Rapporto industria chimica 2012-2013
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Rapporto industria chimica 2012-2013
L’INDUSTRIA CHIMICA IN ITALIA RAPPORTO 2012-2013 GIULIONATTA 1963-2013 PREMIO NOBEL In copertina: Molecola di Polipropilene - Giulio Natta, Premio Nobel per la chimica 1963 l’industria chimica in italia Rapporto 2012-2013 L’industria chimica ha affrontato, con reattività, gli ultimi 12 mesi, sempre più drammatici per l’impresa. Alla domanda interna, ormai endemicamente indebolita dai fattori penalizzanti del nostro sistema Paese - costo dell’energia, infrastrutture carenti, burocrazia soffocante - si sono sommate le incertezze politiche ed economiche del Paese e dell’Europa. Negli ultimi anni la chimica ha saputo, però, trovare la formula per fronteggiare queste condizioni di operatività quasi proibitive: la capacità di innovare, tipica del settore, ha permesso non solo di migliorare tecnologicamente prodotti e processi, ma anche di competere sui mercati esteri. Gli investimenti in ricerca hanno, in moltissimi casi, consentito di vincere la sfida dell’internazionalizzazione. Tuttavia, al settore va anche riconosciuto il merito di aver perseguito la sostenibilità in tutti i suoi aspetti. Il Rapporto sull’industria chimica in Italia 2012/2013 contiene indicazioni precise riguardo al ruolo della chimica nello sviluppo sostenibile; sviluppo che va inteso come connubio fra tre fattori fondamentali, che è importantissimo mantenere uniti: il benessere delle persone, la tutela dell’ambiente, la crescita economica. In tutti questi ambiti la chimica ha svolto e può svolgere un ruolo molto importante. La chimica, motore di innovazione, può razionalizzare l’utilizzo di risorse naturali, ridurre l’inquinamento, migliorare l’efficienza energetica delle abitazioni, dei trasporti e delle industrie, oltre che individuare e sviluppare nuove fonti di energia. La scienza e l’innovazione chimica producono ricchezza, permettendo di realizzare prodotti di sempre più elevata qualità e a minor costo, migliorando la competitività di qualsiasi settore e quindi il benessere economico di tutti. La chimica può migliorare la vita delle persone, direttamente e indirettamente: la crescita economica procura benessere, sicurezza e salute, assicurando la protezione dell’ambiente per garantire una vita sana, anche alle future generazioni. È in questo scenario che si inserisce l’attività di Federchimica, che dialoga con le istituzioni a livello nazionale ed europeo per creare il più corretto quadro normativo, da perseguire con strumenti regolatori semplici, efficaci e il meno onerosi possibili; conduce relazioni industriali con trasparenza e collaborazione fra tutte le parti sociali; segue attentamente ogni aspetto tecnico scientifico di rilevante importanza per le imprese, primo fra tutti il Regolamento REACH; si adopera per la riqualificazione di un’immagine della chimica passata, ormai ampiamente superata. In queste pagine, dunque, c’è uno scorcio che auspica una ripresa: siamo convinti che la strada per uscire dalla crisi e tornare finalmente alla crescita passi anche attraverso l’importanza dell’ industria chimica, della quale il Rapporto fornisce una dettagliata descrizione. Cesare Puccioni Presidente INDICE Prima parte L’industria chimica in Italia e nel mondo Chimica e sostenibilità un binomio di eccellenza 9 Agrofarmaci 52 Principi attivi e intermedi di chimica farmaceutica 53 Chimica fine e delle specialità 54 Ausiliari per la detergenza, tensioattivi e prodotti oleochimici 55 Lo scenario economico 11 Lo scenario europeo 19 Ambiente, salute e sicurezza 23 Ingredienti cosmetici, additivi farmaceutici e fragranze 56 Sicurezza prodotti: le recenti novità 25 Chimica per il settore alimentare 57 Chimica ed energia 27 Oli lubrificanti 58 Logistica e competitività 31 Abrasivi 59 Ricerca e innovazione 35 Smalti per ceramica, pigmenti inorganici, ossidi metallici 60 Responsible Care: il nostro impegno per lo sviluppo sostenibile 37 Adesivi e sigillanti 61 Relazioni industriali e risorse umane 41 Pitture e vernici 62 Gas tecnici, speciali e medicinali 63 Detergenti e specialità per l’industria e per la casa 64 Cosmesi 65 Farmaci di automedicazione 66 Seconda parte La chimica e i suoi settori Chimica di base organica, inorganica e tensioattivi 47 Prodotti per la salute animale 67 Materie plastiche e resine sintetiche 48 Biotecnologie 68 Chimica da fonti rinnovabili 49 Prodotti aerosol69 Agricoltura e mercato dei fertilizzanti 50 Gas liquefatti 70 Fibre artificiali e sintetiche 51 Servizi ambientali all’industria chimica 71 Appendice Federchimica: organizzazione E struttura75 5 Prima parte L’Industria chimica in Italia e nel mondo Torna all’indice > Chimica e sostenibilità, un binomio di eccellenza La sostenibilità è generalmente considerata un obiettivo prioritario per tutte le attività umane, non solo dal punto di vista industriale, ma anche dei comportamenti sociali e istituzionali. È senza dubbio positivo che la sostenibilità sia un valore condiviso e che sempre più sia riconosciuto come tale; il princìpio, però, deve essere inteso nel suo pieno significato, ovvero come la possibilità assecondare la crescita economica come elemento irrinunciabile per il benessere dell’umanità, senza incidere, in modo irreversibile, sulle risorse del pianeta. La coniugazione espressa dal concetto di sviluppo sostenibile, che a volte viene persino considerata una contraddizione in termini, è invece la strada da intraprendere per il futuro dell’umanità e della terra, nelle migliori condizioni possibili di benessere, per tutti, in ogni “Io ricordo. Se le molecole potessero parlare racconterebbero questa storia”, illustrazione. zona del pianeta. Diffondere una accezione corretta di sviluppo sosteniper il corretto accoglimento e perseguimento dello svibile per il suo perseguimento è una sfida da raccogliere luppo sostenibile da parte della comunità. L’attività di e un indirizzo da perseguire: la sostenibilità deve essere comunicazione dovrà perseguire questo obiettivo, eviinterpretata come il connubio tra le tre P (People, Planet, denziando il ruolo della chimica e dei suoi prodotti nei Prosperity) in un percorso virtuoso che non può che parsuoi tantissimi campi d’applicazione, l’attività a favore deltire dall’evoluzione tecnologica, frutto di adeguati invela salute, della sicurezza e dell’ambiente, e soprattutto la stimenti in ricerca. sua capacità di inventare nuovi processi per una miglioÈ dunque necessario guardare con attenzione a tutti gli re gestione delle risorse. “Chimica sostenibile” non è un ambiti nei quali innovazione e ricerca sono particolarossimoro, bensì la declinazione di un percorso fattibile mente importanti. e soprattutto già largamente in atto, molto più di quanLa chimica è senza dubbio uno di questi ambiti: la conto generalmente si sappia. tinua propensione all’innovazione di processi e prodotti sostenibili, adottata da tempo dal comparto, continuerà Comunicare la sostenibilità della chimica ad avere un effetto molto positivo su tutti i settori a valle, che della chimica e della evoluzione delle sue scoIl concetto di sostenibilità così inteso è senz’altro il più perte si alimentano, migliorandosi. D’altronde è evidente attuale per le iniziative di comunicazione dell’industria come ogni comunità, trovando disponibilità di servizi e chimica nei confronti di tutti i pubblici esterni, dalle istiprodotti in continua evoluzione, ma improntati alla tutetuzioni alle amministrazioni anche locali, dagli opinion la ambientale, assumerà comportamenti conseguenti. leader all’opinione pubblica, dalle università alle scuoL’accettazione della chimica è dunque imprescindibile le di primo grado. Torna all’indice > 9 Prima parte Il filone della chimica green (definizione amata dalla stampa che l’industria chimica rifiuta: la chimica è un tutt’uno, non ne esiste una buona e una cattiva) ha aperto la strada a un nuovo dibattito sulle principali testate nazionali che tornano a parlare del nostro settore in modo organico. Inoltre, la crisi economica e la disoccupazione giovanile dilagante stanno aumentando la spinta verso gli studi scientifici, che offrono maggiori sbocchi professionali. Per questo motivo il MIUR – Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, ha rinnovato il proprio impegno verso le lauree scientifiche condividendo con il sistema industriale obiettivi e strategie per la divulgazione e l’orientamento. Sono quindi diversi i fronti su cui è necessario agire, non trascurando le azioni finora svolte ma cercando invece di riempire di nuovi contenuti gli strumenti di comunicazione adottati in questi anni. Un nuovo linguaggio rivolto a “nuovi” interlocutori, almeno per la comunicazione della chimica, è quello utilizzato per scrivere il libro: “Io ricordo. Se le molecole potessero parlare racconterebbero questa storia” che Federchimica ha promosso in collaborazione con Carthusia, la casa editrice specializzata in letteratura per ragazzi. Il pubblico cui è destinato “Io ricordo” è quello dei ragazzi tra gli 8 e i 12 anni; per parlare loro di chimica in modo da coinvolgerli emotivamente e quindi incuriosirli, Sabina Colloredo, l’autrice, ha utilizzato un racconto, che non parla solo di una materia scolastica, di una scienza da cervelloni o di qualcosa di importante ma lontano anni luce dalla vita quotidiana. L’intreccio fa anzi capire che la chimica è ben altro e si trova nel linguaggio con cui si esprime il mondo, nella musica, nel tempo che passa, nella natura che ci circonda e anche in tanti oggetti che usiamo tutti i giorni. Soprattutto la chimica è dentro ognuno di noi, nei nostri ricordi, nelle nostre emozioni, nelle nostre relazioni con gli altri. Persino nell’esplosione che si scatena dentro di noi quando ci innamoriamo, esattamente come accade ai protagonisti della storia, che si incontrano e si rincorrono, si perdono e si riprendono lungo un filo infinito di reazioni personali, che di volta in volta dividono o uniscono. Il libro ha avuto un riscontro molto positivo sia presso i suoi destinatari diretti, ovvero i bambini di scuola elementare e media, i loro insegnanti e le loro famiglie, sia presso numerosi operatori nell’ambito della formazione scientifica che lo hanno da subito adottato come strumento di dialogo nuovo ed efficace. “Io ricordo” è stato infatti presentato e diffuso ad oltre mille ragazzi in occasione di incontri e letture guidate con l’Autrice ma è stato anche utilizzato come spunto per un nuovo dialogo sulla chimica nell’ambito dei principali Festival della scienza nazionali e durante le attività di divulgazione promosse dalle università. “Io ricordo. Se le molecole potessero parlare racconterebbero questa storia”, illustrazione. 10 < Torna all’indice Lo scenario economico Il contesto mondiale ed europeo La chimica mondiale, pur continuando a crescere e superando i 3.000 miliardi di euro, vive un rallentamento che coinvolge tutti i suoi settori, ad eccezione della chimica destinata all’agricoltura (fertilizzanti e agrofarmaci). Nel 2012 la produzione è aumentata del 3,2% in volume, con una performance inferiore al 2011 (+4.5%) e decisamente sottotono rispetto alla media degli anni 2000-2007 (pari al 5.1%). Evoluzione della produzione chimica per settore (var. % in volume) 2010-2011 2011-2012 Chimica di base +4.0 +2.4 Specialità chimiche +4.6 +3.9 Chimica per l’agricoltura +4.7 +7.0 Chimica per il consumo +7.3 +4.0 Totale Chimica +4.5 +3.2 Andamento della produzione chimica mondiale (var. %) 15 10 Crescita media annua 2000-2007 5 I paesi emergenti, come già accennato, non sono rimasti immuni dal rallentamento, compresa la Cina che rappresenta oggi il primo produttore chimico mondiale con una quota pari al 27% circa. Il gigante asiatico ha avviato la transizione verso un modello di crescita meno dipendente dall’export e maggiormente incentrato sui consumi; tuttavia il processo di cambiamento sarà lento e graduale. Non necessariamente, peraltro, comporterà una minore attivazione di chimica; basti pensare all’elevato contenuto di chimica presente nei consumi durevoli (automobili, Ripartizione della produzione chimica mondiale per area geografica (%) Altri Europa 4% America Latina 5% 0 -5 -10 gono buone in quanto la domanda sarà alimentata non solo dal proseguimento della crescita nei paesi emergenti, ma anche dall’affermazione dei principi dello sviluppo sostenibile. L’industria chimica, infatti, ha un ruolo centrale nella ricerca e messa a punto di tecnologie per l’uso efficiente delle risorse, ad esempio per ridurre i consumi energetici e l’impatto ambientale dei settori clienti e degli utilizzatori finali. Nei paesi avanzati questo si tradurrà in una crescita dei consumi di chimica in valore, a causa del maggiore contenuto tecnologico dei prodotti chimici, ma in parte anche in volume, per effetto della presenza crescente di prodotti chimici nei manufatti finali. Giappone 6% Altri 4% Cina 27% 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 Fonte: American Chemistry Council In chiave prospettica sono emersi timori che tale rallentamento non consista soltanto in una parentesi congiunturale, ma nel passaggio a un periodo caratterizzato da una minore forza propulsiva della domanda di chimica per effetto dell’ingresso dei paesi emergenti in una fase di sviluppo più matura. In realtà le prospettive di medio periodo per l’industria chimica mondiale riman- Torna all’indice > USA 14% Altri Asia 19% Unione europea 20% Fonte: Cefic, 2011 11 Prima parte Evoluzione della produzione chimica mondiale per area geografica (var. % in volume) 2010-2011 2011-2012 Unione europea +1.0 -1.5 - Germania -0.4 -2.0 - Francia +1.4 -0.9 - Italia -2.4 -5.3 USA +1.5 +2.9 Altri +6.1 +4.5 Mondo +4.5 +3.2 Fonte: elaborazioni e stime su dati American Chemistry Council, Cefic, UIC, Istat elettrodomestici, mobili). La fase di maggiore debolezza sembra, in ogni caso, alle spalle e il nuovo pacchetto di misure, approvato dal Governo e destinato prevalentemente alle infrastrutture, stimolerà la domanda di chimica. In controtendenza rispetto alle altre aree, negli USA la produzione chimica si è rafforzata nel corso del 2012 (+2.9% a fronte del +1.5% del 2011) beneficiando, in primis, della ripresa del settore immobiliare e delle costruzioni. L’accesso, grazie a nuove tecnologie di estrazione, a vaste disponibilità di gas naturale “intrappolate” nei depositi sabbiosi (shale gas) rappresenta un possibile sviluppo energetico. La crescente disponibilità di shale gas, infatti, aiuta a tenere basso il prezzo del gas naturale americano, sganciandolo dal prezzo del petrolio. Per l’industria chimica americana, che attualmente riveste una quota di produzione mondiale pari al 14%, questo comporta opportunità sia dal lato dell’offerta, grazie all’utilizzo dell’etano (derivato del gas naturale) come materia prima, sia dal lato della domanda, poiché il vantaggio di costo favorisce nuovi investimenti nei settori clienti. D’altro canto, bisogna tenere conto che gli impianti petrolchimici alimentati a gas producono etilene, e, in misura minore, propilene, ma comportano, rispetto agli impianti europei alimentati a virgin nafta (derivato del petrolio), una minore disponibilità di altri prodotti, come il butadiene e gli aromatici, materie prime fondamentali per importanti filiere chimiche. L’Unione europea riveste un ruolo di primo piano nel panorama chimico mondiale, con una quota sulla produzione complessiva pari a circa il 20%. Il settore gode di un surplus commerciale consolidato, che nel 2012 ha raggiunto i 50 miliardi di euro con un aumento di ben Prezzo della virgin nafta (prezzi spot in E) 800 700 600 500 400 300 200 100 2008 2010 2012 Prezzo degli organici di base (prezzi contratto in E, indice 2000) 210 190 15 170 150 10 130 110 5 90 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 Petrolio (Brent) Gas naturale (Henri Hub) Fonte: elaborazioni su EIA 12 2006 230 20 0 2004 Fonte: ICIS, INSEE Prezzo del petrolio e del gas naturale negli USA ($ / milione di BTU) 25 2002 70 50 2002 2004 2006 2008 2010 2012 Fonte: ICIS, INSEE < Torna all’indice Lo scenario economico 9 miliardi sul 2011, complice anche la debolezza della domanda interna. L’intera area è entrata nuovamente in recessione per effetto delle politiche fiscali restrittive attuate contemporaneamente in quasi tutti i paesi e di un generale clima di incertezza. La produzione chimica europea ha subito un arretramento dell’1.5% nel 2012 (dopo un 2011 in crescita, +1%, ma non certo brillante) e, al momento, non emergono segnali di svolta. I maggiori produttori europei mostrano performances diversificate, soprattutto in funzione dell’intensità di contrazione della domanda domestica. Il riemergere di focolai di crisi (Cipro, Slovenia) e la scarsa compattezza a livello politico europeo generano cautela negli acquisti e tendono a prolungare una situazione di domanda interna cedente, particolarmente penalizzante in due importanti settori clienti della chimica come l’automobile e le costruzioni. Nonostante il rallentamento mondiale e la recessione europea, il 2012 si è caratterizzato per costi delle materie prime molto volatili ma comunque su livelli elevati. La congiuntura internazionale in graduale miglioramento sosterrà le quotazioni del petrolio e non consentirà alleggerimenti nelle pressioni sui margini delle imprese chimiche attive in Italia, alle prese con una domanda, interna ed europea, ancora fiacca che ostacolerà l’adeguamento dei prezzi di vendita. Andamento e prospettive della chimica in Italia L’industria chimica italiana, con un valore della produzione pari a 52,8 miliardi di euro nel 2012, si conferma il terzo produttore europeo, dopo Germania e Francia, e il decimo a livello mondiale. Il settore, con 2.800 imprese e 113 mila addetti, rappresenta il 6% circa dell’intero fatturato dell’industria manifatturiera nazionale ed è il quarto esportatore italiano dopo meccanica, metallurgia e alimentare. Il 2012 si chiude con un calo della produzione pari al 2.8% in valore, sostenuto dall’aumento dei prezzi (+2.5%) a fronte di una contrazione più marcata in termini di volumi (-5.3%). Il settore risente del crollo della domanda di chimica in Italia (-4.2% in valore) diffuso, anche se con intensità diverse, a praticamente tutti i settori clienti, compresi quelli legati ai consumi finali (detergenti, cosmetici, alimentare, imballaggio oltre ad alcune tipologie di pitture e vernici) che negli anni passati avevano risentito meno della crisi. Gli ultimi mesi dell’anno avevano mostrato segni di stabilizzazione della domanda, pur su livelli depressi, ma le difficoltà politiche hanno impedito un consolidamento, innescando una nuova fase di decumulo delle scorte da parte dei clienti. La caduta della domanda interna si è riflessa anche sulle importazioni, in calo nel 2012 del 2.3% a valore, e ha portato con sé il miglioramento del deficit commerciale, che si attesta a 10,3 miliardi di euro rispetto agli 11,6 miliardi del 2011. L’export si conferma Torna all’indice > in crescita (+1.6% in valore) nonostante il calo del mercato europeo (-0.7%) e un generale rallentamento della domanda mondiale, trainato dalla forte espansione nei mercati extra-europei (+5.8%) e dai settori della chimica fine e specialistica (+5.0%). Si tratta di un risultato importante, tenuto conto che l’export rappresenterà una leva centrale per sostenere l’attività chimica in Italia nei prossimi anni e che, già dal 2013, si prospetta un rafforzamento della domanda mondiale e almeno una stabilizzazione a livello europeo. In un contesto di grave difficoltà dell’industria italiana, la chimica, pur soffrendo la crisi di importanti settori clienti, è complessivamente solida e non evidenzia segni di declino irreversibile. Nonostante le marcate pressioni La chimica in italia nel 2011 - 2012 (miliardi di euro) Chimica 2011 2012 Var. Produzione 54,3 52,8 -2.8% Domanda interna 65,9 63,1 -4.2% Importazioni 36,5 35,6 -2.3% Esportazioni 24,9 25,3 +1.6% Saldo commerciale -11,6 -10,3 -1.9 Addetti (migliaia) 113,8 113,2 -0.5% Chimica e farmaceutica 2011 2012 Var. Produzione 80,0 79,0 -1.2% Domanda interna 95,4 91,8 -3.7% Importazioni 55,7 55,4 -0.5% Esportazioni 40,2 42,6 +5.8% Saldo commerciale -15,4 -12,8 +2.6 Addetti (migliaia) 177,9 176,3 -0.9% Fonte: Federchimica, Istat Var. % dell’export chimico nel 2011-2012 +1.6% Totale export +5.8% Export extra-UE Export intra-UE -0.7% Chimica fine e specialità Chimica di base e fibre +5.0 0.0% Fonte: Istat 13 Prima parte sui margini, in presenza per tutti gli anni Duemila di forti rincari nei costi delle materie prime e debolezza/contrazione della domanda interna, la redditività caratteristica, pari al 6%, è decisamente superiore alle media manifatturiera (4%). L’incidenza delle sofferenze bancarie sui prestiti, pur essendo in leggero aumento dall’inizio della grande recessione (+1.6 punti percentuali da inizio 2009), è la più bassa nel panorama industriale italiano (3.6% a fronte del 12.4% medio a fine 2012) e segnala che le cessazioni di attività non sono diffuse. La restrizione creditizia normalmente non colpisce direttamente le imprese chimiche, solide dal punto di vista patrimoniale e finanziario, ma agisce indirettamente aggravando il problema dei ritardati pagamenti della clientela e dei rischi di insolvenza. Significativi miglioramenti sono attesi – in particolare lungo alcune filiere come quelle legate alle costruzioni e alla sanità – dal recente provvedimento per il pagamento di una parte dei debiti arretrati della pubblica amministrazione. Redditività caratteristica (ROI in %, anno 2012) Industria chimica 6.0 Industria manifatturiera 3.6 14 Distribuzione della produzione in Italia (%, anno 2012) Imprese a capitale estero 36% Fonte: stime Federchimica Note: medio-grandi gruppi italiani definiti in base a vendite mondiali superiori a 100 milioni di euro 2.0 Fonte: Banca d’Italia Note: chimica inclusa farmaceutica La chimica vede la presenza bilanciata di imprese a capitale estero (36% del valore della produzione), mediograndi gruppi a capitale italiano (26%) e PMI italiane (38%). Le imprese a capitale estero rappresentano una risorsa importante per il settore, anche perché la loro presenza è radicata sul territorio comportando spesso attività di ricerca in Italia e flussi di export. La crisi ha indotto un ridimensionamento della presenza estera molto limitato: la quota in termini di addetti chimici è calata soltanto di due punti percentuali in quattro anni. Medio-grandi gruppi italiani 26% Incidenza delle sofferenze sui prestiti bancari (%) Gen 2009 Totale Industria Dic 2012 La capacità dell’industria chimica di resistere in un contesto economico e industriale così problematico discende dal percorso di cambiamento intrapreso con decisione da molte imprese a partire dagli anni Duemila (in qualche caso anche prima) e fondato su due pilastri: ricerca e orientamento ai mercati esteri. Inoltre, il settore, essendo caratterizzato da risorse umane altamente qualificate (quota di laureati pari al 19%) ed elevati investimenti materiali e immateriali, riesce, meglio di molti altri, a difendersi dall’aggressività dei paesi emergenti. Piccole e medie imprese italiane 38% Fonte: Prometeia, Analisi dei settori industriali Industria Gen 2009 chimica Dic 2012 Caratteristiche e mutamenti della chimica in Italia 3.6 3.6 12.4 Tenendo conto dei gruppi industriali, la dimensione media di impresa sfiora i 50 addetti e testimonia l’esistenza di un nucleo abbastanza ampio di realtà dotate della massa critica necessaria ad affacciarsi sul mercato internazionale e affrontare la sfida impegnativa della ricerca. La classifica dei principali gruppi chimici a proprietà italiana evidenzia numerose realtà, sconosciute al grande pubblico, ma spesso leader nel loro segmento di specializzazione, a livello europeo se non addirittura mondiale e, in misura prevalente, dotate di presenza produttiva internazionale. Nella chimica, inoltre, anche le PMI sono imprese avanzate dal punto di vista tecno- < Torna all’indice Lo scenario economico logico, come dimostra la produttività del lavoro superiore del 75% rispetto alla media delle PMI industriali. La chimica è un settore ad elevata intensità di ricerca. La quota di addetti dedicati alla R&S, pari al 4.3%, è più che doppia della media manifatturiera (1.9%). Nel corso degli anni Duemila, in un contesto di accresciuta concorrenza internazionale e di esplosione nei costi delle materie prime, molte imprese chimiche, anche piccole e medie, hanno rafforzato la ricerca al fine di aumentare il contenuto tecnologico dei prodotti, sottrarsi a una competizione incentrata solo sui fattori di costo e difendere i margini. In 10 anni la quota di imprese chimiche attive nella ricerca è aumentata di 10 punti percentuali e ha raggiunto il 48%, una quota più che doppia della media industriale (23%) e superiore anche a settori high tech come la farmaceutica e l’elettronica (44%). In effetti, in ambito europeo, la chimica italiana è secon- I 50 principali gruppi chimici italiani Risultati 2012 (milioni di euro) 1. Versalis Vendite Produzione mondiali in Italia 6.416 4.878 26. Montefibre Vendite Produzione mondiali in Italia 180 0 2. Gruppo Mossi & Ghisolfi 2.195 299 27. 3V Partecipazioni industriali 173 104 3. Gruppo Mapei 2.176 753 28. Indena/Gruppo IdB Holding 168 137 4. Radici Group 1.089 652 29. Mirato 163 163 5. Gruppo Bracco 845 589 30. Inver 161 107 6. COIM Group 714 390 31. Gruppo Isagro 148 118 7. Polynt Group 681 537 32. Italmatch Chemicals 148 91 8. Gruppo SOL 583 310 33. Novamont 135 135 9. Gruppo Colorobbia 575 227 34. Sabo 126 126 10. Gruppo Aquafil 501 251 35. Gruppo Chromavis 125 85 11. Gruppo S.I.A.D. 468 301 36. Sinterama 125 64 12. Gruppo P&R 462 423 37. ICR ‑ Industrie Cosmetiche Riunite 124 124 13. Gruppo Lamberti 395 266 38. Fluorsid 123 123 14. Gruppo Sapio 449 431 39. Silvateam 122 70 15. Gruppo Sipcam‑Oxon 379 170 40. Paglieri 116 116 16. ACS Dobfar 323 304 41. Zach System 116 90 17. Esseco Group 318 237 42. Gruppo Bozzetto 115 65 18. Gruppo Zobele* 317 56 43. Index 113 113 19. FIS ‑ Fabbrica Italiana Sintetici 313 313 44. Cosmint 113 113 20. Intercos Group 307 168 45. Gruppo SOL.MAR 104 104 21. Gruppo Desa 250 250 46. Bottega Verde 102 99 22. Sadepan Chimica 249 178 47. Micys Company 97 0 23. Euticals 227 158 48. Deborah Group 94 80 24. FACI 195 91 49. ICAP-SIRA Chemicals&Polymers 92 92 25. Reagens 181 85 50. Lechler 91 91 Fonte: Federchimica Note: imprese con capitale a maggioranza italiano; i valori si riferiscono ai prodotti chimici (esclusi farmaci); classifica basata sui dati forniti dalle imprese - associate e non - che hanno aderito all’indagine di Federchimica; *dati relativi al 2011 Torna all’indice > 15 Prima parte da solo alla Germania per numero di imprese attive nella R&S, oltre 800, davanti a Francia e Spagna. Questa diffusione rappresenta una ricchezza in termini di interazioni con il tessuto industriale italiano al quale la chimica, attraverso i suoi beni intermedi, trasferisce innovazione tecnologica e competitività. L’industria chimica mostra una forte e crescente vocaRicerca e sviluppo della chimica in Italia Quota di addetti dedicati alla R&S in Italia (% sul totale degli addetti) Industria chimica 4.3% Industria manifatturiera 1.9% Quota di imprese chimiche con attività di R&S in Italia (% sul totale delle imprese) Anno 2000 38% Anno 2010 48% Numero di imprese con R&S nella chimica europea Germania 1.209 Italia 827 Francia 607 Spagna 560 Italia Totale Export Chimica +39% +51% Paesi UE +64% Italia +62% Paesi UE Fonte: ICE-Istat Settori della chimica fine e specialistica in avanzo commerciale (milioni di euro, anno 2012) Cosmetici 1.140 Pitture e vernici 735 Detergenti e cura casa 511 Additivi per oli lubrificanti 398 Adesivi, colle, mastici e stucchi 248 Catalizzatori 219 Antiossidanti e stabilizzanti per plastica 145 Pigmenti e smalti ceramici 114 Fonte: Istat, Eurostat, 2010 Ausiliari per tessile, carta e cuoio 90 zione internazionale, attraverso il canale dell’export e investimenti produttivi all’estero. È il comparto con la più elevata incidenza di imprese esportatrici (54%), dopo la farmaceutica, e in 10 anni la quota di export sul fatturato è aumentata di 11 punti percentuali, consentendo al settore di diventare meno dipendente da una domanda interna, in generale poco brillante e più recentemente in caduta, e di contrastare l’erosione dei margini. La performance all’export è in linea con gli altri paesi europei e persino migliore di importanti concorrenti come Francia e Regno Unito, in un contesto in cui l’Italia nel suo complesso ha, invece, perso terreno nel confronto europeo. In effetti l’Italia vanta una specializzazione in numerosi segmenti della chimica fine e specialistica che complessivamente generano un surplus commerciale prossimo ai 4 miliardi di euro. Tra questi figurano i cosmetici, le pitture e vernici, i detergenti e prodotti per la cura della casa, gli additivi per oli lubrificanti, gli adesivi. Nel contesto industriale italiano, la chimica ha un posi- Additivi per cemento 81 Preparazioni disincrostanti 77 Solventi e diluenti 56 Inchiostri da stampa 11 Evoluzione della quota di export sul fatturato nell’industria chimica 48% 37% +11 Anno 2002 Fonte: Istat 16 Performance all’export nel confronto europeo var. % 2002-11 Anno 2012 Altro 141 Totale 3.966 Fonte: elaborazioni su dati Istat zionamento avanzato anche in termini di internazionalizzazione produttiva. Infatti, la quota di addetti delle imprese a capitale italiano impiegati nelle filiali estere raggiunge il 21% a fronte del 17% nel totale dell’industria manifatturiera. Sono circa 130 le imprese chimiche dotate di impianti produttivi all’estero e, oltre a quasi tutti i maggiori gruppi chimici italiani, includono anche numerose realtà piccole e medie (il 70% del totale). La presenza produttiva internazionale consente di presidiare meglio i mercati esteri e talvolta anche quello nazionale, vista l’importanza di proporsi come fornitori globali, sfruttare i vantaggi di costo, soprattutto per le produzioni a minore valore aggiunto, e acquisire nuove competenze. Di conseguenza l’internazionalizzazione sostiene anche le attività in Italia, difendendo i posti di lavoro: infatti, se si considerano i maggiori gruppi chimici italiani internazionalizzati, le vendite mondiali sono superiori al livello precrisi dell’11% e la produzione in Italia è inferiore solo del 2% a valore ed è stata completamente ripristinata (o persino superata) in quasi il 70% dei casi. L’impegno profuso dalle imprese chimiche e dai loro < Torna all’indice Lo scenario economico Imprese chimiche italiane dotate di presenza produttiva all’estero 30% Medio grandi gruppi 130 imprese investitrici dipendenti per migliorare il posizionamento competitivo rischia di essere compromesso in assenza di progressi nelle condizioni esterne di competitività e, con esso, la stessa capacità di tenuta complessiva del settore. In particolare, condizioni da sempre penalizzanti, come il divario del costo dell’energia e l’inefficienza della pubblica amministrazione, diventano nella fase attuale insostenibili e richiedono interventi urgenti. Attività in Italia e nel mondo dei maggiori gruppi chimici a capitale italiano Vendite mondiali e produzione in Italia var. % 2007-2012 70% Medie e piccole imprese Vendite mondiali Fonte: elaborazioni su Istat, Reprint, anno 2010 Note: medio-grandi gruppi = vendite mondiali superiori ai 100 milioni di euro Quota di addetti nelle filiali estere delle imprese a controllo nazionale Industria chimica Industria manifatturiera Fonte: elaborazioni su dati Istat, anno 2010 Torna all’indice > 21% 17% Valore della produzione in Italia +11% -2% Quota di imprese che ha ripristinato i livelli di attività pre-crisi Vendite mondiali 83% Valore della produzione in Italia 69% Fonte: elaborazioni sui dati forniti dalle imprese che aderiscono all’indagine di Federchimica Note: analisi a campione chiuso, vendite mondiali superiori a 100 milioni di euro nel 2012 17 Lo scenario europeo L’Unione europea è in un periodo di crisi non solo economica ma anche sociale, culturale e istituzionale. Negli ultimi anni, secondo i dati raccolti dall’Eurobarometro, si è assistito ad una costante diminuzione della fiducia dei cittadini europei nei confronti dell’UE. Accanto a questo crollo della fiducia nelle istituzioni europee, che è passata dal 57% del 2007 al 33% del dicembre 2012, si è andata diffondendo un’idea negativa di Europa. Infatti, il numero di cittadini europei che percepisce in maniera totalmente negativa l’Europa è passato dal 15% del 2007 al 29% del 2012. La crisi che l’Europa sta attraversando potrebbe tuttavia essere un’opportunità per rendere l’UE più efficiente, solidale e competitiva e rilanciare un progetto che negli ultimi decenni ha garantito pace e prosperità a centinaia di milioni di cittadini europei. Non può sfuggire che, anche se troppo lentamente, le regole incomplete e asimmetriche che finora hanno disciplinato la gestione dell’euro, vengono riviste e modificate con l’obiettivo di raggiungere un maggiore coordinamento delle politiche economiche e una migliore sorveglianza dei conti pubblici. Le politiche ambientali che negli scorsi anni hanno sempre penalizzato le imprese, soprattutto manifatturiere, stanno lasciando il posto a politiche inclusive tese a fronteggiare il pericoloso effetto della disoccupazione e, in primis, della perdita di competitività del sistema industriale europeo. Gli accordi commerciali con le altre regioni del mondo vengono sottoscritti solo dopo una più attenta analisi costi-benefici (come sta accadendo nei negoziati con il Giappone e come accadrà con quello con gli USA) e non soltanto per seguire impostazioni rivelatesi troppo liberiste. Il 2012 è quindi stato, per le istituzioni europee, un anno in cui le contraddizioni di un’Unione a 27 Stati e popoli è emersa con violenza e, a tratti, con brutalità. Ma è stato anche l’anno in cui la classe dirigente europea e in parte anche quella nazionale ha finalmente preso consapevolezza che andare avanti così non é più ammissibile. L’Unione europea deve rafforzarsi e non indebolirsi. L’Unione europea deve continuare il suo percorso d’integrazione che, a termine, dovrà condurre agli Stati Uniti d’Europa. Lo hanno detto chiaramente 22 amministratori delegati di grandi aziende chimiche europee che, su proposta di Giorgio Squinzi, allora Presidente del Cefic (Associa- Torna all’indice > zione europea della chimica) hanno rivolto il 28 giugno 2012 un appello, pubblicato sul Financial Times e su Il Sole 24 Ore, con cui hanno chiesto ai 27 capi di stato e di governo un rafforzamento immediato e lungimirante dell’Unione europea. Mai, in precedenza, era accaduto che degli imprenditori o managers di aziende chimiche sentissero l’urgenza di rivolgersi, in quei termini, ai responsabili istituzionali europei. Anche il Presidente di Federchimica ha ribadito questa richiesta di rafforzamento delle istituzioni UE nei vari incontri che ha avuto nel 2012 con diversi rappresentanti italiani a Bruxelles. Le imprese chimiche, attraverso le proprie associazioni di rappresentanza, sono compatte e determinate quando chiedono la promozione di una politica industriale forte, coesa e che verta su una rinnovata attenzione verso la competitività del settore manifatturiero. Il Cefic ha molto insistito su questo punto nel 2012, incalzando le istituzioni europee. Federchimica, dal canto suo, ha sostenuto il Cefic ed ha svolto un attento ruolo di mediazione, visti i consolidati rapporti istituzionali instaurati, nello specifico, con il Commissario italiano all’Industria (nonché Vice Presidente della Commissione europea) Antonio Tajani e la Presidente italiana della Commissione Industria, Ricerca ed Energia del Parlamento europeo, Amalia Sartori e con la Vice Presidente Patrizia Toia. L’esito di queste azioni, peraltro positivamente accolte da quasi tutti gli eurodeputati italiani delle diverse realtà politiche, ha dato vita ad una serie di misure a favore delle PMI, come mai si era visto prima. Innanzitutto, non va dimenticato che l’obbligo di pagamento dei crediti alle imprese da parte delle amministrazioni pubbliche è nato da una Direttiva approvata a Bruxelles nel 2011 che, a partire dal 2012, ha spiegato il suo effetto giuridicamente vincolante costringendo molti stati reticenti a pagare, in tempi ragionevoli, i propri fornitori. Questa Direttiva, recepita in Italia in extremis, è stata il frutto di un lavoro congiunto tra le diverse istituzioni europee (Commissione, Parlamento, Consiglio) e permetterà, in molti stati (tra cui l’Italia), di liberare ingenti somme, altrimenti scandalosamente bloccate. Questo è uno degli esempi di come da Bruxelles possono arrivare non solo oneri amministrativi, ma anche norme che obbligano i governi nazionali ad essere più corretti ed efficienti nei rapporti con i loro cittadini. 19 Prima parte Una maggiore attenzione per il mondo industriale è emersa anche durante le discussioni che hanno riguardato il nuovo programma europeo per la ricerca e lo sviluppo “Horizon 2020”, all’interno del quale si è dato maggiore spazio all’opportunità di incrementare e sostenere l’innovazione industriale e la competitività del sistema produttivo europeo. Oltre 80 miliardi di euro saranno messi a disposizione per gli anni 2014-2020 per progetti di ricerca, sviluppo e innovazione. Negli ultimi anni, l’Italia è diventata una contributrice netta dell’UE con un disavanzo che nel 2011 ha toccato i 6 miliardi. Questa situazione, dovuta anche all’incapacità di spendere tutti i fondi allocati al nostro Paese, sta gradualmente cambiando e, di recente, sono stati recuperati molti fondi europei. Nel 2012, ad esempio, solo per un progetto su 52 non si è riusciti ad utilizzare i fondi allocati dall’UE per una perdita di soli 33,3 milioni di euro rispetto ai 9,2 miliardi spesi tra l’ottobre 2011 e il dicembre 2012. Nel 2012 sono iniziati i negoziati per definire il quadro finanziario pluriennale 2014-2020 ossia il bilancio europeo per i prossimi sette anni. Fino ad oggi si è trattato di negoziati complessi, aggravati dalla crisi economica e finanziaria, nei quali si sono confrontati non solo gli interessi a volte divergenti dei vari Stati europei, ma anche i diversi livelli di ambizione delle tre istituzioni europee coinvolte. Sebbene (al momento in cui questo capitolo viene scritto) non si sia ancora raggiunto un accordo interistituzionale definitivo, emergono delle prospettive positive per la spesa in competitività industriale che verrebbe aumentata a circa 125 miliardi di euro rispetto ai 91 miliardi del periodo 2007-2013. Più nello specifico, per quanto riguarda le imprese operanti nel settore chimico ci sono stati diversi provvedimenti le cui conseguenze positive (anche se non risolutive) si vedranno a breve. Primo fra tutti è da salutare con favore la decisione di non modificare il Regolamento REACH (Registrazione, Valutazione e Autorizzazione) inerente le sostanze chimiche. Non era affatto scontato, considerando che molti Stati membri (soprattutto del Nord Europa) e diversi europarlamentari avrebbero preferito cambiare il testo legislativo per introdurvi norme più stringenti su nanomateriali, miscele chimiche e interferenti endocrini. Si tratta quindi di un risultato molto significativo, raggiunto grazie anche al contributo dato al dibattito da Federchimica. Una decisione molto importante maturata nel corso nel 2012, su spinta del Vice Presidente Antonio Tajani, è stata quella di ridurre le tariffe richieste dall’ECHA (Agenzia europea per le sostanze chimiche) alle PMI per la registrazione delle sostanze chimiche in ottemperanza al Regolamento REACH. Le riduzioni variano in base alla dimensione dell’impresa (più consistenti per le micro imprese e meno per le medie) e consistono in diminuzioni tra il 35% e il 95% delle tariffe per la registrazione delle sostanze e tra il 25% e il 90% per la loro autorizzazione. Sempre con riferimento al Regolamento REACH, la Commissione europea si è impegna- 20 ta a migliorare e razionalizzare le linee guida esistenti e a garantire una maggiore organizzazione e trasparenza dei gruppi per l’identificazione e lo scambio d’informazioni sulle sostanze chimiche (SIEF). Il Commissario europeo per l’Industria, Antonio Tajani, e la Direzione generale (DG) Impresa da lui coordinata, si stanno adoperando, con determinazione ed efficacia, per riportare al centro dell’agenda europea la politica industriale ed in particolare il settore manifatturiero. Questi due assi sono stati anche al centro della Comunicazione sulla politica industriale pubblicata dal Commissario Tajani il 10 ottobre 2012, nella quale il comparto chimico è indicato come un settore strategico nel quale l’Europa deve poter continuare ad essere leader mondiale. Nella stessa direzione di promozione del sistema produttivo, vanno le decisioni di sottoporre vari settori industriali a dei fitness check per verificare l’impatto complessivo delle normative europee su un comparto produttivo. L’obiettivo finale di queste analisi incrociate è di comprendere come si potrebbe rendere più snello, efficiente e coerente l’insieme delle normative che ricadono su un settore. Allo stesso modo, attraverso la consultazione pubblica aperta a tutti i cittadini europei (imprese incluse) sulle 10 normative più onerose per le PMI, la DG Impresa ha cercato di comprendere le difficoltà delle aziende europee per semplificare, laddove possibile, la legislazione comunitaria. Proprio rispetto a questa consultazione, che ha individuato il Regolamento REACH come la normativa europea più complessa, si sono espressi anche i capi di stato e di governo dei 27 Stati membri che, in sede di Consiglio europeo, hanno chiesto alla Commissione europea di fornire, entro giugno 2013, delle proposte concrete su come semplificare il quadro regolatorio in cui operano le PMI e di completare quanto prima il mercato interno. Queste non sono le sole iniziative portate avanti dal Commissario Tajani a favore del settore manifatturiero e delle PMI. Particolare attenzione è stata data alle tecnologie avanzate di produzione, ai bio prodotti, alle tecnologie chiavi abilitanti (ossia nanotecnologie, biotecnologie, micro e nano elettronica, fotonica), all’edilizia sostenibile, alle materie prime, alle reti intelligenti e ai veicoli puliti. Per tutti questi ambiti, evidenziati all’interno della Comunicazione sulla politica industriale (già in precedenza citata), sono state promosse diverse attività. Sono stati, ad esempio, creati dei gruppi di lavoro specifici per settore con il coinvolgimento diretto di rappresentanti dell’industria e di tutte le parti sociali interessate per discuterne le opportunità e criticità o ancora sono state pubblicate delle comunicazioni contenenti misure concrete per agevolare lo sviluppo dei singoli settori. Per quanto riguarda le PMI è stata data particolare attenzione alla disponibilità di finanziamenti attraverso ad esempio il programma COSME (Programma per la competi- < Torna all’indice Lo scenario europeo tività delle imprese e delle PMI) che prevede 2.5 miliardi di euro di finanziamenti per le PMI e l’approvazione di un regolamento sui fondi di venture capital. Nel corso del 2012, la Commissione europea ha pubblicato anche la sua visione per lo sviluppo futuro e la salvaguardia delle risorse idriche in Europa ed il VII programma d’azione per l’ambiente che sarà il testo giuridico di riferimento per la futura politica ambientale europea. Anche in queste occasioni è emersa una maggiore attenzione al coordinamento e all’attuazione della politica ambientale esistente piuttosto che alla creazione di nuove normative, che rischierebbero di aggiungere inutili oneri burocratici a svantaggio delle imprese europee. Si tratta di un’impostazione cara al Commissario per l’Ambiente Janez Potocnik, sempre molto attento alla reale efficacia delle politiche europee e ai costi ad essi collegati. Il rafforzamento del mercato interno è sicuramente un mezzo importante per proseguire nel processo di avvicinamento tra gli Stati europei. Nonostante la crisi economica e i suoi effetti su molti paesi membri, le valutazioni del mercato interno europeo e delle performance nel campo dell’innovazione non hanno dato risultati troppo negativi. Dalla valutazione del mercato interno, pubblicata a febbraio 2013, appare chiaro che gli Stati membri hanno ottenuto il miglior risultato in quindici anni nel recepire le norme UE nel diritto interno. La percentuale delle Direttive non recepite nei tempi dovuti negli ordinamenti nazionali è diminuita dal 6.3% del 1997 al livello record dello 0.6%. Particolarmente brillante è stata la prestazione dell’Italia che, in sei mesi, ha ridotto il suo deficit di recepimento dal 2.4% allo 0.8%. Meno lusinghiero è, invece, il primato del nostro Paese per il numero di procedure d’infrazione avviate dalla Commissione europea (67 rispetto alla media europea di 31). Ambiente e fiscalità restano i due ambiti in cui si registrano il maggior numero di infrazioni. Nel corso del 2012, sono migliorate anche le prestazioni generali europee nell’innovazione, ma è aumentato il divario tra Stati membri. Svezia, Germania, Finlandia e Danimarca hanno registrato performance molto al di sopra della media UE, mentre l’Italia si è collocata prima tra i paesi moderatamente innovatori, ossia con prestazioni al di sotto della media. Per la prima volta, la Commissione europea ha deciso di valutare anche le prestazioni dei sistemi giuridici dei 27 Stati membri, poiché la loro efficienza è fondamentale non solo per garantire i diritti civili dei cittadini ma anche per consentire lo sviluppo degli investimenti e delle attività economiche. I risultati di questo primo esercizio non sono completi, poiché non tutti i paesi europei hanno fornito dati sul loro sistema giuridico, ma si tratta sicuramente di un’analisi che potrà essere utile anche per il sistema imprenditoriale europeo. L’Italia, in base a que- Torna all’indice > sto primo studio parziale, non è certamente virtuosa per la durata dei procedimenti e il numero di casi pendenti. Interessante notare come il nostro Paese sia al penultimo posto per numero di giudici ogni 100.000 abitanti, mentre compaia al primo per il numero di avvocati. L’Unione europea è innanzitutto un’unione di popoli. Nel luglio del 2013 i croati diventeranno nuovi cittadini europei, con diritti e doveri previsti dal Trattato di Lisbona. I lettoni, nel gennaio nel 2014, entreranno a far parte della zona-euro e i polacchi decideranno se adottare l’euro entro il 2016. Certamente c’è anche chi, come il governo inglese del Primo Ministro David Cameron, vuole rinegoziare e “rimpatriare” alcune competenze devolute negli anni alle istituzioni comunitarie anche se, a detta di molti, l’operazione porterebbe enormi svantaggi per gli inglesi, e avrebbe conseguenze abbastanza ridotte per gli europei. Tuttavia, in questo quadro in perenne mutazione, Federchimica, nei numerosi incontri avuti a tutti i livelli nel 2012 con gli interlocutori istituzionali a Bruxelles ha sollevato tanti interrogativi, pronta a fornire possibili soluzioni con position papers e suggerimenti puntuali. Ad esempio, come affrontare le questioni legate al cambiamento climatico? Con gli orizzonti incerti e costosi per le imprese della Commissaria danese al Clima, Connie Hedegaard che non vuole riconoscere che il sistema di scambio di emissioni di CO2 non è seguito da nessuna delle grandi potenze mondiali e quindi varrebbe forse la pena rivedere quello imposto alle sole imprese europee? Oppure con il pragmatismo del Commissario tedesco all’Energia Günther Oettinger e del Commissario italiano all’Industria, Antonio Tajani secondo cui occorre, soprattutto in questo momento, abbattere i costi per le imprese europee e non aumentarli? Come coniugare le aspirazioni di alcuni Stati europei che vorrebbero vietare l’utilizzo di nanotecnologie e nanomateriali o eliminare dal commercio ogni oggetto fatto in plastica? Come sconfiggere l’idea, purtroppo ancora condivisa da qualche eurodeputato, che la manifattura debba essere spostata in paesi in via di sviluppo e non restare più in Europa? L’Unione europea, con le sue differenze di popoli e quindi anche di visioni, deve risolvere, giorno dopo giorno, queste importanti divergenze. Il ruolo delle associazioni di rappresentanza nazionali ed internazionali deve essere quello di stimolare le istituzioni. È esattamente l’obiettivo che Federchimica si è posta. In diverse occasioni, alcuni eurodeputati italiani e dirigenti della Commissione europea hanno partecipato a riunioni “ad hoc” nella sede milanese della Federazione, a diretto contatto con i rappresentanti delle aziende associate. È anche grazie a questo genere di attività e alle campagne di informazione portate avanti da Federchimica e dalle associazioni nazionali ed europee della chimica, che sta maturando nei cittadini europei una visione più realistica e meno stereotipata dell’industria chimica. 