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N. 1/II - 11 Gennaio 2006
QUINDICINALE
Spedizione in abbonamento postale 70% DCB Milano - www.pambianconews.com
2006
PARTE DA PITTI
L’ANNO DELLA
RIPRESA
ANALISI
PAMBIANCO
SUI BILANCI DEI
TOP 100 GRUPPI
MONDIALI
DELLA MODA
PITTI UOMO
APRE IL
NUOVO
ANNO
DELLA MODA
CA’ DA
MOSTO
CRESCE E
GUARDA
ALL’ESTERO
KITON, UN
SUCCESSO
TUTTO
MADE IN
ITALY
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SOMMARIO
7
4 Intervista a Raffaello Napoleone — L’Uomo
italiano passa da Pitti (Pambiancoweek)
7 Top 100 Gruppi Mondiali — I Gruppi del
Made in Italy nel gotha della moda mondiale
(Pambiancoweek)
10 Strategie — Mister Diesel va nel lusso
(Panorama)
11 Strategie — Crescono i piccoli Benetton del
Sud (CorrierEconomia)
13 Bilanci — Le lancette dicono che è l’ora di
Bulgari (Finanza&Mercati)
13 Strategie — Leonardo Del Vecchio nuovo
re di Borsa (La Repubblica)
14 Strategie — Zegna: al supermercato del
glamour (Economy)
15 Strategie — Polegato: apriremo altri 140
negozi Geox nel 2006 (Il Sole 24 Ore)
17 Strategie — Favrin: i cambiamenti sono
inevitabili (Affari&Finanza)
18 Strategie — Armani aprirà le sfilate
pensando alla Camera della Moda (Finanza&Mercati)
19 Strategie — Quando Napoli vince in
Azienda (Il Mondo)
20 M&A — Tommy Hilfiger passa a Apax
(Corriere della Sera)
20 Strategie — Victoria’s Secret amplia il
portafoglio dei brand (Finanza&Mercati)
21 Strategie — La Stella di H&M è poco
brillante (Finanza&Mercati)
22 Bilanci - Profitti quasi triplicati per Escada
(Pambiancoweek)
23 Facis — Piero Bucalo presenta i nuovi
progetti dell’Azienda (Pambiancoweek)
28 Sover — Nuovi negozi e uffici in Romania
(Pambiancoweek)
29 Giorgio Fedon — Nuovi monomarca a
New York e Parigi (Pambiancoweek)
29 Paul & Shark — Raddoppia a Milano
(Pambiancoweek)
30 Armani — Il lusso all’assalto dei nuovi
mercati (Pambiancoweek)
11
31 Mittel — Acquisisce Pepper e Moncler
(Pambiancoweek)
31 Fingen — Vende le licenze di CK a
Warnaco (Pambiancoweek)
20
32 Prada Usa — Darrow lascia l’incarico di
Ceo (Fashionmagazine.it)
32 Moda — Questo è il valzer delle pierre
(Panorama)
32 Robert Singer — E’ il nuovo AD di Barilla
(Pambiancoweek)
23
33 Samsonite — Farà le valige per Lacoste
(Fashionmagazine.it)
33 Ratti — Rafforza il sodalizio con Chantal
Thomass (Pambiancoweek)
34 Cà Da Mosto (Seventy) — Sergio Tegon
presenta una realtà di successo (Pambiancoweek)
38 North Sails — Collezione dal “Sapore di
Mare” (Pambiancoweek)
39 Trussardi — La griffe del levriero lancia Tru
Trussardi (Pambiancoweek)
43 Sealup — L’impermeabile italiano dal 1935
(Pambiancoweek)
31
32
45 CK — Eventi speciali a Pitti Uomo
(Pambiancoweek)
24 Kiton — Ciro Paone
parla del futuro dell’Azienda
(Pambiancoweek)
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N. 1/2 - 11 Gennaio 2006
PITTI UOMO
APRE IL
NUOVO
ANNO
DELLA MODA
CA’ DA
MOSTO
CRESCE E
GUARDA
ALL’ESTERO
KITON, UN
SUCCESSO
TUTTO
MADE IN
ITALY
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(Pambiancoweek)
46 Corneliani — Presenta exclusive lounge
(Pambiancoweek)
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2006
Parte da Pitti
l’anno della ripresa
46 Testimonial — Edoardo costa veste Nautica
In Copertina:
Raffaello Napoleone e
Gaetano Marzotto,
Sergio Tegon
e Ciro Paone.
Registrazione Tribunale di Milano n. 344 del 2/05/2005. Proprietario ed Editore Pambianco
Strategie di Impresa S.r.l., Corso Matteotti n. 11, Milano. Direttore Responsabile Carlo Pambianco.
Direttore Editoriale David Pambianco. Responsabile della redazione Chiara Dainese. Responsabile
del trattamento dei dati personali (D. Lgs. 196/2003) Gianluigi Tufo. Tipografia DEAPRINTING,
Novara.
Per contattarci: telefono 02-76388686, e-mail [email protected]
Diffusione media settimanale di 7.300 COPIE inviate ai migliori 4.000
Retailers italiani e a 3.300 Imprenditori, Manager e Opinion Leader
del settore Moda & Lusso.
EDITORIALE
LE SFIDE DEL MADE IN ITALY
Il 2005 appena concluso è stato il primo
anno in cui i segnali di ripresa si sono
manifestati con solidità, specie nel secondo
semestre.
Per le Aziende italiane il miglioramento è
dovuto principalmente alla crescita delle
vendite sui mercati
internazionali piuttosto che alla ripresa
della domanda interna, che ancora tarda a venire.
Le aspettative per il 2006 sono però, per la prima
volta, positive.
Guardandoci indietro possiamo dire che nel quadriennio 2001-2005 appena trascorso, le Aziende
della Moda e del Lusso sono state attraversate da
profonde trasformazioni in risposta al forte aumento della competitività portata dalla globalizzazione.
Vi è stata una fortissima ricerca di efficienza, cui
veniva dedicata invece scarsa attenzione in precedenza, una maggiore formalizzazione dei ruoli e
delle funzioni, dettata anche dall’aumento della
complessità di gestione delle diverse aree di business, e infine, una notevole “managerializzazione“
delle Aziende, con l’inserimento crescente di risorse
provenienti anche da altri settori, il largo consumo
in primis.
Da questa fase di profonda trasformazione sta oggi
emergendo un gruppo di Aziende realmente attrezzate per competere a livello internazionale nei prossimi anni.
Sono i 30 Best Performer emersi dalla ricerca PAMBIANCO su “Le strategie e i fattori vincenti dei Protagonisti di domani” presentata al
Convegno PAMBIANCO – BANCA INTESA dello
scorso novembre e pubblicata sul numero 28/I di
Pambiancoweek.
Aziende, con tassi di crescita e redditività nettamente superiori alla media e che costituiscono la punta
di diamante di un gruppo più ampio di “nuove
Aziende del Made in Italy”, che si stanno affermando nel contesto competitivo.
Sono realtà fortemente orientate al mercato, hanno
sistemi aziendali solidi, veloci e flessibili. Investono
in maniera consistente nella ricerca di prodotto e
conoscono molto bene le esigenze del loro target di
riferimento. Perseguono una forte politica di marca
(l’80% dei Best Performer ha un solo marchio) e
investono in maniera consistente in comunicazione. Affrontano lo sviluppo internazionale mercato
per mercato, con forti investimenti e tendono a
creare strutture di vendita strettamente integrate
con le politiche dell’Azienda.
La sfida del Made in Italy sarà proprio quella di
“seguire” le strategie di queste Aziende e di creare
un nuovo modello di successo del Sistema Moda
Italiano, in cui la centralità non sia più solo la creatività e l’artigianalità dei prodotti, ma anche la forza
dei Brand, delle strutture aziendali e della rete di
distribuzione.
Infine non va dimenticata la sfida del Tessile, vera
e propria spina dorsale della Moda Italiana che, in
questi ultimi 4 anni, ha subito una concorrenza
ancora più aspra e spesso al di fuori di qualsiasi
regola.
Qui l’imperativo sarà la continua innovazione, nel prodotto ed in tutte le aree chiave dell’Azienda, specialmente quelle più vicine ai clienti.
Importantissimo per il settore sarà anche lo sviluppo della fiera Tessile Unica che quest’anno, dopo
l’adesione di PratoExpo, è chiamata all’impegnativo
compito di affermarsi al livello internazionale come
vero antagonista di Première Vision.
David Pambianco
[email protected]
3
IN PRIMO PIANO
PITTI IMMAGINE UOMO - PARLA RAFFAELLO NAPOLEONE
L’Uomo italiano passa da Pitti
Le imprese italiane del
tessile-abbigliamento
sono impegnate a cercare
di interpretare una fase
congiunturale contraddittoria e aggravata dalla
liberalizzazione definitiva delle importazioni
nel settore. Quali sono
secondo voi i motivi delle
difficoltà?
Non credo che le difficoltà attuali possano essere
interpretate in chiave
congiunturale. Il 2005 è il
RAFFAELLO NAPOLEONE
quarto anno consecutivo
di calo del fatturato per
l’industria della moda italiana. In questi quattro anni la
moda si è sganciata dall’onda ciclica della congiuntura
del resto dell’industria manifatturiera, che ha toccato
il punto di minimo nel 2002-2003, per poi godere di
una qualche ripresa sia nel 2004 che, soprattutto, nel
2005 grazie al risveglio dell’export. Le spiegazioni delle
difficoltà delle imprese della moda italiana si trovano
quindi su un altro piano, quello dei cambiamenti strutturali del mercato. Qui credo sia necessaria una riflessione che superi la dimensione settoriale: è il settore in
difficoltà o lo sono alcune, in realtà
molte, delle sue imprese? Mi spiego
meglio. I segni di importanti cambiamenti nel modo di consumare e produrre moda sono diventati evidenti
alla fine degli anni ’90, quando l’asse
dei fattori di successo si è spostata a
favore del controllo delle reti distributive, dell’estensione internazionale
dei mercati, dell’integrazione tra
manifattura e servizi, scompaginando
le tradizionali segmentazioni del mercato. Le imprese della moda italiana
hanno dovuto imparare a prendere
le misure di questi cambiamenti che
hanno, in molti casi, trasformato in
punti di debolezza alcuni dei tradizionali punti di forza del Made in
Italy: penso alla frammentazione produttiva, all’accento sulle competenze
materiali e artigianali, alla cronica
PAL ZILERI
difficoltà di muoversi agilmente sui grandi mercati
mondiali, primo fra tutti quello americano, per inciso
tra i più dinamici negli ultimi anni. E proprio qui sta il
punto, in questa fase di cambiamento le imprese italiane si sono mosse a diverse velocità. Da un lato quelle
che anche in una recente ricerca abbiamo chiamato i
Campioni del Made in Italy si sono mosse rapidamente
concentrandosi sui segmenti di mercato emergenti,
combinando in modo nuovo competenze produttive,
commerciali, di progettazione e di comunicazione,
adottando modelli organizzativi adeguati ai nuovi mercati. Queste imprese certo non sfuggono alle difficoltà
congiunturali e del quadro macroeconomico (il superEuro è stato un peso per tutti, la rapidità dell’esplosione dell’export cinese ha intasato per tutti i mercati), ma
anche negli ultimi quattro anni sono cresciute e hanno
fatto utili. Altre sono invece rimaste indietro, hanno
continuato a produrre e vendere come facevano negli
anni ’80 o ’90, perdendo quote di mercato, riducendo
i ricavi, in molti e importanti casi uscendo definitivamente dal mercato. E’ in questo ritardo, che purtroppo
coinvolge una parte non minore delle imprese, che si
trova buona parte della spiegazione dei quattro anni di
calo di fatturato del settore.
In quale scenario si apre a Firenze la 69esima edizione di Pitti Immagine Uomo – anteprima mondiale delle collezioni di abbigliamento e accessori
per l’autunno-inverno 20072008 – che registra da anni un
costante successo di espositori
e visitatori?
Lo scenario generale è indubbiamente più confortante di quello
che si prefigurava un anno fa.
Soprattutto se, come noi siamo
abituati a fare, assumiamo una
prospettiva internazionale. Sul
piano macroeconomico, malgrado le preoccupazioni derivanti
dall’elevato prezzo delle materie
prime, un fattore con cui le
economie occidentali dovranno
convivere per lungo tempo, la
crescita sembra essersi consolidata su un orizzonte almeno
biennale. Cominciano inoltre
a sentirsi gli effetti benefici dell’inversione della tendenza al
4
PRIMO PIANO
superEuro sulle esportazioni italiane. La parte più consistente dello
shock della liberalizzazione degli
scambi internazionali, inclusa la
non brillante gestione da parte
dell’Europa delle clausole di salvaguardia verso la Cina, è inoltre
alle spalle e tra il 2006 e il 2008
si potrà contare, da questo punto
di vista, su un assetto dei mercati
se non altro più stabile. Ciò su
cui, invece, non si potrà contare è
una solida ripresa dei consumi in
Italia e in Germania. Ne deriverà
una maggiore importanza per le
imprese italiane della moda dei
mercati esteri ed extra europei in
particolare. Le politiche di promozione del Made in Italy sui mercati
FACIS
esteri saranno quindi un fattore
chiave, ma non è una novità, nel rendere più o meno
roseo lo scenario per il prossimo biennio.
Come devono cambiare le fiere per venire incontro
alle esigenze del settore?
Posso solo parlare di ciò che facciamo noi. Pitti cerca di
adottare strategie di promozione adeguate alle richieste
del mercato. In modo differenziato e con ruoli diversi a
seconda dell’occasione e del luogo dove siamo coinvolti.
A Firenze con Pitti Uomo, Bimbo, Filati, a Milano con
i progetti sulla Donna, sul Pitti Living: in ciascuna di
queste occasioni Pitti
Immagine si pone al
servizio di un sistema
di cui è parte attiva e
integrante. Nel concreto possiamo individuare quattro macroaree
di intervento: agire in
termini di progetto,
segmentazione e atteggiamento curatoriale,
selezione attenta e continua innovazione del
prodotto e del modo
di esporre, dialogo tra
linguaggi: moda, archiGAS
tettura, design, arte,
comunicazione e marketing
marketing.
Come vede Pitti Immagine il quadro congiunturale?
E’ ottimista per il futuro del settore?
Sulla congiuntura c’e’ poco da dire, gli ultimi dati disponibili relativi a settembre-ottobre 2005 sono ancora
negativi, se si fa eccezione per le esportazioni e il fat-
turato estero che con un po’ di
fatica hanno svoltato verso il segno
positivo. Soprattutto nel vestiario,
meno nel tessile. Per il futuro vale
quanto detto più sopra, le condizioni macroeconomiche sono oggi
favorevoli, le imprese che hanno
per tempo saputo adeguarsi ai
cambiamenti del mercato saranno
in grado di trarne vantaggio. Una
spinta all’ottimismo, che rientra
nella categoria dell’ottimismo
della volontà, viene dal fatto che,
anche grazie al successo di quelle
imprese che chiamiamo i campioni del Made in Italy, oggi c’e’
maggiore consapevolezza delle
opportunità a disposizione delle
imprese e della direzione da intraprendere, per le imprese che sono
state meno pronte a reagire ai cambiamenti.
Quali sono i punti di forza di Pitti Immagine Uomo?
Quelli di sempre: anteprima (che vuol dire ricerca,
selezione e scouting continuo del mercato), un’attenta
segmentazione della proposta espositiva sui tre grandi
filoni del classico, dell’informale e dell’avanguardia e sui
loro sotto-segmenti, servizio accurato agli operatori e
sensibilità alla comunicazione e alla cultura che ormai
sono parte integrante del prodotto di moda. In una
parola: “qualità”, un insieme di fattori che viene modulato in forme sempre
diverse che noi cerchiamo di anticipare piuttosto che seguire.
Che spazio occupa
il settore del lusso
all’interno di Pitti
Immagine?
Dipende da quale
definizione se ne dà:
una moda di qualità
ha sempre a che fare
con il lusso. E le nostre
fiere hanno tutte a che
fare con aziende di
qualità, grandi e piccole, conosciute o meno,
industriali o artigianali. Oggi poi il lusso si è diversificato, non è più uniformato a fisionomie di stile definite e
statiche come una volta. Anche del lusso bisogna cogliere la continua evoluzione in termini di idee oltre che
di prodotti. Se comunque si segue una definizione tradizionale, tutti i grandi marchi del lusso maschile sono
5
PRIMO PIANO
rappresentati in
una fiera come Pitti
Immagine Uomo.
Quali cambiamenti avete rilevato tra
le aziende espositrici in termini di
approccio, prodotti, comunicazione…?
Una sempre più
accentuata attenzione alle emozioni
che i prodotti devono suscitare in chi
le vede e quindi
CORNELIANI
anche nel consumatore finale. Il consumatore è un riferimento ideale
costante di fiere come le nostre che sono rivolte agli
operatori del settore.
Quindi anche attenzione alla storia e all’identità dell’azienda e del prodotto, cioè alla cultura e alla comunicazione che deve trasmetterla. Questo un tempo era
proprio solo di grandi aziende ben strutturate e oggi è
invece un’esigenza sentita da tutti. E poi naturalmente
ricerca stilistica, che in un mercato un po’ imballato
come l’attuale, rimane sempre la carta vincente.
Che cosa si aspetta da questa edizione di Pitti
Immagine?
Se dicessi una conferma dei risultati delle edizioni precedenti potrebbe
sembrare che mi
accontenti di poco.
Invece no, perché
da molte stagioni
e nonostante una
lunga situazione
economica d’incertezza per la moda, le
edizioni precedenti
sono state in crescita, sia in numeri che
in qualità. In particolare, mi aspetto
una crescita dei
mercati emergenti
CANALI
ma, visto che si
affacciano dei segnali di ripresa nell’area europea, spero
si esprima una certa energia anche da questi mercati
così importanti per il nostro export. E poi, con un rapporto euro-dollaro più equilibrato, anche sul mercato
americano ci sono buone possibilità di tornare a esprimerci con maggior forza.
Quali sono i
programmi di
espansione di Pitti
Immagine sia in
Italia che all’estero?
In Italia si approfondiscono sempre
più i nostri rapporti
con Milano. Dal
2006 gestiremo
direttamente la
rete di manifestazioni di moda femminile costituita da
White, neoZone e
Cloudnine, che si
innestano sulla settimana delle sfilate e che, per il loro
carattere più creativo, richiedono una presentazione più
ritardata.
Ma ci interessano anche le manifestazioni rivolte ad
aziende e collezioni che necessitano invece di una
presentazione più programmata e che sono quindi
più anticipate nel tempo. Su Firenze è in atto da qualche anno un’estensione delle nostre attività. Le nostre
fiere si aprono sempre più alla città – ne sono esempi
Rooms e, ancor più di recente, Welcome – e intensificano il loro ruolo di luogo progettuale oltre che espositivo nella moda ma anche in campi che riguardano
forme della moda come il benessere e il corpo – è il
caso di Fragranze
– o settori come
l’eno-gastronomia
– mi riferisco alle
presentazioni delle
Guide dei Vini dell’Espresso o a nuove
manifestazioni di
impianto originale
come Taste.
In viaggio con le
diversità del gusto,
ideata da Davide
Paolini, che partirà
il prossimo marzo.
All’estero continueremo la nostra attività di supporto alle esigenze delle aziende italiane. Non
solo sui mercati come la Cina o l’India, ma anche sui
mercati tradizionali che rimangono importantissimi per
volumi di vendita e perché stimolano maggiormente la
ricerca sulle frontiere più avanzate dello stile del vestire
e del vvivere. (Pambiancoweek)
6
PAMBIANCO TOP 100
ANALISI PAMBIANCO SUI BILANCI DEI TOP 100 GRUPPI MONDIALI DELLA MODA
I Gruppi del Made in Italy
nel gotha della moda mondiale
Benetton, Prada e Armani.
Nessuno aveva mai analizzato prima d’ora i bilanci
dei Gruppi Mondiali della Moda, “mettendoli in fila” Ma se dal punto di vista della dimensione siamo
posizionati discretamente,
sulla base dei principali
Carlo Pambianco: “La grandezza molto più brillanti sono i risulparametri di valutazione della performance di
non elevata dei nostri gruppi tati in termini di EBITDA, con 3
italiani tra i primi 6 nel mondo.
un’Azienda. Ci ha pennon ha influenzato la redditività” Dolce & Gabbana si piazza
sato Pambianco che ha
infatti seconda a livello mondiaeffettuato uno studio sui
le con il 29,8% e segue, seppur da lontano, l’inarriBilanci 2003 e 2004
vabile Coach (39,8%!).
dei TOP 100 Gruppi
Subito dietro i due
Mondiali della Moda (di
stilisti, al 4° posto, trocui 25 italiani).
viamo Only the Brave
Diciamo subito che gli
(Diesel) con il 26,5%
italiani non se la cavae dietro ancora, semno affatto male. Nel
pre nelle posizioni
ranking per fatturato il
primo Gruppo del Made di testa, Geox 6° con
il 25,7%. Nei primi
in Italy è Luxottica, che
20 troviamo altri 2
si piazza al 14° posto,
italiani con il 21% di
seguito da Gucci, al 16°.
Ebitda praticamente a
Dal 23° al 34° posto
pari merito: Tods 18°
altri 4 Gruppi Italiani,
ANDREA GUERRA
e Bulgari 19°.
nell’ordine Marzotto,
RENZO ROSSO
I TOP 100 GRUPPI MONDIALI
DELLA MODA
Totale
Gruppi
Gruppi
Italiani
Gruppi
Esteri
N° Gruppi
100
25
75
Fatturato
2003
(mln di €)
158.097
22.370
135.726
Fatturato
2004
(mln di €)
167.369
23.864
143.505
Crescita 2004
su 2003
%
+5,9
Ebitda
2004
%
15,2
Grandezza
media 2004
(mln di €)
1.674
+6,7
13,9
954
+5,7
15,5
1.913
Fonte: Pambianco Strategie di Impresa
RANKING PER FATTURATO DEI TOP
10 ITALIANI
AZIENDA
FATT.
2004
RANK
MONDIALE
Luxottica
3.255
14°
Gucci Group
2.750
16°
Marzotto
1.849
23°
Benetton
1.686
25°
Prada
1.460
28°
Armani
1.299
34°
Max Mara
1.049
42°
Only the Brave (Diesel)
1.004
45°
Safilo
940
49°
Miroglio
907
50°
TOTALE
16.200
Fonte: Pambianco Strategie di Impresa
34
7
PAMBIANCO - TOP 100
TOP 100 per FATTURATO
PAESE
RN
AZIENDA
FATT. 2004
PAESE
RN
AZIENDA
FATT. 2004
F
1
Lvmh
12.623
JAP
51
Renown D’Urban
901
USA
2
Gap Inc
12.377
E
52
Mango
832
USA
3
Nike
11.127
I
53
Bulgari
828
USA
4
Limited Brands (Victoria’s Secrets)
7.158
I
54
Stefanel
814
D
5
Adidas-Salomon
6.478
USA
55
Chicos Fas
812
S
6
H&M
6.017
USA
56
Columbia Sportswear
804
Wolverine World Wide
728
E
7
Zara (Inditex)
5.670
USA
57
USA
8
Vf Corporation
4.445
I
58
It Holding
710
Fossil
705
UK
9
Next
4.086
USA
59
CH
10
Richemont
3.717
USA
60
Samsonite
693
USA
11
Jones Apparel Group
3.414
JAP
61
Sanei-Int.
