La Pania numero 83

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La Pania numero 83
ANNO XXI - N. 83
SETTEMBRE 2009
NOTIZIARIO DEL COMUNE DI MOLAZZANA
Direttore Responsabile: Floriano Moni
Aut. Tribunale di Lucca n. 480 del 15 Luglio 1988 - Sped. in Abb. Postale Gruppo IV
Cascio, anni 60: ora il cognome dominante a Cascio è quello dei “Bertoncini” (sono 31). Un tempo però i “Valdrighi”
imperversavano.
Lo dimostrano i dati anagrafici di queste signore, in posa per un’immagine che immortali la loro amicizia.
Da sinistra: Maria Valdrighi (detta Popi), Maria Prontelli, Palmira Guidotti in Valdrighi, Maria Valdrighi, Rita Turri, Ortensia
Valdrighi. (La foto è di proprietà della signora Anna Bonfanti)
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Egr. Sindaco
Sono certo che per lei ed il suo gruppo di consiglieri di maggioranza si vanno sempre più delineando i programmi da attuare,
i progetti condivisi da portare avanti.
Ho l’impressione che l’affiatamento, il “feeling” che esiste tra
di voi, insieme all’entusiasmo e alla voglia di fare che vi
caratterizzano, siano un’arma in più a vostro favore.
Mi raccomando: niente progetti faraonici!
Suggerimento inutile?
E’ vero, siamo in tempo di crisi, ma la tentazione di strafare,
di lasciare ai posteri traccia del Vostro mandato quinquennale
può condurvi su vie impercorribili.
Ciò che invece può restare nel tempo e nella memoria è la
percezione da parte dei cittadini di essere ascoltati e di vedere
prese in considerazione le loro osservazioni e proposte.
Ognuno si sentirebbe parte viva e vitale all’interno della
comunità. Perché, vede, secondo me, il rischio maggiore che
un’amministrazione corre è quello di scindere il proprio operato
dalla realtà quotidiana dei suoi amministrati.
Inoltre, in Comunità piccole come la nostra, così lontane dai
poteri centrali, il Sindaco è giocoforza, il punto di riferimento
in ogni occasione.
Non mi dica che non le piacerebbe, fra qualche decennio,
essere ricordato come “il sindaco che ascoltava tutti”.
Delle mie opinioni non gliene importerà un tubo, ma sa un
qualsiasi cittadino come il sottoscritto cosa porrebbe al primo
posto del Programma?
Il buon funzionamento di ciò che già esiste. Io lubrificherei gli
ingranaggi della macchina dei vari servizi, ad esempio.
Già, ma io non sono un primo cittadino e magari ignoro
problematiche e difficoltà che si interpongono, io sono solo………
Un cittadino qualsiasi
ORARI DI RICEVIMENTO
DEL SINDACO ED ASSESSORI
Come preannunciato nel numero scorso del periodico “La
Pania” a Valentina Bertoncini, risultata prima non eletta per
un solo voto nella lista “Rinnovamento per Molazzana”, è stato
attribuito il seggio di consigliere comunale nella seduta consiliare
del 9 luglio. Nella stessa seduta Valentina è stata nominata
componente del Comitato di Redazione del notiziario comunale.
Alla medesima sono state assegnate le deleghe alle Politiche
Giovanili ed alle Pari Opportunità.
FRAZIONI
MASCHI
FEMMINE
TOT. M+F NUM.FAMIGLIE
MOLAZZANA
169
168
337
135
BRUCCIANO
21
22
43
24
ALPE S. ANTONIO
14
11
25
13
SASSI
96
97
193
90
- Sindaco Dott. Rino Simonetti – dal lunedì al venerdì
dalle ore 9,00 alle ore 10,30, su appuntamento;
EGLIO
39
41
80
43
MONTALTISSIMO
31
25
56
23
- Vice Sindaco Roberto Bertoncini (impiantistica
sportiva, agricoltura, caccia e pesca, rapporti con il Parco
Alpi Apuane) – venerdì dalle ore 10,00 alle ore 12,00;
CASCIO
212
206
418
167
TOTALI
582
570
1152
495
- Assessore Bruno Pieroni (finanze, cultura, scuola,
notiziario “La Pania” – martedì dalle ore 10,30 alle ore
12,30;
- Assessore Richard Boni ( urbanistica, ambiente,
innovazioni tecnologiche) – sabato dalle ore 9,00 alle
ore 11,00;
- Assessore Corrado Daddoveri (viabilità, protezione
civile, trasporti scolastici) – sabato dalle ore 10,00 alle
ore 12,00.
Nati:
Papi Linda Maria di Silvio e
Andreucci Sara nata a Barga
il 02.08.2009
Tamagnini Marco di Massimo
e Pardini Michela nato a Barga
il 27.07.2009
Tortelli Giada di Luca e
Brondi Paola nata a Barga il
09.07.2009
Verona Nina di Giulio e
Giannotti Martina Lea nata a
Barga il 28.06.2009
Morti:
Andreucci Mario di anni 56
morto a Molazzana il
02.08.2009
Ferrari Umberto di anni 79
morto a Gallicano il
07.07.2009
Pucci Benito di anni 73 morto
a Castelnuovo di Garfagnana
il 04.07.2009
Rocchiccioli Aleandro di anni
71 morto a Molazzana il
10.07.2009
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Foto di Giancarlo Carli
Bella e coinvolgente la cerimonia tenutasi lo scorso 16 settembre
per l’inaugurazione del nuovo polo scolastico di Montaltissimo
che già accoglie i bambini della scuola dell’Infanzia e della
scuola Primaria.
E’ da sottolineare come la nuova amministrazione comunale sia
riuscita a far partire la mensa e quindi l’attività didattica ad orario
completo, nell’interesse dei bambini e delle famiglie, ponendo fine
ad una lunga tradizione negativa che rimandava spesso e volentieri
ad ottobre l’inizio del tempo pieno.
Per rispettare questa puntualità in cui il nostro Comune si è distinto
(insieme soltanto a quello di Camporgiano), è stato necessario in
precedenza un grosso lavoro di organizzazione.
L’edificio, a bassissimo rischio sismico, consta di sette aule, di
uno spazio riservato agli insegnanti, i servizi e l’aula/mensa.
Ad illustrare le caratteristiche strutturali del complesso è stato
l’ingegner Marco Ceccarelli, progettista e direttore dei lavori.
In precedenza avevano parlato il Sindaco Rino Simonetti, il
Senatore Andrea Marcucci, segretario della commissione “scuola
e cultura” in Senato, la dirigente dell’Istituto Comprensivo,
Emanuela Giannini, l’assessore alla scuola del comune di Barga,
Renzo Pia.
Fra’ Mathieu ha poi benedetto l’edificio, rivolgendo anche egli
un breve discorso ai presenti.
Tutti coloro che si sono alternati al microfono hanno fondamentalmente espresso lo stesso concetto: un popolo che non
dà la necessaria importanza alla scuola è condannato a regredire.
Il taglio del nastro, che simbolicamente dà il via alla funzionalità
del polo scolastico, è stato effettuato dal Comm. Selso Savoli
che fino alle consultazioni elettorali del giugno scorso ha guidato
l’amministrazione comunale.
Oltre alle personalità citate, notata la presenza di molti genitori,
del maresciallo dei carabinieri della stazione di Gallicano,
Antonino Nastasi, degli assessori e consiglieri del nostro comune,
sia di maggioranza che di minoranza.
Avevano mandato telegrammi di adesione l’onorevole Raffaella
Mariani e il Consigliere Regionale Marco Remaschi.
Riceviamo e pubblichiamo
Nel numero scorso, Valentina Bertoncini e Federico Corti,
in un lungo articolo dal titolo “Ti ricordi 40 anni fa?”,
avevano espresso parole di stima per colui che per vari anni
(dal 1961 al 1981) era stato parroco del loro paese, Cascio.
Pur non avendolo mai conosciuto (per ragioni anagrafiche)
ne avevamo più volte sentito tessere le lodi dai loro genitori.
Don Lorenzo Angelini che ora svolge la sua missione
pastorale a Pieve Fosciana, dopo aver letto la Pania, ci ha
così scritto:
“Ho ricevuto la Pania con il mio… panegirico forse un po’
troppo entusiastico, comunque ringrazio la redazione e i giovani
giornalisti che mi riprometto di conoscere personalmente.
Cordiali auguri per il vostro giornale e saluti”.
