itinerario nord - Hotel Parco degli Ulivi

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itinerario nord - Hotel Parco degli Ulivi
ITINERARIO NORD
Montepagano 9km
Montepagano, l'antico Castel Pagano, ad oggi uno dei Borghi Autentici d'Italia. Un tempo
posto alle dipendenze dei Benedettini di San Giovanni in Venere (in provincia di Chieti), e poi,
nel 1427 annesso al vasto territorio a Matteo II, Duca di Atri.
Montepagano, antica e nobile, sia per la storia che per la ricchezza dei monumenti che possiede.
Il Castello di Montepagano è uno di questi; si tratta di un arroccato castello che sorge sulla bruna
collina di Roseto e conserva ancora oggi opere d’arte e monumenti del passato, davvero
importanti ed illustri.
Pur essendo un paese di piccole dimensioni, Montepagano possiede una storia antica ed
importante che si snoda tra le sue vie, tra i suoi ricordi e tra le sue piazzette. Ha rilevanti
monumenti come la Porta da Borea con l’arco ad ogiva, resto dell'imponente cinta di mura
medievale; ha inoltre diverse chiese, tra cui la più importante è sicuramente La Santissima
Annunziata, ultimata nel 1602 e tuttora sede delle più importanti funzioni religiose paganesi.
Però il monumento simbolo è di sicuro il Campanile. Esso è alto 40m e si erge sulla Piazza
Centrale. Ha un basamento quadrato, è in stile romanico nella parte inferiore e in stile barocco
nella parte superiore. Stranamente a Montepagano il campanile è posto a distanza notevole dalla
chiesa. Questo deriva dal fatto che la chiesa patronale (Patrono di Montepagano, festeggiato l'11
maggio, è San Antimo sacerdote e martire cristiano ai tempi delle persecuzioni Romane contro i
cristiani e non San Liberatore (Gesù Liberatore) che con un miracolo scacciò, accecandoli, i
Turchi che volevano attaccare il paese), era posta sull'attuale strada di accesso alla piazza di
Montepagano (piazza del municipio), a fianco del campanile. Fu abbattuta, grazie alla legge di
utilità pubblica (o qualcosa del genere) di fine '800. Viene descritta come una bellissima chiesa
del XIII-XIV secolo con controsoffittatura in legno laminato in oro (andato perso durante i lavori
di abbattimento...).
HOTEL PARCO DEGLI ULIVI - S.S. Adriatica 16, n° 92 64020 Scerne di Pineto (TE)
Tel e Fax: +39 085 9461500 - +39 085 9461220
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Santa Maria di Propezzano e San Clemente al Vomano (12+5)KM
Due delle abbazie più importanti del territorio. Risalenti all'VIII secolo e ampliate intorno il
secolo XII sono testimonianza dell'assetto politico e sociale dell'alto medioevo. Importanti opere
pittoriche e di scultura sono conservate all'interno.
Santa Maria di Propezzano
Chiesa assai suggestiva, che la tradizione dice eretta in seguito a un'apparizione della Madonna
(10 maggio 715). La costruzione attuale è romanica (forse del 1285), con lievi influssi ogivali.
La facciata consta di un corpo di fabbrica mediano, concluso in alto da una cornice orizzontale in
cotto ad archetti intrecciati; in basso, precede la chiesa un portico ad archi ogivali su tozze
colonnine, sotto il quale è il portale con gli antichi battenti fasciati di ferro e, attorno, avanzi di
affreschi della prima metà del '400. Il lato sinistro della facciata ha un bellissimo portale in
pietra, detto Porta Santa (si apre solo il 10 maggio e il giorno dell'Ascensione), con ricco
archivolto a pieno centro e con le colonnine esterne a doppio nodo, probabile opera di Raimondo
di Poggio (primi anni del '300), mentre il lato destro è incorporato nella costruzione del
convento; un po' arretrata la torre campanaria, mutila nella parte superiore, da considerarsi
un'aggiunta riferibile al sec. XV.Interno. Bello e grande l'interno basilicale a tre navate, divise da
arcate a tutto sesto su pilastri quadrati con addossate mezze colonne; la parte presbiteriale è
rialzata da gradini a metà dell'ultima campata; fungono da absidi le quinte campate, più alte delle
precedenti e voltate fino dalle origini. Da ammirare diversi affreschi quattrocenteschi, una
Madonna col Bambino in bassorilievo e, nell’annesso monastero (restaurato nel 1966-67) di
quella che fu una ricchissima abbazia, il grande chiostro a pianta quadrata, con lunette affrescate
dal pittore polacco Sebastiano Majeski (1660). Nel refettorio affreschi popolareschi della fine del
'500.