689
USA
12
Liz Claiborne
3.401
I
62
Dolce & Gabbana
686
USA
13
Levi Strauss & Co.
3.258
USA
63
Skechers
676
I
14
Luxottica
3.255
UK
64
Mothercare
659
USA
15
Reebok International
2.779
JAP
65
Nishimatsuya Chain
641
I
16
Gucci Group
2.750
USA
66
Urban Outfitters
635
CH
17
Swatch
2.582
I
67
Zegna Holditalia
634
USA
18
Polo Ralph Lauren
2.550
D
68
Escada
625
HK
19
Esprit
2.193
UK
69
Alexon Group
607
F
20
Vivarte
1.990
JAP
70
Takihyo (Ann Klein)
582
JAP
21
Onward kashiyama
1.959
UK
71
Monsoon
536
USA
22
Kellwood Co
1.945
USA
72
Guess?
535
I
23
Marzotto
1.849
I
73
Ferragamo
530
USA
24
Tiffany
1.691
I
74
De Rigo
514
Too
514
I
25
Benetton
1.686
USA
75
USA
26
Abercrombie & Fitch
1.538
JAP
76
Cross Plus
514
D
27
Puma
1.530
USA
77
Perry Ellis Int.
504
I
28
Prada
1.460
DK
78
Ecco
456
USA
29
American Eagle Outfitters
1.431
UK
79
Pentland
454
USA
30
Coach
1.413
USA
80
Hartmarx
441
USA
31
Ann Taylor
1.410
I
81
Sixty
437
UK
32
Clarcks
1.377
USA
82
Oakley
430
F
33
Hermes
1.332
UK
83
Blacks Leisure Group
428
I
34
Armani
1.299
USA
84
Bebe Stores
421
USA
35
Phillips-Van Heusen (Calvin Klein)
1.249
I
85
Tod’s
421
D
36
Hugo Boss (Marzotto)
1.168
USA
86
Stride Rite
420
JAP
37
Wacoal
1.158
I
87
Mariella Burani
412
JAP
38
Gunze
1.155
JAP
88
Tokyo Style
407
USA
39
Timberland
1.102
I
89
Calzedonia
400
USA
40
Oxford Industries
1.064
USA
90
Haggar
393
JAP
41
Asics
1.055
UK
91
French Connection Group
383
I
42
Max Mara
1.049
D
92
Gerry Weber Int.
349
USA
43
Warnaco Group
1.046
USA
93
Kenneth Cole Produc.
348
UK
44
Burberry
1.041
I
94
Fingen (Eurocormar)
342
I
45
Only the Brave (Diesel)
1.004
I
95
Geox
340
USA
46
Quiksilver
995
USA
96
Movado
321
JAP
47
Sanyo Shokai
975
D
97
Ahlers
320
USA
48
Russell
953
I
98
Versace
320
I
49
Safilo
940
USA
99
Oshkosh B’gosh
293
I
50
Miroglio
907
I
100
Loro Piana
276
Anche nella classifica della crescita
dal 2003 al 2004,
la presenza degli
italiani è massiccia, con 3 Aziende,
tutte venete, nelle
prime 10. Geox,
guidata da Mario
Moretti Polegato è
3° sul podio, con un
+33,9%. In ottima
posizione anche
Only the Brave
(Diesel), al 7° posto
con un +27,4% e
Stefanel, 9°, con un
+25,8%. Più indietro, ma sempre nei
primi 20, troviamo
di nuovo Dolce &
Gabbana, 15°, con
+18,6%, Mariella
Burani 16° con
+17,8% e Luxottica,
20° con + 14.1%.
Andando a curiosare
nella lista delle Top
10 per dimensione, dominata dagli
stranieri, troviamo
al primo posto assoluto nel mondo, il
gruppo LVMH, con
un fatturato di €
12,632 miliardi (una
parte significativa è
composta dalla divisione Wines&Spirits).
L’Azienda di
Monsieur Arnault è
davanti al trio americano formato da
Gap, Nike e Limited
brands (Victoria’s
Secret il brand più
importante). Poi ci
sono i tedeschi di
Adidas e gli svedesi
di H&M, tallonati da
Zara (Inditex).
«La grandezza non
Fonte: Pambianco Strategie
di Impresa
34
30
8
PAMBIANCO - TOP 100
RANKING PER INCREMENTO %
DEI TOP 10 ITALIANI
RANKING PER EBITDA %
DEI TOP 10 ITALIANI
AZIENDA
INC. %
2004
1
Dolce & Gabbana
29,8
2°
7°
2
Only the Brave (Diesel)
26,5
4°
25,8
9°
3
Geox
25,7
6°
Dolce & Gabbana
18,6
15°
4
Tod’s
21,0
18°
Mariella Burani
17,8
16°
5
Bulgari
21,0
19°
Armani
18,3
23°
AZIENDA
INC. %
2004
RANK
MONDIALE
1
Geox
33,9
3°
2
Only the Brave (Diesel)
27,4
3
Stefanel
4
5
RANK
MONDIALE
6
Luxottica
14,1
20°
6
7
Tod’s
13,3
22°
7
Benetton
17,3
25°
8
Calzedonia
10,6
30°
8
Max Mara
16,7
29°
9
loro Piana
9,4
34°
9
Miroglio
16,3
31°
10
Bulgari
9,0
35°
10
Luxottica
15,8
34°
TOTALE
16,7
TOTALE
19,1
Fonte: Pambianco Strategie di Impresa
Fonte: Pambianco Strategie di Impresa
elevata dei nostri Gruppi - osserva Carlo Pambianco - non ha influenzato la
redditività. I dati confermano il principio per cui una dimensione di 500-1000
milioni è più che sufficiente per realizzare economie di scala e utili importanti».
E infatti la dimensione media dei
nostri Gruppi e di poco inferiore ad un miliardo di euro (954
milioni) rispetto alla media mondiale che è più del doppio, 1.914 milioni di euro. In termini di crescita i risultati sono simili: +5,7% i 25 gruppi italiani e +6,1% i gruppi mondiali
Infine l’EBITDA, quello degli italiani e leggermente inferiore, 13,9%, al quello
del resto del mondo, pari a 15,5%.
Dalla ricerca emerge come i Gruppi italiani, pur notevolmente più piccoli della
media dei Gruppi mondiali (la metà) hanno saputo ritagliarsi posizioni di rilievo nel panorama competitivo internazionale.
S. GABBANA E D. DOLCE
La sfida che li attende comunque nel prossimo futuro è legata alla dimensione
che deve crescere, soprattutto attraverso un ulteriore sviluppo della loro presenza nei mercati internazionali,
in cui dovranno operare si come brand italiani e quindi portatori dei valori unici propri del nostro paese, ma
anche sapersi muovere, soprattutto in termini distribuivi e di prodotto, come dei veri e propri players locali.
Lo studio integrale è disponibile a pagamento. Per ulteriori informazioni telefonare allo 02/76388600 o scrivere a [email protected]
NOTA METODOLOGICA
Sono stati considerati i Gruppi che hanno un fatturato superiore ai 250 milioni di €.
Alcuni Marchi noti non appaiono nella lista dei Top 100 perché sono stati acquisiti da altri Gruppi. Es. Nautica, Vans, Lee, Wrangler sono sotto il cappello
di Vf Corp, le catene Banana Republic e Old Navy sono possedute da Gap e Cartier è posseduta da Richemont.
Il bilancio Gucci Group del 2004 è di 14 mesi (1 nov. 2003 - 31 dic. 2004). Nella presente analisi sono stati inseriti 12 quattordicesimi. Gucci Group, pur
essendo di proprietà francese, è stato inserito tra gli Italiani.
Chanel, uno dei Gruppi Mondiali più conosciuti, non è stato inserito nei Top 100 in quanto non è disponibile il Bilancio Consolidato.
Il bilancio del Gruppo Marzotto comprende anche il bilancio di Hugo Boss nonostante questo sia stato incluso tra i 75 Gruppi Esteri
Rolex non è stato inserito in quanto è disponibile il solo dato di fatturato.
Il Gruppo Sara Lee non è stato considerato tra i Gruppi Mondiali della Moda in quanto il suo fatturato prevalente viene realizzato in altri settori.
I valori delle tabelle sono in milioni di euro.
9
ITALIA
Mister Diesel va nel lusso
Rosso ha deciso di cimentarsi
anche con l’alta moda sotto l’insegna della maison parigina Martin
Margiela. L’ha rilevata nel 2002, ma
solo di recente l’ha piazzata sulla
rampa di lancio per competere
con i grandi nomi delle passerelle.
A colpi di giacche rifinite a mano,
abiti da sera e scarpe artigianali, proposti in una serie di negozi
nelle zone più eleganti delle capitali
RENZO ROSSO
internazionali. «Abbiamo aperto tre
boutique Margiela in Giappone, due a Parigi, una a Taiwan e
Londra e a metà dicembre siamo arrivati a New York. Ma per
il 2006 ho in programma altre inaugurazioni tra cui spero di
includere Milano annuncia Rosso. Certo che dai jeans allo
chiffon il salto è notevole. Come lo motiva? «Sono sempre
stato un pioniere, mi piace creare cose nuove, ma non c’è un
cambiamento di rotta, semmai un raddoppio. Perché ho due
Masotti (La Perla): vado
avanti con mia figfia
strategie. Con la Diesel, che con oltre 900 milioni di euro di
fatturato resta la locomotiva del gruppo, continuo nel casual,
anche se a un livello più alto, con tanto di sfilate e negozi
sempre più selezionati. In aggiunta ho inserito nel gruppo piccole aziende e marchi del lusso da far crescere. Come la Staff
International, che produce DSquared2 nel casual di altissimo
standard, e la Martin Margiela per il prêt-à-porter. Gli affari
vanno veloci. In due anni sono passato da 30 a poco meno di
100 milioni di euro di fatturato». Ma come, tutti cercano fabbriche all’estero e lei torna a casa? Per il lusso il made in ltaly
è insostituibile, il problema è che stanno scomparendo le
imprese artigianali. Nei paesi emergenti come la Cina, l’India
o il Nord Africa, faccio produrre solo gli articoli di primo prezzo, che si tratti di T-shirt o jeans, ma l’Asia oggi mi interessa
molto come mercato di sbocco. A fine novembre ho aperto
due negozi Diesel a Shanghai e Pechino, ma solo per la Cina
ho un piano di 14 aperture nei prossimi tre anni. E progetto
a breve una filiale Diesel anche in Russia e in India. (Panorama
(
del 23/12/05. Estratto a cura di Pambiancoweek)
Pambiancoweek
Molti gruppi di private equity hanno
provato a fargli la
corte negli ultimi
anni. E, anche oggi,
malgrado la crisi
del settore tessile,
viene periodicamente contattato.
Ma questa volta,
a differenza del
passato, da fondi
di turnaround, attivi nella ristrutturazione delle aziende.
Ma Alberto Masotti, azionista del gruppo di lingerie La Perla di
Bologna, ha deciso di non cedere, almeno per ora, alle lusinghe del
private equity.
«Fino ad oggi ho ritenuto di non fare questo passo, spiega Masotti.
I fondi mi hanno contattato spesso, ma io e mia figlia siamo decisi
a continuare nella gestione, puntando sulla crescita del marchio
primario La Perla nella lingerie e costumi». «La politica della famiglia
azionista, continua Masotti, è stata quella di non distribuire gli utili
negli ultimi anni per investirli nella crescita delta società. Certo la crisi
del tessile è stata dura.
Ci stiamo difendendo eliminando i prodotti senza contenuto creativo a puntando soltanto sull’alta gamma». Secondo il bilancio 2004,
la società ha archiviato un fatturato per circa 167 milioni di euro, con
perdite per 27,7 milioni. Il 2005 dovrebbe essere tuttavia migliore in
un contesto internazionale per il settore tessile sempre molto negativo. (Carlo Festa, Il Sole 24 Ore del 30/12/05. Estratto a cura di Pambiancoweek
Banche d’affari in
movimento su Csp
International
I
l produttore di calze Csp International nelle
mire dei fondi distressed. Ormai da qualche settimana circolano indiscrezioni su un
possibile interesse di fondi di turnaround per il
gruppo italiano noto per i marchi Oroblu, San
Pellegrino, Lepel e Le Bourget. A lavorare sul
dossier sarebbero alcune banche d’affari internazionali: in particolare, vengono indicati i nomi
di Goldman Sachs e Deutsche Bank. La società, come un po’ tutto il settore tessile, non sta
vivendo un buon momento. Il fatturato è stato
fortemente influenzato dalla recessione dei consumi nelle calze e nei collant. Nella prima metà
dell’anno il risultato prima delle imposte di Csp
International è stato negativo per 6 milioni di
euro, contro un utile di 1,1 milioni registrato nel
primo semestre 2004. E le prospettive non sono
rosee, malgrado i miglioramenti nel terzo trimestre dell’anno. Così una delle ancore di salvezza
è rappresentata dai fondi di turnaround. Del
resto, nel settore dell’intimo esiste già un recente
precedente: il fondo americano Sun Capital
Partners ha infatti acquistato la divisione abbigliamento intimo di marca europea di Sara Lee
Corporation con i marchi Playtex e Wonderbra.
(Ettore Livini, La Repubblica del 27/12/05. Estratto a cura
di Pambiancoweek)
10
ITALIA
Miro Radici pronto a investire 33 mln per Volare
Miro Radici Textile & Energy, società specializzata nel settore
tessile ed energetico, appartenente al Miro Radici Group, ha
presentato la propria offerta per l’acquisto di Volare Group,
il vettore messo in vendita dal commissario straordinario
Carlo Rinaldini. Il piano industriale prevede investimenti
complessivi per 33 milioni di euro nell’arco di 12/18 mesi.
Per quel che concerne le risorse umane, il piano industriale
prevede il mantenimento dei livelli occupazionali attuali
(oltre 200 addetti), l’integrale riassorbimento dei cassaintegrati nei prossimi 18 mesi, e l’ingresso di nuove risorse fino al
raggiungimento di una forza lavoro complessiva a regime di
726 addetti. Sul fronte degli asset industriali invece, il piano
industriale si articola, tra l’altro, sul potenziamento dei 12 slot
di Milano-Linate sulle direttrici verso il Sud Italia e su due
destinazioni europee (Barcellona e Parigi Orly). (Il Sole 24 Ore
del 29/12/05. Estratto a cura di Pambiancoweek)
Tessile e calzaturiero
il polo malato di
delocalizzazione
Crescono i piccoli
Benetton del Sud
Insieme con quello della meccanica, e degli elettrodomestici in
particolare, i settori del tessile-abbigliamento e delle calzature
sono l’altro grande polo aggredito da anni dal fenomeno della
delocalizzazione. Il modello industriale dell’abbigliamento è
sempre stato orientato all’utilizzo di terzi, specie per le lavorazioni
a più alto contenuto di manodopera. «Delocalizzare è una necessità per tutti i prodotti che non reggono i costi», spiega Mario
Boselli, industriale del settore e presidente della Camera della
moda italiana. «Un filo per l’ordito delle tende con determinate
caratteristiche, per esempio, è uguale indipendentemente da
dove lo si fabbrica: è una commodity. O ci si adatta ai prezzi
correnti o si è tagliati fuori». «I tessuti italiani sono i migliori del
mondo, afferma Boselli, e vengono esportati temporaneamente
per essere confezionati altrove. Ma oggi questo meccanismo sta
cambiando. Nella ricerca esasperata di profitto, ora si tende a
fare in Italia solo il prototipo e a spostare tutto il resto all’estero.
Anche la realizzazione del tessuto, che dunque risulta meno
valido. Il vero rischio è che il tessile italiano perda capacità creativa ed elaborativa, e che così si indebolisca tutta la filiera». Le
scelte industriali di Boselli confermano questa convinzione. «Noi
abbiamo delocalizzato la produzione di filati in Slovacchia, ma i
tessuti li facciamo tutti in Italia». Anche l’industria delle calzature
continua a soffrire. Secondo i dati dell’Anci, l’associazione di categoria, il settore nel 2004 impiegava direttamente circa 100mila
persone: «Negli ultimi sette mesi abbiamo perso un altro 5% di
occupati» riferisce il direttore, Leonardo Soana. Delocalizzare è, al
tempo stesso, una necessità e un fattore di successo. (Il Giornale del
28/12/05. Estratto a cura di Pambiancoweek)
Benetton sembra aver
fatto proseliti. Sono
sempre più numerose
le catene di abbigliamento del Sud Italia
che si ispirano al suo
modello.
Antonio Di Vincenzo,
vicepresidente di
Original Marines
parlando di Benetton
conferma: «È il nostro
CIRO E PASQUALE AMBROSIO
maestro». Sempre
nato nel Napoletano
è il Gruppo Ambrosio, guidato dai fratelli Pasquale
e Ciro Ambrosio, che in pochi anni hanno saputo
costruire una delle catene leader in Italia (100 milioni di euro di fatturato nel 2005) con le insegne Extyn
(la principale), Bloom e Giorgia&Johns. Le nuove
catene della moda che si stanno sviluppando nel
Napoletano, sono spesso fondate da persone che,
arrivate a un certo punto del percorso aziendale, si
dividono per dare vita ad altri marchi, altre catene.
Com’è successo a Original Marines, dove i fratelli
Cimmino, tra i fondatori della Società, si sono separati: Giancarlo è rimasto, Luciano è uscito e ha dato
vita a due nuove Aziende, Yamamay nell’intimo (con
la varesina Garda) e Carpisa nella pelletteria (con i
fratelli Carlino). (CorrierEconomia del 19/12/05. Estratto a
cura di Pambiancoweek)
Calendario delle uscite 2006 di Pambiancoweek
3 gennaio
20 gennaio
3 febbraio
17 febbraio
3 marzo
17 marzo
30 marzo
14 aprile
28 aprile
12 maggio
26 maggio
14 giugno
29 giugno
14 luglio
1 settembre
15 settembre
29 settembre
13 ottobre
27 ottobre
10 novembre
24 novembre
12 dicembre
11
Bilanci della Moda 2004
Studi di Settore
SETTORI ANALIZZATI
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
Abbigliamento Uomo
Abbigliamento Donna
Sportswear
Catene di Abbigliamento
Bambino (Abbigliamento e Calzature)
Calzature
Intimo e Calzetteria
Tessile (Distretti di Biella, Como e Prato e Settore Cotoniero)
Filati
Gioielleria
Mobili e Arredo
Nautica
Quotate Mondiali della Moda
Lusso Mondiale
30 Best Performer Italiani
TOP 100 Gruppi Mondiali della Moda
CONTENUTI DEGLI STUDI
• Analisi aggregata dei Bilanci delle Aziende
(conto economico, stato patrimoniale e indici)
• Top ten per Fatturato, Crescita %, Utile %, Patrimonio
netto su capitale investito %
• Singoli bilanci riclassificati delle Aziende del Campione
Per informazioni sui Campioni delle Aziende analizzate per ciascun settore
e sui costi degli studi visitate la sezione “I Bilanci della Moda” di
www.pambianconews.com, scrivete a [email protected] o
telefonate allo 02.76388600.
Pambianco Strategie di Impresa Srl - Corso Matteotti 11, 20121 - Milano
Telefono: 02.76388600 – Fax: 02.784117 - E-mail: [email protected]
ITALIA
Le lancette dicono che è l’ora di Bulgari
B
ulgari ha confermato nei
giorni scorsi alle banche
d’affari la propria fiducia nel comparto orologeria, in
attesa della diffusione dei dati
sulle vendite, che verranno resi
noti a fine gennaio. In realtà, il
«risveglio» è atteso ormai da 12
mesi ed è stato più volte rimandato nel corso dell’anno, anche
a causa di una nuova strategia
(o di ritardi nella distribuzione,
a seconda delle interpretazioni)
che ha spostato dalla primavera all’autunno il lancio della
nuova linea di orologi, Assioma. Ritardi che hanno contribuito a frenare gli utili del gruppo dei primi nove mesi dell’anno (-12%) e a penalizzare il titolo in Borsa (da gennaio
la crescita è stata solo del 3,56%). La nuova linea ha creato
Cagnoni: sono le
fiere la vetrina dei
nostri distretti
dei problemi di distribuzione per la sua
complessità, ma ha comunque ricevuto una buona accoglienza “sia da parte
dei consumatori che dei rivenditori”, ha
spiegato il direttore finanziario di Bulgari,
Ernesto Greco.
Gli analisti di HSBC reputano improbabile che Bulgari non centri le previsioni sul
2005 (più 10,5% le vendite, più 12% l’ebit
e più 10% l’utile netto) anche perché «le
vendite degli orologi hanno evidentemente iniziato a migliorare». Per quanto
riguarda le previsioni per il 2006 il report
conclude affermando che «non c’è motivo per cui nel 2006
Bulgari non raggiunga lo stesso livello di crescita del 2005.
Crediamo che nel 2006 cresceranno gli utili con l’ebit verso
un più 20 per cento».. ((Finanza&Mercati del 23/12/05. Estratto a cura
di Pambiancoweek)
Leonardo Del Vecchio
nuovo re di Borsa
L
Le fiere possono diventare la vetrina attraverso
cui l’eccellenza prodotta nei distretti industriali
italiani raggiunge tutto il mondo». Non ha dubbi
Lorenzo Cagnoni, il presidente di Rimini Fiera.
Ovvero a sua volta un caso esemplare di made in
Italy, con i suoi 96mila metri quadrati di superficie espositiva che nel 2004 hanno consentito
di generare un giro d’affari di quasi 68 milioni e
mezzo e un margine operativo di 22,45 milioni.
Il fatturato è aumentato del 30% rispetto al 2003
e i margini sono saliti del 48%. Le prospettive
sono decisamente rosee: nel primo trimestre di
quest’anno i ricavi hanno segnato un ulteriore
incremento del 6,6%, con un margine in progresso ancora del 7,5%. «Non lo dico per partigianeria,
ma credo davvero che se le fiere seguiranno la via
della specializzazione, la stessa in cui già si sono
incamminati i distretti, il binomio fiera-distretto
diventerà imprescindibile e potrà aiutare entrambe le realtà a crescere ancora». Fiera Rimini sarà
la seconda fiera italiana, dopo Milano, a quotarsi
in Borsa, nel 2007. «Verso la fine di quell’anno
contiamo di sbarcare sul listino, come previsto
dai nostri programmi dice Cagnoni. Non penso
però che ci seguiranno molti altri enti fieristici.
