Guida turistica di Figline Valdarno 2011
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Guida turistica di Figline Valdarno 2011
FIGLINE LA CITTÀ STORICA THE OLD TOWN GUIDA ALLA CITTÀ E AI SUOI MONUMENTI A GUIDE TO THE TOWN AND ITS MONUMENTS 2• 3• 8• PRESENTAZIONE UNA BREVE STORIA LA BATTAGLIA DI PIAN DELL’ALBERO LA CINTA MURARIA GLI SBANDIERATORI 14 • PIAZZA MARSILIO FICINO PIEVE DI SANTA MARIA SPEDALE DELL’ANNUNZIATA C APPELLA SERRISTORI MARSILIO FICINO 22 • PALAZZO PRETORIO LA SUSINANA 30 • CHIESA DI SAN FRANCESCO 33 • MONASTERO DELLA S. CROCE 34 • VILLA CASAGRANDE 36 • OSPEDALE E SPEZIERIA A VILLA SAN CERBONE LA STORIA DI VERONICA 40 • LA CASA DIPINTA 41 • IL TEATRO GARIB ALDI 43 • LA CAPPELLINA DELLA MOTA E LA CHIESA DI S. MARIA A PONTEROSSO 45 • I DINTORNI PIEVE DI GAVILLE E IL MUSEO DELLA CIVILTÀ CONTADINA LE BALZE 48 • LE FESTE 2 • PRESENTAZIONE 3 • A SHORT HISTORY 8• THE BATTLE OF PIAN D’ALBERO THE TOWN WALLS FLAG-WAVERS 14 • MARSILIO FICINO SQUARE PARISH CHURCH OF SAINT MARY SPEDALE DELL’ANNUNZIATA THE SERRISTORI CHAPEL MARSILIO FICINO 22 • PALAZZO PRETORIO THE SUSINANA BELL 30 • THE CHURCH OF SAN FRANCESCO 33 • THE CONVENT OF THE HOLY CROSS 34 • VILLA CASAGRANDE 36 • HOSPITAL AND APOTHECARY SHOP IN VILLA SAN CERBONE VERONICA’S STORY 40 • THE PAINTED HOUSE 41 • THE GARIBALDI THEATRE 43 • THE SMALL CHAPEL OF THE MOTA AND THE CHURCH OF SAINT MARY IN PONTEROSSO 45 • THE SURROUNDING AREA PARISH CHURCH OF GAVILLE AND THE RURAL HERITAGE MUSEUM THE BALZE 48 • EVENTS Precisa, facilmente consultabile e ricca di spunti per conoscere il nostro territorio. In estrema sintesi è la definizione per la guida realizzata dagli studenti dell’Isis “Giorgio Vasari” di Figline, che, con l’aiuto dei loro professori, sono andati alla ricerca dei luoghi della nostra tradizione e delle bellezze storico-artistiche del territorio, dei paesaggi e delle curiosità della nostra Figline Valdarno, una vera e propria terra di Toscana dove storia e modernità si fondono in modo suggestivo. Ma al di là del suo valore divulgativo, questa guida ha rappresentato per gli studenti dell’Isis “Giorgio Vasari” soprattutto un’importante opportunità formativa sia sotto il profilo storico che linguistico, visto che le descrizioni qui riportate sono sia in italiano che in inglese. Tutto questo assolvendo al difficile compito di raccontare una città a chi la visita per la prima volta. Lasciandovi alle pagine di questa guida, vi do il mio personale “benvenuto” a Figline Valdarno. Riccardo Nocentini Sindaco Figline Valdarno I UNA BREVE STORIA A SHORT HISTORY l territorio di Figline Valdarno è stato abitato fin dall'epoca più antica e proprio dal latino deriva il nome del paese. Infatti gli antichi Romani costruirono delle fornaci di “figulinae”, cioè di terrecotte, ceramiche e laterizi, nella zona dell’attuale S. Romolo, proprio dove la famiglia degli Ubertini di Gaville costruì un castello chiamato Fegghine, che troviamo citato per la prima volta in un documento del 1008, poi ancora nel 1109. Presumibilmente già prima di questa data gli abitanti del castello erano scesi in un pendio del fondovalle per crearvi un mercatale, un “Grande Forum”, intorno al quale si è poi sviluppato l’attuale paese. Nel 1198 il castello giurò obbedienza e sottomissione alla città di Firenze, ma questa nel 1252 lo distrusse completamente per punirlo di aver accolto dei ghibellini. La popolazione fu costretta a trasferirsi a valle, e da questo momento in poi si consolidò sempre di più il Grande Forum, in cui furono costruite le “logge del grano”e le prime case. Nel 1259 la vicina Firenze inviò alcuni misuratori per fissare ufficialmente i limiti della piazza e, nel corso del XIV secolo, decise di cingere il paese di mura. Il vero viaggio, oggi più che mai, deve tornare ad essere appropriazione di un posto, di un cibo, di un paesaggio e della vita degli uomini e donne che in passato hanno contribuito a crearlo e che ancora continuano a mantenerlo, tanto per rimanere in un linguaggio legato al cibo, appetibile e gustoso. Le lunghe code davanti ai musei e ai monumenti più celebri delle città d’arte non attirano viaggiatori ma, spesso, semplici “consumatori del tempo”, che essi inutilmente perdono per il solo fine di raccontarsi o raccontare di essere stati in un luogo famoso, senza però aver avuto l’opportunità di poterlo vivere e assimilare con sentimento. Leopardi affermava che soltanto in una piccola città “ i rapporti dell’uomo all’uomo e alle cose, esistono” e questa guida degli studenti del Vasari, elaborata grazie anche al sostegno di alcuni loro docenti, sembra proprio finalizzata ad aiutare i turisti ad appropriarsi di quanto ci hanno lasciato e continuano a lasciarci gli uomini di ieri e di oggi di Figline Valdarno. La particolarità di questa guida consiste, appunto, nel suo essere giovane, cioè utile e stimolante affinché il viaggiatore possa diventare, almeno in questa sua sosta a Figline, un vero turista che, in quanto tale, potrà avere l’occasione, con sentimento, di scoprire un mondo a lui del tutto nuovo e di portarselo dietro, per sempre. Come fanno i giovani nei confronti della vita stessa che si presenta loro, ogni volta, come una scoperta e una opportunità e chi viaggia, si sa, ha scelto di rimanere giovane. Valerio Vagnoli Preside dell’Istituto Vasari di Figline Valdarno PIAZZA MARSILIO FICINO DAL C AMPANILE DELLA PIEVE DI SANTA MARIA PIAZZA MARSILIO FICINO, FROM BELLTOWER OF CHURCH OF SANTA MARIA 2 I l XIV fu un secolo molto travagliato perché carestie, crisi produttive e terribili epidemie come la peste flagellarono tutta l'Europa. Nonostante tutto, esso vide la nascita della nuova cultura umanistica che ebbe tra i suoi protagonisti più insigni Marsilio Ficino, nato proprio a Figline nel 1433. Sotto la dominazione dei Medici il Valdarno divenne il "granaio di Firenze" e la cittadina s'ingrandì molto, accogliendo al suo interno alberghi, osterie, spezierie e macellerie. Tra gli abitanti annoverava maniscalchi, barbieri, sarti, lavoratori della seta e della lana. Tutto questo benessere venne meno nel 1630, quando la peste colpì il paese. Si ebbe poi un ulteriore peggioramento quando i Medici aumentarono i dazi. A Figline diminuì la lavorazione tessile e l’agricoltura rimase la sola fonte di guadagno. Il XVII secolo si chiudeva in uno stato di profonda crisi economica. A gli inizi del XVIII secolo il potere politico passò dai Medici ai Lorena. Nel 1738 la reggenza di Francesco Stefano di Lorena intraprese un piano di risanamento economico che migliorò la situazione di Figline e del contado. Purtroppo una febbre contagiosa e un'inondazione, che nel 1751 colpì la zona di Ponterosso, compromisero parte di questi risultati. Fu comunque un periodo di pace e di sviluppo agricolo che si interruppe nel 1799 quando la Toscana passò sotto il dominio napoleonico. Come conseguenza delle insurrezioni dei “Viva Maria”1, Figline subì la presenza di un Comando Militare francese e durante il regno d’Etruria il Palazzo Pretorio venne addirittura trasformato in carcere. Il paese ebbe comunque anche momenti di grande vivacità culturale, infatti nel 1810 il governo francese mandò il celebre naturalista Georges Cuvier a studiare e classificare una raccolta di ossa fossili reperite nel territorio e sistemata nel museo dell' Accademia Valdarnese del Poggio, che aveva sede nei locali del convento di San Francesco. Quando i Lorena ripresero il potere, Figline fu sospettata di simpatie francesi e di conseguenza l’Accademia fu trasferita a Montevarchi. N VIA OBERDAN, TABERNACOLO DEDICATO A SAN ROCCO NEL 1887 VIA OBERDAN, TABERNACLE DEDIC ATED TO SAINT ROCCO IN 1887 el 1825 Figline era tra le prime venti cittadine della Toscana, avendo circa 10.000 abitanti. Nel corso del XIX secolo perse questa posizione a causa di un dilagante immobilismo economico aggravato dalle gelate dell'inverno 1849-50, e dalle malattie della vite e del baco da seta del 1853. Figline visse tiepidamente il Risorgimento. Il periodo post unitario fu caratterizzato dall'apertura delle scuole pubbliche comunali nel 1862, dal collegamento ferroviario con Roma nel 1863, e dall' inaugurazione di un teatro nel 1871. Nel 1898 il paese fu teatro di una rivolta per l'aumento del prezzo del pane, “la rivolta del duino”, sedata con la forza, essa era lo specchio della crisi e dei problemi in cui versava l'Italia in quel periodo. Alle soglie della grande guerra la maggioranza dei figlinesi non era interventista tuttavia la comunità subì la guerra e pianse molte giovani vite. Al loro ritorno i reduci trovarono un am- 4 ANGOLO VIA SAN. DOMENICO E VIA OBERDAN CORNER BETWEEN VIA SAN DOMENICO AND VIA OBERDAN biente economico in cui prevaleva la libera iniziativa dei piccoli imprenditori. Le attività tipiche del paese erano quelle dei ramai, dei funai, dei coltellinai e dei cestai; nel 1920, ad esse si aggiunse quella della Vetreria Valdarnese, che diventò ben presto una delle maggiori fonti di lavoro. Il decennio 1935 -1945 vide i giovani Figlinesi disperdersi sui fronti di guerra. La vecchia roccaforte subì l’invasione delle armate tedesche, i rastrellamenti e le rappresaglie che scatenarono eccidi di massa, ma si distinse anche per episodi di coraggio individuale riconosciuti poi da organizzazioni come l'Istituto Yad Vashem di Gerusalemme. Nel dopoguerra Figline conobbe un periodo di crisi e molti cittadini emigrarono. La situazione migliorò solo dopo gli anni ’60 quando, in seguito alla disgregazione della mezzadria, nacquero numerose piccole imprese industriali. Oggi Figline conta quasi 17.000 abitanti a cui offre comodità e ser- vizi adeguati, occupa il 22° posto in Italia e il secondo in Toscana nella classifica dei cento comuni dove si vive meglio2, e produce il miglior olio biologico a livello internazionale3. Se a tutto ciò si aggiunge che è circondata dalle più belle città d'arte del mondo, si può affermare che i figlinesi hanno più di un motivo per andarne fieri. 1 Insurrezioni dei “Viva Maria”: sono delle insurrezioni popolari anti-francese, che da Arezzo si diffusero in tutta la Toscana a partire dal maggio 1799. Il nome viene dal grido dei ribelli “Viva Maria ed il nostro granduca Ferdinando III !”. I francesi avevano saccheggiato, aumentato il prezzo dei generi alimentari e abolito usi e istituzioni nel tentativo di laicizzare il paese. 2 Fatta dal Centro Studi Sintesi di Venezia. 