le specie - College of the Holy Cross
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elena.case([email protected] ONTOLOGIA DELLE SPECIE BIOLOGICHE una proposta convenzionalista ______________________________________________________________________ SFI ‐ "Prospe:ve Filosofiche 2009” ‐ Francavilla al Mare, 12 o(obre 09 introduzione_________________________________________________________________________________________________________ Introduzione Definiamo ‘ontologia della biologia’ quella parte della filosofia della biologia che indaga e mira a specificare i confini e il contenuto dell’universo di discorso proprio delle scienze biologiche. Di conseguenza, una ontologia della biologia si occuperà primariamente delle enMtà che rientrano in quell’universo di discorso, dei rapporM che intercorrono tra di esse, dei processi che le vedono protagoniste. Le enMtà che hanno avuto e conMnuano ad avere una rilevanza centrale, non solo nella praMca biologica ma anche nel nostro quoMdiano commercio con il mondo sono le specie. E si può ben dire che una delle domande centrali, in ontologia della biologia, sia quella relaMva allo stato ontologico delle specie: esistono davvero nel mondo là fuori o sono solamente conceB, costruB cogniEvi e linguisEci uEli a meFer ordine in un molteplice altrimenE difficilmente maneggevole? Questa la domanda da cui parMremo. Introduzione_________________________________________________________________________________________________________ Le specie, esistono “davvero”? Il realismo Il conceFualismo Le specie sono ci(adini a pieno Mtolo del mondo esterno: sono le arMcolazioni naturali secondo cui il mondo è di per sé stru(urato (Cfr. la metafora del macellaio in Fedro 265e). Le specie sono conce:, costru: linguisMci e cogniMvi tramite i quali noi – e le nostre teorie – ordiniamo un molteplice altrimenM difficilmente gesMbile. Risiedono nella nostra testa e non nel mondo. Introduzione_________________________________________________________________________________________________________ Le specie, esistono “davvero”? Il realismo monista Il realismo Il realismo pluralista Il riduzionismo Il conceFualismo Il nominalismo L’eliminaEvismo h(p://www.iMs.gov/servlet/SingleRpt/SingleRpt search_topic=TSN&search_value=183798 “La categoria di specie è il gruppo di tu: i taxa di specie, mentre Homo sapiens e Drosophila melanogaster sono gruppi di organismi.” (Ereshefsky 2001: 3) Introduzione_________________________________________________________________________________________________________ Due precisazioni (a) In ciò che segue mi concentrerò sullo statuto ontologico dei taxa, considerando le categorie come modi di ordinare i taxa in maniera gerarchica, dunque acce(ando un approccio conce(ualista nei confronM delle categorie. (b) Farò riferimento principalmente ai taxa di specie ma quanto dirò, se convincente, è in linea di principio, applicabile ai taxa di qualsiasi livello gerarchico. FonE________________________________________________________________________________________________________________ Due teorie ispiratrici: l’ontologia del mondo sociale di M. Ferraris e il realismo convenzionalista di A. Varzi Un suggerimento: la vicenda tassonomica dell’ornitorinco Il suggerimento dell’ornitorinco___________________________________________________________________________________________ Nel 1797, il capitano John Hunter, secondo governatore dell’Australia, vide un aborigeno trafiggere con la lancia uno strano animale nella Yarramundi Lagoon. Era un animale davvero bizzarro: coperto di un fi(o pelo marrone, aveva coda da castoro ed esibiva un becco d’anatra innestato sulla testa di un quadrupede. E la sua sorpresa sarebbe stata anche maggiore se avesse saputo, per esempio, che quell’animale trascorre parte della sua vita so(’acqua e che la femmina depone le uova, come un anfibio, ma alla(a i piccoli, pur non avendo mammelle (ma ghiandole mammarie). E che ha 10 cromosomi sessuali (anziché i 2 dei mammiferi). Diciamo, l’ulMmo animale che un tassonomista vorrebbe trovare sulla sua strada… Il suggerimento dell’ornitorinco___________________________________________________________________________________________ Eppure c’è qualcosa di illuminante nella storia della collocazione