FEDERAZIONE ORDINI DEI FARMACISTI

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FEDERAZIONE ORDINI DEI FARMACISTI
FEDERAZIONE ORDINI DEI
FARMACISTI
Rassegna Stampa del 06/06/2016
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INDICE
IN PRIMO PIANO
06/06/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Brindisi
Percorsi di alternanza scuola-lavoro Accordo tra «Majorana» e Farmacisti
5
06/06/2016 Unione Sarda
Ultimi mesi segnati da polemiche e proteste
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SANITÀ NAZIONALE
06/06/2016 Corriere della Sera - Nazionale
fisco, Pagare le tasse? a farlo sono solo la metà degli italiani
8
06/06/2016 La Repubblica - Affari Finanza
Premium di Lierac vince la corsa per l'innovazione
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06/06/2016 La Repubblica - Affari Finanza
Farmacie, Farvima più Sofad il polo vale 700 milioni
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VITA IN FARMACIA
Il capitolo non contiene articoli
PROFESSIONI
05/06/2016 About Pharma and Medical Devices
REAL WORLD EVIDENCE LA PARTITA SI GIOCA SULLA CONDIVISIONE ANCHE
DEI REGISTRI AIFA
13
05/06/2016 About Pharma and Medical Devices
FARMACOVIGILANZA: SERVE UN LAVORO DI SQUADRA
16
05/06/2016 About Pharma and Medical Devices
IL PRICING FARMACEUTICO PRONTO AD ESPLODERE AL TAVOLO DEL
LUSSEMBURGO
17
05/06/2016 About Pharma and Medical Devices
LE EQUIVALENZE DELLA DISCORDIA NAUFRAGANO NELL'OCEANO DEI LUOGHI
COMUNI
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05/06/2016 About Pharma and Medical Devices
RIFLETTORI ACCESI A PADOVA SUL RISCHIO IMMUNOGENICITÀ DEI FARMACI
ANTIEMOFILIA
22
05/06/2016 About Pharma and Medical Devices
DA CORREGGIO AL MONDO: RECORDATI COMPIE 90 ANNI E CRESCE ANCORA
24
05/06/2016 About Pharma and Medical Devices
LEGAL& AROUND
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PERSONAGGI
06/06/2016 Gazzetta del Sud - Catanzaro
Aloisio a San Sostene, Mannello a Badolato
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06/06/2016 Il Quotidiano del Sud - Calabria - Catanzaro
È il sindaco di Argusto il primo eletto in Calabria
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IN PRIMO PIANO
2 articoli
06/06/2016
Pag. 29 Ed. Brindisi
diffusione:24180
tiratura:31985
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FORMAZIONE A FIRMARE L'INTESA IL PRESIDENTE DELL' ORDINE RAMPINO E IL PRESIDE
GIULIANO
Percorsi di alternanza scuola-lavoro Accordo tra «Majorana» e
Farmacisti
l Percorsi di alternanza scuola-lavoro per gli studenti: nuovo accordo sottoscritto dall'Iiss Ettore Majorana di
Brindisi. L'accordo è stato siglato fra l'Ordine dei farmacisti della provincia di Brindisi nella persona del suo
presidente, dott. Ga briele Rampino e il dirigente dell'Iiss Ettore Majorana nella persona del dirigente
scolastico prof. Salvatore Giuliano . L'alternanza Scuola Lavoro è uno strumento che offre a tutti gli studenti
della scuola secondaria di secondo grado l'opportunità di apprendere mediante esperienze didattiche in
ambienti lavorativi privati e pubblici. I tirocinanti - secondo l'accordo sottoscritto - saranno ospitati nelle
farmacie private, nelle farmacie comunali, nelle farmacie ospedaliere, nelle parafarmacie e presso i
distributori intermedi. Le strutture ospitanti, che aderiranno all'iniziativa, si impegnano ad accogliere gli
studenti per un numero di ore pari a 40 (quaranta) per ogni alunno, nel periodo compreso tra giugno- luglio
di ogni annualità. La convenzione è stipulata al fine di agevolare le scelte professionali dei beneficiari
mediante la conoscenza diretta del mondo del lavoro e realizzare momenti di alternanza tra studio e lavoro
nell'ambito dei processi formativi, il tutto in attuazione del Progetto «Alternanza Scuola Lavoro».
Foto: LA FIRMA Gabriele Rampino e Salvatore Giuliano
IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 06/06/2016
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06/06/2016
Pag. 17
diffusione:40180
tiratura:48713
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B ROTZU NEL MIRINO
Ultimi mesi segnati da polemiche e proteste
8 Sulla sanità cittadina continuano a spirare venti di protesta. Ancora una volta, a essere protagonista è
l'azienda ospedaliera Brotzu. E se nei mesi scorsi erano i sindacati, come è fisiologico, a sollevare
lamentele, da qualche tempo sono intervenute alcune novità: lo scorso inverno la protesta dei primari del
Brotzu, il più importante ospedale isolano, due settimane fa la lettera aperta di 18 intellettuali, fra cui il
farmacologo di fama internazionale Gian Luigi Gessa, l'archeologa presidente regionale del Fai (ed ex
assessora regionale alla Cultura, nella Giunta Soru) Maria Antonietta Mongiu e il presidente dell'Ordine dei
farmacisti provinciale, Paolo Diana. Destinatario, il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, cui veniva
rivolto un appello a restituire al Brotzu «la dignità e il ruolo che merita». Nel mirino, «la gestione
complessiva» dell'ospedale di via Peretti, che «appare fragile e incerta, i segni dell'efficienza sono
pressoché scomparsi. Dell'ospedale un tempo segnalato tra le eccellenze italiane ed europee è rimasto
poco». Un j'accuse cui la settimana scorsa aveva replicato la commissaria straordinaria che fino alla fine di
questo mese guiderà l'azienda ospedaliera, Graziella Pintus: aveva precisato che sono aumentati, negli
ultimi due anni, gli interventi ad alta specializzazione e che i disagi sono dovuti al combinato disposto della
direttiva europea sui turni di lavoro nel comparto sanitario (adottata dall'Italia, dopo molte resistenze, lo
scorso novembre) e dal blocco delle assunzioni deciso dalla Regione. RIPRODUZIONE RISERVATA
IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 06/06/2016
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SANITÀ NAZIONALE
3 articoli
06/06/2016
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diffusione:305863
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stato sociale
fisco, Pagare le tasse? a farlo sono solo la metà degli italiani
Modello Abbiamo diritti e servizi da G7 finanziati con redditi dichiarati Imposte però da Paese in via di
sviluppo Non durerà a lungo
Alberto Brambilla e Paolo Novati
A guardare le dichiarazioni Irpef degli italiani vien da pensare anzitutto che non siamo un Paese
appartenente al G7 ma soprattutto che finanziare il nostro generoso welfare potrebbe essere sempre più
difficile in futuro. Nel 2014, per intenderci, lo Stato ha speso per pensioni, sanità e assistenza 439 miliardi;
di questi circa 172,5 miliardi sono coperti da contributi sociali mentre il resto deve essere finanziato con le
imposte. Ma analizzando le dichiarazioni per scaglioni di reddito, emerge che il 25% circa dei cittadini paga
un'Irpef media (addizionali comprese) di 54 euro l'anno mentre il 46% paga una imposta media di 305 euro
l'anno escludendo l'effetto bonus 80 euro. Considerando che la spesa sanitaria pro capite è ammontata per
il 2014 a 1.850 euro (112,7 miliardi in totale: fonte Agenas), solo per garantire la sanità a questi 28 milioni
(quasi la metà) di cittadini italiani, occorrerà reperire 43,3 miliardi. Poi c'è tutto il resto: scuola, sicurezza,
strade, funzionamento della macchina pubblica e così via. Non è certamente una situazione rosea; ma
andiamo con ordine. Sulla base dei dati diffusi dal Mef relativi alle dichiarazioni dei redditi 2014 presentate
nel 2015, il Centro studi e ricerche di itinerari previdenziali ha rielaborato una serie di indicatori. Nel
dettaglio, dei 60.795.612 cittadini residenti al 31-12-2014 (12.994 in più rispetto al 2013) quelli che hanno
fatto la dichiarazione dei redditi sono 40.716.548 (273.019 in meno rispetto al 2013 e 697.606 in meno sul
2012); di questi quelli che pagano almeno un euro di tasse sono solo 30,7 milioni. I redditi dichiarati ai fini
Irpef tramite i modelli 770, Unico e 730 ammontano a un totale di 817,264 miliardi di euro (810,757 nel
2013) con un incremento di circa lo 0,8%, che scende allo 0,4% se si escludono i redditi relativi
dell'abitazione principale. Su tali redditi sono stati complessivamente versati ai fini Irpef 167,052 miliardi di
euro (al lordo del bonus da 80 euro) di cui il 90,50% per Irpef, il 6,81% per l'addizionale regionale (11,384
miliardi) e 4,483 miliardi di addizionale comunale (2,68%). Per calcolare l'Irpef pro capite si è poi
considerato il rapporto tra il numero dei dichiaranti (40,716 milioni) e il numero di abitanti, per cui a ogni
dichiarante corrispondono 1,49 abitanti. Dalle elaborazioni emerge che: 1) considerando che solo 30,7
milioni di cittadini su 60,8 milioni presentano una dichiarazione dei redditi positiva, se ne deduce che quasi
la metà degli italiani non ha reddito, quindi è a carico di qualcuno; e infatti il totale di coloro che dichiarano
reddito nullo o negativo è 694.480 mentre quelli fino a 7.500 euro annui (una media di 312 euro lordi/mese)
sono 10.130.507, cioè il 24,88% del totale, e corrispondono a 15.331.084 abitanti con un'Irpef media
dichiarata pro capite di 54 euro l'anno. 2) Tra i 7.500 e i 15.000 euro di reddito annuo, contiamo 8.584.180
contribuenti (circa 12,8 milioni di abitanti) che pagano una Irpef media di 601 euro. 3) Tra i 15.000 e i
20.000 euro di reddito dichiarato troviamo 6,1 milioni di contribuenti (9,11 milioni di abitanti) che pagano
un'imposta media di 1.655 euro, sufficiente per pagarsi al 90% la sanità. 4) Ricapitolando, i primi
18.714.687 di contribuenti (pari al 45,96% del totale), di cui 6.821.730 pensionati, dichiarano redditi da zero
a 15.000 euro e quindi vivono con un reddito medio mensile di poco superiore ai 600 euro lordi, meno di
quello di molti pensionati. Questi primi 18.714.687 di contribuenti a cui corrispondono 27,9 milioni di
abitanti, anche per via delle detrazioni, pagano in media circa 305 euro l'anno e si suppone pochissimi
contributi sociali, con gravissime ripercussioni sia sull'attuale sistema pensionistico sia sulla futura coesione
sociale. 5) Ma chi paga l'Irpef? Chi finanzia il welfare? Partendo dagli scaglioni più alti, con redditi sopra i
300.000 € troviamo solo lo 0,08% dei contribuenti (poco più di 31 mila) che pagano però il 4,7% dell'Irpef;
sopra i 200 mila euro, lo 0,19% che paga il 7,3% dell'Irpef. Con redditi lordi sopra i 100 mila euro (meno di
52 mila netti) troviamo l'1,04% pari a 424.000 contribuenti che tuttavia pagano il 16,9% dell'Irpef;
sommando a questi contribuenti anche i titolari di redditi lordi da 55.000 otteniamo che il 4,13% paga il
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diffusione:305863
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33,6% e considerando infine i redditi sopra i 35.000 euro lordi, l'11,28% paga il 52,5% di tutta l'Irpef.
