Campioni n° 4 - AiaConegliano

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Campioni n° 4 - AiaConegliano
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Associazione
Italiana
Arbitri
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SEZIONE
“DINO BATTISTELLA”
CONEGLIANO
Editoriale:
Per i ragazzi che non mi conoscono, ho 26
anni e nella vita, oltre all’arbitraggio, mi
occupo della logistica di un’azienda di
Fontanelle. Sono fidanzato con Stefania e
papà del nostro piccolo Leonardo.
Tante cose sono successe dal 10 febbraio
2007, giorno in cui sono diventato parte
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ufficiale della sezione di Conegliano. Di"
co ufficiale perché fin da piccolo lo ero in
parte avendo mio padre, che ancora oggi
lo è, associato.
Le varie tappe arbitrali dagli esordienti
alla seconda categoria le ho affrontate in
'
poco tempo per poi approdare al CRA con
l’allora Presidente Roberto Bettin.
Il mio passaggio in Regione per i primo
tre anni è stato un incubo perché i risultati
non arrivavano, poi piano piano è emerso
)
il vedo Davide e con i gomiti larghi mi
sono fatto spazio tra i tantissimi arbitri
regionali ambiziosi di arrivare come me.
Per due anni consecutivi arrivavo dentro i
primi dieci che si giocavano il passaggio,
ma rimanevo sempre come riserva e quindi fuori dai giochi ufficiali per il passagCiao a tutti, eccomi qui a raccontarvi di me al gio.
mio primo anno da arbitro nazionale.
Dopo la prima, e soprattutto la seconda,
mazzata, stava nascendo in me la voglia di
smettere e di sedermi e accontentarmi di
quello fatto, ma la mia voglia di arrivare e
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• Editoriale
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• Davide Faraon promosso alla CAI
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nel ruolo di Arbitro
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Funziona solo se è Aperta
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nel ruolo di Assistente Arbitrale
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• La Massima della Settimana
• L’Angolo di Gigi
• La Mente è come un Paracadute
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./0 • Steven Zanette promosso alla CAN D
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• Per Essere Informati
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FRANCESI, INGLESI,
ITALIANI
La differenza culturale tra i francesi e gli spagnoli è che noi spagnoli sappiamo tutto della Francia, e i francesi non sanno nulla
della Spagna
LUIS BUNUEL
Quando due inglesi si incontrano, il loro primo argomento di
conversazione è il tempo.
SAMUEL JOHNSON
Gli italiani, questo popolo di
santi, di poeti, di navigatori, di
nipoti, i cognati...
ENNIO FLAIANO
Certo, esiste un'
Europa unita, ma il
suo limite e la sua bellezza sono
quelli di essere come un mosaico
multicolore che ciascuna nazione
imposta nel suo spazio a suo modo
con genialità e originalità. Abbiamo, così, voluto convocare oggi
alcuni di questi popoli con la loro
ironia che attinge a verità più intime e radicate. Il regista spagnolo
Luis Buñuel nella prima citazione
sbertuccia bonariamente la grandeur francese un po'sussiegosa e
spocchiosa. E'poi è la volta dello
scrittore settecentesco Samuel
Johnson che irride la vacuità e la
piattezza della conversazione durante il tè o nei club. Infine il nostro Ennio Flaiano, sempre sferzante, bolla l'
eterno vizio italiano della
raccomandazione secondo la tradizionale bandiera del "tengo famiglia". In realtà, vizi e virtù - sarà
frutto anche questo della globalizzazione - stanno sempre più uniformandosi, stingendo quei colori che
rendevano così policromo e vario il
mosaico europeo. Permangono,
certo, le lingue, sulle quali però si
sta stendendo una patina grigia di
un inglese approssimativo; sussistono le tradizioni locali che cercano di conservare le loro identità un
pò ammaccate. Ora, però, altri
popoli lontani bussano alle nostre
frontiere e alle porte delle nostre
case. E'
, allora, importante conservare due grandi valori: il proprio
volto culturale e spirituale, ossia le
nostre radici identitarie, ma anche
lo spirito di apertura, fatto di accoglienza e dialogo, che è l'imprinting
della grande tradizione cristiana
europea.
