Pensieri e Parole_n4_as2013_14

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ATTUALITA‟
Intervista a Rossella Palomba, autrice del libro “ Sognando Parità”
1)Perché e quando è nata l'idea di scrivere il libro ”Sognando Parità”?
L'idea è nata all'editore Ponte alle Grazie a seguito di un articolo che il quotidiano La Repubblica aveva dedicato
ai miei calcoli riguardo agli anni necessari per raggiungere la parità. Alla casa editrice erano rimasti colpiti dalla
necessità di aspettare almeno un paio di secoli per la parità, perché tutti pensavano che in fondo l'avessimo già
raggiunta! Era settembre 2011 ed io ho opposto molte resistenze ad accettare il lavoro, perché un libro come
“Sognando Parità” che affronta tanti, forse quasi tutti, gli aspetti delle disuguaglianze di genere è molto
impegnativo. Poi ho "ceduto" e ho cominciato a lavorarci. Una prima stesura ha richiesto 8 mesi di lavoro, poi è
cominciata la revisione insieme all'editor che si chiama Cristina ... Palomba, ma non siamo parenti né ci
conoscevamo prima di questa occasione!
2)Lei pensa che le donne di oggi, specialmente ragazzine fra i 12 e 18
anni, si sentano più libere e quindi più in dovere di difendere i propri
ideali rispetto a quelle di 30 anni fa?
Sentirsi libere e difendere i propri ideali sono due piani completamente
diversi. Oggi le bambine e le ragazze hanno dei sogni, che esulano dallo
stereotipo della mamma e dei figli. E non c'è dubbio che mentre ancora
studiano si sentano libere di decidere sul loro futuro più di quanto non
succedesse alle loro madri o alle loro nonne. Si tratta però di un'illusione,
di un limbo dorato che finirà presto per scontrarsi con la realtà. La
famiglia, il fidanzato, gli amici, la società in generale aumenteranno
presto le pressioni su di loro per convincerle a seguire certi
comportamenti e a prendere decisioni "adatte" al loro essere donne.
Allora la difesa delle proprie aspirazioni e dei propri valori diventa ardua
e spesso le donne si arrendono. A proposito dei fidanzati, io ricordo
sempre alle ragazze di applicare nella vita la regola dei tre metalli:
"Nervi di acciaio, salute di ferro e marito d'oro" e se il fidanzato non è d'oro, cioè non è sensibile, disponibile
all'ascolto, collaborativo e felice di avere accanto una ragazza intelligente, viva e piena di aspirazioni è meglio
lasciarlo perdere prima che sia troppo tardi!
3)Nella società di oggi, accade sovente che le ragazze si mostrino più "maschiacci" rispetto a quelle di un tempo.
A cosa è dovuto secondo lei?
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Non mi sembra corretto parlare di "maschiacci" e di "femminucce", parole che estremizzano caratteri
stereotipati dell'essere uomo o dell'essere donna. Siamo come siamo o come cerchiamo di essere. È vero che
l'autostima e le capacità delle ragazze sono aumentate e spesso superano quelle degli uomini, ma definirle per
questo "maschiacci" è un tentativo di ricondurle a "più miti consigli" attraverso l'ironia, la derisione e in fondo
svilendo le loro capacità.
4)Secondo lei i ragazzi di oggi si sentono spaventati dalla presenza femminile, quasi inibiti, per una "involuzione
sentimentale" o perché le ragazze si mostrano più distanti e meno interessate?
Certo 30-40 anni fa "fare l'uomo" era più facile perché non si avevano concorrenti! Nel momento in cui si
accende per un'altra persona un interesse che va al di là della amicizia, cominciamo a preoccuparci
dell'impressione che l'altro ha di noi, temiamo di essere criticati, di apparire ridicoli, incompetenti, impacciati e
questo influenza la percezione del nostro comportamento e della nostra persona. È colpa delle ragazze? Direi di
no. Semplicemente dobbiamo accettare il fatto che nessuno è perfetto, neanche noi, e che le critiche esistono e
bisogna imparare a conviverci. E poi oggi si cresce più lentamente per tanti aspetti e dobbiamo accettare anche
questo.
5)Il lavoro scarseggia in Italia, per lei è giusto o sbagliato da parte delle banche dare mutui agevolati a neofamiglie che non hanno ancora un contratto a tempo indeterminato?
Il lavoro non solo scarseggia ma è cambiato nelle sue modalità. Oggi pensare di ottenere il famoso "posto fisso"
è un'illusione per la maggioranza dei giovani. Certamente la politica e il mondo finanziario devono rendersi conto
di questi cambiamenti - spesso voluti fortemente da loro stessi - . La società è cambiata e perciò deve cambiare
anche l'atteggiamento di prudenza e cautela delle nostre banche.
6)Come ha spiegato nella sua presentazione, l'obiettivo di parità non è irraggiungibile, ma bisogna lavorare prima
sulle piccole cose. Nelle scuole l'argomento viene trattato in maniera superficiale, come fare secondo lei
per integrarlo nei programmi scolastici?
Poiché la parità riguarda un cambiamento profondo degli atteggiamenti e dei comportamenti, andrebbero pensati
e realizzati progetti ampi e di lunga durata. Non basta una conversazione in classe e poi tutti a continuare come
prima. La scuola ha un ruolo importante nella formazione e nell'indirizzo dei ragazzi e delle ragazze; perciò è
naturalmente al centro di queste azioni. Personalmente ritengo che tante materie già presenti nei programmi
scolastici potrebbero essere arricchite da una prospettiva di genere (storia, filosofia, letteratura, arte e la
stessa matematica) perché la parità è una lente trasversale attraverso la quale leggere il nostro passato, il
nostro presente e progettare il nostro futuro.
Giovanni Ragusa I C Liceo
Il fenomeno della ludopatia
Il gioco d‟azzardo nel nostro Paese è diventato un problema emergente, molto complesso per una serie di risvolti
socio-culturali che ne derivano.
In Italia molto diffuso è il fenomeno della ludopatia, cioè della dipendenza dalle slot machines, le cosiddette
“macchinette mangiasoldi “ che sono messe a disposizione dei
clienti di locali da intrattenimento, bar e sale giochi. Inserire
soldi senza freni nella vana illusione di vincere qualcosa è
all'origine di questa nuova patologia che colpisce chi esagera
con il gioco. Secondo una accurata indagine sulle dipendenze
giovanili, la Calabria è la regione che detiene il record di tali
locali (quasi 30 ogni 100mila persone) e che registra la più alta
incidenza di giovani giocatori problematici o a rischio (4,7%).
Tra i giocatori, sono più a rischio le persone più fragili
socialmente e culturalmente, i disoccupati , i giovanissimi, gli
anziani e i meno abbienti, coloro che più di tutti sognano di diventare ricchi, aiutati da uno Stato che con
ambiguità incentiva il loro gioco. Infatti nei bar, le slot (ammesso che non siano truccate o addirittura scollegate
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dalla rete AA MS) restituiscono intorno all‟85% del giocato, mentre nei casinò la restituzione sale al 92-94% . E
purtroppo, come appurato, anche le associazioni criminali si sono infiltrate nel settore per trarne guadagni
cospicui. Lo Stato, che negli anni ha promosso il gioco d‟azzardo legale nell‟illusione di contrastare così quello
illegale, per porre un freno ai problemi emersi
ha iniziato a regolamentare il settore. A fine ottobre 2012 è
diventato legge il decreto Balduzzi, entrato in vigore dal primo gennaio 2013 . Con tale decreto, che non mira
al divieto, ma a promuovere l'accesso consapevole, responsabile e misurato al gioco, si vieta a chi non ha ancora
compiuto i 18 anni l‟ingresso nelle aree destinate al gioco con vincite in denaro (sale gioco, sale bingo, ecc).
Inoltre i gestori di sale da gioco e di esercizi in cui vi sia offerta di giochi pubblici o di scommesse su eventi
sportivi ( anche ippici) e non sportivi, devono esporre il materiale informativo predisposto dalle aziende sanitarie
locali, che evidenzia i rischi correlati al gioco. Anche per gli spot pubblicitari sono state adottate delle
restrizioni, è stato previsto infatti il divieto su ogni tipo di media, giornali, riviste, tv, radio, cinema e Internet,
a quelle pubblicità che inducano al gioco dove è possibile una vincita in denaro, a meno che non siano presenti
formule di avvertimento sul rischio di dipendenza .La notizia più importante è che, finalmente, la ludopatia entra
a far parte dei Lea, cioè dei Livelli Essenziali di Assistenza, cioè quella serie di servizi e prestazioni che il
Servizio Sanitario Nazionale deve garantire a tutti gli abitanti del nostro Paese.
Gli alunni della II C Liceo
IDEE A CONFRONTO
Razzismo
“Abbiamo imparato a volare come gli uccelli, a nuotare come i pesci, ma non abbiamo imparato l‟arte di vivere
come fratelli” (Martin Luther King).
La globalizzazione, l‟innovazione tecnologica e i mezzi di comunicazione di massa sono i fattori principali che
inducono la maggior parte della popolazione a pensare che la società del ventunesimo secolo sia, ormai, perfetta,
radicata nel rispetto reciproco. Tutto ciò risulta essere del tutto sbagliato, se solo pensiamo ai numerosi casi di
discriminazione che avvengono nel nostro quotidiano.
La discriminazione del prossimo affonda le sue origini nelle persecuzioni dei cristiani nell‟età romana, nelle
persecuzioni degli ebrei prima nel Medioevo e poi, ad opera di Hitler, durante la Seconda Guerra mondiale ,
nella segregazione della popolazione nera nelle città americane così come in Sudafrica nel corso del Novecento.
Tutti eventi disastrosi, che contano migliaia di morti e che, soprattutto, avrebbero dovuto segnare l‟inizio di una
nuova era, basata sulla convivenza civile. Di certo i casi passati di discriminazione hanno contribuito ad attenuare
il razzismo, ma non ad annientarlo completamente.
Sono di poco tempo fa, infatti, le sconcertanti notizie relative ai
suicidi di adolescenti a causa di morbose derisioni da parte di
alcuni compagni di classe sui social network. Continuano i cori
razzisti nei confronti di calciatori stranieri durante le partite, e
non è ancora terminata la terrificante incapacità di riuscire a
convivere con individui di diversa etnia, religione, orientamento
politico o sessuale, disabilità fisiche o semplicemente con diversa
opinione sugli argomenti più disparati: anche una insignificante divergenza di pareri può diventare un espediente
per deridere l‟altro! Ciò significa, quindi, emulare, pur se in modo molto meno eclatante, gli eventi passati.
Quanto è successo, allora, non è servito assolutamente a nulla: le continue lotte finalizzate alla sensibilizzazione
della popolazione contro episodi di razzismo, le manifestazioni per non dimenticare lo sterminio degli ebrei nei
campi di concentramento ci toccano solo in apparenza, dati i risultati.
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Viviamo, pertanto, in una società che è un grande paradosso. Possediamo ogni strumento di comunicazione, ci
vantiamo di aver scoperto le più grandi tecnologie, ci piace viaggiare per conoscere nuovi luoghi e culture, stiamo
diventando cittadini del mondo, ma a cosa serve “avere tutto” se ci mancano le basi del saper vivere?
Uomini come Martin Luther King hanno speso tutta la loro vita per cambiare questa società, pagando anche con
la morte. “Abbiamo imparato a volare come gli uccelli, a nuotare come i pesci, ma non abbiamo imparato l‟arte di
vivere come fratelli”; questo sosteneva Martin Luther King, il cui celeberrimo discorso “I have a dream” è
diventato un importante simbolo della lotta per i diritti civili e per la pace. Vivere come fratelli è proprio
un‟arte, perché non appartiene ancora a molti.
L‟affermazione di Martin Luther King sintetizza, pertanto, la controversa situazione in cui viviamo: una società
avanzata, all‟avanguardia soprattutto dal punto di vista tecnologico, che crede di saper e poter fare tutto, ma a
cui manca la capacità di percepire l‟altro come un proprio simile, come un fratello.
Essere fratelli significa poter contare l‟uno sull‟altro, scambiarsi opinioni e condividere il proprio pensiero
liberamente, magari scontrarsi, ma sempre nel modo più civile possibile.
Ciò che manca, allora, è comprendere che siamo tutti uguali e diversi allo stesso tempo. Apparteniamo tutti alla
razza umana, come sosteneva Einstein, ma non possiamo avere uguale modo di vestire, di comportarci e
soprattutto di pensare.
Si dice che il mondo è bello perché vario, quindi dobbiamo accettarci per come siamo, altrimenti vivere sarebbe
monotono!
Maria Grazia Vecchio IV C L
La Maturità
“ Si raggiunge la maturità solo facendo tesoro sia delle esperienze positive che di quelle negative “ Nelson
Mandela - 1997
La maturità dell‟individuo è quel processo di crescita, mentale e spirituale,
che varia da persona a persona, alcuni maturano prima, altri un po‟ dopo, ciò
dipende dal carattere e dalle esperienze vissute. Non si può certo dire che
Nelson Mandela non abbia vissuto esperienze sia negative sia positive: la
sua vita è stata una continua lotta per la libertà ed è questo che lo ha fatto
maturare; uscito dal carcere dopo ben 27 anni, ha perdonato “ i bianchi” che
lo avevano imprigionato e non ha mai gridato vendetta come hanno fatto molti altri. Mandela non è solo un
simbolo di libertà, ma anche un simbolo di saggezza, infatti secondo me ha vissuto la vita di dieci uomini. Egli ci
fa comprendere come la maturazione sia un processo essenziale per la vita di tutti noi. Essere maturi aiuta a
vivere meglio i rapporti interpersonali e a comprendere le implicazioni sociali, soprattutto nel mondo odierno,
dove ognuno pensa a se stesso, mentre essere maturi significa anche aiutare gli altri. Nella poesia “Itaca “ di
Konstantinos Kavafis il viaggio di Ulisse diventa metafora del percorso di vita che ciascuno di noi è chiamato a
compiere. Un verso della poesia afferma” non temere i Lestrigoni e i Ciclopi, non temere l‟irato Poseidone, sulla
tua strada non li incontrerai … se non li porti dentro la tua anima e questa non li drizza innanzi a te”. Quindi
non dobbiamo farci influenzare dai nostri timori, ma sostenere le nostre idee con entusiasmo , in modo da
raggiungere la meta che ci siamo prefissi, nonostante le difficoltà che possiamo trovare lungo il cammino. Nei
versi finali della poesia Kavafis dice “ con l‟esperienza ti sei fatto saggio e ora sai cosa Itaca significhi” , ovvero
diventato vecchio, con l‟esperienza vissuta avrai compreso ciò che davvero è la vita . In altre parole avrai
raggiunto la consapevolezza e la saggezza che può illuminare altre esperienze.
Luigi Russo III A CAT
La Shoah: fare memoria per non dimenticare
“ Shoah” è un termine che indica la persecuzione e lo sterminio subìto dagli ebrei durante la Seconda Guerra
mondiale da parte della Germania nazista ed è usato solo in riferimento alla tragedia ebraica. Infatti si
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preferisce utilizzare il termine Shoah piuttosto che olocausto perché quest‟ultimo è adoperato, con un‟accezione
più generica, per descrivere un‟ingente perdita di vite umane, un massacro o una catastrofe collettiva. Inoltre il
termine olocausto originariamente indicava un rito religioso in cui le vittime sacrificali venivano completamente
arse e perciò è stato ritenuto offensivo paragonare o associare l‟uccisione di milioni di innocenti a una “offerta a
Dio”. A scuola abbiamo letto alcuni brani del romanzo di Primo Levi “Se questo è un uomo”. Primo Levi ha scritto
questo libro per testimoniare la crudeltà e la disumanità nei confronti degli ebrei causate dall‟ideologia razzista
che fu all‟origine anche della persecuzione di omosessuali, zingari, dissidenti, diversamente abili. In alcune pagine
si racconta del viaggio verso Auschwitz durante il quale gli ebrei, ammassati nei vagoni adibiti al trasporto
merci, non potevano sfamarsi e dissetarsi perché era proibito ; era un viaggio interminabile e a ogni sosta i
prigionieri chiedevano acqua o cibo, ma poche volte venivano accontentati con un pugno di neve. Ormai avevano
capito che andavano incontro alla morte. Abbiamo letto poi che, dopo aver attraversato l‟Italia, l‟Austria, la
Germania, gli ebrei arrivarono ad Auschwitz, in Polonia, a notte fonda. Appena scesi dal treno subivano una prima
selezione: gli uomini sani e forti e capaci di lavorare venivano divisi dalle donne e dai bambini che invece
sparivano nel buio; gli internati capirono solo in seguito che quei prigionieri portati via nella notte venivano uccisi
subito. Giunti al campo di lavoro i deportati videro una scritta in tedesco “ Arbeit macht frei”, che vuol dire” il
lavoro rende liberi”, ma sappiamo bene che essi venivano privati di tutto, anche della dignità, e annullati come
persone. Nel campo di concentramento si doveva lavorare dalla mattina alla
sera con solo un‟ora di pausa destinata al rancio. Primo Levi e i suoi compagni
dovevano trasportare assi di legno e di ferro per costruire una linea
ferroviaria. Distrutti nel fisico e nel morale erano ridotti a larve umane.
