dossier prevenzione

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dossier prevenzione
ANNO III, N. 2 - GIUGNO-AGOSTO 2007
IL TRIMESTRALE
CHE AGGIORNA LE VOSTRE
CONOSCENZE SANITARIE
Prevenzione, autocura, benessere
SALUTE ALL’APERTO
DOSSIER PREVENZIONE
La menopausa senza traumi
Usare giudizio
sotto il sole
SALUTE E BELLEZZA
Prevenzione con l’igiene intima
IL CONSIGLIO DEL FARMACISTA
LA RICETTA MEDICA: QUANDO OCCORRE E QUANDO NO
Strumento per la misurazione
domiciliare della glicemia
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Le misurazioni vanno eseguite nell’ambito del controllo medico
Autorizzazione del 9 febbraio 2007
PROBLEMI
DI DONNE
Nel 1887 Alice May Farnham scriveva sulla rivista scientifica americana
The Alienist and Neurologist un articolo intitolato “Malattie uterine
come fattore nell’origine della pazzia”, nel quale sosteneva tra l’altro
che “le ovaie, nell’età avanzata, cominciano a irritarsi e a trasmettere
questa condizione al cervello, provocando disordini tessutali che si manifestano sotto forma di nervosismo o
con esplosione di vera follia”.
Idee poco chiare, diremmo oggi. Fatto sta che la menopausa, ancora fino
a poco più di un secolo fa, era un
evento talmente insolito (la vita
femminile raramente superava i 50
anni) da essere spesso scambiata per
isteria. Oggi la raggiunge il 95 per
cento delle donne, con una prospettiva di vita ulteriore di oltre 30 anni.
Vedremo, nel dossier prevenzione, come far sì che siano tre decenni di
buona salute.
A proposito di questioni che riguardano la sfera genitale: un’igiene intima
non è solo una questione di pulizia,
ma anche - esamineremo perché - un
fattore di prevenzione, innanzitutto
per le donne ma pure per gli uomini.
Tipicamente femminile, secondo le
statistiche, è pure l’emicrania, anche
se poi il sesso maschile compensa un
po’ con gli altri tipi di mal di testa:
impareremo a combattere efficacemente questi disturbi con farmaci di
libera vendita; una classe di medicinali, questa, di cui esamineremo le
caratteristiche nella rubrica ‘Il consiglio del farmacista’.
Ma parleremo anche della pelle, da
difendere sotto i raggi del sole estivo,
da riparare - dopo che gli stessi raggi solari o altri agenti nocivi l’avessero offesa - grazie alla calendula, che
tra l’altro è anche un buon regolarizzatore del ciclo mestruale.
Buona lettura, e non solo alle donne.
Come liberarsi
da cefalee ed emicrania
a pag. 6
Farmaci con
e senza ricetta
a pag. 21
sommario
Le virtù
della calendula
a pag. 22
DAL MONDO
E BELLEZZA
4 SALUTE
Informazioni di attualità
18 SALUTE
Non solo pulizia
ma anche prevenzione
con l’igiene intima
IN FAMIGLIA
6 SALUTE
Come combattere
il mal di testa
10
SALUTE ALL’APERTO
Usare giudizio
tempo sotto il sole
12
DOSSIER
PREVENZIONE
Vivere senza traumi
la menopausa
CONSIGLIO
21 ILDEL
FARMACISTA
Quando serve
la ricetta medica
e quando no
SANA PIANTA
22 DIUn’amica
per la pelle:
la calendula
Anno III, n. 2 - Giugno-Agosto 2007
Registrazione Tribunale di Milano N. 882 del 22 novembre 2005
Periodico trimestrale di DI PHARMA s.r.l., via Moggia 75/A, 16033 Lavagna - GE
Edizione in esclusiva per le farmacie Alphega.
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Redazione Florio Bovio
Coordinamento scientifico e redazionale, grafica e impaginazione InterMedia Servizi Editoriali,
via S. Antonino 3, 24122 Bergamo, tel. 035.226859, fax 035.4178840
(Consulenza scientifica: Mariapia Fazio)
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©anche
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salute dal mondo
OCCHIO AI PRODOTTI
Tinture per capelli:
sempre più allergie
La pennichella fa bene al cuore
Un vasto studio condotto in Grecia dimostra che il pisolino
pomeridiano riduce significativamente il rischio di infarto
ATENE La pennichella fa bene al cuore,
soprattutto a quello dei lavoratori. Uno
studio condotto per oltre sei anni su
quasi 24 mila persone da Androniki
Naska del Policlinico Universitario di
Atene evidenzia che il rischio di morire
per eventi coronarici si riduce del 34 per
cento tra quanti saltuariamente si
prendono una mezz’ora di riposo; e chi
pratica la pennichella sistematicamente
per 30 minuti al giorno almeno tre volte
alla settimana ha un rischio ridotto del
37 per cento. A beneficiare di più del
pisolino pomeridiano sono i maschi
lavoratori, che riducono il proprio rischio
anche del 64 per cento, mentre non ci
sono stati sufficienti dati tra le donne
per misurare il loro beneficio.
Evidentemente, concludono gli esperti, il
riposino esercita i suoi effetti ‘salvacuore’ contrastando lo stress da lavoro.
Che la pennichella faccia bene è un
argomento dibattuto, tanto che molti
uffici si stanno attrezzando con zone per
il pisolino degli impiegati nella pausa
dopo il pranzo. Ma finora nessuno aveva
condotto uno studio così sistematico
sull'argomento. E non stupisce che a
farlo siano stati ricercatori di un paese
mediterraneo come la Grecia.
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Il latte materno
migliora la vista
SUNDERLAND L’allattamento al
seno è benefico anche per la vista.
Una ricerca del Sunderland Royal
Hospital britannico ha evidenziato
che i bambini tra 4 e 6 anni
allattati naturalmente avevano una
migliore capacità di discernere la
tridimensionalità rispetto ai
coetanei svezzati con il biberon.
LONDRA Negli ultimi anni sono
quasi raddoppiate le reazioni
allergiche alle tinture per capelli come dermatiti, gonfiori e
tumefazioni sul viso - soprattutto tra
i giovani, che incominciano ad
adoperare questi prodotti già durante
l’adolescenza. A dirlo è una ricerca
pubblicata sul prestigioso British
Medical Journal. Più dei due terzi
delle tinture per capelli attualmente
in commercio contengono parafenilendiamina (PPD) e altri agenti
chimici correlati, già banditi da tempo
in Germania, Francia e Svezia a causa
delle reazioni allergiche che possono
scatenare. L’attuale legislazione
dell'Unione Europea consente la loro
presenza fino al 6 per cento dei
componenti, ma il problema è che
non ci sono alternative valide o
largamente accettate alla PPD.
Secondo l’Unipro, associazione tra le
imprese cosmetiche italiane, la
sicurezza della PPD è stata studiata e
documentata in modo approfondito e
si è visto che “solo occasionalmente
un numero ridotto di utilizzatori può
sviluppare sensibilità o allergia”.
PRO E CONTRO
Il cioccolato ingrassa, ma cura gli obesi
MILANO Insomma, il cioccolato fa bene o fa male? Studiosi di vari paesi riuniti a
Milano dal farmacologo Rodolfo Paoletti hanno cercato di fare chiarezza sulla
questione. Con 500 calorie ogni 100 grammi, questo alimento dovrebbe essere
consumato con parsimonia per il rischio di sovrappeso; al tempo stesso, il
contenuto in polifenoli lo rende benefico proprio per le malattie legate all’obesità. I
polifenoli proteggono dai radicali liberi, abbassano la pressione arteriosa, riducono
la formazione di trombi, migliorano lo stato delle arterie e fluidificano il sangue.
Il problema è che, aumentando la quantità di polifenoli, il cioccolato diventa più
amaro e deve essere corretto con più zucchero, il che lo rende più ingrassante.
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UN DISTURBO COMUNE CHE IN GENERE NON DESTA PREOCCUPAZIONI
Come combattere
IL MAL DI TESTA
Gli analgesici vendibili senza obbligo di ricetta sono spesso
risolutivi nei confronti delle cefalee. Sono prodotti sicuri,
ma non bisogna dimenticare che si tratta sempre di farmaci.
e soffre, in Italia, il 25-30 per cento della popolazione. Il mal di testa è per molti una compagnia
tanto fastidiosa quanto frequente: almeno
una volta all’anno ne soffre l’80 per cento
delle donne e il 70 per cento degli uomini.
Una patologia spesso innocente, anche se
in molti casi temporaneamente invalidante: per il mal di testa vanno perse ogni anno, solo nel nostro paese, circa venti milioni di ore lavorative complessive nella
popolazione adulta, e uno o più giorni di
scuola da parte dell’11 per cento della popolazione scolastica.
