1. I TRODUZIO E - Università degli studi di Pavia
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1. I TRODUZIO E - Università degli studi di Pavia
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PAVIA Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali LA MOBILITA’ ELETTRICA: POTENZIALITA’ E CRITICITA’ DEL SETTORE, ESEMPI DI BEST PRACTICE E PROGETTI DI SVILUPPO 1 Alessandro Giordano ITELI – Inteligência em Inovação 1. ITRODUZIOE Attualmente il settore dei trasporti dipende per il 96% dei consumi da prodotti petroliferi e solo nel 2010 il costo che l’Europa ha sopportato per importare petrolio dai paesi produttori è stato 210 miliardi di euro. Dal 21 gennaio 2011 al 18 giugno 2012 i prezzi (al servito) di benzina e diesel in Italia sono aumentati rispettivamente del 17,6% e 18,6%; si è passati quindi da 1.50 EUR/l a 1.821 EUR/l per la benzina, e da 1.39 EUR/l a 1.708 EUR/l per il diesel. Secondo uno studio Deloitte 2011, il prezzo 1.8 EUR/l è considerato dagli Europei come valore limite rispetto a cui i consumatori cominciano a prendere in considerazione scelte alternative al trasporto privato, o veicoli a trazione differente come ad esempio quella elettrica. A prova di questa teoria, nei primi cinque mesi del 2012, in Italia i consumi benzina sono scesi del 10,3%2. 1 Documento prodotto da Alessandro Giordano (email: [email protected]) per l’Università degli Studi di Pavia (Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali) nell’ambito del progetto “Pavia Mobility Manager”, co-finanziato dalla Fondazione Cariplo nell’ambito del Bando 2010 “Promuovere forme di mobilità sostenibile alternative all’auto privata”. Per maggiori approfondimenti sul tema, consultare la tesi di laurea di Alessandro Giordano: Giordano A. (2012), The Era of Smart Connected Electro-mobility in Europe, M.Sc, Università degli Studi di Pavia - facoltà di economia, Italia. 2 Repubblica, Benzina, consumi crollati del 10% ma nel weekend arriva lo sconto Eni, 15.06.2012. 1 Nonostante sia sempre più costoso muoversi con veicoli a combustibile fossile vista la totale dipendenza dai paesi esportatori, e nonostante gli aumenti del prezzo del carburante si ripercuotano già pesantemente su tutta l’economia, le tasse e tariffazioni dedicate al trasporto urbano non rispecchiano al momento il reale costo che l’uso dei veicoli a combustione interna implica nei confronti dei cittadini (in termini di salute e di tempo - congestione del traffico) e più in generale dell’ambiente (in termini di emissioni di gas serra). L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha stimato che ogni hanno l’inquinamento provocato dal trasporto urbano è responsabile di 8.200 morti nelle principali 13 città italiane e alcuni studi europei3 affermano che più di 100 milioni di persone in Europa sono esposte a livelli di inquinamento acustico che sorpassano i limiti di guardia. Fig. 1: EU-27, emissioni CO2 per settore (1990=100). Infine, in contro-tendenza con gli altri settori dell’economia, le emissioni di CO2 dal settore dei trasporti sono aumentate del 25% dal 1990 al 2008 e il 73% di questo aumento è dovuto al trasporto via terra, a cui il trasporto urbano contribuisce per il 23%. Rendere efficiente e sostenibile il trasporto urbano significa quindi affrontare una parte sostanziosa del problema delle emissioni legate al settore dei trasporti. Tuttavia sono per ora assenti politiche europee che diano una risposta efficace al problema, legando il trasporto urbano ai principi del “pagare in base all’uso” e “chi inquina paga” (internalizzando quindi i costi sopra citati). Indubbiamente i policies makers hanno bisogno di avere a loro disposizione informazioni esatte circa il reale impatto ambientale di ogni veicolo 3 TERM. (2011). EEA Report / no 7/2011, Laying the foundations for greener transport. 2 circolante per stabilire tassazioni e incentivi adeguati, ma tale tipo di analisi è assai problematica per i veicoli a combustione interna. In generale, il problema non può essere affrontato solamente da un punto di vista monetario, facendo corrispondere ad ogni esternalità un costo; al contrario, il successo di tali politiche può realizzarsi solo riuscendo a far acquisire una notevole importanza alla sensibilità ambientale e al cambiamento culturale nelle scelte di mobilità degli utilizzatori. Per essere in grado di agire sulle scelte dei cittadini, è necessario un approccio integrato che includa mezzi di comunicazione, infrastrutture cittadine, mezzi di trasporto pubblico e energia, ma anche innovazione sociale e coinvolgimento dell’opinione pubblica. 2. ELETTRICITA’ - L’EERGIA PER UA MOBILITA’ ITELLIGETE La mobilità elettrica può essere vista come l’elemento capace di rompere l’attuale modello “non-sostenibile” di trasporto su strada, ed in grado di promuovere una “rivoluzione verde” per una mobilità più intelligente ed integrata con gli altri settori dell’economia - in particolare con il settore dell’energia. A dire il vero i veicoli elettrici non rappresentano una tecnologia completamente nuova: i primi esemplari risalgono infatti ai primi anni del Novecento, avevano un’autonomia di circa 30km e una velocità massima di 23km/h ed erano apprezzati per non produrre il rumore, l’odore e le vibrazioni che presentavano i veicoli a combustione interna. Tuttavia i limiti nella tecnologia delle batterie, ma soprattutto il prezzo molto basso della benzina avevano poi decretato il successo dei veicoli a motore a combustione e la scomparsa di quelli elettrici. Molti sono i fattori che la mobilità elettrica è in grado di sfruttare e che rappresenterebbero notevoli passi avanti per una gestione del trasporto sempre più integrato con i bisogni delle città e sempre più intelligente; di seguito verranno illustrati i principali. 