Libretto - Consiglio Regionale della Lombardia

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Libretto - Consiglio Regionale della Lombardia
Auditorium Gaber Palazzo Pirelli
Milano
USS Comunicazione, Relazioni esterne e Stampa
Pubblicazione a cura di Emanuele Scataglini
Progetto e sviluppo grafico a cura di Tiziana Terraneo
Organizzazione evento: Emanuele Scataglini, Donatella Modica
stampato presso il Centro stampa del Consiglio regionale
Domenica 16 ottobre si rinnova l’appuntamento con “Ragazzi che Concerto!”,
iniziativa al centro delle attività musicali proposte dal Consiglio Regionale
della Lombardia.
La rassegna è nata con l’intento di avvicinare sempre di più la nostra istituzione ai cittadini con proposte che facciano del Grattacielo Pirelli un palazzo
aperto, riconoscibile come la Casa dei lombardi.
Questi eventi hanno visto e continuano a vedere una partecipazione di
pubblico sempre più ampia e la nostra istituzione si è distinta per la capacità
di ritagliare uno spazio di intrattenimento culturale che è diventato un
elemento di eccellenza nel panorama regionale.
Crediamo che l’educazione musicale debba essere una costante nel processo
di crescita di ogni persona.
Sin dall’infanzia, infatti, l’ascolto della musica è senza dubbio un elemento
importante per il bambino, che, conoscendola, potrà così appassionarsi e
decidere di intraprenderne lo studio.
Per questo motivo, il Consiglio Regionale ha da tempo deciso di coinvolgere in
queste iniziative, scuole, accademie e conservatori di eccellenza del territorio
lombardo, affinché sia chiaro il messaggio che questi eventi intendono
trasmettere: la musica può e deve essere parte fondamentale del più ampio
percorso di “educazione alla cittadinanza”.
Siamo certi che l’esibizione dei giovani musicisti verrà accolta con gli applausi
sinceri e calorosi di un pubblico affezionato come quello dell’Auditorium
Giorgio Gaber.
Raffaele Cattaneo
Presidente del Consiglio regionale della Lombardia
16 ottobre 2016
Auditorium G. Gaber Palazzo Pirelli
Conservatorio Lucio Campiani di Mantova
Nino Rota, Celluloide Fantasy (arr. P. Vignani)
Astor Piazzolla, Libertango (arr. M. Milani)
Mario Milani, Sogni d'Irlanda (Celtic fantasy)
Mario Milani, Disegual (Echi di Spagna)
Mario Milani, Xipe Totec (Inno alla divinità Atzeca)
Mario Milani, Fantastic Suite
(Magic in the wind - Voice of the river - Beat of the earth)
Gioachino Rossini, Figaro (dal Barbiere di Siviglia - arr. M. Milani)
Orchestra dei Piccoli della Civica Scuola
di Musica G. Donizzetti di Sesto San Giovanni (Mi)
K. e D. Blackwell, Sea Suite
(Shark Attak - Barrier Reef - Cap'n Jack's Hornpipe)
K. e D. Blackwell, Hollywood Suite (Spy Movie 2 - Sad Movie - Action Movie)
Fisarmoniche: Manuela Turrini, Francesco Repici, Orlando Cino, Francesco Guicciardi, Leonardo Mondadori, Elia Braggio, A. Nicola Morelato, Valentina Morelato, Matteo Poiani, Alessandro Galimberti, Roberto Sgaria
Percussioni: Fabio Orlandelli
Pianoforte: Giacomo Saccu
Basso: Loris Lari
Direttore: Mario Milani
Piccola Orchestra Nuvolari
La Piccola Orchestra Nuvolari, nata nel 2011 all’interno
del Conservatorio di musica “Lucio Campiani” di Mana cura di tova, è composta da studenti e diplomati e diretta dal
D. Modica Maestro Mario Milani.
Questa particolare formazione mette al centro
l’ecletticità della fisarmonica, cercando di espanderne
le sonorità con un repertorio di elevata potenzialità espressiva.
Ogni brano svolge infatti una precisa tematica, dal jazz ai ritmi
etnici, dalle musiche originali dell'orchestra stessa alla musica
da film, da Astor Piazzolla alla musica contemporanea, nel
tentativo di sviluppare un’istantanea a tutto tondo di uno strumento che ha ancora molto da comunicare.
La Piccola Orchestra Nuvolari fonde il suono della fisarmonica
con quello di altri strumenti come il pianoforte, il violoncello, il
basso elettrico e le percussioni, creando un impatto musicale
inaspettato ma molto coinvolgente ed interessante.
