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N. 1/II - 11 Gennaio 2006 QUINDICINALE Spedizione in abbonamento postale 70% DCB Milano - www.pambianconews.com 2006 PARTE DA PITTI L’ANNO DELLA RIPRESA ANALISI PAMBIANCO SUI BILANCI DEI TOP 100 GRUPPI MONDIALI DELLA MODA PITTI UOMO APRE IL NUOVO ANNO DELLA MODA CA’ DA MOSTO CRESCE E GUARDA ALL’ESTERO KITON, UN SUCCESSO TUTTO MADE IN ITALY Per ricevere gratuitamente Pambiancoweek per e-mail in formato elettronico registrati su www.pambiancoweek.com Per abbonarti a Pambiancoweek in formato cartaceo vai all’ultima pagina di questo numero SOMMARIO 7 4 Intervista a Raffaello Napoleone — L’Uomo italiano passa da Pitti (Pambiancoweek) 7 Top 100 Gruppi Mondiali — I Gruppi del Made in Italy nel gotha della moda mondiale (Pambiancoweek) 10 Strategie — Mister Diesel va nel lusso (Panorama) 11 Strategie — Crescono i piccoli Benetton del Sud (CorrierEconomia) 13 Bilanci — Le lancette dicono che è l’ora di Bulgari (Finanza&Mercati) 13 Strategie — Leonardo Del Vecchio nuovo re di Borsa (La Repubblica) 14 Strategie — Zegna: al supermercato del glamour (Economy) 15 Strategie — Polegato: apriremo altri 140 negozi Geox nel 2006 (Il Sole 24 Ore) 17 Strategie — Favrin: i cambiamenti sono inevitabili (Affari&Finanza) 18 Strategie — Armani aprirà le sfilate pensando alla Camera della Moda (Finanza&Mercati) 19 Strategie — Quando Napoli vince in Azienda (Il Mondo) 20 M&A — Tommy Hilfiger passa a Apax (Corriere della Sera) 20 Strategie — Victoria’s Secret amplia il portafoglio dei brand (Finanza&Mercati) 21 Strategie — La Stella di H&M è poco brillante (Finanza&Mercati) 22 Bilanci - Profitti quasi triplicati per Escada (Pambiancoweek) 23 Facis — Piero Bucalo presenta i nuovi progetti dell’Azienda (Pambiancoweek) 28 Sover — Nuovi negozi e uffici in Romania (Pambiancoweek) 29 Giorgio Fedon — Nuovi monomarca a New York e Parigi (Pambiancoweek) 29 Paul & Shark — Raddoppia a Milano (Pambiancoweek) 30 Armani — Il lusso all’assalto dei nuovi mercati (Pambiancoweek) 11 31 Mittel — Acquisisce Pepper e Moncler (Pambiancoweek) 31 Fingen — Vende le licenze di CK a Warnaco (Pambiancoweek) 20 32 Prada Usa — Darrow lascia l’incarico di Ceo (Fashionmagazine.it) 32 Moda — Questo è il valzer delle pierre (Panorama) 32 Robert Singer — E’ il nuovo AD di Barilla (Pambiancoweek) 23 33 Samsonite — Farà le valige per Lacoste (Fashionmagazine.it) 33 Ratti — Rafforza il sodalizio con Chantal Thomass (Pambiancoweek) 34 Cà Da Mosto (Seventy) — Sergio Tegon presenta una realtà di successo (Pambiancoweek) 38 North Sails — Collezione dal “Sapore di Mare” (Pambiancoweek) 39 Trussardi — La griffe del levriero lancia Tru Trussardi (Pambiancoweek) 43 Sealup — L’impermeabile italiano dal 1935 (Pambiancoweek) 31 32 45 CK — Eventi speciali a Pitti Uomo (Pambiancoweek) 24 Kiton — Ciro Paone parla del futuro dell’Azienda (Pambiancoweek) Spedizione in abbonamento postale 70% DCB Milano - www.pambianconews.com N. 1/2 - 11 Gennaio 2006 PITTI UOMO APRE IL NUOVO ANNO DELLA MODA CA’ DA MOSTO CRESCE E GUARDA ALL’ESTERO KITON, UN SUCCESSO TUTTO MADE IN ITALY Per ricevere gratuitamente Pambiancoweek per e-mail in formato elettronico registrati su www.pambiancoweek.com Per abbonarti a Pambiancoweek in formato cartaceo vai all’ultima pagina di questo numero (Pambiancoweek) 46 Corneliani — Presenta exclusive lounge (Pambiancoweek) ������������� 2006 Parte da Pitti l’anno della ripresa 46 Testimonial — Edoardo costa veste Nautica In Copertina: Raffaello Napoleone e Gaetano Marzotto, Sergio Tegon e Ciro Paone. Registrazione Tribunale di Milano n. 344 del 2/05/2005. Proprietario ed Editore Pambianco Strategie di Impresa S.r.l., Corso Matteotti n. 11, Milano. Direttore Responsabile Carlo Pambianco. Direttore Editoriale David Pambianco. Responsabile della redazione Chiara Dainese. Responsabile del trattamento dei dati personali (D. Lgs. 196/2003) Gianluigi Tufo. Tipografia DEAPRINTING, Novara. Per contattarci: telefono 02-76388686, e-mail [email protected] Diffusione media settimanale di 7.300 COPIE inviate ai migliori 4.000 Retailers italiani e a 3.300 Imprenditori, Manager e Opinion Leader del settore Moda & Lusso. EDITORIALE LE SFIDE DEL MADE IN ITALY Il 2005 appena concluso è stato il primo anno in cui i segnali di ripresa si sono manifestati con solidità, specie nel secondo semestre. Per le Aziende italiane il miglioramento è dovuto principalmente alla crescita delle vendite sui mercati internazionali piuttosto che alla ripresa della domanda interna, che ancora tarda a venire. Le aspettative per il 2006 sono però, per la prima volta, positive. Guardandoci indietro possiamo dire che nel quadriennio 2001-2005 appena trascorso, le Aziende della Moda e del Lusso sono state attraversate da profonde trasformazioni in risposta al forte aumento della competitività portata dalla globalizzazione. Vi è stata una fortissima ricerca di efficienza, cui veniva dedicata invece scarsa attenzione in precedenza, una maggiore formalizzazione dei ruoli e delle funzioni, dettata anche dall’aumento della complessità di gestione delle diverse aree di business, e infine, una notevole “managerializzazione“ delle Aziende, con l’inserimento crescente di risorse provenienti anche da altri settori, il largo consumo in primis. Da questa fase di profonda trasformazione sta oggi emergendo un gruppo di Aziende realmente attrezzate per competere a livello internazionale nei prossimi anni. Sono i 30 Best Performer emersi dalla ricerca PAMBIANCO su “Le strategie e i fattori vincenti dei Protagonisti di domani” presentata al Convegno PAMBIANCO – BANCA INTESA dello scorso novembre e pubblicata sul numero 28/I di Pambiancoweek. Aziende, con tassi di crescita e redditività nettamente superiori alla media e che costituiscono la punta di diamante di un gruppo più ampio di “nuove Aziende del Made in Italy”, che si stanno affermando nel contesto competitivo. Sono realtà fortemente orientate al mercato, hanno sistemi aziendali solidi, veloci e flessibili. Investono in maniera consistente nella ricerca di prodotto e conoscono molto bene le esigenze del loro target di riferimento. Perseguono una forte politica di marca (l’80% dei Best Performer ha un solo marchio) e investono in maniera consistente in comunicazione. Affrontano lo sviluppo internazionale mercato per mercato, con forti investimenti e tendono a creare strutture di vendita strettamente integrate con le politiche dell’Azienda. La sfida del Made in Italy sarà proprio quella di “seguire” le strategie di queste Aziende e di creare un nuovo modello di successo del Sistema Moda Italiano, in cui la centralità non sia più solo la creatività e l’artigianalità dei prodotti, ma anche la forza dei Brand, delle strutture aziendali e della rete di distribuzione. Infine non va dimenticata la sfida del Tessile, vera e propria spina dorsale della Moda Italiana che, in questi ultimi 4 anni, ha subito una concorrenza ancora più aspra e spesso al di fuori di qualsiasi regola. Qui l’imperativo sarà la continua innovazione, nel prodotto ed in tutte le aree chiave dell’Azienda, specialmente quelle più vicine ai clienti. Importantissimo per il settore sarà anche lo sviluppo della fiera Tessile Unica che quest’anno, dopo l’adesione di PratoExpo, è chiamata all’impegnativo compito di affermarsi al livello internazionale come vero antagonista di Première Vision. David Pambianco [email protected] 3 IN PRIMO PIANO PITTI IMMAGINE UOMO - PARLA RAFFAELLO NAPOLEONE L’Uomo italiano passa da Pitti Le imprese italiane del tessile-abbigliamento sono impegnate a cercare di interpretare una fase congiunturale contraddittoria e aggravata dalla liberalizzazione definitiva delle importazioni nel settore. Quali sono secondo voi i motivi delle difficoltà? Non credo che le difficoltà attuali possano essere interpretate in chiave congiunturale. Il 2005 è il RAFFAELLO NAPOLEONE quarto anno consecutivo di calo del fatturato per l’industria della moda italiana. In questi quattro anni la moda si è sganciata dall’onda ciclica della congiuntura del resto dell’industria manifatturiera, che ha toccato il punto di minimo nel 2002-2003, per poi godere di una qualche ripresa sia nel 2004 che, soprattutto, nel 2005 grazie al risveglio dell’export. Le spiegazioni delle difficoltà delle imprese della moda italiana si trovano quindi su un altro piano, quello dei cambiamenti strutturali del mercato. Qui credo sia necessaria una riflessione che superi la dimensione settoriale: è il settore in difficoltà o lo sono alcune, in realtà molte, delle sue imprese? Mi spiego meglio. I segni di importanti cambiamenti nel modo di consumare e produrre moda sono diventati evidenti alla fine degli anni ’90, quando l’asse dei fattori di successo si è spostata a favore del controllo delle reti distributive, dell’estensione internazionale dei mercati, dell’integrazione tra manifattura e servizi, scompaginando le tradizionali segmentazioni del mercato. Le imprese della moda italiana hanno dovuto imparare a prendere le misure di questi cambiamenti che hanno, in molti casi, trasformato in punti di debolezza alcuni dei tradizionali punti di forza del Made in Italy: penso alla frammentazione produttiva, all’accento sulle competenze materiali e artigianali, alla cronica PAL ZILERI difficoltà di muoversi agilmente sui grandi mercati mondiali, primo fra tutti quello americano, per inciso tra i più dinamici negli ultimi anni. E proprio qui sta il punto, in questa fase di cambiamento le imprese italiane si sono mosse a diverse velocità. Da un lato quelle che anche in una recente ricerca abbiamo chiamato i Campioni del Made in Italy si sono mosse rapidamente concentrandosi sui segmenti di mercato emergenti, combinando in modo nuovo competenze produttive, commerciali, di progettazione e di comunicazione, adottando modelli organizzativi adeguati ai nuovi mercati. Queste imprese certo non sfuggono alle difficoltà congiunturali e del quadro macroeconomico (il superEuro è stato un peso per tutti, la rapidità dell’esplosione dell’export cinese ha intasato per tutti i mercati), ma anche negli ultimi quattro anni sono cresciute e hanno fatto utili. Altre sono invece rimaste indietro, hanno continuato a produrre e vendere come facevano negli anni ’80 o ’90, perdendo quote di mercato, riducendo i ricavi, in molti e importanti casi uscendo definitivamente dal mercato. E’ in questo ritardo, che purtroppo coinvolge una parte non minore delle imprese, che si trova buona parte della spiegazione dei quattro anni di calo di fatturato del settore. In quale scenario si apre a Firenze la 69esima edizione di Pitti Immagine Uomo – anteprima mondiale delle collezioni di abbigliamento e accessori per l’autunno-inverno 20072008 – che registra da anni un costante successo di espositori e visitatori? Lo scenario generale è indubbiamente più confortante di quello che si prefigurava un anno fa. Soprattutto se, come noi siamo abituati a fare, assumiamo una prospettiva internazionale. Sul piano macroeconomico, malgrado le preoccupazioni derivanti dall’elevato prezzo delle materie prime, un fattore con cui le economie occidentali dovranno convivere per lungo tempo, la crescita sembra essersi consolidata su un orizzonte almeno biennale. Cominciano inoltre a sentirsi gli effetti benefici dell’inversione della tendenza al 4 PRIMO PIANO superEuro sulle esportazioni italiane. La parte più consistente dello shock della liberalizzazione degli scambi internazionali, inclusa la non brillante gestione da parte dell’Europa delle clausole di salvaguardia verso la Cina, è inoltre alle spalle e tra il 2006 e il 2008 si potrà contare, da questo punto di vista, su un assetto dei mercati se non altro più stabile. Ciò su cui, invece, non si potrà contare è una solida ripresa dei consumi in Italia e in Germania. Ne deriverà una maggiore importanza per le imprese italiane della moda dei mercati esteri ed extra europei in particolare. Le politiche di promozione del Made in Italy sui mercati FACIS esteri saranno quindi un fattore chiave, ma non è una novità, nel rendere più o meno roseo lo scenario per il prossimo biennio. Come devono cambiare le fiere per venire incontro alle esigenze del settore? Posso solo parlare di ciò che facciamo noi. Pitti cerca di adottare strategie di promozione adeguate alle richieste del mercato. In modo differenziato e con ruoli diversi a seconda dell’occasione e del luogo dove siamo coinvolti. A Firenze con Pitti Uomo, Bimbo, Filati, a Milano con i progetti sulla Donna, sul Pitti Living: in ciascuna di queste occasioni Pitti Immagine si pone al servizio di un sistema di cui è parte attiva e integrante. Nel concreto possiamo individuare quattro macroaree di intervento: agire in termini di progetto, segmentazione e atteggiamento curatoriale, selezione attenta e continua innovazione del prodotto e del modo di esporre, dialogo tra linguaggi: moda, archiGAS tettura, design, arte, comunicazione e marketing marketing. Come vede Pitti Immagine il quadro congiunturale? E’ ottimista per il futuro del settore? Sulla congiuntura c’e’ poco da dire, gli ultimi dati disponibili relativi a settembre-ottobre 2005 sono ancora negativi, se si fa eccezione per le esportazioni e il fat- turato estero che con un po’ di fatica hanno svoltato verso il segno positivo. Soprattutto nel vestiario, meno nel tessile. Per il futuro vale quanto detto più sopra, le condizioni macroeconomiche sono oggi favorevoli, le imprese che hanno per tempo saputo adeguarsi ai cambiamenti del mercato saranno in grado di trarne vantaggio. Una spinta all’ottimismo, che rientra nella categoria dell’ottimismo della volontà, viene dal fatto che, anche grazie al successo di quelle imprese che chiamiamo i campioni del Made in Italy, oggi c’e’ maggiore consapevolezza delle opportunità a disposizione delle imprese e della direzione da intraprendere, per le imprese che sono state meno pronte a reagire ai cambiamenti. Quali sono i punti di forza di Pitti Immagine Uomo? Quelli di sempre: anteprima (che vuol dire ricerca, selezione e scouting continuo del mercato), un’attenta segmentazione della proposta espositiva sui tre grandi filoni del classico, dell’informale e dell’avanguardia e sui loro sotto-segmenti, servizio accurato agli operatori e sensibilità alla comunicazione e alla cultura che ormai sono parte integrante del prodotto di moda. In una parola: “qualità”, un insieme di fattori che viene modulato in forme sempre diverse che noi cerchiamo di anticipare piuttosto che seguire. Che spazio occupa il settore del lusso all’interno di Pitti Immagine? Dipende da quale definizione se ne dà: una moda di qualità ha sempre a che fare con il lusso. E le nostre fiere hanno tutte a che fare con aziende di qualità, grandi e piccole, conosciute o meno, industriali o artigianali. Oggi poi il lusso si è diversificato, non è più uniformato a fisionomie di stile definite e statiche come una volta. Anche del lusso bisogna cogliere la continua evoluzione in termini di idee oltre che di prodotti. Se comunque si segue una definizione tradizionale, tutti i grandi marchi del lusso maschile sono 5 PRIMO PIANO rappresentati in una fiera come Pitti Immagine Uomo. Quali cambiamenti avete rilevato tra le aziende espositrici in termini di approccio, prodotti, comunicazione…? Una sempre più accentuata attenzione alle emozioni che i prodotti devono suscitare in chi le vede e quindi CORNELIANI anche nel consumatore finale. Il consumatore è un riferimento ideale costante di fiere come le nostre che sono rivolte agli operatori del settore. Quindi anche attenzione alla storia e all’identità dell’azienda e del prodotto, cioè alla cultura e alla comunicazione che deve trasmetterla. Questo un tempo era proprio solo di grandi aziende ben strutturate e oggi è invece un’esigenza sentita da tutti. E poi naturalmente ricerca stilistica, che in un mercato un po’ imballato come l’attuale, rimane sempre la carta vincente. Che cosa si aspetta da questa edizione di Pitti Immagine? Se dicessi una conferma dei risultati delle edizioni precedenti potrebbe sembrare che mi accontenti di poco. Invece no, perché da molte stagioni e nonostante una lunga situazione economica d’incertezza per la moda, le edizioni precedenti sono state in crescita, sia in numeri che in qualità. In particolare, mi aspetto una crescita dei mercati emergenti CANALI ma, visto che si affacciano dei segnali di ripresa nell’area europea, spero si esprima una certa energia anche da questi mercati così importanti per il nostro export. E poi, con un rapporto euro-dollaro più equilibrato, anche sul mercato americano ci sono buone possibilità di tornare a esprimerci con maggior forza. Quali sono i programmi di espansione di Pitti Immagine sia in Italia che all’estero? In Italia si approfondiscono sempre più i nostri rapporti con Milano. Dal 2006 gestiremo direttamente la rete di manifestazioni di moda femminile costituita da White, neoZone e Cloudnine, che si innestano sulla settimana delle sfilate e che, per il loro carattere più creativo, richiedono una presentazione più ritardata. Ma ci interessano anche le manifestazioni rivolte ad aziende e collezioni che necessitano invece di una presentazione più programmata e che sono quindi più anticipate nel tempo. Su Firenze è in atto da qualche anno un’estensione delle nostre attività. Le nostre fiere si aprono sempre più alla città – ne sono esempi Rooms e, ancor più di recente, Welcome – e intensificano il loro ruolo di luogo progettuale oltre che espositivo nella moda ma anche in campi che riguardano forme della moda come il benessere e il corpo – è il caso di Fragranze – o settori come l’eno-gastronomia – mi riferisco alle presentazioni delle Guide dei Vini dell’Espresso o a nuove manifestazioni di impianto originale come Taste. In viaggio con le diversità del gusto, ideata da Davide Paolini, che partirà il prossimo marzo. All’estero continueremo la nostra attività di supporto alle esigenze delle aziende italiane. Non solo sui mercati come la Cina o l’India, ma anche sui mercati tradizionali che rimangono importantissimi per volumi di vendita e perché stimolano maggiormente la ricerca sulle frontiere più avanzate dello stile del vestire e del vvivere. (Pambiancoweek) 6 PAMBIANCO TOP 100 ANALISI PAMBIANCO SUI BILANCI DEI TOP 100 GRUPPI MONDIALI DELLA MODA I Gruppi del Made in Italy nel gotha della moda mondiale Benetton, Prada e Armani. Nessuno aveva mai analizzato prima d’ora i bilanci dei Gruppi Mondiali della Moda, “mettendoli in fila” Ma se dal punto di vista della dimensione siamo posizionati discretamente, sulla base dei principali Carlo Pambianco: “La grandezza molto più brillanti sono i risulparametri di valutazione della performance di non elevata dei nostri gruppi tati in termini di EBITDA, con 3 italiani tra i primi 6 nel mondo. un’Azienda. Ci ha pennon ha influenzato la redditività” Dolce & Gabbana si piazza sato Pambianco che ha infatti seconda a livello mondiaeffettuato uno studio sui le con il 29,8% e segue, seppur da lontano, l’inarriBilanci 2003 e 2004 vabile Coach (39,8%!). dei TOP 100 Gruppi Subito dietro i due Mondiali della Moda (di stilisti, al 4° posto, trocui 25 italiani). viamo Only the Brave Diciamo subito che gli (Diesel) con il 26,5% italiani non se la cavae dietro ancora, semno affatto male. Nel pre nelle posizioni ranking per fatturato il primo Gruppo del Made di testa, Geox 6° con il 25,7%. Nei primi in Italy è Luxottica, che 20 troviamo altri 2 si piazza al 14° posto, italiani con il 21% di seguito da Gucci, al 16°. Ebitda praticamente a Dal 23° al 34° posto pari merito: Tods 18° altri 4 Gruppi Italiani, ANDREA GUERRA e Bulgari 19°. nell’ordine Marzotto, RENZO ROSSO I TOP 100 GRUPPI MONDIALI DELLA MODA Totale Gruppi Gruppi Italiani Gruppi Esteri N° Gruppi 100 25 75 Fatturato 2003 (mln di €) 158.097 22.370 135.726 Fatturato 2004 (mln di €) 167.369 23.864 143.505 Crescita 2004 su 2003 % +5,9 Ebitda 2004 % 15,2 Grandezza media 2004 (mln di €) 1.674 +6,7 13,9 954 +5,7 15,5 1.913 Fonte: Pambianco Strategie di Impresa RANKING PER FATTURATO DEI TOP 10 ITALIANI AZIENDA FATT. 2004 RANK MONDIALE Luxottica 3.255 14° Gucci Group 2.750 16° Marzotto 1.849 23° Benetton 1.686 25° Prada 1.460 28° Armani 1.299 34° Max Mara 1.049 42° Only the Brave (Diesel) 1.004 45° Safilo 940 49° Miroglio 907 50° TOTALE 16.200 Fonte: Pambianco Strategie di Impresa 34 7 PAMBIANCO - TOP 100 TOP 100 per FATTURATO PAESE RN AZIENDA FATT. 2004 PAESE RN AZIENDA FATT. 2004 F 1 Lvmh 12.623 JAP 51 Renown D’Urban 901 USA 2 Gap Inc 12.377 E 52 Mango 832 USA 3 Nike 11.127 I 53 Bulgari 828 USA 4 Limited Brands (Victoria’s Secrets) 7.158 I 54 Stefanel 814 D 5 Adidas-Salomon 6.478 USA 55 Chicos Fas 812 S 6 H&M 6.017 USA 56 Columbia Sportswear 804 Wolverine World Wide 728 E 7 Zara (Inditex) 5.670 USA 57 USA 8 Vf Corporation 4.445 I 58 It Holding 710 Fossil 705 UK 9 Next 4.086 USA 59 CH 10 Richemont 3.717 USA 60 Samsonite 693 USA 11 Jones Apparel Group 3.414 JAP 61 Sanei-Int. 689 USA 12 Liz Claiborne 3.401 I 62 Dolce & Gabbana 686 USA 13 Levi Strauss & Co. 3.258 USA 63 Skechers 676 I 14 Luxottica 3.255 UK 64 Mothercare 659 USA 15 Reebok International 2.779 JAP 65 Nishimatsuya Chain 641 I 16 Gucci Group 2.750 USA 66 Urban Outfitters 635 CH 17 Swatch 2.582 I 67 Zegna Holditalia 634 USA 18 Polo Ralph Lauren 2.550 D 68 Escada 625 HK 19 Esprit 2.193 UK 69 Alexon Group 607 F 20 Vivarte 1.990 JAP 70 Takihyo (Ann Klein) 582 JAP 21 Onward kashiyama 1.959 UK 71 Monsoon 536 USA 22 Kellwood Co 1.945 USA 72 Guess? 