Rapporto industria chimica 2012-2013

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Rapporto industria chimica 2012-2013
L’INDUSTRIA CHIMICA
IN ITALIA
RAPPORTO 2012-2013
GIULIONATTA
1963-2013
PREMIO NOBEL
In copertina: Molecola di Polipropilene - Giulio Natta, Premio Nobel per la chimica 1963
l’industria chimica
in italia
Rapporto 2012-2013
L’industria chimica ha affrontato, con reattività, gli ultimi 12 mesi, sempre più drammatici per l’impresa.
Alla domanda interna, ormai endemicamente indebolita dai fattori
penalizzanti del nostro sistema Paese - costo dell’energia, infrastrutture carenti, burocrazia soffocante - si sono sommate le incertezze
politiche ed economiche del Paese e dell’Europa.
Negli ultimi anni la chimica ha saputo, però, trovare la formula per
fronteggiare queste condizioni di operatività quasi proibitive: la capacità di innovare, tipica del settore, ha permesso non solo di migliorare tecnologicamente prodotti e processi, ma anche di competere
sui mercati esteri. Gli investimenti in ricerca hanno, in moltissimi casi,
consentito di vincere la sfida dell’internazionalizzazione.
Tuttavia, al settore va anche riconosciuto il merito di aver perseguito la sostenibilità in tutti i suoi aspetti.
Il Rapporto sull’industria chimica in Italia 2012/2013 contiene indicazioni precise riguardo al ruolo della chimica nello sviluppo sostenibile; sviluppo che va inteso come connubio fra tre fattori fondamentali, che è importantissimo mantenere uniti: il benessere delle persone,
la tutela dell’ambiente, la crescita economica. In tutti questi ambiti la
chimica ha svolto e può svolgere un ruolo molto importante.
La chimica, motore di innovazione, può razionalizzare l’utilizzo di risorse naturali, ridurre l’inquinamento, migliorare l’efficienza energetica
delle abitazioni, dei trasporti e delle industrie, oltre che individuare e
sviluppare nuove fonti di energia.
La scienza e l’innovazione chimica producono ricchezza, permettendo di realizzare prodotti di sempre più elevata qualità e a minor costo,
migliorando la competitività di qualsiasi settore e quindi il benessere economico di tutti.
La chimica può migliorare la vita delle persone, direttamente e indirettamente: la crescita economica procura benessere, sicurezza e
salute, assicurando la protezione dell’ambiente per garantire una vita
sana, anche alle future generazioni.
È in questo scenario che si inserisce l’attività di Federchimica, che
dialoga con le istituzioni a livello nazionale ed europeo per creare il
più corretto quadro normativo, da perseguire con strumenti regolatori semplici, efficaci e il meno onerosi possibili; conduce relazioni
industriali con trasparenza e collaborazione fra tutte le parti sociali; segue attentamente ogni aspetto tecnico scientifico di rilevante
importanza per le imprese, primo fra tutti il Regolamento REACH; si
adopera per la riqualificazione di un’immagine della chimica passata, ormai ampiamente superata.
In queste pagine, dunque, c’è uno scorcio che auspica una ripresa: siamo convinti che la strada per uscire dalla crisi e tornare finalmente alla crescita passi anche attraverso l’importanza dell’ industria
chimica, della quale il Rapporto fornisce una dettagliata descrizione.
Cesare Puccioni
Presidente
INDICE
Prima parte
L’industria chimica in Italia e nel mondo
Chimica e sostenibilità un binomio di eccellenza 9
Agrofarmaci
52
Principi attivi e intermedi
di chimica farmaceutica
53
Chimica fine e delle specialità
54
Ausiliari per la detergenza,
tensioattivi e prodotti oleochimici
55
Lo scenario economico
11
Lo scenario europeo
19
Ambiente, salute e sicurezza
23
Ingredienti cosmetici,
additivi farmaceutici e fragranze
56
Sicurezza prodotti: le recenti novità
25
Chimica per il settore alimentare
57
Chimica ed energia
27
Oli lubrificanti
58
Logistica e competitività
31
Abrasivi
59
Ricerca e innovazione
35
Smalti per ceramica,
pigmenti inorganici, ossidi metallici
60
Responsible Care: il nostro impegno
per lo sviluppo sostenibile
37
Adesivi e sigillanti
61
Relazioni industriali e risorse umane
41
Pitture e vernici
62
Gas tecnici, speciali e medicinali
63
Detergenti e specialità
per l’industria e per la casa
64
Cosmesi
65
Farmaci di automedicazione
66
Seconda parte
La chimica e i suoi settori
Chimica di base organica,
inorganica e tensioattivi
47
Prodotti per la salute animale
67
Materie plastiche e resine sintetiche
48
Biotecnologie
68
Chimica da fonti rinnovabili
49
Prodotti aerosol69
Agricoltura e mercato dei fertilizzanti
50
Gas liquefatti
70
Fibre artificiali e sintetiche
51
Servizi ambientali all’industria chimica
71
Appendice
Federchimica:
organizzazione E struttura75
5
Prima parte
L’Industria chimica in Italia
e nel mondo
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Chimica e sostenibilità,
un binomio di eccellenza
La sostenibilità è generalmente considerata un obiettivo prioritario per tutte le attività umane, non solo dal punto di vista industriale, ma anche dei
comportamenti sociali e istituzionali.
È senza dubbio positivo che la sostenibilità sia un valore condiviso e che
sempre più sia riconosciuto come
tale; il princìpio, però, deve essere inteso nel suo pieno significato,
ovvero come la possibilità assecondare la crescita economica come
elemento irrinunciabile per il benessere dell’umanità, senza incidere, in
modo irreversibile, sulle risorse del
pianeta. La coniugazione espressa
dal concetto di sviluppo sostenibile, che a volte viene persino considerata una contraddizione in termini, è invece la strada da intraprendere per il futuro dell’umanità e della terra, nelle migliori condizioni possibili di benessere, per tutti, in ogni
“Io ricordo. Se le molecole potessero parlare racconterebbero questa storia”, illustrazione.
zona del pianeta.
Diffondere una accezione corretta di sviluppo sosteniper il corretto accoglimento e perseguimento dello svibile per il suo perseguimento è una sfida da raccogliere
luppo sostenibile da parte della comunità. L’attività di
e un indirizzo da perseguire: la sostenibilità deve essere
comunicazione dovrà perseguire questo obiettivo, eviinterpretata come il connubio tra le tre P (People, Planet,
denziando il ruolo della chimica e dei suoi prodotti nei
Prosperity) in un percorso virtuoso che non può che parsuoi tantissimi campi d’applicazione, l’attività a favore deltire dall’evoluzione tecnologica, frutto di adeguati invela salute, della sicurezza e dell’ambiente, e soprattutto la
stimenti in ricerca.
sua capacità di inventare nuovi processi per una miglioÈ dunque necessario guardare con attenzione a tutti gli
re gestione delle risorse. “Chimica sostenibile” non è un
ambiti nei quali innovazione e ricerca sono particolarossimoro, bensì la declinazione di un percorso fattibile
mente importanti.
e soprattutto già largamente in atto, molto più di quanLa chimica è senza dubbio uno di questi ambiti: la conto generalmente si sappia.
tinua propensione all’innovazione di processi e prodotti
sostenibili, adottata da tempo dal comparto, continuerà
Comunicare la sostenibilità della chimica
ad avere un effetto molto positivo su tutti i settori a valle, che della chimica e della evoluzione delle sue scoIl concetto di sostenibilità così inteso è senz’altro il più
perte si alimentano, migliorandosi. D’altronde è evidente
attuale per le iniziative di comunicazione dell’industria
come ogni comunità, trovando disponibilità di servizi e
chimica nei confronti di tutti i pubblici esterni, dalle istiprodotti in continua evoluzione, ma improntati alla tutetuzioni alle amministrazioni anche locali, dagli opinion
la ambientale, assumerà comportamenti conseguenti.
leader all’opinione pubblica, dalle università alle scuoL’accettazione della chimica è dunque imprescindibile
le di primo grado.
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9
Prima parte
Il filone della chimica green (definizione amata dalla stampa che l’industria chimica rifiuta: la chimica è un tutt’uno,
non ne esiste una buona e una cattiva) ha aperto la strada
a un nuovo dibattito sulle principali testate nazionali che
tornano a parlare del nostro settore in modo organico.
Inoltre, la crisi economica e la disoccupazione giovanile dilagante stanno aumentando la spinta verso gli studi scientifici, che offrono maggiori sbocchi professionali. Per questo motivo il MIUR – Ministero dell’Istruzione,
dell’Università e della Ricerca, ha rinnovato il proprio
impegno verso le lauree scientifiche condividendo con
il sistema industriale obiettivi e strategie per la divulgazione e l’orientamento.
Sono quindi diversi i fronti su cui è necessario agire, non
trascurando le azioni finora svolte ma cercando invece
di riempire di nuovi contenuti gli strumenti di comunicazione adottati in questi anni.
Un nuovo linguaggio rivolto a “nuovi” interlocutori, almeno
per la comunicazione della chimica, è quello utilizzato
per scrivere il libro: “Io ricordo. Se le molecole potessero parlare racconterebbero questa storia” che Federchimica ha promosso in collaborazione con Carthusia,
la casa editrice specializzata in letteratura per ragazzi.
Il pubblico cui è destinato “Io ricordo” è quello dei
ragazzi tra gli 8 e i 12 anni; per parlare loro di chimica
in modo da coinvolgerli emotivamente e quindi incuriosirli, Sabina Colloredo, l’autrice, ha utilizzato un racconto, che non parla solo di una materia scolastica, di
una scienza da cervelloni o di qualcosa di importante ma lontano anni luce dalla vita quotidiana. L’intreccio fa anzi capire che la chimica è ben altro e si trova nel linguaggio con cui si esprime il mondo, nella
musica, nel tempo che passa, nella natura che ci circonda e anche in tanti oggetti che usiamo tutti i giorni. Soprattutto la chimica è dentro ognuno di noi, nei
nostri ricordi, nelle nostre emozioni, nelle nostre relazioni con gli altri. Persino nell’esplosione che si scatena dentro di noi quando ci innamoriamo, esattamente come accade ai protagonisti della storia, che si incontrano e si rincorrono, si perdono e si riprendono
lungo un filo infinito di reazioni personali, che di volta in volta dividono
o uniscono.
Il libro ha avuto un riscontro molto
positivo sia presso i suoi destinatari diretti, ovvero i bambini di scuola elementare e media, i loro insegnanti e le loro famiglie, sia presso
numerosi operatori nell’ambito della
formazione scientifica che lo hanno
da subito adottato come strumento
di dialogo nuovo ed efficace.
“Io ricordo” è stato infatti presentato e
diffuso ad oltre mille ragazzi in occasione di incontri e letture guidate con
l’Autrice ma è stato anche utilizzato
come spunto per un nuovo dialogo
sulla chimica nell’ambito dei principali Festival della scienza nazionali e durante le attività di divulgazione
promosse dalle università.
“Io ricordo. Se le molecole potessero parlare racconterebbero questa storia”, illustrazione.
10
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Lo scenario economico
Il contesto mondiale ed europeo
La chimica mondiale, pur continuando a crescere e
superando i 3.000 miliardi di euro, vive un rallentamento che coinvolge tutti i suoi settori, ad eccezione della chimica destinata all’agricoltura (fertilizzanti e agrofarmaci). Nel 2012 la produzione è aumentata del 3,2% in
volume, con una performance inferiore al 2011 (+4.5%)
e decisamente sottotono rispetto alla media degli anni
2000-2007 (pari al 5.1%).
Evoluzione della produzione chimica
per settore (var. % in volume)
2010-2011 2011-2012
Chimica di base
+4.0
+2.4
Specialità chimiche
+4.6
+3.9
Chimica per l’agricoltura
+4.7
+7.0
Chimica per il consumo
+7.3
+4.0
Totale Chimica
+4.5
+3.2
Andamento della produzione chimica mondiale
(var. %)
15
10
Crescita media
annua 2000-2007
5
I paesi emergenti, come già accennato, non sono rimasti immuni dal rallentamento, compresa la Cina che rappresenta oggi il primo produttore chimico mondiale con
una quota pari al 27% circa. Il gigante asiatico ha avviato
la transizione verso un modello di crescita meno dipendente dall’export e maggiormente incentrato sui consumi;
tuttavia il processo di cambiamento sarà lento e graduale.
Non necessariamente, peraltro, comporterà una minore
attivazione di chimica; basti pensare all’elevato contenuto di chimica presente nei consumi durevoli (automobili,
Ripartizione della produzione chimica mondiale
per area geografica (%)
Altri Europa
4%
America Latina
5%
0
-5
-10
gono buone in quanto la domanda sarà alimentata non
solo dal proseguimento della crescita nei paesi emergenti, ma anche dall’affermazione dei principi dello sviluppo sostenibile. L’industria chimica, infatti, ha un ruolo centrale nella ricerca e messa a punto di tecnologie
per l’uso efficiente delle risorse, ad esempio per ridurre i consumi energetici e l’impatto ambientale dei settori clienti e degli utilizzatori finali. Nei paesi avanzati questo si tradurrà in una crescita dei consumi di chimica
in valore, a causa del maggiore contenuto tecnologico
dei prodotti chimici, ma in parte anche in volume, per
effetto della presenza crescente di prodotti chimici nei
manufatti finali.
Giappone
6%
Altri
4%
Cina
27%
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012
Fonte: American Chemistry Council
In chiave prospettica sono emersi timori che tale rallentamento non consista soltanto in una parentesi congiunturale, ma nel passaggio a un periodo caratterizzato da una minore forza propulsiva della domanda di
chimica per effetto dell’ingresso dei paesi emergenti in
una fase di sviluppo più matura. In realtà le prospettive
di medio periodo per l’industria chimica mondiale riman-
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USA
14%
Altri Asia
19%
Unione europea
20%
Fonte: Cefic, 2011
11
Prima parte
Evoluzione della produzione chimica mondiale
per area geografica (var. % in volume)
2010-2011 2011-2012
Unione europea
+1.0
-1.5
- Germania
-0.4
-2.0
- Francia
+1.4
-0.9
- Italia
-2.4
-5.3
USA
+1.5
+2.9
Altri
+6.1
+4.5
Mondo
+4.5
+3.2
Fonte: elaborazioni e stime su dati American Chemistry Council,
Cefic, UIC, Istat
elettrodomestici, mobili). La fase di maggiore debolezza
sembra, in ogni caso, alle spalle e il nuovo pacchetto di
misure, approvato dal Governo e destinato prevalentemente alle infrastrutture, stimolerà la domanda di chimica.
In controtendenza rispetto alle altre aree, negli USA la
produzione chimica si è rafforzata nel corso del 2012
(+2.9% a fronte del +1.5% del 2011) beneficiando,
in primis, della ripresa del settore immobiliare e delle costruzioni. L’accesso, grazie a nuove tecnologie di
estrazione, a vaste disponibilità di gas naturale “intrappolate” nei depositi sabbiosi (shale gas) rappresenta un
possibile sviluppo energetico. La crescente disponibilità di shale gas, infatti, aiuta a tenere basso il prezzo del
gas naturale americano, sganciandolo dal prezzo del
petrolio. Per l’industria chimica americana, che attualmente riveste una quota di produzione mondiale pari al
14%, questo comporta opportunità sia dal lato dell’offerta, grazie all’utilizzo dell’etano (derivato del gas naturale) come materia prima, sia dal lato della domanda,
poiché il vantaggio di costo favorisce nuovi investimenti nei settori clienti. D’altro canto, bisogna tenere conto
che gli impianti petrolchimici alimentati a gas producono etilene, e, in misura minore, propilene, ma comportano, rispetto agli impianti europei alimentati a virgin nafta (derivato del petrolio), una minore disponibilità di altri
prodotti, come il butadiene e gli aromatici, materie prime fondamentali per importanti filiere chimiche.
L’Unione europea riveste un ruolo di primo piano nel
panorama chimico mondiale, con una quota sulla produzione complessiva pari a circa il 20%. Il settore gode
di un surplus commerciale consolidato, che nel 2012
ha raggiunto i 50 miliardi di euro con un aumento di ben
Prezzo della virgin nafta
(prezzi spot in E)
800
700
600
500
400
300
200
100
2008
2010
2012
Prezzo degli organici di base
(prezzi contratto in E, indice 2000)
210
190
15
170
150
10
130
110
5
90
2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013
Petrolio (Brent)
Gas naturale (Henri Hub)
Fonte: elaborazioni su EIA
12
2006
230
20
0
2004
Fonte: ICIS, INSEE
Prezzo del petrolio e del gas naturale
negli USA ($ / milione di BTU)
25
2002
70
50
2002
2004
2006
2008
2010
2012
Fonte: ICIS, INSEE
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Lo scenario economico
9 miliardi sul 2011, complice anche la debolezza della domanda interna. L’intera area è entrata nuovamente
in recessione per effetto delle politiche fiscali restrittive
attuate contemporaneamente in quasi tutti i paesi e di
un generale clima di incertezza. La produzione chimica
europea ha subito un arretramento dell’1.5% nel 2012
(dopo un 2011 in crescita, +1%, ma non certo brillante)
e, al momento, non emergono segnali di svolta. I maggiori produttori europei mostrano performances diversificate, soprattutto in funzione dell’intensità di contrazione della domanda domestica.
Il riemergere di focolai di crisi (Cipro, Slovenia) e la scarsa compattezza a livello politico europeo generano cautela negli acquisti e tendono a prolungare una situazione
di domanda interna cedente, particolarmente penalizzante in due importanti settori clienti della chimica come
l’automobile e le costruzioni.
Nonostante il rallentamento mondiale e la recessione
europea, il 2012 si è caratterizzato per costi delle materie prime molto volatili ma comunque su livelli elevati.
La congiuntura internazionale in graduale miglioramento sosterrà le quotazioni del petrolio e non consentirà
alleggerimenti nelle pressioni sui margini delle imprese
chimiche attive in Italia, alle prese con una domanda,
interna ed europea, ancora fiacca che ostacolerà l’adeguamento dei prezzi di vendita.
Andamento e prospettive
della chimica in Italia
L’industria chimica italiana, con un valore della produzione
pari a 52,8 miliardi di euro nel 2012, si conferma il terzo
produttore europeo, dopo Germania e Francia, e il decimo a livello mondiale. Il settore, con 2.800 imprese e 113
mila addetti, rappresenta il 6% circa dell’intero fatturato
dell’industria manifatturiera nazionale ed è il quarto esportatore italiano dopo meccanica, metallurgia e alimentare.
Il 2012 si chiude con un calo della produzione pari al 2.8%
in valore, sostenuto dall’aumento dei prezzi (+2.5%) a
fronte di una contrazione più marcata in termini di volumi
(-5.3%). Il settore risente del crollo della domanda di chimica in Italia (-4.2% in valore) diffuso, anche se con intensità diverse, a praticamente tutti i settori clienti, compresi quelli legati ai consumi finali (detergenti, cosmetici, alimentare, imballaggio oltre ad alcune tipologie di pitture e
vernici) che negli anni passati avevano risentito meno della crisi. Gli ultimi mesi dell’anno avevano mostrato segni di
stabilizzazione della domanda, pur su livelli depressi, ma
le difficoltà politiche hanno impedito un consolidamento, innescando una nuova fase di decumulo delle scorte da parte dei clienti. La caduta della domanda interna
si è riflessa anche sulle importazioni, in calo nel 2012 del
2.3% a valore, e ha portato con sé il miglioramento del
deficit commerciale, che si attesta a 10,3 miliardi di euro
rispetto agli 11,6 miliardi del 2011. L’export si conferma
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in crescita (+1.6% in valore) nonostante il calo del mercato europeo (-0.7%) e un generale rallentamento della domanda mondiale, trainato dalla forte espansione nei
mercati extra-europei (+5.8%) e dai settori della chimica
fine e specialistica (+5.0%). Si tratta di un risultato importante, tenuto conto che l’export rappresenterà una leva
centrale per sostenere l’attività chimica in Italia nei prossimi anni e che, già dal 2013, si prospetta un rafforzamento della domanda mondiale e almeno una stabilizzazione a livello europeo.
In un contesto di grave difficoltà dell’industria italiana, la
chimica, pur soffrendo la crisi di importanti settori clienti, è complessivamente solida e non evidenzia segni di
declino irreversibile. Nonostante le marcate pressioni
La chimica in italia nel 2011 - 2012
(miliardi di euro)
Chimica
2011
2012
Var.
Produzione
54,3
52,8
-2.8%
Domanda interna
65,9
63,1
-4.2%
Importazioni
36,5
35,6
-2.3%
Esportazioni
24,9
25,3
+1.6%
Saldo commerciale
-11,6
-10,3
-1.9
Addetti (migliaia)
113,8
113,2
-0.5%
Chimica e farmaceutica
2011
2012
Var.
Produzione
80,0
79,0
-1.2%
Domanda interna
95,4
91,8
-3.7%
Importazioni
55,7
55,4
-0.5%
Esportazioni
40,2
42,6
+5.8%
Saldo commerciale
-15,4
-12,8
+2.6
Addetti (migliaia)
177,9
176,3
-0.9%
Fonte: Federchimica, Istat
Var. % dell’export chimico nel 2011-2012
+1.6%
Totale export
+5.8%
Export extra-UE
Export intra-UE
-0.7%
Chimica fine
e specialità
Chimica di base
e fibre
+5.0
0.0%
Fonte: Istat
13
Prima parte
sui margini, in presenza per tutti gli anni Duemila di forti
rincari nei costi delle materie prime e debolezza/contrazione della domanda interna, la redditività caratteristica,
pari al 6%, è decisamente superiore alle media manifatturiera (4%). L’incidenza delle sofferenze bancarie sui
prestiti, pur essendo in leggero aumento dall’inizio della grande recessione (+1.6 punti percentuali da inizio
2009), è la più bassa nel panorama industriale italiano
(3.6% a fronte del 12.4% medio a fine 2012) e segnala
che le cessazioni di attività non sono diffuse. La restrizione creditizia normalmente non colpisce direttamente
le imprese chimiche, solide dal punto di vista patrimoniale e finanziario, ma agisce indirettamente aggravando
il problema dei ritardati pagamenti della clientela e dei
rischi di insolvenza. Significativi miglioramenti sono attesi – in particolare lungo alcune filiere come quelle legate alle costruzioni e alla sanità – dal recente provvedimento per il pagamento di una parte dei debiti arretrati
della pubblica amministrazione.
Redditività caratteristica
(ROI in %, anno 2012)
Industria
chimica
6.0
Industria
manifatturiera
3.6
14
Distribuzione della produzione in Italia
(%, anno 2012)
Imprese
a capitale
estero
36%
Fonte: stime Federchimica
Note: medio-grandi gruppi italiani definiti in base a vendite mondiali
superiori a 100 milioni di euro
2.0
Fonte: Banca d’Italia
Note: chimica inclusa farmaceutica
La chimica vede la presenza bilanciata di imprese a capitale estero (36% del valore della produzione), mediograndi gruppi a capitale italiano (26%) e PMI italiane
(38%). Le imprese a capitale estero rappresentano una
risorsa importante per il settore, anche perché la loro
presenza è radicata sul territorio comportando spesso attività di ricerca in Italia e flussi di export. La crisi
ha indotto un ridimensionamento della presenza estera molto limitato: la quota in termini di addetti chimici è
calata soltanto di due punti percentuali in quattro anni.
Medio-grandi
gruppi italiani
26%
Incidenza delle sofferenze
sui prestiti bancari (%)
Gen 2009
Totale
Industria Dic 2012
La capacità dell’industria chimica di resistere in un contesto economico e industriale così problematico discende dal percorso di cambiamento intrapreso con decisione da molte imprese a partire dagli anni Duemila
(in qualche caso anche prima) e fondato su due pilastri:
ricerca e orientamento ai mercati esteri. Inoltre, il settore, essendo caratterizzato da risorse umane altamente
qualificate (quota di laureati pari al 19%) ed elevati investimenti materiali e immateriali, riesce, meglio di molti
altri, a difendersi dall’aggressività dei paesi emergenti.
Piccole
e medie
imprese
italiane
38%
Fonte: Prometeia, Analisi dei settori industriali
Industria Gen 2009
chimica
Dic 2012
Caratteristiche e mutamenti della chimica
in Italia
3.6
3.6
12.4
Tenendo conto dei gruppi industriali, la dimensione
media di impresa sfiora i 50 addetti e testimonia l’esistenza di un nucleo abbastanza ampio di realtà dotate
della massa critica necessaria ad affacciarsi sul mercato internazionale e affrontare la sfida impegnativa della
ricerca. La classifica dei principali gruppi chimici a proprietà italiana evidenzia numerose realtà, sconosciute al
grande pubblico, ma spesso leader nel loro segmento di specializzazione, a livello europeo se non addirittura mondiale e, in misura prevalente, dotate di presenza
produttiva internazionale. Nella chimica, inoltre, anche
le PMI sono imprese avanzate dal punto di vista tecno-
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Lo scenario economico
logico, come dimostra la produttività del lavoro superiore del 75% rispetto alla media delle PMI industriali.
La chimica è un settore ad elevata intensità di ricerca.
La quota di addetti dedicati alla R&S, pari al 4.3%, è più
che doppia della media manifatturiera (1.9%). Nel corso
degli anni Duemila, in un contesto di accresciuta concorrenza internazionale e di esplosione nei costi delle
materie prime, molte imprese chimiche, anche piccole
e medie, hanno rafforzato la ricerca al fine di aumentare il contenuto tecnologico dei prodotti, sottrarsi a una
competizione incentrata solo sui fattori di costo e difendere i margini. In 10 anni la quota di imprese chimiche
attive nella ricerca è aumentata di 10 punti percentuali e ha raggiunto il 48%, una quota più che doppia della media industriale (23%) e superiore anche a settori high tech come la farmaceutica e l’elettronica (44%).
In effetti, in ambito europeo, la chimica italiana è secon-
I 50 principali gruppi chimici italiani
Risultati 2012 (milioni di euro)
1. Versalis
Vendite Produzione
mondiali
in Italia
6.416
4.878 26. Montefibre
Vendite Produzione
mondiali
in Italia
180
0
2. Gruppo Mossi & Ghisolfi
2.195
299
27. 3V Partecipazioni industriali
173
104
3. Gruppo Mapei
2.176
753
28. Indena/Gruppo IdB Holding
168
137
4. Radici Group
1.089
652
29. Mirato
163
163
5. Gruppo Bracco
845
589
30. Inver
161
107
6. COIM Group
714
390
31. Gruppo Isagro
148
118
7. Polynt Group
681
537
32. Italmatch Chemicals
148
91
8. Gruppo SOL
583
310
33. Novamont
135
135
9. Gruppo Colorobbia
575
227
34. Sabo
126
126
10. Gruppo Aquafil
501
251
35. Gruppo Chromavis
125
85
11. Gruppo S.I.A.D.
468
301
36. Sinterama
125
64
12. Gruppo P&R
462
423
37. ICR ‑ Industrie Cosmetiche Riunite
124
124
13. Gruppo Lamberti
395
266
38. Fluorsid
123
123
14. Gruppo Sapio
449
431
39. Silvateam
122
70
15. Gruppo Sipcam‑Oxon
379
170
40. Paglieri
116
116
16. ACS Dobfar
323
304
41. Zach System
116
90
17. Esseco Group
318
237
42. Gruppo Bozzetto
115
65
18. Gruppo Zobele*
317
56
43. Index
113
113
19. FIS ‑ Fabbrica Italiana Sintetici
313
313
44. Cosmint
113
113
20. Intercos Group
307
168
45. Gruppo SOL.MAR
104
104
21. Gruppo Desa
250
250
46. Bottega Verde
102
99
22. Sadepan Chimica
249
178
47. Micys Company
97
0
23. Euticals
227
158
48. Deborah Group
94
80
24. FACI
195
91
49. ICAP-SIRA Chemicals&Polymers
92
92
25. Reagens
181
85
50. Lechler
91
91
Fonte: Federchimica
Note: imprese con capitale a maggioranza italiano; i valori si riferiscono ai prodotti chimici (esclusi farmaci);
classifica basata sui dati forniti dalle imprese - associate e non - che hanno aderito all’indagine di Federchimica;
*dati relativi al 2011
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15
Prima parte
da solo alla Germania per numero di imprese attive nella R&S, oltre 800, davanti a Francia e Spagna. Questa
diffusione rappresenta una ricchezza in termini di interazioni con il tessuto industriale italiano al quale la chimica, attraverso i suoi beni intermedi, trasferisce innovazione tecnologica e competitività.
L’industria chimica mostra una forte e crescente vocaRicerca e sviluppo della chimica in Italia
Quota di addetti dedicati alla R&S in Italia
(% sul totale degli addetti)
Industria chimica
4.3%
Industria manifatturiera
1.9%
Quota di imprese chimiche con attività di R&S in Italia
(% sul totale delle imprese)
Anno 2000
38%
Anno 2010
48%
Numero di imprese con R&S nella chimica europea
Germania
1.209
Italia
827
Francia
607
Spagna
560
Italia
Totale
Export
Chimica
+39%
+51%
Paesi UE
+64%
Italia
+62%
Paesi UE
Fonte: ICE-Istat
Settori della chimica fine e specialistica
in avanzo commerciale
(milioni di euro, anno 2012)
Cosmetici
1.140
Pitture e vernici
735
Detergenti e cura casa
511
Additivi per oli lubrificanti
398
Adesivi, colle, mastici e stucchi
248
Catalizzatori
219
Antiossidanti e stabilizzanti per plastica
145
Pigmenti e smalti ceramici
114
Fonte: Istat, Eurostat, 2010
Ausiliari per tessile, carta e cuoio
90
zione internazionale, attraverso il canale dell’export e
investimenti produttivi all’estero. È il comparto con la più
elevata incidenza di imprese esportatrici (54%), dopo la
farmaceutica, e in 10 anni la quota di export sul fatturato è aumentata di 11 punti percentuali, consentendo al
settore di diventare meno dipendente da una domanda
interna, in generale poco brillante e più recentemente in
caduta, e di contrastare l’erosione dei margini. La performance all’export è in linea con gli altri paesi europei
e persino migliore di importanti concorrenti come Francia e Regno Unito, in un contesto in cui l’Italia nel suo
complesso ha, invece, perso terreno nel confronto europeo. In effetti l’Italia vanta una specializzazione in numerosi segmenti della chimica fine e specialistica che complessivamente generano un surplus commerciale prossimo ai 4 miliardi di euro. Tra questi figurano i cosmetici,
le pitture e vernici, i detergenti e prodotti per la cura della casa, gli additivi per oli lubrificanti, gli adesivi.
