Guida turistica di Figline Valdarno 2011

Transcript

Guida turistica di Figline Valdarno 2011
FIGLINE
LA CITTÀ STORICA
THE OLD TOWN
GUIDA ALLA CITTÀ E AI SUOI MONUMENTI
A GUIDE TO THE TOWN AND ITS MONUMENTS
2•
3•
8•
PRESENTAZIONE
UNA BREVE STORIA
LA BATTAGLIA DI PIAN DELL’ALBERO
LA CINTA MURARIA
GLI SBANDIERATORI
14 • PIAZZA MARSILIO FICINO
PIEVE DI SANTA MARIA
SPEDALE DELL’ANNUNZIATA
C APPELLA SERRISTORI
MARSILIO FICINO
22 • PALAZZO PRETORIO
LA SUSINANA
30 • CHIESA DI SAN FRANCESCO
33 • MONASTERO DELLA S. CROCE
34 • VILLA CASAGRANDE
36 • OSPEDALE E SPEZIERIA
A VILLA SAN CERBONE
LA STORIA DI VERONICA
40 • LA CASA DIPINTA
41 • IL TEATRO GARIB ALDI
43 • LA CAPPELLINA DELLA MOTA
E LA CHIESA DI S. MARIA
A PONTEROSSO
45 • I DINTORNI
PIEVE DI GAVILLE E IL MUSEO DELLA
CIVILTÀ CONTADINA
LE BALZE
48 • LE FESTE
2 • PRESENTAZIONE
3 • A SHORT HISTORY
8•
THE BATTLE OF PIAN D’ALBERO
THE TOWN WALLS
FLAG-WAVERS
14 • MARSILIO FICINO SQUARE
PARISH CHURCH OF SAINT MARY
SPEDALE DELL’ANNUNZIATA
THE SERRISTORI CHAPEL
MARSILIO FICINO
22 • PALAZZO PRETORIO
THE SUSINANA BELL
30 • THE CHURCH OF SAN FRANCESCO
33 • THE CONVENT OF THE HOLY CROSS
34 • VILLA CASAGRANDE
36 • HOSPITAL AND APOTHECARY SHOP
IN VILLA SAN CERBONE
VERONICA’S STORY
40 • THE PAINTED HOUSE
41 • THE GARIBALDI THEATRE
43 • THE SMALL CHAPEL OF THE MOTA
AND THE CHURCH OF SAINT MARY
IN PONTEROSSO
45 • THE SURROUNDING AREA
PARISH CHURCH OF GAVILLE AND
THE RURAL HERITAGE MUSEUM
THE BALZE
48 • EVENTS
Precisa, facilmente consultabile e ricca di spunti per conoscere il nostro territorio. In
estrema sintesi è la definizione per la guida realizzata dagli studenti dell’Isis “Giorgio
Vasari” di Figline, che, con l’aiuto dei loro professori, sono andati alla ricerca dei luoghi della nostra tradizione e delle bellezze storico-artistiche del territorio, dei paesaggi
e delle curiosità della nostra Figline Valdarno, una vera e propria terra di Toscana dove
storia e modernità si fondono in modo suggestivo.
Ma al di là del suo valore divulgativo, questa guida ha rappresentato per gli studenti dell’Isis “Giorgio Vasari” soprattutto un’importante opportunità formativa sia sotto il profilo storico che linguistico, visto che le descrizioni qui riportate sono sia in italiano che
in inglese. Tutto questo assolvendo al difficile compito di raccontare una città a chi la
visita per la prima volta.
Lasciandovi alle pagine di questa guida, vi do il mio personale “benvenuto” a Figline
Valdarno.
Riccardo Nocentini
Sindaco Figline Valdarno
I
UNA BREVE STORIA A SHORT HISTORY
l territorio di Figline Valdarno è stato abitato
fin dall'epoca più antica e proprio dal latino
deriva il nome del paese. Infatti gli antichi Romani costruirono delle fornaci di “figulinae”,
cioè di terrecotte, ceramiche e laterizi, nella
zona dell’attuale S. Romolo, proprio dove la famiglia degli Ubertini di Gaville costruì un castello chiamato Fegghine, che troviamo citato
per la prima volta in un documento del 1008, poi
ancora nel 1109. Presumibilmente già prima di
questa data gli abitanti del castello erano scesi in
un pendio del fondovalle per crearvi un mercatale, un “Grande Forum”, intorno al quale si è
poi sviluppato l’attuale paese. Nel 1198 il castello giurò obbedienza e sottomissione alla città
di Firenze, ma questa nel 1252 lo distrusse completamente per punirlo di aver accolto dei ghibellini. La popolazione fu costretta a trasferirsi
a valle, e da questo momento in poi si consolidò
sempre di più il Grande Forum, in cui furono costruite le “logge del grano”e le prime case. Nel
1259 la vicina Firenze inviò alcuni misuratori
per fissare ufficialmente i limiti della piazza e,
nel corso del XIV secolo, decise di cingere il
paese di mura.
Il vero viaggio, oggi più che mai, deve tornare ad essere appropriazione di un posto, di
un cibo, di un paesaggio e della vita degli uomini e donne che in passato hanno contribuito a crearlo e che ancora continuano a mantenerlo, tanto per rimanere in un linguaggio legato al cibo, appetibile e gustoso. Le lunghe code davanti ai musei e ai
monumenti più celebri delle città d’arte non attirano viaggiatori ma, spesso, semplici
“consumatori del tempo”, che essi inutilmente perdono per il solo fine di raccontarsi o
raccontare di essere stati in un luogo famoso, senza però aver avuto l’opportunità di poterlo vivere e assimilare con sentimento. Leopardi affermava che soltanto in una piccola città “ i rapporti dell’uomo all’uomo e alle cose, esistono” e questa guida degli
studenti del Vasari, elaborata grazie anche al sostegno di alcuni loro docenti, sembra
proprio finalizzata ad aiutare i turisti ad appropriarsi di quanto ci hanno lasciato e continuano a lasciarci gli uomini di ieri e di oggi di Figline Valdarno. La particolarità di
questa guida consiste, appunto, nel suo essere giovane, cioè utile e stimolante affinché
il viaggiatore possa diventare, almeno in questa sua sosta a Figline, un vero turista
che, in quanto tale, potrà avere l’occasione, con sentimento, di scoprire un mondo a lui
del tutto nuovo e di portarselo dietro, per sempre. Come fanno i giovani nei confronti
della vita stessa che si presenta loro, ogni volta, come una scoperta e una opportunità
e chi viaggia, si sa, ha scelto di rimanere giovane.
Valerio Vagnoli
Preside dell’Istituto Vasari di Figline Valdarno
PIAZZA MARSILIO FICINO DAL C AMPANILE DELLA PIEVE DI SANTA MARIA
PIAZZA MARSILIO FICINO, FROM BELLTOWER OF CHURCH OF SANTA MARIA
2
I
l XIV fu un secolo molto travagliato perché
carestie, crisi produttive e terribili epidemie
come la peste flagellarono tutta l'Europa. Nonostante tutto, esso vide la nascita della nuova
cultura umanistica che ebbe tra i suoi protagonisti più insigni Marsilio Ficino, nato proprio a
Figline nel 1433. Sotto la dominazione dei Medici il Valdarno divenne il "granaio di Firenze"
e la cittadina s'ingrandì molto, accogliendo al
suo interno alberghi, osterie, spezierie e macellerie. Tra gli abitanti annoverava maniscalchi,
barbieri, sarti, lavoratori della seta e della lana.
Tutto questo benessere venne meno nel 1630,
quando la peste colpì il paese. Si ebbe poi un ulteriore peggioramento quando i Medici aumentarono i dazi. A Figline diminuì la lavorazione
tessile e l’agricoltura rimase la sola fonte di guadagno. Il XVII secolo si chiudeva in uno stato di
profonda crisi economica.
A
gli inizi del XVIII secolo il potere politico passò dai Medici ai Lorena. Nel 1738
la reggenza di Francesco Stefano di Lorena intraprese un piano di risanamento economico che migliorò la situazione di Figline e del
contado. Purtroppo una febbre contagiosa e
un'inondazione, che nel 1751 colpì la zona di
Ponterosso, compromisero parte di questi risultati. Fu comunque un periodo di pace e di sviluppo agricolo che si interruppe nel 1799
quando la Toscana passò sotto il dominio napoleonico. Come conseguenza delle insurrezioni
dei “Viva Maria”1, Figline subì la presenza di un
Comando Militare francese e durante il regno
d’Etruria il Palazzo Pretorio venne addirittura
trasformato in carcere. Il paese ebbe comunque
anche momenti di grande vivacità culturale, infatti nel 1810 il governo francese mandò il celebre naturalista Georges Cuvier a studiare e
classificare una raccolta di ossa fossili reperite
nel territorio e sistemata nel museo dell' Accademia Valdarnese del Poggio, che aveva sede
nei locali del convento di San Francesco.
Quando i Lorena ripresero il potere, Figline fu
sospettata di simpatie francesi e di conseguenza
l’Accademia fu trasferita a Montevarchi.
N
VIA OBERDAN, TABERNACOLO DEDICATO A SAN ROCCO NEL 1887
VIA OBERDAN, TABERNACLE DEDIC ATED TO SAINT ROCCO IN 1887
el 1825 Figline era tra le prime venti cittadine della Toscana, avendo circa
10.000 abitanti. Nel corso del XIX secolo perse questa posizione a causa di un dilagante immobilismo economico aggravato dalle
gelate dell'inverno 1849-50, e dalle malattie
della vite e del baco da seta del 1853. Figline
visse tiepidamente il Risorgimento. Il periodo
post unitario fu caratterizzato dall'apertura delle
scuole pubbliche comunali nel 1862, dal collegamento ferroviario con Roma nel 1863, e dall'
inaugurazione di un teatro nel 1871. Nel 1898 il
paese fu teatro di una rivolta per l'aumento del
prezzo del pane, “la rivolta del duino”, sedata
con la forza, essa era lo specchio della crisi e dei
problemi in cui versava l'Italia in quel periodo.
Alle soglie della grande guerra la maggioranza
dei figlinesi non era interventista tuttavia la comunità subì la guerra e pianse molte giovani
vite. Al loro ritorno i reduci trovarono un am-
4
ANGOLO VIA SAN. DOMENICO E VIA OBERDAN
CORNER BETWEEN VIA SAN DOMENICO AND VIA OBERDAN
biente economico in cui prevaleva la libera iniziativa dei piccoli imprenditori. Le attività tipiche del paese erano quelle dei ramai, dei funai,
dei coltellinai e dei cestai; nel 1920, ad esse si
aggiunse quella della Vetreria Valdarnese, che
diventò ben presto una delle maggiori fonti di
lavoro. Il decennio 1935 -1945 vide i giovani
Figlinesi disperdersi sui fronti di guerra. La
vecchia roccaforte subì l’invasione delle armate
tedesche, i rastrellamenti e le rappresaglie che
scatenarono eccidi di massa, ma si distinse
anche per episodi di coraggio individuale riconosciuti poi da organizzazioni come l'Istituto
Yad Vashem di Gerusalemme. Nel dopoguerra
Figline conobbe un periodo di crisi e molti cittadini emigrarono. La situazione migliorò solo
dopo gli anni ’60 quando, in seguito alla disgregazione della mezzadria, nacquero numerose
piccole imprese industriali. Oggi Figline conta
quasi 17.000 abitanti a cui offre comodità e ser-
vizi adeguati, occupa il 22° posto in Italia e il
secondo in Toscana nella classifica dei cento comuni dove si vive meglio2, e produce il miglior
olio biologico a livello internazionale3. Se a tutto
ciò si aggiunge che è circondata dalle più belle
città d'arte del mondo, si può affermare che i figlinesi hanno più di un motivo per andarne fieri.
1 Insurrezioni dei “Viva Maria”: sono delle insurrezioni popolari anti-francese, che da Arezzo si diffusero in tutta la Toscana a partire dal maggio 1799. Il nome viene dal grido dei
ribelli “Viva Maria ed il nostro granduca Ferdinando III !”.