Considerando infine l'effetto del Bonus da 80 euro di cui hanno fruito 11.291.064 di contribuenti con redditi
fino a 29.000 euro, per uno sgravio di 6,076 miliardi di euro, il totale Irpef versato diminuisce a 160,976
miliardi di euro e l'imposta media pagata per queste fasce di reddito si riduce da 54 euro a 40 per redditi
fino a 7.500 euro, da 601 euro a 451 per quelli da 7.500 a 15.000 euro e da 1.665 euro a 1.469 per redditi
da 15.000 a 20.000 euro. Chi pagherà i 45,3 i miliardi di euro per coprire i costi del servizio sanitario e i 93
miliardi circa della spesa per assistenza? Come si potranno pagare le pensioni agli oltre 10 milioni di
soggetti che non dichiarando nulla ai fini Irpef ovviamente sono anche privi di contribuzione ?
Centro studi e ricerche itinerari previdenziali
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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 06/06/2016
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Pag. 32 N.21 - 6 giugno 2016
diffusione:400000
Premium di Lierac vince la corsa per l'innovazione
(e.m.a.)
La marca cosmetica francese Lierac punta sull'innovazione aggiudicandosi un riconoscimento speciale. In
occasione della cerimonia di celebrazione dei 20 anni di Cosmofarma, manifestazione organizzata da
BolognaFiere specializzata in prodotti e servizi legati al mondo farmaceutico, il prodotto "Premium" di Lierac
ha vinto l'Innovation Award 2016, un premio speciale per l'innovazione, conseguito nella categoria dei
dermocosmetici. La giuria presieduta da Anna Rosa Racca, presidente di Federfarma, e composta da
farmacisti, ha scelto di premiare il complesso Premium Cellular, in grado di riprodurre l'azione della proteina
Foxo, capace di ritardare l'invecchiamento cellulare favorendo la rigenerazione dei tessuti. «Il rilancio della
nostra linea Premium ha portato risultati di grande successo. Non solo vendite in crescita del 45% a valore
e del 33% a volume rispetto all'anno precedente, ma anche grandi riconoscimenti», dichiarano da Lierac. Il
riconoscimento speciale per la ricerca e l'innovazione, giunto alla sua seconda edizione, è stato ritirato per
Premium di Lierac da Filippo Manucci, amministratore delegato di Alès Groupe Italia, filiale tricolore della
società che controlla Lierac.
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 06/06/2016
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FLASH
06/06/2016
Pag. 22 N.21 - 6 giugno 2016
diffusione:400000
Farmacie , Farvima più Sofad il polo vale 700 milioni
NASCE AL SUD UNA DELLE MAGGIORI REALTÀ ITALIANE NEL SETTORE DELLA DISTRIBUZIONE
FARMACEUTICA IN GRADO DI SVILUPPARE L'OFFERTA SUL VERSANTE DEI NUOVI SERVIZI
SANITARI
Salvo Fallica
Un'alleanza industriale fra due imprese, Farvima Medicinali e Sofad, ha fatto nascere il principale gruppo di
distribuzione intermedia farmaceutica del Sud d'Italia, con un fatturato complessivo che supera 700 milioni
di euro. La Farvima ha sottoscritto e interamente versato un aumento di capitale che le permette di essere
socio paritario di Sofad. La Farvima è una impresa di respiro nazionale nata 40 anni fa dalla volontà di tre
fratelli partenopei, che in pochi anni hanno realizzato una rete capillare, sviluppata con una strategia di
dialogo imprenditoriale costruttivo con le farmacie a cui si è sommata una politica di acquisizioni. Sofad, tra
le più importanti realtà siciliane del settore, è nata nel 1999 da un'iniziativa di 21 soci fondatori titolari di
farmacie. Il presidente Gaetano Cardiel afferma: "E' uno dei rari esempi di aggregazione di titolari di
farmacia in forma societaria di capitali e non, come più comunemente avviene, in forma cooperativa.
Puntando su un servizio di qualità Sofad è stata capace di produrre fatturati importanti e conseguenti
dividendi, tutelando i soci in un particolare periodo storico per il settore farmaceutico. L'operazione
consentirà di acquisire forza competitiva ed ulteriori quote di mercato, nonché di proiettarsi con decisione
sul versante innovativo della 'farmacia dei servizi'." Mirko De Falco, ad di Farvima, è un manager che ha
mostrato la capacità di cogliere i mutamenti del settore, gli aspetti più innovativi, e puntando all'alleanza
con Sofad ha saputo con decisioni rapide battere sul tempo numerosi competitor che avevano dimostrato
un analogo interesse. Non nasconde la sua soddisfazione per l'esito dell'assemblea che lo ha nominato
all'unanimità, insieme a Renato De Falco (vice presidente Farvima), ad anche di Sofad. "Diverrà un'azienda
ancor più competitiva e orientata all'eccellenza la cui offerta grazie al know-how Farvima sarà volano della
crescita territoriale - esprime De Falco con convinzione - saremo pronti per affrontare le nuove sfide".
Foto: Gaetano Cardiel presidente di Sofad
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 06/06/2016
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IL CASO
PROFESSIONI
7 articoli
05/06/2016
Pag. 30 N.139 - giugno 2016
About Pharma and Medical Devices
REAL WORLD EVIDENCE LA PARTITA SI GIOCA SULLA CONDIVISIONE
ANCHE DEI REGISTRI AIFA
La messa in comune e l' integrazione dei % ussi di informazioni tra il livello centrale e periferico è prioritaria
oggi per ridisegnare l' organizzazione del servizio sanitario. Servono però un linguaggio comune, un'
infrastruttura tecnologica adeguata, una metodologia rigorosa e condivisa e una volontà strategica
collettiva. Ne va di mezzo la sostenibilità del Ssn
Adiam Tekeste
Non si può più aspettare. I dati dei registri di monitoraggio dell' Aifa devono essere accessibili e condivisi
con tutti gli attori del sistema e integrati con i & ussi regionali. C'è in gioco la sostenibilità del nostro servizio
sanitario nazionale. È l' appello lanciato a più voci recentemente nel corso del secondo convegno "Real
world evidence per una migliore governance dell' assistenza farmaceutica e del processo assistenziale
complessivo" che si è svolto a " ne maggio a Milano. Una richiesta presentata già in apertura dell' evento
da Giuseppe Traversa, primo ricercatore del reparto farmacoepidemiologia dell' Istituto superiore di sanità
("I dati dei registri Aifa dovrebbero essere disponibili per analisi di appropriatezza e di pro" lo rischiobene"cio") e ribadita nel corso dei lavori da Margherita Andretta del Servizio farmaceutico della Regione
Veneto: "I registri dell' Agenzia del farmaco potrebbero essere una grande ricchezza ma non lo sono
perché i risultati non vengono condivisi. A livello regionale chiediamo ai clinici di compilare ulteriori schede
per supplire alle informazioni che non tornano indietro dall' Agenzia". Una situazione che penalizza tutto il
sistema e causa inutili duplicazioni. Il Veneto, ad esempio, ha introdotto una serie di registri regionali in
alcune aree prioritarie quali epatite, osteoporosi, cannabis, farmaci biologici e o% label. "Rispetto a quanto
accade a livello nazionale - spiega Andretta - i dati dei nostri registri sono collegati ai & ussi amministrativi
regionali. Il rischio però è che di volta in volta il clinico scelga se compilare il registro nazionale o regionale,
con una conseguente sottostima dei dati da entrambi i lati. Bisognerebbe evitare di far perdere tempo agli
operatori sanitari senza condividere i dati di ritorno". Una "palla" lanciata nel campo dell' Aifa che è stata
raccolta da Entela Xoxi, coordinatore Registri dell' Agenzia. Presente all' incontro, la responsabile ha
mostrato segnali di apertura verso una possibile condivisione con le Regioni: "Stiamo lavorando per avere
in futuro un registro Aifa che sia connesso con i " le regionali. Apriremo un tavolo di discussione con il
ministero su questo argomento. Stiamo valutando la fattibilità di questo processo. Non è un percorso
semplice e veloce ma stiamo andando verso questa direzione". Istituti nel 2005, i registri dei farmaci
sottoposti a monitoraggio sono uno strumento sviluppato dall' Agenzia per governare l' appropriatezza
prescrittiva e garantire l' accesso al trattamento nelle indicazioni ammesse alla rimborsabilità, soprattutto
per i nuovi farmaci ad alto costo. Secondo gli ultimi dati presentati dalla rappresentante Aifa nel corso dell'
evento, il numero dei registri ha raggiunto quota 138 (alla data del 26 marzo 2016) con quattordici piani
terapeutici (Pt) e il coinvolgimento di oltre 824 mila pazienti, 29 mila medici, 1.965 farmacisti, 1.275
manager sanitari e 49 responsabili regionali. "Siamo nella fase più critica - ammette Entela Xoxi - la
condivisione del dato con le regioni e con i nostri stakeholder primari (clinici, farmacisti, aziende sanitarie)
che sono coloro che alimentano i nostri database. Non si può ritardare ulteriormente. Il dato è troppo
importante, non solo a livello regolatorio, ma anche per le singole regioni e strutture per programmare e
predire quello che arriverà". Eppure, al di là di un unico rapporto rilasciato dall' Agenzia nel 2008, nessuna