Nel contesto industriale italiano, la chimica ha un posi-
Additivi per cemento
81
Preparazioni disincrostanti
77
Solventi e diluenti
56
Inchiostri da stampa
11
Evoluzione della quota di export
sul fatturato nell’industria chimica
48%
37%
+11
Anno 2002
Fonte: Istat
16
Performance all’export nel confronto europeo
var. % 2002-11
Anno 2012
Altro
141
Totale
3.966
Fonte: elaborazioni su dati Istat
zionamento avanzato anche in termini di internazionalizzazione produttiva. Infatti, la quota di addetti delle imprese a capitale italiano impiegati nelle filiali estere raggiunge il 21% a fronte del 17% nel totale dell’industria manifatturiera. Sono circa 130 le imprese chimiche dotate di
impianti produttivi all’estero e, oltre a quasi tutti i maggiori gruppi chimici italiani, includono anche numerose
realtà piccole e medie (il 70% del totale). La presenza
produttiva internazionale consente di presidiare meglio
i mercati esteri e talvolta anche quello nazionale, vista
l’importanza di proporsi come fornitori globali, sfruttare i
vantaggi di costo, soprattutto per le produzioni a minore valore aggiunto, e acquisire nuove competenze. Di
conseguenza l’internazionalizzazione sostiene anche le
attività in Italia, difendendo i posti di lavoro: infatti, se si
considerano i maggiori gruppi chimici italiani internazionalizzati, le vendite mondiali sono superiori al livello precrisi dell’11% e la produzione in Italia è inferiore solo del
2% a valore ed è stata completamente ripristinata (o persino superata) in quasi il 70% dei casi.
L’impegno profuso dalle imprese chimiche e dai loro
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Lo scenario economico
Imprese chimiche italiane
dotate di presenza produttiva all’estero
30%
Medio
grandi
gruppi
130
imprese
investitrici
dipendenti per migliorare il posizionamento competitivo
rischia di essere compromesso in assenza di progressi nelle condizioni esterne di competitività e, con esso,
la stessa capacità di tenuta complessiva del settore. In
particolare, condizioni da sempre penalizzanti, come il
divario del costo dell’energia e l’inefficienza della pubblica amministrazione, diventano nella fase attuale insostenibili e richiedono interventi urgenti.
Attività in Italia e nel mondo
dei maggiori gruppi chimici a capitale italiano
Vendite mondiali e produzione in Italia
var. % 2007-2012
70%
Medie e piccole
imprese
Vendite mondiali
Fonte: elaborazioni su Istat, Reprint, anno 2010
Note: medio-grandi gruppi = vendite mondiali superiori ai 100 milioni
di euro
Quota di addetti nelle filiali estere
delle imprese a controllo nazionale
Industria chimica
Industria manifatturiera
Fonte: elaborazioni su dati Istat, anno 2010
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21%
17%
Valore della produzione in Italia
+11%
-2%
Quota di imprese che ha ripristinato
i livelli di attività pre-crisi
Vendite mondiali
83%
Valore della produzione in Italia
69%
Fonte: elaborazioni sui dati forniti dalle imprese che aderiscono all’indagine di Federchimica
Note: analisi a campione chiuso, vendite mondiali superiori a 100
milioni di euro nel 2012
17
Lo scenario europeo
L’Unione europea è in un periodo di crisi non solo economica ma anche sociale, culturale e istituzionale. Negli
ultimi anni, secondo i dati raccolti dall’Eurobarometro, si
è assistito ad una costante diminuzione della fiducia dei
cittadini europei nei confronti dell’UE. Accanto a questo
crollo della fiducia nelle istituzioni europee, che è passata dal 57% del 2007 al 33% del dicembre 2012, si è
andata diffondendo un’idea negativa di Europa. Infatti,
il numero di cittadini europei che percepisce in maniera totalmente negativa l’Europa è passato dal 15% del
2007 al 29% del 2012.
La crisi che l’Europa sta attraversando potrebbe tuttavia
essere un’opportunità per rendere l’UE più efficiente, solidale e competitiva e rilanciare un progetto che negli ultimi decenni ha garantito pace e prosperità a centinaia di
milioni di cittadini europei. Non può sfuggire che, anche
se troppo lentamente, le regole incomplete e asimmetriche che finora hanno disciplinato la gestione dell’euro, vengono riviste e modificate con l’obiettivo di raggiungere un maggiore coordinamento delle politiche economiche e una migliore sorveglianza dei conti pubblici. Le
politiche ambientali che negli scorsi anni hanno sempre
penalizzato le imprese, soprattutto manifatturiere, stanno lasciando il posto a politiche inclusive tese a fronteggiare il pericoloso effetto della disoccupazione e, in primis, della perdita di competitività del sistema industriale europeo. Gli accordi commerciali con le altre regioni
del mondo vengono sottoscritti solo dopo una più attenta analisi costi-benefici (come sta accadendo nei negoziati con il Giappone e come accadrà con quello con gli
USA) e non soltanto per seguire impostazioni rivelatesi
troppo liberiste.
Il 2012 è quindi stato, per le istituzioni europee, un anno
in cui le contraddizioni di un’Unione a 27 Stati e popoli è
emersa con violenza e, a tratti, con brutalità. Ma è stato
anche l’anno in cui la classe dirigente europea e in parte
anche quella nazionale ha finalmente preso consapevolezza che andare avanti così non é più ammissibile. L’Unione europea deve rafforzarsi e non indebolirsi. L’Unione
europea deve continuare il suo percorso d’integrazione
che, a termine, dovrà condurre agli Stati Uniti d’Europa.
Lo hanno detto chiaramente 22 amministratori delegati di grandi aziende chimiche europee che, su proposta
di Giorgio Squinzi, allora Presidente del Cefic (Associa-
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zione europea della chimica) hanno rivolto il 28 giugno
2012 un appello, pubblicato sul Financial Times e su Il
Sole 24 Ore, con cui hanno chiesto ai 27 capi di stato
e di governo un rafforzamento immediato e lungimirante dell’Unione europea. Mai, in precedenza, era accaduto che degli imprenditori o managers di aziende chimiche sentissero l’urgenza di rivolgersi, in quei termini,
ai responsabili istituzionali europei. Anche il Presidente
di Federchimica ha ribadito questa richiesta di rafforzamento delle istituzioni UE nei vari incontri che ha avuto
nel 2012 con diversi rappresentanti italiani a Bruxelles.
Le imprese chimiche, attraverso le proprie associazioni di
rappresentanza, sono compatte e determinate quando
chiedono la promozione di una politica industriale forte,
coesa e che verta su una rinnovata attenzione verso la
competitività del settore manifatturiero. Il Cefic ha molto
insistito su questo punto nel 2012, incalzando le istituzioni europee. Federchimica, dal canto suo, ha sostenuto il Cefic ed ha svolto un attento ruolo di mediazione, visti i consolidati rapporti istituzionali instaurati, nello
specifico, con il Commissario italiano all’Industria (nonché Vice Presidente della Commissione europea) Antonio Tajani e la Presidente italiana della Commissione Industria, Ricerca ed Energia del Parlamento europeo, Amalia Sartori e con la Vice Presidente Patrizia Toia. L’esito
di queste azioni, peraltro positivamente accolte da quasi tutti gli eurodeputati italiani delle diverse realtà politiche, ha dato vita ad una serie di misure a favore delle
PMI, come mai si era visto prima.
Innanzitutto, non va dimenticato che l’obbligo di pagamento dei crediti alle imprese da parte delle amministrazioni pubbliche è nato da una Direttiva approvata a
Bruxelles nel 2011 che, a partire dal 2012, ha spiegato il suo effetto giuridicamente vincolante costringendo
molti stati reticenti a pagare, in tempi ragionevoli, i propri
fornitori. Questa Direttiva, recepita in Italia in extremis, è
stata il frutto di un lavoro congiunto tra le diverse istituzioni europee (Commissione, Parlamento, Consiglio) e
permetterà, in molti stati (tra cui l’Italia), di liberare ingenti somme, altrimenti scandalosamente bloccate. Questo è uno degli esempi di come da Bruxelles possono
arrivare non solo oneri amministrativi, ma anche norme
che obbligano i governi nazionali ad essere più corretti
ed efficienti nei rapporti con i loro cittadini.
19
Prima parte
Una maggiore attenzione per il mondo industriale è emersa anche durante le discussioni che hanno riguardato il
nuovo programma europeo per la ricerca e lo sviluppo
“Horizon 2020”, all’interno del quale si è dato maggiore
spazio all’opportunità di incrementare e sostenere l’innovazione industriale e la competitività del sistema produttivo europeo. Oltre 80 miliardi di euro saranno messi a disposizione per gli anni 2014-2020 per progetti di
ricerca, sviluppo e innovazione. Negli ultimi anni, l’Italia è
diventata una contributrice netta dell’UE con un disavanzo che nel 2011 ha toccato i 6 miliardi. Questa situazione, dovuta anche all’incapacità di spendere tutti i fondi
allocati al nostro Paese, sta gradualmente cambiando
e, di recente, sono stati recuperati molti fondi europei.
Nel 2012, ad esempio, solo per un progetto su 52 non
si è riusciti ad utilizzare i fondi allocati dall’UE per una
perdita di soli 33,3 milioni di euro rispetto ai 9,2 miliardi
spesi tra l’ottobre 2011 e il dicembre 2012.
Nel 2012 sono iniziati i negoziati per definire il quadro
finanziario pluriennale 2014-2020 ossia il bilancio europeo per i prossimi sette anni. Fino ad oggi si è trattato
di negoziati complessi, aggravati dalla crisi economica e
finanziaria, nei quali si sono confrontati non solo gli interessi a volte divergenti dei vari Stati europei, ma anche
i diversi livelli di ambizione delle tre istituzioni europee
coinvolte. Sebbene (al momento in cui questo capitolo viene scritto) non si sia ancora raggiunto un accordo interistituzionale definitivo, emergono delle prospettive positive per la spesa in competitività industriale che
verrebbe aumentata a circa 125 miliardi di euro rispetto ai 91 miliardi del periodo 2007-2013.
Più nello specifico, per quanto riguarda le imprese operanti nel settore chimico ci sono stati diversi provvedimenti le cui conseguenze positive (anche se non risolutive) si vedranno a breve. Primo fra tutti è da salutare
con favore la decisione di non modificare il Regolamento REACH (Registrazione, Valutazione e Autorizzazione)
inerente le sostanze chimiche. Non era affatto scontato, considerando che molti Stati membri (soprattutto del
Nord Europa) e diversi europarlamentari avrebbero preferito cambiare il testo legislativo per introdurvi norme più
stringenti su nanomateriali, miscele chimiche e interferenti endocrini. Si tratta quindi di un risultato molto significativo, raggiunto grazie anche al contributo dato al dibattito
da Federchimica. Una decisione molto importante maturata nel corso nel 2012, su spinta del Vice Presidente
Antonio Tajani, è stata quella di ridurre le tariffe richieste
dall’ECHA (Agenzia europea per le sostanze chimiche)
alle PMI per la registrazione delle sostanze chimiche in
ottemperanza al Regolamento REACH. Le riduzioni variano in base alla dimensione dell’impresa (più consistenti
per le micro imprese e meno per le medie) e consistono in diminuzioni tra il 35% e il 95% delle tariffe per la
registrazione delle sostanze e tra il 25% e il 90% per la
loro autorizzazione. Sempre con riferimento al Regolamento REACH, la Commissione europea si è impegna-
20
ta a migliorare e razionalizzare le linee guida esistenti e
a garantire una maggiore organizzazione e trasparenza
dei gruppi per l’identificazione e lo scambio d’informazioni sulle sostanze chimiche (SIEF).
Il Commissario europeo per l’Industria, Antonio Tajani,
e la Direzione generale (DG) Impresa da lui coordinata,
si stanno adoperando, con determinazione ed efficacia, per riportare al centro dell’agenda europea la politica industriale ed in particolare il settore manifatturiero.
Questi due assi sono stati anche al centro della Comunicazione sulla politica industriale pubblicata dal Commissario Tajani il 10 ottobre 2012, nella quale il comparto chimico è indicato come un settore strategico nel
quale l’Europa deve poter continuare ad essere leader
mondiale. Nella stessa direzione di promozione del sistema produttivo, vanno le decisioni di sottoporre vari settori industriali a dei fitness check per verificare l’impatto
complessivo delle normative europee su un comparto
produttivo. L’obiettivo finale di queste analisi incrociate
è di comprendere come si potrebbe rendere più snello, efficiente e coerente l’insieme delle normative che
ricadono su un settore. Allo stesso modo, attraverso la
consultazione pubblica aperta a tutti i cittadini europei
(imprese incluse) sulle 10 normative più onerose per le
PMI, la DG Impresa ha cercato di comprendere le difficoltà delle aziende europee per semplificare, laddove
possibile, la legislazione comunitaria.
Proprio rispetto a questa consultazione, che ha individuato il Regolamento REACH come la normativa europea
più complessa, si sono espressi anche i capi di stato e
di governo dei 27 Stati membri che, in sede di Consiglio
europeo, hanno chiesto alla Commissione europea di
fornire, entro giugno 2013, delle proposte concrete su
come semplificare il quadro regolatorio in cui operano
le PMI e di completare quanto prima il mercato interno.
Queste non sono le sole iniziative portate avanti dal Commissario Tajani a favore del settore manifatturiero e delle PMI. Particolare attenzione è stata data alle tecnologie avanzate di produzione, ai bio prodotti, alle tecnologie chiavi abilitanti (ossia nanotecnologie, biotecnologie, micro e nano elettronica, fotonica), all’edilizia sostenibile, alle materie prime, alle reti intelligenti e ai veicoli puliti. Per tutti questi ambiti, evidenziati all’interno della Comunicazione sulla politica industriale (già in precedenza citata), sono state promosse diverse attività.
Sono stati, ad esempio, creati dei gruppi di lavoro specifici per settore con il coinvolgimento diretto di rappresentanti dell’industria e di tutte le parti sociali interessate per discuterne le opportunità e criticità o ancora sono
state pubblicate delle comunicazioni contenenti misure
concrete per agevolare lo sviluppo dei singoli settori. Per
quanto riguarda le PMI è stata data particolare attenzione alla disponibilità di finanziamenti attraverso ad esempio il programma COSME (Programma per la competi-
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Lo scenario europeo
tività delle imprese e delle PMI) che prevede 2.5 miliardi di euro di finanziamenti per le PMI e l’approvazione di
un regolamento sui fondi di venture capital.
Nel corso del 2012, la Commissione europea ha pubblicato anche la sua visione per lo sviluppo futuro e la
salvaguardia delle risorse idriche in Europa ed il VII programma d’azione per l’ambiente che sarà il testo giuridico di riferimento per la futura politica ambientale europea. Anche in queste occasioni è emersa una maggiore attenzione al coordinamento e all’attuazione della politica ambientale esistente piuttosto che alla creazione di nuove normative, che rischierebbero di aggiungere inutili oneri burocratici a svantaggio delle imprese
europee. Si tratta di un’impostazione cara al Commissario per l’Ambiente Janez Potocnik, sempre molto attento alla reale efficacia delle politiche europee e ai costi
ad essi collegati.
Il rafforzamento del mercato interno è sicuramente un
mezzo importante per proseguire nel processo di avvicinamento tra gli Stati europei. Nonostante la crisi economica e i suoi effetti su molti paesi membri, le valutazioni del mercato interno europeo e delle performance nel
campo dell’innovazione non hanno dato risultati troppo
negativi. Dalla valutazione del mercato interno, pubblicata a febbraio 2013, appare chiaro che gli Stati membri hanno ottenuto il miglior risultato in quindici anni nel
recepire le norme UE nel diritto interno. La percentuale
delle Direttive non recepite nei tempi dovuti negli ordinamenti nazionali è diminuita dal 6.3% del 1997 al livello record dello 0.6%. Particolarmente brillante è stata la
prestazione dell’Italia che, in sei mesi, ha ridotto il suo
deficit di recepimento dal 2.4% allo 0.8%. Meno lusinghiero è, invece, il primato del nostro Paese per il numero di procedure d’infrazione avviate dalla Commissione
europea (67 rispetto alla media europea di 31). Ambiente
e fiscalità restano i due ambiti in cui si registrano il maggior numero di infrazioni.
Nel corso del 2012, sono migliorate anche le prestazioni generali europee nell’innovazione, ma è aumentato il divario tra Stati membri. Svezia, Germania, Finlandia e Danimarca hanno registrato performance molto al
di sopra della media UE, mentre l’Italia si è collocata prima tra i paesi moderatamente innovatori, ossia con prestazioni al di sotto della media.
Per la prima volta, la Commissione europea ha deciso di
valutare anche le prestazioni dei sistemi giuridici dei 27
Stati membri, poiché la loro efficienza è fondamentale
non solo per garantire i diritti civili dei cittadini ma anche
per consentire lo sviluppo degli investimenti e delle attività economiche. I risultati di questo primo esercizio non
sono completi, poiché non tutti i paesi europei hanno
fornito dati sul loro sistema giuridico, ma si tratta sicuramente di un’analisi che potrà essere utile anche per il
sistema imprenditoriale europeo. L’Italia, in base a que-
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sto primo studio parziale, non è certamente virtuosa per
la durata dei procedimenti e il numero di casi pendenti.
Interessante notare come il nostro Paese sia al penultimo posto per numero di giudici ogni 100.000 abitanti, mentre compaia al primo per il numero di avvocati.
L’Unione europea è innanzitutto un’unione di popoli.
Nel luglio del 2013 i croati diventeranno nuovi cittadini
europei, con diritti e doveri previsti dal Trattato di Lisbona. I lettoni, nel gennaio nel 2014, entreranno a far parte della zona-euro e i polacchi decideranno se adottare l’euro entro il 2016. Certamente c’è anche chi, come
il governo inglese del Primo Ministro David Cameron,
vuole rinegoziare e “rimpatriare” alcune competenze
devolute negli anni alle istituzioni comunitarie anche se,
a detta di molti, l’operazione porterebbe enormi svantaggi per gli inglesi, e avrebbe conseguenze abbastanza ridotte per gli europei.
Tuttavia, in questo quadro in perenne mutazione, Federchimica, nei numerosi incontri avuti a tutti i livelli nel 2012
con gli interlocutori istituzionali a Bruxelles ha sollevato
tanti interrogativi, pronta a fornire possibili soluzioni con
position papers e suggerimenti puntuali. Ad esempio,
come affrontare le questioni legate al cambiamento climatico? Con gli orizzonti incerti e costosi per le imprese
della Commissaria danese al Clima, Connie Hedegaard
che non vuole riconoscere che il sistema di scambio di
emissioni di CO2 non è seguito da nessuna delle grandi potenze mondiali e quindi varrebbe forse la pena rivedere quello imposto alle sole imprese europee? Oppure
con il pragmatismo del Commissario tedesco all’Energia Günther Oettinger e del Commissario italiano all’Industria, Antonio Tajani secondo cui occorre, soprattutto in questo momento, abbattere i costi per le imprese
europee e non aumentarli? Come coniugare le aspirazioni di alcuni Stati europei che vorrebbero vietare l’utilizzo di nanotecnologie e nanomateriali o eliminare dal
commercio ogni oggetto fatto in plastica? Come sconfiggere l’idea, purtroppo ancora condivisa da qualche
eurodeputato, che la manifattura debba essere spostata
in paesi in via di sviluppo e non restare più in Europa?
L’Unione europea, con le sue differenze di popoli e quindi anche di visioni, deve risolvere, giorno dopo giorno,
queste importanti divergenze. Il ruolo delle associazioni
di rappresentanza nazionali ed internazionali deve essere quello di stimolare le istituzioni. È esattamente l’obiettivo che Federchimica si è posta. In diverse occasioni,
alcuni eurodeputati italiani e dirigenti della Commissione europea hanno partecipato a riunioni “ad hoc” nella
sede milanese della Federazione, a diretto contatto con
i rappresentanti delle aziende associate.
È anche grazie a questo genere di attività e alle campagne di informazione portate avanti da Federchimica
e dalle associazioni nazionali ed europee della chimica, che sta maturando nei cittadini europei una visione
più realistica e meno stereotipata dell’industria chimica.
21
Prima parte
Come dimostra anche un’inchiesta realizzata dall’Eurobarometro, i cittadini europei si stanno rendendo conto della pervasività della chimica nella nostra vita quotidiana e della centralità del settore per promuovere l’innovazione a tutti i livelli. Infatti, secondo il 69% dei cittadini UE non sarebbe possibile eliminare completamente le sostanze chimiche dalla nostra vita e secondo il
75% la chimica è coinvolta nella maggior parte dell’innovazione industriale. È importante sottolineare inoltre che è aumentata la consapevolezza sulla sicurezza
delle sostanze chimiche. Per il 61% dei cittadini europei le sostanze sul mercato oggi sono più sicure rispetto a 10 anni fa.
Il 2013 sarà un anno in cui la prospettiva europea potrebbe notevolmente mutare. Non solo per le imminenti elezioni in Germania, ma anche per una serie di scadenze
istituzionali che si avvicinano. Infatti, nel 2014 sarà rinnovato il Parlamento europeo con l’elezione diretta da par-
22
te dei cittadini europei dei 751 eurodeputati e sarà rinnovato anche il Collegio dei Commissari che mantiene il
potere esclusivo di proposta legislativa. Una nota positiva per quanto riguarda i rappresentanti italiani a Bruxelles è data dal fatto che, a differenza di quanto accaduto
nelle precedenti legislature, si è drasticamente ridotto il
numero di eurodeputati italiani che hanno abbandonato il loro seggio a Bruxelles per ricoprire incarichi nazionali o locali. Questa è la prova di una maggiore consapevolezza del ruolo e dei risultati che possono essere ottenuti solo con professionalità e una conoscenza approfondita delle dinamiche istituzionali e politiche
dell’UE. Toccherà certamente ai cittadini europei e alle
imprese chiedere una maggiore conoscenza di quanto
viene fatto a Bruxelles e con quali obiettivi, eliminando
così il vizio (comune a molti stati) di utilizzare le elezioni
europee come semplice indicatore del gradimento che
il governo nazionale trova tra gli elettori.
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Ambiente, salute e sicurezza
Ambiente
Per quanto concerne la normativa nazionale relativa alla
tutela dell’ambiente, nel 2012 ci si è concentrati soprattutto nell’elaborazione di proposte volte ad una significativa semplificazione di alcune disposizioni, soprattutto in relazione alle bonifiche.
Su questa tematica, nello specifico, purtroppo il pacchetto di modifiche proposte che avrebbero portato
ad una effettiva revisione della disciplina dettata dal
Titolo V della Parte IV del Codice Ambientale ha subito una vera e propria frammentazione in vari provvedimenti (Decreti Legge “Salva Italia”, “Semplificazioni” e
“Crescita”) e solo alcune proposte sono state accolte;
fra queste ultime, l’articolazione dei progetti di bonifica per aree o fasi temporali, con adozione di tecnologie innovative. Molto resta ancora da fare per arrivare
ad un quadro normativo semplificato e in grado di non
ostacolare le attività produttive, di re-industrializzazione o riconversione industriale che devono necessariamente affiancare gli interventi di bonifica.
Una grande occasione persa per il Legislatore, in tema
di semplificazione, è stata l’adozione del Decreto ministeriale 161/2012 relativo alla gestione delle terre e
rocce da scavo: un provvedimento molto atteso dalle
imprese perché avrebbe dovuto chiarire e codificare le
condizioni alle quali gestire tali materiali come sottoprodotti anziché come rifiuti, ma che ha invece introdotto tante e tali complicazioni (basti pensare all’introduzione di un nuovo documento di trasporto diverso da
quello normalmente usato per il trasporto delle merci)
da rendere la sua applicazione estremamente onerose per gli operatori.
Su un altro fronte, anche per dotarsi di uno strumento di dialogo con il Ministero dell’Ambiente in vista del
recepimento della Direttiva 2010/75/UE (la cosiddetta
Industrial Emissions Directive, che andrà a sostituire la
Direttiva IPPC), Federchimica ha attivamente partecipato ai lavori di Confindustria per elaborare il documento
“Valutazione comparativa della disciplina di Autorizzazione Integrata Ambientale a livello europeo e nazionale:
effetti sullo sviluppo industriale del Paese”, presentato
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dal Presidente di Confindustria in una apposita conferenza stampa il 6 marzo 2013.
L’analisi, che mette a confronto le esperienze nazionali
ed europee, fornisce un esempio concreto della correlazione tra ambiente e politica industriale.
Dai dati raccolti e dalle analisi fatte emerge che in Italia
l’attuazione della disciplina sulle emissioni comporta per
le imprese costi amministrativi e burocratici più elevati
rispetto ai principali paesi dell’Unione europea, a causa
delle tempistiche più lunghe e dei maggiori oneri. Inoltre
la disciplina europea in materia ambientale viene spesso recepita, nel nostro Paese, in maniera più restrittiva
rispetto ai parametri europei (limiti di emissioni, sanzioni, oneri e tariffe a carico delle imprese).
Obiettivo del documento, in vista del già richiamato recepimento della Direttiva IED, è di chiedere un quadro normativo ambientale allineato agli standard europei e di
conseguire una decisa semplificazione delle procedure.
Altro tema centrale, nel panorama della normativa
ambientale, ha continuato ad essere il sistema informatico SISTRI per la tracciabilità dei rifiuti, che, istituito
nel dicembre 2009, da quasi tre anni ormai prosegue
la sua odissea di rinvii e modifiche.
Nel 2012 c’è stata la pubblicazione di un Decreto ministeriale in materia e la sospensione dell’operatività del
Sistema fino, al massimo, al 30 giugno 2013. Il Ministero dell’Ambiente ha annunciato l’intenzione di far partire in maniera scaglionata il SISTRI, a partire dall’1 ottobre 2013 per i produttori di rifiuti pericolosi e dal 3 marzo 2014 per i produttori di rifiuti non pericolosi.
Naturalmente Federchimica lavorerà al fianco di Confindustria per favorire la messa a punto da parte del Ministero di un sistema realmente in linea con l’operatività
delle imprese.
A livello europeo, il settore chimico ha seguito con attenzione gli sviluppi e poi la pubblicazione della nuova Direttiva “Seveso III”, relativa agli impianti a rischio di incidente rilevante: la Commissione europea ha presentato la
propria proposta di Direttiva nel dicembre 2010, l’iter di
approvazione è proseguito per l’intero 2011 e si è concluso con la pubblicazione del provvedimento il 24 luglio
2012. Sebbene l’obiettivo della revisione fosse solo un
23
Prima parte
allineamento della normativa Seveso alla nuova classificazione delle sostanze e miscele disciplinate, sulla base
del Regolamento CLP (Regolamento UE 1272/2008),
il testo ha suscitato un ampio dibattito fra le istituzioni
europee e gli stakeholder a causa di alcuni appesantimenti proposti rispetto alla normativa vigente, fra i quali, in primis, la possibilità di un ampliamento di rilievo
degli impianti assoggettati a questa disciplina. Sul dossier, così come sulla revisione della Direttiva relativa agli
standard di qualità ambientale (EQS), Federchimica ha
presentato le proprie posizioni a Bruxelles, in collaborazione con l’associazione europea Cefic.
Infine, un’importante attività è stata condotta insieme a
Cefic per iniziare ad affrontare, come settore chimico, il
tema della biodiversità. Ne è nata una pubblicazione dal
titolo “Biodiversity and Ecosystem services – What are
they all about?” che vuole essere una semplice e pratica guida per le imprese che vogliono iniziare a confrontarsi con questo tema.
Salute e sicurezza nei luoghi di lavoro
Dando seguito alla lettera circolare del luglio 2011, il
Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali ha pubblicato il Manuale operativo “Criteri e strumenti per la valutazione e la gestione del rischio chimico negli ambienti di lavoro ai sensi del D. Lgs. n. 81/2008 e smi, (Reg.
(CE) n. 1907/2006, Reg. (CE) n. 1272/2008 e Reg. (UE)
n. 453/2010)”, approvato dalla Commissione consultiva permanente per la salute e sicurezza sul lavoro il 28
novembre 2012.
Il documento è stato redatto dal Comitato 9 “Agenti chimici, fisici e biologici” della Commissione consultiva permanente, di cui Federchimica è componente, per fornire
uno strumento utile alle imprese che devono adempiere agli obblighi relativi alla corretta gestione degli agenti chimici pericolosi sul luogo di lavoro. All’interno del
24
documento viene inoltre affrontato il tema della possibile contemporanea presenza di valori limite di esposizione definiti dalla normativa nazionale e internazionale
(VLE) e quelli derivanti dagli scenari di esposizione predisposti ai sensi del Regolamento REACH (DNEL); questa tematica è stata oggetto di un workshop, ampiamente partecipato, che si è svolto in Federchimica il 4 ottobre 2012 e verrà trattata in posizioni che si stanno preparando a livello europeo.
