Strumenti per un`analisi strutturale della sceneggiatura

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Strumenti per un`analisi strutturale della sceneggiatura
CHE COS'E' LA DRAMMATURGIA?
La drammaturgia è diversa dalla narrativa.
Aristotele nella Poetica definisce la tragedia come imitazione di un'azione
umana finalizzata a suscitare pietà e terrore e a liberare l'animo umano da
tali passioni (catarsi).
Quindi la drammaturgia diversamente dalla narrativa implica
una messa in scena
uno spettatore
ha come scopo quello di suscitare un'emozione (e' il significato a produrre
emozioni).
La sceneggiatura non è quindi un prodotto in sé compiuto ma è un progetto
che necessita di essere completato.
La sceneggiatura è l'istanza narrativa, la regia è l'istanza espressiva. Regista
e sceneggiatore sono perciò coautori.
UN UTILE STRUMENTO DI ANALISI DELLA STRUTTURA DEL RACCONTO FILMICO
premessa: la teoria di Truby presuppone una struttura del racconto in tre
atti. La struttura in tre atti trae origine dalla Poetica aristotelica:
La tragedia deve avere un principio, un mezzo ed una fine (ordine), e deve riuscire a rappresentare
il passaggio dalla felicità all'infelicità o viceversa dei protagonisti nel giusto lasso di tempo
(estensione)
Attraverso la struttura in tre atti possiamo analizzare la maggior parte dei
film. Immaginiamo il film come un viaggio
In sintesi:
PRIMO ATTO: dall'incidente scatenante alla prima svolta (accettazione
dell'avventura, ingresso nel mondo straordinario)
SECONDO ATTO: dalla prima svolta alla seconda (luogo del conflitto, mondo
straordianario)
TERZO ATTO: dalla seconda svolta al finale (ritorno al mondo ordinario ma
qualcosa è cambiato).
I 7 passi di John Truby:
La narrazione è una sequenza di eventi che portano al cambiamento e c'è
sempre un elemento morale
La morale è la nostra visione di come è giusto agire.
Il racconto esprime un conflitto valoriale attraverso un tema e un
controtema.
Nel tema sta l'identità del racconto. Il tema non è l'argomento, è un valore.
Di che parla il film? ARGOMENTO
Di cosa parliamo mentre raccontiamo questa storia? TEMA
Esempi di temi in alcuni film:
Erin Brocovich: il riscatto
Avatar: L'identità si costruisce in base ai valori a non alla razza
La vita è bella: il sacrificio
American Beauty: la felicità perduta
7 passi per strutturare la storia:
1. NEED:
Al protagonista manca qualcosa. Ha una mancanza, un bisogno del quale
non è del tutto consapevole (bisogno inconscio) e che lo fa vivere peggio di
come potrebbe/vorrebbe.
Il need è più forte se non è solo di natura psicologica ma morale. Il
protagonista non solo vive peggio ma fa vivere peggio gli altri.
2. DESIRE
Il desire è l'obiettivo ed è esterno al protagonista. L'obiettivo è conscio.
NEED diverso da DESIRE
esempio:
Un alcolista dice: Ho bisogno di bere (desire)
Ma di cosa ha veramente bisogno?
DI non bere (need).
DESIRE: ciò che il protagonista vuole e persegue
NEED: Ciò che sarebbe importante volere
Esempio:
Gran Torino:
DESIRE: difendere il proprio spazio vitale dai nemici (musi gialli)
NEED: smettere di vivere come se fosse sempre in guerra.
GHOST: Ha ucciso un muso giallo in Vietnam e non si perdona
Il need è generato da un ghost, da un evento traumatico nel passato.
Il protagonista attraverso la storia deve arrivare a risolvere il need, più che
il desire. Il need è il vero obiettivo della storia, si pone nel mondo interiore
del protagonista mentre il desire è l'obiettivo esterno che si pone sul piano
della trama.
Le storie sono pluridimensionali. Ogni storia si struttura almeno su tre livelli
narrativi:
linea A: è il plot, la trama, il susseguirsi di eventi che portano avanti la
storia (livello del desire)
linea B: è il mondo interiore del protagonista (livello del need)
linea C: è il subplot, il livello delle relazioni (rapporti interpesonali tra il
protagonista e gli altri personaggi). E' il termometro del cambiamento del
prot.
Esempio:
In Schidlers'list il desire conscio del protagonista è quello di far soldi. Sulla
linea A persegue e realizza il suo obiettivo sfruttando gli ebrei. Ad un certo
punto la linea C ci dice che qualcosa sulla B, cioè nel suo mondo interiore
sta cambiando. E' la scena in cui non licenzia un operaio ebreo pur se
questo è disabile e non produttivo.
3. OPPONENT
E' l'antagonista, ha lo stesso obiettivo del protagonista. E' portatore di un
valore che si oppone a quello del protagonista. Perchè il conflitto sia
interessante è necessario che le ragioni dell'antagonista siano sensate.
Il conflitto non è bene contro male ma bene contro bene. L'antagonista
vince di poco sull'antagonista.
L'antagonista consente di esprimere il tema. Il tema riguarderà il valore di
cui è portatore il protagonista (che è opposto al valore dell'antagonista).
L'antagonista è come un iceberg, spesso nasconde molti segreti.
4. PLAN
E' il piano del protagonista, le azioni che compie per raggiungere il suo
obiettivo. E' la forma della storia:
Accade che....
Ma... (narrare contro le aspettative)
Il piano del protagonista si rivela sbagliato, non funziona. Il protagonista
sarà costretto a cambiare piano (e a cambiare se stesso per realizzarlo).
5. BATTLE
E' lo scontro finale in cui si vede chi raggiunge l'obiettivo.
E' un'esperienza così intensa che il protagonista diventa finalmente
consapevole del proprio need.
6. SELF-REVELATION
Attraverso la battaglia finale il protagonista capisce come si è sbagliato sul
piano morale e come è giusto che si comporti. L'autorivelazione è il
momento in cui il protagonista riconosce finalmente se stesso e questo
genera un improvviso cambiamento negli eventi.
Corrisponde all'agnizione aristotelica della Poetica.
es. Edipo re di Sofocle: Edipo riconosce se stesso come responsabile
dell'uccisione di suo padre Laio e capisce di aver giaciuto con sua madre.
7. NEW EQUILIBRIUM
Tutto torna alla normalità ma il protagonista si troverà ad un livello diverso
rispetto all'inizio, più alto o più basso (se la rivelazione è negativa il
protagonista cade ed è distrutto).
Truby ci mette in guardia contro alcuni errori frequenti sulla costruzione di
una storia:
CONSIDERARE SEPARATAMENTE TRAMA E PERSONAGGIO:
La trama è creata dal personaggio e viceversa. Il personaggio è definito
dalle sue azioni.
LA TRAMA COINCIDE CON L'AZIONE:
La trama è portata avanti non dall'azione (una scazzottata o un
inseguimento non sono azioni!) ma dagli eventi
EVENTO: un'azione che genera un cambiamento nel personaggio
LA TRAMA E' PORTATA AVANTI DAL DIALOGO:
La trama è costituita dagli eventi legati da un rapporto di causa-effetto. Il
dialogo è quasi sempre accessorio rispetto all'azione.
Il personaggio deve agire i propri pensieri.
A cosa serve allora il dialogo?
Ad esprimere il punto di vista e i valori del personaggio
Ad emozionare lo spettatore
Ad esprimere un sottotesto (nel sottotesto si forniscono indirettamente
informazioni sul personaggio).