NSB N° 18 del 27 NOVEMBRE 2016

Transcript

NSB N° 18 del 27 NOVEMBRE 2016
“Noi Aversani”,
nervo scoperto:
“Siete pennivendoli”
Zinzi vuole
De Cristofaro
alla Provincia
Tesori perduti,
il sarcofago romano
di S. Lorenzo
N. 18 | ANNO XIX | 27 NOVEMBRE 2016 | PERIODICO DI CULTURA VARIA | DISTRIBUZIONE GRATUITA | www.nerosubiancoaversa.com
Remo Cristallo: “Non
toglieteci la tenda”
Giornata dell’Albero
che figuraccia!
Di Capri ad Aversa
per i terremotati
Sun ecco i bus
per gli studenti
e il Comune
dorme
Movida? Ci pensa
Democrazia&Territorio
Riccitiello: “Rifiuti,
più fatti e meno spot”
Consigliere multato
e “vigili sfaticati”
Il museo di S. Francesco e il miracolo Sigma
Cultura e sport, si vince
2
SOMMARIO
LA MISSIONE
16
Sottopasso via Atellana,
il regalo di Natale
LA POLEMICA
20
Riccitiello: “Ripulire Aversa,
al di là della propaganda”
AVERSA
28
Così si scopre
“il Vigile sfaticato”
LA NOVITA’
30
La Sun ha le navette
e il Comune dorme
CULTURA
46
Aversa, arriva il museo
di San Francesco
IL CONVEGNO
di Giuseppe Lettieri
14 Referendum, informarsi
Migranti, con Romano
primi risultati a Bratislava
IL PROGETTO
L’Editoriale
62
Bo, Garziera e il primo
personal computer Olivetti
PERIODICO DI CULTURA VARIA
DELL’AGRO AVERSANO
A DISTRIBUZIONE GRATUITA
per un voto libero
I
l 4 dicembre gli italiani sono
chiamati al voto referendario. Ci
auguriamo che tutti sappiano che,
non trattandosi di referendum abrogativo, non c’è bisogno di alcun quorum.
Anche un solo italiano che vota ed il
referendum e i suoi effetti saranno validi. Quindi se qualcuno avesse pensato
di astenersi come in passato avrebbe
fatto male i conti, perché l’astensione
non invalida niente. Altro errore questa
volta voluto dai politici è stato quello
di render politico-partitico il voto su un
tema che segnerà, nel bene e nel male, il
futuro del nostro Paese. Assurdo. Votare
Sì o votare No deve esser frutto di una
cognizione sulla Riforma, senza pensare di mandare Renzi a casa o meno.
I Presidenti del Consiglio passano,
mentre il cambiamento produrrà effetti
per chissa quanto. Non ci si deve fermare al quesito referendario, racchiuso
in poche sintetiche righe ma andare
oltre e capire cosa e come cambierà la
struttura istituzionale italiana. Saranno
veri i risparmi annunciati? E’ vero che
in Italia una Legge per essere approvata
ci vogliono mesi e mesi a causa dell’attuale bicameralismo? Ricordando a
molti che il CNEL non è una sigla che
controlla i distributori di benzina sul
nostro territorio e ricordandovi anche
che la nostra Costituzione fu redatta e
approvata da uomini che si chiamavano
Benedetto Croce, Pietro Calamandrei,
Alcide De Gasperi, Aldo Moro, Sergio
Coordinamento Editoriale
Vito Faenza
Anno XIX n° 18 - 27 Novembre 2016
Segreteria di Redazione
Raffaele De Chiara
Direttore Responsabile
Giuseppe Lettieri
Garante dei Lettori
Franco Terracciano
Direttore Editoriale
Nicola De Chiara
Fotografie
Nicola Baldieri
Consulente di Redazione
Giuseppe Cristiano
Editore
Associazione Dimensione Cultura
La Pira (politico di sante virtù pure per
la Chiesa), Palmiro Togliatti, il nostro
Raffaele Numeroso, che citiamo anche
per campanilismo, vi inviatiamo ad
informarvi seriamente prima di andare a
votare. Solo informati, infatti, potremo
esprimere un voto libero.
Ci dispiace che da parte della classe
politica ci sia sempre più spesso una
intolleranza verso i media che, quando
denunciano cose che non vanno, subito
vengono etichettati come pennivendoli.
Fermo restando che siamo pronti a lodare le azioni e i fatti politici che portano
vantaggio alla nostra comunità, saremo
sempre vigili ed attenti controllori delle
cosiddette “cose storte” che ad Aversa
non sono certo poche. Gli encomi li lasciamo agli altri: è meglio che il politico
ti chiami pennivendolo piuttosto che 3
i lettori ti chiamino lacchè … per non
usare un termine napoletano molto più
colorito!Buona domenica.
nerosubiancoaversa.com
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Periodico registrato
presso il Tribunale di S. Maria C.V.
al n. 514 del 17.11.1998
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Afragola (Na)
PRIMO PIANO
Un nervo scoperto toccato ed un fremito coglie “Noi Aversani”, vice sindaca in testa
Noi “pennivendoli”?
E’ stata solo detta la verità
Non scriviamo articoli sotto dettatura ma analizziamo semplicemente i fatti.
I Sagliocchiani primo o poi diventeranno il vero nemico di questa Amministrazione
w Nicola Rosselli
U
4
n nervo scoperto toccato ed
ecco un fremito che coglie tutti
“Noi Aversani”, vice sindaca
in testa che perde le staffe (forse a
causa della sua mancanza di esperienza
dovuta alla sua giovane età) e parla di
“pennivendoli”. In questo senso credo
sia il caso di evidenziare che mai mi è
capitato di scrivere articoli sotto dettatura e che il termine “pennivendoli” è
diffamante per cui mi riservo eventuali
azioni a mia tutela. Oltre all’enfant prodige della politica normanna, a reagire
imprenditori e dipendenti comunali folgorati sulla strada del ...sagliocchismo,
sulle cui capacità deduttive di quanto da
noi scritto stendiamo un velo pietoso.
Giunta e amministrazione sotto l’egida
di “Noi Aversani”, prigioniera dei
Il commento dell’esperta vice Sindaca
sagliocchiani, avevo scritto
nell’ultimo numero di questo
giornale ed è un’affermazione innegabile. Sono loro che
dettano l’agenda e creano,
sempre più spesso, attrito in
seno alla maggioranza. “Noi
Aversani”, d’altronde, è un
soggetto politico e con il suo
atteggiamento dimostra che
la politica la sa fare bene
anche grazie alla debolezza
oggettiva della restante parte
della coalizione di maggioranza.
Del resto non poteva essere
altrimenti. Un matrimonio
tra i seguaci dell’attuale sindaco e quelli del compianto
Peppe Sagliocco non poteva
non essere un matrimonio
Extracomunitari fuori controllo
N
elle ultime settimane Aversa si
è improvvisamente riempita di
vagabondi e mendicanti extracomunitari, una presenza che è diventata costante e massiccia. Quella che sta
popolando le nostre strade è una tipologia di immigrato molto peculiare, sono
tutti uomini giovani, sotto i trent’anni,
non parlano una parola di italiano salvo
qualche improbabile richiamo in dialetto imparato alla bisogna. Stazionano di
solito agli angoli delle strade chiedendo
qualche spicciolo, sono una presenza
quasi quotidiana agli incroci tra via
Alifana e via Belvedere, nei pressi
dell’Arco dell’Annunziata, all’incrocio
tra via Magenta e via Roma, per poi
calare a frotte nel fine settimana tra la
folla delle vie del centro.
Sono ben coordinati, al punto da darsi
il cambio di tanto in tanto, segno che
probabilmente c’è una qualche forma
di organizzazione a guidarne la mosse.
Chiedono un’offerta con petulanza e
talvolta prepotenza, evidentemente
abbeverati dalla retorica del “povero
rifugiato” e della facile accoglienza,
ma non hanno assolutamente i volti
sofferenti, anzi, sulle facce c’è stampato
un sorriso ebete, di chi, ben nutrito da
qualche struttura di accoglienza, impiega il suo tempo a bighellonare per strada
o stravaccati a terra ad arrotondare gli
introiti con le offerte pietose, probabilmente avendo affrontato la traversata
fino all’Italia senza il fardello del bagaglio della dignità. Ad Aversa molti
sono ospitati dalla Caritas, ma chi vigila
su di loro? Potrebbero in breve trasformarsi da questuanti auto organizzati a
manovalanza per la criminalità. In un
territorio come il nostro, con numerose
criticità ed ampie sacche di povertà,
che impatto può avere questa presenza
massiccia?
Salvatore de Chiara
PRIMO PIANO
contro natura, un’unione votata al
divorzio in tempi brevi a meno che
una delle parti in causa non subisca in
silenzio (come sta avvenendo ora con il
sindaco De Cristofaro & friends).
Abbiamo ricordi in prima persona di
come il primo cittadino attuale li abbia
osteggiato (d’altronde lo ha fatto anche
pubblicamente) su più temi e in maniera
scomposta. Basta ricordare l’episodio
dell’asfalto sui sampietrini di via Roma.
In quel frangente De Cristofaro ebbe
parole di fuoco su quanto aveva fatto e
quanto stava facendo Peppe Sagliocco
lasciando trasparire la sua volontà di
candidarsi.
Oggi De Cristofaro subisce, come
La giovane vice Sindaca
perde le staffe, ma non è
colpa nostra. Perché
il Sindaco non dice che
i debiti fuori bilancio
sono quasi tutti eredità
di Sagliocco?
quando si parla, ad esempio, di debiti
fuori bilancio. Sembra che nella maggioranza di centrodestra vi sia stato un
ordine netto, secco a non dire la verità
più semplice, una verità che li avrebbe
tolti anche dai guai e dagli imbarazzi
politici; questi debiti sono quasi tutti
(salvo rare eccezioni) eredità della
precedente amministrazione Sagliocco.
Una verità che non si può dire, tanto da
subire gli strali dell’opposizione che fa
la propria parte.
Lo stesso De Cristofaro, poi, è stato
visibilmente in imbarazzo quando tutti
parlavano, in occasione dell’inaugurazione dei nuovi uffici del giudice di
pace, di quanto aveva fatto per il tribunale il suo predecessore. Di quella fase
dell’apertura del nuovo tribunale ha
ricordato solo i debiti fatti dal Comune
e che dovrebbero essere recuperati.
“Noi Aversani”, ne siamo convinti,
tiene chiuso, per ora, il rubinetto del
gas di questa amministrazione e lo farà
sino a quando non sarà contrariato. De
Cristofaro è avvisato. Altro che “pennivendoli”.
5
PRIMO PIANO
Aversa accantonata nella conferenza dei Sindaci dell’Asl, ma c’è una ricompensa
Zinzi vuole De Cristofaro
alla guida della Provincia
Intanto le opposizioni sparano a zero sull’attuale primo cittadino normanno per la
brutta figura fatta nell’organismo di controllo e di indirizzo della sanità casertana
w Nicola Rosselli
I
6
l sindaco di Aversa Enrico De
Cristofaro prossimo presidente
dell’amministrazione provinciale
di Caserta. Sarebbe questa, secondo
i beneinformati, la ricompensa che
l’attuale amministrazione comunale
dovrebbe ricevere per aver consentito
al centrodestra casertano di aver spadroneggiato in seno alla conferenza dei
sindaci dell’Asl di Caserta dove la città
normanna è stata accantonata come
se fosse l’ultima della classe, come se
non avesse il presidio ospedaliero più
importante di quell’Asl.
Non sappiamo se quanto ipotizzato
corrisponda a vero, ma, a quanto pare,
tutto sarebbe avvenuto sotto la regia
del consigliere regionale di Forza Italia
Gianpiero Zinzi, molto vicino al sindaco di Aversa Enrico De Cristofaro.
L’esponente azzurro ha portato il sindaco di Mondragone, Giovanni Schiappa,
e il collega di San Nicola la Strada, Vito
Marotta, ai vertici dell’organismo di
controllo e indirizzo della sanità casertana con l’intento, appunto, di collocare
l’amico aversano Enrico De Cristofaro
a Corso Trieste, a capo della provincia
di Caserta.
Intanto l’opposizione non ha risparmiato critiche per come è andata nella
conferenza dei Sindaci dell’Asl Caserta. «Il risultato del voto, che ha eletto
la nuova conferenza dei sindaci dell’Asl
di Caserta - ha dichiarato il capogruppo
consiliare del Pd Marco Villano - relega
la città di Aversa, che ospita uno degli
ospedali più importanti della provincia,
al ruolo di fanalino di coda. Ancora una
volta il sindaco, Enrico De Cristofaro,
dimostra la sua debolezza politica a
danno della comunità. De Cristofaro va
Gianpiero Zinzi ed Enrico De Cristofaro
Villano: “Ancora una
volta il sindaco, Enrico
De Cristofaro, dimostra
la sua debolezza
politica a danno della
comunità. Ha svenduto
Aversa agli interessi
del suo gruppo politico”
a braccetto con Domenico Zinzi e svende la città di Aversa agli interessi del suo
gruppo politico, che non ha a cuore le
sorti del territorio. Voglio ricordare che
per l’accordo politico sull’Asi, fatto alla
luce del sole, ci furono critiche aspre.
Ora per l’Asl si sono utilizzati gli stessi
metodi precedentemente denigrati e
demonizzati, con la differenza che per
l’area industriale noi come Pd, senza
avere uomini nelle stanze dei bottoni,
siamo riusciti a garantire la leadership
alla nostra città, mentre De Cristofaro
ha ceduto su tutti i fronti». «Faccio i
complimenti a Schiappa - ha affermato
da parte sua Rosario Capasso, altro
consigliere di opposizione - ma non
posso rallegrarmi con il sindaco De
Cristofaro. Aversa, con questo voto, è
stata declassata ed emarginata, messa
in secondo piano rispetto all’intera provincia di Caserta. È chiaro che siamo di
fronte ad un fallimento della politica di
chi governa la nostra città, che ha perso
la sua naturale vocazione ad avere un
ruolo guida per il territorio. Aversa è la
seconda città della provincia di Caserta,
ha il Tribunale di Napoli Nord, i Dipartimenti universitari e un ospedale che
serve ben 500mila utenti all’anno. Con
tutto il rispetto per Mondragone ritengo
che a guidare la conferenza dei sindaci
dell’Asl ci dovesse essere proprio la
nostra città».
7
L’EVENTO
Evento benefico pro terremotati il sei dicembre organizzato dal Lions Club di Aversa
Peppino di Capri in
concerto al Metropolitan
w Italia Mauriello
I
8
l sei dicembre alle ore 20.30 al Teatro Metropolitan ci sarà una delle
leggende della canzone italiana,
Peppino di Capri. L’artista terrà il suo
concerto in una serata organizzata dal
Lions Club “Aversa Città Normanna”,
presieduto da Annamaria Petrillo, con il
Comune che ha concesso il patrocinio.
Un’ iniziativa di beneficenza rivolta
alle popolazioni del centro Italia che
nei mesi scorsi sono state colpite da
due forti terremoti che hanno seminato
morti e tantissima distruzione. E da quei
tragici avvenimenti in Italia è scattata
la solidarietà a 360 gradi. Così anche
i vertici nazionali e addirittura internazionali dei Lions si sono mobilitati.
Il presidente internazionale del Lions
Club, il giapponese Jitsuhiro Yamada,
ha voluto visitare personalmente i
Peppino Di Capri
L’EVENTO
luoghi colpiti dal sisma in Italia ed è rimasto molto scosso, nonostante il fatto
che da giapponese non sia estraneo alla
convivenza con il terremoto, da quanto
visto. Ed è proprio in seguito a questa
sua visita che ha spronato i Club Lions,
sia italiani che esteri, ad attivarsi in una
gara di solidarietà per la popolazione
terremotata italiana.
