Mattiacci: «Tornare a vincere è la mia ossessione» Mercedes AMG

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Mattiacci: «Tornare a vincere è la mia ossessione» Mercedes AMG
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Corriere dello Sport
Stadio
martedì
9 settembre
2014
FORMULA 1 
MARCHIONNE
“TRATTIENE”
ALONSO IN ROSSo
martedì
9 settembre
2014
Ci si potrebbe ricamare sopra raccontando di Sergio
Marchionne che è andato a prendersi le chiavi di
Maranello, il giorno dopo
l’intemerata contro Luca di
Montezemolo dal Forum di
Cernobbio, una gragnola
verbale dalla durezza francamente difficile da com-
L’opzione McLaren
per Fernando perde
colpi: a Woking
il 2015 può essere
di transizione
Marchionne ha
visitato la Ges e
provato LaFerrari
E avrebbe anche
parlato con il pilota
Nuova bordata
contro il presidente
«Mai dire che senza
di te l’azienda può
passare dei guai»
prendere.
Fatto sta che dopo aver
spiegato che «nessuno è indispensabile», dopo aver accusato il presidente di aver
creato rendite di posizione
e aver comunicato il suo «fastidio enorme» nel vedere
la Ferrari che perde, Marchionne ieri si è presentato a Maranello. Un viaggio
programmato per prendere parte al CdA della Phillip
Morris, sponsor principale
e storico della Ferrari, ma
che tra la riunione dedicata ai conti, una puntata alla
Gestione Sportiva e la presenza sulla pista di Fiorano
per alcuni giri su una LaFerrari al fianco di un collaudatore, ha dato l’impressione
di annettersi un territorio.
Divisi da un velo. Marchion-
ne e Montezemolo a pochi
metri uno dall’altro, un velo,
non si sarebbero incontrati: emulsionati ma non miscelati, come l’acqua e l’olio.
Il corto circuito tra le parti lo avrebbe creato Alonso, che con Raikkonen (impegnato anche al simulatore per imparare le curve
di Sochi) ha partecipato al
tradizionale debriefing tecnico e poi è stato protagonista di una «lunga chiacchierata con Montezemolo»,
secondo quanto comunicato dalla Ferrari, ma avrebbe anche incontrato Marchionne in pista. Questo è
ciò che è trapelato dal fortino, con tutti gli uomini in
rosso sottoposti alla consegna del silenzio.
Il gelo tra i due è rimasto
tutto, dopo l’uscita dell’amministratore delegato della Fiat che somiglia tanto a
un benservito, e anzi il giorno dopo la tempesta è rimbalzata un’altra dichiarazione di Marchionne a Bloomberg: «Nessuno dovrebbe mai mettersi in testa di
poter minacciare o suggerire che (senza di te) l’azienda
potrebbe passare dei guai».
Il rapporto di fiducia è a
brandelli per non parlare
di quello umano, a dispetto di quanto aveva premesso l’a.d. di Fiat introducen-
do la sparata di Cernobbio:
«Io e Luca siamo grandissimi amici». E meno male.
HANNO DETTO
Lo sfogo. Montezemolo ieri
al Corriere della Sera ha riferito che «è finita un’epoca» e
«la verità è che la Ferrari rischia di diventare americana», un po’ «come la Lamborghini». Inoltre ha definito «ingenerosa» la presa
di posizione di Marchionne e ha detto di essersi sentito «estromesso senza nemmeno una parola di ringraziamento».
Restano da definire i tempi e i modi dell’uscita (giovedì a Torino c’è il CdA ferrarista per l’approvazione
della semestrale) e della
nuova presidenza di Marchionne, che per seguire a
tempo pieno la Ferrari - lui
con la FCA avrà il suo daffare, ha detto bene Briatore osservando «come farà
a occuparsi della Ferrari se
già lavora ventidue ore al
giorno?» - dovrebbe chiamare Harald Wester, l’a.d.
di Alfa Romeo. Il nodo potrebbe essere sciolto dai legali incaricati di trovare un
accordo economico relativo
alla buonuscita spettante a
Montezemolo, per i ventitré
anni in cui ha trasformato la
Ferrari molto più che per i
due anni e mezzo che passano. Si parla di 200 milioni di euro, ma sono voci impossibili da verificare.