I francesi avevano saccheggiato, aumentato il prezzo dei generi alimentari e abolito usi e istituzioni nel tentativo di laicizzare il paese.
2 Fatta dal Centro Studi Sintesi di Venezia.
3 Secondo il “Biol 2010” da Il reporter del Valdarno Fiorentino, novembre 2010
5
ENGLISH TEXT
F
ces of Napoleon and, because of the revolt of the
“Viva Maria”2, Figline became seat of a French
Military Headquarters. During the Kingdom of
Etruria3 Palazzo Pretorio, the administrative
centre of the town, was converted into a prison.
There was also great cultural activity, as when in
1810 the French government sent the famous
naturalist Georges Cuvier to study and classify
a collection of fossil bones unearthed in the area
and placed in the Accademia Valdarnese del
Poggio, which was housed in the convent of San
Francesco in Figline. When the Lorraine came
back in power, Figline was suspected of favouring the French and so the Academy was moved
to Montevarchi.
igline and the surrounding area have been
settled since the most ancient times. Its
name comes from the Latin word figulinae,
meaning “earthenware, pottery, bricks”, which
the ancient Romans used to make in furnaces situated in what is now the area of San Romolo.
Here the Ubertini of Gaville built a castle called
Fegghine, mentioned for the first time in a document in 1008 A.D., and then again in 1109.
The inhabitants of the castle had probably already gone down to the valley to set up a marketplace, called Great Forum, around which the
town later developed. In 1198 the castle submitted to nearby Florence, but it was destroyed
by the city in 1252 for having given hospitality
to the Ghibellines1, so the inhabitants had to settle in the Great Forum, building houses around
the square and loggias to sell wheat. In 1259
Florence sent surveyors to delimit the square
and in the 14th century surrounded the town
with walls.
W
ith its 10,000 inhabitants, Figline was
one of the 20 major Tuscan towns in
1825, but during the 19th century it
lost this status because of a widespread economic stagnation, worsened by frosts in 18491850 and by the vine and silkworm diseases in
1853. The town’s part in the Risorgimento4 was
relatively unenthusiastic, although after the
Unity of Italy (1861) there was great activity:
municipal schools and the railway to Rome were
opened in 1862 and 1863, and a theatre was
inaugurated in 1871. In 1898 there was a revolt
against the increase in the price of bread, the socalled “riot of the duino”5; the uprising was
bloodily repressed and was the mirror of the
problems in Italy in that period. Before the Great
War most citizens of Figline had non-interventionist tendencies, but they all suffered and shed
tears for the loss of many young lives. Those
who returned home found an economic system
based on free enterprise: there were coppersmiths, cutlers, rope and basket makers, and in
1920 the glassworks Vetreria Valdarnese opened, soon becoming one of the main sources of
income. In the decade between 1935 and 1945
many young men from Figline were lost on the
war fronts and the old citadel endured the invasion of the German army, the roundups and the
reprisals that triggered off massacres, but there
were also brave individual actions later recognized by organizations such as the Yad Vashem
Institute of Jerusalem. After the war Figline
went through a slump and many had to emigrate, but things improved after the sixties when
sharecropping came to an end and many small
I
n the 14th century Europe was devastated by
famine, economic crisis and the plague. Nevertheless, the period brought a new humanistic culture which had in Marsilio Ficino, a
philosopher born in Figline in 1433, one of its
most outstanding figures. Under the rule of the
Medici the Valdarno (valley of the Arno river)
became the “granary of Florence” and the town
expanded, housing inns, pharmacies and various
shops. Among its inhabitants were blacksmiths,
barbers, tailors, silk and wool workers. This prosperity was destroyed in 1630 when Figline
was struck by plague. To make matters worse,
the Medici increased taxes and the textile production was so weak that farming became the
only source of income. The 17th century closed
in a state of deep crisis.
A
t the turn of the 18th century political
power passed from the Medici to the
House of Lorraine. In 1738 the Regency
of Francis Stephen of Lorraine adopted a policy
of economic recovery which, in a period of
peace and agricultural development, improved
the conditions of Figline and the surrounding
countryside. Unfortunately an epidemic fever
and a flood, which hit the area of the town called Ponterosso in 1751, hindered these results.
In 1799 Tuscany was taken by the French for6
LA BATTAGIA DI
PIAN DELL’ALBERO
THE BATTLE
OF PIAN D’ALBERO
Nel 1944 la Battaglia di Pian d'Albero, tra la Brigata
d'Assalto Garibaldi Sinigaglia e i Tedeschi, segnò
uno dei momenti più dolorosi nella lotta della Resistenza toscana contro il nazifascismo. La Brigata deve
il proprio nome ad Alessandro Sinigaglia, nome di
battaglia “Vittorio”, comandante dei GAP fiorentini
(Gruppo d’Azione Patriottica), ucciso nel febbraio del
1944. Si era costituita i primi di giugno di quell'anno
e in pochi giorni aveva raccolto un effettivo di 400
uomini. Il casolare Cavicchi in Pian d'Albero fungeva
da centro di raccolta per i giovani che volevano entrare nelle fila partigiane. Il 20 giugno, a seguito di un
rastrellamento, i Tedeschi scoprirono tutto ciò e assediarono la località. Seguì una cruenta battaglia in cui
varie squadre della "Sinigaglia" tentarono di salvare
le 50 reclute. Oltre la metà di questi uomini riuscì a
fuggire, gli altri morirono. Per rappresaglia, i soldati
tedeschi fecero 21 prigionieri, fra i quali anche
Aronne Cavicchi, un ragazzo di 15 anni, il nonno
Giuseppe e il padre Norberto. Vennero portati più a
valle, nella località Sant'Andrea, e impiccati. I Tedeschi lasciarono per tutta la notte e il giorno successivo i corpi appesi agli alberi come monito alla
popolazione.
Figline commemora ogni anno quell'eccidio per non
dimenticare le atrocità scaturite dalle guerre, e per favorire una cultura di pace che superi qualsiasi pregiudizio sociale, religioso ed ideologico.
One of the most painful moments of the Tuscan Resistance against the Nazi-Fascists was the Battle of
Pian d’Albero, between the Assault Brigade Garibaldi Sinigaglia and the Germans in 1944. The name
of the brigade came from Alessandro Sinigaglia, code
name “Vittorio”, commander of the GAP of Florence
(Patriotic Action Group) killed in February 1944. The
Brigade was formed at the beginning of June in that
same year and a few days later already had 400 members. The cottage of the Cavicchi family in Pian d’Albero, on a hill of Figline, acted as recruitment centre
for the Partisans. The Germans found out during a
roundup on 20th June and the area was surrounded.
There was a bloody battle during which squads of the
Sinigaglia Brigade tried various times to save the 50
recruits; more than half of them managed to escape,
the others died. In retaliation, the German soldiers
took 21 prisoners, among which were Aronne Cavicchi, a teenager of 15, his grandfather Giuseppe and
his father Norberto. They were taken down to the area
called Sant’Andrea and hanged, their bodies left hanging from the trees all that night and the following
day to admonish the population. Every year Figline
commemorates this massacre to remember the atrocities of war and to promote a culture of peace that
may overcome any social, religious and ideological
prejudice.
factories sprang up. Today Figline has almost
17,000 inhabitants, offers adequate facilities,
and in a survey establishing the 100 municipalities in Italy and in Tuscany with the best living
conditions, it came 22nd and 2nd respectively6.
As well as producing the best organic olive oil
in the world7, Figline is surrounded by the most
beautiful art cities of the planet, so its inhabitants have plenty to be proud of.
spread throughout Tuscany. The name comes from the battle-cry of the rebels: “Long live the Virgin Mary and our
Grand Duke Ferdinand III!”. The French troops had pillaged, increased the price of foodstuff and abolished customs
and institutions in the attempt to secularize the country.
3Etruria was the old Roman name for Tuscany, the land of
the Etruscans. Napoleonic France created this Kingdom
(1801-1807) out of the old Grand Duchy of Tuscany.
4The Risorgimento was a 19th century political and social
movement that wanted the “rebirth, resurgence” of the different states of the Italian peninsula in order to become one
united country. The Kingdom of Italy was proclaimed on
17th March 1861.
5The duino was the popular name for two cents, the exact
increase in the price of bread.
6Survey made by the Centro Studi Sintesi in Venice.
7According to the award “Biol 2010”, quoted in the newspaper Il reporter del Valdarno, November 2010.
The Ghibellines were a political faction in medieval Italy
that supported the power of the German Emperor against
that of the Pope, who was supported by the Guelph.
2The revolt of the Viva Maria were uprisings of the populace
against the French which began in Arezzo in May 1799 and
1
7
TRATTO DI MURA TRECENTESCHE ( LATO SUD-OVEST DELL’ABITATO)
A STRETCH OF FOURTEENTH-CENTURY WALL ( LOOKING SOUTH-WEST OF THE TOWN)
LA CINTA MURARIA THE TOWN WALLS
P
asseggiando per Figline, dietro il teatro,
oppure in via Roma, noterete tratti di cinta
muraria ben conservati, resti di torri fortificate, insieme ad archetti a tutto sesto di mattoni rossi che dovevano sostenere il corridoio di
ronda. Nel 1353, infatti, la Repubblica Fiorentina decise di fortificare Figline, fino ad allora
difesa solo da un fossato e una palizzata dagli
assalti delle compagnie di ventura che uccidevano gli abitanti, incendiavano le case e saccheggiavano le merci del mercato. Tale
decisione ci dice quanto fosse importante il
borgo di Figline per l’economia di Firenze. Ai
lavori, che iniziarono nel 1356, tutti i Figlinesi
diedero un contributo, chi in denaro, chi con il
proprio lavoro. Partendo dalla fortificazione
detta il Cassero, che si trovava (e si trova ancora) a nord-ovest del Grande Forum, l’imponente cinta muraria racchiuse la piazza, le case
e le vie dentro un perimetro poligonale irrego-
lare di 1700 metri con a guardia 19 torri merlate. Fuori da queste poderose mura restarono
solo alcune case di quello che ancora oggi è il
Borgo. A difendere le mura c’era un fossato, che
poteva essere attraversato con dei ponti levatoi.
Per capire meglio come fosse la Figline del Medioevo possiamo osservare una tavola conservata in Collegiata, dipinta nel 1539 dal pittore
Giovanni Andrea De Magistris, nella quale San
Romolo, patrono di Figline, offre alla Madonna
il modello della città con il cinto murario e le
quattro porte.
I
l Cassero era sede della guarnigione fissa fiorentina che proteggeva la città durante eventuali attacchi e al suo interno conteneva
abbastanza provviste da poter ospitare l’intera
popolazione per circa tre mesi. La via principale
della città, detta “Ruga Maestra”, divideva le
mura in due parti da nord a sud, mentre altre due
8
Collocazione delle quattro porte storiche
Position of the four historical Gates
C AS SERO
PORTA
FIORENTINA
fossato
P ORTA
SAN FRANC ES CO
PORTA
SENESE
fossato
PORTA
ARETINA
9
L’OPERA DELLO SCULTORE MARCELLO GUASTI,
E LE ANTICHE MURAMURA
vie laterali, sempre partendo dalla piazza del
mercato, dividevano le mura a est e a ovest. In
questi punti furono costruite quattro porte:
quella a nord venne chiamata Fiorentina, quella
a sud Aretina, quella ad ovest Senese, e infine
quella a est Porta S. Francesco. Porta Fiorentina
proteggeva la strada diretta al capoluogo Toscano e fu costruita nella zona del Cassero. All’esterno vi era dipinto San Romolo. La Porta fu
distrutta nella prima metà dell’Ottocento e i resti
del Cassero furono inglobati nella costruzione
del Teatro Comunale, l’attuale Teatro Garibaldi.
Si può ancora vedere parte della torre della fortezza, oggi diventata abitazione. Porta Senese
veniva detta anche di Castel Guinelli perché
portava a uno dei primi castelli di Figline. La
Porta, ancora oggi visibile, fu chiusa nel 1730.