Don Lorenzo Angelini
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Quando una donna diventa madre per la
prima volta inizia a porsi molte domande
sul bambino, la più spontanea è quella “
farò bene a fare così?”. Io- personalmente
Un altro prestigioso riconoscimento per
la nostra collaboratrice Simona Comparini.
Riportiamo quanto pubblicato da “Il
Tirreno”il 31 agosto scorso:
Una giovane studentessa di Molazzana,
Simona Comparini, è stata premiata a Santo
Stefano Belbo (in provincia di Cuneo) per
la miglior tesi di laurea su Cesare Pavese.
Simona ha ricevuto il riconoscimento a Santo
Stefano Belbo, paese natale dell’autore de
“La luna e i falò”, per la sua tesi “Il mestiere
di vivere di Cesare Pavese. Lettera a se
stesso” discussa presso l’Università degli
Studi di Urbino, facoltà di Lettere e Filosofia,
per l’anno accademico 2007-2008. Partendo
dalle osservazioni del critico letterario Carlo
Bo sui diari degli scrittori, la studentessa
Simona Comparini nella sua tesi analizza
gli elementi letterari del diario pavesiano “Il
mestiere di vivere”, sottolineando sia gli
aspetti più intimi, sia i tratti più originali.
Giunge alla conclusione che l’autore offre
al lettore un’opera in continuo movimento
tra esteriorizzazione e intimismo. “Il mestiere
di vivere” – osserva Comparini nelle conclusioni della sua analisi – è, come tutte le forme
di scrittura del sé, aperto e chiuso. Si apre
alla letteratura, nei due vasi comunicanti
mi sono chiesta se potevo essere in grado
di allattare al seno. Ho sempre desiderato
farlo soprattutto per i benefici che ne trae
il bambino, ma anche per la gratificazione
intima che prova la madre. Posso dire
che ci sono riuscita anche con tanti sacrifici e rinunce, arrivando fino ad oltre
l’anno di età. L’unico problema che ho
avuto in questo percorso è che io di latte
ne avevo molto e spesso pensavo che se
fossi vissuta ai tempi della mia nonna
sarei stata sicuramente una balia. Infatti
la balia l’ho fatta per davvero, ma non
per guadagno economico, ma per donarlo
presso la Banca del Latte di Lucca dove
nel reparto “Immaturi” raccolgono il latte
materno per destinarlo alla cura di neonati
nati pre-termine o di bambini con particolari patologie di tipo metabolico.
Chi come me partorisce all’Ospedale di
Barga non viene informata che esiste
questo tipo di donazione per cui se c’è
qualcuno interessato deve chiedere mag-
giori informazioni presso l’ASL di Lucca.
Per quanto riguarda la donazione è molto
semplice, basta tirare il latte dal seno
attraverso una macchina detta tiralatte
che viene fornita dall’ospedale, il latte
così prelevato viene raccolto in biberon
sterili ed infine conservati nel congelatore
del frigo. L’unica accortezza cui la madre
si deve attenere è la cura dell’igiene personale durante la raccolta del latte stesso.
Infine, ogni quindici giorni, un addetto
dell’ospedale passa dalle donatrici per il
ritiro del latte congelato.
Devo dire che allattare al seno è stata
un’esperienza meravigliosa che purtroppo
non capita molte volte nella vita di una
donna, ma sapere che altri bambini sono
stati allattati con il mio latte mi rende,
ogni volta che ne parlo, ancora più felice
per aver intrapreso questa scelta. In fondo
mi sento anche io una “mamma di latte”.
Laura Biagioni
della lettura e della scrittura, e si presenta
in questo senso come uno dei “journal de
travail” più ricchi e generosi per tracciare il
percorso artistico e creativo del Pavese scrittore; si chiude nella difficile esplorazione di
un io travagliato, sofferente, profondo per
intelligenza e sensibilità, si sigilla quando la
reticenza vince la sincerità. Pagine aperte e
pagine chiuse che però si alimentano a vicenda, perché l’arte di vivere e quella di scrivere
corrono parallele, influenzandosi, alimentandosi e perfezionandosi a vicenda.
Simona con lo scrittore e giornalista di Repubblica, Enzo Bianchi, priore della Comunità ecumenica di Bosè (Cn).
5
Inizierà tra poco il periodo nostalgico dell’Autunno e per chi
è andato in viaggio durante l’estate è un momento denso di
ricordi.
Ripropongo degli schizzi di memoria di quello che doveva essere
un viaggio nel deserto.
VOGLIA D’AFRICA
Ero eremita sui Colli Euganei e sognavo un viaggio nel Sahara.
Venne a trovarmi un amico, ex allievo dell’Università (La
Sorbona n.d.r.) e che adesso insegnava all’Università di Rabat.
Aveva affittato una casa nell’estremo sud del Marocco, in una
piccola oasi e mi disse: “In questa casa non abito più di un mese
l’anno: Se vuoi prenderla come punto di partenza, in esplorazione
del deserto, vacci pure”.
Decisi di cogliere l’occasione al volo e dopo aver consultato
tutti i libri scritti sulle diverse problematiche del deserto nelle
lingue che mi erano famigliari, partii. Il viaggio non è solo
ritrovarsi nel deserto, ma decisi, come un viandante, di prendere
il tempo del respiro, cioè, del passaggio lento da un luogo
conosciuto ad un luogo ignoto, malgrado la lettura di tutti quei
libri.
ILVIAGGIO
Presi il treno a Verona e, attraversando la Francia, paese a me
familiare, mi ritrovai a gironzolare in Spagna. Mi era sempre
piaciuta la città di Toledo. Non solo per i suoi musei dove per
ore, da solo o con un amico, ero rimasto in contemplazione
davanti alle opere di El Greco, ma per l’ambiente umano.
L’albergo che scelsi dava sulla piazza Zarzuela e la vita proseguiva
il suo corso fino all’alba perché, dicono i toledani, il momento
migliore per prendere sonno è quando spunta l’aurora. Poi mi
addentrai in Andalusia dove le mie ricerche sul mondo romano
invadevano la mia memoria. Non si deve dimenticare che uno
degli imperatori più affascinanti, Adriano, è nato e cresciuto
a qualche decina di chilometri da Siviglia. Poi ho attraversato
lo stretto di Gibilterra e il mondo cambiò. Ero immerso nelle
folle chiassose dell’Africa, nel disordine, nel mondo degli
uomini. Non ci si accorgeva nemmeno di tante donne velate
che quasi scivolavano nelle strade strette,occupate nelle loro
faccende familiari.
TANGERI
Tangeri è una ittà complessa, con il suo porto, dagli incontri
sempre ambigui, dai comportamenti spesso violenti. E’ città
internazionale, città “franca”, dove i grandi palazzi patrizi, ormai
ridotti ad alberghi di lusso, si ergono in mezzo ad edifici di
nessun interesse tra un formicolare di bambini curiosi e invadenti.
LA VERA AFRICA
Ma quella ancora non era l’Africa che mi aspettavo. L’ho
incontrata qualche centinaia di chilometri a sud. In un attimo
improvviso. Per me sconvolgente. Attraverso un altopiano che
poteva dirsi deserto perché bruciato dalla calura estiva. Era il
tramonto. Il sole sfiorava l’orizzonte e, attaccato all’aratro, un
cammello camminava. Sembrava una sagoma in un paesaggio
totalmente diverso, irreale, fantomatico. Pensai subito: ci sono!
Sguardo oltre l’orizzonte
Avevo ancora parecchie centinaia di chilometri da fare per
arrivare all’oasi. Attraversai i monti dell’Atlante che in realtà,
per noi occidentali, è ancora deserto. Le oasi di montagna si
incontrano dietro la piega rocciosa di monti ma sembra siano
irraggiungibili. Ad una curva della strada si vede, in un istante,
una radura verde picchettata di macchie marroncine: le case.
In quest’aria rarefatta le distanze esatte sono difficili da stabilire.
Me ne renderò conto, in modo più acuto e, vedremo, anche
pericoloso, nel gran deserto. La differenza sta nella percezione
opposta: nell’Atlante la percezione delle distanze è accorciata.
L’oasi, che si vede lontano, si raggiunge in poco più di un’ora.