2.1 Indipendenza dal petrolio e utilizzo dell’infrastruttura esistente Il primo aspetto da considerare è che i veicoli elettrici sono alimentati da un vettore energetico che può essere prodotto da tutte le fonti di energia primaria, al contrario dei veicoli 3 convenzionali che possono fare uso di una sola fonte di energia - il petrolio. Oltre alla fonte di energia utilizzata, un’altra novità è rappresentata dall’infrastruttura di ricarica che è completamente differente da quella usata per i veicoli a benzina, ma ha il grande vantaggio di appoggiarsi alla rete elettrica, che è già presente quasi ovunque. In questo modo si rende necessario costruire solo l’ultima parte dell’infrastruttura, i.e. la colonnina di ricarica, così che l’allargamento del network di ricarica ha un costo relativamente basso e dipende dalla tipologia di punto di ricarica che può essere domestico, pubblico, semi-pubblico (e.g. uffici, supermercati). Tra tutte le possibili alternative energetiche per il trasporto su strada, l’elettricità è l’unica che dimostra di essere pronta sia dal punto di vista dell’infrastruttura, che dal punto di vista della stabilità del prezzo di ricarica: generazione e distribuzione elettrica sono infatti pubblicamente regolate. I cittadini possono quindi intervenire direttamente sulle decisioni riguardanti il prezzo e scegliere inoltre la fonte di energia per alimentare i propri veicoli; queste opzioni non sarebbero possibili con i veicoli a benzina/diesel. La mobilità elettrica può dunque ridurre e in seguito interrompere la dipendenza energetica che il settore dei trasporti ha nei confronti dei paesi esportatori di petrolio, rimpiazzando queste importazioni con elettricità generata all’interno del proprio paese in un orizzonte temporale relativamente breve. 2.2 Maggiore efficienza energetica Non tutta l’energia necessaria per muovere un veicolo va “nelle ruote”. Le inefficienze tankto-wheel (dal serbatoio alle ruote) possono essere classificate in due categorie di perdite: stradali (aerodinamica ed aderenza delle gomme ad esempio), le quali sono stimate sempre intorno al 5-15%, e di conversione di energia. Riguardo a quest’ultima categoria, i veicoli a combustione interna hanno un’efficienza massima intorno al 35%, dal momento che gran parte dell’energia contenuta nella benzina è persa in calore (nel processo di combustione). Per questo motivo l’efficienza tank-to-wheel dei veicoli convenzionali si aggira intorno al 20%, e cioè l’80% dell’energia contenuta nel combustibile viene dispersa. Al contrario, i veicoli elettrici riescono a raggiungere valori maggiori del 90% nella conversione di energia, così che la loro efficienza tank-to-wheel si aggira intorno all’80% (con l’uso di batterie agli ioni di litio). Questi veicoli riescono inoltre a recuperare parte dell’energia consumata con particolari sistemi in frenata e aggiunta di fonti di energia onboard come ad esempio pannelli fotovoltaici, infine non consumano energia quando non sono 4 in movimento e i consumi non sono influenzati in modo rilevante dai diversi stili e condizioni di guida (come invece accade per i veicoli a benzina). Per comparare l’efficienza well-to-wheel (dalla fonte alle ruote), invece, altri fattori come ad esempio le efficienze nella produzione e nella trasmissione di energia devono essere presi in considerazione. Per i veicoli convenzionali, i processi di produzione, raffinazione e trasporto del combustibile fossile sono stimati avere un’efficienza dell’83%, così che l’efficienza well-to-wheel risulta essere intorno al 15%. Nel caso dei veicoli elettrici, l’efficienza well-to-tank è più complessa da stimare perché dipende dalla fonte di energia primaria presa in considerazione e le efficienze vanno dal 40% per le centrali termoelettriche al 90% per le turbine che sfruttano le correnti marine. L’efficienza dipende perciò dall’energy mix, ma anche prendendo in considerazione il 40% come livello di referenza per la produzione, essa risulta essere intorno al 30%, il doppio rispetto ai veicoli convenzionali a combustibili fossili. Veicoli a Combustione Well-to-Tank Produzione, raffinazione, trasporto: 83% Veicoli Elettrici Rete Elettrica: 92,5% Produzione Elettrica: 40-90% Tank-to-Wheel Motore: 21% Driveline: 86% Caricatore: 90% Ciclo di ricarica: 95% Sistema di Controllo del Motore: 98% Motore Elettrico: 95% Well-to-Wheel 15% 30-67% Tab. 1: Well-to-Wheel energy efficiency. Comparazione tra veicoli convenzionali ed elettrici (EUBEV, 2010). 2.3 Integrazione con energie rinnovabili ed emissioni complessive L’obiettivo della neutralità delle emissioni di CO2 da attività umane, avvicinandosi allo zero, può solo essere raggiunto attraverso una maggiore integrazione delle fonti rinnovabili nei mix energetici che ogni paese fornisce alle proprie reti elettriche. I veicoli elettrici sono predisposti per ricaricarsi principalmente durante il periodo notturno, quando la domanda di elettricità è tipicamente bassa, sfruttando l’esistente sovra produzione di alcune fonti di energia rinnovabile, come il vento, e quindi non rendendo necessaria l’istallazione di nuove 5 centrali elettriche. In un sistema integrato di reti elettriche intelligenti, la mobilità elettrica rappresenterebbe un fondamentale supporto per risolvere i problemi di intermittenza, imprevedibilità e generazione in periodi di bassa domanda, delle fonti di energia rinnovabile, che finora sono stati i veri ostacoli alla loro diffusione. Ciò permetterebbe quindi di integrare queste fonti di energia in modo più efficiente nella rete elettrica (micro generazione inclusa). 2.4 Impatto ambientale ed energy mix L’impatto ambientale dei veicoli elettrici dipende dal mix energetico che viene usato nel momento della ricarica. Per questa ragione è rilevante analizzare l’energy mix della rete elettrica di un paese per valutare, ad esempio, le riduzioni in termini di emissioni CO2. Ad ogni modo una diffusione di massa dei veicoli elettrici, grazie alle sinergie con le fonti di energia “pulite”, porterebbe un miglioramento del mix energetico nel medio periodo, permettendo una migliore integrazione delle fonti rinnovabili. Spostare le Emissioni Inquinanti Fuori dalle Città Emissioni inquinanti dal trasporto su strada come l’NO2, PM10 e PM2.5 hanno un serio impatto sulla salute dei cittadini, e quindi sulla qualità della vita nelle città, dal momento che gli agenti inquinanti vengono emessi nel punto di uso dei veicoli con motore a combustione interna. Al contrario, i veicoli elettrici sono caratterizzati da zero emissioni a livello locale – sia per quanto riguarda particolato e NO2, e da notevoli vantaggi anche in termini di inquinamento acustico. Minimizzando questo tipo di emissioni, tali veicoli hanno il potenziale di migliorare drasticamente, e in un arco di tempo relativamente breve, la qualità dell’aria in ambiente urbano. Le emissioni avverrebbero nelle centrali termo-elettriche, più efficienti e più controllate dei singoli motori dei veicoli (ma soprattutto non a diretto contatto con le persone), o verrebbero eliminate quasi completamente con una maggiore penetrazione delle energie rinnovabili. Per le altre emissioni, come la CO2, ciò che conta è la concentrazione assoluta nell’atmosfera e non il punto di emissione; in questi casi, per