Periodicamente avveniva la “selezione”, determinata dall‟età, dalle condizioni
fisiche dei prigionieri, dalla necessità di far spazio a nuovi “ospiti”. Nel 1941,
quando Hitler e i gerarchi nazisti optarono per la ”soluzione finale”, i lager
divennero veri e propri campi di sterminio. I nazisti uccidevano gli ebrei nelle camere a gas e poi li cremavano nei
forni. Oggi sappiamo che nei campi di concentramento sono morti sei milioni di ebrei e il pensiero di tale
sterminio suscita in me tristezza e angoscia. Ritengo sia necessario studiare e riflettere su quanto accaduto in
quegli anni perché, come ha scritto Primo Levi, tutti noi dobbiamo ricordare: è solo nel ricordo che tutte quelle
persone possono ancora vivere ed è solo nel ricordo che si può evitare il ripetersi di un massacro simile.
Simone Raimondi II A CAT
Viaggiare è vivere
Il mondo è un libro e chi non viaggia ne conosce solo una pagina. Andare alla
scoperta di nuovi posti e culture permette di conoscere meglio se stessi e la
realtà che ci circonda. Ogni singola gita, visita o meta costituisce per il
viaggiatore una nuova pagina di quel libro che è la vita.
Simbolo di ogni viaggio è il ”folle volo” di Ulisse che egli aveva intrapreso per
”seguir virtute e conoscenza”. L‟Ulisse di Dante coincide, infatti, con l‟uomo
contemporaneo che, nei suoi viaggi, è attratto da ciò che è estraneo e a lui
sconosciuto.
Viaggiare è l‟infinito di un verbo dalle mille interpretazioni. È sognare. Celebre è
l‟aforisma di Edgar Allan Poe: ”Viaggiare è come sognare, con la differenza che
non tutti al risveglio ricordano qualcosa, mentre ognuno conserva calda la memoria della meta da cui è tornato”.
Viaggiare si associa anche al verbo scrivere. Infatti quando si inviano cartoline con semplici frasi o si descrivono
i luoghi visitati o ancora si racconta l‟esperienza soggettiva vissuta, ognuno si cimenta con la scrittura. Il viaggio
è anche una specie di porta attraverso la quale si esce dalla vita quotidiana, come sostiene Guy de Maupassant.
Infatti per molti è una fuga dalla realtà, una pausa per riflettere lontano dalle persone e luoghi consueti. In
realtà il viaggio coincide con la vita perché si può dire di avere avuto un‟esistenza piena e gioiosa soltanto grazie
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ai mille viaggi compiuti. Al contrario si può vivere una vita intera ma non averla vissuta realmente se non si
conosce il mondo. Pertanto ogni meta che si raggiunge viaggiando è un nuovo gradino di quella scala che è la vita,
al culmine della quale vi sono la conoscenza, la ricchezza in emozioni e la saggezza derivanti anche dai viaggi.
Federica Runco
III B Liceo
CURIOSITA‟
Sai quando comparvero la polvere da sparo e i primi cannoni?
La polvere da sparo fu un‟invenzione cinese risalente all‟XI secolo; giunse in Europa verso il 1265 grazie al
monaco inglese Roger Bacon che ne rivelò la ricetta: zolfo, carbone e salnitro. L‟artiglieria da assedio, che
doveva abbattere le difese murarie nemiche, comparve nel XIV secolo; la presenza dei primi cannoni,
inizialmente chiamati bombarde, è accertata nella battaglia di Crécy del 1346, combattuta all‟inizio della guerra
dei Cent‟anni tra Francia e Inghilterra. Solo in seguito apparve l‟artiglieria da campo, più leggera e maneggevole,
da cui si svilupperà l‟archibugio, cioè l‟antenato del fucile.
Sai cos‟è l‟aurora boreale?
È una luminescenza colorata, spettacolare, causata dall‟interazione tra il vento solare e il campo magnetico
terrestre. Solitamente si osserva nelle regioni artiche e antartiche, vicino ai poli magnetici, ma talvolta si
verificano aurore eccezionali, visibili anche a latitudini più basse.
Sai perché si dice “fatto a regola d‟arte”?
Nel Medioevo le arti erano le associazioni fra chi praticava lo stesso mestiere o professione; il loro scopo era la
tutela degli interessi di un corpo economico-sociale attraverso la regolamentazione della sua attività. Pertanto le
arti stabilivano i prezzi, la qualità dei prodotti, le tecniche di lavorazione e le materie prime consentite. Il
prodotto finito recava il sigillo dell‟arte. Quindi “fatto a regola d‟arte” significa eseguito secondo le regole di
una determinata associazione di mestiere.
Matteo Rossetti
III A C.A.T.
NOTIZIE DELLA SCUOLA
Le pari opportunità : se non ora quando?
Il giorno 26 Ottobre 2013, presso l‟Aula Magna “ Aldo Cannata” dell‟Istituto di Istruzione
Superiore di Castrolibero, si è tenuto l‟incontro con la demografa sociale nonché dirigente di
ricerca del CNR Rossella Palomba, autrice del libro “ Sognando parità”. I rappresentanti della
Giunta Comunale di Castrolibero e la stessa autrice hanno dato luogo ad un interessante
dibattito sul tema del ruolo della donna nella nostra società, da cui è emerso un confronto tra
opinioni diverse, alimentato inoltre dal racconto di particolari esperienze personali . L‟autrice
ha, poi, sottolineato che non si può parlare di assoluta parità ( e ciò emerge in particolare nel
libro), perché molte donne, malgrado abbiano ottenuto importanti diritti che le tutelano, non
riescono ancora ad affermarsi a causa dei limiti posti da una società la quale sembra non cogliere che non vi è
alcuna differenza tra le capacità di un uomo e quelle di una donna. L‟autrice, poi, si è soffermata su temi di
grande interesse: l‟occupazione, la maternità, la povertà e la violenza, supportando tutte le considerazioni con
dati che evidenziano quanto ancora a lungo in Italia si dovrà attendere per sperare che qualcosa cambi. La
nostra scuola ha dato a noi tutti un‟importante opportunità; abbiamo capito, attraverso la lettura del libro, che
la condizione della donna, in particolare nell‟Italia meridionale, è tutt‟altro che paritaria e questa
consapevolezza sprona noi giovani ragazze a fare qualcosa di concreto per migliorare la condizione della donna ,
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per imporsi su uomini che, talvolta, pur essendo meno intelligenti o capaci delle donne, ottengono lavori migliori.
Sognare la parità è bello … ma cercare praticamente di fare qualcosa è meglio!!!
Carmela Perrotta IV C Liceo
Sport senza frontiere
Un attimo, basta un attimo, e tutto il nostro mondo può crollare. Un attimo è bastato all` uragano Hayden per
far piangere migliaia di persone, anzi milioni, quando ha proseguito il suo cammino verso le Filippine, Stato del
sud-est asiatico che ha la sfortuna di trovarsi proprio nella zona in cui i monsoni invernali incontrano i venti caldi
dell` Oceano. Ma lo sport è motivo di unione tra i popoli ed è per questo che domenica 1 Dicembre si è tenuta
una partita amichevole di basket fra i filippini della città di Cosenza, accompagnati da Marilyn Capulong, una
delle primissime donne ad arrivare nella terra dei Bruzi dalle Filippine, oggi responsabile dell` emigrazione nella
nostra provincia, ed alcuni studenti dell`Istituto d`Istruzione Superiore Majorana-Valentini, nella palestra del
medesimo Istituto. I ragazzi cosentini hanno giocato con passione, senza avere in cambio crediti scolastici o voti
in più, unicamente per fratellanza disinteressata, una qualità che spesso viene messa da parte , ma di cui
abbiamo tutti un gran bisogno. A coadiuvare il tutto è stato il Presidente regionale CONI Praticò, affiancato dal
Sindaco della Città di Castrolibero Giovanni Greco, dal Presidente del Consiglio provinciale Orlandino Greco e da
altre figure importanti della Provincia, del CONI e dell` UNICEF, che ha partecipato con una raccolta fondi.
Tutti, dal più grande della comitiva studentesca, Alessandro Pitrelli, ai più giovani, Francesco Cardillo, Giovanni
Ragusa, Antonio Rocca e Pierluca Carelli, hanno fatto del loro meglio, mettendo in mostra tante belle azioni, fra
le quali vari passaggi no-look, canestri difficili e grandi giocate difensive, che possono anche essere riviste sulla
pagina YouTube della scuola, nella quale si può visionare un bellissimo passaggio della "matricola" Ragusa del
Liceo nella parte finale del video. Un augurio va indubbiamente alla popolazione colpita dall` uragano, alla quale la
nostra gente tende una mano in segno d`aiuto.
Giovanni Ragusa I C Liceo
L‟ IIS Castrolibero incontra i campioni dell‟atletica: Andriani, Leone e Baldini
Lo sport è maestro di vita, questo è il messaggio che cercano di trasmettere istruttori e allenatori sin dal primo
momento in cui si pratica un‟attività fisica o sportiva. Lo sport, infatti, ha un notevole potenziale educativo in
quanto abitua al rispetto delle regole, educa alla responsabilità e
sviluppa il senso di aggregazione, di appartenenza e di collaborazione
fra i vari componenti di una squadra facilitando così la socializzazione.
L‟IIS di Castrolibero per ampliare l‟offerta formativa ha attivato un
nuovo corso di studi che promuove la cultura dello sport: il Liceo
Sportivo, che si è affiancato agli indirizzi già esistenti. È un moderno
percorso didattico-educativo che concilia adeguatamente la crescita
culturale con l‟interesse per le pratiche sportive . Per riflettere sul
ruolo e il valore dello sport sono stati organizzati, nei giorni 16 e 20
novembre 2014, nell‟aula “Aldo Cannata” dell‟Istituto, due incontri incentrati sul tema: lo sport e il movimento.
La prima conferenza ha avuto in veste di ospiti alcuni pediatri e rappresentanti del CONI che hanno
testimoniato l‟importanza di praticare sport sin da bambini per prevenire problemi che potrebbero presentarsi
in età adulta. Nella seconda giornata sono stati ospitati i campioni di atletica leggera che con le loro vittorie
hanno regalato gioie e gloria ai colori dell‟Italia: Ottaviano Andriani, Maurizio Leone e il maratoneta campione
olimpico di Atene 2004, Stefano Baldini. I campioni hanno illustrato ai presenti una disciplina sportiva non
molto seguita, l‟atletica leggera. Un‟attività che, nonostante si sia evoluta, rimane una delle più naturali ed
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istintive che esistano nel panorama sportivo in quanto legata alle origini del movimento umano come correre,
saltare, lanciare che nell‟antichità erano fondamentali per l‟uomo e significavano sopravvivenza. Inoltre hanno
sottolineato che i valori e l‟etica sportiva pongono le loro basi
nell‟umiltà che è “la virtù più difficile da conquistare” ( Thomas Eliot)
e che ritengo sia ben rappresentata da questi campioni. Dalle loro
testimonianze è emersa anche la necessità di promuovere una vera e
propria cultura sportiva che non persegua scopi di lucro perché
spesso l‟evento sportivo si intreccia con interessi economici che
coinvolgono sponsor, finanziatori, società sportive. Ancora oggi , e
soprattutto in Italia, pubblico, media e tifosi si concentrano su sport
come il calcio che esalta il divismo, il successo e l‟agonismo, esasperati da fattori economici, alterando i valori
“puri” e veri dello sport e fornendo messaggi errati. La presenza del Liceo Sportivo all‟IIS di Castrolibero darà
senz‟altro nuova linfa agli insegnamenti dello sport e per i giovani sarà una scuola di vita in grado di trasmettere
valori universali e insegnare a lottare per raggiungere un obiettivo nel rispetto delle regole, dei compagni e
degli avversari.
Pasquale Parrilla III C Liceo
Scuola ed educazione alla salute
IL 10 Dicembre 2013, nell'Aula Magna" Aldo Cannata" dell'I.I.S. di Castrolibero, si è tenuto un seminario sul
tema" INFEZIONI E COMUNITA' : PREVENZIONE E CURA". Ha relazionato il Dottor Filippo Luciani,
responsabile dell'unità operativa di malattie infettive dell'ospedale Annunziata di Cosenza. La richiesta di
trattare l'argomento è stata formulata dai docenti di Scienze Naturali e Chimica e accolta dal Dirigente
scolastico Iolanda Maletta. L'obiettivo dell'incontro è stato quello di fornire ai ragazzi del biennio informazioni
sui rischi che si corrono attivando comportamenti e stili di vita poco corretti. Dopo ampia e articolata
trattazione sulle modalità di trasmissione e di contrazione di alcune malattie infettive, sull'uso dei vaccini e
sulle terapie farmacologiche, si è aperto un interessante dibattito durante il quale gli alunni hanno avuto la
possibilità di porre domande al Dottor Luciani ed avere delucidazioni e chiarimenti su tutto ciò che è stato
oggetto di discussione.
Prof.ssa Luigina Blasi
Attività svolte dall‟IIS Castrolibero per la giornata della memoria
Mostra bibliografica e pittorica:polvere nel vento,il senso della memoria
(27 gennaio 2014)
Giorno 27 gennaio 2014, in occasione della giornata della memoria, gli alunni della classe IC del Liceo Scientifico
“ Valentini” si sono recati alla Biblioteca comunale “ C. Alvaro” di Castrolibero, nella quale si è svolta
l‟inaugurazione della mostra bibliografica e pittorica , a cura della Biblioteca Nazionale, “ Polvere nel vento, il
senso della memoria”. Erano presenti: il Sindaco di Castrolibero Giovanni Greco, l‟Assessore Luca Gigliotti,
Elvira Graziani, Direttrice della Biblioteca Nazionale, Emilia Federico, Dirigente Scolastico, il critico d‟arte
Alessandra Primicerio; i lavori sono stati coordinati dalla bibliotecaria Anna Canè.
Nel corso dell‟evento, i relatori hanno ribadito il dovere di ricordare la Shoah per non dimenticare quei terribili
eventi, che mai più dovranno ripetersi, e hanno sottolineato come l‟arte, nel corso degli anni, abbia tenuto vivo
anche il ricordo di quella immane tragedia.
I ragazzi della classe hanno partecipato attivamente all‟evento; due di loro, infatti, Francesco Marasco e
Giovanni Ragusa , si sono messi a disposizione dello staff, il primo come pianista, il secondo in veste di lettore,
ottenendo entrambi sia le congratulazioni dei relatori che del pubblico presente in sala.
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Per il nostro Istituto è intervenuto il Professore di Religione Luigi D‟Acri, delegato dal Dirigente Scolastico
Iolanda Maletta, che, oltre a portare i saluti del Dirigente stesso, ha parlato non solo di questa orribile
tragedia avvenuta nel secolo scorso, ma anche del convegno che si svolgerà fra pochi giorni nella nostra scuola.
In conclusione, la giornata è stata decisamente proficua e i ragazzi hanno apprezzato ogni particolare dell‟
evento.
Giovanni Ragusa I C Liceo
La Giornata della Memoria
“Le Vittime Dimenticate“ (31 gennaio 2014)
IL 31 Gennaio, come avviene ormai da più anni, l‟IIS Castrolibero ha
organizzato presso l‟Aula Magna “Aldo Cannata ” la “ Giornata della
memoria”. In un‟ Aula Magna gremita da una numerosa rappresentanza di
alunni dell‟IC di Castrolibero e dell‟IC Zumbini di Cosenza, oltre che del
nostro Istituto, è stato trattato il tema: ”Le Vittime dimenticate - Lo
sterminio dei disabili, dei rom, degli omosessuali e dei Testimoni di Geova”.