Sono convinto che ancora oggi prevalga la cautela». (Laura Magna, Monthly del 22/12/05. Estratto a cura di
eonardo Del Vecchio scalza
Silvio Berlusconi dal podio
dei Paperoni di Piazza
Affari. La corsa del titolo Luxottica
e il colpo di forbice alla quota
Fininvest in Mediaset (scesa dal
50% al 34%) hanno rivoluzionato
la testa della classifica 2005 degli
imprenditori più ricchi in Borsa. Il
manager di Agordo, che in portafoglio ha anche quote di Beni Stabili
LEONARDO DEL VECCHIO
e Unicredit, ha visto il suo patrimonio azionario lievitare del 37% a 7,6 miliardi da dicembre 2004,
superando così in un colpo solo i Benetton (più o meno stabili a
6,05 miliardi) e la famiglia del premier. Fininvest, tra Mediolanum,
Mondadori, Mediaset e Capitalia vale oggi sul listino 6,1 miliardi,
due in meno di fine 2004, non solo per la cessione del 16% di
Mediaset ma anche per la performance non brillantissima dei titoli
delle tv (-2% in un anno molto positivo per il listino). Il trio di testa
stacca di diverse lunghezze gli aspiranti Paperoni. L’inseguitore più
vicino, a metà strada tra Del Vecchio & C. e il “gruppone” attestato
tra gli uno e i due miliardi di valore, è la famiglia Drago-Boroli. I
padroni della De Agostini con la quotazione della Toro (che si è
aggiunta alle quote Lottomatica e Capitalia) ha più che raddoppiato
il portafoglio azionario a 3,7 miliardi. Scalano la classifica anche i re
delle scarpe. Mario Moretti Polegato (Geox) che tallona i petrolieri
liguri a 1,7 miliardi, mentre dopo i Caltagirone (cresciuti a 1,67
miliardi) c´è a un’incollatura Diego Della Valle che ha visto i suoi
beni in Borsa aumentare del 56% a 1,61 miliardi. (Ettore Livini, La
Pambiancoweek)
Repubblica del 27/12/05. Estratto a cura di Pambiancoweek)
13
ITALIA
Zegna: al supermercato
del glamour
Gioco a tre
punte per i
distretti
“In Italia abbiamo un numero
importante di brand molto
conosciuti che hanno saputo
crearsi una reputazione importante all’estero. Si tratta di case
che producono beni di alta
gamma e che mirano a una
clientela dal forte potere d’acquisto. Ma il mercato presenta
opportunità che vanno oltre il
solo consumo nella fascia dell’extralusso. Esistono moltissime
aziende, baluardo del made in
Italy, che sanno produrre oggetti
PAOLO ZEGNA
di ottima qualità e manifattura,
che hanno saputo lavorare con creatività e innovazione ma
che, per svariati motivi, non sono ancora riuscite a costruire un
brand. Per fare in modo che possano emergere, può essere di
forte aiuto che i grandi brand del lusso italiano si trasformino
in «biglietto da visita» aiutando, in questo modo, le imprese
meno attrezzate a sbarcare sui mercati emergenti: ne beneficierà tutto il sistema-Paese. L’idea è quella di creare dei «supermercati del made in Italy» agganciati, per esempio, alle iniziative promosse dall’Associazione Altagamma (che raccoglie i
brand italiani più noti in tutti i settori produttivi), in grado di
segnare la strada alle imprese più piccole nello sbarco e nell’insediamento in mercati più difficili come la Cina, l’India, il
Sud America, l’Est Europa e il Medio Oriente. Presentando il
made in Italy come forma di prodotto e in un’atmosfera glamour che invoglia il consumatore.
Una nuova iniziativa sarà presentata al mercato nella primavera del 2006 dall’Anci, l’Associazione dei calzaturieri italiani,
che sta lavorando per creare una catena di negozi multimarca,
con una loro insegna caratterizzante, che rappresenterà il
made in Italy del settore. Aprirà i battenti a Mosca e ospiterà
10 marche ancora non conosciute dal grande pubblico, ma
che producono scarpe di alta qualità, stile e creatività. Quello
che è importante capire è che la dimensione, soprattutto nel
settore della moda e del lusso, è fondamentale.
Presentarsi come un gruppo di aziende in diverse iniziative
di promozione è importantissimo: spesso, infatti, molte realtà
non sono in grado di sviluppare una dimensione commerciale significativa. Un primo passo importante è stato fatto
anche con la fusione delle cinque fiere tessili italiane nell’Expo
Milano Unica.
Altri ne potranno senz’altro nascere, a dispetto delle caratteristiche del settore che, in passato, non è riuscito a creare sufficienti iniziative corali. Oggi il dialogo è invece aperto.” (Economy
ncora una volta hanno battuto tutti
d’anticipo: mentre a Roma si discuteva
sui contenuti della Finanziaria che ne
ridisegneranno l’identità, i distretti industriali
italiani avevano già sul tavolo la propria «carta
dei diritti e dei doveri». Un modello di vero e
proprio contratto,
alla stregua degli
accordi tra società
infragruppo, per
regolare i rapporti
tra chi deciderà
di aderire alla
nuova formula.
Un documento
intorno a cui
stanno lavorando
lgli uffici legali. In
parole semplici,
ITALO CANDONI
la Finanziaria
aprirà le porte a una tassazione aggregata per le
imprese del distretto, anche su base concordataria triennale. Inoltre, la legge fisserà i paletti per
favorire una gestione dei finanziamenti distrettuali: bond, cartolarizzazioni, fondi d’investimento dedicati. Una svolta epocale, la definisce
Italo Candoni, segretario generale del Club dei
Distretti, organizzazione storica che da ottobre
ha deciso di darsi un tono ancor più «nazionale»,
cambiando il nome in Distretti Italiani. «Questa
norma darà una soggettivazione ai distretti che
non era mai stata riconosciuta. E’ senza dubbio
una grande opportunità sia per le piccole imprese che per quelle più grandi». La Finanziaria
prevede una fase di sperimentazione per testare
le novità per la quale Distretti Italiani si sta già
muovendo. «Stiamo analizzando l’applicazione
ai distretti, spiega Giulio Azzaretto (legale che sta
studiando il progetto), del modello di fatturato
consolidato infragruppo previsto dall’ordinamento italiano». In sostanza, il distretto viene considerato come un gruppo societario dove le controllate contribuiscono al consolidato. «Il problema,
spiega Azzaretto, è che occorre introdurre un
contratto tra le diverse imprese che, a differenza
delle situazioni infragruppo, sono qui economie
terze tra loro». ((CorrierEconomia del 21/11/05. Estratto a
del 23/12/05. Estratto a cura di Pambiancoweek)
cura di Pambiancoweek)
Pambiancoweek
A
14
ITALIA
Upim al via con la
ristrutturazione
Polegato: apriremo altri
140 negozi Geox nel 2006
G
Upim srl, Società che controlla 149 punti di
vendita diretti e oltre 200 unità affiliate, ha
un nuovo piano industriale che verte su tre
elementi: investimenti complessivi pari a 95
milioni di euro per ristrutturare buona parte
della rete; accelerazione del ciclo moda con
accorciamento del time-to-market; aumento
consistente delle fonti di approvvigionamento su mercati più competitivi in termini di
costo d’acquisto in rapporto alla qualità dei
manufatti. Il piano di Vittorio Rossetto, nuovo
amministratore delegato, mira al recupero della
redditività entro il 2007 e all’aumento della
resa al mq per il 2008, soprattutto attraverso il
miglioramento delle performance commerciali.
“Gli acquisti extra Ue passeranno dall’attuale
25% al 75%, precisa Rossetto soprattutto in
quei comparti nei quali la produzione italiana non può più offrire prodotti competitivi”.
“Aumenterà la quota del tessile-abbigliamento,
aggiunge Frederic Dauche, direttore commerciale generale, e taglieremo del 20-25% l’assortimento in rapporto alle rotazioni registrate nei
singoli punti di vendita”. Per quanto riguarda il
time-to-market, l’obiettivo è accelerare le tempistiche fino a raggiungere le 2-3 settimane per
modifiche di stile e le 5-6 settimane per l’elaborazione di nuovi stili: “Nove mesi per lanciare
una collezione quando ci sono concorrenti che
riescono a farlo in un lasso di tempo che va
dalle 5 alle 8 settimane, è veramente troppo”,
ha commentato Rossetto. Dopo aver chiuso il
2004 con vendite pari a 495 milioni di euro,
Upim prevede di raggiungere i 560 milioni per
il 2008 e i 600 milioni entro il 2010. (Mark Up
eox pensa al 2006. Nel
prossimo anno il gruppo
di Montebelluna conta di
aprire tra i 100 e 140 nuovi negozi
in tutto il mondo. Mario Moretti
Polegato, che nei giorni scorsi ha
ottenuto la laurea ad honorem in
chimica all’Università Ca’ Foscari di
Venezia, nuota controcorrente in
un mercato che sta soffrendo.
A un anno dallo sbarco in Borsa,
Geox ha sbalordito tutti: per i
numeri del bilancio e per l’andamento del titolo, che à quasi raddoppiato dall’Ipo.
MARIO MORETTI POLEGATO
Io non mi stupisco, nel senso che
mi aspettavo questi risultati, conoscendo le potenzialità dell’azienda. Il 2005, ormai alla fine, si chiuderà
intorno ai 450 milioni di euro di fatturato contro i 341 del 2004. Nel
2002 producevamo 4 milioni di paia di scarpe, oggi siamo a 13 milioni: e non ci fermiamo.
Per far questo però dovete sfondare all’estero: sfida impegnativa anche
perché gli Stati Uniti, il mercato più importante del mondo, vi ha visto
perdere quote quest’anno.
È vero, ma in America siamo ancora nella fase iniziale di studio del
mercato e gli States, dove abbiamo aperto un importante negozio
monomarca in pieno centro a New York, sono un mercato difficile da
penetrare. Puntiamo ad essere leader in ogni Paese e per farlo studiamo i gusti di ciascuna nazione e creiamo un prodotto ad hoc.
Questo significa che la rete di punti Geox aumenterà?
Il numero di negozi Geox continuerà a salire. Sono previste tra le 100
e le 140 aperture il prossimo anno. La maggior parte sarà all’estero,
visto che in Italia siamo ormai ben posizionati a quota 200 negozi e
sono previste solo 40 nuove location. I paesi su cui punteremo saranno Francia, Spagna e Germania. (Il Sole 24 Ore del 21/12/05. Estratto a cura di
del 19/12/05. Estratto a cura di Pambiancoweek)
Pambiancoweek)
Scarpe morbide, vino da Oscar
Wine Spectator, una delle più prestigiose riviste enologiche mondiali, ogni anno pubblica l’elenco dei 100 migliori vini al
mondo e quest’anno al quinto posto c’è proprio l’Oreno 2003 della cantina toscana «Tenuta Sette Ponti». L’Oreno è un
vino prodotto sulle colline nei pressi di Arezzo, nei terreni acquistati negli anni Cinquanta da Alberto Moretti, il padre di
Antonio che oggi guida l’azienda. Antonio Moretti, però, non è un vero imprenditore enologico, visto che è il leader di un
gruppo di Società operanti nel settore del lusso tra cui Arfango (pelletterie), Bonora e Carshoe in società con Patrizio Bertelli,
patron del gruppo Prada. «Visti i risultati del mio vino, sorride Moretti, dovrei dire di essere un produttore enologico con
l’hobby della moda. Invece è il contrario. Del resto non potrebbe essere diversamente visto che quella enologica è un’azienda con un rischio d’impresa davvero elevato. Fare vino è un’attività a cielo aperto, sei in balia del tempo e della natura e
contro certi imprevisti sei davvero impotente. Però è proprio per questo che la sfida mi appassiona ma solo a certe condizioni: produrre qualità e cercare di contenere i costi che ultimamente sono diventati davvero spropositati». (Isidoro Trovato,
Affari&Finanza del 19/12/05. Estratto a cura di Pambiancoweek)
15
ITALIA
Binda, cento anni di attività e Gallo prende le
una nuova struttura societaria misure e fa le
1906-2006, Binda, a cento anni dalla sua fondazione, è cresciuta in termini calze ai francesi
di fatturato, dimensioni, complessità, ha ampliato i suoi orizzonti, ha colto
la sfida della diversificazione e si propone oggi a tutti gli effetti come una
realtà internazionale nel settore dei gioielli e degli orologi. Questi cambiamenti hanno richiesto un’evoluzione della struttura societaria del Gruppo.
In un’ottica di valorizzazione degli asset aziendali, la nuova struttura
societaria, che verrà implementata a partire dal 1 gennaio 2006, prevede
la creazione di una holding, Binda spa, attraverso il conferimento delle attività core a due aziende specializzate per aree di business: Binda Italia srl e
Binda Retail srl. Binda Italia srl sarà responsabile delle attività commerciali
(Italia ed estero). Una divisione interna sarà poi dedicata alla creazione e
sviluppo dei prodotti e alla gestione e coordinamento del marketing corporate. Il portafoglio marchi gestito comprenderà tutti gli attuali brands:
Wyler Vetta, Breil Watches, Breil Jewels, Breil Bags e Tribe by Breil; le licenze D&G Time, D&G Jewels e Trudi Jewels; ed i marchi in distribuzione
Seiko, Lorus, Nike Timing e Vertu. Binda Retail srl avrà la responsabilità
della gestione e dello sviluppo del retail monomarca e delle altre forme di
distribuzione diretta quali gli shop in shop e il franchising sia in Italia che
all’estero. (Pambiancoweek
(
)
Le Bonitas lancia il progetto marchio
L
e Bonitas nasce nel 1989 come azienda licenziataria del marchio
Dolce & Gabbana per la produzione e la distribuzione delle linee
intimo e mare; in pochi anni l’azienda si espande e nel 1994 si
trasforma in S.p.a. acquisendo licenze di altri marchi importanti come
Alessandro Dell’Acqua, Paul Smith, Ungaro e collaborando per alcune
stagioni con Ermanno Scervino, Emilio Pucci e Malo. Attualmente Le
Bonitas è licenziataria per tutto il mondo delle linee underwear e beachwear dei marchi Blumarine, Versace, Versus e Frankie Morello, oltre
ad aver acquisito la licenza europea di Puma per le linee di costumi
da bagno, prima incursione della società nel settore sportivo. L’azienda
oggi si prepara anche a lanciare il proprio home brand: ç les maçons
danseurs una linea di underwear e beachwear molto particolare, per ora
solo donna, che verrà presentata a febbraio durante il Salon International
de la Lingerie di Parigi.
Nella sede di Prato, 8.000 metri quadri ricavati all’interno di una storica
azienda tessile del diciannovesimo secolo, lavorano il presidente della
società Guglielmo Muratori e la moglie Elisabetta Balli, consigliere
delegato e responsabile della fase creativa; la produzione viene effettuata
tutta esternamente alla sede, tuttavia il prodotto è per la maggior parte
made in Italy, condizione indispensabile per lavorare con brand italiane
tanto affermate. La distribuzione è affidata ad una rete mondiale di
agenzie che copre i territori in contratto di licenza in tutto il mondo
servendo oltre 1.500 negozi e corners, in molti casi con environments
di proprietà dell’azienda, tra i quali spazi di vendita di fama internazionale come Saks Fifth Avenue, Jeffrey NY, Harvey Nichols, Barney’s NY e
Japan, Harrods, Galéries La Fayette. Nel 2004 sono stati prodotti circa
1.100.000 capi con un fatturato in crescita del 20% rispetto all’anno precedente e le stime per il 2005 prevedono un ulteriore incremento del
25%. (Pambiancoweek
(
)
F
atturato in crescita nel 2005 per le
calze Gallo che festeggiano con un
+15% a 7,6 milioni di euro. «Siamo
un’eccezione rispetto al resto del mercato,
conferma Giuseppe Colombo, amministratore delegato dell’azienda di Desenzano. Il
segreto del successo? Credo che oggi ci sia
una totale mancanza di creatività. Anzi, forse,
la creatività nella calzetteria in Italia non c’è
mai stata. Siamo stati noi a portarla qualche
anno fa». Tra i progetti per il 2006 Gallo
intende innanzitutto continuare nel processo
di diversificazione di prodotto ma, soprattutto, debuttare all’estero. A Parigi. «È uno dei
sogni che vorremmo realizzare nel 2006, prosegue Colombo. Stiamo cercando la location
migliore dove inaugurare il nostro store che
naturalmente sarà in pieno centro cittadino».
«Nella collezione primavera-estate 2006,
continua Colombo, ci sarà spazio anche per
nuove magliette e golfini nelle tinte pastello». L’anno prossimo l’azienda prevede di
aumentare il giro d’affari di oltre il 20% per
arrivare a 9 milioni di euro. (Finanza&Mercati del
21/12/05. Estratto a cura di Pambiancoweek)
Diadora lancia
felpe di Inter
e Milan
Diadora festeggia il 2006 con una nuova
linea di merchandising dedicata alle vendite
all’interno degli impianti sportivi italiani ed
europei. La linea verrà venduta direttamente
all’interno degli stadi. Si comincia con San
Siro. L’azienda di Treviso, infatti, avrebbe stretto un accordo commerciale col Consorzio
2000 (struttura che si occupa della gestione
dello stadio milanese). Si tratta di un contratto biennale che prevede royalty per i due
club. I gadget, magliette, felpe, cappellini e
scarpe (da uomo, donna e bambino), saranno
sugli scaffali del Meazza a partire da marzo.
(Fashionmagazine.it del 21/12/05. Estratto a cura di
Pambiancoweek)
16
ITALIA
Favrin: i cambiamenti sono inevitabili
Dopo aver lavorato per
35 anni come manager in
aziende come Marzotto e
Zignago dove la figura del
padrone era un punto di
riferimento, oggi Antonio
Favrin ha trovato per la
Valentino fashion group
una formula di governance lontana da quella tradizione: cinque indipendenti hanno la maggioranza
in un consiglio che ha un
ANTONIO FAVRIN
ruolo importante nel governare l´azienda. Dice: «Se le aziende vogliono essere globali,
e la Valentino è tale visto che fattura in Italia meno del
10% del totale, dobbiamo adottare soluzioni che ne tengano conto e che si basino su formule adatte ad una cultura
da mercato globale».
In che senso?
«Nel senso che quella che va difesa è l’azienda, la sua capacità di produrre valore, e non questo o quell’azionista in
particolare». «Credo che, come è avvenuto nella soluzione
della Valentino, uno dei ruoli più importanti a questo fine
sia quello di un consiglio di amministrazione che non sia
il rappresentante di questo o quell’azionista, ma che sia
composto da uomini intelligenti che riescano a mettere
insieme esperienze complementari e che sappiano lavorare in accordo e in un clima sereno.
Un organismo snello, nove o undici persone al massimo
che possano essere un punto di riferimento per tutta
l’Azienda».
É questa la soluzione per porre fine ai conflitti tra azionisti?
«É certamente una maniera perché si lavori nell’interesse
dell’azienda nel complesso e non a protezione dell’interesse di singoli azionisti quali che siano. E´ una premessa
perché l’azienda produca valore e stia sul mercato. Tutto il
resto viene dopo: quando si cresce e c´è valore i conflitti si
risolvono e la stabilità e la serenità si ritrovano facilmente».
Ma non è una rivoluzione inquietante per la tradizione
del capitalismo familiare italiano?
«Forse. Ma i cambiamenti sono spesso inevitabili. Del resto
se le rivoluzioni portano risultati, alla fine gli animi si placano e torna la serenità». (Affari&Finanza del 12/12/05. Estratto a
cura di Pambiancoweek)
17
ITALIA
Armani aprirà le sfilate
pensando alla
Camera della Moda
Sarà Giorgio Armani
ad aprire la prossima
settimana della moda
al femminile (A/I
2006), domenica 19
febbraio, e a mettere
in questo modo un
caposaldo al calendario.
Il secondo pilastro
della kermesse dovrà
essere un altro stilista di primo piano:
si punta su Roberto
Cavalli o Gianni
Versace, per la chiusura il sabato successivo. L’invito alle due
maison arriva dalla
Consulta Milano
Moda Donna, un
tavolo costituito dalla
Camera per cercare
di ridare unità al fashion milanese. La Consulta è
la carta giocata dal presidente Mario Boselli e dal
consiglio direttivo per trovare una strada affinché
non si ripeta quanto accaduto nell’ultima edizione
delle sfilate donna. In cui, in seguito alle pressioni
di Vogue agli stilisti, il calendario delle sfilate è stato
concentrato oltre il sostenibile nei giorni centrali
della manifestazione. Fatto che ha dato luogo a
gravi inconvenienti, provocando un danno all’intera
industria, non solo in termini di immagine, e rivelando un sistema incapace di fare quadrato contro
gli attacchi, come invece ha dimostrato di saper
fare la moda francese. Da qui, l’idea di allargare le
responsabilità: la Consulta è costituita dal Direttivo
di Camera moda, ma al tavolo (accanto ad aziende come Valentino, Ferretti, Missoni, Trussardi, La
Perla, Max Mara, John Richmond) si sono seduti per
la prima volta anche i giornalisti del settore e dell’economia, nonché gli operatori dell’intera catena
e docenti universitari della Bocconi. Il segnale d’allarme scattato con l’ultimo calendario ha suggerito
ad Armani di rispondere all’appello di Boselli e di
impegnarsi per garantire un avvio di lusso alle prossime passerelle. (Finanza&Mercati del 14/12/05. Estratto a
cura di Pambiancoweek)
L’arredamento sta
scomodo. Nel 2005
i ricavi si siedono
Nel 2005 il fatturato del settore arredamento dovrebbe calare
del 2,2%, attestandosi a 22,3 miliardi, a causa di consumi interni sostanzialmente fermi sui 13,6 miliardi. Complessivamente,
considerando anche il comparto del legno, i ricavi dovrebbero
scendere al di sotto dei 37 miliardi.
«Sui risultati hanno influito negativamente il livello dei prezzi
delle materie prime e il rapporto di cambio euro-dollaro,
spiega Roberto Snaidero, presidente di Federlegno-Arredo, che
lancia un appello. Bisogna adottare una seria politica economica, solo così si potrà sostenere il settore industriale italiano».
((Finanza&Mercati del 14/12/05. Estratto a cura di Pambiancoweek)
Pambiancoweek
Luxottica, Del Vecchio fa
spazio al mercato
E’ ormai uffiale la
prossima fusione tra
Leonardo Finanziaria
e Delfin (le due società
che controllano il 68%
di Luxottica). Sarà la
Delfin, che fa capo a
Claudio, figlio primogenito di Leonardo Del
Vecchio, ad assorbire la
Leonardo Finanziaria,
di proprietà dei cinque
fratelli minori, Marisa,
Paola, Leonardo Maria,
Luca e Clemente. Gli atti portano la firma di di Leonardo
Del Vecchio, amministratore unico sia di Leonardo Fin. che
di Delfin, società nelle quali ha l’usufrutto delle azioni di
proprietà dei figli.
Lo scopo di tale operazione rientra nella logica di Del
Vecchio, il quale intende arrivare alla separazione tra
famiglia e impresa da tempo annunciata. E che, secondo
indiscrezioni, si dovrebbe concludere con un ulteriore collocamento azionario da parte di Luxottica (si parla di una
quota superiore al 20% del capitale).
L’incorporazione di Leonardo Finanziaria in Delfin si basa
su una relazione dell’advisor Lehman Brother International.