21 Prima parte Come dimostra anche un’inchiesta realizzata dall’Eurobarometro, i cittadini europei si stanno rendendo conto della pervasività della chimica nella nostra vita quotidiana e della centralità del settore per promuovere l’innovazione a tutti i livelli. Infatti, secondo il 69% dei cittadini UE non sarebbe possibile eliminare completamente le sostanze chimiche dalla nostra vita e secondo il 75% la chimica è coinvolta nella maggior parte dell’innovazione industriale. È importante sottolineare inoltre che è aumentata la consapevolezza sulla sicurezza delle sostanze chimiche. Per il 61% dei cittadini europei le sostanze sul mercato oggi sono più sicure rispetto a 10 anni fa. Il 2013 sarà un anno in cui la prospettiva europea potrebbe notevolmente mutare. Non solo per le imminenti elezioni in Germania, ma anche per una serie di scadenze istituzionali che si avvicinano. Infatti, nel 2014 sarà rinnovato il Parlamento europeo con l’elezione diretta da par- 22 te dei cittadini europei dei 751 eurodeputati e sarà rinnovato anche il Collegio dei Commissari che mantiene il potere esclusivo di proposta legislativa. Una nota positiva per quanto riguarda i rappresentanti italiani a Bruxelles è data dal fatto che, a differenza di quanto accaduto nelle precedenti legislature, si è drasticamente ridotto il numero di eurodeputati italiani che hanno abbandonato il loro seggio a Bruxelles per ricoprire incarichi nazionali o locali. Questa è la prova di una maggiore consapevolezza del ruolo e dei risultati che possono essere ottenuti solo con professionalità e una conoscenza approfondita delle dinamiche istituzionali e politiche dell’UE. Toccherà certamente ai cittadini europei e alle imprese chiedere una maggiore conoscenza di quanto viene fatto a Bruxelles e con quali obiettivi, eliminando così il vizio (comune a molti stati) di utilizzare le elezioni europee come semplice indicatore del gradimento che il governo nazionale trova tra gli elettori. < Torna all’indice Ambiente, salute e sicurezza Ambiente Per quanto concerne la normativa nazionale relativa alla tutela dell’ambiente, nel 2012 ci si è concentrati soprattutto nell’elaborazione di proposte volte ad una significativa semplificazione di alcune disposizioni, soprattutto in relazione alle bonifiche. Su questa tematica, nello specifico, purtroppo il pacchetto di modifiche proposte che avrebbero portato ad una effettiva revisione della disciplina dettata dal Titolo V della Parte IV del Codice Ambientale ha subito una vera e propria frammentazione in vari provvedimenti (Decreti Legge “Salva Italia”, “Semplificazioni” e “Crescita”) e solo alcune proposte sono state accolte; fra queste ultime, l’articolazione dei progetti di bonifica per aree o fasi temporali, con adozione di tecnologie innovative. Molto resta ancora da fare per arrivare ad un quadro normativo semplificato e in grado di non ostacolare le attività produttive, di re-industrializzazione o riconversione industriale che devono necessariamente affiancare gli interventi di bonifica. Una grande occasione persa per il Legislatore, in tema di semplificazione, è stata l’adozione del Decreto ministeriale 161/2012 relativo alla gestione delle terre e rocce da scavo: un provvedimento molto atteso dalle imprese perché avrebbe dovuto chiarire e codificare le condizioni alle quali gestire tali materiali come sottoprodotti anziché come rifiuti, ma che ha invece introdotto tante e tali complicazioni (basti pensare all’introduzione di un nuovo documento di trasporto diverso da quello normalmente usato per il trasporto delle merci) da rendere la sua applicazione estremamente onerose per gli operatori. Su un altro fronte, anche per dotarsi di uno strumento di dialogo con il Ministero dell’Ambiente in vista del recepimento della Direttiva 2010/75/UE (la cosiddetta Industrial Emissions Directive, che andrà a sostituire la Direttiva IPPC), Federchimica ha attivamente partecipato ai lavori di Confindustria per elaborare il documento “Valutazione comparativa della disciplina di Autorizzazione Integrata Ambientale a livello europeo e nazionale: effetti sullo sviluppo industriale del Paese”, presentato Torna all’indice > dal Presidente di Confindustria in una apposita conferenza stampa il 6 marzo 2013. L’analisi, che mette a confronto le esperienze nazionali ed europee, fornisce un esempio concreto della correlazione tra ambiente e politica industriale. Dai dati raccolti e dalle analisi fatte emerge che in Italia l’attuazione della disciplina sulle emissioni comporta per le imprese costi amministrativi e burocratici più elevati rispetto ai principali paesi dell’Unione europea, a causa delle tempistiche più lunghe e dei maggiori oneri. Inoltre la disciplina europea in materia ambientale viene spesso recepita, nel nostro Paese, in maniera più restrittiva rispetto ai parametri europei (limiti di emissioni, sanzioni, oneri e tariffe a carico delle imprese). Obiettivo del documento, in vista del già richiamato recepimento della Direttiva IED, è di chiedere un quadro normativo ambientale allineato agli standard europei e di conseguire una decisa semplificazione delle procedure. Altro tema centrale, nel panorama della normativa ambientale, ha continuato ad essere il sistema informatico SISTRI per la tracciabilità dei rifiuti, che, istituito nel dicembre 2009, da quasi tre anni ormai prosegue la sua odissea di rinvii e modifiche. Nel 2012 c’è stata la pubblicazione di un Decreto ministeriale in materia e la sospensione dell’operatività del Sistema fino, al massimo, al 30 giugno 2013. Il Ministero dell’Ambiente ha annunciato l’intenzione di far partire in maniera scaglionata il SISTRI, a partire dall’1 ottobre 2013 per i produttori di rifiuti pericolosi e dal 3 marzo 2014 per i produttori di rifiuti non pericolosi. Naturalmente Federchimica lavorerà al fianco di Confindustria per favorire la messa a punto da parte del Ministero di un sistema realmente in linea con l’operatività delle imprese. A livello europeo, il settore chimico ha seguito con attenzione gli sviluppi e poi la pubblicazione della nuova Direttiva “Seveso III”, relativa agli impianti a rischio di incidente rilevante: la Commissione europea ha presentato la propria proposta di Direttiva nel dicembre 2010, l’iter di approvazione è proseguito per l’intero 2011 e si è concluso con la pubblicazione del provvedimento il 24 luglio 2012. Sebbene l’obiettivo della revisione fosse solo un 23 Prima parte allineamento della normativa Seveso alla nuova classificazione delle sostanze e miscele disciplinate, sulla base del Regolamento CLP (Regolamento UE 1272/2008), il testo ha suscitato un ampio dibattito fra le istituzioni europee e gli stakeholder a causa di alcuni appesantimenti proposti rispetto alla normativa vigente, fra i quali, in primis, la possibilità di un ampliamento di rilievo degli impianti assoggettati a questa disciplina. Sul dossier, così come sulla revisione della Direttiva relativa agli standard di qualità ambientale (EQS), Federchimica ha presentato le proprie posizioni a Bruxelles, in collaborazione con l’associazione europea Cefic. Infine, un’importante attività è stata condotta insieme a Cefic per iniziare ad affrontare, come settore chimico, il tema della biodiversità. Ne è nata una pubblicazione dal titolo “Biodiversity and Ecosystem services – What are they all about?” che vuole essere una semplice e pratica guida per le imprese che vogliono iniziare a confrontarsi con questo tema. Salute e sicurezza nei luoghi di lavoro Dando seguito alla lettera circolare del luglio 2011, il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali ha pubblicato il Manuale operativo “Criteri e strumenti per la valutazione e la gestione del rischio chimico negli ambienti di lavoro ai sensi del D. Lgs. n. 81/2008 e smi, (Reg. (CE) n. 1907/2006, Reg. (CE) n. 1272/2008 e Reg. (UE) n. 453/2010)”, approvato dalla Commissione consultiva permanente per la salute e sicurezza sul lavoro il 28 novembre 2012. Il documento è stato redatto dal Comitato 9 “Agenti chimici, fisici e biologici” della Commissione consultiva permanente, di cui Federchimica è componente, per fornire uno strumento utile alle imprese che devono adempiere agli obblighi relativi alla corretta gestione degli agenti chimici pericolosi sul luogo di lavoro. All’interno del 24 documento viene inoltre affrontato il tema della possibile contemporanea presenza di valori limite di esposizione definiti dalla normativa nazionale e internazionale (VLE) e quelli derivanti dagli scenari di esposizione predisposti ai sensi del Regolamento REACH (DNEL); questa tematica è stata oggetto di un workshop, ampiamente partecipato, che si è svolto in Federchimica il 4 ottobre 2012 e verrà trattata in posizioni che si stanno preparando a livello europeo. Con riferimento agli Accordi della Conferenza Stato Regioni relativi alla formazione in tema di salute e sicurezza di lavoratori, preposti, dirigenti e datori di lavoro che svolgono il ruolo di RSPP, il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, in accordo con le Regioni, ha sancito un secondo Accordo (25 luglio 2012) per fornire chiarimenti e precisazioni in merito alle attività di formazione previste. Federchimica, inoltre, ha dato puntuale informazione e assistenza in merito alla pubblicazione dell’Accordo Stato Regioni concernente l’individuazione delle attrezzature di lavoro per le quali è richiesta una specifica abilitazione degli operatori; tale accordo, oltre ad elencare le attrezzature, indica le modalità per il riconoscimento dell’abilitazione, l’individuazione dei soggetti formatori, la durata, gli indirizzi e i requisiti minimi di validità della formazione. A livello europeo, la Commissione continua a valutare la revisione della Direttiva cancerogeni e mutageni 2004/37/CE riflettendo inoltre sul possibile inserimento degli agenti reprotossici: su questa eventualità anche Cefic ha pubblicato una posizione, condivisa da Federchimica. Stanno inoltre iniziando a circolare anteprime di un possibile quarto elenco di valori indicativi di esposizione professionale, mentre a livello nazionale sono stati recepiti i valori stabiliti dalla terza lista dal Decreto del 6 agosto 2012. < Torna all’indice Sicurezza prodotti: le recenti novità Sul fronte del Regolamento REACH (Registration, Evaluation, Authorization, Restriction of Chemicals) il 2012 non è stato caratterizzato da scadenze riguardanti la registrazione, ma ha visto la piena applicazione delle nuove disposizioni per le Schede Dati di Sicurezza e contemporaneamente il prosieguo delle attività in relazione all’implementazione degli altri regolamenti riguardanti la sicurezza prodotti. Il Regolamento REACH Il processo di autorizzazione delle SVHC (Substance of Very High Concern) L’Autorizzazione è una delle nuove procedure previste dal REACH. Scopo dell’Autorizzazione è quello di assicurare che i rischi connessi all’uso delle sostanze estremamente problematiche (Substances of Very High Concern), siano adeguatamente controllati e che le stesse siano progressivamente sostituite (ove economicamente e tecnicamente possibile) con altre più sicure. L’Autorizzazione si applica solo ed esclusivamente alle sostanze incluse nell’Allegato XIV del REACH e non è vincolata ai quantitativi; tale allegato è stato aggiornato nel febbraio del 2012 con l’inserimento di otto nuove sostanze che vanno a sommarsi alle sei precedentemente inserite. Anche la lista di sostanze candidate all’autorizzazione “Candidate List” è stata aggiornata e attualmente comprende 138 sostanze. Attività in relazione alla Valutazione delle sostanze Il processo di Valutazione, che viene effettuato dagli Stati membri, ha lo scopo di chiarire se l’uso di determinate sostanze non possa rappresentare un rischio per la salute umana e/o per l’ambiente tale da richiedere maggiori informazioni ai dichiaranti ed eventualmente proposte di misure di gestione dei rischi (es. possibile restrizione, possibile classificazione come sostanze SVHC, etc.). Nel corso del 2012 è stato pubblicato il primo CoRAP (piano d’azione a rotazione a livello comunitario) contenente 90 sostanze che saranno valutate in ambito REACH nell’arco del triennio 2012-2014. Il CoRAP è soggetto ogni anno ad aggiornamenti. Torna all’indice > Attività funzionali relative alla prima revisione del Regolamento Nel giugno del 2012 la Commissione europea avrebbe dovuto presentare una serie di valutazioni inerenti l’attuale stato di applicazione del Regolamento REACH. Tali valutazioni dovevano essere raccolte in una relazione da presentare al Parlamento e al Consiglio europeo ma sono state posticipate al 2013 e costituiranno la base di lavoro per le future attività in materia di REACH. Le Schede Dati di Sicurezza (SDS) A dicembre 2012 è terminato il periodo di deroga previsto per l’adozione delle disposizioni del Regolamento 453/2010 per le miscele. Ne consegue che, tutte le SDS dei prodotti, siano essi sostanze o miscele, immessi sul mercato, ad oggi devono essere redatte in base al nuovo formato. Permangono le problematiche relative alla lettura ed applicazione di quanto previsto dagli scenari espositivi allegati, ove previsto, alle SDS. Federchimica nel corso del 2012, con un’apposita task force, ha predisposto un aggiornamento della Collana Editoriale del Comitato Sicurezza Prodotti dal titolo “Come valutare le (e)SDS e decidere le azioni conseguenti” allo scopo di aiutare le imprese associate, nella lettura della SDS e, dove previsto, degli scenari espositivi derivanti dalla registrazione REACH. Tale argomento rivestirà in futuro sempre maggior importanza soprattutto con l’avvento delle prossime registrazioni e la necessità di trasferire le informazioni pervenute tramite gli scenari, nella catena di approvvigionamento. Il Regolamento CLP L’1 dicembre 2012 ha visto terminare il periodo di proroga per la riclassificazione ed etichettatura, secondo CLP, delle cosiddette “sostanze a scaffale” (cioè quei prodotti immessi sul mercato prima dell’1 dicembre 2010 e che si trovano sugli scaffali dei grossisti/rivenditori). Si ricorda difatti che l’1 dicembre 2010 è entrato in vigore l’obbligo di applicazione, per le sostanze, dei nuovi criteri previsti per la classificazione e l’etichettatura introdotti dal Regolamento 1272/2008/CE (cosiddetto Regolamento CLP). 25 Prima parte L’applicazione dei criteri di classificazione ed etichettatura CLP per le miscele è invece obbligatorio a partire dall’1 giugno 2015. Le imprese hanno quindi dovuto rivedere le classificazioni delle sostanze in base ai criteri CLP e predisporre etichette di pericolo, nelle quali sono stati inseriti pittogrammi di pericolo in sostituzione dei simboli previsti dalla precedente normativa, così come le nuove indicazioni di pericolo e i nuovi consigli di prudenza. Il Regolamento CLP è soggetto ad aggiornamenti in relazione ai criteri di classificazione; a dicembre 2012 è diventato obbligatorio applicare quanto previsto dal primo di questi aggiornamenti in riferimento alle sostanze; tale applicazione ha comportato un aggravio della classificazione di alcune sostanze. Il Regolamento Biocidi Nel giugno del 2012, dopo tre anni dalla proposta della Commissione di revisione della Direttiva 98/8, si è arrivati alla fine dell’iter e il nuovo Regolamento (Regolamento 528/2012) è stato pubblicato. Tale Regolamento, che riguarda l’immissione sul mercato e l’uso dei biocidi, presenta numerosi aspetti di miglioramento rispetto alla Direttiva ma ha suscitato, nel corso del 26 2012, molte perplessità per via della difficile interpretazione di alcuni articoli. Le novità introdotte riguardano, ad esempio, la possibilità di presentare una domanda di autorizzazione all’ECHA che permetta di immettere un prodotto contemporaneamente in tutti gli stati dell’Unione europea, nuove disposizioni per gli articoli trattati e una migliore gestione della condivisione dei dati. Nel corso del 2012 il gruppo di lavoro biocidi ha analizzato il Regolamento e predisposto un documento guida, a supporto delle imprese, di prossima pubblicazione. Attività di supporto di Federchimica Federchimica nel corso del 2012, tramite il Comitato Sicurezza Prodotti, ha organizzato, oltre a numerosi gruppi di lavoro e task force specifici, tre importanti eventi. Uno relativo ai materiali innovativi a contatto con alimenti che ha riscosso notevole successo e due conferenze “Sicurezza Prodotti” che hanno visto la partecipazione di circa 600 partecipanti. La prima si è tenuta in marzo ed è stata specifica sul REACH; l’altra, dal titolo “Come gestire la complessa fase di evoluzione legislativa sui biocidi” in ottobre. < Torna all’indice Chimica ed energia Le politiche europee in tema di energia e clima È importante analizzare gli sviluppi riguardanti la politica europea in tema di energia e clima, per i loro effetti sui singoli paesi. La politica europea, soprattutto quella climatica, è da tempo caratterizzata dalla volontà di costituire un esempio per il resto del mondo, per arrivare ad un vero accordo internazionale, con obiettivi condivisi ed impegni generalizzati. Si può dire che nel 2012 le speranze dell’Unione Europea siano state frustrate: gli USA, con lo shale gas, hanno mostrato come si possano ottenere risultati molto rilevanti, in termini di riduzione delle emissioni di gas serra, con una linea diversa e autonoma rispetto all’UE; le prospettive di un accordo internazionale di politica climatica continuano ad allontanarsi, o addirittura a rivelarsi poco realistiche, come dimostrato dagli esiti della COP 18 di Doha, a seguito dei quali l’obiettivo attuale è la definizione di un accordo per il 2015, che però potrà essere operativo non prima del 2020. Nel frattempo stanno emergendo problematiche connesse con qualche difficoltà nel disegno complessivo delle politiche europee; al di là di quelle relative all’Emissions Trading System europeo precisate in seguito, vanno menzionate anche quelle difficoltà ancora non risolte dei criteri di sostenibilità delle fonti rinnovabili per i trasporti e quelle emergenti per la gestione operativa e le conseguenze economiche delle fonti rinnovabili per la produzione di energia elettrica. I dubbi sulla sostenibilità delle fonti rinnovabili per il trasporto, cosiddette di prima generazione, hanno portato a limitare al 5% il loro contributo agli obiettivi al 2020, senza né rivedere l’obiettivo totale del 10%, né indicare come esso possa essere assicurato, dato lo stadio ancora iniziale delle generazioni successive alla prima (nonostante l’esistenza di promettenti esempi a livello industriale, questa volta anche nel nostro Paese, come dimostrato dall’esperienza di Mossi & Ghisolfi a Crescentino in Piemonte). Lo sviluppo (ancora diseguale nei vari Paesi) delle fonti Torna all’indice > rinnovabili elettriche pone nuove condizioni di stress per le reti di trasmissione e distribuzione, e richiede profondi interventi sulle stesse, molto più velocemente di quello che si riesca a fare, con la necessità di realizzare sistemi di stoccaggio dell’energia elettrica, e inoltre pone il problema di come sostenere i notevoli costi delle politiche di incentivazione (sulla fiscalità generale, cosa che in tempi di crisi è ancora meno agevole, o sui consumatori di energia, con le conseguenti scelte fra i consumatori domestici e l’industria e, all’interno di questa, come proteggere l’industria energy intensive). Inoltre, lo sviluppo inevitabile delle fonti rinnovabili per l’energia elettrica evidenzia un paradosso riguardo al modello di mercato unico alla base degli obiettivi delle politiche europee: al di là della lentezza con cui si procede verso il mercato unificato, con una situazione di collegamenti ancora insufficienti tra le aree isolate di mercato, ci si rende conto che importanti quote del prezzo totale effettivo dell’energia elettrica sono soggette alla regolazione, e non al mercato, come per esempio gli oneri di trasporto e distribuzione, gli oneri di incentivazione, e le componenti fiscali; si ricorda infatti che l’energia incentivata, remunerata al prezzo di mercato, entra nel mercato a prezzo zero. È un risultato di fatto sconsolante, se paragonato alle attese sul futuro mercato dell’energia, per superare una situazione iniziale in cui tutto era regolato: la regolamentazione di parti importanti del prezzo dell’energia elettrica è destinata a rimanere impermeabile alle condizioni di mercato. A titolo di esempio dei paradossi che si realizzano, si citano le discussioni in Italia sui meccanismi di capacity payment, che, invece di intervenire su situazioni di insufficiente disponibilità di capacità, devono risolvere i problemi derivanti dall’eccedenza di capacità disponibile di origine fossile (ad es. i cicli combinati a gas), “spiazzata” dalla produzione eolica e fotovoltaica. La politica europea sull’efficienza energetica, infine, è destinata ad aggiungere altre incognite, dovute alle possibili differenze nell’implementazione nazionale della direttiva europea 2012/18/CE (pubblicata ad ottobre), con la varietà delle possibili forme degli obiettivi da raggiungere (consumi primari, consumi finali, insufficiente distin- 27 Prima parte zione tra efficienza e risparmio energetico, possibili limiti nei valori assoluti dei consumi con il conseguente effetto di freno alla crescita). I problemi dello schema europeo di Emissions Trading In relazione allo schema europeo di Emissions Trading (EU ETS), si sta sviluppando una discussione innescata dalla discesa dei prezzi delle quote di emissione (EUA). I prezzi delle quote, dopo aver toccato livelli anche di 30 E/t CO2, sono progressivamente discesi fino a livelli inferiori a 5 E/t CO2. Andamento recente del prezzo delle quote di emissione (EU ETS) €/t CO2 EUA, mercato a termine prezzi settimanali 8 6 5 4 3 2 1 50 51 52 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 Settimane 2012-2013 NordPool ECX Fonte: elaborazioni GME su dati Thomson Reuters Alla base della discesa dei prezzi vi è il progressivo accumularsi di un surplus di quote, dopo la restituzione e cancellazione di quelle corrispondenti alle emissioni verificate. Ciò ha effetti negativi: sugli interessi del trading finanziario, i cui utili sono proporzionali al livello di prezzo delle quote; sui possibili ricavi (in calo) che gli Stati membri possono ottenere dalla vendita all’asta delle quote; sulle possibilità di finanziare tecnologie di riduzione delle emissioni di gas serra costose e che ancora non hanno dimostrato la loro fattibilità come le tecniche di CCS (Carbon Capture and Sequestration), per le quali si era fatta una sorta di “scommessa” su un alto livello di prezzo delle quote, per poterle adeguatamente finanziare. Si ricorda che l’obiettivo garantito da un sistema cap & trade è quello di assicurare che le emissioni del sistema regolato non superino il cap fissato: il livello di prezzo che si realizza per il raggiungimento dell’obiettivo dipende da 28 Nel caso della discussione sull’opportunità di intervenire sull’EU ETS per risollevare i prezzi delle quote, sembra sia stato dimenticato che l’obiettivo della riduzione delle emissioni corrispondente al cap fissato è comunque garantito, e quindi anche per questo non si giustificano interventi esterni. L’argomento dell’industria manifatturiera è che intervenire dall’esterno su uno strumento di mercato, anzi scelto esattamente per questo, è una contraddizione. Inoltre esistono dubbi (anche tra i proponenti) sulla capacità della proposta (sottrazione “temporanea” di quote) di risollevare i prezzi; un effetto del genere si potrebbe ottenere da un’eliminazione di quote a titolo definitivo, il che però sarebbe equivalente ad aumentare l’obiettivo di riduzione delle emissioni al 2020, cosa che richiederebbe un intervento legislativo sulla direttiva 2009/29/ CE e sarebbe in contrasto con la decisione dell’Europa di rendere più ambizioso l’obiettivo di riduzione solo in presenza di un accordo globale sulle politiche climatiche. 7 0 vari fattori, quali la disponibilità e il costo delle tecnologie di abbattimento, la “severità” dell’obiettivo, il livello di attività economica, l’esistenza di altri strumenti di policy con obiettivi simili (è il caso, in Europa, dell’obiettivo sull’impiego di fonti rinnovabili, che ha avuto l’effetto di ridurre l’impiego di fonti fossili e la domanda di quote). In ogni caso, lo stabilirsi di un basso livello di prezzi dovrebbe essere considerato coerente con la funzione di minimizzazione del prezzo propria di uno strumento di mercato. Nonostante tale decisione, esistono posizioni favorevoli all’adozione di ambiziosi obiettivi di politica climatica per il 2030 (anche senza un accordo globale): ad esse si deve il tentativo di proporre come impegni europei stringenti e incondizionati per il 2030 quelli che sono semplicemente le conseguenze a medio termine degli impegni che si dovrebbero adottare in caso di un accordo globale per il 2050. Impegni d’altronde inefficaci se adottati solo dall’Europa, che per di più contribuisce solo per un decimo alle emissioni globali di gas serra. In tema di Emissions Trading la posizione dell’industria chimica europea, in linea con tutta l’industria manifatturiera, è di considerare che correzioni allo schema siano da applicare solo dopo il 2020. Le correzioni partono dall’analisi delle cause delle attuali problematiche dell’EU ETS: tra le maggiori, secondo l’industria, ci sono la riduzione di attività produttiva indotta dalla pesantissima e perdurante crisi economica, e i criteri di assegnazione gratuita delle quote, scollegati dalla produzione effettiva, che hanno contribuito a determinare l’eccesso di quote sul mercato. L’industria propone un criterio dinamico di assegnazione delle quote, in grado contemporaneamente di legarle alla produ- < Torna all’indice Chimica ed energia zione effettiva e di rispettare il cap stabilito per il totale delle quote in circolazione. Tale criterio eliminerebbe un meccanismo perverso indotto dall’assegnazione con riferimenti “storici” che, stabilendo di fatto un arbitraggio tra produzione industriale e vendita di quote, costituisce una barriera per la produzione ed un incentivo implicito alla delocalizzazione della produzione industriale europea. Con il legame alla produzione effettiva (assegnazione ex-post), non si potrebbero infatti ottenere quote per la produzione mancata, mentre ciò accade con il sistema vigente. È anche criticabile l’uso, di fatto discrezionale da parte degli Stati membri, di non utilizzare i proventi generati dalla vendita di quote, che sarebbero meglio impiegati nel sistema stesso, che ha il pregio di essere un riferimento comune a livello europeo. Infine, una revisione dello schema di Emissions Trading dovrebbe risolvere un problema di efficienza nella definizione del campo di applicazione, che include troppi impianti poco significativi dal punto di vista del loro contributo alle emissioni regolate. Molto eloquenti sono i dati seguenti: il 75% degli impianti dello schema contribuisce al 5% delle emissioni regolate, il 40% degli impianti dello schema contribuisce al 2% delle emissioni regolate. Gli sviluppi in Italia Evidentemente, le considerazioni fatte per l’Europa hanno un’influenza significativa anche per l’evoluzione italiana. Tra gli sviluppi registrati nel 2012 ce ne sono alcuni positivi. Tra essi si ricorda soprattutto: la definizione della SEN (Strategia Energetica Nazionale), poi pubblicata nel 2013, l’avvio di un mercato per il gas. Il lato positivo della SEN è che, dopo oltre un quarto di secolo, si ha finalmente un documento di riferimento in cui sono trattati gli aspetti rilevanti per una politica energetica. L’avvio del mercato del gas ha consentito di eliminare quasi del tutto il significativo differenziale del prezzo del gas sul mercato italiano, rispetto al resto d’Europa. In prospettiva, dovrebbe ridursi il peso delle poco flessibili condizioni dei contratti TOP (take or pay) a favore del mercato spot, in questo periodo favorevole per il consumatore. Tra gli elementi non positivi, la perdurante mancanza di una regolamentazione del cosiddetto “settore non ETS”, rilevante in quanto sotto la diretta responsabilità del governo, dopo che il settore ETS ne è uscito con Torna all’indice > le modifiche dell’EU ETS dopo il 2012. Un primo tentativo di sistemare la tematica risale alla Delibera CIPE 123/2002, pubblicata a marzo 2003, con riferimenti quantitativi presto diventati obsoleti. Si può dire che il bisogno di regolamentazione risale a 10 anni fa; nel 2012 è stato fatto un tentativo di aggiornamento della Delibera citata, con una bozza di testo circolata, ma senza risultati ufficiali. Nel settore gas si segnala l’assoluta necessità per il Paese di dotarsi di infrastrutture quali i terminali di rigassificazione per approfittare dell’esportazione di shale gas dagli USA, dove questa fonte per i bassi prezzi sta spiazzando le altre (petrolio e carbone). Le criticità della politica delle rinnovabili È difficile dire che gli sviluppi impetuosi delle fonti rinnovabili per l’energia elettrica, soprattutto nel 2011 e 2012, siano stati il frutto di una politica lucida; essi sono stati piuttosto il risultato dell’assenza della stessa, e si è trattato quindi di sviluppi disordinati e alla fine controproducenti, tranne che per i percettori degli ingenti sussidi derivanti dagli incentivi. Come si vede dai dati in tabella, l’energia elettrica prodotta dalle Fonti Rinnovabili, dal 2011 al 2012, è passata da 83 a 92,5 TWh (nonostante una riduzione dell’energia idroelettrica di circa 4 TWh, da 45,8 a 41,9 TWh). Le due maggiori energie incentivate, eolica e fotovoltaica, sono passate da 9,86 a 13,9 TWh (eolica) e da 10,8 a 18,8 TWh (fotovoltaica). La potenza installata fotovoltaica è passata da 12,77 a 16,35 GW, mentre solo qualche anno prima si riteneva quasi impossibile arrivare all’obiettivo di 8 GW. Il disordinato sviluppo citato ha contribuito in modo determinante a portare gli oneri indiretti a carico dei consumatori di energia elettrica a oltre 12 miliardi di euro annui, una cifra che pesa come un macigno sulla competitività di moltissime imprese in Italia, e che rende particolarmente difficili gli interventi di ridistribuzione interna a favore dei consumatori industriali particolarmente esposti, interventi comunque decisi e previsti (vedi art. 39 del cosiddetto Decreto sviluppo). Le maggiori critiche che possono essere formulate alla politica seguita, di fatto, in Italia, in termini di incentivi alle Fonti Rinnovabili fotovoltaiche è che non risultano giustificabili incentivi maggiori di quelli stabiliti in Germania (paese meno favorito dalle condizioni di insolazione), e tantomeno risulta giustificabile la precoce installazione di impianti per rispettare gli obiettivi al 2020, con la prospettiva che essi diventino obsoleti (tecnicamente ed economicamente) man mano che si avvicina la scadenza. 29 Prima parte Impianti a fonti rinnovabili in Italia: Prima stima 2012 Edizione 28/02/2013 Potenza Efficiente Lorda (MW) 2008 2009 2010 Idraulica 17.623 17.721 17.876 Eolica 3.538 4.898 5.814 Solare 432 1.144 3.470 Geotermica 711 737 772 2 Bioenergie 1.555 2.019 2.352 Totale FER 23.859 26.519 30.284 2011 18.092 6.936 12.773 772 2.825 41.399 20121 18.200 7.970 16.350 772 3.800 47.092 Potenza Efficiente Lorda (GWh) Idraulica Eolica Solare Geotermica Bioenergie2 Totale FER 2008 41.623 4.861 193 5.520 5.966 58.164 2009 49.137 6.543 676 5.342 7.557 69.255 2010 51.117 9.126 1.906 5.376 9.440 76.964 2011 45.823 9.856 10.796 5.654 10.832 82.961 20121 41.940 13.900 18.800 5.570 12.250 92.460 Consumo Interno Lordo CIL3 (GWh) FER/CIL % 353.560 16 333.296 21 342.933 22 346.368 24 336.249 27 Fonte: GSE (Gestore Servizi Energetici) 30 < Torna all’indice Logistica e competitività Strategie e obiettivi La logistica è un’opportunità per la crescita perché rappresenta una leva strategica di intervento, non solo in termini micro-economici per la competitività dei singoli player ma anche in senso macroeconomico per lo sviluppo generale e territoriale, in termini di PIL, valore aggiunto e occupazione. I tre diversi Piani della Logistica che nel 1999, 2004 e 2011 si sono succeduti sono sostanzialmente molto simili, anche nel fatto di non essersi mai concretizzati. Occorre un patto tra manifattura e supply chain perché quest’ultima è parte integrante del prodotto manifatturiero e del made in Italy. La supply chain deve rappresentare il vero valore aggiunto nella produzione e nella vendita; le aziende italiane, per vincere, devono fare lobby cioè reti di impresa integrate, abbandonando l’illusione dell’autonomia così fortemente radicata nel nostro tessuto industriale. Nel frattempo il settore della logistica chiude il 2012, così come era cominciato, con fatturati in calo, aziende in sofferenza, numero di addetti in diminuzione e, anche per il prossimo futuro, le aspettative rimangono pessimistiche. Le rilevazioni di Confetra (Confederazione che raccoglie le imprese di trasporto, della spedizione, della logistica e del deposito delle merci) indicano che il 2012 si è chiuso con il segno meno per tutti i settori: il trasporto su gomma ha fatto registrare una diminuzione dei volumi di traffico intorno al 5% rispetto al 2011, quello su rotaia del 4.8%, quello aereo del 5.8% e anche le direttrici navali hanno mostrato una contrazione nell’ordine del 3/5%. Unico dato positivo, destinato a crescere, è quello relativo agli “Express Courier” che lavorano con aziende attive nell’e-commerce e che si è consolidato intorno a un +2% su base annua. I risultati negativi registrati non sono legati solo alla contrazione generale dell’economia ma anche all’assenza di una politica di sviluppo del comparto della logistica nel nostro Paese penalizzata da storture di sistema Torna all’indice > (dimezzato in cinque anni il trasporto merci su rotaia, 27 Autorità portuali che si fanno concorrenza o frammentano l’offerta, aeroporti non competitivi) che richiedono interventi urgenti orientati a logiche di semplificazione e liberalizzazione dei processi. La logistica è una cartina al tornasole del sistema produttivo nazionale e per guadagnare in efficienza e capacità produttiva occorre trovare un nuovo modello di business per i suoi attori: non più semplici trasportatori di merci ma veri e propri partner per le imprese. Tutto ciò comporta: l’integrazione reciproca delle modalità di trasporto e la loro connessione al territorio; l’omogeneità complessiva dell’offerta logistica e infrastrutturale; la promozione di sistemi di comunicazione, gestione e controllo informatici; l’armonizzazione sistematica dei processi di produzione, stoccaggio e trasporto; la gestione ottimale dei problemi dell’ultimo miglio; lo sviluppo generalizzato della professionalità. La situazione italiana è caratterizzata da una inefficienza logistica stimata intorno al 2.5% del PIL che rappresenta una tassa pesante sul nostro sistema economico con ulteriori ripercussioni indirette per un totale di perdite indotte valutate fra 10 e 30 miliardi di euro. Una politica responsabile deve quindi prevedere un modello unitario che organizzi una rete multilivello, funzionale alle logiche d’area geografica o di filiera. Tale politica andrebbe indiscutibilmente ad integrarsi (pur restando in un’ottica di sistema) con i “Piani regionali di sviluppo territoriale”, anche riqualificando le opere portuali o di ultimo miglio e aggiornando il quadro normativo per gli interporti. Le linee operative per questa politica devono fare convergere più sistemi economici, amministrativi ed infrastrutturali. Sono quindi da favorire, lato offerta, le forme di unione imprenditoriale, incentivando d’altra parte i sistemi di aggregazione della domanda. Parallelamente si renderanno necessarie infrastrutture portanti di buona 31 Prima parte capacità (in termini di tonnellate/mezzo), con nodi adatti al cambio modale nei punti di maggiore valenza logistica. Sono poi da incentivare le iniziative di sviluppo dei sistemi di trasporto intelligenti a rete (ITS) che gestiscano le inefficienze di coordinamento nel trasporto attraverso la diffusione delle TIC (Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione). I sistemi di trasporto intelligenti offrono il vantaggio di assicurare soluzioni innovative per favorire il decongestionamento delle reti di trasporto, attraverso la fornitura di informazioni puntuali e aggiornate relative a condizioni del traffico, percorsi meno trafficati e mezzi alternativi più celeri. Possono inoltre concorrere al riequilibrio tra le diverse modalità di trasporto, in modo da privilegiare quelle maggiormente compatibili sotto il profilo ambientale che costituiscono elemento decisivo per la riduzione del consumo di energia e delle emissioni inquinanti (attualmente il trasporto su strada produce il 72% delle emissioni di anidride carbonica di tutto il comparto dei trasporti). È infine da valutare la necessità della formazione di player logistici nazionali per lo sviluppo dell’intermodalità. Un altro tema, di grande attualità in Italia, è quello relativo ai costi minimi dell’autotrasporto, di cui alla L. 4 agosto 2010, n. 127 che ne ha esteso l’applicazione anche ai contratti scritti, mascherati come costi di sicurezza ma in realtà vere e proprie tariffe obbligatorie in contrapposizione ai principi di libero mercato a cui si richiama la normativa comunitaria. Per denunciarne l’illegittimità, sono stati presentati i ricorsi della committenza al Tar del Lazio che il 15 marzo u.s. ha rinviato alla Corte di Giustizia europea il giudizio sui medesimi. Quello che risulta da un’analisi comparata delle legislazioni nei principali paesi europei, condotta da uno studio legale di Bruxelles per conto di Confindustria, è che in materia di tutela della sicurezza della circolazione delle merci, ai fini dell’applicazione di costi minimi per sconfessare ogni legame normativo tra sicurezza e costi, in tutti gli ordinamenti esaminati, misure di costi minimi o tariffe a forcella sono considerati ad alto rischio di infrazione alle regole generali del diritto della concorrenza. In Francia, per esempio, il corrispettivo del trasporto, pur non contenendo riferimenti specifici alla sicurezza, risponde a una serie di categorie di costi identificate dal legislatore, in un quadro quindi di liberalizzazione regolata il cui punto di merito, sulla base di determinati elementi prestabiliti per legge (costo del carburante, pedaggi, ammortamento del veicolo, costi di viaggio del conducente, etc.) è la valorizzazione dei costi di esercizio di un’impresa di auto- 32 trasporto a cui il committente si richiama per convenire sulla remunerazione del servizio di trasporto offerto. Il diritto tedesco, invece, dopo l’abrogazione del regime tariffario nel 1998, è di chiara matrice liberale, con le parti libere di determinare il prezzo di trasporto come preferiscono, anche sottocosto, nel qual caso gli unici limiti alla vendita del servizio sono quelli previsti dalle norme “antitrust” e non da altri interessi pubblici quali, ad esempio, la protezione della sicurezza stradale. Allo stesso tempo però l’Ufficio federale per l’autotrasporto di merci effettua numerosi controlli (in media 600.000 verifiche l’anno contro le 20.000/25.000 del nostro Paese) per verificare il rispetto delle norme sulla sicurezza stradale in Germania, in particolare in relazione al rispetto dei tempi di guida e di riposo. In conclusione, è ragionevole pensare che, combinando sistemi di controllo come avviene in Germania con il modello francese di liberalizzazione regolata, vale a dire con un sistema di responsabilità a specchio con costi di riferimento che valgono sia per il committente sia per l’autotrasportatore, anche la mina vagante dei costi minimi in Italia verrebbe probabilmente disinnescata, finendo di essere occasione di scontro tra le parti in causa. Il trasporto delle merci pericolose e la gestione delle emergenze Il costante aggiornamento della normativa sul trasporto delle merci pericolose ha indotto Federchimica, come negli anni precedenti, a promuovere con altri partner l’edizione in lingua italiana del testo coordinato dei Regolamenti ADR 2013 (strada) e RID 2013 (ferrovia) per assistere le imprese a conformarsi al nuovo quadro normativo, e dirigerne la corretta applicazione. A entrambi i manuali è allegato un CD-Rom, per disporre della versione informatica del testo dei rispettivi due Regolamenti, comprensivo di un data-base delle merci pericolose combinato con un software di ricerca per nome, numero UN, etc. e del modello di documento di trasporto, nella versione “formulario-tipo” per il trasporto multimodale di merci pericolose, che può essere generato e stampato. Anche con riferimento alla figura del “Consulente sicurezza trasporto merci pericolose”, per il quale la normativa europea prevede il rilascio di un certificato che ne attesti la professionalità a valle del superamento di un esame, Federchimica ha promosso lo sviluppo di un software, su supporto CD-Rom, ad uso delle Commissioni d’esame e dei candidati all’esame. Il CDRom contiene i ”quiz” organizzati su < Torna all’indice Logistica e competitività domande a scelta multipla con riferimento alla normativa ADR e RID e consente tre opzioni di utilizzo: esercitazione; simulazione d’esame; esame. Tra le iniziative editoriali, va segnalata anche la rivisitazione congiunta, con il supporto di esperti del Comitato Ambiente e Territorio e del Comitato Logistica della Linea Guida Federchimica “La gestione, il trasporto e il conferimento agli impianti di trattamento dei rifiuti: indicazioni operative per le imprese produttrici”. La collaborazione tra i due Comitati ha portato alla redazione di un documento in cui si offre un quadro unitario delle differenti problematiche afferenti alla gestione dei rifiuti e ai suoi combinati adempimenti mutuati dalla normativa ambientale e da quella del trasporto. Il documento si propone in questo modo di supportare le imprese in tutte le fasi del ciclo di gestione del rifiuto: dalla produzione al trasporto, fino al conferimento agli impianti di recupero o smaltimento. Per quanto concerne in particolare la fase di movimentazione, particolare attenzione è stata posta sui criteri di classificazione del rifiuto ai fini di valutarne l’eventuale pericolosità in relazione alla disciplina del trasporto merci pericolose e quindi alle raccomandazioni del Libro Arancio delle Nazioni Unite a cui si richiamano i vari Regolamenti di settore: ADR (strada), RID (ferrovia), ADN (navigazione interna), IMDG (mare) e ICAO-IATA (aereo). Fra le attività istituzionali dell’Area Logistica di Federchimica, da sempre un posto importante è riservato alla formazione che anche nel 2012 si è realizzata con la promozione di corsi e seminari sia in sede, sia presso associazioni territoriali o imprese del sistema confindustriale per una gestione in loco. Nell’area della logistica ricadono inoltre le competenze connesse alle emergenze chimiche nel trasporto e quindi al Servizio Emergenze Trasporti (S.E.T.) per il quale nel Torna all’indice > 2012 è stato avviato un radicale processo di riorganizzazione, con il trasferimento del Centro di Risposta Nazionale S.E.T. da Porto Marghera presso SPM a Cesano Maderno presso Basf, perseguendo logiche di contenimento dei costi e di qualificazione dell’offerta, calata in un contesto allargato avente a riferimento non solo la gestione emergenze ma anche attività connesse al rischio chimico in generale. La tendenza delle Pubbliche Autorità di considerare il S.E.T., più che uno strumento operativo, un centro informativo di eccellenza sui prodotti chimici e sulle regolamentazioni che ne dirigono l’attivazione, è stata la leva per ridisegnarne il campo di applicazione, non più confinato all’area dei Vigili del Fuoco ma aperto a tutte le componenti del sistema pubblico e privato che interagiscono nella gestione dei prodotti chimici. Lo stesso “numero verde”, istituito da Federchimica per chiamate di emergenza o di supporto informativo che le imprese aderenti al S.E.T. possono riportare sulle proprie schede di sicurezza (SDS) e/o sul documento d trasporto (DDT), è una risposta concreta a questo mutato scenario con il quale il S.E.T. oggi si interfaccia. La ormai consolidata attività di cooperazione di Federchimica con il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, si è arricchita inoltre di una nuova iniziativa che si configura nei Workshop-RADAR, di cui sono già state realizzate due edizioni, rispettivamente a Milano e a Napoli, con la finalità di intercettare a livello locale, sulla base di esigenze avvertite dal sistema pubblico e privato, problematiche di prevenzione e gestione delle emergenze nella logistica chimica per fornire risposte appropriate da parte dei diversi operatori sul territorio chiamati ad agire, nell’indipendenza del ruolo, in un sistema integrato di competenze e professionalità. 