535 I 23 Marzotto 1.849 I 73 Ferragamo 530 USA 24 Tiffany 1.691 I 74 De Rigo 514 Too 514 I 25 Benetton 1.686 USA 75 USA 26 Abercrombie & Fitch 1.538 JAP 76 Cross Plus 514 D 27 Puma 1.530 USA 77 Perry Ellis Int. 504 I 28 Prada 1.460 DK 78 Ecco 456 USA 29 American Eagle Outfitters 1.431 UK 79 Pentland 454 USA 30 Coach 1.413 USA 80 Hartmarx 441 USA 31 Ann Taylor 1.410 I 81 Sixty 437 UK 32 Clarcks 1.377 USA 82 Oakley 430 F 33 Hermes 1.332 UK 83 Blacks Leisure Group 428 I 34 Armani 1.299 USA 84 Bebe Stores 421 USA 35 Phillips-Van Heusen (Calvin Klein) 1.249 I 85 Tod’s 421 D 36 Hugo Boss (Marzotto) 1.168 USA 86 Stride Rite 420 JAP 37 Wacoal 1.158 I 87 Mariella Burani 412 JAP 38 Gunze 1.155 JAP 88 Tokyo Style 407 USA 39 Timberland 1.102 I 89 Calzedonia 400 USA 40 Oxford Industries 1.064 USA 90 Haggar 393 JAP 41 Asics 1.055 UK 91 French Connection Group 383 I 42 Max Mara 1.049 D 92 Gerry Weber Int. 349 USA 43 Warnaco Group 1.046 USA 93 Kenneth Cole Produc. 348 UK 44 Burberry 1.041 I 94 Fingen (Eurocormar) 342 I 45 Only the Brave (Diesel) 1.004 I 95 Geox 340 USA 46 Quiksilver 995 USA 96 Movado 321 JAP 47 Sanyo Shokai 975 D 97 Ahlers 320 USA 48 Russell 953 I 98 Versace 320 I 49 Safilo 940 USA 99 Oshkosh B’gosh 293 I 50 Miroglio 907 I 100 Loro Piana 276 Anche nella classifica della crescita dal 2003 al 2004, la presenza degli italiani è massiccia, con 3 Aziende, tutte venete, nelle prime 10. Geox, guidata da Mario Moretti Polegato è 3° sul podio, con un +33,9%. In ottima posizione anche Only the Brave (Diesel), al 7° posto con un +27,4% e Stefanel, 9°, con un +25,8%. Più indietro, ma sempre nei primi 20, troviamo di nuovo Dolce & Gabbana, 15°, con +18,6%, Mariella Burani 16° con +17,8% e Luxottica, 20° con + 14.1%. Andando a curiosare nella lista delle Top 10 per dimensione, dominata dagli stranieri, troviamo al primo posto assoluto nel mondo, il gruppo LVMH, con un fatturato di € 12,632 miliardi (una parte significativa è composta dalla divisione Wines&Spirits). L’Azienda di Monsieur Arnault è davanti al trio americano formato da Gap, Nike e Limited brands (Victoria’s Secret il brand più importante). Poi ci sono i tedeschi di Adidas e gli svedesi di H&M, tallonati da Zara (Inditex). «La grandezza non Fonte: Pambianco Strategie di Impresa 34 30 8 PAMBIANCO - TOP 100 RANKING PER INCREMENTO % DEI TOP 10 ITALIANI RANKING PER EBITDA % DEI TOP 10 ITALIANI AZIENDA INC. % 2004 1 Dolce & Gabbana 29,8 2° 7° 2 Only the Brave (Diesel) 26,5 4° 25,8 9° 3 Geox 25,7 6° Dolce & Gabbana 18,6 15° 4 Tod’s 21,0 18° Mariella Burani 17,8 16° 5 Bulgari 21,0 19° Armani 18,3 23° AZIENDA INC. % 2004 RANK MONDIALE 1 Geox 33,9 3° 2 Only the Brave (Diesel) 27,4 3 Stefanel 4 5 RANK MONDIALE 6 Luxottica 14,1 20° 6 7 Tod’s 13,3 22° 7 Benetton 17,3 25° 8 Calzedonia 10,6 30° 8 Max Mara 16,7 29° 9 loro Piana 9,4 34° 9 Miroglio 16,3 31° 10 Bulgari 9,0 35° 10 Luxottica 15,8 34° TOTALE 16,7 TOTALE 19,1 Fonte: Pambianco Strategie di Impresa Fonte: Pambianco Strategie di Impresa elevata dei nostri Gruppi - osserva Carlo Pambianco - non ha influenzato la redditività. I dati confermano il principio per cui una dimensione di 500-1000 milioni è più che sufficiente per realizzare economie di scala e utili importanti». E infatti la dimensione media dei nostri Gruppi e di poco inferiore ad un miliardo di euro (954 milioni) rispetto alla media mondiale che è più del doppio, 1.914 milioni di euro. In termini di crescita i risultati sono simili: +5,7% i 25 gruppi italiani e +6,1% i gruppi mondiali Infine l’EBITDA, quello degli italiani e leggermente inferiore, 13,9%, al quello del resto del mondo, pari a 15,5%. Dalla ricerca emerge come i Gruppi italiani, pur notevolmente più piccoli della media dei Gruppi mondiali (la metà) hanno saputo ritagliarsi posizioni di rilievo nel panorama competitivo internazionale. S. GABBANA E D. DOLCE La sfida che li attende comunque nel prossimo futuro è legata alla dimensione che deve crescere, soprattutto attraverso un ulteriore sviluppo della loro presenza nei mercati internazionali, in cui dovranno operare si come brand italiani e quindi portatori dei valori unici propri del nostro paese, ma anche sapersi muovere, soprattutto in termini distribuivi e di prodotto, come dei veri e propri players locali. Lo studio integrale è disponibile a pagamento. Per ulteriori informazioni telefonare allo 02/76388600 o scrivere a [email protected] NOTA METODOLOGICA Sono stati considerati i Gruppi che hanno un fatturato superiore ai 250 milioni di €. Alcuni Marchi noti non appaiono nella lista dei Top 100 perché sono stati acquisiti da altri Gruppi. Es. Nautica, Vans, Lee, Wrangler sono sotto il cappello di Vf Corp, le catene Banana Republic e Old Navy sono possedute da Gap e Cartier è posseduta da Richemont. Il bilancio Gucci Group del 2004 è di 14 mesi (1 nov. 2003 - 31 dic. 2004). Nella presente analisi sono stati inseriti 12 quattordicesimi. Gucci Group, pur essendo di proprietà francese, è stato inserito tra gli Italiani. Chanel, uno dei Gruppi Mondiali più conosciuti, non è stato inserito nei Top 100 in quanto non è disponibile il Bilancio Consolidato. Il bilancio del Gruppo Marzotto comprende anche il bilancio di Hugo Boss nonostante questo sia stato incluso tra i 75 Gruppi Esteri Rolex non è stato inserito in quanto è disponibile il solo dato di fatturato. Il Gruppo Sara Lee non è stato considerato tra i Gruppi Mondiali della Moda in quanto il suo fatturato prevalente viene realizzato in altri settori. I valori delle tabelle sono in milioni di euro. 9 ITALIA Mister Diesel va nel lusso Rosso ha deciso di cimentarsi anche con l’alta moda sotto l’insegna della maison parigina Martin Margiela. L’ha rilevata nel 2002, ma solo di recente l’ha piazzata sulla rampa di lancio per competere con i grandi nomi delle passerelle. A colpi di giacche rifinite a mano, abiti da sera e scarpe artigianali, proposti in una serie di negozi nelle zone più eleganti delle capitali RENZO ROSSO internazionali. «Abbiamo aperto tre boutique Margiela in Giappone, due a Parigi, una a Taiwan e Londra e a metà dicembre siamo arrivati a New York. Ma per il 2006 ho in programma altre inaugurazioni tra cui spero di includere Milano annuncia Rosso. Certo che dai jeans allo chiffon il salto è notevole. Come lo motiva? «Sono sempre stato un pioniere, mi piace creare cose nuove, ma non c’è un cambiamento di rotta, semmai un raddoppio. Perché ho due Masotti (La Perla): vado avanti con mia figfia strategie. Con la Diesel, che con oltre 900 milioni di euro di fatturato resta la locomotiva del gruppo, continuo nel casual, anche se a un livello più alto, con tanto di sfilate e negozi sempre più selezionati. In aggiunta ho inserito nel gruppo piccole aziende e marchi del lusso da far crescere. Come la Staff International, che produce DSquared2 nel casual di altissimo standard, e la Martin Margiela per il prêt-à-porter. Gli affari vanno veloci. In due anni sono passato da 30 a poco meno di 100 milioni di euro di fatturato». Ma come, tutti cercano fabbriche all’estero e lei torna a casa? Per il lusso il made in ltaly è insostituibile, il problema è che stanno scomparendo le imprese artigianali. Nei paesi emergenti come la Cina, l’India o il Nord Africa, faccio produrre solo gli articoli di primo prezzo, che si tratti di T-shirt o jeans, ma l’Asia oggi mi interessa molto come mercato di sbocco. A fine novembre ho aperto due negozi Diesel a Shanghai e Pechino, ma solo per la Cina ho un piano di 14 aperture nei prossimi tre anni. E progetto a breve una filiale Diesel anche in Russia e in India. (Panorama ( del 23/12/05. Estratto a cura di Pambiancoweek) Pambiancoweek Molti gruppi di private equity hanno provato a fargli la corte negli ultimi anni. E, anche oggi, malgrado la crisi del settore tessile, viene periodicamente contattato. Ma questa volta, a differenza del passato, da fondi di turnaround, attivi nella ristrutturazione delle aziende. Ma Alberto Masotti, azionista del gruppo di lingerie La Perla di Bologna, ha deciso di non cedere, almeno per ora, alle lusinghe del private equity. «Fino ad oggi ho ritenuto di non fare questo passo, spiega Masotti. I fondi mi hanno contattato spesso, ma io e mia figlia siamo decisi a continuare nella gestione, puntando sulla crescita del marchio primario La Perla nella lingerie e costumi». «La politica della famiglia azionista, continua Masotti, è stata quella di non distribuire gli utili negli ultimi anni per investirli nella crescita delta società. Certo la crisi del tessile è stata dura. Ci stiamo difendendo eliminando i prodotti senza contenuto creativo a puntando soltanto sull’alta gamma». Secondo il bilancio 2004, la società ha archiviato un fatturato per circa 167 milioni di euro, con perdite per 27,7 milioni. Il 2005 dovrebbe essere tuttavia migliore in un contesto internazionale per il settore tessile sempre molto negativo. (Carlo Festa, Il Sole 24 Ore del 30/12/05. Estratto a cura di Pambiancoweek Banche d’affari in movimento su Csp International I l produttore di calze Csp International nelle mire dei fondi distressed. Ormai da qualche settimana circolano indiscrezioni su un possibile interesse di fondi di turnaround per il gruppo italiano noto per i marchi Oroblu, San Pellegrino, Lepel e Le Bourget. A lavorare sul dossier sarebbero alcune banche d’affari internazionali: in particolare, vengono indicati i nomi di Goldman Sachs e Deutsche Bank. La società, come un po’ tutto il settore tessile, non sta vivendo un buon momento. Il fatturato è stato fortemente influenzato dalla recessione dei consumi nelle calze e nei collant. Nella prima metà dell’anno il risultato prima delle imposte di Csp International è stato negativo per 6 milioni di euro, contro un utile di 1,1 milioni registrato nel primo semestre 2004. E le prospettive non sono rosee, malgrado i miglioramenti nel terzo trimestre dell’anno. Così una delle ancore di salvezza è rappresentata dai fondi di turnaround. Del resto, nel settore dell’intimo esiste già un recente precedente: il fondo americano Sun Capital Partners ha infatti acquistato la divisione abbigliamento intimo di marca europea di Sara Lee Corporation con i marchi Playtex e Wonderbra. (Ettore Livini, La Repubblica del 27/12/05. Estratto a cura di Pambiancoweek) 10 ITALIA Miro Radici pronto a investire 33 mln per Volare Miro Radici Textile & Energy, società specializzata nel settore tessile ed energetico, appartenente al Miro Radici Group, ha presentato la propria offerta per l’acquisto di Volare Group, il vettore messo in vendita dal commissario straordinario Carlo Rinaldini. Il piano industriale prevede investimenti complessivi per 33 milioni di euro nell’arco di 12/18 mesi. Per quel che concerne le risorse umane, il piano industriale prevede il mantenimento dei livelli occupazionali attuali (oltre 200 addetti), l’integrale riassorbimento dei cassaintegrati nei prossimi 18 mesi, e l’ingresso di nuove risorse fino al raggiungimento di una forza lavoro complessiva a regime di 726 addetti. Sul fronte degli asset industriali invece, il piano industriale si articola, tra l’altro, sul potenziamento dei 12 slot di Milano-Linate sulle direttrici verso il Sud Italia e su due destinazioni europee (Barcellona e Parigi Orly). (Il Sole 24 Ore del 29/12/05. Estratto a cura di Pambiancoweek) Tessile e calzaturiero il polo malato di delocalizzazione Crescono i piccoli Benetton del Sud Insieme con quello della meccanica, e degli elettrodomestici in particolare, i settori del tessile-abbigliamento e delle calzature sono l’altro grande polo aggredito da anni dal fenomeno della delocalizzazione. Il modello industriale dell’abbigliamento è sempre stato orientato all’utilizzo di terzi, specie per le lavorazioni a più alto contenuto di manodopera. «Delocalizzare è una necessità per tutti i prodotti che non reggono i costi», spiega Mario Boselli, industriale del settore e presidente della Camera della moda italiana. «Un filo per l’ordito delle tende con determinate caratteristiche, per esempio, è uguale indipendentemente da dove lo si fabbrica: è una commodity. O ci si adatta ai prezzi correnti o si è tagliati fuori». «I tessuti italiani sono i migliori del mondo, afferma Boselli, e vengono esportati temporaneamente per essere confezionati altrove. Ma oggi questo meccanismo sta cambiando. Nella ricerca esasperata di profitto, ora si tende a fare in Italia solo il prototipo e a spostare tutto il resto all’estero. Anche la realizzazione del tessuto, che dunque risulta meno valido. Il vero rischio è che il tessile italiano perda capacità creativa ed elaborativa, e che così si indebolisca tutta la filiera». Le scelte industriali di Boselli confermano questa convinzione. «Noi abbiamo delocalizzato la produzione di filati in Slovacchia, ma i tessuti li facciamo tutti in Italia». Anche l’industria delle calzature continua a soffrire. Secondo i dati dell’Anci, l’associazione di categoria, il settore nel 2004 impiegava direttamente circa 100mila persone: «Negli ultimi sette mesi abbiamo perso un altro 5% di occupati» riferisce il direttore, Leonardo Soana. Delocalizzare è, al tempo stesso, una necessità e un fattore di successo. (Il Giornale del 28/12/05. Estratto a cura di Pambiancoweek) Benetton sembra aver fatto proseliti. Sono sempre più numerose le catene di abbigliamento del Sud Italia che si ispirano al suo modello. Antonio Di Vincenzo, vicepresidente di Original Marines parlando di Benetton conferma: «È il nostro CIRO E PASQUALE AMBROSIO maestro». Sempre nato nel Napoletano è il Gruppo Ambrosio, guidato dai fratelli Pasquale e Ciro Ambrosio, che in pochi anni hanno saputo costruire una delle catene leader in Italia (100 milioni di euro di fatturato nel 2005) con le insegne Extyn (la principale), Bloom e Giorgia&Johns. Le nuove catene della moda che si stanno sviluppando nel Napoletano, sono spesso fondate da persone che, arrivate a un certo punto del percorso aziendale, si dividono per dare vita ad altri marchi, altre catene. Com’è successo a Original Marines, dove i fratelli Cimmino, tra i fondatori della Società, si sono separati: Giancarlo è rimasto, Luciano è uscito e ha dato vita a due nuove Aziende, Yamamay nell’intimo (con la varesina Garda) e Carpisa nella pelletteria (con i fratelli Carlino). (CorrierEconomia del 19/12/05. Estratto a cura di Pambiancoweek) Calendario delle uscite 2006 di Pambiancoweek 3 gennaio 20 gennaio 3 febbraio 17 febbraio 3 marzo 17 marzo 30 marzo 14 aprile 28 aprile 12 maggio 26 maggio 14 giugno 29 giugno 14 luglio 1 settembre 15 settembre 29 settembre 13 ottobre 27 ottobre 10 novembre 24 novembre 12 dicembre 11 Bilanci della Moda 2004 Studi di Settore SETTORI ANALIZZATI • • • • • • • • • • • • • • • • Abbigliamento Uomo Abbigliamento Donna Sportswear Catene di Abbigliamento Bambino (Abbigliamento e Calzature) Calzature Intimo e Calzetteria Tessile (Distretti di Biella, Como e Prato e Settore Cotoniero) Filati Gioielleria Mobili e Arredo Nautica Quotate Mondiali della Moda Lusso Mondiale 30 Best Performer Italiani TOP 100 Gruppi Mondiali della Moda CONTENUTI DEGLI STUDI • Analisi aggregata dei Bilanci delle Aziende (conto economico, stato patrimoniale e indici) • Top ten per Fatturato, Crescita %, Utile %, Patrimonio netto su capitale investito % • Singoli bilanci riclassificati delle Aziende del Campione Per informazioni sui Campioni delle Aziende analizzate per ciascun settore e sui costi degli studi visitate la sezione “I Bilanci della Moda” di www.pambianconews.com, scrivete a [email protected] o telefonate allo 02.76388600. Pambianco Strategie di Impresa Srl - Corso Matteotti 11, 20121 - Milano Telefono: 02.76388600 – Fax: 02.784117 - E-mail: [email protected] ITALIA Le lancette dicono che è l’ora di Bulgari B ulgari ha confermato nei giorni scorsi alle banche d’affari la propria fiducia nel comparto orologeria, in attesa della diffusione dei dati sulle vendite, che verranno resi noti a fine gennaio. In realtà, il «risveglio» è atteso ormai da 12 mesi ed è stato più volte rimandato nel corso dell’anno, anche a causa di una nuova strategia (o di ritardi nella distribuzione, a seconda delle interpretazioni) che ha spostato dalla primavera all’autunno il lancio della nuova linea di orologi, Assioma. Ritardi che hanno contribuito a frenare gli utili del gruppo dei primi nove mesi dell’anno (-12%) e a penalizzare il titolo in Borsa (da gennaio la crescita è stata solo del 3,56%). La nuova linea ha creato Cagnoni: sono le fiere la vetrina dei nostri distretti dei problemi di distribuzione per la sua complessità, ma ha comunque ricevuto una buona accoglienza “sia da parte dei consumatori che dei rivenditori”, ha spiegato il direttore finanziario di Bulgari, Ernesto Greco. Gli analisti di HSBC reputano improbabile che Bulgari non centri le previsioni sul 2005 (più 10,5% le vendite, più 12% l’ebit e più 10% l’utile netto) anche perché «le vendite degli orologi hanno evidentemente iniziato a migliorare». Per quanto riguarda le previsioni per il 2006 il report conclude affermando che «non c’è motivo per cui nel 2006 Bulgari non raggiunga lo stesso livello di crescita del 2005. Crediamo che nel 2006 cresceranno gli utili con l’ebit verso un più 20 per cento».. ((Finanza&Mercati del 23/12/05. Estratto a cura di Pambiancoweek) Leonardo Del Vecchio nuovo re di Borsa L Le fiere possono diventare la vetrina attraverso cui l’eccellenza prodotta nei distretti industriali italiani raggiunge tutto il mondo». Non ha dubbi Lorenzo Cagnoni, il presidente di Rimini Fiera. Ovvero a sua volta un caso esemplare di made in Italy, con i suoi 96mila metri quadrati di superficie espositiva che nel 2004 hanno consentito di generare un giro d’affari di quasi 68 milioni e mezzo e un margine operativo di 22,45 milioni. Il fatturato è aumentato del 30% rispetto al 2003 e i margini sono saliti del 48%. Le prospettive sono decisamente rosee: nel primo trimestre di quest’anno i ricavi hanno segnato un ulteriore incremento del 6,6%, con un margine in progresso ancora del 7,5%. «Non lo dico per partigianeria, ma credo davvero che se le fiere seguiranno la via della specializzazione, la stessa in cui già si sono incamminati i distretti, il binomio fiera-distretto diventerà imprescindibile e potrà aiutare entrambe le realtà a crescere ancora». Fiera Rimini sarà la seconda fiera italiana, dopo Milano, a quotarsi in Borsa, nel 2007. «Verso la fine di quell’anno contiamo di sbarcare sul listino, come previsto dai nostri programmi dice Cagnoni. Non penso però che ci seguiranno molti altri enti fieristici. Sono convinto che ancora oggi prevalga la cautela». (Laura Magna, Monthly del 22/12/05. Estratto a cura di eonardo Del Vecchio scalza Silvio Berlusconi dal podio dei Paperoni di Piazza Affari. La corsa del titolo Luxottica e il colpo di forbice alla quota Fininvest in Mediaset (scesa dal 50% al 34%) hanno rivoluzionato la testa della classifica 2005 degli imprenditori più ricchi in Borsa. Il manager di Agordo, che in portafoglio ha anche quote di Beni Stabili LEONARDO DEL VECCHIO e Unicredit, ha visto il suo patrimonio azionario lievitare del 37% a 7,6 miliardi da dicembre 2004, superando così in un colpo solo i Benetton (più o meno stabili a 6,05 miliardi) e la famiglia del premier. Fininvest, tra Mediolanum, Mondadori, Mediaset e Capitalia vale oggi sul listino 6,1 miliardi, due in meno di fine 2004, non solo per la cessione del 16% di Mediaset ma anche per la performance non brillantissima dei titoli delle tv (-2% in un anno molto positivo per il listino). Il trio di testa stacca di diverse lunghezze gli aspiranti Paperoni. L’inseguitore più vicino, a metà strada tra Del Vecchio & C. e il “gruppone” attestato tra gli uno e i due miliardi di valore, è la famiglia Drago-Boroli. I padroni della De Agostini con la quotazione della Toro (che si è aggiunta alle quote Lottomatica e Capitalia) ha più che raddoppiato il portafoglio azionario a 3,7 miliardi. Scalano la classifica anche i re delle scarpe. Mario Moretti Polegato (Geox) che tallona i petrolieri liguri a 1,7 miliardi, mentre dopo i Caltagirone (cresciuti a 1,67 miliardi) c´è a un’incollatura Diego Della Valle che ha visto i suoi beni in Borsa aumentare del 56% a 1,61 miliardi. (Ettore Livini, La Pambiancoweek) Repubblica del 27/12/05. Estratto a cura di Pambiancoweek) 13 ITALIA Zegna: al supermercato del glamour Gioco a tre punte per i distretti “In Italia abbiamo un numero importante di brand molto conosciuti che hanno saputo crearsi una reputazione importante all’estero. Si tratta di case che producono beni di alta gamma e che mirano a una clientela dal forte potere d’acquisto. Ma il mercato presenta opportunità che vanno oltre il solo consumo nella fascia dell’extralusso. Esistono moltissime aziende, baluardo del made in Italy, che sanno produrre oggetti PAOLO ZEGNA di ottima qualità e manifattura, che hanno saputo lavorare con creatività e innovazione ma che, per svariati motivi, non sono ancora riuscite a costruire un brand. Per fare in modo che possano emergere, può essere di forte aiuto che i grandi brand del lusso italiano si trasformino in «biglietto da visita» aiutando, in questo modo, le imprese meno attrezzate a sbarcare sui mercati emergenti: ne beneficierà tutto il sistema-Paese. L’idea è quella di creare dei «supermercati del made in Italy» agganciati, per esempio, alle iniziative promosse dall’Associazione Altagamma (che raccoglie i brand italiani più noti in tutti i settori produttivi), in grado di segnare la strada alle imprese più piccole