ALTRE NANOSTRUTTURE A BASE DI CARBONIO
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ALTRE NANOSTRUTTURE A BASE DI CARBONIO
Lucia Delledonne Scienza e Tecnologia dei Materiali Innovativi ALTRE NANOSTRUTTURE A BASE DI CARBONIO Corso di Materiali Nanostrutturati a base di Carbonio INDICE Introduzione; Nanofibre: sintesi, proprietà e possibili applicazioni; Whiskers e Coni: sintesi, modelli di crescita, proprietà; Cristalli poliedrici: sintesi, struttura, proprietà elettroniche; Onions: meccanismi di formazione, stabilità, struttura; Altre nanostrutture: nanocoils, toroidi, nanodiamanti e nanofoam. 2 INTRODUZIONE Le strutture del carbonio principali: Oltre a queste ce ne sono molte altre... 3 INTRODUZIONE 4 NANOFIBRE Caratteristiche principali: Diametro di scala nanometrica; Elevata area specifica superficiale; Flessibilità; Resistenza allo sforzo direzionale; Ottime proprietà termiche, meccaniche (modulo di Young, sforzo a frattura, ...) ed elettroniche; Facilità di funzionalizzazione. La tecnica principale con cui si realizzano le nanofibre è l'elettrospinning, tecnica che sfrutta un campo elettrostratico per indurre l'estrusione delle fibre. Può avvenire da fuso o da soluzione, quest'ultima è più diffusa visti i minori costi e la maggior facilità di produzione. 5 NANOFIBRE: Elettrofilatura Questa tecnica consiste nell'estrusione delle fibre mediante l'applicazione di una differenza di potenziale tra la siringa contenente la soluzione polimerica ed il target su cui andranno a depositarsi le fibre. Il campo applicato deve superare un certo valore critico affinchè si possano vincere le forze di tensione superficiali della soluzione. Si possono raggiungere aree specifiche superiori a 103 m2/g. La deposizione può avvenire in modo random oppure allineando tra loro le fibre. 6 NANOFIBRE: Elettrofilatura Alcuni parametri che governano l'elettrospinning e di conseguenza il diametro delle fibre e la loro riproducibilità sono: Forza del campo elettrico applicato; Concentrazione del polimero nella soluzione; Viscosità del polimero; Distanza tra la punta della siringa ed il target. 1/ 3 2 2 Equazione che regola il diametro delle fibre: d = γ ϵ Q2 [ I π(2 ln χ−3) ] dove γ è la tensione superficiale, ε la costante dielettrica, Q la velocità del flusso, I la corrente che attraversa la fibra e χ il rapporto tra la lunghezza del getto ed il diametro della punta della siringa. Relazione tra il diametro delle fibre prodotte mediante elettrofilatura da soluzioni polimeriche diluite ed il numero di Berry B, prodotto tra la viscosità η e la concentrazione C del polimero. 7 NANOFIBRE: Elettrofilatura Relazione tra il diametro medio delle fibre e la concentrazione del polimero dell'acido lattico (PLA) nella soluzione con due diversi pesi molecolari: Si nota un aumento del diametro della fibra all'aumentare della concentrazione del polimero nella soluzione; inoltre l'incremento è 8 maggiore nel caso di pesi molecolari più grandi. NANOFIBRE: Elettrofilatura Relazione tra il diametro medio delle fibre ed il parametro di Berry; si individuano quattro regioni distinte a diverse concentrazioni del polimero e di conseguenza diversi diametri. Relazione sperimentale tra numero di Berry e diametro della fibra: d = aBc a, c : coefficienti sperimentali. 9 NANOFIBRE: Possibili applicazioni Affinchè le nanofibre possano trovare impieghi particolari devono avere un'organizzazione: lineare, planare o tridimensionale. Per indurre l'allineamento delle fibre si può agire per via meccanica, elettrostatica oppure mediante self-assembly. Esempi di possibili utilizzi delle nanofibre di carbonio prodotte mediante elettrospinning: Applicazioni biomediche: vettori per farmaci, mezzi superassorbenti, ricostruzione dei tessuti, etc; Applicazioni elettroniche: sensori, elettronica indossabile, celle a combustibile, etc; Applicazioni industriali: filtri, rinforzi strutturali, protezioni biologiche e chimiche, etc. 10 NANOFIBRE: Applicazioni strutturali Fibre di carbonio commerciali hanno valori tipici di moduli elastici di 0,1-0,5 TPa e 0,1-2% di resistenza alla frattura. Un miglioramento significativo si ha introducendo 1 wt% di single-wall nanotube, producibili mediante elettrofilatura. Incremento del modulo elastico, del carico a rottura e dell'area sottesa alla curva, cioè l'energia richiesta per rompere il materiale. 