Discorso del Lagunare Sergio Girolami in

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Discorso del Lagunare Sergio Girolami in
Organo Ufficiale dell’Associazione Volontari Bir el Gobi fra i reduci del Reggimento Giovani Fascisti - APRILE 2015 - n.9
Direzione-Presidenza: Ass. Naz. vol.di “Bir el Gobi” fra i reduci del Rgt. “Giovani Fascisti” “Piccola Caprera” - Via Pozzolengo, 3 - 46040 Ponti sul Mincio (MN) - Tel. e Fax 0376.88104
Editore: Piccola Caprera soc. cooperativa, via Trento 37, 37014 Castelnuovo del Garda - Registrato presso il Tribunale di Verona - n. 1939 del 18 febbraio 2012
www.piccolacaprera.it
E’ COME NOI, NON SI VENDE, SI DONA E VALE QUANTO PUO’ OFFRIRE
Piccola Caprera 73° Anniversario della
BATTAGLIA DI BIR EL GOBI
Discorso del Lagunare Sergio Girolami in
occasione della Cerimonia del 07.12.2014
Chi sa ascolti, chi non sa memorizzi.
Oggi giornata dedicata al Reggimento Volontari
Giovani Fascisti.
Mi è un po’ difficile parlarne, il Reggimento
quasi al completo ci ha preceduto, sono lassù nel
cielo degli Eroi, inquadrati nei loro Battaglioni e
certamente ci stanno guardando, specialmente
quelli che abbiamo tumulato qui alla Piccola
Caprera in questi ultimi due anni: i Volontari
GG.FF. Bianchi, Cioci, Cremonini, Travaini,
Rosati e tanti altri. Ricordiamoli oggi, questi
Camerati, questi amici, questi fratelli maggiori
che con i loro insegnamenti hanno rinsaldato in
noi l’amore della Patria.
Per i giovani perché possano apprendere chi
erano i Volontari Giovani Fascisti e un po’ della
loro Epopea. Due settimane dopo la caduta di
Gondar, in Africa Settentrionale, i Giovani
Fascisti del I° e del II° Battaglione si coprirono di
gloria. Obbiettivo degli inglesi era puntare su
“Bir El Gobi” e proseguire fino al mare ad ovest
di Tobruk, per chiudere in una sacca le truppe
italo-tedesche che combattevano in Marmarica.
Bisognava per prima cosa superare “Bir El Gobi”
situata a sud dello schieramento dell’Asse, a
circa 60 Km dal confine. “Bir El Gobi” non era
un paese, ne una città, ne un fortino, era solo un
pozzo d’acqua. Era importantissimo però, perché
li vi era un incrocio di piste carovaniere e a tal
proposito, ricordiamo che nel deserto le piste
costituiscono un elemento militare fondamentale.
A “Bir El Gobi”vi erano già pochi bersaglieri e
carristi con quattro cannoni da 47/32 ed alcuni
carri L13. Subito informata, Radio Londra
trasmise il seguente messaggio: “l’Italia di Mussolini non ha più soldati da mandare al fronte ed
è costretta ad inviare i ragazzi diciottenni; gli
aspettiamo in Marmarica”. Ma chi erano questi
ragazzi? Il 10 Giugno 1940 l’Italia entra in guerra
e centinaia di migliaia di giovani di tutte le categorie sociali, si recano, anzi accorsero ai Comandi della Gioventù Italiana del Littorio, per arruolarsi, tutti giovani dai quindici ai diciotto anni di
età. In questo modo, in pochi giorni, ventiquattromila giovani delle classi 1922, 23, 24 e 25
vennero inquadrati in 25 Battaglioni divisi in tre
Raggruppamenti, nord, centro e sud d’Italia. Con
Foglio n°49640 del 18 Aprile 1941 si stabilisce
che il Gruppo Battaglioni Giovani Fascisti deve
essere considerato a pieno titolo un reparto del
Regio Esercito. Nella località di “Bir El Gobi” i
Giovani Fascisti giunsero il 02 Dicembre 1941.
Nel pomeriggio del 03 Dicembre nel loro caposaldo, ebbero il “battesimo del fuoco” sotto una
pioggia di granate inglesi. Alle prime luci dell’alba del 04 Dicembre fu dato ai Volontari Giovani
Fascisti l’ordine di non sparare se non a distanza
ravvicinata. Furono bombardati ancora per una
ventina di minuti, poi ci fu l’attacco delle truppe
sudafricane che durò all’incirca un paio d’ore,
ma furono respinti, con morti e feriti da
ambo le parti.