tassonomica dell’ornitorinco che – come nota Umberto Eco in Kant e l’ornitorinco – altro non è che la vicenda di una “lunga negoziazione”. Dopo numerosi tentaMvi (falliM) di collocare l’ornitorinco nel sistema tassonomico allora vigente, nel 1803, i naturalisM is8tuiscono il taxon (di ordine) dei Monotremi per ospitare l’ornitorinco. E, dopo 80 anni di negoziazione e nessun fa(o ogge:vo che aiutasse a decidere, i tassonomisM stabiliscono che l’ornitorinco, appartenente all’ordine dei Monotremi, apparMene alla classe dei Mammiferi, ed è oviparo. Essi stabilirono una convenzione. La medesima cosa avviene per tu: i taxa. I taxa di specie sono ogge: convenzionali e ciò nonostante reali. Il piano_____________________________________________________________________________________________________________ Procederemo nel modo seguente: • Analizzeremo i confini modali e temporali delle specie • Mostreremo che tali confini sono il prodo(o di convenzioni • E che di conseguenza gli ogge: da essi delimitaM sono convenzionali (e ciò nonostante reali) I confini delle specie – la metafora degli stampini per bisco:_________________________________________________________________ La metafora degli stampini per biscoB (Putnam 1987). I loro confini sono convenzionali. Si consideri: 1. I confini spaziali. I bisco: avrebbero potuto essere di una diversa dimensione. 2. I confini temporali. I bisco: avrebbero potuto avere una diversa durata. 3. I confini modali. I bisco: avrebbero potuto avere proprietà essenziali diverse da quelle che di fa(o hanno. Se sto preparando dei canestrelli, il burro sarà una proprietà essenziale; per i crumiri lo sarà senza dubbio la forma a giavello(o, e così via. In altre parole: “Le proprietà cosidde(e ‘essenziali’ sono semplicemente quelle proprietà alle quali abbiamo a(ribuito un valore parMcolare” (M. Heller 1990: 46) Le specie non sono così diverse dai bisco:. Vediamo perché. Nota: in quanto segue mi concentrerò sui confini temporali e sui confini modali, cioè sulle condizioni di persistenza e sulle proprietà essenziali di un ogge(o (i confini spaziali non sono ritenuM essere così stre(amente legaM all’idenMtà, quindi non me ne occuperò). I confini delle specie – I confini modali___________________________________________________________________________________ Confini modali I taxa sono insiemi di organismi. Ma come si decide quali organismi appartengono a un certo taxon e non a un altro? Occorre ado(are una certa definizione di specie tra le molte che sono contemporaneamente in uso nella praMca biologica (ben 22, secondo Mayden 1997). A seconda di quale definizione di specie si adoB, si avranno certe condizioni di appartenenza per i relaEvi taxa. O, in altre parole, i taxa in quesEone avranno certe proprietà essenziali. Un esempio renderà più chiaro questo punto. I confini delle specie – I confini modali___________________________________________________________________________________ Se si ado(a la definizione biologica (Mayr 1970), le specie saranno gli insiemi di quegli organismi che, tra le loro proprietà, hanno quelle (relazionali) di potersi accoppiare e di essere in questo senso isolaM da altri insiemi. Questa sarà una proprietà essenziale del taxon. Se si ado(a la definizione feneEca (Sokal e Crovello 1970), le specie saranno gli insiemi di quegli organismi che, tra le loro proprietà, hanno quella di essere essere simili tra loro in un certo grado. Questa sarà una proprietà essenziale del taxon. Se si ado(a la definizione ecologica (Van Valen 1976), le specie saranno gli insiemi di quegli organismi che, tra le loro proprietà, hanno quella di condividere la stessa nicchia ecologica. Questa sarà una proprietà essenziale del taxon. I confini delle specie – I confini modali___________________________________________________________________________________ Qual è la definizione “giusta”? Dipende. Ogni definizione di specie è uMle a scopi diversi, come la praMca biologica tesMmonia. Tu(e le definizioni fanno appello a proprietà che sono a pari Mtolo possedute dagli organismi, ma scegliere una o l’altra è solo quesMone di interesse umano, preferenze, scopi, e credenze. “Mentre ci sono cara(erisMche reali, nel mondo là fuori, nessuna di esse è però, se si considera il contributo