Diffusissima, dunque, la cefalea. Eppure il
N
suo significato e le sue cause rimangono,
da un punto di vista medico, il più delle
volte oscuri o quanto meno dubbi. Di tranquillizzante c’è il fatto che solo una minoranza esigua dei mal di testa è da ricondurre a danni presenti all’interno del cervello. D’altro canto questo organo, dove
arrivano e divengono percepibili tutti gli
stimoli dolorosi provenienti da ogni parte
del corpo, è di per sé quasi totalmente insensibile al dolore.
Sono rari, dunque, i casi in cui il mal di testa è espressione di seri problemi presenti
all’interno della scatola cranica; e in queste circostanze, in genere, il dolore è tal-
mente profondo, sordo e continuo - e
spesso associato ad altri sintomi, come il
vomito - da suggerire automaticamente la
necessità rivolgersi a un medico; il che andrebbe in ogni caso fatto, sentito anche il
farmacista, ogni volta che la cefalea tende a divenire un disturbo abituale, specie
se particolarmente intenso.
Nei numerosi casi in cui le crisi sono occasionali, invece, l’assunzione di un analgesico - che non va ritardata se non si
vuole che il dolore diventi troppo intenso
e quindi più difficile da eliminare - può
bastare a risolvere di volta in volta la situazione. In farmacia sono disponibili
molti prodotti di questo tipo che possono
essere acquistati senza ricetta: si tratta di
medicinali - per lo più a base di sostanze
dette farmaci antiinfiammatori non steroidei, o FANS - in grado di combattere anche altri tipi di dolore di lieve e media intensità, compresi quelli muscolari, articolari, nevralgici, mestruali e dentali.
Il motivo per cui i FANS riescono ad agire
su tanti dolori di natura differente è che,
indipendentemente dalle cause da cui si
origina, qualsiasi sensazione dolorosa viene percepita attraverso un unico meccanismo, nel quale un ruolo importante è svol-
DOLORI DI CAPO
Ne soffriva anche Tutankhamon,
3500 anni fa: la cefalea
tormentava il faraone egiziano a tal
punto da indurlo a farsela curare,
con un rimedio drastico allora in
auge, per mezzo di una
trapanazione del cranio. E forse è
un attributo del potere, il mal di
testa, visto che affliggeva pure
Giulio Cesare, Mussolini, Hitler. In
tempi più moderni ne soffre, da noi,
Giulio Andreotti.
Ma tra i cefalalgici illustri ci sono
stati anche molti artisti e
intellettuali, come Michelangelo,
Pascal, Leopardi, Chopin, Van Gogh,
Tolstoj, Darwin, Virginia Woolf,
Wagner, Nietzsche, Hugo.
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Importante innanzitutto individuare di quale tipo è il vostro disturbo
Un mal di testa può consistere in una cefalea primaria - che a sua volta può essere un’emicrania, una cefalea tensiva o
una cefalea a grappolo - o a una cefalea secondaria, dipendente cioè da qualcos’altro (per esempio un trauma, disturbi
vascolari, fenomeni infettivi, patologie metaboliche). Per il mal di testa di questo tipo, peraltro più raro, risulta
indispensabile il ricorso al medico, mentre gli altri possono essere curati sintomaticamente con l’aiuto del farmacista.
L’EMICRANIA, la cui manifestazione dolorosa dura dalle due alle 72 ore ed è localizzata in metà del capo, colpisce
soprattutto le donne in rapporto di 5 a 1, e la familiarità è un fattore predisponente. In un quarto dei casi, l’attacco di
emicrania è preceduto da lampi che interessano solo un occhio, il dolore è per lo più pulsante e viene accresciuto dai
rumori e dalla luce. Talvolta l’insorgenza dell’emicrania può essere messa in relazione con l’assunzione di alcuni alimenti
(riquadro nella prossima pagina) o con il ciclo mestruale.
La CEFALEA TENSIVA, che interessa tutte le fasce di età e colpisce quasi indifferentemente uomini e donne, genera un
dolore sordo, continuo e oppressivo, a fascia intorno alla testa ma in qualche caso esteso ai muscoli del collo.
La CEFALEA A GRAPPOLO, invece, colpisce in prevalenza le persone giovani, e gli uomini in misura maggiore delle donne
(in rapporto di 3 a 1). Il suo nome deriva dalla frequenza con cui si manifesta: più volte in una settimana o in un mese
per poi scomparire per mesi o per anni. Il dolore è molto intenso, dura da dieci minuti a un’ora, e si localizza intorno a
un occhio, che talvolta diventa congestionato e lacrima. Per l’intensità e la sede del dolore, la cefalea a grappolo
potrebbe essere confusa con una nevralgia del trigemino, ma quest’ultima è di più breve durata (pochi secondi o un
minuto) e non si presenta con la frequenza a grappolo.
Per consentire al medico o al farmacista di inquadrare il tipo di mal di testa, occorre riferirgli circa la durata, la
frequenza e l’orario di insorgenza degli attacchi, se il dolore ha avuto esordio improvviso, se è di tipo acuto, sordo,
continuo, pulsante o trafittivo e se è accompagnato da intolleranza alla luce e ai rumori, nausea, vomito, febbre elevata,
gocciolamento del naso o rigidità della nuca alla flessione. La coesistenza di dolore acuto che insorga rapidamente e di
rigidità della nuca deve far sospettare una meningite: in questo caso diviene urgente l’intervento di un medico.
Dolore pulsante
monolaterale
Lampi
visivi
Intolleranza
alla luce
Intolleranza
ai rumori
Dolore sordo e cupo
bilaterale (a fascia)
Lieve
intolleranza alla luce
Lieve
intolleranza
ai rumori
Dolore lancinante
monolaterale
intorno all’occhio
Irritazione
congiuntivale Congestione
e lacrimazione nasale
Nausea
vomito
EMICRANIA
to dalle prostaglandine, composti biologici che si producono in quasi tutti i tessuti e svolgono, tra le altre numerose funzioni, quella di rendere particolarmente
sensibili i recettori dolorifici, amplificando
in questo modo la risposta agli stimoli nocivi. E proprio questo spiega perché i FANS
riescano a ridurre il dolore: questi farmaci
CEFALEA TENSIVA
hanno infatti la proprietà di rallentare la
produzione di prostaglandine da parte dei
tessuti, impedendo quindi, tra l’altro, proprio l’amplificazione dolorifica che viene
provocata da queste sostanze.
Dato che le prostaglandine sono coinvolte
anche nei meccanismi di genesi della febbre e dell’infiammazione, i FANS possiedo-
CEFALEA A GRAPPOLO
no quasi tutti, chi in maggiore chi in minore misura, anche un’azione antifebbrile
- utile qualora oltre al dolore sia presente
un rialzo termico - e una antiinfiammatoria, che nel caso di alcune forme dolorose
aiuta a combattere il sintomo nelle sue
cause.
Gli analgesici acquistabili senza ricetta
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salute in famiglia
I CIBI CHE POSSONO SCATENARE MAL DI TESTA
Particolari sostanze, contenute in alcuni cibi come componenti naturali (alcol,
tiramina e altre) o come additivi (glutammato, solfiti eccetera) possono
favorire nelle persone predisposte l’insorgenza di crisi di cefalea o di
emicrania. Ecco, dunque, una lista degli alimenti da usare con moderazione senza però sbilanciare la dieta - per tenere lontano il mal di testa:
✓ cioccolato e qualsiasi dolce o gelato contenenti cacao;
✓ superalcolici, aperitivi, vino (soprattutto rosso), birra;
✓ vini gassati quali champagne, spumante, bianchi frizzanti;
✓ dadi per brodo, salsa di soia, cibi di ristorante cinese;
✓ formaggi molto stagionati e fermentati;
✓ salumi, pancetta, prosciutto, carne in scatola, aringhe, tonno, crostacei;
✓ cibi fritti, specie se con oli diversi da quello d’oliva e con olio riutilizzato;
✓ cavoli, cavolfiori, patate, spinaci, pomodori, frutta secca, funghi secchi, uva;
✓ panna, burro, yogurt.
il consiglio del vostro farmacista
sono tutti a base di sostanze sicure e ben
collaudate. Il loro uso non presenta quindi
particolari problemi, ma non per questo
può essere indiscriminato: anche i FANS,
infatti, possono provocare effetti collaterali (riquadro in basso) o interagire con
altri medicinali e con alimenti, e inoltre
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vanno assunti nei giusti dosaggi e con opportune modalità. E’ importante dunque
chiedere sempre consiglio al farmacista,
segnalandogli tra l’altro se si stanno assumendo altri farmaci, se si è in gravidanza
o se sono in atto malattie, e chiedendogli indicazioni sulle dosi
ATTENTI AGLI EFFETTI COLLATERALI DEGLI ANALGESICI
La più comune e caratteristica delle reazioni indesiderate che possono
presentarsi in seguito a un uso non corretto dei farmaci antiinfiammatori
non steroidei (FANS) è l’irritazione della mucosa che riveste internamente lo
stomaco, che può manifestarsi con nausea e vomito e produrre, alla lunga, una
gastrite e perfino un’ulcera. Il meccanismo attraverso cui si produce questa
irritazione sembra sia duplice: da un lato un effetto lesivo diretto, dovuto al
contatto del farmaco con la mucosa; dall’altro l’indebolimento, provocato dalla
sostanza, di un meccanismo biologico tendente a proteggere la parete dello
stomaco: un processo nel quale sono coinvolte le prostaglandine, di cui i FANS
rallentano la produzione.