3 Secondo il “Biol 2010” da Il reporter del Valdarno Fiorentino, novembre 2010 5 ENGLISH TEXT F ces of Napoleon and, because of the revolt of the “Viva Maria”2, Figline became seat of a French Military Headquarters. During the Kingdom of Etruria3 Palazzo Pretorio, the administrative centre of the town, was converted into a prison. There was also great cultural activity, as when in 1810 the French government sent the famous naturalist Georges Cuvier to study and classify a collection of fossil bones unearthed in the area and placed in the Accademia Valdarnese del Poggio, which was housed in the convent of San Francesco in Figline. When the Lorraine came back in power, Figline was suspected of favouring the French and so the Academy was moved to Montevarchi. igline and the surrounding area have been settled since the most ancient times. Its name comes from the Latin word figulinae, meaning “earthenware, pottery, bricks”, which the ancient Romans used to make in furnaces situated in what is now the area of San Romolo. Here the Ubertini of Gaville built a castle called Fegghine, mentioned for the first time in a document in 1008 A.D., and then again in 1109. The inhabitants of the castle had probably already gone down to the valley to set up a marketplace, called Great Forum, around which the town later developed. In 1198 the castle submitted to nearby Florence, but it was destroyed by the city in 1252 for having given hospitality to the Ghibellines1, so the inhabitants had to settle in the Great Forum, building houses around the square and loggias to sell wheat. In 1259 Florence sent surveyors to delimit the square and in the 14th century surrounded the town with walls. W ith its 10,000 inhabitants, Figline was one of the 20 major Tuscan towns in 1825, but during the 19th century it lost this status because of a widespread economic stagnation, worsened by frosts in 18491850 and by the vine and silkworm diseases in 1853. The town’s part in the Risorgimento4 was relatively unenthusiastic, although after the Unity of Italy (1861) there was great activity: municipal schools and the railway to Rome were opened in 1862 and 1863, and a theatre was inaugurated in 1871. In 1898 there was a revolt against the increase in the price of bread, the socalled “riot of the duino”5; the uprising was bloodily repressed and was the mirror of the problems in Italy in that period. Before the Great War most citizens of Figline had non-interventionist tendencies, but they all suffered and shed tears for the loss of many young lives. Those who returned home found an economic system based on free enterprise: there were coppersmiths, cutlers, rope and basket makers, and in 1920 the glassworks Vetreria Valdarnese opened, soon becoming one of the main sources of income. In the decade between 1935 and 1945 many young men from Figline were lost on the war fronts and the old citadel endured the invasion of the German army, the roundups and the reprisals that triggered off massacres, but there were also brave individual actions later recognized by organizations such as the Yad Vashem Institute of Jerusalem. After the war Figline went through a slump and many had to emigrate, but things improved after the sixties when sharecropping came to an end and many small I n the 14th century Europe was devastated by famine, economic crisis and the plague. Nevertheless, the period brought a new humanistic culture which had in Marsilio Ficino, a philosopher born in Figline in 1433, one of its most outstanding figures. Under the rule of the Medici the Valdarno (valley of the Arno river) became the “granary of Florence” and the town expanded, housing inns, pharmacies and various shops. Among its inhabitants were blacksmiths, barbers, tailors, silk and wool workers. This prosperity was destroyed in 1630 when Figline was struck by plague. To make matters worse, the Medici increased taxes and the textile production was so weak that farming became the only source of income. The 17th century closed in a state of deep crisis. A t the turn of the 18th century political power passed from the Medici to the House of Lorraine. In 1738 the Regency of Francis Stephen of Lorraine adopted a policy of economic recovery which, in a period of peace and agricultural development, improved the conditions of Figline and the surrounding countryside. Unfortunately an epidemic fever and a flood, which hit the area of the town called Ponterosso in 1751, hindered these results. In 1799 Tuscany was taken by the French for6 LA BATTAGIA DI PIAN DELL’ALBERO THE BATTLE OF PIAN D’ALBERO Nel 1944 la Battaglia di Pian d'Albero, tra la Brigata d'Assalto Garibaldi Sinigaglia e i Tedeschi, segnò uno dei momenti più dolorosi nella lotta della Resistenza toscana contro il nazifascismo. La Brigata deve il proprio nome ad Alessandro Sinigaglia, nome di battaglia “Vittorio”, comandante dei GAP fiorentini (Gruppo d’Azione Patriottica), ucciso nel febbraio del 1944. Si era costituita i primi di giugno di quell'anno e in pochi giorni aveva raccolto un effettivo di 400 uomini. Il casolare Cavicchi in Pian d'Albero fungeva da centro di raccolta per i giovani che volevano entrare nelle fila partigiane. Il 20 giugno, a seguito di un rastrellamento, i Tedeschi scoprirono tutto ciò e assediarono la località. Seguì una cruenta battaglia in cui varie squadre della "Sinigaglia" tentarono di salvare le 50 reclute. Oltre la metà di questi uomini riuscì a fuggire, gli altri morirono. Per rappresaglia, i soldati tedeschi fecero 21 prigionieri, fra i quali anche Aronne Cavicchi, un ragazzo di 15 anni, il nonno Giuseppe e il padre Norberto. Vennero portati più a valle, nella località Sant'Andrea, e impiccati. I Tedeschi lasciarono per tutta la notte e il giorno successivo i corpi appesi agli alberi come monito alla popolazione. Figline commemora ogni anno quell'eccidio per non dimenticare le atrocità scaturite dalle guerre, e per favorire una cultura di pace che superi qualsiasi pregiudizio sociale, religioso ed ideologico. One of the most painful moments of the Tuscan Resistance against the Nazi-Fascists was the Battle of Pian d’Albero, between the Assault Brigade Garibaldi Sinigaglia and the Germans in 1944. The name of the brigade came from Alessandro Sinigaglia, code name “Vittorio”, commander of the GAP of Florence (Patriotic Action Group) killed in February 1944. The Brigade was formed at the beginning of June in that same year and a few days later already had 400 members. The cottage of the Cavicchi family in Pian d’Albero, on a hill of Figline, acted as recruitment centre for the Partisans. The Germans found out during a roundup on 20th June and the area was surrounded. There was a bloody battle during which squads of the Sinigaglia Brigade tried various times to save the 50 recruits; more than half of them managed to escape, the others died. In retaliation, the German soldiers took 21 prisoners, among which were Aronne Cavicchi, a teenager of 15, his grandfather Giuseppe and his father Norberto. They were taken down to the area called Sant’Andrea and hanged, their bodies left hanging from the trees all that night and the following day to admonish the population. Every year Figline commemorates this massacre to remember the atrocities of war and to promote a culture of peace that may overcome any social, religious and ideological prejudice. factories sprang up. Today Figline has almost 17,000 inhabitants, offers adequate facilities, and in a survey establishing the 100 municipalities in Italy and in Tuscany with the best living conditions, it came 22nd and 2nd respectively6. As well as producing the best organic olive oil in the world7, Figline is surrounded by the most beautiful art cities of the planet, so its inhabitants have plenty to be proud of. spread throughout Tuscany. The name comes from the battle-cry of the rebels: “Long live the Virgin Mary and our Grand Duke Ferdinand III!”. The French troops had pillaged, increased the price of foodstuff and abolished customs and institutions in the attempt to secularize the country. 3Etruria was the old Roman name for Tuscany, the land of the Etruscans. Napoleonic France created this Kingdom (1801-1807) out of the old Grand Duchy of Tuscany. 4The Risorgimento was a 19th century political and social movement that wanted the “rebirth, resurgence” of the different states of the Italian peninsula in order to become one united country. The Kingdom of Italy was proclaimed on 17th March 1861. 5The duino was the popular name for two cents, the exact increase in the price of bread. 6Survey made by the Centro Studi Sintesi in Venice. 7According to the award “Biol 2010”, quoted in the newspaper Il reporter del Valdarno, November 2010. The Ghibellines were a political faction in medieval Italy that supported the power of the German Emperor against that of the Pope, who was supported by the Guelph. 2The revolt of the Viva Maria were uprisings of the populace against the French which began in Arezzo in May 1799 and 1 7 TRATTO DI MURA TRECENTESCHE ( LATO SUD-OVEST DELL’ABITATO) A STRETCH OF FOURTEENTH-CENTURY WALL ( LOOKING SOUTH-WEST OF THE TOWN) LA CINTA MURARIA THE TOWN WALLS P asseggiando per Figline, dietro il teatro, oppure in via Roma, noterete tratti di cinta muraria ben conservati, resti di torri fortificate, insieme ad archetti a tutto sesto di mattoni rossi che dovevano sostenere il corridoio di ronda. Nel 1353, infatti, la Repubblica Fiorentina decise di fortificare Figline, fino ad allora difesa solo da un fossato e una palizzata dagli assalti delle compagnie di ventura che uccidevano gli abitanti, incendiavano le case e saccheggiavano le merci del mercato. Tale decisione ci dice quanto fosse importante il borgo di Figline per l’economia di Firenze. Ai lavori, che iniziarono nel 1356, tutti i Figlinesi diedero un contributo, chi in denaro, chi con il proprio lavoro. Partendo dalla fortificazione detta il Cassero, che si trovava (e si trova ancora) a nord-ovest del Grande Forum, l’imponente cinta muraria racchiuse la piazza, le case e le vie dentro un perimetro poligonale irrego- lare di 1700 metri con a guardia 19 torri merlate. Fuori da queste poderose mura restarono solo alcune case di quello che ancora oggi è il Borgo. A difendere le mura c’era un fossato, che poteva essere attraversato con dei ponti levatoi. Per capire meglio come fosse la Figline del Medioevo possiamo osservare una tavola conservata in Collegiata, dipinta nel 1539 dal pittore Giovanni Andrea De Magistris, nella quale San Romolo, patrono di Figline, offre alla Madonna il modello della città con il cinto murario e le quattro porte. I l Cassero era sede della guarnigione fissa fiorentina che proteggeva la città durante eventuali attacchi e al suo interno conteneva abbastanza provviste da poter ospitare l’intera popolazione per circa tre mesi. La via principale della città, detta “Ruga Maestra”, divideva le mura in due parti da nord a sud, mentre altre due 8 Collocazione delle quattro porte storiche Position of the four historical Gates C AS SERO PORTA FIORENTINA fossato P ORTA SAN FRANC ES CO PORTA SENESE fossato PORTA ARETINA 9 L’OPERA DELLO SCULTORE MARCELLO GUASTI, E LE ANTICHE MURAMURA vie laterali, sempre partendo dalla piazza del mercato, dividevano le mura a est e a ovest. In questi punti furono costruite quattro porte: quella a nord venne chiamata Fiorentina, quella a sud Aretina, quella ad ovest Senese, e infine quella a est Porta S. Francesco. Porta Fiorentina proteggeva la strada diretta al capoluogo Toscano e fu costruita nella zona del Cassero. All’esterno vi era dipinto San Romolo. La Porta fu distrutta nella prima metà dell’Ottocento e i resti del Cassero furono inglobati nella costruzione del Teatro Comunale, l’attuale Teatro Garibaldi. Si può ancora vedere parte della torre della fortezza, oggi diventata abitazione. Porta Senese veniva detta anche di Castel Guinelli perché portava a uno dei primi castelli di Figline. La Porta, ancora oggi visibile, fu chiusa nel 1730. Porta San Francesco era a guardia della strada che portava sia all’Arno sia al santuario della Verna, luogo in cui San Francesco ricevette le sacre stimmate. Era decorata con un affresco della Madonna e fu distrutta nel 1882. Porta Aretina era detta “Porta Guelfa” come ammonizione alla città di Arezzo, che aveva forti simpatie ghibelline. Sulla parte esterna era dipinto un affresco raffigurante la Madonna la quale ac- PORTA ARETINA PORTA SAN FRANCESCO PORTA FIORENTINA PORTA SENESE coglieva sotto di sé i fedeli. Oggi le quattro porte di Figline rivivono nei nomi delle quattro contrade, corrispondenti alle vie intorno agli antichi siti delle porte medievali. Ogni contrada ha il suo stemma. 