Per visitare l'Abbazia
Visita a richiesta - Telefono:3473486308-3475460606
Ingresso a offerta
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San Clemente al Vomano
Fu fondata nel sec. IX, ricostruita nel 1108 e restaurata nel 1926. La facciata, deturpata da due
enormi contrafforti di sostegno, conserva il portale originale (datato 1108).All’interno (tre navate
terminanti in absidi semicircolari, divise da colonne e pilastri in cotto e in muratura) è contenuto
il ricchissimo ciborio, forse il più antico dell'Abruzzo (metà del sec. XII circa), opera firmata da
Roberto di Ruggero (collaboratore di Nicodemo nel pergamo di S. Maria in Valle Porclaneta).
L'altare sottostante, a semplice forma di cassa e con le facce contornate da fasce ornate, ha un
bellissimo antependium marmoreo ad intarsi di coccio pesto, con ricca ornamentazione
orientaleggiante che include il mistico agnello. Nell'abside destro, S. Clemente papa, busto
ligneo policromo del '700. Pochi resti di affreschi, di varia epoca, nella parte interna della
facciata; i più interessanti sono quelli di un tabernacolo nella navata sinistra, del 1419, con
l'Annunciazione, Gesù benedicente, i simboli degli Evangelisti, S. Clemente, la Madonna.
Per visitare l'Abbazia
a richiesta Telefono:3280276316-368349181
è necessario mandare una e-mail al seguente indirizzo: [email protected],
precisando la data e l'ora di arrivo. Sarete opportunamente contattati.
ingresso a offerta
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ITINERARIO SUD
Silvi Alta 12 Km
la sua storia si fonde a quella di Atri poiché ne fu a lungo feudo. Il suo nome deriva
probabilmente dal termine “Silvae”, zona boscosa, tanto che dai romani fu chiamata "Castrum
Silvae" in quanto zona strategica dal punto di vista militare. Notevoli le testimonianze
architettoniche del XIII secolo.
Monumenti e luoghi d'interesse
Chiesa di San Salvatore, costruita verso nel 1100 in onore del primo protettore di Silvi, san
Salvatore (poi sostituito alla fine del XVI secolo da San Leone). Oggi la chiesa si presenta
secondo i numerosi rifacimenti subiti nei secoli. All'esterno, il fianco sinistro (un tempo
facciata), su Corso Umberto I, presenta i tre ricchi portali atriani del XIV secolo, opera delle
botteghe degli scultori attivi nel Duomo di Atri, mentre l'attuale facciata, il fianco destro su
Largo della Porta e il campanile (con l'orologio civico del 1843 spostato nel 1951 dalla chiesa di
Sant'Antonio che si andava distruggendo) sono dell'inizio del XVIII secolo. L'interno si presenta
barocco e ad una navata: si segnalano in particolare il busto ligneo del protettore San Leone,
realizzato a Napoli nel 1766, la Comunione degli Apostoli, tele di artista locale della fine del
'700, proveniente dalla distrutta chiesa di San Nicola come testimonia la rappresentazione del
santo in basso, e la cappella del Rosario con varie e interessanti statue vestite. Del passato
medievale rimangono le due acquasantiere, realizzate con parti di un antico tempio romano, e
soprattutto il lacerto di affresco raffigurante molto probabilmente Santa Caterina d'Alessandria
(metà XIII secolo), che si va riscoprendo come uno dei più importanti documenti dell'arte sveva
in Italia.