Per tale motivo questi farmaci non devono essere assunti in dosaggi eccessivi,
né a stomaco vuoto; e per la stessa ragione non vanno ingeriti assieme ad
alimenti di per sé irritanti, come le bevande alcoliche. Chi abbia già una
gastrite, un’ulcera o un’altra malattia gastrointestinale, poi, dovrebbe utilizzare
i FANS solo in caso di assoluta necessità e sotto controllo medico.
Sempre all’inibizione della sintesi di prostaglandine è da ricondurre anche un
altro effetto collaterale tipico dei FANS, il rallentamento della coagulazione
sanguigna e quindi il prolungamento delle emorragie. Si tratta di un effetto
che in alcuni casi può perfino risultare favorevole, ma che vale a sconsigliare
un uso non controllato di questi farmaci nelle persone già sottoposte a una
terapia anticoagulante, in quelle che presentano facilità al sanguinamento e
qualora sia imminente un intervento chirurgico.
massime, gli orari di assunzione in base ai
pasti, gli eventuali alimenti da evitare.
I più comuni antidolorifici
senza obbligo di ricetta
Uno dei più comuni farmaci contro il mal
di testa è, da 110 anni, l’acido acetilsalicilico (ASA), che possiede in maniera pronunciata tutti e tre gli effetti analgesico,
antiinfiammatorio e antifebbrile tipici dei
FANS: è efficace soprattutto contro le cefalee, i dolori muscolari e articolari e in genere quelli associati a infiammazione,
mentre nel dolore viscerale è molto meno
attivo.
Una valida alternativa all’ASA contro il dolore e la febbre è il paracetamolo, che non
ha però attività antiinfiammatoria. Essendo un inibitore piuttosto debole della produzione di prostaglandine - agisce soprattutto su alcuni centri del cervello - non ha
effetti pronunciati sulla mucosa dello stomaco e sulla coagulazione. Tuttavia può
talvolta produrre un’eruzione cutanea e
altre reazioni allergiche, e, con uso
prolungato a dosi elevate, alterazioni
della composizione del sangue e danni
al rene e al fegato.
Sempre più utilizzato come analgesico,
dopo essere stato a lungo usato come antireumatico, è l’ibuprofen, dotato di effetti sia antidolorifici sia antiinfiammatori e
antifebbrili. Simili nell’azione il naprossene, il propifenazone, il ketoprofene.
Alcune preparazioni contro la cefalea contengono più principi attivi, per ottenere un
unico effetto antidolorifico con reazioni
avverse meno intense. Di solito l’associazione avviene tra un FANS classico, il paracetamolo e la caffeina; quest’ultima, grazie ai suoi effetti sui vasi sanguigni della
testa e al miglioramento che produce sullo stato psicologico e psichico, contribuisce all’azione analgesica.
PER SAPERNE DI PIU’
• Notizie e servizi dal CIRNA (Centro
Italiano Ricerche Neurologiche
Applicate) nel sito www.cefalea.it.
Il primo aiuto
è in farmacia
Erosione da acidi.
Come affrontarla.
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strato protettivo, diventando più deboli,
specificatamente per aiutare a proteggere i
sottili e meno bianchi.
denti dagli effetti dell’erosione da acidi.
In alcuni casi possono anche diventare
I nostri denti sono tutti i giorni sotto l’attacco di
sensibili al contatto con cibi caldi o freddi, un
fattori potenzialmente dannosi da cui dobbiamo
primo segnale di erosione da acidi.
difenderci. Un fenomeno in crescita che può
Prosmalto è un dentifricio formulato
interessare anche i denti più sani è la cosiddetta
specificatamente per aiutarci a proteggere i
“erosione dello smalto”, provocata dall’acidità
denti dagli effetti dell’erosione da acidi, in
presente nella nostra alimentazione quotidiana.
grado di rinforzare lo smalto indebolito.
Cibi comuni come, ad esempio, succhi, agrumi,
Inoltre offre anche tutti i benefici di un
vino, bibite gasate, aceto, contengono infatti
normale dentifricio al fluoro, è poco abrasivo,
acidi che possono indebolire lo smalto dei nostri
e aiuta a dare sollievo contro la sensibilità
denti, che così si può consumare più facilmente.
dentale, oltre a lasciare una piacevole
In questo modo i denti perdono parte del loro
sensazione di freschezza in bocca.
salute all’aperto
PER EVITARE I DANNI PRODOTTI DAI RAGGI ULTRAVIOLETTI
Usare giudizio
SOTTO IL SOLE
Sono in aumento i tumori della pelle, che possono essere
provocati da una eccessiva o inadeguata esposizione alle
radiazioni solari. Proteggersi da queste è dunque un imperativo.
esposizione al sole, se adeguata,
produce vari benefici: una sensazione di benessere psicologico legato alla liberazione di serotonina, un
rafforzamento del tessuto osseo per aumentata sintesi di vitamina D, un miglioramento di alcune patologie cutanee come l’acne, la psoriasi e l’eczema.
D’altra parte i raggi ultravioletti del sole
possono produrre, se presi in maniera eccessiva e senza protezione, effetti negativi sia acuti (come eritemi, scottature,
riduzione delle difese immunitarie, dermatiti e peggioramento di malattie cutanee come lupus eritematoso, herpes
simplex, vitiligine, alcune congiuntiviti)
sia cronici (invecchiamento e ispessimen-
L’
10
to cutanei, cataratta, tumori della pelle).
Questi ultimi derivano dal fatto che le alterazioni prodotte dai raggi ultravioletti
sul bagaglio genetico sono irreversibili.
Studi condotti da ricercatori della Boston
University e da medici dell’American Academy of Pediatrics hanno dimostrato che
l’80 per cento del danno solare si sviluppa entro i 18 anni, anche se le conseguenze possono insorgere in età adulta,
tra i 30 e i 50 anni. È quindi necessario
proteggere dal sole particolarmente la
pelle dei bambini.
In Italia il melanoma è la terza causa di
morte per i giovani tra i 25 e i 35 anni,
superato solo da incidenti stradali, Aids e
leucemia. I più colpiti sono gli uomini,
con un tasso di sopravvivenza minore
delle donne in caso di diagnosi precoce (il
68 per cento contro l’81 del sesso femminile).
Allo scopo di identificare per tempo i tumori della pelle - melanomi e carcinomi,
in costante aumento negli ultimi anni risulta fondamentale sottoporsi a visite
dermatologiche periodiche.
Proteggersi dai raggi,
prevenzione antitumorale
Ma la prevenzione principale è più a
monte, e consiste nel ridurre il più possibile l’azione dannosa esercitata sulla pelle dai raggi ultravioletti del sole. Particolare attenzione dovranno usare coloro che
abbiano casi di tumori cutanei in famiglia
o un numero notevole di nei; e anche i
soggetti con pelle, occhi e capelli chiari è
bene che adottino maggiori precauzioni.
Nella carnagione più chiara, infatti, è meno presente il pigmento che la pelle produce poco al di sotto della superficie per
difendersi dalle azioni nocive dei raggi solari, la melanina, la cui funzione è proprio
quella di proteggere gli strati più interni.
Finché la melanina - alla quale si deve il
colore della pelle abbronzata - non ha
raggiunto una quantità sufficiente, il rischio di scottature e soprattutto di danni
a lunga scadenza prodotti dai raggi solari
è molto alto, tanto da rendere particolarmente necessario usare precauzioni nell’esposizione al sole.
Gli accorgimenti da usare sono semplici:
✓ esporsi al sole in maniera graduale;
✓ utilizzare prodotti per la protezione solare adeguati;
✓ evitare l’esposizione ai raggi diretti del
sole nelle ore tra le 12 e le 16;
✓ sospendere l’esposizione solare in presenza di un arrossamento cutaneo associato a prurito e leggero bruciore;
✓ non esporre i bambini al di sotto di un
anno alla luce solare e se di età compresa tra 1 e 3 anni proteggerli dall’esposizione al sole durante le ore non consigliate con creme a schermo totale; per i bambini più grandicelli, utilizzare creme ad
ATTENZIONE ANCHE AI COLPI DI SOLE E DI CALORE
Possibili inconvenienti delle giornate estive particolarmente calde sono il colpo
di sole e il colpo di calore. Il primo, detto anche insolazione, può presentarsi
in seguito a un’esposizione diretta e prolungata ai raggi solari, e si manifesta
con malessere generale, mal di testa, nausea, vertigini, in alcuni casi perdita di
conoscenza, rapido rialzo della temperatura fino anche a 40-41°C; la pelle
appare secca e arrossata.