10 ENGLISH TEXT SCULPTURE BY MARCELLO GUASTI, AND THE OLD TOWN WALLS I f you walk behind the theatre or along via Roma, you can see well-preserved stretches of the town walls, watch-towers and round brick arches which used to hold up the rampart walk. Because of the importance of Figline for its economy, in 1353 the Republic of Florence built a fortification around the town, which till then had been protected only by a ditch and a palisade from the attacks of free companies, bands of plundering mercenary soldiers. Works started in 1356 and everybody in the town took part, providing either money or labour. Starting from the fortification called Cassero (the Keep), which was - and still is - situated north-west of the Great Forum (the main square), the imposing walls enclosed the square, the houses and the streets within a 1,700 metres long irregular polygon, with 19 embattled towers to keep watch and an outer moat crossed by drawbridges. Only a few houses were left outside these massive walls, in that which is still today called the Borgo (the borough). You can see what Figline looked like in the Middle Ages on a wooden panel in the Collegiata (the church in the main square, Piazza Marsilio Ficino): painted in 1539 ANTIC A TORRE ROMPITRATTA ANCIENT WATCH TOWER NELLE ALTRE IMMAGINI: SCORCIO DELLE VECCHIE MURA VIEW OF THE OLD WALLS by Giovanni Andrea De Magistris, the picture shows Saint Romulus, patron of the town, offering the Virgin Mary a model of Figline with its encircling walls and four gates. 11 GLI SBANDIERATORI DI FIGLINE FLAG-WAVERS T Il gruppo degli Sbandieratori dei Borghi e Sestieri Fiorentini è rappresentato da uno stendardo con leone rampante color oro (simbolo di Figline) e mezzo giglio rosso in campo bianco. E’ composto da circa 80 elementi, divisi in capitani, tamburi alti e bassi, chiarine e sbandieratori. Conosciuto in tutto il mondo e molto attento alla tradizione, sia nel modo di sbandierare che nelle attrezzature, il gruppo figlinese è fra i pochi a utilizzare aste di legno lavorate e piombate artigianalmente e drappi ricamati a mano. Nel Medioevo gli sbandieratori erano militari che segnalavano l'arrivo di truppe alleate o nemiche, e i colori dei costumi erano quelli dell'esercito di cui facevano parte. I tamburi, con il loro ritmo incalzante, davano il tempo all'esercito; le trombe aiutavano i tamburi a dare l'allarme o allertare le truppe, mentre gli sbandieratori si difendevano e attaccavano con formazioni chiamate “squadre”, nelle quali si scambiavano le bandiere con assoluta precisione. follow tradition closely in their performances and equipment, in fact the group of Figline is one of the few to have hand-made wooden flagpoles weighted with lead, as well as hand-embroidered banners. In the Middle Ages the sbandieratori were the standard bearers of the town’s military companies and they signalled the arrival of allied or enemy troops, their costumes bearing the colours of their faction. The drums set the beat for the march, the trumpets warned the troops, while the flag-wavers defended or attacked with team formations in which they launched and exchanged flags with pinpoint accuracy. The standard of the Sbandieratori dei Borghi e Sestieri Fiorentini (Flag-wavers of the Boroughs and Districts of Florence) has a gold lion rampant, symbol of Florence, and half a red lily in a white field. There are about 80 members, divided in captains, drums, clarions and flag-wavers. They’re world-famous and 12 LA TORRE DELLA CASAGRANDE SERRISTORI TOWER OF VILLA C ASAGRANDE SERRISTORI he Cassero was the Florentine garrison which protected the town during attacks. Inside there were enough provisions to house the entire population for about three months. The main street of the town, called “Ruga Maestra”, divided the walls in two from north to south, while two other streets, branching off from the market square, intersected the fort in the east and the west. Four gates were built where the streets crossed the walls: Porta Fiorentina to the north, Porta Aretina south of the square, in the west Porta Senese and in the east Porta San Francesco. Porta Fiorentina was the gate erected near the Keep, Cassero, to protect the road to Florence, capital of Tuscany. Saint Romulus was painted on the outside. The gate was dismantled in the first half of the 19th century and the remains englobed in the building of the theatre, Teatro Garibaldi. You can still see parts of the old Keep and watch-tower, now a residence. Porta Senese, which opened onto the road to Siena, also used to be called A SINISTR A: ESIBIZIONI DEGLI SBANDIERATORI DEI BORGHI E SESTRIERI FIORENTINI EXHIBITION OF THE FLAG-WAVERS OF FIGLINE “Castel Guinelli” because it led to one of the first castles of Figline. The gate is still standing, but it was closed in 1730. Porta San Francesco was demolished in 1882; it looked out towards the River Arno and to the shrine of La Verna, where Saint Francis of Assisi received the holy stigmata. On the gate there was a fresco of the Madonna. Porta Aretina used to be called “Porta Guelfa” as a warning to the town of Arezzo, which supported the Ghibellines. A fresco portraying the Virgin Mary surrounded by a congregation adorned this gate. Today the four Gates of Figline live on in the names of the four Contrade (districts of the town), the streets around the old sites of the Medieval Gates. Each contrada has its own emblems and colours. 13 PIAZZA MARSILIO FICINO MARSILIO FICINO SQUARE N Pieve di S. Maria Parish Church of Saint Mar y Spedale dell’Annunziata- Spedale dell’Annunziata Cappella Ser ristor i The Ser r istor i Chapel ota come il “Grande Forum”, questa bella piazza già nel Mille era il centro economico di tutta la zona. All'epoca vi erano pochi edifici e una piccola chiesa, mentre la parte libera accoglieva i banchi dei venditori. La piazza, al cui centro fino al 1804 vi era il pozzo di San Romolino, era attraversata da una strada che collegava Firenze con Arezzo. Crescendo l'importanza del mercato, crebbero anche le abitazioni e il Grande Forum andò progressivamente assumendo la forma attuale. Nel XV secolo fu arricchita dalle logge; oltre alle “logge lunghe” della via Regia, venne co- struita la “loggia del Grano”, adiacente alla Collegiata, dove venivano ammassate e vendute le granaglie, e quella dello Spedale dell'Annunziata. La pavimentazione con mattoni disposti a spina fu realizzata nel 1496, in seguito furono lastricate le vie principali e le strade secondarie vennero sistemate con ciottoli, mentre lo spiazzo davanti alla Collegiata fu lastricato in pietra serena. Nel XIX secolo assomigliava già a quella attuale. Sul lato sud della piazza Marsilio Ficino, all’inizio dell’attuale via Oberdan, si possono ancora notare tracce evidenti di paramenti murari duecenteschi che richiamano le affascinanti costruzioni di pietra, dette “case torri”, che nel medioevo svettavano su crocevia o direttive da controllare. Tali costruzioni potevano essere utilizzate anche come abitazioni padronali, attorno alle quali spesso veniva a crearsi un sistema di abitazioni satellite o anche di agglomerati urbani, e forse questo è proprio il caso dell’imponente facciata che sopravvive nel paese. Paramenti murari duecenteschi Thirteenth-century ornamental façades Piazza Marsilio Ficino, lato nord Marsilio Ficino Square, north side L PIAZZA MARSILIO FICINO, LATO SUD Pieve di Santa Maria La costruzione della Pieve di S.Maria iniziò nel 1257. Fu eretta in stile gotico, ad una sola navata con la facciata rivolta verso il Grande Forum. Il campanile venne costruito solo successivamente. Nel XX secolo è stata sottoposta ad interventi di restauro al fine di ridarle l’aspetto originale alterato nel corso dei secoli. L'interno della chiesa è costituito da un'unica navata. Guardando sul lato destro si vede una tavola attribuita a Giovanni Andrea de Magistris, la Madonna con Bambino, angeli e santi Rocco e Romolo (1539). L’opera è particolarmente interessante perché S. Romolo offre alla Madonna un modello di Figline circondata dalle sue mura. Continuando si può ammirare la cappella del Santissimo Sacramento, costruita nell’Ottocento, e una tavola cuspidata a fondo oro, raffigurante una Maestà, attribuita al "Maestro di Figline". Il dipinto, databile tra il 1320 e il 1325, mette soprattutto in risalto il trono su cui è seduta la Madonna con il Bambino, che sovrasta i santi Ludovico ed Elisabetta, appartenenti all'ordine francescano. La loro presenza SCORCIO DELLE LOGGE POSTE SUL LATO EST DELLA PIAZZA VIEW OF THE LOGGIAS ON THE EAST SIDE OF MAR SILIO FI CINO SQUAR E 16 MARSIL IO FICINO SQUARE, SOUTH SIDE dolente attribuiti a Vincenzo Dandini (1650 ca.) e un suggestivo San Stanislao Kostka di Egisto Sarri (1859 ca.). Nella sala delle insegne, si conservano 14 croci in legno di manifattura toscana, riproducenti i simboli della passione di Cristo, che vengono portate in processione il venerdì santo. Nella sala “del Cigoli”, oltre a pregiati codici miniati di scuola fiorentina della fine del XV secolo, trova posto una tela del Cigoli del 1590, che rappresenta il martirio di S. Lorenzo. Questo pittore ebbe come primi committenti i Serristori e per questo fu molto legato a Figline. Infine nella quarta e ultima sala si conserva una tavola raffigurante una Coppia di Angeli (1480), attribuita un tempo a Domenico Ghirlandaio e recentemente a Bartolomeo di Giovanni, suo allievo e collaboratore. Originariamente era posta sopra la cuspide della tavola della Maestà del Maestro di Figline. Nel museo è stata trasferita anche la statua in terracotta parzialmente invetriata raffigurante San Giuseppe, di Luca il giovane o di Girolamo, figli di Andrea della Robbia (1505-1510 ). ha accreditato l'ipotesi che tale opera fosse originariamente nella chiesa di S.Francesco e che sia stata spostata nel 1493, in occasione dell'elevazione della pieve di S.Maria al rango di Collegiata. Sul pittore non esistono dati certi, si sa che ha operato con successo in Umbria ed in Toscana nel XIV secolo, come dimostra il Crocifisso da lui dipinto nella Basilica di Santa Croce a Firenze. Lungo la parete sinistra possiamo ammirare il Transito di S. Giuseppe, tela di Egisto Sarri, pittore figlinese del XIX secolo, una Crocifissione, affresco attribuito a Giovanni di Tano Fei, della fine del XIV secolo e l’affresco tardogotico dell’Annunciazione, fronteggiato da un fonte battesimale di forma esagonale in marmo bianco, risalente al 1569. In fondo alla chiesa, sulla destra, si trova il Museo d’Arte Sacra nel quale sono conservati paramenti e suppellettili di uso liturgico. Sul soffitto della Sacrestia, la prima stanza del museo, è dipinto il Sacrificio di Isacco di Tommaso Gherardini, della seconda metà del XVIII secolo. Vi si trovano poi dei pregevoli banconi e armadi del XVII secolo, un Crocifisso ligneo settecentesco, la Madonna addolorata e San Giovanni 17 K Piazza Marsilio Ficino, lato ovest Marsilio Ficino Square, west side o Spedale dell'Annunziata era situato di fronte alla Collegiata, nei possedimenti della famiglia Serristori. Nel 1399 Ser Ristoro donò parte del suo patrimonio per la costruzione a Figline di un ricovero per mendicanti, malati e pellegrini. Inizialmente il fabbricato aveva una semplice facciata, ma nel corso del 1600 si ampliò di due logge, una inferiore ed una superiore, dove i convalescenti potevano passeggiare. Lo spedale aveva anche una fornita spezieria. Poiché negli anni la qualità dei servizi ed il numero dei ricoverati crebbero notevolmente, nel 1890 la famiglia Serristori trasferì l’ospedale nella villa di S.Cerbone. Sotto il loggiato sono ancora visibili le botole che permettevano di accedere ai silos destinati alla raccolta dei cereali prodotti nelle proprietà terriere di cui era dotato l’ente. Sono presenti anche quattro lunette affrescate alla fine del Seicento da Niccolò Lapi. a destra: L’ antico Spedale dell’Annunziata in Piazza Marsilio Ficino Marsilio Ficino Square, ancient Spedale dell’Annunziata S Cappella Serristori otto il loggiato era situato anche un luogo di culto, l'attuale “Cappella Serristori”. L’elegante ambiente, che ancora conserva l’altare maggiore e gli altari laterali di fine ‘600, si caratterizza per le semplici forme scandite dall’alternarsi della pietra serena e dell’intonaco. Recentemente sono emersi resti di una Crocifissione di ignoto artista della metà del XIV secolo. 