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Il comandante delle truppe sudafricane, il Generale Gott, durante la battaglia continuava a
ripetere: “è indegno ed inconcepibile che veniamo respinti da un gruppo di ragazzini”.
Questi ragazzi, da “Bir El Gobi” fino al 13
Maggio del 1943 si comportarono da Eroi, poi il
ripiegamento, si torna in Patria e il 90% si arruola
nelle schiere della Repubblica Sociale Italiana.
Nel Regio Esercito, il Reggimento combatte
senza Bandiera di Guerra, senza elmetto, poi
mancano all’appello 254 decorazioni che non
furono mai consegnate perché i combattenti del
Rgt.GG.FF. affluirono nelle file della R.S.I., per
questo alla fine della Guerra, furono ostacolati e
vituperati, ma mai nessuno potrà infangare il loro
Onore ed il sangue versato per la Patria.
Onore ai reduci del Reggimento Volontari
Giovani Fascisti!
TESTIMONIANZE:
“Bir El Gobi” Una seconda Termopili
Siamo in pieno deserto marmarico in un caposaldo avanzato a protezione del fianco destro
dello schieramento italiano. La consegna era:
resistere sul posto ad ogni costo per evitare
l’accerchiamento, da parte degli inglesi, delle
nostre truppe e consentire il loro ripiegamento
sulla Via Balbia in caso di necessità.
Proprio per questo gli inglesi attaccano in forze e
in breve accerchiano il caposaldo con una Divisione motocorazzata forte di circa dodicimila
uomini a fronte di appena mille dei nostri, scarsamente armati. E’ una lotta impari, è un cerchio di
ferro e fuoco, ma i giovanissimi volontari sono
infiammati da una fede incrollabile e resistono
alla morsa infliggendo all’avversario notevoli
perdite. Gli atti di valore non si contano più.
E’ una manifestazione stupenda.
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La sera del 06 Dicembre 1941 gli inglesi trasmettono questo marconigramma da noi intercettato:
“Il Presidio di Bir El Gobi resiste ancora
accanitamente – Italiani indemoniati – perdite
nostre gravi”.
Infatti a Bir El Gobi non si passava e non si
passò.
Scrive il Generale inglese Desmond nella storia
di quel periodo: “Il ripiegamento delle Armate
italo-tedesche non si trasformò mai in rotta grazie
a quegli italiani che con eccezionale valore difendevano Bir El Gobi”.
Un riconoscimento che sinceramente ci inorgoglisce. E Bir El Gobi rappresenta solo il forte
prologo del valoroso comportamento dei Battaglioni Volontari Giovani Fascisti. Il loro
leggendario valore fu continuo e crescente in
Tunisia nelle epiche battaglie del Mareth, del
Biancospino, dell’Akarit, di Quota 141 ad Enfidaville. Tre anni di guerra di questo Reggimento
di giovani diciottenni (due M.O.V.M.) sono
documentati e meriterebbero l’attenzione dei
giovani d’oggi.
Ringraziamento al Signore per quanti “MUSSOLINI’S BOYS” ha restituito alla Madre Patria
Oh Signore, noi figli, nipoti e pronipoti di coloro
che combatterono nella battaglia di Bir El Gobi,
Ti ringraziamo perché prima di ogni azione di
guerra, li donasti la calma e la gioia di chi sta
compiendo il proprio dovere.
Oh Signore, fa si che il ricordo del loro battesimo
del fuoco in quei primi giorni del Dicembre 1941
ove incominciò la loro Epopea, rimanga perennemente vivo in tutti gli Italiani.
Oh Signore, Ti ringraziamo perché proteggesti al
loro rimpatrio i nostri reduci, da coloro che li
oltraggiavano per i loro ideali di Patria.
Oh Signore, Ti preghiamo noi generazioni del
terzo millennio, perché dopo tanto odio, il Popolo
Italiano possa affratellarsi in operosità, per
costruire in amore, ciò che l’odio ebbe in parte
distrutto.
Oh Signore, dai a noi la possibilità di trasmettere,
alle generazioni che seguiranno quanto abbiamo
appreso dai nostri reduci, lo faremo con coerenza
e dedizione, come c’è stato insegnato, da chi non
chiamava l’Italia paese, ma con una sola grande
parola: Patria!
CERIMONIA FEBBRAIO 2015
Si ringraziano tutti quelli che hanno presenziato
alla Cerimonia del mese di Febbraio dedicata ai
Martiri delle Foibe e a tutti gli italiani caduti
dopo il 25 Aprile 1943.
