Cartolina dall`Abruzzo della neve
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Cartolina dall`Abruzzo della neve
è ABRUZZO appennino 01/06 rivista trimestrale dell’appennino abruzzese spedizione in abbonamento postale Protagonisti. Il presepe: piccole sculture per una grande passione. Le statuine in terracotta di Marco Angelilli Scenari. Il turismo fiore all’occhiello dell'Abruzzo. Intervista al vicepresidente della Regione I luoghi dell’anima. La festa di Sant’Antonio Abate. Voci e immagini di una sera d’inverno Percorsi. Scrucchiata, ciffeciaffe e luna calante” Tavole imbandite e atmosfere festive come una volta Sport e natura. L’anello del bosco. Con gli sci da fondo nel parco nazionale della Majella Cartolina dall’Abruzzo della neve è Sciare Provincia di L’Aquila Pescasseroli 4 Azzurre, 6 Rosse, 3 Nere 3 Seggiovie, 2 Sciovie 0863/911118 www.sciarepescasseroli.it www.pescasserolionline.it Campo di Giove Piste di diversa difficoltà 1 Cabinovia, 5 Sciovie 0864/408197 Campo Felice - Rocca di Cambio 6 Azzurre, 8 Rosse, 6 Nere 6 Seggiovie, 6 Sciovie 0862/917803 www.campofelice.it Campo Imperatore - L’Aquila 2 Azzurre, 3 Rosse, 3 Nere 1 Funivia, 1 Seggiovia, 2 Sciovie, 1 Manovia 0862/22146 Marsia - Tagliacozzo 1 Azzurra, 1 Rossa, 1 Nera 1 Seggiovia, 3 Sciovie abruzzo appennino 0863/610318 www.marsia.it Ovindoli – Magnola 5 Azzurre, 8 Rosse, 4 Nere 1 Ovovia, 4 Seggiovie, 3 Sciovie 0863/705087 www.ovindolimagnola.it Scanno - Monte Rotondo - Passo Godi 5 Azzurre, 5 Rosse 4 Seggiovie, 4 Sciovie 0864/74317 www.scannopassogodi.com Passo San Leonardo Piste di media difficoltà 2 Sciovie 0864/41138 www.sanleonardo.com Pescocostanzo 2 Azzurre, 1 Rossa 1 Seggiovia, 1 Sciovia 0864/611440 www.pesconline.it Pizzalto – Roccaraso 2 Azzurre, 2 Rosse, 2 Nere 1 Seggiovia Esaposto, 4 Sciovie 0864/602343 www.pizzalto.com Rivisondoli - Monte Pratello 5 Azzurre, 3 Rosse, 3 Nere 1 Funivia, 3 Seggiovie, 4 Sciovie 0864/69152 www.roccaraso.net Roccaraso – Aremogna 5 Azzurre, 8 Rosse, 1 Nera 1 Funivia, 7 Seggiovie 0864/62336 www.aremogna.it Provincia di Teramo Prati di Tivo – Pietracamela 20 Km di piste 1 Seggiovia, 6 Sciovie 0861/959605 www.pratiditivo.it Prato Selva - Fano Adriano Piste di media difficoltà 1 Seggiovia, 3 Sciovie 0861/95435 Monte Piselli - Valle Castellana Piste di media difficoltà 1 Seggiovia, 3 Sciovie 0861/930154 Provincia di Chieti Monte Secine – Pizzoferrato – Gamberane 2 Azzurre, 2 Rosse 2 Sciovie 0872/946161 Passo Lanciano – Majeletta 12 Azzurre, 9 Rosse 1 Seggiovia, 9 Sciovie 0871/896044 sommario abruzzoèappennino inverno Abruzzoèappennino Link 4 Editoriale è REGIONE ABRUZZO ABRUZZO appennino rivista trimestrale dell’appennino abruzzese spedizione in abbonamento postale numero 1 anno 2006 Registrazione Tribunale di Sulmona n. 3 del 13-12-2006 Sciare in Alto Sangro 8 Aremogna, Monte Pratello e Pizzalto 10 Cartolina dall’Abruzzo della neve Il turismo e gli sport invernali, i gioielli di famiglia dell’Appennino centrale Il presepe che vive 16 Natale in casa Cupiello 16 di Antonio Di Fonso Il presepe artistico Storia di copertina 6 di EnzoMosca Ricette Scenari 16 19, 21 Il turismo. Fiore all’occhiello della Regione 11 Direttore Responsabile Antonio Di Fonso Redazione Massimo Colangelo Luca Del Monaco M. Carmela Di Cesare Riziero Zaccagnini Progetto Editoriale Massimo Colangelo Intervista al vicegovernatore della Regione Abruzzo, Enrico Paolini Itinerari Percorsi L’anello del bosco 26 La chiesa di S. Antonio 26 Colori e sapori Il buon olio peligno 17 Ma è davvero buono l’olio peligno? di Antonio Carrara Comunità Montana Peligna Progetto grafico e impaginazione Andrea Padovani Ufficio Stampa Via Debeli 20 Sulmona 67039 (AQ) tel. 0864.31199 fax 0864.206420 email [email protected] Fotografia Luca Del Monaco Hanno collaborato Franco Avallone Antonio Carrara Katia Masci Marco Angelilli Giuseppe Bono Clemente Maiorano abruzzoeappennino.com Sviluppo sul web Federico Bonasia stampa PUBLISH pre&stampa Sambuceto (CH) Iniziativa comunitaria LEADER PLUS PSL e GAL ABRUZZO ITALICO Agenda di stagione Scrucchiata, ciffe ciaffe e luna calante. 18 Tavole imbandite e atmosfere come una volta diKatia Masci Luoghi dell’anima La festa di Sant’Antonio 23 Voci e immagini di una sera d’inverno Teatro Feste e tradizioni Arte 28 28 29 Musica Altri eventi Lo scaffale 30 31 31 di Riziero Zaccagini Sport e natura L’anello del bosco Con gli sci da fondo nel Parco Nazionale della Majella 25 di Luca Del Monaco 015 Il presepe: piccole sculture per una grande passione. Le statuine di terracotta di Marco Angelilli 02-08-010 Sport e natura. Il comprensorio dell’Alto Sangro. L’Aremogna, Monte Pratello e Pizzalto iprotagonisti 020 Un viaggio chiamato gusto: dalle frattaglie allo Champagne Tradizione, territorio e voglia di stupire di due interpreti della enogastronomia sulmonese. Intervista a Giuseppe Bono e Clemente Maiorano di M. Carmela Di Cesare 025 Sci da fondo: l’anello del bosco di Sant’Antonio di Luca Del Monaco 4 L’editoriale La storia di copertina di questo numero è dedicata alla neve e agli sport invernali, come dire al trionfo della tradizione, al canto celebrativo dell’Appennino abruzzese che in questa stagione offre il meglio di sé, lucidando i gioielli di famiglia per le grandi occasioni. La neve, quindi, per aprire la stagione a tutta pagina, la neve perché in fondo scandisce ancora il tempo del lavoro e del divertimento, la neve soprattutto perché queste montagne sono di sobria bellezza, una bellezza antica, tradizionale, e da queste parti le tradizioni funzionano e regnano ancora. 4| abruzzoèappennino Figuriamoci poi a fine anno, quando le nevicate copiose sono la gioia anche di albergatori e operatori che vivono di turismo, e condizionano nel bene e nel male l’indotto economico di intere comunità. Perché al di là delle suggestioni e delle atmosfere formato famiglia, delle notti stellate e dei paesi illuminati in attesa della festa natalizia, quello che conta è anche la sostanza: non si vive di solo pane, per dirlo con eleganza. La neve dunque è un buon viatico, un buon augurio che inaugura la stagione nel migliore dei modi, specialmente quando si fa attendere e desiderare troppo, come è accaduto in questi giorni di dicembre; aiuta a scacciare i brutti pensieri e ricopre le montagne di colori ed effetti speciali che attraggono il popolo sciatore e fanno brulicare le stazioni e le piste. Anche se non c’è solo la neve ad occupare il proscenio stagionale. Infatti, mentre il seme continua ancora a dormire sotto la neve, e scusateci per l’involontaria citazione, molto si muove ed è ben sveglio pure al di sopra, cammina spedito e lascia tracce sulla coltre bianca. Cosi, negli articoli della seconda parte della rivista abbiamo seguito quelle tracce, scovato altre storie da raccontare, esperienze da conoscere, spesso diversissime, quasi sempre lontanissime e apparentemente inconciliabili, in un viaggio alla ricerca dei percorsi e sapori dell’inverno. Storie ed esperienze che divertono, appassionano e fanno riflettere. www.abruzzoeappennino.com Possono sembrare inconciliabili, a prima vista, il silenzio dei boschi con il rombare del gatto delle nevi che si arrampica sulle piste da sci battendo la pista per lo snowboard; oppure improbabili gli incroci enogastronomici che fondono frattaglie e champagne, sposando cibi poverissimi e altezzosi e aristocratici spu- 5 manti: eppure, alla fine, tutto si spiega, tutto come al solito da queste parti - si tiene. I viaggiatori sedentari si danno la mano con i viaggiatori veri, il solitario scultore di presepi contamina, involontariamente, il dinamico manager turistico. Perché le storie diventano racconto e tradiscono un sentimento speciale, un bisogno di vitalità che appartiene alla gente di questi luoghi, dove è facile sentirsi linea di confine, in cui gli opposti s’incontrano e si completano. Non è casuale che alla fine di questo viaggio sopra e sotto la neve troviamo ad aspettarci il fuoco, il simbolo opposto. Sono proprio i fuochi in onore di Sant’Antonio, i paesi e le comunità che festeggiano e si riuniscono attorno ai bagliori di una notte di gennaio, che ci ricordano come la religiosità confina sempre con una ritualità pagana e magica, e che dietro il sacro si può celare sempre il profano. In una eterna e immutabile sfida. Buona lettura. abruzzoèappennino |5 di Antonio Di Fonso ph. Luca Del Monaco, Fabio Smarrelli, archivio stazione sciistica Pizzalto Cartolina dall’Abruzzo della neve Il turismo e gli sport invernali, i gioielli di famiglia dell’Appennino centrale L’azzurro e il bianco, quei colori netti contrastati, quella luce che taglia la montagna, la scolpisce, la rende più vicina, a portata di mano, mentre intanto la seggiovia sale verso i 2000 metri: benvenuti in Abruzzo, la regione con gli sci ai piedi, ben trovati nella terra dove l’Appennino s’inorgoglisce e mostra i suoi gioielli di famiglia. 