Questa prevede un aumento di capitale di Delfin da
85,3 a 520,9 milioni di euro e un rapporto di cambio di
una quota Delfin di nominali 19,34 euro per ciascuna
quota o frazione di quota di nominali 1 euro di Leonardo
Finanziaria.
Prima dell’incorporazione Delfin delibererà il pagamento di
un dividendo per 206,5 milioni. (Corriere della Sera del 14/12/05.
Estratto a cura di Pambiancoweek)
18
ITALIA
Polo della Qualità: un
Quando Napoli
centro per scaldare le Pmi vince in Azienda
La Campania è una delle
tradizionali culle delle piccole e medie imprese della
Moda.
Ma la competizione su
mercati vecchi e nuovi ha
bisogno di nuove idee in
termini di strategia imprenditoriale. Non basta produrre
bene, bisogna mostrarlo e
venderlo.
Da questa semplice considerazione nasce il Polo della
GUGLIELMO APRILE
Qualità, centro di 131 mila
metri quadrati in costruzione a Marcianise, in provincia di
Caserta frutto di un investimento, quasi interamente privato,
di 150 milioni di euro. La festa d’inaugurazione è prevista il
30 giugno 2006: 2 mila posti di lavoro, 800 nuove posizioni
professionali, 700 vetrine, mille metri quadrati adibiti alla
ristorazione di qualità, 2.100 posti auto, il tutto su 12 ettari
di proprietà. «Bisogna valorizzare le aziende campane», dice
Guglielmo Aprile presidente del Polo della Qualità «della
moda e della gioielleria. Aiutarle a presentarsi sui mercati
nazionali e internazionali». (Il Mondo del 16/12/05. Estratto a cura di
Pambiancoweek)
D
opo il periodo d’oro, 1996-2002 con il Pil in
crescita del +2%, nel 2004 la produzione lorda
della Campania ha fatto segnare solo un +0,9%.
Il rallentamento si è riflesso sulle esportazioni: dal +15 %
del 2001 al +3,8% del 2004. Le piccole imprese, settore
moda, cuoio e calzature, risentono infatti della concorrenza
internazionale. Anche se vivace, il sistema imprese chiede
maggior sostegno. Secondo Giuseppe Lettieri, 25 anni,
imprenditore e proprietario del marchio d’abbigliamento
Braddock, «con il precedente assessore alle Attività produttive della Regione, Gianfranco Alois, si erano già fatti dei passi
avanti. E adesso con Andrea Cozzolino c’è più dinamismo.
Ascoltano le nostre esigenze e lanciano specifici bandi
come quello per l’energia, per la formazione e l’innovazione». Più dubbioso Pasquale Ambrosio, del gruppo omonimo che controlla i marchi d’abbigliamento Extyn e Bloom:
«In passato le istituzioni erano poco incentivanti e si restava
isolati. Ora i passi avanti ci sono stati, ma la strada è ancora
lunga». Infine, Antonio Di Vincenzo, direttore commerciale
e marketing di Original Marines, rafforza il concetto: «Numerose sono le iniziative della Regione per l’imprenditoria
locale, ma manca un’adeguata attività di informazione e
comunicazione che renda più fruibile queste opportunità».
(Il Mondo del 16/12/05. Estratto a cura di Pambianconews)
19
MONDO
Zunino, shopping
dai «rivali» Arnault
e Pinault
C
hiude un affare da 40 milioni con il
gruppo Arnault, ma è già in trattative
con Ppr, il colosso di Francois Pinault,
per conquistare un altro immobile di prestigio.
Luigi Zunino, patron di Risanamento, va alla
conquista della Francia e punta dritto al cuore
di Parigi con queste due importanti operazioni.
La prima è stata ufficializzata ieri: il gruppo
Arnault ha ceduto al gruppo immobiliare la
boutique storica di Louis Vuitton nel centro
della capitale francese per circa 40 milioni di
euro. L’acquisizione, spiega una nota diffusa da
Risanamento, sarà effettuata attraverso mezzi
propri e indebitamento bancario.
La seconda operazione riguarda Pinault con il
quale il gruppo Risanamento sarebbe in trattative per conquistare un altro immobile di prestigio, sempre nella capitale francese. In questo
caso, però, il controvalore dell’operazione è
ben più alto, circa 200 milioni di euro. (Marigia
Mangano, Il Sole 24 Ore del 23/12/05. Estratto a cura di
Pambiancoweek)
Wolford raddoppia i
profitti nel semestre
Ricavi in crescita per Wolford, Gruppo austriaco di calzetteria e lingerie, che nel primo
semestre ha totalizzato 57,3 milioni di euro, in
aumento del 2,3% rispetto allo stesso periodo
del 2004. “Confidiamo che questo recupero
continui anche nella seconda metà dell’anno”,
ha commentato Holger Dahmen. Gli ottimi
risultati sono dovuti in gran parte alle vendite
nei negozi a gestione diretta, che attualmente contano per il 30% del fatturato (+26,3%
rispetto al primo semestre dell’esercizio
scorso). Complessivamente, i punti vendita di
Wolford nel mondo hanno raggiunto quota
227. (Fashionmagazine.it del 19/12/05. Estratto a cura di
Pambiancoweek)
Tommy Hilfiger
passa ad Apax
L
a maison americana Tommy
Hilfiger, con sede a Hong
Kong, sarà rilevata dal fondo
di investimenti Apax partners per
circa 1,6 miliardi di dollari cash, pari a
16,80 euro per azione.
L’intesa prevede che alla formalizzazione dell’intesa, attesa entro la prossima primavera, il numero uno di
Tommy Hilfiger Europa, Fred Ghring,
sostituisca David Dyer alla guida
della società. Il fondatore Tommy
Hilfiger avrà un contratto di lavoro
e diventerà «il creatore principale».
TOMMY HILFIGER
L’azienda di moda americana è rappresentata nel mondo dai marchi Tommy Hilfiger e Karl Lagerfeld.
L’operazione ha spinto al rialzo anche le quotazioni a Wall Street.
(Corriere della Sera del 24/12/05. Estratto a cura di Pambiancoweek)
Victoria’s Secret amplia
il portafoglio dei brand
V
ictoria’s Secret,
leader del mercato americano
della lingerie, rafforza
il suo legame con l’australiana Pleasure State
(di cui era già outlet
esclusivo negli Usa) e
firma un accordo per
la creazione di due
collezioni co-branded.
Le linee debutteranno
negli store Victoria’s
Secret durante il periodo natalizio, per essere
poi distribuite in 800 negozi del gruppo americano in 19 Paesi del
mondo. Ma Victoria’s Secret sta anche lavorando a una collezione per
l’autunno 2006 con la maison francese di lingerie Vannina Vesperini.
La linea verrà presentata a gennaio a Parigi e sarà in 300 punti vendita
Victoria’s Secret.
L’altro accordo, appena concluso, è quello con l’italiana Intimissimi
(del gruppo Calzedonia, 400 milioni di fatturato nel 2004). L’intesa
prevede l’apertura di alcune boutique a marchio Intimissimi all’interno dei punti vendita di Victoria’s Secret. (Finanza&Mercati del 20/12/05.
Estratto a cura di Pambiancoweek)
20
MONDO
Quiksilver: fatturato
in crescita dell’82%
nel quarto trimestre
A
nno record per Quiksilver, azienda
statunitense dello sportswear che
punta a focalizzarsi sempre più sul
segmento outdoor: nell’ultimo trimestre dell’anno (chiuso il 31 ottobre) i ricavi sono saliti
dell’82%, raggiugendo i 637 milioni di dollari.
In aumento anche i pofitti, che hanno registrato un +35%, attestandosi a 33,6 milioni di
dollari. Cifre confermate dai risultati per l’intero
anno fiscale, che vede il giro d’affari salire del
41% (a 1,78 miliardi) rispetto al 2004, e l’utile
netto attestarsi a 107,1 milioni (+32%). Buone
performance sono state messe a segno anche
dalle due Aziende recentemente acquistate da
Quicksilver: Rossignol e Cleveland, che insieme
hanno totalizzato, nel quarto trimestre, 214
milioni di dollari di fatturato. Considerando le
diverse aree geografiche, è l’Europa a crescere di
più in termini percentuali, con un +101% negli
ultimi tre mesi (a 269,9 milioni di dollari) e
+44% nell’intero anno fiscale (a 712,3 milioni).
Nelle Americhe i ricavi aumentano dell’84%
nel quarto trimestre (288,9 milioni) e del 37%
nei dodici mesi (843,7 milioni). In Asia, infine,
il giro d’affari ha raggiunto i 77 milioni (+37%)
tra agosto e ottobre e i 220 milioni nell’intero
2005 (+49%). (Fashionmagazine.it del 20/12/05. Estratto
a cura di Pambiancoweek)
Cresce l’outdoor di
The North Face
The North Face, marchio americano
di abbigliamento e di attrezzature outdoor appartenente alla Vf
Corporation, si appresta ad inaugurare entro fine anno 4 nuovi negozi.
Il progetto retail del marchio è stato
avviato nel 2004. Diverse sono le
tipologie di negozio in cui The
North Face sta investendo, ai retail
store infatti il Gruppo affianca super
shop, spazi in store e shop in shop,
interamente dedicati al brand, con
superfici che variano dai 20 ai 60 mq, affidati a selezionati rivenditori
europei, sempre nelle principali aree metropolitane e località turistiche europee. Attualmente i super shop sono 13 in 8 paesi europei,
Austria, Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Italia (a Livigno,
Norvegia e Regno Unito e altre 8 aperture sono in programma per la
fine del 2006.
“Gli obiettivi dei singoli punti di vendita, come per esempio il fatturato minimo annuo, spiega Topher Gaylord, managing director di The
North Face Emea (Europe, Middle East e Africa), vengono concordati
con il partner in base a diverse considerazioni, comprese la location
e la superficie del negozio; come per gli obiettivi, anche i tempi di
raggiungimento sono una funzione di diverse variabili, quali location
e superficie di vendita e vengono concordate con il retail partner”. La
strategia complessiva di espansione sta dando i suoi frutti. Nel 2004
infatti il fatturato in Europa ha avuto un incremento del 43% rispetto
all’anno precedente, per un valore totale di 40,5 milioni di dollari.
(Salvatore Ippolito, Mark Up del 19/12/05. Estratto a cura di Pambiancoweek)
La Stella di H&M è poco brillante
S
tella McCartney non basta a Hennes & Mauritz. Le vendite di novembre del colosso svedese dell’abbigliamento low-cost non hanno dato i risultati sperati. Sono infatti cresciute
soltanto dell’11% deludendo le aspettative degli analisti che si attendevano un incremento
di almeno il 13%. Il dato di quest’anno è meno della metà dell’anno scorso, quando la linea disegnata da Karl Lagerfeld per H&M fece balzare le vendite di novembre del 24% e cioè il miglior
risultato conseguito dal gruppo degli ultimi tre anni.
Benché la collezione della figlia dell’ex Beatles abbia riscosso un grande successo in città come
Londra e New York, non è riuscita a ripetere il vero e proprio boom registrato dallo stilista di
Chanel. Anche perché, va aggiunto, la collezione McCartney, esclusivamente femminile, è stata
distribuita in soli 400 negozi, mentre quella di Lagerfeld, sia per l’uomo che per la donna, aveva
raggiunto 500 punti vendita. Nel frattempo la concorrente spagnola Inditex, che sta perseguendo
un’aggressiva campagna di espansione, ha fatto un ulteriore passo in avanti in Asia. Ha rilevato l’ulSTELLA MCCARTNEY
timo 15% di Zara Japan in mano al gruppo locale Bigi, salendo in questo modo al 100% della controllata asiatica. I piani del retailer iberico per il 2006 prevedono l’ingresso in nuovi mercati dell’area come Cina, Thailandia e
Corea del Sud. (Finanza&Mercati del 16/12/05. Estratto a cura di Pambiancoweek)
21
MONDO
Hardy Amies
debutta nel
ready-to-wear
La maison inglese Hardy Amies, che sino all’anno scorso ha presentato esclusivamente una
linea di sartoria su misura per uomo, debutta
nel gennaio 2006 con la collezione uomo
ready-to-wear per lA/I 2006/2007. Disegnata
da Ian Garlant, creative director della maison
dal 2002, la collezione è il primo frutto di una
nuova licenza con BMB, il gruppo inglese che
controlla il maggior numero di concessioni
all’interno dei department store inglesi. BMB si
occuperà della produzione e controllerà le operazioni retail e wholesale. Basata sulla tradizione
sartoriale della maison fondata nel 1946 da Sir
Hardy Amies, uno dei couturier preferiti della
Regina Elisabetta, la collezione ready-to-wear è
focalizzata su abiti e soprabiti di taglio classico
ma dalla silhouette asciutta, capi coordinati
d’ispirazione country e militare e camiceria classica e casual. (Fashionmagazine.it del 22/12/05. Estratto
a cura di Pambiancoweek
P
)
Tse si riposiziona
per diventare
luxury brand
Riposizionamento in vista per Tse, marchio
di maglieria di lusso, che, pur rispettando la
tradizione legata al knitwear in cashmere,
vuole trasformare la label in un vero e proprio
luxury brand. Si prevede in un prossimo futuro
l’ingresso nel retail con l’opening di almeno
cinque monomarca,in Europa in un primo
tempo in Gran Bretagna, quindi in Germania,
Russia e Francia. La strategia comunque è focalizzata innanzitutto sul wholesale. I target sono
i department store del lusso e le top boutique
indipendenti. La recente nomina alla carica di
creative director di Tess Giberson, stilista e artista americana 35enne, fa parte della nuova strategia di un marchio che in passato ha collaborato con Narciso Rodriguez e Hussein Chalayan.
La giovane stilista inglese Stacey Tester è stata
invece selezionata per il rilancio di Tsesay, la
linea giovane di luxury sportswear che per il
prossimo autunno-inverno presenta un’originale collezione giocata sul contrasto di toni neutri
(
)
e nuance vibranti e accese. (Pambiancoweek
Profitti quasi triplicati
per Escada
La fashion house
tedesca Escada chiude
l’esercizio con ricavi in
aumento del 3,7% e
profitti quasi triplicati.
Arruolato il nuovo
responsabile degli
accessori, che prende il posto di Marc
Lelandais, passato
al gruppo del lusso
francese S.T. Dupont. La casa di moda ha preferito, tuttavia, non rivelare il
nome del successore di Lelandais. Si sa solo che proviene da una luxury
company italiana e che farà il suo ingresso in Escada a partire dal prossimo 2 gennaio. Sarà suo compito ristrutturare il business degli accessori,
che attualmente sta sottoperformando in bilancio, ma che dovrebbe
risultare in profitto a partire dal 2007. Come ha anticipato il boss di
Escada, Wolfgang Ley, gli accessori della maison potrebbero essere distribuiti, prossimamente, nei duty-free store. Le vendite di Escada hanno
totalizzato 648,6 milioni di euro, come risulta dal bilancio chiuso alla
fine di ottobre, in linea con le stime del management. I profitti sono saliti
14 milioni di euro, dai precedenti 4,5 milioni. Particolarmente positivo il
business negli Usa, che attualmente genera il 20% del giro d’affari e dove
è stimato un progresso tra l’8 e il 10% per la fine del nuovo esercizio.
(
)
Dinamiche le vendite in Russia ed est Europa. (Pambiancoweek
Sara Lee smantellerà il
Vecchio Continente
Il colosso americano
Sara Lee si allontana dal Vecchio
Continente. In seguito
ai bassi volumi di
scambi ha optato per
il delisting dalle Borse europee di Amsterdam, Parigi e Zurigo. La
società rimarrà quotata a Chicago, New York e San Francisco, oltre
che a Londra, l’unica Borsa europea. Questo è solo un ulteriore passo
all’interno del piano pluriennale di rifocalizzazione sui brand e le
attività più redditizie avviato nel febbraio del 2005 dal gruppo guidato da Brenda Barnes. Piano che, a metà novembre, ha comportato
la cessione della divisione europea degli snack a Pepsico per 130
milioni di euro. Prima ancora erano state vendute le attività europee
di Wonderbra e Playtex, passate al private equity Sun Capital per 117
milioni di dollari. A fine ottobre era stata la volta della divisione Us
Retail Coffee, acquistata dall’italiana Segafredo Zanetti per 82,5 milioni. (Finanza&Mercati del 22/12/05. Estratto a cura di Pambiancoweek)
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INTERVISTA
INTERVISTA ALL’AMMINISTRATORE DELEGATO PIERO BUCALO
Facis, una realtà in continuo movimento
L’azienda ha in atto una fase di profondo rinnovamento che la investe a 360°. Tale processo, che ci
vede impegnati da circa un anno, sta ponendo le basi per un riposizionamento sul mercato interno
e uno sviluppo sul mercato estero.
PIERO BUCALO
F
acis ha chiuso l’esercizio 2004 con un fatturato
consolidato di 38 milioni di euro in crescita
del 7% rispetto all’esercizio 2003. Quali sono
le previsioni di fatturato per l’esercizio 2005?
Contiamo di chiudere l’esercizio 2005 con un fatturato
intorno ai 40 milioni di euro, con un incremento maggiore delle voci relative all’export.
Come si confronta oggi un’Azienda come Facis con
la globalizzazione del mercato? Ritiene che la sua
dimensione sia adeguata alle nuove sfide?
Riteniamo che la globalizzazione sia
un’opportunità più che un rischio. La
nostra azienda infatti ha un’enorme
potenzialità di sviluppo sul mercato
estero e ben si confronta con nuovi
competitors e nuovi mercati.
La dimensione sicuramente è diventato
un fattore di successo anche se bisogna
trovare un giusto equilibrio tra ricerca
della massa critica e salvaguardia dell’identità e dell’autonomia di ogni singolo brand in portafoglio.
Quali sono le strategie dell’Azienda
per il prossimo futuro?
L’azienda ha in atto una fase
di profondo rinnovamento che la investe a 360°.
Tale processo, che ci vede impegnati da
circa un anno, sta ponendo le basi per
un riposizionamento sul mercato interno e uno sviluppo sul mercato estero.
L’innovazione di prodotto è un “must” per tutte le
Aziende, soprattutto nell’attuale situazione di mercato.
Qual è la vostra strategia in quest’area?
La costante ricerca della qualità e dell’innovazione
rappresenta per noi la variabile essenziale del nostro
impegno: nell’ottica di rinnovamento perseguita è stata
quindi l’area più coinvolta dal cambiamento e dove
abbiamo investito maggiormente sia in termini di risorse umane che finanziarie.
Avete in cantiere progetti di diversificazione verso
altri prodotti per capitalizzare sulla notorietà del
vostro marchio?
Abbiamo attuato strategie di brand and line extension.
Nella stagione scorsa sono state infatti lanciate una collezione sport, una collezione camiceria, una collezione
cerimonia uomo e una collezione di cravatte e sciarpe.
Tali operazioni hanno l’obiettivo sia di far crescere la
forza del marchio che di sviluppare il fatturato.
Negli ultimi anni avete iniziato ad investire fortemente nella comunicazione. Siete soddisfatti dei
risultati ottenuti in termini di immagine e di vendite? Intendete continuare su questa strada?
La comunicazione è da sempre uno dei motori del
business. Comunicare un prodotto, un’identità è
comunque diventato difficile
e problematico. Bisogna infatti
sapersi distinguere e differenziare, ed è proprio questo che
cerchiamo di fare ogni volta che
decidiamo la strada da perseguire e le strategie da attuare.
Stiamo ottenendo degli ottimi
risultati dai progetti sviluppati
soprattutto in termini di immagine perché stiamo costruendo
una nuova identità, un nuovo
posizionamento. Crediamo che
la strada intrapresa sia quella
giusta che ci sia bisogno sempre di nuove idee e risorse per
meglio comunicare il nostro
prodotto e le nostre potenzialità.
(Pambiancoweek)
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AZIENDA
DEL MESE
in collaborazione con
INTERVISTA A CIRO PAONE PRESIDENTE DI KITON
Kiton continua a crescere.
Fatturato a +19% nel 2005
CIRO PAONE
K
iton nel 2005 è cresciuta
di un altro 19%, attestandosi intorno ai 55 €/mln
di giro d’affari, più del doppio
rispetto al 2000.
Quali sono stati i fattori determinanti di questo successo?
Semplice: un insieme di tante componenti ben armonizzate tra di loro:
la volontà, la coerenza, l’ordine, la
squadra, l’attenzione al prodotto,
la costanza della qualità (dell’alta
qualità), il rispetto del cliente, la lungimiranza e così via; non ci siamo
mai accontentati ed abbaiamo sempre ricercato “il meglio del meglio
+1”.
La difficile situazione del settore
nei mercati internazionali ha fatto
sentire i suoi effetti anche nella
gamma alta dell’abbigliamento
maschile?
Noi non ne abbiamo risentito, i
numeri ci danno ragione. Siamo
stati attenti, fortunati, abbiamo
messo gli uomini giusti al
posto giusto!
Oggi il primo mercato per
Kiton sono gli Stati Uniti,
che rappresentano circa il
30% del giro d’affari. Che
progetti avete in questo mercato per il prossimo futuro?
E negli altri mercati?
I nostri programmi prevedono il consolidamento delle
posizioni raggiunte nel mercato USA ed uno sviluppo
nei nuovi mercati: in Cina ed
in particolare in India (l’India
è dietro l’angolo); ci interessa
molto il mercato russo che
stiamo curando con particolare
attenzione,
naturalmente
non possiamo
trascurare gli
altri mercati per
noi ugualmente importanti
quali l’Europa
(ed in particolare l’Italia) e il
Giappone.
Quali sono le
previsioni per
la Kiton del
futuro?
Continuare
a crescere in
modo graduale senza mai
trascurare la
qualità, anzi
cercando sempre interventi
che la possano
migliorare, senza mai montarci la
testa e rimanendo sempre con i
piedi ben saldi per terra.
Quali sono i progetti che più l’attraggono?
Il progetto Russia, perché la Russia
è un Paese che a me diverte e che
all’Azienda sta dando buoni risultati.
Come ha preparato l’Azienda alle
nuove sfide?
L’Azienda è una realtà che si costruisce giorno per giorno. Giorno per
giorno si lavora, si “litiga”, si è attenti
a tutto quello che accade quotidianamente nel mondo, che è sempre
più piccolo, si “fa scuola” ai giovani, si
infonde nel lavoro tutto l’amore che
sappiamo esprimere. Ecco noi prevediamo di continuare su questa strada.
24
in collaborazione con
Storia dell’Azienda
Ciro Paone è un tessutaio, figlo di tessutai da più generazioni, che sin da giovane è un conoscitore attento oltre che dei
tessuti anche dei clienti (sarti) del negozio di famiglia di Piazza Mercato a Napoli. Ciro Paone ha una particolare sensibilità
per il bel vestire: il suo mito diventa tale Guido Maglione, tessutaio anche lui, raffinato ed appassionato degli abiti (sono
le virgole a fare le differenze). A 23 anni costituisce la prima iniziativa produttiva combinando l’esperienza nel settore dei
tessuti con la buona conoscenza dei bravi sarti già clienti. L’iniziativa parte con circa 40 sarti.