33 Ricerca e innovazione La crisi economica che sta continuando a coinvolgere l’Europa ha forti ripercussioni anche sulle attività di ricerca e innovazione. Tuttavia le realtà che avevano cercato di superare la situazione negativa attraverso la ricerca hanno continuato a investire in questo settore per mantenere i risultati positivi ottenuti. Attraverso la diversificazione di prodotti, infatti, alcune imprese sono riuscite a emergere nei mercati internazionali. Parallelamente, anche il settore della ricerca pubblica si è trovato di fronte a un taglio netto dei finanziamenti: questa situazione ha portato quindi a un aumento del numero delle collaborazioni col privato, anche attraverso la partecipazione a bandi. Nonostante i diversi problemi che intervengono nelle interazioni tra i due diversi mondi, molti passi avanti sono stati fatti da entrambe le parti e molti nuovi progetti sono nati. Per supportare le imprese (soprattutto quelle non strutturate e organizzate per avere un piano di ricerca di medio e lungo termine), Federchimica prosegue con un dialogo costruttivo sia con il mondo della ricerca pubblica che con le istituzioni. Nel primo caso, rafforzando gli accordi già presenti e cercando di portare avanti azioni che permettano un dialogo sempre più semplice tra le imprese, le università e i centri di ricerca. Nel secondo caso, dato che spesso le istituzioni non offrono un reale supporto alle imprese, soprattutto dal punto di vista dei fondi per la ricerca e l’innovazione (spesso troppo difficili da richiedere e da ottenere) e della troppa burocrazia sia a livello nazionale che a livello europeo, Federchimica porta all’attenzione delle stesse istituzioni i problemi reali delle imprese e favorisce la nascita di attività concrete per migliorare il dialogo e l’utilizzo da parte dell’industria degli strumenti dei ministeri nazionali o della Commissione europea. Per incrementare la ricerca e l’innovazione sono fondamentali sia le risorse economiche sia le risorse umane qualificate. Per questo secondo aspetto, Federchimica ha proseguito il dibattito con le imprese e con le università sulla figura del dottore di ricerca, sulle sue prospettive di inserimento nel mondo del lavoro e sull’adeguatezza dei percorsi formativi alle esigenze del mondo delle imprese. Que- Torna all’indice > sto dibattito ha evidenziato un problema di coerenza tra la professionalità degli attuali dottori di ricerca – strettamente legata alla formazione ricevuta - e le esigenze dei nuovi settori di sbocco. L’assunzione di un dottore di ricerca, anziché di un neo-laureato magistrale, da parte di un’impresa dovrebbe essere basata sul riconoscimento di una superiore professionalità che possa giustificare la maggiore età del candidato all’assunzione e uno stipendio più elevato. Le caratteristiche professionali premianti sono, oltre alla preparazione tecnico scientifica, la cultura progettuale e il grado di autonomia che il dottore di ricerca deve dimostrare su un progetto di ricerca e sviluppo dell’impresa. In altri termini l’impresa può giustificare l’assunzione di un dottore di ricerca anziché di un neo-laureato magistrale, e i maggiori oneri che ne derivano sia in termini di costi immediati che di aspettative di sviluppo della persona, solo se riconosce di poter affidare al più presto alla persona stessa un progetto di ricerca da gestire con un certo grado di autonomia, con attenzione non solo agli aspetti scientifici, ma anche a quelli gestionali e organizzativi. A seguito di una condivisione di questa idea con le università, Federchimica ha affrontato la problematica anche a livello confindustriale, dove la posizione è stata approvata. Il dialogo con le università prosegue, proprio perché è fondamentale non lasciar cadere azioni che possano incentivare le attività congiunte e l’apertura alle collaborazioni tra università e imprese. Per implementare le attività di ricerca e innovazione sono poi ovviamente necessari fondi e incentivi, ottenibili e utilizzabili con regole semplici e uniformi. A livello europeo, le imprese italiane hanno tuttora difficoltà a partecipare a bandi della Commissione europea: infatti il successo del Paese nel 7° Programma Quadro per la Ricerca si attesta sempre ad un 20% scarso del totale. Dal prossimo anno la Commissione europea avvierà il nuovo programma di finanziamento “Horizon 2020”, che coprirà il periodo 2014-2020. Con tale programma l’Europa ha proposto una serie di azioni di semplificazione che dovrebbero aiutare le imprese, soprattutto le PMI, ad accedere ai fondi europei. Contemporaneamente è aperto un significativo dialogo tra le istituzioni europee sul budget dedicato alla ricerca. Sarà 35 Prima parte importante che l’Europa mantenga il budget iniziale per “Horizon 2020”, senza riduzioni e tagli: la ricerca e l’innovazione possono essere strumenti fondamentali per la crescita delle imprese e per la sopravvivenza in mercati altamente competitivi. Per promuovere la partecipazione delle proprie imprese ai bandi nazionali ed europei, Federchimica sta proseguendo un’attività di informazione e di supporto alla presentazione di progetti. Attraverso l’organizzazione di seminari operativi, Federchimica ha avviato uno specifico servizio attraverso la sua società interamente controllata SC Sviluppo chimica S.p.A. Dato che è molto importante che le imprese chimiche partecipino a questi schemi di finanziamento per aumentare la propria competitività sia a livello nazionale sia europeo, Federchimica intende supportare le proprie associate nell’identificazione di contatti internazionali e nella gestione dei progetti di ricerca. Nel nuovo programma di finanziamento si dà molta importanza alle partnership pubblico-private e alle partnership europee per l’innovazione. Questi nuovi strumenti danno luogo alla definizione delle tematiche da finanziare attraverso programmi quali “Horizon 2020”: per questo motivo la partecipazione delle imprese a queste partnership sarà fondamentale, al fine di promuovere le proprie attività in un contesto europeo e di avere la possibilità di spingere la programmazione dei futuri bandi. È sicuramente fondamentale però tenere vive anche le Piattaforme Tecnologiche: la Commissione europea intende infatti mantenere attivi questi strumenti e tenerli in considerazione per la definizione di settori cui attribuire fondi. In particolare per il settore chimico è molto importante il ruolo della Piattaforma Tecnologica europea “Suschem” (Sustainable Chemistry) e il suo rapporto con la Commissione europea. L’Italia intende rilanciare la Piattaforma italiana, perché possa portare all’attenzione anche delle istituzioni nazionali le istanze delle imprese chimiche. Il tema della chimica sostenibile è sempre più importante per le imprese e per gli stakeholders. Molte di esse infatti hanno avviato nuove iniziative di ricerca per migliorare la sostenibilità dei propri prodotti e processi. Federchimica, in collaborazione con i propri associati, ha avviato un censimento delle realtà coinvolte nella ricerca in questo settore, al fine di promuovere cooperazioni col sistema pubblico della R&S e per mostrare l’impegno delle imprese nel superamento 36 delle richieste normative per il miglioramento ambientale e di sicurezza. Sempre di più in Europa si parla di nanotecnologie e nanomateriali. Parallelamente allo sviluppo di nuovi prodotti e di tecnologie altamente innovative, si affianca però una preoccupazione, spesso immotivata, causata dalla scarsa conoscenza di questi nuovi materiali. Questo timore sta causando l’intenzione, a livello europeo, di definire normative per regolare la produzione e l’utilizzo delle nanotecnologie. A livello europeo è infatti in corso un grande dibattito sulla possibilità di produrre leggi ad hoc per i nanomateriali, considerandoli così una classe di prodotti a se stante. Al contrario, i nanomateriali sono da considerare come altri prodotti chimici e quindi le imprese sono già impegnate a valutarne l’impatto seguendo la normativa esistente (REACH, sicurezza e salute sui luoghi di lavoro, etc.). La Commissione europea ha pubblicato una definizione ufficiale, per aiutare i diversi soggetti a comprendere cosa sia “nanomateriale”; tale definizione però presenta diversi aspetti negativi, come l’assenza di metodi di misura standard da utilizzare in fase di valutazione della sostanza. Inoltre il campo di applicazione è molto ampio e porta all’inclusione tra i “nano” anche di sostanze finora non considerate tali. Nonostante i numerosi dubbi collegati a questa definizione, in molte normative sono state inserite disposizioni specifiche per regolare i nanomateriali, seguendo solo il principio di precauzione e senza una reale esigenza di queste ulteriori indicazioni. Federchimica, attraverso lo sviluppo del Programma “Nanotecnologie nell’Industria Chimica” (PNIC), si è attivata per coinvolgere le imprese in un dibattito, con l’aiuto di tutti gli stakeholder che possono essere interessati al settore (imprese, università, centri di ricerca, parchi scientifici e fondi di venture capital), sia utilizzando metodi di divulgazione, sia preparandosi alla possibilità di intervenire in confronti europei e nazionali. Dato che sia negli Stati Uniti che in Asia il mercato delle nanotecnologie è da anni avviato con un buon successo, è opportuno che l’Europa, e in particolare l’Italia, continui ad affrontare con decisione questa materia, senza la definizione di normative specifiche che vadano a bloccarne lo sviluppo. Le nanotecnologie infatti possono migliorare notevolmente la qualità della vita, la competitività dell’industria europea e lo sviluppo sostenibile. Un ampio dibattito che coinvolga le imprese, i centri di ricerca e il pubblico è necessario. Questo può portare ad un’analisi efficace dei benefici e dei rischi sia reali che percepiti. < Torna all’indice Responsible Care®: il nostro impegno per lo Sviluppo Sostenibile Il Programma Responsible Care® Responsible Care® è il Programma volontario dell’industria chimica mondiale, con il quale le imprese attraverso le loro federazioni nazionali, si impegnano a migliorare continuamente processi, prodotti e comportamenti nelle aree di sicurezza, salute e ambiente e in più in generale nell’ambito della responsabilità sociale, in modo da contribuire in maniera significativa allo sviluppo sostenibile dell’industria, delle comunità locali e delle società. Il Programma Responsible Care rappresenta una delle colonne portanti fondamentali dell’impegno dell’industria chimica per lo sviluppo sostenibile. Infatti, esso rappresenta l’etica che guida il settore verso il miglioramento continuo delle prestazioni e si applica concretamente all’interno delle imprese attraverso l’adozione di un sistema di gestione integrato sicurezza, salute e ambiente. ® Con il passare degli anni e con il maturare delle esigenze della società, il Programma ha esteso la sua area di copertura alla gestione responsabile dei prodotti lungo l’intero ciclo di vita (Product Stewardship) e più in generale, anche se in maniera parziale, alle problematiche di responsabilità sociale dell’impresa. In particolare, nell’area della Product Stewardship l’ICCA (International Council of Chemical Associations) ha introResponsible Care® e i Sistemi di gestione Aree strategiche di gestione Standard e schemi volontari OHSAS Responsible ISO14001 EMAS ISO 50001 ISO 9001 SA 8000 18001 Care® Sicurezza Salute Ambiente e Energia Product Stewardship Responsabilità Sociale Torna all’indice > dotto all’interno di Responsible Care® la Global Product Strategy (GPS) che stabilisce gli standard globali e le procedure per garantire un’appropriata gestione della sicurezza nell’uso dei prodotti chimici in tutto il mondo e una comunicazione trasparente verso il mondo esterno. Tutto questo è destinato a rafforzare la fiducia nel settore chimico e nei suoi prodotti (per approfondimenti: www.icca-chem.org). Responsible Care® in Italia In Italia, il Programma è presente dal 1989 ed è assegnato a Federchimica; attualmente vi partecipano 167 imprese di grande, media e piccola dimensione di proprietà nazionale ed estera, un campione statisticamente significativo dell’industria chimica in Italia in quanto ne rappresenta circa il 57% del fatturato e il 50% dei dipendenti. I dati che annualmente le imprese aderenti al Programma raccolgono e che vengono pubblicati nel Rapporto annuale Responsible Care® dimostrano come l’industria chimica in Italia si sia profondamente impegnata per perseguire la sostenibilità dei suoi processi e dei suoi prodotti. I risultati ottenuti nella riduzione dell’impatto ambientale Le emissioni in atmosfera sono state ridotte dalle imprese aderenti a Responsible Care®, rispetto al 1989, di valori compresi tra l’87% e il 97% a seconda dei parametri presi in considerazione. Questi risultati sono stati possibili grazie alle innovazioni di processo, alle nuove tecnologie e ai sistemi di abbattimento a camino degli impianti chimici. L’industria chimica che utilizza l’acqua principalmente per il raffreddamento degli impianti, per la produzione e per la pulizia dei siti è fortemente impegnata in una gestione efficiente delle risorse idriche. Nel 2011 i consumi idrici sono stati 1.612 milioni di m3 e la riduzione rispetto al 2005 (primo anno per il quale si ha un dato attendibile) è del 25%. Inoltre l’acqua per gli usi industriali prelevata dalle imprese proviene solo per l’1.4% da acquedotto e per il 9.8% da pozzo 37 Prima parte Emissioni in aria delle imprese aderenti a Responsible Care® (indice 1989=100) -90% -97% -87% 60 40 13 SO2 10 3 NOx Polveri COV 2011 1989 Fonte: Federchimica-Responsible Care® Emissioni in acqua delle imprese aderenti a Responsible Care® (indice 1989=100) 40 20 0 64 60 Andamento e struttura delle emissioni di gas serra dell’industria chimica in Italia: confronti con gli obiettivi di Kyoto e dell’UE 31 24 COD -40% 60 -36% -69% 80 -76% 100 N L’industria chimica è poi stata particolarmente efficiente nella riduzione delle emissioni di gas serra. Tale riduzione ha riguardato fondamentalmente due gas: l’anidride carbonica (CO2) derivante dai processi di combustione e il protossido di azoto (N2O). La CO2 si è ridotta costantemente nel tempo, anche grazie all’incremento dell’efficienza dei processi di combustione ed al miglioramento del mix di combustibili negli usi energetici da parte delle imprese. Le emissioni di N2O si sono abbattute di quasi il 90% rispetto al 2005 grazie a nuove tecnologie di processo. Metalli pesanti 1989 30.475 P 28.494 2011 Fonte: Federchimica-Responsible Care® (che sono le fonti più pregiate di approvvigionamento), mentre la maggior parte proviene da fiume (11.9%) e da mare (76.6%). Infine, l’acqua potabile proveniente da acquedotto continua a ridursi negli anni e nel 2011 ne sono stati consumati circa 2,8 milioni di m3 in meno rispetto all’anno precedente. Le imprese aderenti a Responsible Care® sono attente alla qualità dei corpi idrici in cui immettono le proprie 38 Obiettivo Obiettivo Kyoto UE per l’Italia kt CO2eq. 13.189 10.575 IPI industria chimica 24.380 Δ-20% 0 3 Δ-6.5% 20 Oggi più che mai l’energia è un elemento strategico per l’industria chimica, che nel 2011 ha registrato una riduzione dei consumi del 36% circa rispetto al 1990. Nonostante il ruolo giocato dalla crisi economica degli ultimi anni, il trend positivo è comunque evidente come dimostra il miglioramento dell’efficienza energetica che è stato del 45% sempre rispetto al 1990. Un risultato rilevante considerato che l’Unione europea, con la sua famosa politica “20-20-20” ha stabilito come obiettivo l’incremento del 20% dell’efficienza energetica a livello comunitario. Δ-62.9% 80 -97% 100 acque di scarico e sono impegnate nel minimizzare la quantità di sostanze inquinanti in esse contenute attraverso nuove tecnologie per il loro abbattimento, che congiuntamente con altre iniziative hanno permesso di migliorare gli impatti sulla biodiversità dei corsi di acqua dolce e del mare. I principali parametri presi in considerazione nel 2011 presentavano valori inferiori dal 36% al 76% rispetto al 1989. 11.277 1990 2008 2009 2010 100 102.5 89.1 95.9 2012 2020 Fonte: ISPRA; ISTAT < Torna all’indice Responsible Care: il nostro impegno per lo sviluppo sostenibile Rispetto al 1990, sia l’industria chimica (-62.9%), sia le imprese aderenti a Responsible Care® (-70.9%) hanno ottenuto risultati migliori degli obiettivi indicati dal Protocollo di Kyoto e sono già in linea con quanto richiesto dagli obiettivi della Commissione europea per il post Kyoto al 2020. La sicurezza nei luoghi di lavoro, un impegno concreto Infortuni sul lavoro: confronto tra settori manifatturieri (2009-2011) N° di infortuni denunciati per milione di ore lavorate* Ind. Legno Ind. Metalli Ind. Alimentare Ind. Min. non Metal. Altre Industrie Ind. Gomma e Plast. Ind. Meccanica Ind. Mezzi Trasporto Ind. Carta Ind. Cuoio e Pelle Ind. Elettrica Ind. Tessile Ind. Chimica di cui Imprese RC Ind. Petrolio 38,2 36,6 35,8 30,4 25,7 25,1 21,6 18,3 16,4 16,1 11,6 9,4 7,2 N° ore di formazione HSE per addetto 46,8 68,7 Mediana 2008-2011 =24,8 * Media aritmetica relativa al triennio 2009-2011 Ma per ottenere questi risultati è anche necessario l’impiego di ingenti risorse finanziare e professionali: infatti, Torna all’indice > 10,2 11,9 11,1 9 8 7,2 7 10,1 13 10,5 12 9,3 8,3 11 10,4 7,2 9,5 9,5 10 9,2 9 8,4 6 8 5 4 2005 2006 2007 Ore di formazione HSE 2008 2009 2010 7 2011 Indice di frequenza degli Infortuni Fonte: Federchimica-Responsible Care® le imprese aderenti Responsible Care® hanno investito complessivamente 746 milioni di euro nel 2011 per garantire standards sempre più elevati di sicurezza salute e ambiente. Anche se si registra un calo nel valore assoluto dovuto alle difficoltà economiche del periodo, le spese per sicurezza, salute e ambiente si confermano quindi ingenti e sono strutturalmente circa il 3% del fatturato complessivamente generato. Attraverso queste risorse economiche, l’industria chimica ha finanziato investimenti in nuovi impianti e macchinari in grado di migliorare il proprio ciclo produttivo, ha sviluppato sistemi di gestione formalizzati (che in molti casi hanno ottenuto la certificazione), oltre a garantire elevati standards di performance. Imprese aderenti a Responsible Care®: andamento e struttura delle spese in HSE* Fonte: Federchimica-Responsible Care®-INAIL La formazione dei dipendenti è una variabile fondamentale per l’ottenimento dei risultati nelle aree di sicurezza, salute e ambiente. Le ore di formazione annue per dipendente su sicurezza, salute e ambiente delle imprese Responsible Care® sono costantemente aumentate dal 2005 al 2011 passando dal valore di 7,2 a quello di 10,5. L’efficacia della formazione si può vedere confrontando le ore di formazione con la riduzione costante dell’Indice di frequenza degli infortuni. N° infortuni per milione di ore lavorate 11 10 L’industria chimica non solo è rispettosa dell’ambiente ma dimostra anche una particolare attenzione alla sicurezza dei propri dipendenti all’interno dei luoghi di lavoro: l’indice di frequenza degli infortuni (ossia il numero di infortuni per milione di ore lavorate), elaborato da dati INAIL per tutti i settori economici, dimostra come i luoghi di lavoro della chimica siano tra i più sicuri, registrando una performance di 11,6 mentre il valore mediano dell’industria manifatturiera si attesta a 24,8. Settori Confronto fra le ore di formazione su sicurezza, salute e ambiente (HSE) e l’andamento infortunistico nelle imprese aderenti a Responsible Care® 831 Milioni di € 176 (I) 744 169 (I) 746 183 (I) 655 (CO) 574 (CO) 563 (CO) 2009 2010 2011 3.3% 2.5% 19.1% 18.0% Ripartizione (%) per natura e per destinazione 43 Ambiente Sicurezza e salute Ambiente Sicurezza e salute 27 57 73 HSE/ 20.5% Investimenti Investimenti totali HSE/ 2.4% Spese Fatturato * Spese HSE = Investimenti HSE (I) + Costi Operativi HSE (CO) Fonte: Federchimica-Responsible Care® 39 Prima parte Inoltre, circa 100 milioni di euro sono stati destinati a bonifica dei suoli e delle acque di falda e testimoniano l’approccio responsabile dell’industria chimica nel voler sanare eventuali inquinamenti pregressi. L’industria chimica, grazie all’approccio del Programma Responsible Care® è riuscita ad andare oltre al mero rispetto dei limiti di legge, dimostrando negli anni il proprio contributo allo sviluppo sostenibile. Ora questo impegno deve continuare soprattutto spingendo l’innovazione e lo sviluppo di nuovi prodotti e di nuove tecnologie di processo che possano garantire la sostenibilità nostra e quella delle generazioni future. Infatti l’industria chimica attraverso le sue conoscenze, le sue tecnologie ed i suoi prodotti, si configura come un settore portatore di soluzioni per risolvere alcuni dei problemi relativi alla sostenibilità del nostro pianeta. Si pensi ad esempio che: grazie alle innovazioni della chimica relative ai semi e alle protezioni delle colture, si può contribuire a ridurre i problemi della fame nel mondo permettendo maggiori produzioni agricole, prezzi più bassi e quindi una più ampia disponibilità di prodotti alimentari; 40 l’industria chimica è in grado di fornire nuove tecnologie per la depurazione dell’acqua e per un suo migliore utilizzo; la chimica è in grado di contribuire alla mitigazione del fenomeno dei cambiamenti climatici attraverso soluzioni in grado di ridurre i consumi energetici (es. isolamento degli edifici, materiali leggeri per mezzi di trasporto) o di permettere la produzione di energia da fonti rinnovabili (es. bioetanolo II, biodiesel, tecnologie per il solare e per l’eolico). Con riferimento a questo ultimo punto l’ICCA (International Council of Chemical Industry) ha calcolato che ogni tonnellata di CO2 equivalente emessa dall’industria chimica ha permesso di ridurre di 2,6 tonnellate la quantità di gas serra emesse da altre industrie e dagli utilizzatori finali. In altre parole, a livello mondiale senza le tecnologie e i prodotti chimici, ogni anno verrebbero emesse in atmosfera circa 5.2 miliardi di tonnellate in più di gas serra, pari all’11% della quantità totale emessa. Quindi una più ampia diffusione dei prodotti chimici innovativi è anche un buon modo per favorire una razionalizzazione dei consumi energetici e di contrastare i cambiamenti climatici. < Torna all’indice Relazioni industriali e risorse umane Il rinnovo del CCNL Misure a sostegno della produttività Il 22 settembre 2012 è stato raggiunto, dopo un negoziato durato pochi giorni, l’Accordo per il rinnovo del CCNL in scadenza a fine anno. La condivisione delle criticità relative allo scenario economico e alla situazione politica internazionale ha portato le Parti sociali chimiche ad un impegno straordinario non solo nei contenuti dell’ipotesi di Accordo ma anche nei tempi e nei modi in cui questa è stata raggiunta. Abbiamo condiviso che il miglioramento della produttività del lavoro si possa realizzare intervenendo sulla qualità delle risorse umane, sulla qualità delle relazioni industriali e sulla flessibilità organizzativa. In questi ambiti abbiamo sottolineato il ruolo della formazione, funzionale sia alla produttività sia alla occupabilità. La formazione deve infatti essere considerata uno strumento essenziale: per la qualità delle risorse umane; per la flessibilità della prestazione attraverso la polivalenza, la capacità cioè del lavoratore di svolgere diverse attività; per la qualità delle relazioni industriali; per sviluppare e incentivare una cultura di relazioni partecipative utile anche a garantire la esigibilità delle norme del CCNL, la certezza delle regole e la coerenza ed eticità dei comportamenti a tutti i livelli. È però da evidenziare che fin dal 27 giugno 2011 con il Patto per la competitività e l’occupazione, in vista di questo negoziato, erano già stati messi al centro del nostro confronto i due temi centrali dell’Accordo: la produttività e l’occupabilità, e su questi ci si era confrontati nell’ambito dell’Osservatorio Nazionale ed erano state trovate, prima di avviare il negoziato, ampie convergenze. Quindi un negoziato formale in tempi che possono sembrare incredibili se non si tiene conto di un metodo tipico delle nostre Relazioni industriali: un dialogo continuo, pragmatico, finalizzato a risolvere i problemi anche percorrendo strade innovative. È stata lanciata una sfida al sindacato che è stata prontamente e senza esitazioni accettata: tentare di consegnare da subito alle imprese strumenti necessari sul fronte della produttività e occupabilità, individuando alcune priorità strategiche in questa fase e su queste fare il massimo sforzo per raggiungere il migliore accordo possibile. Con la sottoscrizione dell’Accordo si è quindi inteso: dimostrare consapevolezza e impegno nei confronti del settore ma anche del Paese in relazione allo sforzo in atto per rilanciare la produttività e sostenere l’occupazione; dare un contributo concreto per offrire qualche certezza al mercato, alle imprese, ai lavoratori; lanciare un preciso segnale politico di responsabilità, perché lo stesso impegno nella ricerca di formule e accordi orientati alla produttività, occupabilità, responsabilità sociale e alla partecipazione si potesse realizzare negli stessi modi, cioè in tempi rapidi e con interventi efficaci, anche a livello aziendale. Torna all’indice > È stata posta massima rilevanza alla necessità di garantire la necessaria flessibilità organizzativa attraverso la valorizzazione del ruolo della contrattazione aziendale. A tal fine sono state semplificate e quindi rese più facilmente attuabili le normative relative alla possibilità di modificare le norme del CCNL per cogliere condivise, specifiche opportunità ed esigenze, utili a sostenere e/o migliorare la competitività dell’impresa e la sua occupazione in situazioni difficili o per favorire nuovi investimenti. In questo ambito inoltre, al fine di agevolare l’assunzione dei giovani che si affacciano nel mercato del lavoro, è stato condiviso che le intese modificative della normativa contrattuale potranno riguardare anche i minimi contrattuali. Misure a sostegno dell’occupabilità Sul tema della occupabilità è stato lanciato il Progetto Ponte, successivamente ripreso dal Ministero del Lavoro in uno specifico decreto che ha reso disponibili risorse per iniziative a livello territoriale. Si tratta in sostanza di un patto di solidarietà generazionale che si fonda sulla disponibilità dell’azienda ad investire su nuove assunzioni di giovani in cambio della disponibilità di lavoratori anziani in forza a trasformare, in vista della pensione, il proprio contratto da full time a part time. 41 Prima parte Gli obiettivi del Progetto Ponte sono: aumentare e favorire l’occupazione giovanile; creare un “ponte” tra la popolazione giovanile e la popolazione più anziana, massimizzando il passaggio di conoscenze tra i due gruppi; ridurre il carico di lavoro e realizzare un “maggior coinvolgimento” delle persone più anziane. strategica di lungo periodo, se si considera che il futuro delle imprese chimiche è fortemente condizionato da queste tematiche e che le stesse imprese, pur essendo tra le più virtuose, restano particolarmente esposte nel contesto italiano, caratterizzato da una scarsa cultura scientifica e da un’opinione pubblica spesso disinformata e pregiudizialmente ostile. Questo progetto potrà decollare nei numeri solo con i necessari interventi legislativi che possano attenuare l’impatto sulle retribuzioni e sul trattamento pensionistico dei lavoratori che potrebbero dare la loro disponibilità ad una uscita anticipata e graduale grazie al part-time. L’istituzione della “Giornata Nazionale Sicurezza Salute Ambiente” è stata convenuta proprio al fine di sostenere e promuovere l’impegno settoriale e la valorizzazione delle buone prassi aziendali, di perseguire con le istituzioni e la comunità un positivo rapporto, un costruttivo dialogo ed efficaci sinergie basate su credibilità, comunicazione e trasparenza. Le iniziative realizzate in tale ambito a tutti i livelli e la divulgazione delle azioni condivise di responsabilità sociale, attraverso l’istituzione del Premio “Migliori esperienze aziendali”, costituiscono un’occasione utile per rappresentare all’esterno punti di vista congiunti, proporre costruttive modalità di rapporto a livello aziendale, realizzare strumenti di crescita culturale sulle tematiche di SSA da mettere a disposizione delle Parti aziendali. Aspetti economici Per quanto riguarda gli aspetti economici del contratto, da evidenziare in premessa la possibilità di posticipare fino a sei mesi, con accordo aziendale, la decorrenza degli aumenti dei minimi definiti dall’accordo di rinnovo. Una doverosa attenzione alle situazioni di crisi così come a quelle di start-up e anche questa una novità assoluta nel panorama della contrattualistica del nostro Paese. Sugli aspetti economici la delegazione imprenditoriale, dopo aver fatto un’attenta valutazione dell’impatto in termini di costi reali per le imprese, ha valutato compatibile il pacchetto economico che è stato definito nel rispetto delle attuali regole confederali e che ha previsto un aumento medio complessivo di 147 euro suddiviso in quattro tranche. È stato inoltre concordato un incremento dello 0.2% dell’aliquota Fonchim a carico delle imprese a far data dal 1/1/2014 e un incremento dell’importo in cifra fissa a fronte della effettiva prestazione in turno notturno di un euro all’anno per i prossimi tre anni. Diffusione e valorizzazione dell’impegno in tema di SSA La diffusione e la valorizzazione dell’impegno del settore in tema di sicurezza, salute e tutela dell’ambiente, e più in generale in ambito di responsabilità sociale sono prerogative condivise che hanno portato alla realizzazione, il 15 maggio 2013, della “Seconda Giornata nazionale Sicurezza Salute Ambiente” e del Premio “Migliori esperienze aziendali”, per iniziative condivise di responsabilità sociale, assegnato a Henkel Italia, Radici Chimica, Solvay Italia, dalla giuria appositamente costituita dai rappresentanti delle Parti sociali. Lo sviluppo sostenibile, inteso come l’integrazione equilibrata e dinamica dei principi della crescita economica, della protezione ambientale e dell’equità sociale, richiede la collaborazione di tutti i soggetti operanti nel settore. La partecipazione e il coinvolgimento dei lavoratori e dei loro rappresentanti sui temi della sicurezza, della salute e dell’ambiente sono, pertanto, il frutto di una scelta 42 I temi della sicurezza, della salute e dell’ambiente sono stati oggetto anche dell’ultimo rinnovo contrattuale, con l’impegno ad aggiornare le previsioni contrattuali e le linee guida settoriali esistenti, in particolare, in relazione alle innovazioni legislative in tema di formazione dei lavoratori e alla gestione degli appalti. A tal fine sono stati attivati specifici gruppi di lavoro interni e congiunti con le Organizzazioni sindacali per facilitare la definizione di accordi in tal senso. Le norme contrattuali e gli ulteriori accordi settoriali in vigore sono raccolti nel “Manuale sulla Sicurezza, Salute, Ambiente” realizzato nell’ambito dell’Organismo Bilaterale Chimico per la formazione continua (OBC), che rappresenta ancora un aggiornato strumento operativo di particolare utilità per i datori di lavoro, per i lavoratori e i loro rappresentanti, e può costituire anche un punto di riferimento per la realizzazione dell’attività formativa in tema di sicurezza prevista dall’Accordo Stato-Regioni. L’attività di formazione congiunta L’attività di formazione congiunta, tema considerato strategico per il settore, oltre che proseguire con le iniziative nei confronti dei Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza la salute e l’ambiente (RLSSA), è stata ulteriormente promossa non solo nell’ambito del rinnovo contrattuale, ma anche con la definizione di uno specifico accordo settoriale che consentirà di realizzare interventi formativi, anche direttamente presso le aziende, avvalendosi dei finanziamenti messi a disposizione da Fondimpresa. Sulla scorta della positiva esperienza realizzata nel cor- < Torna all’indice Relazioni industriali e risorse umane so del 2012 con il Progetto formativo C.Sei, l’attività formativa condivisa con le Organizzazioni sindacali per il 2013 prevede, tra l’altro, la continuazione di tale modulo formativo, destinato a RSU e funzioni delle risorse umane aziendali con l’obiettivo, in particolare, di rafforzare l’identità settoriale, attraverso percorsi didattici specificatamente progettati per chi riveste il ruolo di attore sociale e funzionali ad agevolare: conoscenze non solo tecniche; competenze necessarie per svolgere il ruolo; comprensione anche del contesto; consapevolezza del proprio ruolo e delle scelte del CCNL; coerenza nell’applicazione del CCNL; comportamenti etici e socialmente responsabili. Al fine di perseguire in modo sistematico tale obiettivo e assicurare continuità all’attività di formazione congiunta, in occasione della firma per la stesura del CCNL, si è condiviso l’avvio di una Scuola di Relazioni industriali settoriale, gestita congiuntamente con le Organizzazioni sindacali. Attraverso la costituzione di questa scuola si intende far crescere a tutti i livelli la cultura necessaria per relazioni industriali partecipative e costruttive, indispensabili per realizzare una contrattazione aziendale coerente con le scelte nazionali e capace di concretizzare le stesse in modo efficace e condiviso. L’attività a livello confederale Il costante supporto all’attività confederale, garantito dalla partecipazione attiva della Direzione Centrale Relazioni Industriali a specifici comitati e gruppi di lavoro coordinati dagli uffici di Confindustria sulle diverse tematiche legislative nonché su quelle contrattuali e di relazioni industriali, ha consentito, al contempo, di affermare a tale livello il punto di vista settoriale, contribuendo anche alla diffusione delle positive esperienze settoriali su tali temi ed alla valorizzazione delle numerose buone pratiche aziendali del nostro settore. Le indagini statistiche La realizzazione delle indagini statistiche sui temi del lavoro è proseguita, in collaborazione con la Direzione Centrale Analisi Economiche-Internazionalizzazione, con l’aggiornamento dell’indagine retributiva annuale, che da più di 20 anni fornisce indicazioni sui livelli retributivi e sulle caratteristiche dell’occupazione nel settore. Si è svolta, anche quest’anno, l’indagine sulle tipologie di assunzioni effettuate, sui flussi dell’occupazione, sugli orari, sulle assenze dal lavoro e sull’utilizzo da parte delle imprese degli strumenti di flessibilità forniti dalla legge di riforma del mercato del lavoro e dalle norme contrattuali. Tale indagine, che vede impegnato tutto il Sistema Confindustria, consente di disporre di elemen- Torna all’indice > ti conoscitivi oggettivi utili per rappresentare e confrontare sui temi indicati la situazione generale e settoriale. L’attività internazionale È continuata la partecipazione al Dialogo Sociale Europeo per il settore chimico, tra ECEG (European Chemical Employers Group), che rappresenta le Organizzazioni imprenditoriali dei paesi membri, la Rappresentanza europea dei lavoratori e i rappresentanti della Commissione europea. Nel corso del periodo in esame, l’organizzazione settoriale di rappresentanza dei lavoratori EMCEF (European Mine, Chemical and Energy Workers Federation) è confluita in una neonata federazione, IndustriALL, che ha riunito le Organizzazioni sindacali europee di più settori industriali, a riprova della rilevanza che anche la parte sindacale riconosce al consolidato Dialogo Sociale Europeo. Nel dicembre 2012, si sono svolte le celebrazioni per il decimo anniversario di costituzione dell’ECEG, organismo che Federchimica ha contribuito a fondare e sviluppare, supportandone la crescita e le attività, come è stato, tra l’altro, documentato dalle testimonianze raccolte nella pubblicazione realizzata per l’occasione. In questi anni molte sono state le iniziative assunte nell’ambito delle attività europee, a cui Federchimica ha sempre assicurato un costante supporto per la buona riuscita del dialogo tra le Organizzazioni rappresentative dei lavoratori e dei datori di lavoro, a tutti i livelli, che risulta essenziale per lo sviluppo sostenibile, la crescita e la creazione di occupazione, la competitività, la qualità del lavoro, così come per efficienti e produttive relazioni industriali. Questo dialogo ha consentito di definire, anche nel periodo in esame, documenti e posizioni comuni nei confronti delle istituzioni europee e di condividere progetti e indagini congiunte. I Fondi settoriali I Fondi settoriali rappresentano un pilastro del welfare contrattuale e sono il paradigma dell’impegno socialmente responsabile delle imprese del settore. Per questo motivo anche l’ultimo rinnovo contrattuale, come già segnalato, ha visto significativi interventi proprio sui Fondi, con l’aumento dell’aliquota di contribuzione aziendale per Fonchim e l’estensione della possibilità di iscrizione a FASCHIM ai lavoratori assunti con contratti della durata di almeno sei mesi. Fonchim Il fondo di previdenza complementare contrattuale conta oltre 150.000 iscritti e 2.400 aziende associate. Il 2012 si è caratterizzato per il buon andamento di tutte le principali attività finanziarie in cui tradizionalmente 43 Prima parte investe il fondo: obbligazioni governative, titoli di debito societario, titoli di capitale. Il comparto Stabilità ha chiuso con un incremento del valore della quota dell’8.29%, anche grazie alle scelte strategiche di investimento realizzate a partire dal mese di gennaio con l’avvio dei nuovi mandati di gestione (allungamento della durata finanziaria media del portafoglio obbligazionario, inserimento di una quota strutturale di titoli di debito societari). Il comparto Crescita ha registrato un incremento del valore della quota del 10.66%, grazie alla significativa componente azionaria del portafoglio, in special modo europea, e alla buona diversificazione dell’investimento obbligazionario in termini geografici, di durata e per tipologia di emittenti. Il comparto Garantito ha ottenuto un incremento del valore della quota del 2.62%, in linea con il suo carattere prudenziale, grazie a un portafoglio diversificato con un adeguato “mix” di obbligazioni governative, societarie e “sovranazionali”. Dal punto di vista dei servizi agli associati, Fonchim ha confermato il tradizionale “focus” sulla qualità della comunicazione: per adeguarsi alle nuove modalità di interazione, nel 2012 ha aggiornato l’immagine del fondo, ha rinnovato il sito internet aumentandone le aree di interattività e ha pubblicato un’applicazione per smartphone. FASCHIM Al 31 marzo 2013, il fondo registra 2.115 imprese associate e 144.292 iscritti (in costante crescita in questi anni), di cui 97.227 dipendenti e 47.065 familiari. A fine 2012 ha gestito circa 200.000 richieste di rimborso e liquidato oltre 22 milioni di euro. Per quanto riguarda gli Organi istitutivi, dopo l’elezione, ad aprile 2012, dei nuovi Delegati dell’Assemblea, in carica per i prossimi tre anni, nel mese di aprile 2013 è stato eletto il nuovo Consiglio di amministrazione, con l’avvicendamento della presidenza, passata alla par- 44 te sindacale Uiltec Uil, e nominato il Collegio dei revisori contabili, che resteranno in carica sino al 2015. Prosegue l’impegno del Fondo verso il miglioramento dei servizi offerti soprattutto telematici: a luglio è stato rinnovato il sito internet (disponibile anche nella versione mobile) che, oltre ad avere una nuova immagine, è ancora più semplice e intuitivo. Per la ricerca delle strutture convenzionate è stato inserito un motore di ricerca che permette la geolocalizzazione della struttura e fornisce le indicazioni più utili, al fine di facilitarne il ricorso da parte degli associati. Il servizio ticket online, che permette tramite l’area riservata sul sito di inviare in pochi secondi la scansione delle ricevute di ticket, introdotto nel 2011, ha avuto un importante riscontro nel 2012 e ormai oltre il 60% delle prestazioni di ticket vengono inviate tramite il servizio online, con una riduzione notevole dei tempi di rimborso e dei costi operativi per il Fondo. È proseguita in tutto il 2012 la campagna di raccolta degli indirizzi di posta elettronica degli associati e, con oltre il 70% di indirizzi in archivio, il Fondo ha iniziato l’invio di comunicazioni agli associati tramite e-mail, sia relativamente alla informazione/comunicazione, sia relativamente alle richieste di rimborso con un risparmio sui costi e una maggiore efficienza. Nel gennaio 2013 sono state introdotte ulteriori novità sia nei servizi, con la possibilità di richiesta della diaria online, sia nelle prestazioni: l’ampliamento del rimborso anche alla quota fissa sui ticket precedentemente esclusa è un importante passo in avanti verso gli associati che hanno visto i costi per le prestazioni con il servizio sanitario nazionale molto incrementati; sempre da gennaio gli associati possono beneficiare dell’estensione dell’età da 14 a 26 anni per le prestazioni di ortodonzia, del rinnovo del rimborso delle lenti e dell’inserimento di una nuova prestazione per le terapie riabilitative per disabilità cognitive, motorie e del linguaggio, con particolare attenzione alle problematiche di autismo. < Torna all’indice Seconda Parte La chimica e i suoi settori In Italia operano migliaia di imprese chimiche divise in molti settori che, nel loro insieme, costituiscono una logica di filiera. Federchimica, attraverso i Gruppi merceologici e le rispettive Associazioni, rappresenta tutti i settori della chimica operanti nel Paese. Qui presentiamo i settori partendo dalla chimica di base, che produce i costituenti fondamentali della filiera a valle, poi la chimica fine e specialistica, che acquista gli intermedi dalla chimica di base per tramutarli in prodotti differenziati per tutti i settori manifatturieri e infine la chimica per il consumo, quella destinata direttamente al consumatore finale. Torna all’indice > La chimica e i suoi settori CHIMICA DI BASE ORGANICA, INORGANICA E TENSIOATTIVI La chimica di base organica in Italia ha chiuso il 2012 con una riduzione, in termini di produzione, pari al 5-6%. Nel corso dell’anno, però, il settore ha mostrato andamenti distinti: nei primi sette mesi, si è beneficiato di una discreta domanda di prodotti derivante dal mercato asiatico, che ha sostenuto le produzioni europee, in particolare quelle italiane. Nella parte restante dell’anno, al contrario, il continuo clima di incertezza, il minor potere d’acquisto delle famiglie del “Vecchio continente” e, non ultimo, il rallentamento delle economie asiatiche hanno provocato una consistente frenata della domanda e delle produzioni. Passando al comparto della chimica inorganica di base, le produzioni di cloro-soda a livello europeo hanno scontato un calo compreso tra il 3 ed il 4% su base annua. La variazione maggiore (-4%) ha riguardato la soda caustica, i cui consumi costituiscono un buon indicatore dell’andamento economico globale dell’area. L’Italia ha mantenuto invariati i propri livelli produttivi di cloro, ormai ridotti ad un livello marginale rispetto a quello europeo, consolidando il ruolo di Paese importatore sia di cloro derivati sia di soda caustica. L’andamento della domanda di soda caustica sul mercato domestico è rimasto negativo anche se difficilmente quantificabile nelle percentuali. Nel 2012, il mercato dell’acido solforico in Italia, caratterizzato da un’estrema debolezza a causa del perdurare della crisi economico-finanziaria, si è chiuso con una produzione annua pari a circa 1,2 milioni di tonnellate, con un consumo interno compreso tra 900.000 e 1 milione di tonnellate. Pur essendo stati nel complesso abbastanza stabili, i consumi di acido solforico in Italia hanno risentito del clima di incertezza generale e hanno continuato a registrare un certo rallentamento, dovuto anche alle difficoltà di riscossione dei crediti. In due settori chiave nel panorama di tale sostanza, quello dei pigmenti (biossido di titanio) e quello del metilmetacrilato, si è assistito ad un calo dei consumi, con ritiri inferiori di circa il 30% nel primo caso, a causa della riduzione della produzione, e di circa il 15-20% nel secondo caso, per la debolezza del settore di applicazione di riferimento. Leggermente più rosea la situazione delle esportazioni, che, grazie soprattutto al crescere della domanda nei mercati emergenti, quello sudamericano in particolare, hanno registrato un incremento consistente, soprattutto a partire dai mesi estivi. Nel 2012, il settore dei tensioattivi ha vissuto un’annata tutto sommato positiva dal punto di vista dei consumi, in quanto il previsto rallentamento non si è verificato totalmente. Da evidenziare, un certo cambiamento nelle abitudini di acquisto di tensioattivi per la detergenza. I produttori nel mondo della detergenza, infatti, non seguono più una stagionalità classica, ma subiscono maggiormente l’impatto dei loro grandi clienti (tipicamente le catene di distribuzione), che agiscono sulle promozioni commerciali. Questo porta ad avere da parte della filiera picchi di produzione/consumi e poi a seguire rallentamenti. La produzione italiana è stata certamente allineata ai consumi. Nel corso del 2012, Assobase ha posto particolare attenzione, unitamente a Euro Chlor, alla revisione della strategia europea sul mercurio e della Direttiva in materia di emissioni industriali. Sono stati, inoltre, monitorati l’aggiornamento del BREF sui cloro-alcali e gli sviluppi del REACH, con particolare riferimento al mercurio. Costante è stata anche l’attività di monitoraggio in merito all’Emissions Trading Scheme, all’energia, alla bonifica dei siti inquinati, ed agli sviluppi della normativa relativa ai rifiuti. Al fine di evitare un’ingiustificata penalizzazione delle sostanze chimiche, Assobase ha anche seguito l’elaborazione dei criteri GPP europei ed italiani per alcune categorie di prodotti nell’ambito del “GPP Toolkit”. Tramite quest’ultimo, la Commissione europea e il Ministero dell’Ambiente italiano intendono favorire la diffusione degli Acquisti Pubblici Verdi. Nel 2012 l’Associazione ha promosso la 17° edizione del “Premio Nazionale Federchimica Giovani - sezione Chimica di Base” in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione. Alla cerimonia conclusiva, realizzata nell’ambito del Festival della Scienza di Genova il 26 ottobre 2012, hanno partecipato oltre 600 studenti, giornalisti e rappresentanti delle aziende associate. Per quanto riguarda le principali criticità del settore della chimica di base, vi è in primo luogo l’eccessivo costo dell’energia, che rimane, nel nostro Paese, il più alto in Europa. Un altro tema importante è quello delle bonifiche dei siti produttivi, che può, in alcuni casi, comportare un rallentamento delle attività produttive con oneri non trascurabili lungo tutta la filiera produttiva. Gli operatori del settore lamentano, infine, le crescenti difficoltà che incontrano per continuare la propria attività, soprattutto per quanto riguarda l’accesso al credito e i termini di pagamento, in particolare quelli dell’amministrazione pubblica. www.assobase.it Torna all’indice > 47 Seconda parte MATERIE PLASTICHE E RESINE SINTETICHE Nel 2012, l’andamento del mercato delle materie plastiche in Italia è risultato ancora deludente. La domanda di polimeri in forma primaria da parte dei trasformatori è stata di poco superiore alle 5.600 Kton, facendo segnare un calo di quasi il 7% rispetto al 2011. Tra le poliolefine, i polimeri che hanno mostrato i maggiori decrementi sono stati il polietilene a bassa densità e lineare a bassa densità (-8.8%) ed il polietilene ad alta densità (-7.3%). Deludente è stato anche il consumo del polivinilcloruro (-7.8%), del polistirene espanso (-11.2%) e del polistirene compatto (-9.7%). In forte contrazione sono risultati anche gli espansi poliuretanici (-11.7%) e la poliammide (-6%). Le uniche materie plastiche che hanno mostrato cali meno significativi sono stati il polipropilene (-2.7%) ed il polietilentereftalato (-1.8%). Le cause sono da ricercarsi nella contrazione dei consumi delle famiglie; nel ristagno del settore delle costruzioni, dovuto alla mancanza di liquidità e al difficile accesso al credito; nel deludente andamento della produzione industriale; nei tagli alla spesa pubblica e agli investimenti in infrastrutture; nei forti ritardi nei pagamenti da parte dell’amministrazione pubblica. Costante è stata l’attività di monitoraggio di PlasticsEurope Italia in merito alla stesura dei criteri Ecolabel relativi agli edifici. Al fine di evitare un’ingiustificata penalizzazione delle materie plastiche, l’Associazione ha anche seguito l’elaborazione dei criteri GPP (Acquisti Pubblici Verdi) europei ed italiani per alcune categorie di prodotti. A livello nazionale, particolare attenzione è stata data nel seguire gli sviluppi della normativa relativa ai rifiuti e di quella afferente l’edilizia e la riqualificazione energetica. Si è seguita l’applicazione del Regolamento REACH per quanto riguarda le plastiche, in particolare con riferimento alla valutazione degli scenari espositivi per la preparazione ed additivazione delle resine base. A livello europeo, PlasticsEurope Italia ha continuato a seguire il progetto “Exposure matrix”, congiuntamente a EuPC (Federazione Gomma Plastica/Unionplast per l’Italia) e FPE (Flexible Packaging Europe), avente come obiettivo la definizione del criterio con il quale devono essere