unofficial ubuntu start

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unofficial ubuntu start
UNOFFICIAL UBUNTU START
GUIDE (versione 6.02.08 – 06/02/2008)
Guida valida per Ubuntu 7.10 Gutsy Gibbon
A cura di Marco Papi – [email protected]
Questa vuole essere una breve e semplice guida per chi si appresta a fare primo uso di una distribuzione Linux, nella fattispecie di Ubuntu, una delle distribuzioni più adatte a chi inizia. La guida vuole avere due scopi: il primo è quello di fornire al neofita alcune conoscenze di base dell'ambiente Linux, il secondo è quello di aiutarlo a rendere totalmente operativo il proprio nuovo sistema. Iniziamo dunque!
Importante: Questa guida, ed il suo contenuto, può (e deve) essere liberamente copiata e diffusa, a patto di dichiararne sempre la fonte. L'autore non si assume la responsabilità di eventuali danni al software e all'hardware derivanti dall'utilizzo, improprio o meno, della presente guida.
in QUESTO colore sono indicati i comandi da lanciare, ed i nomi dei pacchetti da installare. Potete dunque fare copia­incolla con essi.
INDICE
capitolo A: La procedura di installazione.
capitolo B: Le cose essenziali.
capitolo C: La sicurezza.
capitolo D: Configurare la scheda video.
capitolo E: Multimedialità e programmi.
Appendice 1: Come far funzionare la connessione wireless (Di Nicola De Quattro)
Appendice 2: Come far funzionare le tavolette grafiche wacom (anche le nuove Bamboo e Bamboo Fun)
Appendice 3: Eliminazione sicura dati e recupero file persi
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CAPITOLO A – LA PROCEDURA DI INSTALLAZIONE
Scaricare dal sito http://www.ubuntu-it.org il sistema operativo Ubuntu 7.10 Gutsy Gibbon nella versione adatta all'architettura hardware del vostro computer. Per i comuni pc la versione da prelevare è quella per l' architettura x86.
Se possedete un nuovo processore a 64 bit consiglio di scaricare comunque la x86, a causa di alcuni problemi che sorgono nell'utilizzo del sistema a 64 bit.
Oltre la Server (che non serve ad un comune utente), sono due le varianti disponibili, la Desktop e la Alternate. Si consiglia sempre la Desktop, mentre l'uso della Alternate è da preferire quando si necessita di installare Ubuntu su sistemi antiquati, con meno di 192 Mb di memoria RAM.
Il download mediante file .torrent si rivela in genere assai più veloce che il download diretto del file .iso .
Una volta ottenuto il file .iso (file immagine) bisogna masterizzare tale immagine su di un cd vergine. Potete fare uso di qualsiasi programma di masterizzazione desideriate, ma l'importante è sempre utilizzare la funzione di “masterizzazione immagine”. Ovviamente troverete termini leggermente diversi, ed in diversi menù, a seconda del programma che userete per creare il cd.
L'importante è non copiare così com'è il file .iso sul cd vergine, altrimenti il cd non risulterà avviabile.
Nel frattempo dovete ridimensionare la partizione del vecchio sistema operativo, per liberare spazio sul disco fisso, spazio che sarà poi destinato alle partizioni Linux. Per fare questo potete utilizzare programmi quali Partition Magic (a pagamento), oppure altri software gratuiti (come Ranish Partition Manager).
Segnalo inoltre la possibilità di compiere tali operazioni facendo uso del SystemRescueCD, reperibile all'indirizzo:
http://www.sysresccd.org
Questo utile cd contiene anche altri numerosi programmi, che potrebbero tornarvi utili per preparare/riparare il sistema. Tutte le informazioni sul sito segnalato.
Suggerimento importante: prima di procedere al partizionamento della partizione Windows si consiglia di eseguire un defrag ed uno scandisk della suddetta partizione!
Liberare circa 20 Giga di spazio è ampiamente sufficiente, (se avete un hard disk piccolo comunque cercate di non scendere sotto gli 8 giga).
Una volta liberato spazio e creato il cd, dovete riavviare il computer, ed inserire subito all'avvio il cd di Ubuntu. Il computer non caricherà il vecchio sistema operativo, bensì farà l'avvio (il boot) da cd. Se questo non dovesse avvenire si deve agire nel BIOS della macchina, e posizionare, nel menù avvio, la voce CD­ROM prima della voce relativa all'hard­disk (di solito HDA). Salvare e uscire dal BIOS, e poi ritentare l'avvio da cd.
Se tutto va per il meglio dovrebbe comparirvi una schermata con delle voci. Selezionate quella relativa all'installazione del sistema operativo. A questo punto Ubuntu verrà caricata sulla vostra macchina, senza che nessun dato venga scritto sul disco fisso.
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All'apparire del desktop dovrete cliccare sull'icona di installazione del sistema operativo, che trovate in alto a sinistra sulla scrivania. A questo punto non resta che seguire la procedura di installazione. Allo step di selezione delle partizioni potete scegliere di operare in manuale, e creare da voi le partizioni. E' necessario creare almeno due partizioni:
­ Una partizione di tipo ext3, di non meno 8­10 giga (possibilmente). Punto di mount: /
­ Una partizione di tipo swap. In genere bastano 512­1000 Mb. Se possedete un disco molto piccolo
vale in genere la regola dell'avere uno spazio di swap pari almeno al doppio della memoria RAM.
Terminata l'installazione riavviate il sistema.
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CAPITOLO B ­ LE COSE ESSENZIALI
1.
Aggiornamento del sistema
Appena terminata l'installazione è buona cosa aggiornare subito il sistema, mediante il gestore automatico degli aggiornamenti ( Sistema > Amministrazione > gestore aggiornamenti ).
2.
Installazione dei programmi
L'installazione di un qualsiasi programma, sotto le nuove distribuzioni avviene scaricando in automatico il pacchetto del programma dai server della distribuzione. Il gestore usato nelle distribuzioni basate su Debian è apt.
Per scaricare ed installare un programma si può quindi avviare la versione grafica (GUI) dell'installatore, da Applicazioni > Aggiungi/Rimuovi. Altrimenti è possibile fare uso di apt anche da linea di comando. Spesso ciò risulta assai più veloce. Per qualsiasi comando manualmente bisogna fare apparire la shell, raggiungibile da Applicazioni > Accessori > Terminale. A questo punto è possibile lanciare il comando apt, con la seguente sintassi: apt­get install [nome pacchetto].
Siccome l'installazione va eseguita con i privilegi di amministratore, bisognerebbe prima fare il login come tale. Ubuntu semplifica la procedura mediante il concetto di super­user. In sostanza, anteponendo la parola "sudo" al comando che si vuole lanciare, viene richiesta la password di root (amministratore). Se la password digitata è corretta allora il comando voluto verrà lanciato con i poteri dell'amministratore.
Quindi per installare un programma qualsiasi bisogna lanciare il comando (senza le quadre): sudo apt­get install [nome pacchetto] Ovviamente bisogna conoscere il nome preciso del pacchetto desiderato! Per fare ricerche tra i software disponibili si può usare un altro manager, ovvero Synaptic, raggiungibile da Sistema > amministrazione > Gestori pacchetti Synaptic.
3.
Accedere ai poteri dell'amministratore
Comunque sia, per accedere ai poteri dell'amministratore si può lanciare da shell il comando "su", e poi immettere la password. Attenzione a ciò che fate in questa condizione, a volte è anche possibile danneggiare seriamente il sistema.
Una cosa importante da conoscere è che Ubuntu di base, per questioni di sicurezza, crea random la password di root ad ogni avvio del sistema. Ma senza conoscere tale password non potrete usare il comando “su” ! Per impostare una password di root fissa dovete andare nel pannello:
Sistema > Amministrazione > Utenti e gruppi Pagina 4 di 31
Selezionare dunque l'utente root e premere il bottone "proprietà". Nella scheda "Account", in fondo, impostate la password desiderata. 4.
