castello di Maisons - Château de Maisons

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castello di Maisons - Château de Maisons
Storia
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Le corse
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Storia
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Le corse
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A livello del fossato: dall’arte
equestre agli sport ippici
Maisons-Laffitte è uno dei centri ippici più
importanti di Francia. Nel parco sono tracciati
numerosi percorsi da fare a cavallo e la pista
circolare chiamata “cerchio della gloria” è un
vero e proprio appuntamento per i purosangue
in fase di addestramento. Questa tradizione
ippica risale al 1777, quando il conte di Artois
riacquistò Maisons e fece restaurare le sontuose
scuderie concepite da Mansart, che oggi non
esistono più. Inoltre allestì una pista lungo la
Senna per l’allenamento della sua “scuderia
inglese”, composta da una trentina di cavalli.
Colonna corinzia: dal capitello ornato di foglie
d’acanto.
Colonna dorica: sprovvista di base, dal capitello
semplice, privo di decori, caratteristica
dell’architettura greca classica.
Colonna ionica: dal capitello ornato da due volute
laterali.
François Mansart: (1598-1666) architetto celebre
per il castello di Balleroy. La sua opera ispirerà
il pronipote Jules Hardouin, architetto degli
Invalides e di Versailles, il quale riprenderà il
nome di Mansart.
Intarsio: decorazione di pezzi di legno o di altri
materiali assemblati su una superficie.
Parlamento di Parigi: la più alta corte del regno.
Pilastro: colonna squadrata che sporge rispetto
al muro.
Soffitto a cassettoni: soffitto ornato di riquadri
cavi.
Volta a botte: volta il cui tracciato continuo
deriva da un arco a tutto sesto.
Il ruolo di Jacques e Charles Laffitte
Informazioni pratiche
Fu il banchiere Laffitte a fare demolire le scuderie del castello dopo il 1830. Ma, incitato dal
nipote Carlo, uno dei fondatori della Société
d’encouragement pour l’amélioration de la race
chevaline (società per il miglioramento delle
razze equine), organizzò le prime corse sui prati
lungo la Senna.
Joseph Oller, inventore del pari-mutuel (totalizzatore), futuro PMU (l’ente che gestisce le scommesse al totalizzatore in Francia), acquistò
questi terreni per trasformarli in un ippodromo,
inaugurato nel 1878.
L’esposizione permanente e il film ripercorrono
la storia del patrimonio di Maisons-Laffitte,
città del cavallo.
Durata media della visita: 1 ora
Visite guidate.
Visite adattate per portatori di handicap.
L’imponenza dell’edificio delle scuderie e del
maneggio, costruito intorno al 1656 da
Mansart, era la dimostrazione dell’importanza
preponderante del cavallo nella società aristocratica.
Sotto la guida del conte d’Artois
Il Centre des monuments nationaux pubblica una collana di guide
sui monumenti francesi, tradotte in diverse lingue. Le pubblicazioni
Éditions du patrimoine sono in vendita presso il bookshop.
Centre des monuments nationaux
Château de Maisons
78600 Maisons-Laffitte
tél. 01 39 62 01 49
fax 01 39 12 34 37
www.monuments-nationaux.fr
Visita
Le corse
Informazioni
italiano
castello di
Maisons
Glossario
crédits photos Arch. phot. Paris. © Centre des monuments nationaux, Paris conception graphique Plein Sens, Anders. réalisation beau fixe. traduction Caractères et cætera. impression Néo-Typo, avril 2008.
10C-cha?teau de maisons IT:092006•PANTHEON_franc?ais
Un modello di classicismo francese
Il capolavoro di François Mansart
Intorno al 1636, René de Longueil, presidente
del Parlamento di Parigi*, commissionò
all’architetto François
Mansart* la realizzazione
di un nuovo castello sulle
terre di proprietà della sua
famiglia fin dal 1450, a
Maisons-sur-Seine. Il castello fu inaugurato nel
1651 con una festa sontuosa offerta ad Anna
d’Austria e a suo figlio Luigi XIV, allora
dodicenne. Il castello rimase di proprietà dei
discendenti dei Longueil fino al 1777, quando
il conte di Artois, fratello di Luigi XVI e futuro
Carlo X, l’acquistò.
Ospiti di prestigio
Durante la Rivoluzione, il conte d’Artois
emigrò: al castello vennero apposti i sigilli e il
mobilio venne disperso. In seguito, nel 1804, fu
riacquistato e restaurato dal maresciallo Lannes
(1769-1809), compagno d’armi di Napoleone I.
L’Imperatore era assiduo frequentatore del
castello. Nel 1818, il complesso venne acquistato
dal banchiere Jacques Laffitte. Dopo il 1830,
l’enorme parco venne urbanizzato in lotti e le
scuderie vennero distrutte. Nel 1905, lo Stato
acquistò il castello, salvando questo modello
di architettura classica che ospitò principi e re,
ma anche scrittori e uomini di pensiero tra i
quali Voltaire, amico di Jean-René de Longueil.