valutare eventuali effetti positivi di un veicolo elettrico comparato con un veicolo convenzionale efficiente (95gCO2/km) dobbiamo guardare il particolare mix energetico associato alla ricarica. Infatti, nel caso la rete fosse alimentata solamente da centrali a carbone con alte inefficienze, un veicolo elettrico sarebbe responsabile nella misura di 260gCO2/km; al contrario, in caso di un mix energetico completamente 6 formato da fonti di energia pulita e rinnovabile, i veicoli elettrici opererebbero con emissioni di CO2 associate vicine allo zero. Impatto Ambientale in termini di CO2 e Business Model Associati Le fonti di energia rinnovabile stanno acquistando sempre più importanza nei mix energetici dei vari paesi Europei e allo stesso tempo la rete elettrica e le centrali convenzionali stanno migliorando le loro efficienze. Come effetto di questi cambiamenti, l’intensità di emissioni di CO2 per kWh presenta un trend decrescente in tutti i paesi europei. Nella figura sotto sono prese ad esempio le intensità di Italia, Portogallo e Irlanda. Fig. 2: Trend decrescente in emissioni di CO2 per kWh in Italia, Portogallo e Irlanda4 (ABB, ITELI, Eirgrid). Considerando gli energy mix esistenti dei paesi europei, e un consumo di 16kWh/100km, una diffusione dei veicoli elettrici porterebbe ad una riduzione delle emissioni di CO2 (rispetto a veicoli a combustione interna con consumi di 95gCO2/km) in quasi tutti i paesi europei. Prendendo ad esempio i paesi sopra citati, le riduzioni per Italia, Portogallo e Irlanda, sarebbero rispettivamente dell’ordine del 32,8%, 42% e 17,6% - percentuali destinate ad aumentare con la maggiore penetrazione delle energie da fonti rinnovabili. Alla luce di questi potenziali effetti positivi sull’ambiente, e grazie alla totale tracciabilità delle emissioni resa possibile dai veicoli a zero emissioni locali, è possibile ed opportuno introdurre nuovi business models che valorizzino scelte responsabili basate sull’impatto in termini di CO2 (e di altre emissioni). All’interno delle città, la mobilità elettrica (dal car-bike sharing al veicolo privato) può e deve essere vista come un completamento della rete di trasporto pubblico; in questa ottica, un sistema che tenga conto delle emissioni associate ai singoli utenti (integrando quindi anche l’uso dei mezzi di trasporto pubblico e semi-pubblico) permetterebbe di avere le informazioni necessarie per incentivare comportamenti sostenibili e al tempo stesso far acquisire maggior consapevolezza del proprio impatto ambientale legato 4 Source: ABB, Country reports | Trends in global energy efficiency 2011; INTELI; Eirgrid. 7 alla mobilità. Gli utenti potrebbero essere ricompensati, ad esempio, con “crediti di mobilità” a livello europeo; ad ogni modo un’informazione completa, trasparente ed in tempo reale, a disposizione dei cittadini, è di fondamentale importanza per perseguire politiche di successo. Minori Costi Operazionali I veicoli elettrici sono molto più semplici di quelli tradizionali, non avendo motore a combustione, trasmissione, candela, valvole, serbatoio, marmitta, starter, frizione, convertitore catalitico, o filtro dell’olio. Con meno parti meccaniche e con parti elettriche che non richiedono una manutenzione molto frequente, i costi operazionali dei veicoli elettrici risultano essere naturalmente più bassi rispetto agli altri veicoli. Inoltre, per percorrere 100 km sono necessari solo 1-2 EUR di elettricità (non soggetta a fluttuazioni e trend positivi di crescita nei prezzi), contro una media di 14-15 EUR di benzina per i veicoli a combustione interna. 2.5 Un futuro intelligente ed integrato Una nuova era per la mobilità, elettrica ed integrata, è già cominciata e l’Europa si trova all’avanguardia in questa fase cruciale di cambiamento. La trasformazione non interessa solo l’energia usata dai veicoli e la presenza di una nuova infrastruttura di ricarica, ma anche e soprattutto la possibilità di ridisegnare la mobilità in una forma più sostenibile, integrandola con le infrastrutture urbane e con la rete elettrica in modo intelligente ed efficiente. Ricarica Intelligente e Diffusione delle Smart Grids Con la loro produzione di massa e l’abilità di comunicare con la rete elettrica, i veicoli elettrici possono essere visti come i primi “apparecchi elettrici” con la capacità, caricando in modo intelligente, di testare soluzioni e standards per le future smart grids. La ricarica intelligente ha inoltre il potenziale di raddoppiare la vita delle batterie ed opera coordinando i sistemi di gestione del network e dell’energia trasmessa, con parametri definiti dagli utenti/operatori che possono andare dall’autonomia, alle tariffe, alla particolare fonte di energia e così via. I veicoli elettrici, in combinazione con i contatori intelligenti già ampiamente diffusi in Italia, favorirebbero quindi una maggiore integrazione della rete elettrica permettendo flussi di informazione bidirezionali tra i vari attori, consentendo così ai grandi produttori di 8 ottimizzare la loro generazione di elettricità, ed ai piccoli produttori di vendere localmente, nella rete, la loro capacità in eccesso. La gestione di questi flussi a livello locale o nazionale permetterebbe di aumentare l’efficienza della rete ed aggiungere servizi che andrebbero a vantaggio di scelte più consapevoli da parte degli utenti. Funzionalità Vehicle-to-Grid (V2G) Le auto elettriche non sono dei semplici apparecchi in grado di interagire con la rete elettrica: il loro ruolo fondamentale, infatti, consiste nella capacità di agire come “batterie di accumulazione”, utili per immagazzinare l’elettricità da fonti rinnovabili, e micro-generatori grazie alla possibile funzionalità Vehicle-to-Grid (V2G). Le reti elettriche del futuro avranno infatti non solo la possibilità di fornire, ma anche quella di ricevere energia dai veicoli connessi (tramite cavo) all’infrastruttura. Il V2G può essere utile per il cosiddetto peak-shaving, ovvero immagazzinamento di energia lontano dalle ore di punta che possa poi essere rimessa nella rete durante le ore di punta evitando così picchi nella produzione. Con questo sistema, infatti, i veicoli elettrici potrebbero vendere, ad un prezzo più alto, l’energia proveniente da fonti rinnovabili accumulata durante le ore notturne; ad ogni modo delle percentuali minime di carica devono essere garantite ai veicoli e ciò dipenderà dai diversi profili e necessità degli utenti/operatori. Tuttavia, con l’attuale tecnologia, questa funzionalità potrebbe deteriorare più velocemente le batterie del veicolo, diminuendone così l’autonomia (al momento le batterie hanno una vita pari a 300.000 cicli – che corrispondono più o meno ad 8 anni). Per questa ragione, per le batterie è opportuno studiare nuovi modelli di proprietà al di là della vendita, che rispecchino gli effettivi benefici degli agenti interessati. Mobilità Elettrica come Opportunità per una Maggiore Integrazione Multi-Modale nelle Città I veicoli elettrici possono essere considerati una grande opportunità per una maggiore ed efficace integrazione dei vari mezzi di trasporto all’interno del metabolismo urbano. La loro flessibilità in termini di design (nel caso di auto) consente la loro disponibilità numerosa, insieme a biciclette (elettriche e non), nei punti di incontro dei vari mezzi di trasporto pubblico, come ad esempio fermate della metropolitana, stazioni ferroviarie, e di particolare criticità, come ospedali o hotels. 