Installare programmi con i nuovi pacchetti auto­installanti
Da un po' di tempo stanno comparendo sul web programmi per linux offerti in pacchetti auto­installanti. Questo semplifica di molto la vita di chi arriva da windows. Ricordate che prima di lanciare questi pacchetti è necessario renderli "avviabili". Quindi è sufficiente fare tasto destro su questi pacchetti, e sotto la voce Proprietà > permessi barrare la casella "rendere avviabile". Se il processo di installazione dei suddetti pacchetti dovesse interrompersi per la mancanza di alcune librerie (di solito le Tk e Tcl) allora potete fare una ricerca delle suddette librerie richieste con Synaptic.
Ricordatevi sempre però che un tempo tutto ciò non esisteva! Molti anni fa i programmi venivano rilasciati come codice sorgente, ed andavano poi da compilati dall'utente finale, sulla sua macchina. Ancora oggi qualche programma (sopratutto quelli scientifici e/o particolari) vengono rilasciati in questa modalità. Sappiate comunque che il compilatore per linux più comunemente usato è "gcc", e che per poter compilare del codice è necessario installare il pacchetto "build­essential".
5.
Sorgenti del software
Se quando tentate di installare un pacchetto vi viene richiesto di inserire il cd di Linux è solo perché nel file di configurazione che contiene gli indirizzi dei diversi repository software c'è attiva ancora la voce relativa al cd. Bene, per renderla inattiva dovete selezionare l'opzione Sorgenti software, che trovate sotto il menù Sistema > Preferenze. In questo pannello potrete selezionare quali fonti software attivare e/o disattivare. Consiglio la disattivazione appunto della voce riguardante il cd, mentre vanno attivate tutte le voci presenti nella tab “Software di terze parti”
Volendo “smanettare” un po', sappiate che il file di testo che contiene le impostazioni relative ai repository si trova in etc/apt/sources.list , ed è editabile mediante l'editor di testo di default (gedit). Pre rendere una voce inattiva è sufficiente apporre un # davanti alla voce interessata.
Importante, sources.list è un file di sistema, e come semplici utenti non potete modificarlo! Per poterlo fare dovete lanciare nautilus (l'equivalente per linux del gestione risorse di windows) con i privilegi di super utente. Per ottenere ciò potete lanciare da shell il comando: sudo nautilus
6.
Configurazione (e backup) del sistema video
Al primo avvio di Ubuntu è altamente possibile che il sistema riconosca in automatico la vostra scheda video, magari permettendovi anche di fare uso degli effetti grafici avanzati del desktop. Comunque per godere appieno delle potenzialità della vostra scheda video è consigliabile fare uso dei Restricted Drivers della vostra scheda video.
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Per far ciò è sufficiente selezionare la voce Sistema > Amministrazione > Gestione driver con restrizioni. Attivandoli il sistema scaricherà in automatico i driver proprietari per la vostra scheda video, permettendovi di fare un uso completo delle sue potenzialità. Ad installazione conclusa il sistema necessita di essere riavviato.
Questi driver sono driver proprietari, nel senso che vengono forniti dalla ditta produttrice della scheda video, e non godono del supporto del team di Ubuntu.
Il file di configurazione del sistema video non è per niente criptico o astruso, in quanto Linux registra le impostazioni sotto forma di file di testo. Quindi modificare e fare il backup di tali file è cosa assai semplice. Ma attenzione a quello che fate quando avete i privilegi di amministratore, potete fare anche seri danni! Comunque sia, se il vostro sistema funziona graficamente bene, e funziona in modo adeguato anche l'accelerazione 3D allora potete copiare in luogo sicuro il file "xorg.conf" , che trovate in etc/X11/
Importante: se per qualche motivo le configurazioni presenti all'interno del file xorg.conf non dovessero più essere funzionanti o se tale file fosse danneggiato è possibile che all'avvio del sistema l'interfaccia grafica desktop non venga caricata, lasciandovi di fronte ad un melanconico login testuale. Per risolvere il problema dovete eseguire lo stesso il login, dall'interfaccia testuale,e poi lanciare il seguente comando:
sudo dpkg­reconfigure ­phigh xserver­xorg
In questo modo accederete ad un menu che vi permetterà di reinpostare un sistema grafico base funzionante. A questo punto potete ripristinare il file xorg.conf, con la vostra copia di backup (l'avete fatta, vero?)
7.
Effetti grafici avanzati per il desktop
Ubuntu 7.10 rende disponibili avanzati affascinanti effetti grafici, attivabili dal pannello di impostazione dello sfondo del desktop, sotto la voce effetti visivi (fare tasto destro sul dekstop, selezionando imposta sfondo scrivania).
Nel caso questi effetti non fossero attivabili (un errore comune è The composite extension is not available) allora potete agire lanciando i seguenti comandi:
sudo apt­get install xserver­xgl
sudo apt­get install compizconfig­settings­manager compiz compiz­core compiz­fusion­plugins­main compiz­fusion­plugins­extra compiz­gnome compiz­plugins libcompizconfig­backend­gconf libcompizconfig0
L'installazione del pacchetto "compizconfig­settings­manager" creerà l'opzione Sistema > Preferenze > Advanced Desktop Effect Setting, dal quale potrete impostare in modo minuzioso tutti gli effetti grafici avanzati
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Attenzione, questi effetti grafici (trasparenze e desktop 3D) richiedono la presenza di buone e recenti grafiche. Su sistemi molto vecchi potrebbero non funzionare affatto. Se comunque notate forti rallentamenti o problemi grafici non esitate a disattivarli, anche perchè il loro uso tende comunque a provocare un rallentamento della macchina. Rallentamento che dipende poi ovviamente dalle prestazioni complessive del sistema in generale.
8.
Impostazione e settaggio del sonoro
Il sonoro in Ubuntu viene gestito da ALSA (Advanced Linux Sound Architecture). Comunque dal pannello Sistema > Preferenze > Audio è possibile impostare e testare il funzionamento dell'audio.
Nel caso dovessero capitare all'improvviso dei problemi di “mutismo” del sistema potete lanciare da shell il comando “alsamixer”, e provare a vedere se qualche canale risulta disattivato, o se il volume dello stesso si trova a zero.
9.
Configurazione avanzata del desktop
Per accedere ad opzioni di configurazione avanzate del desktop potete fare uso dell' “Editor della configurazione” . Tale editor non è di base visibile, e va attivato in Sistema > Preferenze > Main Menu: cliccate poi sulla voce “Strumenti di sistema” e spuntate la casellina accanto alla voce Editor della configurazione.
A questo punto troverete questo editor nel menu principale, ovvero in Applicazioni > Sistema.
Se ad esempio voleste impostare le icone base visibili sul dekstop all'avvio (come i dischi, la rete, il computer), potete lanciare questo editor, ed impostare i valori voluti sotto le voci Apps > nautilus > desktop.
10.
Uso applicazioni KDE sotto GNOME
Spesso per far uso delle applicazioni progettate per KDE, sotto l'interfaccia grafica Gnome, è necessario installare mediante Synaptic le librerie KDE. Le trovate cercando termini quali “kdelib” oppure “kdelibs”.
Una volta installati i programmi, all'avvio degli stessi possono verificarsi dei problemi, con apparizione di messaggi di errore come: There was an error setting up inter­process communications for KDE. The message returned by the system was:
Could not read network connection list.
/home/david/.DCOPserver_ubuntu_0
Please check that the "dcopserver" program is running! In questo caso, per risolvere il problema, lanciate da shell il seguente comando:
“ sudo chown myusername:myusername ­R /home/myusername/.* ”
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Dove al posto di “myusername” (le parole sottolineate) dovete sostituire il vostro nome utente, quello con il quale in pratica effettuate il login (accesso) al sistema.
11.