A chi non ha potuto presenziare, ci teniamo a
comunicare che è stato inaugurato il Cippo commemorativo ritratto in foto e a tal proposito
ringraziamo il Reduce della R.S.I. della Compagnia "Bir El Gobi", il Vol.G.F. Patrizio Tanzi.
per aver donato alla Piccola Caprera la targa
bronzea messa in opera sul masso erratico.
Al tempo stesso la Continuità Ideale della Piccola
Caprera è orgogliosa e fiera di poter comunicare
la presa in consegna dei Medaglieri dell’VIII°
Rgt. Bersaglieri, dei Volontari della R.S.I. del “I°
Btg. Mussolini” e del “II° Btg. Mameli”. I Reduci
presenti al passaggio del Testimone erano il
Vol.G.F. Pipoli ed i Bers. Barbieri e Bortolon.
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che ha voluto donare alla Piccola Caprera un
quadretto alla memoria.
Cogliamo l’occasione per ringraziare tutti i
visitatori ed i partecipanti alle nostre Cerimonie
mensili. Per tutti quelli che non hanno potuto
presenziare, riportiamo in seguito il discorso del
Cerimoniere:
“Domenica 1° Marzo qui davanti a Voi mi sento
sereno nel svolgere questo mio preciso dovere:
quello di portare ai nostri caduti l’omaggio dei
vivi.
Ancora una volta abbiamo l’onore di ricordare i
caduti della Repubblica Sociale Italiana ed in
particolar modo, quelli dei Servizi Speciali della
R.S.I.
CERIMONIA MARZO 2015
Come di consueto nel mese di Marzo, si è svolta
la Cerimonia in ricordo dei Caduti dei Servizi
Speciali della Repubblica Sociale Italiana e della
M.V.S.N. Momenti di gran commozione quando
a seguito dell’allocuzione tematica del nostro
cerimoniere, il Lagunare Sergio Girolami, è
intervenuta l’Ausiliaria del S.A.F. Paola Gallo,
inquadrata nei ranghi della Milizia Volontaria
Sicurezza Nazionale, che ha voluto ricordare tutti
gli ignoti nomi delle “Volpi Argentate”, coi loro
preziosi e pericolosissimi incarichi, caduti ed
assassinati in luoghi imprecisati delle retrovie
nemiche.
Alla Cerimonia era presente il nipote del sassarese, Vol G.F. Fresu Giovanni Antonio del
II°Btg.VI^Cp. deceduto e sepolto in Argentina,
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Nel ricordo, la commemorazione.
Camerati guardiamoci; ma cosa vuol dire commemorare?
Commemorare significa celebrare i Caduti,
significa rinnovare idealmente l’adesione a quelli
ideali per i quali essi sono morti, significa farsi
carico del loro sacrificio e partecipare alla loro
gloria, significa idealmente incontrarli, mettersi
spiritualmente in contatto con loro, significa
ammirarli e portare loro devozione, significa che
non sono morti invano e che sono sempre qui tra
noi.
Ai caduti vadano perciò questi nostri sentimenti
di ricordo, di amore e di fedeltà.
Giunga Loro, il saluto di quanti oggi vivono nel
ricordo di quei giorni, fieri di non averli mai
traditi.
Arrivi loro un saluto dai giovani, da quei giovani
che non tradiscono oggi, quella fede che Loro
pagarono con la vita.”
ARTICOLO CELESTE ZANI
“Emozioni sotto al pino”
Parma, gennaio 2015
Sotto il pino, sotto il "mio" pino; quello un po'
storto, forse meno bello degli altri, ma speciale
per me. Seduta lì sotto ho visto tramonti infuocati, ho pensato, ho riso e pianto, sono arrivata a
volte carica di paura ma sempre ho trovato
conforto.
E' strana, o meglio anomala, quella terra sopra le
sue radici: ha visto crescere un mondo che nulla
ha a che fare con il resto del mondo, ha visto il
rallentare del passo dei nostri reduci, il loro ritorno a casa, i nostri arrivi, e...l'atterrare di paracadutisti, il passo celere dei bersaglieri, gli ordini
secchi dei picchetti, il serrare i ranghi di estranei
e visitatori; ma anche le preghiere della messa, il
passare e ripassare a solchi di contadini e vinaioli, ha visto crescere viti, granturco, grano, a cicli
diversi in tempi diversi; e ogni volta che mi ci
sono appoggiata, in qualunque stagione, su
quella terra dura, su quelle radici un po’ esposte,
che ha trasformato quella corteccia dura dietro la
mia schiena, il conforto non mi è mai mancato.