6 7 S ciare da queste parti, qui dove s’incontrano i territori di due Comunità Montane, ormai è un gesto abituale, facile e dalle molteplici soluzioni; si addice allo sciatore prestante o all’appassionato formato famiglia, si possono tracciare le scie sulle piste dell’ Alto Sangro – il comprensorio di Roccaraso, Rivisondoli e Pescocostanzo, quello che viene giustamente definito il complesso sciistico più importante dell’intero Appennino -, oppure si può scendere dalle piste di Passo Godi e Scanno, o anche scivolare sulle nevi di Passo san Leonardo e Campo di Giove. Come pure non vanno dimenticate le soluzioni alternative, le piste e gli anelli naturali di neve battuta che sono la passione degli amanti del fondo, quella “disciplina della terra” cosi profondamente paesaggistica, che richiede oltre alla potenza muscolare anche una buona dose di concentrazione interiore. Comunque e dovunque, qualsiasi sia la destinazione che si sceglierà, con i nostri sci ultra leggeri ai piedi avremo solo l’imbarazzo della scelta: il resto lo faranno la montagna e la neve. E quando pensiamo alla neve e alle montagne, non possiamo fare a meno di richiamare dal nostro archivio personale un’immagine incancellabile, che chiunque sia salito sulle vette innevate in una giornata di sole, ha conservato come una cartolina da spedire ad un amico lontano. In quel fotogramma di luce, sole e cieli azzurri sta il vero segreto dello sci abruzzese. In quello scatto fotografico simbolico splende per sempre il sole sulla neve, e s’intravede la giacca a vento colorata di chi ci precede mentre saliamo in quota prima della discesa. Ed è proprio questa la cartolina ideale dell’inverno della neve e dello sci che vogliamo spedire dall’Abruzzo, da questa parte dell'Abruzzo: perché esiste un altro inverno, quello del gioco e del divertimento, che ha cambiato il destino di paesi e territori facendosi progetto e sviluppo turistico. L’inverno nel cuore dell’Appen-nino è fatto di silenzi e di attese, di freddo e gelo; ma presenta anche un’altra faccia, un altro nome, regala inaspettate possibilità, ha anche un suo giocoso “il domaine skiable” e sorridente modo di essere, ha degli altipiani è di i modi e le movenze di un colo- grande attrattiva e rato e veloce intrattenimento: è fascino, disegnato una giostra multicromatica che tra paesaggi di scorre e scivola sulle nevi delle armonia e bellezza, piste da sci. Gli sport invernali sono divenuti tra valli e altopiani parte integrante del paesaggio, che conservano la arredo familiare e presenza rico- loro scontrosa belnoscibile; lo sanno bene gli ope- lezza, [Link] Comprensorio Alto Sangro e Comunità Montana Peligna Il territorio della Comunità Montana Peligna confina a sud con il più importante bacino sciistico dell’Appenino, quello rappresentato dalla stazioni dell’altopiano delle Cinque Miglia Alto Sangro (raggiungibili in 20’da Sulmona) Pizzalto – Roccaraso 2 Azzurre, 2 Rosse, 2 Nere 1 Seggiovia Esaposto, 4 Sciovie 0864/602343 www.pizzalto.com Rivisondoli - Monte Pratello 5 Azzurre, 3 Rosse, 3 Nere 1 Funivia, 3 Seggiovie, 4 Sciovie 0864/69152 www.roccaraso.net Roccaraso – Aremogna 5 Azzurre, 8 Rosse, 1 Nera 1 Funivia, 7 Seggiovie 0864/62336 www.aremogna.it Pescocostanzo (AQ) 2 Azzurre, 1 Rossa 1 Seggiovia, 1 Sciovia 0864/611440 www.pesconline.it Campo di Giove (AQ) Piste di diversa difficoltà 1 Cabinovia, 5 Sciovie 0864/408197 Monte Rotondo - Passo Godi – Scanno (AQ) 5 Azzurre, 5 Rosse 4 Seggiovie, 4 Sciovie 0864/74317 www.scannopassogodi.com Passo San Leonardo (AQ) Piste di media difficoltà 2 Sciovie 0864/41138 www.sanleonardo.com 8 9 dalla nascita del primo Skiclub fino all’inaugurazione della Slittovia di Roccaraso nel dicembre del 1937. Nel 2005 sempre a Roccaraso si sono disputate le gare della coppa Europa femminile, con partecipazioni prestigiose e successo di pubblico. In questo spazio di tempo si possono racchiudere l’inizio ed il punto di arrivo di una storia, ma anche l’avvicendarsi di due mondi e due epoche diverse, e si possono delimitare i margini di un viaggio, seguendo il quale è facile rintracciare i cambiamenti e le trasformazioni di un intero territorio. La neve e il cielo, il sole e la montagna, dunque, hanno aperto una strada e hanno indicato un percorso di sviluppo ad una comunità: il resto lo hanno fatto le intelligenze e le intuizioni degli uomini. Ma alla fine, restano sempre loro, il bianco e l’azzurro, la luce e la pietra i veri protagonisti insostituibili di questa storia. Restano loro i proprietari dei diritti d’autore di questa cartolina che vi abbiamo spedito. ph. Fabio Smarrellli ratori del settore, gli amministratori pubblici, gli imprenditori che hanno investito risorse, idee, e voglia d’intrapresa puntando tutto sul turismo bianco. Forse molti se lo aspettavano, sapevano che prima o poi la montagna e la neve avrebbero ripagato tanta fiducia, perciò hanno scommesso, hanno puntato sul tavolo quello che avevano. Dall’epoca del turismo invernale per pochi, riservato alle famiglie che per la maggior parte provenivano dall’area napoletana e dalla capitale, quasi sempre borghesia benestante e delle professioni, si è passati al turismo più diffuso, incrociando gli anni del boom e della crescita demografica. Gli sport invernali hanno seguito il rombo della società di massa nascente – gli anni sessanta e settanta – e sono planati quindi nelle praterie sterminate dei novanta, assecondando e accogliendo a braccia aperte le nuove ondate di appassionati, che hanno trasformato uno sport in fenomeno di consumo e massificato. Tra Roccaraso, Rivisondoli e Pescocostanzo, oggi ci sono 110 chilometri di piste, 36 impianti di risalita, stazioni in grado di soddisfare tutti i gusti e i generi del cosiddetto circo bianco, un comprensorio sciistico modernissimo e capace di fare concorrenza a qualunque località alpina. Come direbbero gli esperti, “il domaine skiable” degli altipiani è di grande attrattiva e fascino, disegnato tra paesaggi di armonia e bellezza, tra valli e altopiani che conservano la loro scontrosa bellezza, e contemporaneamente supportato da diavolerie e ritrovati all’avanguardia della tecnica, che garantiscono divertimento, sicurezza e agilità. Si percepisce anche da questa specializzazione dell’offerta tecnica (vedi schede ndr), un cambiamento di mentalità, di costume. È un segno dei tempi, un ossimoro culturale – se vogliamo usare una parola grossa – oppure semplicemente la combinazione degli opposti: ma dimostra come l’Abruzzo sia ormai una regione che corre e si aggancia alle locomotrici che portano lontano, e verso l’Europa. Nel 1910 sull’Altipiano delle Cinque miglia si tenne il Primo Convegno invernale sportivo, una serie di gare sportive e prove di velocità di discesa che aprivano un’epoca che avrebbe avuto altri momenti storici, [Link] “ 140 chilometri di piste, 36 impianti di risalita, 42.000 persone di portata oraria, 136 dipendenti, impianto di innevamento artificiale leader in Europa, due giorni per innevare il 50% delle piste... ” Aremogna e Monte Pratello aspettando la coppa del mondo 140 chilometri di piste, 36 impianti di risalita, 42.000 persone di portata oraria, 136 dipendenti, impianto di innevamento artificiale leader in Europa, due giorni per innevare il 50% delle piste: “Solo sulle Dolomiti si trova di meglio”. Così Roberto Del Castello ci presenta gli impianti di famiglia: quelli dell’Aremogna, nati per volontà del padre nei primi anni ’60 con due sciovie semiautomatiche e una telecabina a due posti inaugurata dalla moglie del presidente Leone, e quelli di Monte Pratello acquisiti nel 2000. I numeri parlano da soli. A questi vanno aggiunti una serie di servizi da anni a disposizione dei clienti, tra i quali spicca il noleggio di un elicottero per voli panoramici, trasferimenti dalle strutture alberghiere e, chiaramente, assistenza per la sicurezza sulle piste. “Roccaraso è uno dei cardini economici dell'Abruzzo”, ed è la stazione sciistica di riferimento delle regioni limitrofe. “Quando nel ’94 il Sindaco fece chiudere gli impianti – ci dice Del Castello – ci furono ripercussioni fino a Napoli, con tre negozi sportivi chiusi per fallimento dell’attività”. Ma il futuro sembra essere promettente. “Sulle nostre piste vengono ad allenarsi gli atleti della nazionale, testeremo la pista ‘del lupo’ in Coppa Europa, pronta per accogliere il Campionato del Mondo; abbiamo ampliato i parcheggi per una migliore mobilità degli sciatori; abbiamo una convenzione con l’albergo “La Reserve” di Caramanico, con servizio clienti e trasporto in elicottero”. Il collegamento con il versante di Scanno resta un progetto che Del Castello intende perseguire. “Resta poi un problema legato alla ricettività alberghiera, che con 3000 posti letto non permette di utilizzare appieno le potenzialità Con i suoi 23 impianti di risalita, una nuova seggiovia esaposto del comprensorio”. La strada da percorrere è da 3000 persone di portata oraria, l’80% delle piste predisposte per l’innevamento artificiale, Pizzalto è diventata negli anni una necessariamente quella di una programmazione stazione sciistica di riferimento per il centro Italia e territoriale congiunta: “puntare non solo. Volontà della famiglia Colecchi, che nel 1972 sulla qualità, magari programdecide di investire in un primo impianto in alta quota. mando investimenti più lenti”. Nati come albergatori (Felice Colecchi inaugurò l’hotel Iris a Roccaraso nel 1950) da sempre i Colecchi affianUna formula che sembra dare i cano alla gestione degli impianti la conduzione albersuoi frutti. ghiera dell’Hotel Pizzalto, situato direttamente sui campi da sci. L’intento è quello di rispondere al meglio alle esigenze degli ospiti. A partire dalle piste, omologate per gare di Slalom, Gigante e SuperG, dove lo scorso anno è stato sperimentato con successo un servizio di cortesia destinato agli sciatori in difficoltà, per arrivare all’accoglienza e all’intrattenimento durante le ore di riposo, con tre punti ristoro, un centro benessere, solarium e baby park. Il passo ulteriore deve coinvolgere tutti gli attori interessati al turismo della zona. “Fare sistema”, dice Dario, figlio di Felice. “Con i privati è facile, più duro con le istituzioni. Ma chi si lamenta sbaglia”. Proposte e disponibilità al dialogo: questa sembra essere la formula giusta per Dario Colecchi, oggi impegnato come presidente di Incoming Abruzzo, consorzio di albergatori che punta a costituire una rete unica a servizio del turista. “È già attivo un sistema di prenotazione centralizzato per l’Altopiano delle cinque miglia, al numero 0864845545. Presto saremo on-line”. Quanto al problema della ricettività alberghiera, è opportuno provare a “sfruttare ciò che esiste, recuperare strutture non utilizzate prima di costruirne di nuove”. Pizzalto “stella nascente del CentroSud” 1 0 11 “Il turismo fiore all’occhiello della Regione Intervista a Enrico Paolini, vicegovernatore dell'Abruzzo ” ph. Luca Del Monaco Abbiamo scelto Enrico Paolini, vicepresidente della Giunta regionale, per inaugurare una serie di incontri dedicati ai temi più caldi del turismo e alle nuove potenzialità e prospettive di un settore divenuto, ormai, di rilevanza strategica per il futuro della nostra regione. L’Abruzzo, regione a vocazione turistica: ormai possiamo dire che non è più una definizione d’intenti ma una realtà concreta su cui programmare e costruire lo sviluppo del nostro futuro. Quali