Abilitare la scrittura sulle partizioni Windows NTFS
Di base Ubuntu è in grado di leggere un eventuale partizione NTFS presente nel sistema, presentandovi l'icona della suddetta partizione sul desktop. Per poter abilitare anche la scrittura su questo tipo di partizione è necessario installare il pacchetto “ ntfs­config “.
Una volta fatto ciò troverete il tool sotto Applicazioni > Strumenti di sistema > Tool di configurazione NTFS. Lanciate l'utility ed abilitate la scrittura per le partizioni NTFS.
Attenzione: se windows non viene chiuso in modo corretto è possibile che la partizione ntfs non sia leggibile da Linux, sopratutto quando si è attivata la possibilità di scrittura. 12.
Thumbnails e guadagno di spazio Nautilus (il programma che vi permette di navigare tra le vostre cartelle e file) vi permette di visualizzare un'anteprima delle immagini direttamente nella finestra di navigazione. Per motivi validi queste anteprime vengono anche salvate nella cartella .thumbnails , che trovate dentro home. Come avrete notato dal punto, tale cartella è nascosta, e per visualizzarla è necessario selezionare l'opzione “mostra file nascosti” nel menù visualizza di Nautilus.
Sfortunatamente il programma non fissa un limite alle dimensioni di questa cartella e delle anteprime salvate, quindi dopo molto tempo è possibile che tale cartella diventi di dimensioni ragguardevoli (anche alcune centinaia di Mb).
Per liberare spazio dunque è possibile procedere alla cancellazione della suddetta cartella. Senza problema alcuno, visto che tale cartella verrà ricreata in automatico al successivo utilizzo di Nautilus.
Se non desiderate che tutto ciò avvenga, per motivi di spazio e/o privacy, l'unica soluzione attualmente è quella di disabilitare la visualizzazione delle anteprime delle immagini di Nautilus, oppure “bloccare” la cartella assegnandone l'accesso solo all'utente root (Lanciando “sudo nautilus”, e modificando le proprietà della cartella. Soluzione comunque non molto elegante).
Si spera in un miglioramento in questo senso nelle prossime versioni di questo valido file manager!
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CAPITOLO C ­ SICUREZZA
1.
Installazione e configurazione del firewall
Ubuntu “monta” di default il classico firewall “iptables”. Questo ottimo firewall però può essere di base solo configurabile attraverso linea di comando. Per rendere agevole queste operazioni è consigliato installare l'applicazione “firestarter”. In sostanza si tratta di una interfaccia grafica per configurare il firewall.
Esistono altre interfacce comunque. Una molto utilizzata è GuardDog, ma ne sconsiglio vivamente l'installazione. Questo perchè potrebbero verificarsi dei problemi che possono portare al blocco della rete del sistema. Tutto ciò è risolvibile, ma comporta l'effettuare operazioni troppo complesse per chi inizia. Quindi attenzione.
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CAPITOLO D – CONFIGURARE LA SCHEDA VIDEO
Attenzione: la guida che segue andrebbe utilizzata nel caso Ubuntu non riuscisse a far funzionare la vostra scheda video, nemmeno facendo uso dei Restricted Drivers !
1.
Verifica funzionamento accelerazione 3D
Potete fare una ulteriore verifica del funzionamento dell'accelerazione 3D hardware lanciando il seguente comando da shell: glxinfo | grep rendering
Se l'accelerazione funziona, la risposta del sistema sarà: direct rendering: Yes Se l'accelerazione dovesse risultare invece non funzionante potrebbe essere necessario provvedere all'installazione degli opportuni driver. Qui di seguito altre info a seconda della marca della vostra sheda video:
SCHEDE NVIDIA
Se si possiedono vecchie schede TNT, TNT2, TNT Ultra, GeForce1 or GeForce2 allora bisogna installare i due pacchetti nvidia­glx­legacy e nvidia­settings , dal repository Restricted.
Attenzione che quest'ultima procedura non garantisce il 100% di successo, come spesso sperimentato.
Nel caso di schede grafiche più recenti allora bisogna provvedere all'installazione del pacchetto:
nvidia­glx
Per abilitare dunque i driver è necessario lanciare il seguente comando: sudo nvidia­glx­config enable
Si consiglia poi di riavviare il sistema.
A volte è necessario configurare i driver lanciando il comando nvidia­settings
SCHEDE ATI
Le schede Ati generalmente funzionano bene di default sotto Ubuntu. Se così non dovesse essere allora bisogna installare il pacchetto: xorg­driver­fglrx
Dopo l'installazione del suddetto pacchetto è necessario lanciare da shell il comando:
sudo dpkg­reconfigure xserver­xorg
Quando appare il dialogo che vi chiede re rilevare automaticamente il video scegliere SI
Mentre alla richiesta di selezionare un driver, scegliete: fglrx
Seguire le istruzioni successive ed infine riavviare il sistema.
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2.
Installazione driver aggiornati schede video NVIDIA
Nel caso il pacchetto nvidia­glx non dovesse risultare funzionante sarà necessario installare i driver aggiornati proprietari, rilasciati dal produttore.
Potete trovare tali driver attualmente alla pagina: http://www.nvidia.com/object/unix.html
Alla voce Linux IA32, oppure IA64 per chi possedesse un processore a 64 bit.
Scaricate i driver, che si trovano nella forma generica: NVIDIA­Linux­x86­xxx.xx.xx­pkg1.run
Ove al posto delle x troverete i numeri che ne definiscono la versione. Scaricate ovviamente la più recente.
Salvate il file in una posizione nota e facile da raggiungere (es. Desktop), fate tasto destro sul file, e nelle proprietà relative ai permessi spuntate la casella che ne permette l'esecuzione.
Il file è uno script che prevede all'installazione automatica dei driver, ed alla configurazione del file Xorg.conf.
Prima di procedere è necessario soddisfare alcune dipendenze, con i seguenti comandi:
sudo apt­get install build­essential
sudo apt­get install linux­headers­$(uname ­r)
sudo apt­get install xserver­xorg­dev
Se apt vi informerà che tali pacchetti sono già installati nessun problema, proseguite con la procedura. Per lanciare lo script di installazione dei driver terminare il funzionamento di Xorg. Abbandonate la modalità grafica e passate alla linea di comando, con la combinazione di tasti Ctrl + Alt + F1 .
Vi verrà chiesto ora di rieffettuare il login, inserite dunque nome utente e password, poi lanciate il seguente comando:
sudo /etc/init.d/gdm stop
(nel caso usiate Kubuntu potrebbe essere necessario usare kdm al posto di gdm).
Ora spostatevi nella posizione ove avete precedentemente salvato il file .run (ricordo che da Home, per entrare nella cartella Desktop dovete usare il comando “cd Desktop”, senza dimenticarvi la D maiuscola!) ,mentre per tornare al livello precedente usate il comando “cd ..”). Ora lanciate un comando simile al seguente:
sudo sh NVIDIA­Linux­x86­1.0­9625­pkg1.run
Una volta partita la procedura automatica accettate la licenza e scegliete di NON scaricare nulla dalla rete, attendete che il driver venga compilato, e scegliete SI quando vi verrà chiesto se attivare o meno i driver nel vostro sistema.
Fatto ciò la procedura dovrebbe essere terminata. Tornati alla linea di comando riavviate il sistema premendo Ctrl + Alt + Canc.
Quando al riavvio Xorg verrà attivato, se tutto è andato a buon fine dovrebbe comparire per un attimo una schermata con l'immagine del logo Nvidia.
Se a Desktop avviato doveste notare il malfunzionamento del sistema video è possibile che dobbiate Pagina 11 di 31
modificare il file /etc/default/linux­restricted­modules­common , accertandovi che il modulo “nv” sia disabilitato, che quindi compaia una scritta simile a DISABLED_MODULES="nv".
Se dopo il riavvio il sistema non dovesse ancora funzionare correttamente ritentate la procedura di installazione dei driver appena descritta.
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CAPITOLO D ­ MULTIMEDIALITA' E PROGRAMMI
1.