Nel 1968 nasce il marchio Kiton (dal greco Kitone la tunica bella che gli antichi greci indossavano per pregare sull’Olimpo) e con esso si sviluppa l’attività nei principali mercati europei.
Nel 1986 viene fondata la Kiton Corporation con sede a New York per rafforzare la presenza su questo importante mercato.
Nel 1990 viene realizzato il nuovo stabilimento di Arzano via delle Industrie su un’area di 11.000 mq che, ai più razionali
ma meno lungimiranti, risulta esageratamente sovradimensionata per le esigenze della Ciro Paone Spa. L’Azienda occupa
150 dipendenti e fattura
5 €/mln. Inizia così un
processo di diversificazione
di prodotto che, partendo
dal capospalla, si estende
nel 1991 alle cravatte, nel
1995 alla “donna”, nel
1996 ai profumi, nel 1998
alle camicie, nel 2000 allo
sportswear, nel 2002 alla
maglieria e in ultimo, nel
2004 alle scarpe.
Nel 1999 Ciro Paone è
insignito dell’onorificenza
di Cavaliere del Lavoro dal
Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.
Nel 2000 lo stabilimento di via delle Industrie,
diventato insufficiente, viene quasi raddoppiato e vengono ridistribuite le linee produttive in modo da renderlo ancora più
razionale ed efficiente.
Nel 2001 viene inaugurato il nuovo show room di Milano in Via S. Andrea ed avviata la Scuola di Formazione, nonché
avviato il piano di sviluppo con negozi monomarca Kiton.
Nel 2005 viene elaborato un nuovo progetto per un ulteriore ampliamento della fabbrica di Arzano.
Corporate Governance
La Ciro Paone Spa nasce nel 1990 quale ulteriore step di una partnership esistente dal 1968 tra Ciro Paone e Antonio Carola. La collaborazione tra i due amici dura fino al 1998 quando Antonio Carola decide di abbandonare l’attività industriale per dedicarsi ad altre iniziative. L’azienda rimane nelle sole mani di Ciro Paone che, in tempi decisamente brevi capisce
che deve dare all’Azienda una struttura manageriale aggiungendo alle forze della Famiglia ed ai giovani managers esterni
già inseriti una guida in grado di portare all’interno dell’Azienda cultura di altre aziende e comunque ulteriore capacità per
far fronte ad una realtà in continua crescita. All’ingresso in azienda del nipote Antonio De Matteis (Totò) che nel tempo va
ad assumere la carica di Direttore Commerciale, segue l’inserimento nel 1991 delle figlie Maria Giovanna e Raffaella, nel
1993 quello di Pascale Iannetta, proveniente dal sistema bancario, che va ad assumere nel tempo la responsabilità dell’area
finanziaria, quello nel 1995 di Marco Romano per l’Amministrazione, quello nel 1996 dei due nipoti Antonio e Silverio
Paone che vanno a ricoprire rispettivamente ruoli nell’area commerciale e della produzione, quello nel 1997 di Federico
Cozzolino per la gestione degli acquisti e del magazzino, ed infine quello nel 1999 dell’Ing. Maurizio Maresca, proveniente
da esperienze in SME Finanziaria, Il Tarì, etc , con la carica di Direttore Generale. In ragione della crescente dimensione della Società, l’assemblea dei Soci nella seduta del 3.5.2005 delibera di passare da un governo della Società con un Amministratore Unico ad un Consiglio di Amministrazione costituito da nove membri di cui sei facenti capo alla Famiglia Paone:
Ciro Paone (Presidente ed Amministratore Delegato), Maria Giovanna Paone (Vice Presidente), Raffaella Paone, Antonio
25
in collaborazione con
De Matteis, Antonio Paone e Silverio Paone, e tre esterni: Andrea Monorchio (già Ragioniere Capo dello Stato), Andrea
Cardinaletti (Direttore di Banca) e Maurizio Maresca con la carica di Direttore Generale.
Prodotto e Produzione
I dettami dell’antica Scuola sartoriale
napoletana rappresentano il “credo” stilistico della Kiton che, con i suoi 350 sarti
rappresenta più che un industria intesa
in senso stretto, un grande laboratorio
artigiano, dove tutti gli abiti vengono
seguiti nelle loro fasi di lavorazione ad
uno ad uno.
I prodotti Kiton hanno tutti una base
in comune: l’alta qualità che deriva sia
dalla scelta della migliore materia prima
esistente al mondo, che dalla lavorazione
più accurata realizzata da mani esperte,
precise e veloci di ago e filo che eseguono le varie fasi di lavorazione con la stessa
metodologia con la quale si lavorava 100
anni fa, ad esempio stirando con lo “stuppillo”, la pezzetta inumidita. I migliori tessuti, i migliori filati, le migliori pelli, i migliori cuoi, le migliori essenze; quando si acquisisce questa sensibilità per I materiali
più belli è difficile tornare indietro anche se si volesse, così come è difficile indossare altri abiti dopo che si è avuto il piacere
di indossare un capo Kiton. I sarti napoletani, secondo Ciro Paone, sono diversi da tutti gli altri del mondo, sono i migliori.
Tessuti in esclusiva, esigenza inderogabile della qualità da parte di chi opera, divieto assoluto di compromessi! Oggi marchio, internazionalizzazione, alta qualità e produzione in casa sono i fattori chiave di successo; è evidente che uno solo dei
quattro non è sufficiente. Kiton riesce a metterli tutti insieme. In particolare l’orgoglio maggiore alla Kiton è quello di produrre tutti i capi in casa ed in Italia presso i due siti di Arzano e
di Parma dove sono impiegati oltre 370 addetti tra sarti e calzolai.
Il prodotto Kiton è particolarmente apprezzato nel mondo
proprio perché è realizzato con il gusto, l’amore e la sensibilità
dei particolari che riescono ad esprimere solo coloro che questi
valori li hanno nel proprio DNA. Conservare i valori della sartoria
trasportandoli nel presente ed adeguandoli alle esigenze del
futuro: un compito assai difficile che la Kiton ha affrontato ed
affronta con la sicurezza di chi, certo di far bene il proprio lavoro,
non ha dubbi sul risultato.
Distribuzione e Negozi
La strategia Kiton per la distribuzione è stata ancorata fino al
2000 alla presenza nel migliore negozio delle principali città dei
paesi industrializzati, nei quali veniva richiesto un prodotto di alta
qualità. Oggi l’Azienda è presente nei 40 Paesi più industrializzati
del mondo ed in ben 400 Città di tali paesi.
A partire dal 2000, avendo anche raggiunto un portafogli prodotti Kiton sufficiente per poter gestire un negozio è partito il
progetto monomarca. Le caratteristiche del progetto sono naturalmente in perfetta armonia con il prodotto: Le più belle città,
le più belle strade, i più bei negozi. Sono nati così i primi 11 progetti: 2000 Arzano, 2001 Milano, 2002 Parigi, Colonia e Mosca1,
2003 Tokio e New York, 2004 Dusseldorf, 2005 Monaco, Zurigo
e Osaka e 2006 Chan Du, Londra, Mosca2 e Mosca3.
26
in collaborazione con
Nel 2002, nell’ambito di questo progetto, la Ciro Paone Spa ha acquistato il Building già sede del Banco di Napoli a New
York, dove oltre ad aver destinato gli spazi al primo negozio americano, ha insediato la propria sede americana per l’assistenza, il controllo e lo sviluppo del mercato.
Collezione A-I 06/07
Per un uomo impeccabile
Lo stile Kiton per la stagione Autunno-Inverno 2006-2007 si presenta molto rigoroso: l’eleganza è di gusto classico nei disegni e nei tessuti, mentre la vestibilità è resa più moderna. Gli abiti sono in flanella oppure gessati, le giacche in puro cachemire millionaire. L’esaltazione di un gusto retrò è evidente nelle giacche cardate di cachemire con motivo Principe di Galles
o macro “piè -de-poule”. I soprabiti sono anch’essi di ispirazione antica nei classici disegni spigati blu, grigi o marroni.
Un tessuto nuovo spicca fra gli altri di questa collezione. Esso nasce dall’unione di due fibre regine: il cachemire e la vicuna
per la prima volta insieme in esclusiva mondiale per Kiton. Il gusto old si riflette anche su camicie e cravatte, queste ultime
presentate nei colori “vecchia Inghilterra”. Anche la linea outwear segue la via del rigore classico. I giacconi ed i soprabiti
sono come sempre superleggeri in puro cachemire e, solo per alcuni mercati, sono impreziositi da pellicce. In novità assoluta Kiton presenta per la prima volta il classico blue jeans che va ad aggiungersi alla già ricca collezione di pantaloni in
denim nelle più svariate tonalità di colori. La scarpa Kiton completa il look aggiungendo un tocco di contemporaneità al
rigore più classico. Kiton: elogio di una eleganza intramontabile
La Scuola per sarti
Ad una Scuola per Sarti Ciro Paone ci aveva sempre pensato, ma altre priorità avevano fatto mettere questo progetto da
parte. Nel 2000 però, con l’arrivo in Azienda del Direttore Generale Maurizio Maresca ed il potenziamento del management, il progetto trova veloce attuazione. Maresca, infatti, dopo pochi mesi di attività in Azienda, percepisce la necessità di
pensare al naturale turnover dei sarti. La risorsa chiave di un’Azienda come la Ciro Paone SpA è infatti iquella dei sarti, ma
i giovani oggi sono sempre più disaffezionati a questo tipo di attività che richiede un periodo di formazione molto lungo,
le palestre di formazione costituite dai piccoli laboratori artigianali vanno sempre più scomparendo, mancano strutture
specifiche pubbliche o private in grado di formare figure artigianali di qualità e pertanto alle aziende leader più lungimiranti
non rimane altro che provvedere
in casa a questo importantissimo processo. Nasce nel 2000 la
Scuola Kiton di Alta Sartoria. Il
piano di formazione è articolato
su 5 anni di cui 2 in aula e 3 sul
campo. Primo obiettivo della
Scuola è quello di ricercare giovani che vogliano svolgere questo
lavoro con passione e non giovani che cerchino solo un lavoro.
Per realizzare capi eccellenti
occorrono Sarti con la S maiuscola e questi vanno formati prendendo sia i discenti con le giuste
potenzialità che i migliori docenti
esistenti sul mercato. L’offerta dei
sarti sui mercati internazionali è
molto cambiata in questi ultimi 50 anni: le generazioni dei sarti che negli anni ‘50 sono andati anche in giro per il mondo:
Stati Uniti, Germania, etc sta andando in pensione e non ci sono facili sostituzioni; la storica Savile Row di Londra ha visto
progressivamente perdere la propria forza proprio perché non è riuscita ad assicurare un’adeguata continuità.
La Scuola è una cosa seria! Se si vuole imparare bisogna fare sacrifici; per i sarti queste affermazioni sono ancora più pesanti
in quanto la formazione in queste attività artigianali è più faticosa e lunga rispetto a quella di altre attività che vengono offerte oggi ai giovani.
Dei primi due corsi ultimati circa il 70% dei giovani sono diventati sarti Kiton in formazione sul campo ed i primi sono già
pronti per assumere l’importante ruolo di sarto Kiton degli anni 2000 ed assicurare così la continuità aziendale.
27
APERTURE MONOMARCA
Luciano Padovan
sbarca a Mosca
L’inaugurazione è prevista il prossimo 3 marzo, in un lussuoso
palazzo storico al 18 di Petrovka Street. Il marchio di calzature Luciano Padovan fa il proprio ingresso nel mercato russo
aprendo il primo monomarca moscovita. Una boutique di
100 metri quadri, suddivisa su due livelli, avviata in partnership
con il distributore Oxana Bondarenko. L’inaugurazione del
nuovo flagship store, che si aggiunge a quelli già attivi di Milano
e Roma, si inserisce nel progetto di espansione retail iniziato
recentemente dalla società di Parabiago, che punta ad aprire
in altre piazze internazionali. Sempre a marzo, infatti, l’insegna
Luciano Padovan farà il suo debutto anche a Miami, a Bal
Harbour. Mentre ad Atene apriranno i battenti shop in shop
nelle aree commerciali più interessanti, come Kifisia, Glifada
e Kolonaki. Per sostenere lo sviluppo distributivo del brand
all’estero sono state avviate anche nuove filiali, che si aggiungono a quelle di Parigi e Roma: a settembre ha preso il via la
showroom newyorkese nello Studio Building al 130 West 57th
Street, mentre a luglio è stata la volta di Düsseldorf e a settembre di Mosca. Tra gli obiettivi commerciali da raggiungere c’è
ora la capitale francese, tappa per un altro opening con insegna
Luciano Padovan. (Pambiancoweek
(
)
Nespresso apre a torino
una boutique del caffè
Nespresso, il brand di
Nestlè di caffé di qualità
in monodose, dopo il successo delle Boutique di Milano e Roma, apre ufficialmente
il 22 dicembre le porte della Boutique di Via Roma 4 a
Torino, offrendo un luogo piacevole in cui avvicinarsi al
mondo Nespresso.
A Torino, come nel resto del mondo, le Boutique
Nespresso offrono agli esteti del caffé un ambiente esclusivo in cui godere pienamente del caffé e nello stesso tempo
compiere un viaggio nel mondo Nespresso: dalle 12
varietà caffé di prima qualità alle macchine per espresso di
design.
“Tutti i clienti Nespresso, anche se a livello diverso, sono
dei veri intenditori di caffè. Hanno una passione per le loro
miscele favorite, richiedono il miglior espresso e apprezzano che Nespresso offra loro un servizio che va oltre la
semplice vendita” dichiara Francesca Chelli, Direttore
Generale di Nespresso Italiana “L’apertura della nuova
Boutique, rientra nell’obiettivo di Nespresso di ampliare la
sua presenza in Italia, con spazi espositivi che racchiudano nella purezza del design, le linee fluide, e i colori della
nostra brand identity, la rappresentazione completa del
(
mondo Nespresso”. (Pambiancoweek)
Sover, nuovi negozi e
uffici in Romania
Nuovo e importante
traguardo per Sover,
Azienda italiana leader nel settore dell’occhialeria che ha appena inaugurato il suo
undicesimo negozio
in Romania, più precisamente a Timisoara,
e una avveniristica
sede commerciale a
Bucarest. Nel centro
di Timisoara, inserito
PAOLO CANNICCI
nell’avveniristico Iulius
Mall Timisoara, il nuovo negozio Sover si sviluppa su
oltre 100 metri quadri sapientemente arredati in perfetto stile italiano arricchiti da elementi in rocca naturale e,
naturalmente, tanto vetro e cristallo abbinato a legno di
primissima qualità. Venticinque marchi per altrettante
linee da sole e da vista. Tra questi emergono senza
dubbio Alviero Martini Point of View e Mariella Burani,
marchi per i quali Sover produce e distribuisce linee
complete di occhiali da vista e da sole. “La presenza di
Sover in Romania ha richiesto notevoli investimenti
che ci hanno permesso di arrivare in anticipo in un’area
in pieno sviluppo”. E sulla concorrenza asiatica che
mette in difficoltà il distretto veneto, il presidente Paolo
Cannicci ha ribadito la sua ricetta: “Bisogna concentrarsi
sulle nicchie di mercato in cui alta qualità e design
vengono percepiti come veri plus del prodotti. E aggregare le pmi fino alla soglia minima di sopravvivenza
per competere con la forte concorrenza che spinge dal
basso.” (Pambiancoweek
(
)
Mini apre un lounge bar
C
ontinua senza sosta lo sviluppo del marchio Mini
sulla scia delle strategie portate avanti negli ultimi
anni dai più esclusivi luxury brand. Dopo la pelletteria (con Mandarina Duck) e gli occhiali (con De Rigo)
è il momento dell’apertura del primo Mini lounge bar,
all’interno di una concessionaria dedicata in esclusivo alla
cult car anglo-tedesca. “Oggi, a oltre quattro anni dal lancio, ha dichiarato Nicola Giorgi, brand manager Mini, possiamo dire che Mini ha conquistato un po’ tutti, ma volendo tracciare un profilo dei nostri clienti è possibile fornire
qualche dato per identificarli meglio. (Pambiancoweek
(
)
28
APERTURE MONOMARCA
Fedon: nuovi monomarca
a New York e Parigi
Damiani apre una
boutique ad Astana
N
elle prossime settimane verranno aperti due nuovi negozi
monomarca Giorgio Fedon 1919 a New York e Parigi. A New
York il negozio sorgerà nel cuore di Manhattan, nella Fifth
Avenue, mentre il presidente Callisto Fedon spiega la scelta di Parigi
quasi come un atto dovuto: “Siamo quotati dal 1998 alla Borsa parigina,
volevamo anche avere una visibilità diretta in città con il nostro marchio
di accessori di lusso”, ha dichiarato al quotidiano Il Gazzettino.
Il 2005 si chiuderà con un fatturato consolidato di 61 milioni di euro, il
portafoglio ordini resta robusto con 17,5 milioni e l’export rappresenta
attorno al 40% del giro d’affari. Nel 2006 si prospetta una crescita per
linee esterne, attraverso nuove acquisizioni, che potrebbero interessare
sia il core business (i portaocchiali), sia la linea di pelletteria, che attualmente incide sul fatturato per il 5% e ha quindi ampi spazi di espansione.
“L’obiettivo è un rafforzamento nella distribuzione diretta anche in
Germania, mentre c’è già un progetto per entrare in Spagna, Regno
Unito e Giappone”, ha spiegato Fedon. Il business pian che il gruppo sta
definendo nei dettagli indica una crescita a due cifre per i prossimi 3/5
anni. (Pambiancoweek
(
)
Kenzo: 10 anni in Russia
La prima boutique
russa di Kenzo ha
festeggiato il suo 10°
anniversario con
l’inaugurazione della
Mostra “Voyages: il
mondo Kenzo di
Antonio Marras”,
allestita all’interno dello storico
Passaggio Petrovsky.
La Mostra, che
resterà allestita sino al 10 Gennaio 2006, ripercorre le tappe più
significative del lavoro dello stilista per il marchio francese. I festeggiamenti sono seguiti all’interno del magnifico Manjezh, storico edificio
accanto al Cremlino utilizzato all’epoca degli zar per l’addestramento
dei cavalli, poi riconvertito per ospitare esposizioni e mostre d’arte e
che di recente è stato ricostruito ex-novo. Kenzo è stata la prima maison di moda ad inaugurare lo spazio rinnovato per ospitare la sfilata
Primavera/Estate 2006, riproducendo le scenografie utilizzate per le
sfilata di Parigi dello scorso Ottobre. Ospite d’onore delle celebrazioni
Antonio Marras, Direttore Creativo della maison Kenzo. “Quello che
ammiro in KENZO è la sua modernità, l’incredibile miscela di coerenza e diversità. Amo il suo modo distintivo di mischiare generi e stili
differenti e la naturale poesia che nasce nel fonderli insieme Disegnare
e crea e per KENZO è un’esperienza che mi emoziona ed una vera
sfida”, ha commentato Antonio Marras. (Pambiancoweek
(Pambiancoweek)
Pambiancoweek)
Damiani ha festeggiato l’apertura di una nuova
Boutique presso il Rixos President Hotel di
Astana, capitale del Kazakhistan, paese con
notevoli prospettive di sviluppo per i prodotti del lusso. Per questa speciale occasione
Damiani ha organizzato un cocktail al quale
ha preso parte Silvia Damiani, Vice Presidente
del Gruppo. Numerosi ospiti VIP hanno assistito allo show di Layma Vajkule, famosissima
cantante russa ed hanno ammirato, nel corso
di un’elegante esibizione, i preziosi pezzi unici
Damiani. La nuova Boutique di Astana fa
parte della strategia di espansione del Gruppo
nel mercato del Kazakhistan, dove il marchio
è già presente con una Boutique ad Almaty.
(
(Pambiancoweek
)
Paul&Shark
raddoppia in via
Montenapoleone
E’ stato inaugurato nei giorni scorsi a Milano,
in via Montenapoleone 1, il monomarca
Paul&Shark dedicato alla donna. Lo spazio si
aggiunge a quello già presente da tempo nella
stessa via, ma al civico 15, riservato alle proposte
maschili. “Finalmente dopo anni di convivenza
la collezione donna è cresciuta ed è in grado di
vivere da sola”, ha detto Andrea Dini, presidente
della Paul&Shark, riguardo al nuovo punto vendita tutto al femminile. La boutique milanese
del brand sportswear che si identifica con il
simbolo dello “squalo” si sviluppa su due livelli e
presenta un’immagine moderna e accogliente
giocata su display in smalto crema e loghi in oro.
(Pambiancoweek)
(Pambiancoweek
Pambiancoweek)
29
APERTURE MONOMARCA
Anche a Milano c’è un
Santoni. Nel quadrilatero
Santoni ha scelto la settimana della moda uomo per inaugurare il primo monomarca milanese. Il prossimo 17 gennaio il
calzaturificio marchigiano festeggierà la nascita della seconda boutique di proprietà italiana, in via Gesù al numero
9. «Siamo molto contenti di questa nuova apertura, spiega
Giuseppe Santoni, A.D. dell’azienda di famiglia. Il negozio,
che si sviluppa su 70 metri quadrati in pieno quadrilatero
della moda, è stato cercato a lungo. Ed ora è pronto per
diventare la vetrina di punta del marchio».
La nuova boutique offrirà al pubblico sia la collezione uomo
(l’80% della produzione) sia la più recente per la donna
(attualmente il 25% del fatturato). «Stiamo investendo molto
sulla collezione femminile, in vendita da poco più di un
anno, continua Santoni. Abbiamo ampliato lo stabilimento
di Corridonia proprio per creare una divisione ad hoc, con
un team specializzato. L’obiettivo è quello di portarla allo
stesso livello dell’uomo nel tempo più breve possibile».
L’azienda marchigiana, che chiuderà il 2005 con un fatturato
di 30 milioni di euro, in crescita del 21% rispetto all’esercizio
dello scorso anno, già a più 19% sul 2003, è pronta allo sbarco in Cina. «Abbiamo appena concluso un accordo per aprire
negozi a Pechino e Shanghai, che si affiancheranno ai corner
già presenti dal 1992. Lo scopo? Incrementare la distribuzione diretta, per capire meglio gli orientamenti del mercato».
(Finanza&Mercati del 20/12/05. Estratto a cura di Pambiancoweek)
Armani: il lusso all’assalto
dei nuovi mercati
Il problema è di
tutto il tessile-abbigliamento e del
made in Italy in
generale, di cui è
simbolo Giorgio
Armani, lo stilista
italiano più conosciuto all’estero. Il
sistema Italia dovrà fare i conti con i problemi di competitività e
concorrenza da parte di Paesi aggressivi, come la Cina, e al tempo
stesso dovrà cogliere le opportunità che questi stessi Paesi presentano. Dopo le difficoltà del 2005, ci vuole una prova d’orgoglio che
sappia risollevare le sorti dell’export tricolore nel mondo. E proprio
Armani, con altre firme della moda, segna la strada con il progetto
Eurostreet, sostenuto dalla Fondazione Italia Cina: un complesso
commerciale nella città di Hangzhou realizzato per diffondere
marchi del lusso. Perché anche per il consumatore cinese il lusso
è made in Italy per definizione. (Economy del 23/12/05. Estratto a cura di
Pambiancoweek)
Nuovo store GF Ferrè
in Lituania
GF FERRE’ arriva a Vilnius, nel cuore antico di una
nazione protagonista del futuro, spiega Gianfranco
Ferrè in occasione dell’a pertura del nuovo store Ferrè
al 39 di Gedimino Street a Vlinius, in Lituania.