“Dove c’è un bisogno - esordisce Annamaria Petrillo, presidente del Lions
Club di Aversa – c’è un lions. Questo è
il nostro motto che ci guida nella nostra
azione e non potevamo non cogliere lo
sprone del nostro presidente internazionale. Con il patrocinio del Comune
di Aversa, e ringrazio il sindaco De
Cristofaro e l’assessore Oliva, abbiamo
organizzato questo evento al Teatro
Metropolitan il giorno sei dicembre,
con uno degli artisti più amati nel
nostro Paese, che ha fatto breccia in
più generazioni. Grazie anche ad Enzo
Anoldo, musicista aversano che da
anni è tra i principali collaboratori del
grande Peppino di Capri e che ha reso
possibile la presenza del cantante qui ad
Aversa. Grazie agli sponsor per il loro
contributo. Infine un sentito ringraziamento ai soci del mio club che si sono
attivati, al nostro governatore Renato
Rivieccio e pure a tutte le associazioni e
Ad aprire la serata ci
sarà un omaggio a
Pino Daniele, altro
grande artista, che
proprio ad Aversa
mosse i primi passi
artistici con la Tribute
Band Mille Culure
Renato Rivieccio e Petrillo
alle persone che si stanno impegnando
nella distribuzione degli inviti il cui ricavato sarà dato in beneficenza, perché
oltre alla bella serata non bisogna mai
perdere di vista il senso dell’iniziativa
vale a dire Insieme per i terremotati del
Centro Italia. Vi aspettiamo numerosi”.
Ad aprire la serata ci sarà un omaggio
a Pino Daniele, altro grande artista, che
proprio ad Aversa mosse i suoi primi
passi artistici con la Tribute Band Mille
Culure formata da Alfonso d’Apuzzo
(voce e chitarra), Enzo Anoldo (piano),
Pascal De Angelis (basso), Cherubino
Fariello (chitarra) e Tony Mambelli
(batteria). Poi sul palco Peppino di Capri, che si esibirà in concerto. Un artista,
fine, elegante e raffinato, che ha saputo
con le sue canzoni incantare diverse
generazioni. Da “Tu si na malatia” a
“Champagne”, passando per “Roberta”,
per ben quindici festival di Sanremo, un
vero record, (due vinti con “Un grande
amore e niente più” nel 1973 e “Non lo
faccio più” nel 1976), quasi quaranta
milioni di dischi venduti e perfino 24
film, tra cui quello esilarante dello scorso anno Natale col boss. L’evento aprirà
anche il cartellone di Natale ad Aversa
e sarà presentato dal nostro direttore
Giuseppe Lettieri e non mancheranno le
sorprese.
Per info sugli inviti si potrà chiamare il
3533266034 o rivolgersi al botteghino
del Metropolitan.
9
LA SORPRESA
Un vero record per la squadra di Sergio Di Meo: sono la sorpresa del campionato
Sigma Aversa, cinque
vittorie di fila in serie A
La squadra maschile di pallavolo aversana, che milita in serie A2, vince ad
Alessano in Puglia conquistando il quinto successo consecutivo
w Giuseppe Lettieri
D
opo una gara al cardiopalmo in
terra pugliese con l’Alessano,
l’Aversa del volley di serie A2,
porta a casa il quinto successo consecutivo. Un vero record mai accaduto
nella quasi sessantennale storia della
pallavolo normanna in uno dei due massimi campionati, neanche ai tempi della
Virtus quando militava tra la metà degli
anni Settanta e degli anni Ottanta in
A1 e A2. In penisola salentina i ragazzi
10 guidati da Bosco erano andati per conquistare la terza vittoria consecutiva in
trasferta, dopo aver vinto a Lagonegro
e a Roma contro Club Italia. Dopo un
Sigma Aversa ...e sono cinque!
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LA SORPRESA
ottimo avvio su due set a zero, i pugliesi
sono emersi portandosi sul due pari
e andando avanti anche sul tiebreak.
Quando tutto sembrava compromesso
Enrico Libraro e company ci hanno
messo cuore e testa e alla fine con un
18-16 portano a casa un’altra vittoria.
“Una trasferta massacrante - dice Sergio
Di Meo - ma al ritorno, causa l’euforia
del risultato, non sono riuscito a dormire. Siamo la sorpresa del campionato e
nessuno se l’aspettava. Il nostro obiettivo è la salvezza e vincere cinque gare
contro altrettante concorrenti a questo
obiettivo ci permettono di iniziare a
sognare. Certo manteniamo i piedi per
terra ma devo dire che i ragazzi sono
stati fantastici. Riportare dopo 32 anni
la serie A nella nostra Aversa, è una
esperienza esaltante, ma nel contempo
non facile. Il merito di questi risultati
va tutto alla staff tecnico a cominciare
dall’allenatore Mister Pasquale Bosco,
che tra gli addetti ai lavori, e non solo,
si sta rivelando come uno dei migliori
tecnici della serie A, fino a tutti gli altri
che sia a livello societario che tecnico
arricchiscono con il loro lavoro e la loro
dedizione il valore della Sigma Aversa.
Grazie anche agli sponsor ed ai tifosi
che vorrei vedere sempre più numerosi
sugli spalti del PalaJacazzi”.
Cinque anelli messi in fila: Potenza
Picena, Lagonegro, Club Italia Roma,
Ortona e Alessano. Successi che hanno
proiettato la Sigma Aversa nelle prime
posizioni, subito dietro Siena, Castella
Grotte, le due corazzate costruite per
vincere il campionato ed il Viterbo,
squadra che abbiamo incontrato alla
prima di campionato perdendo nella
città laziale 3-2 e portando a casa un
punto. Oggi però alle ore 16.00 ritorna
ad Aversa dopo 33 anni quella che all’epoca si chiamava Codyeco Santa Croce
(loro sono i Lupi Santa Croce) e che
oggi si chiama Kemas Lamipel Santa
Croce. All’epoca era il 12 Novembre
1983 presso il Capannone (ex Consorzio Canapa) perdemmo per tre a zero
(stesso risultato al ritorno in Toscana).
Ma erano altri tempi. Oggi non c’è
l’Indesit Aversa ma la Sigma, e c’è il
PalaJacazzi, che a prescindere dalle nostalgie può contenere un pubblico pari a
sei volte quello del Capannone. Quindi
tutti al PalaJacazzi oggi pomeriggio alle
16,00 per gridare Forza Sigma Aversa!
11
LA LETTERA
Ci ha scritto il pastore evangelico Remo Cristallo
La tenda degli evangelisti:
“Non ce ne andremo”
“Lo stato di debolezza economica della chiesa non può essere l’occasione per sottrargli
il bene, sarebbe una grave ingiustizia a danno di una comunità di onesti cittadini”
I
nnanzitutto vorrei tentare di correggere l’uso improprio del termine
“Evangelisti” largamente usato dagli organi di stampa e anche nel dibattito
politico di questi giorni per la questione
dello sfratto della struttura sede storica
di culto della chiesa evangelica che rappresento. Non perché “evangelista” sia
un termine a noi sgradito, anzi, tutt’altro,
è un termine storicamente troppo importante per attribuirlo genericamente a tutti
i credenti osservanti il rito evangelico.
Teologicamente “Evangelisti” sono gli
scrittori dei quattro vangeli cristiani
12 (Matteo, Marco, Luca e Giovanni), noi
siamo semplicemente “EVANGELICI”
dunque seguaci dei vangeli. Fatta questa pignola osservazione, veniamo al
Remo Cristallo
merito della vicenda che sta agitando il
consiglio comunale cittadino. Abbiamo
apprezzato l’intervento del Consigliere
Michele Galluccio che con amministrativo buonsenso chiedeva di “accertare
se effettivamente il capannone non sia
più utilizzato per le attività di culto”.
Poiché altri hanno tratto conclusioni
affrettate, mi urge fornire qualche nota
di chiarificazione per chi è interessato
alla questione.
L’impianto ecclesiastico è stato edificato su un terreno affidato in concessione
dal Comune di Aversa nell’anno 1983.
Molti degli attuali protagonisti della vita
politica cittadina portavano i pantaloncini corti. Effettivamente la chiesa ha
una presenza cittadina sin dai primi anni
LA LETTERA
70. La “Tenda evangelica” è servita
esclusivamente per le attività di culto e
attività di assistenza sociale “no profit”
della comunità cittadina di credenti di
fede evangelica. E’ noto a tutti che la
Comunità Evangelica aversana rappresenta una delle chiese evangeliche più
floride ed importanti a livello nazionale
ed internazionale.
La struttura di cui stiamo trattando è
all’origine un Pallone tenda che ricopre
alcuni manufatti realizzati per le attività
di culto (altare, auditorium, uffici, sale
riunioni, servizi igienici). Successivamente la struttura pressostatica è
stata trasformata in una tensostruttura
per alleggerire i costi di esercizio.
La crescita delle attività ha portato la
chiesa a spostarsi nell’attuale sede di
Via Gramsci 78, civico posto al confine
dei territori di Giugliano in Campania e
Sant’Antimo. Nondimeno, la chiesa non
ha mai “abbandonato” la sede storica di
via E. De Filippo 6, dove si svolgono
ininterrottamente attività liturgiche di
preghiera alle ore 06,00 del mattino.
Quando si parla di revocare la concessione si sta dicendo in altre parole:
“Spodestiamo una chiesa e le sue attività che accompagnano la storia cittadina
da circa 50 anni”. Non mi sembra una
campagna di illuminata lungimiranza e
sensibilità verso il pluralismo e la convivenza pacifica delle minoranze religiose
sullo stesso territorio. Aversa è la città
delle “cento chiese” se a queste ve ne
aggiungiamo altre due di tradizione
“protestante/evangelica” che fastidio ne
ha la cittadinanza? Posto che le chiese
sono sempre un presidio di valori umani e agenzie di solidarietà verso le fasce
sociali più deboli. Fa che ancora una
volta si nascondono altri interessi politici dietro la scusa del “buongoverno”?
E’ vero, la struttura è ridotta piuttosto
male. Il problema è che la chiesa non ha
ancora trovati i fondi per la sostituzione
della copertura e per la riqualificazione
generale dell’impianto. Tuttavia, lo stato di debolezza economica della chiesa
non può essere l’occasione per sottrargli
il bene, sarebbe una grave ingiustizia da
perpetrare a danno di una comunità di
onesti e devoti cittadini. E’ chiaro che
dal canto nostro non ci rassegneremo a
subire tale prepotenza.
Cristallo Remo Carmine
13
LA MISSIONE
Il senatore aversano Lucio Romano, unico relatore italiano
Migranti, a Bratislava
primi concreti risultati
Approvato un nostro emendamento, che riconosce la possibilità di non prendere in
considerazione le spese per i migranti in quelle strutturali di bilancio
w Geppino De Angelis
A
14
Bratislava si è svolta la Conferenza delle Commissioni per gli
Affari europei dei Parlamenti nazionali nell’Unione Europea. Al senatore
aversano Lucio Romano, vicepresidente
della Commissione Politiche dell’UE,
che ha guidato la delegazione ed è stato
unico relatore italiano partecipando alla
sessione sulla sicurezza delle frontiere
esterne nel contesto dell’immigrazione,
abbiamo posto alcune domande.
Quali sono stati i temi al centro del
dibattito?
Premesso il riconoscimento e l’apprezzamento ufficiale per l’impegno
dell’Italia e del suo Governo, flussi migratori e gestione sono stati al centro del
dibattito, nella consapevolezza che non
è emergenza temporanea. Le migrazioni
sono fatti strutturali di questo tempo.
Speranze che guardano all’Europa:
comunità su cui si ripongono attese,
aspettative di tanti segnate da tragici
naufragi. Nel 2016, secondo l’Alto
Commissariato per i rifugiati, sono state
già 3.800 le persone morte nel tentativo
di raggiungere le coste europee. Nel
2015 sono state 3.771, di cui 600 bambini. Tutti dati ovviamente sottostimati.
Servono soluzioni durature e di respiro
europeo.
Nello specifico delle migrazioni, quali
sono le criticità?
Le principali sono: pressioni migratorie,
sicurezza e sostenibilità economica
in un contesto europeo con posizioni
diverse. Tra queste, il confronto con i
fautori di muri, fino alla sospensione
temporanea del trattato internazionale
di Schengen che assicura libera circolazione tra i Paesi membri dell’UE, è
stato impegnativo. Si sono confrontate
Paesi di origine
e di transito, con
adeguate risorse e
finanziamenti,
ed
è evidente la difficoltà a ricollocare i
migranti in Europa.
È cruciale il ruolo
dei paesi africani di
origine e di transito
dei flussi migratori.
Gli
obiettivi
da
raggiungere
sono:
migration compact,
corridoi umanitari,
partenariati
con
Lucio Romano alla conferenza di Bratislava
Mali, Niger, Nigeria,
Senegal ed Etiopia,
posizioni politiche contrapposte, visioni sicurezza. Alcuni di questi obiettivi sono
diverse nel dibattito in plenaria che ho già in corso di realizzazione. Solidarietà
avuto con il collega ungherese che ha e accoglienze condivise, sostegno ai
riconosciuto il gravoso ruolo assunto programmi di investimenti duraturi
dall’Italia e l’impegno umanitario che sono le vere vie di sviluppo. Ancora,
stiamo adempiendo. Infatti, le pressioni ricollocazione certa nei vari Paesi
sull’Italia sono iniziate molto prima dell’UE e contrasto ai crimini connessi
che per gli altri Stati membri coinvolti con le migrazioni. Il piano europeo per
dalle migrazioni dalla Siria e dal vicino gli investimenti nell’Africa ha una dote
di 3,35 miliardi di euro che permetterebOriente.
be di mobilitare, grazie all’effetto leva,
Qual è la posizione dell’Italia?
Pressioni migratorie, accoglienza, ulteriori ingenti investimenti privati per
integrazione e sicurezza delle frontiere 44 miliardi di euro. Somma che potrebbe
devono essere in carico dell’Europa e anche raddoppiare grazie al contributo
non solo dell’Italia. Ci sono questioni degli Stati membri.
relative alla sostenibilità di gestione del Quale risultato ha raggiunto l’Italia
fenomeno. Sono disponibili le risorse con la Conferenza di Bratislava?
che la Commissione europea ha messo Nel documento finale è stato approvato
a disposizione degli Stati membri mag- un nostro emendamento, contrastato da
giormente interessati, attraverso il Fon- alcuni Paesi, che riconosce la possibilità
do per l’Asilo e le Migrazioni (AMIF) di non prendere in considerazione le
e il Fondo per la sicurezza interna. Ma spese per i migranti in quelle strutturali
di bilancio. Inoltre è stata approvata da
non sono sufficienti.
Quali soluzioni sono state proposte diciannove delegazioni la dichiarazione
italiana che esclude le spese per i terredall’Italia?
Non c’è ancora una soluzione UE che moti dal patto di stabilità. Risultati non
privilegi il blocco delle partenze dai facili da raggiungere.
15
IL PROGETTO
La stazione ferroviaria presto collegata con via Atellana. Ma c’è un punto interrogativo
Sottopasso, il regalo
di Natale per gli Aversani
Sarà capace il Comune di realizzare in tempi rapidissimi il parcheggio a servizio della
stazione ferroviaria previsto nell’area standard comunale di via Atellana?
w Antonio Arduino
I
l sottopasso destinato a collegare via
Atellana alla stazione ferroviaria,
permettendo ai viaggiatori provenienti dal lato di Aversa al confine con
Gricignano di entrare in stazione senza
dover raggiungere piazza Mazzini, sarà
completato entro fine dicembre.
Ripresi, infatti, da poco più di un mese
dopo una serie di stop, iniziati nel luglio del 2011 a causa del rinvenimento
di un ordigno bellico della seconda
guerra mondiale, ripartiti, poi, nel 2013
16 e poi di nuovo sospesi a seguito di una
revisione del progetto nazionale Cento
Stazioni che escluse lo scalo di Aversa,
inizialmente presente nel programma
redatto dal Gruppo Ferrovie Italiane, i
Sottopasso, i lavori in via Atellana procedono spediti
IL PROGETTO
lavori sono in uno stadio avanzato al
punto da lasciar prevedere la conclusione entro il prossimo mese.
L’attivazione del sottopasso permetterà
di ridurre in maniera considerevole il
carico veicolare dell’area cittadina circostante piazza Mazzini gravato dalla
presenza di due istituti scolastici con
sede in via Fermi, il liceo Scientifico ed
un plesso del primo Circolo didattico.