Gianfranco Ravasi
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Lo Sapevate Che…?
ADIDAS e PUMA:
una rivalità (familiare)
storica
Come tutti sappiamo, ogni volta che si parla di
acerrime rivalità tra bande e fazioni opposte, per
qualunque motivo, in Italia abusiamo del riferimento alla contrapposizione tra Guelfi e Ghibellini. Sembrerebbe una cosa puramente italiana,
ma anche da altre parti ci sono rivalità talmente
estreme da far pensare alla contrapposizione in
questione. In Germania per esempio, c’è una
cittadina di ventiquattromila abitanti, Herzogenaurach, che ha vissuto una simile situazione per
una cinquantina d’anni. Questa cittadina è la
sede dei colossi sportivi Adidas e Puma. Forse
non tutti sanno che si tratta di società fondate da
due fratelli.
Nel 1920 il ventenne bavarese Adolf Dassler,
chiamato anche “Adi”, reduce dagli orrori della
Prima Guerra Mondiale, si mise in testa di fabbricare delle scarpe sportive nel cortilelavanderia della sua casa, aiutato dal padre Christoph, che aveva precedentemente lavorato in
una fabbrica di scarpe e in seguito dal fratello
Rudolf, due anni più grande di lui. Le cose iniziarono a funzionare immediatamente e nel 1924
i fratelli fondarono la Gebrüder Dassler Schuhfabrik, una vera e propria fabbrica che divenne
subito il riferimento per le calzature sportive in
Germania. I fratelli Dassler si resero conto che
oltre alla qualità le calzature sportive dovevano
differenziarsi a seconda degli sport ed ebbero
enorme successo fabbricando sia scarpe per corse di fondo che per sprinter. Le Olimpiadi di
Berlino del 1936 videro Jesse Owens trionfare e
portarsi a casa quattro medaglie d’oro, grazie
anche alle scarpe fornite dai Dassler, la cui azienda viveva allora il momento di massimo
splendore. Entrambi i fratelli aderirono al partito
nazista, ma già da subito la loro convivenza alla
testa della compagnia diventò molto difficile. Se
Adi era una persona più introversa, che pensava
quasi solo alla qualità delle calzature che producevano, Rudi era invece l’anima commerciale
della compagnia. Se inizialmente le differenze
enormi di carattere tra i fratelli fecero bene
all’impresa, piano piano le tensioni latenti portarono al conflitto sempre più aperto. Il coinvolgimento della moglie di Adi nel business e lo scoppio della seconda guerra mondiale furono il punto di non ritorno. La fabbrica di scarpe dei Dassler venne convertita alla produzione dei bazooka per l’esercito tedesco e Adi riuscì a non andare a combattere al fronte, rimanendo a dirigere la
fabbrica, mentre Rudi, convinto nazista, andò a
combattere in Polonia, amareggiato per il differente trattamento rispetto all’ormai quasi odiato
fratello.
Dopo la fine della guerra gli Alleati arrivarono a
Herzogenaurach e decisero di non chiudere la
fabbrica e lasciare Adi a controllarla, mentre
Rudi venne incarcerato per un anno con l’accusa
di aver fatto parte delle SS. Rudi accusò il fratello di averlo tradito e di averlo fatto andare in
carcere di proposito e la rottura tra i due fratelli
divenne insanabile. Ovviamente non avrebbero
potuto tornare a lavorare assieme, quindi Rudolf
decise di abbandonare e fondare nel 1948 una
propria compagnia di calzature sportive chiamandola RUDA, dalle iniziali del proprio nome e
cognome, per poi cambiare a PUMA. La nuova
azienda stava a poche centinaia di metri da quella
dell’odiato fratello Adi, che stava dall’altra parte
del fiume Aurach, che divideva la cittadina in
due. Nel frattempo Adolf decise di cambiare il
nome dell’originale fabbrica di calzature sportive, chiamandola ADIDAS, anche lui usando le
sue iniziali. Iniziava così la grande rivalità tra
quelli che diventeranno due autentici colossi
dell’abbigliamento sportivo, due multinazionali
che dominarono la scena mondiale sino
all’ingresso di Nike e Reebok, qualche decennio
più avanti. Eppure gli inizi per PUMA non furono facili, mentre ADIDAS prese nettamente il
sopravvento. Rudolf Dassler fece un grosso errore quando litigò con Sepp Herberger, il commissario tecnico della nazionale tedesca di calcio,
che vinse miracolosamente il mondiale svizzero del 1954 anche grazie alle scarpe fornite da
Adidas. Il trionfo dei tedeschi “griffati” da Adi
Dassler fece letteralmente decollare il marchio in
tutto il mondo, un mondo che tra l’altro iniziava
a vedere lo sport come business, portando quindi
a un giro di soldi che cresceva anno dopo anno in
modo vertiginoso.