del mondo in sé, essenziale per qualcosa: noi o(eniamo le essenze, in quanto tali, solo dai nostri metodi di ritagliare il mondo.” (Sidelle 1989: 19) I confini delle specie – I confini temporali_________________________________________________________________________________ Confini temporali Quando “inizia” e quando “finisce” una specie? Gli evenM di speciazione sono processi graduali e individuare l’esa(o punto di inizio di una nuova specie è materia di decisione. Consideriamo una popolazione di testuggini e supponiamo che, a seguito di un innalzamento di un tra(o di mare, una parte di essa si trovi a vivere, separatamente, su un’isola. Con il tempo, le loro abitudini riprodu:ve cominciano a variare e, ad un certo punto, esse cessano di riprodursi con le testuggini rimaste sulla terraferma. Secondo la definizione di specie più popolare, ora le due popolazioni appartengono a specie differenM (dal momento che i loro membri non sono più in grado di accoppiarsi tra loro e dare origine a prole ferMle). Ma quando, esaFamente questo avviene? I confini delle specie – I confini temporali_________________________________________________________________________________ Quando i meccanismi che impediscono l’incrocio insorgono nella prima testuggine isolana Quando la maggioranza delle testuggini isolane ha acquisito quel tra(o Quando tu@e lo possiedono? Inoltre, anche nel caso in cui stabilissimo un preciso punto di divisione (SpliBng) S, consideriamo il principale processo di speciazione, la speciazione per cladogenesi. I confini delle specie – I confini temporali_________________________________________________________________________________ Quante (e quali) specie ci sono, dopo la ramificazione? I confini delle specie – I confini temporali_________________________________________________________________________________ Tre: la specie originaria + la specie B + la specie C Due: la specie originaria A (che prosegue sul lato dx) + una nuova specie B Due: la specie originaria A (che prosegue sul lato sx) + una nuova specie B Conclusione_________________________________________________________________________________________________________ Se i confini modali e i confini temporali di un ogge(o, vale a dire le sue proprietà essenziali e le sue condizioni di persistenza, sono convenzionali, allora siamo in presenza di un ogge(o convenzionale, le cui condizioni di esistenza e la cui idenMtà dipendono, almeno in parte, dalla nostra azione deliberatrice. Ma, si noM: dire che un confine, o un ogge(o, sono convenzionali non comporta che essi non siano reali, né comporta che noi creiamo materialmente degli ogge: per mezzo delle nostre convenzioni (si ripensi alla metafora dei bisco:). Piu(osto, significa che il fa(o che cerM ogge: abbiano quei confini e non altri, e quindi che la loro individualità dipenda dal loro possedere certe proprietà essenziali piu(osto che altre, è la conseguenza di una scelta tra diverse possibilità. GRAZIE! References Case(a (2009) La sfida delle chimere, Milano, Mimesis Eco, U. (1994) Kant e l’ornitorinco, Milano, Bompiani Ferraris, M. (2009) Documentalità, Roma‐Bari, Laterza Ereshefsky, M. (2001) The Poverty of the Linnaean Hierarchy: A Philosophical Study of Biological Taxonomy, Cambridge, Cambridge University Press Heller, M. (1990) The Ontology of Physical Objects: Four‐Dimensional Hunks of Ma@er, Cambridge, Cambridge University Press Mayden, R.L. (1997) “A Hierarchy of Species Concepts: The Denouement in the Saga of the Species Problem”, in M.F. Claridge, A.H. Dawah, M.R. Wilson (eds.) Species: the Units of Biodiversity, London, Chapman and Hall, 1997: 381‐424. Mayr, E. (1970) Popula8ons, Species and Evolu8on, Cambridge (Mass.), Harvard University Press Putnam, H. (1987) The Many Faces of Realism, La Salle, Open Court Sidelle, A. (1989) Necessity, Essence, and Individua8on: A Defense of Conven8onalism, Ithaca‐London, Cornell University Press. Sokal, R. e Crovello, T. (1970) “The Biological Species Concept: A CriMcal EvaluaMon”, American Naturalist, 104: 127‐53 Van Valen, L. (1976) “Ecological Species, MulMspecies and Oaks”, Taxon, 25: 233‐39 Varzi, A.C. (2001) Ontologia, Roma‐Bari, Laterza _________(2005) “Teoria e praMca dei confini”, Sistemi IntelligenM, XVII, 3: 399‐ 418