Nel deserto, il punto che ci servirebbe di riferimento, sta a
qualche ora o a quattro, cinque giornate di cammino. Se avevo
riconosciuto l’Africa alla vista di quel cammello lavoratore,
riconobbi, dopo l’Atlante, il deserto, nella sua estensione
sterminata, piatta, ma di colore variegato, dallo spazio che si
apriva davanti a me, senza nessun orizzonte. Mi misi in cammino
e non mi accorsi nemmeno di attraversare la bella città di
Tarondant. Qualche turista la conosce per aver fatto una
scampagnata dalla base turistica e totalmente occidentalizzata
di Agadir e aver pensato di conoscere tutto il profondo Marocco.
Non seguii la via costiera dell’Atlantico: la conoscevo già bene
e mi inoltrai nell’Atlante, il più meridionale, dell’Atlante
sahariano. Le oasi sono poco meno aspre di queste colline
rocciose, molto friabili. Qui, al posto del cammello, sono le
donne a tirare l’aratro. Tutta questa immensa zona è di uno
strano fascino. L’occidentale non è solo totalmente spaesato,
ma completamente smarrito. Però indugiai a lungo prima di
passare ai fianchi meridionali di questo Atlante, dove sapevo
che a qualche centinaia di chilometri di deserto mi aspettava
un puntino verde: l’oasi. Ci arrivai di sera. Non era ancora
buio, o almeno lo credevo, perché a questa latitudine non c’è
tramonto. Si passa dalla luce del sole, quando si è fortunati, a
quella della luna. Se no, il cielo è uno scintillio di stelle, come
se un seminatore celeste avesse sparso su questo terreno una
manciata di seme da far germogliare.
Ero arrivato a casa e forse, la prossima volta, vi racconterò che
quello che doveva essere un viaggio divenne un soggiorno di
ben cinque anni.
(CONTINUA)
6
La sera del 6 agosto si è svolta a Brucciano la solenne
processione di S.Sisto, Patrono del paese.
Ha presieduto la cerimonia
religiosa Don Riccardo, parroco di Poggio Garfagnana,
coadiuvato da Don Giuliano
di Careggine, Don. Emiliano
di Brucciano e Don Ascanio
di Pontecosi. Ha prestato
servizio la Filarmonica di
Barga.Presente anche
l’Amministrazione Comunale con il Vice Sindaco
Roberto Bertoncini e gli Assessori Bruno Pieroni e Richard Boni. Al termine della
cerimonia, come di consueto, un succulento banchetto
organizzato dalle massaie del
paese.
Ricordate la poesia di Geri
di Gavinana “Molazzana
1945”?
“…ma la tristezza
dentro me rimane,
e ripensavo giù l
ungo la via alle tre
vecchie e povere
campane distese in terra
senza melodia…”
Il poeta era salito fino a
Molazzana (“….che io dei
monti son fedele amico…”)
e in Castello si era trovato
di fronte alle rovine del
campanile distrutto dai
bombardamenti e, tra le
macerie, aveva scorto le tre
campane miracolosamente
integre.
Cinque anni più tardi, i paesani, sotto la guida dell’arciprete Don Antonio
Vannucci, ne issarono due su delle grosse travi.
Le si suonava in piedi spostando con le mani il “batacchio”.
Il nuovo campanile sorse anni dopo.
La foto, che ci ha concesso il dottor Giorgio Abrami, rende superflua ogni altra
descrizione dell’originale struttura.
Nell’immagine, a far emettere rintocchi, è proprio l’arciprete.
Coronarono il loro sogno d’amore a Cascio il 12 settembre di cinquant’anni fa.
Nella chiesa di San Lorenzo fu don Dino
Landi ad unirli in matrimonio.
Maria Rosa Bacci e Quinto Toni (nella
foto) insieme alla figlia Lucia hanno
ricordato e festeggiato l’evento.
La Pania porge loro fervidi auguri di buon
... proseguimento.
Auguri e congratulazioni anche ad Assunta Franchi e Pietro Valdrighi abitanti
a Cascio in località Ca’ di Matteo che
hanno raggiunto la stessa meta. Si erano
sposati nella stessa chiesa parrocchiale
nel 1959, due giorni prima della festa del
Santo Patrono.
Molazzanesi doc sono invece due altri
sposi d’oro: Anna Maria Bonini e Vasco
Battaglia. Le loro nozze furono celebrate
nella chiesa di S. Bartolomeo da Don
Antonio Vannucci il 26 settembre di
mezzo secolo fa. Ad multos annos.
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(2a parte)
L’anno dopo arrivai a Montaltissimo distante pochi chilometri
da casa. Conoscevo già molte
persone del posto.
La situazione era migliore che a
Vetriceto perché c’era la luce
elettrica e la strada carrozzabile
quasi terminata.
Funzionava una pluriclasse
composta da una decina di alunni.
Ne ricordo alcuni davvero bravi
e tutti sufficientemente dotati.
Non ricordo in quale periodo
dell’anno, l’argomento ricorrente
riguardava la nascita di un vitellino. Finalmente una mattina
mi venne incontro la scolaretta
interessata all’evento. Una bimba
ricciuta, con occhi vispi e neri
come il carbone. Gridò: <<E’
nato! E’ nato il vitellino>>. Poi
si mise a raccontare: <<Verso
mezzanotte la vacca muiava,
muiava. Il mio babbo la accarezzava. Il vitellino veniva fuori per le
gambe allora il mio babbo andò a chiamare il Settimo che ha tanto bel garbo e
lu’ l’ha girato e l’ha fatto nasce. La vacca
lo leccava… Dopo il mio babbo ha buttato la “purga” nella concimaia>>.
Io non sapevo che la placenta fosse chiamata così e chiesi: “Cos’è la purga? Rispose: << O maestra, ma dove stava il vitellino nella pancia della vacca!>>. Mi
guardò con aria di superiorità poi, impettita e sculettante, andò al suo banco”.
Nessuno degli altri bimbi commentò, ma
certamente pensarono: <<Che maestra
ignorante!>>.
A Molazzana, dove ormai ero titolare da
tempo, ricordo, in una seconda classe,
stavano leggendo a voce alta un racconto
dove una cicogna porta un bambino in
una borsa.
Mi chiedono: <<E’ vero maestra?>> Rispondo: <<Non credo proprio che un
essere così delicato e importante venga
affidato ad una cicogna>>. Fu una gara
di mani alzate: “Io sono nata sotto i fiori”,
“io sotto un cesto d’insalata”, “io sotto
un cavolo”…. L’unica a non esprimersi
era una bimba grandicella proveniente
da una famiglia di contadini, fino ad allora
seria e silenziosa. Scoppiò in una fragorosa
risata tra lo stupore dei compagni. Lei
sapeva come stavano veramente le cose
perché più di una volta aveva assistito
nella stalla ad un parto della sua mucca.
I ragazzi guardano, conoscono, osservano
in maniera impensabile, poi ricollegano,
traggono conclusioni.
Un giovedì, giorno di vacanza per chi
faceva scuola mattina e pomeriggio, andai
a Castelnuovo dove da sempre c’è mercato e su una bancarella mi comprai un
paio di orecchini di madreperla per poche
lire.
La mattina dopo li misi ed andai a scuola.
Avevo una classe di poche femmine ed
un solo maschio. Erano ragazzi allegri,
sereni ed era piacevole lavorare con loro.
Spesso le bimbe sfottevano il maschio
non proprio molto studioso, ma buono e
con uno spiccato senso dell’umorismo.
Prima dell’intervallo decidemmo di leggere silenziosamente un racconto. Ad un
certo punto il maschio mi chiede:
“Maestra, che vuol dire – incantevole?”
Risposi: “Più che bello, bellissimo!”
E lui: “Allora lei stamani è incantevole!”
In classe ci fu un attimo di silenzio poi
una risata sonora che diventò baldoria.
Rivedo lui con gli occhi contenti e furbi.
Non sono mai riuscita a capire se era
convinto di ciò che aveva detto o mi
aveva voluto sfottere.
Mai più mi fu detta una cosa così bella.
“Grazie, Giulio” gli dissi.
In ogni tempo e in ogni scuola ci sono
sempre stati elementi irrequieti e fonte
di disturbo.
In quel pomeriggio era difficile lavorare
perché volavano in aria pennelli, colori
e oggetti vari. Per evitare pericoli a cose
e persone decisi di trasferirmi, con l’autore
di quel caos, in un’altra aula dove tentai
di avviare una conversazione sul tempo
libero. Passatempo principale: la televisione. Cosa ti piace di più guardare? Cartoni animati! “ Soltanto quelli?” Risposta:
“ Anco le donne nude! La sera tardi!”