11 NANOFIBRE: Applicazioni di ingegneria dei tessuti Si può realizzare un'impalcatura tridimensionale mediante le nanofibre per indurre e favorire la ricostruzione di tessuti biologici come: pelle, cartilagine, legamenti, organi, ossa, etc. Prorietà: Porosità: i pori devono avere una certa distribuzione in dimensioni e connessione; Sopportare determinati sforzi meccanici ai quali sono sottoposti; Velocità di degradazione; Elevata adesione tra l'impalcatura ed il tessuto ricostruito. 12 NANOFIBRE: Applicazioni in membrane protettive Una buona barriera dal punto di vista chimico e biologico deve impedire la penetrazione di agenti batterici ma permettere lo smaltimento dell'umidità della pelle. Utilizzando nanofibre interconnesse realizzate mediante elettrospinning si realizza una membrana di barriera per gli agenti chimici-biologici. 13 WHISKERS, CONI, CRISTALLI POLIEDRICI Sono strutture non planari del carbonio ; Presentano una lunghezza molto maggiore del loro diametro; Si possono realizzare sinteticamente ma sono anche stati rilevati campioni naturali, in Canada e Russia. 14 WHISKERS: Sintesi Arco elettrico DC su elettrodo di carbonio alla pressione di 92 atm di argon; la temperatura sviluppata dall'arco è superiore a quella di sublimazione del carbonio. Si realizzano strutture di forma cilindrica di massimo 3 cm di lunghezza e pochi micron di diametro. Decomposizione pirolitica di vari idrocarburi catalizzata da metalli, come il ferro; Pirolisi di CO oltre 1800 °C ed 1 atm sopra un substrato di β-SiC. Whiskers di 3-6 μm di larghezza e diverse decine di micron di lunghezza; angolo di apertura all'apice di 141° circa. 15 WHISKERS: Sintesi Dissoluzione della martensite elettrolitica mediante trattamento termico a 2800 °C. Strutture a forma di sigaro di lunghezza variabile tra pochi micron e 250 μm, con rapporto lunghezza-larghezza circa 10. Presenza di whiskers all'interno di sfere porose di vetro di carbonio; per ottenere ciò si è partiti da silice porosa e la si è impregnata di fenolo ed esametilentetrammine in un rapporto di peso di 6:1. Riscaldando a 150 °C si ha la formazione della resina fenoloformaldeide all'interno dei pori di silice e la carbonizzazione portando il sistema a 900 °C in un ambiente povero di ossigeno. Dissolvendo la silice in un bagno caldo di idruro di potassio si ottiene un vetro poroso di carbonio, nei cui pori sono presenti strutture grafitiche tridimensionali. I whiskers risultano di pochi micron di lunghezza e circa 1 μm di spessore. 16 CONI: Modello di crescita I coni si possono classificare in due categorie in base alla loro struttura: Scroll-helix cones: singolo foglio di grafene arrotolato lungo un asse; la sua nucleazione parte generalmente dalle dislocazioni; Fullerene cones: si originano da difetti di punto, cioè la presenza di anelli pentagonali o eptagonali nel piano di grafene. In realtà la maggior parte dei coni è la combinazione di queste due strutture. 17 Considerazioni geometriche coni fullerenici Teorema di Eulero: V – E + F = 2 ( 1 – g ) V è il numero di vertici della struttura, E il numero di lati, F il numero di facce e g dipende dal tipo di struttura, corrisponde al numero di tagli richiesti per trasformare la struttura in una topologicamente equivalente ad una sfera. F = Σ Ni , N è il numero di poligoni con i lati E = (1/2) Σ iNi V = (2/3) E Per ottenere strutture chiuse il Quindi: Σ (6 – i )Ni = 12 (1 – g) numero di esagoni non è un parametro significativo. Ecco come si distribuiscono i pentagoni per originare le 5 possibili strutture coniche: 