Con riferimento agli Accordi della Conferenza Stato
Regioni relativi alla formazione in tema di salute e sicurezza di lavoratori, preposti, dirigenti e datori di lavoro
che svolgono il ruolo di RSPP, il Ministero del Lavoro
e delle Politiche sociali, in accordo con le Regioni, ha
sancito un secondo Accordo (25 luglio 2012) per fornire chiarimenti e precisazioni in merito alle attività di formazione previste.
Federchimica, inoltre, ha dato puntuale informazione e
assistenza in merito alla pubblicazione dell’Accordo Stato Regioni concernente l’individuazione delle attrezzature
di lavoro per le quali è richiesta una specifica abilitazione
degli operatori; tale accordo, oltre ad elencare le attrezzature, indica le modalità per il riconoscimento dell’abilitazione, l’individuazione dei soggetti formatori, la durata,
gli indirizzi e i requisiti minimi di validità della formazione.
A livello europeo, la Commissione continua a valutare la revisione della Direttiva cancerogeni e mutageni 2004/37/CE riflettendo inoltre sul possibile inserimento degli agenti reprotossici: su questa eventualità anche Cefic ha pubblicato una posizione, condivisa
da Federchimica.
Stanno inoltre iniziando a circolare anteprime di un possibile quarto elenco di valori indicativi di esposizione professionale, mentre a livello nazionale sono stati recepiti i valori stabiliti dalla terza lista dal Decreto del 6 agosto 2012.
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Sicurezza prodotti: le recenti novità
Sul fronte del Regolamento REACH (Registration, Evaluation, Authorization, Restriction of Chemicals) il 2012
non è stato caratterizzato da scadenze riguardanti la registrazione, ma ha visto la piena applicazione delle nuove disposizioni per le Schede Dati di Sicurezza e contemporaneamente il prosieguo delle attività in relazione
all’implementazione degli altri regolamenti riguardanti la
sicurezza prodotti.
Il Regolamento REACH
Il processo di autorizzazione delle SVHC
(Substance of Very High Concern)
L’Autorizzazione è una delle nuove procedure previste dal REACH. Scopo dell’Autorizzazione è quello di
assicurare che i rischi connessi all’uso delle sostanze estremamente problematiche (Substances of Very
High Concern), siano adeguatamente controllati e che
le stesse siano progressivamente sostituite (ove economicamente e tecnicamente possibile) con altre più
sicure.
L’Autorizzazione si applica solo ed esclusivamente alle
sostanze incluse nell’Allegato XIV del REACH e non è
vincolata ai quantitativi; tale allegato è stato aggiornato nel febbraio del 2012 con l’inserimento di otto nuove sostanze che vanno a sommarsi alle sei precedentemente inserite. Anche la lista di sostanze candidate
all’autorizzazione “Candidate List” è stata aggiornata e
attualmente comprende 138 sostanze.
Attività in relazione alla Valutazione delle sostanze
Il processo di Valutazione, che viene effettuato dagli Stati
membri, ha lo scopo di chiarire se l’uso di determinate
sostanze non possa rappresentare un rischio per la salute umana e/o per l’ambiente tale da richiedere maggiori informazioni ai dichiaranti ed eventualmente proposte
di misure di gestione dei rischi (es. possibile restrizione,
possibile classificazione come sostanze SVHC, etc.).
Nel corso del 2012 è stato pubblicato il primo CoRAP
(piano d’azione a rotazione a livello comunitario) contenente 90 sostanze che saranno valutate in ambito
REACH nell’arco del triennio 2012-2014. Il CoRAP è
soggetto ogni anno ad aggiornamenti.
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Attività funzionali relative alla prima revisione del
Regolamento
Nel giugno del 2012 la Commissione europea avrebbe
dovuto presentare una serie di valutazioni inerenti l’attuale stato di applicazione del Regolamento REACH.
Tali valutazioni dovevano essere raccolte in una relazione da presentare al Parlamento e al Consiglio europeo ma sono state posticipate al 2013 e costituiranno la
base di lavoro per le future attività in materia di REACH.
Le Schede Dati di Sicurezza (SDS)
A dicembre 2012 è terminato il periodo di deroga previsto per l’adozione delle disposizioni del Regolamento 453/2010 per le miscele. Ne consegue che, tutte le
SDS dei prodotti, siano essi sostanze o miscele, immessi sul mercato, ad oggi devono essere redatte in base
al nuovo formato.
Permangono le problematiche relative alla lettura ed
applicazione di quanto previsto dagli scenari espositivi
allegati, ove previsto, alle SDS. Federchimica nel corso
del 2012, con un’apposita task force, ha predisposto
un aggiornamento della Collana Editoriale del Comitato
Sicurezza Prodotti dal titolo “Come valutare le (e)SDS
e decidere le azioni conseguenti” allo scopo di aiutare le imprese associate, nella lettura della SDS e, dove
previsto, degli scenari espositivi derivanti dalla registrazione REACH.
Tale argomento rivestirà in futuro sempre maggior importanza soprattutto con l’avvento delle prossime registrazioni e la necessità di trasferire le informazioni pervenute
tramite gli scenari, nella catena di approvvigionamento.
Il Regolamento CLP
L’1 dicembre 2012 ha visto terminare il periodo di proroga per la riclassificazione ed etichettatura, secondo CLP,
delle cosiddette “sostanze a scaffale” (cioè quei prodotti
immessi sul mercato prima dell’1 dicembre 2010 e che
si trovano sugli scaffali dei grossisti/rivenditori). Si ricorda
difatti che l’1 dicembre 2010 è entrato in vigore l’obbligo
di applicazione, per le sostanze, dei nuovi criteri previsti
per la classificazione e l’etichettatura introdotti dal Regolamento 1272/2008/CE (cosiddetto Regolamento CLP).
25
Prima parte
L’applicazione dei criteri di classificazione ed etichettatura
CLP per le miscele è invece obbligatorio a partire dall’1
giugno 2015. Le imprese hanno quindi dovuto rivedere le classificazioni delle sostanze in base ai criteri CLP
e predisporre etichette di pericolo, nelle quali sono stati
inseriti pittogrammi di pericolo in sostituzione dei simboli previsti dalla precedente normativa, così come le nuove indicazioni di pericolo e i nuovi consigli di prudenza.
Il Regolamento CLP è soggetto ad aggiornamenti in
relazione ai criteri di classificazione; a dicembre 2012 è
diventato obbligatorio applicare quanto previsto dal primo di questi aggiornamenti in riferimento alle sostanze;
tale applicazione ha comportato un aggravio della classificazione di alcune sostanze.
Il Regolamento Biocidi
Nel giugno del 2012, dopo tre anni dalla proposta della Commissione di revisione della Direttiva 98/8, si è
arrivati alla fine dell’iter e il nuovo Regolamento (Regolamento 528/2012) è stato pubblicato. Tale Regolamento, che riguarda l’immissione sul mercato e l’uso
dei biocidi, presenta numerosi aspetti di miglioramento rispetto alla Direttiva ma ha suscitato, nel corso del
26
2012, molte perplessità per via della difficile interpretazione di alcuni articoli.
Le novità introdotte riguardano, ad esempio, la possibilità di presentare una domanda di autorizzazione all’ECHA che permetta di immettere un prodotto contemporaneamente in tutti gli stati dell’Unione europea, nuove
disposizioni per gli articoli trattati e una migliore gestione
della condivisione dei dati. Nel corso del 2012 il gruppo di lavoro biocidi ha analizzato il Regolamento e predisposto un documento guida, a supporto delle imprese, di prossima pubblicazione.
Attività di supporto di Federchimica
Federchimica nel corso del 2012, tramite il Comitato Sicurezza Prodotti, ha organizzato, oltre a numerosi gruppi di lavoro e task force specifici, tre importanti
eventi. Uno relativo ai materiali innovativi a contatto con
alimenti che ha riscosso notevole successo e due conferenze “Sicurezza Prodotti” che hanno visto la partecipazione di circa 600 partecipanti. La prima si è tenuta
in marzo ed è stata specifica sul REACH; l’altra, dal titolo “Come gestire la complessa fase di evoluzione legislativa sui biocidi” in ottobre.
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Chimica ed energia
Le politiche europee in tema
di energia e clima
È importante analizzare gli sviluppi riguardanti la politica europea in tema di energia e clima, per i loro effetti sui singoli paesi.
La politica europea, soprattutto quella climatica, è
da tempo caratterizzata dalla volontà di costituire un
esempio per il resto del mondo, per arrivare ad un vero
accordo internazionale, con obiettivi condivisi ed impegni generalizzati. Si può dire che nel 2012 le speranze
dell’Unione Europea siano state frustrate:
gli USA, con lo shale gas, hanno mostrato come si
possano ottenere risultati molto rilevanti, in termini di
riduzione delle emissioni di gas serra, con una linea
diversa e autonoma rispetto all’UE;
le prospettive di un accordo internazionale di politica
climatica continuano ad allontanarsi, o addirittura a
rivelarsi poco realistiche, come dimostrato dagli esiti della COP 18 di Doha, a seguito dei quali l’obiettivo attuale è la definizione di un accordo per il 2015,
che però potrà essere operativo non prima del 2020.
Nel frattempo stanno emergendo problematiche connesse con qualche difficoltà nel disegno complessivo
delle politiche europee; al di là di quelle relative all’Emissions Trading System europeo precisate in seguito, vanno menzionate anche quelle difficoltà ancora non risolte
dei criteri di sostenibilità delle fonti rinnovabili per i trasporti
e quelle emergenti per la gestione operativa e le conseguenze economiche delle fonti rinnovabili per la produzione di energia elettrica.
I dubbi sulla sostenibilità delle fonti rinnovabili per il trasporto, cosiddette di prima generazione, hanno portato a limitare al 5% il loro contributo agli obiettivi al 2020,
senza né rivedere l’obiettivo totale del 10%, né indicare come esso possa essere assicurato, dato lo stadio
ancora iniziale delle generazioni successive alla prima
(nonostante l’esistenza di promettenti esempi a livello
industriale, questa volta anche nel nostro Paese, come
dimostrato dall’esperienza di Mossi & Ghisolfi a Crescentino in Piemonte).
Lo sviluppo (ancora diseguale nei vari Paesi) delle fonti
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rinnovabili elettriche pone nuove condizioni di stress per
le reti di trasmissione e distribuzione, e richiede profondi
interventi sulle stesse, molto più velocemente di quello
che si riesca a fare, con la necessità di realizzare sistemi di stoccaggio dell’energia elettrica, e inoltre pone il
problema di come sostenere i notevoli costi delle politiche di incentivazione (sulla fiscalità generale, cosa che
in tempi di crisi è ancora meno agevole, o sui consumatori di energia, con le conseguenti scelte fra i consumatori domestici e l’industria e, all’interno di questa,
come proteggere l’industria energy intensive).
Inoltre, lo sviluppo inevitabile delle fonti rinnovabili per
l’energia elettrica evidenzia un paradosso riguardo al
modello di mercato unico alla base degli obiettivi delle
politiche europee: al di là della lentezza con cui si procede verso il mercato unificato, con una situazione di collegamenti ancora insufficienti tra le aree isolate di mercato,
ci si rende conto che importanti quote del prezzo totale
effettivo dell’energia elettrica sono soggette alla regolazione, e non al mercato, come per esempio gli oneri di
trasporto e distribuzione, gli oneri di incentivazione, e le
componenti fiscali; si ricorda infatti che l’energia incentivata, remunerata al prezzo di mercato, entra nel mercato a prezzo zero.
È un risultato di fatto sconsolante, se paragonato alle
attese sul futuro mercato dell’energia, per superare una
situazione iniziale in cui tutto era regolato: la regolamentazione di parti importanti del prezzo dell’energia elettrica è destinata a rimanere impermeabile alle condizioni di mercato. A titolo di esempio dei paradossi che si
realizzano, si citano le discussioni in Italia sui meccanismi di capacity payment, che, invece di intervenire su
situazioni di insufficiente disponibilità di capacità, devono risolvere i problemi derivanti dall’eccedenza di capacità disponibile di origine fossile (ad es. i cicli combinati
a gas), “spiazzata” dalla produzione eolica e fotovoltaica.
La politica europea sull’efficienza energetica, infine, è
destinata ad aggiungere altre incognite, dovute alle possibili differenze nell’implementazione nazionale della direttiva europea 2012/18/CE (pubblicata ad ottobre), con
la varietà delle possibili forme degli obiettivi da raggiungere (consumi primari, consumi finali, insufficiente distin-
27
Prima parte
zione tra efficienza e risparmio energetico, possibili limiti
nei valori assoluti dei consumi con il conseguente effetto di freno alla crescita).
I problemi dello schema europeo di
Emissions Trading
In relazione allo schema europeo di Emissions Trading
(EU ETS), si sta sviluppando una discussione innescata
dalla discesa dei prezzi delle quote di emissione (EUA).
I prezzi delle quote, dopo aver toccato livelli anche di
30 E/t CO2, sono progressivamente discesi fino a livelli inferiori a 5 E/t CO2.
Andamento recente del prezzo
delle quote di emissione (EU ETS)
€/t CO2
EUA, mercato a termine prezzi settimanali
8
6
5
4
3
2
1
50 51 52 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17
Settimane 2012-2013
NordPool
ECX
Fonte: elaborazioni GME su dati Thomson Reuters
Alla base della discesa dei prezzi vi è il progressivo
accumularsi di un surplus di quote, dopo la restituzione
e cancellazione di quelle corrispondenti alle emissioni
verificate. Ciò ha effetti negativi:
sugli interessi del trading finanziario, i cui utili sono
proporzionali al livello di prezzo delle quote;
sui possibili ricavi (in calo) che gli Stati membri possono ottenere dalla vendita all’asta delle quote;
sulle possibilità di finanziare tecnologie di riduzione
delle emissioni di gas serra costose e che ancora
non hanno dimostrato la loro fattibilità come le tecniche di CCS (Carbon Capture and Sequestration),
per le quali si era fatta una sorta di “scommessa” su
un alto livello di prezzo delle quote, per poterle adeguatamente finanziare.
Si ricorda che l’obiettivo garantito da un sistema cap &
trade è quello di assicurare che le emissioni del sistema
regolato non superino il cap fissato: il livello di prezzo che
si realizza per il raggiungimento dell’obiettivo dipende da
28
Nel caso della discussione sull’opportunità di intervenire sull’EU ETS per risollevare i prezzi delle quote, sembra sia stato dimenticato che l’obiettivo della riduzione
delle emissioni corrispondente al cap fissato è comunque garantito, e quindi anche per questo non si giustificano interventi esterni. L’argomento dell’industria manifatturiera è che intervenire dall’esterno su uno strumento di mercato, anzi scelto esattamente per questo, è
una contraddizione.
Inoltre esistono dubbi (anche tra i proponenti) sulla capacità della proposta (sottrazione “temporanea” di quote)
di risollevare i prezzi; un effetto del genere si potrebbe
ottenere da un’eliminazione di quote a titolo definitivo, il
che però sarebbe equivalente ad aumentare l’obiettivo
di riduzione delle emissioni al 2020, cosa che richiederebbe un intervento legislativo sulla direttiva 2009/29/
CE e sarebbe in contrasto con la decisione dell’Europa
di rendere più ambizioso l’obiettivo di riduzione solo in
presenza di un accordo globale sulle politiche climatiche.
7
0
vari fattori, quali la disponibilità e il costo delle tecnologie
di abbattimento, la “severità” dell’obiettivo, il livello di attività economica, l’esistenza di altri strumenti di policy con
obiettivi simili (è il caso, in Europa, dell’obiettivo sull’impiego di fonti rinnovabili, che ha avuto l’effetto di ridurre
l’impiego di fonti fossili e la domanda di quote). In ogni
caso, lo stabilirsi di un basso livello di prezzi dovrebbe
essere considerato coerente con la funzione di minimizzazione del prezzo propria di uno strumento di mercato.
Nonostante tale decisione, esistono posizioni favorevoli
all’adozione di ambiziosi obiettivi di politica climatica per
il 2030 (anche senza un accordo globale): ad esse si
deve il tentativo di proporre come impegni europei stringenti e incondizionati per il 2030 quelli che sono semplicemente le conseguenze a medio termine degli impegni
che si dovrebbero adottare in caso di un accordo globale per il 2050. Impegni d’altronde inefficaci se adottati
solo dall’Europa, che per di più contribuisce solo per un
decimo alle emissioni globali di gas serra.
In tema di Emissions Trading la posizione dell’industria
chimica europea, in linea con tutta l’industria manifatturiera, è di considerare che correzioni allo schema siano
da applicare solo dopo il 2020.
Le correzioni partono dall’analisi delle cause delle attuali
problematiche dell’EU ETS: tra le maggiori, secondo l’industria, ci sono la riduzione di attività produttiva indotta
dalla pesantissima e perdurante crisi economica, e i criteri di assegnazione gratuita delle quote, scollegati dalla produzione effettiva, che hanno contribuito a determinare l’eccesso di quote sul mercato. L’industria propone un criterio dinamico di assegnazione delle quote, in grado contemporaneamente di legarle alla produ-
< Torna all’indice
Chimica ed energia
zione effettiva e di rispettare il cap stabilito per il totale delle quote in circolazione. Tale criterio eliminerebbe
un meccanismo perverso indotto dall’assegnazione con
riferimenti “storici” che, stabilendo di fatto un arbitraggio
tra produzione industriale e vendita di quote, costituisce
una barriera per la produzione ed un incentivo implicito
alla delocalizzazione della produzione industriale europea. Con il legame alla produzione effettiva (assegnazione ex-post), non si potrebbero infatti ottenere quote per la produzione mancata, mentre ciò accade con
il sistema vigente.
È anche criticabile l’uso, di fatto discrezionale da parte
degli Stati membri, di non utilizzare i proventi generati
dalla vendita di quote, che sarebbero meglio impiegati nel sistema stesso, che ha il pregio di essere un riferimento comune a livello europeo.
Infine, una revisione dello schema di Emissions Trading
dovrebbe risolvere un problema di efficienza nella definizione del campo di applicazione, che include troppi impianti poco significativi dal punto di vista del loro
contributo alle emissioni regolate. Molto eloquenti sono
i dati seguenti:
il 75% degli impianti dello schema contribuisce al 5%
delle emissioni regolate,
il 40% degli impianti dello schema contribuisce al 2%
delle emissioni regolate.
Gli sviluppi in Italia
Evidentemente, le considerazioni fatte per l’Europa hanno
un’influenza significativa anche per l’evoluzione italiana.
Tra gli sviluppi registrati nel 2012 ce ne sono alcuni positivi. Tra essi si ricorda soprattutto:
la definizione della SEN (Strategia Energetica Nazionale), poi pubblicata nel 2013,
l’avvio di un mercato per il gas.
Il lato positivo della SEN è che, dopo oltre un quarto
di secolo, si ha finalmente un documento di riferimento in cui sono trattati gli aspetti rilevanti per una politica energetica.
L’avvio del mercato del gas ha consentito di eliminare quasi del tutto il significativo differenziale del prezzo
del gas sul mercato italiano, rispetto al resto d’Europa.
In prospettiva, dovrebbe ridursi il peso delle poco flessibili condizioni dei contratti TOP (take or pay) a favore del mercato spot, in questo periodo favorevole per
il consumatore.
Tra gli elementi non positivi, la perdurante mancanza
di una regolamentazione del cosiddetto “settore non
ETS”, rilevante in quanto sotto la diretta responsabilità
del governo, dopo che il settore ETS ne è uscito con
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le modifiche dell’EU ETS dopo il 2012. Un primo tentativo di sistemare la tematica risale alla Delibera CIPE
123/2002, pubblicata a marzo 2003, con riferimenti quantitativi presto diventati obsoleti. Si può dire che
il bisogno di regolamentazione risale a 10 anni fa; nel
2012 è stato fatto un tentativo di aggiornamento della Delibera citata, con una bozza di testo circolata, ma
senza risultati ufficiali.
Nel settore gas si segnala l’assoluta necessità per il Paese di dotarsi di infrastrutture quali i terminali di rigassificazione per approfittare dell’esportazione di shale gas dagli
USA, dove questa fonte per i bassi prezzi sta spiazzando le altre (petrolio e carbone).
Le criticità della politica delle rinnovabili
È difficile dire che gli sviluppi impetuosi delle fonti rinnovabili per l’energia elettrica, soprattutto nel 2011 e 2012,
siano stati il frutto di una politica lucida; essi sono stati
piuttosto il risultato dell’assenza della stessa, e si è trattato quindi di sviluppi disordinati e alla fine controproducenti, tranne che per i percettori degli ingenti sussidi
derivanti dagli incentivi.
Come si vede dai dati in tabella, l’energia elettrica prodotta dalle Fonti Rinnovabili, dal 2011 al 2012, è passata da 83 a 92,5 TWh (nonostante una riduzione dell’energia idroelettrica di circa 4 TWh, da 45,8 a 41,9 TWh).
Le due maggiori energie incentivate, eolica e fotovoltaica, sono passate da 9,86 a 13,9 TWh (eolica) e da
10,8 a 18,8 TWh (fotovoltaica). La potenza installata
fotovoltaica è passata da 12,77 a 16,35 GW, mentre
solo qualche anno prima si riteneva quasi impossibile
arrivare all’obiettivo di 8 GW.
Il disordinato sviluppo citato ha contribuito in modo determinante a portare gli oneri indiretti a carico dei consumatori di energia elettrica a oltre 12 miliardi di euro annui,
una cifra che pesa come un macigno sulla competitività di moltissime imprese in Italia, e che rende particolarmente difficili gli interventi di ridistribuzione interna a
favore dei consumatori industriali particolarmente esposti, interventi comunque decisi e previsti (vedi art. 39 del
cosiddetto Decreto sviluppo).
Le maggiori critiche che possono essere formulate alla
politica seguita, di fatto, in Italia, in termini di incentivi
alle Fonti Rinnovabili fotovoltaiche è che non risultano
giustificabili incentivi maggiori di quelli stabiliti in Germania (paese meno favorito dalle condizioni di insolazione), e tantomeno risulta giustificabile la precoce installazione di impianti per rispettare gli obiettivi al
2020, con la prospettiva che essi diventino obsoleti
(tecnicamente ed economicamente) man mano che si
avvicina la scadenza.
29
Prima parte
Impianti a fonti rinnovabili in Italia: Prima stima 2012
Edizione 28/02/2013
Potenza Efficiente Lorda (MW)
2008
2009
2010
Idraulica
17.623
17.721
17.876
Eolica
3.538
4.898
5.814
Solare
432
1.144
3.470
Geotermica
711
737
772
2
Bioenergie
1.555
2.019
2.352
Totale FER
23.859
26.519
30.284
2011
18.092
6.936
12.773
772
2.825
41.399
20121
18.200
7.970
16.350
772
3.800
47.092
Potenza Efficiente Lorda (GWh)
Idraulica
Eolica
Solare
Geotermica
Bioenergie2
Totale FER
2008
41.623
4.861
193
5.520
5.966
58.164
2009
49.137
6.543
676
5.342
7.557
69.255
2010
51.117
9.126
1.906
5.376
9.440
76.964
2011
45.823
9.856
10.796
5.654
10.832
82.961
20121
41.940
13.900
18.800
5.570
12.250
92.460
Consumo Interno Lordo CIL3 (GWh)
FER/CIL %
353.560
16
333.296
21
342.933
22
346.368
24
336.249
27
Fonte: GSE (Gestore Servizi Energetici)
30
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Logistica e competitività
Strategie e obiettivi
La logistica è un’opportunità per la crescita perché rappresenta una leva strategica di intervento, non solo in
termini micro-economici per la competitività dei singoli player ma anche in senso macroeconomico per lo
sviluppo generale e territoriale, in termini di PIL, valore
aggiunto e occupazione.
I tre diversi Piani della Logistica che nel 1999, 2004 e
2011 si sono succeduti sono sostanzialmente molto
simili, anche nel fatto di non essersi mai concretizzati.
Occorre un patto tra manifattura e supply chain perché
quest’ultima è parte integrante del prodotto manifatturiero e del made in Italy. La supply chain deve rappresentare il vero valore aggiunto nella produzione e nella vendita; le aziende italiane, per vincere, devono fare
lobby cioè reti di impresa integrate, abbandonando l’illusione dell’autonomia così fortemente radicata nel nostro
tessuto industriale.
Nel frattempo il settore della logistica chiude il 2012, così
come era cominciato, con fatturati in calo, aziende in sofferenza, numero di addetti in diminuzione e, anche per il
prossimo futuro, le aspettative rimangono pessimistiche.
Le rilevazioni di Confetra (Confederazione che raccoglie
le imprese di trasporto, della spedizione, della logistica e
del deposito delle merci) indicano che il 2012 si è chiuso
con il segno meno per tutti i settori: il trasporto su gomma ha fatto registrare una diminuzione dei volumi di traffico intorno al 5% rispetto al 2011, quello su rotaia del
4.8%, quello aereo del 5.8% e anche le direttrici navali hanno mostrato una contrazione nell’ordine del 3/5%.
Unico dato positivo, destinato a crescere, è quello relativo agli “Express Courier” che lavorano con aziende attive nell’e-commerce e che si è consolidato intorno a un
+2% su base annua.
I risultati negativi registrati non sono legati solo alla contrazione generale dell’economia ma anche all’assenza di una politica di sviluppo del comparto della logistica nel nostro Paese penalizzata da storture di sistema
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(dimezzato in cinque anni il trasporto merci su rotaia, 27
Autorità portuali che si fanno concorrenza o frammentano l’offerta, aeroporti non competitivi) che richiedono
interventi urgenti orientati a logiche di semplificazione e
liberalizzazione dei processi.
La logistica è una cartina al tornasole del sistema produttivo nazionale e per guadagnare in efficienza e capacità produttiva occorre trovare un nuovo modello di business per i suoi attori: non più semplici trasportatori di
merci ma veri e propri partner per le imprese.
Tutto ciò comporta:
l’integrazione reciproca delle modalità di trasporto e
la loro connessione al territorio;
l’omogeneità complessiva dell’offerta logistica e infrastrutturale;
la promozione di sistemi di comunicazione, gestione
e controllo informatici;
l’armonizzazione sistematica dei processi di produzione, stoccaggio e trasporto;
la gestione ottimale dei problemi dell’ultimo miglio;
lo sviluppo generalizzato della professionalità.
La situazione italiana è caratterizzata da una inefficienza logistica stimata intorno al 2.5% del PIL che rappresenta una tassa pesante sul nostro sistema economico
con ulteriori ripercussioni indirette per un totale di perdite indotte valutate fra 10 e 30 miliardi di euro.
Una politica responsabile deve quindi prevedere un
modello unitario che organizzi una rete multilivello, funzionale alle logiche d’area geografica o di filiera. Tale
politica andrebbe indiscutibilmente ad integrarsi (pur
restando in un’ottica di sistema) con i “Piani regionali di
sviluppo territoriale”, anche riqualificando le opere portuali o di ultimo miglio e aggiornando il quadro normativo per gli interporti.
Le linee operative per questa politica devono fare convergere più sistemi economici, amministrativi ed infrastrutturali. Sono quindi da favorire, lato offerta, le forme
di unione imprenditoriale, incentivando d’altra parte i
sistemi di aggregazione della domanda. Parallelamente
si renderanno necessarie infrastrutture portanti di buona
31
Prima parte
capacità (in termini di tonnellate/mezzo), con nodi adatti
al cambio modale nei punti di maggiore valenza logistica. Sono poi da incentivare le iniziative di sviluppo dei
sistemi di trasporto intelligenti a rete (ITS) che gestiscano le inefficienze di coordinamento nel trasporto attraverso la diffusione delle TIC (Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione). I sistemi di trasporto intelligenti offrono il vantaggio di assicurare soluzioni innovative per favorire il decongestionamento delle reti di trasporto, attraverso la fornitura di informazioni puntuali e aggiornate relative a condizioni del traffico, percorsi meno trafficati e mezzi alternativi più celeri. Possono
inoltre concorrere al riequilibrio tra le diverse modalità di
trasporto, in modo da privilegiare quelle maggiormente
compatibili sotto il profilo ambientale che costituiscono
elemento decisivo per la riduzione del consumo di energia e delle emissioni inquinanti (attualmente il trasporto su strada produce il 72% delle emissioni di anidride
carbonica di tutto il comparto dei trasporti).
È infine da valutare la necessità della formazione di player
logistici nazionali per lo sviluppo dell’intermodalità.
Un altro tema, di grande attualità in Italia, è quello relativo ai costi minimi dell’autotrasporto, di cui alla L. 4 agosto 2010, n. 127 che ne ha esteso l’applicazione anche
ai contratti scritti, mascherati come costi di sicurezza
ma in realtà vere e proprie tariffe obbligatorie in contrapposizione ai principi di libero mercato a cui si richiama la normativa comunitaria. Per denunciarne l’illegittimità, sono stati presentati i ricorsi della committenza al
Tar del Lazio che il 15 marzo u.s. ha rinviato alla Corte di Giustizia europea il giudizio sui medesimi. Quello
che risulta da un’analisi comparata delle legislazioni nei
principali paesi europei, condotta da uno studio legale
di Bruxelles per conto di Confindustria, è che in materia
di tutela della sicurezza della circolazione delle merci, ai
fini dell’applicazione di costi minimi per sconfessare ogni
legame normativo tra sicurezza e costi, in tutti gli ordinamenti esaminati, misure di costi minimi o tariffe a forcella sono considerati ad alto rischio
di infrazione alle regole generali del
diritto della concorrenza.