E da lontano, obbligatoriamente sdraiata in un
luogo ostile, impaurita ma ferma, ho chiuso gli
occhi e ho immaginato di essere lì, sotto il "mio"
pino, nel posto che è anche il mio, a riprendere
fiato e pausa dal resto della vita "umana", ma con
le orecchie tese a sentire le voci dei miei fratelli e
sorelle, voci allegre, contente di essersi ritrovate,
consapevoli del regalo che ci facciamo ogni mese
riabbracciandoci. Questa immagine non mi ha
mai lasciato andare e io non l'ho lasciata andare
mai. Non speravo di tornare tanto presto, e per
fortuna invece..questo posto catalizza i nostri
pensieri e le nostre vite, ci unisce. “a fascio”.
E in una notte speciale, il sabato che ha preceduto
la cerimonia di gennaio, aspettavamo che arrivasse il giorno dopo e lo aspettavamo davanti al
fuoco, dove Nicola ha preso posizione da tempo,
quasi inamovibile: non abbiamo nemmeno l'idea
di lasciare sguarnita la postazione del Vol.G.F.
William Cremonini.
Ci eravamo sfamati con una cena che avremmo
ricordato per un bel po' di tempo. una cena di
quelle che si facevano tanti anni fa, quando
eravamo solo fra di noi, con i reduci riscaldati dal
meraviglioso camino, e noi intorno a preparare...."sempre troppo, sempre troppo!"....perché,
lo sapevamo che nei loro ricordi non c'era tutta
questa abbondanza e nelle disposizioni del
Comandante non era contemplato il troppo cibo.
Ma noi siamo figli del nostro tempo e se pure
un po' consapevoli; inconsapevolmente
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avevamo sempre fisso in testa di voler rendere
omaggio ai combattenti coccolandoli anche con il
cibo. Loro, che duri erano e duri sono rimasti...che si erano privati di tutto tranne che della
fierezza. Mi rendo sempre più consapevole che
sono stati e sono indulgenti con noi.
Quella notte la luce della tomba del Comandante
non voleva saperne di accendersi, il Piazzale
sembrava buio, a noi che venivamo dalla luce del
neon della cucina e dopo un buon numero di
tentativi anche in contrasto con le più elementari
norme tecnologiche... ci siamo resi conto che il
Piazzale non era buio per niente: una luna bellissima luna lo illuminava più di qualunque luce
elettrica.
ma quella notte, tutti insieme sotto la luna, a
cantare la canzone del Comandante, è un gran bel
ricordo, da mettere in tasca e da toccare a conforto sapendo che è lì dentro, mio come vostro, di
tutti voi che c'eravate, comunque, con noi, anche
se momentaneamente lontani o semplicemente...andati avanti.
Una munizione in più, una riserva speciale, se ci
saranno ancora giorni difficili.
Grazie ragazzi, non mi avete mai mollato e io,
garantito, non mollo voi!
Celeste Zani
Articolo Margherita Boretti
SPOLVERATA DI RICORDI
Milano, dicembre 2014
La prima volta che venni alla Piccola Caprera
avevo 7 anni. Partimmo da Milano con la "Balilla
nera" io, mia sorella Antonietta mia mamma
Maria e mio padre Virginio Boretti all'epoca
Presidente
dell' Associazione
Nazionale
Bersaglieri della Lombardia.
Ci siamo guardati intorno e ci siamo accorti che
eravamo nel bel mezzo di una serata magnifica:
d'istinto li abbiamo chiamati per nome, a voce
alta, tutti quelli che erano lì intorno a noi, li avessimo conosciuti "in vita" o meno, uno per uno,
ricordandoli per le loro abitudini, per le loro
imprese narrate, per le loro piccole manie, per
l'affetto che ci hanno regalato, per gli insegnamenti anche muti. Mi è venuto da dire: "che posto
speciale..chi lo direbbe che siamo nel bel mezzo
di un cimitero?!" e Francesco di rimando: "ti pare
un cimitero questo? questo è il posto più pieno di
vita che conosco. Sono tutti qui, mica se ne sono
andati via e ci hanno apparecchiato questa serata
e questa luna splendida solo per noi che siamo
qui anche e soprattutto per loro".
Sarà perché sto invecchiando, sarà perché invecchiando si rallenta il passo e sarà anche perché
rallentando il passo si possono vedere più cose...
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Quel giorno rimase impresso nella mia memoria
come succede ai bambini quando vengono colpiti
da forti emozioni. Il Comandante, Maggiore
Fulvio Balisti e Giovanna Ferrari governante e
persona di fiducia di casa ci stavano aspettando
alla “Piccola”; sapevano che in mattinata saremmo arrivati e quando sentirono il rumore delle
gomme della macchina sulla ghiaia ci vennero
incontro.