Per discutere e saperne di più sono intervenuti il Prof. Giorgio Giannini,
storico e autore del libro “Vittime dimenticate”, il Presidente Nazionale
dell‟Opera Nomadi e curatore del libro “Ferramonti … ma non solo 1933/45 memorie dimenticate”, il Prof. Massimo Converso e il Dottor Demetrio Guzzardi , direttore editoriale
di “Progetto 2000”. All‟evento erano presenti il Sindaco di Castrolibero, Giovanni Greco , l‟Assessore alla P.I. ,
Sabrina Pacenza, il Dirigente scolastico dell‟I.C.di Castrolibero, Emilia Federico, il Dirigente scolastico dell‟I.C.
Zumbini di Cosenza, Maria Gabriella Greco ; presenti, inoltre, rappresentanti di associazioni del territorio . A
fare gli onori di casa il Dirigente dell‟IIS Castrolibero , Iolanda Maletta . Ha coordinato i lavori il Prof. Luigi
D‟Acri, docente di Religione, organizzatore e responsabile dell‟evento.
Il Dirigente Iolanda Maletta, nel porgere i saluti agli intervenuti , ha sottolineato l‟importanza di questa
giornata, istituita dallo Stato italiano nell‟anno 2000; spetta infatti alla scuola mantenere vivo il ricordo di
questa tragedia del secolo scorso e sensibilizzare le nuove generazioni affinché quei fatti non avvengano mai
più. Questi concetti sono stati ripresi dai Dirigenti scolastici presenti, i quali hanno evidenziato che anche oggi
alcune fasce deboli della società subiscono soprusi e ingiustizie e che il fenomeno del razzismo è sempre
presente. Il Sindaco Greco, nel congratularsi per l‟iniziativa, ha sottolineato che ognuno di noi,
indipendentemente dal ruolo che ricopre, si deve battere, difendere il valore della vita e rispettare la diversità
se vuole vivere in un Paese civile. Il Dottor Guzzardi si è soffermato sulla vicenda di una giovane ebrea, Nina
Weksler, rinchiusa mille giorni nel campo di concentramento di Ferramonti di Tarsia (Cosenza) che, dopo la fine
della guerra, è ritornata a Cosenza, dove è vissuta a lungo con il marito e ora riposa nel cimitero della città.
Nel suo intervento il Prof. Converso, oltre ad aver proposto uno scambio culturale con un Liceo ebraico di Roma,
ha lanciato l‟idea di portare le scuole del territorio a visitare la zona ebraica della capitale e ha assunto
l‟iniziativa di far pervenire una petizione al governo per integrare l‟articolo 1 della legge 211 del 20/07/2000
con “il riconoscimento delle vittime dimenticate: Porrajmos , disabili, omosessuali e Testimoni di Geova”.
Se è noto a tutti lo sterminio degli ebrei, tragica pagina nella storia del „900, pochi sono a conoscenza del
„‟Porrajmos‟‟ ( termine che significa distruzione, devastazione), ovvero il terribile eccidio perpetrato dai nazisti
nei confronti di tutte quelle persone che erano, per almeno un diciottesimo, imparentati con l‟etnia rom
(volgarmente definita zingara); così molti disconoscono l‟olocausto dei disabili, degli omosessuali, dei Testimoni
di Geova e gli esperimenti compiuti dai nazisti su deportati e prigionieri. Su questo è intervenuto il Prof.
Giannini che, con chiarezza espositiva, ha messo in luce storie e vicende sconosciute . Affascinati dalla relazione
dello storico , gli alunni si sono ancor di più interessati ponendo domande e chiedendo chiarimenti allo stesso
Prof., il quale ha risposto in modo chiaro ed esaustivo .
Da sottolineare, inoltre, i lavori presentati nel corso della manifestazione dalla I sez. C del Liceo “ S. Valentini”;
apprezzati sia i cartelloni ( I Campi di concentramento in Italia e i Simboli dei prigionieri nei Campi di
concentramento) sia il PowerPoint che, con poche slide e un sottofondo musicale toccante, ha illustrato la
terribile vicenda di cui si è parlato in precedenza.
Pensieri e Parole
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Di sicuro posso dire, accogliendo anche il commento di altri compagni, che siamo usciti da questo incontro
arricchiti di nuove conoscenze e consapevoli che anche noi possiamo e dobbiamo confrontarci con le diversità e
non ignorarle o condannarle .
Giovanni Ragusa I C Liceo
Progetto di alternanza scuola-lavoro
Nel periodo che va dal 16 febbraio al 25 maggio 2013, la nostra classe è stata individuata per un‟esperienza di
alternanza scuola-lavoro presso l‟azienda C.S.I.A. (Consorzio Sviluppo Sistemi Informatici Avanzati). Insieme
agli esperti ci siamo cimentati nella realizzazione di un sito web per la promozione del turismo culturale del
nostro territorio. Abbiamo focalizzato l‟ attenzione sul Parco Nazionale della Sila che, a parer nostro, è ricco di
risorse ma poco valorizzato. Tale esperienza si è rivelata molto costruttiva e ci ha fatto capire concretamente
l‟importanza che ha il turismo per la nostra regione, la Calabria. Abbiamo quindi imparato a progettare e a
promuovere un sito web e a valorizzare, attraverso l‟uso di computer, tablet e smart-phone, il turismo calabrese.
Inoltre, abbiamo ritenuto importante usare altri due mezzi per la promozione del parco della Sila: Facebook e
Youtube. Infatti, creato un canale su Youtube, abbiamo inserito diversi
video, in particolare delle interviste fatte ad ognuno di noi sull‟esperienza
vissuta. Per quanto riguarda la pagina Facebook, invece, abbiamo
selezionato immagini,video e informazioni che potrebbero essere utili ad
un ipotetico visitatore del Parco Nazionale della Sila. Avendo progettato
noi stessi il sito web, ci è sembrato opportuno inserire tutto ciò che
potesse distinguerlo da quelli già esistenti: funzione multilingue,
adattamento del sito su tablet e telefonini, inserimento di immagini, video
e suoni. Abbiamo imparato moltissimo da tale esperienza e ci auguriamo, in futuro, di poterne ripetere una simile.
Giulia Vito III A Turismo
Ricordando persone illustri
stimoliamo i giovani a volare alto
Il 25 gennaio 2014, nell‟Aula Magna “Aldo Cannata” dell‟I.I.S. Castrolibero, si è tenuto un incontro finalizzato
alla presentazione del concorso ”La figura del medico nella società contemporanea”, relativo alla prima edizione
del premio “Francesco Talarico”, medico di elevato spessore culturale e di grande rigore morale . Dopo i saluti
del Dirigente Scolastico Iolanda Maletta e del Sindaco di Castrolibero, Giovanni Greco, hanno relazionato : il
Dottor Antonello Savaglio, storico e presidente del Centro Studi “Castelfranco Crociata”, il Dottor Antonello
Talarico, medico cardiologo e figlio del Dottor Francesco Talarico, la Professoressa Teresa Mancini, Dirigente
Scolastico dell‟I.C. di Rose, la Professoressa Rachele Montesanti, docente di Storia
e Filosofia presso il Liceo Scientifico ”S.Valentini” di Castrolibero, Amarildo Russo,
artista, orafo che ha cesellato la targa scoperta in occasione della presentazione
del Premio Talarico presso l‟Ordine dei Medici della provincia di Cosenza. Ha
coordinato la Professoressa Luigina Blasi, docente di Scienze Naturali presso
l‟I.I.S. di Castrolibero. Il Dottor Talarico ha esercitato la sua professione, per 43
anni, nel territorio di Rose, cittadina a pochi chilometri da Cosenza, conciliando la
competenza con la capacità di confortare, consigliare e sostenere i suoi pazienti e
di offrire loro la sua disponibilità. Per il legame affettivo e sentimentale con Castrolibero, il Centro Studi
“Castelfranco Crociata”, con il patrocinio del Comune di Rose, dell‟Ordine dei Medici della provincia di Cosenza,
dell‟Azienda Sanitaria della Provincia di Cosenza, dell‟I.I.S. di Castrolibero, ha indetto il concorso che ha
l‟obiettivo di stimolare i giovani ad emulare personaggi illustri e a rivalutare l‟etica professionale. A tal
proposito, il Dirigente Scolastico dell‟I.I.S. Castrolibero ha pensato di intitolare uno dei sedici laboratori della
scuola al Dottor Talarico. È stata, perciò, organizzata, sabato 10 maggio, nell‟Aula Magna dell‟I.I.S., una
cerimonia semplice ma sobria alla quale, oltre agli ospiti della precedente occasione, hanno partecipato il Dottor
Francesco Fusca, ispettore emerito del MIUR e il Dottor Eugenio Corcioni, presidente dell‟ Ordine dei Medici
della provincia di Cosenza. Sono stati coinvolti gli alunni delle classi terze e quarte, i docenti , i familiari e le
persone più vicine al Dottor Talarico. La cerimonia ha avuto inizio con un video che ha ripercorso la vita
Pensieri e Parole
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professionale e le attività svolte dal Dottore nell‟arco della sua lunga carriera. Dopo gli interventi, la relazione
del Dottor Fusca sul tema ”Il medico tra letteratura e poesia” e le conclusioni del Dottor Corcioni, i partecipanti
si sono recati presso la sede del Liceo Scientifico dell‟I.I.S. dove, tra la gioia e l‟ emozione dei presenti, è stata
scoperta la targa ideata dal maestro Amarildo Russo e quindi inaugurato il laboratorio di chimica intitolato al
Dottor Francesco Talarico. La giornata si è conclusa nel laboratorio con la realizzazione di alcuni esperimenti
eseguiti con abilità da un gruppo di alunni e predisposti dai docenti di Scienze Naturali e Chimica.
Prof.ssa Luigina Blasi
“Nontiscordardimé”, Operazione scuole pulite
Il 15 Marzo 2014, l‟I.I.S.di Castrolibero ha aderito alla giornata di volontariato ambientale organizzata come
ogni anno da “Legambiente”, nell‟ambito del protocollo d‟intesa con il Ministero dell‟Istruzione, dell‟Università e
della Ricerca. L‟iniziativa “Nontiscordardimé” – operazione scuole pulite - mira a coinvolgere studenti,
insegnanti, dirigenti, genitori, personale ATA al fine di migliorare e rendere più vivibile il luogo in cui si
trascorre la giornata lavorativa. L‟obiettivo della giornata” scuole pulite”
ha una notevole valenza didattica e sociale, perché rappresenta un
momento di educazione alla cittadinanza attiva e stimola nei ragazzi il
senso di appartenenza e la capacità di lavorare in gruppo. Per realizzare
in modo adeguato l‟operazione, è stata richiesta la collaborazione di
tutti, in particolare delle famiglie, che sono state invitate a contribuire e
partecipare attivamente . Nelle prime ore della mattinata, ogni aula, con
il contributo della scuola, dei genitori e degli alunni, è stata fornita di:
detersivo non schiumoso, stracci riciclati, spazzoloni, scope,
raccoglitori, secchi, bacinelle di plastica, spatole, guanti usa e getta,
mascherine. Le classi sono state suddivise in gruppi; ad ogni gruppo è stata affidata una consegna e i lavori sono
stati coordinati dai docenti. Gli studenti hanno dimostrato grande abilità e prontezza: nel corso di qualche ora
hanno pulito spazi esterni, aule, pareti, banchi, sedie. L‟ esperienza ha suscitato entusiasmo e, al tempo stesso,
ha fatto riflettere sull‟importanza del lavoro dei collaboratori scolastici e sul rispetto verso i luoghi che si
frequentano, che testimoniano il nostro modo di essere e di vivere.
Antonio Mannarino I A CAT
The Arc
Giorno 7 Marzo 2014 è stato inaugurato il laboratorio denominato “The A.r.c.”, activity recreation centre , che
si trova presso il nostro Istituto. L‟acronimo “The A.r.c.” è nato da un‟ idea del Professor Angiolino Chiappetta,
docente di madre lingua inglese, che si è ispirato alle strutture sportive – ricreative dei college americani: l‟idea
è stata accolta con entusiasmo da noi ragazzi e dai docenti. Il laboratorio è stato allestito grazie alla
collaborazione del personale ATA e degli alunni del Corso Geometra: all‟interno i ragazzi possono giocare
contemporaneamente, per gruppi distinti, a tennistavolo e calciobalilla.
Alcune attrezzature sono state acquistate in seguito alla nostra
partecipazione alla manifestazione “Un miglio per la scuola”, organizzata
dall‟amministrazione provinciale di Cosenza e dall‟ufficio EMFS . Grazie alla
vittoria conseguita, abbiamo acquistato, tra l‟altro, il calciobalilla, che
rappresenta lo svago preferito dei ragazzi e che ci consente di trascorrere
del tempo in serenità e allegria. Si realizza così uno dei tanti desideri degli
alunni dell‟ I.I.S. Castrolibero, quello di poter avere uno spazio alternativo
alla pur bellissima e attrezzatissima palestra. Tutto ciò è stato possibile
grazie al Dirigente Scolastico Iolanda Maletta, sempre disponibile e
sollecita nel rendere ancor più accogliente il nostro meraviglioso Istituto.
Chiara Pingitore V A CAT
Pensieri e Parole
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Da un rifiuto, una risorsa
Il 23 Aprile 2014, nell‟ Aula Magna “Aldo Cannata” dell‟I.I.S. dI Castrolibero, si è tenuto un seminario
organizzato dall‟ Amministrazione Comunale di Castrolibero che ha aderito all‟ iniziativa di “RECOIL”, compagnia
che si occupa del riciclaggio degli oli esausti. Erano presenti: Giovanni Greco, Sindaco di Castrolibero, Enrico
Nudo, Assessore allo sviluppo sostenibile, Francesco Azzato, responsabile area sostenibilità e servizi. Il
progetto Recoil riguarda la raccolta porta-a-porta degli oli esausti da riciclare per produrre biodisel. L‟ incontro
ha avuto inizio con i saluti del Dirigente Scolastico Iolanda Maletta e del Sindaco Giovanni Greco, che hanno
sottolineato l‟importanza di educare i ragazzi a rispettare e salvaguardare l‟ambiente e di fornire loro
informazioni sulle buone pratiche di riciclaggio da realizzare anche in casa. Enrico Nudo e Francesco Azzato
hanno poi relazionato sull‟iniziativa sperimentale di raccolta porta a porta degli oli esausti (scarti di cucina) che
partirà a breve sul territorio di Castrolibero. È stata quindi fatta una presentazione delle tecniche di riciclaggio
per ottenere biodisel dagli oli esausti.
Infine, la Professoressa Luigina Blasi, docente di Scienze Naturali dell‟I.I.S. di Castrolibero, ha concluso i
lavori con una presentazione in powerpoint sulla saponificazione, che già da alcuni anni si pratica nei laboratori
dell‟I.I.S. utilizzando gli oli esausti di cucina per realizzare il sapone. Sono intervenuti anche alcuni alunni che
hanno manifestato il loro entusiasmo per l‟attività e per la sua ricaduta didattica e sociale .
Prof.ssa Luigina Blasi
AMBIENTE
Il cibo del futuro
Il cibo che viene oggi maggiormente consumato è la carne, alimento che col passare degli anni creerà problemi di
sostenibilità. Potremmo infatti dover rinunciare alla carne bovina perché implica un consumo di risorse agricole
sproporzionato rispetto alla quantità di cibo prodotta. Pertanto si sta
pensando alla produzione della carne in “vitro” (ossia alla “coltivazione” della
carne), metodo che sarebbe di grande aiuto agli animali, visto che non
richiede la loro uccisione. Il dottor Mark Post dell'Università di Maastricht
ha organizzato un evento, a Londra, in cui è stato consumato pubblicamente
il primo hamburger interamente composto da carne artificiale, con la sola
aggiunta di sale e pepe. L‟idea è stata quindi messa in pratica, però dal
punto di vista economico non c‟è nessuna buona notizia, infatti solo per
preparare un hamburger sintetico ci sono voluti 250.000 euro!Nonostante
la cifra al momento esorbitante non è detto che l‟idea sia irrealizzabile, visto che si tratta di “ coltivare” solo le
parti commestibili e non l'animale intero. Ma ci sono buone notizie per l‟agricoltura: i ricercatori del National
Institute of Agricultural Botany di Cambridge hanno sviluppato una nuova varietà di frumento che potrebbe
aumentare la resa dei raccolti del 30%. Recentemente poi è stata presa in considerazione l‟ipotesi che in futuro
l‟uomo possa nutrirsi di insetti come: cavallette, lombrichi, scarafaggi ecc...; per alleggerirne il sapore non
gradito si possono friggere o si può alterare il loro gusto con l‟aggiunta di spezie e aromi, come succede in alcuni
Paesi asiatici. Insomma in un futuro ancora lontano potrebbero essere agevolati i vegetariani e penalizzati i
“carnivori” che oggi guardano i primi con un senso di disprezzo, ma tra un paio di anni forse faranno parte anche
loro di quel gruppo; col tempo si vedrà.