Fece un salto verso la lavagna. “Ora te
ne disegno una”. Riuscii in tempo ad
evitare che ciò accadesse.
Sono tante le cose belle e brutte che
accadono quando si sta per tanto tempo
in mezzo ai ragazzi.
Poi arriva “la brutta bestia”, la vecchiaia,
come diceva mia nonna e le rivivi nel
ricordo. Continui a seguire i tuoi alunni,
gioisci in cuor tuo per i lieti eventi e per
i loro successi, piangi per gli assenti”senza
ritorno” che non sei stata capace neppure
di accompagnare nell’ultimo viaggio.
Sono molti, troppi. Ti domandi: “Perché?”
ma nessuno sa darsi una risposta. Spesso
le regole del mondo cambiano il loro
corso abituale.
Wanda Rubini
8
materiale su cui comporre rime raccontandogli fatti seri e, più spesso, meno seri
intorno ai quali il nostro autore cuciva
le sue poesie.
“Il Poeta aveva estro”, dice Moro Battaglia
di Cascio, nipote di Alberto e fedele
custode orale dei suoi sonetti, “bastava
raccontargli uno schizzetto di quel che
era successo e poi ci pensava lui a imbastire la storia…”. Così, intorno ad un
camino acceso d’inverno o fuori al fresco
d’estate, le serate venivano spesso animate
dai versi del nostro poeta.
Pubblichiamo di seguito la trascrizione
di uno dei sonetti, ancora inediti, di
Alberto Battaglia dettatoci dalla memoria
del nipote Moro.
La storia si svolge a Cascio. E’ una sera
d’inverno e mentre un gruppo di amici
si ritrova in compagnia al Dopolavoro,
comincia a nevicare. Gino Cozzi, buon
bevitore, quella sera non ne vuol sapere
di tornare a casa a piedi perché non si
vuol bagnare con la neve e così gli amici
devono inventarsi un modo per portarlo
fino al Torrione dove egli abita. In seguito
la vicenda viene raccontata al Poeta e
lui non perde occasione per metterla in
rima.
Cadeva la neve dal cielo e la strada copriva
e il Cozzi1 nel Dopolavoro con la comitiva
pensava che a casa ha da andare e “i piedi
toccare a terra io non voglio;
la neve mi fa un brutto effetto perciò in un
valletto mi avete a portar”.
Provammo con un’asse ma parve non ci
stasse
su una scala si mise ma tutto fu invan
segue a pag. 9
Come ricordano Aldo Bertozzi e Floriano
Moni nell’introduzione del loro libro
Persone e personaggi del comune di Molazzana, anche il nostro territorio “ha avuto
le sue figure di spicco, individui che si
sono fatti onore in settori disparati, dando
lustro, con la loro attività, al Comune
ove nacquero e in cui operarono”. Fra
questi individui viene ricordato anche
Alberto Battaglia, poeta nostrano nato
a Vescherana, località di Molazzana, nel
1903.
A lui e alle sue composizioni il nostro
Comune aveva già reso omaggio nel 1987,
curando la pubblicazione di una selezione
delle sue poesie, in un volume dal titolo
“Da un colle fiorito”. In questo modo le
rime del “Poeta”, così soprannominato
da chi lo conosceva, sono state fortunatamente stampate su carta e assicurate
alle generazioni future.
Prima della pubblicazione di questo libro
però, le poesie di Alberto Battaglia avevano trovato spontaneamente modo di
essere conosciute, da una buona parte
della popolazione, attraverso un altro
canale di diffusione: quello della trasmissione orale.
Durante le serate a vejo, o in momenti
di ritrovo comune come la vendemmia
o la cucina del maiale, non mancava
infatti chi allietava la compagnia cantando, su diverse arie, i sonetti del Poeta.
Le rime del Battaglia nascevano da una
vivace quanto attenta osservazione della
vita e degli accadimenti paesani e molto
spesso erano gli amici che gli fornivano
Nel pomeriggio di sabato 19 settembre, a cura
della comunità dei SS.
Filippo e Giacomo, si è
svolta a Montaltissimo
la festa solenne in onore
di Maria SS.Addolorata.
Dopo la celebrazione
della S.Messa da parte
di Fra’ Benedetto Mathieu, è seguito il ringraziamento di Marco Franchi, cui è dovuto il
restauro, a spese proprie
e della madre Beatrice,
dell’abito della statua,
eseguito dalle Suore Benedettine del Monastero
di S.Lucia in Trevi
(PG). I paesani hanno
infine offerto ai numerosi intervenuti un succulento rinfresco.
(nella foto: Marco Franchi e Antonella sotto la
statua di Maria SS. Addolorata, che indossa
l’abito restaurato).
9
E’ il 3 agosto 1959, lunedì.
Sono arrivato in Garfagnana da pochi
giorni con i miei genitori, prendendo
possesso delle stanze messeci a disposizione dal nonno per le ferie estive. Sono
stato promosso in II media ed il trasferimento a Sassi rappresenta, per me, gratificante premio per l’impegno profuso sui
banchi di scuola.
Questa mattina, appena sveglio, mi sono
lavato il viso dopo aver versato, con la
brocca smaltata, l’acqua nella bacinella,
asciugandomi quindi con la bianca salvietta di lino dalla lunga frangia che
porta le iniziali della nonna, Z. M. (Zelmira Magnani) ricamate a rilievo.
Sul tavolo di legno con ripiano di marmo
della cucina, la mamma ha già riempito
la scodella con il latte della Farfalla (una
delle mucche allevate dal Pietro Tognocchi nel podere del ‘Monte’, condotto a
mezzadria con il nonno). Nel bianco,
fumante liquido, sul quale galleggia un
sottile strato di panna, ho intinto una
fetta di polenta gialla, ricavandone una
gradevole sensazione.
Dopo colazione, vestito con una semplice
canottiera bianca, un paio di pantaloncini
azzurri con l’elastico in vita e due scarpette da ginnastica, sono uscito a giocare.
Sono amico di tutti i miei coetanei di
segue da pag. 8 - I SONETTI DEL “POETA”
E al fin dovemmo far secondo il suo progetto
portarlo sulle spalle seduto in valletto.
Portarlo dovette uno solo ed era il Dottore2
Luigiotto3 e Ginetto4 seguivan da scorta
d’onore
E il Cozzi che in groppa viaggiava
sul trono sembrava il Negus Ras Tafari
Tenendo ugualmente il suo ombrello
E al proprio castello si fece portar
Giungemmo alla corte si aprirono le porte
e il seguito con arte depose il suo re
Dall’alto cocchio dell’umana portantina
e appena fummo dentro ci condusse giù
in cantina
E allegramente là tra il vino più squisito
lo toglie il turicciolo a un bel pistone
d’appassito.
1 Gino Cozzi di Cascio
2 Gino Guidi di Cascio, soprannominato il Dottore
3 Luigi Cassettari di Cascio
4 Gino Guidugli di Cascio
Sassi, ma i miei compagni più cari (anche
per la vicinanza delle rispettive case)
sono il Valeriano ed il Giulio.
Oggi abbiamo deciso di giocare “agli
esploratori” e ci siamo addentrati – immaginando di essere Marco Polo, Cristoforo Colombo, Magellano - nella casaccia
(come la gente chiama le case diroccate
a seguito dei bombardamenti) posta a
lato della strada principale del paese,
davanti alla chiesa, dove si trovano alte
ortiche, ma anche qualche lampone.
Quando ci stanchiamo, cambiamo gioco,
optando per due tiri al pallone nell’aia
dei Pucci, a sinistra della chiesa. La palla
- marca Superflex Paravinil, acquistata
all’appalto, dall’Omero spendendo100
lire – ha il difetto di bucarsi con una
certa facilità, costringendoci, in tal caso,
a cambiar tipo di divertimento.
Mentre stiamo giocando, sentiamo salire
dal forno del bar Pucci l’inconfondibile
profumo del pane fatto dalla Giulia e
gliene chiediamo un pezzetto da mangiare, ma è caldo e ci potrebbe far male, per
cui lei, dolce e premurosa come una mamma, ci invita a tornare un po’ più tardi,
che ce lo darà senz’altro.