analisi strutturata su questi dati è stata restituita alle regioni, sottolinea Nello Martini, direttore generale
della società Drugs & Health. "Ci sono registri operanti dal 2006 - dettaglia Martini - che andrebbero
dismessi e chiusi. Inoltre i Managed Entry Agreement (Mea ovvero gli accordi negoziali tra Aifa e le aziende
farmaceutiche, ndr.) andrebbero rivalutati ogni due anni, con criteri e regole condivise. Ultimo punto è la
messa in comune dei dati e dei & ussi tra il livello centrale e periferico: è fondamentale per ridisegnare l'
PROFESSIONI - Rassegna Stampa 06/06/2016
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POLITICA SANITARIA
05/06/2016
Pag. 30 N.139 - giugno 2016
About Pharma and Medical Devices
PROFESSIONI - Rassegna Stampa 06/06/2016
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
organizzazione del sistema sanitario. Su questa partita il Ssn si gioca la propria sostenibilità". Banche dati
amministrative di Asl, registri di patologia, database di medicina generale, reti di farmacovigilanza. I dati di
real life di certo non mancano in Italia, anzi. "Siamo in una condizione privilegiata rispetto ad altre nazioniha dichiarato Giovanni Corrao, professore ordinario del dipartimento di statistica e metodi quantitativi all'
Università degli Studi di Milano-Bicocca - abbiamo molti dati di qualità di healthcare utilization (diagnosi
ospedaliere, prescrizioni territoriali, ambulatoriali ed ospedaliere,...)". Il dato di per sé non rappresenta però
un' evidenza, avverte il professore. Per produrre evidenze è necessario organizzarlo secondo un criterio
formale. "Da tante famiglie di prescrizione si può arrivare a un unico sistema basato sul paziente. Si può
riuscire così a ricostruire il percorso diagnostico-terapeutico del paziente per misurare l' aderenzaappropriatezza, la sicurezza-e!cacia e la costo-e! cacia". Individuare popolazioni target dei nuovi
trattamenti, de" nire i costi integrati delle patologie, valutare l' impatto dei nuovi farmaci e attribuire budget
alle cure primarie sono alcune delle scelte di politica sanitaria che potrebbero essere assunte basandosi
sulle evidenze di real life. Secondo l' International society for pharmacoeconomics and outcomes research
(Ispor) si de" niscono "real world data" tutti i dati impiegati nel processo decisionale non raccolti da trial
clinici randomizzati convenzionali". "Le real world evidence (Rwe) sono un complemento, non un sostituto
delle evidenze sperimentali, che rimangono imprescindibili per evidenziare il valore potenziale di una
tecnologia" precisa Patrizio Armeni del Cergas Bocconi di Milano. "Le evidenze sperimentali - prosegue
Armeni - non sono però disegnate per dare risposte de" nitive ai decisori che devono stabilire un impegno
di risorse pubbliche. Rispondono al quesito: funziona? Ma non alla domanda: Conviene? Per sfruttarne a
pieno le potenzialità, queste evidenze devono essere integrate e disponibili per i centri di collaborazione
autorizzati ai " ni di supporto alle politiche sanitarie e per " nalità scienti" che". Su questo versante da pochi
mesi "Regione Lombardia ha approvato un nuovo regolamento che consente l' accesso ai dati del
datawarehouse regionale da parte di enti esterni (Università o Irccs) - ha spiegato nel suo intervento
Simone Paolucci, Area supporto normativo e privacy o! ce di Lombardia Informatica - nell' ambito di
collaborazioni per le attività di programmazione, gestione, controllo e valutazione dell' assistenza sanitaria
(delibera Giunta regionale 7 marzo 2016 - n. X/4893)". Gli ambiti di interesse e le banche dati disponibili
sono precisate annualmente con una delibera di Giunta. Per il 2016 il tema scelto è l' e! cace ed
appropriata presa in carico delle principali patologie cronico degenerative, con particolare attenzione alla
corre¬lazione tra modelli organizzativi di presa in carico e outcome clinici nel medio lungo termine. "I
risultati ottenuti a seguito delle elaborazioni dei dati da parte degli enti esterni - si legge nella delibera sono di proprietà esclusiva di Regione Lombardia. La Regione si riserva di consentire agli enti di utilizzare i
risultati ottenuti in forma aggregata (per eventuali pubblicazioni/ confronti statistici con altre informazioni
provenienti da altre valutazioni nazionali e/o internazionali), sulla base di accordi speci" ci formali, de" niti
all' interno della convenzione stipulata prima dell' inizio delle attività". In tema di privacy "i dati messi a
disposizione, sono già privi degli elementi identi" cativi diretti - dettaglia Paolucci - e ad ogni soggetto è
assegnato un codice univoco speci" co per ogni singolo studio che non consenta l' identi"cazione diretta
dell' interessato durante il trattamento dei dati". Q uella di Regione Lombardia rappresenta però un' unica
esperienza regionale. "Il nostro paese è caratterizzato da realtà diverse con uno sviluppo a macchia di
leopardo - rimarca Armeni - bisogna investire sull' integrazione. È un errore credere che i sistemi e i & ussi
attuali siano già pronti, vanno potenziati ed integrati". Partendo da questi presupposti, è possibile costruire
un polo di eccellenza sulle real world evidence in Italia? La risposta è stata a! data all' intervento di Lara
Pippo, Hta&He lead health economics sr manager di Amgen. "Serve un linguaggio comune, un'
infrastruttura tecnologica adeguata, una metodologia rigorosa e condivisa, una governance e una volontà
strategica comune, che a volte manca anche alle aziende per i problemi legati alla data privacy. Troppi
sistemi oggi sono organizzati a silos, anche tra Aifa e regioni. Se in passato le evidenze erano prodotte
dalle aziende per le autorizzazioni all' immissione in commercio e oggi sono generate, in molti casi
05/06/2016
Pag. 30 N.139 - giugno 2016
About Pharma and Medical Devices
PROFESSIONI - Rassegna Stampa 06/06/2016
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
separatamente, dal pubblico e dal privato- spiega la manager - mi immagino in futuro una cooperazione
nella produzione di evidenze tra pubblico-privato". Se è vero che ogni attore persegue diversi obiettivi
disporre di evidenze credibili risponde infatti ad obiettivi comuni a tutti gli attori, commenta il professor
Corrao nella tavola rotonda: "Dovremmo ragione su quale è il ruolo di ogni attore e quali regole debbano
normare i rapporti tra i diversi stakeholder. Senza regole - conclude - le real world evidence si riducono a
un metodo come tanti altri per monitorare il mercato delle tecnologie".
Parole chiave Real world evidence, dati, registri, monitoraggio, sostenibilità, appropriatezza
Aziende/Istituzioni Aifa, Iss, Regione Veneto, Drugs& Health, Università degli Studi di Milano-Bicocca,
Cergas Università Bocconi, Ispor, Lombardia Informatica, Amgen
Foto: Adiam Tekeste AboutPharma and Medical Devices [email protected]
05/06/2016
Pag. 54 N.139 - giugno 2016
About Pharma and Medical Devices
FARMACOVIGILANZA : SERVE UN LAVORO DI SQUADRA
Lo stato dell' arte della disciplina a quasi quattro anni dall' entrata in vigore del Regolamento Ue 1235/2010
e della Direttiva 2010/84/CE che l' ha fortemente innovata
Vincenzo Salvatore
Sono trascorsi quasi quattro anni dall' entrata in vigore del Regolamento Ue 1235/2010 e della Direttiva
2010/84/CE, che hanno profondamente innovato la disciplina della farmacovigilanza, introducendo un
sistema di monitoraggio ispirato a criteri molto più rigorosi e a procedure più e! cienti, nell' intento di
garantire una maggior sicurezza dei farmaci e di perseguire una miglior tutela della salute dei pazienti. A
corredo e a integrazione delle norme europee l' Agenzia europea per i medicinali (Ema) ha elaborato, in
forma di moduli, una serie di linee guida sulle buone pratiche di farmacovigilanza (c.d. GVP modules) allo
scopo di chiarire e speci"care gli obblighi previsti dalla legislazione applicabile in materia e agevolare il
corretto e puntuale adempimento da parte di tutti i soggetti destinatari (aziende farmaceutiche,
professionisti sanitari, pazienti, enti di regolamentazione). Fra le caratteristiche più innovative della recente
normativa europea, oltre all' istituzione presso l' Ema di un nuovo comitato scienti" co competente a
valutare la sicurezza dei farmaci (il Pharmacovigilance Risk Assesment Committee, Prac), l' estensione
dell' attività di monitoraggio a tutte le fasi di vita del farmaco (dalle prime sperimentazioni cliniche " no all'
ultimo giorno di disponibilità del farmaco dal commercio), contemplando, tra l' altro, la possibilità di imporre
nuovi studi volti a dimostrare la sicurezza del farmaco anche successivamente al rilascio dell'
autorizzazione all' immissione in commercio (Pass); l' individuazione di categorie di medicinali da
assoggettare a monitoraggio addizionale e la necessità per le autorità regolatorie di considerare tutte le
possibili fonti di informazione per quanto concerne la segnalazione e la valutazione delle reazioni avverse.