Il figlio maggiore di Adi, Horst Dassler, che
lavorava nella compagnia del padre, si rese conto
delle possibilità enormi date dall’uso del marketing aggressivo e dal coinvolgimento delle maggiori stelle sportive per poter crescere sempre di
più. Per le Olimpiadi di Melbourne del 1956
Adidas regalò i propri prodotti a un gran numero
di atleti. Se oggi ci sembra assolutamente normale la guerra tra i brand per assicurarsi gli atleti
migliori, con sportivi quasi totalmente identificati in un logo, in quel periodo gli atleti dovevano comprarsi il proprio materiale per poter competere, quindi la scelta di Horst Dassler segnò un
prima e un dopo nella storia del marketing
dell’abbigliamento sportivo.
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Ciao a tutti nella vita studio economia aziendale management ed organizzazione all’Università di Udine e collaboro nella ditta di mio papà che fa
impianti elettrici, sono arbitro dal 2006 dopo molta esperienza tra le varie
categorie giovanili nel 2012 sono entrato nella prima fascia OTS, ma
viste anche età e caratteristiche fisico-atletiche ho chiesto qualora fossi
stato promosso, di salire al CRA come assistente.
La prima stagione è andata bene pur dovendo imparare molto sul nuovo
ruolo e correggere alcuni aspetti e ho esordito in Eccellenza ad inizio
Novembre e ho terminato quella stagione con 8 gare in quella categoria e
con l’enorme soddisfazione di arbitrare un play-off nella massima categoria regionale tra Calvi Noale e Liapiave con due colleghi poi promossi.
La stagione scorsa è iniziata con le poche certezze che accompagnano
come sempre il cambio di componenti all’interno del proprio organo tecnico e non sono partito neanche bene con un voto poco brillante alla prima di coppa.
La chiave di volta del mio anno è stato un ottavo di coppa di promozione
serale a fine Ottobre dove i colleghi, non trovando il campo, arrivarono
solo a 45 minuti dall’inizio della gara quando io avevo già assolto le pratiche che precedono la gara, match molto vivace finito 3-3 concluso ai
rigori e con ben 12 valutazioni e 11 segnalazioni, a vederci c’era il vice
designatore degli assistenti che ha premiato la mia prestazione apprezzando anche la personalità dimostrata prima della gara e nel richiamare un
giocatore eccessivamente polemico con me.
Da quella gara ho consolidato la mia stagione con buone prestazioni in
Eccellenza concludendola con ben otto visionature di organi tecnici ed
impreziosendola con sette gare con arbitri e osservatori CAI e
l’interessante esperienza del pre gara con componente CRA al seguito dal
pranzo passando per il briefing fino al colloquio finale che ti permette di
conoscere la persona oltre il mero rapporto osservatore-arbitro.
A giugno arriva la lieta notizia della promozione all’Organo Tecnico Nazionale per la serie D e si parte subito con due belle amichevoli a luglio del Vicenza contro Verona All Stars e Spal nella splendida cornice di Auronzo di Cadore che mi permettono di
prendere subito contatto con le nuove sfide da affrontare.