dichiarate le sostanze che vengono prodotte non intenzionalmente durante le fasi di trasformazione delle materie plastiche. Inoltre, sono stati seguiti i lavori relativi al Plastics Imple- mentation Measure, regolamentazione atta ad armonizzare tutte le legislazioni europee riguardanti il contatto con alimenti e la linea guida inerente la diffusione delle informazioni per la conformità al contatto con alimenti lungo la value chain. Sono proseguite le attività con i Ministeri competenti per la tutela dello stirolo e del bisfenolo A. Con il coordinamento da parte dell’Istituto Superiore di Sanità, è proseguita l’attività legata alla seconda parte del progetto CAST (verifica della corretta applicazione delle Good Manufacturing Practices). Sono proseguite, in ambito UNIPLAST, le attività mirate alla definizione e validazione di standard di materiale/prodotto/applicazione. Nell’ambito dell’Istituto Italiano dell’Imballaggio si stanno sviluppando due linee guida relative al contatto con alimenti: la prima inerente “l’uso di materiali provenienti da riciclo post-uso” e la seconda sui “bio-polimeri”. Nell’ambito dell’Istituto Italiano Plastici (IIP), si è proceduto in modo da estendere il raggio di operatività di IIP a nuovi settori operativi, quali il packaging. In merito al programma di comunicazione, PlasticsEurope Italia, in collaborazione con le aziende associate, ha assegnato tre borse di studio (2.500 euro cadauna), a studenti universitari e a neo laureati distintisi per avere realizzato interessanti tesi di laurea sulle materie plastiche. Nel 2012, l’Associazione ha promosso la 17° edizione del “Premio Nazionale Federchimica Giovani - Sezione Plastica”, in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione. Ha, inoltre, organizzato a Milano, con l’Istituto Italiano Imballaggio e Federazione Gomma Plastica/Unionplast un workshop per diffondere la conoscenza del ruolo dell’imballaggio nella filiera alimentare. Tra le iniziative realizzate in coordinamento con PlasticsEurope, si segnalano: la finale europea dello Youth Parliament Debate, tenutasi a Roma (Parlamentino del CNEL), dove i vincitori delle edizioni nazionali svoltesi in alcuni paesi europei hanno dibattuto di plastica e ambiente; Zero Plastics To Landfill (Flag Initiative dell’Associazione), che promuove il recupero dei rifiuti plastici in Italia per arrivare, entro il 2020, all’azzeramento delle quantità di rifiuti plastici che finiscono in discarica. Si segnala, infine, l’incontro con gli studenti del Liceo “Duni” (Matera), realizzato nell’ambito del progetto Futurenergia, in collaborazione con European Schoolnet, la rete dei Ministeri dell’Istruzione europei. www.plasticseuropeitalia.it 48 < Torna all’indice La chimica e i suoi settori CHIMICA DA FONTI RINNOVABILI La necessità di disporre di prodotti che derivano dalle biomasse in alternativa a quelli derivanti dal petrolio è sempre maggiore. Ciò a causa delle politiche climatiche e della ricerca di alternative alle risorse fossili non inesauribili e quindi soggette a prevedibili aumenti di costo. Cresce inoltre l’esigenza strategica di affrancarsi dai paesi produttori di petrolio senza tuttavia creare una nuova dipendenza dai paesi produttori di biomasse, generalmente identificabili con i paesi in via di sviluppo, poiché i primi sono afflitti da una pericolosa instabilità politica, i secondi da crescente fabbisogno di materie prime. La trasformazione delle biomasse permette lo sviluppo di un’industria costituita dai vari attori della risultante filiera con significativi impatti anche occupazionali. Lo sviluppo di prodotti da materie prime rinnovabili può rappresentare un significativo contributo ad un’economia sostenibile, in vista delle minori emissioni generate nella produzione e delle opzioni di smaltimento a basso impatto ambientale. Rappresenta inoltre un’ottima opportunità di sviluppare sistemi integrati verticali, coinvolgendo attori agricoli e industriali in uno sforzo di sviluppo comune. Un adeguato sviluppo di tecnologie che consentano di utilizzare biomasse non rientranti nell’impiego alimentare e mangimistico, ed eventualmente coltivabili anche su terreni non adatti alle colture classiche, costituisce un’ulteriore spinta per la creazione di un circolo virtuoso di rilancio della chimica italiana e per ulteriori opportunità di reddito degli agricoltori. Esiste inoltre l’opportunità di valorizzare biomasse di natura diversa, derivanti da attività agricole o dell’industria alimentare abitualmente considerate come rifiuti e, come tali, soggette solo a costi di smaltimento. L’agricoltura italiana può ricevere molto dallo sviluppo dello sfruttamento delle biomasse. Una corretta gestione di questa filiera potrebbe permettere lo sfruttamento dei circa 500.000 ettari di suolo coltivabile attualmente inutilizzato, creando un reddito agricolo aggiuntivo, nell’ambito di pratiche di agricoltura sostenibile che si integrano con un’efficace protezione dell’ambiente. Per raggiungere questi traguardi serve il sostegno pubblico, in forma di incentivi alla ricerca e normative che spingano l’innovazione attraverso l’adozione di standard di prodotto e di sistema sempre più elevati, la cui attuazione dovrà essere incoraggiata attraverso un’adeguata attenzione legislativa. I progetti di ricerca in questo cam- po sono sulla frontiera tecnologica come quelli sul bioetanolo di seconda generazione e implicano risorse economiche molto rilevanti, che devono trovare nei fondi pubblici un’adeguata considerazione. In linea con i più recenti indirizzi della Commissione europea in tema di bioeconomia, nel 2013 si è costituito, su impulso del MIUR, il Cluster Tecnologico Nazionale “Chimica Verde”, che si propone l’obiettivo di incoraggiare lo sviluppo delle bioindustrie in Italia attraverso un approccio interdisciplinare e globale all’innovazione. I soggetti aderenti al Cluster, di cui Federchimica è uno dei promotori, vedono nella costruzione di bioraffinerie di seconda e terza generazione integrate nel territorio e dedicate principalmente ai prodotti innovativi ad alto valore, un’opportunità per affermare un nuovo modello socio-economico e culturale, prima ancora che industriale, dando una corretta priorità all’uso delle biomasse, nel rispetto della biodiversità locale e delle colture alimentari e con la creazione di nuovi posti di lavoro. Federchimica intende promuovere le tecnologie che valorizzino completamente le biomasse e che dimostrino di essere sostenibili e competitive. Questo evitando che i sussidi, se utilizzati in maniera errata, creino distorsioni di mercato, spreco di risorse pubbliche e alterino le condizioni di concorrenza tra i diversi comparti produttivi. Di fatto l’industria chimica permette un utilizzo molto più efficace delle biomasse rispetto ad un utilizzo puramente energetico. Una corretta programmazione di filiera e una strategia che prevengano distorsioni della concorrenza e del mercato sono necessari per applicare in modo oggettivo i criteri di sostenibilità fissati dall’Unione europea. Da parte sua Federchimica ritiene che la chimica delle biomasse sia un tassello molto importante della chimica sostenibile ed è convinta che questo settore debba essere sviluppato in una logica complessiva che unisca biotecnologie, bioraffinerie, biocarburanti e bioprodotti chimici in modo coordinato. Federchimica, tra le prime associazioni chimiche nazionali in Europa a guardare con interesse alle fonti rinnovabili, è dell’avviso che tutta la chimica europea debba attivarsi a livello centrale in modo coordinato per cogliere le opportunità che questo mondo può offrire nel prossimo futuro. La recente costituzione a livello industriale europeo della Public Private Partnership BRIDGE 20/20 (Biobased and Renowable Industries for Development and Growth) rappresenta un segnale importante in questo senso. www.aispec.it Torna all’indice > 49 Seconda parte AGRICOLTURA E MERCATO DEI FERTILIZZANTI Nutrire un pianeta di sette miliardi di persone è la sfida quotidiana dell’agricoltura e i fertilizzanti sono gli strumenti indispensabili per ottenere raccolti adeguati, sicuri ed a prezzi accessibili; il loro utilizzo è maggiore in quei paesi in via di sviluppo che ne hanno sempre fatto un uso molto ridotto e che stanno vivendo ora la loro “rivoluzione verde”, mentre in quelli del vecchio continente si punta maggiormente alla razionalizzazione del loro utilizzo. Secondo i rilevamenti ufficiali Istat nel 2011, ultimo dato disponibile, vi è stata una ripresa nella distribuzione dei concimi in Italia, con un aumento dell’11% rispetto al 2010. Nello specifico, sono aumentate le distribuzioni dei concimi minerali (+2.9%), organici (+3.4%) e organominerali (+41%); inoltre è stato stimato anche un aumento della distribuzione degli ammendanti (+14%) che corrispondono ad un incremento di due milioni di quintali in più rispetto al 2010. Nel contesto, caratterizzato da un elevato grado di importazione di prodotti da paesi extra UE, si rileva un consumo complessivo di fertilizzanti che si aggira attorno alle 4,8 milioni di tonnellate, di cui circa 2,8 milioni di tonnellate sono concimi (2,2 milioni di tonnellate di concimi minerali e 0,3 ciascuno di concimi organici e organo-minerali), 1,7 milioni di tonnellate gli ammendanti e 0,3 milioni di tonnellate i correttivi. L’analisi territoriale evidenzia inoltre che il 69% dei fertilizzanti viene distribuito nelle regioni settentrionali, il 15% in quelle centrali e il restante 17% nel mezzogiorno. In agricoltura biologica la distribuzione dei fertilizzanti consentiti è passata da 1,2 a 1,5 milioni di tonnellate. Il 55.8% degli ammendanti risulta costituito da prodotti consentiti in agricoltura biologica, in crescita del 20.9% rispetto al 2010. I correttivi consentiti nel biologico sono in crescita del 59.9% rispetto al 2010 e corrispondono al 43.1% di quelli distribuiti nel complesso. Tali risultati mostrano certamente come i programmi comunitari a sostegno dell’agricoltura ecocompatibile e biologica siano in forte evoluzione e soprattutto come le aziende produttrici di mezzi tecnici si siano attrezzate per individuare e trasformare le materie prime più idonee per tale pratica agricola. Nella produzione di concimi minerali le aziende presenti in Italia che operano nel settore sono multinazionali o nazionali di media-grande dimensione, mentre sono pic- cole-medie imprese quelle che caratterizzano la produzione di concimi specialistici, organici e organo-minerali. Come lo scorso anno, più della metà dei concimi minerali è costituito da prodotti di importazione, sia per quanto riguarda le materie prime, sia per i prodotti finiti. Assofertilizzanti è impegnata da anni sul fronte della qualità dei prodotti. In tale ambito si inserisce un progetto che mira ad attuare un programma di controlli orientati alla caratterizzazione in laboratorio dei fertilizzanti. L’Associazione, in questo contesto, continua a portare avanti l’accordo siglato nel 2011 con l’ICQRF (Ispettorato Centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agro-alimentari del Mipaaf.) per promuovere diverse iniziative volte a rafforzare l’efficacia della lotta alle frodi. Tutto ciò rientra nel più ampio Progetto Qualità dell’Associazione e prevede anche il lancio di un programma di ricerca per la caratterizzazione dei materiali ed in particolare le materie prime dichiarate nell’etichetta. Alla fine del 2012 si sono chiusi i lavori di vari gruppi di lavoro della Commissione europea con lo scopo di fornire alla Commissione stessa elementi per redigere un nuovo regolamento relativo ai concimi. L’obiettivo è quello di raggruppare sotto un’unica normativa, valida per tutti i paesi della UE, tutti i mezzi tecnici per la nutrizione (dai tradizionali concimi minerali ai più innovativi biostimolanti). Assofertilizzanti ha partecipato attivamente ai tavoli di lavoro della Commissione, direttamente attraverso due suoi rappresentanti ed indirettamente attraverso l’Associazione europea dei produttori (Fertilizers Europe) alla quale aderisce. Con l’obiettivo di formare i giovani sull’impiego dei fertilizzanti avvicinandoli al mondo dell’agricoltura, Assofertilizzanti ha promosso la prima edizione del concorso nazionale “Nutriamo la terra. Il web per scoprire i fertilizzanti”. Il concorso è rivolto agli studenti delle classi IV degli istituti tecnici agrari italiani che hanno realizzato un sito web per diffondere il messaggio che prendersi cura della terra, proteggendo il patrimonio agricolo italiano e promuovendo un’agricoltura rispettosa dell’uomo e dell’ambiente, è lo strumento chiave per una produzione sempre più sostenibile, forte dell’utilizzo dei mezzi tecnici oggi disponibili e in continua evoluzione. www.assofertilizzanti.it 50 < Torna all’indice La chimica e i suoi settori FIBRE ARTIFICIALI E SINTETICHE Dalla loro scoperta ad oggi, le fibre man-made hanno costantemente preso spazio e sostituito le fibre naturali nei più svariati usi. Attualmente la loro quota sul totale dei consumi di fibre tessili ha raggiunto il 66% (era il 22% nel 1960). Le fibre chimiche si classificano in tre categorie: le fibre artificiali o cellulosiche, le fibre a base di polimeri sintetici, le fibre a base di materiali inorganici. Gli usi finali principali sono nell’abbigliamento e nell’arredamento, oltre ad una vasta gamma di applicazioni tecniche in diversi settori (auto, vestiario protettivo e sportivo, igiene e medicina, costruzioni). In base alla loro destinazione d’uso, le fibre man-made vengono progettate per offrire la giusta combinazione di qualità richieste: aspetto, resistenza, durata, estensione, stabilità, resistenza al calore, protezione, facilità di manutenzione, traspirabilità, assorbimento di umidità. In molti casi sono utilizzate in mischia con fibre naturali come cotone e lana. A livello mondiale il settore delle fibre è molto dinamico, la crescita media annua degli ultimi 10 anni è stata pari al 5% e nel 2012 i volumi produttivi sono cresciuti del 7%, superando i 58 milioni di tonnellate. La Cina, con una quota pari al 60% della produzione mondiale è il primo produttore di fibre man-made, prevalentemente di fibra poliestere. L’Europa è il secondo produttore di fibre chimiche (8%), principalmente di specialità. In Italia sono attive esclusivamente imprese di fibre sintetiche, che nel loro complesso hanno fatturato circa 1,1 miliardi di euro nel 2012. Il settore è fortemente internazionalizzato: le imprese hanno stabilimenti produttivi fuori dall’Italia e sono fortemente orientate all’export. Il 2012 è stato un altro anno difficile per il settore a livello italiano (-4%), ma anche a livello europeo (-7%). Le imprese hanno risentito della crisi dei settori clienti in Italia e della debolezza del mercato europeo. Nonostante un rallentamento dell’economia a livello mondiale le esportazioni verso i paesi extra-UE hanno continuato a crescere a buoni ritmi (+8.8% a valore). Questa presenza sui mercati internazionali più dinamici sta compensando i livelli molto bassi di domanda interna. In questo quadro di domanda si collocano altre sfide per l’industria delle fibre chimiche in Italia e più in generale in Europa. L’industria europea affronta una competizione crescente e distorta da parte dei paesi asiatici: da un lato la loro capacità in eccesso si riversa a prezzi bassissimi sul mercato europeo con effetti depressivi sui margini e sulla profittabilità delle imprese europee, dall’altro questi paesi spesso innalzano barriere tariffarie e non che ostacolano le esportazioni europee. I prezzi delle materie prime sono molto volatili e spesso su livelli ancora molto elevati, perché sono trainati dalla vorace domanda cinese (è esemplare il caso del PET riciclato dalle bottiglie). L’industria europea è esposta a costi del lavoro e dell’energia molto più elevati rispetto ai concorrenti, a causa di legislazioni più stringenti e di regimi di tassazione più pesanti e, per l’energia, di mercati non sufficientemente liberalizzati. Elevati costi sono imposti anche dal rispetto della normativa ambientale europea, come il REACH: il Regolamento oltre ad avere un grave impatto a causa del suo costo intrinseco, minaccia anche l’industria con l’eliminazione di alcune sostanze vitali, per le quali non esistono alternative. L’industria europea delle fibre man-made rimane un’industria forte, che può e deve affrontare queste sfide. Nel tempo le produzioni europee si sono spostate dalle commodities verso le specialità a maggiore valore aggiunto e il settore si conferma molto innovativo (1 miliardo di euro di investimenti negli ultimi 5 anni). La presenza di un’industria europea di fibre man-made che garantisca prodotti innovativi, sicuri e con performance sempre migliori, nonché una continuità negli approvvigionamenti, rappresenta una condizione indispensabile per mantenere una base produttiva nell’industria a valle del tessile. La prossimità al cliente, la specializzazione, la qualità e la varietà dell’offerta sono tutti punti di forza dell’industria europea, come mostra anche il recente re-shoring di alcune produzioni in Europa. Oggi l’attenzione dei consumatori sull’impatto ambientale è sempre maggiore è questo rappresenta un’opportunità per l’industria delle fibre man-made europea che da sempre lavora con standard produttivi molto elevati. Siamo inoltre in presenza di un’industria fortemente sostenibile, molte imprese hanno sviluppato tecnologie e processi che hanno permesso negli ultimi anni di ridurre significativamente i livelli di emissioni e di aumentare il risparmio energetico. Non va inoltre dimenticato che le fibre chimiche grazie a molte delle loro applicazioni permettono importanti risparmi di energia nei settori a valle (ad esempio, l’isolamento termico in edilizia). www.assofibre.it Torna all’indice > 51 Seconda parte AGROFARMACI L’industria italiana degli agrofarmaci è un settore produttivo che, con circa 821 milioni di euro, realizza l’1.5% del fatturato globale dell’industria chimica italiana (2011). L’Italia si colloca al sesto posto a livello mondiale e al terzo in Europa, rappresentando circa l’11% del mercato europeo degli agrofarmaci e impiegando nel settore circa 2.500 persone. L’industria degli agrofarmaci investe in ricerca il 6% circa del proprio fatturato annuo complessivo (49 milioni di euro nel 2011). La ricerca e l’introduzione di nuove tecnologie hanno consentito la produzione di molecole sempre più efficienti ed efficaci, razionalizzando l’impiego degli agrofarmaci. Fungicidi ed erbicidi, in particolare, hanno registrato un consistente decremento del mercato, essendo di fatto i prodotti più interessati dall’introduzione di molecole innovative a bassi dosaggi di impiego. Oltre a promuovere la ricerca nell’ottica di una sempre maggiore sostenibilità dei propri prodotti, le imprese che aderiscono ad Agrofarma si impegnano ad osservare un severo codice di autodisciplina e a sottoscrivere il Programma Responsible Care. Le nuove e più significative trasformazioni per il settore riguardano la pubblicazione di due importanti normative europee: Il Regolamento CE n. 1107/2009, in vigore dal 14 giugno 2011, che disciplina l’immissione in commercio degli agrofarmaci di nuova registrazione, introducendo rinnovati criteri di esclusione sulla base della classificazione di pericolo delle sostanze; e la Direttiva europea 2009/128 CE, recepita in Italia con il D. Lgs. n. 150 del 14 agosto 2012, che istituisce un quadro per l’azione comunitaria ai fini di incentivare l’utilizzo sostenibile degli agrofarmaci promuovendo anche l’uso della difesa integrata (IPM). Per quanto riguarda la sicurezza ambientale, Agrofarma è coinvolta nel progetto europeo “TOPPS-PROWADIS” (Train Operators to Promote Practices and Sustainability - to PROtect WAter from DIffuse Sources), finanziato dall’associazione europea dei produttori di agrofarmaci (European Crop Protection - ECPA), che ha l’obiettivo di individuare le buone pratiche agricole necessarie a prevenire la contaminazione da agrofarmaci dei corpi idrici superficiali. Dal 2009 Agrofarma ha anche lanciato in collaborazione con FederUnacoma (Federazione Nazionale Costruttori Macchine per l’Agricoltura) il progetto “SOFT” (Sustainable Operations in Fitoiatric Treatments). Tale progetto, coerente con le recenti norme in materia di trattamenti contenute nella Direttiva 2009/128 CE sull’uso sosteni- bile degli agrofarmaci, prevede la realizzazione di corsi di formazione in aula e sul campo rivolti a tecnici e operatori del settore con l’obiettivo di migliorare la qualità della distribuzione degli agrofarmaci, la sicurezza dell’ambiente, del consumatore e dell’operatore. In merito alla tema della sicurezza alimentare, l’Italia è ancora leader in Europa per la tutela e la garanzia di sicurezza rivolta al consumatore. Infatti, basti pensare all’ultimo rapporto ufficiale pubblicato dall’EFSA, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, dove il nostro Paese presenta il minor numero di prodotti agroalimentari con residui superiori ai limiti consentiti (0.3%). I risultati del report EFSA confermano gli ultimi dati pubblicati dal Rapporto ufficiale Fitofarmaci del Ministero della Salute sulla presenza di residui nella frutta e verdura coltivati in Italia nel quale emerge come il 64.2% dei campioni, due casi su tre, sono del tutto privi di residui. In Italia, purtroppo, si assiste anche al diffondersi di un significativo mercato degli agrofarmaci illegali (furti, contraffazioni e importazioni parallele illegali), stimato in circa 30 milioni di euro, pari al 4% del mercato complessivo del settore. L’utilizzo degli agrofarmaci illegali riveste un alto grado di pericolosità per l’ambiente, per la salute dei consumatori e degli agricoltori. Per ridurre il fenomeno Agrofarma ha lanciato la campagna “Stop agli agrofarmaci illegali”, attivando il numero verde 800-913083 a cui si possono rivolgere tutti coloro che riscontrano casi sospetti. Di fondamentale importanza sono state poi le iniziative di formazione, come i workshop e i corsi, che l’Associazione ha organizzato e organizza per i Carabinieri dei NAS, dei NAC e per i diversi attori della catena distributiva degli agrofarmaci. Agrofarma sostiene infatti l’accordo firmato da Federchimica e dai Carabinieri dei NAS volto a intensificare i controlli contro la contraffazione dei prodotti chimici, fornendo un costante supporto alle forze dell’ordine. Sempre in ambito formativo, dal 2002 ECPA ha lanciato il progetto “Uso sicuro” per diffondere il corretto impiego dei dispositivi di protezione individuale. In Italia Agrofarma ha quindi collaborato, con Confagricoltura e 3M al il progetto “Coltiva il tuo futuro” per promuovere la formazione degli operatori agricoli sul corretto utilizzo dei dispositivi di protezione individuale e sull’uso sostenibile degli agrofarmaci. www.agrofarma.it 52 < Torna all’indice La chimica e i suoi settori PRINCIPI ATTIVI E INTERMEDI DI CHIMICA FARMACEUTICA Il settore italiano dei principi attivi farmaceutici è tra i leader a livello mondiale ed è da decenni un punto di riferimento per quanto riguarda la qualità della sua produzione. Pur in un momento congiunturale difficile per molti comparti industriali, grazie alla sua propensione all’export, il settore riesce ad ottenere risultati positivi valorizzando le caratteristiche intrinseche riconosciute dalla clientela internazionale: competenza scientifica, elevata qualità e abilità processistica. Il 3% del fatturato è destinato alla ricerca. Il settore investe nella ricerca applicata allo sviluppo, prevalentemente per l’ottimizzazione dei processi. La qualità del prodotto è ottenuta grazie alle tecnologie utilizzate, ed è garantita dalla stretta ed obbligatoria osservanza delle GMP (Good Manufacturing Practices). Le imprese italiane hanno continuato ad intraprendere iniziative finalizzate a mantenere la leadership qualitativa del settore e consentire una competizione “a parità di condizioni”, in particolare per quanto concerne il regulatory. La Direttiva sulla contraffazione (2011/62/UE) dovrà essere recepita nell’ordinamento nazionale entro il 2 luglio 2013. Di particolare rilievo sarà il fatto che gli API provenienti da fuori Europa dovranno essere accompagnati dalla “Conferma Scritta” (Written Confirmation), rilasciata dall’Autorità locale, attestante che il produttore extra UE rispetta norme di buona fabbricazione almeno equivalenti a quelle vigenti nell’Unione europea. Negli ultimi mesi AIFA ha invitato le imprese farmaceutiche a riconsiderare i loro fornitori extra europei, al fine di essere pronte per quella data ed avere individuato fonti alternative che rispondano ai requisiti richiesti. Si ritiene che la necessità per i fornitori extra-UE di adeguarsi ai nuovi standard qualitativi li costringerà a dover sopportare maggiori costi con conseguenti vantaggi competitivi per produttori europei. In questo contesto l’intenzione di AIFA di mantenere un sistema autorizzativo con ispezioni dovrebbe conferire alla produzione italiana un plus rispetto agli altri produttori europei. Dal prossimo 2 luglio ci potrebbero essere problemi di shortage per alcuni prodotti importati a seguito della necessità di disporre della Conferma Scritta, le attuali indagini condotte nei vari paesi presso i produttori di farmaci sono l’evidenza della concreta preoccupazione al riguardo. Si ritiene che molti dei prodotti che non potran- no più essere importati, per non conformità a quanto richiesto dalla Direttiva 2011/62/UE, potrebbero essere nuovamente realizzati dai produttori italiani, se ci fossero condizioni di mercato ed economiche interessanti. È quindi importante per i produttori italiani conoscere quali sono i prodotti maggiormente a rischio shortage per poter prendere in tempo le necessarie decisioni. Sarà anche importante ottenere da AIFA una procedura autorizzativa semplificata (fast track) per poter rispondere tempestivamente alle richieste del mercato. Le criticità per i produttori italiani di principi attivi farmaceutici sono da un lato relative a quanto accennato e dall’altro agli aspetti autorizzativi e, più in generale, alle attività da espletare nei confronti dell’Agenzia del Farmaco. Al riguardo qualche risultato c’è stato, a seguito anche delle pressanti azioni del settore, ossia: notifica API per sperimentazioni cliniche in Fase I e semplificazione normativa per le modifiche non essenziali. Il settore ha proseguito i contatti con le altre associazioni dell’area farmaceutica (Farmindustria e Assogenerici) al fine di condividere le proprie criticità e, con una massa critica maggiore, agevolare una loro soluzione da parte delle autorità. Con l’obiettivo di favorire il trasferimento di cultura all’interno della filiera farmaceutica, sono state mantenute intense relazioni con AFI, Associazione Farmaceutici Industria, e sono state avviate iniziative su temi di comune interesse. L’Associazione ha anche partecipato al Simposio AFI, che si è svolto a Rimini dal 12-14 giugno 2013. I produttori di API hanno fatto conoscere le proprie posizioni anche in altre occasioni di incontro: il convegno ASIS 21-23 marzo 2013 a Pisa e il Pharmintech 17-19 aprile 2013 a Bologna. Il 3° Forum Aschimfarma, che avrà luogo a Roma nella seconda parte dell’anno, servirà a dare visibilità al settore degli API e ad attirare l’attenzione delle autorità sulle criticità del settore. Di rilievo per l’efficacia del Forum e delle altre iniziative del settore sarà la prosecuzione del progetto “Comunicazione”, che si pone l’obiettivo di suscitare l’attenzione dei giornalisti per il settore della chimica-farmaceutica e la sensibilità per redigere articoli sugli aspetti prioritari. Nell’ambito delle manifestazioni fieristiche particolarmente importante per il settore sarà il prossimo CPhI Worldwide di Francoforte (22-24 ottobre 2013). www.aschimfarma.it Torna all’indice > 53 Seconda parte chimica fine e delle specialitÁ Il comparto degli additivi e ausiliari, della chimica fine e delle specialità per l’industria riveste grande importanza nel trasferire ai settori di consumo finale le innovazioni che nascono nella filiera chimica. Qui è fortissima la specializzazione dell’industria chimica italiana, sia di piccole e medie aziende, sia di grandi imprese estere che trovano in Italia gli utilizzatori più all’avanguardia. Le imprese italiane sono le migliori al mondo nella capacità di fornire prodotti su misura studiati per le esigenze del cliente. Nella congiuntura attuale le imprese del comparto stanno sperimentando che questa innovazione non basta più; le specialties di ieri sono ormai le commodities di oggi, i clienti sono disposti a pagare di più solo se l’aumento di prezzo causato dagli aumenti delle materie prime corrisponde a un nuovo contenuto tecnologico davvero innovativo. A monte il mercato è concentrato e le imprese hanno una dimensione medio/grande con una forte presenza di società multinazionali con unità produttive o con uffici commerciali/distributori in Italia mentre è più limitata la presenza di società italiane. A valle alcuni settori presentano molte imprese medio/piccole che nel complesso ricoprono un ruolo di grandissima importanza rispetto ai concorrenti europei. Gli additivi e ausiliari sono prodotti chimici realizzati “mescolando” opportunamente numerosissime sostanze diverse. Le formulazioni ottenute sono utilizzate congiuntamente per conferire al prodotto finito caratteristiche particolari richieste dal mercato sugli articoli destinati al consumo. Ogni formulato è estremamente specifico per la funzione richiesta: per questo si configurano come specialità chimiche. I prodotti di chimica fine, ovvero alcune delle principali materie prime per l’industria degli additivi e degli ausiliari, sono invece ottenuti prevalentemente per sintesi e, per similitudine, ricoprono un ruolo affine a quello che additivi e ausiliari assumono per i settori manifatturieri. Quindi la vasta gamma degli additivi e ausiliari specialty, necessaria per soddisfare le esigenze provenienti dai settori “finali”, ovvero l’industria tessile, cartaria, conciaria, per il trattamento delle acque e/o per materie plastiche, elastomeri, coating e altri, a sua volta utilizza innumerevoli intermedi, principi attivi, catalizzatori e prodotti di chimica fine, insieme alle materie prime provenienti dalla chimica di base. Le imprese della chimica fine e quelle degli additivi e ausiliari per l’industria (rappresentate in Aispec dai Gruppi: intermedi, principi attivi, catalizzatori e prodotti di chimica fine; additivi, ausiliari e specialità per l’industria) presentano un fatturato di oltre 3.200 milioni di euro, danno lavoro a quasi 6.200 addetti in circa 110 imprese associate. L’impianto normativo in ambito di sicurezza, salute e ambiente aumenta le difficoltà gestionali delle imprese del comparto, tendenzialmente medio-piccole e poco strutturate per affrontare, senza soffrire, i pesanti oneri e gli adempimenti del REACH e delle norme connesse, che solo ora stanno iniziando ad emergere in modo incisivo. L’Associazione sta lavorando molto per essere ancora più vicina su tali temi a questa tipologia di imprese, con assistenza, servizi mirati, attività istituzionale e seminari, come il 1st Formulation Day, realizzato da Federchimica per trasferire agli addetti del comparto della chimica delle formulazioni (che con oltre 25 miliardi di euro di fatturato rappresenta quasi metà della produzione chimica italiana) informazioni e strumenti utili all’adempimento delle norme, oltre alla consapevolezza che le nuove sfide del regulatory necessitano ormai di un approccio organizzativo più strutturato. Inoltre, sta emergendo con forza, in particolare da parte della grande distribuzione a valle dei settori tessile e conciario, la necessità di conseguire e attestare una forte responsabilità di prodotto in termini di tracciabilità della “sicurezza chimica” degli articoli che si immettono al consumo. Di conseguenza aumenta la diffusione a volte incontrollata di richieste, certificazioni e capitolati di fornitura volontari, che impongono il rispetto di limiti di soglia, caratteristiche chimico-fisiche, uso o assenza di specifici chemicals, basati spesso su una cultura tecnico-scientifica e su una conoscenza della chimica carente o del tutto assente. Le associazioni di filiera sono quindi impegnate nel dialogo con i propri settori a valle per la divulgazione di una corretta cultura scientifica e nell’affermare l’estrema attenzione che l’industria chimica è tenuta a dedicare allo sviluppo di prodotti sicuri per l’uomo e per l’ambiente. Sul piano congiunturale, è significativo il forte calo della domanda diffuso anche ai settori connessi ai consumi finali che in passato avevano mostrato una maggiore tenuta. L’export si conferma un importante motore di crescita, sebbene il mercato europeo si sia dimostrato debole. I costi delle materie prime si mantengono su livelli elevati, con conseguenti pressioni sui margini. Permangono inoltre problemi di liquidità nelle varie filiere e situazioni di crisi strutturale tra le imprese clienti. www.aispec.it 54 < Torna all’indice La chimica e i suoi settori AUSILIARI PER LA DETERGENZA, tensioattivI E PRODOTTI OLEOCHIMICI Ognuno di noi si imbatte, durante le attività della propria vita quotidiana, a casa, al lavoro e negli ambienti in cui vive, in una molteplicità di sostanze chimiche: una tra le più diffuse è sicuramente quella dei tensioattivi. I tensioattivi sono noti soprattutto nell’ambito della detergenza e del personal care in quanto permettono l’allontanamento del grasso e delle polveri in tutti i processi di pulizia personale, domestica, e industriale. Grazie alle loro proprietà chimico-fisiche essi svolgono una funzione fondamentale anche in numerosissimi processi e applicazioni industriali molto diversificate. Si definiscono tensioattivi quelle sostanze che, aggiunte in piccola concentrazione, sono capaci di modificare la tensione superficiale dei liquidi, generalmente dell’acqua, in cui sono sciolti. Per poter svolgere questa azione, le loro molecole devono presentare almeno due sezioni ben distinte e separate, l’una apolare e affine alle sostanze grasse, l’altra polare o contenente gruppi ionici, affine a quelle polari (come l’acqua). Aggiunte all’acqua, esse migrano alla superficie orientandosi con la parte idrofoba verso l’alto. Quando queste due parti risultano affini a due solventi tra loro immiscibili, si possono ottenere emulsioni, se non addirittura soluzioni, tra questi liquidi. I tensioattivi possono avere carica ionica, anionica, cationica o anfotera, o non averla (tensioattivi non ionici). Generalmente queste sostanze sono prodotte da materie prime di origine petrolchimica (paraffine, oleofine, benzene, etilene, ecc.), o naturale (oli naturali), che in seguito a diversi processi chimici (solfatazione, etossilazione riduzione e amidazione) originano le diverse classi di tensioattivi. In base alla loro natura e funzione i tensioattivi possono essere suddivisi in tre categorie: prodotti di detergenza (tensioattivi, betaine, biocidi. ecc.); prodotti di polimerizzazione (alcol e acidi carbossilici etossilati, ecc.); prodotti tensioattivi di origine naturale (ottenuti dalla condensazione di acidi grassi derivanti da olio di cocco o palma e di idrolizzati proteici da cereali, amidi, ecc). In generale, i tensioattivi in combinazione con altre sostanze di origine organica e/o inorganica, in grado di esaltare le capacità di detergenza, costituiscono un prodotto detergente. Il settore è rappresentato all’interno di Aispec dal Gruppo ausiliari per la detergenza, tensioattivi e prodotti oleochimici. Il Gruppo riunisce al proprio interno diverse tipo- logie sia di imprese (multinazionali, PMI), sia di prodotti: ausiliari per la detergenza (alcool grassi, alchilfenoli, ecc.) tensioattivi (LAB, LAS, betaine, ecc.) e prodotti oleochimici (glicerina, acidi grassi), nonché alcuni additivi utilizzati per i prodotti della detergenza (enzimi, disinfettanti, sequestranti, ecc.). Ad oggi vi aderiscono 33 imprese con un fatturato di circa 680 milioni di euro e un numero di addetti superiore alle 900 unità. Per i prossimi anni l’attività del Gruppo sarà ancora concentrata a monitorare le attività di Federchimica e del CESIO (l’associazione europea di riferimento), a condividerne gli strumenti, le linee guida per l’implementazione dei regolamenti REACH e CLP, la redazione delle Schede Dati di Sicurezza (SDS) e gli eventuali Scenari Espositivi. Un’altra attività in cui il Gruppo, a livello nazionale, e il CESIO a livello europeo, continuerà ad essere coinvolto anche in futuro riguarda la promozione di classificazioni armonizzate di tensioattivi e intermedi organici. Inoltre, dal momento che all’interno della strategia Europa 2020, volta a rilanciare l’economia dell’Unione europea nel prossimo decennio per farla crescere in modo intelligente sostenibile e solidale, vi sono diverse iniziative, tra cui quella di promuovere l’impiego di prodotti bio-based, il settore sarà direttamente coinvolto nella definizione di uno di questi: i bio-tensioattivi. Tale tema è particolarmente delicato in quanto ad oggi il comparto si basa principalmente su tensioattivi di origine petrolchimica, pertanto sarà assolutamente necessario partecipare ai lavori a livello europeo attraverso CEN per la definizione di uno standard che tenga nella dovuta considerazione le conoscenze raggiunte fino ad ora in questo campo dai tensioattivi abituali. Per quanto riguarda, invece, le problematiche che interesseranno maggiormente il settore oleochimico, per la loro natura e la destinazione d’uso, vi sono quelle legate alla normativa sulle fonti rinnovabili (Direttiva 2009/28 attualmente in fase di revisione) nonché, in termini di salute e sicurezza sanitaria, quelle riferite al Regolamento sui sottoprodotti di origine animale (Regolamento 1069/2009) e relative disposizioni attuative (Regolamento 142/2011 e s.m.i). Inoltre vi possono essere implicazioni per il settore legate all’eventuale contaminazione di oli vegetali/animali con diossina, e all’applicazione e interpretazione del Regolamento 225/2013 che prevede inasprimenti legislativi per quanto concerne le analisi per determinare i livelli di diossina nei prodotti. www.aispec.it Torna all’indice > 55 Seconda parte INGREDIENTI COSMETICI, ADDITIVI FARMACEUTICI E FRAGRANZE Come noto i prodotti cosmetici fanno parte ormai di ogni piccolo gesto della nostra vita quotidiana, quando ci laviamo le mani, i capelli, facciamo la doccia, quando ci esponiamo al sole o più semplicemente vogliamo dedicare un momento della giornata alla cura, al benessere e alla bellezza del nostro corpo. Il prodotto cosmetico è inteso come la formulazione di molti ingredienti (acqua, tensioattivi, coloranti, polimeri, pigmenti, emollienti, estratti naturali, filtri solari, principi funzionali, fragranze); sostanze diverse per natura, caratteristiche, proprietà chimico – fisiche e processi produttivi. Ci sono ulteriori fattori che contribuiscono alla definizione di un prodotto cosmetico: la formula, la sicurezza, l’efficacia, il colore, la profumazione, la gradevolezza al tatto, il packaging e la relativa compatibilità. Alcune materie prime sono esclusivamente di carattere cosmetico mentre altre sono comunemente utilizzate anche in campo alimentare e farmaceutico e non solo. Tutte comunque vengono continuamente studiate e aggiornate a seguito di indicazioni dei comitati scientifici a livello comunitario, al fine di garantire al consumatore un prodotto cosmetico finito sempre più sicuro ed efficace. La fragranza è il componente che spesso identifica un prodotto, e può determinarne il successo a livello commerciale, creando anche una sorta di fidelizzazione da parte del consumatore. Essa agendo sui recettori olfattivi impartisce una specifica nota, un profumo a moltissimi prodotti. La fragranza viene impiegata in tutte le tipologie di prodotti dal personal care, ai prodotti per la pulizia, siano essi detersivi per la biancheria, o detergenti per la casa, nonché ai numerosi deodoranti e naturalmente ai profumi. La fragranza costituisce in media solo il 2% del prodotto. Questo settore si identifica nel Gruppo aromi e fragranze di Aispec, che affronta e approfondisce temi che riguardano sia gli aromi, sia le fragranze. Il comparto è rappresentato da imprese di diversa tipologia, vi sono imprese di piccola-media dimensione legate al territorio (ma con importanti rapporti con il mercato internazionale), alle quali si affiancano le filiali italiane dei grandi gruppi multinazionali del settore, che operano su ampia scala. Le fragranze devono rispondere a precisi requisiti di sicurezza e innocuità per la salute del consumatore in base a quanto disposto sia dalle legislazioni comunitarie sulle sostanze chimiche (REACH), sulla loro classificazione, etichettatura e imballaggio (CLP), sia dalle normative specifiche determinate dalla loro destinazione d’uso, per esempio la legislazione sui prodotti cosmetici e sui detergenti. Le imprese associate devono rispettare inoltre il codice di autoregolamentazione IFRA (International Fragrance Association), che è mantenuto sempre aggiornato in base alle più recenti conoscenze scientifiche, ed è arrivato ormai al 47° aggiornamento. Il settore delle materie prime cosmetiche si identifica invece nel Gruppo Mapic al quale aderiscono 37 imprese con un fatturato di 380 milioni di euro, con un numero di addetti superiore a 1000. Il 2013 per il comparto cosmetico è un anno davvero importante, a cominciare dall’implementazione a luglio del nuovo Regolamento cosmetici, che stabilisce: una precisa identificazione dei ruoli, delle responsabilità e una serie di definizioni specifiche; nuove modalità nella realizzazione del Product Information File; la regolamentazione dei nanomateriali e pone un chiaro riferimento all’applicazione delle buone pratiche di fabbricazione (GMP). Uno degli aspetti cruciali e un forte ostacolo all’innovazione per il settore nel mercato europeo è l’entrata in vigore del divieto totale di sperimentazione sugli animali. Infatti, dall’11 marzo 2013 non è più possibile commercializzare prodotti cosmetici contenenti ingredienti testati su animali anche per quegli end-point più complessi (tossicità ripetuta, reprotossicità, tossicocinetica) che avevano goduto fino al 10 marzo 2013 della deroga; sebbene anche la Commissione europea sia consapevole che per i prossimi anni non ci sarà la possibilità di una completa sostituzione della sperimentazione animale con metodi alternativi. Tale aspetto si trova tra l’altro in contrapposizione con quanto previsto da altre normative, come il Regolamento REACH, alla quale gli ingredienti cosmetici devono comunque conformarsi. Tale normativa può infatti prevedere test, anche su animali, per la preparazione del dossier di registrazione, al fine di permettere la commercializzazione e la gestione sicura di una sostanza lungo tutta la filiera produttiva. Il Gruppo oltre a monitorare e a predisporre linee guida e/o posizioni su temi esclusivamente di carattere regolatorio, ha deciso di impegnarsi in un progetto di comunicazione. Esso prevede, in un primo momento, la realizzazione di schede specifiche destinate al pubblico, con messaggi positivi, su ingredienti o classi di essi che vengono spesso denigrate da attività di marketing con claim tipo “free of”, al fine di evitare percezioni da parte del consumatore non fondate sulla qualità e sulla sicurezza dei prodotti e degli ingredienti cosmetici. www.aispec.it 56 < Torna all’indice La chimica e i suoi settori CHIMICA PER IL SETTORE ALIMENTARE Aromi, additivi, coadiuvanti tecnologici, enzimi, amidi, ingredienti nutrizionali possono essere definiti come “ingredienti specialistici per il settore alimentare” e sono i prodotti che rappresentano il contributo della chimica alla filiera alimentare. L’industria alimentare è riconosciuta come uno dei settori di eccellenza dell’economia italiana e le imprese degli ingredienti specialistici ricoprono un ruolo importante nel tessuto industriale nazionale. Tra queste non esiste un’unica tipologia aziendale, in quanto variano tra piccole-medie imprese, storicamente presenti o di nuova costituzione, fino a filiali di gruppi multinazionali. Queste realtà operano sul mercato italiano e internazionale, valorizzando tradizione e innovazione del complesso panorama dell’industria alimentare. Le imprese del settore degli additivi alimentari e coadiuvanti tecnologici in Federchimica sono 25, con un fatturato di circa 430 milioni di euro. Nonostante anche il settore alimentare presenti una contrazione dei consumi, grazie alle sue caratteristiche di innovazione e qualità, nonché all’attenzione a mercati alternativi anche extra-UE, i prodotti di questa categoria sostengono dei buoni livelli. La normativa comunitaria di settore è completa e attenta, sia con valutazioni di sicurezza precedenti alla commercializzazione, sia con attenti controlli dei prodotti sul mercato; ciononostante alcuni additivi alimentari pagano una certa diffidenza da parte dei consumatori che li vedono come un contributo “artificiale”, anziché capirne la reale necessità tecnologica nelle fasi di produzione e conservazione degli alimenti. L’amido, prodotto da cereali, è sia un ingrediente impiegato direttamente nei prodotti alimentari, sia una materia prima da cui ricavare altri ingredienti specialistici (es. glucosio, isogluciosio e da esso acidi organici, polioli e altri). La presenza produttiva in Italia è importante: le tre imprese associate a Federchimica fatturano oltre 500 milioni di euro e impiegano circa 500 addetti. Nel 2013 sarà attuata la revisione della Politica Agricola Comune europea, al cui interno è prevista la fissazione della data di abolizione del regime delle quote zucchero, abolizione che il settore chiede da tempo, perché l’isoglucosio (zucchero da cereali) è soggetto alle quote zucchero e l’abolizione di questo regime, che limita i quantitativi annui da produrre per ogni Stato membro, consentirebbe alle imprese di produrne quantitativi adeguati a soddisfare una domanda sempre più forte. Le oltre 40 imprese del settore aromi associate a Federchimica sono sia sedi italiane di multinazionali, sia PMI locali e impiegano oltre 300 addetti con un fatturato di circa 200 milioni di euro. Il settore sta risentendo dell’attuale contrazione dei consumi alimentari interni, ma riesce a limitare l’impatto negativo approfittando del buon andamento dell’export alimentare italiano. Gli aromi derivano da materie prime naturali o possono essere sostanze di sintesi chimica. In ogni caso per legge devono rispondere a requisiti di purezza, sicurezza e innocuità per il consumatore. Le definizioni riportate sull’etichetta degli alimenti consentono di risalire all’origine dell’aroma contenuto e, soprattutto quando questo è naturale, mediante diverse denominazioni permettono la massima informazione del consumatore. Dopo anni di attesa, nel 2013 è diventata applicabile la lista comunitaria delle sostanze aromatizzanti ammesse, pubblicata nel 2012, che finalmente armonizzerà il mercato europeo e che consentirà alle imprese italiane di innovare enormemente i propri prodotti e operare sullo stesso piano di competitività degli altri concorrenti europei. Il settore delle materie prime per gli integratori alimentari e per gli alimenti funzionali è rappresentato in Federchimica da 16 imprese, con un fatturato globale di oltre 80 milioni di euro. I prodotti messi a disposizione dalle imprese associate sono vitamine, minerali, probiotici, omega3 o altri ingredienti nutrizionali utilizzabili in integratori alimentari o alimenti per consumatori con specifiche esigenze nutrizionali. La pubblicazione del Regolamento sulle indicazioni nutrizionali e salutistiche ammesse sugli alimenti, applicabili dal dicembre 2012, ha fatto