In particolare, in relazione a quest' ultimo aspetto, occorre ricordare l' obbligo posto a carico dell' Ema di
monitorare la letteratura scienti" ca nonché, con signi" cativa incidenza ai " ni delle modalità di esercizio
delle attività di farmacovigilanza, un sempre maggior coinvolgimento dei professionisti sanitari, con
particolare riguardo ai medici di famiglia, e dei pazienti, a titolo individuale o attraverso organizzazioni che li
rappresentino. Oltre alla partecipazione dei pazienti nei comitati scienti" ci (oltre al Prac, rappresentanti dei
pazienti siedono oggi nel Paediatric Committe - Pdco, nel Committee for Orphan Medicinal Products Comp e nel Committee for Advanced ' erapies - Cat) e nel Consiglio di amministrazione dell' Ema non può
sottovalutarsi il ruolo attribuito ai pazienti in occasione delle audizioni pubbliche che il Prac può ritenere di
convocare e le iniziative recentemente assunte dall' Ema per introdurre meccanismi di considerazione
sistematica delle informazioni derivanti dalle esperienze dei pazienti. Al riguardo non può poi sottovalutarsi
il ruolo che nella segnalazione delle reazioni avverse, fra le tecnologie sempre più di% use a disposizione
dei pazienti, avranno le apps medicali e i social media. È evidente allora come il successo del nuovo
sistema di farmacovigilanza sia legato alla collaborazione fra tutti i soggetti coinvolti, dove l' apporto dei
pazienti e degli operatori sanitari assume un ruolo di primaria importanza. Parole chiave Farmacovigilanza,
GVP Aziende/Istituzioni Unione europea, Ema, Pharmacovigilance Risk Assesment Committee, Paediatric
Committe (Pdco), Committee for Orphan Medicinal Products (Comp), Committee for Advanced Therapies Cat
Foto: Vincenzo Salvatore Of Counsel Focus Team Healthcare di BonelliErede
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POLITICA SANITARIA
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About Pharma and Medical Devices
IL PRICING FARMACEUTICO PRONTO AD ESPLODERE AL TAVOLO DEL
LUSSEMBURGO
In primo piano nell' agenda del Consiglio dei ministri della Sanità dell' Ue del 17 giugno il tema dell'
accessibilità ai farmaci innovativi a un prezzo socialmente accettabile. Le richieste di consumatori e
imprese
Sara Todaro
Meglio l' Erp, il Dp o la trattativa collegiale? È uno dei rebus pronti ad atterrare sul tavolo di lavoro dei
ministri della Sanità dei 31 Paesi europei che si sono dati appuntamento il 17 giugno a Lussemburgo per
a% rontare i nodi cruciali dell' agenda " ssata in aprile. Nodo dei nodi, l' accessibilità ai farmaci innovativi ad
un costo socialmente accettabile, tema che polarizza da mesi il dibattito sulle politiche più e! caci per
mantenere i prezzi sotto controllo sia in Europa che negli Usa. Tra le analisi a disposizione dei ministri "
gura ad esempio quella realizzata da un consorzio formato da università e istituti di ricerca austriaci e
lussemburghesi per conto della Commissione europea, mettendo a confronto il prezzo esterno di
riferimento (Erp - External Reference Price) e quella del sistema dei prezzi di% erenziali (Dp - Di% erential
Price), recentemente segnalata dall' Aifa. L ' Erp - ovvero la " ssazione dei prezzi tramite benchmarking
internazionale - è il sistema che va per la maggiore - sottolinea lo studio - è utilizzato in venti paesi europei
sui 32 esaminati come unica o principale politica di prezzo, ma ha un limite evidente: incentiva le aziende a
lanciare prima i loro prodotti nei Paesi dove i prezzi sono più elevati e gioca un ruolo indiretto anche sulle
periodiche carenze "indotte" di medicinali sul mercato. Lo stesso strumento consente però a numerosi
Paesi di utilizzare sconti, ribassi o accordi con" denziali. Inesistente invece in Europa il meccanismo dei
prezzi di% erenziali, " ssati in base alla capacità di pagare (ability-to-pay), e/o alla situazione economica dei
Paesi: come strumento di contenimento dei costi la concorrenza, in particolare l'ingresso di farmaci
generici, si è rivelata l' arma più e! cace, concludono gli autori, che suggeriscono semmai di migliorare il
meccanismo dell' Epr selezionando Paesi con contesti economici simili, fare riferimento a prezzi ponderati
rispetto al Pil o al potere d' acquisto (Ppp), migliorando lo scambio di informazioni e di buone pratiche tra gli
Stati Membri, ad esempio attraverso la banca dati dei prezzi dei farmaci europei (Euripid). LA VOCE DEI
CONSUMATORI E sulle virtù della concorrenza e del dialogo europeo sono pronti a scommettere anche i
consumatori europei del Beuc, che in vista della riunione lussemburghese hanno a!dato ad un position
paper di " ne maggio le proprie sollecitazioni in tema di accesso ai farmaci ponendo in primo piano la
necessità di promuovere una competizione sana nel settore farmaceutico. "I medicinali generici che hanno
fatto il loro ingresso sul mercato nel 2014 hanno indotto i titolari del brevetto a ridurre del 61% i listini prima
della scadenza brevettuale" , scrivono, chiedendo ai Governi di scoraggiare con forza - anche con sanzioni
dissuasive - condotte anticompetitive e cartelli, per facilitare al massimo l' ingresso dei generici sul mercato,
riconsiderando anche "certi" cati complementari di protezione, esclusività dei dati, esclusiva di mercato per
evitare abusi e al " ne di "evitare abusi ai danni della sostenibilità della spesa farmaceutica". Ma i
consumatori chiedono anche di puntare con decisione sull' Health Technology Assessment per invertire
tendenza degli ultimi 10 anni, durante i quali "solo un numero molto limitato di farmaci approvati ha o% erto
un vero progresso in termini di innovazione", e di sfruttare tutte le sinergie a livello europeo per far sì che le
decisioni su prezzi e di rimborso premino i prodotti che o% rono valore terapeutico aggiunto rispetto alle
alternative esistenti; "esplorare la possibilità di trattative comuni sui prezzi" e migliorare lo scambio di dati
per realizzare le migliori scelte "informate" su prezzi e rimborsi. Tra le richieste anche quella di una
maggiore trasparenza sui " nanziamenti pubblici e privati per la ricerca "per evitare chei contribuenti
paghino due volte per lo stesso prodotto: prima con gli incentivi poi coi listini", dal momento che "nel
modello attuale, le aziende farmaceutiche hanno più incentivi a investire su farmaci che garantiscono il
massimo pro" tto possibile, piuttosto che su quelle che o% rono vera innovazione", mentre si sollecita
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SOTTO LA LENTE
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About Pharma and Medical Devices
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particolare attenzione nel valutare gli e% etti sull' accesso e sui costi dei nuovi meccanismi di "
nanziamento allo studio, come i managed entry agreement e risk sharing scheme. Ultima cruciale richiesta:
a% rontare collegialmente le carenze di farmaci a livello comunitario che stanno riguardando anche le
terapie anticancro, gli antibiotici e i vaccini. "Una risposta globale - concludono i consumatori Ue - è
indispensabile per evitare che gli Stati membri entrino in concorrenza tra loro per le forniture, mettendo a
rischio la continuità delle cure dei pazienti". IN PISTA I GENERICISTI In vista del consiglio dei ministri della
Sanità Ue anche i produttori di generici di Medicines for Europe hanno preso carta e penna per sostenere
le proprie richieste ai governi. Tema principale l' abbattimento dei sistemi di patent-linkage che la
Commissione Ue ha già classi" cato come anti-competitivi per il settore, ovvero la richiesta di un
salvacondotto che consenta di produrre per l' export prodotti ancora sotto brevetto in casa propria, e più in
generale la rimozione di qualsiasi ostacolo sistemico all' accesso al mercato per farmaci generici e
biosimilari, consentendo la concorrenza in tutte le indicazioni mediche per le quali esistano brevetti scaduti
e consentendo allo stesso tempo la protezione brevettuale alle nuove eventuali indicazioni. È fondamentale
che i governi e l'industria farmaceutica stabiliscano partnership al " ne di perseguire obiettivi comuni che
bene" cino entrambe le parti a lungo termine. Nel mirino dei genericisti anche le pastoie burocratiche dell'
Epo (European Patent O! ce) e la possibilità di partnership capaci di facilitare il dialogo tra governi e
imprese, da stabilire a livello europeo per gli aspetti normativi e a livello nazionale su prezzi e rimborsi,
come accaduto ad esempio in Belgio (Future pact for patient with pharmaceutical industry), Francia (Accord
cadre) e Regno Unito (PPRS scheme). IL RUOLO DEI REGOLATORI Ad esercitarsi sul tema dell'
accessibilità economica alle cure, da ultimo, anche il direttore esecutivo dell' Ema, Guido Rasi, coautore
con i vertici delle agenzie di regolamentazione olandese Hugo Hurts e Karl Broich di un articolo pubblicato
sul New England Journal of Medicine ("Drug Regulation and Pricing - Can Regulators In& uence A%
ordability?). Tra le opzioni suggerite: consentire la rapida approvazione di generici e biosimilari per spingere
in basso i listini, agevolare l' avvento dei "me-too" con lo stesso obiettivo, stimolare le aziende a produrre
studi a sostegno del valore dei farmaci proposti, garantire maggiore e! cienza ai meccanismi di ricerca e
sviluppo dei medicinali - ad esempio tramite i percorsi adattativi allo studio dell' Ema - per far sì che le
aziende siano potenzialmente in grado di ridurre i prezzi. "L'idea di percorsi adattativi presenta
potenzialmente dei grandi benefici per la società", scrivono, chiedendo poi però modifiche al percorso allo
studio "per lo più mutuate dall'area di successo delle malattie orfane". Si tratta in tutto di sei suggerimenti:
1. I farmaci da sottoporre al percorso adattativo devono essere selezionati su criteri chiari e condivisi basati
sull'impatto della malattia bersaglio o sul problema sanitario; 2. deve essere pubblicamente concordata una
scheda di valutazione basata sul Target Pro- I "rumors" sull'adaptive pathways Tutto liscio sull'idea
sponsorizzata dall'Ema e gradita alle imprese di prevedere percorsi adattativi che agevolino l'accesso dei
farmaci innovativi al mercato? Forse no. Almeno a giudicare dai contenuti della lettera che alcuni esperti
interazionali - tra cui figura anche Silvio Garattini (Istituto Mario Negri) e Tom Jefferson (Centre for
Evidence Based Medicine, Oxford, UK) - hanno inviato a metà maggio al direttore dell'Ema, Guido Rasi e al
Senior Medical Officer dell'Agenzia, Hans-Georg Eichler.
duct Profile approach; 3. i termini scientifici devono essere utilizzati in modo corretto, poiché esiste la
possibilità di errori di interpretazione. Il termine "prove del mondo reale" è un eufemismo per evidenze
osservazionali provenienti osservazioni che precedono sempre i test e la produzione di prove empiriche; 4.
perché un percorso adattativo possa condurre ad una autorizzazione è necessario adottare un protocollo
concordato e vincolante per tutte le parti, che fissi le singole tappe del percorso. Ciò allo scopo di garantire
la responsabilità per le ingenti somme di denaro pubblico investite nel processo e per il ruolo che i pazienti
giocheranno nella fase di valutazione dei prodotti. Questa è una forma di co-sviluppo con grandi vantaggi
potenziali, ma è necessario comunicare le incertezze coinvolte a coloro che riceveranno il trattamento, che
occupano una posizione intermedia tra i pazienti e soggetti di ricerca, poiché qualsiasi equivoco può
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limitare la maturazione dei potenziali benefici derivanti dall'iniziativa; 5. qualsiasi registrazione derivante da
percorsi adattativi dovrebbe avere essere basata su un roll-out iniziale che descriva chiaramente le
caratteristiche della popolazione potenzialmente beneficiaria e adeguate informazioni sull'incertezza del
percorso da trasmettere agli utenti; 6. in In linea con le alte tradizioni dell'Ema tutti i documenti relativi a
percorsi adattativi siano resi pubblici rapidamente. "Ci auguriamo - concludono gli studiosi - che i
responsabili dell'Hta prendano atto (continua)
Parole chiave Accessibilità, farmaci, pricing Aziende/Istituzioni Aifa, Beuc, Medicines for Europe,
Commissione ue, Ema, Consiglio dei ministri della Sanità Ue(segue) dei potenziali benefici della vostra
iniziativa e insieme, ove possibile, fissino rimborsi proporzionati alla quantità e qualità delle prove prodotte.