9 Un uso appropriato dei veicoli a quattro ruote nelle città è senza dubbio quello del car sharing elettrico, in cui in futuro i veicoli concedano anche la possibilità di scelta delle dimensioni (così da incentivare un’occupazione dello spazio cittadino proporzionato al bisogno contingente). Un altro fattore interessante da tenere in considerazione per l’efficienza energetica, sono le possibili sinergie che l’infrastruttura di ricarica potrebbe avere all’interno dell’ambiente urbano: per esempio batterie collocate presso i punti di ricarica potrebbero accumulare l’energia proveniente dagli impianti di frenata della metro, o dalle macchine delle palestre, o ancora dalla pedalata dei ciclisti; le possibilità sono innumerevoli e foriere di innovazioni continue. 2.6 L’indotto del settore – Effetti positivi per l’economia La mobilità elettrica è un settore nuovo ed emergente e i business models associati sono in continuo cambiamento, così che ci sono grandi opportunità per lo sviluppo di nuovi business sia per grandi imprese, sia soprattutto per start-ups. Negli ultimi anni, infatti, molte nuove imprese, case automobilistiche e compagnie elettriche hanno investito e stanno investendo in nuovi settori collegati ad una possibile diffusione di massa dei veicoli elettrici. Le case automobilistiche sono quelle attive su più fronti: per loro, infatti, la mobilità elettrica sta solo accelerando il processo di progressivo allontanamento dalla semplice produzione di veicoli verso quella di servizi associati, che era già in corso da tempo. Le nuove attività vanno dalla produzione di potenti batterie per i veicoli (al momento la tecnologia imperante è quella agli ioni di litio), allo studio di soluzioni per il riciclaggio e l’eventuale uso successivo (dando una “seconda vita”) delle stesse, all’esplorazione di soluzioni per le smart grid e per i servizi di mobilità associati ai veicoli elettrici - come ad esempio il car-sharing. Vi è poi un forte investimento nell’infrastruttura di ricarica e nei sistemi di gestione associati, ma anche nelle componenti specifiche (come nuovi materiali e motori elettrici). Particolare interesse viene posto nella soluzione “wireless” (ricarica per induzione magnetica) e nei sistemi di gestione della ricarica/micro-generazione (vehicle-to-grid, vehicle-to-house, comunicazione veicolo infrastruttura). Lo sviluppo di programmi di mobilità a zero emissioni locali ha poi l’ulteriore vantaggio di attrarre nelle città interessate imprese di innovazione collegate al settore, che a loro volta favorirebbero lo sviluppo di programmi universitari specializzati e all’avanguardia nelle facoltà universitarie locali. Alla fine la cittá si ritroverebbe ad essere maggiormente attraente 10 anche per altre imprese, che sarebbero più propense a spostare le proprie attività tenendo in considerazione sia il capitale umano competente e all’avanguardia, sia l’ambiente urbano (silenzioso e più sano) in cui lavorare. 2.7 Share economy L’industria dell’auto sta ridefinendo il suo posizionamento di mercato, passando dalla produzione di veicoli alla fornitura di servizi legati alla mobilità e finalizzati ad un più diretto contatto con i propri clienti. Seguendo questa spinta, una mobilità elettrica interoperabile ed integrata può accelerare ulteriormente un modello di mobilità in cui l’accesso ai servizi ha più importanza della proprietà dei veicoli, il “valore sociale-ambientale” diventa una nuova valuta di credito, gli “scambi” rimpiazzano gli “acquisti”, e le persone non sono più semplici consumatori ma invece utenti, prestatori e beneficiari. Il “consumo collaborativo” potrebbe essere il trend dominante già nel 2012 per due motivi principali. Prima di tutto, le politiche di austerità dei paesi europei e la crescente densità della popolazione nelle città costringerà le persone a cercare modi più economici per la propria mobilità, preferendo accesso ai servizi più che possesso di veicoli. In secondo luogo, la rivoluzione digitale in corso faciliterà l’utilizzo di modelli di business peer-to-peer. Il design delle nuove soluzioni dovrà ambire ad un impatto locale “vicino allo zero”, ovvero a zero emissioni inquinanti e a ridurre la presenza e lo spazio occupato dai veicoli nelle città. 2.8 )uovi operatori e partecipazione allargata di aziende green economy L’ecosistema della mobilità elettrica è variegato ed in continua evoluzione: la presenza di multiple tecnologie per la ricarica (dalla ricarica lenta a quella rapida a quella per induzione) accompagna le diverse fonti di energia che vogliono trarre benefici della diffusione dei veicoli elettrici, ma la dinamicità del settore è soprattutto garantita dai molti attori che entrano come operatori o rivenditori di elettricità per la mobilità elettrica. Prendendo in considerazione la categoria degli operatori dei punti di ricarica, si sta assistendo all’entrata di varie tipologie di imprese: vi sono operatori dei parchi di stazionamento, intenzionati ad integrare i propri parcheggi con l’infrastruttura di ricarica; proprietari di stazioni di rifornimento di benzina, ristoranti e autogrill, che dispongono di perfette locations per l’installazione di infrastrutture di ricarica rapida; ma anche centri commerciali, che 11 sembrano essere tra i più interessati ad investire nel settore per attrarre clienti con offerte di ricarica vantaggiose. Negli Stati Uniti, IKEA, Walgreens, Macy’s, Kohl’s, Best Buy e Wal-Mart hanno già cominciato ad installare punti di ricarica presso i loro centri negli stati più predisposti ad adottare veicoli elettrici (e.g. California). Degno di nota è il piano di Walgreens, che intende installare e gestire 800 punti di ricarica in tutto il paese (per di più concentrati nella zona di Los Angeles) e sono già allo studio particolari piani tariffari che per ora prevedono un accesso illimitato alla ricarica con una tariffa di 75 dollari al mese. Anche nel sub-settore dei sistemi per la gestione del network (etwork Management System – NMS) si registra un crescente numero di imprese che vanno da compagnie elettriche (e.g. RWE, Enel), alle imprese IT (Critical Software, ABB, Siemens, Bosch), start-ups (Better Place, Blink, Success Charging), e anche produttori di turbine eoliche (Gamesa). 