Intanto arriva mezzogiorno e si deve far
ritorno a casa per il pranzo; nessuno naviga nell’oro, ma a tavola c’è sempre
qualcosa di buono. Oggi la mamma ha
preparato la pasta con i fagioli (secondo
una ricetta appresa dal nonno Agostino)
e, siccome non c’è altro tipo di pasta, vi
ha spezzato dentro un po’ di spaghetti.
Di secondo c’è il baccalà e, per me che
non amo il pesce, degli ottimi pomodori
e qualche fiore di zucca fritto. Susine per
frutta. Ho mangiato benissimo.
Avendo ottenuto dai miei il permesso di
non andare a fare il consueto, ma odiato,
pisolino pomeridiano, alle due sono già
in strada con i miei amici.
Le piccole vie del paese sono lastricate
con sassi rotondi tra i quali spunta l’erba.
Per raggiungere i posti vicini, ma fuori
dal paese (Sassi di Sopra, la Madonna
della Neve, il Pianello, Muvico) ci sono
stradine ancor più piccole, strette fra siepi
di bosso. In paese ed in questi viottoli
non è raro veder passare le mucche e,
sulla via per Castelnuovo, anche i micci.
Vicino alla chiesa di S. Rocco c’è un
cumulo di rena. Quale miglior occasione
per utilizzarlo allo scopo di creare una
pista per far correre le tegline, i tappini
delle bottiglie di birra Itala Pilsen,
dell’aranciata Nocera Umbra, del chinotto
S.Pellegrino, che raccogliamo fuori dal
bar del Dino o del Pietro Pocai, a Eglio?
Per la pista uno di noi tre, a turno, si
siede per terra e gli altri due lo tirano per
le gambe; così, strisciando sulla sabbia
con il sedere, si crea un avallamento dai
bordi rialzati che diventa, a seconda dei
casi, un autodromo o un velodromo.
A metà pomeriggio ci sono due appuntamenti irrinunciabili: prima la merenda,
un panino imbottito (di formaggio o
mortadella) fattoci dal Lino: è uno sfilatino di almeno 250 grammi, ma viene
fatto fuori in un batter d’occhio, subito
dopo si va “alle vacche” con il Giuseppe
Tognocchi, cambiando ogni volta itinerario e immaginando che il percorso dalla
stalla al luogo del pascolo (in Borelli, in
Strampaiana, in Valli, alla Capannella o a
Monti d’Anima) sia una tappa del giro
d’Italia e le tre mucche del nonno (la
Bianca, la Farfalla e la Perla) tre campioni
del pedale.
Al pascolo dobbiamo star attenti: la vacche non devono rimpinzarsi di erba medica, né sconfinare nei campi di altri
agricoltori. A volte, presi dai giochi, non
ci ricordiamo dei nostri doveri, rinvenendoci quando le bestie sono già lontane.
Bisogna tirare a sorte chi dovrà andare
a riprenderle per ricondurle ai pascoli
adatti; chi viene designato dalla ‘conta’
mugugna un po’, ma sa che bisogna andare, e va. A volte però qualcuno di noi
ha qualcosa che interessa agli altri (un
giocattolo, un giornalino, una figurina)
e la cosa diventa strumento di corruzione.
Nei prati facciamo la sdruzzarella sedendoci su assicelle di legno che, a furia di
scivolare sull’erba, diventano lisce come
vetri e ci lanciamo in inebrianti e pericolose discese senza freni, a volte finendo
in qualche palancita, graffiandoci per
bene.
Alle 7 si torna a casa e, in qualche caso,
ci divertiamo con passatempi non lodevoli, come quando svelgiamo i catri per
farli andare a rutola.
A cena trovo una buona pasta asciutta
condita con l’olio, un pezzo di cacio,
verdura e frutta di stagione. Per bere c’è
l’acqua della fontana, attinta con la paiulina e, per i grandi, il vino striscìn, tanto
aspro che, vien detto ridendo, occorre
legare chi lo beve con un cavestro, onde
non fargli fare uno schizzo fino al soffitto.
Dopo cena si gioca a pompa sulla piazzetta
della fontana del Pozzo fino alle 9,30,
quando un richiamo imperioso, che non
consente possibilità di replica (“Ragazzi,
è ora di andare a dormire”) ci obbliga a
far ritorno alle nostre case.
Siamo stanchi, ma felici.
Questa sì che è vita!
Aldo Bertozzi
10
C’era anche Elio Bortolotti, 87 anni,
superstite nell’eccidio del Monte Rovaio,
alla commemorazione dei partigiani del
“Gruppo Valanga” (v. l’intervista su La
Pania n.75, settembre 2007).
Come è noto, in un’azione di rappresaglia
dei nazifascismi, il 29 agosto del 1944,
morirono 19 partigiani tra cui Leandro
Puccetti, studente in medicina, che comandava il Gruppo.
La cerimonia, nel 65° anniversario
dell’evento, era iniziata presso il cimitero
di Gallicano. Alla presenza delle autorità,
era stata deposta una corona sulla tomba
di Puccetti. Successivamente, al Piglionico, località in comune di Molazzana,
nella cappellina fatta erigere in onore dei
caduti, fra’ Benedetto Mathieu ha celebrato la Santa Messa. All’omelia, ha tra
l’altro detto:”Le ricorrenze diventano semplici automatismi della memoria se dietro di
esse non ci sono prospettive per il futuro”.
Ha sviluppato poi questo concetto con
la consueta chiarezza, sottolineando il
valore della giustizia, centrando appieno
il significato della cerimonia.
GLI INTERVENTI
Il Sindaco Rino Simonetti, visibilmente
commosso, ha ringraziato gli intervenuti,
in modo particolare Elio Bortolotti e le
figlie di Viola Bertoni, medaglia d’oro,
che i partigiani chiamavano “mamma
Viola”.
L’Onorevole Raffaella Mariani ha ribadito
come gli eventi di quell’Agosto di 65
anni fa, costituiscano una delle pagine
più tragiche della storia della nostra zona.
Devono essere motivo di continua riflessione soprattutto per le giovani generazioni.
Il Senatore Andrea Marcucci, citando
un filosofo spagnolo, ha sottolineato come
“chi non ricorda il passato, è condannato
segue a pag. 11
11
segue da pag. 10 - La commemorazione del gruppo Valanga
prima o poi a doverlo rivivere”. Ha poi
aggiunto: “anche certi affanni che si prospettano e di cui parlano i media per la non
lontana ricorrenza dei 150 anni dell’Unità
d’Italia, sono segnali forti che invitano a non
abbassare mai la guardia, ad essere sempre
memori dei valori che spinsero a combattere
i partigiani del Valanga”.
guerra e dei successivi avvenimenti. Giannecchini ha poi donato al Sindaco Simonetti un quadro che illustra i luoghi
dell’eccidio e le varie postazioni occupate
dagli uomini del “Valanga”. Ha inoltre
fatto omaggio al nostro Comune di una
copia del manifesto funebre che annuncia
la morte di Leandro Puccetti.
L’ORAZIONE UFFICIALE
Oratore ufficiale della celebrazione era il
Direttore dell’Istituto Storico della Resistenza, Ilio Giannecchini, che ha ricordato uno per uno i partigiani scomparsi,
esaltandone l’eroico comportamento.
L’Istituto da lui diretto ha inoltrato, già
da tre anni, la richiesta, molto documentata, perché sia conferita la medaglia
d’oro ai 16 comuni della Garfagnana, che
più di altri hanno sofferto le ferite della
LE AUTORITA’
Alla cerimonia erano inoltre presenti con
i labari: il Sindaco di Barga, Marco Bonini; il Sindaco di Gallicano, Maria Stella
Adami; l’Assessore Provinciale Emiliano
Favilla; l’Assessore Pietro Onesti, in rappresentanza della Comunità Montana
della Media Valle del Serchio; l’Assessore
ai lavori pubblici e ambiente di Castelnuovo Rangone (Modena), Benedetta
Brini; il Consigliere del Comune di An-
zola nell’Emilia, Carlo Castellucci (n.d.r.:
Anzola è il Comune dove abita Elio Bortolotti); il Consigliere Rocco Iacopetti,
per il Comune di Vergemoli; il Consigliere del Comune di Castelfranco
nell’Emilia, Matteo Silvestri.
Per il nostro Comune hanno presenziato
alla manifestazione anche gli Assessori
Bruno Pieroni e Richard Boni, i Consiglieri Pietro Biagioni, Giuseppe Carli,
Davide Togneri, Ivo Poli, Loriano Pocai,
Chiara Rossi e Nicola Rossi.