Ha all’attivo numerosi concerti in alcuni importanti teatri tra cui
il Teatro Bibiena, il Teatro Sociale e l'Auditorium Monteverdi di
Mantova, il Teatro di Castellucchio, il Teatro Bonoris di Montichiari, la Sala Civica di Villa Poma, il Teatro Tempio e il Teatro dei
Segni di Modena, il Teatro Sociale di Villastrada.
La Piccola Orchestra è stata coinvolta, con alcuni concerti e con
la realizzazione di un CD, a Sabbioneta e Rivarolo Mantovano
nell'occasione del centenario della nascita di Gorni Kramer. Ha
inoltre partecipato alle fasi finali del Torneo Internazionale di
Musica a Parigi ed ha recentemente suonato in Germania in due
importanti concerti alla Philarmonie di Filderstadt (Stoccarda) e
alla Paulus Kirche di Ulm riscontrando apprezzamenti ed un
notevole successo.
Direttore: Salvatore Dario Spanò
Conservatorio di Musica Lucio Campiani di Mantova
Di scuola di musica a Mantova si parla fin dal tardo Settecento
con la creazione di una Colonia Filarmonica che era una diramazione della Reale Accademia di Scienze, Lettere ed Arti,
l'attuale Accademia Nazionale Virgiliana.
È infatti con un Regio Dispaccio di Maria Teresa d'Austria, che,
nel gennaio 1777, viene istituita a Mantova la prima scuola di
musica gestita da un direttorio della locale Colonia Filarmonica.
Nel novembre 1864 la Congregazione Municipale annuncia
l'istituzione della Scuola Comunale di Musica che, tre anni
dopo, cessa di essere alle dipendenze dell'Accademia Virgiliana; nel 1869, infatti, il Comune si addossa ogni responsabilità
per il buon funzionamento della scuola di musica cittadina.
Il 18 agosto 1925 la scuola Comunale di Musica viene dedicata
al maestro Lucio Campiani, della quale fu primo direttore; dal
1927 viene definitivamente stabilita la denominazione Istituto
Musicale; nel novembre 1954, diviene direttore il maestro
Narciso Sabbadini, violinista e compositore, la cui guida, durata
per quasi un trentennio, porta l'antica istituzione virgiliana al
prestigioso ruolo di Conservatorio di Stato.
Lo scopo principale del Conservatorio di Musica di Mantova è
quello di dare un insegnamento specializzato nel campo musicale, orientato alla formazione artistica, culturale e personale
dei propri studenti in un'ottica professionale, non solo in discipline di carattere esecutivo, ma anche in ambiti legati alla storia
della musica, all'analisi musicale, alla bibliografia musicale,
all'informatica musicale, alla poesia per musica e drammaturgia musicale, alla lingua straniera.
Oltre all'attività didattica, il Conservatorio di Mantova è impegnato nel campo della produzione, realizzando oltre cento
appuntamenti annuali comprendenti concerti, conferenze ed
eventi sia nella città di Mantova che nel territorio circostante,
anche in collaborazione con altri Istituti musicali.
Altrettanto importante è l'attività di ricerca, che ha portato il
Conservatorio a realizzare diversi progetti su musicisti, da ricordare quello dedicato a Luigi Gatti, compositore vissuto all'epoca
di Mozart ed attivo a Salisburgo, e Alessandro Rolla, violinista
ottocentesco e per trent'anni direttore dell’orchestra della Scala
di Milano.
Questi progetti sono legati anche alla realizzazione di mportanti
produzioni discografiche, messe in atto grazie all'attività del
laboratorio discografico del Conservatorio.
L’Istituto organizza anche corsi di propedeutica musicale per un
centinaio di bambini e ragazzi dai 5 ai 14 anni, un corso di musicoterapia e un corso di management musicale.
L’Orchestra dei piccoli nasce nel 2015 per dare agli allievi
più piccoli l’opportunità di suonare insieme fin dall’inizio
dello studio dello strumento musicale.
La pratica musicale collettiva in orchestra contribuisce
alla formazione artistica e alla crescita dell'individuo.
Orchestra dei Piccoli della Civica Scuola di Musica
G. Donizetti di Sesto S. Giovanni (MI)
Fare musica insieme stimola i bambini a sviluppare il senso dl
lavoro di squadra, il rispetto per gli altri, la disciplina dell'ascolto e il senso armonico.