3. CRITICITA’ E PROBLEMI DEL SETTORE 3.1 Rete elettrica L’introduzione dei veicoli elettrici porterebbe ad ulteriori carichi di domanda in alcuni punti della rete elettrica. Gli effetti che tali aumenti potrebbero avere dipendono da vari fattori, tra i quali periodo, durata, modalità e luogo della ricarica, e dalla disponibilità locale di fonti di energia rinnovabile. Almeno per i prossimi anni non ci si aspetta un grande impatto di tali veicoli sulla rete elettrica, ma in alcune condizioni, come ricarica rapida (che richiede grandi quantità di energia in uno spazio di tempo relativamente breve) durante le ore diurne, la loro domanda aggiuntiva potrebbe provocare problemi in punti in cui la rete non sia sufficientemente attrezzata (per questo motivo investimenti sulla rete elettrica potrebbero rendersi necessari in futuro). Tuttavia con una gestione intelligente del problema, come fornire di batterie i punti di ricarica rapida, o semplicemente ricaricare il proprio veicolo di notte (sfruttando le esistenti capacità in eccesso delle energie rinnovabili), o ancora gestendo in modo intelligente la rete e i veicoli (intesi come micro-generatori), si ottimizzerebbe il sistema piuttosto che portare ulteriori stress alla rete. 12 3.2 Educazione e Range Anxiety Alla base delle difficoltà di diffusione della mobilità elettrica vi è una mancanza di conoscenza, da parte delle persone, dei benefici e delle nuove possibilità aperte dai VE, ma anche riguardo a questioni come la sicurezza dei veicoli e il riciclo delle batterie. Emerge dunque la necessità e l’importanza di un’informazione approfondita e chiara sui benefici ambientali e sulla convenienza economica. Al di là di questo fattore, la più grande preoccupazione riguarda l’autonomia delle batterie e la paura di rimanere senza energia lungo il tragitto. Questo fenomeno viene chiamato range anxiety e risulta legato ad un concetto dell’automobile intesa come mezzo privato che consente una libertà completa ed illimitata per viaggiare. Tuttavia, per l’uso che la maggior parte delle persone e delle imprese fanno dei propri veicoli, le attuali autonomie (destinate ad aumentare) risultano più che sufficienti per soddisfare le percorrenze giornaliere. Tecnologia da un lato e accettazione culturale di nuovi modelli di mobilità dall’altro potranno mitigare questo effetto in un futuro prossimo. 3.3 Presenza dell’infrastruttura e tempi di ricarica La presenza di un’adeguata infrastruttura di ricarica è fondamentale come lo è anche per i veicoli convenzionali: da una parte c’è la necessità di creare un’infrastruttura pubblica e semipubblica adeguata anche ai fini dell’impatto psicologico sugli utilizzatori, anche se alla fine la quasi totalità delle ricariche avverrà in ambito domestico. L’infrastruttura deve essere disegnata in modo da essere percepita come tecnologicamente avanzata e di facile e intuitiva utilizzazione. I tempi di ricarica necessari per i VE svolgono pure un importante ruolo nella percezione del pubblico e al momento le aspettative si dimostrano lontane dalla realtà che la tecnologia può offrire a costi contenuti e che può essere diffusa su larga scala. 3.4 Costo iniziale dei veicoli elettrici Sebbene non sia l’unica strada percorribile, un’importante barriera alla diffusione dei veicoli a trazione elettrica è rappresentata dal grande costo iniziale di acquisto. Questa situazione è determinata principalmente dall’assenza al momento di economie di scala nella produzione, tuttavia, una volta raggiunte, è probabile che i prezzi dei VE risultino inferiori ai veicoli 13 convenzionali a parità di optionals a bordo. L’attuale disparità di costi è in gran parte determinata dal costo delle batterie, ma se da un lato le nuove tecnologie offrono batterie più economiche e con maggiore autonomia, dall’altro alcuni produttori, come Renault, stanno già intraprendendo modelli diversi dalla vendita: offrendole ad un canone mensile – facendole rientrare all’interno dei costi operativi dei veicoli e abbattendo quindi il costo iniziale. Fig. 3: Politiche di vendita EV - Renault e issan. 4. ESEMPI E PROGETTI DI SVILUPPO: ESEMPI DI BEST PRATICE (ITRO) Il settore della mobilità elettrica è nuovo e in continuo fermento: è difficile prevederne l’ evoluzione a lungo termine dal momento che molte sono le variabili tecnologiche ed organizzative che possono intervenire. A partire dal 2008/2009 alcuni Stati ed amministrazioni locali in Europa hanno disegnato piani ambiziosi per la diffusione dei veicoli elettrici e di conseguenza dato il via libera a sussidi all’acquisto e altri tipi di incentivi. Ma con l’aggravarsi della crisi economica e la crisi del settore dell’auto (con conseguente abbassamento del prezzo dei veicoli convenzionali), le vendite non hanno corrisposto alle aspettative e alcuni governi hanno ritirato gli incentivi economici esistenti, in un’ottica unicamente concentrata su tagli alla spesa. Nonostante il prezzo dei veicoli elettrici rimanga per ora alto, nuovi modelli più economici e dedicati alla mobilità urbana saranno presto disponibili; allo stesso tempo gli incentivi non economici (alcuni dei quali trattati di seguito) rimangono ancora attivi, rappresentando, soprattutto nelle grandi città, i fattori di stimolo più potenti. 14 La sezione tratterà anche iniziative significative di alcune città europee: regionali (Autolib’ a Parigi), locali ma aiutate da incentivi nazionali (Source London a Londra), locali ma vicine all’integrazione a livello nazionale (Amsterdam electric e e-laad ad Amsterdam), all’interno di iniziativa integrata a livello nazionale (MOBI.E a Lisbona). Queste città presentano già un’importante presenza dell’infrastruttura, caratterizzata da sistemi (ed approcci) diversi; tuttavia i numeri vanno sempre proporzionati alla dimensione delle città e in questo senso si rendono opportuni studi caso-per-caso sulla proporzione ottimale della densità dell’infrastruttura per chilometro, tenendo in considerazione che gran parte del caricamento avverrà in ambito domestico. A livello europeo la Commissione sta incentivando progetti di ricerca e sviluppo, ma anche di dimostrazione ed integrazione delle iniziative esistenti nel campo della mobilità elettrica. Particolarmente interessati alla promozione di questi progetti sono i DG MOVE (Direttorato generale che si occupa dei trasporti) e DG CONNECT (Direttorato generale per tecnologie dell’informazione e della comunicazione – TIC). 