Cartolina dall`Abruzzo della neve

Transcript

Cartolina dall`Abruzzo della neve
è
ABRUZZO
appennino
01/06
rivista trimestrale dell’appennino abruzzese
spedizione in abbonamento postale
Protagonisti. Il presepe: piccole sculture per una grande passione.
Le statuine in terracotta di Marco Angelilli
Scenari. Il turismo fiore all’occhiello dell'Abruzzo.
Intervista al vicepresidente della Regione
I luoghi dell’anima. La festa di Sant’Antonio Abate.
Voci e immagini di una sera d’inverno
Percorsi. Scrucchiata, ciffeciaffe e luna calante”
Tavole imbandite e atmosfere festive come una volta
Sport e natura. L’anello del bosco.
Con gli sci da fondo nel parco nazionale della Majella
Cartolina dall’Abruzzo della neve
è
Sciare
Provincia di L’Aquila
Pescasseroli
4 Azzurre, 6 Rosse, 3 Nere
3 Seggiovie, 2 Sciovie
0863/911118
www.sciarepescasseroli.it
www.pescasserolionline.it
Campo di Giove
Piste di diversa difficoltà
1 Cabinovia, 5 Sciovie
0864/408197
Campo Felice - Rocca di Cambio
6 Azzurre, 8 Rosse, 6 Nere
6 Seggiovie, 6 Sciovie
0862/917803
www.campofelice.it
Campo Imperatore - L’Aquila
2 Azzurre, 3 Rosse, 3 Nere
1 Funivia, 1 Seggiovia, 2 Sciovie, 1
Manovia
0862/22146
Marsia - Tagliacozzo
1 Azzurra, 1 Rossa, 1 Nera
1 Seggiovia, 3 Sciovie
abruzzo appennino
0863/610318
www.marsia.it
Ovindoli – Magnola
5 Azzurre, 8 Rosse, 4 Nere
1 Ovovia, 4 Seggiovie, 3 Sciovie
0863/705087
www.ovindolimagnola.it
Scanno - Monte Rotondo - Passo Godi
5 Azzurre, 5 Rosse
4 Seggiovie, 4 Sciovie
0864/74317
www.scannopassogodi.com
Passo San Leonardo
Piste di media difficoltà
2 Sciovie
0864/41138
www.sanleonardo.com
Pescocostanzo
2 Azzurre, 1 Rossa
1 Seggiovia, 1 Sciovia
0864/611440
www.pesconline.it
Pizzalto – Roccaraso
2 Azzurre, 2 Rosse, 2 Nere
1 Seggiovia Esaposto, 4 Sciovie
0864/602343
www.pizzalto.com
Rivisondoli - Monte Pratello
5 Azzurre, 3 Rosse, 3 Nere
1 Funivia, 3 Seggiovie, 4 Sciovie
0864/69152
www.roccaraso.net
Roccaraso – Aremogna
5 Azzurre, 8 Rosse, 1 Nera
1 Funivia, 7 Seggiovie
0864/62336
www.aremogna.it
Provincia di Teramo
Prati di Tivo – Pietracamela
20 Km di piste
1 Seggiovia, 6 Sciovie
0861/959605
www.pratiditivo.it
Prato Selva - Fano Adriano
Piste di media difficoltà
1 Seggiovia, 3 Sciovie
0861/95435
Monte Piselli - Valle Castellana
Piste di media difficoltà
1 Seggiovia, 3 Sciovie
0861/930154
Provincia di Chieti
Monte Secine – Pizzoferrato –
Gamberane
2 Azzurre, 2 Rosse
2 Sciovie
0872/946161
Passo Lanciano – Majeletta
12 Azzurre, 9 Rosse
1 Seggiovia, 9 Sciovie
0871/896044
sommario abruzzoèappennino
inverno
Abruzzoèappennino
Link
4
Editoriale
è
REGIONE
ABRUZZO
ABRUZZO
appennino
rivista trimestrale dell’appennino abruzzese
spedizione in abbonamento postale
numero 1 anno 2006
Registrazione Tribunale di Sulmona
n. 3 del 13-12-2006
Sciare in Alto Sangro
8
Aremogna, Monte Pratello e
Pizzalto
10
Cartolina dall’Abruzzo della neve
Il turismo e gli sport invernali, i gioielli di
famiglia dell’Appennino centrale
Il presepe che vive
16
Natale in casa Cupiello
16
di Antonio Di Fonso
Il presepe artistico
Storia di copertina
6
di EnzoMosca
Ricette
Scenari
16
19, 21
Il turismo. Fiore all’occhiello
della Regione
11
Direttore Responsabile
Antonio Di Fonso
Redazione
Massimo Colangelo
Luca Del Monaco
M. Carmela Di Cesare
Riziero Zaccagnini
Progetto Editoriale
Massimo Colangelo
Intervista al vicegovernatore della Regione
Abruzzo, Enrico Paolini
Itinerari
Percorsi
L’anello del bosco
26
La chiesa di S. Antonio
26
Colori e sapori
Il buon olio peligno
17
Ma è davvero buono l’olio peligno?
di Antonio Carrara
Comunità Montana Peligna
Progetto grafico
e impaginazione
Andrea Padovani
Ufficio Stampa
Via Debeli 20
Sulmona 67039 (AQ)
tel. 0864.31199
fax 0864.206420
email [email protected]
Fotografia
Luca Del Monaco
Hanno collaborato
Franco Avallone
Antonio Carrara
Katia Masci
Marco Angelilli
Giuseppe Bono
Clemente Maiorano
abruzzoeappennino.com
Sviluppo sul web
Federico Bonasia
stampa PUBLISH pre&stampa
Sambuceto (CH)
Iniziativa comunitaria LEADER PLUS PSL e GAL ABRUZZO ITALICO
Agenda di stagione
Scrucchiata, ciffe ciaffe
e luna calante.
18
Tavole imbandite e atmosfere come
una volta
diKatia Masci
Luoghi dell’anima
La festa di Sant’Antonio
23
Voci e immagini di una sera d’inverno
Teatro
Feste e tradizioni
Arte
28
28
29
Musica
Altri eventi
Lo scaffale
30
31
31
di Riziero Zaccagini
Sport e natura
L’anello del bosco
Con gli sci da fondo nel Parco
Nazionale della Majella
25
di Luca Del Monaco
015 Il presepe: piccole
sculture per
una grande
passione. Le
statuine di terracotta di
Marco Angelilli
02-08-010
Sport e natura.
Il comprensorio
dell’Alto
Sangro.
L’Aremogna,
Monte Pratello
e Pizzalto
iprotagonisti
020 Un viaggio
chiamato gusto:
dalle frattaglie allo
Champagne
Tradizione, territorio
e voglia di stupire di
due interpreti della
enogastronomia sulmonese.
Intervista a Giuseppe
Bono e Clemente
Maiorano
di M. Carmela Di
Cesare
025 Sci da
fondo: l’anello
del bosco di
Sant’Antonio
di Luca Del
Monaco
4
L’editoriale
La storia di copertina di
questo numero è dedicata
alla neve e agli sport invernali,
come dire al trionfo della tradizione, al canto celebrativo
dell’Appennino abruzzese
che in questa stagione offre il
meglio di sé, lucidando i
gioielli di famiglia per le grandi occasioni.
La neve, quindi, per aprire la
stagione a tutta pagina, la
neve perché in fondo scandisce ancora il tempo del lavoro
e del divertimento, la neve
soprattutto perché queste
montagne sono di sobria bellezza, una bellezza antica, tradizionale, e da queste parti le
tradizioni funzionano e regnano ancora.
4|
abruzzoèappennino
Figuriamoci poi a fine anno, quando le nevicate copiose
sono la gioia anche di albergatori e operatori che vivono di
turismo, e condizionano nel bene e nel male l’indotto economico di intere comunità. Perché al di là delle suggestioni e
delle atmosfere formato famiglia, delle notti stellate e dei
paesi illuminati in attesa della festa natalizia, quello che
conta è anche la sostanza: non si vive di solo pane, per dirlo
con eleganza.
La neve dunque è un buon viatico, un buon augurio che inaugura la stagione nel migliore dei modi, specialmente quando
si fa attendere e desiderare troppo, come è accaduto in questi giorni di dicembre; aiuta a scacciare i brutti pensieri e
ricopre le montagne di colori ed effetti speciali che
attraggono il popolo sciatore e fanno brulicare le
stazioni e le piste.
Anche se non c’è solo la neve ad occupare il
proscenio stagionale.
Infatti, mentre il seme continua ancora
a dormire sotto la neve, e scusateci
per l’involontaria citazione, molto si
muove ed è ben sveglio pure al di
sopra, cammina spedito e lascia
tracce sulla coltre bianca.
Cosi, negli articoli della seconda parte della rivista abbiamo
seguito quelle tracce, scovato altre storie da raccontare,
esperienze da conoscere,
spesso diversissime, quasi
sempre lontanissime e apparentemente inconciliabili, in un
viaggio alla ricerca dei percorsi e
sapori dell’inverno. Storie ed esperienze che divertono, appassionano e
fanno riflettere.
www.abruzzoeappennino.com
Possono sembrare inconciliabili, a prima vista, il silenzio dei
boschi con il rombare del gatto delle nevi che si arrampica
sulle piste da sci battendo la pista per lo snowboard; oppure
improbabili gli incroci enogastronomici che fondono frattaglie
e champagne, sposando cibi poverissimi e altezzosi e
aristocratici
spu-
5
manti: eppure, alla fine, tutto si spiega, tutto come al solito da queste parti - si tiene.
I viaggiatori sedentari si danno la mano con i viaggiatori veri,
il solitario scultore di presepi contamina, involontariamente, il
dinamico manager turistico.
Perché le storie diventano racconto e tradiscono un sentimento speciale, un bisogno di vitalità che appartiene
alla gente di questi luoghi, dove è facile sentirsi
linea di confine, in cui gli opposti s’incontrano
e si completano.
Non è casuale che alla fine di questo
viaggio sopra e sotto la neve troviamo
ad aspettarci il fuoco, il simbolo opposto.
Sono proprio i fuochi in onore di
Sant’Antonio, i paesi e le comunità che
festeggiano e si riuniscono attorno ai
bagliori di una notte di gennaio, che ci
ricordano come la religiosità confina sempre con una ritualità pagana e magica, e che
dietro il sacro si può celare sempre il profano.
In una eterna e immutabile sfida.
Buona lettura.
abruzzoèappennino
|5
di Antonio Di Fonso
ph. Luca Del Monaco, Fabio Smarrelli, archivio stazione sciistica Pizzalto
Cartolina dall’Abruzzo della neve
Il turismo e gli sport invernali, i gioielli di famiglia dell’Appennino centrale
L’azzurro e il bianco, quei colori netti contrastati, quella
luce che taglia la montagna, la scolpisce, la rende più vicina, a portata di mano, mentre intanto la seggiovia sale
verso i 2000 metri: benvenuti in Abruzzo, la regione con
gli sci ai piedi, ben trovati nella terra dove l’Appennino
s’inorgoglisce e mostra i suoi gioielli di famiglia.
6
7
S
ciare da queste parti, qui dove s’incontrano i territori di
due Comunità Montane, ormai è un gesto abituale, facile e dalle molteplici soluzioni; si addice allo sciatore prestante o all’appassionato formato famiglia, si possono
tracciare le scie sulle piste dell’ Alto Sangro – il comprensorio di
Roccaraso, Rivisondoli e Pescocostanzo, quello che viene giustamente definito il complesso sciistico più importante dell’intero
Appennino -, oppure si può scendere dalle piste di Passo Godi e
Scanno, o anche scivolare sulle nevi di Passo san Leonardo e
Campo di Giove.