Matteo Rossetti
III A CAT
Rifiuti in strada
Francesco Saccomanno: “È ora di tagliare la grossa quantità di risorse pubbliche che arrivano nelle
mani di pochissimi cosiddetti “imprenditori” che sui rifiuti guadagnano due volte“
“Conservare, riparare e riciclare” era lo slogan del passato. La tendenza, in effetti, era proprio questa, al
contrario la società odierna ruota intorno al consumismo. E così si creano innumerevoli quantità di rifiuti da
smaltire, ma poche sono le idee per gestire il problema. Tanti i campanelli d‟allarme ; se i rifiuti continueranno
Pensieri e Parole
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ad avanzare provocheranno danni sociali e ambientali molto gravi, soprattutto
per le generazioni future. I rifiuti e le problematiche che ne derivano
rappresentano un pericolo serio per il futuro dell‟ecosistema e della salute umana.
Gli amministratori locali continuano ad aprire nuove discariche che devastano
interi territori e appestano esasperate popolazione. Le associazioni
ambientalistiche sono le prime ad opporsi e dire basta!
Quasi ovunque, in Italia, il panorama è desolante. Tanti sono i crimini che ogni
giorno attività mafiose causano a danno dell‟ambiente (soprattutto nel
Meridione). Tristemente nota è la terra dei fuochi, territorio del casertano dove
la camorra ha interrato e bruciato rifiuti di ogni tipo inquinando coltivazioni e
falde acquifere.
Sono stati censiti 6.584 illeciti ambientali, con 5.799 persone denunciate o arrestate. Nel ciclo dei rifiuti nelle
regioni del Nord gli illeciti sono 1.699, pari al 28% del totale nazionale.
Per tanti anni, invece di finire nelle vasche di smaltimento previste dalla normativa, rifiuti tossici e scarti delle
industrie sono stati scaricati direttamente nei mari!
La soluzione pare proprio la raccolta differenziata, già avviata dagli amministratori dei centri urbani più grandi,
mentre diversi enti regionali richiedono l‟attivazione di inceneritori e il potenziamento delle discariche . Fa
riflettere il caso della Germania che compra i nostri rifiuti e li riutilizza “in loco “come risorsa energetica per
città e territori circostanti.
Pierpaolo Campilongo III A CAT
Alla scoperta della Calabria
“I borghi più belli d'Italia” è un club nato allo scopo di valorizzare il grande patrimonio di Storia, Arte, Cultura,
Ambiente e Tradizioni presente nei piccoli centri italiani. Pertanto l‟associazione, a seguito di una selezione
rigorosa, assegna dei riconoscimenti a quei borghi che si sono distinti per armonia architettonica, vivibilità del
borgo e qualità storico- artistica del patrimonio edilizio, pubblico e
privato. La provincia di Cosenza vanta tre località riconosciute tra I
Borghi più belli d'Italia:Altomonte, Morano Calabro, Fiumefreddo
Bruzio. Altomonte è un suggestivo paese di origine medioevale situato
alle pendici del Parco Nazionale del Pollino. Il nome del borgo è stato
più volte cambiato, fino a raggiungere quello attuale di Altomonte per
volontà della regina Giovanna II di Napoli. Altomonte si può considerare uno scrigno di opere d‟arte, tra le
quali degna di una particolare menzione è la chiesa di Santa Maria della Consolazione, costruita nel 1300. La
chiesa custodisce al suo interno pregevoli collezioni d‟arte ed è testimonianza
dell‟architettura gotico-angioina presente in Calabria. Di grande rilevanza sono
anche i musei, il castello feudale e la Torre Pallotta. Inoltre vi abbondano ottimi
vigneti e si narra che lo scrittore Plinio il Vecchio, nella sua opera “ Naturalis
Historia”, decantasse lo squisito vino Babilia , ivi prodotto. Degna del meritato
riconoscimento è anche Morano che, fondata dai Romani intorno al II sec a.C., si
distingue per la pittoresca posizione geografica. Infatti il nucleo del centro urbano
è arroccato su di un colle di forma conica, alla cui sommità si trovano i ruderi del
castello di epoca normanno-sveva. L'abitato si sviluppa degradando dalla sommità alla base del colle e crea una
suggestiva illusione prospettica per cui le abitazioni sembrano essere attaccate le une alle altre. Passeggiando
tra i vicoli del centro storico si possono ammirare monumenti di spiccato interesse artistico e storico. Per i
visitatori attratti dai panorami, dagli scorci del mare e della montagna, da visitare è l‟incantevole borgo di
Fiumefreddo Bruzio. Situato lungo la costa del Tirreno cosentino, nella parte meridionale, è caratterizzato da
un territorio prevalentemente collinare, anche se parte dal livello del mare. Di grande valore sono anche le
chiese, i palazzi e gli affreschi del pittore siciliano Salvatore Fiume , che nel 1976 dipinse alcune pareti interne
ed esterne del castello semidiroccato e, nel 1977, la cupola della cappella di San Rocco. Esplorare località non
Pensieri e Parole
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ancora invase dal turismo di massa che basano il proprio sviluppo sulla sostenibilità è indubbiamente fonte di
arricchimento culturale. Sono tanti i borghi emarginati che non godono di alcuna considerazione, seppur dotati
di straordinarie bellezze naturalistiche e di grande valore storico – artistico e culturale.
Gli alunni della II C Liceo
Tradizione, benessere, Calabria e … peperoncino!
C‟è chi ritiene che il peperoncino sia un tonico per l‟organismo e lo spirito,
perciò intero, in polvere, sbriciolato, fresco, cotto, in salsa lo aggiunge ad ogni
piatto. Oltre a esaltare i sapori, stuzzicare il palato, il peperoncino ha virtù
terapeutiche suffragate da diverse ricerche scientifiche.
Se in Italia dici piccante tutti pensano subito al peperoncino calabrese, ma
pochi sanno che questa pianta (Capsicum sp.) è originaria del continente
americano ed è stata introdotta in Europa solo alcuni secoli fa, approdando in
Italia – portata dalla Spagna – nel XVI secolo.
Il primo riferimento scritto riguardante il peperoncino calabrese risale al XVII secolo ed è dovuto al teologo
domenicano Tommaso Campanella che descrisse questo frutto nel 1635. A fine „800 il peperoncino era
soprannominato “il lardo dei poveri” perché si poteva mangiare fresco o usare per conservare carne e pesce.
Oggi il peperoncino è un toccasana per l‟economia calabrese, che forse avverte la crisi più di quella di altre
regioni italiane. Questo piccolo ma potente frutto costituisce parte integrante dell‟identità della Calabria.
A “lui” sono dedicate diverse manifestazioni come il celeberrimo “Peperoncino Festival” di Diamante, dove esiste
la “Accademia Italiana del peperoncino ONLUS” che è nata per approfondire e diffondere in Italia la “cultura
piccante”.
Ha sedi in tutte le principali città italiane e del mondo e organizza e promuove manifestazioni di vario genere: il
già citato “Peperoncino Festival”, convegni medici, rassegne, concorsi gastronomici e gite in diverse zone d‟Italia
per creare, approfondire e diffondere una vera e propria cultura del peperoncino.
Attualmente la Regione Calabria si sta impegnando per conseguire, da parte dell‟Unione Europea, il
riconoscimento IGP (Indicazione Geografica Protetta) nei confronti del peperoncino di Calabria. Bisogna
conservare la tradizione e le radici per difendere e valorizzare una regione flagellata, incompresa e mal
governata e ricostruire l‟economia e la cultura del nostro territorio!
Lorenzo Russo IV C.A.T
EVENTI E INCONTRI SUL TERRITORIO
Incontro con Corrado Augias
Corrado Augias (Roma 26 gennaio 1935) è giornalista, scrittore, conduttore televisivo e
politico. Augias è soprattutto un giallista, autore di una trilogia, “Quel treno da Vienna”, “Il
fazzoletto azzurro”, “L‟ultima primavera”, da cui è stata tratta la miniserie televisiva “Guerra
di spie”, ambientata nei primi decenni del Novecento e avente come protagonista Giovanni
Sperelli (fratello del dannunziano Andrea), nonché dei romanzi “ Sette delitti quasi perfetti”, “
Una ragazza per la notte”,”Quella mattina di luglio” e “ Tre colonne in cronaca”, quest‟ultimo
scritto insieme alla moglie Daniela Pasti. Ha scritto anche “Giornali e spie” nel quale
ricostruisce una vicenda di spionaggio realmente avvenuta nel 1917. È stato inoltre autore
teatrale con il testo intitolato “ Il viaggiatore alato” e di moltissime altre opere tra cui il libro che ho letto, “ I
segreti d‟Italia”, che il 24 maggio 2013 ha presentato a Cosenza, presso il cinema Garden, davanti a un vasto
pubblico costituito anche da docenti e studenti. In questo libro Augias si diverte a svelare ai lettori segreti
inconfessabili, dettagli secondari che però contribuiscono a dare unicità a persone e luoghi. L‟intento del
giornalista è quello di scrivere un libro che, sottoforma di romanzo, sveli agli italiani i misteri del proprio Paese.
Pensieri e Parole
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“ I segreti d‟Italia” inizia con il racconto di Augias bambino che vedeva i soldati americani, i quali occupavano
Villa Celimontana a Roma, lanciare sigarette agli italiani che non erano stati in grado di difendere il proprio
Paese. È stato questo episodio a spingere Augias a raccontare storie e aneddoti di un‟ Italia che non tutti
conoscono e che nasconde veri e propri segreti. Il libro non solo ci aiuta a capire com‟è cambiata la nostra storia,
ma anche qual è l‟ importanza del nostro passato. È per questo che mi ha colpito e ha suscitato in me molte
emozioni. Lo rileggerei volentieri perché la nostra storia ha un valore inestimabile e non va dimenticata.
Chiara Pingitore
V A CAT
Seconda edizione della “Notte Crociata” a Castrolibero
"La storia è testimone dei tempi, luce della verità, vita della memoria, maestra di vita, nunzia dell‟antichità". Cosi
scriveva Cicerone ed è questa una delle frasi che racchiude meglio il significato della Notte Crociata tenutasi a
Castrolibero , sabato 21 e domenica 22 settembre 2013. Benché fosse la seconda edizione, la manifestazione è
risultata ancora più interessante e coinvolgente. La partecipazione degli sbandieratori di Bisignano ha spinto
gran parte dei visitatori a radunarsi attorno alla Torre dell'Orologio, uno dei monumenti più conosciuti di
Castrolibero. Nei pressi della Torre, il 10 agosto 1579 , precisamente nella chiesa di San Giovanni, il dispotico
barone Valerio Telesio fu aggredito e ucciso. Questa è una delle storie illustrate più volte,
nel corso della prima serata, dai cinque ciceroni frequentanti l' IIS Castrolibero, che si sono
impegnati a raccontare episodi storici tratti dal libro "Castrolibero tra storia e immagini"
dell'autore Antonello Savaglio ed illustrato da Amarildo Russo, il quale ha realizzato anche
delle scene poste vicino ad ogni monumento, al fine di aiutare il pubblico a comprendere
meglio le vicende narrate dai ragazzi. Diverse persone hanno collaborato affinché la
rappresentazione risultasse fedele e nelle piazze principali sono state costruite piccole
botteghe e mercatini che hanno creato un' atmosfera magica; numerosi figuranti hanno poi
lietamente intrattenuto i visitatori. Nel corso della settimana, sono stati organizzati alcuni convegni in cui si è
parlato proprio della storia e della cultura di Castrolibero e, ovviamente, si sono celebrate toccanti funzioni
religiose con la presenza della reliquia della croce di Cristo. Alcuni ospiti illustri hanno preso parte alla
manifestazione, tra essi: Paul Dreschenak , candidato al premio Nobel per la pace e chirurgo plastico di fama
internazionale, e il colonnello Robert Ruffolo . Sono stati allestiti degli spettacoli, tra cui un concerto d' arpa e
un' esibizione di danzatrici del ventre e di giocolieri, che hanno divertito anche i più giovani. La rievocazione si è
conclusa con una processione, che ha coinvolto tutti i figuranti, e con il volo delle mongolfiere. Tali
manifestazioni ci ricordano quanto i luoghi in cui viviamo e trascorriamo le nostre giornate siano ricchi di storia
e quanto sia importante conoscerla.
Carmela Perrotta
IV C Liceo
L‟IIS Castrolibero partecipa al Festival del giallo!
Una buona dose di enigmi accattivanti, un pugno di brillanti deduzioni e un pizzico di suspense. Questi sono gli
ingredienti perfetti che hanno attratto il vasto pubblico di Cosenza alla seconda edizione del Festival del Giallo,
tenutosi il 18 Ottobre presso il Palazzo della Provincia , nella Sala degli Specchi.
“Io Detective” ha dato la possibilità a noi ragazzi di incontrare scrittori internazionali di libri gialli e noir,
abbattendo la barriera fra i mondi contigui di chi scrive e di chi legge, permettendo agli autori di raccontare le loro
emozioni in maniera spontanea e di descrivere i loro percorsi letterari svelando i segreti del proprio lavoro.
Il Festival di Cosenza è stato un momento speciale dove si è potuto discutere pubblicamente della figura del
detective all‟interno del romanzo: detective può essere colui che studia le caratteristiche del noir come
l‟originalissimo Luca Crovi (autore di “Noir, istruzioni per l‟uso”), ma anche l‟Alligatore di Massimo Carlotto (“Il
Pensieri e Parole
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fuggiasco”, libro autobiografico ispirato alla sua esperienza di vita giudiziaria) o il cacciatore di reliquie Ignacio da
Toledo descritto da Marcello Simoni (“Il Mercante di libri Maledetti”) oppure l‟astuta sentinella del Papa di Patrizia
Debicke Van DerNoot (“La sentinella del Papa”) e perfino l‟apparentemente inoffensiva Camilla Baudino può mostrare
un talento investigativo impeccabile nella storia intessuta da Margherita Oggero (“Qualcosa da tenere per sé” da cui
è nata la serie televisiva “Provaci ancor prof!”).
Questi autori ci hanno insegnato, sullo sfondo di un‟ affascinante sala contornata dal fasto di specchi e drappeggi, le
varie tecniche del romanzo poliziesco, facendoci partecipare attivamente ai dibattiti. Abbiamo imparato che il giallo
è uno dei generi letterari più seguiti, specialmente il noir, ancor più intrigante. Lo scopo del noir, infatti, non è
solamente quello di raccontare e risolvere un crimine, poiché il lettore deve riflettere sulla realtà che gli sta
intorno, deve analizzare il mondo che lo circonda in base alle informazioni che riesce a raccogliere dalla storia. La
soluzione del crimine passa quasi in secondo piano; tutto questo non può che stimolare la fantasia, oltre che
l‟intelligenza.
Alla fine gli autori, dopo averci dato il grande onore di ricevere i loro autografi, ci hanno reso omaggio di
un‟antologia, “Animali noir”, per apprezzare il genere e per ricordare l‟evento. È stata un‟esperienza molto
interessante, oltre che istruttiva e stimolante, perché avvicina noi studenti alla lettura, bene prezioso che allarga la
visione del mondo, facendoci vivere non solo la nostra vita, ma anche quella dei personaggi di cui leggiamo le
avventure
Maria Vittoria Mollica, Martina Dodaro, Lorenza Guerriero
IID Liceo
Investire nello sport
Sono 55 milioni gli euro investiti in tutta la provincia di Cosenza …
per dare il giusto spazio all‟attività sportiva.
