Vuoi adottare un figlio e non sai a chi rivolgerti? Non sai se sei in

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Vuoi adottare un figlio e non sai a chi rivolgerti? Non sai se sei in
Vuoi adottare un figlio e non sai a chi rivolgerti? Non sai se sei in possesso dei requisiti? L’adozione di un bambino straniero è generalmente un processo più complesso rispetto a quello
normalmente disciplinato all’interno del proprio paese, in quanto prevede che vengano seguite
non solo le regole di adozione del paese di origine del bambino, ma anche quelle del paese di
residenza e di cittadinanza dei genitori. Sebbene il fine sia quello di assicurare il miglior interesse
dell’adottato, tali regole sono spesso eccessivamente severe ed il processo di adozione risulta
essere complesso e tortuoso.
In Tunisia, l’adozione è permessa legalmente benché sia proibita dalla religione.
La legislazione tunisina prevede che per adottare un bambino è necessario essere in possesso di
alcuni requisiti tra i quali l’aver contratto matrimonio da almeno tre anni senza che vi sia
separazione, la richiesta consensuale da parte di entrambi i coniugi, l’ idoneità morale e
materiale degli stessi, un limite di differenza di età tra i 18 e i 45 anni, una dichiarazione di stato
di adottabilità da parte del Tribunale di riferimento.
Una volta assicurati della presenza di tali requisiti, bisogna presentare la cosiddetta
dichiarazione di disponibilità all’adozione internazionale resa dai coniugi aventi i requisiti di
legge per l’adozione presso il Tribunale per i minorenni del luogo dove hanno la residenza
chiedendo che lo stesso li dichiari idonei. Dopo essersi assicurati che le condizioni richieste dalla
legge siano soddisfatte, ed avere constatato il consenso di tutte le parti, il giudice cantonale
pronuncia il giudizio d’adozione. Tuttavia, l’assistenza al bambino adottato può essere ritirata
dal tribunale di prima istanza quando si riscontra una mancanza dei genitori adottivi nei loro
obblighi. Questo inadempimento può essere provato soltanto se l’assistente sociale continua a
visitare il bambino adottato al suo nuovo domicilio per garantirsi delle condizioni del suo
alloggio.
Inoltre, per le coppie di cittadinanza italiana, vi è l’obbligo di rispettare requisiti e procedure
previsti dalla legge italiana al fine di ottenere il riconoscimento dell’adozione e permettere
l’ingresso in Italia del bambino adottato all’estero. Ciò accade anche se si dovranno seguire le
regole dello Stato di residenza, quando questo è diverso dall’Italia.
Se gli aspiranti all’adozione risiedono nel Paese estero da meno di due anni, o non vi risiedono
affatto, devono necessariamente seguire l’intera procedura stabilita dalla normativa italiana.
Ovviamente la tempistica della procedura e l’istruttoria necessaria si allunga e si complica a
volte si necessita di avvocati esperti nei diversi Paesi per evitare inutili coinvolgimenti di enti ed
associazioni (a pagamento) e con il rischio che si proceda con un iter non corretto.
La variabilità delle procedure all’estero è molto alta: in alcuni paesi è obbligatorio per la coppia
convivere con i figli fino a due mesi prima di poter rientrare in Italia, in altri sono necessari più
viaggi a distanza di mesi, in altri è sufficiente una settimana di permanenza all’estero. Terminato
l’eventuale periodo di affidamento preadottivo, il Tribunale per i minorenni, provvederà alla
trascrizione dell’adozione la quale, oltre a produrre gli effetti già citati, determinerà per il
minore adottato l’acquisto della cittadinanza italiana.
Gli esperti legali nel settore Diritto di Famiglia e Diritto Privato Internazionale, sono in grado di
valutare preventivamente tempi e risorse, evitando ostacoli ed eccessivi tempi burocratici e
rendendo più agevole il percorso per giungere all’obiettivo prefissato.
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