18 Considerazioni geometriche coni fullerenici Calcolo dell'angolo di apertura dei coni: sen(θ/2)= 1 – (N5/6) N5 è il numero di pentagoni presenti. Fondoscala di 200 nm. 19 Coni elicoidali I coni elicoidali si formano rimuovendo una parte del foglio di grafene ed introducendo una dislocazione a vite, intorno alla quale avviene l'avvolgimento del foglio. I vari avvolgimenti del cono si trovano sfasati tra loro di un certo angolo di inclinazione. Angoli di inclinazione favoriti energeticamente: α = n+60°, con n =1,2,3,..6 20 Coni elicoidali Angolo di apertura: θ = 2sen-1(1 – α / 360°) Tipici angoli di apertura sono compresi tra 6° e 149°; quello più frequente è 60°. 21 CONI: Sintesi Clorurazione di carburo di silicio a temperature superiori ai 1000 °C: è stata la prima struttura di questo tipo ad essere ottenuta; Condensazione di vapori di atomi di carbonio ottenuti da grafite pirolitica altamente orientata (HOPG). Coni di circa 24 nm di lunghezza e 8 nm di diametro della base; angolo di apertura della punta di circa 19°. Nanoconi presenti nei pori di vetro di carbonio ottenuti da gas contenenti carbonio in seguito alla decomposizione di formaldeide. Angoli di apertura molto piccoli, compresi tra 3 e 20°, diametri di base nel range di 100-300 nm e lunghezze da 500 nm a diversi micron. Coni di grafite tubolari ottenuti da MWCVD in gas di CH4/N2. 22 WHISKERS e CONES: Proprieta' elettroniche Si sono studiate le proprietà elettroniche della zona apicale dei nanotubi di carbonio mediante STM e STS. Ci si aspetta che la presenza dei difetti sulla punta modifichi le proprietà elettroniche rispetto ad altre zone del nanotubo. a) Immagine STM; b) LDOS mediante STS; c)d) Calcolo DOS con il modello di tight binding per i due tipi di punte. 23 CRISTALLI POLIEDRICI: Caratteristiche generali: Sono nanotubi a parete singola o multipla caratterizzati da sezione poligonale anzichè circolare; Possono avere una struttura assiale oppure elicoidale; Dimesioni: da circa 100 a 1000 nm di diametro e fino a pochi micron di lunghezza; Il numero di sfaccettature varia generalmente tra 5 e 14; Come per i nanotubi, i cristalli poliedrici hanno una chiusura a cupola. 24 CRISTALLI POLIEDRICI: Sintesi Scarica ad arco alla pressione in elio di 550 Torr; voltaggio applicato agli elettrodi pari a 26-28 V, corrispondente a 50 A. Si ottengono nanotubi multi-wall in un range di 3-30, con un diametro interno compreso tra 2.2-6 nm e quello esterno tra 5-26 nm; essi hanno sia sezione circolare che poligonale. Si è studiata la spaziatura tra i nanotubi della struttura in funzione del loro diametro; essa varia da 0,34 nm a 0,45 nm. Inoltre si è visto che all'aumentare del diametro del nanotubo poligonale multi-wall diminuisce la spaziatura tra le varie pareti. 25 CRISTALLI POLIEDRICI: Sintesi Presenza di GPCs all'interno di materiali di carbonio vetrosi, realizzati mediante carbonizzazione di resine fenoliche a 2000° C in atmosfera di azoto alla pressione di circa 10 Torr. All'interno dei pori della matrice vetrosa rimane intrappolato il gas C-H-O (N2), che permette la formazione di cristalli poliedrici. Mediante trattamento termico di nanotubi a singola o multi-parete cilindrici. Si compie un trattamento di annealing a 2000°C per 3 ore in un vuoto di 10-6 Torr o in presenza di un gas inerte. La trasformazione della sezione da circolare a poligonale non risulta però uniforme. Sintesi idrotermale da fluidi supercritici C-H-O di vari precursori di materiali a base di carbonio, con o senza la presenza di catalizzatori metallici. Inoltre serve un trattamento termico a 800°C in acqua pura alla pressione di 100 MPa. 26 CRISTALLI POLIEDRICI Esempi di cristalli poligonali ad elevato ordine realizzati mediante: Trattamento termico ad alte temperature; Crescite in ambienti con sovrapressioni di atomi di carbonio; Reazioni con cinetiche lente; Presenza di speci attive, come ossigeno o idrogeno, che bilanciano la velocità di crescita con