L’allora sindaco
Sagliocco era sul punto
di ottenere dall’ente
Regione fondi Por per
la realizzazione di un
parcheggio multipiano
nell’area standard
di via Atellana
Tutto questo, però, se l’amministrazione in carica sarà capace di realizzare
in tempi rapidissimi il parcheggio a
servizio della stazione ferroviaria previsto nell’area standard comunale di via
Atellana destinata, appunto, secondo
progetto, ad ospitare un parcheggio
multipiano da edificare con fondi POR
che l’allora sindaco Sagliocco era sul
punto di ottenere dall’ente Regione.
Un iter sospeso per la caduta dell’amministrazione che andrebbe ripreso
immediatamente per ottenere i finanziamenti necessari. In attesa sarebbe
necessario ipotizzare un’alternativa
capace di fornire comunque un parcheggio a servizio della stazione per
evitare che il caos quotidiano, creato
dall’alto volume di automezzi che
raggiungono piazza Mazzini, si sposti
su via Atellana rendendo estremamente
difficile il traffico veicolare normalmente complicato sia per la presenza di
circa tremila abitanti, residenti nei numerosissimi condomini sorti negli anni
tra via Atellana e via Dell’Archeologia,
sia per la presenza di due affollatissimi
istituti scolatici con sede proprio in via
Dell’Archeologia. Insomma, il destino
del sottopasso in via Atellana è legato a
doppio filo alle decisioni del Comune,
perché senza parcheggio non avrebbe
senso permettere a chi proviene da via
Atellana di accedere alla stazione.
17
LA PROPOSTA
Il progetto realizzato da “Democrazia&Territorio” e De Cristofaro dice sì
“Patto per la Movida”, maxi
ztl e piazze libere da auto
w Livia Fattore
P
iazze liberate e restituite agli
aversani grazie ad una maxi ztl
nelle serate dei fine settimana
dedicate alla movida che richiama centinaia e centinaia di giovani dall’intero
hinterland, dal venerdì alla domenica
grazie ad un patto tra l’amministrazione
e i cittadini. Si chiama, infatti, «patto
per la movida» il progetto redatto dai
tecnici dell’associazione politico –
culturale Democrazia & Territorio che
l’amministrazione comunale intende
fare proprio con l’attuazione.
Come sottolineato da Antimo Castaldo,
presidente di Democrazia & Territorio,
18 il progetto è stato redatto dall’ingegnere
Tito Fatatis, responsabile del dipartimento mobilità di D&T, e dall’architetto Luca Fabozzi.
Nello specifico si avranno otto varchi
Il “Patto per la Movida” partorito da Antimo Castaldo
LA PROPOSTA
a delimitare una maxi zona a traffico
limitato che vedrà al proprio interno
la presenza delle più importanti piazze
centrali della città (Piazza Marconi,
piazza Trieste e Trento, piazza San Nicola, piazza Municipio, solo per citarne
alcune).
A corona dei varchi, lungo il perimetro, i redattori del progetto hanno
individuato la possibilità di parcheggio
pubblico (strisce blu) per almeno 600
autovetture, oltre a parcheggi privati.
«L’obiettivo – ha dichiarato Castaldo è quello di dare vita ad un meccanismo
virtuoso che porti a liberare il centro
dalle auto nelle notti di movida rendendo effettivamente fruibili le piazze
cittadine. Ovviamente funziona solo
se si attua in toto. Siamo di fronte ad
un progetto che si autofinanzia con le
entrate dei parcheggi (andrebbe bene
anche una tariffa unica per le ore di
movida) e che cancellerà la piaga dei
parcheggiatori abusivi. Ai varchi prevista la presenza della protezione civile
e in strada ci saranno gli ausiliari del
traffico. Gli agenti di polizia municipale saranno, invece, presenti all’interno
della ztl anche per verificare il rispetto
delle ordinanze».
Il progetto fu sottoposto all’attenzione
Saranno otto i varchi a
delimitare una maxi
zona a traffico limitato
che vedrà al proprio
interno la presenza
delle più importanti
piazze centrali
della città di Aversa
Antimo Castaldo
della giunta de Cristofaro al suo insediamento. Il sindaco, di concerto con la
maggioranza, lo ha analizzato ritenendolo un valido strumento per affrontare
le problematiche che si producono
nell’area del centro storico a seguito
della grande attività delle attività ricreative nelle serate di fine settimana.
«La grande rinascita economica della
zona del centro storico – ha dichiarato
da parte sua il sindaco De Cristofaro
- è un fattore positivo per Aversa, ma
necessita di essere regolamentata dall’amministrazione
comunale. Dopo il proficuo
incontro che ho avuto qualche
settimana fa con i gestori dei
locali di via Seggio e dopo
aver ascoltato anche le esigenze dei residenti, presenteremo
questo nuovo progetto frutto
della sinergia tra il Comune
ed una associazione di cittadini, altra tappa di quel percorso
di condivisione che abbiamo
avviato sin dall’inizio della
mia amministrazione, per
giungere ad una gestione par- 19
tecipata anche del fenomeno
movida che è sempre stato un
mio obiettivo».
LA POLEMICA
Vito Riccitiello: “L’assessore all’Ambiente Tiziana D’Aniello sembra essere un’ombra”
“Ripulire Aversa al di
là della propaganda”
“Sembra che l’ambiente e l’ecologia siano materia di nessuno, visto che si è dovuto
scomodare il Sindaco per far ripulire qualche zona della città”
w Italia Mauriello
I
l 6 novembre il Sindaco di Aversa
Enrico De Cristofaro ha annunciato
con un video sul proprio profilo Facebook l’avvio dell’operazione “Aversa
Pulita”, ovvero l’impegno assunto
dall’attuale amministrazione per curare
la pulizia e il verde nella cittadina
normanna. Il tutto suffragato da una
serie di immagini di varie zone della
città, quali ad esempio Piazza Marconi
o Viale Olimpico, ripulite a dovere.
20 Tale “lancio” ha riscosso indubbiamente consensi, ma sollevato alcune
perplessità su alcuni membri della
Vito Riccitiello
amministrazione stessa. L’esponente
dell’MCA, Laboratorio Alternativo di
Idee, ing. Vito Riccitiello, commenta la
vicenda: “Ho guardato il video postato
sul profilo Facebook del Sindaco con
estrema attenzione. Molto presente
nel tour della città è stato, con lui, il
consigliere Di Virgilio che visti i continui interventi in materia di ecologia
e verde pubblico sembrerebbe già
essere a suo agio nei panni di assessore
all’ambiente. Peccato che questo ruolo
istituzionale dovrebbe essere rivestito
dall’arch. Tiziana D’Aniello che invece
sembra essere un’ombra. Non si vede
e non si sente, tant’è che le sue ultime
dichiarazioni degne di nota si sono re-
LA POLEMICA
gistrate qualche tempo fa per informare
i cittadini che il sistema della raccolta
differenziata sarebbe cambiato. Eppure
le deleghe dell’Assessore D’Aniello
sono molteplici e tutte decisamente
importanti. L’ecologia e l’ambiente,
soprattutto nei nostri territori sono due
aspetti delicati, idem il tema dei parchi
pubblici, per il quale il Movimento
a cui appartengo ha già lanciato una
prima idea, o ancora dell’igiene urbana.
Sembra invece che siano materia di nessuno, visto che si è dovuto scomodare
il Sindaco per far ripulire qualche zona
della città. Anche questo però merita un
appunto”.
“L’igiene urbana - continua l’Ing.
Riccitiello - va monitorata giorno per
giorno e le immagini pubblicate non
testimoniano la realtà quotidiana. In
molti angoli della città, ad esempio in
zona San Giovanni, i rifiuti non sono
assolutamente prelevati in maniera
puntuale e tempestiva; discorso simile
andrebbe fatto poi per gli interventi
di disinfestazione da ratti e blatte,
pagati dai cittadini. Infatti la normale
manutenzione in alcune zone è fatta in
maniera costante ed in altre, per lo più
periferiche, in maniera superficiale e
discontinua. Mi preme poi un appunto
sulla questione randagi. Il costo che
comporta la rimozione dei “poveri”
cani è enorme per il Comune, che non
ha una struttura ad hoc ma è costretto
a rivolgersi al Comune di Frattamaggiore. Non sarebbe attuabile anche ad
Aversa una iniziativa del tipo “Adotta
un randagio, non paghi la Tares”!? Si
tratterebbe di una soluzione, peraltro
già adottata in molte zone d’Italia,
vantaggiosa sia per il Comune che risparmierebbe soldi pubblici, sia per chi
eventualmente adotta un randagio che
andrebbe a risparmiare così una bella
cifra (dovrebbe prevedersi un incentivo
già fissato), sia per gli animali che
troverebbero una famiglia”.
“In buona sostanza – conclude l’esponente dell’MCA Riccitiello – va bene la
ripulitura di Aversa e la propaganda via
Social Network, ma le iniziative da attuare sono molteplici. A condizione che
però l’Assessore preposto inizi a fare il
suo dovere e inizi a onorare gli impegni
scaturenti dal suo seggio Comunale”.
Riflessioni che non si possono non
condividere quelle di Riccitiello.
il buon cioccolato dal 1991
21
L’APPUNTAMENTO
I bambini sono capaci di capire meglio degli adulti quanto accade intorno a loro
Unicef e vittime della strada,
la giornata mondiale
Una piazza gremita di bambini, provenienti da tutti i Circoli didattici aversani,
che hanno calcato da protagonisti il palco installato sotto il monumento ai caduti
w Antonio Arduino
U
na festa dell’infanzia che ha
dimostrato come i bambini
siano capaci di capire meglio
degli adulti quanto accade intorno
a loro. Questo in estrema sintesi il
bilancio della Giornata Mondiale delle
Vittime della Strada e Dei Diritti dell’Infanzia, sponsorizzate rispettivamente
dall’AIFVS-Mamme Coraggio onlus e
dall’UNICEF, che si è svolta domenica
20 novembre in piazza Municipio. Una
piazza gremita di bambini, provenienti
22 da tutti i Circoli didattici aversani che
hanno calcato da protagonisti il palco
installato sotto il monumento ai caduti,
più significativo che mai in questa
occasione, essendo la giornata dedicata
al ricordo delle migliaia di vittime della
strada. Sono stati loro a porre domande
all’amministazione comunale, rappresentata dal sindaco De Cristofaro, sul
Le loro domande puntuali
perché si debba permettere agli automobilisti di mettere in atto comportamenti
che nulla hanno di civile. Con disegni
ispirati alle situazioni di pericolo e
di menefreghismo create ogni giorno
dagli automobilisti, come ad esempio la
sosta selvaggia anche sui marciapiedi,
i bambini delle scuole aversane hanno
richiamato l’attenzione del sindaco
sulla necessità di rinforzare il corpo dei
vigili urbani. Dimostrando una inaspettata capacità critica, i bambini hanno
risposto alle domande poste loro da un
rappresentante dell’Unicef sulle conseguenze del mancato uso dell’auricolare
o dell’abuso dell’alcol da parte di chi si
pone al volante. C’è stata persino una
bimba che ha chiesto il perché si costruiscano automobili che vanno troppo
veloci se esistono dei limiti di velocità.
Naturalmente, benché finalizzata anche
al ricordo delle vittime della strada,
tragedie che buttano letteralmente nella
disperazione intere famiglie, tra i vari
stand informativi installati nella piazza
non è mancato uno spazio dedicato al
gioco. E così è riapparsa la “campana”
dell’infanzia degli over 60, il lancio dei
cerchi premiato con gadget e lo stand
che dona peluche.
Badanti, l’Asl dà il via ad un corso gratuito
E’
stata presentata il 23 novembre, presso la Sede
del Distretto 17 di Aversa
dell’ASL Caserta, l’ultima iniziativa
voluta dal direttore Mariano Buniello e
che riscuoterà un enorme successo data
la forte richiesta della figura. Si tratta
di un “Corso per Badanti ed Assistenti
familiari”, un’iniziativa concreta per le
fasce deboli ed il relativo “mondo” di
riferimento.
Si tratta della prima edizione di un corso che vedrà sicuramente delle puntate
successive. Il corso, articolato in cinque
incontri, inizierà il 15 dicembre. Gli
incontri si terranno il giovedì presso la
sede del Distretto 17 di Aversa dell’Asl
Caserta, in via S. Lucia, monoblocco b,
e nelle case di riposo.
La figura della badante o del badante nella
cura degli anziani e
dei disabili sostituisce
i familiari impossibilitati a farlo e che,
talvolta, non vogliono
farlo. La domanda
di partecipazione va
presentata entro e non
oltre il 6 dicembre
2017. Per eventuali
Una grande iniziativa del Distretto 17 di Aversa contatti riferirsi al
dott. Vittorio Savino
secondo piano, proponendosi di formare (UO Ribailitazione) tel. 081/5001247,
gratuitamente il personale che si occupa fax 081/5001245 , mobile 391/1836575
degli anziani a domicilio, negli ospedali – vsavinoibero.it.
23
CRONACA
Il maggiore Antonio Forte si presenta con una grande operazione
Droga, la spacciavano
degli insospettabili
w Nicola Rosselli
A
versa e lo spaccio di droga. Un
binomio inscindibile che più
volte abbiamo riportato anche
da queste colonne come un fenomeno
che, oramai, pervade la gioventù normanna soprattutto per l’estrema facilità
di reperimento. Una realtà che è venuta
fuori nei giorni scorsi in occasione di
una maxi operazione dei carabinieri.
Quindici le persone arrestate su ordine
del gip del tribunale di Napoli Nord.
Sono tutte ritenute responsabili di decine di episodi di spaccio, in particolare
di hashish, cocaina e crack.
In realtà, sono 21 gli indagati della
24 Procura della Repubblica del Tribunale
aversano diretta dal procuratore capo
Francesco Greco.
I luoghi di vendita della droga, che,
come spesso segnalato, veniva spaccia-
Le dosi sequestrate dai carabinieri di Aversa
CRONACA
ta anche a minorenni, erano un noto bar
di piazza Principe Amedeo e una sala
giochi in piazza Municipio, situati nel
centro della città normanna.
Il fascicolo è stato aperto nel marzo
di quest’anno grazie, probabilmente,
anche alla denuncia di alcuni genitori
di ragazzi ossessionati dalla droga che
si vende e si consuma ovunque, dal
Parco Pozzi ai portici della Casa Comunale. Da quel momento in poi sono
scattate le intercettazioni telefoniche
e i pedinamenti che hanno consentito
ai carabinieri di ricostruire la rete e le
modalità di spaccio.
«Mi servono dieci paia di scarpe».
«C’è un biglietto». «Ho bisogno della
macchinetta grossa». Queste alcune
delle affermazioni in codice emerse
dalle intercettazioni contenute negli
atti dell’inchiesta chiamata «Paperino
Drug». I magistrati e i carabinieri hanno preso spunto da un’immagine di Donald Duck impressa su uno dei panetti
di droga. E proprio sul giro di droga ad
Aversa, Gricignano di Aversa e nei comuni a nord di Napoli, l’inchiesta della
Procura di Napoli nord ha fatto luce.
L’indagine, eseguita dal maggiore dei
carabinieri Antonio Forte e dai tenenti
Adolfo Donatiello e Flavio Annunziata,
ha smascherato una serie di insospetta-
“Mi servono dieci paia
di scarpe”, “C’è un
biglietto”, “Ho bisogno
della macchinetta
grossa”: queste alcune
delle affermazioni in
codice emerse dalle
intercettazioni
Il maggiore Antonio Forte
bili che gestivano le piazze di spaccio
in città. Gli indagati erano sicuri di
non incappare in indagini giudiziarie;
usavano, però, termini di fantasia per
indicare la droga: dai «biglietti» alle
«prevendite», ma anche «le birre»,
e giravano inoltre con dosi singole
addosso, per provare ad apparire come
semplici consumatori se fossero stati
fermati dalle forze dell’ordine. Uno
dei referenti del gruppo era conosciuto
come “Spiniello”, che un giorno ha
aperto la mente degli inquirenti quando
in una intercettazione con altri
due indagati ha
riferito: «Quelle
sei per me dove
sono?». Si davano appuntamento «per ballare»
e poi sniffavano
e
lucravano
sulla rivendita
di
sostanza
proibita.
In manette sono
finite
nove
persone, quasi
tutte di Aversa,
e cinque ai domiciliari.
25
Tiziana ovvero quando il web non perdona
A
maggio 2015 Tiziana diventa la
protagonista assoluta dei social
network. Su Facebook, You
Tube e tanti altri siti sono postati video,
fotomontaggi, parodie dal contenuto
quasi sempre osceno, volgare e violento.