Porta San Francesco era a guardia della strada
che portava sia all’Arno sia al santuario della
Verna, luogo in cui San Francesco ricevette le
sacre stimmate. Era decorata con un affresco
della Madonna e fu distrutta nel 1882. Porta
Aretina era detta “Porta Guelfa” come ammonizione alla città di Arezzo, che aveva forti simpatie ghibelline. Sulla parte esterna era dipinto
un affresco raffigurante la Madonna la quale ac-
PORTA
ARETINA
PORTA
SAN FRANCESCO
PORTA
FIORENTINA
PORTA
SENESE
coglieva sotto di sé i fedeli. Oggi le quattro porte
di Figline rivivono nei nomi delle quattro contrade, corrispondenti alle vie intorno agli antichi siti delle porte medievali. Ogni contrada ha
il suo stemma.
10
ENGLISH TEXT
SCULPTURE BY MARCELLO GUASTI, AND THE OLD TOWN WALLS
I
f you walk behind the theatre or along via
Roma, you can see well-preserved stretches of
the town walls, watch-towers and round brick
arches which used to hold up the rampart walk.
Because of the importance of Figline for its economy, in 1353 the Republic of Florence built a
fortification around the town, which till then had
been protected only by a ditch and a palisade
from the attacks of free companies, bands of
plundering mercenary soldiers. Works started in
1356 and everybody in the town took part, providing either money or labour. Starting from the
fortification called Cassero (the Keep), which
was - and still is - situated north-west of the
Great Forum (the main square), the imposing
walls enclosed the square, the houses and the
streets within a 1,700 metres long irregular polygon, with 19 embattled towers to keep watch
and an outer moat crossed by drawbridges. Only
a few houses were left outside these massive
walls, in that which is still today called the
Borgo (the borough). You can see what Figline
looked like in the Middle Ages on a wooden
panel in the Collegiata (the church in the main
square, Piazza Marsilio Ficino): painted in 1539
ANTIC A TORRE ROMPITRATTA
ANCIENT WATCH TOWER
NELLE ALTRE IMMAGINI:
SCORCIO DELLE VECCHIE MURA
VIEW OF THE OLD WALLS
by Giovanni Andrea De Magistris, the picture
shows Saint Romulus, patron of the town, offering the Virgin Mary a model of Figline with its
encircling walls and four gates.
11
GLI SBANDIERATORI
DI FIGLINE
FLAG-WAVERS
T
Il gruppo degli Sbandieratori dei Borghi e Sestieri
Fiorentini è rappresentato da uno stendardo con leone
rampante color oro (simbolo di Figline) e mezzo giglio rosso in campo bianco. E’ composto da circa 80
elementi, divisi in capitani, tamburi alti e bassi, chiarine e sbandieratori. Conosciuto in tutto il mondo e
molto attento alla tradizione, sia nel modo di sbandierare che nelle attrezzature, il gruppo figlinese è fra
i pochi a utilizzare aste di legno lavorate e piombate
artigianalmente e drappi ricamati a mano.
Nel Medioevo gli sbandieratori erano militari che segnalavano l'arrivo di truppe alleate o nemiche, e i colori dei costumi erano quelli dell'esercito di cui
facevano parte. I tamburi, con il loro ritmo incalzante,
davano il tempo all'esercito; le trombe aiutavano i
tamburi a dare l'allarme o allertare le truppe, mentre
gli sbandieratori si difendevano e attaccavano con
formazioni chiamate “squadre”, nelle quali si scambiavano le bandiere con assoluta precisione.
follow tradition closely in their performances and
equipment, in fact the group of Figline is one of the
few to have hand-made wooden flagpoles weighted
with lead, as well as hand-embroidered banners.
In the Middle Ages the sbandieratori were the standard bearers of the town’s military companies and
they signalled the arrival of allied or enemy troops,
their costumes bearing the colours of their faction.
The drums set the beat for the march, the trumpets
warned the troops, while the flag-wavers defended or
attacked with team formations in which they launched
and exchanged flags with pinpoint accuracy.
The standard of the Sbandieratori dei Borghi e Sestieri Fiorentini (Flag-wavers of the Boroughs and
Districts of Florence) has a gold lion rampant, symbol
of Florence, and half a red lily in a white field. There
are about 80 members, divided in captains, drums,
clarions and flag-wavers. They’re world-famous and
12
LA TORRE DELLA CASAGRANDE SERRISTORI TOWER OF VILLA C ASAGRANDE SERRISTORI
he Cassero was the Florentine garrison
which protected the town during attacks.
Inside there were enough provisions to
house the entire population for about three
months. The main street of the town, called
“Ruga Maestra”, divided the walls in two from
north to south, while two other streets, branching off from the market square, intersected the
fort in the east and the west. Four gates were
built where the streets crossed the walls: Porta
Fiorentina to the north, Porta Aretina south of
the square, in the west Porta Senese and in the
east Porta San Francesco. Porta Fiorentina was
the gate erected near the Keep, Cassero, to protect the road to Florence, capital of Tuscany.
Saint Romulus was painted on the outside. The
gate was dismantled in the first half of the 19th
century and the remains englobed in the building of the theatre, Teatro Garibaldi. You can
still see parts of the old Keep and watch-tower,
now a residence. Porta Senese, which opened
onto the road to Siena, also used to be called
A SINISTR A:
ESIBIZIONI DEGLI SBANDIERATORI DEI BORGHI E SESTRIERI
FIORENTINI
EXHIBITION OF THE FLAG-WAVERS OF FIGLINE
“Castel Guinelli” because it led to one of the
first castles of Figline. The gate is still standing,
but it was closed in 1730. Porta San Francesco
was demolished in 1882; it looked out towards
the River Arno and to the shrine of La Verna,
where Saint Francis of Assisi received the holy
stigmata. On the gate there was a fresco of the
Madonna. Porta Aretina used to be called “Porta
Guelfa” as a warning to the town of Arezzo,
which supported the Ghibellines. A fresco portraying the Virgin Mary surrounded by a congregation adorned this gate. Today the four
Gates of Figline live on in the names of the four
Contrade (districts of the town), the streets
around the old sites of the Medieval Gates. Each
contrada has its own emblems and colours.
13
PIAZZA MARSILIO FICINO MARSILIO FICINO SQUARE
N
Pieve di S. Maria Parish Church of Saint Mar y
Spedale dell’Annunziata- Spedale dell’Annunziata
Cappella Ser ristor i The Ser r istor i Chapel
ota come il “Grande Forum”, questa
bella piazza già nel Mille era il centro
economico di tutta la zona. All'epoca vi
erano pochi edifici e una piccola chiesa, mentre
la parte libera accoglieva i banchi dei venditori.
La piazza, al cui centro fino al 1804 vi era il
pozzo di San Romolino, era attraversata da una
strada che collegava Firenze con Arezzo. Crescendo l'importanza del mercato, crebbero
anche le abitazioni e il Grande Forum andò
progressivamente assumendo la forma attuale.
Nel XV secolo fu arricchita dalle logge; oltre
alle “logge lunghe” della via Regia, venne co-
struita la “loggia del Grano”, adiacente alla Collegiata, dove venivano ammassate e vendute le
granaglie, e quella dello Spedale dell'Annunziata. La pavimentazione con mattoni disposti a
spina fu realizzata nel 1496, in seguito furono
lastricate le vie principali e le strade secondarie
vennero sistemate con ciottoli, mentre lo spiazzo
davanti alla Collegiata fu lastricato in pietra serena. Nel XIX secolo assomigliava già a quella
attuale. Sul lato sud della piazza Marsilio Ficino,
all’inizio dell’attuale via Oberdan, si possono
ancora notare tracce evidenti di paramenti murari duecenteschi che richiamano le affascinanti
costruzioni di pietra, dette “case torri”, che nel
medioevo svettavano su crocevia o direttive da
controllare. Tali costruzioni potevano essere utilizzate anche come abitazioni padronali, attorno
alle quali spesso veniva a crearsi un sistema di
abitazioni satellite o anche di agglomerati urbani, e forse questo è proprio il caso dell’imponente facciata che sopravvive nel paese.
Paramenti murari duecenteschi
Thirteenth-century ornamental façades
Piazza Marsilio Ficino, lato nord
Marsilio Ficino Square, north side
L
PIAZZA MARSILIO FICINO, LATO SUD
Pieve di Santa Maria
La costruzione della Pieve di S.Maria iniziò nel 1257. Fu eretta in stile gotico, ad
una sola navata con la facciata rivolta
verso il Grande Forum. Il campanile venne costruito solo successivamente. Nel XX secolo è
stata sottoposta ad interventi di restauro al fine
di ridarle l’aspetto originale alterato nel corso
dei secoli. L'interno della chiesa è costituito da
un'unica navata. Guardando sul lato destro si
vede una tavola attribuita a Giovanni Andrea de
Magistris, la Madonna con Bambino, angeli e
santi Rocco e Romolo (1539). L’opera è particolarmente interessante perché S. Romolo offre
alla Madonna un modello di Figline circondata
dalle sue mura. Continuando si può ammirare la
cappella del Santissimo Sacramento, costruita
nell’Ottocento, e una tavola cuspidata a fondo
oro, raffigurante una Maestà, attribuita al "Maestro di Figline". Il dipinto, databile tra il 1320 e
il 1325, mette soprattutto in risalto il trono su
cui è seduta la Madonna con il Bambino, che
sovrasta i santi Ludovico ed Elisabetta, appartenenti all'ordine francescano. La loro presenza
SCORCIO DELLE LOGGE POSTE SUL LATO EST DELLA PIAZZA
VIEW OF THE LOGGIAS ON THE EAST SIDE
OF MAR SILIO FI CINO SQUAR E
16
MARSIL IO FICINO SQUARE, SOUTH SIDE
dolente attribuiti a Vincenzo Dandini (1650 ca.)
e un suggestivo San Stanislao Kostka di Egisto
Sarri (1859 ca.). Nella sala delle insegne, si
conservano 14 croci in legno di manifattura toscana, riproducenti i simboli della passione di
Cristo, che vengono portate in processione il venerdì santo. Nella sala “del Cigoli”, oltre a pregiati codici miniati di scuola fiorentina della fine
del XV secolo, trova posto una tela del Cigoli
del 1590, che rappresenta il martirio di S. Lorenzo. Questo pittore ebbe come primi committenti i Serristori e per questo fu molto legato a
Figline. Infine nella quarta e ultima sala si conserva una tavola raffigurante una Coppia di
Angeli (1480), attribuita un tempo a Domenico
Ghirlandaio e recentemente a Bartolomeo di
Giovanni, suo allievo e collaboratore. Originariamente era posta sopra la cuspide della tavola della Maestà del Maestro di Figline. Nel
museo è stata trasferita anche la statua in terracotta parzialmente invetriata raffigurante San
Giuseppe, di Luca il giovane o di Girolamo, figli
di Andrea della Robbia (1505-1510 ).
ha accreditato l'ipotesi che tale opera fosse originariamente nella chiesa di S.Francesco e che
sia stata spostata nel 1493, in occasione dell'elevazione della pieve di S.Maria al rango di
Collegiata. Sul pittore non esistono dati certi, si
sa che ha operato con successo in Umbria ed in
Toscana nel XIV secolo, come dimostra il Crocifisso da lui dipinto nella Basilica di Santa
Croce a Firenze. Lungo la parete sinistra possiamo ammirare il Transito di S. Giuseppe, tela
di Egisto Sarri, pittore figlinese del XIX secolo,
una Crocifissione, affresco attribuito a Giovanni
di Tano Fei, della fine del XIV secolo e l’affresco tardogotico dell’Annunciazione, fronteggiato da un fonte battesimale di forma esagonale
in marmo bianco, risalente al 1569. In fondo alla
chiesa, sulla destra, si trova il Museo d’Arte
Sacra nel quale sono conservati paramenti e
suppellettili di uso liturgico. Sul soffitto della
Sacrestia, la prima stanza del museo, è dipinto il
Sacrificio di Isacco di Tommaso Gherardini,
della seconda metà del XVIII secolo. Vi si trovano poi dei pregevoli banconi e armadi del
XVII secolo, un Crocifisso ligneo settecentesco, la Madonna addolorata e San Giovanni
17
K
Piazza Marsilio Ficino, lato ovest
Marsilio Ficino Square, west side
o Spedale dell'Annunziata era situato di
fronte alla Collegiata, nei possedimenti
della famiglia Serristori. Nel 1399 Ser Ristoro donò parte del suo patrimonio per la costruzione a Figline di un ricovero per
mendicanti, malati e pellegrini. Inizialmente il
fabbricato aveva una semplice facciata, ma nel
corso del 1600 si ampliò di due logge, una inferiore ed una superiore, dove i convalescenti potevano passeggiare. Lo spedale aveva anche una
fornita spezieria. Poiché negli anni la qualità dei
servizi ed il numero dei ricoverati crebbero notevolmente, nel 1890 la famiglia Serristori trasferì l’ospedale nella villa di S.Cerbone. Sotto il
loggiato sono ancora visibili le botole che permettevano di accedere ai silos destinati alla raccolta dei cereali prodotti nelle proprietà terriere
di cui era dotato l’ente. Sono presenti anche
quattro lunette affrescate alla fine del Seicento
da Niccolò Lapi.
a destra:
L’ antico Spedale dell’Annunziata
in Piazza Marsilio Ficino
Marsilio Ficino Square, ancient Spedale dell’Annunziata
S
Cappella Serristori
otto il loggiato era situato anche un luogo di
culto, l'attuale “Cappella Serristori”. L’elegante ambiente, che ancora conserva l’altare maggiore e gli altari laterali di fine ‘600, si
caratterizza per le semplici forme scandite dall’alternarsi della pietra serena e dell’intonaco.