MONTEZEMOLO
PRESIDENTE FERRARI
«Sto continuando
a lavorare per
chiudere un anno
record. Quando
andrò via sarò io
il primo a dirvelo»
MARCHIONNE
A.D. FIAT
«Quelle cose io non
le avrei mai dette
Le sue dimissioni
non sono sul tavolo
Resti, ma nessuno
è indispensabile»
Scenari. C o m e
potrebbe riflettersi la nuova presidenza sulla squadra Ferrari e sui mille dubbi che già ora attraversano
la mente di Alonso, incerto se prolungare il contrat-
to oltre il 2016 o valutare la
possibilità di andarsene anzitempo? Beh, Marchionne
a Cernobbio ha anche parlato come un presidente in
pectore che conferma i suoi
piloti. «Non posso vedere la
Ferrari in queste condizioni
nonostante alla guida delle sue monoposto ci siano i
migliori. Sono due campioni del mondo».
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Tutto sull’aerodinamica
l’autogol della Ferrari
il patron viola
Della Valle
«Marchionne
è un furbetto
cosmopolita»
Ecco com’è nata la stagione nera: all’origine la scelta filosofica di Fry
di Fulvio Solms
inviato a Monza
Ma come avrà fatto la Ferrari, come sarà riuscita nella
missione impossibile di inciampare nei nuovi regolamenti 2014 che aveva solo
in parte subito, ma molto
anche cercato per tagliare
le ali alla Red Bull e rimettere il motore al centro del
progetto?
E pure all’interno di questa stagione: una volta metabolizzato il primo sperdi-
Diego Della Valle, 60 anni ANSA
Ieri Diego Della Valle, patròn
della Fiorentina e della Tod’s,
nonchè socio di Luca di
Montezemolo in Ntv, ha usato
parole al vetriolo nei confronti
di Marchionne. «Noi italiani
non dobbiamo permettere a
questi “furbetti cosmopoliti”
- ha dichiarato Della Valle in
una nota - di prenderci in giro
in questo modo, sicuri di farla
sempre franca». «Sono dieci
anni che Marchionne fa
annunci e promesse a vuoto
agli italiani e ai suoi dipendenti - ha proseguito Della
Valle -, facendo invece
sempre e solo i fatti suoi e dei
suoi compari».
Sul caso Ferrari è intervenuto
con parole chiare Dino Zoff.
«E’ ingeneroso prendersela
con Montezemolo - ha detto il
campione del mondo dell’’82
-, i problemi alla Ferrari ci
sono stati anche prima di lui.
Sono un tifoso della Ferrari da
tanto tempo e in tutti questi
anni l’ho vista attraversare
molti periodi difficili, ma alla
fine si è sempre rialzata».
Si è puntato più
sul telaio che
sulla power unit,
ridotta in volume
ed efficacia
Per trovare cavalli,
a Monza è stato
mandato in tilt il
sistema di recupero
dell’energia
mento di fronte allo strapotere della Mercedes, come
si può giustificare il crollo
di Monza, dopo due gare
discrete e una poco fortunata uscita di Montezemolo sui «piccoli ma importanti miglioramenti»?
Grave è la rottura che ha
fermato Fernando Alon-
l’uomo chiave
Mattiacci: «Tornare a vincere è la mia ossessione»
Il capo del team: «Pentito di aver accettato l’incarico? Per niente, anzi sono sempre più deciso e motivatissimo»
inviato a Monza - Ora
tra
l’incudine e il martello
c’è Marco Mattiacci, investito cinque mesi fa della responsabilità di curarsi dell’eredità di Stefano
Domenicali. Non perché
il nuovo capo sia in discussione - i risultati del suo lavoro ancora non possono
vedersi e nulla fino a questo momento fa pensare
che stia operando in una
direzione sbagliata - ma
perché fu paracadutato in
territorio sconosciuto con
la garanzia che Montezemolo gli sarebbe rimasto
al fianco, facendogli da Virgilio nell’inferno della Formula 1.