Il colpo di sole è piuttosto raro alle latitudini dell’Italia; ben più frequente il
colpo di calore, non legato necessariamente all’esposizione al sole - potendosi
manifestare anche in ambiente chiuso - ma provocato da condizioni di alta
temperatura, ridotta ventilazione ed elevata umidità relativa. Sintomi sono
irrequietezza, mal di testa, ronzii alle orecchie, rialzo termico fino a 38,5 gradi
e oltre, viso bluastro, respiro accelerato, aritmia cardiaca, pupille dilatate. Non
c'è sudorazione e la pressione si abbassa fino allo svenimento.
In questi casi occorre chiamare sempre subito un medico, e nel frattempo:
✓ distendere la persona in un luogo fresco e ventilato, con le gambe sollevate;
✓ porre una borsa di ghiaccio sulla testa, avvolgere il paziente in un lenzuolo o
un asciugamano bagnato in acqua fredda, o immergerlo totalmente nell’acqua;
✓ somministrare un farmaco antifebbrile (a base di paracetamolo ad esempio);
✓ reidratare il soggetto con acqua fresca, zucchero e sale, ma non alcolici.
Precauzioni diverse a seconda del fototipo
FOTOTIPO 0
Evitare qualsiasi esposizione al sole.
Albini
FOTOTIPO 1 Capelli rossi, carnagione bianca spesso con lentiggini, occhi chiari
Porre estrema attenzione alla protezione: necessari maglietta, cappello, occhiali, ombrellone e solari con altissimo fattore.
FOTOTIPO 2
Capelli biondi, carnagione chiara, occhi chiari
Esporsi al sole con cautela e in modo graduale; evitare le ore centrali del giorno e utilizzare sempre prodotti ad altissima protezione, ripetendo l’applicazione durante la giornata.
FOTOTIPO 3
Capelli castani, carnagione chiara, occhi chiari o scuri
Nei primi giorni utilizzare un prodotto solare ad alta protezione. In seguito si
può ridurre il fattore; con radiazione molto intensa (ai tropici, in alta montagna, con superfici riflettenti) è necessaria una protezione sempre estrema.
FOTOTIPO 4
Capelli bruni, carnagione olivastra, occhi scuri
Usare solari con fattore medio; con raggi solari molto forti usare prodotti a
protezione alta.
FOTOTIPO 5
Capelli neri, carnagione scura, occhi scuri
Solari con fattore basso; con alto indice UV prodotti a protezione media.
FOTOTIPO 6
Ottima sopportazione dei raggi solari.
Razza nera
alto indice protettivo evitando
l’esposizione durante le ore
più calde della giornata;
✓ proteggere gli occhi utilizzando lenti in grado di schermare il passaggio delle radiazioni UVA e UVB.
Per stabilire quale grado di
protezione adottare (e quindi
anche quale prodotto solare
scegliere) occorre tener conto
di due fattori, entrambi esprimibili con numeri: da un lato il
proprio fototipo (riquadro a
fianco), dall’altro l’indice della radiazione ultravioletta (o
indice UV), che esprime il livello di radiazione ultravioletta solare sulla superficie
terrestre, e viene riportato da vari mezzi
d’informazione sotto forma di valore
massimo previsto nella giornata per le diverse località o aree geografiche. I valori
variano da zero a 11 e oltre (figura in alto): più è alto il valore dell'indice, maggiore è il potenziale danno per la pelle e
per gli occhi e minore è il tempo necessario perché questo si produca.
La capacità schermante di un solare è
espressa dal fattore di protezione: questo può essere indicato dal produttore secondo due scale diverse, una europea e
l’altra americana, che hanno valori comparabili per i fattori di protezione più bassi, ma si discostano per quelli più alti. Per
orientarsi nella scelta sarà allora importante conoscere a che fattore di protezione corrisponde lo schermo totale, e regolarsi in base a questo: se per esempio si
vuole una protezione media e si ha a disposizione una gamma la cui protezione
massima è 25, si opterà per un fattore di
protezione 12; se invece il valore massimo
è 12, si sceglierà un solare con indice 6.
Il fattore di protezione fornisce un’indicazione sull’azione filtrante nei confronti
delle radiazioni UVB ma non delle radiazioni UVA, per le quali esiste l’indice UVA. I solari più validi sono quelli che garantiscono
una protezione combinata per gli UVA e gli
UVB; in questi prodotti, sulla confezione
sono riportati entrambi gli indici.
11
DOSSIER PREVENZIONE
UNA CONDIZIONE FISIOLOGICA CHE COMPORTA TRASFORMAZIONI IMPORTANTI
Vivere senza traumi
LA MENOPAUSA
Le alterazioni ormonali che conseguono
alla cessazione dei cicli rendono più fragile
l’organismo femminile. Ma la donna può
far sì, soprattutto con comportamenti
corretti e un’alimentazione adeguata, che il lungo
percorso di vita dopo l’età fertile - in media, ormai,
oltre 30 anni - sia all’insegna della buona salute.
e all’inizio del 1900 la speranza di
vita della donna coincideva in sostanza con l’età fertile, oggi più di
95 donne su cento raggiungono la menopausa, e da questo momento in poi - quello della definitiva cessazione dei cicli mestruali, quale si può diagnosticare dopo 12
mesi consecutivi di assenza delle mestruazioni - hanno di fronte a sé, in media, oltre 30 anni di vita. Quella attuale è la prima generazione consapevole di avere una
così lunga aspettativa di vita dopo la fertilità; e sa che non dovranno essere
trent’anni residuali, marginali, ma tre decenni tutti da vivere. Un lungo percorso
che può essere di buona salute soprattutto se si seguono comportamenti adeguati
e si osservano alcuni accorgimenti.
L’età media di inizio della menopausa è, in
Italia, intorno ai 50 anni, con una fluttuazione possibile di cinque anni in più o in
meno. Quella che avviene prima dei 40-45
anni viene considerata menopausa prematura, sia che si presenti spontaneamente sia che venga indotta per intervento chirurgico di asportazione bilaterale
delle ovaie o per soppressione della funzionalità ovarica prodotta con farmaci o
con la radioterapia.
S
I sintomi che accompagnano
la fine delle mestruazioni
La cessazione delle mestruazioni avviene
gradualmente, attraverso una fase caratterizzata da alterazioni ormonali: dappri-
12
ma si ha un aumento degli estrogeni nel
sangue e una riduzione dl progesterone, il
che crea innanzitutto alterazioni del ritmo
e della quantità del flusso mestruale, e in
alcuni casi anche iperplasia endometriale (un incremento abnorme del numero di
cellule nella parete interna dell’utero).
Circa il 90 per cento delle donne prima
della menopausa sperimenta irregolarità
mestruali che possono durare dai quattro
agli otto anni. Successivamente, quando le
ovaie cessano di funzionare e scompaiono
le mestruazioni, si origina un consistente
calo di estrogeni e progesterone, non più
prodotti da queste ghiandole.
Tra i sintomi, in ordine di frequenza subito dopo le irregolarità mestruali nel periodo immediatamente precedente la menopausa e al primo posto una volta cessati i
flussi, sono comuni quelli vasomotori (dovuti cioè alla dilatazione dei vasi sanguigni) tipici della carenza di estrogeni: i più
frequenti sono vampate, sudorazioni notturne e disturbi del sonno conseguenti. Si
stima che ne soffra fino all’85 per cento
delle donne, il 15 per cento in modo grave. Per le vampate fattori scatenanti possono essere caldo, stress, cibi caldi e/o piccanti, alcol, caffeina, bevande calde.
Più tardi, a menopausa instaurata, possono comparire i disturbi legati ad atrofia
urogenitale (irritazione e secchezza della
vagina, dolore durante l’atto sessuale,
prurito e irritazione vulvare, disturbi nell’urinare), definiti come sintomi a medio
termine (test a pagina 16); questi, a differenza dei sintomi vasomotori che tendono a scomparire, con il passare degli anni
possono peggiorare. Oltre ad arrecare disagio, questi disturbi interferiscono con la
funzione sessuale, al cui declino può inoltre contribuire in varia misura la riduzione
del desiderio legata al calo nella produzione dell’ormone testosterone.