Come pure non vanno dimenticate le soluzioni alternative, le
piste e gli anelli naturali di neve battuta che sono la passione degli
amanti del fondo, quella “disciplina della terra” cosi profondamente paesaggistica, che richiede oltre alla potenza muscolare
anche una buona dose di concentrazione interiore.
Comunque e dovunque, qualsiasi sia la destinazione che si sceglierà, con i nostri sci ultra leggeri ai piedi avremo solo l’imbarazzo della scelta: il resto lo faranno la montagna e la neve.
E quando pensiamo alla neve e alle montagne, non possiamo
fare a meno di richiamare dal nostro archivio personale un’immagine incancellabile, che chiunque sia salito sulle vette innevate in una giornata di sole, ha conservato come una cartolina da
spedire ad un amico lontano. In quel fotogramma di luce, sole e
cieli azzurri sta il vero segreto dello sci abruzzese. In quello scatto fotografico simbolico splende per sempre il sole sulla neve, e
s’intravede la giacca a vento colorata di chi ci precede mentre
saliamo in quota prima della discesa. Ed è proprio questa la cartolina ideale dell’inverno della neve e dello sci che vogliamo spedire dall’Abruzzo, da questa parte dell'Abruzzo: perché esiste un
altro inverno, quello del gioco e del divertimento, che ha cambiato il destino di paesi e territori facendosi progetto e sviluppo
turistico.
L’inverno nel cuore dell’Appen-nino è fatto di silenzi e di attese,
di freddo e gelo; ma presenta anche un’altra faccia, un altro
nome, regala inaspettate possibilità, ha anche un suo giocoso “il domaine skiable”
e sorridente modo di essere, ha degli altipiani è di
i modi e le movenze di un colo- grande attrattiva e
rato e veloce intrattenimento: è fascino, disegnato
una giostra multicromatica che
tra paesaggi di
scorre e scivola sulle nevi delle
armonia e bellezza,
piste da sci.
Gli sport invernali sono divenuti tra valli e altopiani
parte integrante del paesaggio, che conservano la
arredo familiare e presenza rico- loro scontrosa belnoscibile; lo sanno bene gli ope- lezza,
[Link]
Comprensorio Alto Sangro e
Comunità Montana Peligna
Il territorio della Comunità Montana Peligna confina a sud con
il più importante bacino sciistico dell’Appenino, quello rappresentato dalla stazioni dell’altopiano delle Cinque Miglia Alto Sangro (raggiungibili in 20’da Sulmona)
Pizzalto – Roccaraso
2 Azzurre, 2 Rosse, 2 Nere
1 Seggiovia Esaposto, 4 Sciovie
0864/602343
www.pizzalto.com
Rivisondoli - Monte Pratello
5 Azzurre, 3 Rosse, 3 Nere
1 Funivia, 3 Seggiovie, 4 Sciovie
0864/69152
www.roccaraso.net
Roccaraso – Aremogna
5 Azzurre, 8 Rosse, 1 Nera
1 Funivia, 7 Seggiovie
0864/62336
www.aremogna.it
Pescocostanzo (AQ)
2 Azzurre, 1 Rossa
1 Seggiovia, 1 Sciovia
0864/611440
www.pesconline.it
Campo di Giove (AQ)
Piste di diversa difficoltà
1 Cabinovia, 5 Sciovie
0864/408197
Monte Rotondo - Passo Godi – Scanno (AQ)
5 Azzurre, 5 Rosse
4 Seggiovie, 4 Sciovie
0864/74317
www.scannopassogodi.com
Passo San Leonardo (AQ)
Piste di media difficoltà
2 Sciovie
0864/41138
www.sanleonardo.com
8
9
dalla nascita del primo Skiclub fino all’inaugurazione della Slittovia di Roccaraso nel dicembre del
1937. Nel 2005 sempre a Roccaraso si sono disputate le gare della coppa Europa femminile, con partecipazioni prestigiose e successo di pubblico.
In questo spazio di tempo si possono racchiudere l’inizio ed il punto di arrivo di una storia, ma anche
l’avvicendarsi di due mondi e due epoche diverse, e
si possono delimitare i margini di un viaggio, seguendo il quale è facile rintracciare i cambiamenti e le trasformazioni di un intero territorio.
La neve e il cielo, il sole e la montagna, dunque, hanno
aperto una strada e hanno indicato un percorso di sviluppo ad una comunità: il resto lo hanno fatto le intelligenze e le intuizioni degli uomini. Ma alla fine, restano
sempre loro, il bianco e l’azzurro, la luce e la pietra i veri
protagonisti insostituibili di questa
storia. Restano loro i proprietari dei diritti d’autore di
questa cartolina che vi
abbiamo spedito.
ph. Fabio Smarrellli
ratori del settore, gli amministratori pubblici, gli imprenditori che hanno investito risorse, idee, e voglia d’intrapresa
puntando tutto sul turismo bianco.
Forse molti se lo aspettavano,
sapevano che prima o poi la
montagna e la neve avrebbero
ripagato tanta fiducia, perciò
hanno scommesso, hanno
puntato sul tavolo quello che
avevano. Dall’epoca del turismo invernale per pochi, riservato alle famiglie che per la
maggior parte provenivano
dall’area napoletana e dalla
capitale, quasi sempre borghesia benestante e delle professioni, si è passati al turismo più
diffuso, incrociando gli anni
del boom e della crescita
demografica. Gli sport invernali hanno seguito il rombo
della società di massa nascente – gli anni sessanta e settanta – e sono planati quindi nelle praterie sterminate
dei novanta, assecondando e accogliendo a braccia
aperte le nuove ondate di appassionati, che hanno trasformato uno sport in fenomeno di consumo e massificato. Tra Roccaraso, Rivisondoli e Pescocostanzo, oggi ci
sono 110 chilometri di piste, 36 impianti di risalita, stazioni
in grado di soddisfare tutti i gusti e i generi del cosiddetto
circo bianco, un comprensorio sciistico modernissimo e
capace di fare concorrenza a qualunque località alpina.
Come direbbero gli esperti, “il domaine skiable” degli altipiani è di grande attrattiva e fascino, disegnato tra paesaggi di
armonia e bellezza, tra valli e altopiani che conservano la
loro scontrosa bellezza, e contemporaneamente supportato da diavolerie e ritrovati all’avanguardia della
tecnica, che garantiscono divertimento, sicurezza e
agilità.
Si percepisce anche da questa specializzazione
dell’offerta tecnica (vedi schede ndr), un cambiamento di mentalità, di costume. È un segno dei
tempi, un ossimoro culturale – se vogliamo
usare una parola grossa – oppure semplicemente la combinazione degli opposti: ma
dimostra come l’Abruzzo sia ormai una
regione che corre e si aggancia alle locomotrici che portano lontano, e verso
l’Europa.
Nel 1910 sull’Altipiano
delle Cinque miglia si
tenne
il
Primo
Convegno invernale
sportivo, una serie di
gare sportive e
prove di velocità di
discesa che aprivano un’epoca che
avrebbe avuto altri
momenti
storici,
[Link]
“
140 chilometri di piste, 36 impianti di risalita,
42.000 persone di portata oraria, 136 dipendenti,
impianto di innevamento artificiale leader in
Europa, due giorni per innevare il 50% delle
piste...
”
Aremogna e Monte Pratello
aspettando la coppa del mondo
140 chilometri di piste, 36 impianti di risalita, 42.000 persone di portata
oraria, 136 dipendenti, impianto di innevamento artificiale leader in
Europa, due giorni per innevare il 50% delle piste: “Solo sulle Dolomiti si
trova di meglio”. Così Roberto Del Castello ci presenta gli impianti di
famiglia: quelli dell’Aremogna, nati per volontà del padre nei primi anni
’60 con due sciovie semiautomatiche e una telecabina a due posti inaugurata dalla moglie del presidente Leone, e quelli di Monte Pratello
acquisiti nel 2000. I numeri parlano da soli. A questi vanno aggiunti una
serie di servizi da anni a disposizione dei clienti, tra i quali spicca il
noleggio di un elicottero per voli panoramici, trasferimenti dalle strutture
alberghiere e, chiaramente, assistenza per la sicurezza sulle piste.
“Roccaraso è uno dei cardini economici dell'Abruzzo”, ed è la stazione
sciistica di riferimento delle regioni limitrofe. “Quando nel ’94 il Sindaco
fece chiudere gli impianti – ci dice Del Castello – ci furono ripercussioni
fino a Napoli, con tre negozi sportivi chiusi per fallimento dell’attività”.
Ma il futuro sembra essere promettente. “Sulle nostre piste vengono ad
allenarsi gli atleti della nazionale, testeremo la pista ‘del lupo’ in Coppa
Europa, pronta per accogliere il Campionato del Mondo; abbiamo ampliato i parcheggi per una migliore mobilità degli sciatori; abbiamo una convenzione con l’albergo “La Reserve” di
Caramanico, con servizio clienti e trasporto in elicottero”. Il collegamento con il versante di
Scanno resta un progetto che Del Castello intende perseguire. “Resta poi un problema legato alla
ricettività alberghiera, che con 3000 posti letto
non permette di utilizzare appieno le potenzialità
Con i suoi 23 impianti di risalita, una nuova seggiovia esaposto
del comprensorio”. La strada da percorrere è
da 3000 persone di portata oraria, l’80% delle piste predisposte
per l’innevamento artificiale, Pizzalto è diventata negli anni una
necessariamente quella di una programmazione
stazione sciistica di riferimento per il centro Italia e
territoriale congiunta: “puntare
non solo. Volontà della famiglia Colecchi, che nel 1972
sulla qualità, magari programdecide di investire in un primo impianto in alta quota.
mando investimenti più lenti”.
Nati come albergatori (Felice Colecchi inaugurò l’hotel
Iris a Roccaraso nel 1950) da sempre i Colecchi affianUna formula che sembra dare i
cano alla gestione degli impianti la conduzione albersuoi frutti.
ghiera dell’Hotel Pizzalto, situato direttamente sui
campi da sci. L’intento è quello di rispondere al
meglio alle esigenze degli ospiti. A partire dalle piste,
omologate per gare di Slalom, Gigante e SuperG, dove
lo scorso anno è stato sperimentato con successo un
servizio di cortesia destinato agli sciatori in difficoltà,
per arrivare all’accoglienza e all’intrattenimento
durante le ore di riposo, con tre punti ristoro, un centro benessere, solarium e baby park. Il passo ulteriore
deve coinvolgere tutti gli attori interessati al turismo
della zona. “Fare sistema”, dice Dario, figlio di Felice.
“Con i privati è facile, più duro con le istituzioni. Ma
chi si lamenta sbaglia”. Proposte e disponibilità al
dialogo: questa sembra essere la formula giusta per
Dario Colecchi, oggi impegnato come presidente di
Incoming Abruzzo, consorzio di albergatori che punta
a costituire una rete unica a servizio del turista. “È
già attivo un sistema di prenotazione centralizzato
per l’Altopiano delle cinque miglia, al numero 0864845545. Presto saremo on-line”.
Quanto al problema della ricettività alberghiera, è opportuno provare a “sfruttare ciò che esiste, recuperare strutture non utilizzate
prima di costruirne di nuove”.
Pizzalto
“stella nascente del CentroSud”
1
0
11
“Il turismo
fiore all’occhiello della Regione
Intervista a Enrico Paolini, vicegovernatore dell'Abruzzo
”
ph. Luca Del Monaco
Abbiamo scelto Enrico Paolini, vicepresidente della Giunta
regionale, per inaugurare una serie di incontri dedicati ai
temi più caldi del turismo e alle nuove potenzialità e prospettive di un settore divenuto, ormai, di rilevanza strategica per il futuro della nostra regione.