sì che le imprese alimentari clienti abbiano spostato le loro richieste principalmente su alcuni ingredienti (soprattutto vitamine e minerali) e siano poco propensi a investire e ricercare prodotti innovativi, per non rischiare poi di non poterne vantare effetti nutrizionali o salutistici sul prodotto finito. Questo ha portato ad una certa standardizzazione delle domande e allo spostamento della richiesta più sul prezzo che sulla qualità o l’innovatività dell’ingrediente, a discapito di un settore che presentava, anche in periodi di difficoltà congiunturale, un atteggiamento anticiclico. Per il futuro ci si aspetta che altre revisioni normative (prodotti dietetici, novel food) potranno influenzare sia le tipologie di prodotti sia le dinamiche di domanda e offerta delle materie prime. www.aispec.it Torna all’indice > 57 Seconda parte OLI LUBRIFICANTI Gli oli lubrificanti sono prodotti della chimica delle specialità, costituiti da un olio base, ottenuto dalla prima raffinazione del petrolio, dalla rigenerazione di oli usati o da fonti rinnovabili, a cui vengono additivati sostanze e formulati chimici in un’ampia serie di formulazioni, ciascuna pensata per una specifica applicazione. Sotto diversi punti di vista, gli oli lubrificanti possono essere considerati un esempio di chimica sostenibile. Anzitutto la loro funzione primaria, ridurre l’attrito tra organi meccanici in movimento relativo, consente il raggiungimento di una maggiore efficienza nei processi e nei macchinari in cui vengono utilizzati. Anche l’innovazione tecnologica del settore è fortemente guidata dalla sostenibilità: si punta infatti ad accrescere costantemente la vita media e il potere lubrificante dell’olio e a ridurre il consumo energetico e le emissioni di CO2, grazie a formulazioni innovative, basi lubrificanti pregiate e più resistenti all’ossidazione, bassa viscosità. Guardando ai due principali settori di sbocco del comparto, industria e autotrazione, si nota nel primo caso un crescente orientamento verso la sostituzione delle basi minerali con quelle vegetali e l’utilizzo di pacchetti di additivi ecocompatibili, nel secondo, verso prodotti a basso tenore di zolfo e, grazie all’uso di additivi ad elevato potere detergente, bassa produzione di PM10. Infine, quasi il 50% dell’olio usato prodotto viene raccolto (dal COOU, Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati) e rigenerato, ottimizzando l’impiego di una risorsa naturale come il petrolio e trasformando un rifiuto pericoloso per l’ambiente in materie prime preziose (oli base, gasoli e bitumi). Sul mercato italiano operano, a fianco delle società petrolifere e di alcune multinazionali chimiche, numerose aziende specializzate di piccole e medie dimensioni. Includendo nel computo anche i distributori con una piccola attività produttiva, il comparto raggiunge il centinaio di operatori, occupando all’incirca 3.000 addetti. Di questi, il 60% è effettivamente “blendatore”, mentre gli altri rietichettano prodotti di terzi o distribuiscono esclusivamente marchi stranieri. Nel 2012 si stima che il settore abbia realizzato un fatturato pari a 1,1 miliardi di euro; dopo la lieve flessione del 2011, i consumi sono infatti scesi di quasi il 9%, assestandosi sulle 394.000 tonnellate. Il calo si è concentrato sul comparto degli oli ad uso autotrazione (-11%), come prevedibile vista la drammatica crisi del settore auto, ma è stato comunque rilevante anche per gli oli ad uso industriale (-6%), riflettendo la situazione generale dell’industria manifatturiera italiana. Per il 2013 ci si può attendere un parziale arresto della caduta, almeno per il comparto industria. Oltre alla crisi globale e alla crisi particolare dell’automotive, la crescita del settore a livello italiano è fortemente penalizzata dal pesante regime fiscale a cui è sottoposto, viziato alla base dall’impropria assimilazione dei lubrificanti ai prodotti energetici (che li assoggetta, fra le altre cose, anche alla normativa in materia di scorte petrolifere). Infatti, pur non essendo integrati con il ciclo del petrolio e presentando un mercato del tutto diverso da quello dei carburanti (dimensione ridotta delle transazioni, netta prevalenza di piccoli produttori ed estrema differenziazione del prodotto), i lubrificanti devono purtroppo combattere contro imposte elevate, ingiustificate, pressoché uniche in Europa e per di più inefficienti, quali la Robin Hood Tax e l’imposta di consumo. L’inefficienza di quest’ultima è legata soprattutto all’intricato sistema di adempimenti e controlli che gravano su ogni fase della produzione e della commercializzazione del prodotto, imponendo notevoli costi fissi alle imprese, senza tuttavia impedire fenomeni di evasione ed elusione fiscale, che sono al contrario molto frequenti soprattutto sulle importazioni e sui piccoli volumi. Essendo gli oli lubrificanti formulati spesso contenenti componenti pericolosi, risultano particolarmente importanti per il settore anche le normative di sicurezza prodotto (REACH, CLP, Direttiva biocidi) e il Codice ambientale, per la corretta gestione dei rifiuti. Il Gail, Gruppo aziende industriali della lubrificazione di Aispec, raggruppa 29 aziende, in cui trovano impiego quasi 1.200 addetti. Pur presentando una composizione estesa ed eterogenea per dimensione e attività, con realtà medio piccole e importanti multinazionali, imprese produttrici di basi lubrificanti da raffinazione e da rigenerazione di oli usati e produttrici di lubrificanti finiti e di additivi, l’Associazione è riconosciuta come un importante luogo di aggregazione e produttivo confronto sui problemi settoriali, affrontati nell’ambito dei propri comitati e gruppi di lavoro, ma anche attraverso una costante collaborazione con l’associazione europea di riferimento, la UEIL (Independent Union of the European Lubricants Industry), di cui il Gail è socio fondatore. www.aispec.it 58 < Torna all’indice La chimica e i suoi settori ABRASIVI Il settore italiano degli abrasivi, fra i maggiori mercati di riferimento a livello internazionale, si caratterizza per due principali produzioni: abrasivi flessibili (carte, tele, fibre) e abrasivi rigidi. Il comparto dei rigidi comprende a sua volta le mole convenzionali vetrificate (a legante inorganico ceramico) e le mole troncatrici e a centro depresso (a legante organico resinoide). Sul mercato italiano operano alcune grandi multinazionali e molte realtà nazionali medie o medio-piccole, concentrate soprattutto in Lombardia, Piemonte e Veneto, per un totale di una quarantina di imprese e oltre 2.000 addetti. I dati statistici del comparto italiano, raccolti, elaborati e diffusi annualmente da Aispec, mostrano purtroppo per il 2012 un’inversione del trend positivo dell’anno precedente, registrando globalmente un calo del 6.2%. Le maggiori contrazioni si sono verificate nelle vendite interne, circa 231 milioni di euro (contro i 255 del 2011), con il calo più forte nel comparto delle mole a centro depresso (-11.2%), seguite dai flessibili (-9.2%) e dai convenzionali (-7.3%). L’export, pari a circa 132 milioni di euro, più del 35% del fatturato totale, rimane globalmente in linea rispetto al 2011, anche se al dato concorrono risultati contrastanti: positivi per le mole a centro depresso (+6.2%) e convenzionali (+2.5%), negativi invece (-7%) per gli abrasivi flessibili, che risultano nel complesso il comparto più in crisi (-8.5% a fronte del -4.8% dei convenzionali e -2.8% delle mole a centro depresso). Il calo generale del settore è attribuibile principalmente alla drammatica situazione di crisi dei settori clienti, meccanica, auto e soprattutto edilizia, che purtroppo non sembrano destinati a risollevarsi a breve. Per il 2013 si può prevedere ancora una lieve flessione, in linea con l’andamento generale dei mercati europei. La domanda mondiale dovrebbe invece rafforzarsi rispetto al 2012 (pur senza raggiungere i livelli pre-crisi), pertanto ci si attende un miglioramento delle opportunità di export, soprattutto nei mercati più lontani. Tradizionale fattore critico per la crescita del comparto italiano, oltre al costo elevato delle materie prime e dell’energia, la concorrenza da parte dei produttori extracomunitari, soprattutto orientali; emblematica a tal proposito la recente invasione del mercato italiano da parte di abrasivi flessibili provenienti dalla Corea. La generale tendenza all’apertura dei mercati internazionali dovrebbe portare ad una positiva riduzione degli alti dazi sulle materie prime del settore; d’altro canto, l’abbattimento delle barriere agevola l’ingresso di prodotti finiti extra-comunitari, spesso associato a fenomeni di concorrenza sleale che costringono il settore a tutelarsi, ove possibile, attraverso dazi anti-dumping e altre misure previste dalla CE. In questo senso è fondamentale il supporto dell’Associazione europea, la FEPA, che, anche attraverso Cerame Unie, riesce ad avere un ruolo nelle attività di advocacy sulle normative comunitarie e nelle strategie di politica industriale europee, oltre a svolgere attività fondamentali sul piano della normazione tecnica e della promozione della sicurezza nell’utilizzo dei prodotti abrasivi. L’Associazione nazionale, coordinandosi con la FEPA e gli altri Stati membri, assiste direttamente le imprese nel costante monitoraggio e aggiornamento degli standard tecnici CEN e ISO che determinano i requisiti di sicurezza, i test e i metodi di prova dei prodotti e rappresentano quindi il cuore di quel know how che consente ancora oggi alle imprese europee di competere con la concorrenza orientale, garantendo al tempo stesso alte prestazioni del prodotto, ma anche sicurezza per l’utilizzatore. In questo scenario anche le normative di sicurezza prodotto, REACH in primis, stanno assumendo rilevanza crescente per il settore, soprattutto in funzione dell’approvvigionamento delle materie prime e del loro utilizzo coerente con la legislazione in tema di salute e sicurezza sul luogo di lavoro. Fortemente sentita anche l’esigenza di una sostanziale riduzione degli oneri fiscali a carico dei produttori, soprattutto sul fronte energetico, e di un significativo snellimento delle procedure amministrative in materia ambientale (autorizzazioni alle emissioni in atmosfera, agli scarichi idrici, gestione dei rifiuti), troppo spesso disomogenee sul territorio nazionale. Il Gruppo abrasivi di Aispec raduna ad oggi 24 imprese, che impiegano quasi 1.600 addetti. Riunendo in sé i maggiori produttori dell’industria nazionale di abrasivi (rigidi e flessibili), il Gruppo rappresenta all’incirca l’85% del mercato italiano, per il quale si stima un fatturato annuo di oltre 360 milioni di euro. Federchimica assiste e rappresenta le specifiche necessità del comparto, attraverso la lobby e i rapporti con le istituzioni, l’assistenza sull’applicazione del CCNL e il supporto tecnico nell’applicazione delle normative. www.aispec.it Torna all’indice > 59 Seconda parte SMALTI PER CERAMICA, PIGMENTI INORGANICI, OSSIDI METALLICI Il settore comprende la produzione di smalti, fritte, pigmenti, coloranti usati nell’industria ceramica (piastrelle, stoviglieria, sanitari, etc.) e, in misura minore, nell’industria meccanica (soprattutto per finitura superficiale di elettrodomestici e prodotti per la casa). Esso include anche alcune aziende produttrici di ossidi metallici che trovano diffusione, per ben oltre la metà del loro impiego, nei processi di reazione chimica per la realizzazione di pigmenti e fritte e nella composizione di prodotti antiruggine e di stabilizzanti. I colorifici sono prevalentemente ubicati nell’area di Sassuolo. Il comparto costituisce, insieme ai costruttori di macchinari e ai produttori di piastrelle, il terzo attore necessario alla creazione di piastrelle da pavimento e rivestimento. Le più importanti multinazionali del settore hanno in Italia filiali e stabilimenti che, data la rilevanza strategica del mercato, rivestono un ruolo spesso determinante per la stessa capogruppo. Tali aziende sono un significativo esempio di chimica al servizio della ceramica, alla quale viene fornito il vero valore aggiunto che permette al prodotto italiano di eccellere su tutti i mercati mondiali. Il processo di studio e ricerca nell’applicazione dello smalto riveste un ruolo fondamentale per la ceramica. Questi aspetti sono il vero punto forte dei colorifici, che effettuano annualmente investimenti molto rilevanti e spesso in percentuale superiore a quelli delle aziende chimiche tradizionali. Tale processo di affinamento dei prodotti, associato ai necessari servizi forniti per l’applicazione dei medesimi, ha ormai spostato il settore verso le specialità. In effetti il colorificio, quale fornitore di ricerca ed estetica, spesso all’atto della presentazione del proprio prodotto propone la piastrella finita e non un intermedio chimico. Le forti concentrazioni e le acquisizioni tra colorifici avvenute negli ultimi anni dimostrano che le aziende del settore sono abituate a competere a livello globale. La competitività, soprattutto con la Spagna, ha avuto un ruolo fondamentale nella riorganizzazione di un settore che, spesso per necessità, ha dovuto reinventarsi e che ha permesso con la propria ricerca di fare crescere il mondo della piastrella. Le attività più importanti, promosse da Ceramicolor, sono indirizzate in materia ambientale e di sicurezza; in linea generale sono volte allo studio delle problematiche inerenti la classificazione, l’etichettatura e l’imballaggio delle sostanze e dei preparati pericolosi. Nel corso del 2012, Ceramicolor ha proseguito le attività per gestire l’implementazione del REACH e sono state seguite con estrema attenzione le normative a valle, tra cui quelle relative alla gestione dei rifiuti, ai grandi rischi e all’IPPC (Integrated Pollution Prevention and Control). L’Associazione ha proseguito nell’attività di promozione del settore sul territorio attraverso il progetto “Fabbriche Aperte”, che ha coinvolto quattro stabilimenti. Tutta la cittadinanza ha così avuto la possibilità di visitare alcuni importanti impianti del distretto, di conoscere i prodotti e il loro contributo alla qualità della vita, così come le tecnologie utilizzate a tutela dell’ambiente, della sicurezza industriale e della salute. E, per rendere ancora più efficace l’attività iniziata con Fabbriche Aperte, è stata confermata un’attività specifica rivolta alle scuole medie inferiori e superiori, per presentare agli studenti il mondo della chimica, l’importanza della scienza chimica nella vita quotidiana e tutte le opportunità professionali offerte dall’industria chimica in Italia. Nello specifico, è stato presentato un breve quadro delle attività dei colorifici ceramici, per mostrare ai ragazzi tutto il percorso di produzione di queste aziende, che operano principalmente nel distretto. Sempre nell’ambito education, Ceramicolor, in collaborazione con Confindustria Ceramica, ha promosso un corso di formazione dedicato agli studenti più meritevoli dell’Istituto tecnico industriale “E. Fermi” di Modena con l’obiettivo di contribuire attivamente alla formazione dei giovani per introdurli al mondo del lavoro. Si tratta di un corso finalizzato all’approfondimento della conoscenza dei processi di trasformazione propri della produzione di materiali ceramici. Una specializzazione importante in vista della futura collocazione professionale dei diplomati, che vengono messi in grado di inserirsi più velocemente nel distretto ceramico. Nel 2012 l’offerta ha riguardato non solo le classi quarte, ma anche gli studenti dell’ultimo anno. www.ceramicolor.it 60 < Torna all’indice La chimica e i suoi settori ADESIVI E SIGILLANTI Il settore degli adesivi e sigillanti rappresenta produzioni destinate ad una grande varietà di applicazioni, solo per citarne alcune: edilizia, cartotecnica, imballaggio, mezzi di trasporto, legno e arredamento, calzature, pelletteria, fai-da-te. Nel 2012 l’attività del Gruppo adesivi e sigillanti di Avisa è proseguita su tutte le tematiche di interesse e i rappresentanti delle imprese associate hanno periodicamente partecipato alle riunioni del Comitato Tecnico, nel quale vengono affrontati tutti gli aspetti più critici delle norme e si condividono soluzioni operative e interpretazioni. Nella piena convinzione che, per proseguire con le iniziative di formazione nei confronti della clientela, sia necessario acquisire il parere dei clienti sulle tematiche tecniche alle quali sono maggiormente interessati, il settore adesivi per legno ha avviato un’indagine con lo scopo di conoscere con esattezza le necessità di formazione tecnica, in modo da potere formulare moduli corrispondenti ad esigenze reali ed ottenere conseguentemente numero di presenze e profilo professionale dei futuri partecipanti in linea con le aspettative. Alla luce dei risultati emersi il settore lavorerà ad alcune ipotesi formative. Ormai da qualche anno l’Associazione partecipa al SICAM (Salone Internazionale dei Componenti, Semilavorati e Accessori per l’Industria del Mobile) che si svolge a Pordenone. L’edizione del 2012 ha ospitato l’Associazione con una postazione presso la quale i visitatori delle imprese sia associate che non hanno potuto prendere visione dei servizi offerti. Prosegue l’impegno del settore adesivi per cartotecnica e imballaggio nel progetto CAST2, riguardante la complessa e delicata materia del contatto alimentare. Si sta lavorando in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità, che ha la responsabilità scientifica del progetto, alla predisposizione dei documenti di definizione dei comportamenti operativi da adottare nel caso di ispezione da parte delle Autorità, mirata a verificare il rispetto del Regolamento 2023/2006/CE. Sarà, inoltre, predisposto un documento che chiarirà i requisiti della documentazione di supporto (DoS) richiesti dal Regolamento Quadro 1935/2004/CE. In questo ambito è di rilievo la collaborazione nata con tutti gli attori della filiera dell’imballaggio che consente un importante dialogo e lo scambio reciproco di esperienze. In materia di sostenibilità si moltiplicano le iniziative sia a livello nazionale, sia a livello europeo: il Ministero dell’Am- biente, nel quadro delle attività previste dal Piano d’azione nazionale sul Green Public Procurement, ha deciso di creare un gruppo di lavoro tra i soggetti interessati per predisporre i “Criteri Ambientali Minimi” da inserire nelle gare di appalto per la costruzione e manutenzione degli edifici. Vista la rilevanza del tema, il Comitato Tecnico di Avisa ha ritenuto fondamentale partecipare e per questo è stato individuato un rappresentante del settore adesivi per edilizia che faccia parte del gruppo di lavoro ministeriale. Nel corso delle prime riunioni sono stati individuati i temi specifici da approfondire. In particolare Avisa sta seguendo gli argomenti “Normativa e strumenti di certificazione” e “Materiali da costruzione ed impianti”. È stato presentato il documento preliminare, predisposto dal Ministero, che servirà come traccia per i contributi e le idee che perverranno dai partecipanti al gruppo di lavoro. A questo proposito, Avisa ha inviato i propri commenti per quanto riguarda i prodotti di proprio interesse e potrà proporre, se opportuno, criteri specifici. L’Associazione europea FEICA alla quale aderisce il Gruppo adesivi e sigillanti, ha recentemente lanciato un’indagine per conoscere il grado di coinvolgimento delle imprese associate nei vari paesi europei in materia di sostenibilità. L’Associazione ha diffuso il questionario da compilare on line. Uno specifico gruppo di lavoro sta esaminando le risposte pervenute e, sulla base di esse, elaborerà una strategia comune europea. Nel corso del 2012 i rappresentanti del Gruppo adesivi e sigillanti hanno continuato ad assicurare la presenza attiva ai lavori dell’Associazione europea. Con l’assidua partecipazione agli Organi di FEICA (Executive Board, European Technical Board e European Business Board), nonché ai vari working group. I delegati delle imprese associate ed il personale dell’Associazione hanno garantito il necessario collegamento e coordinamento per tutte le problematiche che vengono affrontate in ambito sia nazionale, sia internazionale. Il 2012 è stato l’anno della Conferenza Mondiale degli adesivi e sigillanti che si è tenuta a Parigi. L’evento si svolge ogni quattro anni ed è ospitato a turno in un continente diverso. Si è trattato di un autentico successo con più di 900 partecipanti provenienti da tutto il mondo. La Conferenza era suddivisa in 18 sessioni, animate da 81 relatori. Tali cifre raccontano lo straordinario valore aggiunto di una manifestazione di questa portata, soprattutto considerata la delicata situazione economica internazionale nella quale si è svolta. http://avisa.federchimica.it Torna all’indice > 61 Seconda parte PITTURE E VERNICI Il settore delle pitture e vernici rappresenta una componente molto rilevante della chimica italiana. Con un valore della produzione superiore ai 3 miliardi di euro, l’Italia è il secondo produttore europeo dopo la Germania. In Italia sono attive sia importanti imprese a capitale italiano di dimensioni medie e piccole, sia filiali produttive di gruppi internazionali. I prodotti trovano impiego in svariati settori: i più importanti in termini quantitativi sono l’edilizia (circa il 55% delle vendite complessive), l’industria metalmeccanica (20%) e il mobile (15%), ma figurano anche l’auto, la protezione industriale, la nautica, la marina, il can coatings. Le imprese di pitture e vernici, attraverso la qualità dei propri prodotti, l’innovazione e la capacità di dare efficacemente risposte alle esigenze dei clienti, sono spesso alla base dei successi di molte imprese del made in Italy. Una parte significativa e tendenzialmente crescente della produzione è rivolta ai mercati esteri. La fase di recessione della produzione industriale italiana non ha risparmiato l’industria dei prodotti vernicianti che ha registrato un 2012 decisamente difficile con un arretramento dei volumi di due cifre rispetto al 2011. La crisi ha indotto e sta inducendo cambiamenti strutturali nel mercato e guida e condiziona i comportamenti delle famiglie (calo dei consumi, crescita dell’attenzione agli sprechi, rinvio delle spese non necessarie, preferenza per le occasioni di sconto) e di conseguenza delle imprese. Dopo un lungo periodo costellato da rincari e situazioni di shortage, in alcuni settori si sono avvertiti segnali di distensione per le materie prime. Per tutti i settori desta enorme preoccupazione la stretta creditizia. La disponibilità di denaro si è ridotta e il denaro, quando viene erogato, è troppo caro. Cresce la preoccupazione per il rischio insolvenza nei vari mercati. Ad aggravare la situazione è anche il ritardo dei pagamenti sia da parte del settore pubblico sia tra le aziende. L’entrata in vigore del decreto legislativo n.161 del 27 marzo 2006 (D.Lgs. 161/2006), sull’“Attuazione della direttiva 2004/42/CE, per la limitazione delle emissioni di composti organici volatili conseguenti all’uso di solventi in talune pitture e vernici, nonché prodotti per carrozzeria”, ha imposto limiti specifici dei contenuti massimi di composto organico volatile (COV) nei prodotti vernicianti utilizzati in edilizia e in carrozzeria. Il decreto ha avuto pertanto importanti ricadute sulla produzione e sull’attività di ricerca e sviluppo dei produttori di pitture e vernici; le imprese hanno investito significative risorse umane ed economiche per la formulazione di prodotti a basso contenuto di COV. Il Gruppo pitture e vernici ha seguito fin dall’inizio l’iter legislativo del decreto e le implicazioni tecnico-normative conseguenti attraverso una puntuale e tempestiva informazione, circolari di chiarimento, riunioni interassociative, incontri tra tecnici, realizzazioni Linee guida e position paper e un continuo confronto con le autorità. Proprio grazie all’attività associativa di lobby i Ministeri competenti hanno accolto, nell’agosto 2012, le istanze associative e riallineato la legislazione italiana a quella degli altri paesi dell’Unione europea abolendo il divieto di esportare, in paesi extra Ue, i prodotti non conformi. Tale disposizione, ottenuta dopo il conseguimento di una proroga per tre anni consecutivi, ha evitato alle imprese operanti in Italia, comprese le multinazionali, associate e non, la perdita di un fatturato pari a circa 100 milioni di euro all’anno. Considerata la complessità dell’esecuzione del metodo di calcolo dei composti organici volatili richiesto dal decreto, il Gruppo ha realizzato un round robin test (test interlaboratorio) per verificare la correttezza del metodo utilizzato dalla maggior parte delle imprese per la dichiarazione del contenuto di COV. Attraverso la collaborazione di qualificati laboratori italiani di analisi sono stati condotti dei test su alcuni prodotti etichettati secondo il D.Lgs.161/2006: i risultati hanno evidenziato un significativo allineamento tra i dati calcolati dalle imprese e i dati riscontrati dalle analisi dei laboratori confermando l’efficacia del metodo teorico utilizzato dalle imprese. L’industria italiana delle pitture e vernici ha manifestato, negli ultimi anni, una grande necessità di formazione specifica per i propri tecnici, anche tenuto conto che è scarsa l’offerta di corsi post-diploma o universitari. Per questo il Gruppo pitture e vernici di Avisa collabora, dal 2005, con Innovhub - Stazione Sperimentale Oli e Grassi e con l’Associazione Italiana dei tecnici di industrie di vernici ed affini nel programma di formazione permanente denominato forVER. Nel 2012 è stato organizzato con successo il corso “Vernici per legno: la formulazione nei diversi settori applicativi. Tipologie dei prodotti, formulazioni, sistemi applicativi”. http://avisa.federchimica.it 62 < Torna all’indice La chimica e i suoi settori GAS TECNICI, SPECIALI E MEDICINALI I prodotti del settore dei gas tecnici speciali e medicinali sono principalmente: ossigeno, azoto, argon, elio e gas rari, idrogeno, acetilene, anidride carbonica, anidride solforosa, idrofluorocarburi, aria, gas speciali e miscele di gas. I gas prodotti dal comparto trovano impiego in quasi tutti gli ambiti dell’attività manifatturiera nazionale (metallurgia, meccanica, alimentare, chimica, vetro, ecc.), oltre che in ambito sanitario (ossigeno, protossido d’azoto, miscele medicinali e dispositivi medici). Essi hanno la necessità di essere prodotti in prossimità dei luoghi di utilizzo finale, a causa degli elevati costi di trasporto, e, proprio per questo, l’andamento economico del settore segue abbastanza fedelmente lo stato di salute dell’attività manifatturiera italiana. Il settore dei gas industriali ha chiuso il 2012 con un calo dei livelli produttivi nell’ordine dell’1% rispetto all’anno precedente. Il settore ha sofferto di una crisi che ha colpito tutti i comparti clienti, più o meno indistintamente, dalla chimica alla metallurgia, dalla meccanica alla petrolchimica. Per il 2013 non si prevedono importanti cambi di rotta: un lieve recupero dell’attività produttiva potrebbe provenire dai settori che più si avvantaggeranno della prevista crescita della domanda estera, quali ad esempio la metalmeccanica e la chimica. Ancora sofferenti invece i comparti più legati alla domanda interna, penalizzata dalla persistente crisi economica e dagli effetti recessivi sull’occupazione. Il comparto medicinale è leggermente cresciuto sebbene a ritmi inferiori a quelli abituali. Il settore è infatti molto meno ciclico di quello industriale e gode di un proprio trend di costante sviluppo, specie per la crescente importanza dei servizi accessori forniti insieme ai gas. Sia per l’area domiciliare che per quella ospedaliera, la fornitura del gas si accompagna a prestazioni accessorie, quali la fornitura di servizi, apparecchi e impianti, che trainano la crescita del valore del comparto. Nessuna svolta nemmeno sul fronte dei costi delle materie prime, che nel caso dei gas si identificano con i costi energetici. Molto preoccupanti sono infatti i notevoli rincari subiti dalla componente tariffaria corrisposta dalle imprese italiane: la bolletta energetica ha continuato a subire incrementi molto importanti: i primi calcoli di consuntivo indicano un aumento dei costi energetici di circa il 17% a fine 2012 rispetto all’anno precedente. È però la componente tariffaria inclusa in tali costi che traina tutto l’incremento: oneri di sistema e accise sono infatti aumentati del 55% rispetto all’anno precedente, rappresentando ormai il 30% dei costi totali a carico delle imprese del settore. A fianco della normale attività istituzionale e progettuale di Assogastecnici, nel 2012 si è tenuto un importante momento congressuale: nel mese di ottobre, presso l’Auditorium di Federchimica si è svolto il Convegno sulla Sicurezza nel trasporto dei gas medicinali, a completamento di una serie di incontri formativi focalizzati sul tema cruciale della sicurezza nel trasporto. L’Associazione ha anche realizzato importanti documenti di indirizzo e formazione, tra cui le linee guida sulla “Sorveglianza Sanitaria”, sulla “Formazione del personale conducente in base all’ADR 2013”, sulla “Redazione di Etichette e Schede di Sicurezza delle principali tipologie di miscele di gas”. Alla luce degli obblighi di formazione stabiliti dall’Accordo Stato-Regioni, il Comitato Sicurezza Gas ha predisposto 24 pacchetti formativi su specifici scenari di rischio. Per quanto riguarda il comparto medicinale l’evoluzione legislativa degli ultimi anni ha portato i gas medicinali ad assumere a tutti gli effetti lo status di farmaci e le aziende che li producono hanno dovuto dotarsi delle autorizzazioni all’immissione in commercio (AIC): allo stato attuale l’ossigeno medicinale, l’azoto protossido medicinale e l’aria medicinale possono essere commercializzati esclusivamente dalle aziende che hanno ottenuto la relativa AIC. Per adeguarsi al meglio alla fase di evoluzione dalla quale sta emergendo la normativa di riferimento, il Gruppo Gas Medicinali sta mantenendo ed intensificando i rapporti con Ministero della Salute, AIFA e Istituto Superiore di Sanità per ottenere un sempre maggiore avvicinamento tra le prassi applicate in Europa e le interpretazioni adottate dagli interlocutori istituzionali sul territorio nazionale, sia per quanto riguarda le questioni relative ai gas farmaci che per i gas e miscele che vengono utilizzati come dispositivi medici. Prosegue la campagna di sensibilizzazione del Gruppo gas medicinali sull’impiego corretto e sicuro dei gas e in particolare sulle modalità di manipolazione e dispensazione di tali farmaci all’interno delle strutture sanitarie pubbliche e private: con pubblicazioni sul Sole24Ore Sanità, Corsi Regionali accreditati ECM per i farmacisti ospedalieri ed eventi istituzionali a carattere nazionale. www.assogastecnici.it Torna all’indice > 63 Seconda parte DETERGENTI E SPECIALITÀ PER L’INDUSTRIA E PER LA CASA Il settore dei prodotti per la pulizia, la manutenzione e l’igiene degli ambienti comprende detersivi, saponi da bucato, coadiuvanti di lavaggio, presidi medico-chirurgici disinfettanti e disinfestanti ambientali (oggi presidiomedico-chirurgici, in fututo biocidi), cere, prodotti per la cura delle auto, deodoranti ambientali e prodotti per la pulizia e la manutenzione in generale. Si suddivide in due macro aree: detergenti e prodotti per la manutenzione della casa e analoghi per l’industria, le comunità e le istituzioni. Le due aree condividono la missione d’impresa di produrre le migliori soluzioni per assicurare pulizia e igiene in ogni ambito. All’interno del settore operano imprese nazionali e multinazionali con sede in Italia, con un fatturato globale che supera i tre miliardi di euro. Spesso la sfida più grande per le imprese del settore è riuscire a conciliare le necessità di una crescita economica e industriale sostenibile con le esigenze dei consumatori e degli utilizzatori, operando in un panorama normativo, che risulta essere sempre più complesso. Attualmente i temi di interesse tecnico normativo del settore riguardano principalmente i biocidi, il Regolamento Detergenti, REACH e CLP. La revisione della legislazione sui biocidi si è conclusa lo scorso maggio con la pubblicazione del Regolamento 528/2012 (Nuovo Regolamento Biocidi) con cui si è passati dal sistema di autorizzazione nazionale dei PMC (Presidi Medico Chirurgici) a quello europeo dei prodotti biocidi. A stretto contatto con le Autorità competenti è stato attivato uno specifico tavolo di lavoro per la complessa gestione del periodo transitorio e per la corretta interpretazione degli adempimenti previsti dal nuovo regolamento. Il Regolamento Detergenti è stato seguito con grande interesse per le recenti limitazioni introdotte per i fosfati nei detergenti per bucato e per lavastoviglie automatiche destinati ai consumatori, che garantisce armonizzazione a livello europeo. Le aziende della detergenza sono state anche coinvolte nell’applicazione del Regolamento REACH, prevalentemente in quanto downstream users. Una delle principali criticità riscontrate riguarda la corretta gestione delle informazioni attraverso le Schede Dati di Sicurezza e gli scenari esposizione. Anche il Regolamento CLP avrà un impatto importante sul settore con, in alcuni casi, un notevole aggravio degli adempimenti di classificazione ed etichettatura. Le aziende stanno valutando il loro portafoglio prodotti e attivando le azioni opportune per esser pronte quando il CLP sarà a regime nel 2015. Il settore della detergenza è, inoltre, da tempo impegnato nella realizzazione di progetti volontari legati al concetto di sostenibilità, di rilevante interesse per le imprese e l’utilizzatore finale. Tali iniziative sono volte alla riduzione dell’impatto ambientale del settore e alla massimizzazione della tutela del consumatore. La crisi del mercato sta accelerando il cambiamento e sta mutando le esigenze e le richieste dei consumatori; le imprese e la grande distribuzione organizzata vedono questa fase come un’opportunità da cogliere. Per tale motivo, la sostenibilità assume oggi una valenza molto più concreta e viene percepita come leva da utilizzare per avviare una nuova fase di sviluppo dell’economia. Uno dei progetti più importanti in questo ambito è il Charter A.I.S.E. per una pulizia sostenibile: un programma volontario, implementato in Italia da Assocasa, che ha l’obiettivo di promuovere il continuo miglioramento nell’ambito della sostenibilità, che si applica a tutti gli stadi del ciclo di vita del prodotto e si fonda sui tre “pilastri” della sostenibilità: sociale, ambientale ed economico. Con il 2010 il Charter si è arricchito di una «dimensione di prodotto», ovvero una versione migliorata del logo che può essere utilizzata su un «prodotto che non solo è realizzato da un membro del Charter, ma che soddisfa anche alcune caratteristiche avanzate di sostenibilità”. Questa novità è in linea con le esigenze avanzate dagli stakeholder, affinché il logo non dicesse solo qualcosa su chi ha realizzato il prodotto, ma anche sul prodotto stesso. Di pari rilevanza sono inoltre i progetti PREP (Product Resource Efficiency Project). Dopo quelli dedicati alla concentrazione dei detergenti in polveri e liquidi per bucato domestico, si attiverà a breve anche il progetto relativo alla concentrazione degli ammorbidenti. La concentrazione dei prodotti risulta fornire un importante beneficio ambientale in termini di consumi di materie prime e materiale da imballaggio oltre che di riduzione di trasporti e quindi di emissioni di anidride carbonica. www.assocasa.it 64 < Torna all’indice La chimica e i suoi settori COSMESI Il 2012 registra la prima lieve contrazione del mercato interno per il comparto cosmetico, che risente dell’onda lunga della crisi dei consumi in Italia, iniziata da oltre due esercizi. Il valore del mercato supera i 9.600 milioni di euro, con una contrazione dell’1.8%. In realtà la vocazione anticiclica del settore si esprime con una razionalizzazione delle scelte dei consumatori, che si spostano su fasce di prezzo e su canali più economici, senza però rinunciare ai prodotti premium, indebolendo così la fascia di prezzo intermedia. Fondamentalmente i consumi, in quantità, restano inalterati, mentre si fanno pesanti le minori frequentazioni dei canali professionali. È sicuramente in corso un’importante modificazione dello scenario distributivo: l’affermazione di nuovi canali monomarca, lo sviluppo della grande distribuzione specializzata, le nuove dinamiche delle vendite dirette, sono alcuni dei fenomeni che caratterizzano gli acquisti di cosmetici negli ultimi esercizi, imponendo evidenti ripensamenti delle politiche distributive nei canali tradizionali. In questo contesto, i fatturati delle imprese italiane, cioè il valore della produzione, crescono nel 2012 di poco meno di un punto percentuale, toccando i 9.040 milioni di euro, grazie soprattutto alla competitività dell’offerta italiana sui mercati esteri: il valore delle esportazioni infatti sfiora i 2.900 milioni di euro, con un trend positivo di oltre sette punti percentuali. Le proiezioni per il 2013 sono orientate a un’ulteriore, anche se marginale, contrazione dei consumi, che dovrebbero ripartire a cavallo della seconda metà dell’esercizio, mentre i fatturati saranno ancora sostenuti dalla crescita delle esportazioni. In uno scenario politico-economico ancora molto incerto, le imprese italiane si trovano ad affrontare i rallentamenti del mercato interno e le opportunità di crescita sui nuovi mercati internazionali con la sola capacità imprenditoriale che le caratterizza: la forza di perseguire la competitività acquisita con il costante investimento in flessibilità, ricerca, innovazione e rigore produttivo. L’evoluzione dei canali di distribuzione, in un periodo di rallentamento congiunturale, se da un lato ribadisce l’irrinunciabilità del consumo di cosmetici, dall’altro conferma una serie di tendenze ormai consolidate. Le vendite dirette e in erboristeria sono espressione di canali che più di tutti hanno saputo assecondare le nuove opzioni di acquisto dei consumatori, mentre il calo di vendite nel professionale evidenzia le difficoltà legate alla frequentazione, elemento indiretto di acquisto e quindi più condizionato dalla crisi. Il canale farmacia dopo anni di crescite superiori alla media, registra un rallentamento marcato, anche se in misura inferiore ad altri canali concorrenti. Il mercato supera i 1.750 milioni di euro con una contrazione dell’1.4%, pari a oltre il 18% del totale di vendita di tutti i cosmetici sul mercato nazionale. I cosmetici venduti nel canale erboristeria anche nel 2012 confermano il trend positivo degli ultimi anni, sempre superiore alla media annuale. Il valore delle vendite, prossimo ai 400 milioni di euro e a una crescita sul 2011 di cinque punti percentuali, caratterizza il canale, che sembra non risentire della congiuntura negativa, grazie alle opzioni d’acquisto dei consumatori sempre più decise ed orientate a concetti salutistici e naturalistici. L’andamento dei consumi nelle profumerie nel 2012, dopo alcuni esercizi negativi, segna un’ulteriore contrazione di quattro punti percentuali, con un valore delle vendite prossimo ai 2.200 milioni di euro. Il valore dei cosmetici venduti nella grande distribuzione nel 2012 è prossimo ai 3.800 milioni di euro, confermandosi il più importante canale di vendita per il cosmetico. Tuttavia, le vendite evidenziano andamenti disomogenei. Prosegue, infatti, l’importante forbice venutasi a creare tra le vendite di cosmetici negli iper e supermercati tradizionali, calate di 3.4 punti percentuali, e quelle negli spazi specializzati, definiti anche “casa-toilette”, o “canale moderno”, che crescono a ritmi ancora sostenuti. Prepotente negli ultimi esercizi anche l’impatto dinamico dei nuovi negozi monomarca. Anche nel 2012 si registra una crescita superiore alla media per le vendite porta a porta. Il valore delle vendite ha superato i 430 milioni di euro, consentendo un incremento di due punti percentuali. Continua la contrazione dei consumi di cosmetici nei canali professionali, che raggiungono i 900 milioni di euro. Prosegue, infatti, da un paio di esercizi, il calo del consumo negli istituti di bellezza, -5%, per un valore prossimo ai 260 milioni di euro. Il canale è ancora condizionato dalle incognite sulle frequentazioni, penalizzate dalla congiuntura economica, e continua ad essere contraddistinto da alcune tensioni sui prezzi, dalle politiche di importanti player del mercato, ma, soprattutto, da una nuova concorrenza legata a prodotti di dubbia provenienza. Per i saloni di acconciatura, con un decremento di sei punti percentuali ed un valore di 645 milioni di euro, continua a pesare la contrazione delle frequentazioni medie che hanno evidentemente influenzato numero e valore degli scontrini. www.unipro.org Torna all’indice > 65 Seconda parte FARMACI DI AUTOMEDICAZIONE Il 2012 è stato un anno difficile per il comparto dei farmaci senza obbligo di prescrizione: i dati di vendita del settore, che costituisce il 17.3% a volumi e il 13.3% a valori del mercato farmaceutico, restituiscono l’immagine di un comparto in difficoltà, con un calo dei consumi pari al 5.4% (316 milioni di confezioni) e della spesa, pari al 3.7% (2.392 milioni di euro). Diversamente da quanto previsto ad inizio autunno, la minore incidenza delle sindromi influenzali del periodo invernale non ha favorito il recupero delle vendite atteso nell’ultimo trimestre. Il 2012 non ha generato, quindi, un’inversione di tendenza dell’andamento negativo del mercato che, negli ultimi sei anni, registra una contrazione media annua dei consumi pari al 2.7%. Tenendo conto dell’effetto dei due provvedimenti di delisting, ossia della riclassificazione di oltre 350 confezioni da farmaci con obbligo di ricetta non rimborsabili (C-Rx) a farmaci senza obbligo di prescrizione (G.U. 83 - 26 aprile 2012 e G.U. 277 - 27 novembre 2012), il confronto rispetto alla fotografia del mercato scattata 2011 delinea trend meno pessimistici. L’aumento del numero di prodotti disponibili senza ricetta permette di registrare, rispetto allo storico, una diminuzione più contenuta dei consumi (-1.6%) e una crescita dei fatturati (+2.5%). Guardando alle due categorie che costituiscono l’insieme dei farmaci senza obbligo di ricetta, cioè i farmaci di automedicazione o OTC (Over The Counter) per i quali è consentita la pubblicità al grande pubblico e i farmaci SOP, non pubblicizzabili, si osserva che i farmaci OTC registrano una diminuzione delle vendite del 5.1% (228 milioni di confezioni), con fatturati pari a 1.675 milioni di euro, in diminuzione del 2.8%, mentre ancora più pesante è la contrazione del mercato SOP, pari al 6.2% a volumi (87.5 milioni di confezioni) e al 5.6% a valori (oltre 717 milioni di euro). Grazie all’entrata sul mercato di extention line di confezioni già esistenti e ad alcuni switch di prodotto/confezione da C-Rx/SOP ad OTC, il comparto dei soli farmaci di automedicazione conferma la volontà delle aziende del settore di continuare ad innovare l’offerta terapeutica a disposizione dei cittadini. Per quanto riguarda i SOP, grazie alla riclassificazione avvenuta con il delisting, si registra – rispetto ai soli dati di vendita – una tenuta dei consumi (-0.6%), un forte aumento dei fatturati (+10.5%) e una crescita di circa cinque punti percentuali del peso di questa categoria sul totale dei farmaci senza ricetta, intorno al 30% a fine 2012. Fatti salvi i provvedimenti di delisting che hanno comunque generato un ampliamento dell’offerta, anche se su prodotti non pubblicizzabili, il comparto dei farmaci da banco presenta dinamiche stabili: la farmacia rimane il canale privilegiato per l’acquisto di queste specialità medicinali con una quota di mercato superiore al 90% rispetto ai canali alternativi (Legge 248/2006), parafarmacie e corner della grande distribuzione organizzata (GDO). Inoltre, una più forte concorrenza sui prezzi, liberamente stabiliti dal titolare di ciascun punto vendita (Legge 296/2006), pur generando vantaggi per i cittadini, non ha rappresentato una leva di sviluppo, soprattutto nella concorrenza con i prodotti salutistici. Questi ultimi nella percezione comune si sovrappongono spesso ai farmaci da banco nel trattamento dei piccoli disturbi e godono, rispetto ai farmaci senza ricetta, di minori vincoli all’entrata in commercio di nuovi prodotti e alla comunicazione al cittadino. I provvedimenti di liberalizzazione del 2006 non hanno quindi rappresentato un volano di crescita per il settore. Così come, per il prossimo futuro, l’apertura di circa 3.000 nuove farmacie (in seguito alla diminuzione del quorum di popolazione che regola la definizione della “Pianta Organica” - Legge 27/2012), non avrà impatti sul settore. Anzi, anche il 2013 si preannuncia come un anno in salita. Il perdurare della crisi economica e le politiche di taglio alla spesa pubblica continueranno ad avere effetti negativi sul tutto il mercato della salute. Tuttavia, in tempi di spending review, l’affermarsi di una cultura sanitaria più autonoma rende auspicabile un maggiore riconoscimento del valore sociale e industriale del comparto dei farmaci di automedicazione che gioverebbe nel nobilitarne il ruolo di sostegno al benessere economico e sociale del sistema Paese. Una semplificazione delle procedure e tempi certi favorirebbero inoltre, sia un allargamento dell’offerta verso nuove aree terapeutiche/principi attivi, in linea con l’evoluzione culturale e scientifica, sia un uso moderno delle leve di informazione/comunicazione. I farmaci di automedicazione possono quindi rappresentare uno strumento intorno al quale costruire risposte di salute concrete in uno scenario che chiede costante capacità di anticipazione da parte di tutti gli stakeholder di riferimento. www.assosalute.info 66 < Torna all’indice La chimica e i suoi settori PRODOTTI PER LA SALUTE ANIMALE Il mercato italiano della salute animale nel 2012 ha generato un fatturato di 553 milioni di euro. Rispetto al 2011 il fatturato totale è rimasto pressoché invariato (-0.3%), cosa che mette in risalto una tenuta importante, considerando il contesto macroeconomico nazionale e internazionale. Anche quest’anno le note positive provengono dai farmaci destinati agli animali da compagnia, generando un +1.7% rispetto al 2011 che corrisponde ad un fatturato di 241 milioni di euro. Questa buona performance è anche dovuta all’introduzione sul mercato di nuovi farmaci, specialmente biologici, che hanno coperto aree terapeutiche fino ad ora orfane. Da non dimenticare che si sta assistendo ad un progressivo aumento della sensibilità dei proprietari verso il benessere dei loro animali. Stabile il comparto dei farmaci destinati ad animali produttori di alimenti, -0.1%, mentre in continua pesante flessione il settore della medicazione orale (premiscele medicamentose) che dopo il -5.7 del 2011 ha fatto segnare un ulteriore calo del 5.6%. Per quanto riguarda il settore dei farmaci per animali da compagnia, tutti i trend positivi dei farmaci tradizionali essenziali che hanno caratterizzato il 2011 si sono ripetuti anche lo scorso anno. Antiparassitari esterni ed interni, antinfiammatori non steroidei, antibiotici, cardiologici hanno guidato la crescita. Crescita che è stata consolidata dall’introduzione di prodotti unici ed innovativi quali il vaccino contro la leishmaniosi, primo prodotto di prevenzione contro questa patologia zoonotica. A mitigare questi dati positivi sono intervenuti fattori di tipo economico commerciale quale l’introduzione di generici e una maggiore attenzione alla singola spesa da parte sia del medico veterinario sia del proprietario di animali. I farmaci cosiddetti “non essenziali”, quali farmaci comportamentali, ormoni, nutraceutici, alla luce delle considerazioni appena espresse, hanno visto, nella media, una sofferenza maggiore rispetto ai farmaci etici. Nonostante la situazione sia caratterizzata da luci ed ombre, le imprese associate ad Aisa continuano ad investire e a fornire al mercato, ai veterinari e di conseguenza ai proprietari di animali, nuovi prodotti e soluzioni professionali innovative. Molte di loro si stanno concentrando sugli sviluppi di nuovi prodotti biologici. Nel settore dei farmaci per animali da reddito e premiscele medicate, ci siamo attestati sugli stessi valori del 2011, cioè 221 milioni di euro. Come per gli animali da compagnia anche in questo segmento si sta assistendo ad un passaggio sempre più evidente dalla terapia alla prevenzione; sta aumentando l’importanza dei prodotti biologici a scapito di quelli tradizionali. Questa trasformazione nelle scelte della gestione farmaceutica degli allevamenti è guidata dalle pressioni politiche e sanitarie internazionali che si stanno concentrando sul problema dell’antibiotico resistenza, ma è anche accompagnata dal costante miglioramento delle tecniche di allevamento e della biosicurezza. I maggiori prodotti tipici italiani quali i prosciutti di Parma e San Daniele, il Parmigiano Reggiano e i latticini, hanno avuto un’annata quantomeno soddisfacente; stessa cosa non si può dire per il comparto ovino che sta versando in una profonda crisi dovuta al basso prezzo del latte. Un dato positivo per tutti è che i prezzi delle materie prime sono scesi dai massimi del 2010-2011 e ciò ha consentito un recupero di marginalità per i nostri allevatori. Il numero degli animali presenti sul territorio Italiano nei 12 mesi è leggermente calato rispetto al 2011, con flessioni più marcate nel comparto suinicolo. Per gli avicoli sono entrate in vigore nel 2012 le nuove direttive sugli allevamenti industriali e sul benessere animale, sicuramente i costi di produzione sono aumentati, ma questo non si è ancora totalmente riflesso sul consumatore, causa la pesante crisi economica; crisi che sta facendo cambiare in modo molto rapido le abitudini alimentari Italiane. Oggi assistiamo ad un incremento delle vendite di proteine a basso costo quali latte, uova e carni avicole, a scapito delle carni rosse di suino e bovino. Ancora una netta flessione per il secondo anno consecutivo ha interessato il settore della medicazione orale e quindi delle premiscele medicamentose, per la maggior parte a base di antibiotici. Questo deriva dai nuovi indirizzi sanitari europei e mondiali che stanno spingendo verso un uso prudente degli antibiotici al fine di preservare la loro efficacia sia negli animali che nell’uomo. Si sta assistendo ad una forte riduzione del ricorso alla medicazione orale, tipo di trattamento elettivo per gli allevamenti industriali suini ed avicoli. La nostra industria, nonostante la penalizzazione evidente, condivide i principi su cui si basa la lotta all’antibiotico resistenza promuovendo un uso responsabile degli antibiotici, strumenti comunque imprescindibili per il benessere animale e la salubrità degli alimenti. http://aisa.federchimica.it Torna all’indice > 67 Seconda parte BIOTECNOLOGIE Anche quest’anno, il settore biotech in Italia si conferma dinamico e in grado di presentare risultati importanti, malgrado il perdurare della difficile situazione economica che le nostre imprese affrontano da ormai molto tempo. Alla fine del 2012, sono 407 le imprese impegnate in R&S biotech, di cui più della metà (256) totalmente focalizzate (pure biotech), collocando l’Italia al terzo posto in Europa, dopo la Germania e il Regno Unito, per numero di imprese pure biotech, a dimostrazione di una realtà estremamente competitiva e capace di superare la natura ciclica tipica di altri settori industriali. Il fatturato totale ammonta a 7.152 milioni di euro, con un incremento del 6% rispetto al dato dello scorso anno, mentre gli investimenti in R&S aumentano fino a 1.832 milioni, registrando un’ulteriore crescita del 2.9%. Il numero degli addetti ad attività di R&S è di 6.739 unità e si mantiene sostanzialmente in linea con quello del 2012. La grande maggioranza (75%) delle imprese attive nel settore delle biotecnologie continua a essere di dimensione micro o piccola, arrivando all’87% nel caso delle imprese pure biotech, a riprova del fatto che la forza trainante dell’industria biotech italiana è costituita dalle tante PMI innovative e start-up, che vivono di ricerca. Anche in Italia, quello della salute è il settore trainante dell’intero comparto. Ben 235 imprese (58%) sono infatti attive nella ricerca e sviluppo di nuovi prodotti terapeutici e diagnostici e 197 di queste operano esclusivamente in ambito red biotech. Il fatturato del settore red biotech ammonta a 6.766 milioni di euro, riconducibile quasi esclusivamente alle imprese del farmaco che rappresentano solo il 25% del campione. L’investimento complessivo in R&S è di 1.691 milioni di euro, mediamente pari al 25% del fatturato, che invece si attesta al 45% nel caso delle imprese pure biotech. 