Lo spazio, di 180 metri quadri di superficie, è caratterizzato da una particolare linearità e modernità, in sintonia totale con il mood forte e trasversale del progetto
(
)
“giovane” di Gianfranco Ferré. (Pambiancoweek
I negozi di Principe,
ecco la svolta diretta
ai clienti
Principe,
noto marchio di pelletteria che
negli anni
ha stretto
accordi
di licenza con
importanti
marchi di moda. Parte ora con il nuovo progetto retail
denominato “Less is More”. «Una nuova generazione
di concept store multimarca, spiega Alessandro Maroni,
business development manager dell’azienda, dedicati
agli accessori e sviluppati in diversi format: shop, corner
e shop in shop». In questi spazi saranno messi in vendita i brand da loro prodotti e distribuiti dall’Azienda:
Principe, Cerruti 1881, Fornarina Bags ed Energie. I
punti vendita “Less is More”, a gestione diretta o in franchising, saranno aperti negli aereoporti, in grandi magazzini, centri commerciali e, solo in rarissimi casi, nelle
tradizionali vie dello shopping dei centri storici. In Italia
il primo shop in shop è stato inaugurato all´aeroporto
di Malpensa. (Affari&Finanza del 19/12/05. Estratto a cura di
Pambiancoweek)
Moschino,
passaggio in India
Dopo altri grandi marchi, anche Moschino ha ceduto
al fascino dell’India (sopratutto, dell’emergente mercato
indiano). E ha aperto a Bombay, all’interno dell’hotel
Taj Mahal, una boutique con décor eclettico, dove si
concentrano influenze locali e dettagli tipicamente
moschiniani. (Pambiancoweek
(
)
30
M&A
Mittel fa suoi
Pepper e Moncler
Brands Partners ha acquistato l’intero capitale sociale
di Industries, che, dal primo
maggio scorso, era subentrata nella proprietà e nella
gestione operativa dell’azienda già Pepper Industries. Lo
ha reso noto la Mittel che
detiene il 65% di Brands
Partners, mentre l’imprenditore e stilista Remo Ruffini
mantiene il restante 35%. A Industries fa capo la produzione e
la distribuzione di capi di abbigliamento con i marchi Henry
Cottons, Marina Yachting, Coast Weber & Ahaus, Moncler,
Cerruti 1881 Blue e Cerruti Jeans per un giro di affari al 31
dicembre 2004 di oltre 185 milioni. (Corriere della Sera del 20/12/05.
Estratto a cura di Pambiancoweek)
Fingen vende CK
a Warnaco
F
ingen ha ceduto a sorpresa tutte le licenze Calvin Klein
all’americana Warnaco che acquisterà il 100% degli asset
delle società che fanno capo al gruppo dei fratelli Fratini,
produttori e distributori delle collezioni Calvin Klein Jeans, degli
accessori Calvin Klein in Europa e in Asia di CK Calvin Klein sportswear e relativi accessori in Europa. Per il pacchetto delle licenze
(la cui durata è quarantennale), la Warnaco pagherà 240 milioni di
euro, in parte attingendo a risorse proprie, in parte ricorrendo a un
finanziamento.
L’accordo sarà completato nel primo trimestre 2006 e prevede
anche che Calvin Klein Collection (abiti e accessori) passi da
Fingen a Warnaco dal 2008 al 2013.
«Abbiamo valutato molti dossier e diverse società, spiega Joseph
Gromek, presidente e amministratore delegato di Warnaco. Ma le
attività di Fingen ci sono sembrate le più interessanti. In particolare
volevamo la licenza jeans che è vicina al nostro core business e che
ci darà la possibilità di essere ancora più presenti all’estero grazie a
un canale distributivo diretto».
I ricavi in Asia e in Europa di Calvin Klein Jeans ammonteranno, a
fine 2005, a circa 240 milioni di dollari.
«La concentrazione delle licenze nelle mani di un unico operatore
implica, spiega Tom Murry, presidente e direttore operativo di CKI,
un coordinamento e una distribuzione più efficienti». Per Fingen,
invece, la strategia sembra chiara: rafforzarsi nel settore immobiliare
a Firenze puntando su Palazzo Tornabuoni, l’outlet di Barberino
del Mugello e sul primo Four Season della città, a scapito però
della moda.
(Finanza&Mercati del 21/12/05. Estratto a cura di Pambiancoweek)
Seven rileva la
proprietà di Invicta
S
even, azienda piemontese leader in Italia nella
produzione di zainetti per la scuola con oltre
il 60% del mercato, si è aggiudicato l’asta che
aveva come advisor Bain & co. La formalizzazione
della cessione sarà effettuata nei prossimi giorni dopo
il via libera arrivato ieri dal cda della trevigiana Diadora.
Dopo un paio di cambi al vertice, nei mesi scorsi il
gruppo ha deciso di mettere sul mercato Invicta per
ricavare risorse utili a rilanciare il core business di
Diadora. Su Invicta nel frattempo ha lavorato come
brand director Marco Ferro che ha completamente
rinnovato la produzione dello storico marchio, proponendo una linea di zaini interattivi, un più stretto legame dei prodotti con uno stile di vita legato ai viaggi e
all’ avventura e una innovativa linea di abbigliamento.
Un rilancio premiato dal mercato con crescite nell’ultima stagione fra il 3% degli zaini ed il 30% di guanti ed
abbigliamento sportivo ed un fatturato avviato verso
i 32 milioni. (Il Sole 24 Ore del 23/12/05. Estratto a cura di
Pambiancoweek)
Il 30% di Lacote va
a Bioera (8,5 mln)
«Vogliamo diventare il
polo di riferimento italiano del settore erboristico
e della cosmetica naturale». Queste sono le parole di Giovanni Burani,
AD di Bioera, che ieri ha
rilevato dai fondi Capeq
Partners e Natexis-Cape
il 30% di Lacote, azienda
nota per il fango anticellulite Guam. L’acquisto,
per 8,55 milioni, fa parte
GIOVANNI BURANI
di un accordo più ampio
che diventerà esecutivo oggi. L’intesa prevede infatti, che Bioera attraverso la newco International Bar
Holding (Ibh) raggruppi anche le partecipazioni nel
settore alimentare detenute in Natfood e in General
Fruit. Al termine dell’operazione i due fondi saranno
soci della Ibh con una quota del 10,56 per cento.
Lacote, che è stata fondata nel 1986 dall’attuale presidente Egidio Siena, ha chiuso il 2004 con un fatturato
di oltre 13,3 milioni (+6,3%) e un utile ante imposte di
2,1 milioni. (Stefania Pescarmona, Finanza&Mercati del 23/12/05.
Estratto a cura di Pambiancoweek)
31
GIRO DELLE POLTRONE
Sommer entra nella
Charles Jourdan: con
squadra di Big Star
Mujagic per voltare pagina New entry in Big Star International, azienda produttrice
Christophe Mujagic è stato nominato presidente e direttore
generale di Charles Jourdan, marchio di calzature che lo
scorso agosto aveva dichiarato fallimento. Mujagic vanta una
lunga esperienza nel settore tessile, in società come Corning,
Fiancière Agache o Boussac. La sua mission sarà completare
l’azione del suo predecessore, Philippe Cardon (congedato
dopo appena due mesi) trovando una nuova collocazione
commerciale e strategica per il brand.
(Fashionmagazine.it del 23/12/05. Estratto a cura di Pambiancoweek)
Un italiano a Parigi
per Veuve Clicquot
Il marchio di champagne francese Veuve Clicquot, appartenente
al colosso del lusso Lvmh, ha deciso di puntare sull’Italia nominando un brand manager internazionale proveniente dal nostro
Paese. Si tratta di Andrea Crippa, 36 anni, già in casa Moët
Hennesy dal 2000 come direttore marketing della divisione
italiana di Dom Perignon. Il dirigente, laureato in Bocconi, ha un
passato nella divisione marketing di 3M prima e L’Oreal dopo.
Da gennaio sarà in carica nella sede di Parigi. (Finanza&Mercati
del 23/12/05. Estratto a cura di Pambiancoweek)
Robert Singer
nuovo AD di Barilla
R
obert Singer, 54 anni, originario di New York, è il nuovo
amministratore delegato di Barilla Holding. Il manager,
con una lunga esperienza internazionale e già membro
del consiglio di amministrazione di Barilla Holding, si insedierà
a Parma il prossimo 15 gennaio. Singer riporterà direttamente
al presidente, Guido Barilla, e avrà il compito di coordinare
le attività di business delle
consociate Kamps, Harry’s e
Gran Milano; inoltre gestirà
ad interim anche la funzione
di responsabile finanziario.
Robert Singer ha lavorato
per 20 anni in Coopers &
Lybrand, dal 1981 in Italia.
Dal 1995 al 2004 si è trasferito in Gucci dove ricopre
il ruolo di Executive Vice
President e CFO della maison del lusso. Nel biennio 20042005 è presidente e direttore generale di Abercrombie & Fitch,
gruppo specializzato nell’abbigliamento. Attualmente è membro del board di Fairmont Hotel & Resort. (Pambiancoweek)
di jeanswear con sede in Germania ma di proprietà
del gruppo turco Eroglu. Si tratta di Guenther Sommer,
nominato brand director dopo le dimissioni del ceo
Frank Walberg, dopo soli tre mesi di permanenza
nella società. Sommer (che in precedenza è stato
managing director di Chini&Company per un anno,
dopo 24 anni in H.I.S. jeans) si occuperà dei brand
Big Star International e Colin a partire da gennaio.
(Fashionmagazine.it del 16/12/05. Estratto a cura di Pambiancoweek)
Laurenzio direttore
mercati internazionali
di Eminence
A
pochi mesi dalla
nomina a Vice
Presidente della
Liabel spa, marchio storico dell’intimo uomo,
donna e bambino,
Marcello Laurenzio,
Amministratore Delegato
della società aggiunge un
altro importante incarico
al suo prestigioso ruolo
manageriale del gruppo
Eminence. Dal 1 gennaio
MARCELLO LAURENZIO
2006 Laurenzio sarà infatti il nuovo Direttore mercati internazionali del gruppo
Eminence sa, ruolo che lo vedrà impegnato nello
sviluppo dell’organizzazione e delle vendite dei marchi
Eminence uomo, Athena, Cacharel uomo e Liabel sui
principali mercati mondiali, fatto salvo il mercato francese, dove continuerà ad operare l’attuale organizzazione
commerciale. (Pambiancoweek)
Nuovo ceo in Testoni
Carlo Fini è il nuovo Amministratore Delegato di
“a.testoni spa”, brand di calzature e pelletteria ad alto
target, portabandiera dell’Italian Style nel mondo,
internazionalmente apprezzato per la qualità e l’eleganza delle sue collezioni. Primogenito della famiglia
Fini-Testoni, Carlo Fini passa così alla guida di quello
che, da piccola bottega artigiana, è oggi diventato un
Gruppo che annovera 74 punti vendita monomarca nei principali mercati del lusso, oltre ad essere
distribuito su un network di 250 negozi multimarca
rigorosamente selezionati a livello internazionale.
(Pambiancoweek)
32
LICENZE
In arrivo valige Lacoste
prodotte da Samsonite
Lacoste e Samsonite hanno sottoscritto un accordo di licenza
secondo il quale la società francese
di abbigliamento sportswear ha
affidato all’azienda americana la
produzione e distribuzione della
nuova linea di valige che sarà lanciata a gennaio. La collezione firmata Lacoste sarà distribuita in tutto il
mondo e comprenderà equipaggiamenti, accessori da viaggio e
trolley. (Fashionmagazine.it del 16/12/05. Estratto a cura di Pambiancoweek)
Mustang affida a
Ergee calze e collant
Arrivano calze e collant firmati Mustang. L’azienda tedesca del
jeanswear ha siglato un accordo di licenza con Ergee, Azienda
austriaca che produce calze e maglieria intima. In base alla nuova
intesa, Ergee produrrà e distribuirà in tutto il mondo calze e collant
Mustang per uomo e donna a partire dalla collezione primaveraestate 2006. L’accordo rientra nella strategia di sviluppo di Mustang,
che prevede l’inserimento in nuove categorie di prodotto e dà un
ulteriore impulso alla crescita di Ergee, che prevede di chiudere
l’anno con un fatturato di 41,3 milioni di euro (+3,5% rispetto al
2004). (Pambiancoweek)
L’intimo John
Galliano fa Liabel
più elegante
Eminence e Liabel continuano ad investire nelle
licenze. Questa volta la capogruppo francese avrebbe
firmato un accordo con John Galliano, il marchio
dello stilista della maison Dior, secondo il quale Liabel
distribuirà in Europa, a partire dal 2006, la lingerie e la
corsetteria femminile firmata John Galliano.
Sotto la guida dell’amministratore delegato Marcello
Laurenzio, l’azienda di Biella ha invece firmato, tra agosto e settembre, un’intesa col maglificio pavese Mapier
e con la napoletana Startex per la produzione di una
linea di calze uomo, donna e bambino, un segmento
ancora inesplorato per l’azienda biellese. A ottobre,
invece, era stata la volta di una licenza in uscita. Liabel
aveva dato il suo marchio, per cinque anni, a Sisters srl,
società specializzata nella produzione di abbigliamento notte e homewear. Il contratto prevede la produzione da parte di Sisters di pigiami da uomo e donna a
marchio Liabel. La strategia di Eminence è di ampliare
il parco griffe con marchi di prestigio. Il gruppo ha già
in portafoglio griffe come Cacharel, Kenzo e Lacroix,
distribuite in Italia attraverso Liabel. Con Galliano,
si aggiunge un altro nome di alto profilo. Eminence
realizza in Europa un giro d’affari di 160 milioni di
euro, mentre il fatturato di Liabel viaggia in Italia su
cifre superiori ai 30 milioni di euro, con obiettivi di
crescita per il 2006 che fissano l’obiettivo a 36 milioni.
(Finanza&Mercati del 16/12/05. Estratto a cura di Pambiancoweek)
Ratti: si rafforza il sodalizio
con Chantal Thomass
Roberto Cavalli fa le
a divisione Ratti Collezioni
del Gruppo Ratti, che pellicce con Ciwifurs
L
già si occupa della moda
mare firmata Chantal Thomass
Collection Beachwear, ha siglato un contratto di licenza per
la produzione e la distribuzione della linea Chantal Thomass
Collection Pleasure a partire dall’autunno/inverno 2006-2007.
Chantal Thomass Collection
Pleasure, composta esclusivamente da capi di intimo e per
la notte - pigiami, camicie da notte, vestaglie, baby doll, top, cachecoeur - è pensata, come si legge in una nota, “per una donna dallo
stile lussuosamente ‘sexy chic’ che coniuga raffinatezza e femminilità, trasferendo su sensuali tessuti in seta, uniti e stampati, l’audace
stile francese di Chantal Thomass”. (Pambiancoweek)
C
iwifurs si è aggiudicata la licenza per le pellicce di Roberto Cavalli. L’accordo, della durata
quinquennale, parte con l’autunno/inverno
2006-2007 e riguarderà la produzione e la distribuzione, che avverrà attraverso lo shoowroom della griffe in
concomitanza della campagna vendite del prêt-à-porter femminile. La collezione comprende una cinquantina di pezzi che andranno ad ampliare la gamma di
proposte della linea donna.
“I primi contatti con la maison risalgono a un po’ di
tempo fa, ha detto Gianni Castiglioni della Ciwifurs
(socio anche delle griffe Marni), ma abbiamo firmato
l’accordo un mese fa. Attualmente stiamo definendo
l’organizzazione commerciale e poi fisseremo gli obiettivi di fatturato”. (Fashionmagazine.it del 16/12/05. Estratto a
cura di Pambiancoweek)
33
CAMPIONE
EMERGENTE
in collaborazione con
INTERVISTA A SERGIO TEGON
Cà Da Mosto, una realtà di successo
Le ragioni del nostro successo sono state sicuramente la determinazione, la serietà e la volontà di
essere sempre competitivi nel mercato. Questo è un lavoro che ha bisogno di passione, ma anche
di tanta esperienza. Nella situazione attuale non c’è più posto per l’improvvisazione.
Ca’ Da Mosto
(Seventy) ha raggiunto nel 2004
un fatturato di 40
milioni di euro.
Quali sono state
le ragioni di questo successo?
La nostra Società
produce capi di
abbigliamento con
i marchi Seventy,
1970.
Le ragioni del
nostro successo
sono state sicuraSERGIO TEGON
mente la determinazione, la serietà e la volontà di essere sempre competitivi
nel mercato.
Questo è un lavoro che ha bisogno di passione, ma
anche di tanta esperienza. Nella situazione attuale non
c’è più posto per l’improvvisazione.
Quali sono le previsioni di chiusura di fatturato e utili
per il 2005?
Prevediamo di chiudere il 2005on un aumento di circa
il 10% del fatturato che raggiungerà la soglia dei 45
milioni di euro e un utile prima delle imposte a doppia
cifra.
Per operare in un mercato globale si richiedono grossi investimenti. Per il prossimo futuro dove si concentreranno?
Nel corso delle ultime stagioni l’azienda ha potenziato
la propria politica distributiva incentivando il sistema
della produzione che permette una maggiore sintonia
del prodotto alle esigenze del mercato consentendole di
aumentare il proprio fatturato anche in una situazione di
congiuntura negativa come l’attuale.
Il processo di sviluppo nei prossimi anni, in un mercato
globalizzato sempre più competitivo, non può tralasciare
nessuna delle leve strategiche che passano dalla costante
evoluzione del prodotto, alle politiche di distribuzione,
dall’affinamento dei processi produttivi alle più sofisticate
strategie di comunicazione integrata per l’affermazione
del marchio a livello internazionale.
L’innovazione di prodotto è un “must” per le Aziende,
soprattutto nell’attuale situazione di mercato. Qual è
la vostra strategia in quest’area?
Il rapporto stile/qualità/prezzo è sempre stato uno dei
punti di forza del nostro prodotto e vogliamo che rimanga tale perché crediamo nella capacità del consumatore
di capire e premiare le aziende che non si affidano prevalentemente a contenuti di immagine, ma che sanno
mantenere ed aumentare nel tempo i contenuti di qualità e stile dei propri prodotti.
Detto questo il pubblico giovane è sempre più colto
ed esigente e per questo il nostro sforzo si centra nella
costante analisi dei trend socio-culturali internazionali
che sono alla base dello sviluppo delle nostre collezioni.
Qual é il plus distintivo del prodotto Seventy rispetto
ad altri marchi giovani?
Il mercato ha continuato a premiare le aziende - come
la nostra - che meglio sono riuscite ad abbinare la qualità
dei prodotti con il contenimento dei costi di produzione.
La costante ricerca di nuove fonti produttive ad alta qualità per migliorare il rapporto qualità/prezzo unitamente
alla velocità di esecuzione del servizio, continuano ad
essere i punti di forza dell’azienda che si traducono in
continui aumenti di fatturato.
Inoltre, la garanzia di una elevata qualità del prodotto,
l’offerta di una gamma molto alta di modelli uniti alla
creazione di prodotti sempre nuovi in linea con le tendenze di moda in grado di soddisfare le richieste dei
clienti, siamo certi aumenteranno l’interesse dei consumatori nei confronti della nostra Società.
La vostra Azienda ha sempre creduto e investito
fortemente nella comunicazione. La strategia futura
continuerà a far leva su questo strumento?
Abbiamo sempre creduto nella comunicazione ed
aumentato gli investimenti proporzionalmente al fatturato, perché la nostra strategia mira all’accrescimento
della notorietà del marchio ed allo sviluppo dei volumi
di vendita.
Le strategie future dell’Azienda continueranno a far
leva sui marchi in portafoglio o avete in mente l’ac-
34
in collaborazione con
quisizione di qualche marchio di nicchia per sfruttare
meglio il vostro know-how di settore?
L’ultimo marchio acquisito è Victor Victoria e pensiamo
di presentarci sul mercato con la collezione A-I 07.
Per il momento è un impegno importante che vogliamo
portare avanti concentrando tutte le energie a nostra
disposizione.
Avete in cantiere progetti di diversificazione verso altri
settori per trarre beneficio dalla notorietà dei vostri
marchi?
Stiamo attentamente valutando possibili partner per
lo sviluppo di licenze dove però ci muoveremo solo
quando avremo
la certezza di un
progetto vincente.
Inoltre stiamo
sperimentando un
progetto casa con
il marchio Ca’ Da
Mosto.
Spingere la distribuzione attraverso negozi diretti
o multimarca:
questo è un tema
di forte attualità.
Quali sono le
strategie future della vostra
Azienda al riguardo?
Abbiamo circa
25 corner in vari
negozi e in futuro ci concentreremo anche sull’apertura
di negozi monomarca.
Abbiamo in cantiere l’apertura del primo negozio
SEVENTY a Piacenza nel primo trimestre del 2006 e se il
modulo andrà bene continueremo le aperture nelle principali città italiane.
In un mercato globale la dimensione diventa sempre
più importante e ciò vale anche per Ca’ Da Mosto.
Come intende affrontare il problema della crescita?
Ci sono diversi modi di attuare delle strategie di crescita.
Crediamo che il nostro Gruppo abbia già dimostrato di
saper crescere in
modo organico e
che abbia ancora
forti potenzialità
di crescita, sia in
termini di diversificazione della
gamma di prodotti, seppur sempre all’interno del
mondo dell’abbigliamento, sia
come espansione
della nostra presenza all’estero, e
sia, infine, come
ampliamento
della rete distributiva.
35
in collaborazione con
Storia dell’Azienda
La società nasce nel 1986 come finanziaria della famiglia di Sergio Tegon. Prende il nome da uno dei più antichi palazzi di
Venezia, del 1200 circa, che si specchia sul Canal Grande. Nella casa fondaco patrizia, nasce nel 1432 Alvise Ca’ da Mosto,
celeberrimo viaggiatore al servizio della Serenissima, scopritore tra l’altro delle isole di Capo Verde.
Sergio Tegon, attraverso un’altra società, è stato titolare fino al giugno 1998 di marchi prestigiosi, quali Henry Cotton’s e
Moncler, oltre che licenziatario del marchio Cerruti. L’azienda francese Moncler è stata rilevata da un fallimento nel 1993
e rilanciata sul mercato portandola, prima della cessione, ad un volume d’affari di 15 milioni di €. Con il marchio Seventy,
da lanciato nel lontano 1970, nel giugno 1998, la Ca’ da Mosto viene trasformata da finanziaria a società industriale, dando
vita ad una nuova impresa. Presente sul mercato fin dal 1970, Seventy, ha sviluppato e rafforzato nel tempo una qualificata
distribuzione puntando sui contenuti delle proprie collezioni, sui tessuti e sulla linearità delle forme. Dedicate sia all’uomo
che alla donna, le collezioni concepiscono un modo di vestire pratico, che rispetta le esigenze del consumatore moderno.