quella di attacco alla superficie; Sintesi mediante metodo di combustione a fiamma. a-b) immagini SEM c) immagine TEM mediante combustione a fiamma d-e) immagini SEM di GPCs cresciuti 27 CRISTALLI POLIEDRICI: Struttura La struttura dei nanotubi poligonali dipende da due meccanismi tra loro in competizione: Impilamento turbostratico: si ha un impilamento disordinato degli strati di carbonio; il nanotubo assume una forma elicoidale in risposta alla variazione della circonferenza; Impilamento grafitico: le file di esagoni nei nanotubi successivi si mantengono tra loro paralleli, assumendo un impilamento come nella grafite: formazione di stacking faults interfacciali tra le strutture grafitiche. Il risultato finale del nanotubo è una combinazione dei due meccanismi; quello che predomina dipende dalle dimensioni del nanotubo. Per grandi diametri prevale l'impilamento grafitico, in quanto si ha maggior probabilità di avere l'impilamento di esagoni. 28 CRISTALLI POLIEDRICI: Struttura Studio della spaziatura tra i vari anelli in funzione del diametro del nanotubo: All'aumetare dei diametro diminuisce la spaziatura tra le varie pareti del nanotubo. −D /2 Equazione empirica: d̂ 002 =0,344+0,1e 29 CRISTALLI POLIEDRICI: Struttura a bande La struttura elettronica di nanotubi poligonali a singola parete è stata studiata mediante il modello di tight binding e metodi ab initio. E' emersa una forte dipendenza delle proprietà elettroniche dalla struttura poligonale. Nanotubi zig-zag (10,0) con sezione circolare e pentagonale, studiati con il metodo di legame forte: Ibridizzazione σ*-π* dei legami C-C; Carattere sp3 spigoli: formazione difetti; Diminuzione simmetria; No variazione struttura elettronica per nanotubi armchair; 30 CRISTALLI POLIEDRICI: Struttura a bande Nanotubi zig-zag (12,0) con sezione circolare, triangolare, quadrata ed esagonale hanno un diverso comportamento elettronico: 31 CRISTALLI POLIEDRICI: Proprietà chimiche e meccaniche Le pareti dei nanotubi possono essere facilmente funzionalizzate, ad esempio con: poli-metil-metacrilato, polistirene, gruppi isocianati ed acidi carbossilici, fluorine, etc. Possibile applicazione in: supporto per catalisi, materiali assorbitori, materiali compositi di rinforzo; Ossidazione completa dei nanotubi poligonali dopo l'esposizione per un'ora a vapori surriscaldati a 700°C circa; Non c'è una significativa variazione delle proprietà meccaniche come modulo elastico e resistenza agli sforzi rispetto ai nanotubi cilindrici. 32 ONIONS Scoperti nel 1992 studiando l'effetto della radiazione di elettroni su nanoparticelle di carbonio contenenti oro ed ossido di lantanio. Il fascio elettronico causa l'uscita dei cluster d'oro dalle nanoparticelle ed un contemporaneo cambiamento della struttura: da sfaccettata a tondeggiante. La struttura appare come una serie di fullereni concentrici perfettamente sferici. ESPERIMENTO: - microscopio TEM 300 kV; - corrente del facio elettronico: 100-400 A cm -2; - durata circa 20 minuti. Il problema degli onions è la loro stabilità, infatti mantengono questa struttura solo durante l'irraggiamento, dopo decadono in strutture disordinate. 33 ONIONS Nel primo esperimento i precursori per la formazione di onions erano materiali estratti da fuliggine catodica ottenuta da evaporazione ad arco, principalmente composta da nanotubi e nanoparticelle. La formazione di onions è stata osservata irradiando con fascio elettronico fullereni contenenti carbonio. 34 ONIONS: Meccanismo formazione Immagini HRTEM: Rappresentazione schematica del processo di formazione degli onions: 35 ONIONS: Stabilità Si è dimostrato che gli onions sono strutture stabili sono se mantenute sotto irraggiamento di un fascio elettronico; in particolare la sua densità di corrente deve essere almeno 150 A cm-2 per evitare che la struttura collassi. Il decadimento può avvenire su scale di tempi molto diverse, da poche decine di minuti a mesi; ciò sembra dipendere dai materiali circostanti gli onions. 