18 Parish Church of Saint Mary he construction of the Parish Church of Saint Mary (Pieve di Santa Maria) began in 1257. It was built in the Gothic style, with one nave and facing the Great Forum. The bell tower was erected later. After restoration works in the 20th century, the church recovered its original appearance, which had been modified during the centuries. Inside the church on the left you can see a wooden panel attributed to Giovanni Andrea De Magistris representing the Madonna with Child, Angels, Saint Rocco and Saint Romulus (1539). It’s particularly interesting because Saint Romulus is offering the Virgin Mary a model of Figline surrounded by its walls. Next we can admire the 19th century chapel of the Holy Sacrament and a gilded cuspidate panel portraying a Maestà (the Madonna enthroned in majesty) attributed to the so-called Maestro of Figline. The painting, dated 13201325, highlights the throne on which the Madonna with Child is seated and which rises above the saints Louis and Elisabeth, both belonging to the Franciscan order. Their presence would imply that the painting was originally in the Church of Saint Francis and that it was moved here in 1493 when the parish of St. Mary’s was raised to the status of Collegiate Church. Not much is known about the artist, except that he was active in Umbria and Tuscany in the 14th century and that he painted the Crucifix in the Basilica of Santa Croce in Florence. On the left-hand wall we can see the Death of 1Pietra serena is a very hard grey-blue sandstone quarried and used a lot in Tuscany for paving, door-frames, stairways, etc. 19 ENGLISH TEXT L Spedale dell' Annunziata T nown as the Grande Forum (the Great Meeting and Market Place), this beautiful square was already the economic centre of the entire area in the year 1000 A.D. There were few buildings and a small church, as well as the merchant stalls. The marketplace, with a well dedicated to Saint Romolino which was dismantled in 1804, was crossed by the road from Florence to Arezzo. The importance of the market grew, many houses were built and the Great Forum slowly began to look as it is today. In the 15th century loggias were built; the Logge Lunghe of via Regia, the Loggia del Grano (corn arcade) next to the Collegiate Church, where cereals were heaped up and sold, and the loggias of the Spedale dell’Annunziata. The herringbone brick paving dates from 1496, later the main streets were flagged and the secondary ones paved with cobblestones, while the space in front of the Collegiata was paved with pietra serena1. In the 19th century the square looked much the same as now. On the south side of the Piazza, at the beginning of via Oberdan, you can still see façades of the interesting 13th century stone buildings, the tower houses, which in the Middle Ages used to soar above crossroads or main roads to defend them. They were often used by the local lords as residences, around which there were outhouses or even hamlets, and maybe that is the case of the impressive façade still standing in Figline. MARSILIO FICINO La piazza principale di Figline deve il suo nome a un grande filosofo, Marsilio Ficino, nato qui nel 1433. E' una delle personalità più eclettiche e affascinanti dell’Umanesimo italiano ed europeo, la cui fama è legata sia alla minuziosa opera di riscoperta degli scritti di Platone ( per la gioia di tutti gli studenti…), sia alla formazione a Firenze di un cenacolo letterario–filosofico, l'Accademia Fiorentina, così chiamato in onore dell'Accademia che Platone aveva fondato ad Atene. Discendeva da una famiglia importante del paese, e il padre, Diotifeci, era il medico personale di Cosimo il Vecchio, della famiglia Medici. Anche Ficino fu medico, usando per la cura delle varie patologie metodi del tutto speciali, come i talismani e le arti magiche in genere. Fu un cultore anche dell’astrologia e dell’ermetismo. Per tutti questi motivi alcune leggende fanno da contorno alla sua scomparsa, come quella secondo la quale egli sarebbe morto più che centenario, al termine di una longevità ottenuta tramite i mezzi miracolosi di un sapere occulto. In realtà morì il 1° ottobre 1499. The main square of Figline owes its name to a great philosopher, Marsilio Ficino, born here in 1433. He was one of the most fascinating and eclectic personalities of the Italian and European humanism, famous for the translation and comment of Plato’s works (for the joy of all students…) and for his Florentine Academy, a literary-philosophical coterie founded in honour of Plato’s school in Athens. He belonged to a prominent family of Figline; his father was physician to Cosimo de’ Medici “the Elder” and Ficino himself was a physician too, using curious medical treatment like talismans, astrological advice and ritual magic. Because of his belief in the occult, there are various legends concerning his death, mainly that he died an ultra-centenarian, but actually his longevity is a myth, in fact he died on 1 October 1499. displayed. On the ceiling of the Sacristy, the first hall of the museum, there is the Sacrifice of Isaac by Tommaso Gherardini in the second half of the 18th century. You can see exquisite 17th century counters and cabinets, a wooden 18th century Crucifix, Our Lady of Sorrows and Saint John Mourning attributed to Vincenzo Dandini (ca. 1650) and a striking Saint Stanislaus Kostka by Egisto Sarri (1859 ca.). In the hall of the insignia there are 14 wooden crosses of Tuscan production reproducing the symbols of the Passion of Christ, carried in procession on Good Friday. In the “Cigoli hall”, as well as the fine late 15th century Illuminated Codices, there is a canvas by Ludovico Cardi, known as Cigoli, portraying the Martyrdom of Saint Lawrence (1590). The first works of this painter were commissioned by the Serristori family of Figline, hence his attachment to the town. The fourth and last hall displays a wooden panel depicting Two Angels (1480), once attribu- Saint Joseph, canvas by Egisto Sarri, a 19th century local artist, a Crucifixion, fresco of the late 14th century attributed to Giovanni Tano Fei, and a late-Gothic fresco depicting the Annunciation, opposite which there is a hexagonal baptismal font in white marble made in 1569. On the right towards the back of the church there is the Museum of Sacred Art in which church furnishings and holy apparel are 20 PIAZZA MARSILIO FICINO DAL C AMPANILE DELLA PIEVE DI SANTA MARIA PIAZZA MARSILIO FICINO, FROM BELLTOWER OF CHURCH OF SANTA MARIA ted to Domenico Ghirlandaio and recently to Bartolomeo di Giovanni, his disciple and aide. It was originally placed above the cuspidate of the Maestà by the Master of Figline. The museum now also houses a partially glazed terracotta statue of Saint Joseph, by Luca the Younger or by Girolamo, sons of Andrea della Robbia (1505-1510). O a well-stocked Spezieria (apothecary’s shop). In time the quality of the service and the number of patients grew so much that the Serristori moved the hospital to Villa San Cerbone. Under the porches you can still see the trap doors leading to the silos where crops harvested on the estate were stored, as well as four lunettes frescoed in the 17th century by Niccolò Lapi. Spedale dell’Annunziata U pposite the Collegiate Church there used to be the Old Hospice of Our Lady of the Annunciation in a building belonging to the Serristori family. In 1399 Ser Ristoro donated part of his estate for the construction of a hospice to give assistance and shelter to pilgrims, wayfarers and the sick. Initially the building had a plain façade, but during the 17th century loggias were added so that the convalescent could take walks. The hospital had The Serristori Chapel nder the same loggias there was also a place of worship, now called Cappella Serristori. The elegant setting still preserves its high altar and the late 17th century side altars and its simple shapes are adorned by evenly ranged pietra serena and plaster. Remains of a half-14th century Crucifix by an unknown artist have been discovered recently. 21 PALAZZO PRETORIO A nche Figline ha la sua torre pendente, quella di Palazzo Pretorio! Si tratta di una massiccia costruzione trecentesca, interamente in pietra, che ha un fianco poggiato su questa torre preesistente, probabilmente una delle vecchie torri difensive del Grande Foro, visibilmente inclinata a causa di un cedimento del terreno argilloso. Un tempo l’ingresso principale del palazzo guardava verso la piazza del mercato, fulcro del paese, ma in seguito alla costruzione di numerosi edifici intorno alla piazza, nel 1371 la facciata principale fu rivolta verso Piazza San Francesco. Nel 1387 Firenze donò a Figline una campana recante un’incisione non propriamente pacifista: “Ad perpetuam destructionem et mortem totius partis ghibelline” ovvero “per l’eterna distruzione e morte di tutte le parti ghibelline”. Guelfi e Ghibellini erano in lotta e la campana, detta la “Susinana” doveva celebrare proprio la sconfitta dei Ghibellini, e fungere da monito ai Ghibellini di Arezzo. Veniva usata dai Podestà per comunicare un pericolo o un’adunanza; oggi è esposta nell’ingresso dell’edificio. Nel 1858 il Palazzo fu scelto come sede carceraria, subendo una grande trasformazione architettonica; con il restauro effettuato nel 1924-1931 dall’architetto Ezio Cerpi, tuttavia, si cercò di ripristinare l’aspetto dell’antico palazzo trecentesco, secondo il gusto neogotico del periodo, ricreando l’effetto del bugnato ru22 VEDUTA LATERALE DEL PALAZZO PRETORIO SIDE VIEW OF PALAZZO PRETORIO 23 stico (blocchi di pietre sovrapposti) e caratterizzando l’esterno con l’inserimento di erri, che sostengono le pertiche, porta fiaccole e lumiere. Sulla facciata principale si trovano il mezzo busto di Ser Ristoro e quello di Mazzini, oltre allo stemma di Figline e di vari podestà. All’interno è conservata una tela raffigurante Alessandro de’ Medici che rapisce una monaca, opera incompiuta del pittore figlinese Egisto Sarri. S ul retro del Palazzo Pretorio si trova la Cappella dei Caduti, che ospita un altare in pietra serena sovrastato da una pala in terracotta invetriata policroma risalente ai primi del XVI secolo: la Madonna con il Bambino e santi Sebastiano e Antonio, di Benedetto Buglioni. Si dice che la famiglia dei Buglioni avesse sottratto la “ricetta” dell’invetriatura ai della Robbia, che per secoli l’avevano tenuta gelosamente nascosta. Dal 2003 il palazzo è centro di convegni e mostre, nonché sede della Pro Loco figlinese. L La Susinana a campana è originaria del castello di Susinana, vicino a Palazzuolo sul Senio in Romagna. Queste zone di proprietà degli Ubaldini contrastarono le mire espansionistiche della Repubblica Fiorentina così, nel 1373, Firenze assediò tutti i castelli della famiglia e nel 1387, dopo ben 15 anni, li distrusse. In quell’occasione la campana, di manifattura fiorentina, venne donata al nostro paese affinché suonasse dalla torre di Figline, come monito per i ghibellini aretini. La Susinana è stata protagonista di fatti singolari fin dal lontano 1300, il primo di essi si riferisce proprio alla sua acquisizione da parte di Tano, comandante della guarnigione di Figline. Tano ebbe dal podestà di Firenze l'incarico di penetrare nella rocca di Susinana e di catturarne il capo, Giovanni d'Azzo, che resisteva impunemente. In cambio avrebbe avuto la campana. Partì con un piccolo manipolo di soldati per questa disperata impresa e si accampò fuori dalla rocca. Un giorno i Figlinesi videro un servo che era stato inviato a comprare delle provviste, lo LA TORRE PENDENTE DEL PALAZZO PRETORIO THE LEANING TOWER OF PALAZZO PRETORIO 24 BASE DELL' ANTICA TORRE PENDENTE BASE OF THE ANCIENT LEANING TOWER LA SUSINANA THE SUSINANA BELL catturarono e, fingendo di essere un mercante di merci pregiate, Tano si fece portare al cospetto dei suoi padroni. Il gruppetto di uomini entrò nella rocca con le armi nascoste nelle sete e nelle granaglie. Una volta dentro disarmarono le guardie e fecero calare il ponte levatoio, permettendo ai soldati fiorentini di penetrare nella fortezza ed espugnarla. Giovanni d'Azzo venne catturato e portato a Firenze, e Tano ottenne per il suo paese la campana, consegnata l'11 giugno 1387. 