La famosa frase “Stai facendo un video?
Bravo!” è stampata su ogni tipo di
oggetto: dalle Tshirt ai cappellini, dalle
tazzine alle cover dei cellulari. Cantanti
famosi, calciatori, attori, tutti prendono
in giro la povera ragazza. A quel punto
Tiziana si chiude in casa. Non esce più,
non va al lavoro, non mangia. L’unica
soluzione è abbandonare la propria
terra e andare a vivere lontano dalla
“notorietà”. Così accade. Va a vivere in
Emilia Romagna. Ma questo non serve
26
a placare il suo dolore.
Arriva la depressione. Tiziana decide
di cambiare il cognome. La richiesta
viene accolta, ma è inutile. Tiziana tenta
il suicidio (una volta secondo i legali,
due volte secondo la madre). Successivamente va a vivere da una zia a
Mugnano. La segue anche la madre. Per
tentare di bloccare i video dà l’incarico
a una legale (pagata dal fidanzato) di
chiedere dei provvedimenti d’urgenza
al Tribunale di Napoli. Nella denuncia
Tiziana ammette di essere stata inizialmente d’accordo con il fidanzato a
inviare i video ad alcuni amici, ma di
essersi pentita quando si era accorta che
erano stati messi in rete.
Inizia una battaglia legale contro i
giganti del web come Google, Youtube,
Facebook, Yahoo. Si susseguono le
varie udienze presso il Tribunale, ad
Aversa. Il 5 settembre arriva la sentenza. La ragazza ha teoricamente ragione.
Ai giganti della rete era stata contestata
la mancata rimozione dei filmati. Alcuni riportavano solo frasi come “Stai
facendo un video? Bravo!” o semplici
riferimenti alla vicenda. Per questo la
ragazza “soccombe” in cinque casi su
dieci. Questo costa a Tiziana ben 18.225
euro più IVA, cioè la somma dovuta
per il risarcimento delle spese legali ai
cinque social network citati in giudizio
e risultati poi “innocenti”.
Per giunta il diritto all’oblio non le viene riconosciuto perché: “Presupposto
fondamentale perché l’interessato possa
opporsi al trattamento dei dati personali,
adducendo il diritto all’oblio è che tali
dati siano relativi a vicende risalenti nel
tempo. Non si ritiene che sia decorso
quel notevole lasso di tempo che fa venir meno l’interesse della collettività”.
Con la pubblicazione della sentenza
la storia ricomincia a essere una delle
più “commentate” in rete. Per Tiziana
è una nuova tragedia. Il sospetto che
questa circostanza potrebbe essere stata
la causa scatenante del suicidio inizia a
balenare nella mente di molti. Fatto sta
che un giorno la bella Tiziana scende
nella palestra di casa e, usando un foulard azzurro attaccato a un attrezzo per
il sollevamento pesi, si suicida. E’ il 13
settembre 2016. La vicenda, però, non
finisce qui. Il 4 novembre scorso il Tribunale civile di Napoli Nord respinge il
ricorso presentato da Facebook Ireland
contro l’ordinanza che condannava il
re dei social network a pagare le spese
legali a Tiziana. Anche se, per i giudici,
Facebook non è obbligato a verificare
e censurare preventivamente i
contenuti postati, i social network
devono comunque rimuovere i
contenuti denigratori, offensivi,
lesivi delle persone, quando
ciò viene richiesto dai diretti
interessati. A questo punto per la
madre di Tiziana l’unica ragione
di vita è la lotta per scoprire chi
è stato a mettere in rete i video.
Il primo a dover rispondere su
quanto è avvenuto è Sergio,
l’ex fidanzato. Ascoltato dalla
Procura di Napoli Nord, dai pm
Russo (sostituto di Napoli Nord)
e Milita (sostituto della Procura di
Napoli) come persona informata
sui fatti, Sergio, secondo il suo avvocato
dichiara che fu la fidanzata a inviare i
video, tramite WhatsApp, a quattro
ragazzi che aveva conosciuto in rete.
Sergio aggiunge poi di non sapere chi
abbia diffuso ulteriormente i video, ma
di certo quelle immagini, da quanto ne
sa lui, sono state inviate solo a quattro
persone. Noi crediamo che prima o poi
la verità uscirà fuori. Per ora, sappiamo
solo che dal racconto di Sergio e dagli
eventi tragici di questa vicenda emerge
in modo impressionante l’assoluta
sottovalutazione dei pericoli insiti
nell’uso disinvolto della rete. Internet
è uno strumento impareggiabile per chi
lo vuole usare per comunicare, conoscere, apprendere, studiare, progredire,
incontrare persone, coltivare interessi,
migliorare la propria vita e quella degli
altri. Può diventare, però, una vera e
propria anticamera dell’inferno per chi
ne fa un uso incontrollato, istintivo, non
riflessivo, spregiudicato. Il web non
perdona, non dimentica, non cancella.
Chi usa internet deve riflettere su ogni
azione che compie. Il rischio di ritrovarsi con altre tragedie, tipo quella di
Tiziana, è altissimo. Rifletteteci ogni
volta che accendete il vostro computer,
tablet o telefonino.
2 - fine
27
AVERSA
Un consigliere è particolarmente vigile con i Vigili
“Vigili sfaticati”,
ecco le foto
G
razie alla solerzia di un
consigliere comunale di maggioranza e alla collaborazione
del sindaco Enrico De Cristofaro, la
città normanna può fregiarsi anche del
servizio “scopri il vigile sfaticato”. Da
qualche settimana, come abbiamo potuto verificare, ci sarebbe un puntiglioso
consigliere comunale che, armato di
smartphone, immortala gli agenti di
polizia municipale che stanno per
entrare in un bar o stanno appoggiati
a qualche transenna o al muro. Veri e
propri dossier fotografici che vengono
poi consegnati dal zelante ed efficiente
consigliere comunale al primo cittadino. Questi, a sua volta, passa le foto
al comandante della polizia municipale
28
Stefano Guarino. Non sappiamo fino a
che punto corrisponda al vero, ma, pare,
che quest’ultimo, visibilmente (e giusta-
mente, osiamo dire) infastidito, avrebbe
detto al sindaco, parola più parola meno:
“Caro architetto, se lei ritiene che ci
siano gli estremi per la concretizzazione
di reati, me lo dica chiaramente e sarò io
stesso ad accompagnarla in Procura. Se
lei, però, non ha intenzione di farlo, non
mi invii più queste foto”.
Foto che, da quanto sappiamo, non significano un bel nulla. Fermo restando,
infatti, che nell’immaginario collettivo
i vigili urbani rappresentano una delle
categorie di lavoratori classificabili tra
quelle più scansafatiche, a chi non capita
durante il turno di lavoro, specialmente
fatto all’aperto, di non sentire il bisogno
di un caffè o di dover andare in bagno
per un bisognino fisiologico? Per non
parlare, poi, di un attimo di riposo per
prendere fiato e ricominciare.
Comunque, sia ben chiaro, l’azione del
Vigili urbani ...sotto controllo!
consigliere in questione è più che meritevole, Peccato, però, che questa attività
sia stata intrapresa solo per rappresaglia
contro gli agenti di polizia municipale. I
caschi bianchi normanni, infatti, qualche
giorno prima che il consigliere comunale
in questione si trasformasse in detective
avrebbero elevato nei suoi confronti una
contravvenzione al codice della strada
per aver posto la sua vettura in divieto
di sosta. I vigili si sarebbero sentiti dire
il fatidico “Voi non sapete chi sono io,
sono un consigliere comunale”. E il
vigile di turno: “Allora dovrebbe dare
il buon esempio”. Da qui la “tolleranza
zero” del giovane consigliere.
Il condominio
in...forma!
I
l piano ammezzato, chiamato anche mezzanino, è quel particolare
piano interposto tra il piano terra
ed il primo piano di un edificio, che,
in ambito architettonico, non viene
conteggiato nel computo complessivo
dei piani. Esso, solitamente, ha un’altezza inferiore a quella degli altri piani
ed è destinato ad attività commerciali/
professionali e a civili abitazioni.
Dal punto di vista condominiale, l’esistenza del piano ammezzato consente
di focalizzare l’attenzione, in particolar
modo, sulla disciplina della ripartizione
delle spese, con specifico riferimento
alle spese per la pulizia delle scale e
per la manutenzione dell’ascensore.
S’è detto che, in termini architettonici
il piano ammezzato non è considerato
un vero e proprio piano nel computo dei
piani totali.
La situazione è differente in relazione
alle tabelle millesimali. Nessun dubbio
dell’avv. Maurizio Golia
Ammezzato: si paga lo stesso
sull’inclusione nella tabelle di proprietà, altrimenti nota come tabella generale, delle unità immobiliari di proprietà
esclusiva allocate al piano ammezzato.
Nel calcolo delle tabelle, la posizione
al piano ammezzato, comporterà l’applicazione di un particolare coefficiente
di piano, la cui valutazione andrà
effettuata dal tecnico incaricato
della redazione delle tabelle stesse.
Rispetto alle tabelle scale ed ascensore, non si può non considerare
il contenuto del secondo comma
dell’art. 1124 c.c. che – in relazione alla valutazione dell’altezza
recita: ‘‘Al fine del concorso nella
metà della spesa, che è ripartita in
ragione del valore, si considerano
come piani le cantine, i palchi
morti, le soffitte o camere a tetto e
i lastrici solari, qualora non siano
di proprietà comune’’.
Nessuno specifico riferimento al
piano ammezzato, ma non può escludersi la sua presenza all’interno del
calcolo, posto che esso contribuisce
all’altezza dell’edificio. Minore valore 29
millesimale gli dovrà essere attribuito
nel caso in cui l’ascensore non prevedesse la sosta al piano ammezzato.
LA NOVITA’
Accompagneranno gli studenti dalla stazione alle facoltà
L’università si dota dei
bus e il Comune dorme
Tramite una app, scaricabile sul proprio smartphone, gli studenti possono
prenotare un posto sulle navette-bus. Tutti i dettagli su www.soontosun.it
w Livia Fattore
P
artito il servizio di navetta SoontoSUN. Da lunedì 14 novembre i
bus gratuiti per gli studenti
dell’Università sono attivi sulle seguenti tratte: da Caserta a Santa Maria Capua
Vetere e a Capua (e viceversa) autobus
con servizio ad orario che effettuano
corse dalle 7.00 alle 10.00 e dalle 13.00
alle 18.30; dalla Stazione di Aversa ai
Plessi di via Roma e viale Michelangelo
del Dipartimento di Ingegneria autobus
30 con servizio ad orario che effettuano
corse dalle 8.30 alle 10.30 e dalle 13.00
alle 19.00; dalla Stazione di Aversa al Dipartimento di Architettura autobus con servizio orario che effettuano
corse dalle 8.30 alle 10.30 e dalle 13.00
alle 19.00.
“Con le navette sul territorio - ha dichiarato il professore Armando Cartenì,
ideatore dell’iniziativa - è attivo al
cento per cento il sistema di Mobilità
SoonToSUN, un sistema integrato di
trasporti, con cui l’Ateneo supporta
i suoi studenti nei vari spostamenti
necessari a raggiungere le sedi dei
dipartimenti”. Tramite una app, scaricabile sul proprio smartphone, gli studenti
possono prenotare un
posto sulle navette-bus.
Inoltre, è già attivo da
mesi il Servizio di Carpooling per incentivare
gli studenti ad organizzarsi in equipaggi
su itinerari comuni al
fine di ridurre i costi di
viaggio (dividendo le
spese) e alternare l’uso
delle auto private. L’Ateneo ha individuato dei
parcheggi dedicati in
molti Plessi della SUN
ad uso esclusivo per chi fa carpooling e
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Acqua e Palazzetto
All’entrata del Palajacazzi, la
struttura di cemento armato
fa acqua da tutte le parti, e c’è una
grande macchia di umido che si
accentua durante le giornate uggiose
e piovose.
La società paga profumatamente,
l’amministrazione potrebbe riparare
il danno?
31
di VITO FAENZA
N
Diritto di cronaca e sicurezza
on ci avevo mai fatto caso
pur avendo incontrato questa
signora di mezza età con la
gruccia qualche volta. Ma io passeggio
con la mia labrador che è buonissima,
ma, come tutti i cani, difende il suo padrone da chiunque, anche scherzando,
lo avvicini minaccioso. L’altro giorno,
invece, mi trovano in un’agenzia per
fare dei biglietti per il treno e, mentre
ero in attesa, sono entrate tre donne impaurite che fuggivano da questa donna
anziana che aggredisce le persone.
Le tre donne hanno chiuso la porta e
l’hanno sbarrata. La donna in questione
è passata ed è tornata la calma. Quando
sono andato via mi sono chiesto fra me
e me com’era possibile che una persona,
32 visibilmente disturbata mentalmente,
possa girare tranquillamente in città
(e da quanto mi hanno detto anche in
alcuni paesi limitrofi), aggredire le
persone, danneggiare le auto, creare
panico senza un intervento deciso che
le impedisca di agire come fa. Poi ho
scoperto che per alcuni periodi viene
sottoposta a cure e poi… Quando va
fuori di testa viene chiamata la polizia
(o i carabinieri) che chiamano i sanitari,
che la calmano con qualche iniezione e
si ritorna da capo.
Quasi contemporaneamente ho letto
su fb che un operatore del 118, mentre
assisteva questa donna (poi qualcuno ha
scritto che si trattava di un medico) ha
redarguito il collega Stefano Montone
che stava realizzando un video su questa persona. Perché questo operatore ha
sbagliato? Perché il diritto di cronaca
nasce quando un avvenimento ha un
interesse generale, riguarda una pluralità di soggetti, coinvolge situazioni
generali.
Non c’è diritto di cronaca se l’episodio,
pur avvenendo in una strada pubblica
o in un luogo privato, ma aperto al
pubblico (com’è un esercizio pubblico)
riguarda poche persone, non ha un
interesse generale ed è un fatto priva-
normali e con l’arrivo del
digitale (e scarso costo delle
schede di memoria rispetto
alle pellicole) questa invadenza è aumentata.
Per esempio quando si vuole
evitare che i fotografi riprendano scene scabrose, violente
o altro, si stende un lenzuolo
per impedire queste riprese.
E quando il lenzuolo non
c’è? Si chiede agli operatori
dell’informazione di essere
discreti, di non essere invasivi.
In questo modo non si lede il
diritto-dovere dell’informazione e non si creano contrasti.
Invece si invoca la privacy
anche a sproposito, come in
questo caso.
Purtroppo andrebbe fatto un
corso generale sul diritto alla
privacy
e su come deve essere
La donna di Aversa bisognosa di cure
tutelata. Quando vedete delle
foto di attori, un po’ sfocate,
sappiate che le foto, che vengono definite rubate, sono concordate con gli agenti
Un operatore del 118
dei personaggi in questione o addirittura
ha redarguito un
con gli stessi personaggi. Raramente,
collega mentre
molto raramente, queste foto sono veraassisteva la donna
mente rubate. Lo stesso riguarda le interviste che vedete in tv. Se l’intervistato
che terrorizza Aversa.
è riconoscibile, anche se non si vede
Sbagliando perché
il suo volto in tv, per la messa in onda
il diritto di cronaca
deve dare in suo consenso. La casistica
nasce quando ha un
è talmente ampia che è difficile stabilire
interesse generale
una regola generale se non quella del
buonsenso, come è difficile stabilire i
limiti del diritto di cronaca, che non è
to. Questa donna, per quanto malata, universale, generale e verso chiunque.
con i suoi comportamenti è di fatto un Ma richiede tanta educazione e buon
personaggio pubblico. Far sapere che è senso. Per questo, al di là del diritto
assistita ha quindi un interesse generale. di cronaca e della tutela della privacy,
Nei quarant’anni e mezzo di carriera spero che questa donna che terrorizza
mi sono trovato spesso di fronte a Aversa sia curata sul serio e in maniera
persone che reagivano alla presupposta duratura e non solo per brevissimi pe“invadenza” dei media. Sono convinto riodi. Per la sua tranquillità, per quella
che spesso fotografi e cineoperatori tra- dei suoi familiari e per quella dei nostri
valicano quelli che sono comportamenti concittadini.