67 imprese sono attive nel segmento delle GPTA (Genomica, Proteomica e Tecnologie Abilitanti) e molte delle imprese multi-core attive in ambito red sono anche attive in ambito GPTA. Sebbene il mercato degli alimenti funzionali e dei nutraceutici sia in rapida crescita, il settore green biotech, in Italia, non ha ancora espresso pienamente il suo potenziale. Su un totale di 85 imprese, la maggioranza è rappresentata da aziende pure biotech di micro o piccola dimensione, attive all’interno di parchi scientifici o incubatori e impegnate in progetti che spaziano dal miglio- ramento della produzione primaria, vegetale e animale, allo sviluppo di nuove tecnologie a tutela e garanzia della qualità e sicurezza della filiera alimentare, e della genuinità delle nostre produzioni tipiche. Alla crescita del settore white biotech si associa, invece, la prospettiva di un modello di sviluppo industriale ecosostenibile, in grado di offrire al mercato una varietà di prodotti con caratteristiche superiori rispetto a quelli ottenuti dai processi tradizionali. Più di due terzi delle 62 imprese attive in Italia in ambito white biotech sono aziende pure biotech: start-up innovative che generano nuove tecnologie per processi di trasformazione di biomasse e di altre materie prime e nella produzione sostenibile di prodotti chimici, materiali e carburanti. In termini eccellenza e competitività per lo sviluppo di terapie innovative, complessivamente, la pipeline italiana conta oggi più di 359 prodotti, 97 dei quali in fase preclinica, 50 in Fase I, 107 in Fase II e 105 in Fase III di sviluppo clinico. Se il numero di prodotti in via di sviluppo cresce del 12% rispetto allo scorso anno, cresce anche il numero delle molecole che hanno raggiunto la Fase I (+13%), la Fase II (+9%) e la Fase III (+7%) di sviluppo clinico. Con riferimento alla loro origine, circa il 52% dei progetti deriva da imprese a capitale estero – in particolare filiali di multinazionali in Italia – e il 48% da imprese a capitale italiano, comprese le farmaceutiche italiane. Ancora una volta ci troviamo di fronte a una chiara divisione e complementarietà di ruoli: da un lato le imprese pure biotech le quali, con quasi il 70% dei progetti compresi tra la fase di discovery e la Fase I di sviluppo clinico, costituiscono un’autentica promessa per l’intero settore; dall’altro, le imprese a capitale estero, con lo 82% dei progetti compresi tra la Fase II e III di sviluppo clinico, a confermare i livelli di eccellenza raggiunti dalla ricerca italiana nella conduzione di trial clinici di fase avanzata. Anche se il nostro Paese rimane un punto di riferimento, in ambito europeo, per la conduzione delle sperimentazioni di Fase II e III, è necessario stimolare la competitività sugli studi clinici di Fase I, la cui gestione è ancora condizionata da molteplici ostacoli culturali, regolatori e amministrativi. Perciò Assobiotec, AIFA e ISS hanno recentemente siglato un documento programmatico per l’incentivazione e l’avvio di un numero sempre maggiore di sperimentazioni cliniche di fase precoce (Fasi I e II) in Italia. www.assobiotec.it 68 < Torna all’indice La chimica e i suoi settori PRODOTTI AEROSOL Il settore dei prodotti aerosol comprende le imprese interessate ad attività industriali, commerciali, di ricerca e di servizi operanti nel campo dei prodotti aerosol finiti, in conto proprio e in conto terzi, materie prime, gas propellenti per impiego in prodotti aerosol, imballaggi e accessori, macchine e impianti. Il contesto spazia quindi dalle piccole e medie imprese che svolgono attività di riempimento per conto terzi alle grandi multinazionali dei prodotti di largo consumo e per la produzione di bombole e accessori. Il settore costituisce una nicchia importante e trasversale di prodotti a largo consumo (cosmetici, prodotti per la casa, vernici, prodotti tecnici e per il fai-da-te, prodotti alimentari e farmaceutici) che ha saputo rinnovarsi nel tempo, affrontando e superando sfide complesse e difficili per la realizzazione di prodotti sempre più affidabili e compatibili con l’ambiente. Fanno parte dell’associazione AIA 58 imprese che rappresentano circa il 70% del comparto produttivo italiano. I dati relativi al settore aerosol in Italia, già nel 2011 mostravano una flessione dell’1.35%, chiaramente correlata al calo dei consumi interni. I dati di consuntivo del 2012 non sono ancora disponibili ma ci si attende un ulteriore calo, soprattutto nell’ambito dei prodotti per la casa. Per l’Associazione Italiana Aerosol il 2012 è stato l’anno dell’effettivo inizio delle attività conseguenti alla confluenza in Federchimica, avvenuta con l’Assemblea costituente del 23 febbraio 2012. L’Associazione ha rivolto anche quest’anno l’attenzione su molteplici aspetti tecnici: sono proseguiti i lavori della task force che sta seguendo la tematica dei rifiuti aerosol con la collaborazione della Stazione Sperimentale Combustibili, con la finalità di redigere un documento che illustri le modalità di trattamento del rifiuto aerosol, sottolineandone la non pericolosità, ma evidenziando al tempo stesso l’attenzione che è opportuno prestare al momento in cui si vada a comprimere tali tipologie di rifiuti. Per il momento si sono rilevate problematiche solamente nel trattamento di bombolette non svuotate, che per essere trattate come rifiuti necessitano di un trattamento preliminare ad hoc. AIA sta poi continuando a seguire i lavori per l’introduzione in Italia del metodo “alternativo al bagno caldo”, previsto dall’ADR oltre che dalla Direttiva Aerosol: nel 2012 sono iniziati a livello europeo i lavori relativi all’applicazione del metodo alternativo ai contenitori di alluminio, mentre per i contenitori di acciaio in banda stagnata si è lavorato per ottimizzare l’applicabilità del metodo stesso, che continua a presentare problematiche maggiori rispetto a quanto previsto. Molti temi, come l’ulteriore adeguamento tecnico della Direttiva Aerosol, la revisione della Direttiva Seveso e la redazione del Regolamento Biocidi, vengono seguiti in stretta collaborazione con l’associazione europea FEA (European Aerosol Federation), della quale l’Associazione Italiana Aerosol è uno dei principali membri. Queste sono alcune delle problematiche più importanti per la quale l’Associazione si affida alla competenza del Comitato Tecnico ed ai Gruppi di lavoro che la rappresentano anche in sede Europea, partecipando attivamente alle riunioni organizzate dalla FEA. Completano l’offerta tecnico-formativa fornita agli associati i seminari incentrati su tematiche di interesse strategico che periodicamente vengono organizzati in collaborazione con gli esperti di Federchimica: in particolare, nel 2012 si è tenuto il Workshop dal titolo “Obblighi e opportunità nell’attività di Import-Export di prodotti aerosol”. Non va infine dimenticata l’attività di comunicazione che vede l’Associazione impegnata da anni a promuovere la conoscenza e l’immagine percepita dell’industria italiana dell’aerosol, con lo scopo di tutelare i consumatori, l’ambiente e di contribuire allo sviluppo dell’attività del settore. In particolare, è stata avviata una collaborazione con CIAL e RICREA per una campagna volta a sostenere la riciclabilità delle confezioni aerosol, promuovendo anche il corretto uso dei prodotti. La campagna pubblicitaria si intitola “Life is spray” ed è materialmente divenuta operativa nell’aprile 2013. www.associazioneaerosol.it Torna all’indice > 69 Seconda parte GAS LIQUEFATTI Il mercato del GPL nel 2012 registra un consumo totale di 3.104.000 tonnellate secondo i dati forniti dal Ministero per lo Sviluppo Economico che, sebbene siano ancora valori provvisori, attestano per il settore combustione un calo del 9.4% e per l’autotrazione un aumento del 6.3% rispetto a gennaio/dicembre 2011. Per il GPL combustione si evidenzia una contrazione dei volumi di vendita causata principalmente dal particolare andamento climatico, da una maggiore efficienza energetica, nonché dalla crisi economica. Inoltre, va rilevata la presenza di più fonti energetiche all’interno dell’abitazione, con conseguente diminuzione dei consumi unitari delle singole utenze alimentate a GPL. Il mercato del GPL autotrazione continua invece a registrare una crescita nelle vendite di carburante grazie all’aumento del parco circolante, che è passato da 1.776.000 veicoli nel 2011 a circa 1.860.000 nel 2012. Va segnalato inoltre l’ampliamento del perimetro associativo di rappresentanza di Assogasliquidi al settore del GNL (gas naturale liquefatto) distribuito a mezzo di contenitori di stoccaggio. Per quanto riguarda il settore del GPL combustione, è stato rivolto particolare impegno nell’attuazione delle norme di riordino del comparto, in base al D. Lgs. 128/06, e di quelle contenute nel DPR 151/11 in materia di prevenzione incendi. Su tale ultimo aspetto, si segnala un positivo sviluppo della normativa in termini di semplificazione degli adempimenti amministrativi e di omogeneizzazione delle procedure, soprattutto per quanto concerne la gestione dei piccoli serbatoi di GPL. In ambito ferroviario, particolare impegno è stato profuso nella richiesta di modifiche ad alcune previsioni contenute nelle bozze di contratto per i raccordi ferroviari, ritenute particolarmente pesanti per le aziende del settore. Allo stato attuale le richieste principali sono state accolte e una versione definitiva del contratto dovrebbe essere presentata a breve. Per quanto riguarda il trasporto merci pericolose via ferrovia, il settore, in coordinamento con le altre associazioni interessate, è ancora impegnato nel tentativo di individuare soluzioni comuni con gli operatori ferroviari per una migliore gestione delle non conformità e delle riparazioni dei carri cisterna. Per quanto riguarda la regolamentazione di reti urbane a GPL, il 2012 ha visto impegnate le aziende nella applicazione dei nuove importanti delibere adottate dall’Autorità per l’energia elettrica e il gas, delibere che hanno delineato un quadro più in linea con i costi sostenuti dalle aziende. Per il comparto del GPL per autotrazione, è da sottolineare una netta ripresa del mercato sia delle trasformazioni sia soprattutto delle vendite di auto nuove: il settore della post-vendita ha registrato un +50% (da 113.000 a 170.000 unità) mentre le immatricolazioni sono salite del 130% (da 56.600 a 129.000 unità). Tali performance risultano ancor più brillanti se si pensa che le immatricolazioni totali di autovetture nuove sono calate in Italia di circa il 20%. Nel 2013, in questo favorevole contesto, si inserirà anche l’attivazione dello schema di incentivi rivolto alle utenze professionali ed alle auto con emissioni molto contenute con sicuri effetti positivi sulla percezione ambientale e, quindi, sulla promozione del GPL auto in quanto tale, parificato di fatto all’alimentazione elettrica e a quella ibrida. Relativamente alle normative commerciali per gli impianti di distribuzione carburanti, vanno segnalate alcune importanti novità introdotte dal Ministero dello Sviluppo Economico attraverso alcuni decreti emanati in attuazione dell’ultimo provvedimento legislativo in materia di liberalizzazione e razionalizzazione della rete carburanti. Ci si riferisce, in particolare, a due decreti ministeriali: uno riguardante la cartellonistica dei prezzi degli impianti carburanti, le cui modalità di esposizione sono state armonizzate al fine di rendere più comprensibile e trasparente l’informazione al consumatore, ed un altro, avente analoghi obiettivi, che obbliga i gestori delle stazioni stradali a pubblicare regolarmente sul sito del Ministero dello Sviluppo Economico i prezzi praticati alla pompa di tutti i carburanti erogati. Dal punto di vista fiscale va segnalato il lavoro che si sta svolgendo a livello tecnico presso il Consiglio UE in merito alla proposta di Direttiva comunitaria in materia di tassazione dei prodotti energetici. Rispetto alla proposta iniziale della Commissione europea si segnalano alcuni miglioramenti normativi per il settore del GPL. Assogasliquidi continuerà a svolgere un forte pressione, affinché non si giunga ad un inasprimento dell’attuale sistema fiscalità gravante sul GPL, sia combustione, sia autotrazione. Anche in merito alla nuova Direttiva comunitaria in materia di efficienza energetica, l’Associazione ha lavorato con notevole impegno, a livello sia comunitario sia nazionale, al fine di evitare che la nuova regolamentazione ponga obblighi al settore, già particolarmente segnato dalla riduzione dei consumi. www.assogasliquidi.it 70 < Torna all’indice La chimica e i suoi settori SERVIZI AMBIENTALI ALL’INDUSTRIA CHIMICA A fianco delle imprese chimiche si collocano le società che offrono servizi all’industria chimica, si tratta di 20 imprese, in maggioranza piccole e medie, tutte con un elevato livello di specializzazione, operanti nelle aree: laboratori di analisi ambientali (su acque, suolo, aria, rifiuti); bonifiche di siti contaminati; gestione rifiuti e consulenza ambientale. Negli ultimi anni l’attività principale è stata condotta dai laboratori ambientali, che hanno in corso due iniziative: il Progetto di Armonizzazione delle procedure di prova in campo ambientale in ambito UNICHIM e la correlata Guida “Buone pratiche di selezione dei fornitori di servizi analitici”, entrambe condotte d’intesa con Federchimica. L’obiettivo del Progetto di Armonizzazione è la definizione di linee guida, condivise dalle parti coinvolte (enti di controllo, aziende o privati detentori di siti contaminati, laboratori di analisi), inerenti l’applicazione dei protocolli analitici da impiegare nella determinazione dei parametri segnalati dalla normativa vigente quali indicatori della qualità di una matrice ambientale. La pratica delle analisi è infatti strumento indispensabile all’industria per conoscere la propria prestazione ambientale, non solo al fine di rispettare le prescrizioni legislative, ma anche di migliorarla, contribuendo così allo sviluppo sostenibile. Presupposto del progetto è la diffusa incertezza del risultato analitico, che può essere così elevata da pregiudicare il raggiungimento di una conclusione univoca circa la condizione di una situazione ambientale. I rischi conseguenti sono quelli di dar luogo a contenziosi tra enti di controllo e soggetti responsabili di eventuali inquinamenti. Una progressiva armonizzazione delle procedure di indagine renderà più agevole il confronto tra dati ottenuti in laboratori diversi, riducendo i rischi di contenzioso e/o di ripetizione delle analisi. che indispensabili per ottenere risultati sicuri. Tra queste fondamentale è la richiesta di report di tracciabilità, cartacei o elettronici. Di particolare rilevanza all’interno della Guida sono l’analisi di rifiuti, l’igiene industriale e le emissioni. La classificazione di un rifiuto, infatti, è un’attività estremamente articolata e complessa e deve osservare alcuni principi tecnici e normativi ben definiti. Quest’attività necessita di una struttura adeguata, dotata di elevata professionalità, approfondita conoscenza della normativa (D. Lgs. 152/06, Codice dell’ambiente) nonché consolidata esperienza. Lo strumento principale per assicurarsi un dato attendibile è il corretto piano di campionamento, come previsto dalla Norma UNI EN 14899. Infatti, circa il 70% degli errori che poi si riscontrano nei risultati derivano da difetti nel prelievo. La fase conclusiva, quella della classificazione del rifiuto (pericoloso, non pericoloso, etc.) preliminare alle adeguate operazioni di smaltimento, necessita di un’approfondita conoscenza del Codice ambientale e del CER (Catalogo Europeo Rifiuti). Oltre all’aspetto dei metodi, altri aspetti contribuiscono ad assicurare che le analisi ambientali producano risultati sicuri. Per questo motivo, a fianco dell’attività condotta in UNICHIM, è stata pubblicata la Guida, che indica ai committenti una serie di criteri per effettuare una scelta corretta del laboratorio. La Guida descrive l’analisi chimico-ambientale come un processo, che parte dal prelievo del campione (di acqua, suolo, rifiuti, aria, etc.) e si conclude con il rapporto di prova. Il metodo suggerito è di iniziare con la definizione del capitolato tecnico in apposite riunioni cliente-fornitore, in cui siano chiarite e comprese dal fornitore le specifiche di tutte le fasi del processo, specifi- Anche i controlli delle emissioni gassose in atmosfera, provenienti da impianti industriali, sono molto complessi. Le maggiori criticità sono dovute al prelievo dei campioni, attività che richiede l’utilizzo di apparecchiature portatili. La difficoltà di queste misurazioni ha reso necessario che l’Unione europea pubblicasse una specifica tecnica, la UNI CEN/TS 15675:2008 “Air quality - Measurement of stationary source emissions”. Il report finale dei risultati deve essere redatto da personale adeguatamente formato, che conosca in modo approfondito sia il processo industriale sia la legislazione specifica che l’impianto industriale deve rispettare. L’igiene industriale comprende tutte le analisi che accertano il livello di esposizione dei lavoratori alle sostanze chimiche inquinanti aerodisperse, correlate ai processi produttivi e che, più in generale, valutano la situazione dell’ambiente di lavoro, confrontando i risultati con i valori limite di riferimento. Tutte le fasi di quest’indagine devono seguire delle regole ben definite, prima fra tutte quella di affidarsi ad un igienista industriale accreditato da enti ed organizzazioni (AIDII, Associazione Italiana Igienisti Industriali) e inoltre per la parte inerente il campionamento, a laboratori specializzati e accreditati da un ente specializzato (es. Accredia). www.aispec.it Torna all’indice > 71 Appendice Federchimica: organizzazione e struttura Torna all’indice > Federazione Nazionale dell’Industria Chimica Federchimica è la denominazione abbreviata della Federazione nazionale dell’industria chimica. Costituitasi nel 1916 come Associazione Nazionale di Industriali chimico-farmaceutici, diventa nel 1920 Federazione Nazionale delle Associazioni fra Industriali Chimici, nel 1945 Aschimici – Associazione Nazionale dell’Industria Chimica – per trasformarsi, nel 1984, nell’attuale Federazione. Ad oggi aderiscono 1.400 imprese, con 90 mila addetti, raggruppate in 17 Associazioni di settore, a loro volta suddivise in 40 Gruppi merceologici. Federchimica fa parte di Confindustria e del Cefic, European Chemical Industry Council. Federchimica, i cui obiettivi primari sono il coordinamento e la tutela del ruolo dell’industria chimica che opera in Italia, nonché la promozione delle proprie capacità di sviluppo, si prefigge, tra l’altro, di: elaborare linee di politica economica, industriale, Torna all’indice > sindacale, nonché in materia di ecologia e ambiente, sviluppo e innovazione, politica energetica; promuovere tali politiche verso l’Autorità pubblica, le Organizzazioni economiche nazionali, le altre Organizzazioni imprenditoriali, le Organizzazioni internazionali cui la Federazione partecipa, i Sindacati dei lavoratori, le Organizzazioni ambientaliste e dei consumatori; contribuire alla formazione di una corretta immagine dell’industria chimica nell’opinione pubblica; condurre studi e ricerche che ispirino e legittimino le scelte imprenditoriali; concorrere alla costante promozione del livello qualitativo delle imprese associate, organizzando in particolare iniziative nel campo dell’innovazione. L’attività di Federchimica è affidata alla Direzione Generale e a cinque Direzioni Centrali: Analisi EconomicheInternazionalizzazione, Relazioni Industriali, Relazioni Interne, Relazioni Istituzionali, Tecnico Scientifica. 75 Organi Federchimica Comitato di presidenza Presidente Cav. Lav. Cesare Puccioni Puccioni S.p.A. Vice Presidenti Comunicazione e Immagine, Rapporti Istituzionali Dott. Mauro Chiassarini Bayer S.p.A. Sicurezza, Salute, Ambiente e REACH Cav. Lav. Dott. Paolo Lamberti Lamberti S.p.A. Europa e Analisi Economiche Sig. Daniele Ferrari Versalis S.p.A. Relazioni Industriali Dott. Ing. Luigi Mansi Nuova Solmine S.p.A. Ricerca e Sviluppo Cav. Lav. Vittorio Ghisolfi M & G Polimeri Italia S.p.A. Energia e Logistica Dott. Erwin Rauhe Basf Italia S.p.A. Dott. Ing. Massimo Covezzi Basell Poliolefine Italia S.r.l. Dott. Ing. Giuliano Tomassi Marinangeli Dow Italia S.r.l. Dott. Ing. Aldo Fumagalli Romario SOL S.p.A. Organizzazione e Personale Dott. Martino Verga Caglificio Clerici S.p.A. Componenti Dott. Giordano Righini SPIN S.p.A. Past president Tesoriere Cav. Lav. Dott. Giorgio Squinzi Mapei S.p.A. Presidente Programma Responsible Care Dott. Cosimo Franco Endura S.p.A. Torna all’indice > Dott. Ing. Antonio Fedele Totalerg S.p.A. Direttore Generale Dott. Claudio Benedetti 77 Appendice Consiglio Direttivo Presidente Cav. Lav. Cesare Puccioni Puccioni S.p.A. Componenti Dott. Giacomo Archi Henkel Italia S.p.A. Dott. Gian Mario Baccalini Euticals S.p.A. Dott. Giorgio Basile Isagro S.p.A. Dott.ssa Catia Bastioli Novamont S.p.A. Dott. Giampiero Bellini Unichim Dott. Mario Buzzella C.O.I.M. S.p.A. Dott. Ing. Filippo Carletti Sasol Italy S.p.A. Dott. Aram Manoukian Lechler S.p.A. Dott. Ing. Luigi Mansi Nuova Solmine S.p.A. Dott. Stefano Meloni Polynt S.p.A. Dott. Carlo Pizzocaro Olon S.p.A. Sig. Angelo Radici Radici Chimica S.p.A. Dott. Ing. Alberto Chiarini Syndial S.p.A. Attività Diversificate Dott. Erwin Rauhe Basf Italia S.p.A. Dott. Mauro Chiassarini Bayer S.p.A. Dott. Fulvio Renoldi Bracco Bracco Imaging S.p.A. Dott. Ing. Marco Colatarci Solvay Chimica Italia S.p.A. Dott. Ing. Massimo Covezzi Basell Poliolefine Italia S.r.l. Dott. Alberto Donati O.F.I. Off. Farm. Italiana S.p.A. Dott. Ing. Antonio Fedele Totalerg S.p.A. Sig. Daniele Ferrari Versalis S.p.A. Dott. Giordano Righini SPIN S.p.A. Dott. Ing. Fabio Rossello Paglieri S.p.A. Dott. Massimo Scaccabarozzi Janssen-Cilag S.p.A. Dott. Enrico Seccomandi 3V Sigma S.p.A. Dott. Cosimo Franco Endura S.p.A. Dott. Bernardo Sestini S.I.A.D. S.p.A. Dott. Ing. Aldo Fumagalli Romario SOL S.p.A. Dott. Alessandro Sidoli Axxam S.p.A. Sig.ra Giorgina Gallo L’Oréal Italia S.p.A. Cav. Lav. Dott. Giorgio Squinzi Mapei S.p.A. Cav. Lav. Vittorio Ghisolfi M & G Polimeri Italia S.p.A. Dott. Roberto Gradnik Stallergenes Italia S.r.l. Cav. Lav. Dott. Paolo Lamberti Lamberti S.p.A. Past President 78 Dott. Ing. Marco Macciò Infineum Italia S.r.l. Vice Presidente Dott. Ing. Giuliano Tomassi Marinangeli Dow Italia S.r.l. Prof. Renato Ugo Dott. Martino Verga Caglificio Clerici S.p.A. Tesoriere Componente Comitato di Presidenza < Torna all’indice Organi Federchimica Giunta Presidente Cav. Lav. Cesare Puccioni Puccioni S.p.A. Componenti Dott. Giacomo Archi Henkel Italia S.p.A. Gr. Uff. Dott. Mario Artali Sigma Tau S.p.A. Dott. Gian Mario Baccalini Euticals S.p.A. Dott. Ing. Maurizio Bacci Basell Italia S.r.l. Dott. Andrea Barella Sumitomo Chemical Italia S.r.l. Dott. Ing. Francesco Baretti Perstorp S.p.A. Dott. Mauro Caimi GlaxoSmithKline Consumer Healthcare S.p.A. Dott. Davide Calabrò Eni S.p.A. Div. Refining & Marketing Dott. Alberto Donati O.F.I. Off. Farm. Italiana S.p.A. Dott. Ing. Gianluigi Dubbini Diachem S.p.A. Dott. Agostino Facchini Res Pharma Industriale S.r.l. Dott. Federico Cannatà Ultragas C.M. S.p.A. Dott. Giorgio Favro Solvay Chimica Italia S.p.A. Dott. Giorgio Cappellari F.O.M.E.T. S.p.A. Dott. Ing. Antonio Fedele Totalerg S.p.A. Dott. Ing. Filippo Carletti Sasol Italy S.p.A. Sig. Daniele Ferrari Dott. Valerio Carsetti Solvay Specialty Polymers Italy S.p.A. Dott. Paolo Casoni Perfetti Van Melle S.p.A. Dott. Marco Caspani Centro Sperimentale del Latte S.r.l. Versalis S.p.A. Dott. Ing. Renzo Ferrari Società Elettrochimica Solfuri e Cloroderivati S.p.A. Dott. Ugo Filippi Sait-Abrasivi S.p.A. Dott. Fabio Franchina Framesi S.p.A. Dott. Philippe Barrois Novartis Farma S.p.A. Dott. Francesco Caterini Yara Italia S.p.A. Dott. Giorgio Basile Isagro S.p.A. Dott. Ing. Alberto Chiarini Syndial S.p.A. Attività Diversificate Dott.ssa Catia Bastioli Novamont S.p.A. Dott. Mauro Chiassarini Bayer S.p.A. Dott. Fabrizio Bellini Versalis S.p.A. Dott. Ing. Giulio Cocco Arkema S.r.l. Dott. Giampiero Bellini Unichim Dott. Ing. Marco Colatarci Solvay Chimica Italia S.p.A. Cav. Lav. Dott. Benito Benedini Cabefin S.p.A. Dott. Werther Colonna I.V.A.S. Industria Vernici S.p.A. Dott. Francesco Bertolini Caffaro Industrie S.p.A. Dott. Alberto Conti Basf Italia S.p.A. Sig. Marco Bitossi Colorobbia Italia S.p.A. Dott. Ing. Massimo Covezzi Basell Poliolefine Italia S.r.l. Dott. Giulio Bonazzi Aquafil S.p.A. Dott. Donato D’Agostino Chimica Dr. Fr. D’Agostino S.p.A. Dott. Lorenzo Bordoni Dow AgroSciences Italia S.r.l. Sig. Domenico D’Angelo F.A.R. - Fabbrica Adesivi Resine S.p.A. Sig. Paolo Bottazzi SABO S.p.A. Dott. Paolo Dal Lago Liquigas S.p.A. Dott. Paolo Bozzetto Giovanni Bozzetto S.p.A. Dott. Ing. Maurizio de Costanzo CFP Flexible Packaging S.p.A. Dott. Fabrizio Guala Zschimmer & Schwarz Italiana S.p.A. Cav. Lav. Dott.ssa Diana Bracco Bracco S.p.A. Dott. Fabio Deflorian Sun Chemical Group S.p.A. Dott. Ing. Paolo Groppi Solvin Italia S.p.A. Dott. Stefano Brovelli Bayer S.p.A. Dott.ssa Marina Del Bue MolMed S.p.A. Dott. Karl-Heinz Krieg EuroChem Agro S.p.A. Dott. Giancarlo Bruson Dermagib di G. Bruson & C. S.n.c. Dott. Luigi Della Beffa Indena S.p.A. Cav. Lav. Dott. Paolo Lamberti Lamberti S.p.A. Dott. Mario Buzzella C.O.I.M. S.p.A. Avv. Ilaria Di Lorenzo IRBM Science Park S.p.A. Dott. Angelo Lami INCO Industria Colori S.r.l. Torna all’indice > Dott. Cosimo Franco Endura S.p.A. Dott. Ing. Aldo Fumagalli Romario SOL S.p.A. Dott.ssa Nadia Gagliardini Oxon Italia S.p.A. Sig.ra Giorgina Gallo L’Oréal Italia S.p.A. Dott. Antonio Gandolfi ICAP Leather Chem S.p.A. Dott. Mario Gargiulo Bristol-Myers Squibb S.r.l. Dott. Carlo Gazza Fatro S.p.A. Cav. Lav. Vittorio Ghisolfi M & G Polimeri Italia S.p.A. Dott. Cleanto Giusto Mapintec S.r.l. Dott. Roberto Gradnik Stallergenes Italia S.r.l. 79 Appendice Dott. Antonio Lazzarinetti Viscolube S.r.l. Dott. Ing. Piero Nulli Esseco S.r.l. Dott. Sergio Re Bayer Healthcare Manufacturing S.r.l. Dott. Matteo Locatelli Pink Frogs S.r.l. Dott. Giorgio Oberrauch Farmabios S.p.A. Dott. Fulvio Renoldi Bracco Bracco Imaging S.p.A. Sig. Ernesto Lomazzi Akzo Nobel Chemicals S.p.A. Dott. Ernesto Oppici Certiquality S.r.l. Dott. Vincenzo Rialdi Vevy Europe S.p.A. Dott. Ing. Marco Macciò Infineum Italia S.r.l. Dott. Ing. Marco Padovani Crown Aerosols Italia S.r.l. Dott. Vincenzo Maglione Rottapharm S.p.A. Cav. Lav. Dott.ssa Debora Paglieri Paglieri S.p.A. Dott. Ing. Giuseppe Ricci Eni S.p.A. Div. Refining & Marketing Dott. Roberto Mangano GRC Parfum S.p.A. Dott. Ing. Francesco Pappini Rivoira S.p.A. Dott. Paolo Manica Manica S.p.A. Dott. Ing. Carlo Parodi ALCEA S.r.l. Az. Lombarda Colori e Affini Dott. Aram Manoukian Lechler S.p.A. Dott. Ing. Luigi Mansi Nuova Solmine S.p.A. Dott. Gianni Manzetti Farmen International Cosmetics Distribution S.p.A. Dott. Davide Manzoni Davines S.p.A. Div. Comfort Zone Dott. Ing. Giorgio Mapelli DSM Composit Resins Italia S.r.l. Dott. Ing. Franco Mazzali Rivoira S.p.A. Dott. Ing. Daniele Meldolesi Cargill S.r.l. Div. Amidi Derivati Specialità Dott. Stefano Meloni Polynt S.p.A. Dott. Marco Mercenari Esseco S.r.l. Dott. Filippo Meroni S.C. Johnson Italy S.p.A. Dott. Ing. Jean Luc Michelot PA.CO.DIS. S.p.A. Dott. Walter Mirabella Basell Poliolefine Italia S.r.l. Dott. Ing. Andrea Moltrasio Icro Coatings S.p.A. Dott. Ing. Duilio Mombelli Flint Group Italia S.p.A. Dott. Giuseppe Natale Valagro S.p.A. Dott. Achille Nobiloni Eni S.p.A. Div. Refining & Marketing 80 Dott. Ing. Fabio Parodi Viscol S.p.A. Dott. Gianfranco Patrucco Roquette Italia S.p.A. Dott. Ing. Giovanni Pavesi Linde Gas Italia S.r.l. Arch. Paolo Pellegrini Colorgraf S.p.A. Sig. Daniele Petrini Sabic Italia S.p.A. Dott. Federico Petrolini Goldengas S.p.A. Sig. Paolo Piana Sinterama S.p.A. Sig. Vittorio Pirera ANDRA S.p.A. Dott. Luciano Pizzato Reckitt Benckiser Italia S.p.A. Dott. Giordano Righini SPIN S.p.A. Dott. Umberto Risso Autogas Nord S.p.A. Sig. Guido Riva di nomina presidenziale Dott. Ing. Fabio Rossello Paglieri S.p.A. Sig.ra Maria Assunta Rossi Odello Tazzetti S.p.A. Dott. Ing. Gianfranco Russo Syndial S.p.A. Attività Diversificate Dott. Ing. Andrea Saitta Air Liquide Sanità Service S.p.A. Dott. Narciso Salvo di Pietraganzili Fabbr. Cooperativa Perfosfati Cerea S.r.l. Dott. Biagio Savaré Savaré I.C. S.r.l. Dott. Massimo Scaccabarozzi Janssen-Cilag S.p.A Dott. Ing. Marcello Sciota Basell Poliolefine Italia S.r.l. Dott. Carlo Pizzocaro Olon S.p.A. Dott. Gianni Scotti Saint-Gobain Abrasivi S.p.A. Dott. Alfredo Polito Innovhub Stazioni Sperimentali per l’Industria Dott. Enrico Seccomandi 3V Sigma S.p.A. Dott. Paolo Giulio Predieri ACME S.r.l. Sig. Mario Puccioni Puccioni S.p.A. Dott. Luigi Radaelli Syngenta Crop Protection S.p.A. Sig. Angelo Radici Radici Chimica S.p.A. Sig. Maurizio Radici Radicifil S.p.A. Dott. Erwin Rauhe Basf Italia S.p.A. Dott. Giuseppe Seccomandi E.R.C.A. S.p.A. Dott. Bernardo Sestini S.I.A.D. S.p.A. Dott. Alessandro Sidoli Axxam S.p.A. Sig. Massimo Signorini Ilco Industriale S.r.l. Dott. Cristiano Siviero Cosmosol S.r.l. Dott. Riccardo Sollini Politex S.a.s. di Freudenberg Politex S.r.l. < Torna all’indice Organi Federchimica Cav. Lav. Dott. Giorgio Squinzi Mapei S.p.A. Dott. Marco Squinzi Mapei S.p.A. Dott. Ing. Gerardo Stillo Versalis S.p.A. Dott. Ing. Emanuele Tagliabue Versalis S.p.A. Dott. Michael Tesch Clariant SE Sede Secondaria in Italia Dott. Giovanni Toffoli Adriatica S.p.A. Dott. Ing. Giuliano Tomassi Marinangeli Dow Italia S.r.l. Dott. Ferruccio Tornaghi C.T.S. S.r.l. Dott. Marzio Tozzi Endura S.p.A. Prof. Renato Ugo di nomina presidenziale Dott. Martino Verga Caglificio Clerici S.p.A. Sig. Giovanni Zanchetta Polyglass S.p.A. Dott. Ing. Giordano Zappelli Solvay Chimica Italia S.p.A. Dott. Antonio Zoncada Innovhub Stazioni Sperimentali per l’Industria Torna all’indice > Consulta dei Presidenti Collegio dei Revisori Contabili AGROFARMA Dott. Andrea Barella Sumitomo Chemical Italia S.r.l. AIA Dott. Ing. Marco Padovani Crown Aerosols Italia S.r.l. AISA Dott. Paolo Giulio Predieri ACME S.r.l. AISPEC Dott. Martino Verga Caglificio Clerici S.p.A. ASCHIMFARMA Dott. Gian Mario Baccalini Euticals S.p.A. ASSOBASE Dott. Giorgio Favro Solvay Chimica Italia S.p.A. ASSOBIOTEC Dott. Alessandro Sidoli Axxam S.p.A. ASSOCASA Dott. Luciano Pizzato Reckitt Benckiser Italia S.p.A. ASSOFERTILIZZANTI Dott. Francesco Caterini Yara Italia S.p.A. ASSOFIBRE CIRFS ITALIA Sig. Maurizio Radici Radicifil S.p.A. ASSOGASLIQUIDI Dott. Paolo Dal Lago Liquigas S.p.A. ASSOGASTECNICI Dott. Ing. Giovanni Pavesi Linde Gas Italia S.r.l. ASSOSALUTE Dott. Stefano Brovelli Bayer S.p.A. AVISA Dott. Aram Manoukian Lechler S.p.A. CERAMICOLOR Dott. Angelo Lami INCO Industria Colori S.r.l. PLASTICSEUROPE ITALIA Sig. Daniele Ferrari Versalis S.p.A. UNIPRO Dott. Ing. Fabio Rossello Paglieri S.p.A. Presidente Rag. Enrico Pian Revisori effettivi Rag. Sandro Bertasi Dott. Cesare Orsenigo Revisori supplenti Rag. Carlo Pecchi Probiviri Avv. Carlo Del Pennino Prof. Avv. Giuseppe Franco Ferrari Dott. Ing. Giuseppe Rossi Avv. Claudio Signini Dott. Vincenzo Vitelli 81 Commissioni Direttive Associazioni di settore* AGROFARMA AIA AISA Presidente Dott. Andrea Barella Sumitomo Chemical Italia S.r.l. Presidente Dott. Ing. Marco Padovani Crown Aerosols Italia S.r.l. Presidente Dott. Paolo Giulio Predieri ACME S.r.l. Vice Presidente Dott. Lorenzo Bordoni Dow AgroSciences Italia S.r.l. Componenti Sig.ra Daniela Calefato Precision Dispensing Solutions Europe GmbH Filiale Vice Presidenti Dott. Carlo Gazza Fatro S.p.A. Componenti Dott. Alberto Ancora Basf Italia S.p.A. Dott. Giampiero Vantellino Bayer S.p.A. Dott. Alessandro Bugini Makhteshim Agan Italia S.r.l. Dott. Giuseppe Enrico Ciani Solchim S.p.A. Componenti Dott.ssa Arianna Bolla Eli Lilly Italia S.p.A. Dott.ssa Ing. Daniela Castegnaro Monsanto Agricoltura Italia S.p.A. Dott. Antonio Cirillo Kimicar S.r.l. Dott.ssa Cristina Cellini Vetoquinol Italia S.r.l. Dott. Liso Ceccobelli Ital-Agro S.r.l. Sig.ra Rosella Cortesi V.A.R.I. S.p.A. Dott. Paolo Dubbini Diachem S.p.A. Dott. Giovanni Valle Teknofarma S.p.A. Sig.ra Manuela Cuzzolin Akzo Nobel Chemicals S.p.A. Dott. Paolo Manica Manica S.p.A. Dott.ssa Eleonora Favalini Parisienne Italia S.r.l. Dott. Emilio Dabbaghian Ceva Salute Animale S.p.A. Dott. Lorenzo Patuzzo Euro TSA S.r.l. Dott. Fulvio Ferrara Coster Tecnologie Speciali S.p.A. Past President Dott. Luigi Radaelli Syngenta Crop Protection S.p.A. Sig. Mauro Mattei Alltub Italia S.r.l. Dott. Massimo Scaglia Isagro S.p.A. Dott. Paolo Tassani Cerexagri Italia S.r.l. Dott. Aldo Trombini Du Pont De Nemours Italiana S.r.l. *Aggiornamento al 6 giugno 2013 Dott. Ing. Carlo Castiglioni Ferrari Meccanica S.p.A. Dott.ssa Karina von Detten Bayer CropScience S.r.l. Dott. Dante Zauli Gowan Italia S.p.A. Dott. Ing. Andrea Zunelli Scam S.p.A. Torna all’indice > Dott. Alberto Pollini Mirato S.p.A. Dott. Marco Raviolo Campweld S.r.l. Dott. Franco Reghenzani Eurospray S.p.A. Dott. Cristiano Siviero Cosmosol S.r.l. Dott.ssa Alessandra Terzoli L’Oréal Italia S.p.A. Dott. Roberto Del Maso Merial Italia S.p.A. Sig. Renato Della Valle Innovet Italia S.r.l. Dott.ssa Chiara Durio Zoetis Italia S.r.l. Dott. Alberto Milani Formevet S.r.l. Dott. Riccardo Romagnoli Chemifarma S.p.A. Dott. Mauricio Varvella Vicente MSD Animal Health S.r.l. Dott. Flavio Zanellato Virbac S.r.l. Dott. Nicola Valentini Ardagh Group Italy S.r.l. 83 Appendice AISPEC ASCHIMFARMA Presidente Dott. Martino Verga Caglificio Clerici S.p.A. Presidente Dott. Gian Mario Baccalini Euticals S.p.A. Vice Presidenti Dott. Daniele Cardoso Laboratorio Chimico Internazionale S.p.A. Dott. Giorgio Oberrauch Farmabios S.p.A. Componenti Dott. Sergio Albertazzi Erregierre S.p.A. Dott. Fulvio Benigni Industriale Chimica S.r.l. Dott. Fulvio Carlotti Gnosis S.p.A. Dott. Riccardo Cassotti Farchemia S.p.A. Dott. Michele Crocetta ACRAF S.p.A. Dott. Benedetto Della Beffa Indena S.p.A. Dott. Guido Gnemmi Lusochimica S.p.A. Dott. David Koch Sicor S.r.l. Dott. Roger La Force Zach System S.p.A. Dott. Paolo Oligeri Chemi S.p.A. Sig. Adriano Picchiò Prodotti Chimici e Alimentari S.p.A. Dott. Carlo Pizzocaro Olon S.p.A. Past President Dott. Paolo Russolo Cambrex Profarmaco Milano S.r.l. Dott. Ariel Davide Segre Pierrel S.p.A. Dott. Giorgio Vittadini Bracco Imaging S.p.A. Dott. Enrico Zodio Procos S.p.A. Vice Presidente Dott. Valerio Carsetti Solvay Specialty Polymers Italy S.p.A. Componenti Gr. Uff. Dott. Mario Artali Sigma-Tau S.p.A. Dott. Daniel Campo Voegeli Basf Italia S.p.A. Dott. Paolo Casoni Perfetti Van Melle S.p.A. Dott. Marco Caspani Centro Sperimentale del Latte S.r.l. Dott. Ing. Alberto Conti Basf Italia S.p.A. Dott. Fausto Ferrazzi Serichim S.r.l. Dott. Cosimo Franco Endura S.p.A. Dott. Antonio Gandolfi ICAP Leather Chem S.p.A. Dott. Fabrizio Guala Zschimmer & Schwarz S.p.A. Dott. Giuseppe Li Bassi Lamberti S.p.A. Dott. Roberto Mangano GRC Parfum S.p.A. Dott. Ing. Daniele Meldolesi Cargill S.r.l. Div. Amidi Derivati Specialità Dott. Marco Mercenari Esseco S.r.l. Dott. Walter Mirabella Basell Poliolefine Italia S.r.l. Dott. Ing. Fabio Parodi Viscol S.p.A. Sig. Vittorio Pirera Andra S.p.A. Dott. Vincenzo Rialdi Vevy Europe S.p.A. Past President Dott. Giordano Righini Bracco S.p.A. Sig.ra Maria Assunta Rossi Odello Tazzetti S.p.A. Dott. Gianni Scotti Saint-Gobain Abrasivi S.p.A. Sig. Giovanni Zanchetta Polyglass S.p.A. 84 ASSOBASE Presidente Dott. Giorgio Favro Solvay Chimica Italia S.p.A. Vice Presidente Dott. Ing. Emanuele Tagliabue Versalis S.p.A. Componenti Dott. Ing. Francesco Carciotto Dow Italia S.r.l. Dott. Ing. Alberto Conti Basf Italia S.p.A. Dott. Domenico D’Angelo F.A.R. Fabbrica Adesivi Resine S.p.A. Dott. Ing. Pierluigi Degiovanni Tessenderlo Italia S.r.l. Dott. Ing. Ottorino Lolini Nuova Solmine S.p.A. Dott. Massimo Maragna Sabic Italia S.p.A. Dott. Lior Metzinger Fluorsid S.p.A. Dott. Sergio Migone Sasol Italy S.p.A. Dott. Ing. Francesco Nulli Esseco S.r.l. Dott. Flavio Remonato Solvay Chimica Italia S.p.A. Dott. Zaverio Rovea Vinavil S.p.A. Dott. Ing. Gianfranco Russo Syndial S.p.A. Attività Diversificate Dott. Donato Todisco Caffaro Industrie S.p.A. ASSOBIOTEC Presidente Dott. Alessandro Sidoli Axxam S.p.A Componenti Dott. Eugenio Aringhieri Amgen Dompé S.p.A. Dott. Luca Benatti Erydel S.p.A. Dott. Gino Boano Novartis Farma S.p.A. Dott. Leonardo Calzetti Swedish Orphan Biovitrum S.r.l. Dott. Ugo Capolino Perlingeri Alexion Pharma Italy S.r.l. Dott. Gioacchino D’Alò Tacheda Italia S.p.A. Dott. Lucio Da Ros Aptuit (Verona) S.r.l. Dott.ssa Marina Del Bue MolMed S.p.A. < Torna all’indice Commissioni Direttive Associazioni di settore Dott. Pasquale Frega Celgene S.p.A. Dott. Andrea Formenti Formevet S.r.l. Dott. Pierluigi Sassi Timac Agro Italia S.p.A. Dott. Gianluca Fusco Syngenta Seeds S.p.A. Dott. Alberto Mondellini Copyr S.p.A. - Compagnia del Piretro Dott. Giovanni Toffoli Adriatica S.p.A. Past President Dott. Roberto Gradnik Stallergenes Italia S.r.l. Dott. Filippo Meroni S.C. Johnson Italy S.p.A. Dott. Luca Teodoro Luigi Vaghi Compo Expert Italia S.r.l. Dott. Mario Morsiani McBride S.p.A. Dott. Enrico Villa Siriac S.r.l. Dott. Ing. Fabrizio Greco Abbvie S.r.l. Dott.ssa Stefania Meloni Bayer CropScience S.r.l. Dott.ssa Maria Luisa Nolli Areta International S.r.l. Dott. Ennio Ongini Nicox Research Institute S.r.l. Dott. Riccardo Palmisano Genzyme S.r.l. Dott.ssa Elena Sgaravatti I.R.B. S.p.A. Dott.ssa Celmira Sousa Basf Italia S.p.A. Dott. Antonio Tosco Merck Serono S.p.A. ASSOCASA Presidente Dott. Luciano Pizzato Reckitt Benckiser Italia S.p.A. Vice Presidenti Dott. Roberto Ferro Unilever Italia Manufacturing S.r.l. Cav. Lav. Dott.ssa Debora Paglieri Paglieri S.p.A. Componenti Dott. Sergio Antoniuzzi I.C.E. FOR S.p.A. Avv. Alessandro Artom Bolton Manitoba S.p.A. Dott.ssa Paola Aruta Procter & Gamble S.r.l. Dott. Giorgio Dal Prato Deco Industrie S.coop.p.a. Dott.ssa Cecilia de’ Guarinoni Henkel Italia S.p.A. Avv. Enrico De Toma Colgate Palmolive Commerciale S.r.l. Dott. Maurizio Della Cuna Madel S.p.A. Torna all’indice > Dott. Vittorio Pizzolotto Pizzolotto S.p.A. Dott. Maurizio Rigolli Bayer CropScience S.r.l. Dott. Paolo Ruozzo Guaber S.r.l. Dott. Roberto Silva ITS Detergenti S.r.l. ASSOFIBRE CIRFS ITALIA Presidente Sig. Maurizio Radici Radicifil S.p.A. Dott. Pierpaolo Zambotto Zapi Industrie Chimiche S.p.A. Vice Presidente Dott. Giulio Bonazzi Aquafil S.p.A. ASSOFERTILIZZANTI Componenti Dott. Ing. Arturo Andreoni Radicifil S.p.A. Presidente Dott. Francesco Caterini Yara Italia S.p.A. Vice Presidenti Dott. Paolo Girelli ILSA S.p.A. Sig. Mario Puccioni Puccioni S.p.A. Componenti Sig. Mirko Bevini Scam S.p.A. Sig. Giorgio Cappellari F.o.m.e.t. S.p.A. Dott. Roberto Di Majo Unimer S.p.A. Dott. Ing. Fabrizio Calenti Aquafil S.p.A. Dott. Franco Francalanci Montefibre S.p.A. Dott. Alberto Maroli Alcantara S.p.A. Past President Sig. Paolo Piana Sinterama S.p.A. Dott. Leonardo Pinoca Meraklon S.p.A. Dott. Riccardo Sollini Politex S.a.s. di Freudenberg Politex S.r.l. Dott.ssa Nadia Gagliardini SIPCAM S.p.A. ASSOGASLIQUIDI Dott. Lorenzo Gallo Green Has Italia S.p.A. Presidente Dott. Paolo Dal Lago Liquigas S.p.A. Dott. Ing. Gianantonio Menin Fabb. Coop. Perfosfati Cerea S.r.l. Dott. Giuseppe Natale Valagro S.p.A. Vice Presidenti Dott. Federico Cannatà Ultragas C.M. S.p.A. Dott. Pierluigi Rigatelli Haifa Italia S.r.l. Dott. Federico Petrolini Goldengas S.p.A. Dott. Massimo Rossini Eurochem Agro S.p.A. Componenti Dott. Marco Cirese Ultragas Tirrena S.p.A. Dott. Ing. Carlo De Matthaeis API S.p.A. Past President Dott. Narciso Salvo di Pietraganzili Fabb. Coop. Perfosfati Cerea S.r.l. 85 Appendice Dott. Giacomo Fabbri Soc. Italiana Gas Liquidi S.p.A. Dott. Ing. Raoul Alessandro Giudici Rivoira S.p.A. Past President Dott. Ing. Antonio Fedele Totalgaz Italia S.r.l. Rag. Claudio Grigato Sico S.p.A. Dott. Francesco Franchi Costiero Gas Livorno S.p.A. Dott. Pietro Frasson Trivengas S.r.l. Dott. Ing. Gaetano Gradini Eni S.p.A. Div. Refining & Marketing Dott. Paolo Guglielmi Fiamma 2000 S.p.A. Dott. Alberto Licci Italfiamma S.r.l. Rag. Dino Menale Energas S.p.A. Dott. Luciano Niccolai Beyfin S.p.A. Dott. Tighe Noonan Lampogas S.p.A. Dott. Ing. Stefano Pessi Totalgaz Italia S.r.l. Dott. Umberto Risso Autogas Nord S.p.A. Dott. Muzio Salvini Tecnogas S.r.l. Dott. Paolo Sparvoli Antonio Merloni Cylinders Ghergo Group S.p.A. Dott. Valtero Tognoni Butangas S.p.A. Dott. Luciano Valente Gas Point S.r.l. Dott. Paolo Zani Brixia Finanziaria S.r.l. Dott.ssa Patrizia Zucchi Socogas S.p.A ASSOGASTECNICI Presidente Dott. Ing. Giovanni Pavesi Linde Gas Italia S.r.l. Past President Dott. Piercarlo Cavenaghi Sapio Produzione Idrogeno Ossigeno S.r.l. Dott. Ing. Aldo Fumagalli Romario SOL S.p.A. 86 Dott. Ing. Mario Paterlini Sapio Produzione Idrogeno Ossigeno S.r.l. Dott. Andrea Maini ACRAF S.p.A. Dott. Enrique Manzoni Boehringer Ingelheim Italia S.p.A. Dott. Francesco Pastore Sanofi-Aventis S.p.A. Dott. Alberto Pelis Bracco S.p.A. Dott. Luciano Pizzato Reckitt Benckiser Healthcare (Italia) S.p.A. Dott.ssa Agnés Regnault Pfizer Italia S.r.l. Dott. Raffaele Sanguigni Biofutura Pharma S.p.A. Dott. Ing. Andrea Saitta Air Liquide Sanità Service S.p.A. AVISA Dott. Michele Gritti Air Liquide Italia S.p.A. Dott. Ing. Frederic Lamouroux Air Liquide Italia S.p.A. Dott. Ing. Francesco Pappini Rivoira S.p.A. Dott. Ing. Gennaro Parasileno Messer Italia S.p.A. Dott. Roberto Sestini S.I.A.D. S.p.A. Presidente Dott. Aram Manoukian Lechler S.p.A. ASSOSALUTE Vice Presidente Arch. Paolo Pellegrini Colorgraf S.p.A. Presidente Dott. Stefano Brovelli Bayer S.p.A. Vice Presidenti Dott. Mauro Caimi GlaxoSmithKline Cons. Healthcare S.p.A. Componenti Dott. Werther Colonna I.V.A.S. Industria Vernici S.p.A. Dott. Roberto Leoni Mapei S.p.A. Dott. Gaetano Colabucci Johnson & Johnson S.p.A. Dott. Oscar Pretto Flint Group Italia S.p.A. Dott. Giampaolo Girotti Alfa Wassermann S.p.A. Dott.ssa Dina Laura Roncarolo Sestriere Vernici S.r.l. Componenti Dott. Roberto Antonini Zambon Italia S.r.l. Dott. Gianmarco Carcano Bouty S.p.A. Dott.ssa Francesca Cavazza Avantgarde S.p.A. Dott. Luigi Cola Combe Italia S.r.l. Dott. Giuseppe Colombo Montefarmaco OTC S.p.A. Past President Dott. Sergio Daniotti Dott.ssa Silvia Enock Procter & Gamble S.r.l. Dott. Filippo Lanzi Novartis Consumer Health S.p.A. Dott. Biagio Savarè Savarè I.C. S.r.l. Sig. Arrigo Zanardo Impa S.p.A. CERAMICOLOR Presidente Dott. Angelo Lami INCO Industria Colori S.r.l. Vice Presidenti Dott. Daniele Bandiera Ferro Spain S.A. - Italy Branch Sig. Marco Bitossi Colorobbia Italia S.p.A. Componenti