4.1 Incentivi non finanziari Parcheggi Il parcheggio gratuito dedicato ai soli veicoli elettrici risulta senza dubbio un potente incentivo sia di carattere finanziario, sia in termini di tempo e spazio. Ciò vale soprattutto in aree urbane ad alta concentrazione di veicoli dove trovare un parcheggio è spesso molto complicato e fonte di stress. La possibilità di disporre di parcheggi dedicati ai soli VE, e di riservarli anche al caricamento, permetterebbero agli utenti di risparmiare una quantità di tempo considerevole. Con l’aumentare del numero di veicoli elettrici nelle città, approcci differenti potrebbero essere adottati, come ad esempio lo stazionamento gratuito solo in concomitanza con il processo di caricamento. Corsie preferenziali Il poter usare le speciali corsie preferenziali esistenti in ambito cittadino, ad esempio quelle dedicate a bus e taxi, può essere un altro grande incentivo di carattere non-finanziario, soprattutto considerando il livello di traffico esistente nelle grandi città. Ovviamente la 15 presenza diffusa (o la creazione) di tali corsie è cruciale per definire l’efficacia di tale incentivo. Libero accesso a zone coperte da congestion charge Alcune città europee, come ad esempio Londra, stanno imponendo sempre maggiori restrizioni di accesso alle automobili nei propri centri urbani. In Italia, questo è il caso di Bologna, Parma e recentemente anche della città di Milano, dove dal 16 Gennaio 2012 esiste una congestion charge (tassa di circolazione che ha sostituito l’ecopass) per le auto che entrano nella cosiddetta “Area C”. In quest’ultimo caso, l’accesso costa 5 euro da Lunedì a Venerdì dalle 7.30am alle 7.30pm; i residenti dispongono di alcune agevolazioni: 40 liberi accessi e ticket scontato a 2 euro a partire dal 41esimo accesso; moto, scooters e veicoli elettrici non sono soggetti a questa tassa. 5. IIZIATIVE ELLE GRADI CITTA’ AMSTERDAM Area: 219,44 km2 Popolazione: 783.364 (2011) Distanza media percorsa in auto durante il giorno (km): 8,0 Media giornaliera di spostamenti con l’auto per persona: 0,84 Media giornaliera di spostamenti con la bicicletta per persona: 0,89 Numero di punti di ricarica: 350 (480 in Settembre 2012) Numero di auto plug-in: 800 Amsterdam electric Problemi di qualità dell’aria e di inquinamento acustico hanno spinto la città di Amsterdam ad intraprendere un ambizioso piano di sviluppo urbano che mira a renderla un modello di città intelligente e sostenibile. Amsterdam si è impegnata a ridurre del 40% le sue emissioni di CO2 (rispetto ai livelli del 1990 - con l’obiettivo di raggiungere il 70-80% entro il 2040) e a produrre localmente almeno un terzo del suo fabbisogno energetico attraverso fonti di energia rinnovabile, entro il 2025. 16 Per il raggiungimento di tali obiettivi, la mobilità elettrica acquista una particolare importanza e il livello della sua integrazione con la rete elettrica, e altri mezzi di trasporto come biciclette ad esempio, sarà un elemento critico per decretarne il futuro successo. Il programma di mobilità elettrica, chiamato Amsterdam electric e coordinato dal dipartimento di “infrastrutture, traffico e trasporti” della città, si inquadra in questo contesto e consiste in un piano di azione molto aggressivo che ha come obiettivo la decarbonizzazione dell’intero sistema di trasporto urbano entro il 2040, con la presenza di 200.000 veicoli elettrici. Al momento circa 800 veicoli elettrici circolano per le vie della città assistite da una rete di 350 punti di ricarica pubblica e semipubblica. Questo numero dovrebbe raggiungere quota 480 entro Settembre 2012, mentre il piano prevede di avere circa 1.250 punti di ricarica pubblici, e 1.000 semi-pubblici, e l’istallazione di due stazioni di cambio della batteria (battery swap) entro la fine del 2013. Dei veicoli elettrici presenti in città, 16 sono taxi (10 dei quali veicoli nuovi) e 300 sono Smart Electric-Drive usati nel programma di car sharing Car2Go; entro il 2020 il target è di raggiungere le 40.000 unità (tra auto, moto e barche elettriche) equivalenti al 15-20% del totale. Car Sharing Car2Go Il programma di car-sharing elettrico Car2Go è promosso da Smart e al momento è presente solo in due città nel mondo: Amsterdam e San Diego (California), rispettivamente lanciati nel Dicembre 2011 e nel Gennaio 2012. Il modello, che consente agli utenti di terminare il servizio senza riconnettere il veicolo all’infrastruttura (prevede tuttavia bonus - in termini di tempo di utilizzo futuro - qualora l’utente rimetta in carica il veicolo), sta avendo un enorme successo in entrambe le città pilota e, nella città di Amsterdam, l’attuale frotta di 300 Smart ED raggiungerà le 500 unità entro la fine del 2012. Taxi elettrici Ci sono all’incirca 2.500 taxi attivi in Amsterdam durante i giorni lavorativi e il numero aumenta durante i week-end; ridurre l’inquinamento da parte di questa tipologia di trasporto implica quindi un significativo miglioramento della qualità dell’aria in città. Per la fine del 2012 sono previsti all’incirca 40 taxi elettrici in circolazione. 