In Francia, per esempio, il corrispettivo del trasporto, pur non
contenendo riferimenti specifici alla
sicurezza, risponde a una serie di
categorie di costi identificate dal
legislatore, in un quadro quindi di
liberalizzazione regolata il cui punto
di merito, sulla base di determinati
elementi prestabiliti per legge (costo
del carburante, pedaggi, ammortamento del veicolo, costi di viaggio del conducente, etc.) è la valorizzazione dei costi di esercizio di un’impresa di auto-
32
trasporto a cui il committente si richiama per convenire sulla remunerazione del servizio di trasporto offerto.
Il diritto tedesco, invece, dopo l’abrogazione del regime tariffario nel 1998, è di chiara matrice liberale, con
le parti libere di determinare il prezzo di trasporto come
preferiscono, anche sottocosto, nel qual caso gli unici limiti alla vendita del servizio sono quelli previsti dalle
norme “antitrust” e non da altri interessi pubblici quali,
ad esempio, la protezione della sicurezza stradale. Allo
stesso tempo però l’Ufficio federale per l’autotrasporto
di merci effettua numerosi controlli (in media 600.000
verifiche l’anno contro le 20.000/25.000 del nostro Paese) per verificare il rispetto delle norme sulla sicurezza
stradale in Germania, in particolare in relazione al rispetto dei tempi di guida e di riposo.
In conclusione, è ragionevole pensare che, combinando sistemi di controllo come avviene in Germania con il
modello francese di liberalizzazione regolata, vale a dire
con un sistema di responsabilità a specchio con costi
di riferimento che valgono sia per il committente sia per
l’autotrasportatore, anche la mina vagante dei costi minimi in Italia verrebbe probabilmente disinnescata, finendo di essere occasione di scontro tra le parti in causa.
Il trasporto delle merci pericolose e la
gestione delle emergenze
Il costante aggiornamento della normativa sul trasporto
delle merci pericolose ha indotto Federchimica, come
negli anni precedenti, a promuovere con altri partner l’edizione in lingua italiana del testo coordinato dei Regolamenti ADR 2013 (strada) e RID 2013 (ferrovia) per assistere le imprese a conformarsi al nuovo quadro normativo, e dirigerne la corretta applicazione. A entrambi i
manuali è allegato un CD-Rom, per disporre della versione informatica del testo dei rispettivi due Regolamenti, comprensivo di un data-base delle merci pericolose
combinato con un software di ricerca per nome, numero UN, etc. e del modello di documento di trasporto,
nella versione “formulario-tipo” per il trasporto multimodale di merci pericolose, che può essere generato e stampato.
Anche con riferimento alla figura del
“Consulente sicurezza trasporto
merci pericolose”, per il quale la
normativa europea prevede il rilascio di un certificato che ne attesti
la professionalità a valle del superamento di un esame, Federchimica ha promosso lo sviluppo di un
software, su supporto CD-Rom,
ad uso delle Commissioni d’esame e dei candidati all’esame. Il CDRom contiene i ”quiz” organizzati su
< Torna all’indice
Logistica e competitività
domande a scelta multipla con riferimento
alla normativa ADR e RID e consente tre
opzioni di utilizzo: esercitazione; simulazione d’esame; esame.
Tra le iniziative editoriali, va segnalata anche
la rivisitazione congiunta, con il supporto di
esperti del Comitato Ambiente e Territorio
e del Comitato Logistica della Linea Guida Federchimica “La gestione, il trasporto e il conferimento agli impianti di trattamento dei rifiuti: indicazioni operative per
le imprese produttrici”.
La collaborazione tra i due Comitati ha portato alla redazione di un
documento in cui si offre un quadro
unitario delle differenti problematiche afferenti alla gestione dei rifiuti e ai suoi combinati adempimenti
mutuati dalla normativa ambientale
e da quella del trasporto. Il documento si propone in questo modo
di supportare le imprese in tutte le
fasi del ciclo di gestione del rifiuto: dalla produzione al trasporto,
fino al conferimento agli impianti di
recupero o smaltimento. Per quanto concerne in
particolare la fase di movimentazione, particolare
attenzione è stata posta sui criteri di classificazione
del rifiuto ai fini di valutarne l’eventuale pericolosità
in relazione alla disciplina del trasporto merci pericolose e quindi alle raccomandazioni del Libro Arancio delle Nazioni Unite a cui si richiamano i vari Regolamenti di
settore: ADR (strada), RID (ferrovia), ADN (navigazione
interna), IMDG (mare) e ICAO-IATA (aereo).
Fra le attività istituzionali dell’Area Logistica di Federchimica, da sempre un posto importante è riservato alla
formazione che anche nel 2012 si è realizzata con la
promozione di corsi e seminari sia in sede, sia presso
associazioni territoriali o imprese del sistema confindustriale per una gestione in loco.
Nell’area della logistica ricadono inoltre le competenze
connesse alle emergenze chimiche nel trasporto e quindi
al Servizio Emergenze Trasporti (S.E.T.) per il quale nel
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2012 è stato avviato un radicale processo di riorganizzazione, con il trasferimento del Centro di Risposta Nazionale S.E.T.
da Porto Marghera presso SPM a Cesano
Maderno presso Basf, perseguendo logiche di contenimento dei costi e di qualificazione dell’offerta, calata in un contesto allargato avente a riferimento non solo
la gestione emergenze ma anche attività
connesse al rischio chimico in generale.
La tendenza delle Pubbliche Autorità di
considerare il S.E.T., più che uno strumento operativo, un centro informativo di
eccellenza sui prodotti chimici e sulle regolamentazioni che ne dirigono l’attivazione, è stata la leva
per ridisegnarne il campo di applicazione, non più
confinato all’area dei Vigili del Fuoco ma aperto a tutte le componenti
del sistema pubblico e privato che
interagiscono nella gestione dei prodotti chimici.
Lo stesso “numero verde”, istituito da Federchimica per chiamate
di emergenza o di supporto informativo che le imprese aderenti al
S.E.T. possono riportare sulle proprie schede di sicurezza (SDS) e/o
sul documento d trasporto (DDT), è
una risposta concreta a questo mutato scenario con
il quale il S.E.T. oggi si interfaccia.
La ormai consolidata attività di cooperazione di Federchimica con il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, si è
arricchita inoltre di una nuova iniziativa che si configura
nei Workshop-RADAR, di cui sono già state realizzate
due edizioni, rispettivamente a Milano e a Napoli, con
la finalità di intercettare a livello locale, sulla base di esigenze avvertite dal sistema pubblico e privato, problematiche di prevenzione e gestione delle emergenze nella logistica chimica per fornire risposte appropriate da
parte dei diversi operatori sul territorio chiamati ad agire, nell’indipendenza del ruolo, in un sistema integrato
di competenze e professionalità.
33
Ricerca e innovazione
La crisi economica che sta continuando a coinvolgere
l’Europa ha forti ripercussioni anche sulle attività di ricerca e innovazione. Tuttavia le realtà che avevano cercato di superare la situazione negativa attraverso la ricerca
hanno continuato a investire in questo settore per mantenere i risultati positivi ottenuti.
Attraverso la diversificazione di prodotti, infatti, alcune
imprese sono riuscite a emergere nei mercati internazionali.
Parallelamente, anche il settore della ricerca pubblica si è
trovato di fronte a un taglio netto dei finanziamenti: questa situazione ha portato quindi a un aumento del numero delle collaborazioni col privato, anche attraverso la partecipazione a bandi.
Nonostante i diversi problemi che intervengono nelle interazioni tra i due diversi mondi, molti passi avanti sono stati
fatti da entrambe le parti e molti nuovi progetti sono nati.
Per supportare le imprese (soprattutto quelle non strutturate e organizzate per avere un piano di ricerca di medio
e lungo termine), Federchimica prosegue con un dialogo costruttivo sia con il mondo della ricerca pubblica che
con le istituzioni. Nel primo caso, rafforzando gli accordi
già presenti e cercando di portare avanti azioni che permettano un dialogo sempre più semplice tra le imprese,
le università e i centri di ricerca. Nel secondo caso, dato
che spesso le istituzioni non offrono un reale supporto
alle imprese, soprattutto dal punto di vista dei fondi per
la ricerca e l’innovazione (spesso troppo difficili da richiedere e da ottenere) e della troppa burocrazia sia a livello
nazionale che a livello europeo, Federchimica porta all’attenzione delle stesse istituzioni i problemi reali delle imprese e favorisce la nascita di attività concrete per migliorare
il dialogo e l’utilizzo da parte dell’industria degli strumenti dei ministeri nazionali o della Commissione europea.
Per incrementare la ricerca e l’innovazione sono fondamentali sia le risorse economiche sia le risorse umane
qualificate.
Per questo secondo aspetto, Federchimica ha proseguito il dibattito con le imprese e con le università sulla figura
del dottore di ricerca, sulle sue prospettive di inserimento nel mondo del lavoro e sull’adeguatezza dei percorsi formativi alle esigenze del mondo delle imprese. Que-
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sto dibattito ha evidenziato un problema di coerenza tra
la professionalità degli attuali dottori di ricerca – strettamente legata alla formazione ricevuta - e le esigenze dei
nuovi settori di sbocco. L’assunzione di un dottore di
ricerca, anziché di un neo-laureato magistrale, da parte di un’impresa dovrebbe essere basata sul riconoscimento di una superiore professionalità che possa giustificare la maggiore età del candidato all’assunzione e uno
stipendio più elevato.
Le caratteristiche professionali premianti sono, oltre alla
preparazione tecnico scientifica, la cultura progettuale e
il grado di autonomia che il dottore di ricerca deve dimostrare su un progetto di ricerca e sviluppo dell’impresa.
In altri termini l’impresa può giustificare l’assunzione di un
dottore di ricerca anziché di un neo-laureato magistrale,
e i maggiori oneri che ne derivano sia in termini di costi
immediati che di aspettative di sviluppo della persona,
solo se riconosce di poter affidare al più presto alla persona stessa un progetto di ricerca da gestire con un certo
grado di autonomia, con attenzione non solo agli aspetti scientifici, ma anche a quelli gestionali e organizzativi.
A seguito di una condivisione di questa idea con le università, Federchimica ha affrontato la problematica anche a
livello confindustriale, dove la posizione è stata approvata.
Il dialogo con le università prosegue, proprio perché è fondamentale non lasciar cadere azioni che possano incentivare le attività congiunte e l’apertura alle collaborazioni
tra università e imprese.
Per implementare le attività di ricerca e innovazione sono
poi ovviamente necessari fondi e incentivi, ottenibili e utilizzabili con regole semplici e uniformi.
A livello europeo, le imprese italiane hanno tuttora difficoltà
a partecipare a bandi della Commissione europea: infatti
il successo del Paese nel 7° Programma Quadro per la
Ricerca si attesta sempre ad un 20% scarso del totale.
Dal prossimo anno la Commissione europea avvierà il
nuovo programma di finanziamento “Horizon 2020”, che
coprirà il periodo 2014-2020.
Con tale programma l’Europa ha proposto una serie di
azioni di semplificazione che dovrebbero aiutare le imprese, soprattutto le PMI, ad accedere ai fondi europei. Contemporaneamente è aperto un significativo dialogo tra le
istituzioni europee sul budget dedicato alla ricerca. Sarà
35
Prima parte
importante che l’Europa mantenga il budget iniziale per
“Horizon 2020”, senza riduzioni e tagli: la ricerca e l’innovazione possono essere strumenti fondamentali per la
crescita delle imprese e per la sopravvivenza in mercati
altamente competitivi.
Per promuovere la partecipazione delle proprie imprese ai bandi nazionali ed europei, Federchimica sta proseguendo un’attività di informazione e di supporto alla
presentazione di progetti.
Attraverso l’organizzazione di seminari operativi, Federchimica ha avviato uno specifico servizio attraverso la
sua società interamente controllata SC Sviluppo chimica S.p.A.
Dato che è molto importante che le imprese chimiche partecipino a questi schemi di finanziamento per
aumentare la propria competitività sia a livello nazionale sia europeo, Federchimica intende supportare le
proprie associate nell’identificazione di contatti internazionali e nella gestione dei progetti di ricerca.
Nel nuovo programma di finanziamento si dà molta
importanza alle partnership pubblico-private e alle partnership europee per l’innovazione. Questi nuovi strumenti danno luogo alla definizione delle tematiche da
finanziare attraverso programmi quali “Horizon 2020”:
per questo motivo la partecipazione delle imprese a
queste partnership sarà fondamentale, al fine di promuovere le proprie attività in un contesto europeo e
di avere la possibilità di spingere la programmazione
dei futuri bandi.
È sicuramente fondamentale però tenere vive anche
le Piattaforme Tecnologiche: la Commissione europea
intende infatti mantenere attivi questi strumenti e tenerli in considerazione per la definizione di settori cui attribuire fondi. In particolare per il settore chimico è molto
importante il ruolo della Piattaforma Tecnologica europea “Suschem” (Sustainable Chemistry) e il suo rapporto con la Commissione europea. L’Italia intende
rilanciare la Piattaforma italiana, perché possa portare
all’attenzione anche delle istituzioni nazionali le istanze
delle imprese chimiche.
Il tema della chimica sostenibile è sempre più importante per le imprese e per gli stakeholders. Molte di
esse infatti hanno avviato nuove iniziative di ricerca per
migliorare la sostenibilità dei propri prodotti e processi. Federchimica, in collaborazione con i propri associati, ha avviato un censimento delle realtà coinvolte nella ricerca in questo settore, al fine di promuovere cooperazioni col sistema pubblico della R&S e per
mostrare l’impegno delle imprese nel superamento
36
delle richieste normative per il miglioramento ambientale e di sicurezza.
Sempre di più in Europa si parla di nanotecnologie e
nanomateriali. Parallelamente allo sviluppo di nuovi prodotti e di tecnologie altamente innovative, si affianca però
una preoccupazione, spesso immotivata, causata dalla
scarsa conoscenza di questi nuovi materiali.
Questo timore sta causando l’intenzione, a livello europeo, di definire normative per regolare la produzione e
l’utilizzo delle nanotecnologie. A livello europeo è infatti in corso un grande dibattito sulla possibilità di produrre leggi ad hoc per i nanomateriali, considerandoli così
una classe di prodotti a se stante.
Al contrario, i nanomateriali sono da considerare come
altri prodotti chimici e quindi le imprese sono già impegnate a valutarne l’impatto seguendo la normativa esistente (REACH, sicurezza e salute sui luoghi di lavoro, etc.).
La Commissione europea ha pubblicato una definizione ufficiale, per aiutare i diversi soggetti a comprendere cosa sia “nanomateriale”; tale definizione però presenta diversi aspetti negativi, come l’assenza di metodi di misura standard da utilizzare in fase di valutazione
della sostanza. Inoltre il campo di applicazione è molto
ampio e porta all’inclusione tra i “nano” anche di sostanze finora non considerate tali.
Nonostante i numerosi dubbi collegati a questa definizione, in molte normative sono state inserite disposizioni
specifiche per regolare i nanomateriali, seguendo solo il
principio di precauzione e senza una reale esigenza di
queste ulteriori indicazioni.
Federchimica, attraverso lo sviluppo del Programma
“Nanotecnologie nell’Industria Chimica” (PNIC), si è attivata per coinvolgere le imprese in un dibattito, con l’aiuto di tutti gli stakeholder che possono essere interessati al settore (imprese, università, centri di ricerca, parchi scientifici e fondi di venture capital), sia utilizzando
metodi di divulgazione, sia preparandosi alla possibilità
di intervenire in confronti europei e nazionali.
Dato che sia negli Stati Uniti che in Asia il mercato delle nanotecnologie è da anni avviato con un buon successo, è opportuno che l’Europa, e in particolare l’Italia, continui ad affrontare con decisione questa materia,
senza la definizione di normative specifiche che vadano
a bloccarne lo sviluppo. Le nanotecnologie infatti possono migliorare notevolmente la qualità della vita, la competitività dell’industria europea e lo sviluppo sostenibile.
Un ampio dibattito che coinvolga le imprese, i centri di
ricerca e il pubblico è necessario. Questo può portare ad un’analisi efficace dei benefici e dei rischi sia reali che percepiti.
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Responsible Care®: il nostro impegno
per lo Sviluppo Sostenibile
Il Programma Responsible Care®
Responsible Care® è il Programma volontario dell’industria chimica mondiale, con il quale le imprese attraverso le loro federazioni nazionali, si impegnano a migliorare
continuamente processi, prodotti e comportamenti nelle aree di sicurezza, salute e ambiente e in più in generale nell’ambito della responsabilità sociale, in modo da
contribuire in maniera significativa allo sviluppo sostenibile dell’industria, delle comunità locali e delle società.
Il Programma Responsible Care rappresenta una delle colonne portanti fondamentali dell’impegno dell’industria chimica per lo sviluppo sostenibile.
Infatti, esso rappresenta l’etica che guida il settore verso il miglioramento continuo delle prestazioni e si applica concretamente all’interno delle imprese attraverso
l’adozione di un sistema di gestione integrato sicurezza, salute e ambiente.
®
Con il passare degli anni e con il maturare delle esigenze della società, il Programma ha esteso la sua area di
copertura alla gestione responsabile dei prodotti lungo
l’intero ciclo di vita (Product Stewardship) e più in generale, anche se in maniera parziale, alle problematiche di
responsabilità sociale dell’impresa.
In particolare, nell’area della Product Stewardship l’ICCA
(International Council of Chemical Associations) ha introResponsible Care® e i Sistemi di gestione
Aree
strategiche
di gestione
Standard e schemi volontari
OHSAS
Responsible
ISO14001 EMAS ISO 50001 ISO 9001 SA 8000
18001
Care®
Sicurezza
Salute
Ambiente e
Energia
Product
Stewardship
Responsabilità
Sociale
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dotto all’interno di Responsible Care® la Global Product
Strategy (GPS) che stabilisce gli standard globali e le
procedure per garantire un’appropriata gestione della
sicurezza nell’uso dei prodotti chimici in tutto il mondo
e una comunicazione trasparente verso il mondo esterno. Tutto questo è destinato a rafforzare la fiducia nel
settore chimico e nei suoi prodotti (per approfondimenti: www.icca-chem.org).
Responsible Care® in Italia
In Italia, il Programma è presente dal 1989 ed è assegnato a Federchimica; attualmente vi partecipano 167
imprese di grande, media e piccola dimensione di proprietà nazionale ed estera, un campione statisticamente significativo dell’industria chimica in Italia in quanto
ne rappresenta circa il 57% del fatturato e il 50% dei
dipendenti.
I dati che annualmente le imprese aderenti al Programma raccolgono e che vengono pubblicati nel Rapporto
annuale Responsible Care® dimostrano come l’industria
chimica in Italia si sia profondamente impegnata per perseguire la sostenibilità dei suoi processi e dei suoi prodotti.
I risultati ottenuti nella riduzione
dell’impatto ambientale
Le emissioni in atmosfera sono state ridotte dalle imprese aderenti a Responsible Care®, rispetto al 1989, di
valori compresi tra l’87% e il 97% a seconda dei parametri presi in considerazione. Questi risultati sono stati
possibili grazie alle innovazioni di processo, alle nuove
tecnologie e ai sistemi di abbattimento a camino degli
impianti chimici.
L’industria chimica che utilizza l’acqua principalmente per
il raffreddamento degli impianti, per la produzione e per
la pulizia dei siti è fortemente impegnata in una gestione efficiente delle risorse idriche.
Nel 2011 i consumi idrici sono stati 1.612 milioni di m3
e la riduzione rispetto al 2005 (primo anno per il quale si ha un dato attendibile) è del 25%. Inoltre l’acqua
per gli usi industriali prelevata dalle imprese proviene
solo per l’1.4% da acquedotto e per il 9.8% da pozzo
37
Prima parte
Emissioni in aria delle imprese aderenti
a Responsible Care®
(indice 1989=100)
-90%
-97%
-87%
60
40
13
SO2
10
3
NOx
Polveri
COV
2011
1989
Fonte: Federchimica-Responsible Care®
Emissioni in acqua delle imprese aderenti
a Responsible Care®
(indice 1989=100)
40
20
0
64
60
Andamento e struttura delle emissioni di
gas serra dell’industria chimica in Italia:
confronti con gli obiettivi di Kyoto e dell’UE
31
24
COD
-40%
60
-36%
-69%
80
-76%
100
N
L’industria chimica è poi stata particolarmente efficiente nella riduzione delle emissioni di gas serra. Tale riduzione ha riguardato fondamentalmente due gas: l’anidride carbonica (CO2) derivante dai processi di combustione e il protossido di azoto (N2O). La CO2 si è ridotta
costantemente nel tempo, anche grazie all’incremento
dell’efficienza dei processi di combustione ed al miglioramento del mix di combustibili negli usi energetici da
parte delle imprese. Le emissioni di N2O si sono abbattute di quasi il 90% rispetto al 2005 grazie a nuove tecnologie di processo.
Metalli
pesanti
1989
30.475
P
28.494
2011
Fonte: Federchimica-Responsible Care®
(che sono le fonti più pregiate di approvvigionamento),
mentre la maggior parte proviene da fiume (11.9%) e
da mare (76.6%).
Infine, l’acqua potabile proveniente da acquedotto continua a ridursi negli anni e nel 2011 ne sono stati consumati circa 2,8 milioni di m3 in meno rispetto all’anno
precedente.
Le imprese aderenti a Responsible Care® sono attente alla qualità dei corpi idrici in cui immettono le proprie
38
Obiettivo
Obiettivo
Kyoto
UE
per l’Italia
kt CO2eq.
13.189
10.575
IPI
industria
chimica
24.380
Δ-20%
0
3
Δ-6.5%
20
Oggi più che mai l’energia è un elemento strategico
per l’industria chimica, che nel 2011 ha registrato una
riduzione dei consumi del 36% circa rispetto al 1990.
Nonostante il ruolo giocato dalla crisi economica degli
ultimi anni, il trend positivo è comunque evidente come
dimostra il miglioramento dell’efficienza energetica che
è stato del 45% sempre rispetto al 1990.
Un risultato rilevante considerato che l’Unione europea,
con la sua famosa politica “20-20-20” ha stabilito come
obiettivo l’incremento del 20% dell’efficienza energetica
a livello comunitario.
Δ-62.9%
80
-97%
100
acque di scarico e sono impegnate nel minimizzare la
quantità di sostanze inquinanti in esse contenute attraverso nuove tecnologie per il loro abbattimento, che
congiuntamente con altre iniziative hanno permesso di
migliorare gli impatti sulla biodiversità dei corsi di acqua
dolce e del mare.
I principali parametri presi in considerazione nel 2011
presentavano valori inferiori dal 36% al 76% rispetto al
1989.
11.277
1990
2008
2009
2010
100
102.5
89.1
95.9
2012
2020
Fonte: ISPRA; ISTAT
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Responsible Care: il nostro impegno per lo sviluppo sostenibile
Rispetto al 1990, sia l’industria chimica (-62.9%), sia le
imprese aderenti a Responsible Care® (-70.9%) hanno
ottenuto risultati migliori degli obiettivi indicati dal Protocollo di Kyoto e sono già in linea con quanto richiesto
dagli obiettivi della Commissione europea per il post
Kyoto al 2020.
La sicurezza nei luoghi di lavoro,
un impegno concreto
Infortuni sul lavoro:
confronto tra settori manifatturieri (2009-2011)
N° di infortuni denunciati per milione di ore lavorate*
Ind. Legno
Ind. Metalli
Ind. Alimentare
Ind. Min. non Metal.
Altre Industrie
Ind. Gomma e Plast.
Ind. Meccanica
Ind. Mezzi Trasporto
Ind. Carta
Ind. Cuoio e Pelle
Ind. Elettrica
Ind. Tessile
Ind. Chimica
di cui Imprese RC
Ind. Petrolio
38,2
36,6
35,8
30,4
25,7
25,1
21,6
18,3
16,4
16,1
11,6
9,4
7,2
N° ore di
formazione HSE
per addetto
46,8
68,7
Mediana
2008-2011
=24,8
* Media aritmetica relativa al triennio 2009-2011
Ma per ottenere questi risultati è anche necessario l’impiego di ingenti risorse finanziare e professionali: infatti,
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10,2
11,9
11,1
9
8
7,2
7
10,1
13
10,5
12
9,3
8,3
11
10,4
7,2
9,5
9,5
10
9,2
9
8,4
6
8
5
4
2005
2006
2007
Ore di
formazione HSE
2008
2009
2010
7
2011
Indice di
frequenza degli Infortuni
Fonte: Federchimica-Responsible Care®
le imprese aderenti Responsible Care® hanno investito complessivamente 746 milioni di euro nel 2011 per
garantire standards sempre più elevati di sicurezza salute e ambiente. Anche se si registra un calo nel valore
assoluto dovuto alle difficoltà economiche del periodo,
le spese per sicurezza, salute e ambiente si confermano quindi ingenti e sono strutturalmente circa il 3% del
fatturato complessivamente generato.
Attraverso queste risorse economiche, l’industria chimica ha finanziato investimenti in nuovi impianti e macchinari in grado di migliorare il proprio ciclo produttivo, ha
sviluppato sistemi di gestione formalizzati (che in molti casi hanno ottenuto la certificazione), oltre a garantire
elevati standards di performance.
Imprese aderenti a Responsible Care®:
andamento e struttura delle spese in HSE*
Fonte: Federchimica-Responsible Care®-INAIL
La formazione dei dipendenti è una variabile fondamentale per l’ottenimento dei risultati nelle aree di sicurezza, salute e ambiente. Le ore di formazione annue per
dipendente su sicurezza, salute e ambiente delle imprese Responsible Care® sono costantemente aumentate
dal 2005 al 2011 passando dal valore di 7,2 a quello
di 10,5. L’efficacia della formazione si può vedere confrontando le ore di formazione con la riduzione costante dell’Indice di frequenza degli infortuni.
N° infortuni per
milione di ore lavorate
11
10
L’industria chimica non solo è rispettosa dell’ambiente
ma dimostra anche una particolare attenzione alla sicurezza dei propri dipendenti all’interno dei luoghi di lavoro: l’indice di frequenza degli infortuni (ossia il numero
di infortuni per milione di ore lavorate), elaborato da dati
INAIL per tutti i settori economici, dimostra come i luoghi di lavoro della chimica siano tra i più sicuri, registrando una performance di 11,6 mentre il valore mediano
dell’industria manifatturiera si attesta a 24,8.
Settori
Confronto fra le ore di formazione su sicurezza,
salute e ambiente (HSE) e l’andamento infortunistico nelle imprese aderenti a Responsible Care®
831
Milioni di €
176
(I)
744
169
(I)
746
183
(I)
655
(CO)
574
(CO)
563
(CO)
2009
2010
2011
3.3%
2.5%
19.1%
18.0%
Ripartizione (%) per natura
e per destinazione
43
Ambiente
Sicurezza e salute
Ambiente
Sicurezza
e salute
27
57
73
HSE/
20.5% Investimenti
Investimenti totali
HSE/
2.4% Spese
Fatturato
* Spese HSE = Investimenti HSE (I) + Costi Operativi HSE (CO)
Fonte: Federchimica-Responsible Care®
39
Prima parte
Inoltre, circa 100 milioni di euro sono stati destinati a
bonifica dei suoli e delle acque di falda e testimoniano
l’approccio responsabile dell’industria chimica nel voler
sanare eventuali inquinamenti pregressi.
L’industria chimica, grazie all’approccio del Programma
Responsible Care® è riuscita ad andare oltre al mero
rispetto dei limiti di legge, dimostrando negli anni il proprio contributo allo sviluppo sostenibile. Ora questo
impegno deve continuare soprattutto spingendo l’innovazione e lo sviluppo di nuovi prodotti e di nuove tecnologie di processo che possano garantire la sostenibilità nostra e quella delle generazioni future.
Infatti l’industria chimica attraverso le sue conoscenze,
le sue tecnologie ed i suoi prodotti, si configura come
un settore portatore di soluzioni per risolvere alcuni dei
problemi relativi alla sostenibilità del nostro pianeta.
Si pensi ad esempio che:
grazie alle innovazioni della chimica relative ai semi e
alle protezioni delle colture, si può contribuire a ridurre
i problemi della fame nel mondo permettendo maggiori produzioni agricole, prezzi più bassi e quindi una
più ampia disponibilità di prodotti alimentari;
40
l’industria chimica è in grado di fornire nuove tecnologie per la depurazione dell’acqua e per un suo migliore utilizzo;
la chimica è in grado di contribuire alla mitigazione del
fenomeno dei cambiamenti climatici attraverso soluzioni in grado di ridurre i consumi energetici (es. isolamento degli edifici, materiali leggeri per mezzi di trasporto) o di permettere la produzione di energia da
fonti rinnovabili (es. bioetanolo II, biodiesel, tecnologie per il solare e per l’eolico).
Con riferimento a questo ultimo punto l’ICCA (International Council of Chemical Industry) ha calcolato che ogni
tonnellata di CO2 equivalente emessa dall’industria chimica ha permesso di ridurre di 2,6 tonnellate la quantità
di gas serra emesse da altre industrie e dagli utilizzatori finali. In altre parole, a livello mondiale senza le tecnologie e i prodotti chimici, ogni anno verrebbero emesse
in atmosfera circa 5.2 miliardi di tonnellate in più di gas
serra, pari all’11% della quantità totale emessa.
Quindi una più ampia diffusione dei prodotti chimici innovativi è anche un buon modo per favorire una razionalizzazione dei consumi energetici e di contrastare i cambiamenti climatici.
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Relazioni industriali e risorse umane
Il rinnovo del CCNL
Misure a sostegno della produttività
Il 22 settembre 2012 è stato raggiunto, dopo un negoziato durato pochi giorni, l’Accordo per il rinnovo del
CCNL in scadenza a fine anno. La condivisione delle
criticità relative allo scenario economico e alla situazione politica internazionale ha portato le Parti sociali chimiche ad un impegno straordinario non solo nei contenuti dell’ipotesi di Accordo ma anche nei tempi e nei
modi in cui questa è stata raggiunta.