33
IL CASO
Prime fondate critiche sulla nuova sede del Giudice di Pace di Aversa
I disabili: “Sede nuova
ma poco funzionale”
L’ascensore si ferma all’altezza del piano rialzato della struttura coincidente con
l’ultimo tratto della scala di emergenza. Ma non è solo questo l’unico neo
w Antonio Arduino
L’
apertura della nuova sede
dell’Ufficio del Giudice di
Pace in via Cavallerizza
rappresenta un momento importante
di riqualificazione dell’immagine della
città ma, insieme alle frasi di rito che
esprimevamo soddisfazione per il
nuovo traguardo raggiunto, pronunciate
da tutti i presenti all’evento, è trapelata
qualche critica più o meno esplicita.
L’assessore al contenzioso Alfonso
34 Oliva, presente alla manifestazione
anche nella veste di addetto ai lavori,
svolgendo la professione di avvocato,
non ha nascosto di averne ricevuto da
parte dei colleghi avvocati. “Però tutto
è perfettibile ma certamente, per quanto
di competenza comunale, rimedieremo
a eventuali imperfezioni presenti” - ha
affermato. Poi ha aggiunto: “Il problema grosso è quello della carenza
di personale amministrativo ma conto
sull’impegno del sottosegretario alla
Giustizia Gennaro Migliore che solleciterò personalmente”.
Tra le problematiche, a parte la segnalata carenza di parcheggi, ce ne sono
due in particolare relative alla organizzazione della struttura, segnalate rispettivamente da Gianpaolo Dello Vicario,
consigliere comunale di Forza Italia ed
addetto ai lavori, esercitando la professione di avvocato, e dal rappresentante
del Codacons dei diversamente abili su
sedia a rotelle Carlo Zaccariello. Per
l’avvocato “Bisogna subito ricavare
ambienti per i servizi, dotare la struttura
di tutto quanto possa rendere fruibile gli
spazi angusti e realizzare quanto possa
consentire di svolgere la professione
in maniera dignitosa”. Questo perché
anche la nuova sede dell’ufficio del
Ascensore che si ferma al piano rialzato
scala di emergenza
metallica interna
al cortile dello
stabile,
riporta
esattamente
nel
corridoio d’ingresso creando caos tra
chi sta uscendo per
mettersi al sicuro e
chi segue le indicazioni per l’uscita di emergenza.
Inoltre, impedisce
Tra le problematiche la
carenza di parcheggi,
la mancanza di locali in
cui gli avvocati possano
consultare documenti
e scrivere e l’uscita di
emergenza che coincide
con l’ingresso
Giudice di Pace, mentre abbondano
locali destinati ai giudici e al personale
amministrativo, è sprovvista di locali
in cui gli avvocati possano consultare
documenti e scrivere note o verbali
utilizzando sedie e scrivanie e non
armadietti trasformati in occasionali
scrivanie da campo.
Per il rappresentante del Codacons la
nuova sede presenta una grossa carenza
relativa all’uscita di emergenza che
coincide con l’ingresso principale
della struttura, mentre dovrebbe essere
indipendente e separata da questo. Una
coincidenza che, in caso di necessità,
dopo un lungo giro, fatto utilizzando la
Avvocati senza locali idonei
letteralmente ai diversamente abili su
sedia a rotelle di mettersi in salvo perché
prendendo l’ascensore, obbligatorio se
non si è in grado di usare le scale, non si
raggiunge il cortile dato che l’ascensore
si ferma all’altezza del piano rialzato
della struttura coincidente con l’ultimo
tratto della scala di emergenza. A questo punto il disabile su sedia a rotelle ha
una sola scelta: affidarsi a Dio, perché
essendogli impossibile scendere le
scale dovrebbe rientrare nel corridoio
del piano rialzato, ma non può perché
la porta dell’uscita di emergenza non si
apre dall’esterno ma solo dall’interno.
35
L’INCONTRO
Abbiamo incontrato il Giudice di Pace Elvira Romano
“La nuova sede convince
ma c’è ancora da fare”
“Oggi abbiamo gli spazi adeguati, ma servono i cancellieri per far funzionare
la sede e, soprattutto, una seria informatizzazione della struttura giudiziaria”
w Donato Liotto
V
ogliamo ritornare sulla recente
inaugurazione della nuova
sede del Giudice di Pace in via
cavallerizza, stavolta vogliamo provare
a entrare nel merito della questione
con un approfondimento inerente la
funzionalità di questo ufficio da parte
degli addetti ai lavori, vale a dire,
di quelle persone che ogni giorno si
recano in questo ufficio per espletare
il proprio lavoro: avvocati, magistrati e
36 personale vario. Per questa occasione,
abbiamo incontrato il Giudice di Pace
dottoressa Emilia Romano, che espleta
queste funzioni dal lontano 2003. Prima
presso l’ufficio di Trentola Ducenta e,
dal 2014, a seguito degli accorpamenti
degli uffici dovuti alla nuova geografia
giudiziaria, presso l’ufficio di Napoli
Nord ubicato fino al 7 novembre 2016
nei locali di piazza San Domenico in
Aversa.
La prima domanda che facciamo alla
dottoressa Romano è questa: Per molti
anni, avete lavorato e, va detto, con non
pochi disagi presso la struttura di S. Domenico, qual è la sua idea in tal senso?
“Posso esserle sincera?” Assolutamente
lo deve. “Tali locali, sebbene architettonicamente pregevoli, non sono risultati
idonei ad accogliere un tale carico di
lavoro”. Si spieghi meglio? “Non solo
per gli spazi e preciso che non solo io
la penso così, la struttura di San Domenico era assolutamente insufficiente
a garantire un dignitoso svolgimento
delle udienze soprattutto per l’esiguità
del numero dei Cancellieri. Comprenderà le enormi difficoltà che negli anni
ci siamo dovuti sobbarcare ma, nonostante questo, abbiamo sempre svolto il
nostro lavoro con impegno e costanza”.
Elvira Romano
“Sono state enormi
le difficoltà che negli
anni ci siamo dovuti
sobbarcare ma,
nonostante questo,
abbiamo sempre svolto
il nostro lavoro con
impegno e costanza”
Queste difficoltà erano ben conosciute,
ora con la nuova sede di via Cavallerizza, lei cosa ne pensa, ce ne vuole
parlare? “Certamente, e voglio anche
dire che, a fronte di tali ed enormi
difficoltà, il Presidente del Tribunale di
Napoli Nord. dott.ssa Elisabetta Garzo,
grazie alla sua tenacia
e determinazione, ha
restituito dignità
a
questo ufficio del
Giudice di Pace con la
realizzazione del nuovo ufficio. Lo reputo e
ritengo logisticamente
adeguato sia al carico
di lavoro che al numero dei giudici. Un vero
fiore all’occhiello per
la città ma soprattutto
per noi addetti ai
lavori”.
Quindi, per lei è
conforme alle vostre
esigenze
lavorative
la nuova struttura?
“Sotto molti aspetti lo
è sicuramente, certo
la realizzazione di
un così importante
progetto tuttavia è solo un primo
passo per poter garantire una giustizia
celere, poiché rimane ancora il grave
problema della carenza del personale
di cancelleria assolutamente insufficiente rispetto al carico di lavoro. Io,
ritengo che, ora, per garantire una piena
efficienza l’ulteriore passo da fare è
quello dell’informatizzazione”.
Informatizzazione, ci spieghi meglio
cosa vuol dire? “Consisterà, per il
momento, nell’iscrizione a ruolo e
nella pubblicazione delle sentenze per
via telematica per poi arrivare all’intero
processo telematico. Però mi preme
anche dire che con l’apertura del nuovo
ufficio l’informatizzazione è stata già
avviata, anche se si resta, comunque,
in attesa di ulteriore personale specializzato”. Ringraziamo la dottoressa
Emilia Romano per il tempo concesso e
le auguriamo un buon lavoro.
37
AUGURI
Potete scriverci alla nostra e-mail:
[email protected] Gli
annunci e le foto saranno pubblicati
dando la priorità ai primi pervenuti
COMPLEANNO
Tanti auguri alla piccola Aurora Cantile,
che il 15 novembre
ha festeggiato il suo
primo compleanno. Da
parte dei genitori Anna
e Dario, da nonni, zii e
parenti vari.
ONOMASTICO
Sinceri auguri ad Andrea Pellegrino,
38 che il 30 novembre, attorniato dai
genitori Vittoria e Giuseppe e dal
fratello Raffaele, festeggerà il suo
onomastico.
Circondato dai genitori Raffaele de Gaetano e Rita Scaringia, dai nonni paterni
e materni e dai parenti ed amichetti,
domani 28 novembre festeggerà il suo
terzo compleanno il bellissimo Andrea.
AUGURI
Auguri vivissimi allo storico sacrestano della Trinità, Francesco Spatarella, detto don Ciccio, per i suoi
ottant’anni.
MAGGIORENNE
Tanti auguri ad Annarita Galasso, che il
23 novembre, ha compiuto 18 anni. Dal
papà Walter, dai fratelli Gianluca e Daniele e dalla mamma Marilena Colella.
COMPLEANNO
AUGURI
Nell’intimità familiare, con moglie, figli, nipoti e parenti vari, ha festeggiato
i suoi... primi ottantasette anni il nostro
amico Pasquale Liguori. Ai tanti auguri
vanno aggiunti quelli della redazione.
AUGURI
Fervidi, sinceri auguri della professoressa Rita Simeone Butano che, nei
giorni scorsi, con parenti ed amici ha
festeggiato sessantacinque anni. Tanti
auguri anche dalla nostra redazione.
Tanti auguri di buon compleanno a
Raffaele de Paola che ha festeggiato il
suo sedicesimo compleanno. Con tanto
amore da parte di mamma, di papà e
dalla piccola Emma.
SALUTE
L’immagine gioca un ruolo fondamentale nell’identificazione delle patologie collegate
Nefropatia, la diagnostica
per immagini
I
l paziente con insufficienza renale
cronica (IRC) presenta una serie di
problematiche secondarie alla perdita della funzionalità renale. L’immagine
gioca un ruolo fondamentale nell’identificazione delle patologie collegate
all’IRC che possono manifestarsi a carico dell’apparato cardio-circolatorio,
endocrino e scheletrico. La metodica
di primo livello è rappresentata dall’ecografia, che fornisce informazioni
riguardo le dimensioni e la struttura dei
reni (spessore parenchimale, differenziazione cortico-midollare, formazioni
cistiche, formazioni litiasiche e lesioni
solide). L’esame ecografico va inoltre
integrato con lo studio color-Doppler
sia nel paziente iperteso per il quale si
sospetti una stenosi dell’arteria renale
che per lo studio del sistema vascolare
periferico. La tomografia computerizzata (TC) e la risonanza magnetica
(RM) sono due metodiche di secondo
livello che consentono di effettuare, in
ambito nefrologico, diagnosi e stadiazione di neoplasie, valutazione di reni
policistici, calcolosi, nefriti e patologie
vascolari. La prima è una tecnica di
imaging che sfrutta le radiazioni ionizzanti; la seconda, invece, sfrutta i campi
magnetici e le onde radio per generare
le immagini. La TC viene eseguita con
mezzo di contrasto iodato mentre la RM
con mezzo di contrasto paramagnetico.
Proprio a causa degli effetti tossici di
quest’ultimo sui pazienti con IRC (alto
rischio di fibrosi sistemica nefrogenica),
la RM con mdc viene utilizzata solo in
pochi casi selezionati. Inoltre, i pazienti
con IRC che eseguono TC o RM con
mdc per via endovenosa, devono essere
sottoposti ad un’adeguata preparazione
e sorveglianza nefrologica. Infine, la
scintigrafia renale è una metodica di
medicina nucleare che sfrutta le proprietà di alcuni radiofarmaci di essere
captati ed eliminati dai reni in modo
proporzionale alla loro funzionalità.
Pertanto permette di valutare il filtrato 39
glomerulare e il deflusso delle urine dai
reni alla vescica.
dr.ssa Benedetta Guarino
IL FLOP
Per l’erba alta al Terzo Circolo non è stato possibile interrare le piantine
Giornata dell’Albero,
un vero fallimento
“FareAmbiente” rimasta senza parole: il Comune di Aversa ha ignorato l’iniziativa.
Figuraccia della vice Sindaca Turco: “L’erba è tagliata tre volte all’anno”
w Antonio Arduino
L
a Giornata dell’Albero, istituita
con la legge 10 del 14 gennaio
2013, celebrata sabato 19 novembre nella sede centrale del Terzo Circolo
didattico “Antonio Stefanile” di via
Canduglia è stata una occasione di festa
per i piccoli allievi della scuola diretta
da Annalisa Marinelli, ma ha dimostrato
i limiti dell’organizzazione comunale in
fatto di cura del verde. Organizzata da
FareAmbiente, presente con il presiden40 te provinciale dell’associzione Gennaro
Caserta, la Giornata dell’Albero che è
finalizzata ad insegnare ai più piccoli tra
i cittadini italiani l’amore per la natura
e l’importanza di curarne in particolare
gli alberi si conlcude normalmente con
la piantumazione di alberi. Al Terzo
circolo didattico non è andata così.
Perchè la presenza di erbacce cresciute
in maniera abbondante nelle aiuole in
cui erano destinate alcune piantine ha
reso impossibile effettuare questo gesto
simbolico. Per il presidente provinciale
di FareAmbiente per le dimensioni
ridotte le piantine messe in sede nelle
aiuole del plesso scolastico sarebbero
state soffocate così ha preferito mostrarne alcune ai ragazzi posandole sul
pavimento dell’ambiente d’ingresso
della struttura, annunciando un prossimo ritorno per completare la cerimonia.
Una conclusione incredibile per un
evento programmato da tempo giacchè,
come riferito dallo stesso presidente
Caserta, per poter aderire alla tante
richieste arrivate dalle scuole di ogni
ordine e grado, come accaduto per altri
istituti della provincia, si era deciso di
anticipare alla “Stefanile” al 19 novembre la cerimonia che, secondo la legge
istitutiva, doveva essere effettuata il 21
comunale l’erba
viene tagliata tre
volte
all’anno,
certo i bambini
sono stati felici
comunque
nel
vedere la piantina portata da
FareAmbiente
accogliendo
la
novità con l’entusiamo caratterisco dell’età ma
di sicuro la città
non ha fatto una
bella figura nel
presentarsi ad un
evento previsto
La delusione dei bambini e, sotto, l’erba alta
in condizioni approssimative relativamente alla piccola
area verde presente nella “Stefanile”.
Gennaro Caserta ha
Tra l’altro dalle erbacce possono venir
fuori animali poco graditi e pericolosi
mostrato le piantine
e possibile fonti di malattie, di conseponendole sul
guenza anche se gli addetti al verde
pavimento d’ingresso
pubblico sono soltanto tre unità sarebbe
della struttura,
opportuno farli intervenire con perioannunciando un
dicità almeno mensile per tenere pulite
aiuole che dovrebbero abbellire quella
ritorno per completare
e le altre scuole comunali affinchè le
la cerimonia
aree verdi presenti non si trasformino in
luoghi in cui depositare rifiuti.
novembre. Una scelta che, presumibilmente, doveva essere nota all’amministrazione comunale che avrebbe dovuto
fare la sua parte preparando in maniera
consona la struttura per quanto riguarda
le condizioni del verde presente. Invece
no, l’erbaccia la faceva da padrona al
punto da sconsigliare la messa in sede
delle piantine. Certo l’assessore alla
pubblica istruzione e vice sindaco Federica Turco, presente alla cerimonia, ha
chiarito che nelle scuole di competenza
41
L’INTERVENTO
Le dichiarazioni di padre Cavalcoli da “Radio Maria” ci inducono a riflettere
“I terremoti? Castigo
divino per le unioni civili”
Il teologo è stato sospeso. Il Vaticano e la Cei hanno avuto una dura reazione
ma il prelato ha incalzato: “È bene che in Vaticano ripassino il catechismo!”
w Geppino De Angelis
N
on di rado ci capita di ascoltare
le trasmissioni di “Radio Maria”, soprattutto per quel che
concerne la ultratrentennale vicenda di
Medjugorje, piccolo centro bosniaco
dove si verificherebbero apparizioni
della Madonna ad alcuni veggenti, per
cui siamo rimasti veramente “basiti”
(per usare un termine alla moda) nel venire a conoscenza del clamoroso “caso”
provocato dal teologo domenicano padre
42 Giovanni Cavalcoli con le sue dichiarazioni da “Radio Maria”. Da due millenni, sempre, dovunque e comunque,
è stato detto (e si continua a dire) che
il Padreterno è misericordioso, pronto a
perdonare tutti, tanto da aver mandato
sulla terra Gesù per salvarci dal peccato
originale, senza dimenticare che sta per
concludersi proprio il Giubileo della
misericordia. Mai, tra l’altro, si è parlato
di un Dio vendicatore, giustiziere ma il
padre domenicano evidentemente non
la pensa così. Da “Radio Maria”, infatti
Giovanni Cavalcoli
ha detto a chiare lettere che il sisma che
ha sconvolto l’Umbria, le Marche, così
come altri disastri naturali sarebbero
un vero e proprio “castigo divino” per
le unioni civili, legge approvata dal
Parlamento italiano.