sono gli scenari e le prospettive che ci attendono? “Che l’industria turistica abruzzese sia il vero fiore all’occhiello di questa regione è innegabile. È chiaro che per raggiungere risultati ottimali bisogna lavorare sempre in un’unica direzione. Su questo aspetto abbiamo profuso le migliori forze dell’assessorato regionale che ha avviato con gli attori del turismo un discorso continuo di programmazione e promozione. Quello che ho voluto fin dal primo giorno del mio insediamento è stata la chiarezza nei rapporti, nel senso che la regione Abruzzo ha manifestato chiaramente l’intenzione di non tirarsi indietro nell’avviare una politica di programmazione della promozione turistica. Rispetto al passato è un notevole passo in avanti, visto che negli anni precedenti l’attività di promozione era stata affidata a privati, spogliando in questo modo il ruolo dell’Aptr. Noi abbiamo segnato un elemento di discontinuità con il passato, valorizzando in primis proprio l’azienda di promozione turistica regionale e chiedendo agli attori privati e pubblici di fare squadra”. Nel 2007 ci sarà nella nostra regione l’Italy Symposium, una preziosa opportunità per lanciare oltreoceano l’Abruzzo, per aprire nuove e inedite potenzialità nel settore. Ci può spiegare di che cosa si tratta? “È il terzo evento di promozione turistica che si tiene nella nostra regione. Dopo la conferenza nazionale sul turismo e il congresso nazionale dell’Usigrai, l’Italy Symposium segna il punto più alto della promozione abruzzese oltreoceano. Ad aprile arriveranno nella nostra regionale circa 300 tour operator americani che visiteranno i centri turistici più rilevanti dell'Abruzzo per inserire all’interno dei cataloghi l’offerta turistica italiana e abruzzese nel mercato americano. S’intuisce subito la grande opportunità che ha il nostro turismo, per questo chiedo a tutti gli operatori turistici di impegnarsi in prima persona per mostrare ai tour operator americani quello che l’Abruzzo può effettivamente offrire, senza per questo buttare fumo agli occhi. Gli operatori turistici americani valuteranno il livello e grado di ricettività della nostra regione in relazione alla domanda che proviene dal mercato americano. Un’occasione più unica che rara, che per essere valorizzata deve avere il contributo di tutti. Noi come assessorato saremo in prima fila per dare spazio all’iniziativa. In occasione dell’Italy Symposium partirà poi il primo volo PescaraNew York e questo grazie soprattutto all’azione di promozione che ho fatto personalmente in questi mesi”. Veniamo al turismo delle aree interne. In questo numero di Abruzzo è Appennino la storia di copertina è dedicata alla neve e agli sport invernali. Ne emerge un quadro interessante, un’identità contrastante eppure di grande fascino: all’antica e severa bellezza delle montagne si coniuga la modernità tecnologica di impianti e strutture all’avanguardia. Come dire, il ritratto di una regione sospesa tra storia e futuro. “È innegabile che la montagna è la nostra forza turistica. E in tutti questi anni gli operatori del turismo invernale hanno investito molto in termini di infrastrutture e ospitalità. I risultati si vedono, se è vero che l’Appennino abruzzese riesce sempre a richiamare migliaia di turisti da tutta Italia, più delle altre zone del Centro Italia. Ora bisogna guardare alla possibilità di penetrare il mercato del Nord. È un’operazione difficile, ma io penso che le nostre montagne abbiano tutti i numeri per stare sul mercato. In estate, poi, riusciamo ad avere ancora una montagna altrettanto appetibile e questo lo dobbiamo principalmente all’innegabile bellezza delle nostre cime”. In una recente inchiesta per Demos sulle connotazioni geografiche delle regioni italiane, l’Abruzzo ormai viene definito come una regione che non è più meridione. Il sociologo Ilvo Diamanti dice che i confini del meridionalismo si sono ristretti, si sono modificati. E l’Abruzzo ha un ruolo cruciale in questa nuova mappa, ha grandi potenzialità da valorizzare ma forse pure ambizioni e responsabilità maggiori. Ci piacerebbe conoscere il suo punto di vista, di politico e vicegovernatore. “È un discorso complesso, difficilmente liquidabile in due bat- 12 13 tute. Cominciamo col dire che l’Abruzzo ha superato brillantemente il passaggio dall’Obiettivo 1 all’Obiettivo 2. E questo mi sembra già un passaggio interessante. La nostra classe dirigente e produttiva, insomma, ha dimostrato di saper camminare con le proprie gambe riuscendo a dare vita a realtà produttive di respiro internazionale in grado di competere su tutti i mercati. In questo senso, la politica e non solo ci considera fuori dalle regioni del meridione. Siamo insomma una regione cerniera tra l’area di Centro con un alto livello di Pil e l’Italia del Mezzogiorno che è alla ricerca di nuove forme di sviluppo. Ma questo aspetto deve fungere da stimolo per la crescita della regione e non come punto di arrivo. Mantenere il livello di efficienza amministrativa e di capacità produttiva delle regioni del Centro Italia è difficile, ma in questi anni abbiamo mostrato in alcuni settori, come ad esempio il turismo e lo sviluppo ecocompatibile, di essere in grado di primeggiare. Sul fronte dei trasporti, abbiamo concluso un accordo sulla mobilità intermodale con le cinque regioni del Centro. A Bruxelles abbiamo detto chiaramente di voler rientrare in Centronia. Non dimentichiamo, poi, che il presidente Del Turco e l’assessore Srour hanno avviato una politica di interessamento nell’area del Mediterraneo”. 5. Turismo religioso, percorsi della memoria e riscoperta dei luoghi dell’anima: come vede la nuova frontiera del turismo di qualità? “Sul turismo religioso possiamo dire di essere stati i primi a crederci. Abbiamo presentato alla Bit 2006 il progetto di turismo religioso pensato e studiato dal comune di Lanciano, che tocca anche i centri dell'Abruzzo interno. Solo qualche settimana fa abbiamo promosso un workshop proprio sul turismo religioso e ho fatto appello alla necessità di creare squadra. Noi pensiamo che questo turismo di nicchia possa dare all’Abruzzo notevole soddisfazioni, perché anche in questo specifico campo del turismo noi possiamo dire la nostra con monumenti e mete religiose di interesse mondiale. Questo è solo un aspetto del turismo di qualità che questa regione può offrire. Proprio sul turismo di qualità noi abbiamo concentrato tutta la nostra politica di promozione. Non è un caso che il piano triennale sul turismo, il primo dopo anni di vera e propria giungla normativa e regolamentare, preveda una serie di finanziamenti a soggetti privati e pubblici per migliorare il livello di ricettività. Di fronte alla possibilità di realizzare un albergo nuovo, noi chiediamo di ristrutturare uno vecchio rispettando i criteri alti della qualità. Siamo convinti che il valore aggiunto sia proprio rappresentato dalla qualità dell’offerta turistica. Di fronte ad una qualità elevata, il turista non può che scegliere l’offerta migliore. 1 4 15 Il presepe: piccole sculture per una grande passione Le statuine in terracotta di Marco Angelilli Un’arte tramandata da generazioni che è diventata una tradizione del paese di Pacentro. Nella chiesa di S. Francesco ci sono testi che documentano la produzione delle statuine in terracotta per i presepi già attorno alla fine del ‘700. Q uesta usanza sembra essere arrivata nel centro peligno con la famiglia degli Avolio, artigiani di origine napoletana. Si sa per certo che già nel 1880 questa famiglia aveva una bottega nel paese. La tradizione, tramandata di generazione in generazione, è sopravvissuta e divenuta famosa a Pacentro con il maestro Giuseppe Avolio (1883 1962) che ha firmato presepi esposti in molte importanti gallerie mondiali. Un suo presepe presentato a Napoli in occasione di una mostra dell’artigianato, fu donato al principe Umberto di Savoia. Oggi la tradizione dei “pasquarelli” o “mammuccje” viene perpetuata da pochi artigiani che ancora praticano questo antico mestiere. Tra loro c’è Marco Angelilli che da qualche anno ha ripreso a produrre le celebri statuine. Marco pratica questa arte dall’età di 5 anni quando, ragazzo di bottega in una falegnameria del paese, scappava nel vicino studio del maestro Giuseppe Avolio attratto dai segreti dell’ antica professione. L’apprendistato, di quello che oggi è l’ultimo discendente diretto della scuola degli Avolio, è durato per molti anni fino alla morte del maestro. Poi intorno ai venti anni Marco, sopraffatto dai problemi della vita, inizia il suo giro per il mondo che lo porta dagli Stati Uniti alla Svizzera. Nel 2000 costretto ad andare in pensione per problemi fisici, Marco si ritrova a casa con tutto il tempo libero per dedicarsi, dopo oltre quaranta anni, a quella passione che molto tempo prima aveva dovuto interrompere contro la sua volontà. Oggi lavora ispirandosi ancora al lavoro del suo maestro, ma ci tiene a precisare che utilizza stampi personali, reinterpretando e migliorando con uno sforzo continuo le sue creazioni che si rifanno alla tradizione dei costumi popolari abruzzesi dell’ 800. L’usanza di rappresentare la gente dell’antico Abruzzo con personaggi vivi e reali come contadini, artigiani, pastori, realizzati in terracotta e fedeli fin nei minimi particolari l’ha iniziata lo stesso Giuseppe Avolio, lasciando gli abiti tradizionali arabi, tipici del presepe napoletano, solo per i personaggi della sacra famiglia e per i magi. Insieme alla moglie Teresa, che lo aiuta anche nella decorazione dei personaggi, Marco si dedica allo studio degli antichi costumi popolari e degli antichi mestieri che vengono riprodotti in ogni minimo dettaglio nelle sue creazioni. Tutta questa perizia e la volontà di curare maniacalmente l’intero processo di lavorazione, si riflette sulla quantità della sua produzione. Attualmente le richieste sono molto superiori a quello che la sua bottega riesce a produrre, il suo standard produttivo arriva a completare qualche centinaio di pezzi in un anno. Tanto per dare un’idea, per realizzare un nuovo personaggio, dallo studio iniziale fino alla creazione dello stampo e alla rifinitura, cottura e