L’Abruzzo, regione a vocazione turistica: ormai possiamo
dire che non è più una definizione d’intenti ma una realtà
concreta su cui programmare e costruire lo sviluppo del
nostro futuro. Quali sono gli scenari e le prospettive che ci
attendono?
“Che l’industria turistica abruzzese sia il vero fiore all’occhiello
di questa regione è innegabile. È chiaro che per raggiungere
risultati ottimali bisogna lavorare sempre in un’unica direzione.
Su questo aspetto abbiamo profuso le migliori forze dell’assessorato regionale che ha avviato con gli attori del turismo
un discorso continuo di programmazione e promozione.
Quello che ho voluto fin dal primo giorno del mio insediamento è stata la chiarezza nei rapporti, nel senso che la regione
Abruzzo ha manifestato chiaramente l’intenzione di non tirarsi
indietro nell’avviare una politica di programmazione della promozione turistica. Rispetto al passato è un notevole passo in
avanti, visto che negli anni precedenti l’attività di promozione
era stata affidata a privati, spogliando in questo modo il ruolo
dell’Aptr. Noi abbiamo segnato un elemento di discontinuità
con il passato, valorizzando in primis proprio l’azienda di promozione turistica regionale e chiedendo agli attori privati e
pubblici di fare squadra”.
Nel 2007 ci sarà nella nostra regione l’Italy Symposium,
una preziosa opportunità per lanciare oltreoceano
l’Abruzzo, per aprire nuove e inedite potenzialità nel settore. Ci può spiegare di che cosa si tratta?
“È il terzo evento di promozione turistica che si tiene nella
nostra regione. Dopo la conferenza nazionale sul turismo e il
congresso nazionale dell’Usigrai, l’Italy Symposium segna il
punto più alto della promozione abruzzese oltreoceano. Ad
aprile arriveranno nella nostra regionale circa 300 tour operator
americani che visiteranno i centri turistici più rilevanti
dell'Abruzzo per inserire all’interno dei cataloghi l’offerta turistica italiana e abruzzese nel mercato americano. S’intuisce subito la grande opportunità che ha il nostro turismo, per questo
chiedo a tutti gli operatori turistici di impegnarsi in prima persona per mostrare ai tour operator americani quello che
l’Abruzzo può effettivamente offrire, senza per questo buttare
fumo agli occhi. Gli operatori turistici americani valuteranno il
livello e grado di ricettività della nostra regione in relazione alla
domanda che proviene dal mercato americano. Un’occasione
più unica che rara, che per essere valorizzata deve avere il
contributo di tutti. Noi come assessorato saremo in prima fila
per dare spazio all’iniziativa. In occasione dell’Italy Symposium
partirà poi il primo volo PescaraNew York e questo grazie soprattutto all’azione di promozione che ho
fatto personalmente in questi mesi”.
Veniamo al turismo delle aree
interne. In questo numero di
Abruzzo è Appennino la storia di
copertina è dedicata alla neve e
agli sport invernali. Ne emerge un
quadro interessante, un’identità
contrastante eppure di grande
fascino: all’antica e severa bellezza delle montagne si coniuga
la modernità tecnologica di
impianti e strutture all’avanguardia. Come dire, il ritratto di una
regione sospesa tra storia e futuro.
“È innegabile che la montagna è la
nostra forza turistica. E in tutti questi anni gli operatori del turismo
invernale hanno investito molto in
termini di infrastrutture e ospitalità. I
risultati si vedono, se è vero che
l’Appennino abruzzese riesce sempre a richiamare migliaia di turisti da
tutta Italia, più delle altre zone del
Centro Italia. Ora bisogna guardare alla possibilità di penetrare
il mercato del Nord. È un’operazione difficile, ma io penso che
le nostre montagne abbiano tutti i numeri per stare sul mercato. In estate, poi, riusciamo ad avere ancora una montagna
altrettanto appetibile e questo lo dobbiamo principalmente
all’innegabile bellezza delle nostre cime”.
In una recente inchiesta per Demos sulle connotazioni
geografiche delle regioni italiane, l’Abruzzo ormai viene
definito come una regione che non è più meridione. Il
sociologo Ilvo Diamanti dice che i confini del meridionalismo si sono ristretti, si sono modificati. E l’Abruzzo ha un
ruolo cruciale in questa nuova mappa, ha grandi potenzialità da valorizzare ma forse pure ambizioni e responsabilità maggiori. Ci piacerebbe conoscere il suo punto di
vista, di politico e vicegovernatore.
“È un discorso complesso, difficilmente liquidabile in due bat-
12
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tute. Cominciamo col dire che l’Abruzzo ha superato brillantemente il passaggio dall’Obiettivo 1 all’Obiettivo 2. E questo mi
sembra già un passaggio interessante. La nostra classe dirigente e produttiva, insomma, ha dimostrato di saper camminare con le proprie gambe riuscendo a dare vita a realtà produttive di respiro internazionale in grado di competere su tutti i
mercati. In questo senso, la politica e non solo ci considera
fuori dalle regioni del meridione. Siamo insomma una regione
cerniera tra l’area di Centro con un alto livello di Pil e l’Italia
del Mezzogiorno che è alla ricerca di nuove forme di sviluppo.
Ma questo aspetto deve fungere da stimolo per la crescita
della regione e non come punto di arrivo. Mantenere il livello
di efficienza amministrativa e di capacità produttiva delle
regioni del Centro Italia è difficile,
ma in questi anni abbiamo mostrato
in alcuni settori, come ad esempio il
turismo e lo sviluppo ecocompatibile, di essere in grado di primeggiare. Sul fronte dei trasporti, abbiamo
concluso un accordo sulla mobilità
intermodale con le cinque regioni
del Centro. A Bruxelles abbiamo
detto chiaramente di voler rientrare
in Centronia. Non dimentichiamo,
poi, che il presidente Del Turco e
l’assessore Srour hanno avviato una
politica di interessamento nell’area
del Mediterraneo”.
5. Turismo religioso, percorsi
della memoria e riscoperta dei
luoghi dell’anima: come vede la
nuova frontiera del turismo di
qualità?
“Sul turismo religioso possiamo dire
di essere stati i primi a crederci.
Abbiamo presentato alla Bit 2006 il
progetto di turismo religioso pensato
e studiato dal comune di Lanciano,
che tocca anche i centri dell'Abruzzo
interno. Solo qualche settimana fa
abbiamo promosso un workshop proprio sul turismo religioso e
ho fatto appello alla necessità di creare squadra. Noi pensiamo
che questo turismo di nicchia possa dare all’Abruzzo notevole
soddisfazioni, perché anche in questo specifico campo del turismo noi possiamo dire la nostra con monumenti e mete religiose di interesse mondiale. Questo è solo un aspetto del turismo
di qualità che questa regione può offrire. Proprio sul turismo di
qualità noi abbiamo concentrato tutta la nostra politica di promozione. Non è un caso che il piano triennale sul turismo, il
primo dopo anni di vera e propria giungla normativa e regolamentare, preveda una serie di finanziamenti a soggetti privati e
pubblici per migliorare il livello di ricettività. Di fronte alla possibilità di realizzare un albergo nuovo, noi chiediamo di ristrutturare
uno vecchio rispettando i criteri alti della qualità. Siamo convinti
che il valore aggiunto sia proprio rappresentato dalla qualità dell’offerta turistica. Di fronte ad una qualità elevata, il turista non
può che scegliere l’offerta migliore.
1
4
15
Il presepe: piccole sculture
per una grande passione
Le statuine in terracotta di Marco Angelilli
Un’arte tramandata da generazioni che è diventata una tradizione del paese di Pacentro.
Nella chiesa di S. Francesco ci sono testi che documentano la
produzione delle statuine in terracotta per i presepi già attorno alla fine del ‘700.
Q
uesta usanza sembra essere arrivata
nel centro peligno
con la famiglia degli
Avolio, artigiani di origine napoletana. Si sa per certo che già nel
1880 questa famiglia aveva una
bottega nel paese.
La tradizione, tramandata di
generazione in generazione, è
sopravvissuta e divenuta famosa
a Pacentro con il maestro
Giuseppe Avolio (1883 1962)
che ha firmato presepi esposti in
molte importanti gallerie mondiali. Un suo presepe presentato
a Napoli in occasione di una
mostra dell’artigianato, fu donato
al principe Umberto di Savoia.
Oggi la tradizione dei “pasquarelli” o “mammuccje” viene perpetuata da pochi artigiani che
ancora praticano questo antico
mestiere.
Tra loro c’è Marco Angelilli che
da qualche anno ha ripreso a
produrre le celebri statuine.
Marco pratica questa arte dall’età di 5 anni quando, ragazzo di
bottega in una falegnameria del
paese, scappava nel vicino studio
del maestro Giuseppe Avolio
attratto dai segreti dell’ antica
professione.
L’apprendistato, di quello che
oggi è l’ultimo discendente diretto della scuola degli Avolio, è
durato per molti anni fino alla
morte del maestro. Poi intorno
ai venti anni Marco, sopraffatto
dai problemi della vita, inizia il
suo giro per il mondo che lo
porta dagli Stati Uniti alla
Svizzera.
Nel 2000 costretto ad andare in
pensione per problemi fisici,
Marco si ritrova a casa con tutto
il tempo libero per dedicarsi,
dopo oltre quaranta anni, a quella passione che molto tempo
prima aveva dovuto interrompere contro la sua volontà.
Oggi lavora ispirandosi ancora al
lavoro del suo maestro, ma ci
tiene a precisare che utilizza
stampi personali, reinterpretando e migliorando con uno sforzo
continuo le sue creazioni che si
rifanno alla tradizione dei costumi popolari abruzzesi dell’ 800.
L’usanza di rappresentare la
gente dell’antico Abruzzo con
personaggi vivi e reali come contadini, artigiani, pastori, realizzati
in terracotta e fedeli fin nei minimi particolari l’ha iniziata lo stesso Giuseppe Avolio, lasciando gli
abiti tradizionali arabi, tipici del
presepe napoletano, solo per i
personaggi della sacra famiglia e
per i magi.
Insieme alla moglie Teresa, che lo
aiuta anche nella decorazione
dei personaggi, Marco si dedica
allo studio degli antichi costumi
popolari e degli antichi mestieri
che vengono riprodotti in ogni
minimo dettaglio nelle sue creazioni. Tutta questa perizia e la
volontà di curare maniacalmente
l’intero processo di lavorazione,
si riflette sulla quantità della sua
produzione. Attualmente le
richieste sono molto superiori a
quello che la sua bottega riesce
a produrre, il suo standard produttivo arriva a completare qualche centinaio di pezzi in un anno.
Tanto per dare un’idea, per realizzare un nuovo personaggio,
dallo studio iniziale fino alla creazione dello stampo e alla rifinitura, cottura e decorazione compresa, è necessario per i pezzi
più elaborati più di una settimana di lavoro.
Oggi i lavori di Angelilli sono
apprezzati in tutto il mondo e i
suoi pezzi sono arrivati fino negli
Stati Uniti, Germania, Francia,
Australia e persino in collezioni
private in paesi come la Tunisia. I
“un’idea,
...Tanto per dare
per realiz-
zare un nuovo personaggio, dallo studio iniziale fino alla
creazione dello
stampo e alla rifinitura, cottura e
decorazione compresa, è necessario
per i pezzi più elaborati più di una
settimana di lavoro...
”
suoi personaggi sono utilizzati
anche da importanti presepisti
italiani.