36 ONIONS: Struttura In generale al momento della formazione gli onions appaiono con una struttura centrale di diametro 0,7-1 nm, comparabile con le dimensioni del C60; gli onions sono strutture quasi-sferiche o leggermente sfaccettate. Ci sono due correnti di pensiero sulla struttura atomica degli onions: 1) Fullereni concentrici che sottostanno alla regola del numero magico: N=60b2, dove b è un numero intero e quindi i primi cinque fullereni della serie sono C60 , C240 , C540 , C960 e C1500 . La separazione tra i fullereni è circa 0,34 nm, valore molto simile alla spaziatura tra i piani di grafite. Con questo modello si prevedono strutture sia sferiche che sfaccettate in alcune direzioni preferenziali. 37 ONIONS: Strutura 2) I vari gusci di carbonio sono costituiti, oltre che da esagoni, anche da pentagoni ed eptagoni; ciò conferisce alla struttura una maggiore sfericità. Nella figura è mostrata una struttura a fullerene contenente 1500 atomi di carbonio. La struttura è costituita da 132 pentagoni e 120 eptagoni. DIFFERENZE ONIONS-NANOPARTICELLE: Le nanoparticelle possono assumere svariate forme, sia sfaccettate che tondeggianti, avere cavità di vari dimensioni, e sono generalmente ricche di difetti. Gli onions invece sono strutture ad elevata perfezione 38 e dalle forme precise. ONIONS: Meccanismi sintesi bulk Utilizzando diamanti ultra-dispersi con diametro di circa 4,5 nm e compiendo un trattamento termico a 1000-1500 °C; i diamanti si trasformano in materiale grafitico costituito interamente da onions. Le strutture realizzate hanno però un grado di perfezione inferiore. Inviando un fascio ionico di carbonio su una superficie di rame o argento ad alte temperature. Gli onions realizzati hanno diametri di diversi micron. Mediante processi catalitici si riescono a realizzare sfere di carbonio dal gas naturale. NANODIAMANTI ALL'INTERNO DI ONIONS: Sottoponendo gli onions contemporaneamente a trattamento termico a 700 °C e radiazione all'interno di un microscopio elettronico si ha la formazione di piccoli domini di diamanti all'interno degli onions. 39 ALTRE NANOSTRUTTURE NANOCOILS: sono dei nanotubi in cui sono presenti pentagoni ed eptagoni disposti in modo tale da conferire alla struttura una forma elicoidale. Realizzati ad esempio mediante CVD o decomposizione catalitica dell'acetilene. Esempio dimensioni: diametro del tubo 120 nm, raggio della spira 420 nm, passo dell'elica 2000 nm. 40 ALTRE NANOSTRUTTURE NANOTOROIDI: Sono nanotubi arrolotolati su se stessi in modo da formare strutture ad anello chiuse. Anche queste strutture si realizzano grazie alla presenza di pentagoni ed eptagoni. NANODIAMANTI: Sono strutture con simmetria ottaedrica dalle dimensioni comprese tra 2 e 8 nm; esse risultano essere non tossiche per il nostro organismo e ciò permette il loro utilizzo in campo biologico. In particolare sembrano essere utili nella medicina antitumorale come vettori per i comuni farmaci chemioterapici. 41 ALTRE NANOSTRUTTURE NANOFOAM: E' una struttura del carbonio caratterizzata da: - bassa densità: 0,25-1 g/cm3; - elevata area specifica: circa 400 m2/g; - buon isolante termico: conducibilità termica = 0,089 W/m°K; - scarso conduttore elettrico: resistività elettrica = 0,01-0,04 ohm· cm. Realizzata mediante fascio laser ad alta energia su un bersaglio di grafite in un ambiente inerte. Si ha la formazione di cluster di dimensioni di 6-9 nm. 42 BIBLIOGRAFIA Peter J.F. Harris, Carbon Nanotubes and Related Structures, New Materials for the Twenty-first century, CAMBRIDGE; Yury Gogotsi, Nanotubes and Nanofibers, Taylor & Francis Gruop; Li Zhao Liu, Hai Li Gao, Ji Jun Zhao, Jian Ping Lu, Superelasticity of Carbon Nanocoils from Atomistic Quantum Simulations, Springer 2010; X.F. Zhang, X.B. Zhang, G. Van Tendeloo, S. Amelinckx, M. Op de Beeck, Carbon nano-tubes; their formation process and observation by electron microscopy; Journal of Crystal Growth 1993. 43