decorazione compresa, è necessario per i pezzi più elaborati più di una settimana di lavoro. Oggi i lavori di Angelilli sono apprezzati in tutto il mondo e i suoi pezzi sono arrivati fino negli Stati Uniti, Germania, Francia, Australia e persino in collezioni private in paesi come la Tunisia. I “un’idea, ...Tanto per dare per realiz- zare un nuovo personaggio, dallo studio iniziale fino alla creazione dello stampo e alla rifinitura, cottura e decorazione compresa, è necessario per i pezzi più elaborati più di una settimana di lavoro... ” suoi personaggi sono utilizzati anche da importanti presepisti italiani. In questi giorni, mentre lavora duramente alla realizzazione delle statue per i presepi del natale 2006, sta aspettando la visita di uno scultore statunitense che ha visto le sue creazioni e ha deciso di trascorrere un periodo insieme al maestro: per apprendere, a quanto pare, da questo custode di un sapere antico, qualcuno dei suoi segreti. Laboratorio:Via Madonna dei Monti, 12 Telefono: 0864 41450 Esposizione: Piazza del Popolo, 2 67030 Pacentro (AQ) Il presepe che vive [Link] Natale in casa Cupiello di Eduardo De Filippo Ormai un classico del Natale, il presepe vivente negli ultimi anni riscuote consensi sempre maggiori nelle comunità della Valle Peligna, così come in molte zone d’Abruzzo. Oggi, ad affiancare la storica rievocazione del 5 Gennaio (famosa ormai a livello nazionale) che dal 1951 caratterizza il paese di Rivisondoli, se ne sono aggiunte numerose altre, ognuna con una sua peculiarità, nella cura dei costumi, delle scene, del luogo scelto per commemorare la nascita di Cristo. Nel pomeriggio del 17 Dicembre, l’Associazione Recta Rupes organizza a Popoli un Presepe itinerante che, in processione dietro la Sacra Famiglia, accompagna La Vergine fino ai piedi della scalinata della chiesa della Santissima Trinità, dov’è ricostruita la mangiatoia. La cerimonia si conclude con l’arrivo dei Magi dall’alto della gradinata. La rievocazione a Scanno, il 30 Dicembre, vede coinvolti tutti i comuni limitrofi: ognuno costruisce una scena in cui far sfoggio dei costumi tradizionali del proprio paese. Quest’anno la Madonna giunge da Campo di Fano. A Villalago, il 26 Dicembre, si svolge una processione subacquea nelle acque del bacino di S. Domenico. Qui viene deposta una rappresentazione della natività. A Raiano, invece, ogni anno si allestisce il classico presepe sull’abbeveratoio del quartiere di San Pietro, dove resta esposto durante tutte le festività natalizie. Il 3 Gennaio, a Campo di Giove, si dà vita per la terza volta a un presepe tutto particolare: nei fondachi del borgo antico tornano a vivere i vecchi mestieri: non centurioni, pastori e greggi, ma maniscalchi, falegnami, donne che tornano per un giorno alle arti casearie d’un tempo. Sono loro ad accogliere il figlio di Dio. Così è anche a Vittorito, dove è attiva l’Associazione “Vivendo... il Presepe”. Il 6 Gennaio nei vicoli del centro storico scintillano i ferri del fabbro, prende forma il cuoio del calzolaio. Sarà l’ultimo nato dell’anno a giacere tra Maria e Giuseppe, a sorridere o piangere come fece il bambino Gesù. Presepi viventi saranno inscenati anche a Roccacasale, Pacentro, Cansano. Un’usanza diffusa che già è tradizione. Il presepe artistico di Enzo Mosca Presso il museo Diocesano di Sulmona è esposto in maniera permanente il presepe artistico di Enzo Mosca. Interamente realizzato a mano riproduce, con i suoi personaggi e le splendide scenografie intagliate nel legno, uno scorcio del capoluogo peligno di fine dell’800. La particolarità di questo lavoro risiede nella grande cura posta nella ricostruzione, in ogni minimo dettaflio, di scene di vita contadina ed artigianale. Una delle commedie più celebri del maestro Eduardo, divenuta nel corso degli anni paradigma di ogni festività natalizia, filosofia di vita, manifesto esistenziale e disincantato sulla famiglia, le tradizioni e i rapporti umani. Ma soprattutto una straordinaria testimonianza del mestiere dell’attore, una lezione indimenticabile dell’arte del teatro. Museo Diocesano di Sulmona Piazza Garibaldi, 76 CAP 67039 Sulmona (AQ) Orario: 9.00-13.00 e 15.30-19.30 Chiusura: Lunedì (inverno) Telefono/Prenotazione visite/Fax: 0864 212962 Biglietto: euro 1,00 1 6 17 Il buon olio peligno Ma è davvero buono l’olio peligno? O è un olio troppo “forte”, con un tasso di acidità troppo elevato e quindi di qualità scadente? di Antonio Carrara Presidente della Comunità Montana Peligna La discussione è aperta da sempre con accesi sostenitori delle due inconciliabili posizioni. Spesso il dibattito si allarga al colore (è meglio verde o quasi giallo? ) e ai frantoi (sono migliori quelli tradizionali a pressa o quelli che adottano una più moderna tecnologia?). I confronti sono appassionati anche perché l’olio è un alimento fondamentale che viene da una pianta – l’ulivo dai forti significati simbolici, che permeano tutta la nostra cultura tradizionale (simbolo di vittoria e di pace). Per dirimere la questione la Comunità Montana Peligna si è rivolta all’ufficio ARSSA di Sulmona. Ne è nato un progetto di valorizzazione dell’ olio peligno che il giorno 7 dicembre ha cominciato a muovere i primi passi a Raiano, in collaborazione con il Comune e la Riserva naturale regionale Gole di San Venanzio, con la manifestazione Frant’olio, nel corso della quale si è svolto un convegno sull’olivicoltura della Valle Peligna e la premiazione del primo concorso “Il buon olio peligno”. La funzionaria dell’ARSSA, Valeria Zema, ha chiarito che la qualità della nostra materia prima è molto buona e che le varietà presenti, Gentile e Rustica, insieme alle condizioni ambientali concorrono alla produzione di un olio di elevate qualità. L’olivo svolge in Valle Peligna anche un importante ruolo idrogeologico e paesaggistico: situati per lo più nella zona pedemontana, gli oliveti circondano ad anello l’intera vallata determinando condizioni favo- ph. Luca Del Monaco revoli alla regimazione delle acque. La coltivazione dell’olivo occupa poco più di 1000 ha di cui circa 900 in coltura specializzata e 100 in coltura promiscua con una produzione di olive tra i 17.000 e i 19.000 q interamente destinata alla trasformazione con produzioni di olio variabili tra i 3400 e i 3800 q destinate all’autoconsumo e al mercato locale. Gli altri relatori hanno affrontato: le norme europee in olivicoltura (Franco Volpe); gli elementi e le corrette procedure di raccolta e trasformazione che determinano la qualità dell’olio (Luciano Pollastri); le strategie di valorizzazione dell’olio peligno (Emilio Chiodo). Infine Marino Giorgetti, capo Panel dell’ARSSA, ha presentato i risultati del concorso, evidenziando la buona qualità di quasi tutti gli oli prodotti dai 43 partecipanti. La selezione ha determinato anche i tre vincitori: Tina di Pilla, Antonio Tucceri e Raffaele Monaco, residenti rispettivamente a Pacentro, Sulmona e Pettorano. Tutti e tre producono olio con olive coltivate nel territorio di Pettorano. Gli elementi di forza dai quali ha preso avvio il progetto di valorizzazione dell’olio peligno sono usciti perfettamente confermati dal convegno. L’interesse dimostrato dai produttori e la possibilità di lavorare tutti insieme: Comunità Montana, comuni, associazioni di categoria, ARSSA, produttori, frantoiani sono ulteriori elementi che possono determinare il successo di un progetto. ciffeciaffe “e Scrucchiata, luna calante ” E di Katia Masci ph. di Luca Del Monaco Tavole imbandite e atmosfere festive come una volta A dispetto di un inverno che si fa desiderare il Natale più consumistico è già arrivato ad ornare le vetrine e ci allontana sempre più dalle nostre autentiche tradizioni culinarie abruzzesi. Sarà anche un luogo comune quello di dire che l’atmosfera festiva non è più quella di una volta, ma le tavole sono sempre più imbandite di prodotti confezionati che ci portano lontano dalle nostre tradizioni. ppure di preparazioni dolciarie ne abbiamo tante, dal parrozzo ai torroni, di cui l’Abruzzo è pure produttore importante nella provincia dell’Aquila. Non lo sappiamo ma oltre a quello tenero della tradizione aquilana, anche Guardiagrele spicca per la preparazione di un torrone artigianale strettamente tipico del suo territorio. Si tratta di un impasto di mandorle, zucchero cannella e frutta candita, che si avvicina nella sua preparazione a quella di una croccante. Uno degli imprescindibili elementi della dolciaria natalizia di tutte le province abruzzesi è la marmellata d’uva, che in dialetto abruzzese assume il colorito nome di “Scrucchiata”. Onomatopeico, perché proviene dal rumore che gli acini fanno sotto le dita nel momento in cui vengono schiacciati. La varietà d’uva impiegata nella nostra regione è solitamente il Montepulciano d’Abruzzo. Ha una lavorazione lunghissima che prevede il distacco manuale degli acini, che vengono poi schiacciati tra il pollice e l’indice, operazione detta per l’appunto della “scroc- chiatura”. La marmellata d’uva viene utilizzata in tutto l’Abruzzo come ingrediente fondamentale dei cagionetti, sgonfiotti di pasta fatta con farina, olio e vino bianco, riempiti di miele, noci e mandorle, oppure di mosto cotto, mandorle, marmellata d’uva. La tradizione della cena della vigilia costituisce un rituale molto interessante di cibi, che si scatenano in successione dopo il digiuno della giornata. Secondo la tradizione cattolica la vigilia di Natale prevede l’assenza della carne e la cucina del pesce e delle verdure. Pasta con sarde e alici, piatti di verdure come broccoli e cavolfiori, secondi base di pesce, capitone e baccalà. E poi gli immancabili fritti, i cagionetti, le crespelle, una pasta fritta lievitata e speziata. La frutta di Natale è l’uva bianca passita raccolta durante la vendem- Link Ricetta dei Cagionetti di marmellata Ripieno 1kg di marmellata 50 gr di miele 200 gr di mandorle, noci, nocciole tostate e tritate 150 gr di cacao 50 gr di cioccolato fondente 50 gr di frutta candita cannella buccia d’arancia 2 tazzine di caffè Impasto 10 uova 4 bustine di lievito 1 bicchiere di lievito ? kg di zucchero 1 kg di farina olio d’oliva vaniglia buccia di