Chiesa di San Rocco, costruita nel XVI secolo come cappella rurale, oggi invece inserita
nell'espansione otto-novecentesca, non molto lontano dalla chiesa di San Salvatore. L'attuale
sistemazione, con campanile a vela, è ottocentesca; all'interno c'è l'altare barocco con la statua
lignea di San Rocco.
Cappella della Madonna dello Splendore, lungo la strada panoramica che da Silvi Marina
conduce a Silvi Paese, e si trova poco prima di arrivare al centro storico. La data di costruzione è
incerta, comunque fu elevata sul punto in cui (dice la leggenda) nel 1566 San Leone, con una
torcia in mano, incontrò i Turchi e li fece desistere dall'attaccare il borgo. Oggi, nella
sistemazione tardo-ottocentesca, si presenta come un'edicola con la statua della Vergine
circondata da un recinto in pietra.
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Atri capitale, del feudo degli Acquaviva 15km
Stupenda cittadina con visita della Cattedrale di Santa Maria Assunta risalente al 1285 e
recentemente restaurata. Di notevole fattura i suoi quattro portali del XIII secolo, mentre
l’interno a tre navate presenta un’abside quadrata con un meraviglioso ciclo di affreschi
dell’artista abruzzese quattrocentesco Andrea Delitio. Sempre in piazza Duomo si potrà visitare
l'ottocentesco Teatro comunale, perfettamente conservato ed ancora attivo per la sua acustica
eccezionale.
Incantevole città d’arte a ridosso della costa teramana, Atri ha origini antichissime (VII-V secolo
a. C.). Fu un’importante colonia in epoca romana, subì invasioni barbariche e dominazioni
straniere durante il Medioevo, per poi “rinascere” definitivamente sotto il controllo dei signori
d’Acquaviva.
Ed è nel centro della cittadina che il fascino di questa lunga storia continua a rivelare ancora oggi
la sua forza evocativa. Monumenti e palazzi storici, chiese, musei, scorci suggestivi, sono questi
i tanti tasselli dello splendido mosaico che Atri offre ai suoi numerosi visitatori.
In Piazza Duomo si erge la Cattedrale di Santa Maria Assunta risalente al 1285 e
recentemente restaurata. Di notevole fattura i suoi quattro portali del XIII secolo, mentre
l’interno a tre navate presenta un’abside quadrata con un meraviglioso ciclo di affreschi
dell’artista abruzzese quattrocentesco Andrea Delitio. Il museo annesso conserva preziose
reliquie: maioliche dipinte, croci e pastorali d’avorio e d’argento, codici miniati, statue e
centinaia di frammenti e mosaici delle costruzioni più antiche. Splendidi anche il chiostro a due
ordini e il campanile terminato nel XV secolo da Antonio da Lodi.
Sempre in piazza Duomo, il porticato ad archi tondi di Palazzo Mambelli e, a meridione, il
Palazzo vescovile ed il Seminario appartenenti al tardo Cinquecento. Qui si trova, perfettamente
conservato, l'ottocentesco Teatro comunale. Il Teatro, detto anche la “bomboniera” per le sue
dimensioni (300 posti) e l’invidiabile acustica, ricalca all'esterno il Teatro della "Scala" di
Milano, mentre l'interno sembra rifarsi al "S. Carlo" di Napoli, nei suoi tre ordini di palchi e
loggione.
Maestoso il Palazzo Ducale degli Acquaviva, attuale sede del comune. E’ una sorta di fortezza
tutta in pietra, edificata nella prima metà del Trecento e rimaneggiata nel '700. La facciata
nasconde un cortile rinascimentale circondato da un loggiato con iscrizioni e resti romani.
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Tra arte e natura, il paesaggio delle colline atriane affascina per la spettacolare presenza dei
Calanchi, vere e proprie “sculture naturali” nate dalla millenaria erosione del terreno argilloso. Il
panorama assume toni e colori da “bolgia” dantesca, lo scenario si fa severo, quasi “lunare”,
sovrastato dall’imponente architettura disegnata da queste formazioni geologiche.
Riserva Naturale dei Calanchi
Vieni anche tu a scoprire il mistero dei calanchi, maestose architetture naturali conosciute anche
come “bolge dantesche”.