Sono intervenuti altresì: l’Associazione
Italiana degli Autieri, l’ A.N.P.I.,
l’A.N.A., i militari della Stazione Carabinieri di Gallicano e della Guardia di
Finanza di Castelnuovo Garfagnana, il
Dottor Gianberto Giorgi comandante
dei vigili del gruppo “Garfagnana Uno”.
F.M.
“Il pellegrinaggio risponde ad un’esigenza insita nel cuore della persona umana, quasi un’inquietudine, un’insoddisfazione che spinge ad andare sempre
oltre, alla ricerca di qualcosa di più grande, di più bello, di più vero” (da “Tutto su Lourdes” ed. Città nuova).
Quello iniziato il 5 settembre u.s.è stato il terzo pellegrinaggio a Lourdes organizzato da frà Benedetto Mathieu. Vi hanno preso parte una
cinquantina di persone provenienti dai paesi di cui frà Benedetto è parroco. Oltre alla visita alla Grotta delle Apparizioni, i pellegrini hanno
condiviso vari momenti liturgici di grande spiritualità durante i quali un pensiero speciale è stato rivolto ai malati delle varie comunità. La
gita a Lourdes ha permesso anche di visitare le città di Carcassonne e Avignone ed altri celebri monumenti di interesse turistico.
12
Mamma ti presento
Facebook!
Sono anni, questi, dove l’evoluzione tecnologica è impressionante e anche un
esperto fatica a restare al passo con i
tempi; figuriamoci la difficoltà che può
avere una persona abituata a cose concrete, visibili, a comprendere un universo
nuovo come quello virtuale di internet.
Mi sono trovata mille volte davanti al
computer nella mia camera, intenta a
spedire l’ultima mail, con la mamma che
dal salotto urlava : “è pronta!! La finisci
con quell’affare stupido…a che servirà?!?”.
Altrettante mille volte ho provato a rispondere a questo quesito..
Tanto per cominciare, internet è una
risorsa insostituibile, è un’innovazione
che ci permette di accedere a qualsiasi
tipo di informazione, dalla più banale,
come può essere la consultazione di ricette
di cucina, o del meteo, fino a cose molto
più utili; si possono frequentare veri e
propri corsi universitari on-line o parlare
con persone dall’altra parte del mondo a
costo zero.
Per comprendere, invece, il fenomeno
Facebook bisogna fare un ulteriore passo
avanti. Questo social network è nato per
raccogliere e tenere in contatto gruppi
di amici sfruttando appunto internet e la
sua diffusione. E’ stato inventato da uno
studente americano, Mark Zuckerberg,
che non voleva perdere di vista i suoi
amici alla fine del college, e come spesso
accade a una cosa nata per caso, si è
diffuso fino ad oltrepassare i confini degli
Stati Uniti ed è arrivato in tutto il mondo
con oltre 250 milioni di utenti. Il meccanismo è molto semplice: ogni persona
iscritta, tra l’altro gratuitamente, dispone
di una pagina personale cui può accedere
da un qualsiasi computer mediante una
password, esso può modificare questa
pagina, come fosse il proprio diario, o la
propria agenda, scrivendo notizie personali, aggiungendo foto, video e quanto
sia di suo interesse, inoltre ogni utente
ha una propria lista di amici che sono
connessi a questa pagina, possono vedere,
commentare, lasciare messaggi
all’interessato, che a sua volta lo può fare
nella pagina dell’amico; in questo modo
si crea una vera e propri rete di amici, si
possono così scoprire passioni, interessi
e novità di amici che per una ragione o
per l’altra abbiamo perso di vista. Su
Facebook è inoltre possibile raccogliersi
in gruppi a sostegno o contro determinate
cose, ad esempio contro l’abbandono degli
animali o a sostegno di una squadra di
calcio. I gruppi che si formano sono i più
svariati, esistono anche gruppi simpatici
che prendono in giro avvenimenti o personaggi, per fare due risate.
Insomma mamma, io penso che quell’
“affare stupido”, come ti piace chiamarlo,
non è poi così stupido. Facebook è diventato un “luogo” dove riunirsi e condividere
un po’ di più le nostre vite, per sentirsi
più vicini a persone lontane, per sostenere
cause che ci stanno a cuore e rendere un
po’ più umano e conviviale il mondo
virtuale di internet. E’ per me la dimostrazione che la tecnologia fredda e a
volte fine solo a se stessa, si può sviluppare
ed evolvere in cose concrete e fruibili da
tutti.
La stagione delle
mele cotte
L’estate ormai si è esaurita, il sole caldo
e potente dell’estate ha lasciato spazio
alle nuvole che spesso ricoprono il nostro
cielo come un mare di panna morbida.
Le piante riprendono vita sotto la prima
pioggia, che quest’anno ha particolarmente tardato ad arrivare. Se le guardiamo
attentamente sembrano sorridere come
sotto una rinfrescante doccia. Finalmente
smettiamo di annaffiare gli orti, ormai
semivuoti, e lasciamo che la pioggia disseti
la terra arida, a volte crepata.
Le voci che riempivano le piazze e le
botteghe sembrano eco lontane, quasi
mai esistite, si sente solo il vento che
spazza via la polvere e stacca le foglie
secche, e la pioggia che batte e lava purificatrice ogni cosa.
Il paesaggio è cambiato e anche lo stato
d’animo sembra mutare con l’accorciarsi
delle giornate, c’è chi sorride aggiungendo
una coperta al letto attendendo dolcemente il Natale e chi malinconico ripensa
alle belle giornate fra feste e gavettoni.
Tutti si ritirano nelle case calde, fra poco
si riaccendono i camini e lo scoppiettare
della legna ritornerà a breve il rumore
che accompagna le giornate fredde delle
case garfagnine. Anche sulla tavola si
vedono i cambiamenti, non ci sono più
le fresche insalate estive, ma fumanti
minestre, niente più sorbetti ghiacciati,
c’è bisogno di qualcosa di più caldo e
nutriente, si riaccendono i forni e si prende il frutto più abbondante dei nostri
coppi, giù un po’ di zucchero ed ecco qua
le mele cotte…Ahh!!adesso ricordo perché amo tanto questa stagione..la mia
novantenne nonnina ricorda ancora
quando, dopo aver fatto il pane, infornavano interi tegami di mele.
Se qualche raggio di sole riscalda ancora
un po’ la terra arriveranno anche i funghi,
e non manca molto alla vendemmia, ho
sentito dire che quest’anno sarà una grande annata. Ci ritroveremo davanti al
camino a sgranocchiare le mondine fresche e aspetteremo in gloria che scenda
qualche fiocco di neve. I colori accesi
dell’autunno presto ci riempiranno gli
occhi.
Finalmente è arrivata la stagione più
romantica dell’anno.
13
In questa bella foto di Giancarlo Carli, l’Ottavio dà prova della sua abilità
nel “rivoltare” le castagne in padella, senza che ne esca fuori una. Imparate gente!
Sabato 5 settembre 2009 vi e’stata la
visita a Barga e Sommocolonia di Joseph
Hairston, veterano artigliere dalla 92a
Divisione Buffalo impegnata nel dicembre
1944 nella nostra zona durante il conflitto
mondiale.
Mr Hairston ha voluto visitare oggi, in
tempo di pace, i luoghi che ha visto durante il conflitto; Barga, Sommocolonia,
Gallicano e anche Molazzana. Classe
1924, nato in Virginia, oggi vive a
Washington DC, ha fatto parte degli
artiglieri della Buffalo in Italia ed è amico
degli altri reduci che nel 2000 visitarono
già Sommocolonia dando il via al progetto
“Rocca della Pace, luogo simbolo della
fratellanza mondiale. Allora era arrivata
a Barga anche la vedova del tenente John
Fox, l’eroe che nella Rocca di Sommocolonia si fece cannoneggiare dall’artiglieria
amica, americana, per fermare l’avanzata
delle truppe tedesche. Un sacrificio ancora più grande perché compiuto per la
libertà di una terra
straniera. Mr
Hairston ha scoperto la targa di
intitolazione della
prima via in Italia
come “Via 92a Divisione Buffalo”. Al
termine della manifestazione verso
le ore 17.00 accompagnato dalle
associazioni “Linea
Gotica Lucchesia”
e “Divisione Buffalo” (che hanno partecipato attivamente
all’organizzazione della manifestazione)
con mezzi ed uniformi dell’epoca,
Mr.Hairston e’ arrivato a Molazzana dove
e’ stato accolto dal Vice sindaco Bertoncini e dai Consiglieri Carli e Togneri
nonchè da molte persone accorse a vedere
uniformi e mezzi d’epoca della seconda
guerra mondiale. Dopo il saluto ed il
ringraziamento della visita i rappresentanti hanno donato a nome dell’amministrazione comunale un libro sulla
Garfagnana. Al termine di un piccolo
rinfresco curato dalla protezione civile,
la carovana e’ ripartita alla volta di Barga.