limone mia e conservata in ambienti non umidi, sottotetti o cantine. Tra le feste di Natale e Sant’Antonio invece il rituale per eccellenza dell’inverno che si perpetra ancora in molte famiglie contadine è l’uccisione del maiale. In passato la carne di maiale costituiva una vera e propria dispensa per le famiglie. Ogni singola parte dell’animale veniva conservato nell’arco dell’anno. Un piatto ancora molto usato che viene cucinato subito era il ciffe–ciaffe, pezzi di guanciale del maiale. Salsicce, prosciutti, salami, nei giorni successivi all’uccisione, occupavano interi vicinati nella conservazione della carne del maiale. L’aspetto più interessante era il valore collettivo del rito, che aveva luogo sempre tra Natale e Sant’Antonio, il periodo più freddo dell’anno. Nel Impastare la farina con le uova, l’olio d’oliva, lo zucchero, il latte, la buccia grattugiata del limone e il lievito. Lavorare sino ad ottenere una sfoglia di spessore di circa mezzo centimetro. Intanto preparare il ripieno. Mescolare nella marmellata il miele, le mandorle, le noci, le nocciole tritate, il cacao, la cannella, le tazzine di caffè e la buccia d’arancia grattugiata. Dopo la preparazione disporre delle cucchiaiate di ripieno sulla sfoglia lavorata, a una distanza di circa 5 cm. Ripiegare la sfoglia formando dei piccoli calzoni. Ritagliare la pasta con la carrucola, saldando bene i lembi con il manico di un cucchiaio o di una forchetta. A questo punto i cagionetti si possono friggere nell’olio d’oliva. Si possono servire anche con una spolverata di zucchero a velo. 1 8 19 mondo stupendo della cultura contadina che unisce religione e superstizione, la luna calante era l’altro fondamentale elemento da tenere in considerazione per evitare che si rovinasse la carne. La festa, perché tale era considerata, si protraeva per diversi giorni, coinvolgendo a rotazione intere contrade. E dalle parole di un’anziana contadina del chietino presenti nel libro “Cibo e gastronomia tradizionali” di Emiliano Giancristofaro fuoriesce anche l’importanza dell’invito: “…si chiamavano tutti i parenti, i vicini di casa e gli amici, e uno che non si chiamava si offendeva perché il parente e l’amico si riconosceva al morto, allo sposalizio e quando si ammazzava il maiale”. Un viaggio chiamato gusto: dalle frattaglie allo Champagne Tradizione, territorio e voglia di stupire di due interpreti della enogastronomia sulmonese. Intervista a Giuseppe Bono e Clemente Maiorano Una sfida provocatoria. Questo l’intento della cena-degustazione organizzata il 24 novembre scorso da Clemente Maiorano nel suo ristorante di Sulmona. Con grande audacia è stata accostata la cucina povera per eccellenza – il taglio di carne quinto/quarto dell’animale, le frattaglie - ai prodotti enologici più aristocratici che si possano concepire, lo Champagne e lo Spumante italiano metodo classico. Sarà stata la tecnica, frutto di attenta ricerca, con cui sono stati preparati piatti molto elaborati, o l’ottima presentazione, curata fino all’ultimo dettaglio, o, ancora, lo splendido e riuscitissimo abbinamento dei piatti con i vini, fatto sta che il risultato ha sorpreso ed entusiasmato i convitati, un gruppo di assidui frequentatori delle serate di Clemente.Si è iniziato con gli antipasti, una vellutata di ceci, trippette di vitello con caciocavallo stravecchio e crema di sedano, per proseguire con ravioli di faraona con spiedini di rognone e uva, guanciotto di vitello alla Champagne con contorno di quenelle di broccoli romaneschi e patate farcite e, per concludere, il virtuosistico finale di un concerto di sapori: tortino di noci tiepido con salsa ai cachi, mousse di cioccolato al peperoncino e cannoncino di crema all’Aurum. fotografia Luca Del Monaco Maria Carmela Di Cesare 24 settembre 2006 Intervista a Enzo Pasquale “l’interprete” del Montepulciano d’Abruzzo I vini sono stati selezionati, abbinati ai piatti e presentati da Giuseppe Bono, della Caffetteria-Enoteca Bono di Sulmona. Giuseppe è un giovane e appassionato sommelier, un vero professionista del settore, sempre alla ricerca di particolarità enologiche da proporre. Nel suo locale si respira il piacere dell’accoglienza cortese e calorosa nel modo familiare con cui condivide la sua passione per i vini con i suoi ospiti. E l’amore per la ricerca meticolosa di prodotti di qualità, spesso di nicchia, viene trasfusa anche nella cucina. Nella sua enoteca, infatti, è possibile pranzare tutti i giorni e la sera su prenotazione. «Giuseppe, qual è l’intento che vi muove nell’organizzare questi incontri enogastronomici?» «Sicuramente la voglia di metterci in gioco e di condividere con i nostri clienti i risultati delle nostre sperimentazioni in campo enogastronomico.Vino e cibo si esaltano a vicenda e trovare il giusto abbinamento è qualcosa di entusiasmante. La nostra ricerca è volta alla scoperta di gusti e ingredienti inusuali, esaltando e promuovendo gli ottimi prodotti del nostro territorio senza disdegnare contaminazioni e aperture alle altre realtà regionali. L’unico vincolo che ci condiziona, per così dire, è la ricerca assoluta della qualità. Questa cena-degustazione, inoltre, si inserisce nell’ambito di una serie di incontri che promuoviamo da qualche tempo che hanno l’intento di elevare la cultura del vino e della buona tavola, interpretati come l’espressione più autentica di un territorio.» «Tu e Clemente siete entrambi sommelier. Non sarebbe utile avere una delegazione dell’AIS (Associazione Italiana Sommelier) qui a Sulmona?» «Sì, infatti ci stiamo lavorando. L’apertura di una delegazione qui a Sulmona rappresenterebbe anche un salto di qualità nell’organizzazione degli eventi e nella promozione della cultura del vino. Ci sta dando un valido contributo in questa direzione anche Giorgio Davini, funzionario responsabile del settore enogastronomico del Parco Nazionale Gran Sasso-Monti della Laga, anch’egli esperto sommelier che, tra l’altro, mi ha supportato molto nel mio lavoro. È tra gli ideatori del Ristorante-Teatro nel Monastero sconsacrato di S. Colombo a Barisciano, dove periodicamente “si esibiscono” nel senso letterale della parola, in una sorta di “Scuola dei Saperi e dei Sapori”, i “Maestri del gusto”, chef di fama internazionale, i cui piatti possono essere degustati alla fine di ogni performance» «Come risponde la nostra zona agli eventi che organizzate?» «Dipende dagli eventi. L’anno scorso, per la degustazione dei vini dell’azienda Filomusi-Guelfi, abbiamo avuto più di 50 partecipanti. C’è un gruppo di giovani di Roma che non mancano a nessun appuntamento. La cul- 20 21 tura del vino va sempre più diffondendosi e c’è un crescente interesse per prodotti di qualità, magari con attenzione al rapporto qualità/prezzo.Anche in questa direzione va la mia ricerca di vini da proporre. In alcuni casi non è necessario spendere cifre da capogiro per assaggiare buoni vini». «Da dove nasce il tuo interesse per l’enogastronomia?» «È una tradizione di famiglia. I miei genitori gestiscono da sempre l’albergo Stella, annesso allo spazio Caffetteria ed Enoteca. Interessarmi al vino e cimentarmi nella cucina è stata un’esigenza di crescita professionale. In cucina mi piace sperimentare e, soprattutto, “contaminare”. Se propongo un piatto della tradizione abruzzese, cerco di arricchirlo con prodotti provenienti da altre realtà regionali, per esempio amo molto un mio piatto, la pasta corta con pesto di pistacchio, un prodotto artigianale siciliano, insaporito con pancetta e ricotta. Mi piace lavorare molto anche sulla presentazione, che deve essere accurata e ricercata.» «Cos’è che ti affascina più di ogni altra cosa di questo mestiere?» «La gratificazione che si prova quando i clienti apprezzano il tuo lavoro e, sicuramente, il contatto con la gente.» «Clemente, non è stata un po’ ardua l’idea di proporre una cena intera a base di frattaglie?» «Sì, ma con Giuseppe amo sperimentare nuovi piatti e abbinamenti. Devo dire che l’amicizia di Giuseppe è per me molto stimolante in questo senso. Per esempio, è vero che i piatti proposti appartengono alla tradizione locale, tuttavia abbiamo cercato di riproporli, oltre che in un abbinamento inusuale con lo champagne, anche con una presentazione ricercata, basata sul senso estetico del piatto e l’originalità degli abbinamenti. In passato, nei mattatoi gli operai venivano pagati spesso con le frattaglie che, dunque, andavano a costituire la base di numerosi piatti della tradizione povera e, infatti, la coratella d’agnello, composta di cuore, polmone e milza, viene cucinata in tutto l’Abruzzo, pensiamo alle “mazzarelle” di Teramo, ai “torcinelli” o alla coratella cacio e uova. È importante però che [Link] Spaghetto “antico Cav. Cocco” con crema di ceci, guanciale e pecorino Ingr. Per 4 persone 400 gr. di ceci lessati 400 gr. di spaghetti 100 gr. di guanciale pecorino a scaglie Rosmarino Olio extravergine Poco brodo vegetale Procedimento frullate i ceci con il brodo e gli aghi di rosmarino fino ad ottenere una crema liscia e vellutata. Rosolate il guanciale in olio con uno spicchio d’aglio che poi toglierete. Versare il guanciale nella crema di ceci conservando qualche dadino per guarnire il piatto. Cuocere la pasta. Saltare la pasta con il condimento, aggiungere un pizzico di peperoncino, guarnire con i dadi di guanciale e rifinire con un filo d’olio, pecorino a scaglie e con del prezzemolo finemente tritato. 