Attraverso un repertorio adatto alle difficoltà di chi è appena
all’inizio di questo lungo percorso, i piccoli orchestrali crescono musicalmente e si divertono imparando l’arte di far musica
insieme.
Violini: Francesco Baisotti, Maddalena Casiraghi, Chiara Galleani,
Regina Lemei Leo, Aurora Paleari, Irene Pittelli, Lupo Sala, Anna
Spinozzi, Liliana Travaglini
Flauto: Sibilla Avesio
Batteria: Lorenzo Dallera, Amos Visco Gilardi
Maestre dell'orchestra: Alessia Rosini e Mariella Sanvito
Con la collaborazione di : Federica Gazzolla, violino; Liborio Platania,
pianoforte; Alessandro Roca, basso e il professore di batteria
Andrea Migliarini.
Direzione Civica Scuola: Bettina Ruben
Civica Scuola di Musica G. Donizetti di Sesto S. Giovanni (MI)
La Civica Scuola di Musica “Gaetano Donizetti” nasce
nel 1953, avendo iniziato la propria attività nel periodo
dopo la guerra, per favorire la formazione civile, culturale e artistica della cittadinanza.
La diffusione e la conoscenza delle arti, nella convinzione
che ciò rappresenti un momento di forte arricchimento
culturale per l’intera popolazione, costituisce uno degli scopi
principali di questa istituzione.
La scuola offre corsi specifici dei vari strumenti musicali, musica
d’insieme, coro, armonia, composizione e storia della musica,
rivolti a ragazzi e adulti, consentendo così un approccio diversificato nei confronti dell’arte della musica e delle sfaccettature
che la compongono.
Attività promosse dalla scuola sono diventate parte integrante
della vita culturale della città di Sesto San Giovanni e non solo.
Allievi e docenti sono spesso chiamati a portare la propria
musica in altre realtà quali Festival Mito, Piano City, Parking
Day, riscuotendo ampi consensi e simpatie.
Di grande valore e successo sono le collaborazioni con la Civica
Scuola di Danza A. Miloss.
Con lo spirito di diffondere la musica e portare la sua pratica e
conoscenza a tutti i cittadini, la scuola è cresciuta negli ultimi
anni e continua la sua opera formando bambini, giovani e adulti
grazie al suo corpo docente altamente qualificato.
a cura di
M. Steffani
I Compositori
Kathy e David Blackwell
Kathy e David Blackwell sono due insegnanti e musicisti inglesi. Insieme hanno pubblicato più di 40 testi dedicati a giovani
strumentisti, in particolare per violino, viola, violoncello e
musica d'insieme.
Hanno ricevuto per ben due volte il premio della Music Industries Association per la miglior pubblicazione nell'ambito della didattica strumentale.
Kathy Blackwell, ha studiato musica
presso l'Università di Edimburgo e ha
continuato gli studi post-laurea in
musica presso l'Università di Oxford.
Insegna violino e viola e ha maturato
una pluriennale esperienza. Ha lavorato per servizi musicali e ha portato la
sua competenza di insegnante nelle
opere di didattica di cui è coautrice
con il marito David.
David Blackwell, ha studiato musica presso l'Università di Edimburgo, ha poi
intrapreso la carriera nel campo dell'editoria musicale. Ha lavorato a lungo
con vari cori, ed è coeditore di In the Mood: 17 Popular Classics for choirs e
Carols for choirs 5, ha inoltre pubblicato una serie di elaborazioni corali.
Mario Milani (Somma Lombardo 1960)
Mario Milani nasce a Somma Lombardo il 6 novembre 1960.
Si diploma in pianoforte e fisarmonica sotto la guida
dei Maestri Anita Porrini ed Emanuele Spantaconi,
presso i Conservatori di Musica di Brescia e Pesaro,
studia composizione sotto la guida del Maestro Gianni
Possio al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano e
con i Maestri Gervasoni e Zadro al Conservatorio
Giuseppe Verdi di Como. É docente di fisarmonica
presso il conservatorio Lucio Campiani di Mantova.
Come solista e in formazione è stato premiato ai
concorsi della "Città di Stresa", "Città di Castelfidardo"
, "Città di Lodi", "Città di Foligno", "Città di Saint Etienne", "Città di Roveredo" (CH), "Premio Ispra", "Città di
Vercelli" e "Festival di Erbezzo”.