Giovanna con passo spedito correva giù per la
scalinata del museo, poiche quello era l'ingresso
della casa ed il Comandante era fermo sulla porta
d'ingresso. Quando lo vidi fui intimorita ma
affascinata dalla sua imponenza fisica, era altissimo con una gamba del pantalone arrotolata e la
stampella che lo aiutava a sostenersi, non avevo
mai visto nessuno così rappresentativo.
Quando gli arrivai vicino mi prese la mano e
disse: "buongiorno ben arrivati" e le mie cinque
dita scomparvero dentro la sua mano come se
non dovesse più restituirmele.
La Signora Antonietta era già morta e non ebbi la
fortuna di conoscerla.
Allora la “Piccola” era un podere di campagna
con sei ettari di terreno curato dai mezzadri che
abitavano la cucina e dormivano sopra dove
adesso c'è la camerata degli uomini. I mezzadri
coltivavano i campi e accudivano gli animali: le
galline, il maiale e le mucche della stalla trasformata poi in "Sala Tremaglia”. I pozzi per l'acqua
funzionavano con la carrucola, andavamo a prenderla l’acqua tutti i giorni, era freschissima,
pulita; per me e mia sorella era uno dei giochi
della giornata mentre mio padre ed il Comandante parlavano, parlavano e scrivevano.
I ricordi che ho sono talmente tanti.....
Giovanna aveva capelli neri e gli occhi verdi, era
sempre indaffarata a riordinare la casa, a cucinare
la polenta nella paiolo di rame che cuoceva con la
fiamma del caminetto, la mattina i mezzadri ci
portavano il latte appena munto e Giovanna dopo
avere tolto qualche mosca lo faceva bollire per la
colazione. Ho visto la Piccola in tutte le sue
trasformazioni, ogni suo cambiamento mi ha
intristita, ho visto scomparire il vigneto ed alcuni
alberi da frutta oltre che agli animali e all'acqua
dei pozzi prosciugati, ma bisogna abituarsi ai
cambiamenti, sono inevitabili e mentre scrivo
cerco a fatica di non cadere nel "racconto nostalgico". Arrivò poi un giorno che sentii mio padre
parlare al telefono e diceva a qualcuno che il
Comandante "era andato avanti "; le telefonate si
susseguirono per giorni e giorni a casa nostra a
Milano, pensai che il Comandante fosse andato
da qualche parte...invece dopo quella prima volta
non lo vidi più! Papà andava sempre più spesso
alla Piccola Caprera, aveva promesso al Comandante di non lasciare da sola Giovanna e di aiutarla ad organizzare le sue ultime volontà. Durante
quei giorni incominciarono i primi cambiamenti.
Mio padre e l'avvocato Mantero erano stati nominati curatori testamentari della Piccola Caprera.
Continua......
Margherita Boretti
Articolo ritrovato scritto dal compianto “Gino”
IL COMANDANTE MAGGIORE FULVIO BALISTI
Nel 1915 Fulvio Balisti parte Volontario e per la
sua presenza fisica e statura viene assegnato al II°
Granatieri di Sardegna. Nel 1917 sul Carso il
Tenente Balisti guadagna la prima medaglia di
bronzo. Si distingue ancora a Capo Sile e viene
decorato della medaglia d'argento. Il 2 luglio
1918 a Casa del Negro (Piave Nuovo) guadagna
la seconda medaglia d'argento. Seguito dai suoi
granatieri, affascinati dal suo valore, il Comandante affronta con sovrumano coraggio i reparti
nemici lanciati al contrattacco.
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Ferito in più parti, continua impavido la lotta
finché cade gravemente colpito.
Occorrono sei ore prima che un suo soldato a
carponi e superando difficoltà immense possa
trascinarlo fuori dalla mischia.
Terminata la Prima Guerra Mondiale con il grado
di Capitano, Balisti partecipa all'Impresa Fiumana. Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale
all'età di cinquantuno anni, si arruola nuovamente volontario e gli viene assegnato il comando di un battaglione di Volontari "Giovani Fascisti". Dopo un breve periodo di addestramento e la
smobilitazione dei battaglioni, rimase nei tre in
formazione e gli viene confermato il comando
del primo battaglione col grado di Maggiore.
Egli rivive con loro la sua ardita giovinezza, sono
“i suoi ragazzi”, tutti giovanissimi della classe
1922 ma con documenti falsificati, ce ne sono
anche del 1923, 1924 ed uno del 1925.