Il loro aspetto suggestivo deriva da una forma di erosione dinamica, provocata dalle passate
deforestazioni e favorita dai continui disseccamenti e dilavamenti che agiscono sul terreno
argilloso.
I calanchi si possono osservare in molte zone collinari, ma solo nei dintorni di Atri caratterizzano
così fortemente il paesaggio, tanto che nel 1995 sono diventati Riserva Naturale Regionale e nel
1999 Oasi WWF..
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ITINERARIO OVEST
Castelbasso. 20 km
Difficile non rimanere incantati da questo borgo, fatto di stradine e piazzette profumate di salvia
e menta, e popolata di gatti. Nei mesi estivi è sede di un’importante manifestazione di arte
contemporanea, organizzata dall’Associazione Malvina Menegaz. La passeggiata tra i vicoli sarà
particolarmente gradita anche ai bambini.
Quella oggi esistente a Castelbasso è la terza chiesa, in ordine di tempo, costruita nello stesso
sito. La prima è menzionata negli atti di donazione fatti nel 1046 e 1047 dai fratelli longobardi
Adelberto e Raimondo e riportati nel Chronicon Casauriense, mentre della seconda rimangono il
portale del 1338 e la parte destra della facciata.
La chiesa, dedicata ai SS. Apostoli Pietro e Andrea, sorge al centro dell’abitato castelbassese;
essa è stata costruita in stile romanico e si caratterizza per una originale pianta quadrata. Divisa
in tre navate da quattro possenti colonne in mattoni, ha le volte e gli altari decorati con stucchi
seicenteschi; dello stesso periodo sono anche stipi e reliquiari in legno scolpito e dorato.
Le pale dei tre altari risalgono ai secoli XVII e XVIII e il battistero in pietra, di pregevole fattura,
è datato 1589. Di particolare fascino è una scultura in pietra raffigurante una Madonna con
Bambino in trono, coeva del portale e murata nella parte alta della facciata. La chiesa
castelbassese è dotata di un prezioso organo a canne, risultato di un ampliamento di un ottavino
seicentesco, eseguito da Adriano Fedri nel 1760.
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Canzano, 25 km
paese noto per la lavorazione dei merletti e per il 'tacchino alla Canzanese'. Sicuramente vi
piacerà percorrere il piccolo centro medievale molto curato, sotto la protezione di S. Biagio. In
paese è ancora presente una scuola (e un museo) del merletto diretta da un’anziana insegnante
che trasmette la sua arte con passione e rigore d’altri tempi, come dicono gli allievi provenienti
anche da fuori provincia. Dopo la visita al centro storico si prosegue, appena fuori dal paese,
verso la chiesa di S. Salvatore. La chiesa, appartenente a un complesso abbaziale benedettino, ha
all’interno un ricco ciclo di affreschi del Trecento dipinti dal Maestro di Offida.
Da non perdere la Madonna dell’Alno, chiesetta circondata dal verde costruita nel XV secolo in
seguito a un evento miracoloso.
Un’antica storia racconta del miracoloso apparire della Vergine Maria che dall’alto di un albero
comunicò a un contadino il desiderio di vedere una chiesa eretta in suo onore.
Oggi questo luogo sacro sorge su uno dei tre colli su cui si sviluppa il borgo: Colle Civetta, con
un ameno boschetto, Colle Castellano, con la deliziosa chiesa della Madonna dell’Alno e Colle
San Salvatore con l’abbazia omonima.
Inoltre alcuni reperti archeologici e il ritrovamento di una tomba con resti di monete e
suppellettili, confermano un insediamento romano, forse possedimento di un’agiata famiglia
patrizia che trascorreva in questo luogo giorni di riposo.
Solo i Romani, devoti come nessun altro popolo alla pietra, ai baratri, ai grandi spazi, potevano
concepire un borgo così, a sentinella del territorio.
Canzano è un’acropoli di case e archi, vicoli e torri, porte e scale che si contorce dentro un anello
di mura e si scioglie da un lato in rivoli di strade e abitazioni.
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