Dal 2004 a oggi 55 milioni di euro sono stati investiti
veramente bene, dato che lo sport è benefico e salutare. Di
questi tempi si sente spesso parlare di soldi pubblici
investiti male o sperperati, qualcuno invece si è
preoccupato di investirli per migliorare la vita della
comunità. Tutto questo è stato possibile grazie all‟impegno
del Presidente della Provincia Mario Oliverio e del suo
“team” di geometri, ingegneri, architetti e consiglieri.
Mario Oliverio nell‟arco di dieci anni ha realizzato o
restaurato 223 impianti sportivi distribuiti su tutta la
Provincia, di cui 18 sono attualmente in fase di costruzione
e/o di completamento. Nella nostra città sono state
costruite e ristrutturate varie strutture.
Impianti sportivi Completati
Rende - Completamento Campo polivalente all‟aperto
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


Rende - (Quattromiglia) Ristrutturazione Impianto sportivo polifunzionale
Rende - Completamento costruzione Bocciodromo
Rende - Ristrutturazione Campi da tennis
Luzzi - Costruzione Campo da calcio
Rende - Completamento Campo di calcetto
Pensieri e Parole
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Palestre scolastiche costruite e ristrutturate
 Cosenza - Liceo Scientifico “Scorza”- I.P.S.I.A. - I.T.C. “Pezzullo” - I.T.G. – Liceo Classico – Liceo
Scientifico “Fermi”
 Castrolibero - I.I.S.
 Rende - Liceo Scientifico
Questi sono solo una piccola parte dei 223 impianti sportivi realizzati in tutta la provincia e, grazie a una
collaborazione con il CONI , le palestre possono essere fruite anche fuori dal normale orario di lezione,
dai più giovani e dagli anziani. Inoltre nella nostra scuola, l‟IIS Castrolibero, è stato attivato il Liceo
Sportivo, l‟unico nella provincia di Cosenza, operativo sin da settembre 2014.
Il nostro Istituto è stato rappresentato dalla docente Elena Cocca e dagli alunni Salvatore Arturi,
Daniele Frattini, Emilio Leone, Francesco Loizzo, Giuseppe D‟acri e Pierpaolo Campilongo alla conferenza
tenutasi il 16 Maggio, presso L‟auditorium “Antonio Guarasci” di Cosenza.
In conclusione, in tutti i centri grandi e piccoli, tanti giovani e meno giovani possono già praticare varie
attività sportive, allenarsi ed esprimere i loro talenti.
Pierpaolo Campilongo
III A CAT
Per trovare reperti non bisognerebbe ri-scavare nel fango
“Non credo che esista in nessuna parte del mondo qualcosa di più bello della pianura dove sorgeva l‟antica Sibari.
Vi è riunita tutta la bellezza in una volta: la vastità dei più maestosi paesaggi alpestri, la bellezza dei dintorni di
Napoli, il sole e il mare della Grecia.”
François Lenormant (assiriologo e numismatico francese) con questa frase seppe descrivere in pieno la bellezza
di Sibari. L‟antica Sibari sorgeva in mezzo a due fiumi: il Crati e il Sibari. Chiamata “Thurii” dai Lucani e
successivamente “Copia” dai Romani, era stata uno dei centri commerciali più ricchi, famosi e colti della Magna
Grecia e dell‟intero Mediterraneo. Nel 510 a.C. i Crotoniati la allagarono deviando il corso del fiume ... la storia si
ripete 2500 anni dopo: nel 2013 gli scavi di Sibari vengono sommersi dall‟esondazione del fiume Crati e
ricoperti da uno strato di fango. Per questo motivo, venerdì 11 aprile 2014, mi ritrovo, insieme ad alcuni
compagni e alle docenti dell‟IIS Castrolibero Rossana Bartolo e Maria Pia Morrone, nel Teatro Piccolo
dell‟Unical, in mezzo a una folla di giornalisti, studenti ed emeriti studiosi della cultura sibarita. L‟evento “ La
Primavera di Sibari” è stato organizzato da “ Il Quotidiano della Calabria” e dall‟Università
della Calabria, è patrocinato dalla Camera dei Deputati e dal Ministero per i Beni culturali ed
è stato realizzato con il contributo della fondazione Carical e il sostegno dei Comuni di
Cosenza e Cassano, nonché della Coldiretti. La ragione dell‟evento risiede nella conclusione
dell‟iniziativa “Mai più fango su Sibari”, promossa da “ Il Quotidiano della
Calabria”, e nella decisione dell‟Unical di sostenere progetti importanti e ambiziosi volti al
recupero della nostra storia e della nostra cultura. Tra gli ospiti Matteo Cosenza, Direttore
de “ Il Quotidiano” e promotore della campagna, il Magnifico Rettore Gino Mirocle Crisci , i
docenti Giuseppe Roma, Giovanna De Sensi Sestito, Maurizio Paoletti, Pierangelo Dacrema e il Direttore
regionale del Ministero per i Beni culturali Francesco Prosperetti. I lavori sono stati aperti con il ricordo dello
scrittore calabrese Saverio Strati, scomparso da poco, e sono proseguiti con gli interventi degli studiosi
presenti, con la proiezione di un video su come appariva prima dell‟esondazione il Parco archeologico di Sibari e
su come si presenta oggi e si sono conclusi con la consegna della raccolta fondi a favore di Sibari al Direttore
Francesco Prosperetti da parte del Presidente della Fondazione Carical Mario Bozzo. Alla fine del seminario
cerco di intervistare , con il supporto dei miei compagni, il Direttore Matteo Cosenza e il Rettore Crisci . Mi
sono così reso conto che, sebbene la Calabria “ che può” abbia partecipato solo in parte alla raccolta fondi, non
sono poche le persone a cui interessa il destino della nostra cultura; infatti le donazioni , anche piccole, hanno
superato i 35mila euro. Certo i fondi sono insufficienti rispetto al lavoro da fare per recuperare il Parco
archeologico e per provvedere alla sua manutenzione ordinaria, in modo da evitare colpevoli incurie e
negligenze, ma, come hanno sostenuto il Direttore Cosenza e il Rettore Crisci, eventi e iniziative vogliono far
rivivere il patrimonio storico e artistico e mobilitare i calabresi alla riappropriazione del proprio passato,
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perché solo la diffusione della cultura e dell‟impegno potranno sollecitare i giusti interventi e migliorare il
presente e il futuro della nostra terra.
Luigi Russo III A CAT
Visita alla RAI
Giorno 6 maggio 2014 noi alunni della redazione del giornale d‟Istituto “ Pensieri e Parole” ci siamo recati nella
sede della RAI di Cosenza per visitare gli studi radiotelevisivi e conoscere le tecniche e le attrezzature
necessarie alla preparazione e alla messa in onda del telegiornale regionale . A guidarci nella visita è stata la
Direttrice di regia insieme a una sua collega . Nella prima tappa della visita siamo stati nella sala montaggio dove
abbiamo preso visione di vari apparecchi utili per il montaggio video, per i collegamenti esterni e per regolare
l‟audio. Nella seconda tappa ci siamo recati nello studio di registrazione del TGR, qui ci sono state spiegate le
tecniche di ripresa e i vari campi di inquadratura e siamo stati incuriositi dai numerosi schermi e dalle
innumerevoli luci funzionali alle interviste in studio e alle riprese televisive .
Successivamente siamo andati nella seconda sala di registrazione che però
era interamente analogica, lì ci hanno illustrato l‟assemblaggio delle varie
parti di un video. L‟ultima tappa è stata effettuata nella sala di registrazione
per il giornale radio dove siamo entrati oltrepassando due porte che
servivano per “blindare“ i suoni. Come in tutte le altre stanze visitate era
presente un orologio che segna l‟ora esatta e che, a tal fine, è collegato
direttamente con l‟Istituto Nazionale Galileo Galilei. Giunti nelle sale della
regia abbiamo visto altre attrezzature, che però risalivano al 1981, ad esempio la macchina per tagliare il nastro
e le parti che si volevano eliminare o unire. Infine abbiamo salutato con cordialità e ringraziato la Direttrice di
regia che si è congratulata con noi per l‟interesse e la curiosità dimostrati e ci ha salutati a nome di tutta la Rai.
Alessio Longo - Matteo Rossetti III A CAT
CULTURA
L‟attualità dei “Promessi Sposi”
Leggere significa vedere oltre. È questo il significato allegorico dell'immagine a lato:
la figura in piedi davanti al muro-illusione indica un uomo bloccato nella superficialità
e nella banalità di chi non riesce a vedere oltre gli stereotipi di una società che
promuove l‟omologazione mentale; invece l‟omino che, grazie ai libri, s‟innalza al di
sopra del muro-illusione rappresenta la conoscenza e il sapere resi possibili proprio
da quegli stessi libri. Leggere significa vedere oltre il muro dei propri pregiudizi. Per
questo motivo ancora oggi ci si cimenta nella lettura di un romanzo di qualsiasi
genere, dal giallo al rosa, dal classico al post-moderno, dal semplice libro di cucina
all‟enciclopedia. In qualsiasi caso, la cultura che si assorbe da quelle pagine
“inchiostrate” è incomparabile e gli insegnamenti che s‟imparano valgono per la vita di
tutti i giorni. Quindi, prima di domandarsi perché è utile leggere grandi tomi come i “Promessi Sposi”, è
importante spiegare l‟importanza della lettura nel mondo contemporaneo.
Il famoso romanzo “I Promessi Sposi”, scritto da Alessandro Manzoni, uno dei maggiori esponenti del
Romanticismo italiano dell‟Ottocento, racconta le travagliate vicende dei due protagonisti, Renzo Tramaglino e
Lucia Mondella, il cui matrimonio viene impedito da un prepotente signorotto locale, don Rodrigo. Dopo
innumerevoli peripezie, che vedono Lucia catturata dall‟oscura figura dell‟Innominato e Renzo coinvolto in una
sommossa popolare a Milano, i giovani promessi sposi riusciranno a ricongiungersi e a sposarsi. Il lieto fine
dimostra la presenza di una divina Provvidenza, che aiuta coloro che hanno fede, gli umili e gli indifesi. L‟autore
ambienta le vicende nel Seicento denunciando i soprusi, le ingiustizie e le violenze di quell‟epoca, anche se, in
Pensieri e Parole
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realtà, vuole far riflettere i lettori sui medesimi problemi che si verificavano nella società ottocentesca.
Infatti, in ogni capitolo del romanzo il tema fondamentale è l‟ingiustizia, sia dal punto di vista morale che
politico e sociale: la storia stessa inizia con un sopruso, ovvero la violazione del diritto di Renzo e Lucia di
sposarsi, seguito dalle minacce dei bravi a don Abbondio e da molte altre malvagità. I deboli, quindi, vengono
sfruttati in un‟epoca in cui vige la legge del più forte. Anche gli intellettuali sono costretti ad accettare i canoni
imposti dai potenti, diventando strumenti del potere, come nel caso dell‟avvocato Azzeccagarbugli.
Non è forse questo un tema di grande attualità? Nella società moderna tutte le negatività sopracitate
continuano a verificarsi: basti pensare ai politici corrotti, che cedono alle carezze del potere . Gli uomini che
guidano lo Stato dovrebbero essere dei maestri, dare il buon esempio ai cittadini, ma se non si occupano del
bene del Paese e delle esigenze della gente, se pensano solo ad arricchirsi accaparrando beni pubblici, come
pensano di guidare una Nazione? Nella società attuale continuano a vivere molte persone che violano i diritti
proprio come i bravi e i signorotti di Manzoni … quanti don Rodrigo ci sono per strada, cioè uomini dal
comportamento arrogante e dispotico, che non pensano ad altri che a loro stessi! Alla fine i peggiori sono proprio
loro, bulletti di serie di B, che non hanno nemmeno il coraggio di assumersi le responsabilità delle proprie azioni
(infatti, nel romanzo, don Rodrigo non è un malvagio incallito come l‟Innominato, ma è costantemente influenzato
dall‟energia negativa attorno a lui, come quella sprigionata dal cugino, Attilio, fautore della scommessa sull‟ignara
Lucia). Anche se esistono molte leggi (le “gride” nei “Promessi Sposi”) e si fanno tanti dibattiti in televisione per
migliorare la società, la giustizia reale non esiste e le leggi non sempre vengono applicate equamente, proprio
come si verifica nel romanzo di Manzoni, che critica la società del Seicento per l‟ordinamento politico incerto e
poco organizzato. La colpa delle ingiustizie è anche un po‟ nostra, di noi cittadini, che, tutti insieme, potremmo
cambiare il nostro futuro ribellandoci a tanto squallore.
A differenza dell‟Ottocento, noi giovani italiani non abbiamo il senso della Patria, dell‟unità e dell‟appartenenza,
perché ci mancano gli ideali che guidarono tante persone a sacrificare le proprie vite per l‟unità d‟Italia. Occorre
capire che se “l‟Italia è stata fatta, occorre fare gli italiani”, proprio come affermava il lungimirante Massimo
D‟Azeglio! Bisogna oggi ammirare quei giovani che, sacrificando il loro stesso sangue, hanno lottato per la
liberazione della loro patria, spazzando via i regimi autoritari e corrotti che da decenni erano al potere, come
accaduto in alcuni Paesi arabi, facendosi carico delle speranze di libertà e di democrazia dei loro popoli.
Infatti, proprio marcando un‟altra caratteristica comune fra gli uomini della società odierna e quelli del romanzo
dei “Promessi Sposi”, nella vita di ogni giorno non ci sono solo d on Rodrigo e don Abbondio, ma riconosciamo
tante Lucia Mondella, donne dall‟indole buona e sempre devote a Dio, altrettanti Innominato e Padre Cristoforo,
che si sono pentiti per le malefatte compiute ritrovando, così, la via del bene e anche delle Perpetua e delle
Agnese che, come i familiari e i veri amici, dispensano sempre buoni consigli e sono vicini in tutti i momenti e non
solo in quelli del bisogno.
Per quanto riguarda la Chiesa, Manzoni descrive situazioni contrapposte, proprio perché in essa c‟è un vero e
proprio “don Abbondio versus fra Cristoforo”. Il primo era diventato prete senza una reale vocazione, ma dietro
consiglio dei genitori, perché gli era parso comodo vivere con agiatezza inserendosi in una classe sociale forte e
riverita. Non si adoperava per il bene del prossimo a differenza di Padre Cristoforo. Questi, figlio di un
mercante arricchito, durante la sua giovinezza aveva ucciso un nobile per un diritto di precedenza. Nello
scontro rimase ucciso un suo fedele amico nel tentativo di salvarlo. Da allora il giovane si era convertito,
divenendo frate cappuccino e cominciando ad aiutare i deboli e gli indifesi.
Anche questo tema può essere proiettato nella società moderna. Come nel Seicento, anche oggi la Chiesa si
divide tra chi ha una reale vocazione e la vive come una missione e chi invece compie questa scelta solo per
condurre una vita priva di complicazioni.
Nelle cronache di oggi si sente parlare di preti pedofili e degli scandali dello IOR, tuttavia esistono anche uomini
come Papa Francesco, che insegnano ad amare il prossimo e ad essere apostoli del messaggio evangelico e, quindi,
a dare il buon esempio.
Manzoni ha scritto il suo capolavoro utilizzando il toscano parlato dalle persone colte , perché voleva che tutti
conoscessero le vicende del romanzo, considerate da lui stesso estremamente intriganti e ricche di suspense, e
ha dato così agli italiani un esempio di lingua nazionale.
Dobbiamo apprezzare l‟operato di Manzoni per averci fornito una lingua così perfetta, espressione unitaria
dell‟Italia, in cui lui credeva fortemente. Con il passare del tempo, ahimè, questo sentimento si è affievolito
sempre più fino a scomparire completamente. È evidente che i nostri politici e tutti le persone scorrette
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dovrebbero ritornare tra i banchi di scuola a studiare soprattutto la storia, materia fondamentale per
sottolineare e capire le problematiche e gli errori del passato ed evitare di commetterli nel presente.