Ha suonato con l'orchestra dell'Opera Kirov di S. Pietroburgo la Cantata per il
XX anniversario della rivoluzione d'ottobre op. 74 di Sergej Prokofiev sotto la
direzione di Valery Gergiev al Lingotto di Torino in prima assoluta in Italia.Ha
collaborato come solista con EnsembleQuattroCentoQuaranta, con la Polis
Orchestra della regione Calabria, con i Musici Estensi, con l'Orchestra sinfonica giovanile A. Lucchesi e con i Solisti dell'orchestra della Filarmonica Umbra
nell'operina Brundibar di Hans Krasa per il giorno della memoria. Suona nel
Duo Millemiglia (arpa-fisarmonica), TocoTicoTrio (Pianoforte, fisarmonica,
percussioni), Disegualensemble (fisarmonica-flauto-pianoforte), Wecam Duo
(fisarmonica - contrabbasso) e nel Quartetto di fisarmoniche Hans Breheme.
Astor Piazzolla (Mar del Plata 1921 – Buenos Aires 1992)
Nasce l'11 marzo 1921 a Mar del Plata da genitori di origine italiana emigrati
in Argentina. Figlio unico, nel 1925 si trasferisce con la famiglia a New York,
dove vive fino all'età di 16 anni.
Nel 1930 inizia a studiare il bandoneon. Il grande Carlos Gardel (il più famoso
interprete di tango nella storia), lo incontra a New York e lo invita, appena
quattordicenne, a incidere vari temi per il suo film El dia que me quieras.
Nel 1937 ritorna in Argentina, a Buenos Aires, dove inizia a lavorare come
bandeonista e arrangiatore nell’Orchestra di Anibal Troilo e nel 1946 forma
la sua prima orchestra; nello stesso periodo si dedica alla musica da concerto
e compone opere da camera e per grande orchestra.
Nel 1950 lascia l’orchestra per dedicarsi completamente alla composizione ricevendo premi per
molte sue opere. Dal 1954 studia direzione
orchestrale e si trasferisce a Parigi dopo che il
governo francese gli ha conferito una borsa di
studio. Al ritorno dalla Francia, forma due complessi: El octeto de Buenos Aires e La orquesta de
cuerdas che rivoluzionano tutta la musica portegna attirandosi però anche le più severe critiche.
Viene boicottato dalle case discografiche, dalla radio e dalla televisione e per
questa ragione si trasferisce a New York nel 1958, dove lavora come arrangiatore. Dopo due anni ritorna a Buenos Aires e forma un quintetto, sempre più
convinto che il tango sia una musica da ascoltare e non da ballare. Tiene
concerti, incide dischi e compie numerose tournèe.
Nel 1969 il tema Balada para un loco diviene il maggior successo dell’anno in
diversi paesi sudamericani e batte tutti i record di vendita in Argentina.
Questo genere, apparentemente più commerciale, gli dà la possibilità di
avvicinarsi al grosso pubblico. Ai suoi concerti, prima riservati ad un ristretto
numero di appassionati, affluisce ora un pubblico sempre più numeroso che
finalmente riconosce in Piazzolla la più autentica espressione della musica di
Buenos Aires.
Negli ultimi anni preferisce esibirsi in concerti come solista accompagnato da
orchestre sinfoniche eseguendo composizioni sue, non disdegnando
d’effettuare qualche concerto con il suo quintetto.
Muore a Buenos Aires il 4 Luglio 1992.
E' considerato tra i più importanti musicisti di tango del XX secolo dopo Carlos
Gardel. Riformatore del tango e strumentista d'avanguardia, è considerato il
musicista più importante del suo paese e in generale tra i più importanti del
XX secolo; autore di diverse collaborazioni con artisti di vario genere per le
sue commistioni di tango e jazz fu il catalizzatore di pesanti critiche rivolte al
nuevo tango.
Si dice che in Argentina tutto può cambiare tranne il tango, ma Piazzolla ha
infranto questa regola anche se la sua musica ha ottenuto consensi in Europa
e in Nord America prima che nel suo paese.
Gioachino Rossini (Pesaro 1792 – Parigi 1868)
Nato a Pesaro il 29 febbraio 1792 Rossini imprime al
melodramma uno stile destinato a far epoca, musica
decine di opere liriche senza limite di genere: dalle
farse alle commedie, dalle tragedie alle opere serie e
semiserie. La sua famiglia è di semplici origini: il padre,
fervente sostenitore della rivoluzione francese, è originario di Lugo e suona per professione nella banda cittadina e nelle orchestre locali che appoggiano le truppe
francesi d'occupazione; la madre è una cantante di
discreta bravura.