In questi giorni, mentre lavora
duramente alla realizzazione
delle statue per i presepi del
natale 2006, sta aspettando la
visita di uno scultore statunitense che ha visto le sue creazioni e
ha deciso di trascorrere un
periodo insieme al maestro: per
apprendere, a quanto pare, da
questo custode di un sapere
antico, qualcuno dei suoi segreti.
Laboratorio:Via Madonna dei
Monti, 12
Telefono: 0864 41450
Esposizione: Piazza del Popolo, 2
67030 Pacentro (AQ)
Il presepe che vive
[Link]
Natale in casa
Cupiello
di Eduardo De Filippo
Ormai un classico del Natale, il presepe vivente negli ultimi anni riscuote
consensi sempre maggiori nelle comunità della Valle Peligna, così come in
molte zone d’Abruzzo. Oggi, ad affiancare la storica rievocazione del 5
Gennaio (famosa ormai a livello nazionale) che dal 1951 caratterizza il paese
di Rivisondoli, se ne sono aggiunte numerose altre, ognuna con una sua
peculiarità, nella cura dei costumi, delle scene, del luogo scelto per commemorare la nascita di Cristo.
Nel pomeriggio del 17 Dicembre, l’Associazione Recta Rupes organizza a
Popoli un Presepe itinerante che, in processione dietro la Sacra Famiglia,
accompagna La Vergine fino ai piedi della scalinata della chiesa della
Santissima Trinità, dov’è ricostruita la mangiatoia. La cerimonia si conclude con l’arrivo dei Magi dall’alto della gradinata.
La rievocazione a Scanno, il 30 Dicembre, vede coinvolti tutti i comuni
limitrofi: ognuno costruisce una scena in cui far sfoggio dei costumi tradizionali del proprio paese. Quest’anno la Madonna giunge da Campo di Fano.
A Villalago, il 26 Dicembre, si svolge una processione subacquea nelle
acque del bacino di S. Domenico. Qui viene deposta una rappresentazione
della natività.
A Raiano, invece, ogni anno si allestisce il classico presepe sull’abbeveratoio del quartiere di San Pietro, dove resta esposto durante tutte le festività
natalizie.
Il 3 Gennaio, a Campo di Giove, si dà vita per la terza volta a un presepe
tutto particolare: nei fondachi del borgo antico tornano a vivere i vecchi
mestieri: non centurioni, pastori e greggi, ma maniscalchi, falegnami,
donne che tornano per un giorno alle arti casearie d’un tempo. Sono loro ad
accogliere il figlio di Dio. Così è anche a Vittorito, dove è attiva
l’Associazione “Vivendo... il Presepe”. Il 6 Gennaio nei vicoli del centro storico scintillano i ferri del fabbro, prende forma il cuoio del calzolaio. Sarà
l’ultimo nato dell’anno a giacere tra Maria e Giuseppe, a sorridere o piangere come fece il bambino Gesù.
Presepi viventi saranno inscenati anche a Roccacasale, Pacentro,
Cansano. Un’usanza diffusa che già è tradizione.
Il presepe artistico
di Enzo Mosca
Presso il museo Diocesano di Sulmona è esposto
in maniera permanente il presepe artistico di Enzo
Mosca. Interamente realizzato a mano riproduce,
con i suoi personaggi e le splendide scenografie
intagliate nel legno, uno scorcio del capoluogo
peligno di fine dell’800.
La particolarità di questo lavoro risiede nella grande cura posta nella ricostruzione, in ogni minimo
dettaflio, di scene di vita contadina ed artigianale.
Una delle commedie più celebri del
maestro Eduardo, divenuta nel
corso degli anni paradigma di ogni
festività natalizia, filosofia di vita,
manifesto esistenziale e disincantato sulla famiglia, le tradizioni e i
rapporti umani. Ma soprattutto una
straordinaria testimonianza del
mestiere dell’attore, una lezione
indimenticabile dell’arte del teatro.
Museo Diocesano di Sulmona
Piazza Garibaldi, 76
CAP 67039
Sulmona (AQ)
Orario: 9.00-13.00 e 15.30-19.30
Chiusura: Lunedì (inverno)
Telefono/Prenotazione visite/Fax: 0864 212962
Biglietto: euro 1,00
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Il buon olio peligno
Ma è davvero buono l’olio peligno?
O è un olio troppo “forte”, con un
tasso di acidità troppo elevato e
quindi di qualità scadente?
di Antonio Carrara Presidente della Comunità Montana Peligna
La discussione è aperta da sempre con accesi sostenitori delle
due inconciliabili posizioni. Spesso il dibattito si allarga al colore
(è meglio verde o quasi giallo? ) e ai frantoi (sono migliori quelli
tradizionali a pressa o quelli che adottano una più moderna
tecnologia?). I confronti sono appassionati anche perché l’olio è
un alimento fondamentale che viene da una pianta – l’ulivo dai forti significati simbolici, che permeano tutta la nostra cultura tradizionale (simbolo di vittoria e di pace).
Per dirimere la questione la Comunità Montana Peligna si è rivolta all’ufficio ARSSA di Sulmona. Ne è nato un progetto di valorizzazione dell’ olio peligno che il giorno 7 dicembre ha cominciato a muovere i primi passi a Raiano, in collaborazione con il
Comune e la Riserva naturale regionale Gole di San Venanzio,
con la manifestazione Frant’olio, nel corso della
quale si è svolto un convegno sull’olivicoltura della
Valle Peligna e la premiazione del primo concorso “Il
buon olio peligno”. La funzionaria dell’ARSSA,
Valeria Zema, ha chiarito che la qualità della nostra
materia prima è molto buona e che le varietà presenti, Gentile e Rustica, insieme alle condizioni
ambientali concorrono alla produzione di un olio di
elevate qualità.
L’olivo svolge in Valle Peligna anche un importante
ruolo idrogeologico e paesaggistico: situati per lo più
nella zona pedemontana, gli oliveti circondano ad
anello l’intera vallata determinando condizioni favo-
ph. Luca Del Monaco
revoli alla regimazione delle acque.
La coltivazione dell’olivo occupa poco più di 1000 ha di cui circa
900 in coltura specializzata e 100 in coltura promiscua con una
produzione di olive tra i 17.000 e i 19.000 q interamente destinata alla trasformazione con produzioni di olio variabili tra i 3400
e i 3800 q destinate all’autoconsumo e al mercato locale.
Gli altri relatori hanno affrontato: le norme europee in olivicoltura (Franco Volpe); gli elementi e le corrette procedure di raccolta
e trasformazione che determinano la qualità dell’olio (Luciano
Pollastri); le strategie di valorizzazione dell’olio peligno (Emilio
Chiodo). Infine Marino Giorgetti, capo Panel dell’ARSSA, ha presentato i risultati del concorso, evidenziando la buona qualità di
quasi tutti gli oli prodotti dai 43 partecipanti. La selezione ha
determinato anche i tre vincitori: Tina di Pilla,
Antonio Tucceri e Raffaele Monaco, residenti rispettivamente a Pacentro, Sulmona e Pettorano. Tutti e
tre producono olio con olive coltivate nel territorio di
Pettorano.
Gli elementi di forza dai quali ha preso avvio il progetto di valorizzazione dell’olio peligno sono usciti
perfettamente confermati dal convegno. L’interesse
dimostrato dai produttori e la possibilità di lavorare
tutti insieme: Comunità Montana, comuni, associazioni di categoria, ARSSA, produttori, frantoiani
sono ulteriori elementi che possono determinare il
successo di un progetto.
ciffeciaffe
“e Scrucchiata,
luna calante
” E
di Katia Masci
ph. di Luca Del Monaco
Tavole imbandite e atmosfere festive come una volta
A dispetto di un inverno che si fa desiderare il Natale più consumistico è già arrivato ad ornare le vetrine e ci allontana sempre più dalle nostre autentiche tradizioni culinarie abruzzesi.
Sarà anche un luogo comune quello di dire che l’atmosfera
festiva non è più quella di una volta, ma le tavole sono sempre
più imbandite di prodotti confezionati che ci portano lontano
dalle nostre tradizioni.
ppure di preparazioni dolciarie ne
abbiamo tante, dal
parrozzo ai torroni, di cui l’Abruzzo è pure
produttore importante
nella provincia dell’Aquila.
Non lo sappiamo ma oltre
a quello tenero della tradizione aquilana, anche
Guardiagrele spicca per la
preparazione di un torrone
artigianale strettamente
tipico del suo territorio. Si
tratta di un impasto di
mandorle, zucchero cannella e frutta candita, che
si avvicina nella sua preparazione a quella di una
croccante. Uno degli
imprescindibili elementi
della dolciaria natalizia di
tutte le province abruzzesi
è la marmellata d’uva, che
in dialetto abruzzese assume il colorito nome di
“Scrucchiata”.
Onomatopeico, perché
proviene dal rumore che
gli acini fanno sotto le dita
nel momento in cui vengono schiacciati. La varietà
d’uva impiegata nella
nostra regione è solitamente il Montepulciano
d’Abruzzo. Ha una lavorazione lunghissima che
prevede il distacco manuale degli acini, che vengono
poi schiacciati tra il pollice
e l’indice, operazione detta
per l’appunto della “scroc-
chiatura”. La marmellata
d’uva viene utilizzata in
tutto l’Abruzzo come
ingrediente fondamentale
dei cagionetti, sgonfiotti di
pasta fatta con farina, olio
e vino bianco, riempiti di
miele, noci e mandorle,
oppure di mosto cotto,
mandorle, marmellata
d’uva. La tradizione della
cena della vigilia costituisce un rituale molto interessante di cibi, che si scatenano in successione
dopo il digiuno della giornata. Secondo la tradizione
cattolica la vigilia di Natale
prevede l’assenza della
carne e la cucina del pesce
e delle verdure. Pasta con
sarde e alici, piatti di verdure come broccoli e
cavolfiori, secondi base di
pesce, capitone e baccalà.
E poi gli immancabili fritti, i cagionetti, le crespelle,
una pasta fritta lievitata e
speziata. La frutta di Natale
è l’uva bianca passita raccolta durante la vendem-
Link
Ricetta dei Cagionetti di marmellata
Ripieno
1kg di marmellata
50 gr di miele
200 gr di mandorle, noci, nocciole
tostate e tritate
150 gr di cacao
50 gr di cioccolato fondente
50 gr di frutta candita
cannella
buccia d’arancia
2 tazzine di caffè
Impasto
10 uova
4 bustine di lievito
1 bicchiere di lievito
? kg di zucchero
1 kg di farina
olio d’oliva
vaniglia
buccia di limone
mia e conservata in
ambienti non umidi, sottotetti o cantine. Tra le
feste di Natale e
Sant’Antonio invece il
rituale per eccellenza dell’inverno che si perpetra
ancora in molte famiglie
contadine è l’uccisione del
maiale. In passato la carne
di maiale costituiva una
vera e propria dispensa per
le famiglie. Ogni singola
parte dell’animale veniva
conservato nell’arco dell’anno. Un piatto ancora
molto usato che viene
cucinato subito era il
ciffe–ciaffe, pezzi di guanciale del maiale. Salsicce,
prosciutti, salami, nei
giorni successivi all’uccisione, occupavano interi
vicinati nella conservazione della carne del maiale.
L’aspetto più interessante
era il valore collettivo del
rito, che aveva luogo sempre tra Natale e
Sant’Antonio, il periodo
più freddo dell’anno. Nel
Impastare la farina con le uova, l’olio
d’oliva, lo zucchero, il latte, la buccia
grattugiata del limone e il lievito.
Lavorare sino ad ottenere una sfoglia
di spessore di circa mezzo centimetro.