17 Sussidi e incentivi I veicoli elettrici beneficiano di una serie di incentivi finanziari, al di là dei parcheggi dedicati e gratuiti. Per prima cosa esistono sussidi all’acquisto, illustrati nella tabella in basso, previsti fino al 2015. In secondo luogo, i veicoli elettrici non sono soggetti a tasse di circolazione (annuali) o di registrazione del veicolo (che viene di solito applicata all’acquisto del veicolo). Vi sono poi ulteriori incentivi in termini di tassazione sui redditi (esenzione da particolari tasse addizionali previste per l’uso dei veicoli, e particolari regimi atti a promuovere investimenti in tecnologie “verdi”) fino al 2014. Per le imprese, il valore del veicolo elettrico non viene aumentato del 25%, come avviene per gli altri veicoli, per fini di tassazione. Infine, al momento i proprietari di veicoli elettrici possono richiedere alla città l’installazione di una colonnina di ricarica pubblica (con relativo parcheggio) nelle vicinanze della propria casa, senza pagare nè la colonnina, nè l’installazione e manutenzione della stessa. Amsterdam incentivi (2011-2015) VE aziendali fino a 5,000 EUR VE distribuzione fino a 10,000 EUR VE taxi fino a 10,000 EUR VE autocarri fino a 40,000 EUR Budget: 8.6M5 Numero VE 800 10.000 40.000 200.000 anno 2012 (July) 2015 2020 2040 Tab. 2: Sussidi ai veicoli elettrici/numero veicoli elettrici, Amsterdam. Amsterdam e l’Olanda L’iniziativa di mobilità elettrica della città, partita in forma isolata dal resto del paese (collaborando con la città di Rotterdam in una fase iniziale), sta iniziando un processo di integrazione con l’iniziativa a livello nazionale portata avanti dalla Fondazione e-laad. Quest’ultima ha l’obiettivo di installare circa 10.000 punti di caricamento pubblici/semipubblici entro la fine del 2013; l’accesso a tale rete avrebbe un costo annuale di 100EUR. 5 Durante il periodo 2011-2015 – La città stima che lo schema di incentivi interesserà circa 2.200 VE. 18 LISBONA Area: 83,84 km2 Popolazione: 547.631 Numero di punti di ricarica: 520 (parte del network che comprende più di 1.100 CP in tutto il paese) Numero di auto plug-in: >150 Lisbona e MOBI.E Lisbona fa parte di una rete (in fase pilota fino a fine 2012) di mobilità elettrica integrata a livello nazionale, che coinvolge 25 dei maggiori comuni portoghesi, chiamata MOBI.E. MOBI.E è un network aperto a qualsiasi veicolo elettrico, rivenditore di elettricità e operatore, ed è gestito dal centro operativo MIC (Mobility Intelligence Centre). Il MIC è l’output della fase pilota che fornisce supporto operativo alla rete e raccoglie tutti i dati creati permettendo allo stesso tempo integrazione di nuovi sistemi, tecnologie e servizi. MOBI.E va al di là di una semplice rete di punti di caricamento ed è soprattutto una rete di informazione raccolta e condivisa dai vari stakeholders e utenti dei veicoli. Il gran vantaggio di avere a disposizione una rete integrata e interoperabile, come quella presente a Lisbona e in tutto il Portogallo, sta nel fatto di poter aggiungere al sistema servizi di ogni genere (tra i quali: applicazioni smartphones, parcheggi, car-sharing, tariffazioni in tempo reale, identificazione e stato delle colonnine, prenotazione ricarica) sempre potendo usufruire dell’intera rete di ricarica, così da facilitare sia gli utenti, sia nuovi operatori di servizi desiderosi di entrare nel mercato. L’architettura del modello MOBI.E rende il sistema trasparente e abbassa le barriere all’entrata, favorendo allo stesso tempo la concorrenza. I business models risultanti saranno in grado di tenere in considerazione il “tipo” di elettricità usata, così da promuovere l’uso di energie pulite e rinnovabili. 19 Fig. 4: Architettura del modello MOBI.E [MOBI.E]. Molteplici Rivenditori di Elettricità per la Mobilità Elettrica. Per facilitare l’entrata di varie compagnie elettriche nel settore, e favorire così la concorrenza, il modello MOBI.E prevede la creazione ad hoc di questa tipologia di rivenditori di elettricità esclusivamente per la rete di ricarica dei veicoli. Questi saranno in grado, una volta terminata la fase pilota, di rivendere elettricità (attraverso una sorta di brokeraggio tra rivenditori) a speciali condizioni, e regolamentazione semplificata, ai propri clienti/utilizzatori di veicoli elettrici. Molteplici Operatori per la Mobilità Elettrica. Qualsiasi persona o impresa che operi in attività collegate alla mobilità elettrica può diventare “operatore di mobilità elettrica”, e usufruire della rete MOBI.E, pagando una tassa all’entità che gestisce il network. Al momento vi sono due operatori nella città di Lisbona: EDP MOP e PrioE; mentre a livello nazionale è presente anche Galp, compagnia petrolifera che amministra i punti di ricarica rapida presenti nelle stazioni di servizio in autostrada. Attualmente (luglio 2012) vi sono 520 punti di ricarica nella città di Lisbona (in un totale di 1.100 in tutto il Portogallo), mentre il numero dei veicoli elettrici in città si aggira per ora solo intorno alle 150-200 unità. Taxi elettrici Dei veicoli elettrici presenti in città, due sono dei Renault Fluence utilizzati dalla cooperativa di taxi Autocoope (la più grande in Lisbona). I due taxi elettrici hanno fatto la loro comparsa a inizio 2012 tramite un accordo tra Autocoope, la città di Lisbona e Renault, ed ora sono entrati a far parte della frotta della cooperativa. In un futuro prossimo sono previsti ulteriori taxi elettrici nella città (utilizzando modelli Nissan Leaf e Mitsubishi iMiEV), anche se al momento non ne è stato dato un annuncio ufficiale. 20 Polizia La polizia di Lisbona ha introdotto nella propria frotta il primo Nissan Leaf (Luglio 2012), sebbene disponesse già di alcuni piccoli veicoli elettrici. Sussidi e incentivi In Portogallo i proprietari di veicoli elettrici godono di alcuni benefici in termini di tassazione dei redditi e del veicolo (ad esempio esenzione da tasse di circolazione e di immatricolazione), oltre ad usufruire di elettricità gratis (durante la fase pilota), corsie preferenziali e parcheggi gratuiti. LONDRA Area: 1.570 km2 Population: 7.825.200 Piano riduzione traffico stradale: Congestion Charge Numero di punti di ricarica: 708 (source london) Numero di veicoli plug-in: 2.400 (questo numero include moto, auto, furgoni, camion e scooters) Congestion Charge e iniziativa Source London Lo schema di Congestion Charge di Londra ha avuto inizio nel Febbraio 2003, chiudendo al libero traffico una parte consistente (e in espansione) del centro della città. La tassa si applica dalle 7am alle 6.30pm e da lunedì a venerdì ed è di £ 9,00/10,00 (incremento del 90-100% dal valore del 2003), mentre per i residenti sono previsti sconti del 90%. Il 26 maggio del 2011, il sindaco di Londra diede inizio al programma di infrastruttura di ricarica per la mobilità elettrica chiamato Source London, finanziato nell’ambito del progetto nazionale The Plug-In Vehicle Infrastructure Strategy (OLEV – Office for Low Emission Vehicles). Al momento sono presenti 708 punti di ricarica che comprendono sia le colonnine proprie del programma, sia anche punti di ricarica esistenti sul suolo cittadino e integrati nello stesso sistema. Il processo di integrazione è svolto attraverso la cooperazione tra Transport for London (TfL) e Siemens, e l’intenzione è quella di avere un unico network cittadino, anche se poi il sistema non è integrato con l’infrastruttura al di fuori della città. 