Altri disturbi, quali alcune forme di incontinenza urinaria (di cui soffrono dal 10 al
30 per cento delle donne tra i 50 e i 64
anni), aumentano più per l’età in sé che
per la menopausa.
Altri sintomi che accompagnano la menopausa, non riconducibili esclusivamente
Regole per una vita sana dopo la scomparsa del ciclo
✓ Mantenere un peso ottimale riducendo se necessario l’apporto calorico.
✓ Aumentare il consumo di alimenti ricchi in calcio (latte e derivati).
✓ Fare spuntini a base di yogurt, gelato alle creme, frullati, eccetera.
✓ Aggiungere sempre formaggio grattugiato a pasta, riso, minestre.
✓ In caso di sovrappeso o obesità preferire latte parzialmente scremato,
formaggi light e/o yogurt magri.
✓ Consumare tutti i giorni frutta e verdura, alimenti ricchi di antiossidanti,
fibra, vitamine, provitamine e sali minerali.
✓ Consumare almeno due volte alla settimana pesce, in particolare quello
azzurro che è ricco di vitamina D.
✓ Preferire oli vegetali, in particolare olio extravergine di oliva.
✓ Ridurre al minimo la quantità di sale.
✓ Bere acque bicarbonato calciche (a residuo fisso medio-alto), in cui il
calcio è assorbibile tanto quanto lo è nei latticini.
✓ Fare attività fisica: scale a piedi, passeggiate a passo svelto, ginnastica.
✓ Evitare abitudini alimentari scorrette e stili di vita errati che costituiscono
un fattore di rischio per la salute e possono favorire l’insorgenza o il
peggioramento dell’osteoporosi.
✓ In caso di inadeguato apporto di calcio e/o di carenza di vitamina D
consultare il medico per una eventuale integrazione.
✓ Esporsi al sole (in maniera controllata) per mantenere le ossa sane.
✓ Leggere le etichette nutrizionali per conoscere l’apporto in calcio degli
alimenti e fare scelte corrette ed equilibrate al fine di coprire il fabbisogno
giornaliero di questo minerale.
✓ Vivere la menopausa come una condizione fisiologica e non come uno
stato di malattia.
✓ Mantenere attiva la sfera sessuale.
IPERTENSIONE: L’INCIDENZA IN RELAZIONE ALL’ETA’
Maschi
50%
45%
Femmine
40%
35%
30%
25%
20%
15%
10%
5%
0-14 15-24 25-34 35-44 45-54 55-64 65-69 70-74 75-79 oltre 80
13
0%
DOSSIER PREVENZIONE
Gli alimenti con maggior contenuto di calcio
ALIMENTO (100g)
CALCIO (mg)
Latte di vacca intero
119
Latte di vacca parzialmente scremato
120
Latte di vacca scremato
125
Yogurt da latte intero
125
Yogurt da latte parzialmente scremato 120
Formaggi stagionati
860–1340
Formaggi freschi
270-430
Alici fresche
148
Calamari
144
Caviale (uova di storione)
276
Gamberi
110
Granchio in scatola
120
Lattarini
888
Ostriche
186
Polpo
144
Sardine sott’olio
354
Sgombri in salamoia
185
Fichi secchi
186
Noci
131
Pistacchi
131
Agretti
131
Broccoletti di rapa
97
Carciofi
86
Cardi
96
Cavolo cappuccio verde
60
Cicoria da taglio
150
Indivia
93
Radicchio verde
115
Ruchetta o rucola
309
Spinaci
78
Ceci secchi
142
Fagioli cannellini secchi
132
Soia secca
257
Panini al latte
130
Tuorlo d’uovo
116
Biscotti wafer ricoperti al cioccolato
200
Cioccolato al latte
262
Gelato al caffè in vaschetta
245
14
GRASSI (g)
KCALORIE
3,6
1,5
0,2
3,7
1,7
25-36
15-25
2,6
1,7
15
0,6
0,9
9,6
0,9
1,0
24,4
11,1
2,7
57,7
56,1
0,2
0,3
0,2
0,1
0,1
0,1
0,3
0,5
0,3
0,7
6,3
1,6
19,1
8,7
29,1
15,0
36,3
15,0
64
46
36
65
43
340-450
190-300
96
68
255
71
81
145
69
57
311
17
256
582
608
17
22
22
10
19
12
16
14
28
31
316
279
407
295
325
454
545
245
alla carenza di estrogeni, comprendono
cefalea, irritabilità, disturbi dell’umore
(ansia e depressione), insonnia, senso di
affaticamento, ridotta capacità di concentrazione, diminuzione della memoria, dolori articolari, tensione mammaria.
La varietà, la frequenza, la gravità, l’insorgenza e la durata dei sintomi variano ampiamente da donna a donna e tra differenti gruppi etnici e classi socioeconomiche. Le manifestazioni possono continuare a lungo dopo la menopausa: le vampate mediamente durano da sei mesi a cinque anni dopo l’insorgenza della menopausa, ma possono persistere anche 15
anni. La menopausa chirurgica sembra associarsi più frequentemente a sintomi vasomotori severi e con durata maggiore.
Attenzione all’osteoporosi
e alle malattie cardiovascolari
Una patologia tipica del periodo successivo alla menopausa è l’osteoporosi, caratterizzata da una riduzione della massa ossea e da alterazioni nella struttura delle
ossa con conseguente aumento del rischio
di frattura. E’ determinata - anche questa
- dalla riduzione degli estrogeni che si
crea dopo la menopausa: questi ormoni
sessuali hanno infatti un ruolo importante
nel metabolismo scheletrico, che è caratterizzato da continue fasi di demolizione e
di ricostruzione. Questo rimodellamento,
che con il procedere dell’età è sempre più
sbilanciato a favore della demolizione, in
carenza di estrogeni aumenta nettamente: il risultato, nell’età della menopausa, è
che l’osso si impoverisce. Mediamente,
con l’avvento della menopausa la donna
perde in 1-3 anni (e più velocemente se la
riduzione degli estrogeni è netta, come in
caso di menopausa chirurgica) circa il 10
per cento della massa ossea. Questo processo aumenterà poi lentamente e continuativamente con l’avanzare dell’età.
Per impedire o rallentare la perdita di
massa ossea sono possibili terapie farmacologiche, non esenti però da effetti collaterali e quindi riservate quasi esclusivamente a pazienti a elevato rischio di frat-
Una dieta quotidiana ricca di calcio (1800 mg) ma non di chilocalorie (1800)
COLAZIONE
Latte parzialmente scremato g 150 (un bicchiere), caffè a piacere, un cucchiaino di zucchero, due fette biscottate o
g 20 di cereali o di qualsiasi tipo di biscotti o una brioche.
META’ MATTINA
Uno yogurt da g 125 anche alla frutta o un cappuccino con un cucchiaino di zucchero.
PRANZO
✓ PRIMO PIATTO: pasta o riso (g 60) con pomodoro, un cucchiaino di olio, due cucchiaini di formaggio grattugiato.
✓ SECONDO PIATTO: una porzione di formaggio (g 80), o un uovo sodo o in camicia con una sottiletta light, o prosciutto
crudo o cotto o speck o bresaola (g 50) con una fetta di mozzarella light, o un hamburger con una sottiletta light.
✓ CONTORNO: di verdure, preferibilmente cicoria da taglio o broccoletti o spinaci.
✓ OLIO: un cucchiaino di extravergine di oliva.
✓ PANE: g 40 (mezza rosetta) o un pacchetto di crackers da g 25.
✓ FRUTTA: una mela o una pera o un kiwi o una banana o g 200 di ananas o due mandarini o una arancia.
POMERIGGIO
✓ uno yogurt da g 125 anche alla frutta o un cappuccino con un cucchiaino di zucchero o un gelato al fior di latte.
CENA
✓ SECONDO PIATTO: una porzione a base di carne o di pesce, cucinata e condita secondo le proprie abitudini alimentari
(non mangiare alimenti fritti e carni insaccate), oppure una delle alternative indicate per il secondo piatto del pranzo.
✓ CONTORNO: di verdure (preferibilmente agretti, bieta, carciofi, rughetta), condite con olio extravergine di oliva.
✓ PANE: g 40 (mezza rosetta) o una porzione di patate o di legumi freschi (g 150 circa).
✓ FRUTTA: una mela o una pera o un kiwi o una banana o g 200 di ananas o due mandarini o una arancia.
DOPO CENA
✓ Circa g 20 di cioccolato o uno yogurt da g 125 anche alla frutta o un bicchiere di latte parzialmente scremato.
le risposte del vostro farmacista
✓ Il calcio è contenuto anche nell’acqua, disciolto nella quale risulta particolarmente assorbibile dal nostro organismo.
PUO’ GIOVARE LA SOMMINISTRAZIONE DI ORMONI IN MENOPAUSA?