Intanto preparare il ripieno. Mescolare
nella marmellata il miele, le mandorle,
le noci, le nocciole tritate, il cacao, la
cannella, le tazzine di caffè e la buccia
d’arancia grattugiata. Dopo la preparazione disporre delle cucchiaiate di
ripieno sulla sfoglia lavorata, a una
distanza di circa 5 cm. Ripiegare la
sfoglia formando dei piccoli calzoni.
Ritagliare la pasta con la carrucola,
saldando bene i lembi con il manico di
un cucchiaio o di una forchetta. A
questo punto i cagionetti si possono
friggere nell’olio d’oliva. Si possono
servire anche con una spolverata di
zucchero a velo.
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mondo stupendo della cultura contadina che unisce
religione e superstizione,
la luna calante era l’altro
fondamentale elemento da
tenere in considerazione
per evitare che si rovinasse
la carne. La festa, perché
tale era considerata, si
protraeva per diversi giorni, coinvolgendo a rotazione intere contrade. E dalle
parole di un’anziana contadina del chietino presenti nel libro “Cibo e
gastronomia tradizionali”
di Emiliano Giancristofaro
fuoriesce anche l’importanza dell’invito: “…si
chiamavano tutti i parenti,
i vicini di casa e gli amici,
e uno che non si chiamava
si offendeva perché il
parente e l’amico si riconosceva al morto, allo sposalizio e quando si ammazzava il maiale”.
Un viaggio chiamato gusto:
dalle frattaglie allo Champagne
Tradizione, territorio e voglia di stupire di due interpreti della enogastronomia sulmonese.
Intervista a Giuseppe Bono e Clemente Maiorano
Una sfida provocatoria. Questo l’intento della cena-degustazione organizzata il 24 novembre scorso da Clemente
Maiorano nel suo ristorante di Sulmona.
Con grande audacia è stata accostata la cucina povera per eccellenza – il taglio di carne quinto/quarto dell’animale, le
frattaglie - ai prodotti enologici più aristocratici che si possano concepire, lo Champagne e lo Spumante italiano metodo classico. Sarà stata la tecnica, frutto di attenta ricerca, con cui sono stati preparati piatti molto elaborati, o l’ottima
presentazione, curata fino all’ultimo dettaglio, o, ancora, lo splendido e riuscitissimo abbinamento dei piatti con i vini,
fatto sta che il risultato ha sorpreso ed entusiasmato i convitati, un gruppo di assidui frequentatori delle serate di
Clemente.Si è iniziato con gli antipasti, una vellutata di ceci, trippette di vitello con caciocavallo stravecchio e crema di
sedano, per proseguire con ravioli di faraona con spiedini di rognone e uva, guanciotto di vitello alla Champagne con
contorno di quenelle di broccoli romaneschi e patate farcite e, per concludere, il virtuosistico finale di un concerto di
sapori: tortino di noci tiepido con salsa ai cachi, mousse di cioccolato al peperoncino e cannoncino di crema all’Aurum.
fotografia Luca Del Monaco
Maria Carmela Di Cesare
24 settembre 2006
Intervista a Enzo Pasquale “l’interprete” del Montepulciano d’Abruzzo
I vini sono stati selezionati, abbinati ai piatti e presentati da Giuseppe Bono, della Caffetteria-Enoteca
Bono di Sulmona. Giuseppe è un giovane e appassionato sommelier, un vero professionista del settore,
sempre alla ricerca di particolarità enologiche da
proporre. Nel suo locale si respira il piacere dell’accoglienza cortese e calorosa nel modo familiare con cui
condivide la sua passione per i vini con i suoi ospiti.
E l’amore per la ricerca meticolosa di prodotti di
qualità, spesso di nicchia, viene trasfusa anche nella
cucina. Nella sua enoteca, infatti, è possibile pranzare tutti i giorni e la sera su prenotazione.
«Giuseppe, qual è l’intento
che vi muove nell’organizzare
questi incontri enogastronomici?»
«Sicuramente la voglia di metterci
in gioco e di condividere con i nostri
clienti i risultati delle nostre sperimentazioni in campo enogastronomico.Vino e cibo si esaltano a vicenda e trovare il giusto abbinamento è
qualcosa di entusiasmante. La
nostra ricerca è volta alla scoperta
di gusti e ingredienti inusuali, esaltando e promuovendo gli ottimi
prodotti del nostro territorio senza
disdegnare contaminazioni e aperture alle altre realtà regionali.
L’unico vincolo che ci condiziona, per così dire, è la ricerca assoluta della
qualità. Questa cena-degustazione, inoltre, si inserisce nell’ambito di una
serie di incontri che promuoviamo da qualche tempo che hanno l’intento di
elevare la cultura del vino e della buona tavola, interpretati come l’espressione più autentica di un territorio.»
«Tu e Clemente siete entrambi sommelier. Non sarebbe utile
avere una delegazione dell’AIS (Associazione Italiana
Sommelier) qui a Sulmona?»
«Sì, infatti ci stiamo lavorando. L’apertura di una delegazione qui a
Sulmona rappresenterebbe anche un salto di qualità nell’organizzazione
degli eventi e nella promozione della cultura del vino. Ci sta dando un valido contributo in questa direzione anche Giorgio Davini, funzionario
responsabile del settore enogastronomico del Parco Nazionale Gran
Sasso-Monti della Laga, anch’egli esperto sommelier che, tra l’altro, mi ha
supportato molto nel mio lavoro. È tra gli ideatori del Ristorante-Teatro nel
Monastero sconsacrato di S. Colombo a Barisciano, dove periodicamente
“si esibiscono” nel senso letterale della parola, in una sorta di “Scuola dei
Saperi e dei Sapori”, i “Maestri del gusto”, chef di fama internazionale, i
cui piatti possono essere degustati alla fine di ogni performance»
«Come risponde la nostra zona agli eventi che organizzate?»
«Dipende dagli eventi. L’anno scorso, per la degustazione dei vini dell’azienda Filomusi-Guelfi, abbiamo avuto più di 50 partecipanti. C’è un gruppo di giovani di Roma che non mancano a nessun appuntamento. La cul-
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tura del vino va sempre più diffondendosi e c’è un crescente interesse per
prodotti di qualità, magari con attenzione al rapporto qualità/prezzo.Anche
in questa direzione va la mia ricerca di vini da proporre. In alcuni casi non
è necessario spendere cifre da capogiro per assaggiare buoni vini».
«Da dove nasce il tuo interesse per l’enogastronomia?»
«È una tradizione di famiglia. I miei genitori gestiscono da sempre l’albergo Stella, annesso allo spazio Caffetteria ed Enoteca. Interessarmi al vino
e cimentarmi nella cucina è stata un’esigenza di crescita professionale. In
cucina mi piace sperimentare e, soprattutto, “contaminare”. Se propongo
un piatto della tradizione abruzzese, cerco di arricchirlo con prodotti provenienti da altre realtà regionali, per esempio amo molto un mio piatto, la
pasta corta con pesto di pistacchio, un prodotto artigianale siciliano, insaporito con pancetta e ricotta. Mi piace lavorare molto anche sulla presentazione, che deve essere accurata e ricercata.»
«Cos’è che ti affascina più di ogni altra cosa di questo mestiere?»
«La gratificazione che si prova quando i clienti apprezzano il tuo lavoro e,
sicuramente, il contatto con la gente.»
«Clemente, non è stata un po’ ardua l’idea di proporre una cena
intera a base di frattaglie?»
«Sì, ma con Giuseppe amo sperimentare nuovi piatti e abbinamenti. Devo
dire che l’amicizia di Giuseppe è per me molto stimolante in questo senso.
Per esempio, è vero che i piatti proposti appartengono alla tradizione locale, tuttavia abbiamo cercato di riproporli, oltre che in un abbinamento inusuale con lo champagne, anche con una presentazione ricercata, basata
sul senso estetico del piatto e l’originalità degli abbinamenti.
In passato, nei mattatoi gli operai venivano pagati spesso con le frattaglie
che, dunque, andavano a costituire la base di numerosi piatti della tradizione povera e, infatti, la coratella d’agnello, composta di cuore, polmone
e milza, viene cucinata in tutto l’Abruzzo, pensiamo alle “mazzarelle” di
Teramo, ai “torcinelli” o alla coratella cacio e uova. È importante però che
[Link]
Spaghetto “antico Cav. Cocco” con
crema di ceci, guanciale e pecorino
Ingr. Per 4 persone
400 gr. di ceci lessati
400 gr. di spaghetti
100 gr. di guanciale
pecorino a scaglie
Rosmarino
Olio extravergine
Poco brodo vegetale
Procedimento
frullate i ceci con il brodo e gli aghi di rosmarino fino ad ottenere una
crema liscia e vellutata.
Rosolate il guanciale in olio con uno spicchio d’aglio che poi toglierete.
Versare il guanciale nella crema di ceci conservando qualche dadino
per guarnire il piatto. Cuocere la pasta.
Saltare la pasta con il condimento, aggiungere un pizzico di peperoncino, guarnire con i dadi di guanciale e rifinire con un filo d’olio, pecorino
a scaglie e con del prezzemolo finemente tritato.
22
l’agnello sia di prima scelta, allevato bene. Ecco perché scelgo con
attenzione i miei fornitori».
«E come li scegli?»
«Nella mia concezione della cucina
non si può prescindere dal prodotto:
la materia prima deve essere sempre
straordinaria per freschezza, qualità,
pezzatura e provenienza. Preferisco
proporre prodotti locali o, comunque, abruzzesi: dai formaggi di
Sulmona, Scanno, Rocca Pia e
Rivisondoli ai salumi e alle carni di
macellai di fiducia di Sulmona e
Pacentro, dalla pasta di Pratola
Peligna all’olio del Pescarese. La frutta e la verdura me la forniscono contadini locali. Il mercato di Sulmona è
un ottimo serbatoio di prodotti tipici
di qualità. Nei miei antipasti, ad
esempio, c’è questa eco della tradizione abruzzese: l’”Elogio del
porco” propone salsiccette locali,
mortadelline di Campotosto, i cosiddetti “coglioni” di mulo, la ventricina
del Vastese, mentre nel “Giro
d’Abruzzo in 4 formaggi”, una selezione di formaggi di mucca, pecora,
capra di diversi produttori locali».
«Come sei diventato chef?»