Aprire gli archivi .rar
Di base ubuntu può creare ed aprire diversi formati compressi, ma non i file .rar. Per far questo è necessario installare i seguenti pacchetti: sudo apt­get install unrar sudo apt­get install rar
2.
Ascoltare la musica e vedere i video
Per quanto riguarda la musica, se Rhytmbox (il lettore audio di default) non dovesse aprire in modo corretto i file .mp3 (come dovrebbe essere) allora potete seguire due vie. Una prevede l'installazione di XMMS, un leggero clone di winamp, con il comando sudo apt­get install xmms. Sappiate però che XXMS è un progetto ormai vecchio, e non più supportato da Ubuntu. Consiglio dunque di seguire attentamente la guida relativa ai formati proprietari ed ai repository medibuntu, disponibile all'indirizzo:
http://wiki.ubuntu­it.org/FormatiProprietari
http://wiki.ubuntu­it.org/Repository/Medibuntu (L'indirizzo di queste guide potrebbe cambiare nel tempo. In tal caso è sufficiente fare una ricerca in Google con ad esempio i termini “Ubuntu wiki it medibuntu” )
Installando dunque il pacchetto ubuntu­restricted­extra, mediante il comando:
sudo apt­get install ubuntu­restricted­extras
si dovrebbe essere in grado di poter leggere adeguatamente tutti i diversi formati proprietari.
Per i file video ci potrebbero essere più problemi, perchè per questioni (corrette) di filosofia che stanno alla base di Ubuntu, di default non potrebbero esser letti formati proprietari. Se dunque totem non vi legge file .avi o .mpeg installate il lettore vlc, che dovrebbe leggervi tutto senza problema alcuno. Per poter infine leggere senza problemi anche i file video .wmv di Microsoft (!) è necessario installare particolari pacchetti. Tali pacchetti si ottengono da fonti online (repository) che vanno prima aggiunti, seguendo la guida MediBuntu.
Nella guida troverete le istruzioni per installare anche il pacchetto "w32codecs".
3.
Leggere adeguatamente i DVD
Per poter leggere i dvd criptati (la maggior parte dunque) è necessario installare al solito modo la libreria "libdvdcss2", dopo aver svolto le istruzioni della guida Medibuntu.
Se totem riesce a leggere i dvd, ma non riesce ad accedere ai menu interattivi degli stessi, allora si può provare ad installare le librerie xine per totem:
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sudo apt­get install totem­xine
4.
Programmi per masterizzare
Per masterizzare cd/dvd esistono diversi programmi. Consiglio di scaricare ed installarne due, "gnomebaker" e "brasero". Quando uno dei due vi darà problemi (si spera mai) potrete fare affidamento all'altro software.
Mediante la guida Medibuntu dovreste anche essere in grado di dare in “pasto” file .mp3 ai due programmi menzionati sopra, per la creazione di cd audioSe invece dovessero stranamente risultare dei problemi, a causa della richiesta di plugin mancanti, allora potete provare ad installare alcuni pacchetti, con i seguenti comandi:
sudo apt­get install gstreamer0.10­plugins­ugly sudo apt­get install gstreamer0.8­misc sudo apt­get install gstreamer0.8­mad
Se quest'ultima procedura non dovesse funzionare ancora allora potete aggirare il problema, e convertire i file .mp3 nel formato libero .ogg .
GnomeBaker e brasero accetteranno senza problemi i file convertiti.
Per convertire i file consiglio l'installazione del programma Sound Converter, pacchetto “soundconverter”.
In rete è possibile molto probabilmente trovare altre guide che spieghino quali pacchetti scaricare per masterizzare direttamente cd audio facendo uso di file .mp3 e gnomebaker.
5.
Download dei file .torrent e p2p
Per il download dei file .torrent esistono anche qui molte possibilità. La più classica è quella di installare "azureus", il downloader per torrent probabilmente più conosciuto ed usato; anche se non affatto snello, presenta molte funzioni. Siccome può capitare che di punto in bianco Azureus smetta di funzionare potete pensare di installare altri programmi più leggeri, come freeloader ad esempio.
Attualmente è disponibile in rete un ottimo programma per tali scopi, si tratta di Deluge: effettuate una ricerca su Google e scaricate il pacchetto .deb del programma.
Per il file sharing tramite p2p esiste il clone di emule per linux. Installare dunque il programma "amule".
6.
Chattare con Messenger
Per chi vuole accedere alla rete MSN può fare uso di PidGin, già installato in Ubuntu, e molto valido.
Altrimenti è possibile utilizzare un clone di Messenger per Linux. Andare su questo sito:
http://www.amsn­project.net . Scaricare dunque la versione per Linux, e lanciare l'installatore. Pagina 14 di 31
Vi sconsiglio di scaricare amsn dai repository con apt, perchè attualmente vi installerebbe una versione alquanto vecchia. Attenzione: per poter far uso di aMSN è necessario avere installate sul sistema le librerie Tk e Tcl. Cercate con Synaptic questi due termini, ed installate le versioni più recenti.
7.
Supporto lettore flash per Firefox
Per attivare il supporto flash per Firefox è necessario andare a questo indirizzo: http://www.adobe.com/products/flashplayer/
Scaricate la versione per Linux, nella fattispecie il pacchetto compresso (.tar.gz) e seguite le istruzioni riportate a fondo pagina.
Non ho verificato ma potrebbe essere possibile l'installazione del flash player per Firefox anche mediante Synaptic, facendo una ricerca con opportuni termini. Personalmente non ho mai avuto modo di verificare.
8.
Gestione posta elettronica
Per la posta elettronica un ottimo programma si rivela ovviamente ThunderBird, della suite Mozilla. Ma di base non è installato, installate qunque il pacchetto "mozilla­thunderbird"
Altrimenti è possibile fare uso del mail reader di default, ovvero Evolution.
9.
Chattare nelle reti IRC
Per chattare nelle reti mondiali IRC consiglio l'ottimo e gratuito (ovviamente) xchat. Installate semplicemente con apt il pacchetto "xchat".
10.
Programmi planetari
Se desiderate installare sul vostro sistema un planetario astronomico, nei repository è presente l'ottimo “stellarium”, nonché “kstars” (quest'ultimo comunque richiede l'installazione delle kdelibs, che verranno comunque ricercate ed installate in automatico).
11.
Chiavette e lettori mp3 USB
Quando vengono collegati al computer dispositivi USB, quali chiavette dati, lettori MP3, fotocamere digitali, nella maggior parte dei casi essi vengono riconosciuti in automatico, ed una icona relativa a questi apparecchi comparirà sul desktop. Cliccandoci sopra è possibile vederne il contenuto, e compiere le usuali operazioni sui file.
E' possibile che quando si tenti di scrivere dati sul dispositivo USB (copiare, aggiungere, cancellare...) capiti che la periferica si sconnetta in automatico, non permettendovi di compiere le operazione richieste.
Questo ad esempio accade quando si collegano ad Ubuntu dispositivi mp3 che fanno uso del “Rock chip usb”.
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Il problema spesso deriva dalla velocità di scrittura dei dati. Per far funzionare la periferica si può tentare di limitare tale velocità a 64KB, quando la periferica è stata montata.
E' dunque necessario acquistare i privilegi di amministratore, sempre mediante il comando su, e poi lanciare questo comando:
echo 128 >/sys/block/sda/device/max_sectors
Se la vostra periferica usb si monta come dispositivo sdb allora il comando che va lanciato è il seguente:
echo 128 >/sys/block/sdb/device/max_sectors
Nel dubbio potete lanciare entrambi i comandi.
Per verificare il cambiamento è possibile fare uso di questo comando:
cat /sys/block/sda/device/max_sectors (con sdb nel caso il dispositivo sia montato come tale).
Ricordatevi che il numero utilizzabile (nel nostro caso 128 settori) dev'essere un numero positivo multiplo di 8.