Allo stesso modo, ci aspettiamo che Ema informi debitamente l'opinione pubblica di come ha applicato le
sanzioni per le aziende che non sono riuscite a soddisfare i requisiti post-marketing". Richieste di cautela
sulla stessa lunghezza d'onda sono giunte del resto anche dai consumatori, preoccupati della sicurezza dei
pazienti in relazione alle procedure di Fast Track, di immissione condizionale
in commercio e al progetto pilota sull'adaptive pathway: "debbono essere utilizzati solo per una gamma
molto limitata di farmaci e solo quando non c'è altra alternativa disponibile, motivando la scelta alla luce
delle necessità insoddisfatte", scrive Beuc, sottolineando anche la necessità che operatori sanitari e
pazienti "ricevano informazioni adeguate sui maggiori rischi associati ai prodotti ad accesso precoce e che
venga garantita una corretta sorveglianza post-marketing", contrariamente a quanto - dicono - sta
accadendo in Canada e negli Usa.
Foto: Sara Todaro AboutPharma and Medical Devices [email protected]
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About Pharma and Medical Devices
LE EQUIVALENZE DELLA DISCORDIA NAUFRAGANO NELL'OCEANO
DEI LUOGHI COMUNI
È bufera sulla determina che doveva garantire gli acquisti centralizzati di farmaci attraverso le gare in
concorrenza: tra contrasti e grida d' allarme (notiziati o meno) scatta il riesame
(S.Tod.)
In principio fu la "spending-bis, quella del 2012. All' epoca - come non ricordarlo - infuriava tra l' altro la
bufera Avastin-Lucentis. Così, tra le misure urgenti di quell' annata spuntò un articolo 15, comma ter scritto con le migliori intenzioni - che a scanso d' equivoci spiegava alle Regioni: "se volete fare gare in
equivalenza terapeutica tra principi attivi diversi dovete attenervi ai motivati pareri dell' Aifa". In soldoni: "No
opinion, no tender". Sfumata la polemica del momento, trascorse oltre un anno prima che vedesse la luce
la determina Aifa del marzo 2014, attuativa di quella misura. Una determina peraltro un po' vaga: non "
ssava i criteri in base ai quali le Regioni potessero richiedere i pareri; non prevedeva la possibilità di
contraddittorio da parte delle aziende; i pareri non sono pubblici e le Regioni sono obbligate a richiederli
gara per gara. Chiariva solo assai bene che generici e biosimilari dovevano essere esclusi dall' incombenza
essendo per essi l' equivalenza terapeutica già insita nel percorso autorizzativo. Insu! ciente per le Regioni,
che hanno continuato a sollecitare dall' Aifa qualcosa di più operativamente commestibile. Trascorsi altri
due anni, il 31 marzo scorso, Aifa sommessamente pubblica una articolata revisione del cantiere
equivalenze ad opera della Cts (la Commissione tecnico -scienti" ca dell' Agenzia), che è titolata a farlo e
che comprende anche quali" cati rappresentanti delle Regioni. Nessuna vaghezza stavolta. La nuova
determina identi" ca criteri e principi in una procedura ben codi" cata e ne delimita con chiarezza l' ambito di
applicazione. Le equivalenze - si legge nella determina - servono "a permettere acquisti centralizzati di
farmaci attraverso gare in concorrenza" e sono particolarmente importanti per i farmaci "utilizzati in
ospedale o in erogazione diretta": gare ospedaliere, dunque. La determina speci" ca anche che "si
garantisce comunque la libertà prescrittiva del singolo medico". "Per tutelare eventuali sottopopolazioni di
pazienti che necessitino di uno speci" co principio attivo, la quota di fabbisogno oggetto della gara in
equivalenza non potrà in ogni caso superare l' 80% del totale" - si spiega nella determina. - E sono
comunque esclusi dalla tenzone "i farmaci che in un confronto testa a testa in uno studio randomizzato
siano risultati davvero clinicamente superiori su esiti importanti". Su tutto ovviamente avrà voce in capitolo
la Cts, che gestirà tutta l' istruttoria, comprese le controdeduzione presentate dalle farmaceutiche, e il
parere sarà reso pubblico sul sito dell' Agenzia divenendo "riutilizzabile". Tutto liscio? Macché. Ventiquattr'
ore dopo è già bagarre: una roba così esplicita crea problemi di rigetto potentissimi nel comparto
farmaceutico. Tra i "dettagli" che turbano probabilmente c'è il fatto che per essere ammessi alla valutazione
d' equivalenza i principi attivi devono essere stati ammessi al rimborso da "almeno" 12 mesi. Alle orecchie
dei produttori suona invece: solo 12 mesi di normale mercato, poi gare e concorrenza à go go. Un
messaggio di protesta di Farmindustria arriva a stretto giro ai ministri della Salute e dell' Economia. Il
contrasto resta sotto traccia per un mese e mezzo, " nché il 19 maggio il Dg dell' Aifa, Luca Pani, " rma una
determina che, in autotutela, sospende quella del 31 marzo. A pubblicizzare la scelta a fronte delle
"possibili criticità avanzate da più parti ai vertici dell' Agenzia e notiziate anche alla Salute" è una nota Aifa
del 24 maggio. Una storia molto primaverile che potrebbe però concludersi, chissà, quasi sotto l' albero di
Natale: il riesame - spiega la determina sospensiva - potrà protrarsi " no a un massimo di 6 mesi (90 giorni
prorogabili una volta sola). Del resto fretta non ce n' è, perché a garantire continuità dell' azione
amministrativa c'è sempre la determina del 6 marzo 2014, quella che diceva poco e agitava meno.
Curiosamente è proprio a sospensione fatta (ma non pubblicizzata), a quasi due mesi di e% ettiva vigenza
della determina della discordia, che le ipotizzate equivalenze guadagnano gli onori della cronaca: si
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indignano i generalisti. "È a rischio la rimborsabilità di 1.500 medicinali innovativi e per malati cronici"
denuncia il segretario nazionale Fimmg, Giacomo Milillo. "Adesso avremo anche il farmaco di Stato" si
associa Angelo Testa, presidente nazionale Snami. Dal fronte opposto i farmacologi: "La maggior parte
degli studi sono di non inferiorità e la legge europea non impone confronti: richiede soltanto tre
caratteristiche: qualità, e! cacia e sicurezza. Si tratta di molecole di% erenti ma della stessa classe, cioè
hanno lo stesso meccanismo d'azione: se una ditta è convinta che il suo prodotto sia migliore degli altri
deve dimostrarlo, altrimenti, in assenza di studi, bisogna assumere che siano sovrapponibili", commenta
sera" co Silvio Garattini (Mario Negri), convinto che l' Aifa abbia fatto la cosa giusta. Il presidente di Sifact
(Società Italiana di Farmacia Clinica e Terapia) Andrea Messori de" nisce "inesatte e allarmistiche" le a%
ermazioni di Milillo: " I giudizi di equivalenza che Aifa ha rilasciato sono stati pochissimi e non tutti positivi dice. - Non è giusti" cato parlare di 1500 medicinali a rischio di rimborsabilità: saranno coinvolti al massimo
10-15 principi attivi". Sorge il dubbio che magari si sia fatta confusione tra la proposta presentata dalle
Regioni al tavolo della governance - quella di fare gare centralizzate per la farmaceutica territoriale su liste
di trasparenza stilate dall' Aifa - e gli acquisti in equivalenza terapeutica nelle gare ospedaliere centralizzate
di cui parla la contestata determina. Anche se una noticina della stessa speci" ca che una cosa è l'
equivalenza terapeutica tra medicinali con principi attivi diversi altro sono i raggruppamenti
terapeuticamente assimilabili di cui alla Stabilità 2015. Ma per ora "tutto resta com' era e niente diventa
come non è", direbbe Alice se fosse nel Paese delle Meraviglie. Novanta (più 90?). Poi sarebbe quasi
Natale.