La cosiddetta terapia ormonale sostitutiva (TOS), attuata con estrogeni
eventualmente associati a un progestinico, è il trattamento più efficace
per i sintomi vasomotori, l’atrofia urogenitale e altri disturbi della
menopausa, determinando un miglioramento della qualità di vita. Risulta
anche efficace nella prevenzione della perdita ossea. Gli ormoni si
assumono in genere per bocca o con cerotti transcutanei, gel percutanei,
spray nasali. Per l’atrofia urogenitale è efficace anche la somministrazione
locale, con creme, ovuli o compresse vaginali.
TUTTE LE DONNE IN MENOPAUSA DEVONO SOTTOPORSI A QUESTA TERAPIA?
Negli anni 90, quando sembrava che la TOS rappresentasse anche una valida
misura di prevenzione nei confronti dell’osteoporosi e delle malattie
cardiovascolari, si tendeva a prescrivere la terapia ormonale praticamente a
ogni donna, anche in assenza di sintomi della menopausa. Oggi tuttavia si
ritiene, sia per il fatto che non è stata provata una riduzione di infarto e
ictus, sia per una più precisa quantificazione dei possibili effetti negativi in
altri distretti, che per la prevenzione delle malattie croniche, tra le qualii
l’osteoporosi, i rischi di terapie di lungo termine superino i benefici. La TOS
viene attualmente prescritta, per periodi generalmente non superiori a sei
anni, contro i sintomi quando questi sono più severi (come nella menopausa
chirurgica) e nel caso di menopausa precoce.
tura. Privi di inconvenienti, e sufficientemente efficaci, sono invece alcuni
accorgimenti come l’eliminazione o
la riduzione dei fattori di rischio, dalla magrezza eccessiva al fumo, dalla
sedentarietà al consumo di alcol e all’eccessivo apporto di sale.
Molto importante è poi il regime dietetico,
che deve essere tale da introdurre sufficienti quantità di calcio, costituente essenziale delle ossa (tabelle in alto e nella pagina a fianco) e di vitamina D. Questo vale non soltanto dopo la menopausa,
ma dalla nascita: maggiore è la massa ossea che si riesce a ottenere nelle prime tre
decadi di vita, minore sarà il rischio di sviluppare osteoporosi dopo l’età fertile.
Di calcio occorre assumere 800-1000 mg
al giorno nell’infanzia, 1200-1300 mg
nell’adolescenza e 1000 mg nella maturità. Dopo la menopausa il fabbisogno sale a 1500 mg al giorno. Considerato che il
15
DOSSIER PREVENZIONE
IL TEST
State sviluppando atrofia urogenitale?
❶ Ha secchezza vaginale?
■ mai ■ quasi mai ■ qualche volta ■ piuttosto spesso ■ molto spesso
❷ Ha perdite maleodoranti?
■ mai ■ quasi mai ■ qualche volta ■ piuttosto spesso ■ molto spesso
❸ Ha prurito o bruciore vaginale?
■ mai ■ quasi mai ■ qualche volta ■ piuttosto spesso ■ molto spesso
❹ Ha sensazione di bruciore quando urina?
■ mai ■ quasi mai ■ qualche volta ■ piuttosto spesso ■ molto spesso
❺ Quando deve urinare, le capita una sensazione di urgenza tale per cui
teme di non arrivare in tempo alla toilette?
■ mai ■ quasi mai ■ qualche volta ■ piuttosto spesso ■ molto spesso
❻ Perde urina quando tossisce, starnutisce o ride?
■ mai ■ quasi mai ■ qualche volta ■ piuttosto spesso ■ molto spesso
❼ Prova dolore durante i rapporti sessuali?
■ mai ■ quasi mai ■ qualche volta ■ piuttosto spesso ■ molto spesso
❽ Ha perdite di sangue dopo i rapporti sessuali?
■ mai ■ quasi mai ■ qualche volta ■ piuttosto spesso ■ molto spesso
❾ Ha avuto infezioni urinarie negli ultimi due anni?
■ mai ■ quasi mai ■ qualche volta ■ piuttosto spesso ■ molto spesso
❿ Ha avuto infezioni da Candida?
■ mai ■ quasi mai ■ qualche volta ■ piuttosto spesso ■ molto spesso
Punteggio da attribuire a ogni risposta: ■ 0 ■ 1 ■ 2 ■ 3 ■ 4
Se avete ottenuto tra 0 e 10, avete scarsa o nulla atrofia urogenitale. Tra 10
e 25, l’atrofia urogenitale è moderata: è bene farla valutare da un medico. Se
il totale supera i 26 punti, l’atrofia è di grado avanzato, e potrebbe
richiedere un trattamento a base di estrogeni.
calcio è presente in diversi alimenti grassi,
da limitare per altri versi, si possono assumere integratori alimentari tali da fornire
un apporto sufficiente; questo vale anche
per la vitamina D, il cui fabbisogno è di 10
microgrammi al giorno.
Benefici nella prevenzione dell’osteoporosi vengono prodotti anche dall’attività fisica, che d’altro canto è preziosa soprattutto su un altro versante molto importante dopo la menopausa, quello della
malattie cardiovascolari.
PER SAPERNE DI PIU’
• Informazioni dalla Società italia per la menopausa nel sito Internet
www.menopausa-italia.org • Riferimenti utili nel sito www.osteoporosi.it
16
Queste, a loro volta correlate alla caduta
delle quantità di estrogeni nel sangue, sono tanto più insidiose quanto più si è in
presenza di altri fattori di rischio oltre alla menopausa, come episodi di infarto
cardiaco in famiglia, età, fumo.
Ad accrescere l’esposizione a infarto e ictus, dopo la scomparsa dei cicli, da un lato è l’ipertensione arteriosa, la cui incidenza aumenta con l’età in entrambi i sessi, ma nelle donne dopo la menopausa più
che negli uomini per via della riduzione
degli estrogeni, che contribuiscono a
mantenere stabile la pressione (grafico a
pagina 13); dall’altro lato, come fattore
di rischio cardiovascolare, ci sono alterazioni che si producono nella concentrazione dei grassi nel sangue, tra cui l’aumento
del colesterolo LDL (quello ‘cattivo’) e la riduzione di quello ‘buono’, l’HDL.
Per prevenire le malattie cardiovascolari è
dunque importante, dopo la menopausa:
✓ praticare attività fisica (almeno 30 minuti al giorno di camminata a passo svelto, ciclismo in piano o cyclette, nuoto, ballo o lavori tipo il giardinaggio)
✓ tenere controllata la pressione arteriosa;
✓ non superare il peso normale in relazione alla propria altezza e mantenere la circonferenza addominale sotto gli 88 cm;
✓ verificare periodicamente la quantità di
glucosio nel sangue (glicemia);
✓ evitare il fumo;
✓ seguire un regime alimentare corretto
ed equilibrato, con ridotto apporto di
grassi animali.
A maggior ragione se il consumo di sale
non è stato adeguatamente controllato
nelle precedenti fasi della vita, è necessario che ciò venga attuato dopo la menopausa, quando possono essere presenti altri fattori di rischio per patologie cardiovascolari. L’apporto di sodio con la dieta
non dovrebbe superare i 3 grammi giornalieri.
A sua volta, il calcio contribuisce a mantenere bassi i valori di pressione arteriosa.
Per questo motivo, un adeguato apporto di
questo elemento con la dieta è importante non solo contro l’osteoporosi, ma anche
per il controllo dell’ipertensione.
La nostra pelle è delicata.
Per questo, in caso di punture di insetti o scottature solari, è importante
avere a disposizione un rimedio rapido ed efficace.
Fenistil Gel è quello che ci vuole. Con la sua formulazione in gel calma
rapidamente l’irritazione, togliendo la sensazione di dolore e prurito, e dona
un’immediata sensazione di freschezza.
Si assorbe in fretta, non unge, è inodore e incolore.
Contro punture e scottature,
un’efficace soluzione in gel.
È un medicinale. Leggere attentamente il foglio illustrativo. Attenzione i medicinali vanno assunti con cautela, per un breve periodo di tempo, non superando le dosi consigliate
e solo per le indicazioni riportate nel foglio illustrativo. In caso di dubbio rivolgersi al medico o al farmacista. Autorizzazione del 28/06/06.
salute e bellezza
MANTENERE CONDIZIONI FISIOLOGICHE CHE CREINO PROTEZIONE
Pulizia ma anche prevenzione
L’IGIENE INTIMA
Un lavaggio corretto e abituale, con prodotti specifici che
non alterino le difese naturali, è importante ma non basta:
occorre curare anche altri aspetti, tra cui l’abbigliamento.
antenere in costante pulizia l’area genitale è indispensabile
per evitare infezioni che possono avere conseguenze a volte serie. Più
importante ancora è, tuttavia, assicurare
il mantenimento di alcune condizioni fisiologiche di questo apparato, che costituiscono di per sé una fondamentale protezione naturale.