25 ENGLISH TEXT F Palazzo Pretorio 1 detto Buglioni. They say that the Buglioni family stole the “recipe” of glazing from the Della Robbia who had for centuries jealously kept it secret. Since 2003 the palazzo hosts conferences and exhibitions, as well as being seat of the Pro Loco, the Tourist Information Office of Figline. igline has its own leaning tower, that of Palazzo Pretorio! The massive 14th century stone building has a wall against this preexisting tower, probably one of the watchtowers of the Great Forum, which leans visibly because of ground subsidence. The main entrance to the palazzo used to look out onto the market square, the hub of the town, but as lots of buildings were being erected around it, in 1371 the main façade was turned towards Piazza San Francesco. In 1387 Florence donated a bell to Figline with the following ominous engraving: “Ad perpetuam destructionem et mortem totius partis ghibelline”, meaning “For the eternal destruction and death of all the Ghibellines”. The Guelph and the Ghibellines were in conflict and the bell was to celebrate the defeat of the Ghibellines and admonish those of Arezzo. It was used by the Podestà 2 to warn or rally the population. Today it is housed in the entrance hall of the building. In 1858 the Palazzo became a prison, undergoing radical architectural transformation. In 19241931 it was restored in the neo-Gothic fashion of the time by the architect Ezio Cerpi, who gave it the appearance of a 14th century palazzo again, recreating the effect of rusticated ashlar (layered blocks of hewn stone), adding R-shaped props to hold poles, and torch and lantern holders on the outside. On the main façade there are the busts of Ser Ristoro and Giuseppe Mazzini, a national hero of the Risorgimento, as well as the coats of arms of various podestà. On display inside is an unfinished canvas by local artist Egisto Sarri, representing Alexander de’ Medici Abducting a Nun. Behind Palazzo Pretorio there is the War Memorial Chapel which houses an altar in pietra serena under a polychrome glazed terracotta altar-piece dating back to early 16th century: the Madonna with Child and Saints Sebastian and Anthony, by Bene- Important administrative centre of towns in the past. One of the chief magistrates in the Italian Medieval Republics, also a mayor in some towns. 1 2 T The Susinana Bell he bell came from the castle of Susinana near Palazzuolo sul Senio in Romagna. This area belonged to the Ubaldini and resisted the expansion of the Florentine Republic. In 1373 Florence besieged all the family’s castles and destroyed them 15 years later, in 1387. The bell, of Florentine manufacture, was donated to Figline to ring out from its tower as admonishment to the Ghibellines of Arezzo. It’s interesting how Tano, commander of the garrison of Figline, got the bell. He was sent by the highest authority of Florence, the podestà, to steal into the fortress of Susinana and capture its head, Giovanni d’Azzo, who was resisting without being punished. In return he would receive the bell. Tano set off with a small band of men for this reckless venture and camped outside the stronghold. One day they saw a servant sent to buy supplies and captured him. Pretending to be a merchant of valuable goods, Tano made him take him to his masters. The men entered the fortress hiding their weapons under silk and cereals and then disarmed the guards and had the drawbridge lowered for the Florentine troops. The fortress was conquered, Giovanni d’Azzo was captured and taken to Florence, and Tano was handed the bell to take back to Figline on 11 June 1387. TERRACOTTA INVETRIATA DI BENEDETTO BUGLIONI (XVI SECOLO ) GLAZED TERRACOTTA BY BENEDETTO BUGLIONI (XVI CENTURY) 26 27 1 La cinta muraria The town walls 2 Piazza Marsilio Ficino Marsilio Ficino square Pieve di S. Maria Parish Church of Saint Mary Spedale dell’Annunziata Cappella Serristori The Serristori Chapel 3 Palazzo Pretorio 4 Chiesa di San Francesco The Church of San Francesco 5 Monastero della S. Croce The Convent of the Holy Cross 6 Villa Casagrande 7 Ospedale e Spezieria a Villa San Cerbone Hospital and Apothecary shop in Villa San Cerbone 8 La casa dipinta The Painted house 9 Teatro Garibaldi The Garibaldi Theatre 10 Cappellina della Mota The small Chapel of the Mota 11 Chiesa di S. Maria a Ponterosso The Church of Saint Mary in Ponterosso 12 Pieve di Gaville e il Museo della Civiltà Contadina Parish Church of Gaville and the Rural Heritage Museum 11 A 10 B 1 C 8 9 5 2 3 4 1 3 Informazioni Turistiche, Tourist information presso Palazzo Pretorio A Stazione FS Train station B Stazione Bus Bus station C Posta Post Office 1 6 12 7 28 29 CHIESA DI SAN FRANCESCO THE CHURCH OF SAN FRANCESCO L a tradizione vuole che sia stato lo stesso S. Francesco, che nel 1211 sostò a Figline, a scegliere la nostra zona come uno dei punti da cui iniziare l’opera di rinnovamento religioso. Nacque così un umile convento, con a fianco una piccola chiesa. E’ il più antico luogo di culto di Figline (1229). All’inizio era molto piccolo e si chiamava S. Croce, in onore di una preziosa reliquia della Santissima Croce qui conservata. Questo importante cimelio fu rubato nel XX secolo. Alla fine del ‘200 i Figlinesi pensarono di onorare il santo ampliando il coro e costruendo ai suoi lati due cappelle in stile gotico: a destra quella dei Serristori, a sinistra quella dei Baldi. La facciata fu adornata solo a metà con un rivestimento bicromo; successivamente fu aggiunto il tabernacolo con la Madonna e il Bambino, scultura risalente al 13401370, che richiama i modelli di Andrea Pisano. Nel 1484 la chiesa fu ufficialmente dedicata a S.Francesco. In epoca barocca subì molte trasformazioni e solo con i lavori di ripristino del 1928 ha riacquistato la sua semplice bellezza. Al suo interno, nella controfacciata, il pittore fiorentino Francesco d’Antonio realizzò intorno al 1420 un ciclo di affreschi, fra cui un’Annunciazione e una Crocifissione. Attribuito invece alla scuola del Ghirlandaio è un affresco con la Madonna Assunta che dona la cintola a San Tommaso, tra San Giovanni Battista e San Giuliano (fine XV secolo), collocato su un altare a sinistra. TABERNACOLO IN PIETRA SERENA (XIV SECOLO) GIOVANNI PISANO TABERNACLE IN PIETRA SERENA (XIV CENTURY) ATTRIBUTED TO THE SCH OOL OF GIOVANNI PISANO ATTRIBUITO ALLA SCUOLA DI I CHIESA DI SAN FRANCESCO: SCORCIO DELLA FACCIATA BICROMA THE CHURCH OF SAN FRANCESCO: VIEW OF THE DICHROMATIC FACING l Chiostro, costituito da due porticati di archi a tutto sesto e da ampie volte a crociera, è decorato con affreschi seicenteschi che ritraggono episodi della vita del santo. Tra il quarto e quinto arco è inoltre presente una sinopia di una Madonna col bambino attribuita a Pier Francesco Fiorentino, sistemata oggi nella chiesa. Nella sala capitolare è conservato un affresco dell’ultimo decennio del Trecento di scuola fiorentina raffigurante una Crocifissione fra i dolenti e quattro angeli. E’ presente anche una Madonna col Bambino di Giovanni del Biondo del 1392. CHIESA DI SAN FRANCESCO: IL CHIOSTRO INTERNO THE CHURCH OF SAN FRANCESCO: INSIDE CLOISTER 30 31 T he Augustinian Convent of the Holy Cross was founded on 25 October 1542 by the homonymous Company. Established for those who wanted to become nuns, it was also important for the education of local young girls. Restoration works between 1684-1794 gave the church its current appearance: a single nave with three great altars in pietra serena, preceded by an entrance with vaulted ceiling positioned on three late 16th century columns. The interior has rococo decorations with a great deal of stuccowork applied in 1774. Among the more important works, on the altar to the right there is the Crucifixion with Virgin, St. John the Evangelist, Mary Magdalene and two Sorrowing Angels, by an unknown artist of the end of the 16th century. This work recalls a similar subject by Marcello Venusti, aide of Michelangelo, based on Buonarroti’s drawings of Vittoria Colonna in 1540. A canvas portraying Saint Cecilia, maybe by the school of Sagrestani, is also in the church. In the rooms of the nunnery, closed to visitors because of seclusion, there is a Madonna with Child and two Angels by the Magdalen Master (1285-90) and a Tuscan school representation of the Last Supper, which dates back to the end of the 16th century. On the outside you could almost miss the monastery, but there is a curious tablet in pietra serena with an injunction by the Otto1 of Florence: anyone found playing games or singing near the convent would be fined two scudi (coins). I A ccording to tradition, Saint Francis himself chose this area as one of the starting points for his religious renewal. He stayed here for a while in 1211, and a humble convent next to a small church was built soon after in 1229, making it the oldest place of worship in Figline. It was very small and originally called “Church of the Holy Cross” because of a precious relic of the Holy Cross, unfortunately stolen in the 20th century. At the end of the 13th century the inhabitants of Figline decided to honour the saint by enlarging the choir and building two Gothic-styled chapels along its sides, that of the Serristori family on the right, on the left that of the Baldi. The façade, half of which is decorated with a dichromatic facing, has a tabernacle housing a Madonna with Child, reminiscent of Andrea Pisano and sculptured between 1340-1370. In 1484 the church became officially the “Church of Saint Francis”. In the Baroque Period it was greatly modified, but resumed its lovely simplicity after the restoration works of 1928. Around 1420 the Florentine artist Francesco d’Antonio painted a series of frescoes on the counter façade inside the church, among which an Annunciation and a Crucifixion. A fresco of the DAL C AMPANILE DELLA CHIESA DI SAN FRANCESCO FROM THE BELL TOWER OF THE CHURCH OF SAN FRANCESCO A SINISTRA: CHIESA DI SAN FRANCESCO: IL PORTICO THE CHURCH OF SAN FRANCESCO: THE PORCH end of the 15th century attributed to the school of Ghirlandaio, Our Lady of the Assumption Giving Her Belt to Saint Thomas, between St. John the Baptist and St. Julian, can be seen above an altar on the left. 17th century frescoes depicting episodes of the life of the saint decorate the Cloister, made up of two arcades of round arches and wide cross vaults. Between the fourth and fifth arch there is the sinopia1 of a Madonna with Child attributed to Pier Francesco Fiorentino and now housed inside the church. In the chapterhouse there is a late 14th century fresco of the Florentine school portraying a Crucifixion among Mourners and Four Angels and a Madonna with Child painted by Giovanni del Biondo in 1392. 