Recentemente sono emersi resti di una Crocifissione di ignoto artista della metà del XIV secolo.
18
Parish Church of Saint Mary
he construction of the Parish Church of
Saint Mary (Pieve di Santa Maria) began
in 1257. It was built in the Gothic style,
with one nave and facing the Great Forum. The
bell tower was erected later. After restoration
works in the 20th century, the church recovered
its original appearance, which had been modified during the centuries. Inside the church on
the left you can see a wooden panel attributed to
Giovanni Andrea De Magistris representing the
Madonna with Child, Angels, Saint Rocco
and Saint Romulus (1539). It’s particularly interesting because Saint Romulus is offering the
Virgin Mary a model of Figline surrounded by
its walls. Next we can admire the 19th century
chapel of the Holy Sacrament and a gilded cuspidate panel portraying a Maestà (the Madonna
enthroned in majesty) attributed to the so-called
Maestro of Figline. The painting, dated 13201325, highlights the throne on which the Madonna with Child is seated and which rises
above the saints Louis and Elisabeth, both belonging to the Franciscan order. Their presence
would imply that the painting was originally in
the Church of Saint Francis and that it was
moved here in 1493 when the parish of St. Mary’s was raised to the status of Collegiate
Church. Not much is known about the artist, except that he was active in Umbria and Tuscany
in the 14th century and that he painted the Crucifix in the Basilica of Santa Croce in Florence.
On the left-hand wall we can see the Death of
1Pietra serena is a very hard grey-blue sandstone quarried
and used a lot in Tuscany for paving, door-frames, stairways,
etc.
19
ENGLISH TEXT
L
Spedale dell' Annunziata
T
nown as the Grande Forum (the Great
Meeting and Market Place), this beautiful
square was already the economic centre of
the entire area in the year 1000 A.D. There were
few buildings and a small church, as well as the
merchant stalls. The marketplace, with a well
dedicated to Saint Romolino which was dismantled in 1804, was crossed by the road from
Florence to Arezzo. The importance of the market grew, many houses were built and the Great
Forum slowly began to look as it is today. In
the 15th century loggias were built; the Logge
Lunghe of via Regia, the Loggia del Grano
(corn arcade) next to the Collegiate Church,
where cereals were heaped up and sold, and the
loggias of the Spedale dell’Annunziata. The herringbone brick paving dates from 1496, later the
main streets were flagged and the secondary
ones paved with cobblestones, while the space
in front of the Collegiata was paved with pietra
serena1. In the 19th century the square looked
much the same as now. On the south side of the
Piazza, at the beginning of via Oberdan, you can
still see façades of the interesting 13th century
stone buildings, the tower houses, which in the
Middle Ages used to soar above crossroads or
main roads to defend them. They were often
used by the local lords as residences, around
which there were outhouses or even hamlets,
and maybe that is the case of the impressive façade still standing in Figline.
MARSILIO FICINO
La piazza principale di Figline deve il suo nome a un
grande filosofo, Marsilio Ficino, nato qui nel 1433. E'
una delle personalità più eclettiche e affascinanti dell’Umanesimo italiano ed europeo, la cui fama è legata
sia alla minuziosa opera di riscoperta degli scritti di
Platone ( per la gioia di tutti gli studenti…), sia alla
formazione a Firenze di un cenacolo letterario–filosofico, l'Accademia Fiorentina, così chiamato in onore
dell'Accademia che Platone aveva fondato ad Atene.
Discendeva da una famiglia importante del paese, e il
padre, Diotifeci, era il medico personale di Cosimo il
Vecchio, della famiglia Medici. Anche Ficino fu medico, usando per la cura delle varie patologie metodi
del tutto speciali, come i talismani e le arti magiche in
genere. Fu un cultore anche dell’astrologia e dell’ermetismo. Per tutti questi motivi alcune leggende fanno
da contorno alla sua scomparsa, come quella secondo
la quale egli sarebbe morto più che centenario, al termine di una longevità ottenuta tramite i mezzi miracolosi di un sapere occulto. In realtà morì il 1° ottobre
1499.
The main square of Figline owes its name to a great
philosopher, Marsilio Ficino, born here in 1433. He
was one of the most fascinating and eclectic personalities of the Italian and European humanism, famous
for the translation and comment of Plato’s works (for
the joy of all students…) and for his Florentine Academy, a literary-philosophical coterie founded in honour of Plato’s school in Athens. He belonged to a
prominent family of Figline; his father was physician
to Cosimo de’ Medici “the Elder” and Ficino himself
was a physician too, using curious medical treatment
like talismans, astrological advice and ritual magic.
Because of his belief in the occult, there are various legends concerning his death, mainly that he died an
ultra-centenarian, but actually his longevity is a myth,
in fact he died on 1 October 1499.
displayed. On the ceiling of the Sacristy, the first
hall of the museum, there is the Sacrifice of Isaac
by Tommaso Gherardini in the second half of the
18th century. You can see exquisite 17th century
counters and cabinets, a wooden 18th century
Crucifix, Our Lady of Sorrows and Saint John
Mourning attributed to Vincenzo Dandini (ca.
1650) and a striking Saint Stanislaus Kostka by
Egisto Sarri (1859 ca.). In the hall of the insignia
there are 14 wooden crosses of Tuscan production
reproducing the symbols of the Passion of Christ,
carried in procession on Good Friday. In the “Cigoli hall”, as well as the fine late 15th century Illuminated Codices, there is a canvas by Ludovico
Cardi, known as Cigoli, portraying the Martyrdom of Saint Lawrence (1590). The first works
of this painter were commissioned by the Serristori family of Figline, hence his attachment to the
town. The fourth and last hall displays a wooden
panel depicting Two Angels (1480), once attribu-
Saint Joseph, canvas by Egisto Sarri, a 19th
century local artist, a Crucifixion, fresco of the
late 14th century attributed to Giovanni Tano
Fei, and a late-Gothic fresco depicting the Annunciation, opposite which there is a hexagonal baptismal font in white marble made in
1569. On the right towards the back of the
church there is the Museum of Sacred Art in
which church furnishings and holy apparel are
20
PIAZZA MARSILIO FICINO DAL C AMPANILE DELLA PIEVE DI SANTA MARIA
PIAZZA MARSILIO FICINO, FROM BELLTOWER OF CHURCH OF SANTA MARIA
ted to Domenico Ghirlandaio and recently to Bartolomeo di Giovanni, his disciple and aide. It was
originally placed above the cuspidate of the Maestà by the Master of Figline. The museum now
also houses a partially glazed terracotta statue of
Saint Joseph, by Luca the Younger or by Girolamo, sons of Andrea della Robbia (1505-1510).
O
a well-stocked Spezieria (apothecary’s shop). In
time the quality of the service and the number
of patients grew so much that the Serristori
moved the hospital to Villa San Cerbone. Under
the porches you can still see the trap doors leading to the silos where crops harvested on the
estate were stored, as well as four lunettes frescoed in the 17th century by Niccolò Lapi.
Spedale dell’Annunziata
U
pposite the Collegiate Church there
used to be the Old Hospice of Our
Lady of the Annunciation in a building belonging to the Serristori family. In 1399
Ser Ristoro donated part of his estate for the
construction of a hospice to give assistance and
shelter to pilgrims, wayfarers and the sick. Initially the building had a plain façade, but during
the 17th century loggias were added so that the
convalescent could take walks. The hospital had
The Serristori Chapel
nder the same loggias there was also a
place of worship, now called Cappella
Serristori. The elegant setting still preserves its high altar and the late 17th century side
altars and its simple shapes are adorned by
evenly ranged pietra serena and plaster. Remains of a half-14th century Crucifix by an unknown artist have been discovered recently.
21
PALAZZO PRETORIO
A
nche Figline ha la sua torre pendente,
quella di Palazzo Pretorio! Si tratta di
una massiccia costruzione trecentesca, interamente in pietra, che ha un fianco poggiato
su questa torre preesistente, probabilmente una
delle vecchie torri difensive del Grande Foro,
visibilmente inclinata a causa di un cedimento
del terreno argilloso. Un tempo l’ingresso principale del palazzo guardava verso la piazza del
mercato, fulcro del paese, ma in seguito alla costruzione di numerosi edifici intorno alla piazza,
nel 1371 la facciata principale fu rivolta verso
Piazza San Francesco. Nel 1387 Firenze donò a
Figline una campana recante un’incisione non
propriamente pacifista: “Ad perpetuam destructionem et mortem totius partis ghibelline” ovvero “per l’eterna distruzione e morte di tutte le
parti ghibelline”. Guelfi e Ghibellini erano in
lotta e la campana, detta la “Susinana” doveva
celebrare proprio la sconfitta dei Ghibellini, e
fungere da monito ai Ghibellini di Arezzo. Veniva usata dai Podestà per comunicare un pericolo o un’adunanza; oggi è esposta nell’ingresso
dell’edificio. Nel 1858 il Palazzo fu scelto come
sede carceraria, subendo una grande trasformazione architettonica; con il restauro effettuato
nel 1924-1931 dall’architetto Ezio Cerpi, tuttavia, si cercò di ripristinare l’aspetto dell’antico
palazzo trecentesco, secondo il gusto neogotico
del periodo, ricreando l’effetto del bugnato ru22
VEDUTA LATERALE DEL PALAZZO PRETORIO
SIDE VIEW OF PALAZZO PRETORIO
23
stico (blocchi di pietre sovrapposti) e caratterizzando l’esterno con l’inserimento di erri, che
sostengono le pertiche, porta fiaccole e lumiere.
Sulla facciata principale si trovano il mezzo
busto di Ser Ristoro e quello di Mazzini, oltre
allo stemma di Figline e di vari podestà. All’interno è conservata una tela raffigurante Alessandro de’ Medici che rapisce una monaca,
opera incompiuta del pittore figlinese Egisto
Sarri.
S
ul retro del Palazzo Pretorio si trova la Cappella dei Caduti, che ospita un altare in pietra serena sovrastato da una pala in
terracotta invetriata policroma risalente ai primi
del XVI secolo: la Madonna con il Bambino e
santi Sebastiano e Antonio, di Benedetto Buglioni. Si dice che la famiglia dei Buglioni
avesse sottratto la “ricetta” dell’invetriatura ai
della Robbia, che per secoli l’avevano tenuta gelosamente nascosta. Dal 2003 il palazzo è centro di convegni e mostre, nonché sede della Pro
Loco figlinese.