«È una tradizione di famiglia anche
se, in origine, avevo scelto un’altra
strada. Ma, a 23 anni, ho capito che
il mio futuro professionale era nel
ristorante dei miei genitori che il
prossimo anno festeggerà cinquant’anni di attività. All’inizio mi
occupavo della sala e dei vini per i
quali ho sempre avuto una grande
passione. Già allora, infatti, avevo il
diploma da sommelier. Più tardi il
passaggio in cucina è stato spontaneo e naturale. Lì ho ricevuto le basi
da mia madre, grande cuoca, ideatrice, tra l’altro, delle “farfalle alla
Clemente”, piatto storico del ristorante da più di 40 anni, molto elaborato: lo cucino solo quando sono
in vena ed ispirato. Poi ho sentito l’esigenza di arricchire e consolidare la
mia tecnica frequentando numerosi
corsi e stage e tenendomi sempre
informato sulle novità. Tuttavia, la
“memoria culinaria” è lo stile del
mio ristorante: l’amore per la cucina
l’ho ereditata da mia madre, l’attenzione alla scelta dei prodotti da mio
padre, che era norcino e produceva
salumi e vino per il ristorante, l’interesse per il vino da mio nonno che
aprì una cantina nel 1938, un locale
INFORMAZiONI
Ristorante “Clemente”
Vico Quercia, 1
Sulmona (AQ)
Riposo settimaname: giovedì e domenica sera
Telefono/Prenotazioni:
0864 52284
BONO: Vino e caffè
Enoteca, caffè, ristorante
dal 1968
Via P.Mazara, 18
Sulmona (AQ)
Il ristorante è aperto tutti i
giorni a pranzo, la sera
solo su prenotazione
Riposo settimanale: domenica
come ce ne erano tanti, dove la
gente beveva consumando il piatto
del giorno - gnocchi, coratella o
testine d’agnello – e giocando a
carte. Ciò che oggi sono affonda
salde radici in questi preziosi ricordi
di famiglia che si materializzano nei
miei piatti, dove cerco di sperimentare accostamenti anche audaci sia
per gli occhi che per il palato. Amo
riproporre la cucina locale ma alleggerendola secondo il gusto moderno e trattando gli ingredienti in
modo innovativo. Ad esempio, il
venerdì propongo il baccalà accompagnato dai classici ceci ma in
crema, fra gli antipasti si può gustare il raviolo fritto di pecorino con zafferano e miele di castagno; tra i
primi piatti, i paccheri “Masciarelli”,
rigati all’interno e lisci fuori, con
salsa alla genovese vecchia maniera
e caciocavallo stagionato, la pasta di
farro con verza, salsiccia e provola;
tra i secondi, il cosciotto d’agnello
alle erbe, lo stracotto di vitello al
Montepulciano d’Abruzzo, il filetto
di maiale con salsa al mosto cotto».
«Quali saranno i prossimi
appuntamenti per il popolo
sempre più vasto di degustatori?»
«A febbraio ci sarà una degustazione del Montepulciano d’Abruzzo in
abbinamento a prodotti tipici della
Valle Peligna e del comprensorio; in
primavera un appuntamento con i
vini siciliani che stanno vivendo un
momento di grande successo; e, in
prossimità dell’estate, proporremo
un lungo viaggio attraverso i vini
italiani nelle varie tipologie».
La festa di
Sant'Antonio Abate
23
Voci e immagini di una sera d'inverno
Ci sono luoghi deputati dagli uomini a far vibrare le corde dell’anima.
Luoghi silenziosi, a volte poveri, altre volte imponenti, nei quali trovano
conforto i dubbi di una vita e le più grandi aspirazioni, il bisogno di
assoluto e la consapevolezza dei propri limiti.
Templi, chiese, eremi, oppure un semplice museo, dove di volta in
volta cercare un contatto con l’Altro per imparare ad ascoltar se stessi.
Altri luoghi hanno una dote naturale, affascinano e rapiscono lo spirito, svuotano la mente e riempiono il cuore, sublimano i sensi. Scorci
naturali, monti, maree, oppure torri, antiche mura, resti di un tempo
che non c’è più, luoghi della memoria.
Ce ne sono, infine, alcuni votati al semplice passaggio, ad accogliere i
gesti e le attività quotidiane della comunità che li abita. Borghi, vicoli,
piazze e case che aspettano, pazienti, il loro momento, per farsi, anche
per un solo giorno, luoghi dell’anima, lasciandosi investire da una religiosità antica mista di sacralità pagana.
di Riziero Zaccagnini
ph. di Giovanni Cocco, Luca Del Monaco
È quello che avviene il diciassette
gennaio in molti paesi d’Abruzzo, il
giorno della morte di Sant’Antonio
Abate: forse il santo più venerato
della nostra regione, di certo storicamente il più festeggiato della Valle
Peligna. Il richiamo alla simbologia e
alle leggende sul Santo, codificatesi in
epoca medievale, fa da sfondo ai
diversi riti e alle usanze più marcatemente folkloriche ancora oggi presenti sul territorio.
Protettore degli animali, sempre
accompagnato da un maialino,
Sant’Antonio Abate era naturalmente predisposto ad assumere un ruolo
importanta nella cultura rurale di
una società contadina, in cui le
bestie da soma e quelle da latte, le
pecore e il maiale erano il bene più
prezioso. Un legame profondo tra il
santo e la comunità, che è all’origine
del rituale della benedizione degli
animali, radunati nelle piazze o
dinanzi alle chiese per ricevere dal
sacerdote il buon augurio.
Ma Sant’Antonio è anche colui che la
leggenda vuole disceso negli inferi,
tornato indietro col suo bastone
ardente per donarlo all’umanità
accendendo una catasta di legna. Da
qui, probabilmente, l’usanza di accendere fuochi “purificatori” in onore del
Santo, costume che si legava facilmente alla simbologia pagana del
fuoco come segno del passaggio dall’inverno all’imminente stagione primaverile, ma anche alla consuetudine
degli ‘Antoniani’ di curare con il grasso di maiale l’ergotismo, malattia
cutanea molto diffusa tra i contadini,
conosciuta appunto come “fuoco di
Sant’Antonio”.
E ancora: il folklore popolare ha dato
vita nei secoli ad una serie di tradizioni che, attorno alla rievocazione della
vita e delle tentazioni dell’eremita,
hanno costruito filastrocche e canti
dal sapore spesso burlesco e irriverente, in cui uno spazio non marginale
veniva lasciato alle tematiche locali.
“Bona sera, bona gente”: così iniziava spesso il canto di questua, durante
il quale paesani negli abiti del santo e
del diavolo, accompagnati da “pastori” con i loro strumenti musicali (tra
tutti, “lu dubbotte”), inscenavano per
i vicoli e nelle case la vicenda de “lu
nemuojche de lu dimonje”, con il
dichiarato intento di ricevere in cambio “formagge”, castagne, vino e,
soprattutto, “saucicce”.
Scomparsa in alcune zone, la tradizione è ancora radicata in molti paesi.
A Prezza possiamo ancora assistere
alla benedizione degli animali e, nel
pomeriggio, all’accensione dei fuochi
nei borghi e nella piazza principale.
Così pure a Introdacqua, dove la
gente si raccoglie intorno ai legni
ardenti banchettando e intonando
canti per tutta la notte.
Ma quella civiltà contadina che
tanto doveva al monaco di Coma
non c’è più.
Ed è uso portare in piazza, con gli
animali, i carri agricoli e i trattori,
agghindati a festa per ricevere la
benedizione.
Così a Pratola, così pure a Raiano,
dove segue la sfilata dei “benedetti”
Vita del Santo
avanti alla statua per un ultimo saluto al santo.
Qui, come a Pratola e Introdacqua,
tipica è l’usanza di accompagnare al
vino i “ranòite”, semi di granturco
lesso. Così come è consuetudine raggrupparsi e andare per i vicoli a cantare i “santantuònije”, gli episodi
salienti della vita dell’anacoreta, uno
dei tanti segni dell’ intreccio tra sacro
e profano, in cui è evidente l’adattamento religioso ad usanze bacchiche,
carnascialesche.
Si canta per le strade di Roccacasale,
a Campo di Giove si ripete il rito della
benedizione con l’accensione dei fuochi, Pettorano si illumina del rosso dei
falò.
Particolare è la tradizione a Scanno,
dove la leggenda “de lo beatissimo
egregio Missere li Barone Sancto
Antonio”, opera di un chierico abruzzese del trecento, ha lasciato un
segno evidente nell’appellativo di
Barone con cui si distingue
Sant’Antonio abate dal santo di
Padova. Originalissimo è anche il
rituale che si svolge la mattina del 17
gennaio, totalmente caratterizzato dal
richiamo alla storia locale.
Come ci ricorda Maria Concetta
Nicolai nel suo Calendario abruzzese,
“… la famiglia Di Rienzo che un
tempo possedeva la maggiore parte
delle greggi svernanti in Puglia, dà
disposizione che si collochi fuori il
portone del suo aristocratico palazzo
una o più grandi caldai di rame, ricolmi di fumanti sagne con la ricotta. I
devoti, dopo aver ascoltato la messa
nella vicina chiesa di Sant’Antonio
Abate, si avviano, con il prete in testa
al corteo, verso casa Di Rienzo. Qui,
dopo che il religioso ha provveduto a
benedire il cibo, con una speciale formula che richiama molto l’incipit del
cantare medioevale, ognuno si serve,
riportandosi a casa un mestolino di
minestra che consuma per devozione.
La cerimonia, anche per lo scenario in
cui si svolge è molto pittoresca e dà
avvio al Carnevale. Un tempo, subito
dopo la distribuzione delle sagne, il
Corriere di Carnevale, cavalcando un
recalcitrante somarello, annunziava
per il paese, a suon di tromba che
erano aperti i festeggiamenti del
periodo più pazzo dell’anno”.
Oggi molto è cambiato, ma i cittadini
di Scanno continuano a far rivivere la
tradizione d’un tempo.
Si chiude la festa, dunque, con lo
sguardo già rivolto alla nuova stagione. Per un giorno, per una notte, le
piazze e vicoli dei paesi hanno fatto
da cornice al bisogno della comunità
di ritrovarsi, di ristabilire nalla confusione dei tempi moderni un dialogo
con l’anima delle proprie origini.
Resteranno le immagini, i suoni, il calore dei fuochi nel gelo di una sera d’inverno: ricordi di un tempo immobile.
[Link]
Antonio nacque verso il 250 da una agiata famiglia di agricoltori nel villaggio di
Coma, in Egitto. Rimasto orfano quando era ancora adolescente, continuò a
crescere sotto la guida della sorella maggiore. Presto venne attratto dall’insegnamento evangelico: “Se vuoi essere perfetto vai, vendi ciò che possiedi e dallo
ai poveri, poi seguimi”. Vendette i suoi beni, affidò la sorella a una comunità di
vergini, e scelse la vita ascetica. Dopo qualche anno si insinuò in lui il dubbio
sulla giustezza della vita intrapresa, mentre pensieri peccaminosi e l’istinto
della carne tornarono a insidiare la sua condotta. Seguendo il consiglio di altri
asceti, decise di rigugiarsi in un’antica tomba scavata nella roccia, e rimase lì,
resistendo alle tentazioni a affrontando visioni terrificanti, fino a che Cristo gli
si rivelò. Per sfuggire ai numerosi cristiani che turbavano il suo isolamento per
cercar consiglio, si allontanò trovando rifugio in una fortezza abbandonata dove
rimase in totale solitudine per venti anni, per condurre la sua battaglia contro il
demonio tentatore. Giunsero un giorno a liberarlo aspiranti eremiti, per ottenere da lui consiglio e insegnamento. Sant’Antonio cominciò a consolare gli
afflitti e ottenne dal Signore guarigioni. Nel 311 affiancò i fedeli ad Alessandria,
dove era ripresa la persecuzione contro i cristiani. Risparmiato dal martirio,
continuò a sostenere la comunità cristiana, aiutando il vescovo di Alessandria,
San Atanasio, e opponendosi all’eresia ariana. Tornata la pace, per l’ultima volta
Sant’Antonio riprese la via dell’eremitaggio, ritirandosi nel deserto della
Tebaide. Accudito da due monaci, morì a 106 anni, il 17 gennaio del 356.
Origine di un’icona
Il sepolcro di Sant’Antonio fu scoperto nel 561 e le reliquie cominciarono
un lungo viaggio fino ad approdare in
Francia nell’XI secolo a Motte-SaintDidier, dove fu costruita una chiesa
in suo onore.Qui affluivano folle di
malati, soprattutto di ergotismo. Una
confraternita di religiosi, l’antico
Ordine ospedaliero degli ‘Antoniani’
costruì un ospedale e ottenne dal
papa di poter allevare maiali che circolavano liberi nella comunità con
una campanella al collo quale riconoscimento. Il grasso degli animali
veniva usato per curare l’ergotismo,
che presto prese il nome di “fuoco di
s. Antonio”; per questo nella religiosità popolare, il maiale cominciò ad
essere associato all’ eremita egiziano,
che in seguito fu considerato il santo
patrono dei maiali e per estensione di
tutti gli animali domestici.