Ci troviamo così nel deserto africano nel dicembre del 1941 sul fronte Marmarico dove gli inglesi scatenano la loro seconda grande offensiva con
un imponente spiegamento di uomini e mezzi. Le
forze italo- tedesche si stanno ritirando non
potendo reggere alla forte pressione avversaria. I
due Battaglioni GG.FF. vengono mandati a “Bir
El Gobi” con il compito di tenere il più possibile
ferma la marea avanzante, per permettere alle
altre divisioni di ripiegare ed appostarsi su una
nuova linea difensiva. E' un compito arduo, che
può significare la distruzione del reparto, ma è
giusto che il sacrificio sia assegnato ai volontari
che da tempo chiedevano l'onore del combattimento.
La consegna è: "RESISTERE SUL POSTO AD
OGNI COSTO".
Le ingenti forze motocorazzate con l'appoggio di
carri armati leggeri e pesanti attaccano il 3
dicembre mattina convinti di schiacciare quel
pugno di ragazzi in poco tempo. Non abbiamo
fatto che delle piccole postazioni e buche, per la
mancanza di attrezzi e per il poco tempo a disposizione. Il nostro armamento consiste in : otto
cannoncini da 47/32, mortai mitragliatrici e
armamento individuale; non esiste artiglieria e
nessun appoggio dell'aviazione.
Il nemico attacca dopo un violentissimo fuoco di
artiglieria, prima con carri e autoblindo poi con
ondate di fanteria. Sono truppe scelte inglesi e di
colore, imbaldanzite per la schiacciante
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superiorità numerica e di armamento. Il nemico
trova subito una resistenza talmente accanita che
rimane prima bloccato e poi ripiega sulle sue
posizioni.
Il Comandante Balisti durante questo primo
attacco è stato l'animatore della resistenza, allo
scoperto dirigeva l'azione dei suoi volontari. Ho
voluto descrivere il primo attacco nemico e
tralascerò l'intero episodio della battaglia che
durò ininterrottamente per quattro giorni perché
qui termina la parentesi guerriera del Comandante Fulvio Balisti. Difatti, visto la preponderanza
nemica, il comandante uscì allo scoperto nell'intento di galvanizzare i volontari alla lotta e fu
gravemente ferito alla gamba sinistra che gli fu
amputata all'ospedaletto da campo della divisione Pavia; durante l'operazione, oltre ad aver
rifiutato l'anestesia, volle parlare ai suoi volontari. Così disse al Tenente Avanzini: "ho perso un
pezzo di materia vile, ma il mio spirito è forte più
che mai, solo mi dispiace di essere stato mutilato
in questo modo perché non potrò essere con i
miei ragazzi, dite loro che sono orgoglioso del
comportamento in combattimento. Fu fatto
prigioniero il giorno dopo e portato in un campo
di prigionieri al Cairo, dove per due anni,
bench'esso sempre sofferente al moncone, tenne
alto il morale dei soldati italiani compagni di
sventura.
Fu rimpatriato in uno scambio di prigionieri.
Fulvio Balisti avendo aderito alla R.S.I. é stato
processato e messo in prigione, scarcerato un
anno dopo tornò a Ponti sul Mincio nel suo piccolo podere chiamato: La Piccola Caprera lasciata
ai suoi volontari ed ove ora riposa accanto al
Museo-Sacrario del reggimento.
Ho voluto tracciare una sintesi della vita del
Comandante, non certo una rievocazione.
Troppo grande l'uomo e le sue azioni perché si
possa brevemente scrivere la sua storia.
Volontario del I° Btg. GG.FF. II^ Cp.
Virginio Boretti! Presente!
Articolo Testimonianza della Prigionia
PASINI
Canzone inedita scritta dal Volontario Giovane
Fascista Pasini Teodoro (I°Btg.III^Cp.) durante
la detenzione nel Fascist Criminal Camp ubicato
nel carcere dell’isola di Pianosa.
“BOTTE”
Ricordando il
VOL. G.F. SERGIO BIANCHI
Oh signori che qui vi adunate
Attenti ascoltate la nuova canzon.
Nell'Italia ormai “liberata”
Ma di prima assai più legata
Quei banditi che or son guidati
Da Nenni e Togliatti vi cantan così:
Bandiera rossa qua, bandiera rossa la
Giustizia e libertà, scioperi in qiuantità
Falce e martello ognior è il simbolo del lavor
Però al lavoro nessuno ci va, w la libertà.
E dopo Parri è salito Gasparri
Con quattro somari le leggi a dettar!
Or si senton sicuri e padroni
Van cantando quei quattro cialtroni
I fascisti ormai liquidati
In galera o scannati non tornano più!
Giustizia e libertà ogniun cantando va
Dovunque puoi rubar, chiunque assassinar
Il Duce più non c'è che ti proibiva ahimè!