Abbiamo condiviso che il miglioramento della produttività del lavoro si possa realizzare intervenendo sulla qualità delle risorse umane, sulla qualità delle relazioni industriali e sulla flessibilità organizzativa.
In questi ambiti abbiamo sottolineato il ruolo della formazione, funzionale sia alla produttività sia alla occupabilità.
La formazione deve infatti essere considerata uno strumento essenziale:
per la qualità delle risorse umane;
per la flessibilità della prestazione attraverso la polivalenza, la capacità cioè del lavoratore di svolgere
diverse attività;
per la qualità delle relazioni industriali;
per sviluppare e incentivare una cultura di relazioni
partecipative utile anche a garantire la esigibilità delle norme del CCNL, la certezza delle regole e la coerenza ed eticità dei comportamenti a tutti i livelli.
È però da evidenziare che fin dal 27 giugno 2011 con
il Patto per la competitività e l’occupazione, in vista di
questo negoziato, erano già stati messi al centro del
nostro confronto i due temi centrali dell’Accordo: la
produttività e l’occupabilità, e su questi ci si era confrontati nell’ambito dell’Osservatorio Nazionale ed erano state trovate, prima di avviare il negoziato, ampie
convergenze.
Quindi un negoziato formale in tempi che possono
sembrare incredibili se non si tiene conto di un metodo tipico delle nostre Relazioni industriali: un dialogo
continuo, pragmatico, finalizzato a risolvere i problemi
anche percorrendo strade innovative.
È stata lanciata una sfida al sindacato che è stata prontamente e senza esitazioni accettata: tentare di consegnare da subito alle imprese strumenti necessari
sul fronte della produttività e occupabilità, individuando alcune priorità strategiche in questa fase e su queste fare il massimo sforzo per raggiungere il migliore
accordo possibile.
Con la sottoscrizione dell’Accordo si è quindi inteso:
dimostrare consapevolezza e impegno nei confronti
del settore ma anche del Paese in relazione allo sforzo in atto per rilanciare la produttività e sostenere l’occupazione;
dare un contributo concreto per offrire qualche certezza al mercato, alle imprese, ai lavoratori;
lanciare un preciso segnale politico di responsabilità, perché lo stesso impegno nella ricerca di formule e accordi orientati alla produttività, occupabilità,
responsabilità sociale e alla partecipazione si potesse realizzare negli stessi modi, cioè in tempi rapidi e
con interventi efficaci, anche a livello aziendale.
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È stata posta massima rilevanza alla necessità di garantire
la necessaria flessibilità organizzativa attraverso la valorizzazione del ruolo della contrattazione aziendale.
A tal fine sono state semplificate e quindi rese più facilmente attuabili le normative relative alla possibilità di modificare le norme del CCNL per cogliere condivise, specifiche opportunità ed esigenze, utili a sostenere e/o migliorare la competitività dell’impresa e la sua occupazione in
situazioni difficili o per favorire nuovi investimenti.
In questo ambito inoltre, al fine di agevolare l’assunzione
dei giovani che si affacciano nel mercato del lavoro, è stato
condiviso che le intese modificative della normativa contrattuale potranno riguardare anche i minimi contrattuali.
Misure a sostegno dell’occupabilità
Sul tema della occupabilità è stato lanciato il Progetto
Ponte, successivamente ripreso dal Ministero del Lavoro in uno specifico decreto che ha reso disponibili risorse per iniziative a livello territoriale. Si tratta in sostanza
di un patto di solidarietà generazionale che si fonda sulla disponibilità dell’azienda ad investire su nuove assunzioni di giovani in cambio della disponibilità di lavoratori anziani in forza a trasformare, in vista della pensione,
il proprio contratto da full time a part time.
41
Prima parte
Gli obiettivi del Progetto Ponte sono:
aumentare e favorire l’occupazione giovanile;
creare un “ponte” tra la popolazione giovanile e la
popolazione più anziana, massimizzando il passaggio di conoscenze tra i due gruppi;
ridurre il carico di lavoro e realizzare un “maggior coinvolgimento” delle persone più anziane.
strategica di lungo periodo, se si considera che il futuro delle imprese chimiche è fortemente condizionato da
queste tematiche e che le stesse imprese, pur essendo tra le più virtuose, restano particolarmente esposte
nel contesto italiano, caratterizzato da una scarsa cultura scientifica e da un’opinione pubblica spesso disinformata e pregiudizialmente ostile.
Questo progetto potrà decollare nei numeri solo con
i necessari interventi legislativi che possano attenuare
l’impatto sulle retribuzioni e sul trattamento pensionistico dei lavoratori che potrebbero dare la loro disponibilità
ad una uscita anticipata e graduale grazie al part-time.
L’istituzione della “Giornata Nazionale Sicurezza Salute
Ambiente” è stata convenuta proprio al fine di sostenere e promuovere l’impegno settoriale e la valorizzazione
delle buone prassi aziendali, di perseguire con le istituzioni e la comunità un positivo rapporto, un costruttivo
dialogo ed efficaci sinergie basate su credibilità, comunicazione e trasparenza.
Le iniziative realizzate in tale ambito a tutti i livelli e la divulgazione delle azioni condivise di responsabilità sociale, attraverso l’istituzione del Premio “Migliori esperienze aziendali”, costituiscono un’occasione utile per rappresentare all’esterno punti di vista congiunti, proporre costruttive modalità di rapporto a livello aziendale,
realizzare strumenti di crescita culturale sulle tematiche
di SSA da mettere a disposizione delle Parti aziendali.
Aspetti economici
Per quanto riguarda gli aspetti economici del contratto,
da evidenziare in premessa la possibilità di posticipare
fino a sei mesi, con accordo aziendale, la decorrenza
degli aumenti dei minimi definiti dall’accordo di rinnovo.
Una doverosa attenzione alle situazioni di crisi così come
a quelle di start-up e anche questa una novità assoluta
nel panorama della contrattualistica del nostro Paese.
Sugli aspetti economici la delegazione imprenditoriale,
dopo aver fatto un’attenta valutazione dell’impatto in termini di costi reali per le imprese, ha valutato compatibile
il pacchetto economico che è stato definito nel rispetto delle attuali regole confederali e che ha previsto un
aumento medio complessivo di 147 euro suddiviso in
quattro tranche. È stato inoltre concordato un incremento dello 0.2% dell’aliquota Fonchim a carico delle imprese a far data dal 1/1/2014 e un incremento dell’importo in cifra fissa a fronte della effettiva prestazione in turno notturno di un euro all’anno per i prossimi tre anni.
Diffusione e valorizzazione dell’impegno
in tema di SSA
La diffusione e la valorizzazione dell’impegno del settore in tema di sicurezza, salute e tutela dell’ambiente, e
più in generale in ambito di responsabilità sociale sono
prerogative condivise che hanno portato alla realizzazione, il 15 maggio 2013, della “Seconda Giornata nazionale Sicurezza Salute Ambiente” e del Premio “Migliori
esperienze aziendali”, per iniziative condivise di responsabilità sociale, assegnato a Henkel Italia, Radici Chimica, Solvay Italia, dalla giuria appositamente costituita dai
rappresentanti delle Parti sociali.
Lo sviluppo sostenibile, inteso come l’integrazione equilibrata e dinamica dei principi della crescita economica,
della protezione ambientale e dell’equità sociale, richiede
la collaborazione di tutti i soggetti operanti nel settore.
La partecipazione e il coinvolgimento dei lavoratori e dei
loro rappresentanti sui temi della sicurezza, della salute e dell’ambiente sono, pertanto, il frutto di una scelta
42
I temi della sicurezza, della salute e dell’ambiente sono
stati oggetto anche dell’ultimo rinnovo contrattuale, con
l’impegno ad aggiornare le previsioni contrattuali e le
linee guida settoriali esistenti, in particolare, in relazione alle innovazioni legislative in tema di formazione dei
lavoratori e alla gestione degli appalti. A tal fine sono stati attivati specifici gruppi di lavoro interni e congiunti con
le Organizzazioni sindacali per facilitare la definizione di
accordi in tal senso.
Le norme contrattuali e gli ulteriori accordi settoriali in
vigore sono raccolti nel “Manuale sulla Sicurezza, Salute, Ambiente” realizzato nell’ambito dell’Organismo Bilaterale Chimico per la formazione continua (OBC), che
rappresenta ancora un aggiornato strumento operativo
di particolare utilità per i datori di lavoro, per i lavoratori
e i loro rappresentanti, e può costituire anche un punto
di riferimento per la realizzazione dell’attività formativa in
tema di sicurezza prevista dall’Accordo Stato-Regioni.
L’attività di formazione congiunta
L’attività di formazione congiunta, tema considerato strategico per il settore, oltre che proseguire con le iniziative nei confronti dei Rappresentanti dei lavoratori per la
sicurezza la salute e l’ambiente (RLSSA), è stata ulteriormente promossa non solo nell’ambito del rinnovo
contrattuale, ma anche con la definizione di uno specifico accordo settoriale che consentirà di realizzare interventi formativi, anche direttamente presso le aziende,
avvalendosi dei finanziamenti messi a disposizione da
Fondimpresa.
Sulla scorta della positiva esperienza realizzata nel cor-
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Relazioni industriali e risorse umane
so del 2012 con il Progetto formativo C.Sei, l’attività formativa condivisa con le Organizzazioni sindacali per il
2013 prevede, tra l’altro, la continuazione di tale modulo
formativo, destinato a RSU e funzioni delle risorse umane aziendali con l’obiettivo, in particolare, di rafforzare l’identità settoriale, attraverso percorsi didattici specificatamente progettati per chi riveste il ruolo di attore sociale e funzionali ad agevolare:
conoscenze non solo tecniche;
competenze necessarie per svolgere il ruolo;
comprensione anche del contesto;
consapevolezza del proprio ruolo e delle scelte del
CCNL;
coerenza nell’applicazione del CCNL;
comportamenti etici e socialmente responsabili.
Al fine di perseguire in modo sistematico tale obiettivo
e assicurare continuità all’attività di formazione congiunta, in occasione della firma per la stesura del CCNL, si
è condiviso l’avvio di una Scuola di Relazioni industriali
settoriale, gestita congiuntamente con le Organizzazioni sindacali. Attraverso la costituzione di questa scuola si intende far crescere a tutti i livelli la cultura necessaria per relazioni industriali partecipative e costruttive,
indispensabili per realizzare una contrattazione aziendale coerente con le scelte nazionali e capace di concretizzare le stesse in modo efficace e condiviso.
L’attività a livello confederale
Il costante supporto all’attività confederale, garantito dalla partecipazione attiva della Direzione Centrale Relazioni Industriali a specifici comitati e gruppi di lavoro coordinati dagli uffici di Confindustria sulle diverse tematiche legislative nonché su quelle contrattuali e di relazioni industriali, ha consentito, al contempo, di affermare a tale livello il punto di vista settoriale, contribuendo
anche alla diffusione delle positive esperienze settoriali su tali temi ed alla valorizzazione delle numerose buone pratiche aziendali del nostro settore.
Le indagini statistiche
La realizzazione delle indagini statistiche sui temi del lavoro è proseguita, in collaborazione con la Direzione Centrale Analisi Economiche-Internazionalizzazione, con l’aggiornamento dell’indagine retributiva annuale, che da più
di 20 anni fornisce indicazioni sui livelli retributivi e sulle
caratteristiche dell’occupazione nel settore.
Si è svolta, anche quest’anno, l’indagine sulle tipologie di assunzioni effettuate, sui flussi dell’occupazione,
sugli orari, sulle assenze dal lavoro e sull’utilizzo da parte delle imprese degli strumenti di flessibilità forniti dalla legge di riforma del mercato del lavoro e dalle norme
contrattuali. Tale indagine, che vede impegnato tutto il
Sistema Confindustria, consente di disporre di elemen-
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ti conoscitivi oggettivi utili per rappresentare e confrontare sui temi indicati la situazione generale e settoriale.
L’attività internazionale
È continuata la partecipazione al Dialogo Sociale Europeo per il settore chimico, tra ECEG (European Chemical Employers Group), che rappresenta le Organizzazioni imprenditoriali dei paesi membri, la Rappresentanza europea dei lavoratori e i rappresentanti della Commissione europea.
Nel corso del periodo in esame, l’organizzazione settoriale di rappresentanza dei lavoratori EMCEF (European Mine, Chemical and Energy Workers Federation) è
confluita in una neonata federazione, IndustriALL, che
ha riunito le Organizzazioni sindacali europee di più settori industriali, a riprova della rilevanza che anche la parte sindacale riconosce al consolidato Dialogo Sociale Europeo.
Nel dicembre 2012, si sono svolte le celebrazioni per il
decimo anniversario di costituzione dell’ECEG, organismo che Federchimica ha contribuito a fondare e sviluppare, supportandone la crescita e le attività, come è
stato, tra l’altro, documentato dalle testimonianze raccolte nella pubblicazione realizzata per l’occasione.
In questi anni molte sono state le iniziative assunte
nell’ambito delle attività europee, a cui Federchimica ha
sempre assicurato un costante supporto per la buona
riuscita del dialogo tra le Organizzazioni rappresentative dei lavoratori e dei datori di lavoro, a tutti i livelli, che
risulta essenziale per lo sviluppo sostenibile, la crescita
e la creazione di occupazione, la competitività, la qualità del lavoro, così come per efficienti e produttive relazioni industriali. Questo dialogo ha consentito di definire, anche nel periodo in esame, documenti e posizioni
comuni nei confronti delle istituzioni europee e di condividere progetti e indagini congiunte.
I Fondi settoriali
I Fondi settoriali rappresentano un pilastro del welfare
contrattuale e sono il paradigma dell’impegno socialmente responsabile delle imprese del settore. Per questo motivo anche l’ultimo rinnovo contrattuale, come già
segnalato, ha visto significativi interventi proprio sui Fondi, con l’aumento dell’aliquota di contribuzione aziendale per Fonchim e l’estensione della possibilità di iscrizione a FASCHIM ai lavoratori assunti con contratti della durata di almeno sei mesi.
Fonchim
Il fondo di previdenza complementare contrattuale conta
oltre 150.000 iscritti e 2.400 aziende associate.
Il 2012 si è caratterizzato per il buon andamento di tutte le principali attività finanziarie in cui tradizionalmente
43
Prima parte
investe il fondo: obbligazioni governative, titoli di debito
societario, titoli di capitale.
Il comparto Stabilità ha chiuso con un incremento del
valore della quota dell’8.29%, anche grazie alle scelte
strategiche di investimento realizzate a partire dal mese
di gennaio con l’avvio dei nuovi mandati di gestione
(allungamento della durata finanziaria media del portafoglio obbligazionario, inserimento di una quota strutturale di titoli di debito societari).
Il comparto Crescita ha registrato un incremento del
valore della quota del 10.66%, grazie alla significativa
componente azionaria del portafoglio, in special modo
europea, e alla buona diversificazione dell’investimento obbligazionario in termini geografici, di durata e per
tipologia di emittenti.
Il comparto Garantito ha ottenuto un incremento del
valore della quota del 2.62%, in linea con il suo carattere prudenziale, grazie a un portafoglio diversificato con
un adeguato “mix” di obbligazioni governative, societarie e “sovranazionali”.
Dal punto di vista dei servizi agli associati, Fonchim ha
confermato il tradizionale “focus” sulla qualità della comunicazione: per adeguarsi alle nuove modalità di interazione, nel 2012 ha aggiornato l’immagine del fondo, ha
rinnovato il sito internet aumentandone le aree di interattività e ha pubblicato un’applicazione per smartphone.
FASCHIM
Al 31 marzo 2013, il fondo registra 2.115 imprese associate e 144.292 iscritti (in costante crescita in questi
anni), di cui 97.227 dipendenti e 47.065 familiari. A fine
2012 ha gestito circa 200.000 richieste di rimborso e
liquidato oltre 22 milioni di euro.
Per quanto riguarda gli Organi istitutivi, dopo l’elezione,
ad aprile 2012, dei nuovi Delegati dell’Assemblea, in
carica per i prossimi tre anni, nel mese di aprile 2013 è
stato eletto il nuovo Consiglio di amministrazione, con
l’avvicendamento della presidenza, passata alla par-
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te sindacale Uiltec Uil, e nominato il Collegio dei revisori contabili, che resteranno in carica sino al 2015.
Prosegue l’impegno del Fondo verso il miglioramento
dei servizi offerti soprattutto telematici: a luglio è stato rinnovato il sito internet (disponibile anche nella versione mobile) che, oltre ad avere una nuova immagine, è ancora più semplice e intuitivo. Per la ricerca delle strutture convenzionate è stato inserito un motore di
ricerca che permette la geolocalizzazione della struttura e fornisce le indicazioni più utili, al fine di facilitarne il ricorso da parte degli associati.
Il servizio ticket online, che permette tramite l’area riservata sul sito di inviare in pochi secondi la scansione
delle ricevute di ticket, introdotto nel 2011, ha avuto un
importante riscontro nel 2012 e ormai oltre il 60% delle prestazioni di ticket vengono inviate tramite il servizio online, con una riduzione notevole dei tempi di rimborso e dei costi operativi per il Fondo. È proseguita in
tutto il 2012 la campagna di raccolta degli indirizzi di
posta elettronica degli associati e, con oltre il 70% di
indirizzi in archivio, il Fondo ha iniziato l’invio di comunicazioni agli associati tramite e-mail, sia relativamente alla informazione/comunicazione, sia relativamente
alle richieste di rimborso con un risparmio sui costi e
una maggiore efficienza.
Nel gennaio 2013 sono state introdotte ulteriori novità
sia nei servizi, con la possibilità di richiesta della diaria online, sia nelle prestazioni: l’ampliamento del rimborso anche alla quota fissa sui ticket precedentemente esclusa è un importante passo in avanti verso
gli associati che hanno visto i costi per le prestazioni con il servizio sanitario nazionale molto incrementati; sempre da gennaio gli associati possono beneficiare dell’estensione dell’età da 14 a 26 anni per le prestazioni di ortodonzia, del rinnovo del rimborso delle
lenti e dell’inserimento di una nuova prestazione per
le terapie riabilitative per disabilità cognitive, motorie e
del linguaggio, con particolare attenzione alle problematiche di autismo.
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Seconda Parte
La chimica e i suoi settori
In Italia operano migliaia di imprese chimiche divise in molti settori che, nel loro insieme, costituiscono una logica
di filiera. Federchimica, attraverso i Gruppi merceologici
e le rispettive Associazioni, rappresenta tutti i settori della chimica operanti nel Paese.
Qui presentiamo i settori partendo dalla chimica di base, che
produce i costituenti fondamentali della filiera a valle, poi la
chimica fine e specialistica, che acquista gli intermedi dalla chimica di base per tramutarli in prodotti differenziati per
tutti i settori manifatturieri e infine la chimica per il consumo, quella destinata direttamente al consumatore finale.
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La chimica e i suoi settori
CHIMICA DI BASE ORGANICA, INORGANICA E TENSIOATTIVI
La chimica di base organica in Italia ha chiuso il 2012
con una riduzione, in termini di produzione, pari al 5-6%.
Nel corso dell’anno, però, il settore ha mostrato andamenti distinti: nei primi sette mesi, si è beneficiato di
una discreta domanda di prodotti derivante dal mercato asiatico, che ha sostenuto le produzioni europee, in
particolare quelle italiane. Nella parte restante dell’anno, al contrario, il continuo clima di incertezza, il minor
potere d’acquisto delle famiglie del “Vecchio continente”
e, non ultimo, il rallentamento delle economie asiatiche
hanno provocato una consistente frenata della domanda e delle produzioni.
Passando al comparto della chimica inorganica di base,
le produzioni di cloro-soda a livello europeo hanno scontato un calo compreso tra il 3 ed il 4% su base annua.
La variazione maggiore (-4%) ha riguardato la soda caustica, i cui consumi costituiscono un buon indicatore dell’andamento economico globale dell’area. L’Italia ha mantenuto invariati i propri livelli produttivi di cloro, ormai ridotti ad un livello marginale rispetto a quello europeo, consolidando il ruolo di Paese importatore
sia di cloro derivati sia di soda caustica. L’andamento
della domanda di soda caustica sul mercato domestico è rimasto negativo anche se difficilmente quantificabile nelle percentuali.
Nel 2012, il mercato dell’acido solforico in Italia, caratterizzato da un’estrema debolezza a causa del perdurare della crisi economico-finanziaria, si è chiuso con
una produzione annua pari a circa 1,2 milioni di tonnellate, con un consumo interno compreso tra 900.000 e
1 milione di tonnellate.
Pur essendo stati nel complesso abbastanza stabili, i
consumi di acido solforico in Italia hanno risentito del
clima di incertezza generale e hanno continuato a registrare un certo rallentamento, dovuto anche alle difficoltà di riscossione dei crediti.
In due settori chiave nel panorama di tale sostanza, quello dei pigmenti (biossido di titanio) e quello del metilmetacrilato, si è assistito ad un calo dei consumi, con ritiri inferiori di circa il 30% nel primo caso, a causa della riduzione della produzione, e di circa il 15-20% nel
secondo caso, per la debolezza del settore di applicazione di riferimento.
Leggermente più rosea la situazione delle esportazioni,
che, grazie soprattutto al crescere della domanda nei
mercati emergenti, quello sudamericano in particolare,
hanno registrato un incremento consistente, soprattutto a partire dai mesi estivi.
Nel 2012, il settore dei tensioattivi ha vissuto un’annata
tutto sommato positiva dal punto di vista dei consumi, in
quanto il previsto rallentamento non si è verificato totalmente. Da evidenziare, un certo cambiamento nelle abitudini di acquisto di tensioattivi per la detergenza. I produttori nel mondo della detergenza, infatti, non seguono più una stagionalità classica, ma subiscono maggiormente l’impatto dei loro grandi clienti (tipicamente
le catene di distribuzione), che agiscono sulle promozioni commerciali. Questo porta ad avere da parte della filiera picchi di produzione/consumi e poi a seguire
rallentamenti. La produzione italiana è stata certamente allineata ai consumi.
Nel corso del 2012, Assobase ha posto particolare
attenzione, unitamente a Euro Chlor, alla revisione della
strategia europea sul mercurio e della Direttiva in materia di emissioni industriali. Sono stati, inoltre, monitorati l’aggiornamento del BREF sui cloro-alcali e gli sviluppi del REACH, con particolare riferimento al mercurio.
Costante è stata anche l’attività di monitoraggio in merito all’Emissions Trading Scheme, all’energia, alla bonifica dei siti inquinati, ed agli sviluppi della normativa relativa ai rifiuti. Al fine di evitare un’ingiustificata penalizzazione delle sostanze chimiche, Assobase ha anche
seguito l’elaborazione dei criteri GPP europei ed italiani per alcune categorie di prodotti nell’ambito del “GPP
Toolkit”. Tramite quest’ultimo, la Commissione europea
e il Ministero dell’Ambiente italiano intendono favorire la
diffusione degli Acquisti Pubblici Verdi.
Nel 2012 l’Associazione ha promosso la 17° edizione
del “Premio Nazionale Federchimica Giovani - sezione
Chimica di Base” in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione. Alla cerimonia conclusiva, realizzata nell’ambito del Festival della Scienza di Genova il 26 ottobre
2012, hanno partecipato oltre 600 studenti, giornalisti
e rappresentanti delle aziende associate.
Per quanto riguarda le principali criticità del settore della chimica di base, vi è in primo luogo l’eccessivo costo
dell’energia, che rimane, nel nostro Paese, il più alto in
Europa. Un altro tema importante è quello delle bonifiche dei siti produttivi, che può, in alcuni casi, comportare un rallentamento delle attività produttive con oneri
non trascurabili lungo tutta la filiera produttiva.
Gli operatori del settore lamentano, infine, le crescenti
difficoltà che incontrano per continuare la propria attività, soprattutto per quanto riguarda l’accesso al credito
e i termini di pagamento, in particolare quelli dell’amministrazione pubblica.
www.assobase.it
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Seconda parte
MATERIE PLASTICHE E RESINE SINTETICHE
Nel 2012, l’andamento del mercato delle materie plastiche in Italia è risultato ancora deludente. La domanda
di polimeri in forma primaria da parte dei trasformatori è
stata di poco superiore alle 5.600 Kton, facendo segnare un calo di quasi il 7% rispetto al 2011. Tra le poliolefine, i polimeri che hanno mostrato i maggiori decrementi
sono stati il polietilene a bassa densità e lineare a bassa
densità (-8.8%) ed il polietilene ad alta densità (-7.3%).
Deludente è stato anche il consumo del polivinilcloruro
(-7.8%), del polistirene espanso (-11.2%) e del polistirene compatto (-9.7%). In forte contrazione sono risultati
anche gli espansi poliuretanici (-11.7%) e la poliammide
(-6%). Le uniche materie plastiche che hanno mostrato
cali meno significativi sono stati il polipropilene (-2.7%)
ed il polietilentereftalato (-1.8%).
Le cause sono da ricercarsi nella contrazione dei consumi delle famiglie; nel ristagno del settore delle costruzioni, dovuto alla mancanza di liquidità e al difficile accesso al credito; nel deludente andamento della produzione industriale; nei tagli alla spesa pubblica e agli investimenti in infrastrutture; nei forti ritardi nei pagamenti da
parte dell’amministrazione pubblica.
Costante è stata l’attività di monitoraggio di PlasticsEurope Italia in merito alla stesura dei criteri Ecolabel relativi agli edifici. Al fine di evitare un’ingiustificata penalizzazione delle materie plastiche, l’Associazione ha anche
seguito l’elaborazione dei criteri GPP (Acquisti Pubblici
Verdi) europei ed italiani per alcune categorie di prodotti. A livello nazionale, particolare attenzione è stata data
nel seguire gli sviluppi della normativa relativa ai rifiuti e di
quella afferente l’edilizia e la riqualificazione energetica.
Si è seguita l’applicazione del Regolamento REACH per
quanto riguarda le plastiche, in particolare con riferimento
alla valutazione degli scenari espositivi per la preparazione ed additivazione delle resine base. A livello europeo,
PlasticsEurope Italia ha continuato a seguire il progetto
“Exposure matrix”, congiuntamente a EuPC (Federazione Gomma Plastica/Unionplast per l’Italia) e FPE (Flexible Packaging Europe), avente come obiettivo la definizione del criterio con il quale devono essere dichiarate
le sostanze che vengono prodotte non intenzionalmente
durante le fasi di trasformazione delle materie plastiche.
Inoltre, sono stati seguiti i lavori relativi al Plastics Imple-
mentation Measure, regolamentazione atta ad armonizzare tutte le legislazioni europee riguardanti il contatto
con alimenti e la linea guida inerente la diffusione delle informazioni per la conformità al contatto con alimenti lungo la value chain. Sono proseguite le attività con i
Ministeri competenti per la tutela dello stirolo e del bisfenolo A. Con il coordinamento da parte dell’Istituto Superiore di Sanità, è proseguita l’attività legata alla seconda
parte del progetto CAST (verifica della corretta applicazione delle Good Manufacturing Practices).
Sono proseguite, in ambito UNIPLAST, le attività mirate alla definizione e validazione di standard di materiale/prodotto/applicazione. Nell’ambito dell’Istituto Italiano
dell’Imballaggio si stanno sviluppando due linee guida
relative al contatto con alimenti: la prima inerente “l’uso
di materiali provenienti da riciclo post-uso” e la seconda
sui “bio-polimeri”. Nell’ambito dell’Istituto Italiano Plastici
(IIP), si è proceduto in modo da estendere il raggio di operatività di IIP a nuovi settori operativi, quali il packaging.
In merito al programma di comunicazione, PlasticsEurope Italia, in collaborazione con le aziende associate, ha
assegnato tre borse di studio (2.500 euro cadauna), a
studenti universitari e a neo laureati distintisi per avere realizzato interessanti tesi di laurea sulle materie plastiche. Nel 2012, l’Associazione ha promosso la 17°
edizione del “Premio Nazionale Federchimica Giovani - Sezione Plastica”, in collaborazione con il Ministero
dell’Istruzione. Ha, inoltre, organizzato a Milano, con l’Istituto Italiano Imballaggio e Federazione Gomma Plastica/Unionplast un workshop per diffondere la conoscenza del ruolo dell’imballaggio nella filiera alimentare. Tra le iniziative realizzate in coordinamento con
PlasticsEurope, si segnalano: la finale europea dello
Youth Parliament Debate, tenutasi a Roma (Parlamentino del CNEL), dove i vincitori delle edizioni nazionali
svoltesi in alcuni paesi europei hanno dibattuto di plastica e ambiente; Zero Plastics To Landfill (Flag Initiative dell’Associazione), che promuove il recupero dei
rifiuti plastici in Italia per arrivare, entro il 2020, all’azzeramento delle quantità di rifiuti plastici che finiscono in
discarica. Si segnala, infine, l’incontro con gli studenti del Liceo “Duni” (Matera), realizzato nell’ambito del
progetto Futurenergia, in collaborazione con European
Schoolnet, la rete dei Ministeri dell’Istruzione europei.
www.plasticseuropeitalia.it
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La chimica e i suoi settori
CHIMICA DA FONTI RINNOVABILI
La necessità di disporre di prodotti che derivano dalle biomasse in alternativa a quelli derivanti dal petrolio è sempre
maggiore. Ciò a causa delle politiche climatiche e della ricerca di alternative alle risorse fossili non inesauribili
e quindi soggette a prevedibili aumenti di costo. Cresce
inoltre l’esigenza strategica di affrancarsi dai paesi produttori di petrolio senza tuttavia creare una nuova dipendenza dai paesi produttori di biomasse, generalmente
identificabili con i paesi in via di sviluppo, poiché i primi
sono afflitti da una pericolosa instabilità politica, i secondi da crescente fabbisogno di materie prime.
