelata sostanzialmente giusta in biologia, anche se con una importante correzione: nella realtà questo regime repubblicano non riguarda il funzionamento del sistema linfatico ma quello dei geni del Dna. Ricerca Quando fu pubblicato il racconto (nel 1983), si credeva che a ogni gene fossero assegnate una o più funzioni precise, da svolgere in modo determinato e senza flessibilità. Adesso sappiamo che le cose sono molto più complicate. Esistono dei meta-geni che controllano, modificano, amplificano o disattivano il funzionamento degli altri. E i pezzi di Dna - abbiamo scoperto - si scambiano informazioni fra loro, proprio come i linfociti di Bear. I geni fanno questo per verificare se stanno procedendo bene e per decidere, ad esempio, fino a che punto debbano far crescere gli arti di un feto, di un bambino o di un adolescente, salvaguardando l'architettura generale. Tuttavia i singoli geni continuano ad avere una loro identità, anche se più sfumata di quanto si credesse, e ancora si susseguono annunci sulla scoperta di questo o quel gene, da cui dipenderebbero, in maniera più o meno determinata, questa o quella caratteristica umana: e non solo caratteristiche fisiche semplici, ma addirittura cose complesse come la felicità, la propensione alla criminalità, l'intelligenza superiore alla media, la tendenza all'omosessualità eccetera. In questi giorni si è parlato di un gene della giovinezza (o della vec- chiaia), cioè proprio quello su cui ha esercitato la sua fantasia Greg Bear. La scoperta è degna di nota, anche se ormai siamo consapevoli che in genetica gli annunci mirabolanti vanno presi con le molle. Ecco la novità nelle sue vere proporzioni. Una squadra di scienziati olandesi ha scoperto che una mutazione del gene conosciuto come Mclr influenza la maniera in cui gli uomini e le donne percepiscono l'età altrui. Le persone che subiscono una particolare mutazione appaiono mediamente più vecchie di due anni. Invece, «silenziare» tale variazione genetica assicura un viso più fresco. Nota bene: la ricerca dell'università di Rotterdam, coordinata da Fan Liu, non ha riguardato l'oggettività dell'invecchiamento, ma la sua per- cezione da parte del prossimo, che in fondo è la cosa più importante. Quali funzioni ha il gene Mclr, oltre che prendersi la briga di farci invecchiare la faccia di due anni, quando subisce una mutazione sfavorevole? Mclr influenza la pigmentazione della pelle e in una percentuale di casi questo gene porta a capelli rossi, lentiggini, epidermide chiara e vulnerabile ai raggi ultravioletti, arrossamenti e rughe. Imparare a tenerlo sotto controllo ci aiuterà a sembrare più giovani. Però, tutto questo va detto con le cautele di cui sopra: negli Anni 80 si infilava una scheda perforata nel computer, che svolgeva meccanicamente un pezzo di programma, e ci si aspettava che il Dna agisse allo stesso modo, ma ora sappiamo che non è tutto così automatico. Da segnalare anche un esito marginale, ma curioso, della ricerca: a parità di condizioni, le donne vengono valutate mediamente come un po' più vecchie della loro età reale (e questo a prescindere che l'osservatore/valutatore sia uomo o donna). Questo - dicono gli scienziati di Rotterdam - dipende dall'ossessione che la società ha per la bellezza e la freschezza del genere femminile. Forse non è una scoperta sorprendente, ma ora c'è la validazione della scienza. O —C NDPLCUNI DIRITTI RISERVATI c Gi -i. et,.t. 7 RUOLO : È RICERCATOREALCENTRO MEDICO ERASMUS DELL'UNIVERSITÀ DI ROTTERDAM ECOORDINATORE DELLO STUDIO SUL GENE MC1 R Pagina 38 K l 1 A. / rrì , ro1` .. i Ricerca ,. Pagina 39