A causa delle idee politiche del padre, la famiglia Rossini è costretta a
frequenti trasferimenti da una città all'altra tra Emilia e Romagna. Dal 1802 la
famiglia vive per qualche anno a Lugo, dove Gioachino apprende i primi
rudimenti di teoria musicale. Successivamente la famiglia si trasferisce a
Bologna dove Rossini inizia lo studio del canto, del pianoforte e della spinetta.
A quattordici anni, si iscrive al Liceo Musicale bolognese, studia composizione
e scrive la sua prima opera, Demetrio e Polibio, che sarà rappresentata però
soltanto nel 1812.
L'esordio ufficiale sulle scene avvene nel 1810 al Teatro San Moisé di Venezia
con La cambiale di matrimonio. A nemmeno vent'anni tre sue opere sono già
state rappresentate e, un anno dopo, saranno dieci.
Nei vent'anni successivi, Rossini compone una quarantina di opere, arrivando anche a presentarne al pubblico 4 o 5 nello stesso anno. In occasione
delle prime rappresentazioni dei suoi lavori, il pubblico italiano gli riserva
accoglienze controverse tanto che Semiramide (1823) è l'ultima opera di
Rossini composta per l'Italia. Dopo la sua rappresentazione il compositore si
trasferisce a Parigi dove le sue opere vengono accolte quasi sempre in modo
trionfale. Rossini conclude la sua carriera di operista con il Guglielmo Tell,
capolavoro a cavallo tra classicismo e romanticismo andato in scena il 3
agosto 1829. Abbandonato il teatro d'opera, Rossini entra in una fase di crisi
personale e creativa. Al 1832 risalgono sei pezzi di uno Stabat Mater che
completerà solo nel 1839, anno della morte del padre. Il successo di quest'opera regge il confronto con quelli ottenuti nel campo dell'opera lirica, ma è la
ridotta produzione nel periodo che va dal 1832 alla sua morte a rendere la
biografia di Rossini simile alla narrazione di due vite diverse: la vita del trionfo veloce ed immediato e la lunga vita appartata e oziosa. Negli ultimi anni
compone infatti solo pochissimi lavori, tra cui la memorabile Petite messe
solennelle.
Si spegne dopo aver lungamente combattuto contro il cancro nella sua villa
di Passy, presso Parigi, il 13 novembre 1868.
Nino Rota (Milano 1911 – Roma 1979)
Nasce a Milano il 3 dicembre 1911 in una famiglia di musicisti. Il nonno
materno fu compositore, la madre rinunciò a una carriera di pianista per
seguire il precocissimo talento musicale del figlio. A otto anni compone le
musiche per una fiaba da lui ideata, mentre a undici scrive l'oratorio L'infanzia di san Giovanni Battista.
Consegue il diploma di composizione a Roma e nel 1930 vince una borsa di
studio del Curtis Institute che lo porta negli Stati Uniti per due anni, dove si
perfeziona in composizione e direzione d'orchestra. Tornato in Italia si laurea
e si dedica all'insegnamento.
Dopo aver realizzato l'accompagnamento musicale
per il film Zazà nel 1944 di Renato Castellani, incontra Federico Fellini impegnato a produrre Lo sceicco
bianco. Da allora tra i due si instaura un'amicizia che
durerà trent'anni e una collaborazione per numerosi film. Compone le musiche anche per Rocco e i
suoi fratelli (1960) e Il Gattopardo (1963) di Luchino
Visconti e nel 1968 quelle per il film Romeo e
Giulietta diretto da Franco Zeffirelli, con cui vince il
Nastro d'argento nel 1969 per la migliore colonna
sonora.
Nel 1972 ha grande successo la colonna sonora del film Il Padrino diretto da
Francis Ford Coppola, anche se non ottiene la candidatura all'Oscar perché
non si tratta di musiche originali ma temi da lui composti anni prima per un
film italiano e riutilizzati. Rota vince comunque l'ambito riconoscimento due
anni più tardi per le musiche originali del film Il Padrino – parte II (1974). Nel
1977 vince il David di Donatello per il miglior musicista per il film Il Casanova
di Federico Fellini diretto dall’omonimo regista.