La trasformazione delle biomasse permette lo sviluppo
di un’industria costituita dai vari attori della risultante filiera
con significativi impatti anche occupazionali. Lo sviluppo
di prodotti da materie prime rinnovabili può rappresentare un significativo contributo ad un’economia sostenibile,
in vista delle minori emissioni generate nella produzione
e delle opzioni di smaltimento a basso impatto ambientale. Rappresenta inoltre un’ottima opportunità di sviluppare sistemi integrati verticali, coinvolgendo attori agricoli
e industriali in uno sforzo di sviluppo comune.
Un adeguato sviluppo di tecnologie che consentano di
utilizzare biomasse non rientranti nell’impiego alimentare e mangimistico, ed eventualmente coltivabili anche
su terreni non adatti alle colture classiche, costituisce
un’ulteriore spinta per la creazione di un circolo virtuoso di rilancio della chimica italiana e per ulteriori opportunità di reddito degli agricoltori. Esiste inoltre l’opportunità di valorizzare biomasse di natura diversa, derivanti
da attività agricole o dell’industria alimentare abitualmente considerate come rifiuti e, come tali, soggette solo a
costi di smaltimento.
L’agricoltura italiana può ricevere molto dallo sviluppo dello sfruttamento delle biomasse. Una corretta gestione di
questa filiera potrebbe permettere lo sfruttamento dei circa 500.000 ettari di suolo coltivabile attualmente inutilizzato, creando un reddito agricolo aggiuntivo, nell’ambito di pratiche di agricoltura sostenibile che si integrano
con un’efficace protezione dell’ambiente.
Per raggiungere questi traguardi serve il sostegno pubblico, in forma di incentivi alla ricerca e normative che
spingano l’innovazione attraverso l’adozione di standard
di prodotto e di sistema sempre più elevati, la cui attuazione dovrà essere incoraggiata attraverso un’adeguata
attenzione legislativa. I progetti di ricerca in questo cam-
po sono sulla frontiera tecnologica come quelli sul bioetanolo di seconda generazione e implicano risorse economiche molto rilevanti, che devono trovare nei fondi
pubblici un’adeguata considerazione.
In linea con i più recenti indirizzi della Commissione europea in tema di bioeconomia, nel 2013 si è costituito, su
impulso del MIUR, il Cluster Tecnologico Nazionale “Chimica Verde”, che si propone l’obiettivo di incoraggiare lo
sviluppo delle bioindustrie in Italia attraverso un approccio
interdisciplinare e globale all’innovazione. I soggetti aderenti al Cluster, di cui Federchimica è uno dei promotori, vedono nella costruzione di bioraffinerie di seconda e
terza generazione integrate nel territorio e dedicate principalmente ai prodotti innovativi ad alto valore, un’opportunità per affermare un nuovo modello socio-economico e culturale, prima ancora che industriale, dando una
corretta priorità all’uso delle biomasse, nel rispetto della
biodiversità locale e delle colture alimentari e con la creazione di nuovi posti di lavoro.
Federchimica intende promuovere le tecnologie che valorizzino completamente le biomasse e che dimostrino di
essere sostenibili e competitive. Questo evitando che i
sussidi, se utilizzati in maniera errata, creino distorsioni di
mercato, spreco di risorse pubbliche e alterino le condizioni di concorrenza tra i diversi comparti produttivi. Di fatto l’industria chimica permette un utilizzo molto più efficace delle biomasse rispetto ad un utilizzo puramente energetico. Una corretta programmazione di filiera e una strategia che prevengano distorsioni della concorrenza e del
mercato sono necessari per applicare in modo oggettivo
i criteri di sostenibilità fissati dall’Unione europea.
Da parte sua Federchimica ritiene che la chimica delle
biomasse sia un tassello molto importante della chimica sostenibile ed è convinta che questo settore debba
essere sviluppato in una logica complessiva che unisca
biotecnologie, bioraffinerie, biocarburanti e bioprodotti chimici in modo coordinato. Federchimica, tra le prime associazioni chimiche nazionali in Europa a guardare
con interesse alle fonti rinnovabili, è dell’avviso che tutta la chimica europea debba attivarsi a livello centrale in
modo coordinato per cogliere le opportunità che questo
mondo può offrire nel prossimo futuro. La recente costituzione a livello industriale europeo della Public Private
Partnership BRIDGE 20/20 (Biobased and Renowable
Industries for Development and Growth) rappresenta un
segnale importante in questo senso.
www.aispec.it
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49
Seconda parte
AGRICOLTURA E MERCATO DEI FERTILIZZANTI
Nutrire un pianeta di sette miliardi di persone è la sfida
quotidiana dell’agricoltura e i fertilizzanti sono gli strumenti indispensabili per ottenere raccolti adeguati, sicuri ed a
prezzi accessibili; il loro utilizzo è maggiore in quei paesi in via di sviluppo che ne hanno sempre fatto un uso
molto ridotto e che stanno vivendo ora la loro “rivoluzione verde”, mentre in quelli del vecchio continente si punta maggiormente alla razionalizzazione del loro utilizzo.
Secondo i rilevamenti ufficiali Istat nel 2011, ultimo dato
disponibile, vi è stata una ripresa nella distribuzione dei
concimi in Italia, con un aumento dell’11% rispetto al
2010. Nello specifico, sono aumentate le distribuzioni
dei concimi minerali (+2.9%), organici (+3.4%) e organominerali (+41%); inoltre è stato stimato anche un aumento della distribuzione degli ammendanti (+14%) che corrispondono ad un incremento di due milioni di quintali in
più rispetto al 2010. Nel contesto, caratterizzato da un
elevato grado di importazione di prodotti da paesi extra
UE, si rileva un consumo complessivo di fertilizzanti che
si aggira attorno alle 4,8 milioni di tonnellate, di cui circa 2,8 milioni di tonnellate sono concimi (2,2 milioni di
tonnellate di concimi minerali e 0,3 ciascuno di concimi
organici e organo-minerali), 1,7 milioni di tonnellate gli
ammendanti e 0,3 milioni di tonnellate i correttivi. L’analisi
territoriale evidenzia inoltre che il 69% dei fertilizzanti viene distribuito nelle regioni settentrionali, il 15% in quelle
centrali e il restante 17% nel mezzogiorno.
In agricoltura biologica la distribuzione dei fertilizzanti
consentiti è passata da 1,2 a 1,5 milioni di tonnellate.
Il 55.8% degli ammendanti risulta costituito da prodotti
consentiti in agricoltura biologica, in crescita del 20.9%
rispetto al 2010. I correttivi consentiti nel biologico sono
in crescita del 59.9% rispetto al 2010 e corrispondono al 43.1% di quelli distribuiti nel complesso. Tali risultati mostrano certamente come i programmi comunitari
a sostegno dell’agricoltura ecocompatibile e biologica
siano in forte evoluzione e soprattutto come le aziende
produttrici di mezzi tecnici si siano attrezzate per individuare e trasformare le materie prime più idonee per
tale pratica agricola.
Nella produzione di concimi minerali le aziende presenti in Italia che operano nel settore sono multinazionali o
nazionali di media-grande dimensione, mentre sono pic-
cole-medie imprese quelle che caratterizzano la produzione di concimi specialistici, organici e organo-minerali.
Come lo scorso anno, più della metà dei concimi minerali è costituito da prodotti di importazione, sia per quanto riguarda le materie prime, sia per i prodotti finiti.
Assofertilizzanti è impegnata da anni sul fronte della qualità dei prodotti. In tale ambito si inserisce un progetto che mira ad attuare un programma di controlli orientati alla caratterizzazione in laboratorio dei fertilizzanti.
L’Associazione, in questo contesto, continua a portare avanti l’accordo siglato nel 2011 con l’ICQRF (Ispettorato Centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agro-alimentari del Mipaaf.) per
promuovere diverse iniziative volte a rafforzare l’efficacia
della lotta alle frodi. Tutto ciò rientra nel più ampio Progetto Qualità dell’Associazione e prevede anche il lancio di un programma di ricerca per la caratterizzazione
dei materiali ed in particolare le materie prime dichiarate nell’etichetta.
Alla fine del 2012 si sono chiusi i lavori di vari gruppi di
lavoro della Commissione europea con lo scopo di fornire alla Commissione stessa elementi per redigere un
nuovo regolamento relativo ai concimi. L’obiettivo è quello di raggruppare sotto un’unica normativa, valida per
tutti i paesi della UE, tutti i mezzi tecnici per la nutrizione
(dai tradizionali concimi minerali ai più innovativi biostimolanti). Assofertilizzanti ha partecipato attivamente ai
tavoli di lavoro della Commissione, direttamente attraverso due suoi rappresentanti ed indirettamente attraverso l’Associazione europea dei produttori (Fertilizers
Europe) alla quale aderisce.
Con l’obiettivo di formare i giovani sull’impiego dei fertilizzanti avvicinandoli al mondo dell’agricoltura, Assofertilizzanti ha promosso la prima edizione del concorso nazionale “Nutriamo la terra. Il web per scoprire i fertilizzanti”. Il concorso è rivolto agli studenti delle classi
IV degli istituti tecnici agrari italiani che hanno realizzato
un sito web per diffondere il messaggio che prendersi
cura della terra, proteggendo il patrimonio agricolo italiano e promuovendo un’agricoltura rispettosa dell’uomo e
dell’ambiente, è lo strumento chiave per una produzione
sempre più sostenibile, forte dell’utilizzo dei mezzi tecnici oggi disponibili e in continua evoluzione.
www.assofertilizzanti.it
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La chimica e i suoi settori
FIBRE ARTIFICIALI E SINTETICHE
Dalla loro scoperta ad oggi, le fibre man-made hanno
costantemente preso spazio e sostituito le fibre naturali nei più svariati usi. Attualmente la loro quota sul totale dei consumi di fibre tessili ha raggiunto il 66% (era il
22% nel 1960). Le fibre chimiche si classificano in tre
categorie: le fibre artificiali o cellulosiche, le fibre a base
di polimeri sintetici, le fibre a base di materiali inorganici.
Gli usi finali principali sono nell’abbigliamento e nell’arredamento, oltre ad una vasta gamma di applicazioni tecniche in diversi settori (auto, vestiario protettivo e sportivo,
igiene e medicina, costruzioni). In base alla loro destinazione d’uso, le fibre man-made vengono progettate per
offrire la giusta combinazione di qualità richieste: aspetto, resistenza, durata, estensione, stabilità, resistenza
al calore, protezione, facilità di manutenzione, traspirabilità, assorbimento di umidità. In molti casi sono utilizzate in mischia con fibre naturali come cotone e lana.
A livello mondiale il settore delle fibre è molto dinamico, la crescita media annua degli ultimi 10 anni è stata
pari al 5% e nel 2012 i volumi produttivi sono cresciuti del 7%, superando i 58 milioni di tonnellate. La Cina,
con una quota pari al 60% della produzione mondiale è
il primo produttore di fibre man-made, prevalentemente
di fibra poliestere. L’Europa è il secondo produttore di
fibre chimiche (8%), principalmente di specialità. In Italia
sono attive esclusivamente imprese di fibre sintetiche,
che nel loro complesso hanno fatturato circa 1,1 miliardi
di euro nel 2012. Il settore è fortemente internazionalizzato: le imprese hanno stabilimenti produttivi fuori dall’Italia e sono fortemente orientate all’export.
Il 2012 è stato un altro anno difficile per il settore a
livello italiano (-4%), ma anche a livello europeo (-7%).
Le imprese hanno risentito della crisi dei settori clienti
in Italia e della debolezza del mercato europeo. Nonostante un rallentamento dell’economia a livello mondiale le esportazioni verso i paesi extra-UE hanno continuato a crescere a buoni ritmi (+8.8% a valore). Questa presenza sui mercati internazionali più dinamici sta
compensando i livelli molto bassi di domanda interna.
In questo quadro di domanda si collocano altre sfide
per l’industria delle fibre chimiche in Italia e più in generale in Europa.
L’industria europea affronta una competizione crescente e distorta da parte dei paesi asiatici: da un lato la
loro capacità in eccesso si riversa a prezzi bassissimi
sul mercato europeo con effetti depressivi sui margini e
sulla profittabilità delle imprese europee, dall’altro questi paesi spesso innalzano barriere tariffarie e non che
ostacolano le esportazioni europee.
I prezzi delle materie prime sono molto volatili e spesso
su livelli ancora molto elevati, perché sono trainati dalla
vorace domanda cinese (è esemplare il caso del PET
riciclato dalle bottiglie).
L’industria europea è esposta a costi del lavoro e dell’energia molto più elevati rispetto ai concorrenti, a causa
di legislazioni più stringenti e di regimi di tassazione più
pesanti e, per l’energia, di mercati non sufficientemente
liberalizzati. Elevati costi sono imposti anche dal rispetto della normativa ambientale europea, come il REACH:
il Regolamento oltre ad avere un grave impatto a causa del suo costo intrinseco, minaccia anche l’industria
con l’eliminazione di alcune sostanze vitali, per le quali non esistono alternative.
L’industria europea delle fibre man-made rimane un’industria forte, che può e deve affrontare queste sfide. Nel
tempo le produzioni europee si sono spostate dalle commodities verso le specialità a maggiore valore aggiunto e il settore si conferma molto innovativo (1 miliardo
di euro di investimenti negli ultimi 5 anni). La presenza
di un’industria europea di fibre man-made che garantisca prodotti innovativi, sicuri e con performance sempre
migliori, nonché una continuità negli approvvigionamenti, rappresenta una condizione indispensabile per mantenere una base produttiva nell’industria a valle del tessile. La prossimità al cliente, la specializzazione, la qualità e la varietà dell’offerta sono tutti punti di forza dell’industria europea, come mostra anche il recente re-shoring di alcune produzioni in Europa.
Oggi l’attenzione dei consumatori sull’impatto ambientale è sempre maggiore è questo rappresenta un’opportunità per l’industria delle fibre man-made europea che
da sempre lavora con standard produttivi molto elevati. Siamo inoltre in presenza di un’industria fortemente
sostenibile, molte imprese hanno sviluppato tecnologie e processi che hanno permesso negli ultimi anni di
ridurre significativamente i livelli di emissioni e di aumentare il risparmio energetico. Non va inoltre dimenticato
che le fibre chimiche grazie a molte delle loro applicazioni permettono importanti risparmi di energia nei settori a valle (ad esempio, l’isolamento termico in edilizia).
www.assofibre.it
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Seconda parte
AGROFARMACI
L’industria italiana degli agrofarmaci è un settore produttivo che, con circa 821 milioni di euro, realizza l’1.5% del
fatturato globale dell’industria chimica italiana (2011).
L’Italia si colloca al sesto posto a livello mondiale e al
terzo in Europa, rappresentando circa l’11% del mercato europeo degli agrofarmaci e impiegando nel settore circa 2.500 persone.
L’industria degli agrofarmaci investe in ricerca il 6% circa del proprio fatturato annuo complessivo (49 milioni
di euro nel 2011). La ricerca e l’introduzione di nuove
tecnologie hanno consentito la produzione di molecole
sempre più efficienti ed efficaci, razionalizzando l’impiego degli agrofarmaci. Fungicidi ed erbicidi, in particolare,
hanno registrato un consistente decremento del mercato, essendo di fatto i prodotti più interessati dall’introduzione di molecole innovative a bassi dosaggi di impiego.
Oltre a promuovere la ricerca nell’ottica di una sempre
maggiore sostenibilità dei propri prodotti, le imprese che
aderiscono ad Agrofarma si impegnano ad osservare un
severo codice di autodisciplina e a sottoscrivere il Programma Responsible Care.
Le nuove e più significative trasformazioni per il settore
riguardano la pubblicazione di due importanti normative europee: Il Regolamento CE n. 1107/2009, in vigore
dal 14 giugno 2011, che disciplina l’immissione in commercio degli agrofarmaci di nuova registrazione, introducendo rinnovati criteri di esclusione sulla base della
classificazione di pericolo delle sostanze; e la Direttiva
europea 2009/128 CE, recepita in Italia con il D. Lgs. n.
150 del 14 agosto 2012, che istituisce un quadro per
l’azione comunitaria ai fini di incentivare l’utilizzo sostenibile degli agrofarmaci promuovendo anche l’uso della difesa integrata (IPM).
Per quanto riguarda la sicurezza ambientale, Agrofarma
è coinvolta nel progetto europeo “TOPPS-PROWADIS”
(Train Operators to Promote Practices and Sustainability - to PROtect WAter from DIffuse Sources), finanziato
dall’associazione europea dei produttori di agrofarmaci (European Crop Protection - ECPA), che ha l’obiettivo di individuare le buone pratiche agricole necessarie
a prevenire la contaminazione da agrofarmaci dei corpi idrici superficiali.
Dal 2009 Agrofarma ha anche lanciato in collaborazione
con FederUnacoma (Federazione Nazionale Costruttori
Macchine per l’Agricoltura) il progetto “SOFT” (Sustainable Operations in Fitoiatric Treatments). Tale progetto,
coerente con le recenti norme in materia di trattamenti
contenute nella Direttiva 2009/128 CE sull’uso sosteni-
bile degli agrofarmaci, prevede la realizzazione di corsi di
formazione in aula e sul campo rivolti a tecnici e operatori del settore con l’obiettivo di migliorare la qualità della distribuzione degli agrofarmaci, la sicurezza dell’ambiente, del consumatore e dell’operatore.
In merito alla tema della sicurezza alimentare, l’Italia è
ancora leader in Europa per la tutela e la garanzia di
sicurezza rivolta al consumatore. Infatti, basti pensare
all’ultimo rapporto ufficiale pubblicato dall’EFSA, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, dove il nostro
Paese presenta il minor numero di prodotti agroalimentari con residui superiori ai limiti consentiti (0.3%). I risultati del report EFSA confermano gli ultimi dati pubblicati dal Rapporto ufficiale Fitofarmaci del Ministero della Salute sulla presenza di residui nella frutta e verdura coltivati in Italia nel quale emerge come il 64.2% dei
campioni, due casi su tre, sono del tutto privi di residui.
In Italia, purtroppo, si assiste anche al diffondersi di un
significativo mercato degli agrofarmaci illegali (furti, contraffazioni e importazioni parallele illegali), stimato in circa
30 milioni di euro, pari al 4% del mercato complessivo
del settore. L’utilizzo degli agrofarmaci illegali riveste un
alto grado di pericolosità per l’ambiente, per la salute
dei consumatori e degli agricoltori. Per ridurre il fenomeno Agrofarma ha lanciato la campagna “Stop agli agrofarmaci illegali”, attivando il numero verde 800-913083
a cui si possono rivolgere tutti coloro che riscontrano
casi sospetti.
Di fondamentale importanza sono state poi le iniziative
di formazione, come i workshop e i corsi, che l’Associazione ha organizzato e organizza per i Carabinieri dei
NAS, dei NAC e per i diversi attori della catena distributiva degli agrofarmaci.
Agrofarma sostiene infatti l’accordo firmato da Federchimica e dai Carabinieri dei NAS volto a intensificare i controlli contro la contraffazione dei prodotti chimici, fornendo un costante supporto alle forze dell’ordine.
Sempre in ambito formativo, dal 2002 ECPA ha lanciato
il progetto “Uso sicuro” per diffondere il corretto impiego
dei dispositivi di protezione individuale. In Italia Agrofarma ha quindi collaborato, con Confagricoltura e 3M al
il progetto “Coltiva il tuo futuro” per promuovere la formazione degli operatori agricoli sul corretto utilizzo dei
dispositivi di protezione individuale e sull’uso sostenibile degli agrofarmaci.
www.agrofarma.it
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La chimica e i suoi settori
PRINCIPI ATTIVI E INTERMEDI DI CHIMICA FARMACEUTICA
Il settore italiano dei principi attivi farmaceutici è tra i leader
a livello mondiale ed è da decenni un punto di riferimento per quanto riguarda la qualità della sua produzione.
Pur in un momento congiunturale difficile per molti comparti industriali, grazie alla sua propensione all’export, il
settore riesce ad ottenere risultati positivi valorizzando
le caratteristiche intrinseche riconosciute dalla clientela internazionale: competenza scientifica, elevata qualità e abilità processistica.
Il 3% del fatturato è destinato alla ricerca. Il settore investe nella ricerca applicata allo sviluppo, prevalentemente per l’ottimizzazione dei processi.
La qualità del prodotto è ottenuta grazie alle tecnologie utilizzate, ed è garantita dalla stretta ed obbligatoria
osservanza delle GMP (Good Manufacturing Practices).
Le imprese italiane hanno continuato ad intraprendere iniziative finalizzate a mantenere la leadership qualitativa del settore e consentire una competizione “a
parità di condizioni”, in particolare per quanto concerne il regulatory.
La Direttiva sulla contraffazione (2011/62/UE) dovrà
essere recepita nell’ordinamento nazionale entro il 2
luglio 2013. Di particolare rilievo sarà il fatto che gli API
provenienti da fuori Europa dovranno essere accompagnati dalla “Conferma Scritta” (Written Confirmation),
rilasciata dall’Autorità locale, attestante che il produttore extra UE rispetta norme di buona fabbricazione
almeno equivalenti a quelle vigenti nell’Unione europea. Negli ultimi mesi AIFA ha invitato le imprese farmaceutiche a riconsiderare i loro fornitori extra europei, al fine di essere pronte per quella data ed avere
individuato fonti alternative che rispondano ai requisiti
richiesti. Si ritiene che la necessità per i fornitori extra-UE
di adeguarsi ai nuovi standard qualitativi li costringerà a
dover sopportare maggiori costi con conseguenti vantaggi competitivi per produttori europei. In questo contesto l’intenzione di AIFA di mantenere un sistema autorizzativo con ispezioni dovrebbe conferire alla produzione italiana un plus rispetto agli altri produttori europei.
Dal prossimo 2 luglio ci potrebbero essere problemi
di shortage per alcuni prodotti importati a seguito della
necessità di disporre della Conferma Scritta, le attuali
indagini condotte nei vari paesi presso i produttori di farmaci sono l’evidenza della concreta preoccupazione al
riguardo. Si ritiene che molti dei prodotti che non potran-
no più essere importati, per non conformità a quanto
richiesto dalla Direttiva 2011/62/UE, potrebbero essere nuovamente realizzati dai produttori italiani, se ci fossero condizioni di mercato ed economiche interessanti. È quindi importante per i produttori italiani conoscere quali sono i prodotti maggiormente a rischio shortage per poter prendere in tempo le necessarie decisioni.
Sarà anche importante ottenere da AIFA una procedura
autorizzativa semplificata (fast track) per poter rispondere tempestivamente alle richieste del mercato.
Le criticità per i produttori italiani di principi attivi farmaceutici sono da un lato relative a quanto accennato e
dall’altro agli aspetti autorizzativi e, più in generale, alle
attività da espletare nei confronti dell’Agenzia del Farmaco. Al riguardo qualche risultato c’è stato, a seguito
anche delle pressanti azioni del settore, ossia: notifica
API per sperimentazioni cliniche in Fase I e semplificazione normativa per le modifiche non essenziali.
Il settore ha proseguito i contatti con le altre associazioni
dell’area farmaceutica (Farmindustria e Assogenerici) al
fine di condividere le proprie criticità e, con una massa
critica maggiore, agevolare una loro soluzione da parte delle autorità.
Con l’obiettivo di favorire il trasferimento di cultura all’interno della filiera farmaceutica, sono state mantenute intense relazioni con AFI, Associazione Farmaceutici Industria,
e sono state avviate iniziative su temi di comune interesse. L’Associazione ha anche partecipato al Simposio AFI,
che si è svolto a Rimini dal 12-14 giugno 2013.
I produttori di API hanno fatto conoscere le proprie posizioni anche in altre occasioni di incontro: il convegno
ASIS 21-23 marzo 2013 a Pisa e il Pharmintech 17-19
aprile 2013 a Bologna.
Il 3° Forum Aschimfarma, che avrà luogo a Roma nella
seconda parte dell’anno, servirà a dare visibilità al settore degli API e ad attirare l’attenzione delle autorità sulle criticità del settore.
Di rilievo per l’efficacia del Forum e delle altre iniziative
del settore sarà la prosecuzione del progetto “Comunicazione”, che si pone l’obiettivo di suscitare l’attenzione
dei giornalisti per il settore della chimica-farmaceutica e
la sensibilità per redigere articoli sugli aspetti prioritari.
Nell’ambito delle manifestazioni fieristiche particolarmente importante per il settore sarà il prossimo CPhI Worldwide di Francoforte (22-24 ottobre 2013).
www.aschimfarma.it
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53
Seconda parte
chimica fine e delle specialitÁ
Il comparto degli additivi e ausiliari, della chimica fine e
delle specialità per l’industria riveste grande importanza
nel trasferire ai settori di consumo finale le innovazioni
che nascono nella filiera chimica. Qui è fortissima la specializzazione dell’industria chimica italiana, sia di piccole
e medie aziende, sia di grandi imprese estere che trovano in Italia gli utilizzatori più all’avanguardia. Le imprese
italiane sono le migliori al mondo nella capacità di fornire prodotti su misura studiati per le esigenze del cliente.
Nella congiuntura attuale le imprese del comparto stanno
sperimentando che questa innovazione non basta più;
le specialties di ieri sono ormai le commodities di oggi,
i clienti sono disposti a pagare di più solo se l’aumento di prezzo causato dagli aumenti delle materie prime
corrisponde a un nuovo contenuto tecnologico davvero
innovativo. A monte il mercato è concentrato e le imprese hanno una dimensione medio/grande con una forte presenza di società multinazionali con unità produttive o con uffici commerciali/distributori in Italia mentre è
più limitata la presenza di società italiane. A valle alcuni settori presentano molte imprese medio/piccole che
nel complesso ricoprono un ruolo di grandissima importanza rispetto ai concorrenti europei.
Gli additivi e ausiliari sono prodotti chimici realizzati
“mescolando” opportunamente numerosissime sostanze diverse. Le formulazioni ottenute sono utilizzate congiuntamente per conferire al prodotto finito caratteristiche particolari richieste dal mercato sugli articoli destinati al consumo. Ogni formulato è estremamente specifico per la funzione richiesta: per questo si configurano come specialità chimiche.
I prodotti di chimica fine, ovvero alcune delle principali
materie prime per l’industria degli additivi e degli ausiliari, sono invece ottenuti prevalentemente per sintesi e,
per similitudine, ricoprono un ruolo affine a quello che
additivi e ausiliari assumono per i settori manifatturieri.
Quindi la vasta gamma degli additivi e ausiliari specialty, necessaria per soddisfare le esigenze provenienti dai
settori “finali”, ovvero l’industria tessile, cartaria, conciaria, per il trattamento delle acque e/o per materie plastiche, elastomeri, coating e altri, a sua volta utilizza innumerevoli intermedi, principi attivi, catalizzatori e prodotti di chimica fine, insieme alle materie prime provenienti dalla chimica di base.
Le imprese della chimica fine e quelle degli additivi e ausiliari per l’industria (rappresentate in Aispec dai Gruppi:
intermedi, principi attivi, catalizzatori e prodotti di chimica
fine; additivi, ausiliari e specialità per l’industria) presentano un fatturato di oltre 3.200 milioni di euro, danno lavoro a quasi 6.200 addetti in circa 110 imprese associate.
L’impianto normativo in ambito di sicurezza, salute e
ambiente aumenta le difficoltà gestionali delle imprese
del comparto, tendenzialmente medio-piccole e poco
strutturate per affrontare, senza soffrire, i pesanti oneri e
gli adempimenti del REACH e delle norme connesse, che
solo ora stanno iniziando ad emergere in modo incisivo.
L’Associazione sta lavorando molto per essere ancora
più vicina su tali temi a questa tipologia di imprese, con
assistenza, servizi mirati, attività istituzionale e seminari,
come il 1st Formulation Day, realizzato da Federchimica per trasferire agli addetti del comparto della chimica
delle formulazioni (che con oltre 25 miliardi di euro di fatturato rappresenta quasi metà della produzione chimica italiana) informazioni e strumenti utili all’adempimento delle norme, oltre alla consapevolezza che le nuove
sfide del regulatory necessitano ormai di un approccio
organizzativo più strutturato.
Inoltre, sta emergendo con forza, in particolare da parte della grande distribuzione a valle dei settori tessile e
conciario, la necessità di conseguire e attestare una
forte responsabilità di prodotto in termini di tracciabilità
della “sicurezza chimica” degli articoli che si immettono al consumo. Di conseguenza aumenta la diffusione
a volte incontrollata di richieste, certificazioni e capitolati di fornitura volontari, che impongono il rispetto di limiti
di soglia, caratteristiche chimico-fisiche, uso o assenza di specifici chemicals, basati spesso su una cultura
tecnico-scientifica e su una conoscenza della chimica
carente o del tutto assente.
Le associazioni di filiera sono quindi impegnate nel dialogo con i propri settori a valle per la divulgazione di una
corretta cultura scientifica e nell’affermare l’estrema attenzione che l’industria chimica è tenuta a dedicare allo
sviluppo di prodotti sicuri per l’uomo e per l’ambiente.
Sul piano congiunturale, è significativo il forte calo della domanda diffuso anche ai settori connessi ai consumi finali che in passato avevano mostrato una maggiore tenuta. L’export si conferma un importante motore di crescita, sebbene il mercato europeo si sia dimostrato debole. I costi delle materie prime si mantengono su livelli elevati, con conseguenti pressioni sui margini. Permangono inoltre problemi di liquidità nelle varie
filiere e situazioni di crisi strutturale tra le imprese clienti.
www.aispec.it
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La chimica e i suoi settori
AUSILIARI PER LA DETERGENZA, tensioattivI E PRODOTTI OLEOCHIMICI
Ognuno di noi si imbatte, durante le attività della propria
vita quotidiana, a casa, al lavoro e negli ambienti in cui
vive, in una molteplicità di sostanze chimiche: una tra le
più diffuse è sicuramente quella dei tensioattivi.