E ora che il presidente è
in uscita?
Mattiacci dovrà muoversi
in campo aperto senza un
alleato forte a coprirlo? E se
del caso, chi sarà in grado
di rimpiazzare una figura
di garanzia come quella di
Montezemolo? Un bel rebus, un dubbio denso, di
quelli che tolgono il sonno.
Ma Mattiacci dice di essere tranquillo, e non c’è ragione per non credergli. «Se
mi sono pentito di aver accettato questo incarico? - ha
replicato a precisa domanda, poche ore dopo la sassaiola verbale di Marchionne nei confronti del presidente ferrarista - Ma neanche per idea! Sono convinto
che tutto ciò che accade abbia un senso, anche quando
si tratta di una circostanza
negativa. Mi sento all’interno del capitolo di un libro e
sono motivatissimo, determinatissimo ad andare fino
in fondo. Anche se - ha ammesso - ci vuole una grande salute fisica e mentale».
Riportare la Ferrari al top
non è solo una grande responsabilità ma «un’osses-
sione», la definisce proprio
così. «Siamo ossessionati
dall’idea di tornare a vincere. Per i tifosi che al mattino presto ci fermano chiedendoci un autografo, per
la gente della squadra che
lavora dalle 7 alle 12 (oddio: se intende mezzanotte
«Sono convinto che
tutto ciò che accade
abbia senso anche
quando si tratta
di cose negative»
Marco Mattiacci, 43 anni, team principal della Ferrari LAPRESSE
è troppo, se mezzogiorno è
troppo poco... ndr). Gli uni
e gli altri ci ricordano che
la Ferrari è come un’istituzione: non ha solo obblighi
sportivi, ma anche sociali».
Insomma non si perde
d’animo, il manager roma-
no e romanista. Gli hanno
anche chiesto: perché non
ride mai?
«Aspetto che ridano loro,
quelli della squadra, quando torneremo a vincere».
Ma quale forma prenderà il futuro? Passerà ancora
attraverso il talento di Alonso? Soprattutto, quali argomenti userà Mattiacci per
convincere lo spagnolo a
prolungare il suo contratto oltre il 2016, considerati i patimenti tecnici e questa turbolenza che riguarda il vertice dell’azienda?
«Con Fernando avevamo
preventivato momenti difficili come quelli che stiamo
passando. Sa benissimo che
una ricostruzione finalizzata a tornare al vertice è lastricata di amarezze. Tutto ha un senso, torneremo
a vincere».
f.s.
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2/
/1/ Fernando Alonso, 33 anni, parcheggia la sua Rossa domenica a Monza, bloccato da un guasto all’impianto elettrico. /2/ L’uscita dei dipendenti dallo stabilimento Ferrari a Maranello, ieri AP e ANSA
Mercato. Alla fine dei con-
ti l’iniziativa di Marchionne potrebbe avere un effetto importante sul mercato dei piloti pregiati che
con Alonso riguarda, almeno ora in questa fase di studio, anche Sebastian Vettel
e Lewis Hamilton, citati in
ordine di preferenza della
McLaren. Che sta per sposare la Honda e ha bisogno
di un campione, ma da Tochigi trapela la voce di un
ritardo che rischia di far vivere ai giapponesi un 2015
di transizione, e loro per
primi non vogliono coinvolgere un grande nome in
un Mondiale che potrebbe
trasformarsi in un pantano tecnico.
Dunque Marchionne potrebbe concedere massime
garanzie, anche economiche, ad Alonso per restare,
mentre McLaren potrebbe
andare avanti con Jenson
Button e Kevin Magnussen.
In questo caso Vettel, perplesso dai timori della Honda di non poter partire in
grande, si troverebbe condannato a un’altra stagione di convivenza con quel
giovane, chiassoso e ingombrante condomino di Daniel Ricciardo.