Foto: Parole chiave Equivalenze terapeutiche Aziende/Istituzioni Aifa, Farmindustria, Fimmg, Snami, Istituto
Mario Negri, Sifact
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Pag. 79 N.139 - giugno 2016
About Pharma and Medical Devices
Un recente studio condotto dell' università degli Studi di Milano, presentato in occasione dell' evento "re &
ink Haemophilia", ridesta il dibattito sulla possibile minor insorgenza di inibitore nei pazienti gravi, non
precedentemente trattati, in cura con plasmaderivati rispetto ai fattori ricombinanti
Danilo Ruggeri
Un velo di preoccupazione aleggia sul mondo dell' emo" lia. A inquietare gli animi sono stati i risultati dello
studio Sippet condotto da Flora Peyvandi e Pier Mannuccio Mannucci, dell' università degli Studi di Milano,
che sembra portare dati a supporto di un minor rischio di insorgenza di inibitore nei pazienti emo" lici gravi
non precedentemente trattati con plasmaderivati rispetto a quelli in cura con fattori della coagulazione
ricombinanti. "Il tema della possibile di% erenza di immunogenicità dei concentrati plasmaderivati e
ricombinanti è oggetto di un acceso dibattito nella nostra comunità scienti" ca, perché la comparsa di
inibitori è la complicanza più importante che si associa al trattamento dell' emo"lia", ha sottolineato Elena
Santagostino, vice presidente dell' Associazione italiana centri emo" lia (Aice), responsabile unità operativa
semplice Emo" lia del Policlinico di Milano, in occasione di "re' ink Haemophilia", iniziativa di Educazione
continua in medicina per medici e farmacisti organizzata a Padova grazie a un contributo non condizionante
di Baxalta. Lo studio Sippet, appena pubblicato sul New England Journal of Medicine, ha analizzato i dati di
251 bambini emo" lici A gravi, non o minimamente esposti in precedenza a componenti del sangue, a%
erenti, tra il 2010 e il 2014, a 42 centri in quattordici nazioni in Europa, America, Asia e Africa. Lo studio ha
riportato lo sviluppo di inibitore in 76 bambini (50 ad alto titolo), pari a un' incidenza del 35.4%. In relazione
alla classe di concentrati, l' incidenza cumulativa è stata del 26.8% per i plasmaderivati e 44.5% per i
ricombinanti, con un incremento dell' incidenza di circa 1,8 volte per questi ultimi prodotti. Per gli inibitori ad
alto titolo, l' incidenza cumulativa è stata pari a 18.6% con i prodotti plasmaderivati e 28.4% con i
ricombinanti. "Pur se la problematica dello sviluppo dell' inibitore è molto importante, la scelta del farmaco
abbraccia una serie di caratteristiche che vengono discusse con i genitori dei bimbi di età in genere di unodue anni all' avvio del trattamento: dal problema dell' immunogenicità a quello della sicurezza virale",
chiarisce Santagostino. "Fino ad ora sono stati raccomandati dalle linee guida nazionali e internazionali i
prodotti ricombinanti - prosegue la specialista milanese - perché considerati più sicuri nei confronti di
infezioni virali. Q uesto nuovo studio pone l' accento sull' importante problema della sicurezza relativa all'
immunogenicità. Ma questo tipo di evidenza deve essere portata al paziente, discussa e integrata con tutto
il resto delle evidenze disponibili". Per Andrea Buzzi, presidente Paracelso, "si tratta di uno studio
intempestivo posto che i farmaci ricombinanti sono sul mercato italiano dagli anni '90. Q uesta informazione
sarebbe stata utile averla anni fa, anche perché oggi siamo alla vigilia dell' ingresso in questo mercato di
nuovi farmaci che andranno rivalutati con un' opera assidua di farmacovigilanza. Chiariamo però che lo
studio si riferisce a bambini mai trattati. Per dare un ordine di idee in Italia nascono 15-16 bambini all' anno
con emo" lia: stiamo parlando quindi di un piccolo gruppo". Molto rumore per nulla quindi? "Diciamo che il
tema del rischio di inibitore associato al prodotto è sempre stato tenuto ben presente dalla comunità scienti"
ca e lo sarà anche in futuro con le nuove molecole che arriveranno sul mercato", precisa la dottoressa
Santagostino. "La condivisione di informazioni e la discussione tra medici, farmacisti e pazienti diventa
sempre più importante per attribuire il valore alla terapia e attuare scelte mirate sulle caratteristiche di
ciascuno dei pazienti, da quelli più piccoli agli adulti". I pazienti in ogni caso non sono lasciati da soli.
"Come associazione dei pazienti noi ci impegniamo a vigilare per garantire che il medico possa indicare la
cura più appropriata al singolo paziente", dichiara Cristina Cassone, presidente FedEmo. "Q uesto compito
lo svolgeremo anche a livello istituzionale a! nché non vengano prese decisioni frettolose". Parole chiave
Emofilia, plasmaderivati, fattori di coagulazione ricombinanti, inibitore, Educazione continua in medicina
PROFESSIONI - Rassegna Stampa 06/06/2016
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RIFLETTORI ACCESI A PADOVA SUL RISCHIO IMMUNOGENICITÀ DEI
FARMACI ANTIEMOFILIA
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Pag. 79 N.139 - giugno 2016
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Aziende/Istituzioni Università degli Studi di Milano, Associazione italiana centri emofilia, Policlinico di
Milano, Baxalta, Paracelso, FedEmo, Inps, ministero della Salute
Foto: Danilo Ruggeri AboutPharma and Medical Devices [email protected]
05/06/2016
Pag. 88 N.139 - giugno 2016
About Pharma and Medical Devices
DA CORREGGIO AL MONDO: RECORDATI COMPIE 90 ANNI E CRESCE
ANCORA
Nel 1926 Giovanni Recordati fondava la società a partire dal laboratorio annesso alla farmacia. Q uasi un
secolo e due generazioni dopo, l' azienda continua a espandersi grazie anche a una politica basata su
acquisizioni e internazionalizzazione
Cristina Tognaccini
Esattamente 90 anni fa a Correggio, nel cuore dell' Emilia-Romagna, iniziava la storia di Recordati, una
delle più affermate società farmaceutiche italiane. Era il 1926 infatti, quando Giovanni Recordati trasformò
la farmacia con annesso laboratorio dove preparava sciroppi per la tosse e altri medicamenti in un' impresa
industriale, fondando il "Laboratorio Farmacologico Reggiano". Risalgono a quegli anni alcune delle
specialità più note dell' azienda italiana, tuttora in commercio, come l' Antispasmina Colica, il Tefamin e la
Dintoina per citarne alcuni. Sempre in questo periodo, il laboratorio avvia la produzione diretta dei principi
attivi impiegati nelle sue specialità, per garantirne una maggiore purezza. È sotto la guida di Arrigo
Recordati poi, nel 1953, che la sede e lo stabilimento farmaceutico della società vengono trasferiti a Milano.
Oggi, con Giovanni Recordati, presidente e amministratore delegato dell' azienda, quasi un secolo (e due
generazioni) dopo, la società è impegnata nello sviluppo, la produzione e la commercializzazione di farmaci
innovativi attraverso " liali in 25 paesi, opera nel settore delle malattie rare, ha nel suo portfolio un' ampia
gamma di specialità di medicina generale ed è partner europeo di importanti società farmaceutiche
internazionali. Dispone di diversi siti produttivi, due dedicati alla produzione chimica farmaceutica e sei a
quella farmaceutica. I primi, localizzati a Campoverde d' Aprilia in Italia e Cork in Irlanda, dotati di
installazioni d' avanguardia e laboratori di ricerca attrezzati con moderne apparecchiature, possono vantare
ra! nate competenze nel settore della chimica organica. I secondi, gli stabilimenti farmaceutici, sono
dislocati in diversi paesi (Italia, Francia, Turchia, Spagna, Tunisia e Repubblica Ceca). Dal 1984, quando l'
azienda è approdata in Borsa, il valore del titolo della società si è ampiamente rivalutato e il fatturato ha
continuato a crescere, così come il patrimonio, l' utile operativo e netto. Altrettanto bene sembra promettere
il futuro, con i ricavi in crescita già nel primo trimestre del 2016, e un piano industriale al 2017 che punta a
una crescita costante anche attraverso acquisizioni. Solo negli ultimi 15 anni la società ha concluso 20
acquisizioni, dietro ognuna delle quali c'è sempre stata un' attenta valutazione della strategia, della
ponderazione del rischio " nanziario connesso e della facilità di integrazione nel resto del Gruppo. Principio
che ha guidato le decisioni dell' azienda in passato e sul quale si poggeranno anche le acquisizioni future,
fattore di crescita importante e fondamentale per Recordati. Cuore della strategia dell' azienda è stato,
infatti, ed è tuttora la creazione di alleanze con importanti attori del settore farmaceutico: acquisizioni ma
anche collaborazioni di ricerca e sviluppo, accordi di licenza, che hanno permesso di accrescere
ulteriormente il valore dell' azienda. Oggi la società ha " liali operative in 25 paesi, dall' Europa occidentale
all' Europa centro-orientale, in Russia, negli Stati Uniti, in Turchia, in Tunisia e in alcuni paesi
latinoamericani, e tra gli obiettivi futuri vi è proprio lo sviluppo delle attività estere. Dall' Antispasmina colica
sviluppata nel 1927 da Giovanni, al & avossato, primo farmaco italiano di sintesi approvato dalla Food and
Drug Administration (Fda), dal fenticonazolo, un antimicotico di ampio utilizzo clinico, allo Zanidip, farmaco
antiipertensivo interamente scoperto e sviluppato da Recordati, lanciato nel 1997, solo per citarne alcuni, l'
azienda ha continuato a dedicarsi alle patologie cardio-metaboliche e urologiche per le quali ha o% erto
continuamente nuovi trattamenti. Oggi il 26% circa dei ricavi farmaceutici arriva dalle specialità
cardiovascolari, seguite da quelle per l' apparato digerente e il metabolismo, con il 15% dei ricavi, e i
farmaci per le malattie rare con il 15 per cento. Grande attenzione è dedicata proprio al settore delle
malattie rare, dove Recordati è particolarmente attiva con due società dedicate: Recordati Rare Diseases,
mediante la quale il gruppo è presente negli Stati Uniti, e Orphan Europe, una delle primarie organizzazioni
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AZIENDE
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About Pharma and Medical Devices
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attive in Europa quanto a numero di farmaci orfani immessi sul mercato. Oggi Recordati dispone di una
pipeline di prodotti innovativi, frutto di una continua attività di ricerca e accordi di sviluppo con altre società
farmaceutiche, che le permettono costantemente di rinnovare il proprio portfolio. Non da ultimo, il Gruppo
promuove concretamente la ricerca scienti" ca con il "Premio internazionale per la Ricerca scienti" ca Arrigo
Recordati", istituito nel 2000. Un contributo da 100mila euro che viene assegnato ogni due anni a uno o più
scienziati che si sono distinti nel campo delle malattie cardiovascolari. Gli ultimi ad aggiudicarsi il
riconoscimento sono stati John Joseph Valentine McMurray e Salim Yusuf, "per il contributo o% erto nell'
innovazione e progresso nello studio della prevenzione secondaria e strategie di riduzione del rischio in
pazienti con malattie cardiovascolari" tema dell' ottava edizione. Nel 2017 invece il focus sarà centrato sulle
"Terapie biologiche per il trattamento di patologie e condizioni associate a un elevato rischio
cardiovascolare".