Il nuovo marchio 19-70, lanciato nel 2000, si propone
invece, con delle collezioni
più trendy e sportive, ad un
pubblico giovane ed attento
alla moda e che indossa un
abbigliamento informale.
Attualmente l’azienda opera
su un’area coperta di circa
20.000mq, con un fatturato
di quasi 40 milioni di €uro.
Il numero dei capi prodotti
annualmente per i due
marchi raggiunge le 800.000
unità. La percentuale di
vendita all’estero sulla
produzione totale è di circa
il 15%. Avvalendosi di una collaudata rete di vendita, i marchi Seventy e 19-70, sono presenti in un migliaio di punti vendita
e nei più importanti department stores, in Italia ed all’estero, anche attraverso “corners” che meglio rappresentano l’identità
del brand.
Distribuzione
Ca’ da Mosto copre il mercato italiano con
una rete di 19 agenti che distribuiscono le
collezioni Seventy donna, Seventy uomo e
19-70 donna.
La maggior parte dei clienti (90%) sono negozi multibrand di medio-alto livello situati
principalmente nei centri storici e nelle aree
commerciali sia nelle principali città che
nella provincia.
Il restante 10% è formato dalla grande
distribuzione (intesa come grosse superfici
di vendita) e da department stores in primis
Rinascente. In queste realtà sono presenti 25
spazi commerciali dedicati e/o corners che
identificano in modo completo la filosofia
del brand. Il totale dei clienti in Italia per
la collezione P/E 2006 è di circa 1100 unita con una forte percentuale di acquisto su almeno due delle tre linee di Ca’ Da
Mosto. A febbraio 2006 sarà inaugurato il primo monomarca Seventy a Piacenza che servirà da test per uno sviluppo futuro
di questo tipo di canale distributivo. Per i mercati esteri, che rappresentano circa il 15% del fatturato.
L’Azienda si avvale principalmente di importatori che curano la distribuzione sempre rispettando il posizionamento verso
36
in collaborazione con
l’alto del prodotto. I principali mercati sono il Giappone e la Russia, seguiti da Canada e Corea oltre a
Austria, Svizzera, Portogallo, Grecia, Spagna, Olanda,
Scandinavia e Germania.
Collezioni
Ca’ da Mosto si presenta sul mercato con un prodotto di livello medio-alto. Il target di riferimento è
molto ampio: dai diciotto-ventenni, ai consumatori
di altre fasce di età che si riconoscono in una moda
giovane, aggiornata secondo le più recenti indicazioni dello stile, e insieme sobria e semplice. La produzione è articolata in due stagioni, cui si aggiungono
alcuni flash intermedi. La collezione è un total look
maschile e femminile: si va dal capospalla (cappotti,
giubbotti, oltre ad una gamma variegata di giacche a
vento imbottite con piumino d’oca), alle gonne, ai pantaloni, ai tailleur, alla maglieria, declinati nei diversi materiali, da quelli
naturali (pelle, cotone, lana), ai tessuti stretch misti con Lycra (utilizzati per oltre il 50% dei prodotti) per ottenere un particolare effetto comfort. Senza dimenticare gli accessori (guanti, sciarpe, foulard, cinture, orologi e borse, che sono attualmente
prodotti commercializzati). Oggi il successo di Seventy è legato soprattutto ai capi per donna, che hanno riscosso l’interesse
della clientela, grazie anche ad un’offerta più articolata rispetto a quelli per uomo. Per emanazione dalla collezione principale, è nata con la P-E 2000 una nuova linea, denominata “19-70” (diciannove-settanta), con caratteristiche più marcatamente
di tendenza, che si rivolge ad un pubblico di giovanissimi, più attenti ed esigenti nella scelta dei colori e dei materiali. Questa
nuova proposta ha ottenuto un buon riscontro grazie agli sforzi dell’Azienda orientati a dare un’identità più definita a questa
nuova proposta, tenendo conto anche delle indicazioni provenienti dal mercato.
Concept Seventy
Seventy veste il quotidiano di giovani uomini e giovani donne, disinvolti e informali tra
i 25 e i 40 anni.
Una collezione attuale, che si contraddistingue per lo stile forte e l’eleganza contemporanea, frutto di diverse ispirazioni, realizzata
in brainstorming da un team di creativi.
Un insieme di tessuti, stili, colori mixati con
sobrietà per dare vita a capi che vanno dal
basico al ricercato.
Il capospalla è da sempre il punto di forza di
una collezione che comprende un totallook completo di abbigliamento e accessori.
Tutti i capi sono abbinabili e intercambiabili fra loro: un gioco di styling eclettico e
divertente per inventare ogni giorno uno
stile sempre nuovo e personale.
La collezione maschile è dedicata ad un viaggiatore curioso, colto, un globe-trotter abituato a spostamenti frequenti che predilige un vestire formale contaminato dallo sportswear: un’eleganza mai ostentata capace di rompere gli schemi e apparire
senza mettersi in mostra.
La collezione femminile è costruita attorno a una donna moderna e super impegnata, pronta ad assecondare le esigenze di
un look versatile e urban-chic. Un approccio che privilegia pezzi facili, da indossare ogni giorno, scavalcando i confini delle
passerelle di moda per vestire una donna cosmopolita e regalarle un’immagine sexy e dinamica perfetta per una riunione
di lavoro come per uno sparkling party.
37
SPECIALE PITTI UOMO
Collezione dal “sapore di mare” Hilton-Vestimenta.
Al via la nuova
per l’inverno di North Sails
North Sails inverno 06-07 riprende il
tema nautico in chiave innovativa, proponendo una collezione dal “sapore di
mare” presentata però con un gusto quasi
fashion easy. La collezione ripropone
i quattro temi della P-E 06: CODE O
– DAY SAILOR – BEST OF – BLACK
SPY. CODE O presenta capi lavati e trattati con tinture in capo dall’effetto vintage
usato ed invecchiato dal tempo e dal sale.
Le stampe sono appena percettibili, tono
su tono, con dettagli in camoscio e pelle
invecchiata, rivetti e bottoni in metallo
anticato, cuciture in filo grosso, travette
e rinforzi. I colori sono naturali: ecrù, verde delavè, tortora e khaki. Nella
collezione donna troviamo anche tonalità diverse dettate da effetti di luce
e riflessi di colori basici, con giacche impreziosite da ricami platino e soft
gold.
DAY SAILOR rappresenta la parte della collezione più istituzionale, dal
sapore sportswear, con grafiche pulite, dettagli di impunture e profili in
contrasto. Qui i lavaggi sono appena visibili nei classici colori della nautica, blu navy, grigio ed ecrù. Uno stile sportivo ma sempre raffinato, curato
nei particolari che conferiscono al capi il “sapore del mare”, ma dall’utilizzo urbano. La parte dedicata alla donna si presenta con un fit molto
femminile quasi malizioso.
BEST OF, sono i capi storici della collezione North Sails, reinterpretati nei
colori e presentati con contrasti di luce e toni innovativi. Qui Le stampe
sono “flock”, ad effetto vellutato con profilo e dettagli in raso colorato,
arricchiti da inserti in camoscio ecologico. Colori brillanti: oceano, viola,
verde anche petrolio.
La parte dedicata alla donna è valorizzata dal contrasto nei toni portato quasi all’estremo con forti contraddizioni cromatiche. BLACK SPY
èl’innovazione del mondo nautico interpretato da North Sails in chiave
tecnologica e performante con capi in fibra di carbonio. Qui il tessuto
diventa importante, le cuciture sono tutte nastrate in gomma semitrasparente, le stampe sono tono su tono
con effetto lucido/opaco, le zip sono
waterproof. Predominanti i colori scuri
come il nero e il mare profondo, con
contrasti “tech” in bianco e verde luminoso. Una collezione uomo e donna
vicina al sapore velico, tecnica dal gusto
raffinato e fashion easy soprattutto nella
parte femminile, che non lascia spazio
ad interpretazioni diverse se non quelle
rappresentate dal mondo che North
Sails, un dei brand più importanti nello
sportswear vela, presenta. (Pambiancoweek)
campagna
stampa
N
ogara, una delle aziende storiche del made in Italy per
l’abbigliamento formale e
da cerimonia per uomo ha definito l’acquisizione dei marchi Hilton e
Vestimenta per incrementare fatturato
e margini negli Usa, in Giappone e in
Italia. La prossima collezione primavera-estate di Vestimenta sarà realizzata da Nogara, già presente negli Stati
Uniti con i propri marchi, oltre che
nei principali mercati internazionali. La
tradizione delle produzioni sartoriali di
Nogara sarà messa al servizio dei marchi
Hilton e Vestimenta, garantendo qualità
e migliore efficienza produttiva e gestionale. Per il marchio Hilton Vestimenta
la campagna stampaè stata ideata a
New York, dove è attiva la show room
di Madison Avenue e 57ma, una nuova
campagna pubblicitaria. Con la firma
del fotografo Stefano Gilera, Hilton
Vestimenta inizia un nuovo viaggio nel
mondo della moda uomo all’insegna
di una dimensione di forte internazionalità e di quella qualità sartoriale che
da sempre ne contraddistingue il brand.
Prima tappa New York, set degli scatti
realizzati nell’accattivante cornice della
Sugar Factory, simbolo architettonico di
una Brooklyn che sta diventando sempre più la nuova frontiera della grande
mela in fatto di tendenze emergenti, sviluppo residenziale e l’ arte. Nei prossimi
soggetti della campagna, lo stile Hilton
continuerà a muoversi attraverso città e
atmosfere cool, di prestigio e di fascino,
a cominciare da Portofino e sempre nel
segno di una qualità e di un’eleganza
capaci di affascinare ad ogni latitudine
e longitudine. Per assicurare continuità
agli standard qualitativi di Hilton e
Vestimenta le key people dell’Azienda
Vestimenta sono entrate a far parte
dello staff di Nogara che inoltre opererà
per lo sviluppo commerciale del marchio e la valorizzazione delle caratteristiche produttive. (Pambiancoweek)
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SPECIALE PITTI UOMO
L’uomo di AvonCelli
L
a storia AvonCelli si sfuma e diventa ricordo
di atmosfere affascinanti. Oggi la collezione
AvonCelli riscopre la forza e il prestigio di quasi
cent’anni di maglieria raffinata con una nuova veste
giovane e audace. La nostalgia non come rimpianto, ma
consapevolezza. Sintesi di cultura e gusto. Radici preziose
da cui nasce un nuovo stile attuale e immediatamente
riconoscibile. AvonCelli studia gli archivi e riveste i tesori
del passato con lavorazioni all’avanguardia, esclusive e
ricercate. La polo, inventata da Pasquale Celli – fondatore
del marchio – negli anni ’20, si arricchisce di dettagli
sartoriali: il collo resta in piedi come quello delle camicie
più eleganti grazie ad una tecnica unica a scarto d’ago,
piccole tasche a soffietto sono il dettaglio sportivo rubato
alle camicie in jeans. Antichi punti rubati alle drapperie
(pied de poule, chevron) ma posizionati su maglie slim e
giovani. Il nuovo cashmere AvonCelli è fatto di vestibilità
asciutte, adatte alla vita di un uomo che si muove in città
sempre più internazionali, frenetiche e stimolanti. Lo stile
è identità, consapevolezza, storia: una parola…AvonCelli.
La ricerca di forme di appartenenza recupera dal passato
le proprie radici e le trasforma in strumenti di comunicazione sul palcoscenico moderno, inimitabile bricolage di
stile. (Pambiancoweek)
week
week)
La griffe del levriero
lancia la collezione
Tru Trussardi
S
i chiama Tru Trussardi la prima collezione per
la primavera/estate 2006 che sarà presentata
ufficialmente a Pitti Immagine Uomo di gennaio: è la nuova linea informale della maison del
levriero, pensata per la vita metropolitana.
“Più che un citywear, dice una nota della Casa di
moda, Tru Trussardi è un urban wellwear”: una serie
di proposte per uomo e donna, un design e un mix di
tessuti in grado di favorire sia l’estetica sia il comfort,
grazie a capi multifunzionali.
Il nuovo brand, che debutterà a Pitti Immagine
Uomo (con un party alla Manifattura Tabacchi la
sera del 12 gennaio), affianca dunque l’altra etichetta
di gusto informale della griffe, Trussardi Jeans. Non
solo. A partire dal 2006 l’insegna Tru Trussardi sostituirà quella dei T’ Store: una sessantina di boutique
sparse in tutto il mondo che, sotto il nuovo marchio,
offriranno Trussardi Jeans e la nuova collezione Tru
Trussardi. La linea sarà distribuita anche in 150 corner
e shop in shop e in oltre 1.000 boutique multimarca.
(Pambiancoweek)
week
week)
Villa Cravatte. “Caccia
alla volpe” nella
campagna Napoletana
I simboli della più
antica tradizione
inglese si accostano,
con Villa Napoli,
alle lavorazioni
artigianali italiane
ed a preziosi tessuti
sartoriali. Seta e lana.
Questi sono i raffinati tessuti che identificano la nuova ed
elegante collezione
VillaNapoli, presentata in anteprima al
Pitti 2004. Chiamata
Napoli proprio per
ricordare le tradizioni manifatturiere e
di alta sartorialità che ancora si possono trovare tra gli artigiani
della città partenopea, questa nuova linea vuole unire la qualità dell’hand made italiano all’English style. Antichi ricordi
di caccia, gusto inglese e richiami al country side, sono infatti
i temi principali delle fantasie della nuova collezione Villa
Napoli, esaltati dalla scelta dei colori più tradizionali, come
l’antracite, il navy blue, il bordeaux, il verde jaguar ed il ruggine,
senza dimenticare moderni tocchi di freschezza grazie agli
inserti di colore argento, panna, palude, argilla e myosotis.
Accanto alla linea di cravatte, Villa Napoli realizza per il dandy
contemporaneo, una collezione di sciarpe dai tessuti morbidi
e leggeri, decorati con 7 diversi disegni, in calde tonalità sempre ispirate ai temi della collezione. (Pambiancoweek)
Bilancioni Cachemire
spicca il volo
La collezione Bilancioni Cachemire nasce come ritorno e celebrazione del core business dell’azienda, ovvero la maglieria di
grande mestiere artigianale marchigiano.
Anima del progetto: l’antiserialità! La linea è dedicata a tutti
quei consumatori che ricercano un prodotto sempre più esclusivo e di nicchia, non ibridato dai concetti di moda e stagionalità. Ogni capo ha una forte personalità, data dal connubio tra
perfetta qualità strutturale e contemporaneità dei fitting, che
si lascia interpretare e contaminare dallo stile di chi lo indossa.
(Pambiancoweek)
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SPECIALE PITTI UOMO
Innovazione e
sartorialità per
Facis
Facis, brand storico di abbigliamento
formale uomo, presenta la nuova collezione A/I 2006/07 che unisce innovazione e
sartorialità, per
garantire
un giusto
equilibrio
tra tradizione e
contemporaneità.
La novità
assoluta
è la
rielaborazione di uno dei capisaldi
del guardaroba maschile, primo fra
tutti il cappotto. Questo capo reinterpretato nella struttura e realizzato in
pregiate lane cardate con fantasie che
ricordano gli anni ‘50, potrà essere
indossato sia con la classica camicia e
cravatta sia con maglia dolcevita, per le
occasioni più informali. I tessuti sono
pregiati, caldi e avvolgenti; lane cardate
biellesi, shetland irlandesi, cashgora
e lane pettinate, selezionate con
un’attenta ricerca. I colori sono ispirati
alla natura e le tonalità alla stagione
autunnale, spaziando dal marrone
al verde
muschio.
La collezione
free time,
interpretazione
casual del
mondo
Facis, sarà
invece
costituita da un’ampia gamma di giacche
destrutturate e cappotti tinti in capo,
“over giacche” con gilet in nylon, pantaloni sportivi dal classico chinos con
tintura old, jeans “5 tasche” e modelli
“cargo”. (Pambiancoweek)
Zanellato festeggia 30 anni
L’azienda guidata da Franco Zanellato e
specializzata nella produzione di accessori
in pelle di fascia alta festeggia al prossimo
Pitti Immagine Uomo i 30 anni di attività.
Molte le cose che sono cambiate: dalla
guida dell’azienda, affidata oggi alla seconda generazione della famiglia, nella persona di Franco, all’ubicazione della sede.
Ma non è cambiato invece il metodo di
lavoro. Zanellato infatti, offre oggi la stessa
qualità di pellami e la stessa artigianalità degli anni ’70. “E’ proprio questo uno
degli obiettivi del brand: sviluppare una serie di prodotti che mirino a soddisfare
i bisogni di una clientela evoluta” spiega Franco Zanellato. “Le nostre collezioni
sono il completamento perfetto di un look elegante, ma anche di un abbigliamento sportswear-chic. Dalle calzature alle borse-lavoro, passando attraverso la
piccola pelletteria da cui si riconosce la qualità dei pellami e la visibile lavorazione sartoriale dell’oggetto. Un importante must a cui non rinunceremo mai e che
vogliamo sempre di più evidenziare.” “Una delle mie passioni è quella di recuperare dal passato oggetti che evochino un’emozione, un ricordo. Qualche stagione
fa ho scelto di inserire una cartella lavoro che è l’esatta replica delle borse da
postino del dopoguerra, contraddistinte dalla chiusura in metallo. Questo oggetto
è diventato in brevissimo tempo il nostro prodotto di identificazione, un accessorio che ci ha permesso di puntare ad un target esclusivo ed elevato: Tessabit di
Como, come Sugar di Arezzo o Janet Brown a New York, sono solo alcuni dei
nostri rivenditori.” (Pambiancoweek)
Modelli unisex per
Munich Special Edition
M
unich nasce nel
1939 a Sant Boi de
Llobregat vicino a
Barcellona specializzandosi
da subito nella produzione di
scarpe tecniche per il gioco
del calcio. Negli anni ’70
quando in Spagna esplode la febbre del calcio a 5 (o “Futsala” in spagnolo)
MUNICH sviluppa il primo modello di calzatura specifica per questo sport
diventando in pochissimo tempo leader del settore.
Le scarpe MUNICH con il passare del tempo hanno acquistato sempre più
forza e notorietà tanto è vero che campioni di Futsala, come Paulo Roberto,
Marcelo, Seco, Carlos sanchez ed Adriano Foglia, continuano a scegliere la
scarpa con la “X”.
Dalla storia di Munich nasce la linea “Special Edition”, una riedizione del
primo modello di scarpe per il calcio a 5 realizzato negli anni ’70. I modelli
sono unisex e vengono proposti ogni stagione in colori, accostamenti e materiali sempre nuovi.
L’inconfondibile “X” , il simbolo che ormai contraddistingue le MUNICH, si
colora di contrasto sulle tomaie; tutti i modelli vengono dotati di tre paia di
stringhe da abbinare a proprio piacimento. (Pambiancoweek)
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SPECIALE PITTI UOMO
Novità per Swiss-Chriss
L
a linea Swiss-Chriss sposa la
filosofia dello stile del riciclo
visto come gesto dalla forte
propensione al moderno, alla sperimentazione, ma con una valenza
emozionale perché fa parte del
vissuto, di quanto già conosciamo.
L’intuizione è dello stilista Christian
Wernle che, un giorno, girovagando
per caso in un negozio di articoli
militari, fu attirato da materiali inediti
ed inusuali quali gli articoli in liquidazione utilizzati dall’esercito svizzero, tessuti
come quelli per tende da campo e sacchi a pelo, studiati per attività e lavori
non appartenenti al quotidiano, che si sarebbero prestati ad una re-interpretazione.
Ogni capo delle collezioni Swiss-Chriss è un pezzo unico, rigorosamente originale svizzero. Questi “oggetti” senza tempo non devono e non possono rispettare nessun diktat della moda e, date le particolarità, diventano un capo caratteristico, unico, mai visto fino ad oggi. (Pambiancoweek)
Pelle, seta e Cachemire
per l’inverno di DDP
Ora più che mai, DDP percorre un vero
e proprio cammino creativo proponendo
quest’inverno una collezione particolarmente
articolata e destinata agli adulti. Oltre al denim,
un must di questa stagione, sono stati utilizzati
anche alcuni materiali nobili, come la pelle,
la seta e il cachemire. L’eleganza di questa
collezione invernale è esaltata dalla presenza
di molti motivi decorativi. Il tema “Veleno”
propone una linea particolarmente poetica:
forme attillate che conferiscono agli uomini
che le indossano un’aria da perfetti “dandy”.
L’eleganza sembra essere il vero e proprio leitmotiv di una linea costruita attorno a tessuti
come lana, seta, cachemire, pelle e denim grezzo. Nero, ecrù e violetto sembrano
essere i colori indispensabili. Il 100% cachemire fa il suo ingresso nella collezione
con un elegante maglione a collo alto, ornato qua e là da ricami su canovaccio o
da dettagli in fili tinti. Una T-shirt collo a V con cappuccio in seta e cotone e vita
segnata e una camicia in popeline di cotone a collo rovesciato e con pinces, completano un tema elaborato nel segno della precisione, del confort e dell’estetismo.
Il tema “Kabbala” rappresenta il tema street&chic. La linea si ispira alle influenze
e ai simboli dell’Asia minore. Lo spirito del “fatto a mano” e i dettagli ornamentali caratterizzano l’intera linea, costruita attorno ad un tema mistico e spirituale
molto studiato. La collezione, costituita essenzialmente da capi in lana “Principe
di Galles” con stampe mimetiche e in denim, si declina prevalentemente in
tonalità brune, castagna e ruggine. La linea “Gengis Khan”, sviluppata attorno allo
stesso tema, propone un cappotto a tre quarti in lana spigata con fodera in sherpa.
(Pambiancoweek)
week
week)
Bray Steve
Alan.
For lounge
lovers only
Bray Steve Alan è la prima linea di
Einstein Progetti e Prodotti. Chi indossa
Bray Steve Alan ama l’azzardo e l’eclat,
l’immagine di forte impatto, che ti fa
sentire unico. L’originalità ‘giusta’, che
segue i trends più nuovi ed emergenti
in fatto di cinema, musica, letteratura,
life style. Caratteristiche inconfondibili
di questa linea sono ironia e spirito
cool: una sorta di lenti filtranti con le
quali guardare le cose che ci circondano e, naturalmente, quelle da indossare.
In Bray Steve Alan il gusto italiano
morde il futuro, diventa internazionale,
cosmopolita, così il cuore dello stile
pulsa frenetico, tachicardico come quello delle grandi città del mondo: Londra,
Los Angeles, Las Vegas, Saõ Paulo, ecc.
Mix di stili ne inventano uno solo,
inconfondibile ed ogni volta nuovo e
personale. Ovvero tutti i capi in collezione sono perfettamente abbinabili
e interscambiabili fra loro. Costruzioni
sartoriali innovative: quelle sagge e tradizionali vengono sdrammatizzate da
tagli imprevisti e decostruzioni strategiche. Bray Steve Alan Cult: stampe, trattamenti speciali e sperimentali, lavaggi,
ricami e così via, tutte elaborazioni creative che fondono artigianato e hi tech,
soprattutto su T-shirt, felpe e camiceria.