Affermazioni che, come giusto che
fosse, ha immediatamente provocato
non solo il provvedimento dei responsabili dell’emittente cattolica che lo hanno
sospeso impedendogli per il futuro qual-
siasi altro intervento, ma quel che più è
grave, la reazione dei vertici del Vaticano e della CEI, atteso che il sostituto
della segreteria di Stato, mons. Angelo
Beccia ha affermato tra l’altro: “Si tratta
di una visione precristiana che non risponde alla teologia della Chiesa perché
contraria alla visione di Dio offertaci
da Cristo. I terremotati ci perdonino, ad
essi va la solidarietà del Papa. Chi evoca
il castigo Divino dai microfoni di “Radio Maria” prende lo stesso nome della
Madonna che dai credenti è vista come
la Madre misericordiosa. Dal canto suo
padre Cavalcoli ha ribadito: “Confermo
tutto, i terremoti sono provocati dai
peccati dell’uomo come le unioni civili.
È bene che in Vaticano ripassino il
catechismo!”. Un “caso”, insomma, che
ha messo letteralmente a soqquadro non
solo Radio Maria, ma tutto il Vaticano,
tanto più che il padre domenicano,
anziché incassare la “batosta” vaticana,
in pratica è rimasto sulle sue posizioni
sulle quali, probabilmente, nei prossimi
giorni ci saranno polemiche ed altri
interventi.
Masci, dopo 22 anni Tinto lascia il Magistero
M
artedì
15 novembre, si
sono svolte le votazioni per
eleggere il nuovo Magistero
alla guida del Masci Aversa1. Sono stati
proclamati eletti i seguenti adulti scout:
Gaetano Romaniello (Magister) Salvatore Russo (Tesoriere), Ferdinando
Spatarella, Salvatore Tinto, Mario Di
Martino, Luigi Della Rocca e Salvatore
Tinto (che era Magister Uscente) invece
comporranno il direttivo in qualità di
consiglieri. Nell’assemblea programmata per domani, lunedì 28, presso la
sede della comunità mascina di Piazza
Salvatore Tinto
Municipio, verrà presentata alla città ed
alla comunità una bozza di programma
da parte del Magistero per il prossimo
anno 2017 alla presenza dell’Assistente
Ecclesiastico della comunità Don Evaristo Rutino, del nostro Vescovo S.E.
Mons. Angelo Spinillo che vorrà salutare e benedire il nuovo cammino da intraprendere. Nel corso dell’evento i fratelli
mascini aversani avranno l’occasione
per ringraziare il Magistero uscente che
ha guidato la Comunità per ben 22 anni,
riportando risultati encomiabili sotto
l’aspetto della crescita comunitaria.
La regina
della tavola
43
prova i nuovi
pronti da mangiare!
Più sapore a tavola.
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IL PUNTO
Se vince il “No” Renzi resterà al suo posto al di là di quello che afferma
A proposito di Referendum
A
proposito di referendum costituzionale,
personalmente
sono convinto che se domenica
prossima si concludesse con la vittoria
del “No” Renzi (nella foto) resterebbe
al suo posto insieme alla squadra di
ministri che si è scelta. Questo perchè
nessuno dei quesiti referendari chiede
se si vuole che Renzi resti al suo posto
o vada a casa. Certo, il premier, nelle
ultime settimane, ha ripreso ad affermare che se ne andrà se dovesse vincere il
“No”, riproponendo quella personalizzazione del voto che aveva evidenziato
nella fase iniziale della campagna referendaria ma che, poi, aveva tentato di
cancellare quando si è reso conto che
poteva essergli dannosa, ma è un bluff.
Qualunque sarà il risultato del voto Renzi non se ne andrà, resterà in sella e non
cambierà la squadra di fedelissmi che lo
44 supporta. Il perchè è semplice: in primis
Renzi sa bene che non potrebbe ottenere
un nuovo mandato da Mattarella dal
momento che il “No” equivarrebbe a
una bocciatura da parte degli Italiani e il
Presidente della Repubblica, se davvero
intende rappresentare gli Italiani, non
può riaffidare il comando ad un primo
ministro bocciato dal Popolo e, poi,
perchè il referendum chiede agli Italiani
di appprovare o meno le modifiche apportate dal Governo alla seconda parte
della costituzione.
Se vincesse il “No”, Renzi dovrebbe
prendere atto che il Popolo non vuole
modificare quella parte della Costituzione e non cambiare premier dato che
il cambio del primo ministro non era
oggetto della consultazione. Certo facendo balenare l’idea che la vittoria del
“No” comporti d’obbligo le dimissioni
del premier e un conseguenziale vuoto
di Governo, che farebbe precipitare
la nazione in una crisi dagli effetti ca-
tastrofici, Renzi prova a raccogliere i
voti degli Italiani che, imitando quella
vecchietta che pregava perchè avesse
lunga vita il tiranno che guidava la sua
nazione, pur volendo votare “No” o che
addirittura pensano di astenersi dal voto,
si pongono anche la domanda “se Renzi
va via dopo chi viene?”. Stiano certi,
Renzi non se ne andrà perché se volesse
riavere quella poltrona dovrebbe mettersi in gioco proponendosi al corpo elettorale e non prenderla senza passare per il
voto popolare come ha fatto tre anni fa.
E, allora, meglio andare a votare per far
sentire che certe scelte non si possono
fare sulla testa degli Italiani regalando
mance da 80 euro e bonus che non cambiano la vita a chi ha perso il lavoro o
non lo ha mai avuto, sprecando il denaro
di tutti per acquistare un nuovo aereo di
Stato o per volare dall’altro capo del
mondo per assistere ad una partita di
tennis. Il Paese reale ha bisogno di fatti
concreti e non di ascoltare favole che
definiscono lavoro i voucer che danno
un’occupazione temporanea, pagata a 7
euro e 50 centesimi l’ora.
Antonio Arduino
Il 19 dicembre Franco Roberti al tribunale
“T
utela del territorio e ordine negli ultimi tempi, il nostro territorio,
pubblico”: questo l’interes- giunto purtroppo alla ribalta della crosante tema di un convegno naca nazionale e straniera con la poco
edificante definizione
in programma lunedì
di “Terra dei fuochi”,
19 dicembre presso il
sta subendo notevole,
Castello Aragonese,
sede del tribunale
preoccupante degrado
sia per la “criminale”
“Napoli-Nord”, orgaviolenza alla natura
nizzato dalla Camera
Penale del tribunale,
sia per i gravissimi
episodi di delinquenza
di cui è presidente il
nostro concittadino Franco Roberti
(scippi, rapine, furti)
nonostante l’impegno
avvocato
Paolo
Trofino, dalla Procura della Repubblica quotidiano, tra difficoltà di vario genedel tribunale che ha sede in Aversa, dai re, profuso dalla magistratura e dalle
consigli dell’ordine degli avvocati di forze dell’ordine. I lavori saranno aperti
Santa Maria C.V. e di Napoli e dall’U- alle 15:00 dall’avvocato Paolo Trofino
niversità telematica “Niccolò Cusano” che sarà anche il coordinatore, mentre
al tavolo dei relatori si susseguiranno i
di Roma.
Un tema di scottante attualità atteso che, magistrati: Luigi Riello, procuratore ge-
nerale della Corte di Appello di Napoli,
Antonio Gialanella, avvocato generale
della Corte di Appello, Elisabetta Garzo, presidente del tribunale NapoliNord, Francesco Greco, procuratore
della Repubblica dello stesso tribunale
e l’avvocato Paolo Tanda, professore
dell’Università “Niccolò Cusano” di
Roma, mentre le conclusioni saranno
tratte dal procuratore nazionale antimafia Franco Roberti. Nell’occasione sarà
anche presentato il libro di Paolo Tanda
sui “Reati Urbanistico-Edilizi”.
Un convegno che, per il tema di scottante attualità oggetto della discussione
e per l’autorevolezza e notorietà dei
relatori, polarizzerà sulla nostra città
l’attenzione del mondo giudiziario non
solo casertana dell’intera Campania.
Geppino De Angelis
45
CULTURA
Sarà inaugurato il 7 dicembre alla presenza del vescovo Angelo Spinillo e del Sindaco
Arriva il museo
di San Francesco
Altra lodevole iniziativa di don Pasqualino De Cristofaro. Per la prima volta
si potranno ammirare le opere realizzate a mano dalle suore di clausura
w Geppino De Angelis
“D
a tempo pensavo di
offrire alla città di Aversa la visione di tesori
nascosti nelle varie forme d’arte che,
per esigenze cautelari, erano chiuse in
cassaforte. Lo scopo e l’esigenza sono
di rinverdire attraverso l’arte sacra, la
fede assopita nelle nuove generazioni.
Uno stimolo per i giovani disincantati,
per aiutarli a leggere nelle pieghe
della storia dell’arte che ci vengono da
46 passato sia umano che religioso”. Con
queste dichiarazioni il nostro amico
e padre spirituale don Pasqualino De
Cristofaro, da circa mezzo secolo rettore del complesso monumentale di San
Francesco, risalente alla seconda metà
del “settecento”, presenta per il nostro
periodico l’inaugurazione del museo di
San Francesco in programma mercoledì
7 dicembre alla presenza del Vescovo
mons. Angelo Spinillo, del Sindaco
Enrico De Cristofaro e di altre autorità
civili e religiose.
Sarà un evento di notevole spessore
storico-culturale, alla cui preparazione
stanno lavorando di gran lena, oltre a
don Pasqualino, Nino Di Nardo, Lucia
Pisano, Emilio Iavarone, Mimmo ed
Emilio Stabile. Sarà l’occasione di
ammirare per la prima volta in assoluto
parametri sacri, pianete, tonacelle,
piviali per benedizioni solenni, camici
merlettati, opera a mano delle suore di
clausura che fino ad una cinquantina
di anni addietro abitavano nel monastero. Tra le opere in mostra ci sono,
tra l’altro, un paliotto d’altare in seta
dorata del XIX secolo, ricamato dalle
suore, messali del 1837 e 1853 con
fregi in oro ed argento, un incensiere
del 1779, calici, pissidi, ostensori in
Alcune delle opere che faranno parte del nascente museo
In esposizione calici,
pissidi, ostensori,
quadri, presepi,
messali. Un patrimonio
importante che fa
di Aversa un polo di
turismo religioso
(non sfruttato)
argento, finemente cesellati, quadri in
tela del 1700, statuette in legno del XIX
secolo, oltre ad alcuni artistici presepi
stabilmente collocati nel matroneo e
nel coro superiore, tra i quali spiccano
quelli del compianto prof. Giovanni
D’Amore, del dott. Aldo Stabile e di
Nino Di Nardo, vincitori del concorso
per il miglior presepe nelle edizioni
passate. Ma, sorpresa tra le sorprese,
chi visiterà la mostra, nel corso di un
interessante “tour” guidato in quell’ autentico gioiello che è il complesso francescano, avrà modo di ammirare per la
prima volta in assoluto degli artistici
affreschi del “settecento” che, dopo
essere stati coperti da altri dipinti, sono
stati riportati alla luce e restaurati da Simona Anastasio, Claudio Napolitano e
Vincenzo Salomone, sotto la direzione
del nostro concittadino architetto Arturo Pozzi. Mostra, insomma, che va vista
da quanti sono appassionati e studiosi
dell’arte sacra. Un patrimonio storicoartistico che con l’intero complesso di
San Francesco, andrebbe inserito in un
secondo progetto di turismo religioso,
tale da richiamare in Aversa persone da
ogni parte d’Italia, oltre che dall’estero.
Qualcuno vorrà pensarci, a prescindere
da quelle visite sporadiche a chiese e
monumenti cittadini? Vogliamo sperarlo, anche perché siamo del parere che
Aversa ne guadagnerebbe sotto tutti i
punti di vista.
47
di Geppino De Angelis
B
uona regola, a nostro modesto
parere, per quanti fanno politica,
soprattutto se occupano posti di
responsabilità come può essere quello
di sindaco di importanti città come
Napoli ed Aversa (sia pure con le dovute differenze e proporzioni) dovrebbe
essere sempre quella di evitare degli
…autogol per non porgere sul classico
piatto d’argento all’opposizione l’occasione per attaccare. Considerazioni,
queste, dettateci da quelli che ci sono
sembrati veramente dei classici autogol
di cui sono stati protagonisti (al tempo
stesso delle vittime) l’ex magistrato
Luigi de Magistris, attualmente primo
cittadino di Napoli e l’ex presidente
dell’ordine regionale degli architetti
48 Enrico De Cristofaro che da pochi
mesi ricopre l’onerosa carica di una
città “difficile” come Aversa. Il primo,
essendosi recato a Roma con una
delegazione per protestare con alcune
centinaia di cittadini, contro il governo
Sindaci ed... autogol!
Anche De Cristofaro in autogol
per il commissariamento di Bagnoli, ha
chiesto il rimborso spese di cento (dicesi cento) euro, ovvero una miseria, se si
considera l’attuale potere d’acquisto di
tale somma.
Un rimborso a nostro avviso, poteva,
se non doveva, essere evitato, anche se
il primo cittadino partenopeo, dinanzi
alle critiche (ed era facile prevederle)
ha controbattuto che avrebbe avuto
diritto anche a chiedere una somma per
il pasto.
Per quel che concerne, invece, il nostro
sindaco, avrebbe dovuto prevedere che
la delibera con la quale si concede il
parcheggio gratis a tutti gli assessori
e consiglieri comunali, avrebbe fatto
…“scatenare” non solo le critiche
dell’opposizione (che ne ha fatto il suo
preferito cavallo di battaglia contro la
maggioranza ) ma anche dei cittadini.
Due …autogol, insomma, dei quali
avrebbero dovuto fare a meno sia De
Magistris che De Cristofaro, trattandosi
peraltro di due persone non prive di
esperienza per la loro pregressa attività
professionale. Ma entrambi, prima di
fare certi passi, non interpellano qualche consigliere?
Alla “Pascoli” tutto sul primo soccorso
L
a scuola media statale “Giovanni
Pascoli”, diretta dalla professoressa Maria Rosaria Bocchino,
ha organizzato, in collaborazione
con la Croce Rossa Italiana, un corso
per promuovere la conoscenza delle
tecniche di “Primo soccorso”. Il corso
non ha il fine di creare un gruppo di
giovani soccorritori ma di avvicinare i
giovani (futuri adulti di domani) a delle
tematiche troppo spesso ignorate e che,
per tale motivo, generano nel cittadino
comune timore e smarrimento; i ragazzi
potranno recepire quelle che sono le
linee guida di una corretta attivazione
dei servizi di emergenza e pertanto
sapranno che, con la calma ed un minimo di addestramento, sarà possibile
fronteggiarla e contenere i danni fino
all’arrivo dei soccorsi qualificati.
Alcune tecniche insegnate
Nello specifico da novembre a febbraio
prossimo, ci saranno corsi con tanto di
attrezzature e acquisizione di tecniche.
Prevista anche un’attività di verifica
finale delle competenze acquisite:
approntare una simulazione di conversazione tipo tra operatore di un
servizio di emergenza ed il richiedente
del soccorso verificando la chiarezza
e l’efficacia della stessa, basandosi
sulle domande: chi chiamare? quando
chiamare? cosa dire?; simulazione
del corretto comportamento in caso di
emergenza; lavori di gruppo (cartelloni,
power-point, ricerca, etc) inerente i temi
trattati; compilazione dei test di apprendimento; promuovere il 22 novembre
“la giornata nazionale della sicurezza e
prevenzione”.