Parole chiave Internazionalizzazione, acquisizioni, innovazione, pipeline Aziende/Istituzioni Laboratorio
Farmacologico Reggiano, Recordati, Syntex Corporation, Roche, Doms Adrian, Bouchara, Grupo Jaba, Fic,
Fic Medical, Fda, Opalia Pharma
Le tappe principali 1926, Giovanni Recordati fonda a Correggio (Reggio Emilia) il "Laboratorio
Farmacologico Reggiano", dal laboratorio nel retro bottega della farmacia si passa all'impresa industriale
1953 La produzione farmaceutica, la ricerca e la direzione generale vengono spostate nell'attuale sede di
Milano. Vengono lanciate specialità come Antispasmina colica, Solvobil, Tefamin 1961 Viene firmato un
importante accordo di licenza esclusiva con Syntex Corporation (ora Roche), società all'avanguardia nello
studio e sintesi degli ormoni steroidei. Farmaci originali vengono registrati e immessi in commercio in
numerosi paesi 1984 Recordati viene quotata alla Borsa Italiana 1995 Recordati delinea un proprio modello
di crescita e sviluppo e abbraccia la strada dell'internazionalizzazione. Costruisce in Spagna la consociata
Recordati España (Madrid) l'odierna Casen Recordati 1997 Viene lanciato Zanidip (lercanidipina), farmaco
antiipertensivo interamente scoperto e sviluppato da Recordati 1999-2002 Recordati si espande in Francia
e acquisisce la società farmaceutica Doms Adrian, e il gruppo farmaceutico Bouchara. Costituisce
Bouchara Recordati a seguito della riorganizzazione delle due società farmaceutiche francesi 2004
Rafforza la propria pipeline tramite il lancio di nuovi prodotti nell'area cardiovascolare, gastroenterologica,
respiratoria e del sistema nervoso centrale 2005 Recordati intensifica la sua strategia di sviluppo
internazionale: costruisce la Merckle Recordati (oggi Recordati Pharma) in Germania, Recordati
Pharmaceuticals nel Regno Unito e Recordati Hellas Pharmaceuticals S.A. in Grecia; inaugura il nuovo
stabilimento produttivo di Cork in Irlanda 2006 Si estende in Portogallo e acquisisce le società
farmaceutiche del Grupo Jaba 2007 Lancia Zanipress e acquisisce Orphan Europe, società con sede a
Parigi, dedicata allo sviluppo, registrazione, commercializzazione e distribuzione di farmaci unici per la cura
delle malattie rare e orfane 2008-2009 Acquisisce le società francesi Fic e Fic Medical che si occupano di
registrazione e promozione di farmaci in Russia e in altri paesi della Comunità degli Stati Indipendenti
(C.S.I.). Si estende attraverso acquisizioni anche in Turchia, Repubblica Ceca e Slovacchia dove operano
le odierne Recordati Ilaç e Herbacos Recordati. 2010 Viene autorizzata in Europa l'immissione di
commercio di silodosin, alfa bloccante indicato per il trattamento dell'iperplasia prostatica benigna. La Food
and Drug Administration (FDA) autorizza l'immissione in commercio negli Stati Uniti d'America di Carbaglu
(acido carglumico) indicato nel trattamento del deficit di NAGS. Recordati acquisisce ArtMed in Romania e
costituisce Recordati Romania. 2011 Recordati istituisce in Polonia Recordati Polska e acquista una
seconda società farmaceutica in Turchia 2012 Acquisisce le registrazioni, marchi e attività relative a sei
prodotti OTC in Germania. Consolida la sua attività in Polonia, Russia e C.S.I.. Recordati acquisisce un
portafoglio prodotti per il trattamento di malattie rare negli Stati Uniti d'America che commercializza
attraverso la società dedicata Recordati Rare Diseases. 2013 Acquisisce la società tunisina Opalia Pharma
S.A. e pone le basi per stabilire una presenza diretta in Nord Africa. 2015 Costruisce nuove filiali in Brasile,
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About Pharma and Medical Devices
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Messico e Colombia per la commercializzazione di trattamenti per le malattie rare
Foto: Cristina Tognaccini AboutPharma and Medical Devices [email protected]
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05/06/2016
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LEGAL& AROUND
Novità giurisprudenziali in tema di farmaci biosimilari: tra vecchi e nuovi problemi
Roberto Bonatti
L a mancanza di regolazione normativa specifica per i farmaci biosimilari ha comportato la necessità, fin dal
primo momento in cui essi sono comparsi sul mercato nazionale, di trovare altrove le formule, le regole e gli
schemi giuridici che ne fornissero una disciplina coerente e convincente. Il tentativo non è stato per nulla
scontato né facile, principalmente perché il biosimilare è un prodotto davvero nuovo anche per il diritto
farmaceutico, che non consente nemmeno per analogia di utilizzare le regole previste, per esempio, per il
farmaco generico di matrice chimica. Il vuoto normativo ha dunque costretto i giudici a cimentarsi con temi
più o meno complessi, avendo a disposizione solo qualche elemento di diritto farmaceutico e dovendo
interpretare, in modo convincente ed armonico, le norme esistenti di diritto interno ed anche europeo. Il
giudice, però, a differenza del legislatore non può tirarsi indietro; non gli è consentito non decidere.
Tuttavia, l'elaborazione giurisprudenziale avviene passa solo ed esclusivamente per le questioni che le
parti, e nel nostro caso le imprese, decidono di sottoporre al giudice, e soprattutto nell'ordine in cui le
stesse vengono portate al tribunale. Il risultato è spesso che vengano decise e risolte questioni
tecnicamente complesse e logicamente conseguenti, prima di aver affrontato ed approfondito altre
questioni, più generali e di base per poter meglio comprendere le prime. Questo percorso evolutivo non
lineare è stato finora evidente proprio nella materia dei biosimilari. Prima sono state decise le questioni più
complesse, quelle relative alle modalità di sviluppare la concorrenza tra originatore e biosimilare in sede di
gara d'appalto; ora l'attenzione si è spostata su elementi diversi, che però dimostrano l'esigenza di
definizioni univoche e di una chiarezza del quadro generale in cui si innestano i temi dei biosimilari.
Esigenza ormai improcrastinabile, dato che sempre più farmaci biologici originatori perdono copertura
brevettuale e nel volgere di poco tempo il mercato dovrà sempre più fare i conti con i biosimilari autorizzati.
LA RICERCA DI DEFINIZIONI E CLASSIFICAZIONI GIURIDICHE Interessante è la tendenza dei giudici ad
essere sempre più coinvolti in aspetti tecnici, di tipo definitorio e classificatorio. Questo è recentemente
accaduto in varie situazioni, seppur diverse tra di loro. Ad esempio, si è posta in discussione la definizione
di equivalenza terapeutica, espressione utilizzata per la prima volta dal legislatore all'art. 15, comma 11 ter,
del Dl n. 95/2012, introdotto dalla legge n. 221 del 2012, senza però offrire una definizione al riguardo. È
vero, infatti, che altre norme utilizzavano il concetto di medicinali equivalenti (utilizzato ad esempio nella
compilazione delle liste di trasparenza, che però è concetto riferito ai generici) oppure di categoria
terapeutica omogenea (utilizzata dalle prime note Cuf). Va peraltro detto che il concetto di equivalenza
terapeutica non era in quel momento affatto nuovo, tanto che in giurisprudenza numerose erano già le
sentenze che utilizzavano tale concetto, sia pure in ambiti non attinenti al tema dei biosimilari, prime tra
tutte le decisioni del Consiglio di Stato, Sez. V, n. 7690 e n. 7691 del 9 dicembre 2009 sui rapporti tra più
farmaci biotecnologici originatori. Con la sentenza n. 1306 del 1 aprile 2016 il Consiglio di Stato non
fornisce una propria definizione, ma si limita a far propria quella suggerita da Aifa nel corso del giudizio.
Che, peraltro, in via estremamente prudenziale ave va evitato di offrire una definizione generale, valevole
cioè in un numero potenzialmente indeterminato di casi. Nella sentenza si legge che "la Cts ritiene che la
definizione di equivalenza terapeutica non corrisponda ad un'equazione unica e ripetibile in maniera
pedissequa per qualsiasi gruppo di principi attivi essendo, piuttosto, un esercizio che va costantemente
ripetuto a seconda dei principi attivi presi in esame e che deve essere aggiornato nel tempo tenendo conto
delle nuove evidenze scientifiche disponibili". Ad ogni modo, questo esercizio di comparazione ha, oggi,
alcuni paletti chiari che la stessa Aifa ha contribuito a porre. Il riferimento è alle recenti linee guida di Aifa, di
cui alla determina n. 458 del 21 marzo 2016, sulla procedura per l'acquisizione del parere preventivo di cui
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05/06/2016
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al già ricordato art. 15, comma 11 ter, Dl n. 95/2012. Le linee guida, che sostituiscono la prima versione del
2014 e ne costituiscono aggiornamento, spiegano che vari sono i fattori da prendere in considerazione per
determinare l'equivalenza terapeutica, tra cui la medesima classificazione di quarto livello, la medesima via
di somministrazione, e, soprattutto, le prove di efficacia mediante studi di equivalenza o di non inferiorità tra
i due farmaci in questione oppure studi condotti nella comparazione di ciascun farmaco verso placebo. Va
notato, comunque, che il tema non riguarda il biosimilare, che è molto più che un semplice equivalente
terapeutico del suo originatore, e per il quale né Aifa né altre amministrazioni hanno la possibilità di negare
il rapporto di biosimilarità, accertato da Ema in sede di autorizzazione centrale, che si pone quindi come
una sorta di equivalenza "forte". Proprio in quest'ottica, la stessa sentenza del Consiglio di Stato risolve
altro problema generale e classificatorio, ossia il riparto di competenze tra Ema ed Aifa per ciò che attiene
alla verifica di equivalenza tra farmaci biologici. E così, Ema è l'unico soggetto competente a valutare il
rapporto di biosimilarità, perché ad essa spetta il compito di autorizzare un nuovo farmaco biologico come
biosimilare. Dunque è Ema che accerta, in modo unitario e per tutti gli Stati membri dell'Ue, se il biosimilare
è tale, attraverso la procedura specifica prevista dal regolamento n. 2004/726/Ce e successive
modificazioni. Ciò perché l'accertamento del rapporto rispetto all'originatore è proprio il cuore
dell'autorizzazione del farmaco come biosimilare. Diversamente, quando si tratta di comparare due
originatori, Ema non ha competenza, perché al momento del rilascio dell'autorizzazione centrale di
ciascuno di essi l'esistenza di studi di comparazione con altri originatori non costituisce elemento di
valutazione. Un originatore è autorizzato perché efficace e sicuro di per sé, e non in rapporto ad altro
farmaco già autorizzato. Cosicché, in tal caso, il raffronto sull'equivalenza terapeutica è di competenza
delle singole autorità regolatorie nazionali. Ci si può interrogare sull'opportunità di ciò, anche in rapporto al
rischio di avere decisioni difformi nei singoli Stati membri. Tuttavia, in assenza di meccanismi certi di
comparazione tra originatori da parte di Ema, attualmente insussistenti, la soluzione data dal Consiglio di
Stato non può che meritare piena adesione.