FORMULA 1 
Il mesto ritorno ai box
di Fernando Alonso,
33 anni, domenica a
Monza ANSA
L’a.d. della Fiat ieri a Maranello, ma senza incontrare Montezemolo
Potrebbe fornire lui allo spagnolo le garanzie richieste per il futuro
di Fulvio Solms
inviato a Monza
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Corriere dello Sport
Stadio
TRICOLORI
Volata Faccioni-Uboldi
di Marco Belli
Decimo Aci Racing Week End
all’autodromo di Varano de
Melegari, dove il piatto forte
sono state le due gare del
tricolore Prototipi. Colpo di
scena in gara 1, dove il vincitore
Francisci (Lucchini Alfa Romeo
CN4), è stato retrocesso
d’ufficio per un contatto con
Uboldi (Osella Honda), che ha
vinto davanti a Vita (Osella
Honda) e Francisci. Nella prova
replica Faccioni (Osella),
costretto al mattino al ritiro
per i danni subiti dopo un
sorpasso di Uboldi, ha
dominato davanti a Uboldi e
Vita. Sfortunatissima la
trasferta parmense per
Deodati, costretto al ritiro in
entrambe le gare, mentre
Uboldi e Faccioni dividendosi il
bottino di tappa lasciavano a
un round dalla fine (Monza) le
posizioni in classifica invariate:
Faccioni leader con 11 punti su
Uboldi.
Match pari anche nel
campionato italiano Energie
Alternative, corso con le Kia
Venga alimentate a Gpl. Torelli,
sempre più leader della serie, e
il campione 2012, Jimmy
Ghione, sono saliti sul podio
più alto una volta a testa.
Successi italiani anche nel
Trofeo Nazionale Aci-Csai
Abarth Selenia Italia, dove in
gara 1 si è imposto Anselmi,
imitato poi da Campani, che s’è
portava al comando della serie.
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TECNOLOGIA
Venduta la prima
Ferrari FF con
il CarPlay Apple
E’ nelle mani di un cliente italiano la prima
FF dotata del sistema CarPlay. Le Ferrari che
dispongono della tecnologia Apple integrata sono in consegna in questi giorni e stanno raggiungendo le loro destinazioni in tutto il mondo. In Europa sono dirette in Germania, Gran Bretagna, Francia e Svizzera,
mentre altri esemplari hanno preso la via
verso Stati Uniti e Giappone.
CarPlay è il sistema per usare il proprio
iPhone in vettura e permette un utilizzo intuitivo per le chiamate, per usare le mappe,
ascoltare la musica e accedere ai messaggi,
con una parola o un tocco del display centrale. Uno sviluppo tecnologico che regala
ulteriore appeal, ai gioielli di Maranello e
che è figlio di una joint venture con la Casa
di Cupertino (che comunque servirà anche
altre casa come Mercedes e Volvo) alimentata dalla passione di Tim Cook, Ceo di Apple che, d’accordo con il prsidente Luca di
Montezemolo ha sistemato uno dei suoi uomini, Eddy Cue, nel CdA Ferrari per rinforzare l’intesa e il binomio tra due dei marchi
pià importanti del mondo.
Il sistema CarPlay è disponibile anche sulla nuova Ferrari California T, il V8 Turbo con
motore anteriore centrale, presentato all’ultimo Salone di Ginevra.
so, ma ancora di più il fatto che nel momento dell’avaria lo spagnolo fosse undicesimo, sulle code del
suo compagno decimo.
Adesso la Ferrari dà una
lettura volutamente semplicistica alla Waterloo
monzese: circuito di motore uguale sconfitta per noi,
quest’anno. Invece il Gran
Premio d’Italia era stato
preceduto da un cauto ottimismo dei tecnici di Maranello, convinti che la F14
T avrebbe replicato all’Autodromo Nazionale la tonica prestazione di due settimane prima in Belgio, con
Raikkonen quarto e Fernando settimo.