nello sbarco e nell’insediamento in mercati più difficili come la Cina, l’India, il Sud America, l’Est Europa e il Medio Oriente. Presentando il made in Italy come forma di prodotto e in un’atmosfera glamour che invoglia il consumatore. Una nuova iniziativa sarà presentata al mercato nella primavera del 2006 dall’Anci, l’Associazione dei calzaturieri italiani, che sta lavorando per creare una catena di negozi multimarca, con una loro insegna caratterizzante, che rappresenterà il made in Italy del settore. Aprirà i battenti a Mosca e ospiterà 10 marche ancora non conosciute dal grande pubblico, ma che producono scarpe di alta qualità, stile e creatività. Quello che è importante capire è che la dimensione, soprattutto nel settore della moda e del lusso, è fondamentale. Presentarsi come un gruppo di aziende in diverse iniziative di promozione è importantissimo: spesso, infatti, molte realtà non sono in grado di sviluppare una dimensione commerciale significativa. Un primo passo importante è stato fatto anche con la fusione delle cinque fiere tessili italiane nell’Expo Milano Unica. Altri ne potranno senz’altro nascere, a dispetto delle caratteristiche del settore che, in passato, non è riuscito a creare sufficienti iniziative corali. Oggi il dialogo è invece aperto.” (Economy ncora una volta hanno battuto tutti d’anticipo: mentre a Roma si discuteva sui contenuti della Finanziaria che ne ridisegneranno l’identità, i distretti industriali italiani avevano già sul tavolo la propria «carta dei diritti e dei doveri». Un modello di vero e proprio contratto, alla stregua degli accordi tra società infragruppo, per regolare i rapporti tra chi deciderà di aderire alla nuova formula. Un documento intorno a cui stanno lavorando lgli uffici legali. In parole semplici, ITALO CANDONI la Finanziaria aprirà le porte a una tassazione aggregata per le imprese del distretto, anche su base concordataria triennale. Inoltre, la legge fisserà i paletti per favorire una gestione dei finanziamenti distrettuali: bond, cartolarizzazioni, fondi d’investimento dedicati. Una svolta epocale, la definisce Italo Candoni, segretario generale del Club dei Distretti, organizzazione storica che da ottobre ha deciso di darsi un tono ancor più «nazionale», cambiando il nome in Distretti Italiani. «Questa norma darà una soggettivazione ai distretti che non era mai stata riconosciuta. E’ senza dubbio una grande opportunità sia per le piccole imprese che per quelle più grandi». La Finanziaria prevede una fase di sperimentazione per testare le novità per la quale Distretti Italiani si sta già muovendo. «Stiamo analizzando l’applicazione ai distretti, spiega Giulio Azzaretto (legale che sta studiando il progetto), del modello di fatturato consolidato infragruppo previsto dall’ordinamento italiano». In sostanza, il distretto viene considerato come un gruppo societario dove le controllate contribuiscono al consolidato. «Il problema, spiega Azzaretto, è che occorre introdurre un contratto tra le diverse imprese che, a differenza delle situazioni infragruppo, sono qui economie terze tra loro». ((CorrierEconomia del 21/11/05. Estratto a del 23/12/05. Estratto a cura di Pambiancoweek) cura di Pambiancoweek) Pambiancoweek A 14 ITALIA Upim al via con la ristrutturazione Polegato: apriremo altri 140 negozi Geox nel 2006 G Upim srl, Società che controlla 149 punti di vendita diretti e oltre 200 unità affiliate, ha un nuovo piano industriale che verte su tre elementi: investimenti complessivi pari a 95 milioni di euro per ristrutturare buona parte della rete; accelerazione del ciclo moda con accorciamento del time-to-market; aumento consistente delle fonti di approvvigionamento su mercati più competitivi in termini di costo d’acquisto in rapporto alla qualità dei manufatti. Il piano di Vittorio Rossetto, nuovo amministratore delegato, mira al recupero della redditività entro il 2007 e all’aumento della resa al mq per il 2008, soprattutto attraverso il miglioramento delle performance commerciali. “Gli acquisti extra Ue passeranno dall’attuale 25% al 75%, precisa Rossetto soprattutto in quei comparti nei quali la produzione italiana non può più offrire prodotti competitivi”. “Aumenterà la quota del tessile-abbigliamento, aggiunge Frederic Dauche, direttore commerciale generale, e taglieremo del 20-25% l’assortimento in rapporto alle rotazioni registrate nei singoli punti di vendita”. Per quanto riguarda il time-to-market, l’obiettivo è accelerare le tempistiche fino a raggiungere le 2-3 settimane per modifiche di stile e le 5-6 settimane per l’elaborazione di nuovi stili: “Nove mesi per lanciare una collezione quando ci sono concorrenti che riescono a farlo in un lasso di tempo che va dalle 5 alle 8 settimane, è veramente troppo”, ha commentato Rossetto. Dopo aver chiuso il 2004 con vendite pari a 495 milioni di euro, Upim prevede di raggiungere i 560 milioni per il 2008 e i 600 milioni entro il 2010. (Mark Up eox pensa al 2006. Nel prossimo anno il gruppo di Montebelluna conta di aprire tra i 100 e 140 nuovi negozi in tutto il mondo. Mario Moretti Polegato, che nei giorni scorsi ha ottenuto la laurea ad honorem in chimica all’Università Ca’ Foscari di Venezia, nuota controcorrente in un mercato che sta soffrendo. A un anno dallo sbarco in Borsa, Geox ha sbalordito tutti: per i numeri del bilancio e per l’andamento del titolo, che à quasi raddoppiato dall’Ipo. MARIO MORETTI POLEGATO Io non mi stupisco, nel senso che mi aspettavo questi risultati, conoscendo le potenzialità dell’azienda. Il 2005, ormai alla fine, si chiuderà intorno ai 450 milioni di euro di fatturato contro i 341 del 2004. Nel 2002 producevamo 4 milioni di paia di scarpe, oggi siamo a 13 milioni: e non ci fermiamo. Per far questo però dovete sfondare all’estero: sfida impegnativa anche perché gli Stati Uniti, il mercato più importante del mondo, vi ha visto perdere quote quest’anno. È vero, ma in America siamo ancora nella fase iniziale di studio del mercato e gli States, dove abbiamo aperto un importante negozio monomarca in pieno centro a New York, sono un mercato difficile da penetrare. Puntiamo ad essere leader in ogni Paese e per farlo studiamo i gusti di ciascuna nazione e creiamo un prodotto ad hoc. Questo significa che la rete di punti Geox aumenterà? Il numero di negozi Geox continuerà a salire. Sono previste tra le 100 e le 140 aperture il prossimo anno. La maggior parte sarà all’estero, visto che in Italia siamo ormai ben posizionati a quota 200 negozi e sono previste solo 40 nuove location. I paesi su cui punteremo saranno Francia, Spagna e Germania. (Il Sole 24 Ore del 21/12/05. Estratto a cura di del 19/12/05. Estratto a cura di Pambiancoweek) Pambiancoweek) Scarpe morbide, vino da Oscar Wine Spectator, una delle più prestigiose riviste enologiche mondiali, ogni anno pubblica l’elenco dei 100 migliori vini al mondo e quest’anno al quinto posto c’è proprio l’Oreno 2003 della cantina toscana «Tenuta Sette Ponti». L’Oreno è un vino prodotto sulle colline nei pressi di Arezzo, nei terreni acquistati negli anni Cinquanta da Alberto Moretti, il padre di Antonio che oggi guida l’azienda. Antonio Moretti, però, non è un vero imprenditore enologico, visto che è il leader di un gruppo di Società operanti nel settore del lusso tra cui Arfango (pelletterie), Bonora e Carshoe in società con Patrizio Bertelli, patron del gruppo Prada. «Visti i risultati del mio vino, sorride Moretti, dovrei dire di essere un produttore enologico con l’hobby della moda. Invece è il contrario. Del resto non potrebbe essere diversamente visto che quella enologica è un’azienda con un rischio d’impresa davvero elevato. Fare vino è un’attività a cielo aperto, sei in balia del tempo e della natura e contro certi imprevisti sei davvero impotente. Però è proprio per questo che la sfida mi appassiona ma solo a certe condizioni: produrre qualità e cercare di contenere i costi che ultimamente sono diventati davvero spropositati». (Isidoro Trovato, Affari&Finanza del 19/12/05. Estratto a cura di Pambiancoweek) 15 ITALIA Binda, cento anni di attività e Gallo prende le una nuova struttura societaria misure e fa le 1906-2006, Binda, a cento anni dalla sua fondazione, è cresciuta in termini calze ai francesi di fatturato, dimensioni, complessità, ha ampliato i suoi orizzonti, ha colto la sfida della diversificazione e si propone oggi a tutti gli effetti come una realtà internazionale nel settore dei gioielli e degli orologi. Questi cambiamenti hanno richiesto un’evoluzione della struttura societaria del Gruppo. In un’ottica di valorizzazione degli asset aziendali, la nuova struttura societaria, che verrà implementata a partire dal 1 gennaio 2006, prevede la creazione di una holding, Binda spa, attraverso il conferimento delle attività core a due aziende specializzate per aree di business: Binda Italia srl e Binda Retail srl. Binda Italia srl sarà responsabile delle attività commerciali (Italia ed estero). Una divisione interna sarà poi dedicata alla creazione e sviluppo dei prodotti e alla gestione e coordinamento del marketing corporate. Il portafoglio marchi gestito comprenderà tutti gli attuali brands: Wyler Vetta, Breil Watches, Breil Jewels, Breil Bags e Tribe by Breil; le licenze D&G Time, D&G Jewels e Trudi Jewels; ed i marchi in distribuzione Seiko, Lorus, Nike Timing e Vertu. Binda Retail srl avrà la responsabilità della gestione e dello sviluppo del retail monomarca e delle altre forme di distribuzione diretta quali gli shop in shop e il franchising sia in Italia che all’estero. (Pambiancoweek ( ) Le Bonitas lancia il progetto marchio L e Bonitas nasce nel 1989 come azienda licenziataria del marchio Dolce & Gabbana per la produzione e la distribuzione delle linee intimo e mare; in pochi anni l’azienda si espande e nel 1994 si trasforma in S.p.a. acquisendo licenze di altri marchi importanti come Alessandro Dell’Acqua, Paul Smith, Ungaro e collaborando per alcune stagioni con Ermanno Scervino, Emilio Pucci e Malo. Attualmente Le Bonitas è licenziataria per tutto il mondo delle linee underwear e beachwear dei marchi Blumarine, Versace, Versus e Frankie Morello, oltre ad aver acquisito la licenza europea di Puma per le linee di costumi da bagno, prima incursione della società nel settore sportivo. L’azienda oggi si prepara anche a lanciare il proprio home brand: ç les maçons danseurs una linea di underwear e beachwear molto particolare, per ora solo donna, che verrà presentata a febbraio durante il Salon International de la Lingerie di Parigi. Nella sede di Prato, 8.000 metri quadri ricavati all’interno di una storica azienda tessile del diciannovesimo secolo, lavorano il presidente della società Guglielmo Muratori e la moglie Elisabetta Balli, consigliere delegato e responsabile della fase creativa; la produzione viene effettuata tutta esternamente alla sede, tuttavia il prodotto è per la maggior parte made in Italy, condizione indispensabile per lavorare con brand italiane tanto affermate. La distribuzione è affidata ad una rete mondiale di agenzie che copre i territori in contratto di licenza in tutto il mondo servendo oltre 1.500 negozi e corners, in molti casi con environments di proprietà dell’azienda, tra i quali spazi di vendita di fama internazionale come Saks Fifth Avenue, Jeffrey NY, Harvey Nichols, Barney’s NY e Japan, Harrods, Galéries La Fayette. Nel 2004 sono stati prodotti circa 1.100.000 capi con un fatturato in crescita del 20% rispetto all’anno precedente e le stime per il 2005 prevedono un ulteriore incremento del 25%. (Pambiancoweek ( ) F atturato in crescita nel 2005 per le calze Gallo che festeggiano con un +15% a 7,6 milioni di euro. «Siamo un’eccezione rispetto al resto del mercato, conferma Giuseppe Colombo, amministratore delegato dell’azienda di Desenzano. Il segreto del successo? Credo che oggi ci sia una totale mancanza di creatività. Anzi, forse, la creatività nella calzetteria in Italia non c’è mai stata. Siamo stati noi a portarla qualche anno fa». Tra i progetti per il 2006 Gallo intende innanzitutto continuare nel processo di diversificazione di prodotto ma, soprattutto, debuttare all’estero. A Parigi. «È uno dei sogni che vorremmo realizzare nel 2006, prosegue Colombo. Stiamo cercando la location migliore dove inaugurare il nostro store che naturalmente sarà in pieno centro cittadino». «Nella collezione primavera-estate 2006, continua Colombo, ci sarà spazio anche per nuove magliette e golfini nelle tinte pastello». L’anno prossimo l’azienda prevede di aumentare il giro d’affari di oltre il 20% per arrivare a 9 milioni di euro. (Finanza&Mercati del 21/12/05. Estratto a cura di Pambiancoweek) Diadora lancia felpe di Inter e Milan Diadora festeggia il 2006 con una nuova linea di merchandising dedicata alle vendite all’interno degli impianti sportivi italiani ed europei. La linea verrà venduta direttamente all’interno degli stadi. Si comincia con San Siro. L’azienda di Treviso, infatti, avrebbe stretto un accordo commerciale col Consorzio 2000 (struttura che si occupa della gestione dello stadio milanese). Si tratta di un contratto biennale che prevede royalty per i due club. I gadget, magliette, felpe, cappellini e scarpe (da uomo, donna e bambino), saranno sugli scaffali del Meazza a partire da marzo. (Fashionmagazine.it del 21/12/05. Estratto a cura di Pambiancoweek) 16 ITALIA Favrin: i cambiamenti sono inevitabili Dopo aver lavorato per 35 anni come manager in aziende come Marzotto e Zignago dove la figura del padrone era un punto di riferimento, oggi Antonio Favrin ha trovato per la Valentino fashion group una formula di governance lontana da quella tradizione: cinque indipendenti hanno la maggioranza in un consiglio che ha un ANTONIO FAVRIN ruolo importante nel governare l´azienda. Dice: «Se le aziende vogliono essere globali, e la Valentino è tale visto che fattura in Italia meno del 10% del totale, dobbiamo adottare soluzioni che ne tengano conto e che si basino su formule adatte ad una cultura da mercato globale». In che senso? «Nel senso che quella che va difesa è l’azienda, la sua capacità di produrre valore, e non questo o quell’azionista in particolare». «Credo che, come è avvenuto nella soluzione della Valentino, uno dei ruoli più importanti a questo fine sia quello di un consiglio di amministrazione che non sia il rappresentante di questo o quell’azionista, ma che sia composto da uomini intelligenti che riescano a mettere insieme esperienze complementari e che sappiano lavorare in accordo e in un clima sereno. Un organismo snello, nove o undici persone al massimo che possano essere un punto di riferimento per tutta l’Azienda». É questa la soluzione per porre fine ai conflitti tra azionisti? «É certamente una maniera perché si lavori nell’interesse dell’azienda nel complesso e non a protezione dell’interesse di singoli azionisti quali che siano. E´ una premessa perché l’azienda produca valore e stia sul mercato. Tutto il resto viene dopo: quando si cresce e c´è valore i conflitti si risolvono e la stabilità e la serenità si ritrovano facilmente». Ma non è una rivoluzione inquietante per la tradizione del capitalismo familiare italiano? «Forse. Ma i cambiamenti sono spesso inevitabili. Del resto se le rivoluzioni portano risultati, alla fine gli animi si placano e torna la serenità». (Affari&Finanza del 12/12/05. Estratto a cura di Pambiancoweek) 17 ITALIA Armani aprirà le sfilate pensando alla Camera della Moda Sarà Giorgio Armani ad aprire la prossima settimana della moda al femminile (A/I 2006), domenica 19 febbraio, e a mettere in questo modo un caposaldo al calendario. Il secondo pilastro della kermesse dovrà essere un altro stilista di primo piano: si punta su Roberto Cavalli o Gianni Versace, per la chiusura il sabato successivo. L’invito alle due maison arriva dalla Consulta Milano Moda Donna, un tavolo costituito dalla Camera per cercare di ridare unità al fashion milanese. La Consulta è la carta giocata dal presidente Mario Boselli e dal consiglio direttivo per trovare una strada affinché non si ripeta quanto accaduto nell’ultima edizione delle sfilate donna. In cui, in seguito alle pressioni di Vogue agli stilisti, il calendario delle sfilate è stato concentrato oltre il sostenibile nei giorni centrali della manifestazione. Fatto che ha dato luogo a gravi inconvenienti, provocando un danno all’intera industria, non solo in termini di immagine, e rivelando un sistema incapace di fare quadrato contro gli attacchi, come invece ha dimostrato di saper fare la moda francese. Da qui, l’idea di allargare le responsabilità: la Consulta è costituita dal Direttivo di Camera moda, ma al tavolo (accanto ad aziende come Valentino, Ferretti, Missoni, Trussardi, La Perla, Max Mara, John Richmond) si sono seduti per la prima volta anche i giornalisti del settore e dell’economia, nonché gli operatori dell’intera catena e docenti universitari della Bocconi. Il segnale d’allarme scattato con l’ultimo calendario ha suggerito ad Armani di rispondere all’appello di Boselli e di impegnarsi per garantire un avvio di lusso alle prossime passerelle. (Finanza&Mercati del 14/12/05. Estratto a cura di Pambiancoweek) L’arredamento sta scomodo. Nel 2005 i ricavi si siedono Nel 2005 il fatturato del settore arredamento dovrebbe calare del 2,2%, attestandosi a 22,3 miliardi, a causa di consumi interni sostanzialmente fermi sui 13,6 miliardi. Complessivamente, considerando anche il comparto del legno, i ricavi dovrebbero scendere al di sotto dei 37 miliardi. «Sui risultati hanno influito negativamente il livello dei prezzi delle materie prime e il rapporto di cambio euro-dollaro, spiega Roberto Snaidero, presidente di Federlegno-Arredo, che lancia un appello. Bisogna adottare una seria politica economica, solo così si potrà sostenere il settore industriale italiano». ((Finanza&Mercati del 14/12/05. Estratto a cura di Pambiancoweek) Pambiancoweek Luxottica, Del Vecchio fa spazio al mercato E’ ormai uffiale la prossima fusione tra Leonardo Finanziaria e Delfin (le due società che controllano il 68% di Luxottica). Sarà la Delfin, che fa capo a Claudio, figlio primogenito di Leonardo Del Vecchio, ad assorbire la Leonardo Finanziaria, di proprietà dei cinque fratelli minori, Marisa, Paola, Leonardo Maria, Luca e Clemente. Gli atti portano la firma di di Leonardo Del Vecchio, amministratore unico sia di Leonardo Fin. che di Delfin, società nelle quali ha l’usufrutto delle azioni di proprietà dei figli. Lo scopo di tale operazione rientra nella logica di Del Vecchio, il quale intende arrivare alla separazione tra famiglia e impresa da tempo annunciata. E che, secondo indiscrezioni, si dovrebbe concludere con un ulteriore collocamento azionario da parte di Luxottica (si parla di una quota superiore al 20% del capitale). L’incorporazione di Leonardo Finanziaria in Delfin si basa su una relazione dell’advisor Lehman Brother International. Questa prevede un aumento di capitale di Delfin da 85,3 a 520,9 milioni di euro e un rapporto di cambio di una quota Delfin di nominali 19,34 euro per ciascuna quota o frazione di quota di nominali 1 euro di Leonardo Finanziaria. Prima dell’incorporazione Delfin delibererà il pagamento di un dividendo per 206,5 milioni. (Corriere della Sera del 14/12/05. Estratto a cura di Pambiancoweek) 18 ITALIA Polo della Qualità: un Quando Napoli centro per scaldare le Pmi vince in Azienda La Campania è una delle tradizionali culle delle piccole e medie imprese della Moda. Ma la competizione su mercati vecchi e nuovi ha bisogno di nuove idee in termini di strategia imprenditoriale. Non basta produrre bene, bisogna mostrarlo e venderlo. Da questa semplice considerazione nasce il Polo della GUGLIELMO APRILE Qualità, centro di 131 mila metri quadrati in costruzione a Marcianise, in provincia di Caserta frutto di un investimento, quasi interamente privato, di 150 milioni di euro. La festa d’inaugurazione è prevista il 30 giugno 2006: 2 mila posti di lavoro, 800 nuove posizioni professionali, 700 vetrine, mille metri quadrati adibiti alla ristorazione di qualità, 2.100 posti auto, il tutto su 12 ettari di proprietà. «Bisogna valorizzare le aziende campane», dice Guglielmo Aprile presidente del Polo della Qualità «della moda e della gioielleria. Aiutarle a presentarsi sui mercati nazionali e internazionali». (Il Mondo del 16/12/05. Estratto a cura di Pambiancoweek) D opo il periodo d’oro, 1996-2002 con il Pil in crescita del +2%, nel 2004 la produzione lorda della Campania ha fatto segnare solo un +0,9%. Il rallentamento si è riflesso sulle esportazioni: dal +15 % del 2001 al +3,8% del 2004. Le piccole imprese, settore moda, cuoio e calzature, risentono infatti della concorrenza internazionale. Anche se vivace, il sistema imprese chiede maggior sostegno. Secondo Giuseppe Lettieri, 25 anni, imprenditore e proprietario del marchio d’abbigliamento Braddock, «con il precedente assessore alle Attività produttive della Regione, Gianfranco Alois, si erano già fatti dei passi avanti. E adesso con Andrea Cozzolino c’è più dinamismo. Ascoltano le nostre esigenze e lanciano specifici bandi come quello per l’energia, per la formazione e l’innovazione». Più dubbioso Pasquale Ambrosio, del gruppo omonimo che controlla i marchi d’abbigliamento Extyn e Bloom: «In passato le istituzioni erano poco incentivanti e si restava isolati. Ora i passi avanti ci sono stati, ma la strada è ancora lunga». Infine, Antonio Di Vincenzo, direttore commerciale e marketing di Original