22 l’agnello sia di prima scelta, allevato bene. Ecco perché scelgo con attenzione i miei fornitori». «E come li scegli?» «Nella mia concezione della cucina non si può prescindere dal prodotto: la materia prima deve essere sempre straordinaria per freschezza, qualità, pezzatura e provenienza. Preferisco proporre prodotti locali o, comunque, abruzzesi: dai formaggi di Sulmona, Scanno, Rocca Pia e Rivisondoli ai salumi e alle carni di macellai di fiducia di Sulmona e Pacentro, dalla pasta di Pratola Peligna all’olio del Pescarese. La frutta e la verdura me la forniscono contadini locali. Il mercato di Sulmona è un ottimo serbatoio di prodotti tipici di qualità. Nei miei antipasti, ad esempio, c’è questa eco della tradizione abruzzese: l’”Elogio del porco” propone salsiccette locali, mortadelline di Campotosto, i cosiddetti “coglioni” di mulo, la ventricina del Vastese, mentre nel “Giro d’Abruzzo in 4 formaggi”, una selezione di formaggi di mucca, pecora, capra di diversi produttori locali». «Come sei diventato chef?» «È una tradizione di famiglia anche se, in origine, avevo scelto un’altra strada. Ma, a 23 anni, ho capito che il mio futuro professionale era nel ristorante dei miei genitori che il prossimo anno festeggerà cinquant’anni di attività. All’inizio mi occupavo della sala e dei vini per i quali ho sempre avuto una grande passione. Già allora, infatti, avevo il diploma da sommelier. Più tardi il passaggio in cucina è stato spontaneo e naturale. Lì ho ricevuto le basi da mia madre, grande cuoca, ideatrice, tra l’altro, delle “farfalle alla Clemente”, piatto storico del ristorante da più di 40 anni, molto elaborato: lo cucino solo quando sono in vena ed ispirato. Poi ho sentito l’esigenza di arricchire e consolidare la mia tecnica frequentando numerosi corsi e stage e tenendomi sempre informato sulle novità. Tuttavia, la “memoria culinaria” è lo stile del mio ristorante: l’amore per la cucina l’ho ereditata da mia madre, l’attenzione alla scelta dei prodotti da mio padre, che era norcino e produceva salumi e vino per il ristorante, l’interesse per il vino da mio nonno che aprì una cantina nel 1938, un locale INFORMAZiONI Ristorante “Clemente” Vico Quercia, 1 Sulmona (AQ) Riposo settimaname: giovedì e domenica sera Telefono/Prenotazioni: 0864 52284 BONO: Vino e caffè Enoteca, caffè, ristorante dal 1968 Via P.Mazara, 18 Sulmona (AQ) Il ristorante è aperto tutti i giorni a pranzo, la sera solo su prenotazione Riposo settimanale: domenica come ce ne erano tanti, dove la gente beveva consumando il piatto del giorno - gnocchi, coratella o testine d’agnello – e giocando a carte. Ciò che oggi sono affonda salde radici in questi preziosi ricordi di famiglia che si materializzano nei miei piatti, dove cerco di sperimentare accostamenti anche audaci sia per gli occhi che per il palato. Amo riproporre la cucina locale ma alleggerendola secondo il gusto moderno e trattando gli ingredienti in modo innovativo. Ad esempio, il venerdì propongo il baccalà accompagnato dai classici ceci ma in crema, fra gli antipasti si può gustare il raviolo fritto di pecorino con zafferano e miele di castagno; tra i primi piatti, i paccheri “Masciarelli”, rigati all’interno e lisci fuori, con salsa alla genovese vecchia maniera e caciocavallo stagionato, la pasta di farro con verza, salsiccia e provola; tra i secondi, il cosciotto d’agnello alle erbe, lo stracotto di vitello al Montepulciano d’Abruzzo, il filetto di maiale con salsa al mosto cotto». «Quali saranno i prossimi appuntamenti per il popolo sempre più vasto di degustatori?» «A febbraio ci sarà una degustazione del Montepulciano d’Abruzzo in abbinamento a prodotti tipici della Valle Peligna e del comprensorio; in primavera un appuntamento con i vini siciliani che stanno vivendo un momento di grande successo; e, in prossimità dell’estate, proporremo un lungo viaggio attraverso i vini italiani nelle varie tipologie». La festa di Sant'Antonio Abate 23 Voci e immagini di una sera d'inverno Ci sono luoghi deputati dagli uomini a far vibrare le corde dell’anima. Luoghi silenziosi, a volte poveri, altre volte imponenti, nei quali trovano conforto i dubbi di una vita e le più grandi aspirazioni, il bisogno di assoluto e la consapevolezza dei propri limiti. Templi, chiese, eremi, oppure un semplice museo, dove di volta in volta cercare un contatto con l’Altro per imparare ad ascoltar se stessi. Altri luoghi hanno una dote naturale, affascinano e rapiscono lo spirito, svuotano la mente e riempiono il cuore, sublimano i sensi. Scorci naturali, monti, maree, oppure torri, antiche mura, resti di un tempo che non c’è più, luoghi della memoria. Ce ne sono, infine, alcuni votati al semplice passaggio, ad accogliere i gesti e le attività quotidiane della comunità che li abita. Borghi, vicoli, piazze e case che aspettano, pazienti, il loro momento, per farsi, anche per un solo giorno, luoghi dell’anima, lasciandosi investire da una religiosità antica mista di sacralità pagana. di Riziero Zaccagnini ph. di Giovanni Cocco, Luca Del Monaco È quello che avviene il diciassette gennaio in molti paesi d’Abruzzo, il giorno della morte di Sant’Antonio Abate: forse il santo più venerato della nostra regione, di certo storicamente il più festeggiato della Valle Peligna. Il richiamo alla simbologia e alle leggende sul Santo, codificatesi in epoca medievale, fa da sfondo ai diversi riti e alle usanze più marcatemente folkloriche ancora oggi presenti sul territorio. Protettore degli animali, sempre accompagnato da un maialino, Sant’Antonio Abate era naturalmente predisposto ad assumere un ruolo importanta nella cultura rurale di una società contadina, in cui le bestie da soma e quelle da latte, le pecore e il maiale erano il bene più prezioso. Un legame profondo tra il santo e la comunità, che è all’origine del rituale della benedizione degli animali, radunati nelle piazze o dinanzi alle chiese per ricevere dal sacerdote il buon augurio. Ma Sant’Antonio è anche colui che la leggenda vuole disceso negli inferi, tornato indietro col suo bastone ardente per donarlo all’umanità accendendo una catasta di legna. Da qui, probabilmente, l’usanza di accendere fuochi “purificatori” in onore del Santo, costume che si legava facilmente alla simbologia pagana del fuoco come segno del passaggio dall’inverno all’imminente stagione primaverile, ma anche alla consuetudine degli ‘Antoniani’ di curare con il grasso di maiale l’ergotismo, malattia cutanea molto diffusa tra i contadini, conosciuta appunto come “fuoco di Sant’Antonio”. E ancora: il folklore popolare ha dato vita nei secoli ad una serie di tradizioni che, attorno alla rievocazione della vita e delle tentazioni dell’eremita, hanno costruito filastrocche e canti dal sapore spesso burlesco e irriverente, in cui uno spazio non marginale veniva lasciato alle tematiche locali. “Bona sera, bona gente”: così iniziava spesso il canto di questua, durante il quale paesani negli abiti del santo e del diavolo, accompagnati da “pastori” con i loro strumenti musicali (tra tutti, “lu dubbotte”), inscenavano per i vicoli e nelle case la vicenda de “lu nemuojche de lu dimonje”, con il dichiarato intento di ricevere in cambio “formagge”, castagne, vino e, soprattutto, “saucicce”. Scomparsa in alcune zone, la tradizione è ancora radicata in molti paesi. A Prezza possiamo ancora assistere alla benedizione degli animali e, nel pomeriggio, all’accensione dei fuochi nei borghi e nella piazza principale. Così pure a Introdacqua, dove la gente si raccoglie intorno ai legni ardenti banchettando e intonando canti per tutta la notte. Ma quella civiltà contadina che tanto doveva al monaco di Coma non c’è più. Ed è uso portare in piazza, con gli animali, i carri agricoli e i trattori, agghindati a festa per ricevere la benedizione. Così a Pratola, così pure a Raiano, dove segue la sfilata dei “benedetti” Vita del Santo avanti alla statua per un ultimo saluto al santo. Qui, come a Pratola e Introdacqua, tipica è l’usanza di accompagnare al vino i “ranòite”, semi di granturco lesso. Così come è consuetudine raggrupparsi e andare per i vicoli a cantare i “santantuònije”, gli episodi salienti della vita dell’anacoreta, uno dei tanti segni dell’ intreccio tra sacro e profano, in cui è evidente l’adattamento religioso ad usanze bacchiche, carnascialesche. Si canta per le strade di Roccacasale, a Campo di Giove si ripete il rito della benedizione con l’accensione dei fuochi, Pettorano si illumina del rosso dei falò. Particolare è la tradizione a Scanno, dove la leggenda “de lo beatissimo egregio Missere li Barone Sancto Antonio”, opera di un chierico abruzzese del trecento, ha lasciato un segno evidente nell’appellativo di Barone con cui si distingue Sant’Antonio abate dal santo di Padova. Originalissimo è anche il rituale che si svolge la mattina del 17 gennaio, totalmente caratterizzato dal richiamo alla storia locale. Come ci ricorda Maria Concetta Nicolai nel suo Calendario abruzzese, “… la famiglia Di Rienzo che un tempo possedeva la maggiore parte delle greggi svernanti in Puglia, dà disposizione che si collochi fuori il portone del suo aristocratico palazzo una o più grandi caldai di rame, ricolmi di fumanti sagne con la ricotta. I devoti, dopo aver ascoltato la messa nella vicina chiesa di Sant’Antonio Abate, si avviano, con il prete in testa al corteo, verso casa Di Rienzo. Qui, dopo che il religioso ha provveduto a benedire il cibo, con una speciale formula che richiama molto l’incipit del cantare medioevale, ognuno si serve, riportandosi a casa un mestolino di minestra che consuma per devozione. La cerimonia, anche per lo scenario in cui si svolge è molto pittoresca e dà avvio al Carnevale. Un tempo, subito dopo la distribuzione delle sagne, il Corriere di Carnevale, cavalcando un recalcitrante somarello, annunziava per il paese, a suon di tromba che erano aperti i festeggiamenti del periodo più pazzo dell’anno”. Oggi molto è cambiato, ma i cittadini di Scanno continuano a far rivivere la tradizione d’un tempo. Si chiude la festa, dunque, con lo sguardo già rivolto alla nuova stagione. Per un giorno, per una notte, le piazze e vicoli dei paesi hanno fatto da cornice al bisogno della comunità di ritrovarsi, di ristabilire nalla confusione dei tempi moderni un dialogo con l’anima delle proprie origini. Resteranno le immagini, i suoni, il calore dei fuochi nel gelo di una sera d’inverno: ricordi di un tempo immobile. [Link] Antonio nacque verso il 250 da una agiata famiglia di agricoltori nel villaggio di Coma, in Egitto. Rimasto orfano quando era ancora adolescente, continuò a crescere sotto la guida della sorella maggiore. Presto venne attratto dall’insegnamento evangelico: “Se vuoi essere perfetto vai, vendi ciò che possiedi e dallo ai poveri, poi seguimi”. Vendette i suoi beni, affidò la sorella a una comunità di vergini, e scelse la vita ascetica. Dopo qualche anno si insinuò