L
La Susinana
a campana è originaria del castello di
Susinana, vicino a Palazzuolo sul
Senio in Romagna. Queste zone di proprietà degli Ubaldini contrastarono le mire
espansionistiche della Repubblica Fiorentina così, nel 1373, Firenze assediò tutti i
castelli della famiglia e nel 1387, dopo ben
15 anni, li distrusse. In quell’occasione la
campana, di manifattura fiorentina, venne
donata al nostro paese affinché suonasse
dalla torre di Figline, come monito per i
ghibellini aretini. La Susinana è stata protagonista di fatti singolari fin dal lontano
1300, il primo di essi si riferisce proprio
alla sua acquisizione da parte di Tano, comandante della guarnigione di Figline.
Tano ebbe dal podestà di Firenze l'incarico
di penetrare nella rocca di Susinana e di
catturarne il capo, Giovanni d'Azzo, che resisteva impunemente. In cambio avrebbe
avuto la campana. Partì con un piccolo manipolo di soldati per questa disperata impresa e si accampò fuori dalla rocca. Un
giorno i Figlinesi videro un servo che era
stato inviato a comprare delle provviste, lo
LA TORRE PENDENTE DEL PALAZZO PRETORIO
THE LEANING TOWER OF PALAZZO PRETORIO
24
BASE DELL' ANTICA TORRE PENDENTE
BASE OF THE ANCIENT LEANING TOWER
LA SUSINANA
THE SUSINANA BELL
catturarono e, fingendo di essere un mercante di merci pregiate, Tano si fece portare al cospetto dei suoi padroni. Il
gruppetto di uomini entrò nella rocca con
le armi nascoste nelle sete e nelle granaglie.
Una volta dentro disarmarono le guardie e
fecero calare il ponte levatoio, permettendo
ai soldati fiorentini di penetrare nella fortezza ed espugnarla. Giovanni d'Azzo
venne catturato e portato a Firenze, e Tano
ottenne per il suo paese la campana, consegnata l'11 giugno 1387.
25
ENGLISH TEXT
F
Palazzo Pretorio 1
detto Buglioni. They say that the Buglioni family stole the “recipe” of glazing from the Della
Robbia who had for centuries jealously kept it
secret. Since 2003 the palazzo hosts conferences and exhibitions, as well as being seat of the
Pro Loco, the Tourist Information Office of Figline.
igline has its own leaning tower, that of Palazzo Pretorio! The massive 14th century
stone building has a wall against this preexisting tower, probably one of the watchtowers
of the Great Forum, which leans visibly because
of ground subsidence. The main entrance to the
palazzo used to look out onto the market square,
the hub of the town, but as lots of buildings were
being erected around it, in 1371 the main façade
was turned towards Piazza San Francesco. In
1387 Florence donated a bell to Figline with the
following ominous engraving: “Ad perpetuam
destructionem et mortem totius partis ghibelline”, meaning “For the eternal destruction and
death of all the Ghibellines”. The Guelph and
the Ghibellines were in conflict and the bell was
to celebrate the defeat of the Ghibellines and admonish those of Arezzo. It was used by the Podestà 2 to warn or rally the population. Today it
is housed in the entrance hall of the building. In
1858 the Palazzo became a prison, undergoing
radical architectural transformation. In 19241931 it was restored in the neo-Gothic fashion
of the time by the architect Ezio Cerpi, who
gave it the appearance of a 14th century palazzo
again, recreating the effect of rusticated ashlar
(layered blocks of hewn stone), adding R-shaped props to hold poles, and torch and lantern
holders on the outside. On the main façade there
are the busts of Ser Ristoro and Giuseppe Mazzini, a national hero of the Risorgimento, as well
as the coats of arms of various podestà. On display inside is an unfinished canvas by local artist Egisto Sarri, representing Alexander de’
Medici Abducting a Nun. Behind Palazzo Pretorio there is the War Memorial Chapel which
houses an altar in pietra serena under a polychrome glazed terracotta altar-piece dating back
to early 16th century: the Madonna with Child
and Saints Sebastian and Anthony, by Bene-
Important administrative centre of towns in the past.
One of the chief magistrates in the Italian Medieval Republics, also a mayor in some towns.
1
2
T
The Susinana Bell
he bell came from the castle of Susinana
near Palazzuolo sul Senio in Romagna.
This area belonged to the Ubaldini and resisted the expansion of the Florentine Republic.
In 1373 Florence besieged all the family’s castles and destroyed them 15 years later, in 1387.
The bell, of Florentine manufacture, was donated to Figline to ring out from its tower as admonishment to the Ghibellines of Arezzo. It’s
interesting how Tano, commander of the garrison of Figline, got the bell. He was sent by the
highest authority of Florence, the podestà, to
steal into the fortress of Susinana and capture its
head, Giovanni d’Azzo, who was resisting without being punished. In return he would receive
the bell. Tano set off with a small band of men
for this reckless venture and camped outside the
stronghold. One day they saw a servant sent to
buy supplies and captured him. Pretending to be
a merchant of valuable goods, Tano made him
take him to his masters. The men entered the
fortress hiding their weapons under silk and cereals and then disarmed the guards and had the
drawbridge lowered for the Florentine troops.
The fortress was conquered, Giovanni d’Azzo
was captured and taken to Florence, and Tano
was handed the bell to take back to Figline on 11
June 1387.
TERRACOTTA INVETRIATA DI BENEDETTO BUGLIONI (XVI SECOLO )
GLAZED TERRACOTTA BY BENEDETTO BUGLIONI (XVI CENTURY)
26
27
1 La cinta muraria
The town walls
2 Piazza Marsilio Ficino
Marsilio Ficino square
Pieve di S. Maria
Parish Church of Saint Mary
Spedale dell’Annunziata
Cappella Serristori
The Serristori Chapel
3 Palazzo Pretorio
4 Chiesa di San Francesco
The Church of San Francesco
5 Monastero della S. Croce
The Convent of the Holy Cross
6 Villa Casagrande
7 Ospedale e Spezieria
a Villa San Cerbone
Hospital and Apothecary shop
in Villa San Cerbone
8 La casa dipinta
The Painted house
9 Teatro Garibaldi
The Garibaldi Theatre
10 Cappellina della Mota
The small Chapel of the Mota
11 Chiesa di S. Maria a Ponterosso
The Church of Saint Mary
in Ponterosso
12 Pieve di Gaville
e il Museo della Civiltà
Contadina
Parish Church of Gaville
and the Rural Heritage
Museum
11
A
10
B
1
C
8
9
5
2
3
4
1
3 Informazioni Turistiche,
Tourist information
presso Palazzo Pretorio
A Stazione FS Train station
B Stazione Bus Bus station
C Posta Post Office
1
6
12
7
28
29
CHIESA DI SAN FRANCESCO THE CHURCH OF SAN FRANCESCO
L
a tradizione vuole che sia stato lo
stesso S. Francesco, che nel 1211 sostò
a Figline, a scegliere la nostra zona
come uno dei punti da cui iniziare l’opera
di rinnovamento religioso. Nacque così un
umile convento, con a fianco una piccola
chiesa.
E’ il più antico luogo di culto di Figline
(1229). All’inizio era molto piccolo e si
chiamava S. Croce, in onore di una preziosa reliquia della Santissima Croce qui
conservata. Questo importante cimelio fu
rubato nel XX secolo. Alla fine del ‘200 i
Figlinesi pensarono di onorare il santo ampliando il coro e costruendo ai suoi lati due
cappelle in stile gotico: a destra quella dei
Serristori, a sinistra quella dei Baldi.
La facciata fu adornata solo a metà con un
rivestimento bicromo; successivamente fu
aggiunto il tabernacolo con la Madonna e
il Bambino, scultura risalente al 13401370, che richiama i modelli di Andrea Pisano.
Nel 1484 la chiesa fu ufficialmente dedicata a S.Francesco. In epoca barocca subì
molte trasformazioni e solo con i lavori di
ripristino del 1928 ha riacquistato la sua
semplice bellezza. Al suo interno, nella
controfacciata, il pittore fiorentino Francesco d’Antonio realizzò intorno al 1420 un
ciclo di affreschi, fra cui un’Annunciazione e una Crocifissione. Attribuito invece alla scuola del Ghirlandaio è un
affresco con la Madonna Assunta che
dona la cintola a San Tommaso, tra San
Giovanni Battista e San Giuliano (fine
XV secolo), collocato su un altare a sinistra.
TABERNACOLO IN PIETRA SERENA (XIV SECOLO)
GIOVANNI PISANO
TABERNACLE IN PIETRA SERENA (XIV CENTURY)
ATTRIBUTED TO THE SCH OOL OF GIOVANNI PISANO
ATTRIBUITO ALLA SCUOLA DI
I
CHIESA DI SAN FRANCESCO: SCORCIO DELLA FACCIATA BICROMA
THE CHURCH OF SAN FRANCESCO: VIEW OF THE DICHROMATIC FACING
l Chiostro, costituito da due porticati di
archi a tutto sesto e da ampie volte a crociera, è decorato con affreschi seicenteschi che ritraggono episodi della vita del
santo. Tra il quarto e quinto arco è inoltre
presente una sinopia di una Madonna col
bambino attribuita a Pier Francesco Fiorentino, sistemata oggi nella chiesa. Nella
sala capitolare è conservato un affresco dell’ultimo decennio del Trecento di scuola
fiorentina raffigurante una Crocifissione fra
i dolenti e quattro angeli. E’ presente anche
una Madonna col Bambino di Giovanni
del Biondo del 1392.
CHIESA DI SAN FRANCESCO: IL CHIOSTRO INTERNO
THE CHURCH OF SAN FRANCESCO: INSIDE CLOISTER
30
31
T
he Augustinian Convent of the Holy
Cross was founded on 25 October
1542 by the homonymous Company.
Established for those who wanted to become nuns, it was also important for the
education of local young girls.
Restoration works between 1684-1794
gave the church its current appearance: a
single nave with three great altars in pietra
serena, preceded by an entrance with vaulted ceiling positioned on three late 16th
century columns. The interior has rococo
decorations with a great deal of stuccowork
applied in 1774. Among the more important works, on the altar to the right there is
the Crucifixion with Virgin, St. John the
Evangelist, Mary Magdalene and two
Sorrowing Angels, by an unknown artist
of the end of the 16th century. This work
recalls a similar subject by Marcello Venusti, aide of Michelangelo, based on Buonarroti’s drawings of Vittoria Colonna in
1540. A canvas portraying Saint Cecilia,
maybe by the school of Sagrestani, is also
in the church.
In the rooms of the nunnery, closed to visitors because of seclusion, there is a Madonna with Child and two Angels by the
Magdalen Master (1285-90) and a Tuscan
school representation of the Last Supper,
which dates back to the end of the 16th century.
On the outside you could almost miss the
monastery, but there is a curious tablet in
pietra serena with an injunction by the
Otto1 of Florence: anyone found playing
games or singing near the convent would
be fined two scudi (coins).
I
A
ccording to tradition, Saint Francis himself chose this area as one of the starting
points for his religious renewal. He stayed here for a while in 1211, and a humble convent next to a small church was built soon after
in 1229, making it the oldest place of worship
in Figline. It was very small and originally called “Church of the Holy Cross” because of a
precious relic of the Holy Cross, unfortunately
stolen in the 20th century. At the end of the 13th
century the inhabitants of Figline decided to honour the saint by enlarging the choir and building two Gothic-styled chapels along its sides,
that of the Serristori family on the right, on the
left that of the Baldi.
The façade, half of which is decorated with a dichromatic facing, has a tabernacle housing a
Madonna with Child, reminiscent of Andrea
Pisano and sculptured between 1340-1370. In
1484 the church became officially the “Church
of Saint Francis”. In the Baroque Period it was
greatly modified, but resumed its lovely simplicity after the restoration works of 1928. Around
1420 the Florentine artist Francesco d’Antonio
painted a series of frescoes on the counter façade inside the church, among which an Annunciation and a Crucifixion. A fresco of the
DAL C AMPANILE DELLA CHIESA DI SAN FRANCESCO
FROM THE BELL TOWER OF THE CHURCH OF SAN FRANCESCO
A SINISTRA:
CHIESA DI SAN FRANCESCO: IL PORTICO
THE CHURCH OF SAN FRANCESCO: THE PORCH
end of the 15th century attributed to the school
of Ghirlandaio, Our Lady of the Assumption
Giving Her Belt to Saint Thomas, between St.