Marines, rafforza il concetto: «Numerose sono le iniziative della Regione per l’imprenditoria locale, ma manca un’adeguata attività di informazione e comunicazione che renda più fruibile queste opportunità». (Il Mondo del 16/12/05. Estratto a cura di Pambianconews) 19 MONDO Zunino, shopping dai «rivali» Arnault e Pinault C hiude un affare da 40 milioni con il gruppo Arnault, ma è già in trattative con Ppr, il colosso di Francois Pinault, per conquistare un altro immobile di prestigio. Luigi Zunino, patron di Risanamento, va alla conquista della Francia e punta dritto al cuore di Parigi con queste due importanti operazioni. La prima è stata ufficializzata ieri: il gruppo Arnault ha ceduto al gruppo immobiliare la boutique storica di Louis Vuitton nel centro della capitale francese per circa 40 milioni di euro. L’acquisizione, spiega una nota diffusa da Risanamento, sarà effettuata attraverso mezzi propri e indebitamento bancario. La seconda operazione riguarda Pinault con il quale il gruppo Risanamento sarebbe in trattative per conquistare un altro immobile di prestigio, sempre nella capitale francese. In questo caso, però, il controvalore dell’operazione è ben più alto, circa 200 milioni di euro. (Marigia Mangano, Il Sole 24 Ore del 23/12/05. Estratto a cura di Pambiancoweek) Wolford raddoppia i profitti nel semestre Ricavi in crescita per Wolford, Gruppo austriaco di calzetteria e lingerie, che nel primo semestre ha totalizzato 57,3 milioni di euro, in aumento del 2,3% rispetto allo stesso periodo del 2004. “Confidiamo che questo recupero continui anche nella seconda metà dell’anno”, ha commentato Holger Dahmen. Gli ottimi risultati sono dovuti in gran parte alle vendite nei negozi a gestione diretta, che attualmente contano per il 30% del fatturato (+26,3% rispetto al primo semestre dell’esercizio scorso). Complessivamente, i punti vendita di Wolford nel mondo hanno raggiunto quota 227. (Fashionmagazine.it del 19/12/05. Estratto a cura di Pambiancoweek) Tommy Hilfiger passa ad Apax L a maison americana Tommy Hilfiger, con sede a Hong Kong, sarà rilevata dal fondo di investimenti Apax partners per circa 1,6 miliardi di dollari cash, pari a 16,80 euro per azione. L’intesa prevede che alla formalizzazione dell’intesa, attesa entro la prossima primavera, il numero uno di Tommy Hilfiger Europa, Fred Ghring, sostituisca David Dyer alla guida della società. Il fondatore Tommy Hilfiger avrà un contratto di lavoro e diventerà «il creatore principale». TOMMY HILFIGER L’azienda di moda americana è rappresentata nel mondo dai marchi Tommy Hilfiger e Karl Lagerfeld. L’operazione ha spinto al rialzo anche le quotazioni a Wall Street. (Corriere della Sera del 24/12/05. Estratto a cura di Pambiancoweek) Victoria’s Secret amplia il portafoglio dei brand V ictoria’s Secret, leader del mercato americano della lingerie, rafforza il suo legame con l’australiana Pleasure State (di cui era già outlet esclusivo negli Usa) e firma un accordo per la creazione di due collezioni co-branded. Le linee debutteranno negli store Victoria’s Secret durante il periodo natalizio, per essere poi distribuite in 800 negozi del gruppo americano in 19 Paesi del mondo. Ma Victoria’s Secret sta anche lavorando a una collezione per l’autunno 2006 con la maison francese di lingerie Vannina Vesperini. La linea verrà presentata a gennaio a Parigi e sarà in 300 punti vendita Victoria’s Secret. L’altro accordo, appena concluso, è quello con l’italiana Intimissimi (del gruppo Calzedonia, 400 milioni di fatturato nel 2004). L’intesa prevede l’apertura di alcune boutique a marchio Intimissimi all’interno dei punti vendita di Victoria’s Secret. (Finanza&Mercati del 20/12/05. Estratto a cura di Pambiancoweek) 20 MONDO Quiksilver: fatturato in crescita dell’82% nel quarto trimestre A nno record per Quiksilver, azienda statunitense dello sportswear che punta a focalizzarsi sempre più sul segmento outdoor: nell’ultimo trimestre dell’anno (chiuso il 31 ottobre) i ricavi sono saliti dell’82%, raggiugendo i 637 milioni di dollari. In aumento anche i pofitti, che hanno registrato un +35%, attestandosi a 33,6 milioni di dollari. Cifre confermate dai risultati per l’intero anno fiscale, che vede il giro d’affari salire del 41% (a 1,78 miliardi) rispetto al 2004, e l’utile netto attestarsi a 107,1 milioni (+32%). Buone performance sono state messe a segno anche dalle due Aziende recentemente acquistate da Quicksilver: Rossignol e Cleveland, che insieme hanno totalizzato, nel quarto trimestre, 214 milioni di dollari di fatturato. Considerando le diverse aree geografiche, è l’Europa a crescere di più in termini percentuali, con un +101% negli ultimi tre mesi (a 269,9 milioni di dollari) e +44% nell’intero anno fiscale (a 712,3 milioni). Nelle Americhe i ricavi aumentano dell’84% nel quarto trimestre (288,9 milioni) e del 37% nei dodici mesi (843,7 milioni). In Asia, infine, il giro d’affari ha raggiunto i 77 milioni (+37%) tra agosto e ottobre e i 220 milioni nell’intero 2005 (+49%). (Fashionmagazine.it del 20/12/05. Estratto a cura di Pambiancoweek) Cresce l’outdoor di The North Face The North Face, marchio americano di abbigliamento e di attrezzature outdoor appartenente alla Vf Corporation, si appresta ad inaugurare entro fine anno 4 nuovi negozi. Il progetto retail del marchio è stato avviato nel 2004. Diverse sono le tipologie di negozio in cui The North Face sta investendo, ai retail store infatti il Gruppo affianca super shop, spazi in store e shop in shop, interamente dedicati al brand, con superfici che variano dai 20 ai 60 mq, affidati a selezionati rivenditori europei, sempre nelle principali aree metropolitane e località turistiche europee. Attualmente i super shop sono 13 in 8 paesi europei, Austria, Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Italia (a Livigno, Norvegia e Regno Unito e altre 8 aperture sono in programma per la fine del 2006. “Gli obiettivi dei singoli punti di vendita, come per esempio il fatturato minimo annuo, spiega Topher Gaylord, managing director di The North Face Emea (Europe, Middle East e Africa), vengono concordati con il partner in base a diverse considerazioni, comprese la location e la superficie del negozio; come per gli obiettivi, anche i tempi di raggiungimento sono una funzione di diverse variabili, quali location e superficie di vendita e vengono concordate con il retail partner”. La strategia complessiva di espansione sta dando i suoi frutti. Nel 2004 infatti il fatturato in Europa ha avuto un incremento del 43% rispetto all’anno precedente, per un valore totale di 40,5 milioni di dollari. (Salvatore Ippolito, Mark Up del 19/12/05. Estratto a cura di Pambiancoweek) La Stella di H&M è poco brillante S tella McCartney non basta a Hennes & Mauritz. Le vendite di novembre del colosso svedese dell’abbigliamento low-cost non hanno dato i risultati sperati. Sono infatti cresciute soltanto dell’11% deludendo le aspettative degli analisti che si attendevano un incremento di almeno il 13%. Il dato di quest’anno è meno della metà dell’anno scorso, quando la linea disegnata da Karl Lagerfeld per H&M fece balzare le vendite di novembre del 24% e cioè il miglior risultato conseguito dal gruppo degli ultimi tre anni. Benché la collezione della figlia dell’ex Beatles abbia riscosso un grande successo in città come Londra e New York, non è riuscita a ripetere il vero e proprio boom registrato dallo stilista di Chanel. Anche perché, va aggiunto, la collezione McCartney, esclusivamente femminile, è stata distribuita in soli 400 negozi, mentre quella di Lagerfeld, sia per l’uomo che per la donna, aveva raggiunto 500 punti vendita. Nel frattempo la concorrente spagnola Inditex, che sta perseguendo un’aggressiva campagna di espansione, ha fatto un ulteriore passo in avanti in Asia. Ha rilevato l’ulSTELLA MCCARTNEY timo 15% di Zara Japan in mano al gruppo locale Bigi, salendo in questo modo al 100% della controllata asiatica. I piani del retailer iberico per il 2006 prevedono l’ingresso in nuovi mercati dell’area come Cina, Thailandia e Corea del Sud. (Finanza&Mercati del 16/12/05. Estratto a cura di Pambiancoweek) 21 MONDO Hardy Amies debutta nel ready-to-wear La maison inglese Hardy Amies, che sino all’anno scorso ha presentato esclusivamente una linea di sartoria su misura per uomo, debutta nel gennaio 2006 con la collezione uomo ready-to-wear per lA/I 2006/2007. Disegnata da Ian Garlant, creative director della maison dal 2002, la collezione è il primo frutto di una nuova licenza con BMB, il gruppo inglese che controlla il maggior numero di concessioni all’interno dei department store inglesi. BMB si occuperà della produzione e controllerà le operazioni retail e wholesale. Basata sulla tradizione sartoriale della maison fondata nel 1946 da Sir Hardy Amies, uno dei couturier preferiti della Regina Elisabetta, la collezione ready-to-wear è focalizzata su abiti e soprabiti di taglio classico ma dalla silhouette asciutta, capi coordinati d’ispirazione country e militare e camiceria classica e casual. (Fashionmagazine.it del 22/12/05. Estratto a cura di Pambiancoweek P ) Tse si riposiziona per diventare luxury brand Riposizionamento in vista per Tse, marchio di maglieria di lusso, che, pur rispettando la tradizione legata al knitwear in cashmere, vuole trasformare la label in un vero e proprio luxury brand. Si prevede in un prossimo futuro l’ingresso nel retail con l’opening di almeno cinque monomarca,in Europa in un primo tempo in Gran Bretagna, quindi in Germania, Russia e Francia. La strategia comunque è focalizzata innanzitutto sul wholesale. I target sono i department store del lusso e le top boutique indipendenti. La recente nomina alla carica di creative director di Tess Giberson, stilista e artista americana 35enne, fa parte della nuova strategia di un marchio che in passato ha collaborato con Narciso Rodriguez e Hussein Chalayan. La giovane stilista inglese Stacey Tester è stata invece selezionata per il rilancio di Tsesay, la linea giovane di luxury sportswear che per il prossimo autunno-inverno presenta un’originale collezione giocata sul contrasto di toni neutri ( ) e nuance vibranti e accese. (Pambiancoweek Profitti quasi triplicati per Escada La fashion house tedesca Escada chiude l’esercizio con ricavi in aumento del 3,7% e profitti quasi triplicati. Arruolato il nuovo responsabile degli accessori, che prende il posto di Marc Lelandais, passato al gruppo del lusso francese S.T. Dupont. La casa di moda ha preferito, tuttavia, non rivelare il nome del successore di Lelandais. Si sa solo che proviene da una luxury company italiana e che farà il suo ingresso in Escada a partire dal prossimo 2 gennaio. Sarà suo compito ristrutturare il business degli accessori, che attualmente sta sottoperformando in bilancio, ma che dovrebbe risultare in profitto a partire dal 2007. Come ha anticipato il boss di Escada, Wolfgang Ley, gli accessori della maison potrebbero essere distribuiti, prossimamente, nei duty-free store. Le vendite di Escada hanno totalizzato 648,6 milioni di euro, come risulta dal bilancio chiuso alla fine di ottobre, in linea con le stime del management. I profitti sono saliti 14 milioni di euro, dai precedenti 4,5 milioni. Particolarmente positivo il business negli Usa, che attualmente genera il 20% del giro d’affari e dove è stimato un progresso tra l’8 e il 10% per la fine del nuovo esercizio. ( ) Dinamiche le vendite in Russia ed est Europa. (Pambiancoweek Sara Lee smantellerà il Vecchio Continente Il colosso americano Sara Lee si allontana dal Vecchio Continente. In seguito ai bassi volumi di scambi ha optato per il delisting dalle Borse europee di Amsterdam, Parigi e Zurigo. La società rimarrà quotata a Chicago, New York e San Francisco, oltre che a Londra, l’unica Borsa europea. Questo è solo un ulteriore passo all’interno del piano pluriennale di rifocalizzazione sui brand e le attività più redditizie avviato nel febbraio del 2005 dal gruppo guidato da Brenda Barnes. Piano che, a metà novembre, ha comportato la cessione della divisione europea degli snack a Pepsico per 130 milioni di euro. Prima ancora erano state vendute le attività europee di Wonderbra e Playtex, passate al private equity Sun Capital per 117 milioni di dollari. A fine ottobre era stata la volta della divisione Us Retail Coffee, acquistata dall’italiana Segafredo Zanetti per 82,5 milioni. (Finanza&Mercati del 22/12/05. Estratto a cura di Pambiancoweek) 22 INTERVISTA INTERVISTA ALL’AMMINISTRATORE DELEGATO PIERO BUCALO Facis, una realtà in continuo movimento L’azienda ha in atto una fase di profondo rinnovamento che la investe a 360°. Tale processo, che ci vede impegnati da circa un anno, sta ponendo le basi per un riposizionamento sul mercato interno e uno sviluppo sul mercato estero. PIERO BUCALO F acis ha chiuso l’esercizio 2004 con un fatturato consolidato di 38 milioni di euro in crescita del 7% rispetto all’esercizio 2003. Quali sono le previsioni di fatturato per l’esercizio 2005? Contiamo di chiudere l’esercizio 2005 con un fatturato intorno ai 40 milioni di euro, con un incremento maggiore delle voci relative all’export. Come si confronta oggi un’Azienda come Facis con la globalizzazione del mercato? Ritiene che la sua dimensione sia adeguata alle nuove sfide? Riteniamo che la globalizzazione sia un’opportunità più che un rischio. La nostra azienda infatti ha un’enorme potenzialità di sviluppo sul mercato estero e ben si confronta con nuovi competitors e nuovi mercati. La dimensione sicuramente è diventato un fattore di successo anche se bisogna trovare un giusto equilibrio tra ricerca della massa critica e salvaguardia dell’identità e dell’autonomia di ogni singolo brand in portafoglio. Quali sono le strategie dell’Azienda per il prossimo futuro? L’azienda ha in atto una fase di profondo rinnovamento che la investe a 360°. Tale processo, che ci vede impegnati da circa un anno, sta ponendo le basi per un riposizionamento sul mercato interno e uno sviluppo sul mercato estero. L’innovazione di prodotto è un “must” per tutte le Aziende, soprattutto nell’attuale situazione di mercato. Qual è la vostra strategia in quest’area? La costante ricerca della qualità e dell’innovazione rappresenta per noi la variabile essenziale del nostro impegno: nell’ottica di rinnovamento perseguita è stata quindi l’area più coinvolta dal cambiamento e dove abbiamo investito maggiormente sia in termini di risorse umane che finanziarie. Avete in cantiere progetti di diversificazione verso altri prodotti per capitalizzare sulla notorietà del vostro marchio? Abbiamo attuato strategie di brand and line extension. Nella stagione scorsa sono state infatti lanciate una collezione sport, una collezione camiceria, una collezione cerimonia uomo e una collezione di cravatte e sciarpe. Tali operazioni hanno l’obiettivo sia di far crescere la forza del marchio che di sviluppare il fatturato. Negli ultimi anni avete iniziato ad investire fortemente nella comunicazione. Siete soddisfatti dei risultati ottenuti in termini di immagine e di vendite? Intendete continuare su questa strada? La comunicazione è da sempre uno dei motori del business. Comunicare un prodotto, un’identità è comunque diventato difficile e problematico. Bisogna infatti sapersi distinguere e differenziare, ed è proprio questo che cerchiamo di fare ogni volta che decidiamo la strada da perseguire e le strategie da attuare. Stiamo ottenendo degli ottimi risultati dai progetti sviluppati soprattutto in termini di immagine perché stiamo costruendo una nuova identità, un nuovo posizionamento. Crediamo che la strada intrapresa sia quella giusta che ci sia bisogno sempre di nuove idee e risorse per meglio comunicare il nostro prodotto e le nostre potenzialità. (Pambiancoweek) 23 AZIENDA DEL MESE in collaborazione con INTERVISTA A CIRO PAONE PRESIDENTE DI KITON Kiton continua a crescere. Fatturato a +19% nel 2005 CIRO PAONE K iton nel 2005 è cresciuta di un altro 19%, attestandosi intorno ai 55 €/mln di giro d’affari, più del doppio rispetto al 2000. Quali sono stati i fattori determinanti di questo successo? Semplice: un insieme di tante componenti ben armonizzate tra di loro: la volontà, la coerenza, l’ordine, la squadra, l’attenzione al prodotto, la costanza della qualità (dell’alta qualità), il rispetto del cliente, la lungimiranza e così via; non ci siamo mai accontentati ed abbaiamo sempre ricercato “il meglio del meglio +1”. La difficile situazione del settore nei mercati internazionali ha fatto sentire i suoi effetti anche nella gamma alta dell’abbigliamento maschile? Noi non ne abbiamo risentito, i numeri ci danno ragione. Siamo stati attenti, fortunati, abbiamo messo gli uomini giusti al posto giusto! Oggi il primo mercato per Kiton sono gli Stati Uniti, che rappresentano circa il 30% del giro d’affari. Che progetti avete in questo mercato per il prossimo futuro? E negli altri mercati? I nostri programmi prevedono il consolidamento delle posizioni raggiunte nel mercato USA ed uno sviluppo nei nuovi mercati: in Cina ed in particolare in India (l’India è dietro l’angolo); ci interessa molto il mercato russo che stiamo curando con particolare attenzione, naturalmente non possiamo trascurare gli altri mercati per noi ugualmente importanti quali l’Europa (ed in particolare l’Italia) e il Giappone. Quali sono le previsioni per la Kiton del futuro? Continuare a crescere in modo graduale senza mai trascurare la qualità, anzi cercando sempre interventi che la possano migliorare, senza mai montarci la testa e rimanendo sempre con i piedi ben saldi per terra. Quali sono i progetti che più l’attraggono? Il progetto Russia, perché la Russia è un Paese che a me diverte e che all’Azienda sta dando buoni risultati. Come ha preparato l’Azienda alle nuove sfide? L’Azienda è una realtà che si costruisce giorno per giorno. Giorno per giorno si lavora, si “litiga”, si è attenti a tutto quello che accade quotidianamente nel mondo, che è sempre più piccolo, si “fa scuola” ai giovani, si infonde nel lavoro tutto l’amore che sappiamo esprimere. Ecco noi prevediamo di continuare su questa strada. 24 in collaborazione con Storia dell’Azienda Ciro Paone è un tessutaio, figlo di tessutai da più generazioni, che sin da giovane è un conoscitore attento oltre che dei tessuti anche dei clienti (sarti) del negozio di famiglia di Piazza Mercato a Napoli. Ciro Paone ha una particolare sensibilità per il bel vestire: il suo mito diventa tale Guido Maglione, tessutaio anche lui, raffinato ed appassionato degli abiti (sono le virgole a fare le differenze). A 23 anni costituisce la prima iniziativa produttiva combinando l’esperienza nel settore dei tessuti con la buona conoscenza dei bravi sarti già clienti. L’iniziativa parte con circa 40 sarti. Nel 1968 nasce il marchio Kiton (dal greco Kitone la tunica bella che gli antichi greci indossavano per pregare sull’Olimpo) e con esso si sviluppa l’attività nei principali mercati europei. Nel 1986 viene fondata la Kiton Corporation con sede a New York per rafforzare la presenza su questo importante mercato. Nel 1990 viene realizzato il nuovo stabilimento di Arzano via delle Industrie su un’area di 11.000 mq che, ai più razionali ma meno lungimiranti, risulta esageratamente sovradimensionata per le esigenze della Ciro Paone Spa. L’Azienda occupa 150 dipendenti e fattura 5 €/mln. Inizia così un processo di diversificazione di prodotto che, partendo dal capospalla, si estende nel 1991 alle cravatte, nel 1995 alla “donna”, nel 1996 ai profumi, nel 1998 alle camicie, nel 2000 allo sportswear, nel 2002 alla maglieria e in ultimo, nel 2004 alle scarpe. Nel 1999 Ciro Paone è insignito dell’onorificenza di Cavaliere del Lavoro dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. Nel 2000 lo stabilimento di via delle Industrie, diventato insufficiente, viene quasi raddoppiato e vengono ridistribuite le linee produttive in modo da renderlo ancora più razionale ed efficiente. Nel 2001 viene inaugurato il nuovo show room di Milano in Via S. Andrea ed avviata la Scuola di Formazione, nonché avviato il piano di sviluppo con negozi monomarca Kiton. Nel 2005 viene elaborato un nuovo progetto per un ulteriore ampliamento della fabbrica di Arzano. Corporate Governance La Ciro Paone Spa nasce nel 1990 quale ulteriore step di una partnership esistente dal 1968 tra Ciro Paone e Antonio Carola. La collaborazione tra i due amici dura fino al 1998 quando Antonio Carola decide di abbandonare l’attività industriale per dedicarsi ad altre iniziative. L’azienda rimane nelle sole mani di Ciro Paone che, in tempi decisamente brevi capisce che deve dare all’Azienda una struttura manageriale aggiungendo alle forze della Famiglia ed ai giovani managers esterni già inseriti una guida in grado di portare all’interno dell’Azienda cultura di altre aziende e comunque ulteriore capacità per far fronte ad una realtà in continua crescita. All’ingresso in azienda del nipote Antonio De Matteis (Totò) che nel tempo va ad assumere la carica di Direttore Commerciale, segue l’inserimento nel 1991 delle figlie Maria Giovanna e Raffaella, nel 1993 quello di Pascale Iannetta, proveniente dal sistema bancario, che va ad assumere nel tempo la responsabilità dell’area finanziaria, quello nel 1995 di Marco Romano per l’Amministrazione, quello nel 1996 dei due nipoti Antonio e Silverio Paone che vanno a ricoprire rispettivamente ruoli nell’area commerciale e della produzione, quello nel 1997 di Federico Cozzolino per la