I tensioattivi sono noti soprattutto nell’ambito della detergenza e del personal care in quanto permettono l’allontanamento del grasso e delle polveri in tutti i processi di
pulizia personale, domestica, e industriale. Grazie alle
loro proprietà chimico-fisiche essi svolgono una funzione
fondamentale anche in numerosissimi processi e applicazioni industriali molto diversificate.
Si definiscono tensioattivi quelle sostanze che, aggiunte in piccola concentrazione, sono capaci di modificare
la tensione superficiale dei liquidi, generalmente dell’acqua, in cui sono sciolti. Per poter svolgere questa azione,
le loro molecole devono presentare almeno due sezioni
ben distinte e separate, l’una apolare e affine alle sostanze grasse, l’altra polare o contenente gruppi ionici, affine
a quelle polari (come l’acqua). Aggiunte all’acqua, esse
migrano alla superficie orientandosi con la parte idrofoba verso l’alto. Quando queste due parti risultano affini
a due solventi tra loro immiscibili, si possono ottenere
emulsioni, se non addirittura soluzioni, tra questi liquidi.
I tensioattivi possono avere carica ionica, anionica, cationica o anfotera, o non averla (tensioattivi non ionici).
Generalmente queste sostanze sono prodotte da materie prime di origine petrolchimica (paraffine, oleofine,
benzene, etilene, ecc.), o naturale (oli naturali), che in
seguito a diversi processi chimici (solfatazione, etossilazione riduzione e amidazione) originano le diverse classi di tensioattivi.
In base alla loro natura e funzione i tensioattivi possono
essere suddivisi in tre categorie: prodotti di detergenza
(tensioattivi, betaine, biocidi. ecc.); prodotti di polimerizzazione (alcol e acidi carbossilici etossilati, ecc.); prodotti tensioattivi di origine naturale (ottenuti dalla condensazione di acidi grassi derivanti da olio di cocco o palma e
di idrolizzati proteici da cereali, amidi, ecc).
In generale, i tensioattivi in combinazione con altre
sostanze di origine organica e/o inorganica, in grado
di esaltare le capacità di detergenza, costituiscono un
prodotto detergente.
Il settore è rappresentato all’interno di Aispec dal Gruppo ausiliari per la detergenza, tensioattivi e prodotti oleochimici. Il Gruppo riunisce al proprio interno diverse tipo-
logie sia di imprese (multinazionali, PMI), sia di prodotti:
ausiliari per la detergenza (alcool grassi, alchilfenoli, ecc.)
tensioattivi (LAB, LAS, betaine, ecc.) e prodotti oleochimici (glicerina, acidi grassi), nonché alcuni additivi utilizzati per i prodotti della detergenza (enzimi, disinfettanti,
sequestranti, ecc.). Ad oggi vi aderiscono 33 imprese
con un fatturato di circa 680 milioni di euro e un numero di addetti superiore alle 900 unità.
Per i prossimi anni l’attività del Gruppo sarà ancora concentrata a monitorare le attività di Federchimica e del
CESIO (l’associazione europea di riferimento), a condividerne gli strumenti, le linee guida per l’implementazione
dei regolamenti REACH e CLP, la redazione delle Schede
Dati di Sicurezza (SDS) e gli eventuali Scenari Espositivi.
Un’altra attività in cui il Gruppo, a livello nazionale, e il
CESIO a livello europeo, continuerà ad essere coinvolto
anche in futuro riguarda la promozione di classificazioni
armonizzate di tensioattivi e intermedi organici.
Inoltre, dal momento che all’interno della strategia Europa 2020, volta a rilanciare l’economia dell’Unione europea nel prossimo decennio per farla crescere in modo
intelligente sostenibile e solidale, vi sono diverse iniziative, tra cui quella di promuovere l’impiego di prodotti bio-based, il settore sarà direttamente coinvolto nella
definizione di uno di questi: i bio-tensioattivi. Tale tema
è particolarmente delicato in quanto ad oggi il comparto si basa principalmente su tensioattivi di origine petrolchimica, pertanto sarà assolutamente necessario partecipare ai lavori a livello europeo attraverso CEN per la
definizione di uno standard che tenga nella dovuta considerazione le conoscenze raggiunte fino ad ora in questo campo dai tensioattivi abituali.
Per quanto riguarda, invece, le problematiche che interesseranno maggiormente il settore oleochimico, per la
loro natura e la destinazione d’uso, vi sono quelle legate alla normativa sulle fonti rinnovabili (Direttiva 2009/28
attualmente in fase di revisione) nonché, in termini di
salute e sicurezza sanitaria, quelle riferite al Regolamento sui sottoprodotti di origine animale (Regolamento 1069/2009) e relative disposizioni attuative (Regolamento 142/2011 e s.m.i). Inoltre vi possono essere
implicazioni per il settore legate all’eventuale contaminazione di oli vegetali/animali con diossina, e all’applicazione e interpretazione del Regolamento 225/2013
che prevede inasprimenti legislativi per quanto concerne
le analisi per determinare i livelli di diossina nei prodotti.
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Seconda parte
INGREDIENTI COSMETICI, ADDITIVI FARMACEUTICI E FRAGRANZE
Come noto i prodotti cosmetici fanno parte ormai di
ogni piccolo gesto della nostra vita quotidiana, quando
ci laviamo le mani, i capelli, facciamo la doccia, quando ci esponiamo al sole o più semplicemente vogliamo
dedicare un momento della giornata alla cura, al benessere e alla bellezza del nostro corpo.
Il prodotto cosmetico è inteso come la formulazione di
molti ingredienti (acqua, tensioattivi, coloranti, polimeri,
pigmenti, emollienti, estratti naturali, filtri solari, principi
funzionali, fragranze); sostanze diverse per natura, caratteristiche, proprietà chimico – fisiche e processi produttivi. Ci sono ulteriori fattori che contribuiscono alla definizione di un prodotto cosmetico: la formula, la sicurezza,
l’efficacia, il colore, la profumazione, la gradevolezza al
tatto, il packaging e la relativa compatibilità.
Alcune materie prime sono esclusivamente di carattere cosmetico mentre altre sono comunemente utilizzate anche in campo alimentare e farmaceutico e non
solo. Tutte comunque vengono continuamente studiate
e aggiornate a seguito di indicazioni dei comitati scientifici a livello comunitario, al fine di garantire al consumatore un prodotto cosmetico finito sempre più sicuro ed efficace.
La fragranza è il componente che spesso identifica un
prodotto, e può determinarne il successo a livello commerciale, creando anche una sorta di fidelizzazione da
parte del consumatore. Essa agendo sui recettori olfattivi
impartisce una specifica nota, un profumo a moltissimi
prodotti. La fragranza viene impiegata in tutte le tipologie di prodotti dal personal care, ai prodotti per la pulizia, siano essi detersivi per la biancheria, o detergenti
per la casa, nonché ai numerosi deodoranti e naturalmente ai profumi. La fragranza costituisce in media solo
il 2% del prodotto. Questo settore si identifica nel Gruppo aromi e fragranze di Aispec, che affronta e approfondisce temi che riguardano sia gli aromi, sia le fragranze.
Il comparto è rappresentato da imprese di diversa tipologia, vi sono imprese di piccola-media dimensione legate al territorio (ma con importanti rapporti con il mercato internazionale), alle quali si affiancano le filiali italiane
dei grandi gruppi multinazionali del settore, che operano su ampia scala.
Le fragranze devono rispondere a precisi requisiti di sicurezza e innocuità per la salute del consumatore in base
a quanto disposto sia dalle legislazioni comunitarie sulle sostanze chimiche (REACH), sulla loro classificazione, etichettatura e imballaggio (CLP), sia dalle normative specifiche determinate dalla loro destinazione d’uso, per esempio la legislazione sui prodotti cosmetici e
sui detergenti. Le imprese associate devono rispettare
inoltre il codice di autoregolamentazione IFRA (International Fragrance Association), che è mantenuto sempre
aggiornato in base alle più recenti conoscenze scientifiche, ed è arrivato ormai al 47° aggiornamento.
Il settore delle materie prime cosmetiche si identifica invece nel Gruppo Mapic al quale aderiscono 37 imprese
con un fatturato di 380 milioni di euro, con un numero di
addetti superiore a 1000.
Il 2013 per il comparto cosmetico è un anno davvero
importante, a cominciare dall’implementazione a luglio
del nuovo Regolamento cosmetici, che stabilisce: una
precisa identificazione dei ruoli, delle responsabilità e una
serie di definizioni specifiche; nuove modalità nella realizzazione del Product Information File; la regolamentazione dei nanomateriali e pone un chiaro riferimento all’applicazione delle buone pratiche di fabbricazione (GMP).
Uno degli aspetti cruciali e un forte ostacolo all’innovazione per il settore nel mercato europeo è l’entrata in
vigore del divieto totale di sperimentazione sugli animali. Infatti, dall’11 marzo 2013 non è più possibile commercializzare prodotti cosmetici contenenti ingredienti
testati su animali anche per quegli end-point più complessi (tossicità ripetuta, reprotossicità, tossicocinetica)
che avevano goduto fino al 10 marzo 2013 della deroga; sebbene anche la Commissione europea sia consapevole che per i prossimi anni non ci sarà la possibilità di una completa sostituzione della sperimentazione
animale con metodi alternativi.
Tale aspetto si trova tra l’altro in contrapposizione con
quanto previsto da altre normative, come il Regolamento REACH, alla quale gli ingredienti cosmetici devono
comunque conformarsi. Tale normativa può infatti prevedere test, anche su animali, per la preparazione del
dossier di registrazione, al fine di permettere la commercializzazione e la gestione sicura di una sostanza lungo
tutta la filiera produttiva.
Il Gruppo oltre a monitorare e a predisporre linee guida
e/o posizioni su temi esclusivamente di carattere regolatorio, ha deciso di impegnarsi in un progetto di comunicazione. Esso prevede, in un primo momento, la realizzazione di schede specifiche destinate al pubblico,
con messaggi positivi, su ingredienti o classi di essi che
vengono spesso denigrate da attività di marketing con
claim tipo “free of”, al fine di evitare percezioni da parte
del consumatore non fondate sulla qualità e sulla sicurezza dei prodotti e degli ingredienti cosmetici.
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La chimica e i suoi settori
CHIMICA PER IL SETTORE ALIMENTARE
Aromi, additivi, coadiuvanti tecnologici, enzimi, amidi, ingredienti nutrizionali possono essere definiti come
“ingredienti specialistici per il settore alimentare” e sono
i prodotti che rappresentano il contributo della chimica
alla filiera alimentare.
L’industria alimentare è riconosciuta come uno dei settori di eccellenza dell’economia italiana e le imprese
degli ingredienti specialistici ricoprono un ruolo importante nel tessuto industriale nazionale. Tra queste non
esiste un’unica tipologia aziendale, in quanto variano
tra piccole-medie imprese, storicamente presenti o di
nuova costituzione, fino a filiali di gruppi multinazionali.
Queste realtà operano sul mercato italiano e internazionale, valorizzando tradizione e innovazione del complesso panorama dell’industria alimentare.
Le imprese del settore degli additivi alimentari e coadiuvanti tecnologici in Federchimica sono 25, con un fatturato di circa 430 milioni di euro. Nonostante anche il settore alimentare presenti una contrazione dei consumi, grazie alle sue caratteristiche di innovazione e qualità, nonché all’attenzione a mercati alternativi anche extra-UE, i
prodotti di questa categoria sostengono dei buoni livelli.
La normativa comunitaria di settore è completa e attenta, sia con valutazioni di sicurezza precedenti alla commercializzazione, sia con attenti controlli dei prodotti sul
mercato; ciononostante alcuni additivi alimentari pagano una certa diffidenza da parte dei consumatori che li
vedono come un contributo “artificiale”, anziché capirne la reale necessità tecnologica nelle fasi di produzione e conservazione degli alimenti.
L’amido, prodotto da cereali, è sia un ingrediente impiegato direttamente nei prodotti alimentari, sia una materia
prima da cui ricavare altri ingredienti specialistici (es. glucosio, isogluciosio e da esso acidi organici, polioli e altri).
La presenza produttiva in Italia è importante: le tre imprese associate a Federchimica fatturano oltre 500 milioni
di euro e impiegano circa 500 addetti.
Nel 2013 sarà attuata la revisione della Politica Agricola Comune europea, al cui interno è prevista la fissazione della data di abolizione del regime delle quote zucchero, abolizione che il settore chiede da tempo, perché l’isoglucosio (zucchero da cereali) è soggetto alle
quote zucchero e l’abolizione di questo regime, che limita i quantitativi annui da produrre per ogni Stato membro, consentirebbe alle imprese di produrne quantitativi
adeguati a soddisfare una domanda sempre più forte.
Le oltre 40 imprese del settore aromi associate a Federchimica sono sia sedi italiane di multinazionali, sia PMI
locali e impiegano oltre 300 addetti con un fatturato di
circa 200 milioni di euro. Il settore sta risentendo dell’attuale contrazione dei consumi alimentari interni, ma riesce a limitare l’impatto negativo approfittando del buon
andamento dell’export alimentare italiano.
Gli aromi derivano da materie prime naturali o possono essere sostanze di sintesi chimica. In ogni caso per
legge devono rispondere a requisiti di purezza, sicurezza e innocuità per il consumatore. Le definizioni riportate
sull’etichetta degli alimenti consentono di risalire all’origine dell’aroma contenuto e, soprattutto quando questo
è naturale, mediante diverse denominazioni permettono
la massima informazione del consumatore.
Dopo anni di attesa, nel 2013 è diventata applicabile la
lista comunitaria delle sostanze aromatizzanti ammesse, pubblicata nel 2012, che finalmente armonizzerà il
mercato europeo e che consentirà alle imprese italiane di innovare enormemente i propri prodotti e operare sullo stesso piano di competitività degli altri concorrenti europei.
Il settore delle materie prime per gli integratori alimentari e per gli alimenti funzionali è rappresentato in Federchimica da 16 imprese, con un fatturato globale di oltre
80 milioni di euro. I prodotti messi a disposizione dalle imprese associate sono vitamine, minerali, probiotici,
omega3 o altri ingredienti nutrizionali utilizzabili in integratori alimentari o alimenti per consumatori con specifiche esigenze nutrizionali.
La pubblicazione del Regolamento sulle indicazioni nutrizionali e salutistiche ammesse sugli alimenti, applicabili
dal dicembre 2012, ha fatto sì che le imprese alimentari clienti abbiano spostato le loro richieste principalmente su alcuni ingredienti (soprattutto vitamine e minerali) e siano poco propensi a investire e ricercare prodotti
innovativi, per non rischiare poi di non poterne vantare
effetti nutrizionali o salutistici sul prodotto finito.
Questo ha portato ad una certa standardizzazione delle domande e allo spostamento della richiesta più sul
prezzo che sulla qualità o l’innovatività dell’ingrediente, a
discapito di un settore che presentava, anche in periodi
di difficoltà congiunturale, un atteggiamento anticiclico.
Per il futuro ci si aspetta che altre revisioni normative
(prodotti dietetici, novel food) potranno influenzare sia
le tipologie di prodotti sia le dinamiche di domanda e
offerta delle materie prime.
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Seconda parte
OLI LUBRIFICANTI
Gli oli lubrificanti sono prodotti della chimica delle specialità, costituiti da un olio base, ottenuto dalla prima raffinazione del petrolio, dalla rigenerazione di oli usati o da
fonti rinnovabili, a cui vengono additivati sostanze e formulati chimici in un’ampia serie di formulazioni, ciascuna pensata per una specifica applicazione.
Sotto diversi punti di vista, gli oli lubrificanti possono
essere considerati un esempio di chimica sostenibile.
Anzitutto la loro funzione primaria, ridurre l’attrito tra organi meccanici in movimento relativo, consente il raggiungimento di una maggiore efficienza nei processi e nei
macchinari in cui vengono utilizzati.
Anche l’innovazione tecnologica del settore è fortemente
guidata dalla sostenibilità: si punta infatti ad accrescere
costantemente la vita media e il potere lubrificante dell’olio e a ridurre il consumo energetico e le emissioni di CO2,
grazie a formulazioni innovative, basi lubrificanti pregiate e
più resistenti all’ossidazione, bassa viscosità.
Guardando ai due principali settori di sbocco del comparto, industria e autotrazione, si nota nel primo caso un
crescente orientamento verso la sostituzione delle basi
minerali con quelle vegetali e l’utilizzo di pacchetti di additivi ecocompatibili, nel secondo, verso prodotti a basso
tenore di zolfo e, grazie all’uso di additivi ad elevato potere detergente, bassa produzione di PM10.
Infine, quasi il 50% dell’olio usato prodotto viene raccolto
(dal COOU, Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati) e rigenerato, ottimizzando l’impiego di una risorsa naturale come
il petrolio e trasformando un rifiuto pericoloso per l’ambiente in materie prime preziose (oli base, gasoli e bitumi).
Sul mercato italiano operano, a fianco delle società
petrolifere e di alcune multinazionali chimiche, numerose aziende specializzate di piccole e medie dimensioni.
Includendo nel computo anche i distributori con una
piccola attività produttiva, il comparto raggiunge il centinaio di operatori, occupando all’incirca 3.000 addetti.
Di questi, il 60% è effettivamente “blendatore”, mentre gli altri rietichettano prodotti di terzi o distribuiscono esclusivamente marchi stranieri.
Nel 2012 si stima che il settore abbia realizzato un fatturato pari a 1,1 miliardi di euro; dopo la lieve flessione del
2011, i consumi sono infatti scesi di quasi il 9%, assestandosi sulle 394.000 tonnellate. Il calo si è concentrato sul comparto degli oli ad uso autotrazione (-11%),
come prevedibile vista la drammatica crisi del settore
auto, ma è stato comunque rilevante anche per gli oli
ad uso industriale (-6%), riflettendo la situazione generale dell’industria manifatturiera italiana.
Per il 2013 ci si può attendere un parziale arresto della
caduta, almeno per il comparto industria.
Oltre alla crisi globale e alla crisi particolare dell’automotive, la crescita del settore a livello italiano è fortemente penalizzata dal pesante regime fiscale a cui è sottoposto, viziato alla base dall’impropria assimilazione dei
lubrificanti ai prodotti energetici (che li assoggetta, fra
le altre cose, anche alla normativa in materia di scorte petrolifere).
Infatti, pur non essendo integrati con il ciclo del petrolio e presentando un mercato del tutto diverso da quello dei carburanti (dimensione ridotta delle transazioni,
netta prevalenza di piccoli produttori ed estrema differenziazione del prodotto), i lubrificanti devono purtroppo
combattere contro imposte elevate, ingiustificate, pressoché uniche in Europa e per di più inefficienti, quali la
Robin Hood Tax e l’imposta di consumo.
L’inefficienza di quest’ultima è legata soprattutto all’intricato sistema di adempimenti e controlli che gravano su
ogni fase della produzione e della commercializzazione
del prodotto, imponendo notevoli costi fissi alle imprese,
senza tuttavia impedire fenomeni di evasione ed elusione fiscale, che sono al contrario molto frequenti soprattutto sulle importazioni e sui piccoli volumi.
Essendo gli oli lubrificanti formulati spesso contenenti
componenti pericolosi, risultano particolarmente importanti per il settore anche le normative di sicurezza prodotto (REACH, CLP, Direttiva biocidi) e il Codice ambientale, per la corretta gestione dei rifiuti.
Il Gail, Gruppo aziende industriali della lubrificazione di
Aispec, raggruppa 29 aziende, in cui trovano impiego
quasi 1.200 addetti. Pur presentando una composizione estesa ed eterogenea per dimensione e attività, con
realtà medio piccole e importanti multinazionali, imprese produttrici di basi lubrificanti da raffinazione e da rigenerazione di oli usati e produttrici di lubrificanti finiti e di
additivi, l’Associazione è riconosciuta come un importante luogo di aggregazione e produttivo confronto sui
problemi settoriali, affrontati nell’ambito dei propri comitati e gruppi di lavoro, ma anche attraverso una costante
collaborazione con l’associazione europea di riferimento, la UEIL (Independent Union of the European Lubricants Industry), di cui il Gail è socio fondatore.
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La chimica e i suoi settori
ABRASIVI
Il settore italiano degli abrasivi, fra i maggiori mercati di
riferimento a livello internazionale, si caratterizza per due
principali produzioni: abrasivi flessibili (carte, tele, fibre)
e abrasivi rigidi. Il comparto dei rigidi comprende a sua
volta le mole convenzionali vetrificate (a legante inorganico ceramico) e le mole troncatrici e a centro depresso (a legante organico resinoide).
Sul mercato italiano operano alcune grandi multinazionali
e molte realtà nazionali medie o medio-piccole, concentrate soprattutto in Lombardia, Piemonte e Veneto, per un
totale di una quarantina di imprese e oltre 2.000 addetti.
I dati statistici del comparto italiano, raccolti, elaborati e diffusi annualmente da Aispec, mostrano purtroppo per il 2012 un’inversione del trend positivo dell’anno
precedente, registrando globalmente un calo del 6.2%.
Le maggiori contrazioni si sono verificate nelle vendite
interne, circa 231 milioni di euro (contro i 255 del 2011),
con il calo più forte nel comparto delle mole a centro
depresso (-11.2%), seguite dai flessibili (-9.2%) e dai
convenzionali (-7.3%).
L’export, pari a circa 132 milioni di euro, più del 35% del
fatturato totale, rimane globalmente in linea rispetto al
2011, anche se al dato concorrono risultati contrastanti: positivi per le mole a centro depresso (+6.2%) e convenzionali (+2.5%), negativi invece (-7%) per gli abrasivi
flessibili, che risultano nel complesso il comparto più in
crisi (-8.5% a fronte del -4.8% dei convenzionali e -2.8%
delle mole a centro depresso).
Il calo generale del settore è attribuibile principalmente alla drammatica situazione di crisi dei settori clienti,
meccanica, auto e soprattutto edilizia, che purtroppo
non sembrano destinati a risollevarsi a breve.
Per il 2013 si può prevedere ancora una lieve flessione, in linea con l’andamento generale dei mercati europei. La domanda mondiale dovrebbe invece rafforzarsi
rispetto al 2012 (pur senza raggiungere i livelli pre-crisi),
pertanto ci si attende un miglioramento delle opportunità di export, soprattutto nei mercati più lontani.
Tradizionale fattore critico per la crescita del comparto italiano, oltre al costo elevato delle materie prime e
dell’energia, la concorrenza da parte dei produttori extracomunitari, soprattutto orientali; emblematica a tal proposito la recente invasione del mercato italiano da parte di abrasivi flessibili provenienti dalla Corea.
La generale tendenza all’apertura dei mercati internazionali dovrebbe portare ad una positiva riduzione degli alti
dazi sulle materie prime del settore; d’altro canto, l’abbattimento delle barriere agevola l’ingresso di prodotti finiti extra-comunitari, spesso associato a fenomeni di
concorrenza sleale che costringono il settore a tutelarsi,
ove possibile, attraverso dazi anti-dumping e altre misure previste dalla CE.
In questo senso è fondamentale il supporto dell’Associazione europea, la FEPA, che, anche attraverso Cerame Unie, riesce ad avere un ruolo nelle attività di advocacy sulle normative comunitarie e nelle strategie di politica
industriale europee, oltre a svolgere attività fondamentali sul piano della normazione tecnica e della promozione
della sicurezza nell’utilizzo dei prodotti abrasivi.
L’Associazione nazionale, coordinandosi con la FEPA e
gli altri Stati membri, assiste direttamente le imprese nel
costante monitoraggio e aggiornamento degli standard
tecnici CEN e ISO che determinano i requisiti di sicurezza, i test e i metodi di prova dei prodotti e rappresentano
quindi il cuore di quel know how che consente ancora
oggi alle imprese europee di competere con la concorrenza orientale, garantendo al tempo stesso alte prestazioni del prodotto, ma anche sicurezza per l’utilizzatore.
In questo scenario anche le normative di sicurezza prodotto, REACH in primis, stanno assumendo rilevanza crescente per il settore, soprattutto in funzione dell’approvvigionamento delle materie prime e del loro utilizzo coerente con la legislazione in tema di salute e sicurezza sul
luogo di lavoro.
Fortemente sentita anche l’esigenza di una sostanziale
riduzione degli oneri fiscali a carico dei produttori, soprattutto sul fronte energetico, e di un significativo snellimento delle procedure amministrative in materia ambientale
(autorizzazioni alle emissioni in atmosfera, agli scarichi idrici, gestione dei rifiuti), troppo spesso disomogenee sul
territorio nazionale.
Il Gruppo abrasivi di Aispec raduna ad oggi 24 imprese, che impiegano quasi 1.600 addetti. Riunendo in sé i
maggiori produttori dell’industria nazionale di abrasivi (rigidi e flessibili), il Gruppo rappresenta all’incirca l’85% del
mercato italiano, per il quale si stima un fatturato annuo
di oltre 360 milioni di euro.
Federchimica assiste e rappresenta le specifiche necessità del comparto, attraverso la lobby e i rapporti con le
istituzioni, l’assistenza sull’applicazione del CCNL e il supporto tecnico nell’applicazione delle normative.
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Seconda parte
SMALTI PER CERAMICA, PIGMENTI INORGANICI, OSSIDI METALLICI
Il settore comprende la produzione di smalti, fritte, pigmenti, coloranti usati nell’industria ceramica (piastrelle,
stoviglieria, sanitari, etc.) e, in misura minore, nell’industria meccanica (soprattutto per finitura superficiale di
elettrodomestici e prodotti per la casa). Esso include
anche alcune aziende produttrici di ossidi metallici che
trovano diffusione, per ben oltre la metà del loro impiego, nei processi di reazione chimica per la realizzazione di pigmenti e fritte e nella composizione di prodotti
antiruggine e di stabilizzanti.
I colorifici sono prevalentemente ubicati nell’area di
Sassuolo. Il comparto costituisce, insieme ai costruttori di macchinari e ai produttori di piastrelle, il terzo attore necessario alla creazione di piastrelle da pavimento
e rivestimento.
Le più importanti multinazionali del settore hanno in Italia filiali e stabilimenti che, data la rilevanza strategica del
mercato, rivestono un ruolo spesso determinante per la
stessa capogruppo. Tali aziende sono un significativo
esempio di chimica al servizio della ceramica, alla quale viene fornito il vero valore aggiunto che permette al
prodotto italiano di eccellere su tutti i mercati mondiali. Il processo di studio e ricerca nell’applicazione dello
smalto riveste un ruolo fondamentale per la ceramica.
Questi aspetti sono il vero punto forte dei colorifici, che
effettuano annualmente investimenti molto rilevanti e
spesso in percentuale superiore a quelli delle aziende
chimiche tradizionali. Tale processo di affinamento dei
prodotti, associato ai necessari servizi forniti per l’applicazione dei medesimi, ha ormai spostato il settore verso le specialità. In effetti il colorificio, quale fornitore di
ricerca ed estetica, spesso all’atto della presentazione
del proprio prodotto propone la piastrella finita e non un
intermedio chimico. Le forti concentrazioni e le acquisizioni tra colorifici avvenute negli ultimi anni dimostrano
che le aziende del settore sono abituate a competere a
livello globale. La competitività, soprattutto con la Spagna, ha avuto un ruolo fondamentale nella riorganizzazione di un settore che, spesso per necessità, ha dovuto reinventarsi e che ha permesso con la propria ricerca di fare crescere il mondo della piastrella.
Le attività più importanti, promosse da Ceramicolor, sono
indirizzate in materia ambientale e di sicurezza; in linea
generale sono volte allo studio delle problematiche inerenti la classificazione, l’etichettatura e l’imballaggio delle
sostanze e dei preparati pericolosi.
Nel corso del 2012, Ceramicolor ha proseguito le attività per gestire l’implementazione del REACH e sono state seguite con estrema attenzione le normative a valle,
tra cui quelle relative alla gestione dei rifiuti, ai grandi rischi
e all’IPPC (Integrated Pollution Prevention and Control).
L’Associazione ha proseguito nell’attività di promozione del settore sul territorio attraverso il progetto “Fabbriche Aperte”, che ha coinvolto quattro stabilimenti. Tutta
la cittadinanza ha così avuto la possibilità di visitare alcuni importanti impianti del distretto, di conoscere i prodotti e il loro contributo alla qualità della vita, così come le
tecnologie utilizzate a tutela dell’ambiente, della sicurezza industriale e della salute.
E, per rendere ancora più efficace l’attività iniziata con
Fabbriche Aperte, è stata confermata un’attività specifica rivolta alle scuole medie inferiori e superiori, per presentare agli studenti il mondo della chimica, l’importanza della scienza chimica nella vita quotidiana e tutte le
opportunità professionali offerte dall’industria chimica in
Italia. Nello specifico, è stato presentato un breve quadro delle attività dei colorifici ceramici, per mostrare ai
ragazzi tutto il percorso di produzione di queste aziende, che operano principalmente nel distretto.
Sempre nell’ambito education, Ceramicolor, in collaborazione con Confindustria Ceramica, ha promosso un corso
di formazione dedicato agli studenti più meritevoli dell’Istituto tecnico industriale “E. Fermi” di Modena con l’obiettivo di contribuire attivamente alla formazione dei giovani per
introdurli al mondo del lavoro. Si tratta di un corso finalizzato
all’approfondimento della conoscenza dei processi di trasformazione propri della produzione di materiali ceramici.