Gli alunni della IID Liceo
La filosofia di Leucippo e Democrito
La filosofia, “ amore per la sapienza e il sapere”, nata intorno al VI sec a. C., è considerata
madre di tutte le scienze, malgrado sia una disciplina che non risolve nulla : la sua peculiarità
è proprio quella di porre problemi di diversa natura invitando l‟uomo alla ricerca e alla
riflessione su se stesso, sulla vita e sul mondo. Platone, uno dei grandi classici, affermava che
la ragione umana non arriva a spiegare tutto, ecco perché le “cose inspiegabili” erano oggetto
di miti. La vera filosofia è nata quando le persone si interrogarono sull‟origine dell‟universo
ponendosi degli interrogativi che dopo venticinque secoli non si è ancora giunti a risolvere in
modo esaustivo. I filosofi di quel lontano periodo si chiedevano quale fosse l‟”archè”, ovvero il principio da cui si
era generato il tutto. Sorse un‟altra questione importante, quella relativa alla divisibilità della materia. I
frammenti di una pietra spaccata in due, o anche ridotta in polvere, erano sempre pietra e ciascun frammento
poteva essere ulteriormente suddiviso. Era possibile prolungare all‟infinito questa divisione e suddivisione della
materia? Sembra che il filosofo ionico Leucippo (ca 450 a. C.) sia stato il primo a mettere in dubbio la
convinzione, a prima vista naturale, che qualsiasi pezzo di materia, per quanto piccolo, potesse essere suddiviso
in parti ancora più piccole. Leucippo affermò che si sarebbe ottenuto, a lungo andare, un frammento di
dimensioni minime, non suscettibile di ulteriori divisioni. Il suo discepolo Democrito ( ca 470- ca 380 a. C.) di
Abdera, città dell‟Egeo settentrionale, continuò il suo ragionamento nella medesima direzione e chiamò “ atomos”
le particelle minime della materia . La parola atomo deriva da “a“ ( privativo) e ”tomòs“ ( tagliare) e pertanto
significa indivisibile. La dottrina secondo la quale la materia è costituita , in ultima analisi,
da particelle piccolissime e indivisibili prende il nome di atomismo. Democrito riteneva che
gli atomi di ciascun elemento fossero diversi per forma e dimensione e che proprio questa
diversità spiegasse le differenti proprietà dei vari elementi. Democrito si rese conto che
era la materia a formare l‟universo con il movimento e l‟aggregarsi degli atomi. Per i greci
antichi il termine creazione non esisteva perché era impensabile che tutto nascesse dal
nulla. Ci doveva essere un elemento, ovvero l‟atomo, dotato di un movimento e di una forza propria , la cui energia
si sprigionava nel vuoto. Il vuoto è l‟assenza totale di qualcosa, che permette agli atomi di muoversi; spostandosi
essi si urtano, si plasmano e si aggregano. Democrito non aveva la possibilità di ricorrere agli esperimenti per
dimostrare la validità delle sue teorie. I filosofi greci infatti non effettuavano esperimenti, ma giungevano alle
loro conclusioni con il ragionamento e l‟intuito partendo da premesse fondamentali. Per la maggior parte dei
filosofi , e specialmente per Aristotele, il concetto che un pezzetto di materia non si potesse dividere in
frammenti più piccoli era talmente paradossale che essi si rifiutarono di accettarlo. Ma il filosofo greco Epicuro
( ca 342- 270 a. C. ) accolse l‟atomismo e , nei secoli successivi, l‟epicureismo ebbe molti seguaci. Il latino
Lucrezio espose la dottrina atomistica di Democrito e Leucippo in una lunga composizione poetica chiamata “De
rerum natura” (Sulla natura delle cose), che molti considerano il più bel poema didascalico che sia mai stato
scritto. In ogni caso, mentre le opere di Democrito ed Epicuro sono andate perdute e di esse rimangono soltanto
frammenti e citazioni, il poema di Lucrezio è arrivato integro fino a noi, conservando la teoria atomistica fino
all‟età moderna. Oggi sappiamo che l‟atomo è una particella indivisibile, però è formato da elettroni, neutroni e
protoni; ma allora la teoria di Democrito è stata smentita? La filosofia non si può smentire , tutt‟al più si evolve.
L‟importante è porsi quella particolare domanda e cercare di dare una propria risposta razionalmente
argomentata. Si può affermare che l‟ atomismo porti a una forma di razionalismo morale? Razionalismo morale,
Pensieri e Parole
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no di certo. Quando parliamo di morale ci riferiamo al nostro comportamento, a qualcosa che è giusto fare. Ma
cos‟è il giusto? Un valore relativo. Quindi “razionalismo” e “morale” sono due termini che non possono coesistere
insieme. Ma noi consideriamo un comportamento etico quando esso si rifà a una norma universale, ovvero una
legge valida per tutti. Altrimenti non è una legge. La legge deve rispecchiare il bene in assoluto e se parliamo di
comportamento questo deve essere universalmente condiviso da quelle stesse persone che condividono la legge.
Socrate ad esempio dice che la morale deve essere basata su principi razionali universali. Ma poi i filosofi si
chiedono: se esistono norme razionali e universali perché abbiamo bisogno dell‟imposizione delle leggi? E se
siamo nati liberi, perché sottostare alle leggi? E la riflessione continua …
Martina Dodaro, Maria Vittoria Mollica II D Liceo
LA PAROLA AI DOCENTI
Saper ascoltare per poter dialogare
Oggi più che mai viviamo in una società multimediale in cui a dominare sono riflettori, microfoni, media
elettronici e in cui il linguaggio è ridotto a slogan e affermazioni lontane dall‟atteggiamento di relazione; mentre
tutto diventa messaggio e informazione si perde il significato simbolico e dialogico della parola. Ascoltare e
comprendere evidenziano una realtà partecipativa ed empatica, un‟attività discorsiva che nasce nello spazio
privilegiato dello scambio, per cui la persona non è più soggetto che agisce, bensì colui che partecipa a un
processo relazionale che è il dialogo. Ascoltare, però, vuol dire fare silenzio dentro di noi, far tacere le tante
parole che giudicano, che interpretano e che a tutti i costi vogliono trovare soluzioni veloci; solo da questo
silenzio può nascere l‟ascolto dell‟altro, un silenzio che è spazio, apertura. Un silenzio che ci permette di cogliere
verità che altrimenti resterebbero celate per sempre. In ognuno di noi c‟è qualcosa di indicibile, che non
riusciamo a comunicare, a volte neanche a noi stessi, e che ha bisogno di tempo e
pazienza per emergere dal profondo. Solo partendo da questo ascolto si può
parlare di dialogo. Non si incontra l‟altro se non in un dialogo capace di
trasformare sia chi parla sia chi ascolta. Dialogo è allora prima di tutto un‟arte da
imparare, che ci permette di capire e accettare l‟altro. Senza il dialogo c‟è il vuoto,
esso è come l‟amore, senza il quale non si vive completamente la propria vita. Senza
il dialogo non si vive in pienezza, in quanto saper comunicare è anche saper vedere il mondo con gli occhi
dell‟altro. Un antico proverbio dice” Parlando si capisce la gente”. Ma questo vale quando entrambe le parti sono
disposte a sentire le ragioni dell‟altro. Spesso la mancanza di dialogo è causa di conflitti nei rapporti sociali, ma
soprattutto in famiglia. Anche se si dice che “il silenzio è d‟oro”, nel dialogo esso deve servire ad ascoltare l‟altro
prima di parlare. Avere opinioni diverse non deve portare necessariamente a litigare: “iniziare una contesa è
come dare la stura alle acque, perciò tronca la lite prima che si inasprisca” dice lo scrittore biblico nei Proverbi
(17,14), infatti rispondendo con dolcezza si placa la collera. Voi, ragazzi, ricordate sempre che per ottenere
l‟approvazione altrui dovete esprimere in modo schietto la vostra stima a tutti e sottolineare con franchezza le
situazioni reali della vita, belle o brutte che siano, per rendere un servizio a se stessi e agli altri, ma
soprattutto per crescere insieme, perché noi siamo come uno specchio l‟uno per l‟altro …
Prof.ssa Giuseppina De Vico
Perché scrivere un libro ? E perché scrivere un libro di fantascienza?
Le motivazioni per le quali si scrive un libro possono essere diverse: la voglia di scrivere, l‟esigenza di raccontarsi
e di raccontare, di palesare un‟idea, di esprimere un‟ipotesi, di fornire un‟esperienza e altro. Qualunque sia la
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motivazione, la stesura di un libro richiede un lavoro impegnativo, in particolar modo nell‟esposizione, nella forma
e nel contenuto, in relazione al genere letterario che si sceglie e a ciò che si vuole esprimere. Un articolo, un
saggio, un racconto rappresentano la “materializzazione” di un‟idea, di una ricerca, di un modo di essere e di
vivere, di valenze comunicative. I racconti storici, sentimentali, di spionaggio, di avventura, fantasy, di
fantascienza, le favole e qualunque altro genere letterario differiscono, oltre ai contenuti, nella tecnica di
scrittura, nella narrazione e nei dialoghi che devono essere commisurati al genere, alle ambientazioni e alla
caratterizzazione dei personaggi. In particolare, in un confronto tra un romanzo fantastico ( fantasy) e un
racconto di fantascienza, seppure complementari, le differenze sono significative. Nel primo, la creatività non
ha limiti e molte situazioni descritte nella storia possono essere risolte da un “mago”, da una “ fata”, da un
“elfo”, da un “oggetto magico”. Nel secondo, sono posti dei vincoli che restringono l‟ideazione, la quale deve
essere contenuta entro limiti scientifici, per cui le situazioni costruite nel racconto devono afferire a qualche
fondamento scientifico ( o quasi). Di fatto, la condizione è che deve sussistere un grado di plausibilità
scientifica come requisito essenziale della narrazione. Ciò implica, e non è escluso, che una storia di fantascienza
possa anticipare il futuro di una evoluzione tecnologica, di modelli di società, di forme di vita. Inoltre, il romanzo
di fantascienza , sulla base di ritrovamenti archeologici, di oggetti arcaici, di suppellettili remote, di miti e
leggende, può ipotizzare condizioni del passato, possibili scenari, circostanze ed eventi che possono avere un
fondamento in ciò che la paleontologia e l‟archeologia riportano in “ vita”. Ne consegue che una narrazione di
fantascienza non solo pone in essere ipotesi di situazioni futuribili, ma anche di eventi remoti. In entrambi i casi
( futuro o passato) una non trascurabile difficoltà nei romanzi di fantascienza è rappresentata dalle
ambientazioni e dalla caratterizzazione dei personaggi. Il personaggio, in particolare, può essere umano, alieno,
un robot, un‟entità e deve esprimere, nelle varie fasi della narrazione, stupore, gioia, rabbia, amore, odio, logica
e qualsiasi altra sensazione che gli può appartenere in funzione della trama e dello sviluppo della narrazione. Il
racconto, ancora, può rappresentare uno stato d‟animo, un sogno, per cui le note succitate non sono , e non
possono essere, esaustive della complessità della scrittura di un romanzo di fantascienza, ma solo degli
indicatori per esprimere creatività ed estro in relazione a un‟idea, a una ipotesi, alla voglia di scrivere.
Ho scritto il libro di fantascienza “La progenie di Tiamat” sulla base di una considerazione
che esula da una qualsiasi presunzione o ostentazione e che scaturisce dal desiderio di
esprimere una testimonianza e un ringraziamento alle numerose e variegate letture che
fanno parte del mio percorso di vita, culturale, umano e professionale. Inoltre, il
ringraziamento al “libro” discende anche dalla consapevolezza dell‟acquisizione di conoscenze,
di saperi e nozioni, con gli attinenti momenti di serenità, senza escludere le esperienze
indirette che sono insite nei racconti, con le relative emozioni. Coscientemente, il “libro” e la
lettura rappresentano due amici silenti e pazienti che non chiedono nulla e il “libro”, in
particolare, attende di poter colloquiare con il lettore e trasferirgli non solo insegnamenti e commozione,
esperienze e suggestioni, ricordi ed emozioni, reminescenze e cultura, ma anche domande e interrogativi che, al
fine, rappresentano lo sviluppo, il cambiamento e la maturità.
Prof. Ing. Antonino Marasco
INVITO ALLA LETTURA
Marina Bellezza
Marina Bellezza è un romanzo scritto dalla giovane autrice Silvia Avallone nel 2013 e pubblicato
dalla casa editrice Rizzoli.
Il titolo del libro, divenuto un best seller in tutta Italia nel giro di pochissimi giorni, fa
riferimento alla protagonista della storia, una bellissima ragazza di soli ventidue anni : nata e
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cresciuta nella remota provincia di Biella, ha passato l‟infanzia tra i continui litigi dei suoi genitori, dovendo poi
superare lo shock dovuto al tentativo di accoltellamento del padre da parte di sua moglie e il successivo distacco
dell‟uomo dalla sua stessa famiglia. Marina si ritrova perciò senza una figura paterna in grado di guidarla
attraverso la crescita, motivo che la spingerà a lottare con le unghie e con i denti per ottenere ciò che vuole:
un risarcimento delle sue passate sofferenze, sostenuto dal desiderio di essere sempre la migliore in qualsiasi
campo e dalla voglia di lasciare un segno indelebile dietro di sé.
L‟immaturità di Marina si manifesta più volte nello scorrere della storia, il che porterà il lettore a provare un
forte senso di avversione nei suoi confronti, un sentimento che si attutirà solo man mano scoprendo altri lati del
carattere indubbiamente forte, ma difficile, della ragazza.
Lei ha due sogni da realizzare: diventare famosa e riuscire a riguadagnarsi le attenzioni del padre, il quale
continuerà per gran parte del romanzo a condurre una vita spensierata, in compagnia di belle donne e ad
organizzare incontri clandestini con uomini della mafia; ovviamente, non vorrà mai trovare abbastanza tempo da
dedicare a sua figlia.
La madre di Marina, invece, affronta l‟allontanamento dell‟ex marito senza molto successo:
trascorre praticamente tutti i suoi giorni a bere insieme al nuovo compagno, un alcolizzato
tale e quale a lei che renderà meno tristi i suoi vani tentativi di dimenticare il passato.
Marina, di conseguenza, cresce senza i suoi genitori: è costretta a rimboccarsi le mani e a
guadagnarsi ciò che vuole, sfruttando il suo aspetto estetico in grado di lasciar a bocca
aperta chiunque posi gli occhi su di lei, anche solo per un momento.
“Il cognome non è casuale”, ha dichiarato infatti l‟autrice durante un incontro con noi
studenti. “Volevo che la bellezza fosse uno dei suoi lati migliori e che potesse rimanere
impresso nella mente dei lettori, considerata la frequenza con cui viene citata”.
Indubbiamente, la Avallone è riuscita nell‟impresa: i capelli biondi di Marina, i suoi grandi occhi azzurri e il suo
fisico perfetto la rendono la tipica ragazza che tutte noi vorremmo essere, ulteriore motivo per cui gran parte
del pubblico femminile difficilmente riesce ad accettare questo personaggio all‟inizio del romanzo.
La vita di Marina, però, è più dura di quanto possa sembrare a prima vista: riuscirà a raggiungere il suo scopo,
certo, e diventerà famosa in tutta la nazione; ma il suo piano ha anche delle falle non previste che la condurranno
a sentire la mancanza della sua terra d‟origine e perfino dei parenti a cui non è mai importato niente di lei.
La presenza di un ex fidanzato, poi, peggiorerà la situazione: Andrea Caucino è un ragazzo di ventisette anni ed
è il secondogenito di una famiglia benestante, la cui fama è dettata dalla posizione sociale di suo padre, ex
sindaco di Biella. Il fratello di Andrea, Ermanno, è la realizzazione vivente dei sogni dei loro genitori:
trasferitosi in America dopo essersi laureato, dipendente della NASA, conduce una vita apparentemente
perfetta in compagnia di sua moglie e di suo figlio a Tucson, nello stato dell‟Arizona. Ma Andrea non è come
Ermanno. Lui e Marina sono i figli del berlusconismo, un‟epoca in cui regna un ottimismo fondato sul nulla e che
poggia le proprie basi sul potere della televisione. Marina non tarderà a capirlo e si accorgerà ben presto che una
pubblicità ben riuscita le consente di attirare l‟attenzione di persone in grado di aiutarla a diventare famosa.
Quando la ragazza ritrova Andrea, le sue priorità vengono leggermente stravolte: il loro rapporto è frastagliato
e continuamente sull‟orlo della rottura, ma, nei periodi in cui non predominano l‟ira e la gelosia di entrambi, sia lui
che lei riescono a dare il meglio di sé per aiutarsi a vicenda e cercare di superare l‟infanzia che ha rovinato loro
la vita.