Ad agosto col raduno entro in uno dei templi per il mondo arbitrale la famosa Sportilia dove tocco con mano queste sfide tra cui
vincere la mia purtroppo proverbiale lentezza in partenza (come dice Nando) dovendo infatti ripetere i test atletici ad inizio Ottobre.
Una volta superati i test, parte la mia stagione subito con un pernotto ad Alessandria: gara Castellazzo B.da – Lavagnese e la
domenica successiva Imolese – Mezzolara gare abbastanza impegnative sotto molti aspetti e grazie alle quali capisco il livello
richiesto agli AA per i quali “fare bene” ed effettuare tutte le segnalazioni nel modo e coi tempi corretti è considerata ordinaria
amministrazione e la sfida è davvero fatta sui dettagli…ma non si molla niente neanche 1 cm!
Nel salutarvi colgo l’occasione per ringraziare le persone che mi hanno consigliato e accompagnato nel mio percorso da assistente da Roberto ad Andrea passando per Nando e Paolo Dal Cin a molti altri ancora. Grazie e buona stagione!
Steven Zanette
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Nella RTO del 20 novembre ci sarà presente il Presidente Regionale Giuliano Vendramin. La RTO si svolgerà presso la
Sala Polifunzionale “Rita Levi Montalcini” dell’Associazione Dama Castellana di Conegliano.
Il 19 novembre presso i locali sezionali si terrà una Conferenza medico-informativa sulla Magnetoterapia (Terapia su vari
stati dolorosi senza uso di farmaci) Inizio ore 20.00. Siete tutti invitati a partecipare.
Giovedì 26 novembre alle ore 20.45 si terrà la RTO di Calcio a 5 presso la sala Nonno Firmino.
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far vedere agli altri che non credevano in e che anch’io valgo e ce la potevo fare, mi hanno dato la forza per
dare ancora di più.
Infatti lo scorso anno, con il cambio
di CRA da Bettin all’attuale Presidente Giuliano Vendramin, mi sono
messo subito a disposizione lavorando ancora più seriamente di prima e
carico come non mai.
Sono quindi riuscito a togliermi la
casacca di riserva e a mettermi la
maglia da titolare passando lo scorso
luglio alla CAI.
La nuova avventura alla CAI è iniziata con il raduno di tre giorni a
Sportilia, ambiente che sentivo sempre nominare dai colleghi che lo hanno frequentato, ma mai vissuto in
veste di arbitro nazionale. Dal loro
parlare ero curioso di vedere come si
lavora in quell’ambiente all’interno
di una nuova commissione durante
un raduno nazionale.
Nei tre giorni mi sono trovato davvero bene, ho conosciuto tanti ragazzi
di altre regioni, c’è un bellissimo
clima molto sereno ma allo stesso
tempo serio.
In questo inizio di campionato ho
debuttato con un anticipo di sabato
Auguri ai nati in
Novembre
In questo mese, compiono gli anni i
seguenti colleghi:
MACCARONE Edoardo
DEI TOS Carlo
DE ZANET Thomas
SKORANI Roberto
KRUJA Klajd
BATTISTELLA Carlo
TERZARIOL Egidio
PALMIERI Sergio
ZAGO Francesco
il 01
il 04
il 11
il 11
il 14
il 21
il 27
il 28
il 29
Vi aspettiamo nella saletta Firmino
Zuccolotto per festeggiare con voi il
vostro compleanno.
sera in Lombardia, precisamente
a Brembate di Sopra, per poi volare in Sicilia, a Palermo, per
dirigere la gara CastelbuonoFolgore giocata in un terreno
disastroso, ma con un clima surreale
per
la
categoria
(Eccellenza), con tantissime persone presenti negli spalti.
Al momento sono contento di
come sono andate sia le visionature che le gare, che possono
sembrare difficili da affrontare
mentalmente e sotto l’aspetto
della tensione in quanto uscire
fuori regione è sempre un po’
“traumatico” in quanto non si sa
cosa si possa trovare, ma mi ci
devo abituare. Infatti le gare sono comunque della stessa categoria di quelle che arbitravo quando ero a disposizione del Veneto:
l’Eccellenza, solo che ora vado
ad arbitrarla in tutta Italia!