Foto: Roberto Bonatti Avvocato in Bologna, Studio Russo Valentini
PERSONAGGI
2 articoli
06/06/2016
Pag. 16 Ed. Catanzaro
diffusione:24873
tiratura:36249
Aloisio a San Sostene, Mannello a Badolato
Vallefiorita riconferma Megna, Matozzo sindaco di Argusto. A Simeri Crichi avanti Mancuso, a Soveria
Mormile A Belcastro la percentuale più alta di votanti in Calabria: 81,35 per cento
Borgia I protagonisti della partita di Borgia sono Giovanni Maiuolo ed Elisabeth Sacco, con quest ' ultima in
leggero vantaggio. Il primo va meglio al centro città, la seconda è più avanti nella strategica frazione di
Roccelletta. Su 2.000 schede scrutinate (41%), la Sacco ha ottenuto 661 voti, Maiuolo 570, Esposito 387,
Bruno 279 e Varano 56; questi ultimi due sembrerebbero ormai fuori gioco. 3 (le.va.) Chiaravalle Sono stati
in tutto 3.820 gli elettori che si sono recati alle urne su 6.928 aventi diritto comprese le quote dell ' Aire gli
emigrati residenti all ' esterno. Il 55,14% degli elettori ha subito consegnato un buon vantaggio al candidato
sindaco Domenico Donato partito alla grande, con dietro Giuseppe Maida; a seguire Francesco Maltese,
infine Gregorio Tino. Ritardo nell ' apertura dello scrutinio alla sezione numero 4, mentre la sezione numero
8 si è fermata per una scheda in contestazione. Hanno votato 1.368 persone. 3 (vi.io) Badolato È Gerardo
Mannello il nuovo sindaco di Badolato. Con la lista Nuovi Orizzonti ha staccato di circa 70 voti, su 2.010
elettori che si sono recati alle urne, la compagine Badolato Rinasce guidata dallo sfidante Domenico
Scuteri. La sua vittoria mette quindi fine al commissariamento straordinario dell ' ente e riporta Mannello a
capo del Municipio per la terza volta, dopo le due precedenti esperienze alla fine degli anni Novanta. «In
tempi brevi - ha detto il neo sindaco - costituiremo la squadra di governo per dare ai cittadini risposte rapide
e concrete» ha spiegato aggiungendo che oltre agli assessorati ai candidati eletti ha intenzione di
assegnare deleghe anche a cittadini esterni. 3 (fr.ra.) San Sostene Vittoria per Luigi Aloisio. La sua lista "
Insieme per San Sostene " ieri sera ha acquisito un vantaggio consistente sin dalle prime battute dello
scrutinio sulla lista avversaria guidata da Domenico Fera, " Libertà e Legalità " . Soprattutto nella frazione
Marina il distacco ha assunto proporzioni consistenti, mentre nel centro storico il finale si è attestato su uno
scarto di 14 voti in suo favore (147-133). A metà dello spoglio restante in Marina, il vantaggio di Aloisio (su
un totale di 610 votanti) si aggirava intorno ai 300 voti. 3 (fr.ra.) Torre di Ruggiero A Torre di Ruggiero al
voto 681 elettori su 2.136 aventi diritto. Mario Barbieri è il nuovo sindaco con 50 voti di scarto su Nicola
Platì. Terzo Domenico Barbieri. 3 (vi.io) Argusto Ad Argusto hanno votato 295 elettori su 667 aventi diritto.
Il 44,23%, percentuale che riconsegna all ' uscente Valter Matozzo la fascia tricolore di sindaco di Argusto.
Per Francesco Garieri, solamente un posto tra i banchi della minoranza. 3 (vi.io) Vallefiorita Salvatore
Megna è stato riconfermato sindaco di Vallefiorita con un ' alta percentuale di voti rispetto alla sfidante
Elisabetta Rosanò. Hanno votato 963 persone. Altro dato significativo, la massiccia astensione degli
appartenenti al gruppo della lista ricusata che faceva capo al presidente della Provincia Enzo Bruno. 3
(sa.ta.) Petrizzi L ' unico candidato sindaco Domenico Paravati non ce l ' ha fatta a battere l ' unico suo "
avversa rio " , il quorum: i votanti sono stati 511 e quindi il Comune sarà commissariato. 3 (sa.al.) Belcastro
A Belcastro, centro in cui si è votato di più nella provincia di Catanzaro, testa a testa tra Gavino Brescia,
candidato sindaco della lista " Insieme nella giusta direzione " e Maurizio Pace (Il futuro è nostro ...
sosteniamolo). Segnalato alle autorità un elettore che ha fotografato il voto. 3 (ro.st.) Simeri Crichi Altra
sorpresa potrebbe arrivare da Simeri Crichi, dove Piero Mancuso (Insieme per Simeri Crichi) è avanti con
circa 200 voti di differenza dalla lista di Saverio Loiero, già sindaco della cittadina alle porte del capoluogo
calabrese. 3 (ro.st.) Soveria Simeri A Soveria Simeri si profila il ritorno di Amedeo Mario Mormile, che con
la lista " Soveria nel cuore " ha circa 100 voti di vantaggio su Concetta Rosso e la sua coalizione " Uniti per
Soveria " . 3 (ro.st.) Petronà A Petronà, a sorpresa, nella notte a metà spoglio è avanti di alcune decine di
voti Romina Muraca con la lista " Petronà nel cuore " , incalzata da Nunzia Colosimo, mentre staccato in
terza posizione c ' è Francesco Caligiuri. 3 (ro.st.) Tiriolo Stefano Greco in lieve vantaggio sull ' attuale
PERSONAGGI - Rassegna Stampa 06/06/2016
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L VOTO NEL CATANZARESE - Borgia: testa a testa Maiuolo-Sacco. Chiaravalle: Donato vola. Torre di
Ruggiero: vince Mario Barbieri
06/06/2016
Pag. 16 Ed. Catanzaro
diffusione:24873
tiratura:36249
PERSONAGGI - Rassegna Stampa 06/06/2016
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sindaco Giuseppe Lucente. 3 (ro.st.)
L ' affluenza l Argusto 44,22% (precedente 59,17%) l Badolato 44,89% (precedente 47,83%) l Belcastro
81,35% (precedente 82,69%) l Borgia 67,02% (precedente 64,05%) l Chiaravalle 55,13 (precedente
57,32%) l Petrizzi 35,38% (precedente 58,13%) l Petronà 60,87% (precedente 67,03%) l San Sostene
68,44% (precedente 64,26%) l Simeri Crichi 81,03% (precedente 83,79%) l Soveria Simeri 75,83%
(precedente 78,04%) l Tiriolo 75,42% (precedente 76,63%) l Torre di Ruggiero 31,88% (precedente
38,53%) l Vallefiorita 45,27% (precedente 54,33%)
Foto: Badolato. Gerardo Mannello è primo cittadino
Foto: L ' attesa a Borgia. Salvatore Varano (qui a sinistra) e Giovanni Maiuolo davanti al seggio
Foto: San Sostene. Luigi Aloisio (in primo piano a destra) eletto sindaco
06/06/2016
Pag. 7 Ed. Catanzaro
diffusione:7740
tiratura:16506
È il sindaco di Argusto il primo eletto in Calabria
di BRUNETTO APICELLA CATANZARO -Chiuse le urne è arrivato il momento del verdetto con le
operazioni di scrutinio sono andate avanti per tutta la notte. Il primo dato certo è che nel comune di Petrizzi
arriverà il commissario: non è stato raggiunto il quorum necessario per dare al sindaco uscente Domenico
Paravati, unico candidato rimasto in lizza dopo la ricusazione del gruppo di Maria Rosaria Servello, il
secondo mandato con l'affluen za che si è fermata al 35,38%. Ad Argusto , il sindaco uscente Valter
Matozzo è stato riconfermato e grazie all'89,20% dei voti si è imposto sullo sfidante Francesco Garieri.
Argusto è stato il primo comune in cui sono terminate le operazioni di scrutinio e Matozzo è risultato il primo
sindaco eletto, in ordine di tempo, in tutta la Calabria. A San Sostene Luigi Aloisio ha conquistato la vittoria
superando il movimento guidato da Domenico Fera. È stato Gerardo Mannello ad aggiudicarsi la vittoria e
la poltrona di sindaco a Badolato . Il gruppo, con il 51,51%, si è imposto sul movimento di Vincenzo
Domenico Scuteri. A Vallefio rita , comune in cui è stata esclusa la lista del presidente della Provincia Enzo
Bruno, l'uscente Salvatore Megna ha avuto la meglio sul movimento di Elisabetta Rosarnò. Mentre a Simeri
Crichi è proiettato verso la vittoria il gruppo di Piero Mancuso che, a poche schede dalla conclusione delle
operazioni di scrutinio, aveva un vantaggio di 250 voti sulla lista di Saverio Loiero. Si va verso la vittoria di
Amedeo Mario Mormile a Soveria Simeri dove il movimento era in vantaggio, per più di 100 voti, sulla lista
di Concetta Rosso. Vittoria a Torre di Ruggiero per Mario Barbieri che ha battuto Domenico Barberi e
Nicola Platì. A Petronà , dopo l'esclusione iniziale della lista e la riammissione da parte del Tar, il
movimento di Romina Muraca era in vantaggio di una decina di voti sul gruppo di Nunzia Colosimo. Testa a
testa a Belcastro tra Gavino Brescia e Maurizio Pace con le operazioni elettorali che sono iniziate in ritardo.
Mentre a Tiriolo l'ex sindaco Domenico Greco era in vantaggio sul primo cittadino uscente Giuseppe
Lucente. Più combattuta la sfida a Borgia con cinque liste in gara e le prime operazioni davano in testa
Elisabeth Sacco; altra sfida dall'esito incerto è Chiara valle dove sono ben quattro i candidati a sindaco in
campo.
PERSONAGGI - Rassegna Stampa 06/06/2016
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
CATANZARO Petrizzi senza quorum, commissariato