John the Baptist and St. Julian, can be seen
above an altar on the left.
17th century frescoes depicting episodes of the
life of the saint decorate the Cloister, made up of
two arcades of round arches and wide cross
vaults. Between the fourth and fifth arch there
is the sinopia1 of a Madonna with Child attributed to Pier Francesco Fiorentino and now
housed inside the church. In the chapterhouse
there is a late 14th century fresco of the Florentine school portraying a Crucifixion among
Mourners and Four Angels and a Madonna with
Child painted by Giovanni del Biondo in 1392.
1A sinopia is a preliminary drawing for a fresco done in sinopia, a reddish-brown pigment.
32
l Il monastero agostiniano della Santa Croce
fu fondato il 25 ottobre 1542 dalla omonima Compagnia, e probabilmente nacque
per dotare il paese di un monastero femminile che avrebbe accolto giovani fanciulle del
luogo che intendevano intraprendere la vita
monastica e avrebbe allo stesso tempo rappresentato un punto di riferimento per l’educazione delle giovani. La chiesa deve
l’aspetto attuale ad una ristrutturazione intrapresa dal 1684 al 1794; vi è una sola navata,
con tre grandi altari in pietra serena, preceduta da un atrio con soffitto voltato impostato
su tre colonne tardo cinquecentesche. L’interno mostra una decorazione in stile rococò
con largo uso di stucchi applicati nel 1774.
Tra le opere più importanti, sull’altare di destra vi è la Crocifissione con la Vergine, San
Giovanni evangelista, la Maddalena e due
angeli dolenti, di ignoto artista della fine del
XVI secolo. Quest’opera richiama un analogo
soggetto di Marcello Venusti, collaboratore di
Michelangelo, che riprese i disegni eseguiti
nel 1540 dal Buonarroti per Vittoria Colonna.
Nella chiesa troviamo anche una tela raffigurante S. Cecilia, forse di scuola del Sagrestani. Nei locali del monastero, non visitabili
a causa della clausura, si trovano una Madonna col bambino e due angeli, del Maestro della Maddalena (1285-90) e un’Ultima
cena di scuola toscana, della fine del XVI secolo. Il monastero dall’esterno passa quasi
inosservato, ma conserva una curiosa lapide
in pietra serena nella quale si sottolinea il rispetto per il silenzio della clausura, secondo
l’ordinanza degli Otto1 della Città di Firenze
che vietava di giocare e cantare vicino al convento, pena due scudi.
ENGLISH TEXT
ENGLISH TEXT
MONASTERO DELLA S. CROCE
THE CONVENT
OF THE HOLY CROSS
In the past the Otto di Guardia e Balìa (Eight Guards
and Authorities) were Florentine magistrates acting as
police.
1
1Gli “ Otto di Guardia e Balìa “ erano un'antica magistratura fiorentina che fungeva da polizia.
33
VILLA CASAGRANDE
S
A
eguendo le mura lungo via del Puglia,
arriviamo sul retro della villa Casagrande, da cui si accede all'hotel situato
nei vecchi locali della fattoria annessa alla
villa. Sebbene non sia certa la data in cui fu
costruito dai Serristori, alcuni elementi architettonici e artistici fanno risalire l’edificio alla fine del Trecento. La villa è
“incastonata” nelle mura medievali, dominate da una torre angolare rivolta verso
Siena e Arezzo, aperta all’interno del cortile, ma chiusa all’esterno. E’ circondata da
un giardino all’italiana, con siepi e aiuole
disposte simmetricamente, secondo un
gusto tipicamente rinascimentale. Il giardino è delimitato da colonne in stile classico e capitelli risalenti al XV secolo, come
l’affresco sotto il loggiato. Sulla parte destra dell’entrata, una splendida scalinata in
pietra serena conduce al piano superiore.
ll’interno della villa si trovano opere
d’arte, arredi originali e busti di personaggi illustri, come quello di Papa
Leone X, che vi sostò nel 1513. In una
stanza al pianterreno sono conservate delle
vasche di pietra in cui veniva tinteggiata la
seta prodotta dai Serristori. La Casagrande
era una tenuta agricola in cui si producevano olio e vino, come testimoniano gli antichi attrezzi agricoli nel cortile. Sotto
l’edificio vi sono ancora le cantine e i silos,
divisi da un corso d’acqua sotterraneo proveniente dall’antistante collina dei Cappuccini.
F
T
VILLA CASAGRANDE: IL GIARDINO
VILLA C ASAGRANDE: THE GARDEN
he villa houses works of art, original furnishings and busts of famous people, like
that of Pope Leo X, who stayed here in
1513. The stone vats, in which the silk produced by the Serristori family was dyed, are preserved in a room on the ground floor.
Casagrande was a farming estate in which olive
oil and wine were produced, as testified by the
old farm tools in the courtyard. Under the building there are still the wine cellars and store
rooms, divided by an underground stream flowing down from the hill of the Capuchin friars
opposite.
ollowing the old walls along via del Puglia,
you come to the back of Villa Casagrande,
the entrance to the hotel on the premises of
the villa’s farm. The date of construction is not
certain, but architectural features date the building in the late 14th century. The villa is set within the medieval walls, dominated by a corner
tower facing Arezzo and Siena which is open on
the inside courtyard but bricked up on the outside. It’s surrounded by a typical Italian Renaissance garden, with hedges and flowerbeds
aligned symmetrically, as was the fashion of the
time. The garden is enclosed by classical style
columns and capitals dating back to the 15th
century, like the fresco under the portico. A
grand staircase in pietra serena on the right of
the entrance leads to the first floor.
34
35
ENGLISH TEXT
VILLA CASAGRANDE: IL CORTILE
VILLA C ASAGRANDE: THE COURTYARD
OSPEDALE E SPEZIERIA A VILLA SAN CERBONE
HOSPITAL AND APOTHECARY SHOP IN VILLA SAN CERBONE
N
dei Serristori. La spezieria accoglie un’importante collezione di vasi della manifattura di Montelupo, tra cui spiccano
ampolloni ed albarelli, databili in un periodo compreso dalla fine del XVI fino agli
anni ’30 del XVII secolo. Sono particolarmente interessanti per le variopinte decorazioni. Quelli con raffinate decorazioni a
grottesche recano anche lo stemma dei
committenti, l’ordine dei domenicani di
Santa Maria Novella, la data “1620” ed il
marchio della bottega in cui vennero realizzati. Intorno al 1703 tale corredo fu arricchito con altri vasi di manifattura senese,
sui quali è dipinto lo stemma dei Serristori.
Sono da segnalare anche gli arredi del locale, tra cui un mobile a cassetti in cui venivano conservate erbe officinali e altre
sostanze medicinali. In una vetrina si possono ammirare curiose ampolle vitree,
chiamate nasse, di produzione toscana e veneziana, destinate a conservare elisir. La
parte bassa del mobile accoglie una curiosa
cassaforte di legno dove venivano tenuti
sotto chiave terribili veleni. Tra le opere
d'arte è da segnalare la Madonna di Ser
el 1890 l'ospedale fu trasferito nella
villa S. Cerbone, situata su un'altura
di Figline a cui si arriva percorrendo
un ripido viale, detto “la senice”. Nella facciata dell’edificio c'è una terracotta invetriata raffigurante una Madonna con il
Bambino di manifattura Cantagalli (fine
XIX secolo). Attraverso il portone si entra in
un corridoio in cui vi sono numerose lapidi
in ricordo di illustri personaggi venuti in visita. Sulla destra si apre la cappella delle
suore francescane, che conserva l'Annunciazione (1580), di Ludovico Cardi, detto il
Cigoli, e due tele di Niccolò Lapi (1690)
rappresentanti San Filippo Neri in adorazione davanti alla Madonna ed il Transito
di San Giuseppe. Il corridoio porta ad un
cortile quattrocentesco, da cui si accede
anche al convento, che conserva un’Ultima
cena di scuola vasariana del XVI secolo.
I
n una sala della villa sono conservati oggetti e arredi appartenenti all'antica spezieria dell'ospedale dell'Annunziata.
L'ambiente che li accoglie è chiamato “sala
rossa” perché dominano tonalità di questo
colore: dal cotto del pavimento, alle pareti,
al soffitto in legno decorato con lo stemma
IL CORTILE QUATTROCENTESCO
THE FIFTEENTH-CENTURY COURTYARD
Ristoro attribuita a Giovanni di Tano Fei,
pregevole dipinto su tavola su fondo oro
dei primi anni del Quattrocento. Su una parete si può leggere una copia del testamento
di Ser Ristoro.
36
VILLA SAN CERBONE: COLONNA DEL CORTILE CON C APITELLO
ORNATO DI CONCHIGLIE E FOGLIE
VILLA SAN CERBONE: C APITAL OF A COURTYARD COLUMN DECORATED
WI TH SH ELLS AND LEAVES
37
ENGLISH TEXT
LA STORIA DI VERONICA
VERONICA’S STORY
era all'ordine del giorno e qualsiasi altra donna
avrebbe reagito senza drammi; Veronica non lo
fece e si macchiò di un delitto che, forse, le ha
precluso la pace dei morti. Una lapide, nell’atrio
della villa, ricorda l’evento. E' datata 1634.
La villa di San Cerbone è rinomata, oltre che per
i tesori d'arte che racchiude, anche per il fantasma della duchessa Veronica Cybo, che pare si
aggiri tra i locali dell'attuale ospedale. Rumori,
lamenti e folate di vento testimonierebbero tale
inquietante presenza. Così ci piace immaginare
la sua storia:
Il mio nome è Veronica Cybo-Malaspina, e mi
aggiro da secoli tra i muri freddi dell’Ospedale
Serristori di Figline Valdarno. Sposai Ser Jacopo Salviati per convenienza, come usava nella
I
Villa San Cerbone is renowned not only for its
art treasures but also for the ghost of the Duchess
Veronica Cybo that supposedly haunts the hospital building, a disturbing presence with
strange noises, moans
and sudden gusts of
wind. This might be her
story:
My name is Veronica
Cybo-Malaspina, and
I’ve been wandering
through the cold walls of
the Serristori Hospital in
Figline for centuries. I
married Sir Jacopo Salviati for convenience, as
was the custom in 16th
century Florence. I was
haughty and my husband
used to dally with other
ladies. I discovered that
the wretch had a mistress, Caterina Brogi,
and they were making a
fool of me, the Duchess Veronica Cybo-Malaspina, I hired two assassins to carry out the first
part of my revenge, to cut that woman into pieces,
like they had shattered my pride and honour. Her
remains were scattered throughout Florence, all
except the head. My revenge was complete when
I saw the look on my beloved husband’s face as
I gave him his dear young Caterina’s head in a
laundry basket! They said I was insane, so I had
to spend the rest of my life here in this hospital,
then a beautiful villa. And here I will stay for
eternity.
In an age when love and marriage didn’t have to
go together, betrayal was normal and most
women wouldn’t have made a fuss about it, but
not Veronica, and her terrible crime probably
won’t let her rest in peace. A plaque in the entrance to the villa recalls the event. The date is
1634
VILLA SAN CERBONE: ANTIC A SPEZIERIA.
AMPOLLONI, ALBARELLI DI MANIFATTURA MONTELUPO (XVI- XVII SECOLO)
VILLA SAN CERBONE: ANCIENT APOTHEC ARY SHOP.
