formato pdf - Comune di Pistoia

Transcript

formato pdf - Comune di Pistoia
Gli animali fantastici dell’arazzo “millefiori”
L’ unicorno
Nel Medioevo e nel Rinascimento le raffigurazioni di animali erano
spesso tratte dai Bestiari, libri fantasiosi dove la realtà era
intrecciata con l’immaginazione, la storia naturale con le leggende,
le tradizioni, l’erboristeria e gli insegnamenti religiosi. Gli animali,
così come le piante e i fiori, avevano numerosi e diversi significati
simbolici: nell’Arazzo si rappresenta un giardino fiorito, un Paradiso
Terrestre, ricco di storie e di messaggi affidati alle immagini.
L’ unicorno, anche detto ‘liocorno’, è un animale mitico, raffigurato con il
corpo di cavallo, la testa di cervo, le zampe di elefante e la coda di cinghiale.
Il nome deriva dal latino unicornis, cioè un solo corno, detto anche
‘alicorno’, avvolto a torciglione sulla fronte dell’animale. Selvaggio e
velocissimo, elegante e forte, si diceva abitasse nei boschi incantati ricchi di
sorgenti, cascate ed alberi millenari.
Il corno era la parte più caratteristica dell’animale: si credeva che avesse
poteri soprannaturali, in particolare che preservasse dai veleni. Per
impossessarsi del corno gli uomini dovevano uccidere l’animale, ma la forza
dell' unicorno scoraggiava anche i cacciatori più intrepidi. Sempre secondo la
leggenda, per catturare l’unicorno dovevano farlo avvicinare da una fanciulla,
che avrebbe reso docile l’animale fino a farlo addormentare.
Così gli uomini potevano ucciderlo e prendere il magico corno.
Pur essendo l’unicorno creato dall’immaginazione dell’uomo, la credibilità della sua esistenza aumentò quando fu detto
che il dente sinistro di un grande cetaceo dei mari artici, il narvalo, dente lungo sino a 2 metri, aveva gli stessi poteri del
corno dei liocorni.
La leggenda dice ancora che gli unicorni partorivano un puledro ogni cento anni, cioè quando nasceva un bambino
molto speciale…
Ed ecco un altro ANIMALE STRAORDINARIO…Ne hai mai visto uno così?
Forse non uno ma più di uno…
La fantasia dell’uomo ha messo insieme parti di animali diversi:
il corpo e la testa di iena, gli artigli d’aquila…
Curiosità
Esiste davvero un pesce chiamato
unicorno…
Indovini perché? Semplice…perché
presenta una escrescenza frontale che si
ingrandisce con l’età.
Il nome iena (mammifero carnivoro diffuso soprattutto in Africa e Asia) deriva dal greco hyena. In latino si chiamava
semplicemente ‘bestia’ a causa della sua natura molto feroce. La leggenda dice che la iena fosse al contempo maschio e
femmina e proprio a causa di questa doppia natura era considerata un animale infido, simbolo di vizi come, ad esempio,
l’avarizia.
La natura aggressiva dell’ animale raffigurato nell’arazzo è rafforzata dagli artigli, presi in prestito dall’aquila.
Gli artigli erano caratteristici anche di un’altra creatura fantastica, il grifo, un mostro favoloso con testa, ali e artigli di
aquila, e corpo e zampe posteriori di leone.
L’arazzo “millefiori” (primi decenni del XVI secolo) è conservato nelle Stanze dei Canonici del Duomo di Pistoia.
Per informazioni: 0573 25095
Scheda a cura della Settore Educativo del Museo Civico.