La strada sbagliata. L’er-
rore di base è stato concettuale, se non filosofico. Due
anni e mezzo fa, quando si
cominciò a definire il progetto di quella che sarebbe
stata la prima Ferrari dell’era ibrida, allo staff del motorista Luca Marmorini fu
chiesto di progettare una
power unit di dimensioni
contenutissime. Ciò vuol
dire addentrarsi nella complessità: alcuni accessori
(Kers, serbatoio e pompa
dell’olio) sono stati nascosti nella cavità disponibile all’interno del cambio
mentre le masse radianti
sono state ridotte al massimo, alla fine risultando
quasi dimezzate rispetto
a quelle della concorrente Renault.
Come sarà
evidente a chiunque sappia usare un cacciavite, con
le dimensioni si comprimono inevitabilmente anche
le prestazioni. Lo stesso
Marmorini, dopo essere
stato liquidato un mese fa,
spiegò che i telaisti gli avevano espressamente chiesto di realizzare un motore
piccolo, certi di poter compensare ampiamente le ca-
renze con un’aerodinamica estrema. Parole del direttore tecnico James Allison
alla presentazione ufficiale
della macchina in gennaio:
«Tutti credono che il motore risulterà decisivo, invece
potrebbe essere proprio l’aerodinamica a fare la differenza».
Eccolo l’errore fatale: lasciarsi così tanto terrorizzare dal congelamento di
un anno dei motori (poi
per il 2015 si potrà rimettere mano al 48% del siste-
0
2
Dopo 13 gare la Ferrari è
ancora alla ricerca della
prima vittoria stagionale.
Non conclude una stagione
senza successi da ben 21
anni: l’ultima volta nel 1993.
Quest’anno le Rosse hanno
ottenuto solo due podi
(Alonso 3° in Cina e 2° in
Ungheria). L’ultima volta con
due podi dopo 13 gare risale a
ben 22 anni fa: Alesi nel 1992.
4
80
Nel 2014 la Ferrari non è mai
partita in pole. Negli ultimi sei
Mondiali su 107 gare ha
ottenuto appena 4 pole con
Alonso nel 2010 (2) e 2012
(2). Mai così male nella storia.
A Monza, - Raikkonen nono,
Alonso ritirato - la Ferrari è
incappata nel peggior
risultato delle ultime 80 gare.
Fece peggio a Silverstone
2010: Alonso 14° e Massa 15°.
Il sacrificio.
VITTORIE
POLE IN 6 ANNI
PODI
GARE
ma), da puntare tutto sull’aerodinamica che è un’area
tecnica ormai minoritaria
in termini di prestazione
e matura, per giunta con
pochi margini di sviluppo.
La Mercedes invece è riuscità nella difficile impresa
di costruire una macchina
semplice: motore potente
per fare la differenza, buona aerodinamica per mettere a terra i cavalli.
Monza. Quanto al capitolo
monzese, nella ricerca della potenza necessaria a non
perdere il contatto con i leader è stato compiuto il passo più lungo della gamba.
I tecnici sono stati costretti a rischiare e hanno chiesto troppo al motore fino a
veder morire la cosiddetta
MGU-H anche detta Ers, il
cuore del sistema di recupero dell’energia dispersa.
Pat Fry, che porta in primis la responsabilità della
scelta sciagurata di privilegiare l’aerodinamica della
F14 T a scapito delle prestazioni della power unit, nonostante tutto è inamovibile e anzi oggi è il primo collaboratore di Allison, che
si insediò al suo posto nel
ruolo di direttore tecnico.
Fry ieri sul sito della Ferrari dichiarava: «Ora si gira
pagina».
Ma ingegnere, siamo alla
fine del libro.
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IL CASO ASCOLTI
Sky: «Pronti
a collaborare
al rilancio»
MONZA - Un calo di interesse e
di ascolti, il pubblico globale
sceso di 3,5 milioni di
spettatori rispetto al 2013 e gli
addetti ai lavori che si
interrogano su come arginare
l’emorragia. Sul tema è
intervenuto anche il vice
president di Sky per lo sport,
Jacques Raynaud. «Sky
aderisce pienamente al
progetto di un laboratorio di
idee - ha detto - attraverso cui
riportare la Formula 1 verso il
pubblico, in particolare quello
più giovane». Dalla Spagna alla
Germania, si registrano minori
ascolti ma è dall’America
Latina che arriva un -50% di
audience. «Per Sky - ha
continuato Raynaud - la
stagione di F.1 sta dando ottimi
risultati in termini di audience
e di soddisfazione dei nostri
abbonati. Ma siamo
consapevoli del dibattito in
corso». Montezemolo aveva
lanciato alcune proposte
parlando di “scongelare” i
motori, reintrodurre i test,
semplificare le regole,
aumentare lo show. «Siamo
pronti a fare la nostra parte - ha
concluso Raynaud - E
condividiamo lo stimolo offerto
dal presidente della Ferrari».