Di fare il ladrone oppure assassin, Viva, Viva
Stalin!
Ma già ora quei quattro figuri
Non son più sicuri, cominciano a tremar.
Già Togliatti dal grande spavento
S'è seduto in gran fretta sul centro
Tutti gli altri son fuori alla porta
Mutande di scorta ed urlan così:
“Palmiro presto fai che ora cominciano i guai
la puzza sento già di questa libertà
chi il groppon ci salverà da quella libertà
che daranno i fascisti col loro manganel
addio falce e martel”
Un fascista rinchiuso in galera, qui a Pianosa
Comincia a pensar: “se si aprisse improvviso il
cancello,
e mi dessero un buon manganello,
questa volta lo giuro, perbacco,
finché non son stracco giù botte darò!”
Legnate per di qua, legnate per di la,
finchè in Italia c'è un comunista in piè,
sarà la mia canzon legnare a profusion
finche gli italiani avranno l'onor
legnar, legnare ancor!
E poi per riposar, legnar, legnar, legnar
Legnare a sinistra, a destra, su e giù,
senza fermarsi più!
Caro Sergio,
sono due anni che te ne sei andato e non sei più
prigioniero del tuo corpo perché la morte ti ha
reso libero. Ora ti puoi muovere nel vento, puoi
incontrare persone che ti hanno amato e persone
che tu hai amato, ed il tuo cuore può aprirsi ad
una nuova vita di speranza.
Ci sei stato amico e nella amicizia sei stato sincero, ognuno di noi ti ricorda in modo unico, come
tu sapevi donare l'amicizia facendoci sentire
unici ma non esclusivi.
Abbiamo amato la tua sincerità, abbiamo amato
la tua lealtà verso ciò che ritenevi giusto ed onorevole, abbiamo percepito in te una grande capacità di comprendere, di avvicinarsi con delicatezza verso chi stava soffrendo, di far nascere la speranza e un po' di sollievo in chi si rivolgeva a te
per cercare conforto ed amicizia.
Abbiamo percorso assieme un po' del nostro
cammino spirituale e nel percorrere strade divergenti è rimasto in noi il desiderio di conservare la
tua amicizia.
Mi è di conforto l'averti incontrato, sei stato
presente nella mia vita e credo che lo sarai per
sempre. Spero di incontrarti ancora nella Luce
del Supremo e di percorrere ancora un po' di
strada assieme per rendere sempre più manifesto
il principio d'amore che genera l'universo e
l'amore che ci ha creati. Dopo l'intensità profonda
ed assoluta con la quale hai vissuto la tua vita ora
è silenzio. Nel silenzio del nostro cuore e
nel profondo della nostra anima formuliamo una
preghiera: che l'affetto che abbiamo provato e
che proviamo nei tuoi confronti, che la riconoscenza ed il desiderio di rincontrarti in un nuovo
futuro ti possano accompagnare nel tuo nuovo
cammino, assieme alle cose belle che hai saputo
scorgere in ciascuno di noi. Ringrazio il Supremo
per averti incontrato.
“Gli amici di Treviso”
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“Piccola Caprera”
Associazione Nazionale Volontari “Bir el Gobi”
Via Pozzolengo 3 - 46040 - Ponti sul Mincio - MN Tel:037688104 - [email protected] - www.piccolacaprera.it
CALENDARIO DELLE CERIMONIE ANNO 2015
LE CERIMONIE IN ONORE DEI CADUTI E COMMEMORATIVE DI REPARTO SI
CELEBRANO PRESSO IL SACRARIO OGNI PRIMA DOMENICA DEL MESE ORE 11.00
4 GENNAIO: Cerimonia in ricordo di TUTTI I MILITARI CADUTI IN GUERRA
1 FEBBRAIO: Cerimonia in ricordo dei MARTIRI delle FOIBE e degli ITALIANI
TRUCIDATI DOPO IL 25 APRILE 1945
1 MARZO: Cerimonia in ricordo dei Servizi Speciali R.S.I. e della
M.V.S.N.
5 APRILE: Cerimonia in ricordo del S.A.F., della Divisione Alpina
“MONTEROSA” e dei VOLONTARI DI SPAGNA.
3 MAGGIO: Cerimonia in ricordo della X^ M.A.S. e della Div. “SAN MARCO”
7 GIUGNO
Cerimonia in ricordo della AERONAUTICA MILITARE (REGIA – R.S.I. - A.M.)
delle FIAMME BIANCHE e del Gruppo Carri “M Leonessa” della G.N.R.