24
25
L’anello del Bosco
Con gli sci da fondo nel
Parco Nazionale della Majella
Per gli appassionati dello sci nordico, le montagne
Abruzzesi sono senz’altro un luogo d’azione privilegiato.
Vasti altopiani carsici, catene montuose dolcemente
ondulate, fitti boschi percorsi da carrarecce e mulattiere,
valli in dolce pendenza offrono a chi ama lo sci di fondo
una straordinaria varietà di percorsi.
ph. e testi di Luca Del Monaco
Fondo nel Bosco di S. Antonio
caratteristiche: anello battuto all’interno e
nelle immediate vicinanze del bosco
quota: da 1320 a 1360 m
lunghezza: 4 km
dislivello: 50 m
accesso: da Pescocostanzo o da
Cansano, gli anelli si raggiungono da un
piazzale posto lungo la strada dove si trova
lo chalet della scuola di sci
telefoni utili: Comune di Pescocostanzo
0864 64003;
Scuola di Sci di Fondo Bosco S. Antonio Pescocostanzo 0864 67136
Situato tra il piccolo comune di
Cansano ed il bellissimo borgo di
Pescocostanzo, nel cuore del Parco
Nazionale della Majella, ad una quota
compresa tra i 1300 e 1400 m, il
Bosco di S. Antonio custodisce una
delle faggete più belle ed antiche
d’Abruzzo e d’Italia. Insieme ai faggi,
in questa foresta di 550 ettari s’incontrano piante secolari di acero, tasso,
pero, cerro e agrifoglio.
Il paesaggio è caratterizzato da ripidi
versanti alberati che si trasformano,
avvicinandosi alla piana, in dolci colline.
Qui gli appassionati del fondo aggiungeranno al piacere di scivolare leggeri
sulla neve quello di praticare la loro
attività preferita in uno scenario stupefacente immersi in una magica
atmosfera ovattata tra rami così carichi di neve da piegarsi sotto il suo
peso.
I percorsi possibili sono diversi. La
prima possibilità è appunto quella di
sciare all’interno del bosco, su un
anello di pochi km percorribile tranquillamente in 1 ora.
Gli altri anelli si snodano in parte nel
bosco e in parte nell’ adiacente pianoro dove si potrà sciare godendo di
un panorama che spazia dal Monte
Rotella al Monte Pizzalto.
Questo è il posto ideale sia per gli
amanti del passo pattinato che per gli
amanti del passo alternato classico.
Tutte le piste, frequentate da turisti
provenienti da diverse regioni italiane,
sono ottimamente segnate e perfettamente battute.
Alla loro cura si dedicano gli istruttori
della “Scuola di Sci di Fondo di
Bosco S. Antonio – Pescocostanzo”
sempre disponibili per coloro che
vogliono prendere lezioni.
Gli impianti, neve permettendo,
restano aperti da metà Dicembre fino
alla fine di Marzo.
Per chi può scegliere è preferibile evitare, se non si vuole rischiare di sciare in mezzo alla folla, la Domenica.
Adiacente le piste, lungo la strada
che passa attraverso il bosco lo sciatore che intende ristorarsi trova il
ristorante “il faggeto” famoso per la
sua cucina legata al territorio e ai
suoi prodotti, ed il piccolo chalet
dove è anche possibile noleggiare
attrezzature per sciare.
Da visitare al margine meridionale del
bosco il piccolo eremo di S. Antonio
(sec. XIV). Questo modesto ma suggestivo luogo di culto è ancora meta
di pellegrinaggio ogni 13 Giugno.
[Link]
Chiesa di S. Antonio
La chiesa eremo di S. Antonio Abate, protettore degli
animali, si trova tra alcune masserie in località Primo
Campo, ai margini orientali del Bosco di S Antonio,
affacciata sui pascoli e coltivi della piana adiacente. Il
bosco, classificato come “Difesa” perché sottratto ai
tagli e un tempo riservato al riparo di bovini ed equini, era anticamente considerato sacro e dedicato a
Giove.
La data precisa della sua origine non si conosce, ma
giudicando alcuni suoi elementi architettonici pare
risalire al XIV secolo (le finestre e la statua lignea del
santo sono tipiche degli anni al confine tra il Tre e il
Quattrocento). La costruzione è citata in una bolla del
1536 e sullo stipite si conserva una iscrizione che ricorda un restauro nel 1577.
La relazione di questo luogo con la pastorizia transumante è accertata. Lungo i tratturi, nel corso dei secoli
sono sorti, spesso su templi pagani preesistenti, molte
chiese, santuari e luoghi di culto.
Anche l’eremo di S. Antonio svolgeva la funzione di
punto di sosta e di riposo sul percorso del tratturo. Il
suo custode, oltre ad avere il compito di censire
annualmente il numero degli agnelli, aveva per contratto anche l’obbligo di provvedere all’ospitalità ed al
ricovero dei viandanti e di aiutare e soccorrere i bisognosi nella struttura abitativa esistente accanto alla
chiesetta.
Oggi questi locali sono affittati dagli allevatori locali,
ma resta, soprattutto in inverno, l’usanza di dare ospitalità a quanti ne avessero bisogno.
Il modesto ma suggestivo luogo di culto è ancora
meta di un nutrito pellegrinaggio il 13 giugno di ogni
anno.
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Agenda di stagione
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festetradizionali
Pettorano sul Gizio
31 Dicembre
Serenata di capodanno
Info: Associazione “De Stephanis”, sito internet:
www.pettorano.com
Scanno
5 Gennaio
La Serenata delle chezette
L’antica tradizione del canto di questua, rivive nella forma in uso dal
1925 con un canto augurale inedito composto per l’occasione.
Anche quest’anno il “concertino di Capodanno” si avvale della collaborazione di Michele Avolio e dei “Discanto”.
La sera della Befana nugoli di giovani muniti di strumenti musicali, si
portano sotto le finestre delle ragazze del paese e cantano loro
gioiose serenate.
Info: Comune, tel. 0864.74545; ACLI,
tel.347.5343419
Comuni della Valle Peligna
17 Gennaio
Sant’Antonio
Culto diffuso in tutt l’Abruzzo, nella Valle Peligna si celebra con la
tradizionale benedizione degli animali, l’accensione dei falò nei rioni,
i canti e le rappresentazioni degli episodi salienti della vita del Santo.
Info: vedi box pag.
Villalago
22 Gennaio
San Domenico
La festa è caratterizzata dalle fanoglie, i falò che vengono accesi in
onore del Santo. Ogni rione prepara la sua fanoglia intorno alla
quale si canta e si mangia.
Info: Comune, tel. 0864.740134, e-mail: [email protected]
Vittorito
3 Febbraio
San Biagio
Alla tradizionale fiera degli animali e degli utensili organizzata un
tempo nel giorno del Santo Patrono, si è sostituito un grande mercato. Dolce tipico di questa festività sono le ciambelle.
Info: Comune, tel 0864.727100
teatro
Sulmona
22 Dicembre/08 Gennaio
Frequent(i)azioni, rassegna teatrale per giovani e adulti.
Info: Associazione “Classe Mista” Teatro, tel.
0864.51166 – 339.32.12.576; e-mail: [email protected]
22 Dicembre, ore 17,00 - Ludoteca Hakuna Matata
Il circo di Pongo e Bartolo, spettacolo per ragazzi
23 Dicembre, ore 19,00 - Piazza XX Settembre
Il ristorantino di Place des Ternes
28 Dicembre, ore 21,00 - Piccolo Teatro via Quatrario
Sciopero.Una storia di Zopito
29 Dicembre, ore 17,00 – Piccolo teatro del Quatrario
Una magia per la vita, spettacolo per ragazzi
08 Gennaio, ore 21,00 – Piccolo teatro del Quatrario
Il segreto di Luca
26 Dicembre, ore 17,30
Teatro comunale “Maria Caniglia”
Camerata Musicale Sulmonese
Info: tel. 0864.212207, sito internet: www.cameratamusicalesulmonese.it
Prenotazione obbligatoria
05 Gennaio, ore 16,00
Piccolo Teatro di via Quatrario
Balletto Nazionale Rumeno dell’Opera di Timisoara
Giulietta e Romeo, di S.Radlov e S.Prokofiev
Balletto in tre atti tratto dall’omonima tragedia di W.Shakespeare.
Musiche di S.Prokofiev
Il camino racconta: aspettando la Befana,
a cura dell’Associazione Culturale Vivavoce
Spettacolo teatrale
05 Gennaio – 25 Febbraio
STAGIONE DI PROSA 2006/2007
Info: ATAM, tel. 0862.61222, Ufficio servizi turistici, tel.0864.210216
05 Gennaio, ore 21,00 – Teatro comunale “Maria Caniglia”
Contrattempo, di Christian Simeon
Con Francesca Reggiani e Beatrice Skiros. Regia di Gabriele Vacis.
• • • • • segue teatro
20 Gennaio, ore 21,00 – Teatro comunale “Maria Caniglia”
La Locandiera,di Carlo Goldoni
Con Mascia Musy, Francesco Piscione, Paolo Musio. Regia di Giancarlo Cobelli.
28 Gennaio, ore 18,00 – Teatro Comunale “Maria Caniglia”
Titus Andronicus, di William Shakespeare
Con Mariano Rigillo e Anna Teresa Rossini. Regia di Roberto Guicciardini.
18 Febbraio, ore 18,00 – Teatro Comunale “Maria Caniglia”
Romeo & Giulietta. Nati sotto contraria Stella, di Leo Muscato
Con Ruggero Dondi, Salvatore Landolina, Paolo Bessegato, Ernesto Mahieux.
25 Febbraio, ore 18,00 – Teatro Comunale “Maria Caniglia”
I 7 peccati capitali, di Giobbe Covatta
Con Giobbe Covatta e Stefano Sarcinelli.
Pratola Peligna – Teatro comunale
“D’Andrea”
26 Dicembre, ore 17,00
Albarosa e Massimuccio
Info: Comune, tel. 0864.274141; Teatro Florian,
tel 085.4224087;
e-mail:[email protected]. Ingresso:
4 euro
di Franca Arboréa
Commedia brillante pescarese in tre atti e un quadro.
Con Franca Arboréa, Luigina Secone, Stefania Di Febbo, Nicola Peca, Paola Giacinti, Lorena
De Luca, Tonino Gentile.
14 Gennaio, ore 17,00 - Teatro comunale “D’Andrea”
Pulcinella e la cassa magica
drammaturgia di Aldo De Martino. Burattini, realizzati dal “Teatrino del giullare”.
14 Gennaio – 18 Febbraio
Rassegna di teatro per
ragazzi
Info: Comune, tel. 0864.274141; “Teatro
Florian”, tel 085.4224087;
e-mail:[email protected]. Ingresso:
4 euro
Popoli Teatro Comunale
30 Gennaio – 15 Febbraio
STAGIONE TEATRALE
2006/2007
Info: ATAM, tel. 0862.61222, Ufficio cultura,
tel.085.9870539
28 Gennaio, ore 17,00 - Teatro comunale “D’Andrea”
L’isola dei pirati
Spettacolo animato con attori e burattini.
18 Febbraio, ore 17,00 – Teatro comunale “D’Andrea”
Aladino e la lampada meravigliosa
Regia di Angelo Generali.
30 Gennaio, ore 21,00
Un curioso accidente, di Carlo Goldoni
Con Mario Scaccia e Debora Caprioglio. Regia di Beppe Arena.