Dott. Lucio Capiluppi Sicer S.r.l. < Torna all’indice Commissioni Direttive Associazioni di settore Dott. Carlos Ferrer Esmalglass S.p.A. Sig. Andrea Giambi Torrecid Italia S.r.l. Dott. Carlo Alberto Ovi Smalticeram Unicer S.p.A. Dott. Gianfranco Padovani Vetriceramici S.p.A. Sig. Rodolfo Pini DEF di R. Doni S.p.A. Sig. Gino Romani Endeka Ceramics S.p.A. PLASTICSEUROPE ITALIA Presidente Sig. Daniele Ferrari Versalis S.p.A. Vice Presidente Cav. Lav. Vittorio Ghisolfi M & G Polimeri Italia S.p.A. Componenti Dott.ssa Catia Bastioli Novamont S.p.A. Dott. Daniel Campo Basf Italia S.p.A. Dott. Michele Capolupo Artenius Italia S.p.A. Dott. Didier Carouge Total Petrochemicals & Refining SA/NV Sede Seconda Dott. Ing. Antonello Ciotti Equipolymers S.p.A. Dott. Giulio Cocco Arkema S.r.l. Dott. Ing. Massimo Covezzi Basell Poliolefine Italia S.r.l. Dott. Ing. Luigi Gerolla Radici Novacips S.p.A. UNIPRO GIUNTA Presidente Dott. Ing. Fabio Rossello Paglieri S.p.A. Vice Presidenti Dott. Luciano Bertinelli Ferragamo Parfums S.p.A. Sig.ra Giorgina Gallo L’Oréal Italia S.p.A. Dott.ssa Serena Caimano Pidielle S.r.l. Dott.ssa Valeria Cavalcante Vagheggi S.p.A. Dott. Gianfranco De Paoli General Topics S.r.l. Avv. Enrico De Toma Colgate Palmolive Italia S.r.l. Dott. Domenico Ganassini Istituto Ganassini S.p.A. Past President Dott. Fabio Franchina Framesi S.p.A. Dott. Benedetto Lavino Bottega Verde S.r.l. Dott. Fabrizio Locatelli Lisap Laboratori Cosmetici S.p.A. Consiglieri incaricati Dott. Matteo Locatelli Pink Frogs S.r.l. Dott. Vincenzo Maglione Rottapharm S.p.A. Dott. Ing. Gianni Manzetti Farmen International Cosmetics Distribution S.p.A. Dott. Roberto Martone I.C.R. – Industrie Cosmetiche Riunite S.p.A. Dott. Fabio Pastori GlaxoSmithKline Consumer Healthcare S.p.A. Tesoriere Dott. Decio Masu Cosmint S.p.A. Componenti Dott. Paolo Agostinini I.C.I.M. International S.r.l. Dott. Jean Luc Michelot PA.CO.DIS. S.p.A. Dott. Pierfrancesco Morganti Mavi Sud S.r.l. Dott. Marco Oliva Soc. It. Brit. Manetti & Roberts S.p.A. Dott.ssa Laura Adriana Pedrini Pedrini Cosmetici S.r.l. Dott. Marco Pellegrino Laboratoire Biosthetique Italia S.r.l. Dott. Marco Piccolo Reynaldi S.r.l. Dott. Roberto Pozzoli Ruvén S.r.l. Dott. Luigi Pratesi Cosmeta S.r.l. Dott. Renato Ancorotti Ancorotti Cosmetics S.r.l. Dott. Carlo Sarchi Uniest Soc. Coop. Dott. Antonio Argentieri L’Erbolario S.r.l. Dott. Orna Schezen Nofarber Estee Lauder S.r.l. Dott.ssa Paola Aruta Procter & Gamble S.r.l. Dott. Roberto Tiberi Dott. Ing. Paolo Groppi Solvin Italia S.p.A. Dott. Francesco Baiano Unilever Italia Mkt. Operations S.r.l. Dott. Ing. Carlo Lesca Borealis Italia S.p.A. Dott. Carlo Baiesi Barex Italiana S.r.l. Dott. Ing. Giorgio Mapelli DSM Composite Resins Italia S.r.l. Dott. Fabio Berchi Sifarma S.p.A. Dott. Daniele Petrini Sabic Italia S.p.A. Dott. Paolo Braguzzi Davines S.p.A. Dott. Ing. Nicola Voso NGP S.p.A. Dott. Franco Brambilla I.C.I.M. International S.r.l. Torna all’indice > Sig. Giancarlo Bruson Dermagib S.n.c. 87 Responsible Care® Commissione Direttiva Presidente Dott. Cosimo Franco Endura S.p.A. Vice Presidenti Dott. Ing. Luigi Mansi Nuova Solmine S.p.A. Dott. Ing. Luca Manzotti Versalis S.p.A. Dott. Ing. Guido Montanari Syndial S.p.A. Attività Diversificate Dott.ssa Ing. Giuseppina Papagno Dow Italia S.r.l. Dott. Ing. Roberto Pecoraro Versalis S.p.A. Past President Dott. Ing. Marco Macciò Infineum Italia S.r.l. Invitati Permanenti Dott. Ing. Carlo Ciotti PVC Forum Dott. Stefano Piccoli Solvay Chimica Italia S.p.A. Dott.ssa Ing. Claudia Gistri Certiquality S.r.l. Dott. Roberto Pirotta Mapei S.p.A. Dott. Renato Porta AssICC Dott. Ing. Vincenzo Camparada SOL S.p.A. Dott. Ing. Pasquale Relvini Arkema S.r.l. Sig. Roberto Bricola FICTEM-CGIL Dott. Franco Cerritelli Olon S.p.A. Dott. Ing. Virginio Sarto Basf Italia S.p.A. Dott. Ing. Stefano Ruvolo Femca-Cisl Dott. Ing. Guido Chiogna L’Oréal Italia S.p.A. Dott. Ing. Sandro Scaravaggi Bayer S.p.A. Sig. Sandro Santicchia UILTEC Dott. Ing. Antonio Corvino Henkel Italia S.p.A. Dott. Filippo Servalli Radici Chimica S.p.A. Dott. Luca Emaldi Polynt S.p.A. Dott. Ing. Gianfranco Soffiotto SIPCAM S.p.A. Dott. Ing. Cristian Furiosi S.A.P.I.C.I. S.p.A. Arch. Ernesto Sorghi Basell Poliolefine Italia S.r.l. Dott.ssa Ing. Alessia Galbiati Bracco Imaging S.p.A. Dott. Federico Tonelli Scam S.p.A. Dott. Ing. Guido Garone Lamberti S.p.A. Dott. Luigi Vennitti Puccioni S.p.A. Componenti Dott. Ing. Marco Bozzola Air Liquide Italia S.p.A. Dott. Ing. Salvatore Mesiti Sasol Italy S.p.A. Torna all’indice > 89 Servizio Emergenza Trasporti (S.E.T.) Commissione Direttiva Presidente Dott. Ing. Gerardo Stillo Versalis S.p.A. Vice Presidente Sig. Michele Paruzzi Solvay Chimica Italia S.p.A. Componenti Dott. Ing. Fabio Giovanni Atzei Versalis S.p.A. Invitati Permanenti Sig. Fabio Giani Basf Italia S.p.A. Dott. Paolo Mazzarello ESSO Italiana S.r.l. Dott. Ing. Carlo Meregaglia Mapei S.p.A. Dott. Ing. Giovanni Mezzogori SBB Cargo Italia S.r.l. Dott. Ing. Furio Bombardi Trenitalia S.p.A. – Divisione Cargo Dott. Stefano Mussini Dow Italia S.r.l. Dott. Ing. Antonio Corvino Henkel Italia S.p.A. Dott. Ing. Gianfranco Soffiotto Sipcam S.p.A Dott. Andrea Ferro Infineum Italia S.r.l. P. Ch. Piero Luigi Tagliabue Solvay Specialty Polymers Italy S.p.A. Dott.ssa Ing. Alessia Galbiati Bracco Imaging S.p.A. Dott. Edoardo Tomei PPG Industries Italia S.p.A. Torna all’indice > Dott. Ing. Francesco Carciotto Dow Italia S.r.l. Dott. Cosimo Franco Endura S.p.A. Dott. Ing. Antonio Monaco Dip. Reg. Vigili del Fuoco Lombardia 91 Comitati Federchimica Direzione Generale Direzione Centrale Comitato Comunicazione e Immagine Comitato Fiscale Presidente Dott. Mauro Chiassarini Bayer S.p.A. Componenti Dott.ssa Maria Teresa Agazzani Isagro S.p.A. Dott.ssa Raffaella Baiardi Euticals S.p.A. Dott. Filippo De Caterina L’Oréal Italia S.p.A. Dott.ssa Loredana Elia Basell Poliolefine Italia S.r.l. Dott. Giuliano Faliva Bracco S.p.A. Dott.ssa Laura Fino Roquette Italia S.p.A. Dott. Ing. Luca Gaggero Infineum Italia S.r.l. Dott.ssa Patrizia Laporta Syndial S.p.A. - Attività Diversificate Dott. Fabio Novelli Solvay Chimica Italia S.p.A. Dott.ssa Cristina Pedote Versalis S.p.A. Dott.ssa Chiara Pellegrini Du Pont De Nemours Italiana S.r.l. Dott.ssa Sabine Robert Air Liquide Italia S.p.A. Dott. Daniele Rosa Bayer S.p.A. Torna all’indice > Analisi EconomicheInternazionalizzazione Dott.ssa Enrica Rossi Dow Italia S.r.l. Componenti Dott. Alessandro Avignolo L’Oréal Italia S.p.A. Dott. Luca Scanavini Basell Poliolefine Italia S.r.l. Sig. Nino Avogadri Beiersdorf S.p.A. Dott. Marco Scotti Basf Italia S.p.A. Dott.ssa Manuela Belloni Totalerg S.p.A. Sig. Filippo Servalli Radici Chimica S.p.A. Dott.ssa Adriana Spazzoli Mapei S.p.A. Dott. Carlo Bongiorni Sanofi-Aventis S.p.A. Dott. Andrea Camerinelli Eni S.p.A. Div. Refining & Marketing Dott. Giancarlo Dalbesio Henkel Italia S.p.A. Dott.ssa Maria Grazia De Feo Syngenta Crop Protection S.p.A. Dott. Fabrizio Francani Roquette Italia S.p.A. Dott. Vincenzo Gioffré Colgate Palmolive Italia S.r.l. Dott. Nicolò Gulotta Esso Italiana S.r.l. Dott. Alain Jouet Air Liquide Italia S.p.A. Dott.ssa Chantal Macau Dow Italia S.r.l. Dott. Guido Marzorati Assolombarda Rag. Pietro Mascherpa Bracco S.p.A. 93 Appendice Dott. Marco Massa Procter & Gamble S.r.l. Dott. Angelo Migliore 3M Italia S.p.A. Dott. Andrea Milone Bayer S.p.A. Dott. Pierluigi Orlandi Unilever Italia Manufacturing S.r.l. Dott. Cesare Orsenigo Rag. Vincenzo Riva Novartis Farma S.p.A. Dott. Luca Massimo Trentani Solvay Chimica Italia S.p.A. Direzione Centrale Relazioni Industriali Comitato Permanente Sindacale Presidente Dott. Ing. Luigi Mansi Nuova Solmine S.p.A. Componenti Dott. Gustavo Alonso* Basf Italia S.p.A. Dott. Federico Amietta Air Liquide Italia S.p.A. Dott. Fabrizio Aramini Arkema S.r.l. Dott. Annibale Baldari* Eli Lilly Italia S.p.A. Dott. Antonio Barge Boehringer Ingelheim Italia S.p.A. Dott. Marco Battaini Bayer S.p.A. Dott. Fabrizio Bellini* Versalis S.p.A. Dott. Marco Benvenuti Eli Lilly Italia S.p.A. Dott.ssa Carla Bernabè Industriale Chimica S.r.l. Dott. Marcello Bianchi Mapei S.p.A. Dott. Andrea Bobbio Assolombarda Dott. Francesco Bonvicini Alfa Wassermann S.p.A. Sig. Roberto Bosia Butangas S.p.A. Dott. Massimo Bottelli* Assolombarda Rag. Francesco Bova Sun Chemical Group S.p.A. Dott.ssa Laura Bruno Sanofi-Aventis S.p.A. Dott. Luchino Cairoli Bracco S.p.A. Dott. Davide Calabrò* Eni S.p.A. Div. Refining & Marketing Dott. Ottavio Calia Radici Chimica S.p.A. Dott. Carmelo Cannella Fater S.p.A. Rag. Carmine Caputo Isagro S.p.A. Rag. Sergio Capuzzi Clariant SE Sede Secondaria in Italia Dott.ssa Lorenza Carrà Lamberti S.p.A. Dott. Paolo Casatti Saint-Gobain Abrasivi S.p.A. Dott.ssa Cristina Cavadini Procter & Gamble S.r.l. Dott. Renato Colurcio Versalis S.p.A. Dott. Massimo Consonni Sealed Air S.r.l. Dott.ssa Concettina Costanza Boehringer Ingelheim Italia S.p.A. Rag. Giuliano Cremonesi Huntsman Surface Sciences Italia S.r.l. Dott. Giuseppe D’Agostino Kedrion S.p.A. Sig. Gianni De Angelis Yara Italia S.p.A. Dott. Mario De Girolamo Johnson & Johnson S.p.A. Avv. Ilaria Di Lorenzo IRBM Science Park S.p.A. Sig.ra Olga Doneda Conqord Oil S.r.l. Dott.ssa Michela Donesana C.O.I.M. S.p.A. Dott.ssa Patrizia Fabricatore Astra Zeneca S.p.A. Dott. Giacomo Facchinetti Rivoira S.p.A. Dott. Giovanni Gambitta Az. Chim. Riun. Angelini Fsco S.p.A. Dott. Antonio Gaudenzi Basell Poliolefine Italia S.r.l. Dott.ssa Franca Gay Polynt S.p.A. Dott. Ing. Stefano Ghisoni L’Oréal Italia S.p.A. Dott. Gian Luca Giannetti Solvay Chimica Italia S.p.A. * Componenti il Comitato Ristretto Sindacale 94 < Torna all’indice Comitati Federchimica Dott. Paolo Giazzi Confindustria Federvarie Dott. Marco Morbidelli* Az. Chim. Riun. Angelini Fsco S.p.A. Dott. Giovanni Strapazzon Zambon Italia S.p.A. Dott. Mauro Gilardi Syndial S.p.A. Attività Diversificate Rag. Roberto Moro Air Liquide Italia S.p.A. Dott. Giorgio Testuzza Sasol Italy S.p.A. Dott. Nicola Gritti Radici Chimica S.p.A. Dott. Andrea Moscatelli Az. Chim. Riun. Angelini Fsco S.p.A. Dott. Roberto Tocci Pfizer Italia S.r.l. Dott. Alberto Gullotta Solvay Chimica Italia S.p.A. Sig. Alberto Moschetti Henkel Italia S.p.A. Dott. Ennio Troiano Menarini Biotech S.r.l. Avv. Maria Rita Iorio Farmindustria Dott.ssa Emanuela Negri Lamberti S.p.A. Dott. Maurizio Turci Italmatch Chemicals S.p.A. Dott. Salvatore Iorio Unilever Italia Manufacturing S.r.l. Dott. Niccolò Nitti Novartis Consumer Health S.p.A. Dott. Andrea Isaia Infineum Italia S.r.l. Dott. Marcello Orifici Unindustria-Confindustria Roma Dott. Gianluca Liotta 3M Italia S.p.A. Dott. Roberto Lombardi Dow Italia S.r.l. Dott.ssa Raffaella Lorenzut Bracco S.p.A. Dott. Gianluca Magnani Novartis Vaccines and Diagnostics S.r.l. Dott.ssa Loredana Maiocco Tazzetti S.p.A. Dott.ssa Caterina Majocchi Euticals S.p.A. Dott. Ing. Marta Mancini Linde Gas Italia S.r.l. Dott. Alessandro Marchini GlaxoSmithKline Consumer Healthcare S.p.A. Dott. Andrea Marinucci Sasol Italy S.p.A. Sig.ra Rossana Pelosi Nuova Solmine S.p.A. Dott. Carlo Perone Novartis Farma S.p.A. Dott.ssa Monica Poggio Bayer S.p.A. Dott. Alberto Ponti Bolton Manitoba S.p.A. Dott. Fabrizio Proietti Eni S.p.A. Div. Refining & Marketing Sig. Gian Domenico Quadrone Autogas Nord S.p.A. Rag. Carlo Raise Sapio Produzione Idrogeno Ossigeno S.r.l. Dott. Ing. Francesco Ricci Roquette Italia S.p.A. Dott. Roberto Mariotti SOL S.p.A. Dott. Roberto Romero Unione Industriale Torino Rag. Ruggero Masciotti Ultragas Centro Meridionale S.p.A. Dott.ssa Roberta Russo Farmigea S.p.A. Dott. Sandro Mazzucchelli Novartis Farma S.p.A. Dott. Pietro Santoro Janssen Cilag S.p.A. Dott. Antonio Melchionna Colgate Palmolive Italia S.r.l. Dott. Franco Scalcinati Aquafil S.p.A. Dott. Alessandro Merati Liquigas S.p.A. Sig. Massimiliano Schiavi Polynt S.p.A. Dott. Alessandro Merlino Bristol Myers Squibb S.r.l. Avv. Andrea Sciarresi Sigma-Tau S.p.A. Dott. Francesco Messina Ecolab S.r.l. Dott. Stefano Silli Basf Italia S.p.A. Dott. Ing. Duilio Mombelli Flint Group Italia S.p.A. Dott. Antonio Sparavigna Soc. It. Brit. Manetti & Roberts S.p.A. Torna all’indice > 95 Appendice Direzione Centrale Tecnico Scientifica Comitato Affari Legali Presidente Avv. Roberto Frigerio Basf Italia S.p.A. Componenti Avv. Luisa Adami Sanofi-Aventis S.p.A. Dott. Claudio Valerio Aggio Croda Italiana S.p.A. Avv. Stefano Aldini Certiquality S.r.l. Avv. Alessandro Artom Bolton Manitoba S.p.A. Dott.ssa Alice Artom Bolton Manitoba S.p.A. Avv. Andrea Barra Carestream Health Italia S.r.l. Dott.ssa Serena Beghetti Syndial S.p.A. Attività Diversificate Avv. Sara Biscardini Basf Italia S.p.A. Dott.ssa Antonella Bonomi 3M Italia S.p.A. Avv. Massimiliano Caforio Artsana S.p.A. Dott. Gian Luca Castellani Roquette Italia S.p.A. Avv. Matteo Cimenti Butangas S.p.A. Dott. Sergio Conni Polynt S.p.A. Dott. Gianfranco Cutelli Solvay Chimica Italia S.p.A. Dott.ssa Elisa d’Amico Syndial S.p.A. Attività Diversificate Dott. Paolo Devalba Infineum Italia S.r.l. Avv. Ilaria Di Lorenzo Irbm Science Park S.p.A. Dott.ssa Caterina di Valentino Bayer S.p.A. Dott.ssa Susanna Fasolis Bayer S.p.A. Avv. Cinzia Gaeta Procter & Gamble S.r.l. 96 Dott.ssa Ing. Alessia Galbiati Bracco Imaging S.p.A. Dott.ssa Emanuela Gallo Syndial S.p.A. Attività Diversificate Dott. Gabi Heimberger Henkel Italia S.p.A. Dott.ssa Sara Lattuada Sapio Produzione Idrogeno Ossigeno S.r.l. Avv. Gianluca Liotta 3M Italia S.p.A. Dott. Cosimo Lomartire Bracco Imaging S.p.A. Dott.ssa Anna Longo Procter & Gamble S.r.l. Dott. Nicola Lopez Procter & Gamble S.r.l. Dott. Alessandro Losso Amonn Fire S.r.l. Dott. Ing. Marco Macciò Infineum Italia S.r.l. Dott. Vincenzo Marchetti Endura S.p.A. Avv. Roberto Mariotti SOL S.p.A. Avv. Edoardo Marroni Nuova Solmine S.p.A. Dott. Paolo Mignone Infineum Italia S.r.l. Avv. Giuseppe Monaco Bracco S.p.A Avv. Donatella Musazzi Sanofi-Aventis S.p.A. Dott. Paolo Musicco Dow Italia S.r.l. Dott.ssa Paola Nocerino Air Liquide Italia S.p.A. Dott.ssa Barbara Noyer Versalis S.p.A. Avv. Angelo Oniga Clariant SE Sede Secondaria in Italia Dott. Ing. Marco Orecchia Golder Associates S.r.l. Dott. Domenico Pappalettera Beiersdorf S.p.A. Avv. Claudia Pasqualini Salsa Sued-Chemie Catalyst Italia S.r.l. Dott. Marco Pecchiari Chemisol Italia S.r.l. Dott. Francesco Pedilarco Paglieri S.p.A. Dott.ssa Mariagrazia Perego 3M Italia S.p.A. Avv. Emanuele Pomini Arkema S.r.l. Dott. Alberto Porcu Syndial S.p.A. Attività Diversificate Dott.ssa Caterina Ranaudo Syngenta Crop Protection S.p.A. Avv. Valentina Ranno L’Oréal Italia S.p.A. Dott. Aldo Repeti Abiogen Pharma S.p.A. Dott. Massimo Rigamonti Kodak S.p.A. Avv. Giovanni Rizzo Bolton Manitoba S.p.A. Dott. Armando Romaniello Certiquality S.r.l. Avv. Paolo Roncelli Arkema S.r.l. Avv. Maria Sala Bracco S.p.A. Dott. Luca Scanavini Basell Poliolefine Italia S.r.l. Dott.ssa Valeria Scasciamacchia Versalis S.p.A. Avv. Angelo Schiavi Syndial S.p.A. Attività Diversificate Dott.ssa Francesca Scorretti Eni S.p.A. Div. Refining & Marketing Dott.ssa Monica Soldini Henkel Italia S.p.A. Dott. Ing. Lorenzo Tagliani Chemisol Italia S.r.l. Dott. Cristian Tessari Henkel Italia S.p.A. Dott.ssa Valeria Vacchiano Versalis S.p.A. Dott.ssa Claudia Zanella Croda Italiana S.p.A. Dott.ssa Laura Zanotti Rivoira S.p.A. Dott. Amleto Zucchi Sapio Produzione Idrogeno Ossigeno S.r.l. Avv. Gian Paolo Zuccotti 3M Italia S.p.A. < Torna all’indice Comitati Federchimica Comitato Ambiente e Territorio Presidente Dott. Ing. Sandro Scaravaggi Bayer S.p.A. Componenti Dott. Gianni Abbruzzese Bracco S.p.A. Dott. Claudio Valerio Aggio Croda Italiana S.p.A. Dott. Pier Maria Arzuffi Bayer S.p.A. Dott. Ing. Domenico Barone RGA S.r.l. Dott.ssa Ing. Gloria Bava Pilone Tazzetti S.p.A. Dott. Valter Bertani Indena S.p.A. Dott. Filippo Bezzi Yara Italia S.p.A. Dott. Luigi Bocconi Reichhold S.r.l. Dott.ssa Marina Bozzolasco Syndial S.p.A. Attività Diversificate Dott. Ing. Stefano Brivio Solvay Chimica Italia S.p.A. Dott. Giorgio Canti Solvay Specialty Polymers Italy S.p.A. Dott. Vittorio Caria Tioxide Europe S.r.l. Dott. Giorgio Carimati Solvay Chimica Italia S.p.A. Dott. Ing. Alessandro Castelli SOL S.p.A. Dott.ssa Antonella Castelli Radici Chimica S.p.A. Dott. Ing. Giambattista Cavalli C.O.I.M. S.p.A. Dott.ssa Livia Cavallito Theolab S.p.A. Dott. Roberto Cerreta Sanofi-Aventis S.p.A. Dott. Franco Cerritelli P. & R. S.p.A Dott. Ing. Antonello Ciotti Equipolymers S.r.l. Sig. Salvatore Ciraulo Italmatch Chemicals S.p.A. Torna all’indice > Dott. Pietro Codazza Syngenta Crop Protection S.p.A. Dott. Maurizio Colombo Lamberti S.p.A. Dott. Ing. Antonio Conzi Infineum Italia S.r.l. Dott. Ing. Marco Cravetta Tessenderlo Italia S.r.l. Dott.ssa Dolores De Felice Unilever Italia Manufacturing S.r.l. Avv. Paolo Devalba Infineum Italia S.r.l. Dott. Ing. Orazio Di Paolo Performance Additives Italy S.p.A. Dott. Ing. Luca Emaldi Polynt S.p.A. Dott. Andrea Ferro Infineum Italia S.r.l. Dott.ssa Laura Ficai Omnisyst S.p.A. Dott.ssa Mariassunta Fiori Sicor S.r.l. Sig. Guido Fornari Ecol Studio S.p.A. Dott. Ing. Edoardo Galatola Sindar S.r.l. Dott.ssa Ing. Alessia Galbiati Bracco Imaging S.p.A. Dott. Francesco Gallo Viscolube S.p.A. Dott. Errico Gasbarro Basf Italia S.p.A. Dott.ssa Paola Gigli Golder Associates S.r.l. Dott. Giuseppe Gravina Solvay Specialty Polymers Italy S.p.A. Dott.ssa Nadia Guerra Basf Italia S.p.A. Dott.ssa Anna Longo Procter & Gamble S.r.l. Dott. Ing. Marco Macciò Infineum Italia S.r.l. Dott. Stefano Maggi LAB Analysis S.r.l. Dott. Ing. Luca Manzotti Versalis S.p.A. Dott. Ing. Paolo Marabotti Syndial S.p.A Attività Diversificate Dott. Domenico Marsicano Dow Italia S.r.l. Dott. Marzio Marziani Italmatch Chemicals S.p.A. Dott. Ing. Giovanni Matarrese Versalis S.p.A. Dott. Salvatore Mesiti Sasol Italy S.p.A. Dott.ssa Maria Milicia Syndial S.p.A. Attività Diversificate Dott. Claudio Monici Reichhold S.r.l. Dott.ssa Marcella Montanarini Scam S.p.A. Dott. Giancarlo Montorfano Lechler S.p.A. Dott.ssa Giulia Nencioni Colortex S.p.A. Dott. Ing. Maurizio Orsi Syndial S.p.A Attività Diversificate Dott. Lorenzo Palvarini Idena S.p.A. Dott.ssa Giuseppina Papagno Dow Italia S.r.l. Dott. Arturo Petrosillo Olon S.p.A. Sig. Renato Pilli Basf Italia S.p.A. Dott. Roberto Pirotta Mapei S.p.A. Dott. Walter Pizzoni Nuova Solmine S.p.A. Dott.ssa Cecilia Presutti Syndial S.p.A. Attività Diversificate Dott. Roberto Pulejo Omnisyst S.p.A. Dott. Alfonso Raiola Basell Poliolefine Italia S.r.l. Dott. Pasquale Relvini Arkema S.r.l. Sig. Aldo Repeti Abiogen Pharma S.p.A. Dott. Massimo Rigamonti Kodak S.p.A. Dott. Ing. Danilo Schiavina Roquette Italia S.p.A. Dott. Dario Sessa Avio S.p.A. Dott. Giuseppe Signorile SGS Italia S.p.A. 97 Appendice Dott. Ing. Riccardo Slavik 3V Sigma S.p.A. Dott. Ing. Gianfranco Soffiotto Sipcam S.p.A. Dott. Francesco Spini Giovanni Bozzetto S.p.A. Dott. Ing. Patrizio Stecconi Vinavil S.p.A. Dott. Ing. Gerardo Stillo Versalis S.p.A. Dott. Giovanni Tedesco Mirato S.p.A. Dott. Enrico Torre VTG Italia S.r.l. Dott. Ing. Domenico Valentini Eni S.p.A. Div. Refinig & Marketing Dott. Ing. Luciano Zaninetta Syndial S.p.A. Attività Diversificate Comitato Energia Presidente Dott. Ing. Filippo Carletti Sasol Italy S.p.A. Componenti Dott.ssa Katia Abondio Keminova Italiana S.r.l. Dott. Ing. Francesco Aiello Polynt S.p.A. Dott. Ing. Alessandro Angelini Cargill S.r.l. Div. Amidi Derivati Specialità Dott. Ing. Michele Annunziata Syndial S.p.A. Attività Diversificate Dott. Massimo Baggini Yara Italia S.p.A. Dott. Ing. Vittorio Balsamo Air Liquide Italia S.p.A. Dott. Fermo Banfi Liquigas S.p.A. Dott. Ing. Stefano Barbato Arkema S.r.l. Dott.ssa Gloria Bava Pilone Tazzetti S.p.A. Dott. Ing. Massimo Bianchessi Mapei S.p.A. Sig. Giuseppe Bonizzi Sipcam S.p.A. 98 Dott. Pietro Canova Sinterama S.p.A. Dott. Ing. Davide Carrara Infineum Italia S.r.l. Dott. Ing. Fabio Castano Lamberti S.p.A. Dott.ssa Livia Cavallito Theolab S.p.A. Dott. Ing. Guido Chiogna L’Oréal Italia S.p.A. Dott. Ing. Sandro Cobror M & G Polimeri Italia S.p.A. Dott. Ing. Emanuele Colangelo Chemisol Italia S.r.l. Dott. Marco Colatarci Solvay Chimica Italia S.p.A. Dott. Ing. Antonio Corvino Henkel Italia S.p.A. Dott. Ing. Gianluca Cremonesi Air Liquide Italia S.p.A. Dott. Ing. Gabriele D’Alessandro Politex S.a.s. di Freudenberg Politex S.r.l. Dott. Ing. Antonio D’Apuzzo Novartis Farma S.p.A. Dott.ssa Ing. Laura De Nardo Versalis S.p.A. Dott. Massimo De Petro Radici Chimica S.p.A. Dott. Ing. Roberto Di Marco Linde Gas Italia S.r.l. Dott. Ing. Sebastiano Durante Sasol Italy S.p.A. Dott. Flavio Falezza SOL S.p.A. Dott. Andrea Fedriga Keminova Italiana S.r.l. Dott. Ing. Ivan Ferina 3M Italia S.p.A. Dott. Ing. Giuseppe Fiorentino Solvay Specialty Polymers Italy S.p.A. Dott. Ing. Luca Fogar Artenius Italia S.p.A. Dott. Ing. Massimo Fornari Ecol Studio S.p.A. Dott.ssa Ing. Alessia Galbiati Bracco Imaging S.p.A. Dott. Ing. Silvano Garbarino Ferrania Technologies S.p.A. Dott.ssa Ing. Claudia Gistri Certiquality S.r.l. Sig. Paolo Gronchi Colorobbia Italia S.p.A. Dott. Ing. Luigi Guarracino Miteni S.p.A. Dott. Ing. Tiziano Lanzarini Basf Italia S.p.A. Dott. Ing. Alessandro Maestro Ottana Polimeri S.r.l. Dott. Ing. Luca Manzotti Versalis S.p.A. Dott.ssa Ornella Martinelli Linde Gas Italia S.r.l. Dott. Ing. Matteo Mascioni Basf Italia S.p.A. Dott. Massimo Marzupini Ultragas Tirrena S.p.A. Sig. Pierluigi Mazzoleni Calor Systems S.p.A. Dott. Ing. Carlo Meregaglia Mapei S.p.A. Dott. Ing. Raoul Milesi Dow Italia S.r.l. Dott. Ing. Claudio Mingozzi Basell Poliolefine Italia S.r.l. Dott. Ing. Walter Mirabella Basell Poliolefine Italia S.r.l. Dott. Ing. Andrea Monti SOL S.p.A. Sig. Rodolfo Moriconi Rivoira S.p.A. Dott.ssa Alessandra Nicastro Dow Italia S.r.l. Dott. Ing. Gianni Paci Yara Italia S.p.A. Dott. Ing. Daniele Pallini Nuova Solmine S.p.A Dott. Ing. Mauro Pesce Infineum Italia S.r.l. Dott.ssa Roberta Pizzocaro Olon S.p.A. Dott. Roberto Pulejo Omnysist S.p.A. Dott. Giuseppe Quartarone BP Italia S.p.A. Dott. Ing. Valerio Raiani Versalis S.p.A. Dott. Ing. Massimo Romagnoli Versalis S.p.A. Dott. Ing. Andrea Rosso Sapio Produzione Idrogeno Ossigeno S.r.l. Dott. Ing. Franco Rusmini Politex S.a.s. di Freudenberg Politex S.r.l. < Torna all’indice Comitati Federchimica Dott. Narciso Salvo di Pietraganzili Fabbrica Cooperativa Perfosfati Cerea S.r.l. Sig. Pierluigi Savio Miteni S.p.A. Dott. Ing. Danilo Schiavina Roquette Italia S.p.A. Dott. Ing. Matteo Serraino Golder Associates S.r.l. Dott. Ing. Filippo Sola Basf Italia S.p.A. Dott. Ing. Salvina Stagnitta Versalis S.p.A. Dott. Ing. Adriano Torchiana ITS Detergenti S.r.l. Dott. Gherardo Torri Euticals S.p.A. Dott. Ing. Iacopo Vaja Casteggio Lieviti S.r.l. Dott. Ing. Fabrizio Valle Solvay Specialty Polymers Italy S.p.A. Comitato Igiene Industriale Presidente Dott. Alfonso Gelormini Eni S.p.A. Div. Refining & Marketing Componenti Dott. Ing. Fabio Allasia Gum Base Co. S.p.A. Dott. Franco Cerritelli P. & R. S.p.A. Dott. Claudio Monici Reichhold S.r.l. Dott. Giorgio Chierico Basf Italia S.p.A. Dott. Ing. Davide Moruzzi Fratelli Ricci S.r.l. Dott.ssa Giulia Nencioni Colortex S.p.A. Dott. Maurizio Orsi Syndial S.p.A. Attività Diversificate Dott. Guglielmo Paganetto Basell Poliolefine Italia S.r.l. Dott. Lorenzo Palvarini Indena S.p.A. Dott. Mauro Panichi Nuova Solmine S.p.A. Dott. Francesco Perone Bracco S.p.A. Dott. Roberto Pirotta Mapei S.p.A. Dott. Giovanni Reggio Dow Italia S.r.l. Dott. Pasquale Relvini Arkema S.r.l. Dott. Ezio Speziali Omnisyst S.p.A. Dott. Lorenzo Tagliani Chemisol Italia S.r.l. Dott. Luca Tatti Promox S.p.A. Dott. Federico Tonelli Scam S.p.A. Dott.ssa Giovanna Tromby Teva P.F.C S.r.l. Dott. Michele Troni Syndial S.p.A. Attività Diversificate Dott.ssa Simona Villa CHT Italia S.r.l. Dott. Dante Cidaria Versalis S.p.A. Sig. Salvatore Ciraulo Italmatch Chemicals S.p.A. Dott. Pietro Codazza Syngenta Crop Protection S.p.A. Dott.ssa Alessandra Colombo Versalis S.p.A. Dott. Maurizio Colombo Lamberti S.p.A. Dott. Oscar Colonetti Bayer CropScience S.r.l. Dott. Ing. Alberto Consolo 3M Italia S.p.A. Dott. Ing. Andrea Cracco Roquette Italia S.p.A. Sig. Guido Di Bartolomei Golder Associates S.r.l. Dott. Orazio Di Paolo Performance Additives Italy S.p.A. Dott.ssa Anna Farolfi Esso Italiana S.r.l. Direzione Vendite Prodotti Chimici Dott. Ing. Fabiano Ferrari Green Oleo S.r.l. Dott.ssa Fiorenza Fogale Du Pont De Nemours Italiana S.r.l. Dott.ssa Ing. Alessia Galbiati Bracco Imaging S.p.A. Dott. Ing. Enzo Allegro Nuova Solmine S.p.A. Dott. Riccardo Ghini Sanofi-Aventis S.p.A. Dott. Michele Barbaro Versalis S.p.A Dott. Fulvio Lattuada Indena S.p.A. Dott. Gianluca Barco Bolton Manitoba S.p.A Dott. Mario Lazzaro Sasol Italy S.p.A. Dott.ssa Leyla Bigdeli Solvay Chimica Italia S.p.A. Dott. Paolo Leghissa Bayer CropScience S.r.l. Dott. Luigi Bocconi Reichhold S.r.l. Dott. Roberto Leoni Mapei S.p.A. Dott. Massimo Broi Versalis S.p.A. Dott. Gabriele Lion Salchi Metalcoat S.r.l. Dott. Ing. Vincenzo Camparada SOL S.p.A. Dott.ssa Giovanna Malaguti Beiersdorf S.p.A. Dott.ssa Daniela Candivi Euticals S.p.A. Dott. Marzio Marziani Italmatch Chemicals S.p.A. Dott. Giambattista Cavalli C.O.I.M. S.p.A. Dott. Gabriele Minotti Promox S.p.A. Torna all’indice > Comitato Logistica Presidente Dott. Ing. Francesco Carciotto Dow Italia S.r.l. Componenti Dott. Ing. Andrea Alberio Lechler S.p.A. Dott.ssa Daniela Aschieri Azotal S.p.A. Dott. Ing. Fabio Giovanni Atzei Versalis S.p.A. 99 Appendice Dott. Ing. Giovanni Baiardi Conqord Oil S.r.l. Sig.ra Roberta Banfi DSM Composite Resins Italia S.r.l. Dott.ssa Ing. Liuba Bettaglio Infineum Italia S.r.l. Dott. Claudio Bettin Nuova Solmine S.p.A. Dott. Ing. Furio Bombardi Trenitalia S.p.A. – Divisione Cargo Dott. Alessandro Bonanomi S.I.A.D. S.p.A. Dott. Marco Boscolo Sasol Italy S.p.A. Dott.ssa Francesca Bucci Henkel Italia S.p.A. Sig. Maurizio Buizza PPG Industries Italia S.p.A. Sig. Davide Cavallo Clariant Servizi (Italia) S.p.A. Sig. Fabio Cerutti Omnisyst S.p.A. Dott. Giovanni Chiaramonte Roquette Italia S.p.A. Sig. Giovanni Chimisso Performance Additives Italy S.p.A. Dott. Maurizio Colombo Lamberti S.p.A. Dott. Gaetano Conti Basell Poliolefine Italia S.r.l. Sig. Pietro D’Alessandro Polynt S.p.A. Dott. Mario De Luca Torggler Chimica S.p.A. Dott. Ing. Massimo De Mola Rivoira S.p.A. Dott. Lorenzo Di Donato Fluorsid S.p.A. Sig. Paolo Esposto Infineum Italia S.r.l. Dott. Ing. Andrea Favaro Zapi Industrie Chimiche S.p.A. Dott. Ing. Diego Fiore Ecolab S.r.l. Sig. Jacopo Gatti Tioxide Europe S.r.l. Sig. Vittorio Gatti SBB Cargo - ChemOil Logistics AG Dott. Ing. Massimo Genoni Solvay Specialty Polymers Italiy S.p.A. Dott. Riccardo Ghini Sanofi-Aventis S.p.A. 100 Sig. Fabio Giani Basf Italia S.p.A. Dott. Luca Plakopitis Fluorsid S.p.A. Dott. Ing. Lorenzo Gorla Lechler S.p.A. Sig. Andrea Poppi Rhodia Italia S.p.A. Dott. Ing. Cristina Guarnieri Basf Italia S.p.A. Dott. Mauro Provezza Bayer CropScience S.r.l. Dott. Davide Italia Air Liquide Italia Service S.r.l. Dott.ssa Michela Ripamonti Compo Italia S.r.l. Sig. Maurizio Lombardi Montefibre S.p.A. Dott. Ing. Dario Rossi Lamberti S.p.A. Dott. Ing. Marco Lupi Bracco Imaging S.p.A. Dott.ssa Maria Assunta Rossi Odello Tazzetti S.p.A. Sig.ra Enrica Malvestiti Synthomer S.r.l. Dott.ssa Erika Saccoccia Zapi Industrie Chimiche S.p.A. Sig. Diego Marconi Giusto Faravelli S.p.A. Sig. Sandro Statti BP Italia S.p.A. Dott. Ing. Carlo Meregaglia Mapei S.p.A. P. Ch. Piero Luigi Tagliabue Solvay Specialty Polymers Italy S.p.A. Dott. Ing. Sergio Migone Sasol Italy S.p.A. Sig. Enrico Torre VTG Italia S.p.A. Sig.ra Vittoria Militello Eigenmann & Veronelli S.p.A. Dott. Ing. Edoardo Vanni Solvay Chimica Italia S.p.A. Dott. Ing. Claudio Mingozzi Basell Poliolefine Italia S.r.l. Dott. Eugenio Vila Henkel Italia S.p.A. Sig.ra Marina Molteni Bracco S.p.A. Dott.ssa Roberta Villa Compo Italia S.r.l. Dott. Ing. Stefano Mussini Dow Italia S.r.l. Sig.ra Arcangela Vitobello Sasol Italy S.p.A. Geom. Angelo Negroni Syndial S.p.A. Attività Diversificate Dott. Mario Volpicelli 3M Italia S.p.A. Dott. Gianni Orgero L’Oréal Italia S.p.A. Dott.ssa Isabella Padovani Sherwin-Williams Italy S.r.l Dott. Ing. Daniele Pallini Nuova Solmine S.p.A. Dott. Michele Palumbo Bayer S.p.A. Sig. Mauro Panichi Nuova Solmine S.p.A. Dott.ssa Claudia Zanella Croda Italiana S.p.A. Comitato Ricerca, Sviluppo e Innovazione Presidente Cav. Lav. Vittorio Ghisolfi M & G Polimeri Italia S.p.A. Sig. Michele Paruzzi Solvay Chimica Italia S.p.A. Componenti Dott. Ing. Stefano Alini Radici Chimica S.p.A. Dott. Michele Pavone Procter & Gamble S.r.l. Dott. Maurizio Anastasio Promox S.p.A. Dott. Ing. Gabriele Pazzagli Nuova Solmine S.p.A. Dott. Vincenzo Arcella Solvay Specialty Polymers Italy S.p.A. Sig. Paolo Pendoli Basf Italia S.p.A. Dott. Giovanni Baldi Colorobbia Italia S.p.A. Dott. Gianni Perticaroli Arkema S.r.l. Dott. Giovanni Bazzocchi Ferbi S.r.l. < Torna all’indice Comitati Federchimica Dott. Massimo Beccalli SOL S.p.A. Dott. Giorgio Bissolotti S.I.A.D. S.p.A. Dott. Valerio Borzatta Endura S.p.A. Dott. Maurizio Cambieri Novachem Aromatici S.p.A Dott. Antonuccio Cepparrone Colortex S.p.A. Dott. Sandro Cobror M & G Polimeri Italia S.p.A. Dott. Enrico Colombo Selerant S.r.l. Dott. Esterino Conca Sued Chemie Catalysts Italia S.p.A. Dott.ssa Carlotta Cortelli Polynt S.p.A. Dott. Enrico Costantini Basell Poliolefine Italia S.r.l. Dott. Ing. Andrea Cracco Roquette Italia S.p.A. Dott.ssa Dolores De Felice Unilever Italia Manufacturing S.r.l. Dott. Roberto De Giovannini Ferbi S.r.l. Dott. Sergio De Masi 3M Italia S.p.A. Dott. Ing. Davide De Vita Air Liquide Italia S.p.A. Dott. Pietro Delogu Serichim S.r.l. Dott.ssa Alessia Di Sandro Università di Bologna Dott.ssa Cristina Emanuel L’Oréal Italia S.p.A. Dott. Roberto Ferro Unilever Italia Manufacturing S.r.l. Dott.ssa Giulia Gregori Novamont S.p.A. Prof. Antonio Guarna Università degli Studi di Firenze Dott. Piotr Kociolek Golder Associates S.r.l. Dott. Roberto Leanza Polynt S.p.A. Dott. Giuseppe Li Bassi Lamberti S.p.A. Dott. Ing. Ottorino Lolini Nuova Solmine S.p.A. Dott.ssa Micaela Lorenzi Greenchemicals S.r.l. Torna all’indice > Dott. Giuseppe Malinverno Solvay Chimica Italia S.p.A. Dott.ssa Eva Teruzzi Fiera Milano S.p.A. Dott. Simone Margheritis Selerant S.r.l. Dott. Fulvio Uggeri Bracco Imaging S.p.A. Dott. Francesco Menconi Versalis S.p.A. Dott. Mauro Usai S.A.P.I.C.I. S.p.A. Dott. Massimo Migliavacca Politex S.a.s. di Freudenberg Politex S.r.l. Dott. Marco Vanzi Confindustria Bergamo Dott. Pierfrancesco Morganti Mavi Sud S.r.l. Dott. Maurizio Moscatelli Confindustria Como Dott. Alessandro Munari Momentive Speciality Chemicals S.p.A. Dott. Renato Paludetto Dow Italia S.r.l. Dott. Giuseppe Pecci Sigma-Tau S.p.A. Dott. Franco Pellacini Isagro Ricerca S.r.l. Prof.ssa Patrizia Perego Università degli Studi di Genova Dott. Aurelio Viglia AIDIC Dott.ssa Sabrina Zambotti Greenchemicals S.r.l. Prof. Gaetano Zecchi Università dell’Insubria Comitato Sicurezza Prodotti Presidente Dott. Giuseppe Malinverno Solvay Chimica Italia S.p.A. Dott. Francesco Pignataro Mapei S.p.A. Componenti Dott. Fulvio Anzani Euticals S.p.A. Dott.ssa Francesca Pischedda Henkel Italia S.p.A. Dott. Antonio Arzu Dow Italia S.r.l. Dott. Emanuele Pivotto Sinterama S.p.A. Dott. Marco Banfi Lubra S.p.A. Dott. Paolo Giulio Predieri ACME S.r.l. Dott. Carlo Banzatti Bolton Manitoba S.p.A. Dott. Roberto Pulejo Omnisyst S.r.l. Dott. Gianpietro Basetti E.R.C.A. S.p.A. Prof. Vittorio Ragaini Università di Milano Dott. Ing. Massimiliano Benso Roquette Italia S.p.A. Dott. Carlo Roccio Clonit S.r.l. Dott.ssa Antonella Bernardi Versalis S.p.A. Dott.ssa Maria Assunta Rossi Odello Tazzetti S.p.A. Dott. Andrea Bienati ICAP Leather Chem. S.p.A. Dott.ssa Elisabetta Russo Procter & Gamble S.r.l. Dott.ssa Silvia Boracchi Ager S.r.l. Prof. Saverio Russo Università di Genova Dott. Fabio Bosetti Dow Italia S.r.l. Dott. Virginio Sarto Basf Italia S.p.A. Dott. Massimiliano Branchini S.C. Johnson Italy S.p.A. Dott. Luca Scanavini Basell Poliolefine Italia S.r.l. Dott.ssa Simona Bussi Bracco Imaging S.p.A. Dott.ssa Laura Sonzogni Selerant S.r.l. Dott.ssa Ing. Giulia Cabella Clariant Masterbatches (Italia) S.p.A. Dott. Marco Suardi Sasol Italy S.p.A. Dott.ssa Daniela Candivi Euticals S.p.A. 101 Appendice Dott. David Carden Valagro S.p.A. Dott. Paolo Giannerini Basf Italia S.p.A. Dott. Luciano Pizzato Reckitt Benckiser Italia S.p.A. Dott. Pietro Casti Diachem S.p.A. Dott. Ing. Claudio Greco Du Pont De Nemours Italiana S.r.l. Sig.ra Paola Pozzi TFL Italia S.p.A. Dott. Giorgio Chierico Basf Italia S.p.A. Dott.ssa Silvia Grillo Clariant Prodotti (Italia) S.p.A. Dott. Giovanni Reggio Dow Italia S.r.l. Dott.ssa Graziella Chiodini Solvay Specialty Polymers Italy S.p.A. Dott. Stefano Gusi Reagens S.p.A. Dott. Pasquale Relvini Arkema S.r.l. Dott.ssa Silvana Ciceri Bayer S.p.A. Dott.ssa Sonia Khandjian Dow Italia S.r.l. Dott.ssa Alessandra Colombo Versalis S.p.A. Dott. Maurizio Leonardi Polynt S.p.A. Dott.ssa Katia Rezzonico Lechler S.p.A. Dott.ssa Ilaria Colombo Solvay Specialty Polymers Italy S.p.A. Dott. Roberto Leoni Mapei S.p.A. Dott. Maurizio Colombo Lamberti S.p.A. Dott. Ing. Stefano Constantinescu 3M Italia S.p.A. Dott.ssa Manuela Corazza Intertek Testing Services (Italy) S.r.l. Dott.ssa Anna Lucia D’Orazio Procter & Gamble S.r.l. Dott. Enrico Dallara Sasol Italy S.p.A. Dott.ssa Dolores De Felice Unilever Italia Manufacturing S.r.l. Dott. Orazio Di Paolo Performance Additives Italy S.p.A. Dott.ssa Laura Lovera BP Italia S.p.A. Dott.ssa Cinzia Maggi ALCEA S.r.l. Az. Lombarda Colori e Affini Dott. Paolo Manella Activa S.r.l. Dott. Marzio Marziani Italmatch Chemicals S.p.A. Dott. Alessandro Medri Basell Poliolefine Italia S.r.l. Dott. Gabriele Minotti Promox S.p.A. Dott. Alessandro Fantoni Clariant Masterbatches (Italia) S.p.A. Dott.ssa Milena Monti VWR International BPI S.r.l. Dott.ssa Anna Farolfi Esso Italiana S.r.l. Direzione Vendite Prodotti Chimici Dott. Ing. Davide Moruzzi Fratelli Ricci S.r.l. Dott. Ing. Renzo Ferrari Società Elettrochimica Solfuri e Cloroderivati S.p.A. Dott. Ing. Giuseppe Finocchiaro Kiter S.r.l. 102 Dott.ssa Sara Lodini Activa S.r.l. Dott.ssa Laura Muller ICAP Leather Chem. S.p.A. Dott.ssa Marcella Murru Bracco Imaging S.p.A. Dott.ssa Giulia Nencioni Colortex S.p.A. Dott. Massimo Rigamonti Kodak S.p.A. Dott.ssa Michela Ripamonti Compo Italia S.r.l. Dott. Marco Rota Bayer Materialscience S.r.l. Dott. Ing. Reza Saee Totalgaz Italia S.r.l. Dott. Narciso Salvo Di Pietraganzili Fabbrica Cooperativa Perfosfati Cerea S.r.l. Dott. Rudi Savi Isagro S.p.A. Dott. Ing. Sandro Scaravaggi Bayer S.p.A. Dott. Luca Segato P. & R. S.p.A. Dott.ssa Silvia Seccomandi E.R.C.A. S.p.A. Dott.ssa Rossella Silvani Solvay Specialty Polymers Italy S.p.A. Dott.ssa Chiara Simondi Bayer S.p.A. Dott. Luca Tatti Promox S.p.A. Dott.ssa Daniela Tolentino Versalis S.p.A. Dott. Edoardo Tomei PPG Industries Italia S.p.A. Dott. Claudio Fontana Lanxess S.r.l. Dott.ssa Paola Pappalepore Bioindustry Park Silvano Fumero S.p.A. Dott.ssa Anna Maria Frascaria Dow Italia S.r.l. Dott. Ezio Pedroni Salchi Metalcoat S.r.l. Avv. Roberto Frigerio Basf Italia S.p.A. Dott.ssa Chiara Pellegrini Du Pont De Nemours Italiana S.r.l. Dott.ssa Patrizia Fusi Kiter S.r.l. Dott. Stefano Piatti Clariant Prodotti (Italia) S.p.A. Dott.ssa Ing. Alessia Galbiati Bracco Imaging S.p.A. Dott. Roberto Pirotta Mapei S.p.A. Dott. Fulvio Uggeri Bracco Imaging S.p.A. Dott. Leo Giannantonio Valagro S.p.A. Dott. Fulvio Piselli Cambrex Profarmaco Milano S.r.l. CHT Italia S.r.l. Dott. Stefano Trezzi Esseco S.r.l. Dott. Agostino Tricella F.A.R. Fabbrica Adesivi Resine S.p.A. Dott. Joannis Tzovanas Bayer Healthcare Manufacturing S.r.l. Dott.ssa Simona Villa < Torna all’indice Struttura organizzativa della Federazione Direzione Generale Direttore Generale Claudio Benedetti Vice Direttore Generale Andrea Lavagnini [email protected] Segreterie Assistente della Direzione Generale lucia lanzini [email protected] Tel. +39 02 34565.409/415/405 Fax +39 02 34565.404/400 [email protected] [email protected] La Direzione Generale sovraintende e assicura il coordinamento tra le Direzioni Centrali di Federchimica e le Associazioni di settore per la realizzazione degli obiettivi fissati dagli Organi Direttivi. Sono in staff alla Direzione Generale gli Affari Legali, la Comunicazione e Immagine, la Delegazione di Bruxelles. Affari Legali Comunicazione e Immagine Delegazione Bruxelles lorenzo faregna [email protected] Silvia Colombo [email protected] Marcello Accorsi [email protected] Tel. +39 02 34565.411 Fax +39 02 34565.404 Area Immagine Area Legislazione Comunitaria e Rapporti Istituzionali UE [email protected] Tel. +39 02 34565.279 Fax +39 02 34565.328 Torna all’indice > [email protected] Tel. +322 2803292 Fax +322 2800094 103 Appendice DIREZIONE CENTRALE ANALISI ECONOMICHE-INTERNAZIONALIZZAZIONE Direttore Centrale Vittorio Maglia [email protected] Area Centro Studi [email protected] [email protected] Area Commercio Estero [email protected] Area Promozione Internazionalizzazione [email protected] Area Università e Scuola [email protected] Tel. +39 02 34565.337 Fax +39 02 34565.459 [email protected] 104 La Direzione Centrale Analisi Economiche-Internazionalizzazione offre il suo supporto sia alle altre Direzioni Centrali di Federchimica, sia alle Associazioni, sia direttamente alle singole imprese associate. La Direzione Centrale concentra la sua attività nella realizzazione di scenari di tipo macroeconomico, settoriale o focalizzati su specifici comparti chimici, che sono sempre più richiesti anche da parte delle aziende. A ciò si affianca la realizzazione di studi e rapporti sulle tematiche di maggior interesse per l’industria chimica, per i quali vengono talvolta realizzate indagini ad hoc con la collaborazione delle imprese associate. Gli ultimi studi si sono concentrati sui processi innovativi, sul ruolo delle imprese a capitale estero in Italia, sull’internazionalizzazione delle imprese chimiche italiane e sui cambiamenti a seguito della recente crisi. Sono di responsabilità della Direzione Centrale l’elaborazione e lo studio delle statistiche riguardanti il settore chimico e la stima delle principali variabili economiche, la raccolta delle informazioni congiunturali internazionali, il confronto continuo con gli operatori, in particolare Istat e la rete dei Centri Studi del Sistema Confindustriale. Due volte l’anno la Direzione Centrale si occupa di preparare e presentare lo “Scenario economico per le imprese chimiche” e la “Situazione e prospettive per l’industria chimica”. Il primo documento si rivolge alle imprese associate e descrive il contesto macroeconomico e industriale entro cui le imprese chimiche si troveranno ad operare: più che offrire una panoramica di tutte le variabili, cerca di rispondere alle domande chiave che emergono dagli incontri con gli imprenditori in sede associativa. Il secondo documento è invece prevalentemente rivolto all’esterno con l’intento di presentare un’analisi approfondita e le previsioni relative all’industria chimica in Italia. La Direzione si occupa del costante rinnovamento de “L’industria chimica in cifre”. La pubblicazione è disponibile sia in formato cartaceo, sia in formato navigabile sul sito di Federchimica: affiancando le statistiche a commenti qualitativi, la pubblicazione descrive il settore chimico, il suo ruolo e le sue problematiche. Vengono, inoltre, periodicamente aggiornate e rese disponibili sul sito Internet di Federchimica un compendio delle statistiche settoriali e le analisi degli effetti dello scenario sull’industria chimica e sui suoi settori. Con riferimento alle Associazioni di settore il Centro Studi gestisce in outsourcing numerose statistiche e si occupa dello sviluppo di analisi economiche e scenari utilizzati nel corso delle riunioni. Il Centro Studi supporta la Direzione Centrale Relazioni Industriali, sia con riferimento alla gestione delle Indagini Statistiche, sia nelle attività di analisi e valutazione economica. La Direzione collabora con la Comunicazione e Immagine di Federchimica sui temi della formazione e della scuola, occupandosi delle analisi statistiche e contribuendo attivamente alla creazione di guide e presentazioni per studenti e professori. Sono più direttamente indirizzate alle imprese le altre attività, come quella sulla promozione, sviluppata in particolare con la collaborazione di Confindustria e degli Istituti preposti, che propone opportunità di partecipazione a manifestazioni fieristiche, missioni di operatori da paesi ritenuti commercialmente interessanti e studi di mercato. Anche la normativa del Commercio estero è oggetto di particolare attenzione, soprattutto per quanto riguarda la nomenclatura doganale, i dazi, le sospensioni e i contingenti tariffari, le preferenze tariffarie e le problematiche antidumping. < Torna all’indice Direzioni DIREZIONE CENTRALE RELAZIONI INDUSTRIALI Direttore Centrale Andrea Piscitelli [email protected] Area Contrattuale/Sindacale Area Legislazione Sociale e del Lavoro Area Rilevazioni e Studi Sindacali [email protected] [email protected] Tel. +39 02 34565.286 Fax +39 02 34565.322 [email protected] Sono di competenza della Direzione Centrale Relazioni Industriali: la tutela degli interessi delle imprese associate in materia di lavoro; la difesa dei diritti e delle prerogative della libera imprenditoria nel rispetto della dignità dei lavoratori, della tutela della loro sicurezza e salute nonché la salvaguardia dell’ambiente; il supporto e lo sviluppo della produttività delle imprese; la promozione della cultura industriale e della crescita professionale dei lavoratori; la creazione di relazioni che rendano possibile la realizzazione dei principi enunciati in un contesto di responsabilità sociale; la promozione della Previdenza integrativa settoriale (Fonchim) e del Fondo di assistenza sanitaria settoriale (FASCHIM). Per il conseguimento di tali obiettivi la Direzione opera principalmente attraverso: la stipula e gestione del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro, l’attività dell’Osservatorio chimico contrattuale, l’orientamento della politica sindacale delle imprese, la presenza attiva nelle sedi internazionali per l’area di competenza, il costante e stretto collegamento con le imprese e il sistema imprenditoriale, la rilevazione di elementi conoscitivi e dati statistici inerenti, tra l’altro, il costo del lavoro, le retribuzioni, gli inquadramenti, l’occupazione. La Direzione assiste le imprese sugli aspetti normativi, giuridico interpretativi, previdenziali e di formazione connessi con la disciplina legislativa e contrattuale che regola i rapporti di lavoro; elabora e promuove linee guida sulla contrattazione integrativa aziendale finalizzate a rendere la stessa coerente con le scelte realizzate a livello settoriale. La Direzione in particolare si articola in quattro aree: Contrattuale/Sindacale Contratto Collettivo Nazionale di Torna all’indice > Lavoro per gli addetti all’industria chimica, chimico-farmaceutica, delle fibre chimiche e dei settori abrasivi, lubrificanti e GPL; accordi e Linee Guida settoriali; normativa contrattuale in merito ai fondi settoriali di previdenza complementare (Fonchim) e di assistenza sanitaria integrativa (FASCHIM); Accordi Interconfederali; Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro per i dirigenti di aziende produttrici di beni e servizi; Accordo Economico Collettivo per gli agenti e rappresentanti di commercio; linee guida per la contrattazione aziendale. Legislazione Sociale e del Lavoro Norme nazionali e comunitarie in materia di lavoro e sindacale; normativa previdenziale e assicurativa; normativa su salute, sicurezza e ambiente; tutela dei dati personali (privacy) nella gestione del rapporto di lavoro. Formazione Moduli formativi per managers; corsi congiunti con le Organizzazioni Sindacali per i Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza, la Salute e l’Ambiente (realizzati anche grazie agli elementi conoscitivi forniti dall’Anagrafe RLSSA); corsi congiunti in materia di relazioni industriali per gli attori sociali aziendali; sostegno alle iniziative aziendali e territoriali di formazione continua attraverso l’Organismo Bilaterale Chimico; supporto per l’utilizzo delle risorse di Fondimpresa; pubblicazioni in materia contrattuale, di lavoro, di salute e sicurezza. Rilevazioni e Studi Sindacali Redazione di indagini e statistiche del lavoro in collaborazione con la Direzione Centrale Analisi Economiche – Internazionalizzazione relative a: retribuzione e costo del lavoro; inquadramento dei lavoratori; orari di lavoro; assenteismo; tipologie di rapporto di lavoro; mercato del lavoro. 