gestione degli acquisti e del magazzino, ed infine quello nel 1999 dell’Ing. Maurizio Maresca, proveniente da esperienze in SME Finanziaria, Il Tarì, etc , con la carica di Direttore Generale. In ragione della crescente dimensione della Società, l’assemblea dei Soci nella seduta del 3.5.2005 delibera di passare da un governo della Società con un Amministratore Unico ad un Consiglio di Amministrazione costituito da nove membri di cui sei facenti capo alla Famiglia Paone: Ciro Paone (Presidente ed Amministratore Delegato), Maria Giovanna Paone (Vice Presidente), Raffaella Paone, Antonio 25 in collaborazione con De Matteis, Antonio Paone e Silverio Paone, e tre esterni: Andrea Monorchio (già Ragioniere Capo dello Stato), Andrea Cardinaletti (Direttore di Banca) e Maurizio Maresca con la carica di Direttore Generale. Prodotto e Produzione I dettami dell’antica Scuola sartoriale napoletana rappresentano il “credo” stilistico della Kiton che, con i suoi 350 sarti rappresenta più che un industria intesa in senso stretto, un grande laboratorio artigiano, dove tutti gli abiti vengono seguiti nelle loro fasi di lavorazione ad uno ad uno. I prodotti Kiton hanno tutti una base in comune: l’alta qualità che deriva sia dalla scelta della migliore materia prima esistente al mondo, che dalla lavorazione più accurata realizzata da mani esperte, precise e veloci di ago e filo che eseguono le varie fasi di lavorazione con la stessa metodologia con la quale si lavorava 100 anni fa, ad esempio stirando con lo “stuppillo”, la pezzetta inumidita. I migliori tessuti, i migliori filati, le migliori pelli, i migliori cuoi, le migliori essenze; quando si acquisisce questa sensibilità per I materiali più belli è difficile tornare indietro anche se si volesse, così come è difficile indossare altri abiti dopo che si è avuto il piacere di indossare un capo Kiton. I sarti napoletani, secondo Ciro Paone, sono diversi da tutti gli altri del mondo, sono i migliori. Tessuti in esclusiva, esigenza inderogabile della qualità da parte di chi opera, divieto assoluto di compromessi! Oggi marchio, internazionalizzazione, alta qualità e produzione in casa sono i fattori chiave di successo; è evidente che uno solo dei quattro non è sufficiente. Kiton riesce a metterli tutti insieme. In particolare l’orgoglio maggiore alla Kiton è quello di produrre tutti i capi in casa ed in Italia presso i due siti di Arzano e di Parma dove sono impiegati oltre 370 addetti tra sarti e calzolai. Il prodotto Kiton è particolarmente apprezzato nel mondo proprio perché è realizzato con il gusto, l’amore e la sensibilità dei particolari che riescono ad esprimere solo coloro che questi valori li hanno nel proprio DNA. Conservare i valori della sartoria trasportandoli nel presente ed adeguandoli alle esigenze del futuro: un compito assai difficile che la Kiton ha affrontato ed affronta con la sicurezza di chi, certo di far bene il proprio lavoro, non ha dubbi sul risultato. Distribuzione e Negozi La strategia Kiton per la distribuzione è stata ancorata fino al 2000 alla presenza nel migliore negozio delle principali città dei paesi industrializzati, nei quali veniva richiesto un prodotto di alta qualità. Oggi l’Azienda è presente nei 40 Paesi più industrializzati del mondo ed in ben 400 Città di tali paesi. A partire dal 2000, avendo anche raggiunto un portafogli prodotti Kiton sufficiente per poter gestire un negozio è partito il progetto monomarca. Le caratteristiche del progetto sono naturalmente in perfetta armonia con il prodotto: Le più belle città, le più belle strade, i più bei negozi. Sono nati così i primi 11 progetti: 2000 Arzano, 2001 Milano, 2002 Parigi, Colonia e Mosca1, 2003 Tokio e New York, 2004 Dusseldorf, 2005 Monaco, Zurigo e Osaka e 2006 Chan Du, Londra, Mosca2 e Mosca3. 26 in collaborazione con Nel 2002, nell’ambito di questo progetto, la Ciro Paone Spa ha acquistato il Building già sede del Banco di Napoli a New York, dove oltre ad aver destinato gli spazi al primo negozio americano, ha insediato la propria sede americana per l’assistenza, il controllo e lo sviluppo del mercato. Collezione A-I 06/07 Per un uomo impeccabile Lo stile Kiton per la stagione Autunno-Inverno 2006-2007 si presenta molto rigoroso: l’eleganza è di gusto classico nei disegni e nei tessuti, mentre la vestibilità è resa più moderna. Gli abiti sono in flanella oppure gessati, le giacche in puro cachemire millionaire. L’esaltazione di un gusto retrò è evidente nelle giacche cardate di cachemire con motivo Principe di Galles o macro “piè -de-poule”. I soprabiti sono anch’essi di ispirazione antica nei classici disegni spigati blu, grigi o marroni. Un tessuto nuovo spicca fra gli altri di questa collezione. Esso nasce dall’unione di due fibre regine: il cachemire e la vicuna per la prima volta insieme in esclusiva mondiale per Kiton. Il gusto old si riflette anche su camicie e cravatte, queste ultime presentate nei colori “vecchia Inghilterra”. Anche la linea outwear segue la via del rigore classico. I giacconi ed i soprabiti sono come sempre superleggeri in puro cachemire e, solo per alcuni mercati, sono impreziositi da pellicce. In novità assoluta Kiton presenta per la prima volta il classico blue jeans che va ad aggiungersi alla già ricca collezione di pantaloni in denim nelle più svariate tonalità di colori. La scarpa Kiton completa il look aggiungendo un tocco di contemporaneità al rigore più classico. Kiton: elogio di una eleganza intramontabile La Scuola per sarti Ad una Scuola per Sarti Ciro Paone ci aveva sempre pensato, ma altre priorità avevano fatto mettere questo progetto da parte. Nel 2000 però, con l’arrivo in Azienda del Direttore Generale Maurizio Maresca ed il potenziamento del management, il progetto trova veloce attuazione. Maresca, infatti, dopo pochi mesi di attività in Azienda, percepisce la necessità di pensare al naturale turnover dei sarti. La risorsa chiave di un’Azienda come la Ciro Paone SpA è infatti iquella dei sarti, ma i giovani oggi sono sempre più disaffezionati a questo tipo di attività che richiede un periodo di formazione molto lungo, le palestre di formazione costituite dai piccoli laboratori artigianali vanno sempre più scomparendo, mancano strutture specifiche pubbliche o private in grado di formare figure artigianali di qualità e pertanto alle aziende leader più lungimiranti non rimane altro che provvedere in casa a questo importantissimo processo. Nasce nel 2000 la Scuola Kiton di Alta Sartoria. Il piano di formazione è articolato su 5 anni di cui 2 in aula e 3 sul campo. Primo obiettivo della Scuola è quello di ricercare giovani che vogliano svolgere questo lavoro con passione e non giovani che cerchino solo un lavoro. Per realizzare capi eccellenti occorrono Sarti con la S maiuscola e questi vanno formati prendendo sia i discenti con le giuste potenzialità che i migliori docenti esistenti sul mercato. L’offerta dei sarti sui mercati internazionali è molto cambiata in questi ultimi 50 anni: le generazioni dei sarti che negli anni ‘50 sono andati anche in giro per il mondo: Stati Uniti, Germania, etc sta andando in pensione e non ci sono facili sostituzioni; la storica Savile Row di Londra ha visto progressivamente perdere la propria forza proprio perché non è riuscita ad assicurare un’adeguata continuità. La Scuola è una cosa seria! Se si vuole imparare bisogna fare sacrifici; per i sarti queste affermazioni sono ancora più pesanti in quanto la formazione in queste attività artigianali è più faticosa e lunga rispetto a quella di altre attività che vengono offerte oggi ai giovani. Dei primi due corsi ultimati circa il 70% dei giovani sono diventati sarti Kiton in formazione sul campo ed i primi sono già pronti per assumere l’importante ruolo di sarto Kiton degli anni 2000 ed assicurare così la continuità aziendale. 27 APERTURE MONOMARCA Luciano Padovan sbarca a Mosca L’inaugurazione è prevista il prossimo 3 marzo, in un lussuoso palazzo storico al 18 di Petrovka Street. Il marchio di calzature Luciano Padovan fa il proprio ingresso nel mercato russo aprendo il primo monomarca moscovita. Una boutique di 100 metri quadri, suddivisa su due livelli, avviata in partnership con il distributore Oxana Bondarenko. L’inaugurazione del nuovo flagship store, che si aggiunge a quelli già attivi di Milano e Roma, si inserisce nel progetto di espansione retail iniziato recentemente dalla società di Parabiago, che punta ad aprire in altre piazze internazionali. Sempre a marzo, infatti, l’insegna Luciano Padovan farà il suo debutto anche a Miami, a Bal Harbour. Mentre ad Atene apriranno i battenti shop in shop nelle aree commerciali più interessanti, come Kifisia, Glifada e Kolonaki. Per sostenere lo sviluppo distributivo del brand all’estero sono state avviate anche nuove filiali, che si aggiungono a quelle di Parigi e Roma: a settembre ha preso il via la showroom newyorkese nello Studio Building al 130 West 57th Street, mentre a luglio è stata la volta di Düsseldorf e a settembre di Mosca. Tra gli obiettivi commerciali da raggiungere c’è ora la capitale francese, tappa per un altro opening con insegna Luciano Padovan. (Pambiancoweek ( ) Nespresso apre a torino una boutique del caffè Nespresso, il brand di Nestlè di caffé di qualità in monodose, dopo il successo delle Boutique di Milano e Roma, apre ufficialmente il 22 dicembre le porte della Boutique di Via Roma 4 a Torino, offrendo un luogo piacevole in cui avvicinarsi al mondo Nespresso. A Torino, come nel resto del mondo, le Boutique Nespresso offrono agli esteti del caffé un ambiente esclusivo in cui godere pienamente del caffé e nello stesso tempo compiere un viaggio nel mondo Nespresso: dalle 12 varietà caffé di prima qualità alle macchine per espresso di design. “Tutti i clienti Nespresso, anche se a livello diverso, sono dei veri intenditori di caffè. Hanno una passione per le loro miscele favorite, richiedono il miglior espresso e apprezzano che Nespresso offra loro un servizio che va oltre la semplice vendita” dichiara Francesca Chelli, Direttore Generale di Nespresso Italiana “L’apertura della nuova Boutique, rientra nell’obiettivo di Nespresso di ampliare la sua presenza in Italia, con spazi espositivi che racchiudano nella purezza del design, le linee fluide, e i colori della nostra brand identity, la rappresentazione completa del ( mondo Nespresso”. (Pambiancoweek) Sover, nuovi negozi e uffici in Romania Nuovo e importante traguardo per Sover, Azienda italiana leader nel settore dell’occhialeria che ha appena inaugurato il suo undicesimo negozio in Romania, più precisamente a Timisoara, e una avveniristica sede commerciale a Bucarest. Nel centro di Timisoara, inserito PAOLO CANNICCI nell’avveniristico Iulius Mall Timisoara, il nuovo negozio Sover si sviluppa su oltre 100 metri quadri sapientemente arredati in perfetto stile italiano arricchiti da elementi in rocca naturale e, naturalmente, tanto vetro e cristallo abbinato a legno di primissima qualità. Venticinque marchi per altrettante linee da sole e da vista. Tra questi emergono senza dubbio Alviero Martini Point of View e Mariella Burani, marchi per i quali Sover produce e distribuisce linee complete di occhiali da vista e da sole. “La presenza di Sover in Romania ha richiesto notevoli investimenti che ci hanno permesso di arrivare in anticipo in un’area in pieno sviluppo”. E sulla concorrenza asiatica che mette in difficoltà il distretto veneto, il presidente Paolo Cannicci ha ribadito la sua ricetta: “Bisogna concentrarsi sulle nicchie di mercato in cui alta qualità e design vengono percepiti come veri plus del prodotti. E aggregare le pmi fino alla soglia minima di sopravvivenza per competere con la forte concorrenza che spinge dal basso.” (Pambiancoweek ( ) Mini apre un lounge bar C ontinua senza sosta lo sviluppo del marchio Mini sulla scia delle strategie portate avanti negli ultimi anni dai più esclusivi luxury brand. Dopo la pelletteria (con Mandarina Duck) e gli occhiali (con De Rigo) è il momento dell’apertura del primo Mini lounge bar, all’interno di una concessionaria dedicata in esclusivo alla cult car anglo-tedesca. “Oggi, a oltre quattro anni dal lancio, ha dichiarato Nicola Giorgi, brand manager Mini, possiamo dire che Mini ha conquistato un po’ tutti, ma volendo tracciare un profilo dei nostri clienti è possibile fornire qualche dato per identificarli meglio. (Pambiancoweek ( ) 28 APERTURE MONOMARCA Fedon: nuovi monomarca a New York e Parigi Damiani apre una boutique ad Astana N elle prossime settimane verranno aperti due nuovi negozi monomarca Giorgio Fedon 1919 a New York e Parigi. A New York il negozio sorgerà nel cuore di Manhattan, nella Fifth Avenue, mentre il presidente Callisto Fedon spiega la scelta di Parigi quasi come un atto dovuto: “Siamo quotati dal 1998 alla Borsa parigina, volevamo anche avere una visibilità diretta in città con il nostro marchio di accessori di lusso”, ha dichiarato al quotidiano Il Gazzettino. Il 2005 si chiuderà con un fatturato consolidato di 61 milioni di euro, il portafoglio ordini resta robusto con 17,5 milioni e l’export rappresenta attorno al 40% del giro d’affari. Nel 2006 si prospetta una crescita per linee esterne, attraverso nuove acquisizioni, che potrebbero interessare sia il core business (i portaocchiali), sia la linea di pelletteria, che attualmente incide sul fatturato per il 5% e ha quindi ampi spazi di espansione. “L’obiettivo è un rafforzamento nella distribuzione diretta anche in Germania, mentre c’è già un progetto per entrare in Spagna, Regno Unito e Giappone”, ha spiegato Fedon. Il business pian che il gruppo sta definendo nei dettagli indica una crescita a due cifre per i prossimi 3/5 anni. (Pambiancoweek ( ) Kenzo: 10 anni in Russia La prima boutique russa di Kenzo ha festeggiato il suo 10° anniversario con l’inaugurazione della Mostra “Voyages: il mondo Kenzo di Antonio Marras”, allestita all’interno dello storico Passaggio Petrovsky. La Mostra, che resterà allestita sino al 10 Gennaio 2006, ripercorre le tappe più significative del lavoro dello stilista per il marchio francese. I festeggiamenti sono seguiti all’interno del magnifico Manjezh, storico edificio accanto al Cremlino utilizzato all’epoca degli zar per l’addestramento dei cavalli, poi riconvertito per ospitare esposizioni e mostre d’arte e che di recente è stato ricostruito ex-novo. Kenzo è stata la prima maison di moda ad inaugurare lo spazio rinnovato per ospitare la sfilata Primavera/Estate 2006, riproducendo le scenografie utilizzate per le sfilata di Parigi dello scorso Ottobre. Ospite d’onore delle celebrazioni Antonio Marras, Direttore Creativo della maison Kenzo. “Quello che ammiro in KENZO è la sua modernità, l’incredibile miscela di coerenza e diversità. Amo il suo modo distintivo di mischiare generi e stili differenti e la naturale poesia che nasce nel fonderli insieme Disegnare e crea e per KENZO è un’esperienza che mi emoziona ed una vera sfida”, ha commentato Antonio Marras. (Pambiancoweek (Pambiancoweek) Pambiancoweek) Damiani ha festeggiato l’apertura di una nuova Boutique presso il Rixos President Hotel di Astana, capitale del Kazakhistan, paese con notevoli prospettive di sviluppo per i prodotti del lusso. Per questa speciale occasione Damiani ha organizzato un cocktail al quale ha preso parte Silvia Damiani, Vice Presidente del Gruppo. Numerosi ospiti VIP hanno assistito allo show di Layma Vajkule, famosissima cantante russa ed hanno ammirato, nel corso di un’elegante esibizione, i preziosi pezzi unici Damiani. La nuova Boutique di Astana fa parte della strategia di espansione del Gruppo nel mercato del Kazakhistan, dove il marchio è già presente con una Boutique ad Almaty. ( (Pambiancoweek ) Paul&Shark raddoppia in via Montenapoleone E’ stato inaugurato nei giorni scorsi a Milano, in via Montenapoleone 1, il monomarca Paul&Shark dedicato alla donna. Lo spazio si aggiunge a quello già presente da tempo nella stessa via, ma al civico 15, riservato alle proposte maschili. “Finalmente dopo anni di convivenza la collezione donna è cresciuta ed è in grado di vivere da sola”, ha detto Andrea Dini, presidente della Paul&Shark, riguardo al nuovo punto vendita tutto al femminile. La boutique milanese del brand sportswear che si identifica con il simbolo dello “squalo” si sviluppa su due livelli e presenta un’immagine moderna e accogliente giocata su display in smalto crema e loghi in oro. (Pambiancoweek) (Pambiancoweek Pambiancoweek) 29 APERTURE MONOMARCA Anche a Milano c’è un Santoni. Nel quadrilatero Santoni ha scelto la settimana della moda uomo per inaugurare il primo monomarca milanese. Il prossimo 17 gennaio il calzaturificio marchigiano festeggierà la nascita della seconda boutique di proprietà italiana, in via Gesù al numero 9. «Siamo molto contenti di questa nuova apertura, spiega Giuseppe Santoni, A.D. dell’azienda di famiglia. Il negozio, che si sviluppa su 70 metri quadrati in pieno quadrilatero della moda, è stato cercato a lungo. Ed ora è pronto per diventare la vetrina di punta del marchio». La nuova boutique offrirà al pubblico sia la collezione uomo (l’80% della produzione) sia la più recente per la donna (attualmente il 25% del fatturato). «Stiamo investendo molto sulla collezione femminile, in vendita da poco più di un anno, continua Santoni. Abbiamo ampliato lo stabilimento di Corridonia proprio per creare una divisione ad hoc, con un team specializzato. L’obiettivo è quello di portarla allo stesso livello dell’uomo nel tempo più breve possibile». L’azienda marchigiana, che chiuderà il 2005 con un fatturato di 30 milioni di euro, in crescita del 21% rispetto all’esercizio dello scorso anno, già a più 19% sul 2003, è pronta allo sbarco in Cina. «Abbiamo appena concluso un accordo per aprire negozi a Pechino e Shanghai, che si affiancheranno ai corner già presenti dal 1992. Lo scopo? Incrementare la distribuzione diretta, per capire meglio gli orientamenti del mercato». (Finanza&Mercati del 20/12/05. Estratto a cura di Pambiancoweek) Armani: il lusso all’assalto dei nuovi mercati Il problema è di tutto il tessile-abbigliamento e del made in Italy in generale, di cui è simbolo Giorgio Armani, lo stilista italiano più conosciuto all’estero. Il sistema Italia dovrà fare i conti con i problemi di competitività e concorrenza da parte di Paesi aggressivi, come la Cina, e al tempo stesso dovrà cogliere le opportunità che questi stessi Paesi presentano. Dopo le difficoltà del 2005, ci vuole una prova d’orgoglio che sappia risollevare le sorti dell’export tricolore nel mondo. E proprio Armani, con altre firme della moda, segna la strada con il progetto Eurostreet, sostenuto dalla Fondazione Italia Cina: un complesso commerciale nella città di Hangzhou realizzato per diffondere marchi del lusso. Perché anche per il consumatore cinese il lusso è made in Italy per definizione. (Economy del 23/12/05. Estratto a cura di Pambiancoweek) Nuovo store GF Ferrè in Lituania GF FERRE’ arriva a Vilnius, nel cuore antico di una nazione protagonista del futuro, spiega Gianfranco Ferrè in occasione dell’a pertura del nuovo store Ferrè al 39 di Gedimino Street a Vlinius, in Lituania. Lo spazio, di 180 metri quadri di superficie, è caratterizzato da una particolare linearità e modernità, in sintonia totale con il mood forte e trasversale del progetto ( ) “giovane” di Gianfranco Ferré. (Pambiancoweek I negozi di Principe, ecco la svolta diretta ai clienti Principe, noto marchio di pelletteria che negli anni ha stretto accordi di licenza con importanti marchi di moda. Parte ora con il nuovo progetto retail denominato “Less is More”. «Una nuova generazione di concept store multimarca, spiega Alessandro Maroni, business development manager dell’azienda, dedicati agli accessori e sviluppati in diversi format: shop, corner e shop in shop». In questi spazi saranno messi in vendita i brand da loro prodotti e distribuiti dall’Azienda: Principe, Cerruti 1881, Fornarina Bags ed Energie. I punti vendita “Less is More”, a gestione diretta o in franchising, saranno aperti negli aereoporti, in grandi magazzini, centri commerciali e, solo in rarissimi casi, nelle tradizionali vie dello shopping dei centri storici. In Italia il primo shop in shop è stato inaugurato all´aeroporto di Malpensa. (Affari&Finanza del 19/12/05. Estratto a cura di Pambiancoweek) Moschino, passaggio in India Dopo altri grandi marchi, anche Moschino ha ceduto al fascino dell’India (sopratutto, dell’emergente mercato indiano). E ha aperto a Bombay, all’interno dell’hotel Taj Mahal, una boutique con décor eclettico, dove si concentrano influenze locali e dettagli tipicamente moschiniani. (Pambiancoweek ( ) 30 M&A Mittel fa suoi Pepper e Moncler Brands Partners ha acquistato l’intero capitale sociale di Industries, che, dal primo maggio scorso, era subentrata nella proprietà e nella gestione operativa dell’azienda già Pepper Industries. Lo ha reso noto la Mittel che detiene il 65% di Brands Partners, mentre l’imprenditore e stilista Remo Ruffini mantiene il restante 35%. A Industries fa capo la produzione e la distribuzione di capi di abbigliamento con i marchi Henry Cottons, Marina Yachting, Coast Weber & Ahaus, Moncler, Cerruti 1881 Blue e Cerruti Jeans per un giro di affari al 31 dicembre 2004 di oltre 185 milioni. (Corriere della Sera del 20/12/05. Estratto a cura di Pambiancoweek) Fingen vende CK a Warnaco F ingen ha ceduto a sorpresa tutte le licenze Calvin Klein all’americana Warnaco che acquisterà