Ma Andrea e Marina, per quanto possano aver avuto un passato simile e al tempo stesso completamente opposto,
hanno obiettivi diversi: se quest‟ultima vuole diventare ricca e famosa, il ragazzo ha intenzione di seguire le
orme del nonno diventando un “margaro” e condurre la tipica vita di un allevatore e produttore di formaggi a
tempo pieno.
I loro sogni differenti li porteranno ad un litigio talmente grave che il lettore non potrà non pensare che
probabilmente quello sarà l‟ultimo dei tanti. Ma Marina ritorna sorprendentemente tra le montagne e Andrea
con lei decide di andare in America da Ermanno: vedere il volto invecchiato di suo fratello, misto ai suoi capelli
grigi e alla misera casa in cui lui, sua moglie e suo figlio vivono, lo getta nello stordimento e nell‟incredulità totali;
e per la prima volta Andrea si rende conto di quanto i continui riferimenti dei genitori alla vita migliore di
Ermanno fossero infondati e lo abbiano portato semplicemente a dubitare delle sue capacità, anziché a credere
in se stesso.
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Anche Marina, però, ha vissuto un confronto con la dura realtà: quando suo padre (sull‟orlo del lastrico) le chiede
un prestito economico, lei inizia a vederlo veramente per la prima volta, senza più quegli apparentemente
indistruttibili paraocchi che la spingevano a considerarlo come l‟uomo ideale sotto tutti i punti di vista.
In conclusione, il messaggio lanciato dall‟autrice è abbastanza evidente: per avere un futuro migliore è
necessario rivivere il passato e ricominciare a svolgere i lavori di un tempo, un‟opinione che personalmente non
condivido in quanto io sono fermamente convinta che un miglioramento possa sì verificarsi solo come
conseguenza di un cambiamento, ma non di una regressione. Perciò sono rimasta sinceramente amareggiata e
delusa dal finale della storia, in quanto Marina, nonostante tutti i motivi che nel corso del romanzo la porteranno
a scappare dalla sua città natale per rifugiarsi nel mondo perfetto della televisione, verrà continuamente
assalita da incessanti ripensamenti sulle sue scelte, di conseguenza tornerà sempre e comunque nella sua terra
d‟origine e da tutte le persone che, nel bene e nel male, le hanno cambiato la vita.
Sara Chiatante III A Liceo
LO SPORT
Il basket: il gioco, la storia, il vero sport
Lo sport è momento d‟incontro, di scambio d‟idee, anche fra persone di tutto il mondo. Si sa bene che l‟Italia
sportiva eccelle in ogni campo (i risultati non mentono), ma molti sport non sono tutelati a dovere. Il basket è
uno di quelli: dinamico, veloce, esaltante, incredibile, ma c‟è dell‟altro nel nobile gioco della pallacanestro.
Nel lontano 1891, a Springfield – Massachusetts – l‟inverno era più freddo del solito. La discreta squadra di
football NCAA dell‟YMCA, Università cristiana dello stato del New England, doveva mantenere la forma ideale
per il campionato nonostante la stagione fredda. Alla guida della squadra vi era un uomo con i baffi e gli
occhialoni a cerchio, sempre elegante, discreto. Il suo nome era James Naismith, canadese di nascita, anche lui
aveva assaggiato il gelo del nord America. Il Preside dell‟umile scuola cattolica non chiedeva molto al suo
professore di educazione fisica: uno sport, diverso dall‟ atletica classica , troppo monotona, con il quale i suoi
studenti potessero mantenersi in forma anche nel gelido inverno di quell‟ anno, e poi, perché no, anche nei
prossimi. Cosa ci voleva? Un professore del calibro di Naismith, laureato a pieni voti
in medicina, insegnante universitario, non poteva inventare dal nulla un nuovo gioco?
Come per ogni grande genio, dopo un inizio stentato, l‟idea arrivò dal nulla, d‟altronde
Newton non diventò famoso grazie ad una mela? Dopo l‟ennesimo foglio stracciato,
“The doc” (così era chiamato all‟ epoca) buttò la pallina che aveva accartocciato nel
cestino. L‟idea luminosa si accese in quel momento. Prese un cesto di vimini e un
pallone di forma circolare, chiamò a sé i suoi nove migliori studenti ed il suo
assistente, Frank Mahan (a cui si deve la denominazione del gioco dopo la “blasfema” idea di chiamarlo
Naismithball, a causa del naturale egocentrismo del prof), e , dopo aver esposto loro l‟idea di base, insieme
formularono le prime 13 regole del gioco; all‟ alba del giorno dopo si giocò la prima partita di basket della storia.
La partita si concluse per un solo punto a zero, con la palla che venne recuperata dal cesto appeso al muro
tramite una scala. A quei fortunati giovani fu affidato il compito, durante le loro trasferte, di condividere ciò
che era stato loro insegnato. In tutta l‟ America, e non solo, stava cominciando a diffondersi questo nuovo gioco,
dalla pianura dei Grandi Laghi, sulle cui sponde era nato l‟ inventore, alle lande desolate del Colorado, fino alla
faglia di San Andreas, dove il gioco del cesto diventò ben presto una “religione” e così è ancora oggi in diversi
Stati dell‟Unione.
Il basket fa la sua prima apparizione (non ufficiale) alle Olimpiadi del 1904 a St. Louis. Da lì in poi, però,
iniziarono le discussioni per ammettere ufficialmente uno sport di sani principi come la pallacanestro alle
competizioni olimpiche . La prima guerra mondiale fermò le anime calde, le quali ripresero poi la discussione nel
1920. Naismith, furibondo perché il CIO rifiutava di far partecipare ai Giochi Olimpici anche il suo sport,
espose tutti i principi morali, etici ed ideologici del basket. Dopo altre numerose battaglie, la terribile crisi del
‟29 e vari avvenimenti, finalmente la pallacanestro diventò ufficialmente uno degli sport dei Giochi Olimpici, con
la prima apparizione a Berlino ‟36, la famosa annata delle quattro medaglie d‟oro di Jessy Owens . Gli USA
vinsero con poche difficoltà il torneo, battendo in finale proprio il Canada del Prof. Naismith.
Nel 1932 vide la luce la Federazione Internazionale Pallacanestro, poi mutata in Federazione Internazionale
Basket (FIBA). Nel 1946 nacque la prima lega professionistica americana, oggi anche la più importante, la NBA
Pensieri e Parole
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(abbreviazione di National Basketball Association), che da sessant‟anni mette in mostra i più grandi talenti del
mondo, che hanno scritto pagine di storia. Fra i tanti i più ricordati sono: Micahel Jordan, considerato il più
forte giocatore di sempre, Magic Johnson, Larry Bird, Kareem-Abdul Jabbar, Clyde Drexler, John Stockton,
Karl Malone, Patrick Ewing, Bill Russel, Wilt Chamberlain, Jerry West, Bob Cousyi.
In Italia la pallacanestro vide la luce solo nel 1921, anno della fondazione della FIP (Federazione Italiana
Pallacanestro). Il campionato italiano è considerato il più bello e spettacolare dopo quello spagnolo, la Liga ACB.
La storia, bellissima, della pallacanestro, non lascia però spazio al vero significato di questo gioco. Se infatti l‟
idea era nata come quella di un gioco qualsiasi, nel corso degli anni, questo sport ha assunto sempre nuovi
significati : dal puro rispetto per l‟ avversario allo spirito di squadra, che vengono trasmessi da un giocatore all‟
altro insieme al movimento del pallone. La passione con cui determinate persone svolgono il loro lavoro, ma lo
fanno divertendosi insieme, ha sempre incitato milioni di ragazzi a dare di più, a fare del loro meglio per
raggiungere un obiettivo e magari superarlo in vista di traguardi ancora più grandi. Dietro la pallacanestro c‟è
questo e anche di più, ma forse è più bello scoprirlo da soli che farselo raccontare. Giovanni Ragusa I C Liceo
NOTIZIE SPORTIVE
Squash: l„IIS Castrolibero Campione d‟Italia allieve
Domenica 18 maggio, a Riccione, ai Campionati Scolastici Italiani organizzati dalla Federazione Italiana Giuoco
Squash, le alunne dell‟IIS Castrolibero si sono aggiudicate il titolo di CAMPIONE d‟ITALIA nella categoria
ALLIEVE riservata alle scuole superiori.
Straordinaria la trasferta sull‟Adriatico perché dal Centro Tecnico Federale di Riccione sono arrivati a
Castrolibero altri due titoli molto prestigiosi: primo posto e medaglia d‟oro nel Campionato Individuale
Femminile per SIMONA DE BASTIANI, che ha vinto la finale per il titolo proprio contro la compagna di
squadra LORENZA GUERRIERO, ottimo secondo posto e medaglia d‟argento.
L‟IIS Castrolibero, grazie alla collaborazione con l‟ASD Scorpion Squash, avviata nel 2009 dalla Prof.ssa Cocca,
continua così ad affermarsi in questa meravigliosa ed avvincente disciplina sportiva nella quale, va ricordato,
oltre a numerosi titoli provinciali, ha vinto il Campionato Italiano Juniores maschile nel 2012, che va ad
aggiungersi a quello conquistato ora dalla squadra femminile allieve.
Prof.ssa Elena Cocca
Nella foto Simona De Bastiani, medaglia d‟oro, e Lorenza Guerriero,
medaglia d‟argento, premiate dal Consigliere nazionale Salvatore
Speranza
L‟IIS Castrolibero trionfa a Cetraro nella fase provinciale di vela, valida
per la qualificazione alla fase regionale dei campionati studenteschi
Sabato mattina, 10 maggio 2014, si é svolta, nelle acque antistanti il porto di Cetraro, la regata della fase
provinciale dei giochi studenteschi di vela, organizzata dal Centro Velico Lampetia di Cetraro. Alla fase
provinciale hanno partecipato le rappresentative degli Istituti di Istruzione Secondaria della provincia di
Cosenza, tra cui il Liceo Classico “Telesio” di Cosenza, il Liceo Classico di Cetraro, il Liceo Scientifico “Fermi” di
Cosenza, il Liceo Scientifico “Pitagora” di Rende e L‟IIS “Valentini-Majorana” di Castrolibero.
“Durante i mesi di aprile e di maggio – ha dichiarato il Direttore sportivo del CVL
Cristina Leporini – abbiamo ospitato gli alunni delle scuole nella nostra nuova base
nautica, nella quale abbiamo tenuto lezioni teoriche di vela per gli studenti e uscite a
mare per le esercitazioni pratiche. Inoltre, il nostro staff istruttori ha messo a
punto e testato le due barche „gemelle‟ sulle quali si sono sfidati i giovani timonieri
Pensieri e Parole
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della provincia di Cosenza in gare di match race, per assicurare la buona riuscita della manifestazione sportiva,
organizzata per la prima volta nella provincia di Cosenza”.
Il Presidente della compagine sportiva cetrarese Ferruccio Rizzuti ha precisato che è motivo di orgoglio aver
organizzato questa manifestazione che coinvolge gli studenti nell‟anno in cui il CVL festeggia il trentennale dalla
fondazione.
Al termine delle regate, l‟equipaggio-scuola vincitore è risultato l'IIS “Valentini-Majorana” di CASTROLIBERO,
composto da Fabio Sicilia, Leida Paura, Vincenzo Sammarro e Simona Ponissi, che accederanno alla fase regionale
dei giochi, in programma a Crotone per il 14 maggio 2014.
Particolarmente soddisfatto il responsabile del progetto per conto dell'IIS Castrolibero, il professore Marcello
Malfi, che ha avuto parole di elogio per gli organizzatori ed i partecipanti. "La Vela e la cultura marinaresca – ha
dichiarato il professore Malfi - arrivano finalmente nelle nostre aule. In una regione caratterizzata da un
grande sviluppo costiero, non si può non insistere su iniziative e progetti di questo tipo, soprattutto per la
trasversalità dei valori educativi che la disciplina in questione pone in gioco. Il presidente Ferruccio Rizzuti e
tutto lo staff del Centro Velico Lampetia di Cetraro hanno evidenziato notevole professionalità e specifiche
competenze in ambito velistico e didattico ed una particolare attitudine al lavoro con i giovani, verso i quali
hanno sempre manifestato disponibilità, serenità ed un impareggiabile senso dell'ospitalità. I ragazzi hanno
vissuto sicuramente un‟esperienza meravigliosa alla quale cercheremo di dare continuità negli anni a venire”.
Prof. Marcello Malfi
Giochi sportivi studenteschi calcio a 5: IIS Castrolibero Campione
provinciale 2014.
Brillante affermazione dell' IIS CASTROLIBERO che meritatamente si
aggiudica il titolo di CAMPIONE PROVINCIALE di Calcio a 5. Un titolo
scolastico e sportivo molto prestigioso se si considera che quest'anno erano
ben 31 le scuole partecipanti, suddivise in 4 gironi: dopo aver sconfitto le
squadre del Liceo Pitagora di Rende, di San Giovanni in Fiore e Paola, gli alunni
hanno disputato la finale contro l'ITCG di Corigliano, vincendo con il punteggio
di 7 a 5.
Compagni di classe e docenti hanno sostenuto i nostri atleti, soprattutto nei
momenti difficili in cui gli avversari risultavano in vantaggio. Senza mai
demordere, i gialloblu hanno intensificato il gioco di squadra e, grazie alla loro maggiore esperienza, hanno
meritatamente conquistato il titolo provinciale 2014.
Prof. Marcello Malfi
CINEMA
La magia del cinema …. Italiano
Il cinema è arte e come tale veicola emozioni, suggestioni e verità. Proprio come un dipinto o una scultura può
essere compreso o meno ma cela sempre un messaggio: quello che l‟autore vuole lasciare in eredità agli
spettatori in modo che questi possono analizzarlo e con esso crescere. Partecipando al concorso “David di
Donatello per i giovani” abbiamo avuto l‟opportunità di visionare diversi film.
Il lungometraggio che più mi ha colpito per la sua ricchezza di metafore e temi trattati è stato “Smetto quando
voglio”. Questa commedia italiana diretta da Sydney Sibilia narra la storia di sette
ricercatori, guidati dal neurobiologo Pietro, che non sentendosi apprezzati dalla società per i
loro sforzi nello studio e stanchi di svolgere i lavori più umili per tirare avanti, decidono di
unire le loro abilità e conoscenze per creare una nuova droga, che risulta però legale. La
vicenda, tuttavia, ben presto si complica ed i protagonisti si troveranno ad affrontare delle
scelte esistenziali. Pietro, ad esempio, si trova costretto a mentire a sua moglie che, guarda
caso, lavora in un centro di recupero per tossico-dipendenti e non vede l‟ora che questo nuovo
Pensieri e Parole
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gruppo di spacciatori venga arrestato; mentre Alberto, il chimico, decide di sperimentare su se stesso la nuova
droga. La criminosa attività dei sette ricercatori cambia completamente il loro stile di vita, e ben presto
vengono scoperti da un pericoloso spacciatore detto “Er Murena”, che per eliminare la concorrenza prende in
ostaggio la moglie di Pietro e , come riscatto, chiede un quantitativo dei nuovi narcotici. La tensione cresce, ma,
prima che ognuno torni alla vita di un tempo, sarà necessario dipanare la matassa. Alla fine, i sette riescono ad
ingannare “Er Murena” che svela, a sua volta, di essere un ingegnere navale a corto di lavoro e non un delinquente
qualsiasi. Nella scena finale, vediamo Pietro tornato sulla retta via, che insegna chimica ai detenuti. Dietro il
ritmo di una commedia brillante si cela una moltitudine di temi su cui riflettere. Primo fra tutti il dramma
attuale del precariato e l‟emancipazione di quanti, proprio come i protagonisti, hanno studiato e fatto sacrifici
ma non vedono riconoscimenti. Questo li porterà a far convergere sinergie ed intelligenze in modo da trovare
spazi e sostentamento in una società malata. Informale il linguaggio utilizzato proprio perché si rivolge ai più
giovani: dovranno essere loro infatti a costruire un futuro con maggiori opportunità. Il film si distingue inoltre
non solo per lo stile quanto per l‟originalità delle tecniche di narrazione. Dal cast emerge l‟attore Edoardo Leo,
che con la sua espressività e comicità riesce a dare spessore al protagonista, ne evidenzia determinazione e
debolezze, in una performance da ricordare.