Nic. Ros.
49
PENSIERI
Quando ci si lamenta per niente. Pensiamo a chi davvero vive le emergenze
Due giorni senz’acqua?
Pensiamo ai terremotati...
Poche ore di “siccità” forzata. E che sarà mai? Ma ci pensate alle donne
dell’Africa che fanno chilometri ogni giorno per portare un po’ d’acqua a casa?
w Donato Liotto
V
enerdi, 11 novembre 2016,
tutti gli aversani, e comuni
limitrofi, (ma non tutti), sono
rimasti senza acqua. Forse, un allarmismo esagerato dato che si parlava
di sospendere l’erogazione dell’acqua
solo per due giorni tant’è che, presi dal
panico siamo tutti corsi ai ripari e, tutti
ci siamo posti una domanda: conviene
lavarsi domattina presto (venerdì) o
durante l’ora di pranzo? Sì, perché più
50 tardi ti lavi e più si arriva “profumati” e
freschi alla riapertura dei rubinetti prevista per la domenica del 13 novembre.
In quei due giorni di “siccità” forzata,
voglio ricordare cosa accadeva nelle
case, tutti a correre ai ripari: vasche
da bagno piene fino alla loro sommità,
bacinelle, secchi, bottiglie di plastica,
taniche, alcuni, visto che i contenitori
non se ne trovavano più, si sono dovuti
arrangiare comprando i pappagalli (di
quelli usati per persone sofferenti bloccate nei letti.). Tutta la mia solidarietà,
ovviamente, a chi sta soffrendo in un
letto. Altri, invece, si sono attrezzati
con cisterne fatte in casa, utilizzando i
cateteri collegati direttamente ai punti
nevralgici della casa: in primis, nei bagni, i tubi partivano dal piano di sopra,
affinché si potesse produrre un effetto
“cascata” tale da spingere con efficacia
nelle fogne, le nostre prelibate delizie
dette anche “esportazioni”. Io, la scena
la immagino e, con esagerazione, ma
certamente non discostante dalla realtà.
Quello che è accaduto in questi due
giorni senza acqua ci avrebbe dovuto
riportare (almeno me lo sono augurato)
con la mente alla gente del “Terzo
Mondo”, popoli, tra l’altro, abituati a
stare senza acqua e, questa gente, per
I terremotati del centro Italia
Vasche piene fino alla
sommità, bacinelle,
secchi, bottiglie,
taniche, pappagalli
e cateteri: così ci
siamo preparati
alla ...tragedia
procurarsela macinano chilometri a
piedi per raggiungere un pozzo. “Una
goccia d’acqua per questa popolazioni
vale più del petrolio”, mi diceva un
mio caro amico sacerdote. Noi, invece,
al massimo ci poteva toccare di fare
la spola, se occorreva, con le cisterne
messe a disposizione della Protezione
Civile, in sosta sul piazzale della stazione, così hanno detto. Qualcuno ha pure
esclamato: Non era meglio “avvasce
a scesa” (piazza V. Emanuele Aversa)
direttamente nella fontana? Bastava pulirla, rappresentava una buona occasione
per farlo, la si riempiva e si risolveva il
problema. Quantomeno, avrebbe fatto
comodo a qualcuno schiacquarsi la faccia, visto come è ridotta mò, nun te può
fa manche nu bidè, che si to fai l’acido,
perché diciamolo è acido quello che sta
in quella fontana, t’abbruciave o mazze
(o deretano) Due giorni di “gravissimo
disagio”, sicuramente non ci siamo
abituati, sicuramente sembriamo in certi
casi non allenati a cotanta sofferenza e a
queste emergenze. Emergenza? Ma solo
per un attimo pensiamo ai terremotati
dell’Umbria e delle Marche, proviamo
a metterci nei loro panni, ai disagi che
stanno vivendo, alle molteplici mancanze che stanno sopportando: senza
casa, senza abiti, senza soldi, senza
nulla! Noi ci lamentiamo sempre, forse
anche a ragione però: se si è deciso di
sistemare i tubi dell’acquedotto, se
non è stato pianificato l’intervento da
parte della Regione Campania e se la
Regione Campania non ci ha avvisato
un anno prima, affinché ci si potesse
preparare psicologicamente al funesto
evento, embè? Secondo voi, quando
arriva il terremoto e ti toglie tutto mica
ti avvisa? Due giorni senza acqua e ci
sembra sia capitata la fine del mondo,
ma i popoli dell’Africa, gli immigrati ei
nostri cari amici delle terre distrutte dal
terremoto come fanno a sopravvivere?
Allora ricordiamoci sempre che c’è chi
sta peggio di noi! E mò posso tirare lo
scarico ...l’acqua c’è!
51
S
mio
e mi sono ritagliato l’ingrato
ruolo di opinionista, non posso
fare a meno di esprimere un
mio parere sul Referendum del 4
dicembre. A mio avviso “ridicolo” ed
ecco spiegato il perché. Per prima cosa
devo fare un accenno alla Costituente,
che probabilmente sono in molti a non
conoscerla, soprattutto i politici. L’ Assemblea Costituente della Repubblica
italiana fu l’organo legislativo elettivo
preposto alla stesura di una Costituzione per la neonata Repubblica e
che diede vita alla Costituzione della
Repubblica Italiana nella sua forma
originaria. Le sedute si svolsero fra il
25 giugno 1946 e il 31 gennaio 1948.
Votò inoltre la fiducia ai governi che
si susseguirono in quel periodo. Come
previsto dal Decreto Legislativo Luogotenenziale n. 98/1946, l’Assemblea
52 aveva innanzitutto il compito di redigere la nuova costituzione. Essa, però,
aveva anche altri tre compiti: votare la
fiducia al governo, approvare le leggi di
bilancio e ratificare i trattati internazionali. Quindi se non avete ancora capito,
di Giuseppe Chiatto
cari lettori, nacque prima l’Assemblea
Costituente della Repubblica Italiana e
poi la Costituzione.
La Costituzione italiana è una costituzione scritta, rigida, lunga, votata,
compromissoria, laica, democratica e
programmatica ed è nostra, di tutti noi
italiani, e non degli opportunisti che
si susseguono al Governo. Solo coloro
che non riescono a governare affermano
che bisogna cambiare la Costituzione,
è già successo e succederà ancora.
Per la cronaca nessun paese civile
europeo, ha cambiato radicalmente la
sua Costituzione, perché noi vogliamo
Giù le mani
dalla nostra
Costituzione!
cambiarla? Siamo migliori
degli altri? Ad Aversa è nata
un’Associazione denominata “Cittadini Protagonisti”,
composta da liberi cittadini
che chiedono solo un confronto dialettico, politico
con coloro che ritengono
la politica un argomento
privato, o addirittura un interesse privato, forse aderirò
all’iniziativa, ma ho il sospetto che dovremmo dialogare tra noi, mai nessuno
si confronterà con noi. Perché? Semplice, non hanno motivo per farlo, né
interessi, e, se poi vogliamo concludere,
nemmeno la cultura. Per tutti i cittadini
che vogliono interessarsi a ciò che ho
scritto sappiate che domenica 27 dicembre alle ore 10,00, presso la libreria
“Il Dono” alla Piazzetta don Giuseppe
Diana, ci sarà un momento di riflessioni
sul Referendum Costituzionale con
il sostenitore del “no” avv. Raffaele
Ferrara, ed il sostenitore del “sì” Sen.
Lucio Romano. Partecipate cari lettori,
la Costituzione è anche vostra.
“Mercatino di Natale” il 10 e l’11 dicembre
C
ampania Plus organizza “Il
Mercatino di Natale” ad Aversa.
Il 10 e 11 Dicembre 2016 ad
Aversa presso il Chiostro di San Francesco (piazzetta Giuseppe Diana, vicino
al Municipio) avrà luogo il Mercatino
di Natale riservato ad Artigiani, Artisti
e Creatori.
Durante la 2 giorni gli Artigiani, Artisti
e Creatori potranno dare un saggio del
loro Talento anche con produzioni in
loco, fatta salva la sicurezza dei Visitatori. Il Mercatino di Natale vedrà la partecipazione di studenti delle varie Scuole
del Territorio. Chi vorrà recitare, fare
una breve drammatizzazione, danzare,
cantare o suonare. Come per tante altre
iniziative, del CO.SA.DIR.CI., prima, e
di Campania Plus, dal 2010, non mancheranno le delizie Eno-Gastronomiche
della nostra Città. Il Mercatino di Natale
si inserisce nel contesto del Turismo
di Qualità perché Aversa torni ad essere una Città con Attrattiva Storica,
Artistica, Culturale ed Economica.
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Opportunità alle Giovani generazioni.
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“Con questa prima edizione – ha
dichiarato Gennaro Mariniello, uno
degli organizzatori - il Mercatino lo
intendiamo, come nei Millenni, un
luogo di incontro per conoscere e
dare soddisfazione a chi crea, ha idee
e fantasia e sa realizzarle. I Visitatori
possono scegliere, se del caso, gli oggetti da portare a casa o regalare”. Gli
Sponsor o Commercianti possono
partecipare con roll-up o banner,
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53
LA PRESENTAZIONE
A Palazzo Parente il testo che indaga sulle sofferenze di una donna violentata
“PERDONATe”, il libro
di Delle Curti ad Aversa
L’autore: “Una ragazza abusata che si preoccupa dell’altro. E si chiede se può
perdonarlo e capire se stessa. La parola chiave anche qui si chiama Amore”
w Martina Melino
A
palazzo Parente di Aversa si è
tenuta la presentazione del libro
“PERDONATe” di Domenico
Delle Curti. Il primo salotto del festival
Cimarosa ha idealmente legato il tema
del perdono con la bellezza dell’antico
palazzo Parente. L’introduzione è data
dal moderatore Salvatore De Chiara:
“Il libro pone un accento particolare sul
rapporto uomo-donna e sulla sofferenza
di una donna vittima di violenze. Attra54 verso un lungo percorso germoglia una
realtà diversa che passa attraverso lo
strumento del perdono”.
La prima ad intervenire è la dott.ssa
Teresa Gordon, psicoterapeuta: “Siamo
qui per presentare un libro che offre
un’opportunità di crescita, emancipazione, evoluzione. Ci fa parlare di psicologia, una psicologia anticonformista
che va un po’ contro tutto ciò che noi
stiamo diventando. Un popolo fatto di
persone che usano solo la mente per capire gli eventi. Noi cerchiamo di capire,
di razionalizzare senza sentire davvero.
Questo libro mi ha colpito così tanto
perché finalmente sposta l’attenzione
dal capire al sentire. Parla di emozioni.
Il perdono è anche per noi stessi. Io
perdono me per continuare a vivere”.
Poi è stata la volta del dott. Pino Tartaglia, psicoterapeuta e avvocato, che ha
parlato dell’aspetto psicosomatico del
perdono: “Spesso corriamo il rischio di
fare dei perdoni che non sono veri. Non
si può averlo se non c’è un processo che
attraversa la propria rabbia interiore, la
propria storia e il proprio corpo. Perché
esso arrivi al cuore deve attraversare
una differenza sostanziale tra il capire
e il sentire. Significa cambiare un punto
di vista radicato. Ed è un atto di grande
La presentazione del testo di Delle Curti a Palazzo Parente
nobiltà”. L’avvocato Raffaele Delle
Curti, presidente dell’associazione
Urbe, inizia il suo intervento parlando
della sua associazione. “Cerchiamo di
evitare un contrasto insanabile tra generazioni. Ci troviamo nell’epoca dove c’è
un dialogo tra sordi e muti. E generalmente il muto è quello che deve parlare
ed il sordo quello che deve ascoltare. È
il momento che genitori e figli adottino
un sistema di comunicazioni diverso.
C’è una costante necessità del ragazzo
di perdonarsi, senza riuscirci. Non si
capacita il non potersi confrontare con
tutto il mondo. Sopravviene, quindi,
la rabbia che viene scagliata contro la
vecchia generazione”.Altra tematica
non ancora affrontata, ma presente nel
libro, è il viaggio nella bellezza delle
nostre terre, infatti l’avvocato continua:
“Cerchiamo di rispettare e tutelare il
patrimonio artistico dei nostri territori.
Il problema della nostra terra è che
non riusciamo a perdonare quella che
è la nostra storia e non riusciamo a
comunicare quello che di buono stiamo
producendo”.
Altro relatore è stato il magistrato Nicola Graziano che si è interrogato su una
domanda complessa: “Il perdono è un
sentimento che nella società moderna si
può coltivare ancora?”. La sua risposta:
“Possiamo perdonare cercando di essere più forti. Attraverso la ricerca di noi
stessi, abbiamo la consapevolezza dei
nostri valori e possiamo diffonderli e
riaffermarli”.
Infine, ha preso parola l’autore del
libro, Domenico Delle Curti: “È una
storia vera. Ci sono voluti tre anni per
scriverlo, ho impegnato colloqui con
docenti ed esperti
della branca, per
capire se veramente attraverso
un introspezione,
che questo ragazzo si fa in sei anni
di galera, riesce
a cambiare. È un
viaggio
dentro
l’anima. Ringrazierò eternamente
questa
ragazza
che mi ha dato una
lezione di vita. Una ragazza abusata che
si preoccupa dell’altro. E si chiede se
può perdonare lui o riesce a capire se
stessa, che può fare un passo avanti e
capire che quelle cicatrici profumano
d’amore. Perché in questo libro c’è una
parola chiave che si chiama Amore”.
55
I TESORI PERDUTI
Alla fine dell’Ottocento fu “regalato” al Museo Campano dal reggente dell’ospizio
Il sarcofago romano
di San Lorenzo
Il prezioso manufatto fu donato senza alcun indugio e senza nemmeno porsi
l’interrogativo se le autorità cittadine fossero interessate al suo recupero
w Franco Pezzella
D
a una necropoli atellana fu
recuperato molto probabilmente il sarcofago romano con
iscrizione funeraria dell’XI secolo che,
proveniente dal giardino dell’ospizio di
San Lorenzo di Aversa, già monastero
dell’attigua basilica benedettina e ora
sede della Facoltà di Architettura della
Sun, si conserva dal 1870 nel Museo
Provinciale Campano di Capua. Il
sarcofago, come si legge nel verbale
56 della tornata del 12 ottobre 1870 degli
Atti della Commissione Conservatrice
dei Monumenti e oggetti di Antichità e
Belle Arti della Provincia di Terra di
Lavoro - l’organismo che fu incaricato
di reperire per il costituendo museo
capuano i reperti archeologici e artistici
abbandonati esistenti nei diversi comuni
della provincia - era stato richiesto
dall’allora presidente della Commissione, Demetrio Salazar, al reggente
dell’ospizio, che, senza alcun indugio e
senza nemmeno porsi l’interrogativo se
le autorità cittadine fossero interessate
o no a un suo eventuale recupero, lo
aveva frettolosamente messo a sua
disposizione, privando, di fatto, la città
di un’importante testimonianza storicoartistica.
Il manufatto, in marmo proconnesio, è
costituito da una cassa parallelepipeda
inquadrata alle estremità inferiore e
superiore da un listello modanato e ai
lati da due fiaccole. La fronte è decorata
da una coppia di ittiocentauri, immaginarie creature con busto umano, zampe
anteriori da cavallo e coda di pesce, che
sostengono un clipeo, con inserito al
centro una croce e, distribuita tra i bracci
di essa, parte di un’iscrizione funeraria
che si sviluppa per il resto sul lato destro
Il sarcofago di Aversa risale al secondo secolo d.C.
di chi osserva, mentre con l’altra mano
reggono rispettivamente un remo e una
tromba. Sui lati brevi sono raffigurate
due ghirlande di frutta sorrette da fiaccole e al centro una rosetta a dieci petali.
La dedica funeraria, preceduta dal cristogramma IHC XPC, una combinazione di lettere dell’alfabeto greco o latino
che formano un’abbreviazione del nome
di Gesù Cristo, utilizzata come simbolo
cristiano nella decorazione di edifici,
arredi e paramenti, recita: Doc D(omi)
ni signo munitur ab hoste maligno
quisq(ui)s in hoc tumulo / subreq(ui)
escet homo, che tradotta in italiano
diventa: Con questo segno del Signore
è protetto dal nemico maligno qualunque uomo riposi in questo sepolcro.
