Intervento Vanna Cavalleri
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Intervento Vanna Cavalleri
Vanna Cavalleri Consigliera di Parità della Provincia di Lodi Le italiane chiedono un lavoro flessibile Conciliare lavoro e famiglia rappresenta per le donne una sfida quotidiana: è a questo tema che si indirizza una delle ultime pubblicazioni dell'Istat. La prima strategia che le donne hanno messo in atto per far fronte agli elevati carichi di lavoro complessivo è stata la riduzione del tempo dedicato ai lavori domestici. Le italiane cucinano meno e fanno meno pulizie per far fronte alle esigenze dei membri della famiglia: che siano conviventi, figli e anziani. Senza pensare direttamente al caso delle donne con figli, anche far parte di una coppia, implica per le donne una maggiore propensione a richiedere tempi di lavoro ridotti, ad esempio con la formula del part time, che serve per articolare diversamente il tempo di lavoro nel quotidiano. La possibilità di accedere a un’occupazione a tempo parziale costituisce uno dei principali strumenti per ridurre le difficoltà tra carico familiare e impegni di lavoro extradomestico. Anche indagando la semplice disponibilità dei dipendenti a tempo pieno a lavorare part time, sono soprattutto le donne a manifestare l’interesse a trasformare il proprio rapporto in un regime orario part time (20,3 % a fronte del 5,6 % degli uomini); in assoluto le donne che si dichiarano interessate al part time sono oltre un milione, a fronte di poco più di 500 mila uomini. (Istat, Indagine Uso del tempo 2002-2003). Il desiderio di armonizzare il quotidiano emerge sempre più con urgenza per evitare l'abbandono del lavoro con licenziamenti e dimissioni forzate. Nell'ultimo decennio, il tema della conciliazione dei tempi ha assunto un ruolo centrale nelle politiche nazionali di pari opportunità. Le azioni intraprese nella direzione della conciliazione mirano a favorire l'equa distribuzione dei carichi di cura ed a conquistare nuovi modelli di organizzazione del lavoro che consentano alle donne di accedere e permanere nel mondo del lavoro. In tema di conciliazione l'Italia vanta una delle legislazioni più avanzate in Europa; non solo perchè coinvolge più istituti ma soprattutto perchè si rivolge sia ad uomini che a donne. In particolare la legge n. 53 del 8 marzo 2000 Disposizioni per il sostegno della maternità e della paternità, per il diritto alla cura e per il coordinamento dei tempi delle città” mira a promuovere un equilibrio tra tempi di lavoro, di cura, di formazione e di relazione mediante: • l'istituzione dei congedi dei genitori e l'estensione del sostegno ai genitori di soggetti portatori di handicap; • l'istituzione del congedo per la formazione continua e l'estensione dei congedi per la formazione; il coordinamento dei tempi di funzionamento delle città e la promozione dell'uso del tempo per fini di solidarietà sociale. La provincia di Lodi ha presentato nel 2009 in nome e per conto di alcuni imprenditori del territorio alcuni progetti a valere su questo bando in particolare: Il contesto del progetto Titolo: STIROAMICO (a cura del progettista Dott.ssa Adele Anacleti per conto dell’azienda Anna Josè Buttafava Art Hair Studios) Eravamo una piccola realtà aziendale artigianale di parrucchieri e nel corso della nostra carriera aziendale abbiamo sempre cercato di conciliare la nostra professionalità con il rispetto per il lavoro dei/delle nostri/nostre collaboratori/collaboratrici che sono un poco anche la nostra famiglia. Siamo partiti da un piccolo negozio posto in centro alla cittadina di Codogno e siamo diventati abbastanza conosciuti per i nostri styling originali. Attualmente siamo cresciuti e nei nostri due negozi di Casalpusterlengo e Codogno abbiamo 32 dipendenti. Siamo comunque un’azienda artigiana e come tale abbiamo sempre avuto a cuore il capitale umano che per noi è molto importante. Con la legge 53/2000, che espressamente finanzia l’obbiettivo, abbiamo maggiori opportunità di consentire una migliore conciliazione dei tempi di lavoro e familiari delle nostre collaboratrici: riteniamo che questa significativa sperimentazione ci ripagherà con una maggiore collaborazione da parte loro in un contesto aziendale fatto da donne ed al servizio delle donne. Pensiamo che se la nostra collaboratrice è rilassata perché non deve pensare ad una montagna di capi da stirare che l’attende a casa, potrà affrontare più serenamente sia la sua giornata lavorativa che la sua giornata familiare. Il contenuto della proposta progettuale è esattamente quello di fornire, senza costi, alle beneficiarie individuate dalla normativa un servizio di stireria volto a sollevare da questo onere le lavoratrici madri per