in lui il dubbio sulla giustezza della vita intrapresa, mentre pensieri peccaminosi e l’istinto della carne tornarono a insidiare la sua condotta. Seguendo il consiglio di altri asceti, decise di rigugiarsi in un’antica tomba scavata nella roccia, e rimase lì, resistendo alle tentazioni a affrontando visioni terrificanti, fino a che Cristo gli si rivelò. Per sfuggire ai numerosi cristiani che turbavano il suo isolamento per cercar consiglio, si allontanò trovando rifugio in una fortezza abbandonata dove rimase in totale solitudine per venti anni, per condurre la sua battaglia contro il demonio tentatore. Giunsero un giorno a liberarlo aspiranti eremiti, per ottenere da lui consiglio e insegnamento. Sant’Antonio cominciò a consolare gli afflitti e ottenne dal Signore guarigioni. Nel 311 affiancò i fedeli ad Alessandria, dove era ripresa la persecuzione contro i cristiani. Risparmiato dal martirio, continuò a sostenere la comunità cristiana, aiutando il vescovo di Alessandria, San Atanasio, e opponendosi all’eresia ariana. Tornata la pace, per l’ultima volta Sant’Antonio riprese la via dell’eremitaggio, ritirandosi nel deserto della Tebaide. Accudito da due monaci, morì a 106 anni, il 17 gennaio del 356. Origine di un’icona Il sepolcro di Sant’Antonio fu scoperto nel 561 e le reliquie cominciarono un lungo viaggio fino ad approdare in Francia nell’XI secolo a Motte-SaintDidier, dove fu costruita una chiesa in suo onore.Qui affluivano folle di malati, soprattutto di ergotismo. Una confraternita di religiosi, l’antico Ordine ospedaliero degli ‘Antoniani’ costruì un ospedale e ottenne dal papa di poter allevare maiali che circolavano liberi nella comunità con una campanella al collo quale riconoscimento. Il grasso degli animali veniva usato per curare l’ergotismo, che presto prese il nome di “fuoco di s. Antonio”; per questo nella religiosità popolare, il maiale cominciò ad essere associato all’ eremita egiziano, che in seguito fu considerato il santo patrono dei maiali e per estensione di tutti gli animali domestici. 24 25 L’anello del Bosco Con gli sci da fondo nel Parco Nazionale della Majella Per gli appassionati dello sci nordico, le montagne Abruzzesi sono senz’altro un luogo d’azione privilegiato. Vasti altopiani carsici, catene montuose dolcemente ondulate, fitti boschi percorsi da carrarecce e mulattiere, valli in dolce pendenza offrono a chi ama lo sci di fondo una straordinaria varietà di percorsi. ph. e testi di Luca Del Monaco Fondo nel Bosco di S. Antonio caratteristiche: anello battuto all’interno e nelle immediate vicinanze del bosco quota: da 1320 a 1360 m lunghezza: 4 km dislivello: 50 m accesso: da Pescocostanzo o da Cansano, gli anelli si raggiungono da un piazzale posto lungo la strada dove si trova lo chalet della scuola di sci telefoni utili: Comune di Pescocostanzo 0864 64003; Scuola di Sci di Fondo Bosco S. Antonio Pescocostanzo 0864 67136 Situato tra il piccolo comune di Cansano ed il bellissimo borgo di Pescocostanzo, nel cuore del Parco Nazionale della Majella, ad una quota compresa tra i 1300 e 1400 m, il Bosco di S. Antonio custodisce una delle faggete più belle ed antiche d’Abruzzo e d’Italia. Insieme ai faggi, in questa foresta di 550 ettari s’incontrano piante secolari di acero, tasso, pero, cerro e agrifoglio. Il paesaggio è caratterizzato da ripidi versanti alberati che si trasformano, avvicinandosi alla piana, in dolci colline. Qui gli appassionati del fondo aggiungeranno al piacere di scivolare leggeri sulla neve quello di praticare la loro attività preferita in uno scenario stupefacente immersi in una magica atmosfera ovattata tra rami così carichi di neve da piegarsi sotto il suo peso. I percorsi possibili sono diversi. La prima possibilità è appunto quella di sciare all’interno del bosco, su un anello di pochi km percorribile tranquillamente in 1 ora. Gli altri anelli si snodano in parte nel bosco e in parte nell’ adiacente pianoro dove si potrà sciare godendo di un panorama che spazia dal Monte Rotella al Monte Pizzalto. Questo è il posto ideale sia per gli amanti del passo pattinato che per gli amanti del passo alternato classico. Tutte le piste, frequentate da turisti provenienti da diverse regioni italiane, sono ottimamente segnate e perfettamente battute. Alla loro cura si dedicano gli istruttori della “Scuola di Sci di Fondo di Bosco S. Antonio – Pescocostanzo” sempre disponibili per coloro che vogliono prendere lezioni. Gli impianti, neve permettendo, restano aperti da metà Dicembre fino alla fine di Marzo. Per chi può scegliere è preferibile evitare, se non si vuole rischiare di sciare in mezzo alla folla, la Domenica. Adiacente le piste, lungo la strada che passa attraverso il bosco lo sciatore che intende ristorarsi trova il ristorante “il faggeto” famoso per la sua cucina legata al territorio e ai suoi prodotti, ed il piccolo chalet dove è anche possibile noleggiare attrezzature per sciare. Da visitare al margine meridionale del bosco il piccolo eremo di S. Antonio (sec. XIV). Questo modesto ma suggestivo luogo di culto è ancora meta di pellegrinaggio ogni 13 Giugno. [Link] Chiesa di S. Antonio La chiesa eremo di S. Antonio Abate, protettore degli animali, si trova tra alcune masserie in località Primo Campo, ai margini orientali del Bosco di S Antonio, affacciata sui pascoli e coltivi della piana adiacente. Il bosco, classificato come “Difesa” perché sottratto ai tagli e un tempo riservato al riparo di bovini ed equini, era anticamente considerato sacro e dedicato a Giove. La data precisa della sua origine non si conosce, ma giudicando alcuni suoi elementi architettonici pare risalire al XIV secolo (le finestre e la statua lignea del santo sono tipiche degli anni al confine tra il Tre e il Quattrocento). La costruzione è citata in una bolla del 1536 e sullo stipite si conserva una iscrizione che ricorda un restauro nel 1577. La relazione di questo luogo con la pastorizia transumante è accertata. Lungo i tratturi, nel corso dei secoli sono sorti, spesso su templi pagani preesistenti, molte chiese, santuari e luoghi di culto. Anche l’eremo di S. Antonio svolgeva la funzione di punto di sosta e di riposo sul percorso del tratturo. Il suo custode, oltre ad avere il compito di censire annualmente il numero degli agnelli, aveva per contratto anche l’obbligo di provvedere all’ospitalità ed al ricovero dei viandanti e di aiutare e soccorrere i bisognosi nella struttura abitativa esistente accanto alla chiesetta. Oggi questi locali sono affittati dagli allevatori locali, ma resta, soprattutto in inverno, l’usanza di dare ospitalità a quanti ne avessero bisogno. Il modesto ma suggestivo luogo di culto è ancora meta di un nutrito pellegrinaggio il 13 giugno di ogni anno. 26 27 Agenda di stagione 2829 festetradizionali Pettorano sul Gizio 31 Dicembre Serenata di capodanno Info: Associazione “De Stephanis”, sito internet: www.pettorano.com Scanno 5 Gennaio La Serenata delle chezette L’antica tradizione del canto di questua, rivive nella forma in uso dal 1925 con un canto augurale inedito composto per l’occasione. Anche quest’anno il “concertino di Capodanno” si avvale della collaborazione di Michele Avolio e dei “Discanto”. La sera della Befana nugoli di giovani muniti di strumenti musicali, si portano sotto le finestre delle ragazze del paese e cantano loro gioiose serenate. Info: Comune, tel. 0864.74545; ACLI, tel.347.5343419 Comuni della Valle Peligna 17 Gennaio Sant’Antonio Culto diffuso in tutt l’Abruzzo, nella Valle Peligna si celebra con la tradizionale benedizione degli animali, l’accensione dei falò nei rioni, i canti e le rappresentazioni degli episodi salienti della vita del Santo. Info: vedi box pag. Villalago 22 Gennaio San Domenico La festa è caratterizzata dalle fanoglie, i falò che vengono accesi in onore del Santo. Ogni rione prepara la sua fanoglia intorno alla quale si canta e si mangia. Info: Comune, tel. 0864.740134, e-mail: [email protected] Vittorito 3 Febbraio San Biagio Alla tradizionale fiera degli animali e degli utensili organizzata un tempo nel giorno del Santo Patrono, si è sostituito un grande mercato. Dolce tipico di questa festività sono le ciambelle. Info: Comune, tel 0864.727100 teatro Sulmona 22 Dicembre/08 Gennaio Frequent(i)azioni, rassegna teatrale per giovani e adulti. Info: Associazione “Classe Mista” Teatro, tel. 0864.51166 – 339.32.12.576; e-mail: [email protected] 22 Dicembre, ore 17,00 - Ludoteca Hakuna Matata Il circo di Pongo e Bartolo, spettacolo per ragazzi 23 Dicembre, ore 19,00 - Piazza XX Settembre Il ristorantino di Place des Ternes 28 Dicembre, ore 21,00 - Piccolo Teatro via Quatrario Sciopero.Una storia di Zopito 29 Dicembre, ore 17,00 – Piccolo teatro del Quatrario Una magia per la vita, spettacolo per ragazzi 08 Gennaio, ore 21,00 – Piccolo teatro del Quatrario Il segreto di Luca 26 Dicembre, ore 17,30 Teatro comunale “Maria Caniglia” Camerata Musicale Sulmonese Info: tel. 0864.212207, sito internet: www.cameratamusicalesulmonese.it Prenotazione obbligatoria 05 Gennaio, ore 16,00 Piccolo Teatro di via Quatrario Balletto Nazionale Rumeno dell’Opera di Timisoara Giulietta e Romeo, di S.Radlov e S.Prokofiev Balletto in tre atti tratto dall’omonima tragedia di W.Shakespeare. Musiche di S.Prokofiev Il camino racconta: aspettando la Befana, a cura dell’Associazione Culturale Vivavoce Spettacolo teatrale 05 Gennaio – 25 Febbraio STAGIONE DI PROSA 2006/2007 Info: ATAM, tel. 0862.61222, Ufficio servizi turistici, tel.0864.210216 05 Gennaio, ore 21,00 – Teatro comunale “Maria Caniglia” Contrattempo, di Christian Simeon Con Francesca Reggiani e Beatrice Skiros. Regia di Gabriele Vacis. • • • • • segue teatro 20 Gennaio, ore 21,00 – Teatro comunale “Maria Caniglia” La Locandiera,di Carlo Goldoni Con Mascia Musy, Francesco Piscione, Paolo Musio. Regia di Giancarlo Cobelli. 28 Gennaio, ore 18,00 – Teatro Comunale “Maria Caniglia” Titus Andronicus, di William Shakespeare Con Mariano Rigillo e Anna Teresa Rossini. Regia di Roberto Guicciardini. 18 Febbraio, ore 18,00 – Teatro Comunale “Maria Caniglia” Romeo & Giulietta. Nati sotto contraria Stella, di Leo Muscato Con Ruggero Dondi, Salvatore Landolina, Paolo Bessegato, Ernesto Mahieux. 