Un’igiene intima accurata vuol dire innanzitutto, anche se non soltanto, un lavaggio corretto e abituale, eseguito con
un prodotto che assicuri una buona detersione senza però alterare il sistema di
difesa presente naturalmente nell’area
genitale: il farmacista saprà consigliarvi
quale scegliere. I lavaggi devono essere
almeno due al giorno e vanno effettuati
dall’area genitale verso l’ano e mai viceversa, per non contaminare la parte con
M
batteri fecali. A sua volta, la zona anale che va detersa separatamente e non assieme a quella genitale - va mantenuta
ben pulita e detersa: la semplice carta
igienica non è sufficiente a rimuovere
germi e funghi presenti.
Modalità e prodotti
nel caso delle donne
Nella donna, per le stesse caratteristiche
anatomiche e fisiologiche, l’igiene intima
è particolarmente importante e delicata.
Per ovviare alla sua vulnerabilità, l’apparato genitale femminile è naturalmente
protetto dalle infezioni grazie alla presenza, nel muco vaginale, di alcuni batteri non dannosi (lattobacilli), che mantengono acida la superficie della mucosa,
impedendo così lo sviluppo di altri germi
NON CI SI INFIAMMA SOLTANTO PER AMORE
Le cause che possono provocare un’infezione vaginale sono molteplici, e si
possono suddividere in cinque grandi categorie:
✓ SESSUALI, riconducibili a rapporti con partner infetti: provocano malattie
anche serie e non localizzate alla sola vagina (come la sifilide o l’Aids) e sono
responsabili del maggior numero di infezioni;
✓ MECCANICHE, costituite dall’uso di dispositivi contraccettivi interni (creme
spermicide, diaframma o spirale) e da un’utilizzazione impropria di applicatori
per tamponi, lavande o creme, che possono danneggiare la mucosa vaginale;
✓ CHIMICHE, comprendenti l’uso di prodotti igienici inappropriati o
contraccettivi, deodoranti e detergenti per la biancheria con azione irritante;
✓ FARMACOLOGICHE, in cui rientrano l’uso di alcuni contraccettivi orali,
antibiotici, cortisonici e antitumorali;
✓ METABOLICHE, come alcune alterazioni ormonali tra cui il diabete.
18
Che cos’è il pH
Il pH è un indice del grado di
acidità di una soluzione acquosa.
Assume valori compresi tra 0
(acidità forte) e 14 (alcalinità
forte). Al valore intermedio di 7
corrisponde la condizione di
neutralità, tipica dell’acqua pura a
25°C. I valori da 0 a 7 sono acidi in
maniera decrescente, quelli tra 7 e
14 progressivamente sempre più
alcalini.
capaci, al contrario, di indurre malattie.
La pulizia delle parti intime, quindi, deve
solo impedire ai residui di urina o a grumi mestruali di trasformarsi in materiale
adatto allo sviluppo di batteri che potrebbero provocare infezioni.
L’uso di detergenti a pH non adeguato
(riquadro in alto) può interagire con l’acidità della mucosa vaginale, rendendo
quest’ultima più sensibile a irritazioni e
infiammazioni. Perciò è importante utilizzare sempre prodotti specifici, che
mantengano intatte le difese naturali
delle mucose. In particolare, sono da preferire quelli con un pH acido simile a
quello vaginale - che si aggira attorno a
4,5 - o neutro (vale a dire vicino a 7). I
detergenti a pH neutro sono consigliabili
prima della pubertà e in menopausa, periodi in cui la mancanza di estrogeni rende il pH vaginale meno acido.
I prodotti disponibili sono di vario tipo.
✓ I detergenti intimi esterni sono formulati come flaconi o in bustine già dosate, da diluire in acqua; hanno azioni
detergenti, rinfrescanti e deodoranti, ma
a volte anche disinfettanti, per prevenire
la fermentazione delle secrezioni e la formazione di cattivi odori.
✓ Le lavande interne, vendute in flaconi monodose dotati di erogatore e cannula, possono servire per l’igiene intima o
per curare disturbi particolari. Nel primo
caso sono acquistabili in farmacia senza
ricetta, e contengono detergenti delicati
che non alterano le normali condizioni fisiologiche della mucosa vaginale; nell’al-
applicatore. Per contenere perdite eventuali e assicurare freschezza e igiene intima durante il corso della giornata, si
possono utilizzare gli assorbenti in formato salvaslip, ai quali è però il caso di
ricorrere solo quando non si può provvedere altrimenti all'igiene intima, per la
possibilità di un’allergia da contatto: a
casa, piuttosto che utilizzare il salvaslip,
è preferibile cambiare più frequentemente la biancheria intima.
In entrambi i sessi
non conta solo la pulizia
tro caso contengono principi attivi ad
azione farmacologica, e si possono avere
solo dietro prescrizione medica. I prodotti per irrigazioni interne vanno usati con
cautela, meglio se su indicazione del medico; in caso di gravidanza sono generalmente sconsigliate, salvo che sia lo stesso ginecologico a prescriverle.
✓ Le salviettine igieniche detergenti,
confezionate in bustine singole, sono di
tessuto morbido ma resistente, imbevuto
di una soluzione che consente di detergere con delicatezza le parti intime: consentono una corretta igiene intima anche
fuori casa (in viaggio, al lavoro o dopo
l’attività sportiva). Alcune associano
un’azione antibatterica, preziosa durante
il ciclo mestruale o qualora ci si debba
servire di bagni e altri servizi pubblici.
✓ Le capsule e i gel vaginali, in genere
prescritti dal ginecologo per cicli di terapia, grazie all’apporto di lattobacilli acidofili normalmente presenti nella flora
vaginale consentono di riportare equilibrio batterico nelle parti intime, contribuendo a eliminare perdite e cattivi odori.
✓ Tra gli assorbenti, quelli esterni sono i
più usati; esistono in diversi tipi e formati, che rispondono a precise esigenze;
quelli interni, che risultano invisibili, comodi ed efficaci, sono preferiti quando si
indossa il costume da bagno e durante la
pratica sportiva, ma il loro utilizzo va limitato ai casi di reale necessità. Per evitare il contatto diretto delle dita con la
vagina è preferibile utilizzare quelli con
PER GLI UOMINI ACCORGIMENTI SPECIFICI
L’igiene intima maschile ha caratteristiche proprie, riassumibili con alcuni
semplici regole.
✓ Lavarsi tutti i giorni, mattina e sera, accuratamente - soprattutto prima e
dopo un rapporto sessuale - con acqua e un sapone neutro; esistono prodotti
formulati specificamente per questa zona del corpo, che associano all’azione
detergente una rinfrescante e antiodore, oltre che un’attività antisettica per
evitare la proliferazione di virus, batteri e funghi che provocano cattivi odori,
infiammazioni e irritazioni. Rispettando la naturale acidità della pelle,
aumentano le capacità di difesa naturali.
✓ Pulire il pene tirando sempre indietro la pelle che ricopre il glande.
✓ Asciugarsi bene ogni volta che si urina, ricordandosi poi di lavare le mani.
E a proposito di indumenti. Una corretta
igiene intima significa anche, nella donna come nell’uomo, un abbigliamento
adeguato: bisogna evitare i pantaloni
troppo stretti e il contatto diretto dei genitali con fibre artificiali o colorate: le
mutande ideali rimangono sempre quelle
bianche, in cotone o altra fibra naturale;
al contrario vanno evitati gli slip igienici
in materiale plastico, che impediscono
alla pelle di traspirare adeguatamente. E’
importante cambiare, tutti i giorni, la
biancheria intima, a maggior ragione se
si praticano attività sportive che provocano abbondante sudorazione.
Nella stagione calda occorre ancora più
attenzione, in quanto proprio la sudorazione, oltre che i contatti con ambienti
promiscui come piscine, stabilimenti balneari e così via accrescono il rischio di
contrarre infezioni.
Alcuni accorgimenti, infine, risultano
fondamentali, come non scambiare mai
con nessuno l’asciugamano del bidet, che
potrebbe costituire un deposito di batteri: occorre usarne sempre uno personale.
E poi evitare di usare profumi o deodoranti per nascondere gli effetti di una
saltuaria o cattiva igiene: il rischio è di
indurre reazioni allergiche.
E’ importante, ovviamente, che tutte
queste norme vengano osservate da entrambi i partner di una coppia, perché
una non corretta igiene da parte di uno
dei due si ripercuoterebbe quasi inevitabilmente sull’altro.