1A sinopia is a preliminary drawing for a fresco done in sinopia, a reddish-brown pigment. 32 l Il monastero agostiniano della Santa Croce fu fondato il 25 ottobre 1542 dalla omonima Compagnia, e probabilmente nacque per dotare il paese di un monastero femminile che avrebbe accolto giovani fanciulle del luogo che intendevano intraprendere la vita monastica e avrebbe allo stesso tempo rappresentato un punto di riferimento per l’educazione delle giovani. La chiesa deve l’aspetto attuale ad una ristrutturazione intrapresa dal 1684 al 1794; vi è una sola navata, con tre grandi altari in pietra serena, preceduta da un atrio con soffitto voltato impostato su tre colonne tardo cinquecentesche. L’interno mostra una decorazione in stile rococò con largo uso di stucchi applicati nel 1774. Tra le opere più importanti, sull’altare di destra vi è la Crocifissione con la Vergine, San Giovanni evangelista, la Maddalena e due angeli dolenti, di ignoto artista della fine del XVI secolo. Quest’opera richiama un analogo soggetto di Marcello Venusti, collaboratore di Michelangelo, che riprese i disegni eseguiti nel 1540 dal Buonarroti per Vittoria Colonna. Nella chiesa troviamo anche una tela raffigurante S. Cecilia, forse di scuola del Sagrestani. Nei locali del monastero, non visitabili a causa della clausura, si trovano una Madonna col bambino e due angeli, del Maestro della Maddalena (1285-90) e un’Ultima cena di scuola toscana, della fine del XVI secolo. Il monastero dall’esterno passa quasi inosservato, ma conserva una curiosa lapide in pietra serena nella quale si sottolinea il rispetto per il silenzio della clausura, secondo l’ordinanza degli Otto1 della Città di Firenze che vietava di giocare e cantare vicino al convento, pena due scudi. ENGLISH TEXT ENGLISH TEXT MONASTERO DELLA S. CROCE THE CONVENT OF THE HOLY CROSS In the past the Otto di Guardia e Balìa (Eight Guards and Authorities) were Florentine magistrates acting as police. 1 1Gli “ Otto di Guardia e Balìa “ erano un'antica magistratura fiorentina che fungeva da polizia. 33 VILLA CASAGRANDE S A eguendo le mura lungo via del Puglia, arriviamo sul retro della villa Casagrande, da cui si accede all'hotel situato nei vecchi locali della fattoria annessa alla villa. Sebbene non sia certa la data in cui fu costruito dai Serristori, alcuni elementi architettonici e artistici fanno risalire l’edificio alla fine del Trecento. La villa è “incastonata” nelle mura medievali, dominate da una torre angolare rivolta verso Siena e Arezzo, aperta all’interno del cortile, ma chiusa all’esterno. E’ circondata da un giardino all’italiana, con siepi e aiuole disposte simmetricamente, secondo un gusto tipicamente rinascimentale. Il giardino è delimitato da colonne in stile classico e capitelli risalenti al XV secolo, come l’affresco sotto il loggiato. Sulla parte destra dell’entrata, una splendida scalinata in pietra serena conduce al piano superiore. ll’interno della villa si trovano opere d’arte, arredi originali e busti di personaggi illustri, come quello di Papa Leone X, che vi sostò nel 1513. In una stanza al pianterreno sono conservate delle vasche di pietra in cui veniva tinteggiata la seta prodotta dai Serristori. La Casagrande era una tenuta agricola in cui si producevano olio e vino, come testimoniano gli antichi attrezzi agricoli nel cortile. Sotto l’edificio vi sono ancora le cantine e i silos, divisi da un corso d’acqua sotterraneo proveniente dall’antistante collina dei Cappuccini. F T VILLA CASAGRANDE: IL GIARDINO VILLA C ASAGRANDE: THE GARDEN he villa houses works of art, original furnishings and busts of famous people, like that of Pope Leo X, who stayed here in 1513. The stone vats, in which the silk produced by the Serristori family was dyed, are preserved in a room on the ground floor. Casagrande was a farming estate in which olive oil and wine were produced, as testified by the old farm tools in the courtyard. Under the building there are still the wine cellars and store rooms, divided by an underground stream flowing down from the hill of the Capuchin friars opposite. ollowing the old walls along via del Puglia, you come to the back of Villa Casagrande, the entrance to the hotel on the premises of the villa’s farm. The date of construction is not certain, but architectural features date the building in the late 14th century. The villa is set within the medieval walls, dominated by a corner tower facing Arezzo and Siena which is open on the inside courtyard but bricked up on the outside. It’s surrounded by a typical Italian Renaissance garden, with hedges and flowerbeds aligned symmetrically, as was the fashion of the time. The garden is enclosed by classical style columns and capitals dating back to the 15th century, like the fresco under the portico. A grand staircase in pietra serena on the right of the entrance leads to the first floor. 34 35 ENGLISH TEXT VILLA CASAGRANDE: IL CORTILE VILLA C ASAGRANDE: THE COURTYARD OSPEDALE E SPEZIERIA A VILLA SAN CERBONE HOSPITAL AND APOTHECARY SHOP IN VILLA SAN CERBONE N dei Serristori. La spezieria accoglie un’importante collezione di vasi della manifattura di Montelupo, tra cui spiccano ampolloni ed albarelli, databili in un periodo compreso dalla fine del XVI fino agli anni ’30 del XVII secolo. Sono particolarmente interessanti per le variopinte decorazioni. Quelli con raffinate decorazioni a grottesche recano anche lo stemma dei committenti, l’ordine dei domenicani di Santa Maria Novella, la data “1620” ed il marchio della bottega in cui vennero realizzati. Intorno al 1703 tale corredo fu arricchito con altri vasi di manifattura senese, sui quali è dipinto lo stemma dei Serristori. Sono da segnalare anche gli arredi del locale, tra cui un mobile a cassetti in cui venivano conservate erbe officinali e altre sostanze medicinali. In una vetrina si possono ammirare curiose ampolle vitree, chiamate nasse, di produzione toscana e veneziana, destinate a conservare elisir. La parte bassa del mobile accoglie una curiosa cassaforte di legno dove venivano tenuti sotto chiave terribili veleni. Tra le opere d'arte è da segnalare la Madonna di Ser el 1890 l'ospedale fu trasferito nella villa S. Cerbone, situata su un'altura di Figline a cui si arriva percorrendo un ripido viale, detto “la senice”. Nella facciata dell’edificio c'è una terracotta invetriata raffigurante una Madonna con il Bambino di manifattura Cantagalli (fine XIX secolo). Attraverso il portone si entra in un corridoio in cui vi sono numerose lapidi in ricordo di illustri personaggi venuti in visita. Sulla destra si apre la cappella delle suore francescane, che conserva l'Annunciazione (1580), di Ludovico Cardi, detto il Cigoli, e due tele di Niccolò Lapi (1690) rappresentanti San Filippo Neri in adorazione davanti alla Madonna ed il Transito di San Giuseppe. Il corridoio porta ad un cortile quattrocentesco, da cui si accede anche al convento, che conserva un’Ultima cena di scuola vasariana del XVI secolo. I n una sala della villa sono conservati oggetti e arredi appartenenti all'antica spezieria dell'ospedale dell'Annunziata. L'ambiente che li accoglie è chiamato “sala rossa” perché dominano tonalità di questo colore: dal cotto del pavimento, alle pareti, al soffitto in legno decorato con lo stemma IL CORTILE QUATTROCENTESCO THE FIFTEENTH-CENTURY COURTYARD Ristoro attribuita a Giovanni di Tano Fei, pregevole dipinto su tavola su fondo oro dei primi anni del Quattrocento. Su una parete si può leggere una copia del testamento di Ser Ristoro. 36 VILLA SAN CERBONE: COLONNA DEL CORTILE CON C APITELLO ORNATO DI CONCHIGLIE E FOGLIE VILLA SAN CERBONE: C APITAL OF A COURTYARD COLUMN DECORATED WI TH SH ELLS AND LEAVES 37 ENGLISH TEXT LA STORIA DI VERONICA VERONICA’S STORY era all'ordine del giorno e qualsiasi altra donna avrebbe reagito senza drammi; Veronica non lo fece e si macchiò di un delitto che, forse, le ha precluso la pace dei morti. Una lapide, nell’atrio della villa, ricorda l’evento. E' datata 1634. La villa di San Cerbone è rinomata, oltre che per i tesori d'arte che racchiude, anche per il fantasma della duchessa Veronica Cybo, che pare si aggiri tra i locali dell'attuale ospedale. Rumori, lamenti e folate di vento testimonierebbero tale inquietante presenza. Così ci piace immaginare la sua storia: Il mio nome è Veronica Cybo-Malaspina, e mi aggiro da secoli tra i muri freddi dell’Ospedale Serristori di Figline Valdarno. Sposai Ser Jacopo Salviati per convenienza, come usava nella I Villa San Cerbone is renowned not only for its art treasures but also for the ghost of the Duchess Veronica Cybo that supposedly haunts the hospital building, a disturbing presence with strange noises, moans and sudden gusts of wind. This might be her story: My name is Veronica Cybo-Malaspina, and I’ve been wandering through the cold walls of the Serristori Hospital in Figline for centuries. I married Sir Jacopo Salviati for convenience, as was the custom in 16th century Florence. I was haughty and my husband used to dally with other ladies. I discovered that the wretch had a mistress, Caterina Brogi, and they were making a fool of me, the Duchess Veronica Cybo-Malaspina, I hired two assassins to carry out the first part of my revenge, to cut that woman into pieces, like they had shattered my pride and honour. Her remains were scattered throughout Florence, all except the head. My revenge was complete when I saw the look on my beloved husband’s face as I gave him his dear young Caterina’s head in a laundry basket! They said I was insane, so I had to spend the rest of my life here in this hospital, then a beautiful villa. And here I will stay for eternity. In an age when love and marriage didn’t have to go together, betrayal was normal and most women wouldn’t have made a fuss about it, but not Veronica, and her terrible crime probably won’t let her rest in peace. A plaque in the entrance to the villa recalls the event. The date is 1634 VILLA SAN CERBONE: ANTIC A SPEZIERIA. AMPOLLONI, ALBARELLI DI MANIFATTURA MONTELUPO (XVI- XVII SECOLO) VILLA SAN CERBONE: ANCIENT APOTHEC ARY SHOP. LARGE AMPULL AE, AND MAJOLIC A VASES OF MONTELUPO PRODUCTION (XVI-XVII CENTURY) tion, among which stand out great ampullae and majolica vases, dated between the end of the 16th century and the first three decades of the 17th century. They are particularly interesting for their colourful decorations and those with fine grotesque-style features also bear the arms of the Dominican Order of the Church of Santa Maria Novella in Florence that commissioned them, the date “1620” and the stamp of the workshop they were made in. Towards 1703 vases of Sienese production bearing the arms of the Serristori were added to this collection. The furnishings of the room are also interesting, like the cabinet with drawers where officinal herbs and other medicinal substances were kept. In a display case you can admire singular glass ampullae called “nasse” (pots), of