06 Febbraio, ore 21,00
Tenco a tempo di tango, di Carlo Lucarelli
Con Adolfo Margotta e Mascia Foschi. Regia di Gigi Dell’Aglio.
15 Febbraio, ore 21,00
Macbeth, di William Shakespeare
Con Elena Bucci e Marco Sgrosso. Regia di Elena Bucci
arte
a Sulmona
27 Dicembre
ore 11,00 - Palazzo dell’Annunziata
Le vie dei mosaici, visita guidata curata dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici
dell'Abruzzo
ore 16,30 - chiesa S. Gaetano
La Natività in Teofilo Patini, incontro con Cosimo Savastano
28 Dicembre
Abbazia Celestiniana
prenotazioni tel. 0864/212962
Apertura straordinaria Abbazia Celestiniana, visite guidate organizzate dalla
Soprintendenza per i Beni Architettonici e Soprintendenza per i Beni Artistici dell'Abruzzo.
Ore 10,00 – 11,30 – 15,30.
03 Gennaio
ore 16,30 - Chiesa S. Chiara e Polo
Museale Civico Diocesano
Natale d’arte: la Natività nel presente e nel passato
Incontro e visita guidata promossi dalla Soprintendenza per i Beni Artistici dell'Abruzzo.
musica
Sulmona
chiesa s. Domenico
22 Dicembre, ore 18,30
27,28,29 Dicembre Teatro
Comunale “Maria Caniglia”
VIII Premio “Augusto Daolio”
Concerto d’organo, Italo Di Cioccio
Il concorso per gruppi emergenti intitolato alla memoria della storica voce dei Nomadi, quest’anno si concluderà, dopo la premiazione del vincitore, il 29 Dicembre alle ore 21,00
con il concerto di Eugenio Bennato.
Info: 389.9737620, 349.2113913, 0864.52224
Qual notte di Mistero
Natale Musica Festival
località Badia chiesa S. Maria degli Angeli
28 Dicembre, ore 18,00
concerto dell’Insieme Strumentale “Serafino Aquilano” Corale Novantanove
Castelvecchio Subequo
Musica e pace
22 dicembre 2006 - 5 gennaio 2007
Sala Padre Pio ore 18.30
Discoteca Apocalyps
25 Dicembre, ore 23,00
Dj Boosta, from SubsOnicA
Chiesa S. Giovanni Evangelista
30 Dicembre, ore 18,30
Dj producer, pianista e tastierista. Nel &ààè fonda i Subsonica; con i quali pubblica 4 album
tutti arrivati al disco di platino.
VI Rassegna Cori Parrocchiali “S. Giovanni Apostolo ed Evangelista”
“Anniversari e neonati”
Duo Pepicelli
Francesco Pepicelli, violoncello
Angelo Pepicelli, pianoforte
5 gennaio 2006 Sala Padre Pio ore 18.30
30 Dicembre – 18 Febbraio
Sulmona
CAMERATA MUSICALE SULMONESE
Info: tel. 0864.212207, sito internet: www.cameratamusicalesulmonese.it
30 Dicembre, ore 17,30 - Teatro Comunale “M. Caniglia”
Ukrainian Symphony Orchestra
7 Gennaio, ore 17,30 - Teatro Comunale “Maria Caniglia”
L’Arlésienne – Carmen Suite di Georges Bizet eseguite da:
Orchestra d’archi della radiotelevisione di Bucarest, Quartetto di sassofoni Accademia
Coro e Solisti dell’Ateneo Internazionae della Lirica di Sulmona.
14 Gennaio, ore 17,30 - Teatro Comunale “Maria Caniglia”
“Play Ballads” concerto Jazz (prenotazione obbligatoria)
Paolo Fresu, tromba e Giovanni Mazzarino, pianoforte
21 Gennaio, ore 17,30 - Teatro Comunale “Maria Caniglia”
The Chamber Strings of Melbourne
Direttore: Christofer Martin. Musiche di: Mozart, Bach, Couperin, Hindemith, Donizetti.
28 Gennaio, ore 17,30 – Auditorium dell’Annunziata
Rassegna giovani talenti
Jonathan Fournel, pianoforte. Musiche di: Rachmaninov, Busoni, Liszt.
04 Febbraio, ore 17,30 – Teatro Comunale “Maria Caniglia”
Compagnia marionettistica Carlo Colla e Figli
Aida, riduzione per marionette del dramma lirico di A.Ghislanzoni a cura di Eugenio Monti
Colla.
Musica di Giuseppe Verdi. (prenotazione obbligatoria)
11 Febbraio, ore 17,30 – Teatro Comunale “Maria Caniglia”
Orchestra di Padova e del Veneto
Direttore e solista: Salvatore Accardo. Giuseppe Russo Rossi, viola
Musiche di: Mozart, Beethoven
18 Febbraio, ore 17,30 – Auditorium dell’Annunziata
Sebastian Strig Quartet. Musiche di: Gotovac, Dvorak, Haydn.
Viaggio nel sogno
dal musical a Walt Disney
Silvia Zaru voce e pianoforte
Sonia Zichella flauto
Pettorano sul Gizio
26 dicembre 2006 ore 18.00 chiesa Madre
Anversa degli Abruzzi
30 dicembre 2006 ore 18.30 chiesa di S. Maria delle
Grazie
Corfinio
5 gennaio 2007 ore 18.30 chiesa di S. Martino
Sulmona
6 gennaio 2007 ore 19.30 chiesa della SS.
Annunziata
Roma
13 gennaio 2007 ore 18.30 Basilica di S. Giacomo
in Augusta
Pérégrination Choral
Viaggio nel repertorio sacro del ‘900 europeo
Coro Polifonico di Sulmona
Coro di voci bianche I Piccoli Polifonici
Sulmonesi
Paola Salvatore, pianoforte
Anna Galterio, direttore
Bolognano
07 gennaio 2007 ore 18.30 chiesa di S. Martino
Lieder e Romanze Spirituali
02 Gennaio, ore 21,30
Sulmona - Auditorium
dell’Annunziata
30
31
Raffaele Pallozzi Trio e Guest Star Bepi D’Amato: concerto jazz.
Sulmona
03 Gennaio, ore 18,00 - Chiesa S. Chiara
Concerto del Coro dell’Ateneo della Lirica di Sulmona
Sulmona
04 Gennaio, ore 21,00 – Capolinea
serata finale “Frequenze positive Night Rock”
Sulmona
05 Gennaio, ore 18,30 - Chiesa S. Gaetano
Concerto Orchestra di fiati Majella
Sulmona
06 Gennaio, ore 18,30 - Chiesa SS. Annunziata
Pérégrination Choral: Concerti Spirituali Itineranti.
Coro Polifonico di Sulmona e i Piccoli Polifonici Sulmonesi.
Camilla Illeborg soprano
Guido Galterio pianoforte
Scanno – Auditorium “G.
Calogero”
28 Dicembre /06 Gennaio
Concerti di Natale
Info: ACLI, tel 347.5343419
28 Dicembre, ore 18,00 - Coro di Casteldieri “Padre Mario”
Lo scaffale
29 Dicembre, ore 18,00 – Gruppo corale “Nuovo Folkore” di
Introdacqua
01 Gennaio, ore 18,00 – Fiati della Majella Concerto di Capodanno
06 Gennaio, ore 18,00 – concerto della Corale dell’Aquila
altrieventi
a Sulmona
27 Dicembre
ore 18,30 - chiesa S. Gaetano
La stella nel cielo di Betlemme, favola musicale proposta dalla
Polifonica Vocale Jucunda
ore 21,30 - Foyer Teatro Comunale
La TV che non c’è di Sabina Guzzanti, a cura dell’Associazione
Culturale Giro di Vento
I libri in ordine di apparizionedi questo
numero sono:
30 Dicembre, ore 21,30 - Foyer
Teatro Comunale
La TV che non c’è di Paolo Rossi, a cura dell’Associazione Culturale
Giro di Vento
d Il viaggiatore sedentario di L. Malerba,
31 Dicembre, ore 24,00 - Piazza
Garibaldi
Spettacolo fuochi d’artificio
04 Gennaio, ore 18,00 - Foyer
Teatro Comunale
“L’Europa tra le due Americhe”, concerto-aperitivo con degustazione vini
P. Di Modica, flauto; F. Montomoli, chitarra.
06 Gennaio, ore 16,30 - Foyer
Teatro Comunale
Un libro in dono ai bimbi nati nel 2006, a cura della Biblioteca
Comunale “Ovidio” e dell’Agenzia Promozione Culturale
a Pettorano sul Gizio
Sagra della polenta
Polenta, salsicce e dolci tipici da consumare in piazza al tiepido calore
dei falò acceso.
Alle 17,30 verrà presentato il libro Halloween (Einaudi), in cui una
corposa sezione è dedicata ai riti abruzzesi. Parteciperanno gli autori.
Rizzoli 1993
06 Gennaio,ore 12,00
Info: Associazione “De Stephanis”, sito internet:
www.pettorano.com
a Popoli
Chatwin, Adelphi 2005
Mercato della Befana
06 Gennaio
Info: Associazione culturale de lo Certame, tel.
085.9870536
a Vittorito
d Anatomia dell’irrequietudine di Bruce
Calendario ricco di iniziative, tra le quali segnaliamo:
28 Dicembre/07 Gennaio
Vittorito sotto l’albero,
eventi e manifestazioni
sotto il tendone.
Info: tel.320.8427420, sito internet: http://vivendoilpresepe.interfree.it
30 Dicembre, ore 18.00
convegno: “Il Brigantaggio in Abruzzo”. Relatore: dott. Pasquale
Casale
31 Dicembre, dalle ore 19,00
CAPODANNO 2007. Cenone e Veglione: ingresso 45
Djs: Emany Brandolino & Simone Formisani
02 Gennaio, ore 15.30
Proiezione film “VITTORITO di una volta”
05 Gennaio, ore 20.00
Apertura stands “Festa del Vino”
NOTA: Alcune date potrebbero subire variazioni. È consigliabile verificare in anticipo telefonando agli indirizzi indicati o collegandosi al nostro
sito www.abruzzoeappennino.com.
d Abruzzo: guida allo sci da fondo di S.
Ardito, Carsa 1995
d Stagioni di M. Rigoni Stern, Einaudi 2006
d Bianco, rosso, verde…e azzurro. Mappe e
colori dell’Italia politica di I. Diamanti, Il
Mulino 2003
d Il Museo Diocesano di Sulmona, Synapsi
Edizioni 2005
d Natale in casa Cupiello di Eduardo De
Filippo, Einaudi 2000
d Osterie d’Italia 2007, Slow Food editore
d Il grande ricettario dei dolci, De Agostini
2006
d Gargantua e Pantagruele di Rabelais,
Einaudi 2005
d Tradizioni popolari d’Abruzzo di E.
Giancristoforo, Newton Company 1995
d Un anno, una vita. Stroria orale del popolo
raianese, di D.V. Fucinese, Synapsi
Edizioni 2003
d Capetièmpe. Capodanni arcaici in area
peligna di V. Monaco, Synapsi Edizioni
2004
d Il segreto del bosco vecchio di D. Buzzati,
Mondadori 1998
d Il taglio del bosco di C. Cassola, Bur edizioni 1998
d Ermanno Olmi. Il mestiere delle immagini
di T. Kezich, Falsopiano 2004
d Il seme sotto la neve di I. Silone,
Mondadori 1998
d La tigre e la neve di Benigni Roberto e
Cerami Vincenzo, Einaudi, 2006
d Il senso di Smilla per la neve di H. Peter,
Mondadori 1996
Abruzzoèappennino
la rivista dell’appennino abruzzese
abruzzoeappennino.com