21 Al momento sono presenti in città circa 2.400 veicoli elettrici, ma questo numero può trarre in inganno se comparato con le cifre delle altre città dal momento che comprende auto, furgoni e camion, ma anche scooters e moto, nuovi e convertiti. Programmi di car-sharing elettrico sono in fase di studio da parte degli operatori, ma è probabile che verranno presto lanciati nella città. Per quanto riguarda taxi elettrici e veicoli commerciali, al momento una compagnia di taxi ha introdotto due Renault Fluence (Climatecars), cosi come alcune compagnie, come FedEx, hanno introdotto i primi veicoli elettrici nelle loro frotte; inoltre ci sono stati trials con veicoli elettrici sponsorizzati da case automobilistiche. PARIGI Area:,4 km2 Population: 2,234,105 (2009) Numero di auto plug-in (Autolib’): 1.740 Numero 105di punti di ricarica (Autolib’): 500 Parigi e Autolib’ La città di Parigi ha un’importante esperienza nel campo dei veicoli in sharing, offrendo già dal 2007 un servizio di bike-sharing che conta più di 20.000 biciclette pubbliche, distribuite in 1.450 postazioni, che possono essere affittate per corte e medie distanze. Sfruttando questa esperienza (non priva di problemi come vandalismo e furti), la città, in collaborazione con altri 45 comuni dell’Ile-de-France, ha dato il via nel dicembre 2011 al servizio di electric car-sharing Autolib’. Il servizio è basato su una rete di 1.750 auto elettriche Pininfarina/Bolloré Bluecar (veicolo ufficiale della prima fase del programma), 500 colonnine di ricarica (1.100 erano previste per giugno 2012), e più di 60 postazioni di registrazione. I prezzi sono accessibili per periodi non superiori alle tre ore e la riconnessione all’infrastruttura determina la fine del processo di utilizzo. Autolib’ conta già all’incirca 100.000 utilizzatori e mira a raggiungere 3.000 veicoli elettrici e 6.600 punti di ricarica. 22 6. ITEROPERABILITA’ PA-EUROPEA: PROGETTI EUROPEI Green eMotion Green eMotion è un progetto FP7-Green Cars Initiative finanziato dal DG MOVE della Commissione Europea. Il progetto, che ha avuto inizio nel Marzo 2011 ed ha una durata di 4 anni, ha un budget senza precedenti nel settore, 46M di euro, ed è finanziato per metà (23M) dalla Commissione. Green eMotion si basa su progetti pilota di livello locale e include le città di Roma, Copenhagen, Dublino, Berlino e Barcellona, tra le altre. L’obiettivo è quello di creare standard di interoperabilità per l’infrastruttura di ricarica e nuovi servizi per la mobilità elettrica. Tra i target del progetto vi è anche l’integrazione con smart grids e la valutazione della mobilità elettrica da un punto di vista dell’impatto tecnologico, ambientale, economico e sociale. MOBI.Euorpe MOBI.Europe è un progetto di integrazione basato su sistemi ICT che ha come obiettivi principali: l’interoperabilità dei servizi collegati alla mobilità elettrica tra paesi europei differenti (Roaming internazionale), l’integrazione intelligente dei veicoli elettrici con i settori del trasporto e dell’energia, la promozione dell’uso di energie rinnovabili e il facilitare l’uso e l’accesso ai servizi da parte degli utenti, ponendo questi ultimi al centro dei modelli che potranno essere sviluppati in futuro su più larga scala. 23 Il progetto è composto da entità provenienti da 5 paesi europei (Portogallo, Irlanda, Olanda, Spagna e Francia) e si basa su 4 iniziative esistenti: MOBI.E in Portogallo, ecar Ireland, Amsterdam electric e e-Vigo in Galizia. Le prime tre iniziative, in particolare, sono in uno stadio molto avanzato rispetto al resto dell’Europa ed insieme contano già più di 1.850 punti di ricarica e 1.200 veicoli elettrici. MOBI.Europe vuole contribuire alla creazione di standard aperti tra i vari casi-pilota tramite un sistema al di sopra di quelli sviluppati localmente. Così facendo le soluzioni locali vengono rispettate, ma nell’ottica di garantire interoperabilità con gli altri paesi; soluzioni queste che saranno disegnate per essere facilmente adottate da qualsiasi paese. Il consorzio è composto da: Portogallo: INTELI (coordinatore), Critical Software, CEIIA; Irlanda: ESB ecars, INTEL, città di Limerick; Olanda: Liander, città di Amsterdam; Spagna: CTAG, Welgood solutions, FAIMEVI; Francia: Renault. Il progetto MOBI.Europe userà servizi e sistemi già implementati dalle iniziative locali e fornirà un’interfaccia di integrazione per creare un unico pilota europeo. I sistemi ed i servizi che verranno esplorati durante la durata del progetto saranno: Servizi per l’utente finale. Il progetto renderà disponibili applicazioni capaci di operare sia in modalità online (connettendo gli utenti con l’infrastruttura di ricarica e con gli altri mezzi di trasporto) che in modalità off-line (permettendo agli utenti, ad esempio, di autenticarsi ed ottenere le autorizzazioni necessarie per accedere ai servizi). Un portale web e il navigatore a bordo saranno in grado di fornire informazioni utili agli utenti: dalla valutazione del proprio impatto ambientale, alla prenotazione del punto di caricamento (e parcheggio). Sistemi di ricarica intelligente, integrazione dell’infrastruttura domestica e pubblica ed applicazioni basate sull’impronta di CO2 saranno anche testate all’interno di MOBI.Europe. 24 Servizi di mobilità. I servizi di mobilità testati nell’ambito del progetto saranno principalmente car-sharing elettrico e parcheggi per veicoli elettrici, tuttavia altri servizi potrebbero essere esplorati. Alla fine del progetto, gli utilizzatori saranno in grado di viaggiare per l’Europa, potendo utilizzare in roaming tutta l’infrastruttura, ed i servizi associati, presenti in un altro paese. E-Clearing e Trattato di Vaals http://www.e-clearing.net Olanda, Portogallo e Irlanda, insieme ad iniziative in Germania, Belgio, Lussemburgo e Austria hanno sottoscritto, il 30 Marzo 2012, il trattato di Vaals. Questo ha lo scopo di iniziare attività di cooperazione per costruire le basi del roaming internazionale per la mobilità elettrica e di costituire una clearing house europea (per dati e flussi finanziari) per la mobilità elettrica - a cui accederebbero tutti gli stakeholders interessati. Il trattato, e quindi il progetto E-clearing, comprende al momento: Fondazione e-laad (NL) MOBI.E (PT) Ecar Ireland (IE) Smartlab (DE) Blue Corner (BE), Enovates (BE) Enovos (LUX), Estonteco (LUX) Vlotte (AT) I partners della E-clearing stanno già attivamente cooperando con MOBI.Europe (in cui tre delle quattro iniziative hanno sottoscritto il trattato) e interagendo anche con Green eMotion. 25