Anche durante la sua carriera di compositore di colonne sonore Rota non
smette di comporre musica per orchestra, da camera e vocale, oltre a numerose opere liriche (la più celebre delle quali è Il cappello di paglia di Firenze)
con qualche incursione nel mondo della televisione: ad esempio alcune
musiche per lo sceneggiato Il giornalino di Gian Burrasca (1964-1965) diretto
da Lina Wertmuller. Pur essendo conosciuto soprattutto per il suo lavoro nel
mondo del cinema, Nino Rota ha composto anche per il teatro ed il balletto
con notevole riscontro internazionale.
Muore poco dopo la fine delle registrazioni della sua ultima colonna sonora
per Fellini Prova d'orchestra (1979).
L'apparente candore e la cristallina fluidità della sua musica racchiudono un
nucleo più segreto di mistero e malinconia, che suscita immagini e memorie
e le sue colonne sonore colpiscono per eleganza e limpidezza, per la forza
evocativa che illumina l'animo dei personaggi e amplifica l'immaginazione.
Questo suo aspetto meno noto appare evidente nel suo sodalizio con Fellini,
che lo definiva "l'amico magico" (titolo anche di un documentario di Mario
Monicelli che gli ha reso omaggio) e sono questi interessi filosofico-esoterici
che affiorano in Mysterium (1962), Il Natale degli innocenti (1969), La vita di
Maria (1970) su testi ricavati dai Vangeli canonici e apocrifi.
La fisarmonica
a cura di
A. Piovani
La fisarmonica appartiene alla famiglia degli aerofoni
(strumenti il cui suono è generato da un flusso d'aria) con
mantice ad ancia libera, oscillante.
L’ ancia è una sottile linguetta di metallo che, sottoposta al flusso dell’aria
fornito dal “cuore” dello strumento, il mantice, vibra liberamente emettendo
il suono. Il pregio dell’ancia libera è che variando la pressione dell’aria si può
passare dal piano al fortissimo senza che l’altezza del suono subisca variazioni.
Si ritiene che l’antenato della fisarmonica sia lo sheng o
tcheng, una specie di organo a bocca, in uso nella Cina già
tre secoli prima di Cristo e che ancora oggi si suona in
alcune regioni del continente asiatico.
Nel 1500 Leonardo da Vinci disegna uno strumento molto
simile alla fisarmonica con un mantice a doppia azione,
munito di una tastiera verticale per la mano destra, dove il
suono viene prodotto da canne schiacciate di carta o di
legno sottile.
Bisogna però attendere il 1829 quando l’organaro e costruttore di pianoforti
austriaco Cyrill Demian deposita a Vienna il primo brevetto di un accordion,
ciò che oggi si considera il primo embrione della fisarmonica.
Era uno strumento portatile, che lo stesso suonatore azionava attraverso un
mantice dotato di un’unica cassa armonica con tastiera a 5 pulsanti che
poteva emettere solo dieci accordi di scala musicale diatonica (da cui il nome
di accordion), cinque nell’aprire il mantice ed altrettanti nel chiuderlo.
Demian in Austria, l’ingegnere fisico ed inventore Sir Charles Wheatstone in Inghilterra, Sensuke Asahi in Giappone.
Tra il 1829 e il 1850 lo strumento, declinato in tante fogge e
varianti, si espande via via sempre più.
In Italia le prime armoniche a mantice vengono introdotte
a Mantova dal 1838 e poi diffuse in tutta la penisola.
Dovrà però trascorrere ancora mezzo secolo prima che
Mariano Dallapè, nella propria fabbrica di Stradella, ne
completi la lunga gestazione, mettendo a punto l’odierna
fisarmonica interamente funzionante a scala musicale cromatica.
Ma è Castelfidardo (AN) che si guadagnerà la fama mondiale di patria della
fisarmonica.
Occorre dire che, nella prima metà dell’Ottocento,
l’Italia era un’entità geografica e politica smembrata
in tanti piccoli stati, a differenza di altri paesi europei
che avevano già raggiunto una solida unità territoriale e politica. Dopo la sconfitta dell'esercito pontificio
da parte dei piemontesi avvenuta a Castelfidardo,
insieme alle truppe francesi al servizio dello Stato
Pontificio, arrivano anche i primi organetti. E' il 1860.
L'anno successivo, nel casolare di campagna di famiglia, il giovane Paolo
Soprani viene in contatto con un pellegrino di ritorno dalla vicina Loreto, fin
dall’antichità centro religioso e crocevia di merci. Il pellegrino chiede ospitalità, porta con sé una rudimentale “scatola” dalla quale trae strani suoni.