permettere loro di avere più tempo a disposizione della famiglia e dei figli in particolare. Abbiamo infatti valutato che le ore lavoro di stiratura sono 3 a settimana per una persona che se ne occupa a livello di lavoro, con attrezzature che consentono di abbreviare i tempi, ma sono molte di più per chi quel lavoro non lo fa a livello professionale. Inoltre abbiamo previsto il rientro di una nostra collaboratrice, attualmente in astensione per maternità, in part-time. Si tratta di andare incontro alle esigenze di conciliazione di una nostra dipendente con un alto livello di professionalità per cui si ritiene indispensabile l’assunzione di personale con analoga professionalità per il restante 50% dell’orario di lavoro. Da una prima analisi, in riferimento ai criteri di valutazione, riteniamo che il progetto abbia buone possibilità di essere sostenuto finanziariamente dal Dipartimento della Famiglia e Solidarietà Sociale della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Il contesto del progetto Titolo: MAMMACONTA mamma e contabile (a cura della progettista dott.ssa Adele Anacleti per la Provincia di Lodi) Azienda: Artigianadati SRL Artigianadati si occupa principalmente di elaborazione dati fiscali ed eroga una serie di servizi alle aziende clienti che vanno dall’elaborazione di paghe e contributi alle più complesse esigenze delle normative fiscali nazionali attraverso una serie di servizi offerti alle aziende clienti. La clientela di “artigianadati” è composta da micro e piccole imprese nel settore artigiano che costituiscono il tessuto produttivo del territorio lodigiano stesso. Il personale è composto prevalentemente da persone relativamente giovani, con problemi di conciliazione famigliari. Il contenuto della proposta progettuale è quello di fornire, alle beneficiarie individuate dalla normativa e da una serie di interviste a cura della progettista un sistema integrato di flessibilità oraria volto a permettere alle lavoratrici madri di avere più tempo a disposizione della famiglia e, in particolare, dei figli. Si è infatti valutato che le ipotesi progettuali proposte, sostanzialmente banca ore e piccole quote di part-time permetteranno di ottimizzare il tempo da dedicare alla famiglia ed alle necessità dei figli. Per quanto riguarda il part-time si tratta di andare incontro alle esigenze di conciliazione di dipendenti con un alto livello di professionalità per cui si è ritenuto indispensabile, per completare l’orario di lavoro, l’individuazione e l’assunzione di personale con analoga professionalità. Il poter disporre di una banca ore nella quale accantonare le ore nei momenti di bisogno aziendali per poterne usufruire nei momenti di bisogno famigliare si sposa egregiamente con il più ampio termine di conciliazione fra vita famigliare e vita lavorativa. Per esempio il periodo di maggior lavoro per il settore contabile spesso non coincide con il periodo di maggiori esigenze di presenza in ambito famigliare che è l’estate in quanto le strutture a cui solitamente sono affidati i bambini sono chiuse. La banca ore permette una certa flessibilità che consente una gestione ottimale dell’orario. Le dipendenti inoltre sapendo di poter poi contare su questo valido strumento al momento del bisogno sono maggiormente disponibili ad organizzarsi nei periodi di maggior richiesta di disponibilità lavorativa. Il part-time che verrà concesso alle dipendenti, e che è stato richiesto dalle stesse in misura minima (per esigenze di bilancio famigliare) sarà di natura reversibile ed intende rispondere esclusivamente, in via sperimentale, alle loro esigenze di conciliazione, infatti gli altri part-time già presenti si sono costituiti come frutto di accordi dettati principalmente dalle esigenze dell’attività ( picchi di lavoro determinati dalle normative contabili e fiscali). Riteniamo che questo modo di concepire il part-time sia assolutamente innovativo e rispondente in via prioritaria alla esigenze di conciliazione per il tempo che viene liberato a favore della cura della famiglia e dei figli piccoli.L’idea di una formazione continua mirata a favore delle lavoratrici al rientro dai congedi per maternità è stata pensata per il fatto che si tratta di persone altamente specializzate che si occupano di settori in continua evoluzione; in questo caso l’aggiornamento continuo e condizione indispensabile per un buon reinserimento. Siamo felici che la Presidenza del Consiglio dei Ministri abbia ritenuto non solo i nostri progetti degni di essere finanziati, ma abbia ritenuto che fossero tra i punteggi più alti attribuiti. Entrambi i progetti stanno proseguendo ed hanno creato una particolare attenzione verso il ruolo della conciliazione a livello aziendale.