La procedura va ripetuta ogni volta che si collega il dispositivo usb al sistema.
In futuro potrebbe essere presente su questa guida la procedura per automatizzare il tutto.
12.
Editing video e audio
Per effettuare le comuni operazioni di video­editing è possibile installare dai repository online il programma avidemux, semplice leggero e abbastanza potente. Per effettuare del serio (per uso casalingo) montaggio video potete installare l'ottimo programma Kdenlive, presente normalmente nei repository di Ubuntu.
Per un uso ancora più avanzato esiste Cinelerra: cercate informazioni in rete, ne troverete moltissime.
Mentre per l'editing audio il programma che consiglio è audacity.
Per installare le versioni più recenti possibili è buona cosa consultare i siti online di questi due progetti software:
http://www.kdenlive.org/
http://fixounet.free.fr/avidemux/
http://audacity.sourceforge.net
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APPENDICE 1 – COME FAR FUNZIONARE LA CONNESSIONE WIRELESS
A cura di Nicola De Quattro ­ [email protected]
Una delle prime cose da fare per aggiornare Ubuntu è ovviamente collegarsi alla rete. Purtroppo questo non è sempre possibile, se avete bisogno di una connessione WiFi e siete sfortunati possessori di schede che utilizzano un Chipset Broadcom, potreste non avere vita facile. L'azienda ha infatti fornito solamente driver proprietari per Windows e non ha diffuso le informazioni per svilupparne per Linux. Pertanto qualcuno ha dovuto lavorare sodo. Sul sito http://bcm43xx.berlios.de/ sono reperibili i driver bcm43xx, nativi del kernel dalla versione 2.6.17­rc2 ottenuti con un pesante lavoro di reverse engineering. Nonostante i loro sforzi, però, come potete vedere dalla lista delle schede supportate, alcune schede non vogliono saperne di funzionare. Potrete controllare se è il vostro caso digitando il comando lspci | grep Broadcom dove lspci sta per list PCI e restituisce la lista delle schede pci installate, grep occorre per limitare l'output ai soli campi contenenti il nome Broadcom. Che dire... vedetela così: è un primo modo per smanettare sulla vostra distribuzione Linux :) Il mio consiglio è questo: poichè tutti i router wireless hanno almeno un ingresso LAN per la configurazione, collegatevi con il cavo ethernet ad esso (la connessione non dovrebbe presentare particolari problemi poiché la maggior parte dei router odierni utilizza DHCP per la LAN) in modo da poter consultare le guide online, scaricare i pacchetti che vi occorrono, senza dover saltare continuamente da Linux a Windows. Per tali schede i procedimenti sono principalmente due: 1) Utilizzo dei driver nativi con fwcutter Questo procedimento dipende dalla versione di Ubuntu che state utilizzando. Sulla rete si trovano delle ottime guide al riguardo, in particolare https://help.ubuntu.com/community/WifiDocs/Driver/bcm43xx .
E' da notare che, nonostante il driver funzioni al meglio, esso non implementa per bene lo standard IEEE 802.g (a 54 o 108Mbps) ma solo il IEEE 802.b (11Mbps). Evidentemente, per un utilizzo desktop, questa velocità ci dovrebbe soddisfare, ma non è detto lo sia per tutti gli utenti. Inoltre, come detto, non si nasce tutti con la camicia. Esiste, per fortuna, una strada alternativa. Pagina 17 di 31
2) Utilizzo di ndiswrapper Ndiswrapper è un tool che permette letteralmente di "scartare" il driver della scheda per Windows per farlo funzionare sotto Linux. Non è una soluzione elegante dal punto di vista informatico né troppo leggera (ndiswrapper preleva molte risorse, rispetto a bcm43xx) ed il primo metodo è in ogni caso da preferire. Se esso però, come accade per le schede con chipset 4318 (il mio), fallisce o la velocità non vi soddisfa, ndiswrapper vi permette comunque di usare la vostra scheda; è da notare inoltre che, a differenza del primo, questo metodo permette di utilizzare la vostra scheda al massimo della velocità, e cioè 54Mbps o, più raramente, 108Mbps, poiché effettivamente questo tool permette di utilizzare la scheda come se funzionasse sotto il sistema operativo per il quale è stata progettata. Le operazioni da effetture sarebbero molte. Qualcuno, però, ci può dare una mano. Se infatti andate alla pagina: http://ubuntuforums.org/showthread.php?t=197102
in fondo al post principale ci sono dei file compressi da scaricare. Sono degli script che permettono di installare e configurare automaticamente ndiswrapper. Vediamo come usarli. Per prima cosa è necessario sapere se avete scaricato la versione di Ubuntu a 64 o 32 bit. Nel primo caso, scaricate il file bcm4318x64.tar.gz altrimenti il primo. Il terzo e quarto file sono una replica dei primi che installano l'applet Network Manager (i due monitor vicino all'orologio, per capirci). Se lo avete già, non vi occorrono. L'ultimo file dovrebbe includere ambedue le versioni, ma pare avere dei problemi di sintassi, almeno sulla mia macchina. Attenzione! Per la versione a 64 bit c'è da correggere il nome del file .SYS. Accedete al file compresso, poi al file wifidrivers.tar.gz, entrate nella cartella driver, click con il tasto destro sul file bcmwl564.sys e rinominatelo in bcmwl5.sys per evitare un errore nello script. Fatto questo, decomprimiamo il file nella cartella che vogliamo (nel mio esempio, sul desktop). Chi vuole può farlo con il mouse, io consiglio di lavorare a riga di comando. ;­) Mettete il file nella cartella Desktop, aprite il terminale (Applicazioni > Accessori > Terminal) e posizionatevi nella cartella Desktop $ cd Desktop e digitate il comando $ tar ­xf bcm*.tar.gz dove tar è il comando per gestire i file compressi, l'opzione x sta per extract, f per file (estraiamo un archivio). Lanciando il comando $ ls dovreste avere i file ndiswrapper_setup, ndiswrapper.deb, wifidrivers.tar.gz. Lo script è il file Pagina 18 di 31
ndiswrapper_setup. Eseguiamolo. $ sudo sh ndiswrapper_setup dove sh ordina alla shell di eseguire uno script. Aspettate alcuni secondi e la vostra scheda *dovrebbe* essere installata e funzionante. Ora però, poiché siete utenti Linux, non potete ammettere di avviare uno script senza sapere cosa sta combinando! ;) Vediamo allora, per curiosità cosa fa questo script (così da poter capire eventuali errori). Per leggerlo (è ben commentato) digitate $ gedit ndiswrapper_setup Il codice, come vedete, è abbastanza intuitivo, a parte qualche comando che non si conosce, nel qual caso consiglio di utilizzare, dalla shell $ man <nomecomando> che vi fa accedere al manuale di <nomecomando>. Ora gli elementi li abbiamo tutti. Leggiamo il codice e vediamo, per sommi capi, come opera. Per prima cosa installa ndiswrapper dal pacchetto .deb con dpkg (dpkg ­i nomepacchetto.deb) se non è già installato; decomprime i file come abbiamo fatto noi prima, elimina quelli compressi, cambia i permessi (con chmod) affinché sia possibile eseguire le operazioni successive; rimuove eventuali residui di installazioni precedenti dalla lista dei moduli del kernel (rmmod ndiswrapper) e da ndiswrapper stesso, eliminando precedenti driver installati (ndiswrapper ­e nomedriver); fa "diswrappare" i driver ad ndiswrapper (ndiswrapper ­i nomefile.inf), poi rimuove dal kernel il driver nativo bcm43xx (rmmod bcm43xx) che può andare in conflitto ed aggiunge il modulo ndiswrapper al kernel (ndiswrapper ­m); fatto questo mette bcm43xx in blacklist, così che non possa essere ricaricato, aggiungendo la riga blacklist bcm43xx al file /etc/modprobe.d/blacklist (blacklist bcm43xx >> /etc/modprobe.d/blacklist) e aggiunge ndiswrapper alla lista dei moduli da caricare all'avvio in modo che non si debba ripetere la procedura (ndiswrapper >> /etc/modules). Et voilà. Non era difficile in fondo, vero? Fatto questo, la scheda dovrebbe essere accesa, la connessione attiva. Perché allora Firefox non vi fa connettere alla home page? Anche Gaim non funziona! Andiamo con ordine. Per prima cosa vediamo di mandare un ping (un pacchetto che viene inviato ad un indirizzo che serve a sapere se una connessione è attiva. Se il destinatario riceve un ping, quindi è raggiungibile, risponde inviando al mittente del ping un pong ). Pagina 19 di 31