il 100% degli asset delle società che fanno capo al gruppo dei fratelli Fratini, produttori e distributori delle collezioni Calvin Klein Jeans, degli accessori Calvin Klein in Europa e in Asia di CK Calvin Klein sportswear e relativi accessori in Europa. Per il pacchetto delle licenze (la cui durata è quarantennale), la Warnaco pagherà 240 milioni di euro, in parte attingendo a risorse proprie, in parte ricorrendo a un finanziamento. L’accordo sarà completato nel primo trimestre 2006 e prevede anche che Calvin Klein Collection (abiti e accessori) passi da Fingen a Warnaco dal 2008 al 2013. «Abbiamo valutato molti dossier e diverse società, spiega Joseph Gromek, presidente e amministratore delegato di Warnaco. Ma le attività di Fingen ci sono sembrate le più interessanti. In particolare volevamo la licenza jeans che è vicina al nostro core business e che ci darà la possibilità di essere ancora più presenti all’estero grazie a un canale distributivo diretto». I ricavi in Asia e in Europa di Calvin Klein Jeans ammonteranno, a fine 2005, a circa 240 milioni di dollari. «La concentrazione delle licenze nelle mani di un unico operatore implica, spiega Tom Murry, presidente e direttore operativo di CKI, un coordinamento e una distribuzione più efficienti». Per Fingen, invece, la strategia sembra chiara: rafforzarsi nel settore immobiliare a Firenze puntando su Palazzo Tornabuoni, l’outlet di Barberino del Mugello e sul primo Four Season della città, a scapito però della moda. (Finanza&Mercati del 21/12/05. Estratto a cura di Pambiancoweek) Seven rileva la proprietà di Invicta S even, azienda piemontese leader in Italia nella produzione di zainetti per la scuola con oltre il 60% del mercato, si è aggiudicato l’asta che aveva come advisor Bain & co. La formalizzazione della cessione sarà effettuata nei prossimi giorni dopo il via libera arrivato ieri dal cda della trevigiana Diadora. Dopo un paio di cambi al vertice, nei mesi scorsi il gruppo ha deciso di mettere sul mercato Invicta per ricavare risorse utili a rilanciare il core business di Diadora. Su Invicta nel frattempo ha lavorato come brand director Marco Ferro che ha completamente rinnovato la produzione dello storico marchio, proponendo una linea di zaini interattivi, un più stretto legame dei prodotti con uno stile di vita legato ai viaggi e all’ avventura e una innovativa linea di abbigliamento. Un rilancio premiato dal mercato con crescite nell’ultima stagione fra il 3% degli zaini ed il 30% di guanti ed abbigliamento sportivo ed un fatturato avviato verso i 32 milioni. (Il Sole 24 Ore del 23/12/05. Estratto a cura di Pambiancoweek) Il 30% di Lacote va a Bioera (8,5 mln) «Vogliamo diventare il polo di riferimento italiano del settore erboristico e della cosmetica naturale». Queste sono le parole di Giovanni Burani, AD di Bioera, che ieri ha rilevato dai fondi Capeq Partners e Natexis-Cape il 30% di Lacote, azienda nota per il fango anticellulite Guam. L’acquisto, per 8,55 milioni, fa parte GIOVANNI BURANI di un accordo più ampio che diventerà esecutivo oggi. L’intesa prevede infatti, che Bioera attraverso la newco International Bar Holding (Ibh) raggruppi anche le partecipazioni nel settore alimentare detenute in Natfood e in General Fruit. Al termine dell’operazione i due fondi saranno soci della Ibh con una quota del 10,56 per cento. Lacote, che è stata fondata nel 1986 dall’attuale presidente Egidio Siena, ha chiuso il 2004 con un fatturato di oltre 13,3 milioni (+6,3%) e un utile ante imposte di 2,1 milioni. (Stefania Pescarmona, Finanza&Mercati del 23/12/05. Estratto a cura di Pambiancoweek) 31 GIRO DELLE POLTRONE Sommer entra nella Charles Jourdan: con squadra di Big Star Mujagic per voltare pagina New entry in Big Star International, azienda produttrice Christophe Mujagic è stato nominato presidente e direttore generale di Charles Jourdan, marchio di calzature che lo scorso agosto aveva dichiarato fallimento. Mujagic vanta una lunga esperienza nel settore tessile, in società come Corning, Fiancière Agache o Boussac. La sua mission sarà completare l’azione del suo predecessore, Philippe Cardon (congedato dopo appena due mesi) trovando una nuova collocazione commerciale e strategica per il brand. (Fashionmagazine.it del 23/12/05. Estratto a cura di Pambiancoweek) Un italiano a Parigi per Veuve Clicquot Il marchio di champagne francese Veuve Clicquot, appartenente al colosso del lusso Lvmh, ha deciso di puntare sull’Italia nominando un brand manager internazionale proveniente dal nostro Paese. Si tratta di Andrea Crippa, 36 anni, già in casa Moët Hennesy dal 2000 come direttore marketing della divisione italiana di Dom Perignon. Il dirigente, laureato in Bocconi, ha un passato nella divisione marketing di 3M prima e L’Oreal dopo. Da gennaio sarà in carica nella sede di Parigi. (Finanza&Mercati del 23/12/05. Estratto a cura di Pambiancoweek) Robert Singer nuovo AD di Barilla R obert Singer, 54 anni, originario di New York, è il nuovo amministratore delegato di Barilla Holding. Il manager, con una lunga esperienza internazionale e già membro del consiglio di amministrazione di Barilla Holding, si insedierà a Parma il prossimo 15 gennaio. Singer riporterà direttamente al presidente, Guido Barilla, e avrà il compito di coordinare le attività di business delle consociate Kamps, Harry’s e Gran Milano; inoltre gestirà ad interim anche la funzione di responsabile finanziario. Robert Singer ha lavorato per 20 anni in Coopers & Lybrand, dal 1981 in Italia. Dal 1995 al 2004 si è trasferito in Gucci dove ricopre il ruolo di Executive Vice President e CFO della maison del lusso. Nel biennio 20042005 è presidente e direttore generale di Abercrombie & Fitch, gruppo specializzato nell’abbigliamento. Attualmente è membro del board di Fairmont Hotel & Resort. (Pambiancoweek) di jeanswear con sede in Germania ma di proprietà del gruppo turco Eroglu. Si tratta di Guenther Sommer, nominato brand director dopo le dimissioni del ceo Frank Walberg, dopo soli tre mesi di permanenza nella società. Sommer (che in precedenza è stato managing director di Chini&Company per un anno, dopo 24 anni in H.I.S. jeans) si occuperà dei brand Big Star International e Colin a partire da gennaio. (Fashionmagazine.it del 16/12/05. Estratto a cura di Pambiancoweek) Laurenzio direttore mercati internazionali di Eminence A pochi mesi dalla nomina a Vice Presidente della Liabel spa, marchio storico dell’intimo uomo, donna e bambino, Marcello Laurenzio, Amministratore Delegato della società aggiunge un altro importante incarico al suo prestigioso ruolo manageriale del gruppo Eminence. Dal 1 gennaio MARCELLO LAURENZIO 2006 Laurenzio sarà infatti il nuovo Direttore mercati internazionali del gruppo Eminence sa, ruolo che lo vedrà impegnato nello sviluppo dell’organizzazione e delle vendite dei marchi Eminence uomo, Athena, Cacharel uomo e Liabel sui principali mercati mondiali, fatto salvo il mercato francese, dove continuerà ad operare l’attuale organizzazione commerciale. (Pambiancoweek) Nuovo ceo in Testoni Carlo Fini è il nuovo Amministratore Delegato di “a.testoni spa”, brand di calzature e pelletteria ad alto target, portabandiera dell’Italian Style nel mondo, internazionalmente apprezzato per la qualità e l’eleganza delle sue collezioni. Primogenito della famiglia Fini-Testoni, Carlo Fini passa così alla guida di quello che, da piccola bottega artigiana, è oggi diventato un Gruppo che annovera 74 punti vendita monomarca nei principali mercati del lusso, oltre ad essere distribuito su un network di 250 negozi multimarca rigorosamente selezionati a livello internazionale. (Pambiancoweek) 32 LICENZE In arrivo valige Lacoste prodotte da Samsonite Lacoste e Samsonite hanno sottoscritto un accordo di licenza secondo il quale la società francese di abbigliamento sportswear ha affidato all’azienda americana la produzione e distribuzione della nuova linea di valige che sarà lanciata a gennaio. La collezione firmata Lacoste sarà distribuita in tutto il mondo e comprenderà equipaggiamenti, accessori da viaggio e trolley. (Fashionmagazine.it del 16/12/05. Estratto a cura di Pambiancoweek) Mustang affida a Ergee calze e collant Arrivano calze e collant firmati Mustang. L’azienda tedesca del jeanswear ha siglato un accordo di licenza con Ergee, Azienda austriaca che produce calze e maglieria intima. In base alla nuova intesa, Ergee produrrà e distribuirà in tutto il mondo calze e collant Mustang per uomo e donna a partire dalla collezione primaveraestate 2006. L’accordo rientra nella strategia di sviluppo di Mustang, che prevede l’inserimento in nuove categorie di prodotto e dà un ulteriore impulso alla crescita di Ergee, che prevede di chiudere l’anno con un fatturato di 41,3 milioni di euro (+3,5% rispetto al 2004). (Pambiancoweek) L’intimo John Galliano fa Liabel più elegante Eminence e Liabel continuano ad investire nelle licenze. Questa volta la capogruppo francese avrebbe firmato un accordo con John Galliano, il marchio dello stilista della maison Dior, secondo il quale Liabel distribuirà in Europa, a partire dal 2006, la lingerie e la corsetteria femminile firmata John Galliano. Sotto la guida dell’amministratore delegato Marcello Laurenzio, l’azienda di Biella ha invece firmato, tra agosto e settembre, un’intesa col maglificio pavese Mapier e con la napoletana Startex per la produzione di una linea di calze uomo, donna e bambino, un segmento ancora inesplorato per l’azienda biellese. A ottobre, invece, era stata la volta di una licenza in uscita. Liabel aveva dato il suo marchio, per cinque anni, a Sisters srl, società specializzata nella produzione di abbigliamento notte e homewear. Il contratto prevede la produzione da parte di Sisters di pigiami da uomo e donna a marchio Liabel. La strategia di Eminence è di ampliare il parco griffe con marchi di prestigio. Il gruppo ha già in portafoglio griffe come Cacharel, Kenzo e Lacroix, distribuite in Italia attraverso Liabel. Con Galliano, si aggiunge un altro nome di alto profilo. Eminence realizza in Europa un giro d’affari di 160 milioni di euro, mentre il fatturato di Liabel viaggia in Italia su cifre superiori ai 30 milioni di euro, con obiettivi di crescita per il 2006 che fissano l’obiettivo a 36 milioni. (Finanza&Mercati del 16/12/05. Estratto a cura di Pambiancoweek) Ratti: si rafforza il sodalizio con Chantal Thomass Roberto Cavalli fa le a divisione Ratti Collezioni del Gruppo Ratti, che pellicce con Ciwifurs L già si occupa della moda mare firmata Chantal Thomass Collection Beachwear, ha siglato un contratto di licenza per la produzione e la distribuzione della linea Chantal Thomass Collection Pleasure a partire dall’autunno/inverno 2006-2007. Chantal Thomass Collection Pleasure, composta esclusivamente da capi di intimo e per la notte - pigiami, camicie da notte, vestaglie, baby doll, top, cachecoeur - è pensata, come si legge in una nota, “per una donna dallo stile lussuosamente ‘sexy chic’ che coniuga raffinatezza e femminilità, trasferendo su sensuali tessuti in seta, uniti e stampati, l’audace stile francese di Chantal Thomass”. (Pambiancoweek) C iwifurs si è aggiudicata la licenza per le pellicce di Roberto Cavalli. L’accordo, della durata quinquennale, parte con l’autunno/inverno 2006-2007 e riguarderà la produzione e la distribuzione, che avverrà attraverso lo shoowroom della griffe in concomitanza della campagna vendite del prêt-à-porter femminile. La collezione comprende una cinquantina di pezzi che andranno ad ampliare la gamma di proposte della linea donna. “I primi contatti con la maison risalgono a un po’ di tempo fa, ha detto Gianni Castiglioni della Ciwifurs (socio anche delle griffe Marni), ma abbiamo firmato l’accordo un mese fa. Attualmente stiamo definendo l’organizzazione commerciale e poi fisseremo gli obiettivi di fatturato”. (Fashionmagazine.it del 16/12/05. Estratto a cura di Pambiancoweek) 33 CAMPIONE EMERGENTE in collaborazione con INTERVISTA A SERGIO TEGON Cà Da Mosto, una realtà di successo Le ragioni del nostro successo sono state sicuramente la determinazione, la serietà e la volontà di essere sempre competitivi nel mercato. Questo è un lavoro che ha bisogno di passione, ma anche di tanta esperienza. Nella situazione attuale non c’è più posto per l’improvvisazione. Ca’ Da Mosto (Seventy) ha raggiunto nel 2004 un fatturato di 40 milioni di euro. Quali sono state le ragioni di questo successo? La nostra Società produce capi di abbigliamento con i marchi Seventy, 1970. Le ragioni del nostro successo sono state sicuraSERGIO TEGON mente la determinazione, la serietà e la volontà di essere sempre competitivi nel mercato. Questo è un lavoro che ha bisogno di passione, ma anche di tanta esperienza. Nella situazione attuale non c’è più posto per l’improvvisazione. Quali sono le previsioni di chiusura di fatturato e utili per il 2005? Prevediamo di chiudere il 2005on un aumento di circa il 10% del fatturato che raggiungerà la soglia dei 45 milioni di euro e un utile prima delle imposte a doppia cifra. Per operare in un mercato globale si richiedono grossi investimenti. Per il prossimo futuro dove si concentreranno? Nel corso delle ultime stagioni l’azienda ha potenziato la propria politica distributiva incentivando il sistema della produzione che permette una maggiore sintonia del prodotto alle esigenze del mercato consentendole di aumentare il proprio fatturato anche in una situazione di congiuntura negativa come l’attuale. Il processo di sviluppo nei prossimi anni, in un mercato globalizzato sempre più competitivo, non può tralasciare nessuna delle leve strategiche che passano dalla costante evoluzione del prodotto, alle politiche di distribuzione, dall’affinamento dei processi produttivi alle più sofisticate strategie di comunicazione integrata per l’affermazione del marchio a livello internazionale. L’innovazione di prodotto è un “must” per le Aziende, soprattutto nell’attuale situazione di mercato. Qual è la vostra strategia in quest’area? Il rapporto stile/qualità/prezzo è sempre stato uno dei punti di forza del nostro prodotto e vogliamo che rimanga tale perché crediamo nella capacità del consumatore di capire e premiare le aziende che non si affidano prevalentemente a contenuti di immagine, ma che sanno mantenere ed aumentare nel tempo i contenuti di qualità e stile dei propri prodotti. Detto questo il pubblico giovane è sempre più colto ed esigente e per questo il nostro sforzo si centra nella costante analisi dei trend socio-culturali internazionali che sono alla base dello sviluppo delle nostre collezioni. Qual é il plus distintivo del prodotto Seventy rispetto ad altri marchi giovani? Il mercato ha continuato a premiare le aziende - come la nostra - che meglio sono riuscite ad abbinare la qualità dei prodotti con il contenimento dei costi di produzione. La costante ricerca di nuove fonti produttive ad alta qualità per migliorare il rapporto qualità/prezzo unitamente alla velocità di esecuzione del servizio, continuano ad essere i punti di forza dell’azienda che si traducono in continui aumenti di fatturato. Inoltre, la garanzia di una elevata qualità del prodotto, l’offerta di una gamma molto alta di modelli uniti alla creazione di prodotti sempre nuovi in linea con le tendenze di moda in grado di soddisfare le richieste dei clienti, siamo certi aumenteranno l’interesse dei consumatori nei confronti della nostra Società. La vostra Azienda ha sempre creduto e investito fortemente nella comunicazione. La strategia futura continuerà a far leva su questo strumento? Abbiamo sempre creduto nella comunicazione ed aumentato gli investimenti proporzionalmente al fatturato, perché la nostra strategia mira all’accrescimento della notorietà del marchio ed allo sviluppo dei volumi di vendita. Le strategie future dell’Azienda continueranno a far leva sui marchi in portafoglio o avete in mente l’ac- 34 in collaborazione con quisizione di qualche marchio di nicchia per sfruttare meglio il vostro know-how di settore? L’ultimo marchio acquisito è Victor Victoria e pensiamo di presentarci sul mercato con la collezione A-I 07. Per il momento è un impegno importante che vogliamo portare avanti concentrando tutte le energie a nostra disposizione. Avete in cantiere progetti di diversificazione verso altri settori per trarre beneficio dalla notorietà dei vostri marchi? Stiamo attentamente valutando possibili partner per lo sviluppo di licenze dove però ci muoveremo solo quando avremo la certezza di un progetto vincente. Inoltre stiamo sperimentando un progetto casa con il marchio Ca’ Da Mosto. Spingere la distribuzione attraverso negozi diretti o multimarca: questo è un tema di forte attualità. Quali sono le strategie future della vostra Azienda al riguardo? Abbiamo circa 25 corner in vari negozi e in futuro ci concentreremo anche sull’apertura di negozi monomarca. Abbiamo in cantiere l’apertura del primo negozio SEVENTY a Piacenza nel primo trimestre del 2006 e se il modulo andrà bene continueremo le aperture nelle principali città italiane. In un mercato globale la dimensione diventa sempre più importante e ciò vale anche per Ca’ Da Mosto. Come intende affrontare il problema della crescita? Ci sono diversi modi di attuare delle strategie di crescita. Crediamo che il nostro Gruppo abbia già dimostrato di saper crescere in modo organico e che abbia ancora forti potenzialità di crescita, sia in termini di diversificazione della gamma di prodotti, seppur sempre all’interno del mondo dell’abbigliamento, sia come espansione della nostra presenza all’estero, e sia, infine, come ampliamento della rete distributiva. 35 in collaborazione con Storia dell’Azienda La società nasce nel 1986 come finanziaria della famiglia di Sergio Tegon. Prende il nome da uno dei più antichi palazzi di Venezia, del 1200 circa, che si specchia sul Canal Grande. Nella casa fondaco patrizia, nasce nel 1432 Alvise Ca’ da Mosto, celeberrimo viaggiatore al servizio della Serenissima, scopritore tra l’altro delle isole di Capo Verde. Sergio Tegon, attraverso un’altra società, è stato titolare fino al giugno 1998 di marchi prestigiosi, quali Henry Cotton’s e Moncler, oltre che licenziatario del marchio Cerruti. L’azienda francese Moncler è stata rilevata da un fallimento nel 1993 e rilanciata sul mercato portandola, prima della cessione, ad un volume d’affari di 15 milioni di €. Con il marchio Seventy, da lanciato nel lontano 1970, nel giugno 1998, la Ca’ da Mosto viene trasformata da finanziaria a società industriale, dando vita ad una nuova impresa. Presente sul mercato fin dal 1970, Seventy, ha sviluppato e rafforzato nel tempo una qualificata distribuzione puntando sui contenuti delle proprie collezioni, sui tessuti e sulla linearità delle forme. Dedicate sia all’uomo che alla donna, le collezioni concepiscono un modo di vestire pratico, che rispetta le esigenze del consumatore moderno. Il nuovo marchio 19-70, lanciato nel 2000, si propone invece, con delle collezioni più trendy e sportive, ad un pubblico giovane ed attento alla moda e che indossa un abbigliamento informale. Attualmente l’azienda opera su un’area coperta di circa 20.000mq, con un fatturato di quasi 40 milioni di €uro. Il numero dei capi prodotti annualmente per i due marchi raggiunge le 800.000 unità. La percentuale di vendita all’estero sulla produzione totale è di circa il 15%. Avvalendosi di una collaudata rete di vendita, i marchi Seventy e 19-70, sono presenti in un migliaio di punti vendita e nei più importanti department stores, in Italia ed all’estero, anche attraverso “corners” che meglio rappresentano l’identità del brand. Distribuzione Ca’ da Mosto copre il mercato italiano con una rete di 19 agenti che distribuiscono le collezioni Seventy donna, Seventy uomo e 19-70 donna. La maggior parte dei clienti (90%) sono negozi multibrand di medio-alto livello situati principalmente nei centri storici e nelle aree commerciali sia nelle principali città che nella provincia. Il restante 10% è formato dalla grande distribuzione (intesa come grosse superfici di vendita) e da department stores in primis Rinascente. In queste realtà sono presenti 25 spazi commerciali dedicati e/o corners che identificano in modo completo la filosofia del brand. Il totale dei clienti in Italia per la collezione P/E 2006 è di circa 1100 unita con una forte percentuale di acquisto su almeno due delle tre linee di Ca’ Da Mosto. A febbraio 2006 sarà inaugurato il primo monomarca Seventy a Piacenza che servirà da test per uno sviluppo futuro di questo tipo di canale distributivo. Per i mercati esteri, che rappresentano circa il 15% del fatturato. L’Azienda si avvale principalmente di importatori che curano la distribuzione sempre rispettando il posizionamento verso 36 in collaborazione con l’alto del prodotto. I principali mercati sono il Giappone e la Russia, seguiti da Canada e Corea oltre a Austria, Svizzera, Portogallo, Grecia, Spagna, Olanda, Scandinavia e Germania. Collezioni Ca’ da Mosto si presenta sul mercato con un prodotto di livello medio-alto. Il target di riferimento è molto ampio: dai diciotto-ventenni, ai consumatori di altre fasce di età che si riconoscono in una moda giovane, aggiornata secondo le più recenti indicazioni dello stile, e insieme sobria e semplice. La produzione è articolata in due stagioni, cui si aggiungono alcuni flash intermedi. La collezione è un total look maschile e femminile: si va dal capospalla (cappotti, giubbotti, oltre ad una gamma variegata di giacche a vento imbottite con piumino d’oca), alle gonne, ai pantaloni, ai tailleur, alla maglieria, declinati nei diversi materiali, da quelli naturali (pelle, cotone, lana), ai tessuti stretch misti con Lycra (utilizzati per oltre il 50% dei prodotti) per ottenere un particolare effetto comfort. Senza dimenticare gli accessori (guanti, sciarpe, foulard, cinture, orologi e borse, che sono attualmente prodotti commercializzati). Oggi il successo di Seventy è legato soprattutto ai capi per donna, che hanno riscosso l’interesse della clientela, grazie anche ad un’offerta più articolata rispetto a quelli per uomo. Per emanazione dalla collezione principale, è nata con la P-E 2000 una nuova linea, denominata “19-70” (diciannove-settanta), con caratteristiche più marcatamente di tendenza, che si rivolge ad un pubblico di giovanissimi, più attenti ed esigenti nella scelta dei colori e dei materiali. Questa nuova proposta ha ottenuto un buon riscontro grazie agli sforzi dell’Azienda orientati a dare un’identità più definita a questa nuova proposta, tenendo conto anche delle indicazioni provenienti dal mercato. Concept Seventy Seventy veste il quotidiano di giovani uomini e giovani donne, disinvolti e informali tra i 25 e i 40 anni. Una collezione attuale, che si contraddistingue per lo stile forte e l’eleganza contemporanea, frutto di diverse ispirazioni, realizzata in brainstorming da un team di creativi. Un insieme di tessuti, stili, colori mixati con sobrietà per dare vita a capi che vanno dal basico al ricercato. Il capospalla è da sempre il punto di forza di una collezione che comprende un totallook completo di abbigliamento e accessori. Tutti i capi sono abbinabili e intercambiabili fra loro: un gioco di styling eclettico e divertente per inventare ogni giorno uno stile sempre nuovo e personale. La collezione maschile è dedicata ad un viaggiatore curioso, colto, un globe-trotter abituato a spostamenti frequenti che predilige un vestire formale contaminato dallo sportswear: un’eleganza mai ostentata capace di rompere gli schemi e apparire senza mettersi in mostra. La collezione femminile è costruita attorno a una donna moderna e super impegnata, pronta ad assecondare le esigenze di un look versatile e urban-chic. Un approccio che privilegia pezzi facili, da indossare ogni giorno, scavalcando i confini delle passerelle di moda per vestire una donna cosmopolita e regalarle un’immagine sexy e dinamica perfetta per una riunione di lavoro come per uno sparkling party. 