Giuseppe Carli
14
L’estate sta finendo e un anno se ne
va…questa estate se ne sta andando per
lasciare spazio all’autunno e proprio ora
è il momento di dare un’occhiata indietro.
Così facendo si possono notare mesi pieni
di lavoro, di divertimento, di festeggiamenti e grandi ricorrenze per il paese di
Cascio.
10 MAGGIO:
Giornata dello sport e del Bambino
Un’intera giornata dedicata ai più piccini
del nostro comune che si sono battuti e
divertiti in partite di calcio e palla a volo,
un momento di aggregazione per tutto il
comune di Molazzana che si è ritrovato
riunito non solo per passare bei momenti
in compagnia ma anche per appoggiare
buone cause. Gli incassi della giornata
sono stati divisi per la ristrutturazione
della “Stalletta nel pezzo”, edificio in
condizioni precarie che vede le varie
associazioni del paese, la parrocchia e il
comune uniti per poterlo risistemare non
solo per un fatto estetico e funzionale ma
anche per un fatto di sicurezza. A questo
progetto sono stati destinati gli incassi
del pranzo che ha avuto grande affluenza
e si è svolto nel “Pezzo”, il prato adiacente
la piazza. Gli incassi della tombola svoltasi
nel pomeriggio sono stati destinati ai
terremotati dell’Abruzzo. Finiti i giochi
dei bambini, sono scese in campo le donne del nostro Comune che si sono divise
in due squadre.. “Scapole” contro
“Ammogliate” e si sono battute in una
partita a calcetto nel “Memorial Susanna
Biagioni” dove sono uscite vincitrici le
“Scapole”.
29 MAGGIO-26 GIUGNO:
20° Torneo di Calcetto in notturna
Venerdì 29 maggio ha avuto inizio la
Coppa Cascio che quest’anno raggiunge
il traguardo dei 20 anni. Appuntamento
importante nell’ambito calcistico della
nostra zona ha avuto una grande affluenza
non solo sulle tribune ma anche nella
zona ristorante con menù che varia, come
ormai da anni, dalla pizza, al piatto freddo
fino a primi e secondi piatti. Proprio in
occasione del compleanno del Calcetto
l’A.S.R. Cascio ha messo in palio nella
lotteria “Vinci anche tu la Coppa Cascio”
con estrazione nella serata finale, un
week-end alle Terme di Chianciano per
due persone. E’ stato disputato nelle stesse
sere un torneo giovanile, il “Trofeo
Mobilart” in palio per le squadre dei
bimbi, '98 - ' 99.
11 LUGLIO: 40 anni di Crisciolette
Grande festa alla Criscioletta, una serata
tutta dedicata a lei partendo dagli inizi
della Sagra fino ad oggi, l’evoluzione della
festa non solo nel suo ingrandirsi ma
anche nei suoi scopi che sono cambiati,
ingranditi ma che ha mantenuto al suo
centro la voglia di ‘fare’ e di aggregazione
del nostro paese. E’ stata una serata ricca
di avvenimenti che hanno spaziato dal
divertimento fino al lato commovente
di questi 40 anni.
La serata si è svolta nel centro di Cascio,
segue a pag. 15
15
segue da pag. 14
là dove nelle sue origini aveva avuto
inizio la Sagra: aperitivo in piazza sotto
i fornelli già caldi e fumanti dalla cottura
delle crisciolette, cena nel “Pezzo”, torta
di nuovo in piazza San Lorenzo dove si è
svolto il bello della serata. L’arrivo della
torta con le 40 candeline dalla porta
d’ingresso del paese accompagnata dal
consiglio direttivo dell’A.S.R. Cascio e
da molte persone attive nella vita della
Sagra fin dai suoi inizi, discorso del Presidente Alessandro Bertolini e del Sindaco Rino Simonetti che hanno ricordato
e fatto presente molti aspetti positivi di
Cascio e dell’armonia che esalta la continuità negli anni delle feste, il tutto
presentato dallo ‘show men’ Cascerotto
Abramo Rossi. Grande emozione e commozione è stata portata dalla proiezione
del filmato girato da Mauro Bertoncini
che con la sua professionalità ci ha fatto
fare un tuffo nel passato mostrando le
interviste fatte a persone che sono state
le “fondatrici” di questa festa, mostrando
il lato divertente degli inizi ma anche
quello nostalgico nel ricordare e vedere
in vecchie pellicole persone che non ci
sono più ma che vengono ancora ricordate come presenti nella vita
dell’associazione e del paese. Ma i vecchi
ricordi non sono stati evocati solo da
filmati e racconti ma anche riproponendo
il gioco famoso e tanto parlato a Cascio
..la ‘corsa coi trampoli’! Un vero tuffo
nel passato, una gara che tornava ad essere
combattuta là dove è nata, in piazza! La
serata è poi andata avanti con brindisi e
tanta musica festeggiando non solo la
Criscioletta ma anche i Cascerotti dediti
a questa festa e al loro paese.
30/31 LUGLIO 1/2 AGOSTO:
40° Sagra delle Crisciolette
Con grande successo si è svolta la 40°
Sagra delle Crisciolette, quattro giorni
intensamente immersi in Crisciolette e
non solo. Giovedì 30 luglio, serata di
apertura della Sagra con festeggiamenti
dove i nostri bambini hanno posto nel
centro del campo 40 candele,spettacolo
degli sbandieratori di Gallicano e l’arrivo
anche qui della grande torta a forma di
Cotte offerta dall’Associazione a tutti i
presenti alla serata, brindisi e ancora
baldoria per fare gli auguri alla Criscioletta
che è stata esaltata non solo nella serata
iniziale ma in tutte e quattro le sere dando
la possibilità quest’anno di poterla assaggiare accompagnata a contorni come se
fosse in una casa Cascerotta. Quattro sere
di grande lavoro e di divertimento con
ottimi risultati grazie alla grande affluenza.
10 AGOSTO: San Lorenzo
Eccoci qua. Passata la Sagra al Campaccio
‘raccattiamo i nostri arnesi’ e torniamo
in piazza, là dove tutto ha avuto inizio.
Siamo arrivati alla festa del nostro Patro-
no, San Lorenzo. Messe insieme le forze
della gente della parrocchia ci accingiamo
a festeggiare anche in questa occasione.
Ma il festeggiamento è doppio. Infatti la
serata ha avuto inizio con l’inaugurazione
del Pallaio nella zona parrocchiale adiacente la piazza che è poi diventato motivo
e luogo di ritrovo nelle ultime serate di
questa calda estate. Un buon aperitivo
sul terrazzo dell’Ada e cena ai suoi piedi
nella terrazza ristrutturata pochi anni fa
dietro la chiesa, una festa sparsa nel piccolo centro del paese. Il dopo cena è stato
allietato dallo spettacolo di cabaret e poi
per chi ha avuto voglia, allontanandosi
poco dalla festa, poteva trovare un posto
abbastanza buio per vedere le tradizionali
stelle cadenti del 10 d’Agosto.
15 AGOSTO: Santa Maria
Una festa che ha chiuso la stagione estiva,
l’ultima prima delle ferie! Anche questa
si è svolta nella terrazza dietro la chiesa,
una cena a base di grigliata e contorni…semplice perché ormai la stanchezza si fa
sentire e anche la voglia di mangiare
comincia ad esser poca viste le tante feste
e serate che hanno preceduta questa di
chiusura.
L’estate è stata piena di impegni ma…che
bell’estate!
Federico Corti
Promosso dall’Associazione
Musicale “Il Serchio delle
Muse”, nell’agosto scorso
si è tenuta a Molazzana, in
Piazza Europa, un’ esibizione di Contro Quintetto con
gli Ottoni del Maggio Fiorentino.
La manifestazione ha avuto
un largo successo.