Tuscan and Venetian production, which used to contain elixirs. The lower part of the cabinet holds a curious wooden safe where terrible poisons were locked up. The Madonna of Ser Ristoro is one of the most interesting works of art in the apothecary shop, a splendid painting on gilded wooden panel of the beginning of the 15th century, attributed to Tano Fei. On a wall there is a copy of Ser Ristoro’s will. n 1890 the hospital was moved to Villa San Cerbone at the top of a steep slope called “senice”. On the façade of the building there is a glazed Cantagalli terracotta portraying a Madonna with Child of late 19th century. In the entrance corridor a series of old plaques commemorate illustrious visitors. On the right there is the chapel of the Franciscan nuns, which exhibits the Annunciation (1580) by Ludovico Cardi, known as “Cigoli”, and two canvasses by Niccolò Lapi (1690), the Madonna Appearing to St. Philip Neri and The Death of Saint Joseph. The corridor leads to a 15th century courtyard and to the convent, which houses a Last Supper of the school of Giorgio Vasari of the 16th century. A hall of the villa exhibits the apparatus and furnishings belonging to the ancient apothecary shop of the Spedale dell’Annunziata. It is called “sala rossa”, the red room, because the décor is in shades of red, from the terracotta-tiled floor, to the walls and the wooden ceiling decorated with the armorial bearings of the Serristori family. The pharmacy displays an important collection of vases of Montelupo produc- 38 Firenze del 1600. Avevo un carattere superbo e un marito che si dilettava con altre dame. La misura fu colma quando scoprii che il miserabile aveva un’amante fissa, Caterina Brogi. Come potevano pensare, i due, di prendersi gioco di me, della duchessa Veronica Cybo-Malaspina! Assoldai due sicari affinché si compisse la prima parte della mia vendetta: tagliare quella donna in tanti pezzi, quanti erano quelli del mio onore e del mio orgoglio. I suoi resti furono sparsi per tutta Firenze, ad eccezione della testa, che volli conservare. L’ultima parte della vendetta si compì quando vidi la faccia del mio caro marito mentre riceveva in dono, nel cesto della biancheria, la testa della sua giovane, dolce Caterina! Il mondo mi ritenne pazza, e dovetti trascorrere la mia vita qui, in questo ospedale, allora una bellissima villa. Sono qui per l'eternità. In una società dove amore e matrimonio non dovevano necessariamente convivere, il tradimento 39 ENGLISH TEXT LA CASA DIPINTA THE PAINTED HOUSE TEATRO GARIBALDI THE GARIBALDI THEATRE T I IL TEATRO GARIBALDI (XIX SECOLO) THE GARIBALDI THEATRE (XIX CENTURY) TEATRO GARIBALDI: IL SOTTOTETTO THE GARIBAL DI THEATRE: THE LOFT he architect Pierallini oversaw the construction of the theatre in 1861. In 1879 it was named after Giuseppe Garibaldi because on 4 November 1867, after his defeat at Mentana, the general was arrested at the station of Figline1. In 1907 the town celebrated his heroic feats by putting a plaque in his memory inside the theatre. After a period of neglect, it was dismantled in 1957, but later the Town Hall purchased the building and, after radical restoration, it was reopened in 1995, becoming one of the most important theatres of the upper Valdarno. Recent renovation has uncovered 19th century plaster decorations, while the proscenium arch is decorated with a painting in tempera grassa by Egisto Sarri (end 19th century) representing three little angels playing instruments. Three remarkable great architraves hold up the pitched roof in the splendid loft, which is divided in two: the original part, with barrel vault and opening of the proscenium arch, and the part renovated after the war, which is a vault with diminished arch, horse-shoeshaped, above the stalls. l Il teatro di Figline nasce nel 1861 su progetto dell’architetto Pierallini e nel 1879 viene dedicato a Garibaldi in ricordo delle vicende che lo legano alla città. Il 4 novembre del 1867, infatti, dopo la sconfitta a Mentana, Garibaldi fu arrestato alla stazione di Figline. Nel 1907 il popolo figlinese commemorò le imprese del generale dotando il teatro di una targa a lui dedicata. Il teatro conobbe un periodo di declino e cessò la sua attività nel 1957. Negli anni seguenti l’Amministrazione Comunale acquistò il teatro e, dopo lunghe ristrutturazioni, nel 1995 venne riaperto al pubblico, divenendo una delle strutture teatrali più importanti del Valdarno Superiore. Negli ultimi lavori di ristrutturazione sono state riportate alla luce decorazioni ottocentesche in gesso, mentre nell’arco scenico si trova una decorazione a tempera grassa del Sarri (fine Ottocento) che rappresenta tre angioletti che suonano strumenti diversi. Entrando nello splendido sottotetto del teatro l’attenzione viene subito catturata dai tre grandi architravi che, assieme alle falde, sorreggono il tetto a capanna. Il sottotetto è diviso in due parti: quella originale, volta a botte ed anche apertura dell’arco di proscenio, e quella ristrutturata nel dopoguerra. Quest’ultima è una volta a sesto ribassato, a ferro di cavallo, sotto la quale si trova la platea. O n the façade of an old house in via Gramsci you can see the damaged portraits of four men of historical and cultural interest in Figline: Raffaello Lambruschini, Carlo Ademollo, Egisto Sarri and Vittorio Locchi. Lambruschini was a politician, priest and pedagogue who lived for many years in Villa San Cerbone. Ademollo, official war artist, lived for a while in the same villa and is remembered for painting important events of the Risorgimento. The famous artist Sarri was born in Figline. One of his many works is the stage curtain of the Teatro Garibaldi, where he portrayed a fellow countryman, the philosopher Marsilio Ficino. Locchi was a soldier poet born in Figline. He grew up here with La brigata del Giacchio (The Seine Gang, “seine” is a large fishing net), a group of friends to whom he later dedicated his first collection of poems. RITRATTI DELLA C ASA DIPINTA PORTRAITS OF THE PAINTED HOUSE: RAFFAELLO LAMBRUSCHINI, C ARLO ADEMOLLO, EGISTO SARRI E VITTORIO LOCCHI. 40 ENGLISH TEXT I n via Gramsci, sulle mura di una vecchia casa, troviamo le rappresentazioni, deteriorate, di quattro personaggi importanti per la storia e la cultura figlinese: Raffaello Lambruschini, Carlo Ademollo, Egisto Sarri e Vittorio Locchi. Lambruschini è stato un politico, un religioso e un pedagogista vissuto per molti anni nella villa di S. Cerbone. Ademollo, vissuto per alcuni anni a S. Cerbone, è ricordato soprattutto per aver dipinto i principali eventi del Risorgimento in qualità di pittore d’Armata. Sarri, famoso pittore figlinese, realizzò numerose opere, tra cui il sipario del Teatro Garibaldi in cui è raffigurato Marsilio Ficino. Locchi, poeta e soldato, nacque e trascorse l'adolescenza a Figline, circondato da La brigata del Giacchio, una compagnia di amici ai quali in seguito dedicò la sua prima composizione di poesie. 1 General Giuseppe Garibaldi (1807-1882) was the key military figure in creating the Kingdom of Italy. He spent his life fighting oppression in various countries and became the symbol of Italian 19th century nationalism, fighting for the unity and freedom of Italy from foreign rule. 41 L CAPPELLINA DELLA MOTA E CHIESA DI S. MARIA A PONTEROSSO THE SMALL CHAPEL OF THE MOTA AND THE CHURCH OF SAINT MARY IN PONTEROSSO Cappellina della Mota ungo via Vittorio Veneto, che da Piazza Serristori porta al Santuario di Ponterosso, si trova l’Oratorio della Madonna della Mota, una piccola cappella esagonale sormontata da una cupola con lanterna finestrata. Nell’interno, di forma circolare, è presente un altare sopra il quale vi sono i resti di un affresco, probabilmente trecentesco, raffigurante la Madonna con il Bambino circondata da angeli. La cappella deve il proprio nome alle cattive condizioni del terreno sul quale fu edificata, ovvero un terreno fangoso, melmoso. La località stessa, infatti, anticamente era chiamata “la Mota”. Questa bella cappella è oggi usata dai fedeli di Figline come luogo di preghiera. I VEDUTA AEREA DEL CENTRO STORICO AERIAL VIEW OF THE OLD TOWN CENTRE 42 Chiesa Santa Maria a Ponterosso l Il visitatore che arriva a Figline riceve il benvenuto dalla Chiesa di Santa Maria a Ponterosso, posta proprio all’ingresso della cittadina. La chiesa, con la sua croce che sovrasta il frontone della facciata, fu costruita in località Ponterosso nel 1570, grazie all’aiuto finanziario dei Medici. All’interno la chiesa presenta una sola navata, in stile tardo rinascimentale, e tre altari; sopra l’altare di destra vi è un crocifisso ligneo, mentre quello di sinistra è adornato con la Madonna che dona il rosario a San Domenico e a Santa Caterina da Siena, attribuita al pittore figlinese Egisto Sarri, databile al 1889; sopra l’altare maggiore è collocato l’affresco della Madonna col bambino. Tale opera, realizzata intorno al 1499 dalla bottega fiorentina del Perugino, si trovava originariamente in un tabernacolo situato sulla spalletta del ponte vicino alla chiesa, detto “Ponterosso”. In seguito l’immagine fu spostata in un piccolo oratorio edificato nelle vicinanze. L’alluvione del 1557 distrusse l’oratorio, lasciando in CAPPELLINA DELLA MOTA THE SMALL CHAPEL OF THE MOTA piedi solo la parete con l’affresco; tale evento, ritenuto miracoloso, portò alla costruzione di una nuova chiesa nella quale fu collocata l’immagine sacra. L’altare maggiore inoltre presenta un ciborio impreziosito da uno sportello in argento raffigurante una Trasfigurazione, opera dell’artista figlinese Lorenzo Bonechi, eseguita in basso rilievo nel 1991. 43 ENGLISH TEXT I DINTORNI THE SURROUNDING AREA I Cappellina della Mota CHIESA DI SANTA MARIA A PONTEROSSO THE CHURCH OF SAINT MARY IN PONTEROSSO n via Vittorio Veneto, from Piazza Serristori to the Shrine of Ponterosso, there is the Oratory of the Madonna of the Mud, a small hexagonal chapel above which rises a cupola with window lantern. The round interior has an altar above which are remains of a fresco, probably 14th century, portraying a Madonna with Child surrounded by Angels. The chapel owes its name to the damp ground on which it was built, in fact the area was known as ‘la Mota” (the mud). This beautiful chapel is still used as place of worship. U Florence. The interior of the late-Renaissance church has one nave and three altars; above the right-hand altar there is a wooden cross, while that on the right is graced with a Madonna Giving the Rosary to Saint Dominic and Saint Catherine of Siena, attributed to local artist Egisto Sarri (1889). The fresco above the high altar, Madonna with Child, was painted around 1499 by the Florentine workshop of Perugino. It was originally in a tabernacle on the parapet of the bridge but was transferred into a small oratory built nearby. In 1557 a flood destroyed the oratory, leaving only the wall with the fresco standing; the event was considered miraculous so a new church to house the holy image was built. The high altar also has a ciborium embellished with a silver door representing the Transfiguration, bas-relief of 1991 by Lorenzo Bonechi, an artist of Figline. Saint Mary’s Church in Ponterosso pon arriving in Figline, visitors are welcomed by the Church of St. Mary’s with its cross high above the gabled front. It was built in the area called Ponterosso (red bridge) in 1570, thanks to the financial aid of the Medici family of 44 S PIEVE DI S.ROMOLO A GAVILLE. THE PARISH CHURCH OF SAINT ROMULUS IN GAVILLE mostro mitologico con testa e ali di aquila