Vivo questo momento molto felice e con tanta voglia di fare per
far vedere chi sono, lavorando
seriamente e per adesso sto facendo delle bellissime esperienze
e mi sto togliendo delle belle
soddisfazioni, grazie anche alla
mia famiglia che non ostacola
nulla di quello che faccio, anzi
mi supporta e tifa sempre per me
nel bene e nel male, insieme alle
persone speciali che l’AIA mi ha
fatto incontrare nel tempo che mi
hanno dato sempre tanti utili
consigli,
oltre
ad
avere
un’amicizia eccezionale. Spero
di poter continuare il più a lungo
possibile a vivere tutto questo.
Auguro a tutti una buona stagione, di non mollare mai e soprattutto di divertirsi sempre!
A presto.
Davide Faraon
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Queste scelte innovative, oltre naturalmente alla
grande qualità dei loro prodotti, diede ad Adidas il
predominio nel mercato delle scarpe e
dell’abbigliamento sportivo per molti anni. Nel
frattempo però anche Puma iniziava a crescere in
modo spettacolare, grazie soprattutto alle scelte del
figlio di Rudi, Armin Dassler, che puntò anche lui
fortemente sul marketing, oltre che sulla qualità
del materiale. I due cugini Dassler proseguirono la
vera e propria guerra dei propri padri sfidandosi
nell’industria dell’abbigliamento sportivo a colpi
di sponsorizzazioni con i più grandi campioni
dell’epoca: Adidas puntò su Bob Beamon, Fosbury, Clay/Alì, poi su Beckenbauer, Zidane,
Beckam, Messi, e tanti altri, mentre Puma puntò
per esempio su Tommie Smith (e fece benissimo)
con le ancora oggi splendide Puma Suede,
Cruyff, Diego Maradona, Boris Becker, Bolt.
Questa spirale di autentico odio tra parenti e compagnie concorrenti raggiunse livelli tristemente
ridicoli: nella cittadina sede delle due compagnie
non c’erano matrimoni tra persone che lavoravano
ad Adidas e quelle che lavoravano per Puma, mentre nei pub leali a uno dei marchi rifiutavano di
servire da bere a chi indossava prodotti del brand
rivale. Alla morte di Rudi Dassler, nel 1976, Adidas diffuse la seguente, laconica nota: “Per pietà
umana è meglio che la famiglia di Adolf Dassler
non rilasci commenti sulla morte di Rudolf Dassler“. Pochi anni dopo anche Adi moriva e la sua
tomba venne sistemata il più lontano possibile da
quella di suo fratello, nel cimitero di Herzogenarauch.
Al giorno d’oggi questa guerra tra parenti-serpenti
è storia, perché le due grandi compagnie sono ormai gestite in modo diverso, meno “familiare” e
più impersonale. Gli stessi Horst e Armin sono
morti da tempo. Nel frattempo c’è stata
l’esplosione di Reebok e Nike, dovuta a un gigantesco errore strategico delle due aziende tedesche,
che negli anni ottanta non si interessarono al boom
di aerobica e jogging, favorendo l’ingresso nel
mercato di due formidabili concorrenti e perdendo
posizioni su posizioni di mercato, oltre che molti
soldi. Sia Adidas che Puma, in modo diverso, hanno recuperato posizioni ma non sono più le compagnie dominanti del mercato. Adidas ha comprato
Reebok, mentre Puma è stata acquistata dal brand
francese PPR, marchio di lusso che controlla anche
Gucci. Si tratta di due multinazionali come le altre,
che hanno ormai perso quel tocco familiare che le
contraddistingueva. L’unica persona legata ai Dassler che ancora ci lavora è Frank Dassler, nipote di
Rudi, che però lavora per Adidas, cosa che solo
pochi anni fa sarebbe stata assolutamente impensabile. Eppure, come diceva proprio una delle più
famose pubblicità di Adidas, citando Muhammad
Alì, impossible is nothing.