Paolo, probabilmente non digiuno di musica, la compra, forse, o forse gli
viene regalata. C'è anche chi dice che, nottetempo, quando tutti dormono,
inizi a smontare l'arnese; praticamente un vero e proprio spionaggio industriale. Certo è che il giovane contadino carpisce il segreto di quella “scatola”
che pare non fosse altro che una copia dell’accordion di Demian.
Nel 1864 Soprani attiva un laboratorio nella cantina
della stessa casa colonica con l’aiuto dei fratelli
Settimio e Pasquale; si trasferiscono poi, per ragioni
di spazio, in una casa poco lontana e assumono
alcuni operai. Le prime armoniche sono vendute
nelle fiere e nei mercati dei paesi vicini, specie a
Loreto, direttamente da Paolo che si stacca dal
gruppo familiare aprendo una prima fabbrica.
Paolo Soprani
Per mezzo di questa sorprendente attività nasce il
primo distretto industriale dello strumento musicale che
stravolge il modus vivendi di questa parte del territorio marchigiano inventando dal nulla un'industria che in breve tempo sovverte la realtà prettamente agricola della zona in un'economia aperta al mondo.
L'ondata della Grande Migrazione che inizia intorno al 1870 contribuisce
certamente alla diffusione dello strumento.
Dal 1876 al 1915 partirono circa 14 milioni di persone, a fronte di una popolazione italiana che nel 1900 giungeva a circa 33 milioni e mezzo.
E’ importante sottolineare che, dopo il cibo, gli strumenti musicali sono il
secondo fattore di affermazione dell’identità degli emigrati.
A consolidare i legami fra connazionali o corregionali concorrono sia i numerosi incontri conviviali organizzati dalle comunità immigrate in occasione
delle cerimonie civili e religiose celebrate nei paesi di adozione, sia gli
appuntamenti che riuniscono i gruppi parentali, allargati agli amici e talvolta
anche ai vicini, per festeggiare particolari momenti della vita familiare, in
particolare nascite e matrimoni.
E in tutti i riti conviviali, al cibo nazionale si accompagna sempre la musica
etnica. Gli strumenti sono tutti quelli legati alla tradizione (chitarre, mandolini, zampogne) ma anche e soprattutto organetti e fisarmoniche.
Le statistiche del commercio estero del settore attestano la relazione tra il
balzo che le esportazioni di strumenti musicali fanno registrare tra 1907 e
1913 e il balzo quantitativo dell’emigrazione marchigiana: in pochi anni le
fisarmoniche vendute fuori d’Italia passano da 690 a 14.365.
L'avvento della Seconda Guerra mondiale produce effetti devastanti anche
nel mercato della fisarmonica. Per assistere al boom dell’industria di Castelfidardo bisognerà attendere l'armistizio e la fine della guerra.
Tra il 1946 e il 1948, nascono decine di aziende per la produzione dello
strumento.
La cittadina marchigiana, che conta in quel periodo circa 9000 abitanti, dà
lavoro a circa 10,000 operai provenienti soprattutto dai centri limitrofi di
Loreto, Osimo, e Recanati.
Un'altra crisi però si sta avvicinando: il cambiamento dei gusti musicali.
Alla fine degli anni 50, il Rock’n’Roll ma anche la progressiva trasformazione
delle Little Italies con la dispersione di parte della loro popolazione e
l’inevitabile appannamento dell’identità etnica delle nuove generazioni
mettono nuovamente in grande difficoltà questo settore.
Se il cibo è ancora un simbolo di appartenenza, la musica tradizionale, quella
di O’ sole mio e di Mamma, dell’opera lirica e delle canzoni della nuova
musica leggera fra i giovani italoamericani lo è sempre meno. D’altra parte la
stessa musica italiana a partire dagli anni Sessanta viene investita da un
processo di americanizzazione che comporta una rivoluzione negli stili di vita
e di consumo, nei rapporti tra le generazioni e tra i sessi.
È un processo che dalla musica e dal mondo giovanile ben presto si allarga
all’intera società. Molti imprenditori riescono in poco tempo a riconvertire le
loro aziende nella produzione di pianole, chitarre o altri strumenti musicali,
ma sono le piccole aziende artigiane della fisarmonica ad avere la peggio.
Inevitabilmente le nuove tecnologie coinvolgono anche questo strumento.
Nel 1962 una equipe tecnica della Farfisa guidata da Gianfelice Fugazza, compositore e insegnante di musica al Conservatorio di Bologna, con la collaborazione musicale di Gervasio Marcosignori, grande fisarmonicista italiano,
insignito nel 1959 dell'Oscar Mondiale della Fisarmonica, introduce i primi
transistor. Ne nasce uno strumento dalle infinite possibilità che può benissimo inserirsi nella moda musicale degli anni Sessanta.