Siamo di fronte ad un manufatto
molto più antico della stessa iscrizione
riutilizzato come sepoltura cristiana.
Se gli elementi costitutivi dell’epigrafe
dedicatoria sono, infatti, probativi di
una datazione dello scritto entro la
metà dell’XI secolo, la presenza degli
ittiocentauri che sorreggono un clipeo
e i motivi angolari della fiaccola consentono di attribuire la realizzazione
del sarcofago a un’officina campana
d’età antonina (96 a.C-192 d.C.), che
rielabora più antichi schemi iconografici di tradizione anatolica. D’altra parte,
si sa bene, quanto i sarcofagi romani
siano stati abbondantemente adattati per
sepolture di personaggi di rango e come,
parimenti, i soggetti marini siano stati
altrettanto abbondantemente utilizzati
dall’iconografia cristiana giacché ben
si prestavano a una reinterpretazione in
ambito sacrale. La presenza di un foro
nella parte inferiore della fronte suggerisce, peraltro, un reimpiego del manufatto in un periodo ancora precedente e
con un’altra finalità. Il foro, indurrebbe,
infatti, a sostenere che il sacello sia stato
utilizzato come fontana secondo una
pratica molto comune in età medievale.
Un’ultima annotazione: la decorazione
della fronte è considerata una variante
del motivo dei grifi o degli eroti che sorreggono indifferentemente una tabula
ansata o una corona anepigrafica; tema
che, prodotto frequentemente da maestranze campane a metà del II secolo
d. C., troviamo con il motivo angolare
della fiaccola, in un esemplare reimpiegato come sepolcro nella chiesetta
di Montanaro Francolise, proveniente
dalla chiesa di Santa Maria delle Dame
Monache di quest’ultima località.
corsi pomeridiani di inglese
corsi pomeridiani di spagnolo
uscita Aversa sud
t. 081 8907746
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bi froebel - The English Studio
57
STORIA NOSTRA
Dalla storia dell’aversano Cocò la spiegazione di un noto moto
“Ah! compare, chi va per
mare questi pesci piglia”
w Antonio Marino
F
rancesco Muscatiello detto Cocò
(poi ne significhiamo il perché)
era un tipo eccentrico, simpaticissimo per certi versi e dalla battuta
facile. Tanto che le parole, quendo ne
aveva l’occasione o lo si provocava, gli
uscivano dalla bocca come un fiume in
piena. Un personaggio particolare che a
forza di dire la sua per spargere in giro
il “buonumore” finiva spesso con l’esagerare, infastidendo il prossimo. Che,
quando non era in vena di ascoltarlo,
cercava di scansarlo con qualche scusa.
Partito di casa giovanissimo, girovagò
per la Penisola facendo diversi mestieri
e, quando ebbe l’opportunità di entrare
58
come guardia nel Corpo forestale dello
Stato ossia di avere un posto fisso, trovò
moglie facendo ritorno ai padri lidi.
Aversa, il municipio nel 1909
Prese in fitto un appartamento ad Aversa trasferendosi con la sua famigliola e,
una volta andato in pensione, si costruì
(non andando d’accordo con i condomini) una propria casa alla periferia
del centro abitato su un terreno di sua
proprietà.
Una casa messa su a rilento (tipo villetta) con dietro un piccolo appezzamento
di terreno, che adibì a giardino, trasformando un vecchio tinello preesistente
in capiente pollaio.
In questo giardino, cinto da un muro di
poco più di tre metri di altezza, soleva
trattenersi ben volentieri curando animali (polli e conigli) e ortaggi di stagione da lui piantati …sui quali svettavano
alberi di agrumi.
Un lavoro agreste, alquanto rilassante,
che lo teneva lontano e a riparo dalle
dicerie del vicinato che ne temeva l’e-
STORIA NOSTRA
stroso quanto focoso carattere. Le cose
per Cocò (detto così perché chiamava
le galline per nome usando dire cocò,
cocò…) andavano in questo modo,
per buona pace di tutti, allorquando
cominciarono ad accadere fatti strani e
spiacevoli.
Una per volta, settimanalmente, spariva
qualche gallina e Cocò, che le teneva
contate, non sapeva darsi pace.
Rinforzò le già rinforzate mura del
tinello e il tetto, raddoppiò la rete della
porta d’ingresso al pollaio, chiuse ogni
scolo dell’acqua piovana credendo fosse
opera di qualche faìna: tutto invano, le
galline continuavano a sparire …anche
mettendosi di coccio a spiare.
Con i polli cominciarono anche a prendere il volo i conigli ed allora Cocò,
arrabbiatissimo, escogitò un espediente
molto più consono ed efficace. Dotò il
pollaio di un paio di travicelli penzolanti internamente, collegati con un filo
alla porta, che, non appena smossa, li
lasciava cadere pesantemente su chi si
accingeva ad entrare.
Mettendo in atto questo sistema, venne
finalmente a capo della misteriosa
scomparsa dei suoi polli e dei conigli.
Sta di fatto che qualche giorno dopo,
Cocò aveva trovato
il suo ladro e lo aveva
proprio di fronte;
per non insospettirlo
fece finta di nulla.
Poi cominciò a fissarlo
intensamente fino
a quando...
durante la notte mentre stava dormendo, fu destato da strani rumori e dallo
schiamazzo delle galline. Scese dal
letto, prese la doppietta che gli serviva per la caccia e si affacciò da una
finestra che dava sul giardino; ma data
l’oscurità non vide nulla e pensò (anche
per precauzione) di rimettersi a letto
rimandando tutto alla luce dell’alba.
Ai primi chiarori scese subito in giardino
e trovò che la porta del pollaio era stata
forzata (se ne accorse dai legni pesanti
caduti, che mancava un altro coniglio,
che alcuni friarielli erano stati calpestati
e che lungo la parete del muro di cinta
soprattutto facevano bella mostra di sé
delle macchie di sangue.
Capì che si trattava dell’opera di un ladro, anche se aveva già qualche sospetto
in merito, ma chi incolpare senza averne
le prove? Ogni cosa fu chiara un paio di
giorni dopo quando, uscito di casa per
recarsi al bar vicino per sorbire il suo
solito caffè e mettersi a giocare a carte
con gli amici del cuore, notò che uno
di loro aveva tutta la testa fasciata e lo
guardava imbarazzato …quasi a volerlo
evitare: si trattava di Mastaniello, suo
vicino e compare di anello.
Cocò aveva trovato il suo ladro e lo
aveva proprio di fronte; per non insospettirlo fece finta di nulla. Poi cominciò a fissarlo intensamente fino a farlo
alzare e andar via. Lasciando il locale
Mastaniello rivolto a Cocò, ebbe a dire
che si allontanava perché colto dal mal
di testa, per una ferita riportata durante
lavori casalinghi …accennando alla
caduta di un mobile fissato male. Cocò
subito gli rispose con un noto motto:
“Ah! compare, chi va per mare questi
pesci piglia” e la cosa finì lì. I polli non
furono più visitati e Cocò trascorse notti
tranquille al contrario di Mastaniello
che visse sulle spine - come suol dirsi - 59
per una serie di atti vandalici, compiuti
nel tempo ai danni della sua proprietà.
STORIA NOSTRA
Erano arrivati ad Aversa a seguito di Rainulfo: fatale gli fu la fedeltà agli Svevi
La storia mai raccontata
dei nobili Rebursa
w Enzo Della Volpe
L
o storico e parlamentare di
origini capuane Angelo Broccoli racconta che, con sua meraviglia, scartabellando tra i documenti
dell’Archivio Vescovile di Aversa, si
trovò tra le mani non pochi documenti
inerenti la combattiva famiglia aversana
dei Rebursa. I Rebursa avevano origine
normanna, essendo venuti in Italia al
seguito di Rainulfo, detto Drengot,
figlio del signore di Quarrel. Ignoriamo
quale fosse il loro vero nome, secondo
il nostro Lello Moscia, deriverebbe da
bersae, luogo attrezzato con recinti di
rami e rovi per attrarre e catturare la
grossa selvaggina. La Famiglia Rebursa
60
era proprietaria di una vecchia baronia
aversana appartenuta a «Giovanni de
Sancto Clero», non pochi tenimenti fa-
Corradino di Svevia e Carlo D’Angiò
STORIA NOSTRA
cevano parte di questo ricco feudo. Probabilmente è dal 1240 che la famiglia
inizia a chiamarsi solo Rebursa, senza
il “de”. Un certo Unfrido de Rebursa
è citato in un documento del 1156, gli
succede il figlio Pietro, conestabile di
Aversa (sovrintendente alle scuderie).
Tra il 1166 e il 1189, Unfrido compare
nell’albo dei baroni che, al comando di
re Guglielmo II, successore di Tancredi
d’Altavilla, mette a disposizione di
questi dei cavalli da inviare nella spedizione in Terra Santa.
Bartolomeo Rebursa sposa la nobile
Altruda de Rocca, dalla quale ebbe
sei figli: Unfrido (detto Unfridello),
Riccardo, Giovanni, Isabella, Pietro e
Roberto. Sola Isabella non parteggiò per
Corradino di Svevia. La città di Aversa
rimase sempre fedele agli imperatori di
Casa Sveva. Morto Federico II, la città,
per essersi schierata con il giovane Corradino, dopo la sconfitto di Tagliacozza,
subì la vendetta di Carlo I d’Angiò:
Aversa fu messa a ferro e fuoco. Carlo,
violento vendicatore, non mostrò pietà
per i suoi nemici, oltre a Corradino, fece
salire sul patibolo tutti gli oppositori
che avevano combattuto sotto il vessillo
degli Svevo. Sicché anche la nobile
La vendetta di Carlo
colpì anche i Rebursa.
Corradino sarà
decapitato a Napoli in
piazza Mercato il 29
ottobre del 1268.
Il giorno dopo toccò
al nostro Riccardo
famiglia Rebursa subì la stessa sorte. I
loro averi furono confiscati e poi donati
agli avventurieri di re Carlo, per lo più
francesi. Dal diploma del 30 giugno
1263 si evince che furono parecchi i
beneficiari de beni confiscati ai nobili
fedeli agli Svevo; un registro angioino
è rimasto unico in tutta la storia archivistica del Regno di Napoli per essere
stato utilizzato interamente a tale scopo.
La famiglia Rebursa pagò più di altri la
fedeltà agli Svevo. Cosa che invece non
successe ad altre famiglie, che poterono
continuare a prosperare affianco a
quelle che non si erano schierate con gli
Svevo. I maschi della famiglia Rebursa
furono braccati, massacrati e impiccati
fino all’ultimo uomo. Alcuni furono
scannati nelle segrete senza avere né
processo né pubblica esecuzione. Corradino sarà decapitato a Napoli in Pizza
Mercato il 29 ottobre 1268; Riccardo,
stessa piazza, sarà impiccato il giorno
seguente. I cadaveri di Corradino,
Riccardo e degli altri giustiziati non
ebbero sepoltura, furono trascinati
verso il mare e abbandonati, ricoperti
solo con sassi dal popolo impietosito.
Le “donne” dei Rebursa rimasero ad
Aversa, nel palazzo di famiglia, quello
posto in prossimità di Porta Sant’Andrea, nella parrocchia di S. Audeno,
ad aspettare che terminasse la ferocia
degli angioino. Riccardo Rebursa è la
figura preminente della famiglia, è il
secondogenito di Bartolomeo. Dopo
la sconfitta degli Svevo, messo al
bando, ripara a Napoli presso un suo
fedele amico, Giovanni de Grotta. Ma
una notte, nell’allontanarsi dalla casa
dell’amico, per nascondersi in un altro
rifugio, viene scoperto e arrestato da
Andrea Jancolo che, il 23 ottobre, per
61
la sua prodezza, viene insignito da re
Carlo nobile del Regno di Napoli.
1 - continua
IL CONVEGNO
A Caserta, l’aversano Bo invita l’inventore del primo personal computer di massa
Garziera e la storia della
Programma 101 di Olivetti
L’illustre ospite ha fatto funzionare una Programma 101, spiegando agli studenti
i percorsi matematici e logici che portarono alla realizzazione del prodotto finale
La lectio magistralis di
Garziera è stata prevalemente una lezione pratica:
a avuto un ruolo di primo piano
ha fatto funzionare una
sia nell’organizzazione del
Programma 101, spieganconvegno che nel corso dell’indo agli studenti presenti
contro. L’imprenditore aversano Gianni
i percorsi matematici e
Bo da presidente della Piccola Industria
logici che portarono alla
di Confindustria Caserta si sta rivelando
realizzazione del prodotto
particolarmente attivo nel preparare
finale.
eventi di spessore a favore delle imprese
Al gruppo di progettisti
associate. Ultimo in ordine di tempo
e alla filosofia che aveva
è il seminario con Gastone Garziera Gianni Bo tra Lavornia e Garziera
determinato lo studio e lo
che ha raccontato a Caserta, nella sala
sviluppo della macchina
62 convegni di Confindustria, la nascita
televisioni di tutto il mondo da anni
del primo Personal Computer. Gastone
stanno dedicando documentari e filmati.
Bo:
“La
presenza
Garziera era giovanissimo quando entrò
Tra tutti spicca quello della History
nello staff Olivetti dell’ing. Pier Giorgio
Chanell scaricabile da youtube.
del ricercatore
Perotto per creare il primo personal
Per il 50º anniversario (2015) della
e progettista Garziera,
computer da tavolo della storia, una
presentazione della Olivetti Programma
il padre del primo
delle più prestigiose macchine elettroni101, in tutta Italia, si sono svolte varie
personal computer,
che messa a punto dalla Olivetti e che
mostre ed eventi. Il 14 ottobre 2015 (50
è un esempio per
anticipò di ben dieci anni Steve Jobs e
anni esatti dalla prima presentazione a
Bill Gates. Garziera ha incontrato gli
New York) i due progettisti ancora in
tutti noi di tecnologia
studenti degli istituti che lo scorso anno
vita, Giovanni De Sandre e Gastone
e generosità”
scolastico hanno partecipato ai cicli di
Garziera, sono stati ricevuti a Palazzo
conferenze di Alternanza Scuola Lavoro
Chigi da Matteo Renzi per raccontare la
organizzati da Confindustria Caserta
loro esperienza. L’Olivetti Programma
e dal Centro studi ed Alta Formazione presenti anche l’Isiss “Conti” di Aversa. 101, o P101, sviluppata dalla Olivetti
Maestri del Lavoro d’Italia. Con Gianni “La manifestazione di oggi – ha dichia- negli anni tra il 1962 e il 1964 e prorato Bo - è rivolta dotta tra il 1965 e il 1971, è considerata
Bo, ad accogliere
a voi giovani che il primo esempio di desktop computer o
l’illustre ospite è
rappresentate
il personal computer al mondo in quanto
stato il presidente
nostro
futuro. dotata delle principali caratteristiche dei
di Confindustria
La presenza del computer dell’epoca ma destinato, per
Caserta, Luciano
ricercatore e pro- la prima volta, ad un uso personale. Era
Morelli. Presenti
gettista Gastone in grado di operare su dati alfanumerici
anche
Paolo
Garziera, consi- e disponeva di una memoria di lavoro
Vincenzo Pedone,
derato il padre del interna, un sistema di salvataggio dati su
della “Luigi Vanprimo
personal unità magnetica e una piccola ed avanvitelli”,
Mauro
computer, è un zata stampante come sistema di output.
Nemesio
Rossi, La Programma 101
esempio per tutti Del primo personal computer di massa
responsabile della
Olivetti di Caserta, Stefano Marrone, noi di tecnologia e generosità. Ma è della storiae furono vendute circa 44
della Sun, e Giovanni Lavornia, pre- anche l’esempio che le migliori innova- mila unità, un numero enorme per l’esidente della Provincia. Tra gli istituti zioni vengono fatte dai giovani”.
poca che ne decretò anche il successo.
w Nicola De Chiara
H
63
PACCHETTO 10 SEDUTE
30€
*SOLO SE SI ACQUISTA IL
PACCHETTO COMPLETO
CAD.