105 Appendice Direzione centrale relazioni interne Direttore Centrale Andrea Lavagnini [email protected] Area Controllo, Amministrazione e Finanza [email protected] [email protected] [email protected] [email protected] Area Organizzazione e Marketing Associativo [email protected] Area Servizi Generali (in outsourcing a Accademia S.p.A.) [email protected] Area Sistemi Informativi [email protected] Tel. +39 02 34565.405/410 Fax +39 02 34565.404 [email protected] 106 L’attività della Direzione Centrale Relazioni Interne è dedicata al coordinamento e alla gestione dell’intera struttura federativa, nonché alle relazioni con le imprese associate e con le altre organizzazioni nazionali ed internazionali. La Direzione ha inoltre i compiti di: garantire un equilibrato rapporto di rappresentanza tra le diverse imprese associate, agendo come organismo centrale di controllo; studiare ed analizzare le esigenze delle aziende aderenti; verificare, in collaborazione con le associazioni di settore, che i servizi offerti da Federchimica siano costantemente adeguati, definendone, all’occorrenza, anche di nuovi. È affidata alla Direzione la gestione, l’amministrazione, il controllo e la finanza dell’intero sistema federativo, oltre alla gestione delle società partecipate. Rientra nelle sue competenze la responsabilità del personale. È compito della Direzione la designazione di rappresentanti Federchimica nell’ambito di associazioni, fondazioni, istituzioni pubbliche e private – comprese le istituzioni specializzate – consorzi, società, enti, organizzazioni nazionali, estere e sovranazionali, con particolare attenzione a Cefic e Confindustria. Alla Direzione compete anche l’area attinente il sistema informativo che assicura assistenza e consulenza all’intero sistema, analizza e propone soluzioni informatiche in linea con le esigenze organizzative della Federazione, assicura la gestione e l’ottimizzazione delle risorse hardware. La Direzione coordina e gestisce il marketing associativo e, in quest’ambito, diverse iniziative a supporto delle imprese associate, tra cui il Repertorio dell’industria chimica, che riporta i dati anagrafici ed il “portafoglio prodotti” delle imprese aderenti alla Federazione, nonché la Banca Dati Documentale, l’archivio on-line di tutte le circolari inviate e riservate agli associati. Anche l’organizzazione dei servizi interni, dei convegni e delle manifestazioni, la gestione degli acquisti - sia per la Federazione sia per le società partecipate -, sono attività di competenza della Direzione e affidate in outsourcing ad Accademia S.p.A. < Torna all’indice Direzioni DIREZIONE CENTRALE RELAZIONI ISTITUZIONALI Direttore Centrale Andrea Cortesi [email protected] Area Relazioni con il Parlamento [email protected] [email protected] [email protected] Compito della Direzione Centrale Relazioni Istituzionali è quello di fornire supporto agli Organi Statutari di Federchimica e alle associazioni di settore nella decisione e attuazione delle iniziative volte alla rappresentanza, tutela e assistenza delle imprese associate nei rapporti con le Autorità, amministrazioni ed enti collegati. A tal fine, la Direzione promuove e gestisce il rapporto tra la Federazione e le istituzioni pubbliche legislative nazionali, le pubbliche am- ministrazioni centrali e regionali e gli enti collegati di ogni livello. La Direzione promuove e coordina la partecipazione delle diverse componenti della Federazione al dibattito che si svolge nelle sedi istituzionali; assicura un flusso informativo costante sull’attività legislativa nazionale, approfondendo la normativa in formazione d’interesse diretto o indiretto per le imprese associate; definisce ed esprime il punto di vista della Federazione nelle competenti sedi istituzionali, anche promuovendo approfondimenti e incontri. Area Relazioni con Pubblica Amministrazione Centrale e Regionale [email protected] [email protected] Sede di Roma Tel. +39 06 54273.1 Fax +39 06 54273.240 [email protected] Torna all’indice > 107 Appendice DIREZIONE CENTRALE TECNICO SCIENTIFICA La Direzione Centrale Tecnico Scientifica tutela la competitività dell’industria chimica in Italia, contribuendo al suo sviluppo sostenibile. Direttore Centrale Sergio Treichler [email protected] Area Energia, Cambiamenti Climatici e Responsible Care [email protected] [email protected] [email protected] Area Ambiente e Sicurezza Impianti [email protected] [email protected] Le aree di intervento sono: la sicurezza dei prodotti e l’igiene industriale; le normative tecnico-giuridiche degli impianti, dei processi e dei rifiuti; la logistica; l’energia, la ricerca e sviluppo. Gestisce inoltre il Programma Responsible Care e il Servizio Emergenze Trasporti. La Direzione fornisce informazioni sul sistema normativo, tecnico e scientifico; ne interpreta l’evoluzione e l’impatto sull’industria chimica; for- nisce pareri alle imprese associate e alle associazioni di settore; supporta le attività delle imprese associate nei confronti delle amministrazioni pubbliche; contribuisce a definire la politica socio-ambientale per la crescita dell’industria chimica. La Direzione assicura l’interfaccia con le imprese associate attraverso 58 Comitati, Commissioni, Gruppi di lavoro e task forces; organizza seminari e corsi di formazione; produce circolari interpretative, posizioni, rapporti periodici, fra cui il “Rapporto Mensile Tecnico Scientifico”. A tal fine la Direzione coopera con istituzioni nazionali, europee e internazionali. Area Logistica [email protected] [email protected] [email protected] Area R&S e Finanziamenti [email protected] Area Sicurezza Prodotti e Igiene Industriale [email protected] [email protected] [email protected] [email protected] [email protected] Tel. +39 02 34565.267 Fax +39 02 34565.329 [email protected] [email protected] [email protected] 108 < Torna all’indice Associazioni di settore e gruppi merceologici* agrofarma Associazione nazionale imprese agrofarmaci Presidente Direttore Andrea barella LORENZO FAREGNA [email protected] Agrofarma rappresenta le imprese di agrofarmaci, prodotti per la difesa delle colture dai parassiti animali e vegetali. Tali prodotti si possono suddividere nelle seguenti famiglie: insetticidi, fungicidi, erbicidi, microrganismi e virus, prodotti biologici. Ad Agrofarma aderiscono 34 imprese, con un fatturato in Italia di circa 807 milioni di euro, pari al 95% del fatturato del comparto. Gli agrofarmaci rappresentano l’1.4% del fatturato annuo della chimica in Italia. Gli obiettivi dell’Associazione sono: promuovere l’utilizzo ottimale degli agrofarmaci, integrato con gli altri fattori della produzione agricola, diffondendo così anche una cultura dell’agricoltura sostenibile; favorire la ricerca, la produzione e la commercializzazione di prodotti e tecnologie efficaci e sicuri; promuovere, come valore fondamentale, la correttezza del comportamento industriale e commerciale delle imprese associate; contribuire alla formazione di una Tel. +39 02 34565.334 Fax +39 02 34565.456 [email protected] www.agrofarma.it corretta e migliore conoscenza della realtà e delle problematiche del comparto presso l’opinione pubblica; costituire un valido punto di riferimento per gli organismi normativi, esecutivi, di controllo, scientifici e simili; promuovere obiettivi comuni al comparto e sviluppare gli interessi a livello delle diverse realtà associate, attraverso un’attività di consulenza, informazione e coordinamento costante. AIA *Aggiornamento al 6 giugno 2013 Associazione italiana aerosol Presidente Direttore MARCO PADOVANI andrea fieschi [email protected] L’Associazione Italiana Aerosol rappresenta tutte le imprese interessate ad attività industriali, commerciali, di ricerca e di servizi operanti nel campo dei prodotti aerosol nei seguenti settori: prodotti finiti in conto proprio; prodotti finiti in conto terzi; materie prime per aerosol; gas propellenti; imballaggi e accessori; macchine e impianti. Il contesto spazia quindi dalle piccole e medie imprese che svolgono attività di riempimento per conto terzi alle grandi multinazionali dei Torna all’indice > prodotti di largo consumo e per la produzione di bombole e accessori. Fanno parte di AIA 56 imprese che rappresentano circa il 70% del comparto produttivo italiano del settore. L’Associazione aderisce alla FEA (European Aerosol Federation). AIA collabora con le Autorità nazionali approfondendo e diffondendo la normativa sulla qualità e la sicurezza; promuove, come valore fondamentale, la correttezza nel comportamento industriale e commerciale delle imprese associate, nel rispetto delle norme vigenti. All’Associazione è affidato il compito di rappresen- Tel. +39 02 34565.391 Fax +39 02 34565.261 [email protected] www.associazioneaerosol.it tare a livello nazionale ed internazionale gli interessi e l’immagine dell’aerosol, elaborare le linee guida tecniche e giuridiche attinenti la produzione, assistere sul piano tecnico normativo le imprese associate, promuovere iniziative in Italia e all’estero finalizzate allo sviluppo dell’industria dal punto di vista tecnico, scientifico e commerciale. AIA promuove inoltre iniziative rivolte a garantire la qualità e la sicurezza dei prodotti aerosol, con lo scopo di tutelare i consumatori, informarli e contribuire allo sviluppo dell’attività del settore. 109 Appendice AISA Associazione nazionale imprese salute animale Presidente Direttore PAOLO GIULIO PREDIERI ROBERTO CAVAZZONI [email protected] Aisa associa le imprese della salute animale. Ad essa aderiscono 21 imprese operanti nel mercato dei medicinali veterinari, con un fatturato di circa 560 milioni di euro, pari a circa l’85% dell’intero settore. Scopi primari di Aisa sono: promuovere la crescita del mercato dei prodotti della salute animale; favorire la ricerca e la crescita scientifica; migliorare la produzione e la commercializzazione di prodotti efficaci e sicuri a tutela del benessere degli animali, dell’ambiente e del consumatore; promuovere il progresso scientifico e tecnologico volto a migliorare costantemente la qualità dei suoi prodotti. Tel. +39 02 34565.226 Fax +39 02 34565.457 [email protected] http://aisa.federchimica.it Aisa promuove regole di comportamento eticamente sostenibili per quanto riguarda la politica sia industriale sia commerciale delle imprese associate, nel rispetto degli interessi dei cittadini e a difesa del patrimonio zootecnico, con l’obiettivo della sicurezza e della qualità delle derrate alimentari di origine animale. Aschimfarma Associazione nazionale produttori principi attivi e intermedi per l’industria farmaceutica Presidente Direttore GIAN MARIO BACCALINI enrico allievi [email protected] Tel. +39 02 34565.246 Fax +39 02 34565.364 [email protected] www.aschimfarma.it miliardi di euro e producono sostanze chimico-organiche ottenute con processi industriali caratterizzati da un elevato contenuto tecnologico, nella fase sia di sviluppo sia di realizzazione. L’Italia detiene una posizione di primo piano nel mercato mondiale ed esporta oltre l’85% della produzione in più di 90 paesi. Le imprese associate ad Aschimfarma si caratterizzano per la rigorosa applicazione delle Norme di Buona Fabbricazione che consente loro di raggiungere i più elevati livelli di qualità ed affidabilità. Aschimfarma associa le imprese appartenenti al settore delle materie prime farmaceutiche, in particolare dei principi attivi e intermedi. Ad Aschimfarma aderiscono 59 imprese italiane e multinazionali, che generano un fatturato di 2,7 110 < Torna all’indice Associazioni di settore e gruppi merceologici Aispec Associazione nazionale imprese chimica fine e settori specialistici Presidente Direttore martino verga vittorio maglia [email protected] Gruppo abrasivi Gruppo additivi, ausiliari e specialità per l’industria Gruppo additivi e coadiuvanti per alimenti Gruppo amidi e derivati Gruppo aromi e fragranze Gruppo ausiliari per la detergenza, tensioattivi e prodotti oleochimici Gruppo aziende industriali della lubrificazione - Gail Gruppo fonti rinnovabili Gruppo imprese finanziarie, dei servizi, ingegneria e ricerca dell’industria chimica - Serchim Gruppo intermedi, principi attivi, catalizzatori e prodotti di chimica fine Gruppo materie prime per integratori alimentari e alimenti funzionali - Miaf Gruppo materie prime per l’industria cosmetica e additivi per l’industria cosmetica e farmaceutica – Mapic Gruppo prodotti sensibili Gruppo produttori membrane bitume polimero – MBP Torna all’indice > Aispec rappresenta 300 imprese di chimica fine, prodotti specialistici e servizi per l’industria chimica, con oltre 15.600 addetti e un fatturato complessivo di circa 9 miliardi di euro. È organizzata in 14 Gruppi merceologici. Si distinguono quattro aree, relative sia alle materie prime sia ai prodotti finiti: chimica fine e specialità chimiche; prodotti cosiddetti “specialistici”; fonti rinnovabili; servizi per l’industria chimica. L’area della chimica fine e delle specialità chimiche attiene a principi attivi, formulati, additivi e ausiliari, enzimi e ingredienti funzionali, aromi e fragranze, prodotti dell’agroindustria destinati a molteplici settori dell’industria manifatturiera. Questo comparto della chimica, caratterizzato da una fortissima specializzazione e da un alto contenuto tecnologico, svolge un ruolo “nascosto” ma fondamentale nella vita quotidiana. Infatti, tutti i beni di largo consumo oggi in commercio, sicuri, confortevoli, sempre più innovativi, esistono grazie alla chimica fine: dagli abiti alle calzature, dagli imballaggi Tel. +39 02 34565.225 Fax +39 02 34565.349 [email protected] www.aispec.it in plastica ai contenitori multiuso, dai generi alimentari ai detersivi e ai detergenti per uso personale, tutto quel che oggi usiamo abitualmente non può far a meno di questa parte della chimica. Nell’area dei cosiddetti prodotti “specialistici” sono rappresentati prodotti finiti, molto eterogenei fra loro: gli oli e i grassi lubrificanti, le membrane impermeabilizzanti per l’edilizia, gli abrasivi rigidi e flessibili e infine i supporti “fotosensibili” per le immagini radiografiche. Nell’area delle fonti rinnovabili si collocano le imprese che trasformano le biomasse in sostanze chimiche per uso sia energetico sia industriale e le imprese che utilizzano queste sostanze chimiche per produrre altri beni industriali o che producono energia da fonti rinnovabili destinata ad uso industriale e/o civile. Completa l’Associazione il Gruppo imprese finanziarie, dei servizi, ingegneria e ricerca dell’industria chimica – Serchim, il quale rappresenta le società che forniscono assistenza altamente specialistica nelle seguenti aree: servizi e analisi ambientali, ricerca, salute e sicurezza sui luoghi di lavoro. 111 Appendice Assobase Associazione nazionale imprese chimica di base inorganica ed organica Presidente Direttore giorgio favro giuseppe riva [email protected] Gruppo chimica inorganica Gruppo chimica organica Gruppo tensioattivi e materie prime per la detergenza Assobase rappresenta le imprese di chimica di base organica, inorganica e materie prime per la detergenza. Assobase associa 40 imprese nazionali e multinazionali operanti in Italia, con un fatturato complessivo pari ad oltre il 90% dei circa 7 miliardi di euro relativi all’intero mercato nazionale. Tel. +39 02 34565.309 Fax +39 02 34565.311 [email protected] www.assobase.it L’Associazione sviluppa le sue attività attraverso tre Gruppi merceologici. Tra i compiti principali dell’Associazione vi sono la tutela degli interessi del settore sia dal punto di vista economico sia dell’immagine e l’attenzione all’evoluzione della normativa. Assobiotec Associazione nazionale per lo sviluppo delle biotecnologie Presidente Direttore ALESSANDRO SIDOLI leonardo vingiani [email protected] Assobiotec è l’Associazione della bioindustria che opera in Italia. Rappresenta oltre 120 imprese attive in tutti i campi applicativi delle biotecnologie: farmaceutica, diagnostica, chimica, agro-alimentare, impiantistica, strumentale e ambientale nonché i parchi scientifici e tecnologici. In più di vent’anni di attività, grazie al contributo determinante delle 112 imprese associate, Assobiotec ha collaborato con le istituzioni locali, nazionali e comunitarie nella definizione delle politiche finanziarie e fiscali finalizzate all’innovazione e alla regolamentazione delle attività biotecnologiche (ricerca e sviluppo, produzione, commercializzazione e utilizzo dei prodotti, proprietà intellettuale). L’Associazione, tra i vari impegni Tel. +39 02 34565.306 Fax +39 02 34565.284 [email protected] www.assobiotec.it istituzionali, siede nel Comitato per la Biosicurezza, le Biotecnologie e le Scienze della Vita istituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, e partecipa ai lavori del Tavolo sulla Farmaceutica presso il Ministero della Salute, lavorando affinché il tema dell’innovazione biotecnologica diventi un punto fermo nell’agenda degli organi di governo nazionali e locali. < Torna all’indice Associazioni di settore e gruppi merceologici Assocasa Associazione nazionale detergenti e specialità per l’industria e per la casa Presidente Direttore LUCIANO PIZZATO giuseppe abello [email protected] Assocasa rappresenta le imprese produttrici di prodotti per la pulizia, la manutenzione e l’igiene degli ambienti: detersivi per la casa, le comunità e le industrie, saponi da bucato, coadiuvanti di lavaggio, presidi medico-chirurgici “disinfettanti e disinfestanti ambientali” (biocidi), cere, prodotti per la cura delle auto, deodoranti ambientali e prodotti per la pulizia e la manutenzione in generale. Ad Assocasa aderiscono circa 100 imprese nazionali e multinazionali operanti in Italia, con un fatturato globale che supera i 3 miliardi di euro, pari alla quasi totalità del mercato. L’Associazione costituisce un punto di riferimento per le attività del settore in un ambiente regolatorio sempre più complesso e promuove il suo sviluppo, con l’obiettivo di conciliare le necessità di una Tel. +39 02 34565.236 Fax +39 02 34565.320 [email protected] www.assocasa.it crescita economica e industriale sostenibile da parte degli associati, con le esigenze dei consumatori e degli utilizzatori. Dal punto di vista normativo l’Associazione, oltre a fornire servizi di consulenza sulle normative italiane ed estere che regolano il settore, offre la propria esperienza scientifica in fase di studio preliminare delle normative stesse. ASSOFERTILIZZANTI Associazione nazionale produttori di fertilizzanti Presidente Direttore FRANCESCO CATERINI LORENZO FAREGNA [email protected] Gruppo concimi minerali Gruppo fertilizzanti organo-minerali, organici, ammendanti e substrati Gruppo fertilizzanti specialistici Torna all’indice > Assofertilizzanti rappresenta le imprese del settore dei fertilizzanti: imprese produttrici in Italia di concimi, ammendanti, correttivi, concimi idrosolubili e fogliari, meso e microelementi, concimi per giardinaggio ed uso hobbistico. Il volume di affari complessivo, rappresentato dalle aziende associate ad Assofertilizzanti, identificate come produttrici ed importatrici ammonta a Tel. +39 02 34565.383 Fax +39 02 34565.331 [email protected] www.assofertilizzanti.it circa 1.000 milioni di euro relativo al mercato Italia e a circa 410 milioni di euro per le importazioni. Assofertilizzanti elabora le linee tecniche, giuridiche e normative attinenti la produzione e l’impiego di fertilizzanti e promuove tali linee nei confronti dei decisori pubblici, delle organizzazioni imprenditoriali, del mondo della comunicazione e della comunità scientifica. 113 Appendice ASSOFIBRE CIRFS ITALIA Associazione nazionale fibre artificiali e sintetiche Presidente Direttore MAURIZIO RADICI vittorio maglia [email protected] Gruppo fibre per usi industriali Gruppo fili per abbigliamento e arredamento Gruppo fiocchi per abbigliamento e arredamento Assofibre Cirfs Italia rappresenta le imprese produttrici di fibre artificiali e sintetiche. Il fatturato totale del settore nel 2012 è stato di circa 1.100 milioni di euro. Un’intensa ed efficace collaborazione con il CIRFS, l’Associazione europea dei produttori di fibre man-made, permette lo sviluppo di iniziative comuni, dotate della necessaria massa critica per ottenere risultati concreti. Tra gli interventi che caratterizzano l’attività di Assofibre Cirfs Italia si segnalano: il monitoraggio delle importazioni di fibre promuovendo, se necessario, specifiche azioni antidumping; l’attività di normazione e standardizzazione delle fibre; lo sviluppo di proposte di politica Tel. +39 02 34565.242 Fax +39 02 34565.317 [email protected] www.assofibre.it industriale e di specifici progetti di interesse settoriale quali quelli nell’ambito della ricerca industriale. Di particolare importanza è la partecipazione ad Associazione Tessile e Salute che ha promosso lo specifico Osservatorio, nato nel 2010 e sostenuto dal Ministero, con il compito di monitorare sia gli aspetti che legano i prodotti tessili alla salute, sia le problematiche connesse ai prodotti di importazione che non rispecchiano le normative europee. Particolarmente intensa l’attività associativa nell’ambito della sostenibilità con iniziative volte a combattere gli stereotipi che possono danneggiare l’immagine delle fibre man-made. ASSOgasliquidi Associazione nazionale imprese gas liquefatti Presidente Direttore PAOLO DAL LAGO rita caroselli [email protected] Gruppo GPL e GNL autotrazione Gruppo GPL e GNL combustione 114 Assogasliquidi rappresenta le imprese della distribuzione di gas di petrolio liquefatti (GPL e GNL) per uso combustione e/o autotrazione e le imprese che costruiscono apparecchiature ed impianti per GPL e GNL, o che forniscono servizi connessi o comunque attinenti sempre al settore. Attualmente i soci aderenti sono 91. Obiettivo dell’Associazione è la rappresentatività del settore a livello nazionale, come autorevole interlocutore nei confronti della Tel. +39 06 54273213/215 Fax +39 06 5919633/5913901 [email protected] www.assogasliquidi.it pubblica amministrazione, nonché a livello internazionale per la tutela degli interessi e dell’immagine del GPL e GNL, aderendo ad associazioni a carattere europeo ed internazionale. Assogasliquidi collabora proficuamente con le amministrazioni e gli enti pubblici nella preparazione di nuove norme, informa e orienta gli operatori sulle innovazioni tecnico/legislative e sulla loro pratica attuazione, promuovendo, quindi, anche l’immagine del settore. < Torna all’indice Associazioni di settore e gruppi merceologici ASSOgastecnici Associazione nazionale imprese gas tecnici, speciali e medicinali Presidente Direttore GIOVANNI PAVESI andrea fieschi [email protected] Gruppo gas medicinali Gruppo gas tecnici e speciali Assogastecnici associa le imprese del settore gas tecnici, speciali e medicinali, quali: ossigeno, azoto, argon, idrogeno, acetilene, anidride carbonica, anidride solforosa, idro/cloro/fluorocarburi. Ad Assogastecnici aderiscono 24 imprese, con un fatturato di circa 2,5 miliardi di euro, pari ad oltre il 95% del mercato nazionale. I gas tecnici entrano, in modo estremamente diffuso, in tutti i processi industriali, dai più importanti a quelli relativi a nicchie tecnologiche tradizionali o avanzate. Tel. +39 02 34565.242 Fax +39 02 34565.458 [email protected] www.assogastecnici.it I gas medicinali sono di primaria importanza in ambito terapeutico e diagnostico, per essi il Gruppo promuove i più elevati standard di qualità e sicurezza nella loro produzione e distribuzione. Questa diffusione viene continuamente accresciuta dall’attività delle imprese associate impegnate nel ricercare e proporre ai propri clienti nuove tecnologie che consentano il miglioramento dei processi produttivi e della qualità dei prodotti nel pieno rispetto dell’ambiente. ASSOSALUTE Associazione nazionale farmaci di automedicazione Presidente Direttore stefano brovelli enrico allievi [email protected] Tel +39 02 34565.324 Fax +39 02 34565.621 [email protected] www.assosalute.info pubblico, previa autorizzazione da parte del Ministero della Salute. Le aziende associate ad Assosalute rappresentano oltre l’80% del fatturato del settore, pari a circa 1,6 miliardi di euro. Sostenere, sviluppare e diffondere la cultura dell’automedicazione responsabile sono tra i principali obiettivi dell’Associazione. L’Associazione elabora linee guida tecniche ed economiche per le imprese, volte al perseguimento degli obiettivi associativi; promuove tali linee guida presso l’autorità sanitaria, le organizzazioni del mondo sanitario, le associazioni dei consumatori e le organizzazioni internazionali del settore farmaceutico; conduce studi e ricerche in campo sanitario; contribuisce alla formazione di un’immagine corretta del farmaco per l’automedicazione nell’opinione pubblica e promuove campagne di educazione nei confronti del cittadino. Assosalute rappresenta i produttori di farmaci di automedicazione, ovvero, i medicinali senza obbligo di ricetta medica e completamente a carico del cittadino, che si acquistano in farmacia, parafarmacia e nei corner salute della grande distribuzione, sempre alla presenza del farmacista. Per i farmaci di automedicazione, riconoscibili dal bollino rosso sulla confezione che riporta la scritta “Farmaco senza obbligo di ricetta”, è ammessa la pubblicità al Torna all’indice > 115 Appendice Avisa Associazione nazionale vernici, inchiostri, sigillanti e adesivi Presidente Direttore aram manoukian matteo aglio [email protected] Tel. +39 02 34565.256 Fax +39 02 34565.350 [email protected] http://avisa.federchimica.it Ad Avisa aderiscono un centinaio di imprese che rappresentano il 65% del mercato in termini di fatturato, occupando circa 9.000 addetti. L’Associazione rappresenta le imprese operanti nei settori: adesivi per calzature, cartotecnica e imballaggio, legno; adesivi e sigillanti per dettaglio, edilizia, mezzi di trasporto; materie prime per adesivi e sigillanti; inchiostri da stampa e serigrafici; pitture e vernici per auto e mezzi di trasporto, carrozzeria, industria, legno, navale, nautica, edilizia; vernici in polvere; protective coatings. Compiti primari dell’Associazione sono: favorire il progresso dell’industria del settore; assistere e tutelare le imprese associate; rappresentare le imprese stesse negli organismi nazionali ed internazionali. Gruppo adesivi e sigillanti Gruppo inchiostri da stampa e serigrafici Gruppo pitture e vernici CERAMICOLOR Associazione nazionale colorifici ceramici e produttori di ossidi metallici Presidente Direttore angelo lami giuseppe abello [email protected] A Ceramicolor aderiscono 18 imprese italiane e multinazionali produttrici di fritte, smalti, coloranti e ausiliari per ceramica, pigmenti inorganici e ossidi metallici, con un fatturato di oltre 500 milioni di euro. Le aziende di Ceramicolor sono un importante esempio di chimica al servizio della ceramica alla quale viene fornito il vero valore aggiunto che permette al prodotto italiano di eccellere su tutti i mercati mondiali. Il processo di studio e ricerca nell’applicazione dello smalto riveste un ruolo fondamentale per 116 la ceramica. Questi aspetti sono il vero punto forte dei colorifici che effettuano annualmente investimenti molto rilevanti e spesso in percentuale superiore a quelli delle aziende chimiche tradizionali. L’Associazione rappresenta i seguenti settori: colorifici ceramici: tradizionalmente comprendono la produzione di smalti, fritte, pigmenti, coloranti usati in tutta l’industria ceramica (piastrelle, stoviglieria, sanitari, etc.) e in misura minore nell’industria meccanica (soprattutto per Tel. +39 02 34565.237 Fax +39 02 34565.320 [email protected] www.ceramicolor.it finiture superficiali di elettrodomestici e prodotti per la casa); produttori di ossidi metallici: tali prodotti trovano diffusione, per ben oltre la metà del loro impiego, nei processi di reazione chimica intesi all’ottenimento di pigmenti e fritte. Sono presenti, grazie alle loro intrinseche qualità di tipo reologico, anche nella composizione di prodotti antiruggine e di stabilizzanti. Tra gli altri, si annoverano in questa famiglia gli ossidi di piombo, di ferro e il biossido di titanio. < Torna all’indice Associazioni di settore e gruppi merceologici PLASTICSEUROPE ITALIA Associazione italiana dei produttori di materie plastiche Presidente Direttore DANIELE FERRARI giuseppe riva [email protected] Gruppo resine e sistemi termoplastici Gruppo resine e sistemi termoindurenti Gruppo compounds e ausiliari per materie plastiche, plastificanti e altri prodotti affini Gruppo materiali avanzati PlasticsEurope Italia rappresenta le imprese delle materie plastiche (termoplastiche, termoindurenti, materiali avanzati, compounds e ausiliari per materie plastiche). PlasticsEurope Italia associa 45 imprese nazionali e multinazionali operanti in Italia, con un fatturato complessivo pari ad oltre il 90% dei circa 10 miliardi di euro relativi all’intero mercato nazionale. Tel. +39 02 34565.309 Fax +39 02 34565.311 [email protected] www.plasticseuropeitalia.it L’Associazione promuove e tutela l’immagine del settore. Svolge un ruolo rilevante in rapporto alle tematiche ambientali, ai progetti e alle iniziative che contribuiscono a rafforzare e sviluppare la centralità e l’insostituibilità della plastica nella società attuale e nel suo futuro, nell’ambito di una visione equilibrata dei limiti e delle risorse del pianeta Unipro Associazione italiana delle imprese cosmetiche Presidente Direttore fabio ROSSELLO maurizio crippa [email protected] Gruppo cosmetici in farmacia Gruppo cosmetici per estetiste Gruppo prodotti professionali per acconciatori Gruppo produzioni conto terzi Gruppo vendite in erboristeria Gruppo vendite in profumeria Unipro è l’Associazione di rappresentanza del sistema industriale italiano della cosmesi. Di questo settore fanno parte 500 imprese produttrici e distributrici di prodotti cosmetici. Unipro rappresenta oltre il 95% del fatturato delle Torna all’indice > imprese legate alla specifica filiera della chimica di consumo, particolarmente attente alla “cultura del benessere”. Da oltre quarant’anni Unipro affianca le aziende che operano in Italia e ne stimola la crescita e lo sviluppo attraverso una qualificata assistenza in materia tecnica, normativa, fiscale, economica e promozionale. Promuove e favorisce all’estero e in Italia iniziative tese allo sviluppo dell’industria sul piano tecnico-normativo e commerciale. Tra queste vi sono le più importanti e prestigiose rassegne a livello internazionale nel settore cosmetico: Cosmoprof Worldwide a Bologna, Cosmoprof Asia a Hong Kong, e Cosmoprof North America a Las Vegas. Via Accademia, 33 - 20131 Milano Tel. +39 02 281773.1 Fax +39 02 281773.95 [email protected] www.unipro.org Completa il panorama del “pianeta Unipro”, la società Unipro Servizi che ha per scopo primario la formazione specialistica di settore e l’erogazione di servizi specifici per le imprese. Unipro ha dato origine ad “Accademia del Profumo” che promuove l’esclusività della profumeria selettiva in collaborazione con CNA (Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della piccola e media impresa), Confartigianato e CIA (Camera Italiana dell’Acconciatura, che sostiene la filiera dell’acconciatura). Infine, Unipro sostiene l’Associazione “La Forza e il Sorriso”, impegnata nella realizzazione di laboratori di bellezza gratuiti a favore delle donne in trattamento oncologico, sull’esempio del progetto internazionale “Look Good… Feel Better”. 117 Società controllate, partecipate e istituti collegati Accademia S.p.A. Presidente Amministratore Delegato Direttore claudio benedetti andrea lavagnini simona di giusto Via Giovanni da Procida, 11 - 20149 Milano - Tel. 02 34565.233 - 02 34565.657 [email protected] Accademia S.p.A. è interamente controllata da Federchimica attraverso SC Sviluppo chimica S.p.A. La società con un capitale sociale di 200.000 euro, opera fondamentalmente nel campo immobiliare fornendo tutti i servizi collegati alla gestione degli immobili. Per gli stessi cura anche l’aspetto relativo alla corretta applicazione delle norme di sicurezza e, al fine di mantenere sempre alti gli standard dei servizi resi, si occupa in partico- Torna all’indice > lare della manutenzione degli stabili di proprietà. Accademia assicura il supporto logistico necessario in occasione di incontri, convegni e corsi organizzati dalla Federazione o da altri soggetti collegati al sistema Federchimica e per gli stessi gestisce tutti gli aspetti relativi al servizio di “Travel Business” tramite la contrattazione diretta con gli operatori di settore. Provvede, nell’ambito di budget definiti, all’approvvigionamento dei beni e dei servizi. La società dispone, inoltre, di un attrezzato centro stampa, per la realizzazione e stampa di locandine, brochure, cataloghi e quant’altro necessario per lo svolgimento dell’attività della Federazione e degli enti ad essa collegati. Oltre che per Federchimica, Accademia cura in outsourcing tutti i servizi anche per altre realtà quali Centro REACH S.r.l., Fonchim, FASCHIM, SC Sviluppo chimica S.p.A. 119 Società controllate, partecipate e istituti collegati Centro Reach S.r.l. Presidente Coordinatore Direttore CESARE PUCCIONI bruno brianzoli Sergio treichler Via Giovanni da Procida, 11 - 20149 Milano - Tel. 02 87245901 - Fax 02 34565.631 [email protected] - www.centroreach.it Centro REACH S.r.l. è una società a responsabilità limitata costituita il 20 febbraio 2007, su iniziativa di Federchimica e di Assolombarda. Ad oggi, la compagine societaria comprende anche altre nove istituzioni, in rappresentanza delle imprese operanti in ogni settore produttivo del Paese (Confindustrie Regionali di Emilia-Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Piemonte, Puglia, Toscana e Veneto e Confapi). Nel 2012 Centro REACH ha offerto i propri servizi consulenziali a circa 250 clienti, in particolare a Piccole Medie Imprese, nelle seguenti aree: Consulenza alle imprese SDS service: Centro REACH supporta l’impresa nella redazione, revisione o aggiornamento delle proprie Schede Dati di Sicurezza, sulla base della normativa vigente, sia per i Paesi UE sia extra UE; Registration service: comprende l’assistenza nelle seguenti attività: - effettuazione della pre-registrazione tardiva; - verifica/ricerca su banche dati delle informazioni esistenti e mancanti; - predisposizione del fascicolo tecnico; - preparazione della Relazione sulla Sicurezza Chimica (definizione degli scenari di esposizione e delle appropriate misure di gestione del rischio e valutazione della sicurezza chimica); - inserimento dei dati in IUCLID5 e trasmissione all’ECHA del Dossier di Registrazione; - preparazione ed invio della procedura Inquiry all’ECHA. REACH e CLP audit: prevede Torna all’indice > un intervento di un esperto presso l’Impresa per la valutazione delle proprie implicazioni nel REACH e nel CLP; la definizione del piano di attività; la gestione delle comunicazioni con Fornitori e Clienti. Audit per ispezioni REACH: Centro REACH, anche unitamente a Certiquality, prevede un audit presso le imprese per verificare/ implementare il sistema di gestione delle normative al fine di affrontare le ispezioni da parte delle Autorità Competenti. REACH e CLP help desk: con l’adesione a questo servizio, l’Impresa può sottoporre quesiti e/o richieste di assistenza. C&L notification: Centro REACH effettua, per conto dell’Impresa, la procedura di notifica − ai sensi del Regolamento CLP − all’Inventario europeo delle Classificazioni ed Etichettature. Notifica Archivio Preparati Pericolosi: Centro REACH effettua, per conto dell’Impresa, la procedura all’Archivio Preparati Pericolosi dell’Istituto Superiore di Sanità, in conformità alle disposizioni del D.Lgs. n° 65 del 14/03/2003. Formazione Nel 2012 sono stati realizzati 35 Corsi di formazione a catalogo o presso i clienti per un totale di circa 360 partecipanti, sulle seguenti tematiche: Schede Dati di Sicurezza (SDS) e lettura dello Scenario Espositivo (e-SDS); Ispezioni REACH; procedura di registrazione e strumenti informatici nel REACH (IUCLID5 e REACH-IT); valutazione della sicurezza chimica e D. Lgs. 81/2008; metodi alternativi alla sperimentazione animale; trasporto di merci pericolose. Il Centro REACH ha inoltre supportato le imprese chimiche su come prepararsi alle ispezioni, che sono state avviate nel 2011, da parte delle autorità competenti. SIEF (Substance Information Exchange Forum) e consorzi Centro REACH assiste le Imprese nella fase di condivisione delle informazioni sulle sostanze chimiche e nella definizione della propria posizione all’interno del SIEF. Assiste, inoltre, nella formazione, nella gestione e nella partecipazione a Consorzi, o altre forme di cooperazione, per la Registrazione. Nel 2012 il Centro REACH ha gestito e coordinato sei Consorzi per la registrazione di sostanze chimiche, composti da 53 imprese, di cui sette operanti in Paesi extra UE, per la registrazione di una sostanza. R&S e metodologie Identificazione e gestione di programmi di ricerca & sviluppo per la messa a punto di: - test alternativi al sacrificio di animali di laboratorio; - modelli Q-SAR; - approcci Read-Across; - metodologie di analisi socio-economica di sostanze chimiche. Queste attività hanno permesso di realizzare una piattaforma informatica per i modelli basati su simulazioni computerizzate (così detti “metodi insilico” o “QSAR”) delle proprietà tossicologiche ed ecotossicologiche di sostanze chimiche nonché lo studio su un nanomateriale. 121 Società controllate, partecipate e istituti collegati Certiquality s.r.l. Istituto di certificazione della qualità Presidente Direttore Generale ERNESTO OPPICI umberto chiminazzo [email protected] Certiquality è un organismo specializzato nella certificazione dei sistemi di gestione per la qualità, l’ambiente, l’energia, la sicurezza sul lavoro, nella certificazione di prodotto e nella formazione. Certiquality è stato fondato nel 1989 da Federchimica ed Assolombarda e oggi occupa una posizione di assoluto rilievo nel campo della certificazione, con oltre 14.000 siti certificati in tutti i settori dell’industria e dei servizi e in oltre 50 schemi. A livello internazionale, Certiquality aderisce al circuito IQNet (International Certification Network), che riunisce i più prestigiosi organismi di certificazione di 36 paesi del mondo. Tra i temi che maggiormente hanno visto impegnato l’Istituto si evidenzia quello della sicurezza sul lavoro che si esplica nelle attività di certificazione secondo le norme BS OHSAS 18001, UNI 10617 e in un’importante e capillare attività di informazione e formazione su queste tematiche. Certiquality ha inoltre definito un nuovo schema di verifica basato su una lista di riscontro completa e dettagliata sui temi relativi alla sicurezza, alla salute e all’ambiente: il Technical Audit. Il risultato del Technical Audit è rappresentato da un giudizio sintetico, corredato da report analitici a disposizione del management aziendale. Certiquality ha anche messo a punto un servizio di audit dei modelli organizzativi previsti dal D. Lgs. 231/01 sulla responsabilità amministrativa delle imprese e servizi di compliance sui principali obblighi normativi. Un’altra importante area di attività dell’Istituto interessa il tema dell’ambiente e della sostenibilità. In aggiunta all’attività di certificazione dei Sistemi di Gestione Ambientale secondo gli standard ISO 14001/EMAS, sono stati sviluppati nuovi servizi quali la certificazione dei Sistemi di Gestione dell’Energia secondo la recente nor- Torna all’indice > ma ISO 50001, gli audit energetici, la verifica dei bilanci di sostenibilità e dei bilanci ambientali, la certificazione ambientale di prodotto (FSC e PEFC, EPD, AISE CHARTER), anche in riferimento alla tematica degli acquisti verdi, e in particolare al Green Public Procurement (GPP). Un’altra importante attività riguarda la Direttiva Emissions Trading: Certiquality è riconosciuto dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio per effettuare l’attività di verifica delle emissioni di gas ad effetto serra. Recente è il nuovo servizio di verifica e validazione della “carbon footprint” (quantità di carbonio emessa da una particolare attività/processo o da una organizzazione) e quello di certificazione della “product carbon footprint” (la quantificazione di tutte le emissioni di gas ad effetto serra coinvolte nel ciclo di vita di un prodotto o di un servizio). A seguito degli obblighi imposti dal REACH, Certiquality ha sviluppato, in collaborazione con Centro REACH, una gamma di servizi volti a supportare le imprese nelle attività di pianificazione, attuazione, monitoraggio del sistema di gestione dei requisiti richiesti dal Regolamento sia nella fase di avviamento sia nel tempo: assessment e verifiche periodiche di conformità e gestione degli adempimenti REACH; formazione REACH/CLP, formazione operativa per l’interpretazione e l’utilizzo delle Schede di Sicurezza Reach; valutazione Reach dei fornitori. Anche nel campo della logistica e dei trasporti sono intervenute novità normative e in aggiunta alle certificazioni ISO 9001, già molto diffuse, si sono sviluppati nuovi standard di certificazione. Il “Codice di Pratica” è la norma tecnica deliberata dal Comitato per l’Albo dei Trasportatori per la certificazione della Via G. Giardino 4 20123 Milano Tel. +39 02 8069171 Fax +39 02 86465295 [email protected] www.certiquality.it gestione della sicurezza nell’autotrasporto e Certiquality è stato il primo organismo di certificazione ad ottenere l’accreditamento da parte del Ministero per il rilascio della certificazione del Codice di Pratica (SSA). Certiquality opera inoltre in due schemi specificamente sviluppati per le aziende che si occupano di distribuzione, trasporto, stoccaggio e gestione di prodotti chimici: SQAS ed ESAD, valutando le prestazioni in materia di sicurezza, salute e ambiente. Un altro importante ambito è rappresentato dal comparto delle costruzioni ed in particolare dai materiali da costruzione. Norme specifiche richiedono una garanzia di qualità per i prodotti di uso strutturale, per la sicurezza nei cantieri, per il rendimento energetico degli edifici e per la tutela dei consumatori. Certiquality è autorizzato ad operare per la marcatura Ce dei prodotti da costruzione ed il controllo di produzione in fabbrica (FPC) del calcestruzzo. Certiquality opera anche nella filiera agroalimentare e in tutti i settori industriali e di servizi ad essa collegati, in particolare per quanto concerne gli schemi per la certificazione della sicurezza alimentare: ISO 22000, BRC e BRC/IOP per gli imballaggi, IFS, Rintracciabilità di filiera e Specifiche Tecniche a fronte di Disciplinari Tecnici di Prodotto. Infine, nel settore cosmetico, Certiquality effettua verifiche per il rilascio degli attestati di conformità a fronte della norma ISO 22716:2007 Cosmetics GMP (il primo documento internazionale che fissa le linee guida per le pratiche di buona fabbricazione da applicare alle imprese che producono prodotti cosmetici) ed a fronte delle linee guida EFfCI - GMP “Guide for cosmetic ingredients”, specifiche per le aziende produttrici di materie prime per il settore cosmetico. 123 Società controllate, partecipate e istituti collegati SC Sviluppo chimica S.p.A. Presidente Amministratore Delegato claudio benedetti andrea lavagnini SC Sviluppo chimica S.p.A. è una società di servizi, costituita nel 1983 e interamente controllata da Federchimica. SC offre un supporto professionale specializzato alle imprese nelle seguenti aree: Sicurezza, Gestione prodotti e Igiene Industriale Promuove l’eccellenza professionale nella gestione della sicurezza e della salute delle persone nei luoghi di lavoro; della sicurezza dei prodotti chimici; della protezione dei consumatori. Logistica e Trasporti Supporta il miglioramento della sicurezza e la riduzione dell’impatto ambientale delle attività logistiche delle imprese chimiche, assicurandone al tempo stesso la competitività economica in un contesto sempre più globalizzato. In particolare gestisce, per conto di Federchimica, il “S.E.T. – Servizio Emergenze Trasporti” che assiste gli interventi delle autorità pubbliche in caso di incidenti nei trasporti chimici. Energia e Sviluppo Sostenibile È al fianco delle imprese chimiche nel raggiungimento dei loro obiettivi di sostenibilità ambientale, anche assistendole nell’individuazione di interventi di miglioramento nell’efficienza energetica, nonché nell’ottenimento di risorse per finanziarli come ad esempio quelle previste dallo schema di agevolazione dei Certificati Bianchi. Promuove la riqualificazione di aree Torna all’indice > geografiche a vocazione chimica (poli industriali, distretti tecnologici, aree con potenzialità di crescita locale), al fine di assicurare lo sviluppo sostenibile dell’industria chimica e dei settori di utilizzo a valle. Ricerca e sviluppo e Venture Capital Sostiene la nascita e lo sviluppo di attività innovative da parte delle imprese, con lo scopo di promuovere lo sviluppo sostenibile e la riduzione degli impatti ambientali associati alle rispettive filiere, e migliorare il posizionamento delle imprese all’interno del mercato globale in cui esse competono. Collabora con fondi di Venture Capital, nazionali ed esteri e con istituzioni finanziarie, pubbliche e private per: l’individuazione; lo sviluppo; la gestione; la realizzazione della strategia di uscita, di spin off, di start up e di imprese in fase di first expansion, nell’industria chimica. Relazioni industriali e CCNL di settore Supporta le imprese offrendo strumenti formativi e informativi utili per lo sviluppo delle relazioni industriali e per la gestione delle risorse umane in coerenza con le previsioni del CCNL Chimico – Farmaceutico. IT Support Offre consulenza per la progettazione e la realizzazione di progetti informatici fino all’outsourcing globale del sistema informativo di pic- Via Giovanni da Procida 11 20149 Milano Tel. +39 02 34565.1 Fax +39 02 34565.312 [email protected] cole e medie imprese. Servizi amministrativi in outsourcing Garantisce uno standard professionalmente qualificato nella fornitura di servizi contabili. In particolare SC offre i suoi servizi alle imprese attraverso: Consulenze professionali. Pubblicazioni e Software. I prodotti editoriali spaziano dalla pubblicazione del “Contratto Collettivo Nazionale dell’Industria Chimica”, ai volumi scientifici, ai manuali operativi, alle linee guida e software per la gestione degli adempimenti tecnico-normativi. Formazione. Attraverso la realizzazione di corsi di formazione, la società fornisce un continuo aggiornamento sui contenuti e novità normative; offre inoltre percorsi formativi modulari, componibili ed integrabili, al fine di individuare soluzioni personalizzate rivolte a specifiche figure aziendali. Solo nel 2012 sono stati organizzati: - 23 corsi di formazione frequentati da 407 partecipanti di imprese associate e non a Federchimica; - 2 corsi “Crisis Management” per un totale di 24 partecipanti; Servizi di locazione operativa. Attrezzature informatiche di supporto all’attività di Federchimica e degli enti ad essa collegati. 125 Società controllate, partecipate e istituti collegati unichim Associazione per l’unificazione nel settore dell’industria chimica Ente federato all’UNI Presidente Direttore Generale giampiero bellini giovanni perego [email protected] UNICHIM – Associazione per l’unificazione nel settore dell’industria chimica – è l’ente di normazione tecnica operante nel settore chimico, federato all’UNI, la cui fondazione risale al 1947 e di cui Federchimica è socio fondatore. L’attività di normazione tecnica nel settore chimico comporta l’emissione di documenti di riferimento (norme) riguardanti per lo più specifiche di prodotto, metodi di controllo di materie prime e prodotti finiti, controlli di tipo ambientale. Tali norme, la cui applicazione può avere carattere cogente oppure volontario, costituiscono un ausilio nella commercializzazione dei prodotti, nella definizione dei contratti di compravendita e nelle controversie legali. UNICHIM provvede alla stesura di queste norme in ambito nazionale attraverso proprie Commissioni Tecniche, delle quali sono chiamati a far parte rappresentanti di riconosciuta competenza provenienti dall’industria, da enti pubblici e da organizzazioni private. Inoltre, designa esperti che parteci- Torna all’indice > pano ai lavori di Commissioni CEN ed ISO per la stesura di norme in ambito internazionale. UNICHIM è attiva anche sul fronte dell’applicazione delle norme. Laddove esistano particolari criticità o complessità a livello normativo, le Commissioni Tecniche elaborano linee guida per facilitare una corretta ed armonica applicazione delle norme. Un altro filone di attività è quello della formazione, rivolta soprattutto a laboratori di prova, pubblici e privati, interessati all’adozione di un Sistema Qualità conforme alla norma UNI CEI EN ISO/IEC 17025. UNICHIM organizza i corsi sia presso la propria sede, sia presso sedi di organizzazioni che ne facciano richiesta, attingendo al patrimonio tecnico scientifico derivante dall’attività delle proprie Commissioni Tecniche. Una ulteriore attività, che sta avendo uno sviluppo crescente, è quella delle Prove Interlaboratorio, P.le R. Morandi 2 - 20121 Milano Tel. +39 02 76004450 Fax +39 02 76014176 [email protected] www.unichim.it organizzate e gestite in conformità alla norma UNI CEI EN ISO/IEC 17043:2010, con cadenza regolare e a beneficio esclusivo dei propri associati. Tali prove, che costituiscono il principale strumento di verifica esterna per i laboratori che operano in conformità alla norma UNI CEI EN ISO/IEC 17025 e che rientrano tra gli adempimenti principali della norma stessa, riguardano controlli analitici (inclusi quelli di tipo microbiologico) sulla qualità di acque destinate al consumo umano, di acque di scarico, di prodotti destinati all’alimentazione, di prodotti petroliferi e lubrificanti, di fertilizzanti, oltre alla determinazione di inquinanti organici (diossine, IPA, PCB, idrocarburi) ed inorganici (metalli pesanti) in matrici ambientali (suoli, rifiuti). A queste prove partecipano attualmente più di quattrocento laboratori nazionali, inclusi quelli di tutte le Agenzie Regionali per l’ambiente (ARPA). Gran parte di questi laboratori è in possesso dell’accreditamento rilasciato da ACCREDIA. 127 Finito di stampare nel mese di Giugno 2013 dalla Compagnia della Stampa - Massetti Rodella Editori, Roccafranca (BS) Sede 20149 Milano Via Giovanni da Procida 11 Tel. +39 02 34565.1 Fax. +39 02 34565.310 [email protected] www.federchimica.it 00144 Roma Viale Pasteur 10 Tel. +39 06 54273.1 Fax. +39 06 54273.240 [email protected] 1040 Bruxelles (Belgio) Avenue de la Joyeuse Entrée 1 Tel. +322 2803292 Fax. +322 2800094 [email protected]