25 Febbraio, ore 18,00 – Teatro Comunale “Maria Caniglia” I 7 peccati capitali, di Giobbe Covatta Con Giobbe Covatta e Stefano Sarcinelli. Pratola Peligna – Teatro comunale “D’Andrea” 26 Dicembre, ore 17,00 Albarosa e Massimuccio Info: Comune, tel. 0864.274141; Teatro Florian, tel 085.4224087; e-mail:[email protected]. Ingresso: 4 euro di Franca Arboréa Commedia brillante pescarese in tre atti e un quadro. Con Franca Arboréa, Luigina Secone, Stefania Di Febbo, Nicola Peca, Paola Giacinti, Lorena De Luca, Tonino Gentile. 14 Gennaio, ore 17,00 - Teatro comunale “D’Andrea” Pulcinella e la cassa magica drammaturgia di Aldo De Martino. Burattini, realizzati dal “Teatrino del giullare”. 14 Gennaio – 18 Febbraio Rassegna di teatro per ragazzi Info: Comune, tel. 0864.274141; “Teatro Florian”, tel 085.4224087; e-mail:[email protected]. Ingresso: 4 euro Popoli Teatro Comunale 30 Gennaio – 15 Febbraio STAGIONE TEATRALE 2006/2007 Info: ATAM, tel. 0862.61222, Ufficio cultura, tel.085.9870539 28 Gennaio, ore 17,00 - Teatro comunale “D’Andrea” L’isola dei pirati Spettacolo animato con attori e burattini. 18 Febbraio, ore 17,00 – Teatro comunale “D’Andrea” Aladino e la lampada meravigliosa Regia di Angelo Generali. 30 Gennaio, ore 21,00 Un curioso accidente, di Carlo Goldoni Con Mario Scaccia e Debora Caprioglio. Regia di Beppe Arena. 06 Febbraio, ore 21,00 Tenco a tempo di tango, di Carlo Lucarelli Con Adolfo Margotta e Mascia Foschi. Regia di Gigi Dell’Aglio. 15 Febbraio, ore 21,00 Macbeth, di William Shakespeare Con Elena Bucci e Marco Sgrosso. Regia di Elena Bucci arte a Sulmona 27 Dicembre ore 11,00 - Palazzo dell’Annunziata Le vie dei mosaici, visita guidata curata dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Abruzzo ore 16,30 - chiesa S. Gaetano La Natività in Teofilo Patini, incontro con Cosimo Savastano 28 Dicembre Abbazia Celestiniana prenotazioni tel. 0864/212962 Apertura straordinaria Abbazia Celestiniana, visite guidate organizzate dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Soprintendenza per i Beni Artistici dell'Abruzzo. Ore 10,00 – 11,30 – 15,30. 03 Gennaio ore 16,30 - Chiesa S. Chiara e Polo Museale Civico Diocesano Natale d’arte: la Natività nel presente e nel passato Incontro e visita guidata promossi dalla Soprintendenza per i Beni Artistici dell'Abruzzo. musica Sulmona chiesa s. Domenico 22 Dicembre, ore 18,30 27,28,29 Dicembre Teatro Comunale “Maria Caniglia” VIII Premio “Augusto Daolio” Concerto d’organo, Italo Di Cioccio Il concorso per gruppi emergenti intitolato alla memoria della storica voce dei Nomadi, quest’anno si concluderà, dopo la premiazione del vincitore, il 29 Dicembre alle ore 21,00 con il concerto di Eugenio Bennato. Info: 389.9737620, 349.2113913, 0864.52224 Qual notte di Mistero Natale Musica Festival località Badia chiesa S. Maria degli Angeli 28 Dicembre, ore 18,00 concerto dell’Insieme Strumentale “Serafino Aquilano” Corale Novantanove Castelvecchio Subequo Musica e pace 22 dicembre 2006 - 5 gennaio 2007 Sala Padre Pio ore 18.30 Discoteca Apocalyps 25 Dicembre, ore 23,00 Dj Boosta, from SubsOnicA Chiesa S. Giovanni Evangelista 30 Dicembre, ore 18,30 Dj producer, pianista e tastierista. Nel &ààè fonda i Subsonica; con i quali pubblica 4 album tutti arrivati al disco di platino. VI Rassegna Cori Parrocchiali “S. Giovanni Apostolo ed Evangelista” “Anniversari e neonati” Duo Pepicelli Francesco Pepicelli, violoncello Angelo Pepicelli, pianoforte 5 gennaio 2006 Sala Padre Pio ore 18.30 30 Dicembre – 18 Febbraio Sulmona CAMERATA MUSICALE SULMONESE Info: tel. 0864.212207, sito internet: www.cameratamusicalesulmonese.it 30 Dicembre, ore 17,30 - Teatro Comunale “M. Caniglia” Ukrainian Symphony Orchestra 7 Gennaio, ore 17,30 - Teatro Comunale “Maria Caniglia” L’Arlésienne – Carmen Suite di Georges Bizet eseguite da: Orchestra d’archi della radiotelevisione di Bucarest, Quartetto di sassofoni Accademia Coro e Solisti dell’Ateneo Internazionae della Lirica di Sulmona. 14 Gennaio, ore 17,30 - Teatro Comunale “Maria Caniglia” “Play Ballads” concerto Jazz (prenotazione obbligatoria) Paolo Fresu, tromba e Giovanni Mazzarino, pianoforte 21 Gennaio, ore 17,30 - Teatro Comunale “Maria Caniglia” The Chamber Strings of Melbourne Direttore: Christofer Martin. Musiche di: Mozart, Bach, Couperin, Hindemith, Donizetti. 28 Gennaio, ore 17,30 – Auditorium dell’Annunziata Rassegna giovani talenti Jonathan Fournel, pianoforte. Musiche di: Rachmaninov, Busoni, Liszt. 04 Febbraio, ore 17,30 – Teatro Comunale “Maria Caniglia” Compagnia marionettistica Carlo Colla e Figli Aida, riduzione per marionette del dramma lirico di A.Ghislanzoni a cura di Eugenio Monti Colla. Musica di Giuseppe Verdi. (prenotazione obbligatoria) 11 Febbraio, ore 17,30 – Teatro Comunale “Maria Caniglia” Orchestra di Padova e del Veneto Direttore e solista: Salvatore Accardo. Giuseppe Russo Rossi, viola Musiche di: Mozart, Beethoven 18 Febbraio, ore 17,30 – Auditorium dell’Annunziata Sebastian Strig Quartet. Musiche di: Gotovac, Dvorak, Haydn. Viaggio nel sogno dal musical a Walt Disney Silvia Zaru voce e pianoforte Sonia Zichella flauto Pettorano sul Gizio 26 dicembre 2006 ore 18.00 chiesa Madre Anversa degli Abruzzi 30 dicembre 2006 ore 18.30 chiesa di S. Maria delle Grazie Corfinio 5 gennaio 2007 ore 18.30 chiesa di S. Martino Sulmona 6 gennaio 2007 ore 19.30 chiesa della SS. Annunziata Roma 13 gennaio 2007 ore 18.30 Basilica di S. Giacomo in Augusta Pérégrination Choral Viaggio nel repertorio sacro del ‘900 europeo Coro Polifonico di Sulmona Coro di voci bianche I Piccoli Polifonici Sulmonesi Paola Salvatore, pianoforte Anna Galterio, direttore Bolognano 07 gennaio 2007 ore 18.30 chiesa di S. Martino Lieder e Romanze Spirituali 02 Gennaio, ore 21,30 Sulmona - Auditorium dell’Annunziata 30 31 Raffaele Pallozzi Trio e Guest Star Bepi D’Amato: concerto jazz. Sulmona 03 Gennaio, ore 18,00 - Chiesa S. Chiara Concerto del Coro dell’Ateneo della Lirica di Sulmona Sulmona 04 Gennaio, ore 21,00 – Capolinea serata finale “Frequenze positive Night Rock” Sulmona 05 Gennaio, ore 18,30 - Chiesa S. Gaetano Concerto Orchestra di fiati Majella Sulmona 06 Gennaio, ore 18,30 - Chiesa SS. Annunziata Pérégrination Choral: Concerti Spirituali Itineranti. Coro Polifonico di Sulmona e i Piccoli Polifonici Sulmonesi. Camilla Illeborg soprano Guido Galterio pianoforte Scanno – Auditorium “G. Calogero” 28 Dicembre /06 Gennaio Concerti di Natale Info: ACLI, tel 347.5343419 28 Dicembre, ore 18,00 - Coro di Casteldieri “Padre Mario” Lo scaffale 29 Dicembre, ore 18,00 – Gruppo corale “Nuovo Folkore” di Introdacqua 01 Gennaio, ore 18,00 – Fiati della Majella Concerto di Capodanno 06 Gennaio, ore 18,00 – concerto della Corale dell’Aquila altrieventi a Sulmona 27 Dicembre ore 18,30 - chiesa S. Gaetano La stella nel cielo di Betlemme, favola musicale proposta dalla Polifonica Vocale Jucunda ore 21,30 - Foyer Teatro Comunale La TV che non c’è di Sabina Guzzanti, a cura dell’Associazione Culturale Giro di Vento I libri in ordine di apparizionedi questo numero sono: 30 Dicembre, ore 21,30 - Foyer Teatro Comunale La TV che non c’è di Paolo Rossi, a cura dell’Associazione Culturale Giro di Vento d Il viaggiatore sedentario di L. Malerba, 31 Dicembre, ore 24,00 - Piazza Garibaldi Spettacolo fuochi d’artificio 04 Gennaio, ore 18,00 - Foyer Teatro Comunale “L’Europa tra le due Americhe”, concerto-aperitivo con degustazione vini P. Di Modica, flauto; F. Montomoli, chitarra. 06 Gennaio, ore 16,30 - Foyer Teatro Comunale Un libro in dono ai bimbi nati nel 2006, a cura della Biblioteca Comunale “Ovidio” e dell’Agenzia Promozione Culturale a Pettorano sul Gizio Sagra della polenta Polenta, salsicce e dolci tipici da consumare in piazza al tiepido calore dei falò acceso. Alle 17,30 verrà presentato il libro Halloween (Einaudi), in cui una corposa sezione è dedicata ai riti abruzzesi. Parteciperanno gli autori. Rizzoli 1993 06 Gennaio,ore 12,00 Info: Associazione “De Stephanis”, sito internet: www.pettorano.com a Popoli Chatwin, Adelphi 2005 Mercato della Befana 06 Gennaio Info: Associazione culturale de lo Certame, tel. 085.9870536 a Vittorito d Anatomia dell’irrequietudine di Bruce Calendario ricco di iniziative, tra le quali segnaliamo: 28 Dicembre/07 Gennaio Vittorito sotto l’albero, eventi e manifestazioni sotto il tendone. Info: tel.320.8427420, sito internet: http://vivendoilpresepe.interfree.it 30 Dicembre, ore 18.00 convegno: “Il Brigantaggio in Abruzzo”. Relatore: dott. Pasquale Casale 31 Dicembre, dalle ore 19,00 CAPODANNO 2007. Cenone e Veglione: ingresso 45 Djs: Emany Brandolino & Simone Formisani 02 Gennaio, ore 15.30 Proiezione film “VITTORITO di una volta” 05 Gennaio, ore 20.00 Apertura stands “Festa del Vino” NOTA: Alcune date potrebbero subire variazioni. È consigliabile verificare in anticipo telefonando agli indirizzi indicati o collegandosi al nostro sito www.abruzzoeappennino.com. d Abruzzo: guida allo sci da fondo di S. Ardito, Carsa 1995 d Stagioni di M. Rigoni Stern, Einaudi 2006 d Bianco, rosso, verde…e azzurro. Mappe e colori dell’Italia politica di I. Diamanti, Il Mulino 2003 d Il Museo Diocesano di Sulmona, Synapsi Edizioni 2005 d Natale in casa Cupiello di Eduardo De Filippo, Einaudi 2000 d Osterie d’Italia 2007, Slow Food editore d Il grande ricettario dei dolci, De Agostini 2006 d Gargantua e Pantagruele di Rabelais, Einaudi 2005 d Tradizioni popolari d’Abruzzo di E. Giancristoforo, Newton Company 1995 d Un anno, una vita. Stroria orale del popolo raianese, di D.V. Fucinese, Synapsi Edizioni 2003 d Capetièmpe. Capodanni arcaici in area peligna di V. Monaco, Synapsi Edizioni 2004 d Il segreto del bosco vecchio di D. Buzzati, Mondadori 1998 d Il taglio del bosco di C. Cassola, Bur edizioni 1998 d Ermanno Olmi. Il mestiere delle immagini di T. Kezich, Falsopiano 2004 d Il seme sotto la neve di I. Silone, Mondadori 1998 d La tigre e la neve di Benigni Roberto e Cerami Vincenzo, Einaudi, 2006 d Il senso di Smilla per la neve di H. Peter, Mondadori 1996 Abruzzoèappennino la rivista dell’appennino abruzzese abruzzoeappennino.com