Ritroviamo Edoardo Leo anche in un altro film partecipante al concorso, ovvero “La mossa del
pinguino”. La pellicola racconta le vicende di Bruno, un giovane disoccupato e padre di famiglia,
che dopo aver perso il lavoro decide di cimentarsi nel curling. Determinato ad arrivare alle
Olimpiadi invernali e a vincerle, forma una squadra composta da un suo amico, un giocatore di
bowling e uno di biliardo. Bruno, pur di non arrendersi, decide di mettere in gioco tutto, anche
gli affetti familiari. I quattro non riusciranno nella loro impresa, tuttavia, combattendo fino all‟
ultimo istante apprezzeranno il gioco di squadra. Dalla trama principale si sviluppano storie
minori, come quella di Salvatore, che segue costantemente il padre, ormai giunto alla fine della sua vita, e con lui
si abbandona ad un rapporto intimo e intenso, oppure la relazione conflittuale tra Ottavio, giocare di bowling, e
Neno, esperto di biliardo, che per il bene della squadra sono costretti a superare le incomprensioni del passato.
Tuttavia il vero protagonista è Bruno, sognatore e irresponsabile, che per non perdere sua moglie e suo figlio
Yuri deve limitare il suo spirito fanciullesco ed accettare le responsabilità che comporta avere una famiglia. L‟
opera diretta da Claudio Amendola si incentra su due concetti: il coraggio e le scelte. Il primo perché il
protagonista deve trovare il coraggio di difendere le proprie idee anche se gli altri le considerano folli e
irrealizzabili. Il secondo perché tutti i personaggi si troveranno davanti ad un bivio e spetterà loro capire la
strada giusta da percorrere. Il film rappresenta un chiaro invito a non arrendersi in tempi di crisi. I dialoghi
sono leggeri e alcune parti meriterebbero maggiore approfondimento. Per il resto il film risulta un prodotto
godibile ed efficace.
Tra le pellicole cui abbiamo potuto assistere mi ha particolarmente colpito “Una piccola impresa Meridionale”.
Rocco Papaleo, regista e protagonista di questa commedia, veste i panni di don Costantino che dopo aver
rinunciato ai propri voti viene confinato dalla madre nella residenza estiva di famiglia, che è un vecchio faro, per
evitare che la gente del paese sappia dell‟accaduto. Arturo, il cognato, tradito dalla sorella del prete, decide di
unirsi alla compagnia di don Costantino. Ben presto si aggiunge un terzo ospite, Magnolia, la sorella della donna
delle pulizie. A completare il quadro dei personaggi: la madre dell‟ex sacerdote, la sorella Rosa Maria e la sua
amante Valbona. La famiglia ormai riunita decide di trasformare il faro in un hotel e contestualmente si
rigenereranno anche i rapporti interpersonali. Le incomprensioni verranno risolte e ognuno vorrà apportare il
proprio contributo per realizzare l‟hotel. La leggerezza della storia ci invita a guardarci intorno e vedere ciò che
ci circonda sotto nuova luce. È necessario ascoltare i suoni che sono attorno a noi per
accorgerci della loro armoniosa bellezza. Il concetto viene chiaramente esposto nella
significativa scena in cui Arturo, interpretato con maestria da Riccardo Scamarcio,
invita don Costantino ad ascoltare l‟incedere della pioggia battente. Inizialmente il
faro doveva essere un luogo di isolamento, ma ben presto si riempie di persone che
vogliono aiutare don Costantino, questo a indicare che i problemi si possono
affrontare meglio con l‟aiuto delle persone care, mentre chiudersi nelle proprie
difficoltà non fa altro che peggiorare la situazione. Semplici ma d‟ impatto i dialoghi.
Nel film gioca un ruolo importantissimo la colonna sonora, che esprime perfettamente sentimenti ed emozioni dei
personaggi. “Una piccola impresa meridionale” è un film che si lascia vedere con piacere e che trova il giusto
equilibrio tra ironia e serietà. In definitiva le tre pellicole prese in esame raffigurano tutta la magia del cinema
Pensieri e Parole
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che lascia spazio alle emozioni, ai pensieri e consente di intraprendere un viaggio nella conoscenza di se stessi e
del mondo che ci circonda.
Simone Senatore
IV A C.A.T.
Tra i film visionati per partecipare al concorso “David di Donatello per i giovani” anche “La
grande bellezza”
La grande bellezza
Un film di Paolo Sorrentino, con Toni Servillo, Carlo Verdone, Sabrina Ferilli, Carlo Buccirosso, Laila Forte.
Drammatico, durata 150 min. – Italia 2013.
Giornalista e scrittore di successo Jep Gambardella è il re incontrastato della “dolce vita” romana. Conduce la
sua esistenza nei salotti buoni della capitale fra feste, mostre, avvenimenti culturali e, soprattutto, la miseria
umana di chi frequenta gli ambienti d‟élite. In una di queste feste, quella per il compimento del suo
sessantacinquesimo compleanno, inizia il percorso di rinascita personale che lo porterà dopo tanti anni dal suo
primo grande successo editoriale ,“L‟apparato umano”, a riprendere la stesura di un
nuovo romanzo. La vita può così ricominciare in maniera autentica, sicuramente più
vera dei tanti personaggi che popolano le sue discutibili amicizie.
“La grande bellezza” è un film sulle occasioni mancate, sul tempo che scorre, sulla
nostalgia del passato, sulla mancanza delle emozioni, a volte uniche, della gioventù.
Non deve, tuttavia, ingannare il titolo dell‟opera pluripremiata di Paolo Sorrentino ,
non ultima la statuetta conferitagli nella notte degli Oscar 2014 come migliore film
straniero. Infatti la vera assente della pellicola è proprio la bellezza. Bello non è il ritratto della società italiana
firmato dal regista, fatta di apparenze, superficialità, arrampicatori sociali. Un‟ Italia corrotta spesso dai vizi e
dall‟ illusione che una vita senza sostanza sia possibile. Ad ogni modo il film non è un prodotto facilmente
“digeribile”. Frammentata è la trama, molto forti diverse scene, lo spettatore è costretto a prestare tutta la
sua attenzione per non rimanere al di fuori dello scorrere degli eventi. E forse, anche questo aspetto, è un
elemento di fascino dell‟opera. Bella, bellissima è invece l‟immagine di una Roma spettacolare, immutabile ed
eterna. E bello è lo spiraglio di speranza che si apre nel finale: l‟esistenza degli uomini è un circolo da non
spezzare, pena il tirarsi indietro dal fluire della vita.
Antonio Orrico IV A CAT
MUSICA
Brunori SAS: storia di uno come tanti
Nel mondo musicale di oggi ci sono diversi artisti piccoli e medi che fanno buona musica, ma
che non vendono tanto da essere sponsorizzati a dovere dalla major discografiche, le quali
preferiscono investire sui cosiddetti “famosi”.
Uno di questi artisti è certamente Dario Brunori, che dal 2009 è comparso sulla scena
musicale italiana. Nato a Cosenza nel 1977, ha esordito ufficialmente nel 2003, ma solo nel
2009 si presenta autonomamente, sotto il nome di Brunori SAS, con l‟album “Volume 1” ,
votato come miglior album d‟esordio dell‟anno; continua il suo percorso due anni dopo con
“Volume 2 - Poveri Cristi” ed infine propone nel 2013 “Volume 3”. A differenza di molti cantanti pop (anche se
lui ama definirsi un soul - man), Brunori non crea esclusivamente storie d‟amore orecchiabili, bensì narra storie
di vita vissuta, quasi come un cantastorie che porta di luogo in luogo le sue avventure e i suoi sentimenti.
La sua è una musica molto vicina alle famiglie e, più in generale, all‟italiano medio. Sovente nei testi troviamo
riferimenti alla sua giovinezza e alla sua famiglia. In modo particolare si descrivono i momenti di felicità dei
ragazzi degli anni ‟90 e le loro avventure spericolate, insomma si parla chiaramente della vita di ciascuno di noi,
senza sconti, ma com‟è veramente. Nella famosa canzone “Nanà”, per esempio, racconta la sua vita sin
dall‟infanzia e afferma <<Perché la mia non è una vita speciale ed è per questo che la voglio cantare>>
Pensieri e Parole
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riassumendo in poche parole tutta la sua “poetica”. Brunori infatti cerca di riportare alla mente i bei momenti
della fanciullezza dei suoi coetanei, ma li racconta talmente bene da farli immaginare anche ai più giovani,
creando atmosfere che diventano, in un modo o in un altro, perfettamente idilliache.
Da bravo cosentino, inoltre, è sempre rimasto legato alla sua terra e con il rapper Kiave (anche lui nativo della
città dei Bruzi), ha composto la canzone “Identità”, che parla proprio della nostra città e dell‟amore che ognuno
di noi dovrebbe riservarle. Con il centro UNICEF di Cosenza, inoltre, ha portato avanti molte iniziative, come i
concerti il cui ricavato viene donato all‟associazione stessa, e con le quali ha fatto conoscere anche il suo lato
umano e la sua propensione alla solidarietà verso gli altri.
Giovanni Ragusa I C L
La musica rap
La musica è un‟arte capace di esprimere sentimenti, idee, proteste o anche solo stati d'animo. Come altre
arti ha anch'essa molti generi, alcuni più seguiti di altri però. Fra i tanti, uno dei più sottovalutati è il
rap (anche se sta vivendo una graduale ripresa), che va distinto da quel genere di musica molto più
melodica( Hip-Hop) ed incentrata sulla capacità di crossover, ovvero di dire molte parole in fila ad alta
velocità, una qualità che si sta perdendo sempre più sulla scena mondiale.
Il rap si divide a sua volta in sottogeneri, quelli più in voga oggi sono:
l'hardcore, incentrato sull'utilizzo di suoni che ricordano la musica
metal; l'underground, molto più musica di strada, mirata a denunciare i
drammi e le problematiche che nascono e si sviluppano nelle zone
povere in cui si vive; il reggae, più conosciuto grazie ad artisti come
Bob Marley, dai toni molto più soft e dai ritmi più rilassanti.
Il rap nasce fra gli ultimi anni '70 e i primi '80 negli USA,
principalmente come musica da ghetto; questo è infatti il luogo vero e
proprio dove i primi giovani MC (maestri di cerimonie) muovevano e
ancora oggi muovono i loro primi passi. Forte poi è la presenza di un DJ,
che ha il compito di mettere un buon beat (ovvero la musica su cui l'MC
deve cantare). Questa composizione MC+DJ sta però diventando meno frequente, grazie alla possibilità di
scaricare da sé con un PC un beat già creato.
Negli anni '90 si affermano i più grandi rapper del secolo, che ancora oggi dettano legge sulla scena del rap.
Questi sono: Tupac, Eminem, Dr.Dre, Snoop Dogg, Notorious B.I.G. e altri (il primo e l'ultimo sono entrambi
morti in una guerra fra le rispettive gang), ovviamente sono rapper conosciuti in tutto il mondo grazie all'uso
della lingua inglese. Nella nostra penisola, diversi sono i talenti che stanno emergendo e che portano in alto il
nome del Paese anche in questo campo. Purtroppo, però, sovente i rapper più pubblicizzati sono quelli che danno
certezze alle major discografiche, con dischi sempre più ricchi di canzoni, ma di livello molto basso e dalle
tematiche sempre uguali, mentre giovani MC dalle ottime doti trovano meno spazio e hanno difficoltà ad entrare
sulla scena.
I primi rapper vengono spesso affrontati a muso duro dai secondi, che rivendicano il loro diritto alla
sponsorizzazione, talvolta con pezzi mirati a schernire l' "avversario".
Fra questi ultimi, i più in voga oggi sono: Salmo, Inoki, Kiave (nato e cresciuto a Cosenza), Ensi, Nitro, Anagogia,
Marracash, Clementino, Babaman, Bassi Maestro, Noyz Narcos, Canesecco, Ghemon, Hytst, Er Costa, rapper
veramente degni di essere definiti tali, persone che non vendono milioni di dischi, ma mettono in luce i problemi
del nostro Paese, parlano di problematiche vissute per strada, essendo cresciuti fra molte privazioni.
I rapper più “ venduti”, strapubblicizzati, ovvero i rapper citati prima, sono i più ascoltati poiché sponsorizzati
ovunque: piacciono soprattutto ai teenager che si avvicinano per la prima volta a questo genere e non badano
molto ai testi delle canzoni e ai loro significati, ma alla notorietà dell' artista. Tra i tanti vi sono: Moreno, Emis
Pensieri e Parole
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Killa, Fedez, I Club Dogo, Nesli, Entics e altri. Le loro canzoni sono sempre scontate, pensate più per divertire il
pubblico che informarlo sui drammi di una nazione che va sempre più a rotoli.
Giovanni Ragusa I C L
GIOCHI
Cruciverba
1
2
3
8
9
4
5
6
10
11
12
14
15
13
16
19
7
17
18
20
21
22
23
24
25
29
26
27
30
32
33
36
37
28
31
34
35
Orizzontali
Verticali
1.Fiume che passa per Firenze
5.Lago della Lombardia
8.Fiume più lungo d‟Italia
9.Monte alpino
11.Arezzo in auto
12.Libere Informazioni Biologiche
13.Alga tronca
14. Livorno in auto
16.Città lombarda
19.Lisa senza vocali
20. Fiume romano
21.Rose senza consonanti
22.Azienda Complesso Ospedaliero
23.Fiume dell‟Europa centro-occidentale
26.Lontano in inglese
29.Capoluogo delle Marche
31.Bari in auto
32.Aggettivo possessivo
33.L‟autore della “Divina Commedia”
36.Oca senza consonante
37.Città delle Marche
1. Dio greco
2.Rovigo in auto
3.Città sarda
4. Gas senza vocale
5. Ambra Angiolini
6. Sono fiori
7. Cane di Ulisse
10. Strumento musicale simile al flauto
13. Film su Italia 1 (2013)
15.Città del Molise
17. Nazionali Velieri Associati
18. Prefisso che deriva da 10
24. Rimbalzo di voce
25. Si infrange sulla riva
27. Nome maschile
28. Sì tedesco
29. Gancio da pesca
30. Azienda Autonoma Sostegno
34. North Caroline
35.Torino in auto
Gabriele Aragona III/A Turismo
Pensieri e Parole
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RITARDI…
Il presente numero del giornale d‟Istituto “Pensieri e Parole” esce con ritardo rispetto alla
consueta periodicità per i numerosi impegni della Redazione. Ce ne scusiamo!!!
10 settembre 2013 - Consegnato Premio Alboscuola per il giornalino scolastico da
Ettore Cristiani, presidente Alboscuole
Pensieri e Parole
Periodico di informazione e cultura
Dirigente Scolastico
Iolanda Maletta
REDAZIONE
RESPONSABILI
MARIA PIA MORRONE, SILVANA PERRI, ORNELLA SICILIANO, GIUSEPPINA DE VICO, PATRIZIA
GALLO , ANGIOLINO CHIAPPETTA
Pensieri e Parole
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ALUNNI
MATTEO ROSSETTI, GIOVANNI RAGUSA, LUIGI RUSSO, MARIA GRAZIA VECCHIO, LORENZO RUSSO,
SIMONE SENATORE, CARMELA PERROTTA, SARA CHIATANTE, ANTONIO ORRICO, CHIARA PINGITORE,
GABRIELE ARAGONA, SIMONE RAIMONDI, PASQUALE PARRILLA, GIULIA VITO, ANTONIO
MANNARINO, PIERPAOLO CAMPILONGO, FEDERICA RUNCO, MARIA VITTORIA MOLLICA, MARTINA
DODARO, LORENZA GUERRIERO, ALESSIO LONGO.
ISTITUTO D‟ISTRUZIONE SUPERIORE CASTROLIBERO
L. S. “SCIPIONE VALENTINI” – L.S. ad INDIRIZZO SPORTIVO
ISTITUTO TECNICO COMMERCIALE E PER GEOMETRI “ETTORE MAJORANA”
ISTITUTO TECNICO STATALE PER IL TURISMO
CORSO SERALE AD INDIRIZZO GEOMETRA E RAGIONERIA
Sito web www.iiscastrolibero.gov.it - e-mail: [email protected] PEC:[email protected]
Tel. Segreteria 0984-1865902/3/4 Fax 0984-1865950
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