37 SPECIALE PITTI UOMO Collezione dal “sapore di mare” Hilton-Vestimenta. Al via la nuova per l’inverno di North Sails North Sails inverno 06-07 riprende il tema nautico in chiave innovativa, proponendo una collezione dal “sapore di mare” presentata però con un gusto quasi fashion easy. La collezione ripropone i quattro temi della P-E 06: CODE O – DAY SAILOR – BEST OF – BLACK SPY. CODE O presenta capi lavati e trattati con tinture in capo dall’effetto vintage usato ed invecchiato dal tempo e dal sale. Le stampe sono appena percettibili, tono su tono, con dettagli in camoscio e pelle invecchiata, rivetti e bottoni in metallo anticato, cuciture in filo grosso, travette e rinforzi. I colori sono naturali: ecrù, verde delavè, tortora e khaki. Nella collezione donna troviamo anche tonalità diverse dettate da effetti di luce e riflessi di colori basici, con giacche impreziosite da ricami platino e soft gold. DAY SAILOR rappresenta la parte della collezione più istituzionale, dal sapore sportswear, con grafiche pulite, dettagli di impunture e profili in contrasto. Qui i lavaggi sono appena visibili nei classici colori della nautica, blu navy, grigio ed ecrù. Uno stile sportivo ma sempre raffinato, curato nei particolari che conferiscono al capi il “sapore del mare”, ma dall’utilizzo urbano. La parte dedicata alla donna si presenta con un fit molto femminile quasi malizioso. BEST OF, sono i capi storici della collezione North Sails, reinterpretati nei colori e presentati con contrasti di luce e toni innovativi. Qui Le stampe sono “flock”, ad effetto vellutato con profilo e dettagli in raso colorato, arricchiti da inserti in camoscio ecologico. Colori brillanti: oceano, viola, verde anche petrolio. La parte dedicata alla donna è valorizzata dal contrasto nei toni portato quasi all’estremo con forti contraddizioni cromatiche. BLACK SPY èl’innovazione del mondo nautico interpretato da North Sails in chiave tecnologica e performante con capi in fibra di carbonio. Qui il tessuto diventa importante, le cuciture sono tutte nastrate in gomma semitrasparente, le stampe sono tono su tono con effetto lucido/opaco, le zip sono waterproof. Predominanti i colori scuri come il nero e il mare profondo, con contrasti “tech” in bianco e verde luminoso. Una collezione uomo e donna vicina al sapore velico, tecnica dal gusto raffinato e fashion easy soprattutto nella parte femminile, che non lascia spazio ad interpretazioni diverse se non quelle rappresentate dal mondo che North Sails, un dei brand più importanti nello sportswear vela, presenta. (Pambiancoweek) campagna stampa N ogara, una delle aziende storiche del made in Italy per l’abbigliamento formale e da cerimonia per uomo ha definito l’acquisizione dei marchi Hilton e Vestimenta per incrementare fatturato e margini negli Usa, in Giappone e in Italia. La prossima collezione primavera-estate di Vestimenta sarà realizzata da Nogara, già presente negli Stati Uniti con i propri marchi, oltre che nei principali mercati internazionali. La tradizione delle produzioni sartoriali di Nogara sarà messa al servizio dei marchi Hilton e Vestimenta, garantendo qualità e migliore efficienza produttiva e gestionale. Per il marchio Hilton Vestimenta la campagna stampaè stata ideata a New York, dove è attiva la show room di Madison Avenue e 57ma, una nuova campagna pubblicitaria. Con la firma del fotografo Stefano Gilera, Hilton Vestimenta inizia un nuovo viaggio nel mondo della moda uomo all’insegna di una dimensione di forte internazionalità e di quella qualità sartoriale che da sempre ne contraddistingue il brand. Prima tappa New York, set degli scatti realizzati nell’accattivante cornice della Sugar Factory, simbolo architettonico di una Brooklyn che sta diventando sempre più la nuova frontiera della grande mela in fatto di tendenze emergenti, sviluppo residenziale e l’ arte. Nei prossimi soggetti della campagna, lo stile Hilton continuerà a muoversi attraverso città e atmosfere cool, di prestigio e di fascino, a cominciare da Portofino e sempre nel segno di una qualità e di un’eleganza capaci di affascinare ad ogni latitudine e longitudine. Per assicurare continuità agli standard qualitativi di Hilton e Vestimenta le key people dell’Azienda Vestimenta sono entrate a far parte dello staff di Nogara che inoltre opererà per lo sviluppo commerciale del marchio e la valorizzazione delle caratteristiche produttive. (Pambiancoweek) 38 SPECIALE PITTI UOMO L’uomo di AvonCelli L a storia AvonCelli si sfuma e diventa ricordo di atmosfere affascinanti. Oggi la collezione AvonCelli riscopre la forza e il prestigio di quasi cent’anni di maglieria raffinata con una nuova veste giovane e audace. La nostalgia non come rimpianto, ma consapevolezza. Sintesi di cultura e gusto. Radici preziose da cui nasce un nuovo stile attuale e immediatamente riconoscibile. AvonCelli studia gli archivi e riveste i tesori del passato con lavorazioni all’avanguardia, esclusive e ricercate. La polo, inventata da Pasquale Celli – fondatore del marchio – negli anni ’20, si arricchisce di dettagli sartoriali: il collo resta in piedi come quello delle camicie più eleganti grazie ad una tecnica unica a scarto d’ago, piccole tasche a soffietto sono il dettaglio sportivo rubato alle camicie in jeans. Antichi punti rubati alle drapperie (pied de poule, chevron) ma posizionati su maglie slim e giovani. Il nuovo cashmere AvonCelli è fatto di vestibilità asciutte, adatte alla vita di un uomo che si muove in città sempre più internazionali, frenetiche e stimolanti. Lo stile è identità, consapevolezza, storia: una parola…AvonCelli. La ricerca di forme di appartenenza recupera dal passato le proprie radici e le trasforma in strumenti di comunicazione sul palcoscenico moderno, inimitabile bricolage di stile. (Pambiancoweek) week week) La griffe del levriero lancia la collezione Tru Trussardi S i chiama Tru Trussardi la prima collezione per la primavera/estate 2006 che sarà presentata ufficialmente a Pitti Immagine Uomo di gennaio: è la nuova linea informale della maison del levriero, pensata per la vita metropolitana. “Più che un citywear, dice una nota della Casa di moda, Tru Trussardi è un urban wellwear”: una serie di proposte per uomo e donna, un design e un mix di tessuti in grado di favorire sia l’estetica sia il comfort, grazie a capi multifunzionali. Il nuovo brand, che debutterà a Pitti Immagine Uomo (con un party alla Manifattura Tabacchi la sera del 12 gennaio), affianca dunque l’altra etichetta di gusto informale della griffe, Trussardi Jeans. Non solo. A partire dal 2006 l’insegna Tru Trussardi sostituirà quella dei T’ Store: una sessantina di boutique sparse in tutto il mondo che, sotto il nuovo marchio, offriranno Trussardi Jeans e la nuova collezione Tru Trussardi. La linea sarà distribuita anche in 150 corner e shop in shop e in oltre 1.000 boutique multimarca. (Pambiancoweek) week week) Villa Cravatte. “Caccia alla volpe” nella campagna Napoletana I simboli della più antica tradizione inglese si accostano, con Villa Napoli, alle lavorazioni artigianali italiane ed a preziosi tessuti sartoriali. Seta e lana. Questi sono i raffinati tessuti che identificano la nuova ed elegante collezione VillaNapoli, presentata in anteprima al Pitti 2004. Chiamata Napoli proprio per ricordare le tradizioni manifatturiere e di alta sartorialità che ancora si possono trovare tra gli artigiani della città partenopea, questa nuova linea vuole unire la qualità dell’hand made italiano all’English style. Antichi ricordi di caccia, gusto inglese e richiami al country side, sono infatti i temi principali delle fantasie della nuova collezione Villa Napoli, esaltati dalla scelta dei colori più tradizionali, come l’antracite, il navy blue, il bordeaux, il verde jaguar ed il ruggine, senza dimenticare moderni tocchi di freschezza grazie agli inserti di colore argento, panna, palude, argilla e myosotis. Accanto alla linea di cravatte, Villa Napoli realizza per il dandy contemporaneo, una collezione di sciarpe dai tessuti morbidi e leggeri, decorati con 7 diversi disegni, in calde tonalità sempre ispirate ai temi della collezione. (Pambiancoweek) Bilancioni Cachemire spicca il volo La collezione Bilancioni Cachemire nasce come ritorno e celebrazione del core business dell’azienda, ovvero la maglieria di grande mestiere artigianale marchigiano. Anima del progetto: l’antiserialità! La linea è dedicata a tutti quei consumatori che ricercano un prodotto sempre più esclusivo e di nicchia, non ibridato dai concetti di moda e stagionalità. Ogni capo ha una forte personalità, data dal connubio tra perfetta qualità strutturale e contemporaneità dei fitting, che si lascia interpretare e contaminare dallo stile di chi lo indossa. (Pambiancoweek) 39 SPECIALE PITTI UOMO Innovazione e sartorialità per Facis Facis, brand storico di abbigliamento formale uomo, presenta la nuova collezione A/I 2006/07 che unisce innovazione e sartorialità, per garantire un giusto equilibrio tra tradizione e contemporaneità. La novità assoluta è la rielaborazione di uno dei capisaldi del guardaroba maschile, primo fra tutti il cappotto. Questo capo reinterpretato nella struttura e realizzato in pregiate lane cardate con fantasie che ricordano gli anni ‘50, potrà essere indossato sia con la classica camicia e cravatta sia con maglia dolcevita, per le occasioni più informali. I tessuti sono pregiati, caldi e avvolgenti; lane cardate biellesi, shetland irlandesi, cashgora e lane pettinate, selezionate con un’attenta ricerca. I colori sono ispirati alla natura e le tonalità alla stagione autunnale, spaziando dal marrone al verde muschio. La collezione free time, interpretazione casual del mondo Facis, sarà invece costituita da un’ampia gamma di giacche destrutturate e cappotti tinti in capo, “over giacche” con gilet in nylon, pantaloni sportivi dal classico chinos con tintura old, jeans “5 tasche” e modelli “cargo”. (Pambiancoweek) Zanellato festeggia 30 anni L’azienda guidata da Franco Zanellato e specializzata nella produzione di accessori in pelle di fascia alta festeggia al prossimo Pitti Immagine Uomo i 30 anni di attività. Molte le cose che sono cambiate: dalla guida dell’azienda, affidata oggi alla seconda generazione della famiglia, nella persona di Franco, all’ubicazione della sede. Ma non è cambiato invece il metodo di lavoro. Zanellato infatti, offre oggi la stessa qualità di pellami e la stessa artigianalità degli anni ’70. “E’ proprio questo uno degli obiettivi del brand: sviluppare una serie di prodotti che mirino a soddisfare i bisogni di una clientela evoluta” spiega Franco Zanellato. “Le nostre collezioni sono il completamento perfetto di un look elegante, ma anche di un abbigliamento sportswear-chic. Dalle calzature alle borse-lavoro, passando attraverso la piccola pelletteria da cui si riconosce la qualità dei pellami e la visibile lavorazione sartoriale dell’oggetto. Un importante must a cui non rinunceremo mai e che vogliamo sempre di più evidenziare.” “Una delle mie passioni è quella di recuperare dal passato oggetti che evochino un’emozione, un ricordo. Qualche stagione fa ho scelto di inserire una cartella lavoro che è l’esatta replica delle borse da postino del dopoguerra, contraddistinte dalla chiusura in metallo. Questo oggetto è diventato in brevissimo tempo il nostro prodotto di identificazione, un accessorio che ci ha permesso di puntare ad un target esclusivo ed elevato: Tessabit di Como, come Sugar di Arezzo o Janet Brown a New York, sono solo alcuni dei nostri rivenditori.” (Pambiancoweek) Modelli unisex per Munich Special Edition M unich nasce nel 1939 a Sant Boi de Llobregat vicino a Barcellona specializzandosi da subito nella produzione di scarpe tecniche per il gioco del calcio. Negli anni ’70 quando in Spagna esplode la febbre del calcio a 5 (o “Futsala” in spagnolo) MUNICH sviluppa il primo modello di calzatura specifica per questo sport diventando in pochissimo tempo leader del settore. Le scarpe MUNICH con il passare del tempo hanno acquistato sempre più forza e notorietà tanto è vero che campioni di Futsala, come Paulo Roberto, Marcelo, Seco, Carlos sanchez ed Adriano Foglia, continuano a scegliere la scarpa con la “X”. Dalla storia di Munich nasce la linea “Special Edition”, una riedizione del primo modello di scarpe per il calcio a 5 realizzato negli anni ’70. I modelli sono unisex e vengono proposti ogni stagione in colori, accostamenti e materiali sempre nuovi. L’inconfondibile “X” , il simbolo che ormai contraddistingue le MUNICH, si colora di contrasto sulle tomaie; tutti i modelli vengono dotati di tre paia di stringhe da abbinare a proprio piacimento. (Pambiancoweek) 40 SPECIALE PITTI UOMO Novità per Swiss-Chriss L a linea Swiss-Chriss sposa la filosofia dello stile del riciclo visto come gesto dalla forte propensione al moderno, alla sperimentazione, ma con una valenza emozionale perché fa parte del vissuto, di quanto già conosciamo. L’intuizione è dello stilista Christian Wernle che, un giorno, girovagando per caso in un negozio di articoli militari, fu attirato da materiali inediti ed inusuali quali gli articoli in liquidazione utilizzati dall’esercito svizzero, tessuti come quelli per tende da campo e sacchi a pelo, studiati per attività e lavori non appartenenti al quotidiano, che si sarebbero prestati ad una re-interpretazione. Ogni capo delle collezioni Swiss-Chriss è un pezzo unico, rigorosamente originale svizzero. Questi “oggetti” senza tempo non devono e non possono rispettare nessun diktat della moda e, date le particolarità, diventano un capo caratteristico, unico, mai visto fino ad oggi. (Pambiancoweek) Pelle, seta e Cachemire per l’inverno di DDP Ora più che mai, DDP percorre un vero e proprio cammino creativo proponendo quest’inverno una collezione particolarmente articolata e destinata agli adulti. Oltre al denim, un must di questa stagione, sono stati utilizzati anche alcuni materiali nobili, come la pelle, la seta e il cachemire. L’eleganza di questa collezione invernale è esaltata dalla presenza di molti motivi decorativi. Il tema “Veleno” propone una linea particolarmente poetica: forme attillate che conferiscono agli uomini che le indossano un’aria da perfetti “dandy”. L’eleganza sembra essere il vero e proprio leitmotiv di una linea costruita attorno a tessuti come lana, seta, cachemire, pelle e denim grezzo. Nero, ecrù e violetto sembrano essere i colori indispensabili. Il 100% cachemire fa il suo ingresso nella collezione con un elegante maglione a collo alto, ornato qua e là da ricami su canovaccio o da dettagli in fili tinti. Una T-shirt collo a V con cappuccio in seta e cotone e vita segnata e una camicia in popeline di cotone a collo rovesciato e con pinces, completano un tema elaborato nel segno della precisione, del confort e dell’estetismo. Il tema “Kabbala” rappresenta il tema street&chic. La linea si ispira alle influenze e ai simboli dell’Asia minore. Lo spirito del “fatto a mano” e i dettagli ornamentali caratterizzano l’intera linea, costruita attorno ad un tema mistico e spirituale molto studiato. La collezione, costituita essenzialmente da capi in lana “Principe di Galles” con stampe mimetiche e in denim, si declina prevalentemente in tonalità brune, castagna e ruggine. La linea “Gengis Khan”, sviluppata attorno allo stesso tema, propone un cappotto a tre quarti in lana spigata con fodera in sherpa. (Pambiancoweek) week week) Bray Steve Alan. For lounge lovers only Bray Steve Alan è la prima linea di Einstein Progetti e Prodotti. Chi indossa Bray Steve Alan ama l’azzardo e l’eclat, l’immagine di forte impatto, che ti fa sentire unico. L’originalità ‘giusta’, che segue i trends più nuovi ed emergenti in fatto di cinema, musica, letteratura, life style. Caratteristiche inconfondibili di questa linea sono ironia e spirito cool: una sorta di lenti filtranti con le quali guardare le cose che ci circondano e, naturalmente, quelle da indossare. In Bray Steve Alan il gusto italiano morde il futuro, diventa internazionale, cosmopolita, così il cuore dello stile pulsa frenetico, tachicardico come quello delle grandi città del mondo: Londra, Los Angeles, Las Vegas, Saõ Paulo, ecc. Mix di stili ne inventano uno solo, inconfondibile ed ogni volta nuovo e personale. Ovvero tutti i capi in collezione sono perfettamente abbinabili e interscambiabili fra loro. Costruzioni sartoriali innovative: quelle sagge e tradizionali vengono sdrammatizzate da tagli imprevisti e decostruzioni strategiche. Bray Steve Alan Cult: stampe, trattamenti speciali e sperimentali, lavaggi, ricami e così via, tutte elaborazioni creative che fondono artigianato e hi tech, soprattutto su T-shirt, felpe e camiceria. Outsider in collezione, la jeanseria ha uno spazio a sé, che punta sul pezzo unico: grazie a trattamenti hand made, lavaggi a varie gradazioni, stonaggi, trattamenti stratificati, vernici che si rigonfiano, ecc. non c’è un capo uguale all’altro. E i finissaggi sono tutti rigorosamente italiani. (Pambiancoweek) 41 SPECIALE PITTI UOMO Caccia alla volpe per Messaggerie Messagerie, disegnato da Patrizio Piscaglia, propone il suo caratteristico style-mix che percorre trasversalmente i target di riferimento, arrivando a un uomo ironico e senza età. La collezione invernale, si ispira alla Caccia alla volpe che, per l’occasione, diventa Combact Fox, un modo per reinventare i motivi cult del brand, come la giacca di panno rosso acceso, i riferimenti alle divise, alle marsine Circuì, rappresentando il pretesto stilistico per dare vita a una linearità ricercata e fare il verso all’eleganza britannica per un look gioioso, educato e raffinato. (Pambiancoweek) La velina Thais testimonial di Shyno Scrivimi una mail. Leggendo il codice sulla mia maglia, felpa, giacca. Da oggi questo invito arriverà anche da Thais Souza Wiggers, la velina bionda appena entrata nell’orbita di Shyno, il primo marchio di moda multimediale, come testimonial. La bionda brasiliana contribuirà a rendere nota al grande pubblico la straordinaria idea che Simone Giancola, giovane imprenditore milanese, ha trasformato in business poco più di un anno fa: mettere codici mail sui capi, usando il nome di località note in tutto il mondo unite a sequenze numeriche dall’1 al 99, per far sì che chi li acquista entri in una comunità virtuale, si registri e possa ricevere messaggi da chiunque lo veda e “riconosca” il suo indirizzo. Per un anno, Thais sarà legata a Shyno e indosserà capi Shyno. Accompagnando la vera novità del marchio: da febbraio sarà possibile anche l’invio di messaggi sms con lo stesso sistema. Un codice, la certezza che chi lo indossa riceverà il tuo messaggio e sarà libero di rispondere. (Pambiancoweek) Novità assoluta per Timberland Outlier Rugged Chukka è una scarpa di pelle di prima qualità e waterproof. La particolarità di questa famiglia di scarpe è la sua tecnologia innovativa: ovvero questa scarpa (e l’intera famiglia) presenta un sottopiede rimovibile e adattabile. In sostanza questo sotto piede riesce ad adattare la scarpa fino ad una mezza misura di differenza. È la scarpa che si adatta al piede. (Pambiancoweek) I viaggiatori del duemila indossano Voile Blanche La ricerca del bello e utile è anima e corpo di Voile Blanche. Nella sua breve storia, il suo percorso si sviluppa nella direzione di proporre oggetti che diventano pesi e leggerezze, modelli e costruzioni, pietre di una collezione che cambia, si trasforma, si rinnova integrandosi, arricchendosi, perfezionandosi, rimanendo fedele al suo stile. 