*Spiegazioni sul retro del documento.
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Introduzione alla visita
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Fin dai tempi del suo completamento, nel 1651, il
castello di Maisons venne considerato un modello:
“nessuno straniero può fare a meno di visitarlo”,
scriveva Charles Perrault, l’autore dei Racconti.
Manifesto dell’arte classica francese, l’edificio
ricorda Versailles per la sua simmetria, la sua
imponenza e l’armonia dei suoi volumi. Concepito
come pezzo forte di un insieme geometrico basato
su un’immensa prospettiva, nel XIX secolo fu
privato del suo parco e delle sue dépendance.
Le facciate
Le facciate sono caratterizzate da proporzioni
armoniose puramente classiche. L’equilibrio
dell’insieme deriva anche dalla disposizione solenne
dei pilastri*: in stile dorico* nelle parti inferiori,
in stile ionico* al secondo livello e infine
corinzio* su ciascuno dei due frontespizi.
1 La facciata lato cortile presenta un corpo centrale
inquadrato da due padiglioni, ognuno con il tetto
in ardesia. I padiglioni, a loro volta, sono prolungati da due padiglioni più bassi terrazzati.
2 La facciata lato giardino è caratterizzata da
portici laterali slanciati che inquadrano
l’avancorpo centrale con perfetta simmetria.
Il piano terra
3 Il salone dei Prigionieri deve il suo nome ai
decori del caminetto scolpito da Gilles Guérin in
omaggio a Luigi XIII. I prigionieri rappresentano
le nuove province della corona conquistate dal re.
Il salone è arredato con mobilio e quadri risalenti
al XVIII secolo.
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Piano terra
4 Il vestibolo è l’entrata principale del castello; a
lato si trova la scala. È ornato da otto colonne
doriche* con un bel motivo, che riportano le
iniziali di René de Longueil e di sua moglie
Madeleine de Boulenc de Crèvecoeur. Agli angoli,
quattro aquile rappresentano lo stemma parlante
dei Longueil: le aquile hanno uno sguardo acuto,
un “occhio lungo” (long œil in francese). Quattro
bassorilievi evocano i quattro elementi: sul retro
dell’entrata, dal lato della tenuta e dei suoi frutteti, Cibele (la terra) e Giunone (l’aria); di fronte
all’entrata, in direzione della Senna, Nettuno
(l’acqua) e Giove (il fuoco).
5 L’appartamento della Fama. Nel 1777, il conte
d’Artois acquistò Maisons e modificò questo
appartamento, sotto la direzione dell’architetto
Bélanger, dando vita a un bell’esempio di stile
neoclassico. Nella sala da pranzo estiva, le figure
nelle nicchie delle pareti rappresentano le stagioni:
i fiori della primavera, il grano dell’estate, l’uva
dell’autunno. Il soffitto a cassettoni* è stato
realizzato dall’architetto Bélanger e dallo scultore
Lhuillier.
6 La scala d’onore, formata da quattro rampe
“sospese” intorno a un vuoto centrale, ha
rappresentato una novità nella Parigi del 1640.
Sormontata da una cupola, è ornata da pilastri
ionici* e da gruppi di putti che rappresentano la
musica e il canto, le scienze e le arti, la pace e la
guerra, l’amore e l’imeneo.
Primo piano
Il primo piano
7 L’appartamento del Re viene anche chiamato
“appartamento all’italiana” per il soffitto caratterizzato da una volta a botte* ritmata da cupole
invece che da travi e travetti come nei soffitti alla
francese. L’appartamento comprende una sala da
ballo con le pareti rivestite in legno e arazzi del
XVII secolo che raccontano la storia di Abramo, il
salone d’Ercole con il caminetto del XVII secolo
e la camera del Re con il soffitto a cupole embricate, il parquet a riquadri e il letto di parata collocato in un’alcova che si apre con una grande arcata.
8 Lo studio degli Specchi ha un pavimento in
legno ad intarsio* con decorazioni in osso e stagno
a motivi floreali. Gli specchi sono incorniciati da
pilastri* ionici* scanalati. Un soffitto a cupola
dipinto da Michel Corneille sovrasta questo studio
intimo, prezioso e raffinato.
9 La camera del maresciallo Lannes è in stile
Impero. Al centro si trova un tavolo da gioco in
stile Restaurazione intarsiato in radica di olmo,
con una cintura ornata dai segni dello zodiaco.
Una serie di quadri e oggetti rievocano la brillante
carriera di Jean Lannes, duca di Montebello,
morto nel 1809 per le ferite riportate nella battaglia di Essling.
*Spiegazioni sul retro del documento.