$ ping www.google.com Se siete fortunati, tutto ok. Se siete sfortunati, come me, dovete andare avanti e fare qualche prova. Nel seguito, impareremo come configurare la connessione per una rete non protetta, poi imposteremo la connessione. Siate quindi certi che, per questi 5 minuti, il vostro router non utilizzi chiavi criptate. Controlliamo se la periferica wireless è stata riconosciuta dal sistema col comando $ iwconfig Dovrete avere un output di questo tipo: lo
no wireless connection eth0
no wireless connection eth1 unassociated ESSID:off/any Mode:Managed Channel=0 Access Point: 00:00:00:00:00:00 Bit Rate=0 kb/s Tx­Power:off Retry:on RTS thr:off Fragment thr:off Power Management:off Link Quality:0 Signal level:0 Noise level:0 Rx invalid nwid:0 Rx invalid crypt:0 Rx invalid frag:0 Tx excessive retries:0 Invalid misc:0 Missed beacon:0 La scheda, nel nostro caso eth1 (può essere anche wlan0 o altro), è riconosciuta Come vediamo l0 e eth0, non essendo schede wireless, non sono riconosciute da questo comando. Dobbiamo configurare la rete. Per prima cosa attiviamo la scheda, nel caso non lo sia (dovrebbe esserlo, ma non costa nulla :) ) $ sudo ifconfig eth1 up Ora con il comando $ iwlist scan si fa uno scan delle reti WiFi a distanza di rilevamento. Tra queste dovrebbe esserci la vostra. Dovreste avere un output di questo tipo: lo Interface doesn't support scanning. eth0 Interface doesn't support scanning. eth1 Scan completed : Pagina 20 di 31
Cell 01 ­ Address: 00:11:95:9D:14:54 ESSID:"vostro_ssid" Protocol:IEEE 802.11g Mode:Managed Frequency:2.437 GHz (Channel N) Quality:96/100 Signal level:­34 dBm Noise level:­96 dBm Encryption key:off Bit Rates:1 Mb/s; 2 Mb/s; 5.5 Mb/s; 6 Mb/s; 9 Mb/s 11 Mb/s; 12 Mb/s; 18 Mb/s; 24 Mb/s; 36 Mb/s 48 Mb/s; 54 Mb/s Extra:bcn_int=200 Extra:atim=0 Come vediamo c'è un report di alcune caratteristiche, tra le più interessanti ci sono: indirizzo fisico del dispositivo wireless sulla vostra macchina, ESSID della rete, protocollo utilizzato dal router, modalità, frequenza di trasmissione/ricezione (quindi numero del canale), qualità del segnale ricevuto, livello del segnale e del rumore, chiave di sicurezza (inattiva per ora nel nostro esempio), possibili bit­rate utilizzabili (sono quelli ammissibili dallo standard IEEE 802.11g, nei router più moderni sono ammessi anche 108Mbps; l'utilizzo dell'uno o dell'altro bitrate dipende dalla quantità di rumore sul canale durante la connessione). Configuriamo ora la scheda eth1 con i parametri della nostra rete. Diamo il comando: $ sudo iwconfig eth1 mode managed channel N essid vostro_ssid nella forma iwconfig <device> mode <mode> channel <numero_canale> essid <nome_ssid>. La modalità managed dipende dal fatto che ci colleghiamo tramite un access point che smista i pacchetti; il numero del canale (nel nostro caso N) e l'ESSID (nel nostro caso vostro_ssid) dipendono da come avrete configurato il router. Controlliamo se siamo connessi all'access point. con il comando iwconfig precedente. Ora ci serve un indirizzo IP per essere riconosciuti sulla rete. Supponiamo che il vostro router sia provvisto il DHCP server per l'assegnazione dell'indirizzo, basta digitare: $ sudo dhclient eth1 altrimenti c'è bisogno di fare tutto manualmente (sostituite l’ip 192.168.1.2 con il vostro, la subnetmask di solito è 255.255.255.0) $ sudo ifconfig eth1 192.168.1.2 netmask 255.255.255.0 Se volete configurare l’IP in modo permanente dovrete andare ad modificare il file /etc/network/interfaces $ sudo gedit /etc/network/interfaces Pagina 21 di 31
e inserire il testo (immettete ovviamente i vostri dati) auto eth1 iface eth1 inet static address 192.168.1.2 netmask 255.255.255.0 gateway 192.168.1.1 wireless­essid vostro_ssid wireless­channel N wireless­mode managed Ora dovrebbe essere possibile pingare il vostro router/access point, provate con il comando (sostituire l'indirizzo del router) $ ping 192.168.1.1 Se il ping non risponde disattivate le altre interfacce di rete per esempio con il comando $ sudo ifconfig eth0 down Con questo comando disattivate la porta LAN, per evitare possibili conflitti. A questo punto il ping verso la rete dovrebbe funzionare ma potrebbe non essere così verso internet. Occorre modificare il file /etc/resolv.conf per inserire i server dns $ sudo gedit /etc/resolv.conf inserendo le righe: nameserver 208.67.222.222 nameserver 208.67.220.220 Questi sono i dns di Opendns, voi potete fare lo stesso o altrimenti mettere quelli del vostro provider. Con quelli di OpenDNS non dovrete in ogni caso avere problemi. Controlliamo ora che la connessione sia andata a buon fine inviando un ping a Google $ ping www.google.it In caso di ping positivo, abbiamo finito. Manca ora la configurazione della sicurezza. Ricordate che la sicurezza nelle reti WLAN è fondamentale per la prevenzione di attacchi a tutti i computer connessi alla rete ed è fondamentale chiuderla con una chiave. Nel seguito impostiamo la sicurezza con la chiave WEP. Basta lanciare il comando: $ iwconfig eth1 key s:chiavewep Pagina 22 di 31
oppure se volete salvare la configurazione, riaprite il file /etc/network/interfaces $ sudo gedit /etc/network/interfaces e inserite nella sezione eth1 la riga $ wireless­key s:chiavewep Se la chiave WEP è in caratteri ASCII va preceduta da "s:" (stringa) come abbiamo fatto sopra, altrimenti la dovremo inserire in esadecimale. Beh... se tutto è andata bene, ora potete navigare senza problemi! Un ultimo accenno ad due utili software. Per prima cosa Network Manager, che probabilmente avrete di default, un plugin Gnome che permette di monitorare l'attività di rete (i classici monitor vicino l'orologio), e Wireless Assistant, che permette di avere velocemente e da XWindows una lista delle reti disponibili, stabilire connessioni protette con chiave WEP o aperte e monitorare l'attività WLAN a captata dalla scheda. Per installarli, come al solito: $ sudo apt­get install network­manager network­manager­gnome wlassistant E con questo è davvero tutto :)
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APPENDICE 2 – COME FAR FUNZIONARE LE TAVOLETTE GRAFICHE WACOM (anche le nuove Bamboo e Bamboo Fun)
(VERSIONE BETA!)