220 gr, 230 gr, 205 gr e superleggera modificano la loro struttura interna e sono proposte con il nuovo fondo in cuoio e gomma; il mocassino Royal si presenta in montone baby; la Admiral babuche si presenta come una pantofola reale, da relax in cabina, omaggio ai navigatori di tutti i tempi. Nella moda la divisa ha sempre rappresentato non solo un codice ben preciso, ma un’ espressione di eleganza, che non si poteva acquistare in boutique, andava conquistata sul campo, con onore. A questi uomini Voile dedica la collezione Admiral per la prossima stagione autunno-inverno 2006: araldiche, ricami di metallo, onorificenze e stelle che segnano il tempo e che vengono concesse come segno di appartenenza a un circolo. Portarle è un segno di gratitudine verso la storia. Panni consumati dalla salsedine, vele panna come divise ingiallite dal tempo, nappe entrefino, montoni baby come i colli dei giacconi dei marinai americani, cammelli conciati al sale, nappe nuova zelanda sauvage e vacchette naturali, si abbinano a cordini cerati e fustagni pettinati. (Pambiancoweek) Sportiva e retrò, è la nuova linea Sweet Years La collezione di calzature uomo-donna “Sweet Years” ha un gusto decisamente sportivo con cenni retrò, in perfetta sintonia col cammino già intrapreso dal Marchio nell’abbigliamento, diventato in brevissimo tempo un segmento importante nello sportswear. I colori spaziano dai neutri sino ai toni brillanti del rosso e del blu, spesso contrastati dal bianco ottico. Le forme sono morbide, la tomaia strizza l’occhio ad una sneaker contemporanea di gusto “vintage” ed i fondi sono tutti in gomma naturale per il massimo confort. (Pambiancoweek) 42 SPECIALE PITTI UOMO Lusso e confort per Valstar Nel panorama attuale delle collezioni di abbigliamento sportivo Valstar è riconosciuta universalmente come azienda leader dello sportswear classico. Le novità introdotte nella collezione per la prossima stagione Autunno-Inverno 2006/2007 sono i capi realizzati in lana storm system e foderati con pelliccia weasel, caratterizzati da sovraccolli e bordi cappuccio in mourmasky, castorino e astrakan. La maggior parte dei capi sono realizzati in lana e misto cachemire; il blu, il nero, accenni di bluette e il grigio scuro sono i colori predominanti. La scelta dei tessuti segue un’ispirazione di gusto inglese e, non dimenticando lo spirito di rinnovamento che caratterizza le ultime collezioni Valstar, comprende disegni galles, spine di pesce, pied de poule presentati scegliendo tra basi differenti: dalla lana pura vergine alla lana storm system al nylon. Per gli uniti ci si è concentrati sulla qualità più pregiata di puro cachemire. Costante fondamentale della stagione è il velluto, proposto nella nuova versione a coste con trattamenti che lo rendono idrorepellente. Infine viene presentato un tessuto di cotone idrorepellente, progettato con uno speciale filato melange che lo rende leggermente cangiante. Nella pelle è stato seguito lo stesso approccio che caratterizza il resto della collezione sia per quanto riguarda i colori che il gusto. Completano la ricca collezione di pelle i montoni, realizzati sia con lavorazione classica che a taglio vivo. (Pambiancoweek) Due novità per Paul&Shark P aul&Shark presenta MP3 jacket, un bomber di nuova generazione per chi ama la moto e la musica. Giubbotto ergonomico che segue il trend del moto-wear con tessuto idrorepellente molto resistente e con performance anti-goccia con inserti in pelle trattata e con collo in cachemere e con un MP3 - riposto in un’apposita tasca interna - per sentire la musica anche in mezzo al traffico sfrecciando sulle due ruote. Il giaccone Alaska per resistere a temperature polari. L’imbottitura in doppia piuma d’oca e l’esterno in tessuto laminato con proprietà idrorepellenti e traspiranti. Le fodere interne sono sempre accessoriate da infinite tasche per custodire documenti, passaporto, portafogli, cellulare. (Pambiancoweek) week week) Novità per Peak Performance Materiali soffici al tatto per questa collezione Peak performance A-I 06/07, che riesce a coniugare il mood streetwear con l’assoluta funzionalità dei capi. Le giacche e le t-shirts hanno un aspetto brushed, lana e cachemire sono stati utilizzati nella maglieria ricca di dettagli e dalla silhouette asciutta. I capispalla sono leggeri senza rinunciare al calore grazie ai materiali performanti di ultima generazione, prima introdotti nell’Activewear e ora utilizzati anche nella collezione Sportswear. Materiali che consentono di mantenere massima termicità con il minimo ingombro. Tre i temi della collezione: Urban, Vintage ed Essential. (Pambiancoweek) Sealup. L’impermeabile italiano dal 1935 Sealup, nome che evoca il “Lupo di Mare”, rappresenta un marchio storico nella memoria della moda italiana, così come il logo che lo contraddistingue dal 1935: il profilo di un nostromo col cappello “Sudovest” e la pipa. L’obiettivo del capo Sealup è coniugare alte performance e raffinatissimi tessuti: bellezza e tecnologia in un unico prodotto creativo, affidabile e contemporaneo. Il classico esempio dell’archetipo della qualità Made in Italy. Perché Sealup è tutta italiana, non solo per i suoi fondatori, ma anche per la sua produzione che è sempre rimasta qui, tra le mani degli operai e degli artigiani italiani. Tra le tante novità in Collezione, il Motorcycle Trench offre un tocco di eleganza ai centauri più esigenti. I dettagli di questo raffinato trench, ispirato a uno storico modello degli anni Sessanta, lo rendono affidabile nelle alte performance. L’attenta costruzione è studiata per garantire un’assoluta impermeabilità a pioggia e vento: spalla a raglan intera pensata per far scivolare velocemente le gocce di pioggia; polsi con le chiusure antivento; cuciture all’inglese ribattute a 1 cm.; spacco con lo sfondo; cuciture di rinforzo nella cintura e nel sottocollo. Il Riding Coat o “impermeabile da cavallo” è un capo versatile: elegante in città, comodo e affidabile nel tempo libero o in campagna. E’ realizzato in pregiato cotone accoppiato, termoadesivato, con tasca passante, rinforzi in tessuto incollato con taglio al vivo. L’interno staccabile è in tweed di lana con disegno esclusivo Sealup “coperta cavallo”. (Pambiancoweek) 43 SPECIALE PITTI UOMO Rip Curl, “da surfisti per surfisti” R ip Curl, una delle board company più prestigiose al mondo, nasce a Torquay - Bells Beach, Australia, nel 1969 grazie a due surfisti Brian Singer e Doug Warbrick. Il marchio, inizialmente legato alle mute da surf, si diffonde in tutto il mondo nel 1973, durante una manifestazione tenutasi a Bell’s Beach, dove parteciparono tutti i più grandi campioni della tavola. Diventato famoso anche oltre oceano, alle mute si aggiunge presto anche la produzione di una collezione d’ abbigliamento più sportswear, ispirata alla filosofia di una nuova ricerca dell’avventura, intesa come scoperta di nuovi spot per surfare. Continuamente alla ricerca di novità,, Rip Curl, oggi è una realtà in continua crescita, non solo in termini di fatturato ma anche come esclusività di prodotto. (Pambiancoweek) Le Coq Sportif, forme lineari e mood naturale enri Lloyd inverno 06-07 presenta un nuovo progetto, ENSIGN, per una collezione che parla di storia e di uomini di mare. “Ensign”, letteralmente bandiera, è il flagship della collezione; è il “viaggio” attraverso mari ma soprattutto attraverso l’uomo che vive in mare aperto. Un “progetto” di 25 capi per l’uomo elegante, curato ed attento ai dettagli, che sceglie il capo raffinato nel gusto ma dallo stile invecchiato dal tempo trascorso in mare. Grande l’ ispirazione “navy” e marina. Le giacche i pantaloni e la maglieria sono trattati in capo per evidenziare gli effetti di usura ……”come se avessero fatto un viaggio virtuale di lunghi mesi in mare aperto e superato mille intemperie”. La collezione 06-07 è una bandiera “ENSIGN” del vero lupo di mare, che va oltre la moda e qualsiasi tendenza. Ricchezza dei materiali e forme pulite, lineari, quasi sinuose per le calzature Le Coq Sportif del prossimo inverno. La matrice è sportiva ma l’orientamento è fashion, sempre più vicino alle “brown shoes” da città. L’utilizzo urbano prende il sopravvento, i materiali si evolvono verso un look pulito e raffinato: ecologici come il canvas, suede e cuoio con cuciture in evidenza. I colori diventano veri e propri temi portanti della collezione, come il nero e il bianco, o ancora la presenza di rombi sui tessuti che personalizzano le tomaie. I colori sono quelli dell’autunno: brown, crema, verde scuro, bianco, nero. Particolari e caldi i modelli mid con tomaia in morbido scamosciato foderati in ecopelliccia. Caratteristico lo stivaletto con chiusura rapida con lacci con bloccastringhe a contrasto, imbottito in ecopelliccia, tomaia scamosciata o a rombi. (Pambiancoweek) (Pambiancoweek) Henri Lloyd presenta “ENSIGN”. Un viaggio per mare H New Balance Classics autunno-inverno 2006 La collezione New Balance Classics A/I 2006 è divisa in quattro concept: NB Traditional, Urban Street Culture, Luxury Leather e Vintage Jackets. La linea NB Traditional è stata realizzata sfogliando i vecchi cataloghi New Balance da cui sono stati recuperati modelli che hanno spopolato nei campus universitari di mezza America come la NB574 e scarpe dal look contemporaneo che si ispirano a training shoes dei primi anni ’70 come la NB555. La linea Urban Street Culture si ispira alla musica, all’arte e all’abbigliamento street tipico delle città più dinamiche di tutto il mondo, in particolare delle metropoli giapponesi. Colori brillanti, materiali diversi accostati tra di loro, e intersuola colorata, sono le caratteristiche di questi modelli. Infine le linee più eleganti e raffinate – Luxury Leather e Vintage Jackets – costituite da modelli rétro realizzati con pellami di primissima qualità ispirati agli accessori in pelle firmati e agli interni in pelle delle macchine più famose, oppure ai giubbotti da aviatore in pelle con il collo in pelliccia o in ripstop. (Pambiancoweek) 44 SPECIALE PITTI UOMO Eventi Speciali per CK Calvin Klein Jeans e ck Calvin Klein parteciperanno quest’anno a Pitti Uomo con importanti eventi e stand contraddistinti dal brand. Calvin Klein Jeans terrà un party esclusivo venerdì 13 gennaio negli straordinari ambienti dello storico Teatro Goldoni, corredato da uno spettacolo dal vivo di un importante star internazionale e da una presentazione davvero unica dei prodotti. Tra gli ospiti ci saranno editor e retailer di tutto il mondo, celebrities e personalità di spicco della società fiorentina. ck Calvin Klein parteciperà a Pitti Uomo – per la prima volta in assoluto – con uno stand appositamente progettato per l’occasione presso il Padiglione della Ghiaia. La linea bridge dell’abbigliamento ck Calvin Klein verrà lanciata nei migliori department store di tutta Europa e del Medio Oriente nella primavera del 2006 insieme a un’offerta complementare di accessori griffati. La diffusione della linea bridge in Europa rappresenta un ulteriore passo avanti nella strategia della società per riaffermare il brand a livello mondiale. (Pambiancoweek) Raffinata modernità per Fiume Destinato ad un uomo consapevole, con un gusto che guarda alla vita in modo nuovo e vuole una linea equilibrata, ingredienti raffinati, modernità ed energia, purezza e autenticità, capi facili da indossare, che si adattino alla vita quotidiana sempre in movimento, con un a caratteristica di perfezione in tutti i dettagli anche quelli nascosti. La collezione offre altissima qualità e il piacere di giocare con la freschezza dei colori a cui affida il compito di rallegrare la serietà delle tinte dello stile urbano . Non colori pastello quindi, ma colori sorbetto che vanno dall’arancio al rosso bruciato, a nuovi toni di rosa o blu pervinca, al verde cetriolo e verde erba di campo, pensati proprio per armonizzare con il cammello e il grigio chiaro e scuro dei completi della nuova stagione. Il potere della composizione esatta dei capi si esalta nella estrema raffinatezza dei materiali che sono: puro cashmere, lana e cashmere, viscosa e seta stretch molto elegante e nuova e poi lana merinos e shetland che , ripensato e cardato ,mantiene volume ma è anche molto soft e leggero. Nel motivo rigato, la riga diventa importante come se fosse un accessorio e sono proprio i giochi di righe riprodotti anche nei dettagli che costituiscono la prerogativa del marchio. (Pambiancoweek) week week) Evoluzioe e tecnologia per Add A dd concept: tecnologia e funzionalità per un moderno Sport-à-porter. Tasche nascoste, rivestimenti interni in “rete”, nuovo sistema di avvolgimento del capo ideale per gli spostamenti urbani in moto, capi con inserti nascosti anti-pioggia per proteggersi dagli improvvisi cambiamenti climatici. Denimlight (evoluzione della tradizionale tela denim per rinnovare il classico piumino) , Addlight (l’esclusivo tessuto super-leggero), NylonGloss, CottonCraft, TechnoGab (nuovo materiale tecnico tinto in capo). Originale impiego di materiali hi-tech e soluzioni studiate anche sui capi-spalla più casual. Nuova interpretazione per i pezzi classici del guardaroba maschile: giacconi, parka, gilet, bomber… (Pambiancoweek), Royal vagabond per Nanibon Il protagonista della collezione si sente un giovane rampollo di buona tradizione a cui piace il lusso, ma lo interpreta alla sua maniera, è ironico e brioso e incline a uno stile sportivo dressing down piuttosto che dressing up. I capi in maglia propongono elementi che traggono ispirazione dalle divise della Polo League International ne riprendono lo stile all’esterno e spesso, per una operazione di perfetto understatement, le rifiniture all’interno mostrano emblemi che suggeriscono il Polo Team di appartenenza. I colori base sono: blu, verde acqua, violetto , ciclamino. I filati privilegiati sono il cashmere, il lambswool supergeelong e la lana vergine, a volte puri a volte mischiati fra loro, spesso con effetto cardato o smerigliato. La vestibilità si avvale di proporzioni nuove che rendono la figura più snella e scattante. Il divertimento nasce dal gioco del classico reinterpretato e aggiornato: i pull lavorati a rombi sul davanti, mostrano, a sorpresa, una lavorazione jacquard sul retro.In altri capi, ancora più innovativi, i rombi vengono stampati con la tecnica del maltinto o sopratinto per creare un effetto sfumato. Il tema herring bone viene trasformato con contributi grafici, il pied-de-poule è stampato con effetto painting e i micro jacquard sono realizzati in colori faux uni che ne sottolineano la novità evitando l’effetto vintage. Un look che l’uomo Nanibon sceglie per la raffinata modernità ed energia e per esprimere la freschezza di uno spirito sicuro di sè ma anche capace di fantasia e tenerezza. (Pambiancoweek) 45 SPECIALE PITTI UOMO Edoardo Costa veste Nautica I l dinamismo della vita cittadina richiede un abbigliamento pratico e versatile, caratterizzato da dettagli tecnici e che assicuri una grande libertà di movimento. La collezione del prossimo autunno-inverno propone blazer e giacche in lana multifunzionali con piumino staccabile all’interno, giubbotti in cotone e nylon reversibili con interno in pile, giacche in feltro impermeabili o imbottite in leggera microfibra. (Pambiancoweek) Exclusive lounge per Corneliani I l concetto di uno stile globale, che ha guidato la Corneliani nelle scelte creative e nella realizzazione delle boutique e dei corner in tutto il mondo, trova conferma nello stand allestito a Pitti Immagine Uomo 2006. Uno spazio di grande suggestione e coerenza, in cui lusso e raffinatezza convivono con un moderno design Made in Italy. Superfici in legno decapato, candida moquette, divani e cuscini in materiali nobili, plaid in cachemire e pelliccia, specchi…amplificano il tono esclusivo delle collezioni declinate in tessuti tra i più pregiati, in una sinfonia di bianchi, miele e grigi tenuissimi. Nel Lounge Corneliani, di grande emozione visiva, l’essenza del comfort e di un’eleganza sofisticata convivono in un’atmosfera lontana da ritmi frenetici. Qui, sogno e desiderio sembrano infine possibili. (Pambiancoweek) Bonas presenta A Snob Maurizio Bonas, presidente del Comitato per la difesa e la tutela del “Made in Italy”, raggiunge un nuovo importante traguardo con l’ingresso al Pitti Immagine uomo della sua collezione personale A Snob, un progetto di ricerca e di sperimentazione stilistica che nasce dall’anagramma di Bonas. Il debutto alla manifestazione fiorentina coincide con un’importante novità: G.B. Studio ha appena concluso un accordo con la Fanny S.r.L. di Modena per la produzione in licenza della linea di abbigliamento, perché A Snob vuole essere prima di tutto un prodotto totalmente ed orgogliosamente Made in Italy. La collezione f-w 06-07 è il risultato di un lungo lavoro di équipe: un city wear di ricerca sia tecnica che culturale. Si ispira ad un vago gusto retro’ anni ‘50 impreziosito da nuovissime tecniche nei materiali come nelle lavorazioni. (Pambiancoweek) Un “barracuda” per Riva N ella collezione invernale viene data continuità al modello “Barracuda Riva” che ha incontrato un vero entusiasmo nell’edizione estiva e che è stato identificato come il giubbotto ideale per tutte le occasioni freetime e non solo. Nella versione invernale viene riproposto in materiali come la Lana Spinata con all’interno una spalmatura tecnica con imbottitura “thermore” che garantisce la temperatura corporea costante, oppure nella versione in nylon tecnico e ancora in cotonenylon. Tutti i materiali sono tecnici e possono garantire impermeabilità e traspirazione. Il giubbotto “barracuda” è nel contempo caldo e confortevole con un peso adeguato alle temperature meno rigide per inverni sempre più brevi. Le rifiniture sono accurate come in tutti i capi della collezione, in particolare il “barracuda Riva “ porta un carrè sulla schiena che lo identifica e l’interno collo è in costina. (Pambiancoweek) Innovazione e resistenza per Eastpak Apparel Collection Una collezione versatile caratterizzata da capi funzionali e performanti adatti ad un look casual da città! Must della collezione le giacche, da motociclista e da pilota, i bomber e l’intramontabile parka; articoli realizzati con materiali high tech, in grado di garantire elevate performances: resistenza, protezione - antipioggia e antivento, traspirabilità senza trascurare l’ottima vestibilità. Novità assoluta anche per il jeans in Cordura Denim, nell’originale reinterpretazione del modello “classic worker”, praticamente indistruttibile. Da abbinare con le morbide felpe, le colorate t-shirt e le classiche polo per un Eastpak total look! Per fronteggiare la stagione più fredda Eastpak ha introdotto nella collezione il piumino: very strong e super leggero, in vera piuma d’oca e tessuto tecnico, da indossare in ogni occasione! (Pambiancoweek) 46 Pambiancoweek stampato e inviato comodamente in ufficio o a casa tua? ABBONAMENTO ANNUALE A PAMBIANCOWEEK SU CARTA 22 numeri quindicinali Per sottoscrivere l’abbonamento compila la scheda sottostante e inviala per posta, unitamente ad un assegno di €80 intestato a Pambianco Srl, Ufficio Abbonamenti, Corso Matteotti 11, 20121 Milano. (per maggiori informazioni scrivere a [email protected]) Titolare dell’abbonamento Cognome Nome Posizione Azienda E-mail Telefono Indirizzo per la spedizione Via/Piazza Nr. Prov. Città CAP Dati per la fatturazione Ragione Sociale/Nome e Cognome Partita Iva / C.F. Settore di Attività (compilare i campi seguenti solo se l’indirizzo è diverso da quello riportato sopra) Nr. Via/Piazza Prov. Città CAP Costo: € 80 (Iva assolta ai sensi dell’’articolo 74 d.p.r. 633/1972) Modalità di pagamento: Assegno bancario non trasferibile di € 80 intestato a Pambianco Srl Tutela dei Dati personali La informiamo, ai sensi dell’art.13 del d.l.g.s. n°196/2003, che i dati da Lei forniti con il presente modulo verranno trattati per permetterLe di usufruire dei Servizi offerti: titolare del trattamento è PAMBIANCO Strategie di Impresa Spa, con sede legale in Milano, Corso Matteotti, 11 cui Lei potrà rivolgersi per esercitare tutti i diritti di cui all'art. 7 del d.l.g.s. n°196/2003. Acquisite le informazioni di cui all’art.13 del d.l.g.s. n°196/2003, barrando la casella sottostante acconsento/non acconsento al trattamento e alla comunicazione e diffusione dei dati da parte della titolare del trattamento nei confronti di società del Gruppo PAMBIANCO situate in Italia ed all'estero, nonché di terzi la cui attività sia connessa, strumentale o di supporto alla titolare del trattamento o a società del Gruppo PAMBIANCO. � Acconsento Non Acconsento Data, Timbro e Firma Abbonamento con spedizione all’estero (Paesi Europei) Il costo dell’abbonamento con spedizione di Pambiancoweek in un paese europeo è pari a € 180. Per sottoscrivere l’abbonamento compila la scheda sopra riportata indicando anche il paese di destinazione e apponi la firma qui sotto. Data, Timbro e Firma