e con corpo in parte di leone e in parte di cavallo. Nella navata sinistra si può ammirare un’Annunciazione di scuola fiorentina di inizio Cinquecento. Nell’antica fattoria della pieve si trova il Museo della Civiltà Contadina, importante testimonianza della storia rurale del territorio. Gli ambienti accolgono antichi arredi e suppellettili del mondo contadino, organizzati seguendo due tematiche principali: il “lavoro” legato al ciclo produttivo della campagna e la “vita quotidiana” dei contadini, evocata attraverso la ricostruzione di suggestivi ambienti quali la cucina, la camera da letto, la cantina. Il museo conserva un frantoio in pietra di grandi dimensioni, del 1729, corredato di tutti i macchinari e gli attrezzi necessari per la produzione dell’olio. Curiosa la raccolta di santini e di erbe medicinali. Pieve di Gaville e il Museo della Civiltà Contadina evolete fare un viaggio nel passato, assaporare il gusto di un mondo ormai perduto e forse sconosciuto ai più, a circa 6 km da Figline, in direzione sud-ovest, c’è la pieve romanica di S. Romolo a Gaville, che sorge sulle rovine della più antica chiesa di S. Romolo a Cortule, toponimo che fa pensare ad una Curtis, cioè ad un possedimento fondiario altomedievale. La storia del luogo risale ai Romani, come attestano i reperti trovati durante i restauri. L’attuale pieve, costruita nel 1007 con una tipica struttura a tre navate con abside finale, ha il tetto sorretto da capriate lignee. L’ambiente è molto suggestivo e i capitelli delle colonne che sorreggono sei archi a tutto sesto hanno decorazioni varie tra cui spicca un ippogrifo, 45 ENGLISH TEXT IL MUSEO DELLA CIVILTÀ CONTADINA THE RURAL HERITAGE MUSEUM I Parish Church of Gaville and the Rural Heritage Museum mythological monster with a griffin’s head, wings and claws and a horse’s body. In the left-hand nave you can admire an early 16th century Annunciation by the Florentine school. The Rural Heritage Museum is housed in the old parish farm and shows the rural lifestyle of this territory. The complex exhibits old furnishings and implements of the peasant world, displayed in two main groups: labour linked to the productive cycle of the countryside and daily life of countryfolk, presented through the evocative reconstruction of ambiences like the kitchen, the bedroom and the wine cellar. There is a huge stone press, dated 1729, complete with all the machinery and tools to make olive oil, and a quaint collection of small holy pictures and medicinal herbs. f you want to take a trip into the past, into the atmosphere of a lost world probably unknown to most, at about 6 km southwest of Figline there is the Romanesque Parish Church of Saint Romulus in Gaville, built on the ruins of the ancient church of San Romolo a Cortule, a toponym that refers to a Curtis, landed property in the early medieval period. Remains found during restoration go back to Roman times. Built in 1007 A.D., the current parish church is full of atmosphere with its typical structure in three naves, rear apses and trussed roof. The columns holding up six round arches have various capital motifs, like a hippogryph, 46 vete presente la Monument Valley di tanti film western? Avete mai sognato di visitare i fantastici canyon e le imponenti sculture naturali dell’Arizona? Beh, anche noi, qui in Valdarno, abbiamo la nostra “Monument Valley” in miniatura: le “Balze”! Il Valdarno era il fondale di un grandissimo lago pliocenico, ed è proprio grazie ai sedimenti lacustri e all’erosione millenaria del vento e delle acque che sono nate le Balze, bizzarre formazioni rocciose costituite da sabbia, ghiaia e argilla stratificate in pareti verticali alte fino a 100 metri, intercalate da profonde gole. Esagerato? Eppure, questo paesaggio mozzafiato, fatto di maestosi pinnacoli e calanchi rocciosi, giallo-grigio o marrone, a seconda del sedimento, spunta tra le distese di ulivi e vigneti, proprio vicino a Figline, in una zona divenuta area protetta. Anche Leonardo Da Vinci sembra che sia rimasto colpito da questo spettacolare scenario che confermava quanto egli riteneva, ovvero che la terra non è immobile, ma si modella e si trasforma sotto l’azione erosiva dell’acqua. Il Codice Hammer non tratta forse dei moti dell’acqua, della geologia e dei fossili? Ma non è finita qui: secondo molti studiosi, nel quadro “La Gioconda”, alle spalle di Monna Lisa, farebbero capolino proprio le Balze. Sarebbe bello pensare che il sorriso più famoso del mondo sia stato causato proprio dalla nostra Monument Valley! Leonardo Da Vinci, vedendo il Valdarno Superiore, ha scritto: “questa valle riceve sopra il suo fondo tutta la terra portata dall'acque di quella intorbidita, la quale ancora si vede a' piedi di Prato Magno restare altissima, dove li fiumi non l'àn consumata; e infra essa terra si vede le profonde segature di fiumi, che quivi son passati, li quali discendano dal gran monte di Prato Magno; nelle quali segature non si vede vestigio alcuno di nichi1 o di terre marine” . D The Balze1 o you remember Monument Valley in all those westerns? Have you ever dreamed of visiting the fantastic canyons and imposing natural sculptures in Arizona? Well, we have our own miniature “Monument Valley”: the Balze! A lake used to occupy the current Valdarno – or Valley of the River Arno – in the Pliocene, and its sediments plus the weathering and erosion of watercourses molded these bizarre crags of stratified sand, clay and gravel up to 100 metres high, crossed by deep gorges. An exaggeration? Well, this breathtaking landscape of majestic pinnacles and rocky ravines, yellow-grey or brown, according to the type of sediment, rises above the olive trees and vineyards near Figline, in what has been declared a Protected Natural Area. It seems that even Leonardo da Vinci was fascinated by this spectacular landscape which bore witness to his belief that the earth is molded and transformed by the erosion of water, and he referred to this in the Codex Hammer, which deals with the flow of water, geology and fossils. But that isn’t all: many scholars believe that the Balze peep out in the landscape behind Mona Lisa: imagine, the most famous smile in the world caused by our own Monument Valley! 1 conchiglie Codice Hammer (fol. 9°; ex 9r) in Jane Roberts, Il Codice Hammer di Leonardo da Vinci, Giunti Barbera, Firenze, 1982. 1 47 Balze means precipice, crag. ENGLISH TEXT A Le balze Autumnia Old town centre, second weekend of November. It has been organized by the Councillorship of Trade and Tourism and that of Agriculture and Environment of the Municipality of Figline since 1999 and promotes the farming and livestock produce of the Valdarno and other regions. As well as the food show and livestock market fair, there are exhibitions of old arts and crafts, photos and paintings, and conferences on environmental and agricultural issues. AUTUMNIA Questa manifestazione si svolge nel centro storico il secondo fine settimana di novembre. Promossa dal 1999 dall’Assessorato al Commercio e Turismo e dall’Assessorato all’Agricoltura e Ambiente del Comune di Figline Valdarno, valorizza le produzioni agricole e zootecniche del Valdarno, e non solo, con prodotti di ogni tipo. Oltre alla mostra mercato di animali da allevamento, trovano posto esposizioni relative ad antichi mestieri, mostre fotografiche, di pittura e di hobbistica, conferenze su tematiche ambientali e agricole. Feasts and Festivals Palio of Saint Rocco* From the first Saturday in September to the following Tuesday. The celebration comes from the so-called “Pardon of Assisi”, a plenary indulgence established by Saint Francis. In the 15th century besides solemn celebrations and repentance there were also profane games, challenges and fairs. Although part of its religious meaning has been lost, it is still very important for the town. PALIO DI SAN ROCCO E’ stato ripristinato nel 1973. Si svolge a cavallo in Piazza Ficino il lunedì del Perdono e vi partecipano le quattro contrade del paese. Trae origine da una giostra, probabilmente risalente agli inizi del XV secolo. IL PERDONO Le feste del Perdono hanno origine dal cosiddetto “Perdono” di Assisi, istituito da S.Francesco. Già nel XV secolo si erano trasformate in vere e proprie ricorrenze che affiancavano alle solenni celebrazioni e alle pratiche di penitenza manifestazioni profane come giochi, sfide e fiere. Questa festa oggi ha perso parte del significato religioso originario, pur conservando un ruolo importantissimo per il paese. Si svolge dal primo sabato di settembre al martedì successivo. The Perdono ( Indulgence, Forgiveness) From the first Saturday in September to the following Tuesday. The celebration comes from the so-called “Pardon of Assisi”, a plenary indulgence established by Saint Francis. In the 15th century besides solemn celebrations and repentance there were also profane games, challenges and fairs. Although part of its religious meaning has been lost, it is still very important for the town. LO SCOPPIO DEL CARRO A mezzogiorno del giorno di Pasqua in piazza Marsilio Ficino avviene lo scoppio del carro, incendiato da una colomba di cartapesta appesa a un filo che viene dalla Collegiata. Secondo una tradizione popolare, se la colomba dopo l’urto torna indietro ci sarà un’annata fortunata, sfortunata se accade il contrario. The Scoppio del Carro (Explosion of the Cart) Midday Easter Sunday. In Piazza Ficino there is a cart connected by a cord to the Collegiate Church. At the end of Easter Mass, a model of a dove slides down from the church and ignites the fireworks on the cart. Legend says that if the dove moves back after the explosion, it means good luck for the town. Mercato Si svolge ogni martedì mattina in Piazza Ficino, come avveniva in passato nel Grande Forum. Market Day Every Tuesday in Piazza Ficino, like in the Great Forum of the past. Carnevale Viene festeggiato a febbraio-marzo con sfilate di carri di carta pesta in piazza Marsilio Ficino, per quattro domeniche e nel martedì grasso. Carnival Celebrated in February-March, on four Sundays and Shrove Tuesday, with parades of masks and papier-maché floats in Piazza Ficino. Festa della Repubblica Il 2 giugno in piazza Marsilio Ficino si tiene un concerto seguito da spettacolo pirotecnico. Anniversary of the Republic The Festa della Repubblica, 2 June, celebrates the founding of the Italian Republic in 1946. In Piazza Ficino there is a concert followed by fireworks. Giostra cavalleresca La manifestazione vede la presenza di gruppi folkloristici provenienti da ogni provincia della Toscana; si svolge a Figline il secondo weekend di giugno, seguendo le usanze della Figline medievale, con un’edizione straordinaria della giostra a cavallo. Per l’intera durata della festa ci sono le “osterie” con dolciumi, piatti e prodotti tipici, e tanto buon vino! The Joust Second weekend in June. Folk groups from all over Tuscany flock to the event, during which Figline follows its medieval customs: there is a special edition of the joust with mounted knights, as well as the osterie, “taverns” with sweets, typical dishes and products, and of course lots of good wine! Festa dei limoni Il nome è legato alla mostra di limoni che premia il limone più bello. Si svolge il secondo weekend di maggio a Gaville, con stand che offrono bevande e cibi tipici del Valdarno ed esibizioni musicali di gruppi folk. Lemon Festival Second weekend in May in Gaville. The name refers to the show which awards a prize to the best lemon. There are stands offering local food and drinks and folk music shows. 48