Le tavolette grafiche Wacom sono tra i prodotti più validi e diffusi di questo segmento hardware, questa guida vuole indicare come renderle funzionanti sotto Ubuntu 7.10
La procedura da seguire varia al variare della tavoletta in uso, quindi come prima cosa consiglio di recarsi sul sito ufficiale Wacom e vedere se nella sezione Download siano presenti i driver Linux per la vostra tavoletta; in caso positivo potrete seguire le guide presenti sul sito stesso, altrimenti dovreste proseguire con la lettura.
NOTA: a tavoletta funzionante, non è possibile (ancora) disporre di tutte le piene e complete funzionalità delle tavolette sotto Ubuntu ed i suoi programmi grafici, come ad esempio la sensibilità alla diversa pressione esercitata dal disegnatore sulla tavoletta.
1.
prima procedura
Collegate la tavoletta al computer spento, accendete il sistema ed attendente il caricamento completo, fino al desktop. A questo punto Ubuntu dovrebbe aver identificato la periferica.
La prima cosa da tentare è quella che prevede di modificare il file xorg.conf. Di tale file se ne parla nelle parti precedenti della guida, e la raccomandazione è sempre quella di farne una copia di sicurezza prima di lavorarci sopra. Lanciate da consolle il comando: sudo gedit /etc/X11/xorg.conf
Scorrete il file fino in fondo e decommentate (ovvero togliete il # ) alle righe:
# InputDevice "stylus" "SendCoreEvents"
# InputDevice "cursor" "SendCoreEvents"
# InputDevice "eraser" "SendCoreEvents"
Salvate il documento, chiudete tutte le applicazioni e riavviate il serverX, mediante la classica combinazione di tasti Ctrl + Alt + BackSpace.
Se dopo il nuovo login riuscite a muovere il puntatore del mouse mediante la tavoletta bene, avete avuto una fortuna sfacciata, ma è cosa assai difficile. Quindi proseguite nella procedura...
2.
pacchetti necessari e compilazione driver Wacom non ufficiali
Installate questi pacchetti necessari, con il comando:
sudo apt­get install build­essential x11proto­core­dev libxau­dev libxdmcp­dev x11proto­input­dev x11proto­kb­dev xtrans­dev libx11­dev x11proto­xext­dev libxext­dev libxi­dev linux­libc­dev libc6­dev libncurses5­dev xserver­xorg­dev tcl8.4 tcl8.4­dev tk8.4 tk8.4­dev
Pagina 24 di 31
Ora create le directory administration e linuxwacom, dentro /home, che useremo per effettuare il lavoro:
sudo mkdir /home/administration
sudo mkdir /home/linuxwacom
Adesso dirigetevi a questo indirzzo: http://linuxwacom.sourceforge.net/
e scaricate i driver 0.7.9­4
I driver che avete scaricato poneteli nella cartella /home/linuxwacom
ATTENZIONE! se decidete di scaricare dei driver più aggiornati ricordatevi di modificare tutti i comandi successivi, con il nome del driver che avete scelto!
Ora dovete creare, nella cartella /home/linuxwacom, un file chiamato xserver­xorg­input­
wacom.udev, mediante il comando:
sudo gedit /home/linuxwacom/xserver­xorg­input­wacom.udev
In questo file (che si è creato ed aperto con l'ultimo comando) copiate TUTTO il testo che trovate a questo indirizzo:
http://git.debian.org/?p=users/ron/wacom-tools.git;a=blob_plain;f=debian/xserver-xorg-inputwacom.udev;hb=master
E salvate dunque il file.
Ora dirigetevi nella cartella /home/linuxwacom e copiate il file .udev in /etc/udev/rules.d/, rinominandolo, con i comandi:
cd /home/linuxwacom
sudo cp xserver­xorg­input­wacom.udev /etc/udev/rules.d/50­xserver­xorg­input­wacom.rules
Effettuata la copia, dovreste ritrovarvi sempre dentro la cartella /home/linuxwacom. Quindi decomprimete i driver scaricati precedentemente, con i comandi:
bunzip2 linuxwacom­0.7.9­4.tar.bz2
tar xvf linuxwacom­0.7.9­4.tar
(a seconda che l'archivio scaricato sia .tar o .tar.bz2)
Entrate dunque nella cartella appena creata, con:
cd linuxwacom­0.7.9­4
E lanciate il comando:
sudo ./configure ­­enable­wacom
La procedura potrebbe durare un po' di tempo, e al termine della quale dovreste leggere nel terminale questo risultato (alla pagina seguente):
Pagina 25 di 31
BUILD ENVIRONMENT:
architecture - i486-linux-gnu
linux kernel - yes 2.6.22
module versioning - yes -DCONFIG_MODVERSIONS -DMODVERSIONS -include
/lib/modules/2.6.22-14-generic/build/include/linux/modversions.h
kernel source - yes /lib/modules/2.6.22-14-generic/build
Xorg SDK - yes /usr/include/xorg
XSERVER64 - no
dlloader - yes
XLib - yes /usr/lib
TCL - yes /usr/include/tcl8.4/
TK - yes /usr/include/tcl8.4/
ncurses - yes
BUILD OPTIONS:
wacom.o - yes
wacdump - yes
xidump - yes
libwacomcfg - yes
libwacomxi - yes
xsetwacom - yes
hid.o - no
usbmouse.o - no
evdev.o - no
mousedev.o - no
input.o - no
tabletdev.o - no
wacom_drv.so - yes /usr/lib/xorg/modules/input
wacom_drv.o - no
----------------------------------------
Accertatevi con precisione che tutti gli yes presenti nel testo riportato compaiano anche nel vostro risultato!
Ora senza uscire dalla cartella lanciate i due seguenti comandi:
sudo make
sudo make install
(la procedura potrebbe richiedere un po' di tempo, sappiatelo)
Adesso ri­editate ancora il file xorg.conf:
sudo gedit /etc/X11/xorg.conf
E modificate la parte di codice interessata nel modo seguente:
Section "InputDevice"
Driver
Identifier
Option
Option
#Option
Option "USB" "on"
EndSection
Section "InputDevice"
Driver
Identifier
Option
Option
Pagina 26 di 31
"wacom"
"stylus"
"Device"
"/dev/input/wacom"
"Type" "stylus"
"ForceDevice"
"ISDV4"# Tablet PC ONLY
"wacom"
"eraser"
"Device"
"/dev/input/wacom"
"Type" "eraser"
#Option
Option "USB" "on"
EndSection
Section "InputDevice"
Driver
Identifier
Option
Option
#Option
Option "USB" "on"
EndSection
"ForceDevice"
"ISDV4"# Tablet PC ONLY
"wacom"
"cursor"
"Device"
"/dev/input/wacom"
"Type" "cursor"
"ForceDevice"
"ISDV4"# Tablet PC ONLY
...
# Uncomment if you have a wacom tablet
InputDevice
"stylus"
"SendCoreEvents"
InputDevice
"cursor"
"SendCoreEvents"
InputDevice
"eraser"
"SendCoreEvents"
Facendo anche questa aggiunta:
Section "InputDevice"
Driver "wacom"
Identifier "pad"
Option "Device" "/dev/input/wacom"
Option "Type" "pad"
Option "USB" "on"
EndSection
E questa (nella sezione più bassa del file):
InputDevice "pad" "SendCoreEvents"
Adesso fate un backup dei vecchi driver:
sudo cp /lib/modules/2.6.22­14­
generic/kernel/drivers/input/tablet/wacom.ko /home/administration/wacom.ko_old
E sostituiteli con quelli nuovi:
sudo cp /home/linuxwacom/linuxwacom­0.7.9­4/src/2.6.22/wacom.ko /lib/modules/2.6.22­14­
generic/kernel/drivers/input/tablet
Ora lanciate il comando seguente, attendendo ed incrociando le dita:
sudo depmod ­e
Se non ottenete nessun messaggio di risposta allora tutto dovrebbe essere andato per il meglio!