Nella foto vediamo
l’assessore alle finanze,
scuola e cultura, Bruno Pieroni, dopo l’omaggio floreale
alla soprano Arianna Franchi, applauditissima nel corso della serata.
(Foto di Sauro Rigali)
16
Grandissima edizione quella che si è
svolta domenica 12 luglio a Sassi Eglio
del Trofeo Lino Micchi di corsa su strada.
Si sono dati appuntamento in 65 nel
pittoresco borgo abbarbicato all’ombra
delle Panie per quello che ormai è diventato un classico dell’atletica su strada
della nostra provincia.
Già durante la fase di punzonatura e
riscaldamento gli occhi del numeroso
pubblico accorso cercavano ammirati gli
atleti piu forti e fin da qui si è capito
l’altissimo tasso di qualità della corsa
organizzata dall’ASD Sassi Eglio in collaborazione con l’ Orecchiella Garfagnana.
Al via erano presenti infatti campioni di
caratura internazionale come il keniano
della Virtus Lucca Philemon Kipkering,
il giovane ruandese dell’Orecchiella Jean
Baptiste Simutake con il vice campione
del mondo 2007 di corsa in montagna
Gabriele Abate, i fortissimi marocchini
Jamali ed El Ghizlani, le punte della
Corradini Rubiera Paolo Battelli (campione in carica) e Guidetti Luigi, Massimo Mei dell’Atletica Castello con il
grande Marco Baldini del Parco Apuane
insieme a Guerrucci Marco, Lorenzetti
Maurizio e Lorenzo Checcacci, le splendide seconde linee dell’Orecchiella Orsi
Domenico, Michele Greco e Angelo
Girolami.
Inizia lo show di Simutake. Il giovane
atleta del Rwanda, in forza all’Orecchiella
Garfagnana vola via in solitaria con
un’assolo spettacolare, per il gruppetto
in caccia non c’è niente da fare che vederlo andarsene. Vola via leggero sullo
strappo della chiesa di Eglio, aumenta il
distacco nel bosco prima di tornare a
Sassi con l’erta finale e la passerella negli
ultimi 200 metri di fronte ad un pubblico
entusiasta ed ammirato dalla corsa della
gazzella africana che va a demolire il
record della corsa con 24’ e 17’, oltre un
minuto e mezzo sotto il vecchio record
di Battelli, al ritmo incredibile di 3’22”
al kilometro!
Mentre Simutake si godeva il trionfo in
solitaria, dietro scoppiava la bagarre per
il secondo posto, attaccava Kipkering
che staccava Abate di qualche metro,
nella ripida discesa finale che porta
all’ingresso del campo sportivo clamoroso
“dritto” dell’africano che andando lungo
nel curvone di ingresso sbagliando strada
lasciava via libera ad Abate che ringraziava del regalo ( Kipkering protesterà
all’arrivo con gli organizzatori per la non
chiusura del tratto) e andava a coglier
l’argento.
Incredibile finale per una corsa che ha
visto un dominatore assoluto ed una battaglia entusiasmante per le posizioni di
rincalzo. A questi fuoriclasse dlla corsa
su strada seguivano a breve distanza Mei,
Guidetti, El Ghizlani, Lastrucci Maurizio,
Simi Stefano e con il 12° posto il primo
degli atleti garfagnini al traguardo, il
gorfiglianese dell’Orecchiella Orsi Domenico.
segue a pag. 17
L’ USD MOLAZZANA INIZIA COL BOTTO
Questa la composizione del girone C di seconda categoria che comprende anche
l’USD Molazzana: Fornoli, Acquacalda – S. Pietro a Vico, Aquila S. Anna, Avane
Metato, Castelvecchio di Compito, Coreglia, Fornaci – Ania – Mediavalle, Gallicano,
Lucca Calcio, Molazzana, Montuolo – Nave, Morianese, Piazza al Serchio, Sporting
Massa Macinaia, Virtus, Vorno.
I quadri tecnici, per il campionato 2009 – 2010, degli amaranto sono questi:
Allenatore: Riccardo Mugnaini
Portieri: Roberto Biagioni, Michele Martini Adami
Difensori: Francesco Babboni, Davide Bertoncini, Cristian Bertoni, Alessio Biagioni,
Luca Biagioni, Francesco Fantoni, Alessio Malatesta, Stefano Miglianti.
Centrocampisti: Federico Babboni, Matteo Bertoncini, Alessio Papi, Davide Pieroni,
Emanuele Pierotti, Gian Marco Savoli
Attaccanti: Stefano Betti, Pier Michele Mori, Matteo Pocai
Nella prima giornata di campionato il Molazzana ha battuto il Massa Macinaia per
2 – 1 con gol di Pocai e Betti.
Nel derby con il Fornaci di Angelini, in trasferta, ha vinto per 2 a 0 con reti di
Pocai e Luca Biagioni.
Alla fine di agosto, al Campo del Monte si è disputato il “Memorial Franco Franchi”,
l’indimenticabile “Franchino” che fu tra i più convinti sostenitori dell’US Molazzana.
Se lo è aggiudicato il Real Castelnuovo davanti al Fornaci – Ania ed al Barga.
Il “Trofeo Vando Battaglia” è stato invece appannaggio del Molazzana che ha vinto
per 2 – 0 con il New Castle – Amatori, poi ha superato ai rigori la Virtus e Robur –
Castelnuovo.
Davide Togneri
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segue da pag. 16
Grande la vittoria di Silvano Fioravanti
del ASD Pontedera La Galla che con 30’
e 34” stravinceva la categoria Veterani
davanti a Lauro Ghilardi e Bertoncini
Franco.
Splendida la Laura Baldanzi del Team
Suma, vera mattatrice delle corse della
nostra valle che con il tempo di 33’17”
metteva in riga la forte Irene Nacci
dell’Atletica Valdarno. Andreotti Francesca della Silvano Fedi Pistoia e il
“cucciolo” di casa Francesca Setti, con i
suoi diciassette anni grande promessa del
futuro del l’Orecchiella Garfagnana.
Lotta a due infine nella categoria Argento
dove Castropignano Emilio delle Sbarre
Titignano ha avuto la meglio sull’omino
di ferro Giuseppe Monini (classe 1939)
e su Ponziani Daniele.
Corsa stupenda, atleti fortissimi, scenario
incantevole che ha lasciato la ribalta
subito dopo a decine di piccoli atleti che
nel campo sportivo si sono sfidati con
gare sui cento metri. Già fortissimi ed
impostati i piu grandi, teneri ma grintosi
i piu piccolini (2 e 3 anni) con il loro
pettorali e le loro scarpine da running a
far mulinare gambe e braccia a più non
posso, con i più grandi, genitori, pubblico
e addetti ai lavori, a sognare per loro il
futuro sui campi di gara più importanti.
Alla manifestazione erano presenti gli
amministratori comunali Bertoncini e
Pieroni, il prof. Mario Regoli e la vedova
del compianto Lino Micchi, Sig.ra Fulvia.
Edoardo Paladini
IMPRESA EDILE
BERTONCINI
BOTTEGA DEL
FATTORE
2-0
(Bertoncini M., Saisi S.)
La formazione dell’ Impresa Edile Bertoncini di Cascio si aggiudica il torneo di calcetto
Sassi 2009 contro la Bottega del Fattore di Fornaci di Barga per 2 a 0 bissando il
successo della prima edizione del 1990. Terza forza del torneo la squadra di Barga
Real MA CHI di Lorenzo Funai. La cosa simpatica è stata la premiazione dove il vice
sindaco Bertoncini premiava i vincitori: la sua squadra
Classifica finale
1° Classificata: I.E. Bertoncini Cascio
2° Classificata: Bottega del Fattore Fornaci di Barga
3° Calssificata: Real MA CHI Barga
Capo cannoniere: Bini Graziano Sabbiolina 12 goal
Miglior portiere: Martini Adami Michele I.E. Bertoncini Cascio
Per la prima volta la formazione della Villetta vince il torneo di calcio amatoriale, che
si svolge presso il campo sportivo di Sassi ininterrottamente
dal lontano 1995, ai calci di
rigore per 5 a 4 contro la formazione dei Diavoli Rossi di
Filicaia, terza la formazione
del Sassi-Eglio che supera per
4 a 0 nella finale di consolazione il Fornaci Spartans.
Si ringrazia anche la partecipazione dei Randagi Apuani
e degli amatori del Cardoso.
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