LARGE AMPULL AE, AND MAJOLIC A VASES OF MONTELUPO PRODUCTION (XVI-XVII CENTURY)
tion, among which stand out great ampullae and
majolica vases, dated between the end of the 16th
century and the first three decades of the 17th century. They are particularly interesting for their colourful decorations and those with fine
grotesque-style features also bear the arms of the
Dominican Order of the Church of Santa Maria
Novella in Florence that commissioned them, the
date “1620” and the stamp of the workshop they
were made in. Towards 1703 vases of Sienese production bearing the arms of the Serristori were
added to this collection. The furnishings of the
room are also interesting, like the cabinet with drawers where officinal herbs and other medicinal
substances were kept. In a display case you can admire singular glass ampullae called “nasse” (pots),
of Tuscan and Venetian production, which used to
contain elixirs. The lower part of the cabinet holds
a curious wooden safe where terrible poisons were
locked up. The Madonna of Ser Ristoro is one of
the most interesting works of art in the apothecary
shop, a splendid painting on gilded wooden panel
of the beginning of the 15th century, attributed to
Tano Fei. On a wall there is a copy of Ser Ristoro’s
will.
n 1890 the hospital was moved to Villa San Cerbone at the top of a steep slope called “senice”.
On the façade of the building there is a glazed
Cantagalli terracotta portraying a Madonna with
Child of late 19th century. In the entrance corridor a series of old plaques commemorate illustrious visitors. On the right there is the chapel of
the Franciscan nuns, which exhibits the Annunciation (1580) by Ludovico Cardi, known as “Cigoli”, and two canvasses by Niccolò Lapi (1690),
the Madonna Appearing to St. Philip Neri and
The Death of Saint Joseph. The corridor leads to
a 15th century courtyard and to the convent, which
houses a Last Supper of the school of Giorgio Vasari of the 16th century.
A
hall of the villa exhibits the apparatus and
furnishings belonging to the ancient apothecary shop of the Spedale dell’Annunziata. It is called “sala rossa”, the red room,
because the décor is in shades of red, from the terracotta-tiled floor, to the walls and the wooden ceiling decorated with the armorial bearings of the
Serristori family. The pharmacy displays an important collection of vases of Montelupo produc-
38
Firenze del 1600. Avevo un carattere superbo e
un marito che si dilettava con altre dame. La misura fu colma quando scoprii che il miserabile
aveva un’amante fissa, Caterina Brogi. Come
potevano pensare, i due, di prendersi gioco di
me, della duchessa Veronica Cybo-Malaspina!
Assoldai due sicari affinché si compisse la prima
parte della mia vendetta: tagliare quella donna
in tanti pezzi, quanti erano quelli del mio onore e
del mio orgoglio. I suoi resti furono sparsi per
tutta Firenze, ad eccezione della testa, che volli
conservare. L’ultima parte della vendetta si
compì quando vidi la faccia del mio caro marito
mentre riceveva in dono, nel cesto della biancheria, la testa della sua giovane, dolce Caterina! Il
mondo mi ritenne pazza, e dovetti trascorrere la
mia vita qui, in questo ospedale, allora una bellissima villa. Sono qui per l'eternità.
In una società dove amore e matrimonio non dovevano necessariamente convivere, il tradimento
39
ENGLISH TEXT
LA CASA DIPINTA
THE PAINTED HOUSE
TEATRO GARIBALDI THE GARIBALDI THEATRE
T
I
IL TEATRO GARIBALDI (XIX SECOLO)
THE GARIBALDI THEATRE (XIX CENTURY)
TEATRO GARIBALDI: IL SOTTOTETTO
THE GARIBAL DI THEATRE: THE LOFT
he architect Pierallini oversaw the
construction of the theatre in 1861. In
1879 it was named after Giuseppe Garibaldi because on 4 November 1867, after
his defeat at Mentana, the general was arrested at the station of Figline1. In 1907 the
town celebrated his heroic feats by putting
a plaque in his memory inside the theatre.
After a period of neglect, it was dismantled
in 1957, but later the Town Hall purchased
the building and, after radical restoration,
it was reopened in 1995, becoming one of
the most important theatres of the upper
Valdarno. Recent renovation has uncovered
19th century plaster decorations, while the
proscenium arch is decorated with a painting in tempera grassa by Egisto Sarri (end
19th century) representing three little angels playing instruments. Three remarkable
great architraves hold up the pitched roof
in the splendid loft, which is divided in
two: the original part, with barrel vault and
opening of the proscenium arch, and the
part renovated after the war, which is a
vault with diminished arch, horse-shoeshaped, above the stalls.
l Il teatro di Figline nasce nel 1861 su
progetto dell’architetto Pierallini e nel
1879 viene dedicato a Garibaldi in ricordo delle vicende che lo legano alla città.
Il 4 novembre del 1867, infatti, dopo la
sconfitta a Mentana, Garibaldi fu arrestato
alla stazione di Figline. Nel 1907 il popolo
figlinese commemorò le imprese del generale dotando il teatro di una targa a lui dedicata. Il teatro conobbe un periodo di
declino e cessò la sua attività nel 1957.
Negli anni seguenti l’Amministrazione Comunale acquistò il teatro e, dopo lunghe ristrutturazioni, nel 1995 venne riaperto al
pubblico, divenendo una delle strutture teatrali più importanti del Valdarno Superiore.
Negli ultimi lavori di ristrutturazione sono
state riportate alla luce decorazioni ottocentesche in gesso, mentre nell’arco scenico si trova una decorazione a tempera
grassa del Sarri (fine Ottocento) che rappresenta tre angioletti che suonano strumenti diversi. Entrando nello splendido
sottotetto del teatro l’attenzione viene subito catturata dai tre grandi architravi che,
assieme alle falde, sorreggono il tetto a capanna. Il sottotetto è diviso in due parti:
quella originale, volta a botte ed anche
apertura dell’arco di proscenio, e quella ristrutturata nel dopoguerra. Quest’ultima è
una volta a sesto ribassato, a ferro di cavallo, sotto la quale si trova la platea.
O
n the façade of an old house in via
Gramsci you can see the damaged
portraits of four men of historical
and cultural interest in Figline: Raffaello
Lambruschini, Carlo Ademollo, Egisto
Sarri and Vittorio Locchi. Lambruschini
was a politician, priest and pedagogue who
lived for many years in Villa San Cerbone.
Ademollo, official war artist, lived for a
while in the same villa and is remembered
for painting important events of the Risorgimento. The famous artist Sarri was born
in Figline. One of his many works is the
stage curtain of the Teatro Garibaldi, where
he portrayed a fellow countryman, the philosopher Marsilio Ficino. Locchi was a soldier poet born in Figline. He grew up here
with La brigata del Giacchio (The Seine
Gang, “seine” is a large fishing net), a
group of friends to whom he later dedicated
his first collection of poems.
RITRATTI DELLA C ASA DIPINTA
PORTRAITS OF THE PAINTED HOUSE:
RAFFAELLO LAMBRUSCHINI, C ARLO ADEMOLLO,
EGISTO SARRI E VITTORIO LOCCHI.
40
ENGLISH TEXT
I
n via Gramsci, sulle mura di una vecchia
casa, troviamo le rappresentazioni, deteriorate, di quattro personaggi importanti
per la storia e la cultura figlinese: Raffaello Lambruschini, Carlo Ademollo, Egisto Sarri e Vittorio Locchi. Lambruschini
è stato un politico, un religioso e un pedagogista vissuto per molti anni nella villa di
S. Cerbone. Ademollo, vissuto per alcuni
anni a S. Cerbone, è ricordato soprattutto
per aver dipinto i principali eventi del Risorgimento in qualità di pittore d’Armata.
Sarri, famoso pittore figlinese, realizzò numerose opere, tra cui il sipario del Teatro
Garibaldi in cui è raffigurato Marsilio Ficino. Locchi, poeta e soldato, nacque e trascorse l'adolescenza a Figline, circondato
da La brigata del Giacchio, una compagnia
di amici ai quali in seguito dedicò la sua
prima composizione di poesie.
1 General Giuseppe Garibaldi (1807-1882) was the
key military figure in creating the Kingdom of Italy.
He spent his life fighting oppression in various countries and became the symbol of Italian 19th century
nationalism, fighting for the unity and freedom of Italy
from foreign rule.
41
L
CAPPELLINA DELLA MOTA E CHIESA DI S. MARIA A PONTEROSSO
THE SMALL CHAPEL OF THE MOTA AND THE CHURCH
OF SAINT MARY IN PONTEROSSO
Cappellina della Mota
ungo via Vittorio Veneto, che da Piazza
Serristori porta al Santuario di Ponterosso, si trova l’Oratorio della Madonna della Mota, una piccola cappella
esagonale sormontata da una cupola con
lanterna finestrata. Nell’interno, di forma
circolare, è presente un altare sopra il quale
vi sono i resti di un affresco, probabilmente
trecentesco, raffigurante la Madonna con
il Bambino circondata da angeli. La cappella deve il proprio nome alle cattive condizioni del terreno sul quale fu edificata,
ovvero un terreno fangoso, melmoso. La
località stessa, infatti, anticamente era chiamata “la Mota”. Questa bella cappella è
oggi usata dai fedeli di Figline come luogo
di preghiera.
I
VEDUTA AEREA DEL CENTRO STORICO
AERIAL VIEW OF THE OLD TOWN CENTRE
42
Chiesa Santa Maria
a Ponterosso
l Il visitatore che arriva a Figline riceve il
benvenuto dalla Chiesa di Santa Maria a
Ponterosso, posta proprio all’ingresso
della cittadina. La chiesa, con la sua croce
che sovrasta il frontone della facciata, fu
costruita in località Ponterosso nel 1570,
grazie all’aiuto finanziario dei Medici. All’interno la chiesa presenta una sola navata,
in stile tardo rinascimentale, e tre altari;
sopra l’altare di destra vi è un crocifisso ligneo, mentre quello di sinistra è adornato
con la Madonna che dona il rosario a San
Domenico e a Santa Caterina da Siena,
attribuita al pittore figlinese Egisto Sarri,
databile al 1889; sopra l’altare maggiore è
collocato l’affresco della Madonna col
bambino. Tale opera, realizzata intorno al
1499 dalla bottega fiorentina del Perugino,
si trovava originariamente in un tabernacolo situato sulla spalletta del ponte vicino
alla chiesa, detto “Ponterosso”. In seguito
l’immagine fu spostata in un piccolo oratorio edificato nelle vicinanze. L’alluvione
del 1557 distrusse l’oratorio, lasciando in
CAPPELLINA DELLA MOTA
THE SMALL CHAPEL OF THE MOTA
piedi solo la parete con l’affresco; tale
evento, ritenuto miracoloso, portò alla costruzione di una nuova chiesa nella quale
fu collocata l’immagine sacra. L’altare
maggiore inoltre presenta un ciborio impreziosito da uno sportello in argento raffigurante una Trasfigurazione, opera
dell’artista figlinese Lorenzo Bonechi, eseguita in basso rilievo nel 1991.
43
ENGLISH TEXT
I DINTORNI
THE SURROUNDING AREA
I
Cappellina della Mota
CHIESA DI SANTA MARIA A PONTEROSSO
THE CHURCH OF SAINT MARY IN PONTEROSSO
n via Vittorio Veneto, from Piazza Serristori to the Shrine of Ponterosso, there is
the Oratory of the Madonna of the Mud,
a small hexagonal chapel above which rises
a cupola with window lantern. The round
interior has an altar above which are remains of a fresco, probably 14th century,
portraying a Madonna with Child surrounded by Angels. The chapel owes its
name to the damp ground on which it was
built, in fact the area was known as ‘la
Mota” (the mud). This beautiful chapel is
still used as place of worship.
U
Florence. The interior of the late-Renaissance church has one nave and three altars;
above the right-hand altar there is a wooden cross, while that on the right is graced
with a Madonna Giving the Rosary to
Saint Dominic and Saint Catherine of
Siena, attributed to local artist Egisto Sarri
(1889). The fresco above the high altar,
Madonna with Child, was painted around
1499 by the Florentine workshop of Perugino. It was originally in a tabernacle on the
parapet of the bridge but was transferred
into a small oratory built nearby. In 1557 a
flood destroyed the oratory, leaving only
the wall with the fresco standing; the event
was considered miraculous so a new church
to house the holy image was built. The high
altar also has a ciborium embellished with
a silver door representing the Transfiguration, bas-relief of 1991 by Lorenzo Bonechi, an artist of Figline.