l’ACCORDO
Mercedes AMG entra in MV Agusta
All’EICMA l’annuncio della partecipazione tedesca (fino al 20%) nella Casa italiana
di Pasquale Di Santillo
ROMA
Il corteggiamento è stato
soft, insistente ma con classe
e charme: alla fine ha ceduto
e non poteva essere altrimenti. Visto il fascino e la personalità di un pretendente potente e autorevole come pochi. Pronto, peraltro a lasciare libertà e indipendenza alla
nuova fiamma.
Manca l’ufficialità e qualche dettaglio, ma se non sopravvengono ritardi ora non
previsti sarà l’EICMA, il salone delle moto in programma
dal 6 al 9 novembre a Milano
il palcoscenico prescelto per
celebrare il matrimonio tra
MV Agusta e Mercedes AMG.
Una liason che andava avanti da più di un anno con grande discrezione anche se l’interesse c’era ed era stato manifestato pubblicamente in
occasione della presentazio-
ne romana (a Fregene) della
Class A45 AMG, quando l’allora nuova arrivata di Stoccarda
venne avvicinata e fotografata
con MV Agusta F3800. Poi, per
un certo periodo, la passione
è rimasta sopita e nell’incertezza, il patron di Schiranna,
Giovanni Castiglioni, ha ricevuto un’altra offerta importante dal Gruppo Fiat poi tramontata visto che le parti non
hanno trovato l’intesa. E così
Mercedes AMG, rimasta alla
finestra e chiariti i suoi programmi ha trovato la chiave
giusta per concludere il suo
corteggiamento. E cioè, appunto, l’entrata soft con una
quota massimo del 20%.
Una scelta coerente del
gruppo tedesco che in passato
aveva già avviato una partnership importante con Ducati,
al punto da vestire con i suoi
marchi addirittura la tuta e la
moto n.46 di Valentino Rossi,
nella sua sfortunata esperien-
za con Borgo Panigale. Il tutto prima che Ducati passasse
armi e bagagli all’Audi (leggi
gruppo Volkswagen) che l’acquistò in toto, modello Lamborghini.
In realtà, la parola chiave era, ieri come oggi, premium. Vale per la nuova FCA
Trattativa definita
dopo lo stop Fiat
Indipendenza sicura
Decisioni, progetti e
produzione a Varese
(con Maserati e la futura Alfa
Romeo) e vale anche per la
Mercedes. E quando dici premium, dici tutto. Macchine e
non solo. quindi anche moto,
tenendo sempre bene a mente che Stoccarda e Affalterbach (sede AMG) continua-
no a non avere intenzione di
costruire moto. Ma partecipare, avvicinandosi in maniera
discreta, non invasiva, a marchi - come dimostra la partecipazione del 5%, che alcuni voglio in crescita, in Aston
Martin, con la fonitura di motori V8 - con i quali condividere il glorioso passato di successi. In questo senso l’unione
Mercedes-AMG con MV Agusta è davvero perfetta, visto
che il marchio italiano è il più
titolato nella storia del motociclismo, con i i suoi 38 titoli
vinti grazie a fenomeni come
Agostini, Hailwood, Surtees e
Ubbiali. Castiglioni&C. continueranno ad essere indipendenti sotto ogni aspetto: decisioni, progettazione, e produzione/realizzazione. Ma
con accanto un alleato forte come Mercedes AMG. Appuntamento all’EICMA per i
confetti.
©Riproduzione riservata
Una MV Agusta Brutale e una Mercedes AMG già insieme in pista