Outsider in collezione, la jeanseria ha
uno spazio a sé, che punta sul pezzo
unico: grazie a trattamenti hand made,
lavaggi a varie gradazioni, stonaggi, trattamenti stratificati, vernici che si rigonfiano, ecc. non c’è un capo uguale
all’altro. E i finissaggi sono tutti rigorosamente italiani. (Pambiancoweek)
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SPECIALE PITTI UOMO
Caccia alla volpe
per Messaggerie
Messagerie, disegnato
da Patrizio Piscaglia,
propone il suo caratteristico style-mix
che percorre trasversalmente i target di
riferimento, arrivando
a un uomo ironico e
senza età. La collezione invernale, si ispira
alla Caccia alla volpe
che, per l’occasione,
diventa Combact Fox,
un modo per reinventare i motivi cult del
brand, come la giacca
di panno rosso acceso,
i riferimenti alle divise, alle marsine Circuì,
rappresentando il pretesto stilistico per dare
vita a una linearità ricercata e fare il verso
all’eleganza britannica per un look gioioso,
educato e raffinato. (Pambiancoweek)
La velina Thais
testimonial di Shyno
Scrivimi una mail. Leggendo il codice sulla
mia maglia, felpa, giacca. Da oggi questo
invito arriverà anche da Thais Souza Wiggers,
la velina bionda appena entrata nell’orbita
di Shyno, il primo marchio di moda multimediale, come testimonial. La bionda brasiliana contribuirà a rendere nota al grande
pubblico la straordinaria idea che Simone
Giancola, giovane imprenditore milanese, ha
trasformato in business poco più di un anno
fa: mettere codici mail sui capi, usando il
nome di località note in tutto il mondo unite
a sequenze numeriche dall’1 al 99, per far
sì che chi li acquista entri in una comunità
virtuale, si registri e possa ricevere messaggi
da chiunque lo veda e “riconosca” il suo indirizzo. Per un anno, Thais sarà legata a Shyno
e indosserà capi Shyno. Accompagnando
la vera novità del marchio: da febbraio sarà
possibile anche l’invio di messaggi sms con
lo stesso sistema. Un codice, la certezza che
chi lo indossa riceverà il tuo messaggio e sarà
libero di rispondere. (Pambiancoweek)
Novità assoluta per
Timberland
Outlier Rugged Chukka è
una scarpa di pelle di prima
qualità e waterproof. La particolarità di questa famiglia
di scarpe è la sua tecnologia
innovativa: ovvero questa scarpa (e l’intera famiglia) presenta un sottopiede rimovibile
e adattabile. In sostanza questo sotto piede riesce ad adattare la scarpa
fino ad una mezza misura di differenza. È la scarpa che si adatta al piede.
(Pambiancoweek)
I viaggiatori del duemila
indossano Voile Blanche
La ricerca del bello e
utile è anima e corpo di
Voile Blanche. Nella sua
breve storia, il suo percorso si sviluppa nella
direzione di proporre
oggetti che diventano
pesi e leggerezze, modelli e costruzioni, pietre di una collezione che cambia, si trasforma, si rinnova integrandosi, arricchendosi, perfezionandosi,
rimanendo fedele al suo stile. 220 gr, 230 gr, 205 gr e superleggera modificano la loro struttura interna e sono proposte con il nuovo fondo in cuoio
e gomma; il mocassino Royal si presenta in montone baby; la Admiral
babuche si presenta come una pantofola reale, da relax in cabina, omaggio
ai navigatori di tutti i tempi. Nella moda la divisa ha sempre rappresentato
non solo un codice ben preciso, ma un’ espressione di eleganza, che non si
poteva acquistare in boutique, andava conquistata sul campo, con onore. A
questi uomini Voile dedica la collezione Admiral per la prossima stagione
autunno-inverno 2006: araldiche, ricami di metallo, onorificenze e stelle
che segnano il tempo e che vengono concesse come segno di appartenenza a un circolo. Portarle è un segno di gratitudine verso la storia. Panni consumati dalla salsedine, vele panna come divise ingiallite dal tempo, nappe
entrefino, montoni baby come i colli dei giacconi dei marinai americani,
cammelli conciati al sale, nappe nuova zelanda sauvage e vacchette naturali, si abbinano a cordini cerati e fustagni pettinati. (Pambiancoweek)
Sportiva e retrò,
è la nuova linea Sweet Years
La collezione di calzature uomo-donna “Sweet Years” ha un gusto decisamente sportivo con cenni retrò, in perfetta sintonia col cammino già
intrapreso dal Marchio nell’abbigliamento, diventato in brevissimo tempo
un segmento importante nello sportswear. I colori spaziano dai neutri sino
ai toni brillanti del rosso e del blu, spesso contrastati dal bianco ottico. Le
forme sono morbide, la tomaia strizza l’occhio ad una sneaker contemporanea di gusto “vintage” ed i fondi sono tutti in gomma naturale per il
massimo confort. (Pambiancoweek)
42
SPECIALE PITTI UOMO
Lusso e confort per Valstar
Nel panorama attuale delle collezioni di
abbigliamento sportivo Valstar è riconosciuta
universalmente come azienda leader dello
sportswear classico. Le novità introdotte
nella collezione per la prossima stagione
Autunno-Inverno 2006/2007 sono i capi
realizzati in lana storm system e foderati con
pelliccia weasel, caratterizzati da sovraccolli
e bordi cappuccio in mourmasky, castorino
e astrakan. La maggior parte dei capi sono
realizzati in lana e misto cachemire; il blu, il
nero, accenni di bluette e il grigio scuro sono
i colori predominanti. La scelta dei tessuti
segue un’ispirazione di gusto inglese e, non
dimenticando lo spirito di rinnovamento che caratterizza le ultime collezioni
Valstar, comprende disegni galles, spine di pesce, pied de poule presentati
scegliendo tra basi differenti: dalla lana pura vergine alla lana storm system al
nylon. Per gli uniti ci si è concentrati sulla qualità più pregiata di puro cachemire. Costante fondamentale della stagione è il velluto, proposto nella nuova
versione a coste con trattamenti che lo rendono idrorepellente. Infine viene
presentato un tessuto di cotone idrorepellente, progettato con uno speciale
filato melange che lo rende leggermente cangiante. Nella pelle è stato seguito
lo stesso approccio che caratterizza il resto della collezione sia per quanto
riguarda i colori che il gusto. Completano la ricca collezione di pelle i montoni, realizzati sia con lavorazione classica che a taglio vivo. (Pambiancoweek)
Due novità per Paul&Shark
P
aul&Shark presenta MP3 jacket, un bomber di nuova generazione
per chi ama la moto e la musica. Giubbotto ergonomico che segue il
trend del moto-wear con tessuto idrorepellente molto resistente e con
performance anti-goccia con inserti in pelle trattata e con collo in cachemere
e con un MP3 - riposto in un’apposita tasca interna - per sentire la musica
anche in mezzo al traffico sfrecciando sulle due ruote. Il giaccone Alaska per
resistere a temperature polari. L’imbottitura in doppia piuma d’oca e l’esterno in tessuto laminato con proprietà idrorepellenti e traspiranti. Le fodere
interne sono sempre accessoriate da infinite tasche per custodire documenti,
passaporto, portafogli, cellulare. (Pambiancoweek)
week
week)
Novità per Peak Performance
Materiali soffici al tatto per questa collezione Peak performance A-I 06/07,
che riesce a coniugare il mood streetwear con l’assoluta funzionalità dei capi.
Le giacche e le t-shirts hanno un aspetto brushed, lana e cachemire sono
stati utilizzati nella maglieria ricca di dettagli e dalla silhouette asciutta. I capispalla sono leggeri senza rinunciare al calore grazie ai materiali performanti
di ultima generazione, prima introdotti nell’Activewear e ora utilizzati anche
nella collezione Sportswear. Materiali che consentono di mantenere massima termicità con il minimo ingombro. Tre i temi della collezione: Urban,
Vintage ed Essential. (Pambiancoweek)
Sealup.
L’impermeabile
italiano dal 1935
Sealup,
nome
che
evoca il
“Lupo
di
Mare”,
rappresenta un
marchio
storico
nella
memoria della
moda
italiana,
così come il logo che lo contraddistingue
dal 1935: il profilo di un nostromo col
cappello “Sudovest” e la pipa. L’obiettivo del
capo Sealup è coniugare alte performance e
raffinatissimi tessuti: bellezza e tecnologia in
un unico prodotto creativo, affidabile e contemporaneo. Il classico esempio dell’archetipo della qualità Made in Italy. Perché Sealup
è tutta italiana, non solo per i suoi fondatori,
ma anche per la sua produzione che è
sempre rimasta qui, tra le mani degli operai
e degli artigiani italiani. Tra le tante novità
in Collezione, il Motorcycle Trench offre un
tocco di eleganza ai centauri più esigenti. I
dettagli di questo raffinato trench, ispirato a
uno storico modello degli anni Sessanta, lo
rendono affidabile nelle alte performance.
L’attenta costruzione è studiata per garantire
un’assoluta impermeabilità a pioggia e vento: spalla a raglan intera pensata per far scivolare velocemente le gocce di pioggia; polsi
con le chiusure antivento; cuciture all’inglese
ribattute a 1 cm.; spacco con lo sfondo; cuciture di rinforzo nella cintura e nel sottocollo.
Il Riding Coat o “impermeabile da cavallo” è
un capo versatile: elegante in città, comodo
e affidabile nel tempo libero o in campagna.
E’ realizzato in pregiato cotone accoppiato,
termoadesivato, con tasca passante, rinforzi
in tessuto incollato con taglio al vivo. L’interno staccabile è in tweed di lana con disegno
esclusivo Sealup “coperta cavallo”.
(Pambiancoweek)
43
SPECIALE PITTI UOMO
Rip Curl, “da surfisti per surfisti”
R
ip Curl, una delle board company
più prestigiose al mondo, nasce a
Torquay - Bells Beach, Australia, nel
1969 grazie a due surfisti Brian Singer e Doug
Warbrick. Il marchio, inizialmente legato alle
mute da surf, si diffonde in tutto il mondo
nel 1973, durante una manifestazione tenutasi a Bell’s Beach, dove parteciparono tutti
i più grandi campioni della tavola. Diventato
famoso anche oltre oceano, alle mute si
aggiunge presto anche la produzione di una
collezione d’ abbigliamento più sportswear,
ispirata alla filosofia di una nuova ricerca
dell’avventura, intesa come scoperta di nuovi
spot per surfare. Continuamente alla ricerca
di novità,, Rip Curl, oggi è una realtà in continua crescita, non solo in termini di
fatturato ma anche come esclusività di prodotto. (Pambiancoweek)
Le Coq Sportif,
forme lineari e
mood naturale
enri Lloyd inverno 06-07
presenta un nuovo progetto,
ENSIGN, per una collezione
che parla di storia e di uomini di mare.
“Ensign”, letteralmente bandiera, è il
flagship della collezione; è il “viaggio”
attraverso mari ma soprattutto attraverso l’uomo che vive in mare aperto.
Un “progetto” di 25 capi per l’uomo
elegante, curato ed attento ai dettagli,
che sceglie il capo raffinato nel gusto ma
dallo stile invecchiato dal tempo trascorso in mare. Grande l’ ispirazione “navy” e
marina. Le giacche i pantaloni e la maglieria sono trattati in capo per evidenziare
gli effetti di usura ……”come se avessero fatto un viaggio virtuale di lunghi mesi
in mare aperto e superato mille intemperie”. La collezione 06-07 è una bandiera “ENSIGN” del vero lupo di mare, che va oltre la moda e qualsiasi tendenza.
Ricchezza dei materiali e forme pulite,
lineari, quasi sinuose per le calzature
Le Coq Sportif del prossimo inverno.
La matrice è sportiva ma l’orientamento è fashion, sempre più vicino
alle “brown shoes” da città. L’utilizzo
urbano prende il sopravvento, i materiali si evolvono verso un look pulito
e raffinato: ecologici come il canvas,
suede e cuoio con cuciture in evidenza. I colori diventano veri e propri
temi portanti della collezione, come il
nero e il bianco, o ancora la presenza
di rombi sui tessuti che personalizzano le tomaie.
I colori sono quelli dell’autunno:
brown, crema, verde scuro, bianco,
nero. Particolari e caldi i modelli mid
con tomaia in morbido scamosciato
foderati in ecopelliccia.
Caratteristico lo stivaletto con chiusura rapida con lacci con bloccastringhe
a contrasto, imbottito in ecopelliccia, tomaia scamosciata o a rombi.
(Pambiancoweek)
(Pambiancoweek)
Henri Lloyd presenta “ENSIGN”.
Un viaggio per mare
H
New Balance Classics autunno-inverno 2006
La collezione New Balance Classics A/I 2006 è divisa in quattro concept: NB Traditional, Urban Street Culture, Luxury
Leather e Vintage Jackets. La linea NB Traditional è stata realizzata sfogliando i vecchi cataloghi New Balance da cui sono
stati recuperati modelli che hanno spopolato nei campus universitari di mezza America come la NB574 e scarpe dal look
contemporaneo che si ispirano a training shoes dei primi anni ’70 come la NB555. La linea Urban Street Culture si ispira
alla musica, all’arte e all’abbigliamento street tipico delle città più dinamiche di tutto il mondo, in particolare delle metropoli
giapponesi. Colori brillanti, materiali diversi accostati tra di loro, e intersuola colorata, sono le caratteristiche di questi modelli.
Infine le linee più eleganti e raffinate – Luxury Leather e Vintage Jackets – costituite da modelli rétro realizzati con pellami di
primissima qualità ispirati agli accessori in pelle
firmati e agli interni in pelle delle macchine più
famose, oppure ai giubbotti da aviatore in pelle
con il collo in pelliccia o in ripstop. (Pambiancoweek)
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SPECIALE PITTI UOMO
Eventi Speciali per CK
Calvin Klein Jeans e ck Calvin Klein parteciperanno quest’anno a Pitti Uomo
con importanti eventi e stand contraddistinti dal brand. Calvin Klein Jeans terrà
un party esclusivo venerdì 13 gennaio negli straordinari ambienti dello storico
Teatro Goldoni, corredato da uno spettacolo dal vivo di un importante star
internazionale e da una presentazione davvero unica dei prodotti. Tra gli ospiti ci
saranno editor e retailer di tutto il mondo, celebrities e personalità di spicco della
società fiorentina. ck Calvin Klein parteciperà a Pitti Uomo – per la prima volta
in assoluto – con uno stand appositamente progettato per l’occasione presso il
Padiglione della Ghiaia. La linea bridge dell’abbigliamento ck Calvin Klein verrà
lanciata nei migliori department store di tutta Europa e del Medio Oriente nella
primavera del 2006 insieme a un’offerta complementare di accessori griffati. La
diffusione della linea bridge in Europa rappresenta un ulteriore passo avanti nella
strategia della società per riaffermare il brand a livello mondiale. (Pambiancoweek)
Raffinata modernità per Fiume
Destinato ad un uomo consapevole, con un gusto che
guarda alla vita in modo nuovo e vuole una linea equilibrata, ingredienti raffinati, modernità ed energia, purezza e
autenticità, capi facili da indossare, che si adattino alla vita
quotidiana sempre in movimento, con un a caratteristica
di perfezione in tutti i dettagli anche quelli nascosti. La
collezione offre altissima qualità e il piacere di giocare con
la freschezza dei colori a cui affida il compito di rallegrare
la serietà delle tinte dello stile urbano . Non colori pastello
quindi, ma colori sorbetto che vanno dall’arancio al rosso
bruciato, a nuovi toni di rosa o blu pervinca, al verde cetriolo
e verde erba di campo, pensati proprio per armonizzare
con il cammello e il grigio chiaro e scuro dei completi della
nuova stagione. Il potere della composizione esatta dei capi
si esalta nella estrema raffinatezza dei materiali che sono:
puro cashmere, lana e cashmere, viscosa e seta stretch molto
elegante e nuova e poi lana merinos e shetland che , ripensato e cardato ,mantiene volume ma è anche molto soft e leggero. Nel motivo rigato, la riga diventa
importante come se fosse un accessorio e sono proprio i giochi di righe riprodotti
anche nei dettagli che costituiscono la prerogativa del marchio. (Pambiancoweek)
week
week)
Evoluzioe e tecnologia per Add
A
dd concept: tecnologia e funzionalità per un
moderno Sport-à-porter. Tasche nascoste,
rivestimenti interni in “rete”, nuovo sistema
di avvolgimento del capo ideale per gli spostamenti
urbani in moto, capi con inserti nascosti anti-pioggia
per proteggersi dagli improvvisi cambiamenti climatici.
Denimlight (evoluzione della tradizionale tela denim
per rinnovare il classico piumino) , Addlight (l’esclusivo tessuto super-leggero), NylonGloss, CottonCraft,
TechnoGab (nuovo materiale tecnico tinto in capo).
Originale impiego di materiali hi-tech e soluzioni
studiate anche sui capi-spalla più casual. Nuova interpretazione per i pezzi classici del guardaroba maschile:
giacconi, parka, gilet, bomber… (Pambiancoweek),
Royal vagabond
per Nanibon
Il protagonista della
collezione si
sente un giovane rampollo di buona
tradizione a
cui piace il
lusso, ma lo
interpreta alla
sua maniera,
è ironico
e brioso e
incline a uno
stile sportivo dressing
down piuttosto che dressing up. I capi
in maglia propongono elementi che
traggono ispirazione dalle divise della
Polo League International ne riprendono lo stile all’esterno e spesso, per
una operazione di perfetto understatement, le rifiniture all’interno mostrano
emblemi che suggeriscono il Polo
Team di appartenenza. I colori base
sono: blu, verde acqua, violetto , ciclamino. I filati privilegiati sono il cashmere, il lambswool supergeelong e la lana
vergine, a volte puri a volte mischiati
fra loro, spesso con effetto cardato o
smerigliato. La vestibilità si avvale di
proporzioni nuove che rendono la figura più snella e scattante. Il divertimento
nasce dal gioco del classico reinterpretato e aggiornato: i pull lavorati a rombi
sul davanti, mostrano, a sorpresa, una
lavorazione jacquard sul retro.In altri
capi, ancora più innovativi, i rombi
vengono stampati con la tecnica del
maltinto o sopratinto per creare un
effetto sfumato. Il tema herring bone
viene trasformato con contributi grafici,
il pied-de-poule è stampato con effetto
painting e i micro jacquard sono realizzati in colori faux uni che ne sottolineano la novità evitando l’effetto vintage.
Un look che l’uomo Nanibon sceglie
per la raffinata modernità ed energia
e per esprimere la freschezza di uno
spirito sicuro di sè ma anche capace di
fantasia e tenerezza. (Pambiancoweek)
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SPECIALE PITTI UOMO
Edoardo Costa
veste Nautica
I
l dinamismo
della vita cittadina richiede
un abbigliamento
pratico e versatile,
caratterizzato da
dettagli tecnici e
che assicuri una
grande libertà di
movimento. La
collezione del
prossimo autunno-inverno propone blazer e
giacche in lana
multifunzionali con piumino staccabile all’interno, giubbotti in cotone e nylon reversibili
con interno in pile, giacche in feltro impermeabili o imbottite in leggera microfibra.
(Pambiancoweek)
Exclusive lounge
per Corneliani
I
l concetto di
uno stile globale,
che ha guidato
la Corneliani nelle
scelte creative e nella
realizzazione delle
boutique e dei corner in tutto il mondo,
trova conferma nello
stand allestito a Pitti
Immagine Uomo
2006. Uno spazio di
grande suggestione
e coerenza, in cui
lusso e raffinatezza convivono con un moderno design Made in Italy.
Superfici in legno decapato, candida moquette, divani e cuscini in materiali nobili, plaid in
cachemire e pelliccia, specchi…amplificano
il tono esclusivo delle collezioni declinate
in tessuti tra i più pregiati, in una sinfonia di
bianchi, miele e grigi tenuissimi. Nel Lounge
Corneliani, di grande emozione visiva, l’essenza del comfort e di un’eleganza sofisticata
convivono in un’atmosfera lontana da ritmi
frenetici. Qui, sogno e desiderio sembrano
infine possibili. (Pambiancoweek)
Bonas presenta A Snob
Maurizio Bonas, presidente del Comitato per la
difesa e la tutela del “Made in Italy”, raggiunge
un nuovo importante traguardo con l’ingresso
al Pitti Immagine uomo della sua collezione
personale A Snob, un progetto di ricerca e di
sperimentazione stilistica che nasce dall’anagramma di Bonas. Il debutto alla manifestazione
fiorentina coincide con un’importante novità:
G.B. Studio ha appena concluso un accordo con
la Fanny S.r.L. di Modena per la produzione in
licenza della linea di abbigliamento, perché A
Snob vuole essere prima di tutto un prodotto totalmente ed orgogliosamente Made in Italy. La collezione f-w 06-07 è il risultato di un lungo
lavoro di équipe: un city wear di ricerca sia tecnica che culturale. Si ispira
ad un vago gusto retro’ anni ‘50 impreziosito da nuovissime tecniche nei
materiali come nelle lavorazioni. (Pambiancoweek)
Un “barracuda” per Riva
N
ella collezione invernale
viene data continuità al
modello “Barracuda Riva”
che ha incontrato un vero entusiasmo nell’edizione estiva e che è stato
identificato come il giubbotto ideale
per tutte le occasioni freetime e non
solo. Nella versione invernale viene
riproposto in materiali come la Lana Spinata con all’interno una spalmatura tecnica con imbottitura “thermore” che garantisce la temperatura corporea costante, oppure nella versione in nylon tecnico e ancora in cotonenylon. Tutti i materiali sono tecnici e possono garantire impermeabilità e
traspirazione. Il giubbotto “barracuda” è nel contempo caldo e confortevole
con un peso adeguato alle temperature meno rigide per inverni sempre
più brevi. Le rifiniture sono accurate come in tutti i capi della collezione, in
particolare il “barracuda Riva “ porta un carrè sulla schiena che lo identifica e
l’interno collo è in costina. (Pambiancoweek)
Innovazione e resistenza per
Eastpak Apparel Collection
Una collezione versatile caratterizzata da capi funzionali e performanti
adatti ad un look casual da città! Must della collezione le giacche, da
motociclista e da pilota, i bomber e l’intramontabile parka; articoli realizzati
con materiali high tech, in grado di garantire elevate performances: resistenza, protezione - antipioggia e antivento, traspirabilità senza trascurare
l’ottima vestibilità. Novità assoluta anche per il jeans in Cordura Denim,
nell’originale reinterpretazione del modello “classic worker”, praticamente
indistruttibile. Da abbinare con le morbide felpe, le colorate t-shirt e le classiche polo per un Eastpak total look! Per fronteggiare la stagione più fredda
Eastpak ha introdotto nella collezione il piumino: very strong e super leggero, in vera piuma d’oca e tessuto tecnico, da indossare in ogni occasione!
(Pambiancoweek)
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