Saint Mary’s Church
in Ponterosso
pon arriving in Figline, visitors are
welcomed by the Church of St. Mary’s with its cross high above the gabled front. It was built in the area called
Ponterosso (red bridge) in 1570, thanks to
the financial aid of the Medici family of
44
S
PIEVE DI S.ROMOLO A GAVILLE. THE PARISH CHURCH OF SAINT ROMULUS IN GAVILLE
mostro mitologico con testa e ali di aquila e
con corpo in parte di leone e in parte di cavallo. Nella navata sinistra si può ammirare
un’Annunciazione di scuola fiorentina di
inizio Cinquecento. Nell’antica fattoria della
pieve si trova il Museo della Civiltà Contadina, importante testimonianza della storia
rurale del territorio. Gli ambienti accolgono
antichi arredi e suppellettili del mondo contadino, organizzati seguendo due tematiche
principali: il “lavoro” legato al ciclo produttivo della campagna e la “vita quotidiana” dei
contadini, evocata attraverso la ricostruzione
di suggestivi ambienti quali la cucina, la camera da letto, la cantina. Il museo conserva
un frantoio in pietra di grandi dimensioni, del
1729, corredato di tutti i macchinari e gli attrezzi necessari per la produzione dell’olio.
Curiosa la raccolta di santini e di erbe medicinali.
Pieve di Gaville
e il Museo della Civiltà Contadina
evolete fare un viaggio nel passato, assaporare il gusto di un mondo ormai
perduto e forse sconosciuto ai più, a
circa 6 km da Figline, in direzione sud-ovest,
c’è la pieve romanica di S. Romolo a Gaville, che sorge sulle rovine della più antica
chiesa di S. Romolo a Cortule, toponimo che
fa pensare ad una Curtis, cioè ad un possedimento fondiario altomedievale. La storia
del luogo risale ai Romani, come attestano i
reperti trovati durante i restauri. L’attuale
pieve, costruita nel 1007 con una tipica struttura a tre navate con abside finale, ha il tetto
sorretto da capriate lignee. L’ambiente è
molto suggestivo e i capitelli delle colonne
che sorreggono sei archi a tutto sesto hanno
decorazioni varie tra cui spicca un ippogrifo,
45
ENGLISH TEXT
IL MUSEO DELLA CIVILTÀ CONTADINA
THE RURAL HERITAGE MUSEUM
I
Parish Church of Gaville
and the Rural Heritage Museum
mythological monster with a griffin’s head,
wings and claws and a horse’s body. In the
left-hand nave you can admire an early 16th
century Annunciation by the Florentine
school. The Rural Heritage Museum is
housed in the old parish farm and shows the
rural lifestyle of this territory. The complex
exhibits old furnishings and implements of
the peasant world, displayed in two main
groups: labour linked to the productive cycle
of the countryside and daily life of countryfolk, presented through the evocative reconstruction of ambiences like the kitchen, the
bedroom and the wine cellar. There is a huge
stone press, dated 1729, complete with all
the machinery and tools to make olive oil,
and a quaint collection of small holy pictures and medicinal herbs.
f you want to take a trip into the past, into
the atmosphere of a lost world probably
unknown to most, at about 6 km southwest of Figline there is the Romanesque Parish Church of Saint Romulus in Gaville,
built on the ruins of the ancient church of
San Romolo a Cortule, a toponym that refers to a Curtis, landed property in the early
medieval period. Remains found during restoration go back to Roman times. Built in
1007 A.D., the current parish church is full
of atmosphere with its typical structure in
three naves, rear apses and trussed roof. The
columns holding up six round arches have
various capital motifs, like a hippogryph,
46
vete presente la Monument Valley di
tanti film western? Avete mai sognato
di visitare i fantastici canyon e le imponenti sculture naturali dell’Arizona?
Beh, anche noi, qui in Valdarno, abbiamo
la nostra “Monument Valley” in miniatura:
le “Balze”! Il Valdarno era il fondale di un
grandissimo lago pliocenico, ed è proprio
grazie ai sedimenti lacustri e all’erosione
millenaria del vento e delle acque che sono
nate le Balze, bizzarre formazioni rocciose
costituite da sabbia, ghiaia e argilla stratificate in pareti verticali alte fino a 100 metri,
intercalate da profonde gole. Esagerato?
Eppure, questo paesaggio mozzafiato, fatto
di maestosi pinnacoli e calanchi rocciosi,
giallo-grigio o marrone, a seconda del sedimento, spunta tra le distese di ulivi e vigneti, proprio vicino a Figline, in una zona
divenuta area protetta. Anche Leonardo Da
Vinci sembra che sia rimasto colpito da
questo spettacolare scenario che confermava quanto egli riteneva, ovvero che la
terra non è immobile, ma si modella e si
trasforma sotto l’azione erosiva dell’acqua.
Il Codice Hammer non tratta forse dei moti
dell’acqua, della geologia e dei fossili? Ma
non è finita qui: secondo molti studiosi, nel
quadro “La Gioconda”, alle spalle di
Monna Lisa, farebbero capolino proprio le
Balze. Sarebbe bello pensare che il sorriso
più famoso del mondo sia stato causato
proprio dalla nostra Monument Valley!
Leonardo Da Vinci, vedendo il Valdarno
Superiore, ha scritto: “questa valle riceve
sopra il suo fondo tutta la terra portata dall'acque di quella intorbidita, la quale ancora si vede a' piedi di Prato Magno
restare altissima, dove li fiumi non l'àn consumata; e infra essa terra si vede le profonde segature di fiumi, che quivi son
passati, li quali discendano dal gran monte
di Prato Magno; nelle quali segature non
si vede vestigio alcuno di nichi1 o di terre
marine” .
D
The Balze1
o you remember Monument Valley
in all those westerns? Have you ever
dreamed of visiting the fantastic canyons and imposing natural sculptures in
Arizona? Well, we have our own miniature
“Monument Valley”: the Balze! A lake used
to occupy the current Valdarno – or Valley
of the River Arno – in the Pliocene, and its
sediments plus the weathering and erosion
of watercourses molded these bizarre crags
of stratified sand, clay and gravel up to 100
metres high, crossed by deep gorges. An
exaggeration? Well, this breathtaking landscape of majestic pinnacles and rocky ravines, yellow-grey or brown, according to
the type of sediment, rises above the olive
trees and vineyards near Figline, in what
has been declared a Protected Natural Area.
It seems that even Leonardo da Vinci was
fascinated by this spectacular landscape
which bore witness to his belief that the
earth is molded and transformed by the erosion of water, and he referred to this in the
Codex Hammer, which deals with the flow
of water, geology and fossils. But that isn’t
all: many scholars believe that the Balze
peep out in the landscape behind Mona
Lisa: imagine, the most famous smile in the
world caused by our own Monument Valley!
1
conchiglie
Codice Hammer (fol. 9°; ex 9r) in Jane Roberts, Il
Codice Hammer di Leonardo da Vinci, Giunti Barbera, Firenze, 1982.
1
47
Balze means precipice, crag.
ENGLISH TEXT
A
Le balze
Autumnia
Old town centre, second weekend of November. It has been
organized by the Councillorship of Trade and Tourism and
that of Agriculture and Environment of the Municipality of
Figline since 1999 and promotes the farming and livestock
produce of the Valdarno and other regions. As well as the
food show and livestock market fair, there are exhibitions
of old arts and crafts, photos and paintings, and conferences
on environmental and agricultural issues.
AUTUMNIA
Questa manifestazione si svolge nel centro storico il secondo
fine settimana di novembre. Promossa dal 1999 dall’Assessorato al Commercio e Turismo e dall’Assessorato all’Agricoltura e Ambiente del Comune di Figline Valdarno, valorizza
le produzioni agricole e zootecniche del Valdarno, e non solo,
con prodotti di ogni tipo. Oltre alla mostra mercato di animali
da allevamento, trovano posto esposizioni relative ad antichi
mestieri, mostre fotografiche, di pittura e di hobbistica, conferenze su tematiche ambientali e agricole.
Feasts and Festivals
Palio of Saint Rocco*
From the first Saturday in September to the following Tuesday. The celebration comes from the so-called “Pardon of
Assisi”, a plenary indulgence established by Saint Francis.
In the 15th century besides solemn celebrations and repentance there were also profane games, challenges and fairs.
Although part of its religious meaning has been lost, it is
still very important for the town.
PALIO DI SAN ROCCO
E’ stato ripristinato nel 1973. Si svolge a cavallo in Piazza
Ficino il lunedì del Perdono e vi partecipano le quattro contrade del paese. Trae origine da una giostra, probabilmente
risalente agli inizi del XV secolo.
IL PERDONO
Le feste del Perdono hanno origine dal cosiddetto “Perdono” di Assisi, istituito da S.Francesco. Già nel XV secolo
si erano trasformate in vere e proprie ricorrenze che affiancavano alle solenni celebrazioni e alle pratiche di penitenza
manifestazioni profane come giochi, sfide e fiere. Questa
festa oggi ha perso parte del significato religioso originario,
pur conservando un ruolo importantissimo per il paese. Si
svolge dal primo sabato di settembre al martedì successivo.
The Perdono ( Indulgence, Forgiveness)
From the first Saturday in September to the following Tuesday. The celebration comes from the so-called “Pardon of
Assisi”, a plenary indulgence established by Saint Francis.
In the 15th century besides solemn celebrations and repentance there were also profane games, challenges and fairs.
Although part of its religious meaning has been lost, it is
still very important for the town.
LO SCOPPIO DEL CARRO
A mezzogiorno del giorno di Pasqua in piazza Marsilio Ficino avviene lo scoppio del carro, incendiato da una colomba di cartapesta appesa a un filo che viene dalla
Collegiata. Secondo una tradizione popolare, se la colomba
dopo l’urto torna indietro ci sarà un’annata fortunata, sfortunata se accade il contrario.
The Scoppio del Carro (Explosion of the Cart)
Midday Easter Sunday. In Piazza Ficino there is a cart connected by a cord to the Collegiate Church. At the end of Easter Mass, a model of a dove slides down from the church
and ignites the fireworks on the cart. Legend says that if the
dove moves back after the explosion, it means good luck for
the town.
Mercato
Si svolge ogni martedì mattina in Piazza Ficino, come avveniva in passato nel Grande Forum.
Market Day
Every Tuesday in Piazza Ficino, like in the Great Forum of
the past.
Carnevale
Viene festeggiato a febbraio-marzo con sfilate di carri di
carta pesta in piazza Marsilio Ficino, per quattro domeniche
e nel martedì grasso.
Carnival
Celebrated in February-March, on four Sundays and Shrove
Tuesday, with parades of masks and papier-maché floats in
Piazza Ficino.
Festa della Repubblica
Il 2 giugno in piazza Marsilio Ficino si tiene un concerto seguito da spettacolo pirotecnico.
Anniversary of the Republic
The Festa della Repubblica, 2 June, celebrates the founding
of the Italian Republic in 1946. In Piazza Ficino there is a
concert followed by fireworks.
Giostra cavalleresca
La manifestazione vede la presenza di gruppi folkloristici
provenienti da ogni provincia della Toscana; si svolge a Figline il secondo weekend di giugno, seguendo le usanze
della Figline medievale, con un’edizione straordinaria della
giostra a cavallo. Per l’intera durata della festa ci sono le
“osterie” con dolciumi, piatti e prodotti tipici, e tanto buon
vino!
The Joust
Second weekend in June. Folk groups from all over Tuscany
flock to the event, during which Figline follows its medieval customs: there is a special edition of the joust with
mounted knights, as well as the osterie, “taverns” with sweets, typical dishes and products, and of course lots of good
wine!
Festa dei limoni
Il nome è legato alla mostra di limoni che premia il limone
più bello. Si svolge il secondo weekend di maggio a Gaville,
con stand che offrono bevande e cibi tipici del Valdarno ed
esibizioni musicali di gruppi folk.
Lemon Festival
Second weekend in May in Gaville. The name refers to the
show which awards a prize to the best lemon. There are
stands offering local food and drinks and folk music shows.
48