5 LUGLIO: Cerimonia in ricordo del Maggiore Fulvio BALISTI già Comandante
del 1° Btg. Volontari Giovani Fascisti
2 AGOSTO: Cerimonia in ricordo del REGIO CORPO TRUPPE COLONIALI
6 SETTEMBRE: Cerimonia in ricordo dei BERSAGLIERI D'ITALIA – R.S.I.4 OTTOBRE: Cerimonia in ricordo dei PARACADUTISTI D’ITALIA
1 NOVEMBRE: Cerimonia in ricordo degli Ufficiali del Rgt.GIOVANI FASCISTI
6 DICEMBRE: Cerimonia in ricordo della Battaglia di BIR EL GOBI del
Rgt.GIOVANI FASCISTI
Trattandosi di cerimonie in onore dei Caduti, Combattenti e Reduci, i militari
in congedo sono invitati ad indossare il copricapo del proprio reparto, le loro
decorazioni e se prevista la divisa associativa. Le Bandiere e i Labari presenti
dovranno essere inquadrati ed eseguire i comandi impartiti dal cerimoniere. I
civili presenti dovranno tenere un contegno adeguato e composto come è dovuto
alla sacralità del luogo. Le cerimonie sopra elencate, escluse quelle del
Reggimento “Giovani Fascisti”, per eventuali cause di forze maggiore potrebbero
svolgersi in date diverse. Per ottenere conferma delle date di svolgimento delle
stesse rivolgersi al responsabile delle cerimonie: Lagunare Girolami Sergio
telefono 041420176.
- La Presidenza -
10
6SHFLILFKH
Associazione Nazionale Volontari “Bir el Gobi”
Reduci R.E. Rgt. Giovani Fascisti
72° anniversario dell’ultima battaglia del R.E. Rgt. GG.FF.
“PELLEGRINAGGIO A Q. 141”
Maggio 2015
(Venerdì 22 Maggio – Lunedì 25 Maggio)
(Venerdì 29 Maggio – Lunedì 01 Giugno)
Quest’anno il Pellegrinaggio a Q. 141 si svolgerà la penultima e/o l’ultima
settimana di maggio con la speranza che possano partecipare molte persone;
come sempre è desiderio dei Reduci che la partecipazione dei giovani della
Continuità Ideale e di tutti coloro che condividono i nostri ideali sia sempre più
numerosa. Quanto prima, a seconda del riscontro con le pre-adesioni saranno
ufficializzate le date definitive.
PROGRAMMA DI MASSIMA
Venerdì 22 e/o 29 Maggio
Da Milano ritrovo al aeroporto di Malpensa e partenza per Tunisi con volo di linea
della Compagnia TunisAir. Trasferimento ad Hammamet e sistemazione in albergo.
Sabato 23 e/o 30 Maggio
Al mattino Cerimonia al Cippo dei Paracadutisti della Folgore a Takruna , pranzo a
Enfidaville, pomeriggio cerimonia a Q.141
tardo pomeriggio rientro in albergo.
Domenica 24 e/o 31 Maggio
Al mattino visita al Cimitero del Commonwealth ad Enfidaville e deposizione della
corona ai Caduti.
Lunedì 25 e/o 01 Maggio/Giugno
Rientro in Italia
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Cenni storici:
/D³3LFFROD&DSUHUD´qVLWDLQ3RQWLVXO0LQFLROXRJRQDWDOHGel Magg. Fulvio Balisti (1890-1959),
Volontario della I Guerra Mondiale
Legionario e Stella d'Oro di Fiume
Volontario della II Guerra Mondiale
Comandante del I° Battaglione GG.FF.
Reggimento che ha avuto la sua Epopea
nella battaglia di Bir el Gobi
in Africa Settentrionale.
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12
Spunti di riflessione:
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13
COMUNICAZIONE
COMUNICAZIONE A TUTTI COLORO I QUALI
HANNO A CUORE LA PICCOLA CAPRERA
La Piccola Caprera vive grazie alle nostre offerte.
Ricordiamoci di contribuire, per quanto è nelle nostre possibilità,
al suo prezioso mantenimento.
CALENDARIO 2015
14
NOTE TRISTI
LIETE
Vol.G.F. Bergamini Vittorio (I°Btg. III^Cp.)
Nato: 05.02.1922
Morto: 16.02.2015
Pubblicazione
promozionale per la
divulgazione
della
campagna di Bir El
Gobi.
Libro composto da
160 pagine a colori
17x24 cma soli 15 €
Acquista, regala, diffondi questa opera
unica, con gli splendidi disegni di Sergio
Bianche, Volontario
G.F.
Il libro è in vendita
alla Piccola Caprera
15