L'immagine della fisarmonica subisce così un'evoluzione sostanziale lasciandosi alle spalle l'idea di uno strumento popolare o di intrattenimento e,
grazie a compositori come il già citato Gianfelice Fugazza e Luciano Fancelli,
e a fisarmonicisti di fama mondiale come Gorni Kramer, Wolmer Beltrami,
Gervasio Marcosignori, Richard Galliano e Yasuhiro Kobayashi entra di diritto
nei Conservatori di musica.
Nino Rota
a cura di
S. Muri
Il grande compositore della musica da film
Giovanni “Nino” Rota, compositore italiano tra i più prolifici
ed eclettici del Novecento, autore di un numero considerevole di opere
liriche, lavori sinfonici e pagine cameristiche, compone indimenticabili colonne sonore, molte delle quali per i film del regista Federico Fellini.
Proprio nel 1933 effettua la sua prima composizione di accompagnamento
per il film Treno popolare del regista Raffaello Matarazzo, anche lui ventenne.
Il film non è un successo ma l’amicizia con Matarazzo porta Rota a scrivere
per lui le musiche di Giorno di Nozze (1942), Il birichino di papà (1943) e La
nave delle donne maledette (1954).
Nel 1943 riscuote successo per la colonna sonora scritta per il film Zazà del
regista Renato Castellani considerato tra i più suggestivi del cinema neorealista. Per Castellani realizza le musiche di La donna della montagna (1944),
Mio figlio professore (1946), Sotto il sole di Roma (1948), E’ primavera (1950)
e Il brigante (1961).
Nel 1944 conosce Federico Fellini, un irripetibile binomio tra arte ed amicizia
che durerà più di 30 anni e che sarà ricordato come uno dei migliori della
storia del cinema.
Rota scrive le musiche di moltissimi film di Fellini, tra cui Lo sceicco bianco
(1952), I Vitelloni (1953), La Strada (1954), Il bidone (1955), Le notti di Cabiria
(1957), La dolce vita (1960), 8 ½ (1963), Giulietta degli spiriti (1965),
Satirycon (1969), Roma (1972), Amarcord (1973) che ha vinto l'Oscar come
miglior film straniero, Il Casanova di Federico Fellini (1976) e Prova
d’orchestra (1979) la sua ultima composizione.
Rota non è legato solamente a Fellini ma scrive musica anche per i migliori
registi dell’epoca: Alberto Lattuada (La freccia nel fianco, Il delitto di Giovanni
Episcopo, Senza pietà, Anna, Mafioso), Mario Soldati (Le miserie del signor
Travet, Daniele Cortis, Fuga in Francia, Quel bandito sono io, Donne e Briganti, I tre Corsari, Italia piccola), Luigi Comencini (Proibito rubare, La bella di
Roma), Luigi Zampa (Un americano in vacanza, Vivere in pace, Anni difficili,
Campane a martello, E’ più facile che un cammello …, Anni facili), Mario
Monicelli (Vita da cani, Proibito, Un eroe dei nostri tempi, Il medico e lo
stregone, La grande guerra, Caro Michele), Steno (E’ arrivato il cavaliere,
Totò e i Re di Roma), Eduardo De Filippo (Napoli milionaria, Filumena Marturano, Marito e Moglie, Fortunella, Spara forte, più forte..non capisco, il Teatro
Eduardo), Luchino Visconti (Le notti bianche, Rocco e i suoi fratelli, Il gattopardo), Franco Zeffirelli (La bisbetica domata, Romeo e Giulietta).
Durante la sua carriera il compositore riceve numerosi riconoscimenti: il
Nastro d’Argento per i film Guerra e Pace, Le Notti bianche, 8 1/2 e Romeo e
Giuletta; il Golden Globe per Romeo e Giulietta e Il Padrino (The Godfather)
del regista Francis Ford Coppola; l’Oscar alla miglior colonna sonora per Il
Padrino – parte II nel 1975.
Per la televisione scrive nel 1965 le musiche de Il giornalino di Gian Burrasca,
sceneggiato televisivo diretto da Lina Wertmuller, tra cui la famosissima
Pappa col pomodoro cantata da Rita Pavone.
Per ulteriori informazioni si possono consultare i siti:
http://www.teche.rai.it/2015/12/nino-rota-tutti-i-film-di-fellini/
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