Ora salvate ogni dato importante e fate il reboot del sistema, al termine del quale la vostra tavoletta Pagina 27 di 31
dovrebbe funzionare.
sudo reboot
Se tutto dovesse funzionare ora, potete assegnare le funzioni volute ai tasti della tavoletta mediante i seguenti comandi:
xsetwacom set pad AbsWUp 4 #scroll up
xsetwacom set pad AbsWDn 5 #scroll down
xsetwacom set pad button3 4 #< key: scroll up
xsetwacom set pad button1 5 #> key: scroll dn
xsetwacom set pad button2 1 #FN1 key: left mouse button
xsetwacom set pad button4 3 #FN2 key: right mouse button
E' tutto, per ora, ed aspettiamo che queste tavolette vengano nativamente supportate nelle prossime versioni di Ubuntu!
Si ringraziano Philippe sulla LinuxWacom mailing list e Narehart su ubuntuforum.org
Pagina 28 di 31
APPENDICE 3 – ELIMINAZIONE SICURA DATI E RECUPERO FILE PERSI
Come molti sapranno, quando un file viene cancellato da un supporto di memoria (hard­disk, chiavetta..), i dati non vengono realmente eliminati, ma lo spazio da loro occupato viene invece considerato libero dal sistema, pronto ad essere sovrascritto.
Questo ovviamente può creare dei problemi di sicurezza, visto che si rivela alquanto facile il recupero di dati sensibili ed importanti (password, conti familiari, dati aziendali, etc etc...).
Vediamo ora dunque come eliminare con buona sicurezza i nostri dati sensibili, e all'opposto come tentare di recuperare dati precedentemente cancellati in maniera non sicura.
1.
Eliminazione sicura dei dati
La prima operazione consiste nell'installare il pacchetto secure­delete, mediante il comando:
sudo apt­get install secure­delete
Una volta fatto ciò, avrete a disposizione tre nuovi comandi:
srm ­ per eliminare in modo sicuroun file o una cartella
sfill ­ per pulire lo spazio vuoto di una partizione
sswap – per pulire la partizione di swap
Esempio di eliminazione sicura di un file: se siete situati nella cartella home, che a sua volta contiene il file da eliminare pippo.txt, allora il comando che dovrete lanciare sarà:
sudo srm ­v ­z pippo.txt
Ed attendere il termine della procedura. Attenzione al fatto che il processo potrebbe essere molto lungo per file voluminosi, visto che la procedura sicura prevede 38 passaggi in totale.
Per eliminare una cartella e tutto il suo contenuto basta aggiungere l'opzione ­r al comando:
sudo srm ­v ­z ­r nomecartella
ATTENZIONE! Per una eliminazione realmente sicura è necessario assicurarsi che la partizione ext3 che contiene i dati da eliminare NON sia montata in modalità data=journal. Potete verificarlo aprendo il file /etc/fstab, e verificare se tale opzione compaia o meno nella riga relativa alla partizione in esame; in caso positivo dovete eliminare l'opzione, oppure modificarla in data=ordered (che è l'opzione di default), e riavviare il sistema. Per modificare il file /etc/fstab è necessario aprirlo con i privilegi di amministratore (fate una copia di backup per sicurezza prima).
Esempio di pulizia spazio vuoto: Per pulire lo spazio vuoto della partizione che contiene il file system, posizionatevi alla radice della suddetta partizione, con il comando cd /
Ora lanciate il seguente comando:
sudo sfill ­v ­z /
Se ad esempio invece voleste pulire lo spazio vuoto della partizione hda3, dovreste lanciare il comando Pagina 29 di 31
“ sudo sfill ­v ­z /media/hda3 “. Nel caso di chiavette usb, generalmente queste periferiche vengono montate sotto il nome disk, quindi il comando da lanciare risulterebbe in “ sudo sfill ­v ­z /media/disk “
Attenzione al fatto che questa procedura potrebbe richiedere davvero molto tempo! A grandi linee all'incirca 1 ora per 1 giga di spazio vuoto, dipendentemente anche dalla velocità dell' hard­disk.
ATTENZIONE! Ecco le limitazioni di sicurezza al comando sfill!
Molti filesystem (ext2, ffs, etc.) hanno alcune funzioni atte a migliorare le prestazioni. In questo caso non tutto lo spazio libero disponibile può essere ricevuto da sfill. Su questo fronte non si può fare nulla. Ecco altre limitazioni relative ad alcuni filesystem:
NFS: cancellazione non sempre sicura e totale, sopratutto a causa del caching.
Sistemi Raid: i sistemi raid hanno grosse caches, è molto difficile pulirli completamente, in sicurezza.
Esempio di pulizia della partizione di swap: La prima operazione da effettuare è quella di individuare l'indirizzo della vostra partizione di swap. Per far ciò con sicurezza potete consultare il file /etc/fstab: la partizione di swap (esempio /dev/hda4) sarà identificata appunto dalla voce “swap”.
A questo punto, nel caso la partizione di swap sia /dev/hda4, lanciate il comando:
sudo sswap ­v ­z /dev/hda4
Ed attendete il termine dell'operazione di pulizia, che potrebbe durare molto tempo.
Importante: per evitare crash di sistema è buona cosa, prima di pulire la partizione di swap, smontarla con il comando: sudo swapoff [indirizzo partizione swap]. Quindi ad esempio sudo swapoff /dev/hda4 .
Un'ultimo suggerimento: lanciando i comandi srm, sfill e sswap senza opzione alcuna e senza indicare file o cartelle, verranno visualizzati i suggerimenti per l'utilizzo di questi tre programmi.
2.
Recupero dei dati eliminati (ringraziamento a Divilinux per le info)
Qui è spiegato l'utilizzo di una comoda utility (Photorec) per tentare il recupero di file precedentemente cancellati. ATTENZIONE! Non salvate assolutamente i dati recuperati nella stessa partizione che state andando a scansionare, altrimenti i dati persi verranno sovrascritti dagli stessi recuperati! Se scansionate una chiavetta usb, salvate i dati in una cartella dell' hard­disk. Se scansionate una partizione dell'hard­disk allora salvate i dati recuperati in una cartella situata in una seconda partizione (anche dello stesso hard­disk).
Iniziamo dunque installando il programma, con il comando:
sudo apt­get install testdisk
Pagina 30 di 31
Ora create la cartella ove salvare i dati recuperati, potete chiamarla backup. L'importante è ricordarvi dell'avvertimento precedente!
Potete creare la cartella attraverso l'usuale gestore grafico dei file, oppure usare il comando mkdir [percorso/nome cartella] (esempio mkdir /media/hda4/backup ).
Ora ancora da terminale lanciate il programma, con il comando:
sudo photorec /d [percorso/nome cartella]
Importante specificare la cartella ove indirizzare i file recuperati! Quindi ad esempio:
sudo photorec /d /media/hda4/backup
(in questo esempio la cartella backup è stata creata nella partizione identificata da Ubuntu come hda4, presente sullo stesso hard­disk della partizione scansionata).
Lanciato il programma dovete selezionare il dispositivo (disco fisso, chiavetta...), quindi scegliere il tipo di partizione in esame (normalmente Intel/PC) e la partizione stessa (Linux, Linux swap, NTFS, FAT32, etc...). In ultimo vi verrà chiesto di selezionare il filesystem della partizione da scansionare. Sappiate che nel caso di una partizione Linux dovrete scegliere la voce EXT2/EXT3, nel caso di una partizione windows invece la voce FAT/NTFS/HFS+/ReiserFS/...
A questo punto inizierà il vero processo di recupero. Attenzione che la procedura potrebbe richiedere anche molto tempo, a seconda poi ovviamente delle dimensioni della partizione in esame.
A procedura terminata troveremo i file recuperati nella cartella creata precedentemente, ed in altre cartelle nominate in modo sequenziale (backup, backup.1, backup.2, etc...).
Tali cartelle possono essere aperte e consultate solamente con i privilegi da amministratore! (quindi potete lanciare usare nautilus come super utente con il solito comando sudo nautilus) FINE (per ora)
Pagina 31 di 31

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