19
il consiglio del farmacista
Quando serve e quando no
LA RICETTA MEDICA
a ricetta medica è un documento
importante, che oltre a fornire indicazioni per la terapia costituisce da
un lato un’autorizzazione all’acquisto di
farmaci e dall’altro - se è redatta in regime di Servizio sanitario nazionale - un
atto indispensabile per consentire la gratuità più o meno completa della dispensazione. E’ importante dunque che sia
formulata in maniera corretta. Essa deve
riportare:
✓ medico: titolo, nome, cognome, indirizzo e firma;
✓ paziente: nome e cognome;
✓ data di prescrizione (la ricetta vale tre
mesi dalla data di rilascio, a meno che il
medico non autorizzi un periodo diverso);
✓ prescrizione del farmaco e posologia.
La ricetta può essere ripetibile (quando
viene restituita all'interessato), non ripetibile e speciale (in questi casi viene
trattenuta dal farmacista).
Al momento della spedizione (così
viene definita la dispensazione dei
farmaci prescritti) il farmacista appone sulla ricetta il timbro della farmacia, annotando il costo dei medicinali
e la data.
La ricetta mutualistica è valida a tutti gli
effetti per tre mesi su tutto il territorio
nazionale, ma la dispensazione è a carico
del Servizio sanitario solo nella regione di
emissione ed entro trenta giorni dalla data di compilazione.
Le ricette di ospedali, Asl e altre strutture pubbliche sono valide solo se il medico è identificabile dal suo timbro.
L
In quali casi si può fare da soli
Sono sempre più numerosi, però, i medicinali che possono essere acquistati in
farmacia senza necessità della ricetta: si
tratta dei farmaci di automedicazione e
dei SOP (senza obbligo di prescrizione).
Contengono principi attivi in commercio
da almeno cinque anni, con una copiosa
letteratura scientifica alle spalle e dosaggi di grande sicurezza. Per i farmaci di
automedicazione è consentita la pubblicità sui mezzi di comunicazione rivolti a
tutti i cittadini, che deve essere autorizzata dal Ministero della Sanità.
I farmaci che non richiedono ricetta sono
concepiti per un uso autonomo da parte
dei cittadini in assenza di un’attiva sorveglianza del medico. Sono però, pur
sempre medicinali, che vanno scelti e
usati con cautela, in base alle indicazioni
del farmacista e alle istruzioni contenute
nel foglio illustrativo. E non sempre si
può fare da soli: prima che questi farmaci vengano assunti da anziani, donne in
gravidanza e bambini, è sempre necessario ascoltare che cosa dice il medico.
All’automedicazione non si deve ricorrere
mai per sintomi non noti o non ben identificabili. Il medico e il farmacista sono a
disposizione per consigli e delucidazioni,
e a loro bisogna rivolgersi per qualsiasi
dubbio o incertezza.
COSA CURANO I FARMACI SENZA OBBLIGO DI RICETTA
I farmaci senza obbligo di ricetta sono destinati alla cura di disturbi che
abbiamo imparato a riconoscere per esperienza diretta e che sono di
breve durata. Sono contraddistinti da un bollino di identificazione
sulla confezione (quello riportato a fianco).
Che cosa possiamo curare con questi medicinali? Malesseri semplici,
disagi che si risolvono in pochi giorni, in alcuni casi solo poche ore: è
bene ricordare che, se i sintomi persistono dopo il trattamento con i
farmaci di automedicazione o se si ripresentano con frequenza, è necessario
consultare il medico. I più frequenti disturbi curabili con farmaci di
automedicazione sono:
✓ dolori: mal di denti, mal di testa, mal di schiena, esiti di traumi;
✓ sintomi femminili: dolori mestruali e premestruali;
✓ disturbi digestivi: digestione lenta, aerofagia, stitichezza, diarrea,
indigestione;
✓ affezioni cutanee: ferite superficiali, punture d'insetti, scottature solari,
seborrea, foruncolosi, forfora, verruche, arrossamenti, calli e duroni;
✓ disturbi circolatori: lieve insufficienza venosa, emorroidi, couperose, gonfiore
alle gambe;
✓ disturbi oculari: bruciore, arrossamento, orzaiolo, affaticamento visivo;
✓ problemi alla bocca: stomatite, gengivite, screpolatura delle labbra;
✓ problemi respiratori: raffreddore, tosse, mal di gola, catarro, influenza,
raffreddore da fieno.
21
di sana pianta
Un’amica per la pelle
LA CALENDULA
fiori di colore giallo-arancio della
calendula sono stati usati a scopo
curativo per secoli, e ancora oggi i
princìpi attivi in essi contenuti vengono
utilizzati per la loro azione antiinfiammatoria, lenitiva, idratante e decongestionante della pelle: da qui l’impiego più
diffuso, per uso esterno nel trattamento
locale di ferite e ulcere, lievi ustioni, eritemi solari, eczemi, geloni. Presenti in diversi tipi di preparazioni a uso cosmetico,
possiedono anche la proprietà di ridurre
la ritenzione idrica.
I princìpi attivi della calendula vengono
anche utilizzati in campo oftalmologico
nel trattamento delle congiuntiviti e delle cheratiti erpetiche, e in quello odontostomatologico per la cura delle affezioni
di denti e gengive: non a caso sono un
ingrediente di diversi dentifrici.
I preparati a base di calendula vengono
anche impiegati, meno frequentemente,
per uso interno, come coadiuvanti nel
I
LA CARTA DI IDENTITA’
NOME BOTANICO: Calendula
officinalis.
FAMIGLIA: Compositae.
DOVE CRESCE: in Europa e nel
Nord America, coltivata come
pianta ornamentale nei giardini.
Fiorisce in tarda primavera e in
estate.
QUALI PARTI SI USANO: i fiori,
raccolti fin dall’inizio della
fioritura.
CHE COSA CONTIENE: triterpeni
(acido oleanolico, calenduloside B),
sesquiterpeni, flavonoidi, steroli,
polisaccaridi, glicosidi, un olio
volatile, acido clorogenico.
22
trattamento di disturbi del tratto gastrointestinale quali gastriti, ulcera peptica e colite ulcerosa, o per fluidificare la
secrezione biliare; ma si dimostrano utili
anche contro gli spasmi e per regolarizzare il ciclo mestruale: già nell’antichità
si riteneva che preparati a base di calendula, somministrati alle donne - specialmente se anemiche - una settimana prima della data presunta delle mestruazioni, ristabilissero il corso normale del ciclo, diminuendone molti disturbi tra cui,
in particolare, quelli dolorosi.
Le proprietà della pianta sembrano essere dovute soprattutto alla presenza di
composti triterpenici: tra questi, il calenduloside B, che oltre a un marcato
effetto antiulcera possiede anche una
certa azione sedativa.
Un antiinfettivo naturale
Viene attribuita alla calendula, inoltre,
un’attività di potenziamento delle difese
immunitarie, confermata da prove di laboratorio e anche da rilievi sull’organismo umano: polisaccaridi isolati dai fiori
della pianta hanno dimostrato di stimolare in un tipo di globuli bianchi (i granulociti) la capacità di inglobare e digerire i microrganismi.
Ma non è solo per questa azione che si
considera la pianta utile contro le infezioni: alla calendula vengono riconosciute infatti proprietà antibatteriche, antifungine, antivirali e antiparassitarie, in
parte confermate da esperimenti di laboratorio in cui vari estratti della calendula
sono risultati attivi non solo contro alcuni batteri ma anche contro virus come
quello dell’herpes e quello responsabile
dell’Aids.
Sempre in laboratorio, si è visto che i
principi attivi della calendula favoriscono
la cicatrizzazione con vari meccanismi.
Per tutte queste proprietà, il trattamento
con estratti di calendula è consigliato per
uso locale nelle infiammazioni della cute
e delle mucose, e per favorire la guarigione di ferite o contusioni.
Uno studio ha evidenziato che l’uso della
calendula associata al Symphitum officinalis, per via sistemica, è in grado di ridurre in maniera significativa la sintomatologia dolorosa e favorire la guarigione
dei pazienti affetti da ulcera e gastroduodenite.
Gli effetti collaterali legati all’uso della
pianta per via esterna sono piuttosto rari: il più frequente è la sensibilizzazione a
livello della cute. L’uso per via orale è invece limitato a causa della maggiore incidenza di reazioni allergiche.
Come si utilizza
✓ Infuso da bere: 1-2 cucchiaini
da tè di fiori di Calendula in
acqua bollente per 10-15 minuti.
Il preparato così ottenuto va
bevuto tre volte al giorno.
✓ Infuso per uso topico: 1-2 g di
droga in 150 ml di acqua.
✓ Tintura per il trattamento
diretto delle ferite: estratto
liquido1:1 in alcol al 40% o 1:5
in alcol al 90%.
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È un dispositivo medico CE. Leggere attentamente le avvertenze e le istruzioni d’uso. Dep. Min. Sal. in data 23/02/2006