Una specializzazione importante in vista della futura collocazione professionale dei diplomati, che vengono messi
in grado di inserirsi più velocemente nel distretto ceramico. Nel 2012 l’offerta ha riguardato non solo le classi quarte, ma anche gli studenti dell’ultimo anno.
www.ceramicolor.it
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La chimica e i suoi settori
ADESIVI E SIGILLANTI
Il settore degli adesivi e sigillanti rappresenta produzioni
destinate ad una grande varietà di applicazioni, solo per
citarne alcune: edilizia, cartotecnica, imballaggio, mezzi di trasporto, legno e arredamento, calzature, pelletteria, fai-da-te.
Nel 2012 l’attività del Gruppo adesivi e sigillanti di Avisa
è proseguita su tutte le tematiche di interesse e i rappresentanti delle imprese associate hanno periodicamente
partecipato alle riunioni del Comitato Tecnico, nel quale vengono affrontati tutti gli aspetti più critici delle norme e si condividono soluzioni operative e interpretazioni.
Nella piena convinzione che, per proseguire con le iniziative di formazione nei confronti della clientela, sia necessario acquisire il parere dei clienti sulle tematiche tecniche alle quali sono maggiormente interessati, il settore
adesivi per legno ha avviato un’indagine con lo scopo
di conoscere con esattezza le necessità di formazione
tecnica, in modo da potere formulare moduli corrispondenti ad esigenze reali ed ottenere conseguentemente
numero di presenze e profilo professionale dei futuri partecipanti in linea con le aspettative. Alla luce dei risultati emersi il settore lavorerà ad alcune ipotesi formative.
Ormai da qualche anno l’Associazione partecipa al
SICAM (Salone Internazionale dei Componenti, Semilavorati e Accessori per l’Industria del Mobile) che si svolge a Pordenone. L’edizione del 2012 ha ospitato l’Associazione con una postazione presso la quale i visitatori delle imprese sia associate che non hanno potuto
prendere visione dei servizi offerti.
Prosegue l’impegno del settore adesivi per cartotecnica
e imballaggio nel progetto CAST2, riguardante la complessa e delicata materia del contatto alimentare. Si sta
lavorando in collaborazione con l’Istituto Superiore di
Sanità, che ha la responsabilità scientifica del progetto, alla predisposizione dei documenti di definizione dei
comportamenti operativi da adottare nel caso di ispezione da parte delle Autorità, mirata a verificare il rispetto del Regolamento 2023/2006/CE.
Sarà, inoltre, predisposto un documento che chiarirà i
requisiti della documentazione di supporto (DoS) richiesti dal Regolamento Quadro 1935/2004/CE.
In questo ambito è di rilievo la collaborazione nata con
tutti gli attori della filiera dell’imballaggio che consente un
importante dialogo e lo scambio reciproco di esperienze.
In materia di sostenibilità si moltiplicano le iniziative sia a
livello nazionale, sia a livello europeo: il Ministero dell’Am-
biente, nel quadro delle attività previste dal Piano d’azione nazionale sul Green Public Procurement, ha deciso di creare un gruppo di lavoro tra i soggetti interessati per predisporre i “Criteri Ambientali Minimi” da inserire nelle gare di appalto per la costruzione e manutenzione degli edifici.
Vista la rilevanza del tema, il Comitato Tecnico di Avisa ha ritenuto fondamentale partecipare e per questo è
stato individuato un rappresentante del settore adesivi
per edilizia che faccia parte del gruppo di lavoro ministeriale. Nel corso delle prime riunioni sono stati individuati i temi specifici da approfondire. In particolare Avisa sta seguendo gli argomenti “Normativa e strumenti
di certificazione” e “Materiali da costruzione ed impianti”.
È stato presentato il documento preliminare, predisposto dal Ministero, che servirà come traccia per i contributi e le idee che perverranno dai partecipanti al gruppo di lavoro. A questo proposito, Avisa ha inviato i propri
commenti per quanto riguarda i prodotti di proprio interesse e potrà proporre, se opportuno, criteri specifici.
L’Associazione europea FEICA alla quale aderisce il
Gruppo adesivi e sigillanti, ha recentemente lanciato
un’indagine per conoscere il grado di coinvolgimento
delle imprese associate nei vari paesi europei in materia
di sostenibilità. L’Associazione ha diffuso il questionario
da compilare on line. Uno specifico gruppo di lavoro sta
esaminando le risposte pervenute e, sulla base di esse,
elaborerà una strategia comune europea.
Nel corso del 2012 i rappresentanti del Gruppo adesivi
e sigillanti hanno continuato ad assicurare la presenza
attiva ai lavori dell’Associazione europea. Con l’assidua
partecipazione agli Organi di FEICA (Executive Board,
European Technical Board e European Business Board),
nonché ai vari working group. I delegati delle imprese
associate ed il personale dell’Associazione hanno garantito il necessario collegamento e coordinamento per tutte le problematiche che vengono affrontate in ambito sia
nazionale, sia internazionale.
Il 2012 è stato l’anno della Conferenza Mondiale degli
adesivi e sigillanti che si è tenuta a Parigi. L’evento si
svolge ogni quattro anni ed è ospitato a turno in un continente diverso. Si è trattato di un autentico successo
con più di 900 partecipanti provenienti da tutto il mondo. La Conferenza era suddivisa in 18 sessioni, animate da 81 relatori. Tali cifre raccontano lo straordinario
valore aggiunto di una manifestazione di questa portata, soprattutto considerata la delicata situazione economica internazionale nella quale si è svolta.
http://avisa.federchimica.it
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Seconda parte
PITTURE E VERNICI
Il settore delle pitture e vernici rappresenta una componente molto rilevante della chimica italiana. Con un
valore della produzione superiore ai 3 miliardi di euro,
l’Italia è il secondo produttore europeo dopo la Germania. In Italia sono attive sia importanti imprese a capitale italiano di dimensioni medie e piccole, sia filiali produttive di gruppi internazionali. I prodotti trovano impiego in svariati settori: i più importanti in termini quantitativi sono l’edilizia (circa il 55% delle vendite complessive),
l’industria metalmeccanica (20%) e il mobile (15%), ma
figurano anche l’auto, la protezione industriale, la nautica, la marina, il can coatings. Le imprese di pitture e
vernici, attraverso la qualità dei propri prodotti, l’innovazione e la capacità di dare efficacemente risposte alle
esigenze dei clienti, sono spesso alla base dei successi di molte imprese del made in Italy. Una parte significativa e tendenzialmente crescente della produzione è
rivolta ai mercati esteri.
La fase di recessione della produzione industriale italiana non ha risparmiato l’industria dei prodotti vernicianti che ha registrato un 2012 decisamente difficile con
un arretramento dei volumi di due cifre rispetto al 2011.
La crisi ha indotto e sta inducendo cambiamenti strutturali nel mercato e guida e condiziona i comportamenti delle famiglie (calo dei consumi, crescita dell’attenzione agli sprechi, rinvio delle spese non necessarie, preferenza per le occasioni di sconto) e di conseguenza
delle imprese.
Dopo un lungo periodo costellato da rincari e situazioni
di shortage, in alcuni settori si sono avvertiti segnali di
distensione per le materie prime.
Per tutti i settori desta enorme preoccupazione la stretta creditizia. La disponibilità di denaro si è ridotta e il
denaro, quando viene erogato, è troppo caro. Cresce la
preoccupazione per il rischio insolvenza nei vari mercati. Ad aggravare la situazione è anche il ritardo dei pagamenti sia da parte del settore pubblico sia tra le aziende.
L’entrata in vigore del decreto legislativo n.161 del 27
marzo 2006 (D.Lgs. 161/2006), sull’“Attuazione della
direttiva 2004/42/CE, per la limitazione delle emissioni
di composti organici volatili conseguenti all’uso di solventi in talune pitture e vernici, nonché prodotti per carrozzeria”, ha imposto limiti specifici dei contenuti massimi di composto organico volatile (COV) nei prodotti
vernicianti utilizzati in edilizia e in carrozzeria. Il decreto
ha avuto pertanto importanti ricadute sulla produzione
e sull’attività di ricerca e sviluppo dei produttori di pitture
e vernici; le imprese hanno investito significative risorse
umane ed economiche per la formulazione di prodotti
a basso contenuto di COV.
Il Gruppo pitture e vernici ha seguito fin dall’inizio l’iter
legislativo del decreto e le implicazioni tecnico-normative conseguenti attraverso una puntuale e tempestiva
informazione, circolari di chiarimento, riunioni interassociative, incontri tra tecnici, realizzazioni Linee guida e
position paper e un continuo confronto con le autorità.
Proprio grazie all’attività associativa di lobby i Ministeri
competenti hanno accolto, nell’agosto 2012, le istanze associative e riallineato la legislazione italiana a quella degli altri paesi dell’Unione europea abolendo il divieto di esportare, in paesi extra Ue, i prodotti non conformi. Tale disposizione, ottenuta dopo il conseguimento
di una proroga per tre anni consecutivi, ha evitato alle
imprese operanti in Italia, comprese le multinazionali, associate e non, la perdita di un fatturato pari a circa
100 milioni di euro all’anno.
Considerata la complessità dell’esecuzione del metodo di calcolo dei composti organici volatili richiesto dal
decreto, il Gruppo ha realizzato un round robin test (test
interlaboratorio) per verificare la correttezza del metodo
utilizzato dalla maggior parte delle imprese per la dichiarazione del contenuto di COV. Attraverso la collaborazione di qualificati laboratori italiani di analisi sono stati
condotti dei test su alcuni prodotti etichettati secondo il
D.Lgs.161/2006: i risultati hanno evidenziato un significativo allineamento tra i dati calcolati dalle imprese e i
dati riscontrati dalle analisi dei laboratori confermando
l’efficacia del metodo teorico utilizzato dalle imprese.
L’industria italiana delle pitture e vernici ha manifestato, negli ultimi anni, una grande necessità di formazione specifica per i propri tecnici, anche tenuto conto che
è scarsa l’offerta di corsi post-diploma o universitari.
Per questo il Gruppo pitture e vernici di Avisa collabora,
dal 2005, con Innovhub - Stazione Sperimentale Oli e
Grassi e con l’Associazione Italiana dei tecnici di industrie di vernici ed affini nel programma di formazione permanente denominato forVER. Nel 2012 è stato organizzato con successo il corso “Vernici per legno: la formulazione nei diversi settori applicativi. Tipologie dei prodotti, formulazioni, sistemi applicativi”.
http://avisa.federchimica.it
62
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La chimica e i suoi settori
GAS TECNICI, SPECIALI E MEDICINALI
I prodotti del settore dei gas tecnici speciali e medicinali
sono principalmente: ossigeno, azoto, argon, elio e gas
rari, idrogeno, acetilene, anidride carbonica, anidride solforosa, idrofluorocarburi, aria, gas speciali e miscele di gas.
I gas prodotti dal comparto trovano impiego in quasi tutti gli ambiti dell’attività manifatturiera nazionale (metallurgia, meccanica, alimentare, chimica, vetro, ecc.), oltre
che in ambito sanitario (ossigeno, protossido d’azoto,
miscele medicinali e dispositivi medici). Essi hanno la
necessità di essere prodotti in prossimità dei luoghi di
utilizzo finale, a causa degli elevati costi di trasporto, e,
proprio per questo, l’andamento economico del settore
segue abbastanza fedelmente lo stato di salute dell’attività manifatturiera italiana.
Il settore dei gas industriali ha chiuso il 2012 con un
calo dei livelli produttivi nell’ordine dell’1% rispetto all’anno precedente. Il settore ha sofferto di una crisi che ha
colpito tutti i comparti clienti, più o meno indistintamente, dalla chimica alla metallurgia, dalla meccanica alla
petrolchimica.
Per il 2013 non si prevedono importanti cambi di rotta:
un lieve recupero dell’attività produttiva potrebbe provenire dai settori che più si avvantaggeranno della prevista crescita della domanda estera, quali ad esempio
la metalmeccanica e la chimica. Ancora sofferenti invece i comparti più legati alla domanda interna, penalizzata dalla persistente crisi economica e dagli effetti recessivi sull’occupazione.
Il comparto medicinale è leggermente cresciuto sebbene a ritmi inferiori a quelli abituali. Il settore è infatti molto meno ciclico di quello industriale e gode di un proprio trend di costante sviluppo, specie per la crescente importanza dei servizi accessori forniti insieme ai gas.
Sia per l’area domiciliare che per quella ospedaliera, la
fornitura del gas si accompagna a prestazioni accessorie, quali la fornitura di servizi, apparecchi e impianti, che
trainano la crescita del valore del comparto.
Nessuna svolta nemmeno sul fronte dei costi delle materie prime, che nel caso dei gas si identificano con i costi
energetici. Molto preoccupanti sono infatti i notevoli rincari subiti dalla componente tariffaria corrisposta dalle
imprese italiane: la bolletta energetica ha continuato a
subire incrementi molto importanti: i primi calcoli di consuntivo indicano un aumento dei costi energetici di circa
il 17% a fine 2012 rispetto all’anno precedente. È però
la componente tariffaria inclusa in tali costi che traina
tutto l’incremento: oneri di sistema e accise sono infatti aumentati del 55% rispetto all’anno precedente, rappresentando ormai il 30% dei costi totali a carico delle
imprese del settore.
A fianco della normale attività istituzionale e progettuale di Assogastecnici, nel 2012 si è tenuto un importante momento congressuale: nel mese di ottobre, presso l’Auditorium di Federchimica si è svolto il Convegno
sulla Sicurezza nel trasporto dei gas medicinali, a completamento di una serie di incontri formativi focalizzati sul
tema cruciale della sicurezza nel trasporto.
L’Associazione ha anche realizzato importanti documenti di indirizzo e formazione, tra cui le linee guida sulla
“Sorveglianza Sanitaria”, sulla “Formazione del personale conducente in base all’ADR 2013”, sulla “Redazione
di Etichette e Schede di Sicurezza delle principali tipologie di miscele di gas”.
Alla luce degli obblighi di formazione stabiliti dall’Accordo
Stato-Regioni, il Comitato Sicurezza Gas ha predisposto 24 pacchetti formativi su specifici scenari di rischio.
Per quanto riguarda il comparto medicinale l’evoluzione
legislativa degli ultimi anni ha portato i gas medicinali ad
assumere a tutti gli effetti lo status di farmaci e le aziende che li producono hanno dovuto dotarsi delle autorizzazioni all’immissione in commercio (AIC): allo stato
attuale l’ossigeno medicinale, l’azoto protossido medicinale e l’aria medicinale possono essere commercializzati esclusivamente dalle aziende che hanno ottenuto la relativa AIC.
Per adeguarsi al meglio alla fase di evoluzione dalla quale sta emergendo la normativa di riferimento, il Gruppo
Gas Medicinali sta mantenendo ed intensificando i rapporti con Ministero della Salute, AIFA e Istituto Superiore di Sanità per ottenere un sempre maggiore avvicinamento tra le prassi applicate in Europa e le interpretazioni adottate dagli interlocutori istituzionali sul territorio
nazionale, sia per quanto riguarda le questioni relative
ai gas farmaci che per i gas e miscele che vengono utilizzati come dispositivi medici.
Prosegue la campagna di sensibilizzazione del Gruppo
gas medicinali sull’impiego corretto e sicuro dei gas e
in particolare sulle modalità di manipolazione e dispensazione di tali farmaci all’interno delle strutture sanitarie
pubbliche e private: con pubblicazioni sul Sole24Ore
Sanità, Corsi Regionali accreditati ECM per i farmacisti
ospedalieri ed eventi istituzionali a carattere nazionale.
www.assogastecnici.it
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63
Seconda parte
DETERGENTI E SPECIALITÀ PER L’INDUSTRIA E PER LA CASA
Il settore dei prodotti per la pulizia, la manutenzione e
l’igiene degli ambienti comprende detersivi, saponi da
bucato, coadiuvanti di lavaggio, presidi medico-chirurgici disinfettanti e disinfestanti ambientali (oggi presidiomedico-chirurgici, in fututo biocidi), cere, prodotti per la
cura delle auto, deodoranti ambientali e prodotti per la
pulizia e la manutenzione in generale.
Si suddivide in due macro aree: detergenti e prodotti per la manutenzione della casa e analoghi per l’industria, le comunità e le istituzioni. Le due aree condividono la missione d’impresa di produrre le migliori soluzioni
per assicurare pulizia e igiene in ogni ambito.
All’interno del settore operano imprese nazionali e multinazionali con sede in Italia, con un fatturato globale che
supera i tre miliardi di euro. Spesso la sfida più grande
per le imprese del settore è riuscire a conciliare le necessità di una crescita economica e industriale sostenibile con le esigenze dei consumatori e degli utilizzatori,
operando in un panorama normativo, che risulta essere sempre più complesso.
Attualmente i temi di interesse tecnico normativo del settore riguardano principalmente i biocidi, il Regolamento
Detergenti, REACH e CLP.
La revisione della legislazione sui biocidi si è conclusa
lo scorso maggio con la pubblicazione del Regolamento 528/2012 (Nuovo Regolamento Biocidi) con cui si è
passati dal sistema di autorizzazione nazionale dei PMC
(Presidi Medico Chirurgici) a quello europeo dei prodotti biocidi. A stretto contatto con le Autorità competenti è
stato attivato uno specifico tavolo di lavoro per la complessa gestione del periodo transitorio e per la corretta interpretazione degli adempimenti previsti dal nuovo
regolamento.
Il Regolamento Detergenti è stato seguito con grande
interesse per le recenti limitazioni introdotte per i fosfati nei detergenti per bucato e per lavastoviglie automatiche destinati ai consumatori, che garantisce armonizzazione a livello europeo.
Le aziende della detergenza sono state anche coinvolte nell’applicazione del Regolamento REACH, prevalentemente in quanto downstream users. Una delle principali criticità riscontrate riguarda la corretta gestione delle informazioni attraverso le Schede Dati di Sicurezza e
gli scenari esposizione.
Anche il Regolamento CLP avrà un impatto importante sul settore con, in alcuni casi, un notevole aggravio
degli adempimenti di classificazione ed etichettatura.
Le aziende stanno valutando il loro portafoglio prodotti
e attivando le azioni opportune per esser pronte quando il CLP sarà a regime nel 2015.
Il settore della detergenza è, inoltre, da tempo impegnato nella realizzazione di progetti volontari legati al
concetto di sostenibilità, di rilevante interesse per le
imprese e l’utilizzatore finale. Tali iniziative sono volte alla riduzione dell’impatto ambientale del settore
e alla massimizzazione della tutela del consumatore.
La crisi del mercato sta accelerando il cambiamento e
sta mutando le esigenze e le richieste dei consumatori;
le imprese e la grande distribuzione organizzata vedono
questa fase come un’opportunità da cogliere. Per tale
motivo, la sostenibilità assume oggi una valenza molto
più concreta e viene percepita come leva da utilizzare
per avviare una nuova fase di sviluppo dell’economia.
Uno dei progetti più importanti in questo ambito è il
Charter A.I.S.E. per una pulizia sostenibile: un programma volontario, implementato in Italia da Assocasa, che ha l’obiettivo di promuovere il continuo miglioramento nell’ambito della sostenibilità, che si applica a
tutti gli stadi del ciclo di vita del prodotto e si fonda sui
tre “pilastri” della sostenibilità: sociale, ambientale ed
economico. Con il 2010 il Charter si è arricchito di una
«dimensione di prodotto», ovvero una versione migliorata del logo che può essere utilizzata su un «prodotto
che non solo è realizzato da un membro del Charter,
ma che soddisfa anche alcune caratteristiche avanzate di sostenibilità”. Questa novità è in linea con le esigenze avanzate dagli stakeholder, affinché il logo non
dicesse solo qualcosa su chi ha realizzato il prodotto,
ma anche sul prodotto stesso.
Di pari rilevanza sono inoltre i progetti PREP (Product
Resource Efficiency Project). Dopo quelli dedicati alla
concentrazione dei detergenti in polveri e liquidi per
bucato domestico, si attiverà a breve anche il progetto relativo alla concentrazione degli ammorbidenti.
La concentrazione dei prodotti risulta fornire un importante beneficio ambientale in termini di consumi di materie
prime e materiale da imballaggio oltre che di riduzione
di trasporti e quindi di emissioni di anidride carbonica.
www.assocasa.it
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La chimica e i suoi settori
COSMESI
Il 2012 registra la prima lieve contrazione del mercato
interno per il comparto cosmetico, che risente dell’onda lunga della crisi dei consumi in Italia, iniziata da oltre
due esercizi. Il valore del mercato supera i 9.600 milioni di euro, con una contrazione dell’1.8%.
In realtà la vocazione anticiclica del settore si esprime
con una razionalizzazione delle scelte dei consumatori,
che si spostano su fasce di prezzo e su canali più economici, senza però rinunciare ai prodotti premium, indebolendo così la fascia di prezzo intermedia.
Fondamentalmente i consumi, in quantità, restano inalterati, mentre si fanno pesanti le minori frequentazioni
dei canali professionali.
È sicuramente in corso un’importante modificazione dello
scenario distributivo: l’affermazione di nuovi canali monomarca, lo sviluppo della grande distribuzione specializzata, le nuove dinamiche delle vendite dirette, sono alcuni
dei fenomeni che caratterizzano gli acquisti di cosmetici negli ultimi esercizi, imponendo evidenti ripensamenti
delle politiche distributive nei canali tradizionali.
In questo contesto, i fatturati delle imprese italiane, cioè
il valore della produzione, crescono nel 2012 di poco
meno di un punto percentuale, toccando i 9.040 milioni di euro, grazie soprattutto alla competitività dell’offerta italiana sui mercati esteri: il valore delle esportazioni
infatti sfiora i 2.900 milioni di euro, con un trend positivo di oltre sette punti percentuali.
Le proiezioni per il 2013 sono orientate a un’ulteriore, anche se marginale, contrazione dei consumi, che
dovrebbero ripartire a cavallo della seconda metà dell’esercizio, mentre i fatturati saranno ancora sostenuti dalla crescita delle esportazioni.
In uno scenario politico-economico ancora molto incerto, le imprese italiane si trovano ad affrontare i rallentamenti del mercato interno e le opportunità di crescita sui nuovi mercati internazionali con la sola capacità
imprenditoriale che le caratterizza: la forza di perseguire la competitività acquisita con il costante investimento in flessibilità, ricerca, innovazione e rigore produttivo.
L’evoluzione dei canali di distribuzione, in un periodo di
rallentamento congiunturale, se da un lato ribadisce l’irrinunciabilità del consumo di cosmetici, dall’altro conferma una serie di tendenze ormai consolidate. Le vendite
dirette e in erboristeria sono espressione di canali che
più di tutti hanno saputo assecondare le nuove opzioni di acquisto dei consumatori, mentre il calo di vendite nel professionale evidenzia le difficoltà legate alla frequentazione, elemento indiretto di acquisto e quindi più
condizionato dalla crisi.
Il canale farmacia dopo anni di crescite superiori alla
media, registra un rallentamento marcato, anche se
in misura inferiore ad altri canali concorrenti. Il mercato supera i 1.750 milioni di euro con una contrazione
dell’1.4%, pari a oltre il 18% del totale di vendita di tutti i cosmetici sul mercato nazionale.
I cosmetici venduti nel canale erboristeria anche nel
2012 confermano il trend positivo degli ultimi anni,
sempre superiore alla media annuale. Il valore delle
vendite, prossimo ai 400 milioni di euro e a una crescita sul 2011 di cinque punti percentuali, caratterizza il canale, che sembra non risentire della congiuntura negativa, grazie alle opzioni d’acquisto dei consumatori sempre più decise ed orientate a concetti salutistici e naturalistici.
L’andamento dei consumi nelle profumerie nel 2012,
dopo alcuni esercizi negativi, segna un’ulteriore contrazione di quattro punti percentuali, con un valore delle vendite prossimo ai 2.200 milioni di euro.
Il valore dei cosmetici venduti nella grande distribuzione nel 2012 è prossimo ai 3.800 milioni di euro, confermandosi il più importante canale di vendita per il
cosmetico. Tuttavia, le vendite evidenziano andamenti disomogenei. Prosegue, infatti, l’importante forbice
venutasi a creare tra le vendite di cosmetici negli iper
e supermercati tradizionali, calate di 3.4 punti percentuali, e quelle negli spazi specializzati, definiti anche
“casa-toilette”, o “canale moderno”, che crescono a
ritmi ancora sostenuti. Prepotente negli ultimi esercizi
anche l’impatto dinamico dei nuovi negozi monomarca.
Anche nel 2012 si registra una crescita superiore alla
media per le vendite porta a porta. Il valore delle vendite ha superato i 430 milioni di euro, consentendo un
incremento di due punti percentuali.
Continua la contrazione dei consumi di cosmetici nei
canali professionali, che raggiungono i 900 milioni di
euro. Prosegue, infatti, da un paio di esercizi, il calo del
consumo negli istituti di bellezza, -5%, per un valore
prossimo ai 260 milioni di euro. Il canale è ancora condizionato dalle incognite sulle frequentazioni, penalizzate dalla congiuntura economica, e continua ad essere contraddistinto da alcune tensioni sui prezzi, dalle
politiche di importanti player del mercato, ma, soprattutto, da una nuova concorrenza legata a prodotti di
dubbia provenienza. Per i saloni di acconciatura, con
un decremento di sei punti percentuali ed un valore di
645 milioni di euro, continua a pesare la contrazione
delle frequentazioni medie che hanno evidentemente
influenzato numero e valore degli scontrini.
www.unipro.org
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Seconda parte
FARMACI DI AUTOMEDICAZIONE
Il 2012 è stato un anno difficile per il comparto dei farmaci senza obbligo di prescrizione: i dati di vendita del
settore, che costituisce il 17.3% a volumi e il 13.3% a
valori del mercato farmaceutico, restituiscono l’immagine di un comparto in difficoltà, con un calo dei consumi pari al 5.4% (316 milioni di confezioni) e della spesa,
pari al 3.7% (2.392 milioni di euro).
Diversamente da quanto previsto ad inizio autunno, la
minore incidenza delle sindromi influenzali del periodo
invernale non ha favorito il recupero delle vendite atteso nell’ultimo trimestre.
Il 2012 non ha generato, quindi, un’inversione di tendenza dell’andamento negativo del mercato che, negli
ultimi sei anni, registra una contrazione media annua dei
consumi pari al 2.7%.
Tenendo conto dell’effetto dei due provvedimenti di delisting, ossia della riclassificazione di oltre 350 confezioni
da farmaci con obbligo di ricetta non rimborsabili (C-Rx)
a farmaci senza obbligo di prescrizione (G.U. 83 - 26
aprile 2012 e G.U. 277 - 27 novembre 2012), il confronto rispetto alla fotografia del mercato scattata 2011
delinea trend meno pessimistici. L’aumento del numero
di prodotti disponibili senza ricetta permette di registrare, rispetto allo storico, una diminuzione più contenuta
dei consumi (-1.6%) e una crescita dei fatturati (+2.5%).
Guardando alle due categorie che costituiscono l’insieme dei farmaci senza obbligo di ricetta, cioè i farmaci di
automedicazione o OTC (Over The Counter) per i quali
è consentita la pubblicità al grande pubblico e i farmaci
SOP, non pubblicizzabili, si osserva che i farmaci OTC
registrano una diminuzione delle vendite del 5.1% (228
milioni di confezioni), con fatturati pari a 1.675 milioni di euro, in diminuzione del 2.8%, mentre ancora più
pesante è la contrazione del mercato SOP, pari al 6.2%
a volumi (87.5 milioni di confezioni) e al 5.6% a valori
(oltre 717 milioni di euro).
Grazie all’entrata sul mercato di extention line di confezioni già esistenti e ad alcuni switch di prodotto/confezione da C-Rx/SOP ad OTC, il comparto dei soli farmaci di automedicazione conferma la volontà delle aziende
del settore di continuare ad innovare l’offerta terapeutica
a disposizione dei cittadini. Per quanto riguarda i SOP,
grazie alla riclassificazione avvenuta con il delisting, si
registra – rispetto ai soli dati di vendita – una tenuta dei
consumi (-0.6%), un forte aumento dei fatturati (+10.5%)
e una crescita di circa cinque punti percentuali del peso
di questa categoria sul totale dei farmaci senza ricetta,
intorno al 30% a fine 2012.
Fatti salvi i provvedimenti di delisting che hanno comunque generato un ampliamento dell’offerta, anche se su
prodotti non pubblicizzabili, il comparto dei farmaci da
banco presenta dinamiche stabili: la farmacia rimane
il canale privilegiato per l’acquisto di queste specialità
medicinali con una quota di mercato superiore al 90%
rispetto ai canali alternativi (Legge 248/2006), parafarmacie e corner della grande distribuzione organizzata (GDO). Inoltre, una più forte concorrenza sui prezzi,
liberamente stabiliti dal titolare di ciascun punto vendita
(Legge 296/2006), pur generando vantaggi per i cittadini, non ha rappresentato una leva di sviluppo, soprattutto nella concorrenza con i prodotti salutistici. Questi
ultimi nella percezione comune si sovrappongono spesso ai farmaci da banco nel trattamento dei piccoli disturbi e godono, rispetto ai farmaci senza ricetta, di minori vincoli all’entrata in commercio di nuovi prodotti e alla
comunicazione al cittadino. I provvedimenti di liberalizzazione del 2006 non hanno quindi rappresentato un
volano di crescita per il settore. Così come, per il prossimo futuro, l’apertura di circa 3.000 nuove farmacie
(in seguito alla diminuzione del quorum di popolazione
che regola la definizione della “Pianta Organica” - Legge 27/2012), non avrà impatti sul settore. Anzi, anche
il 2013 si preannuncia come un anno in salita. Il perdurare della crisi economica e le politiche di taglio alla
spesa pubblica continueranno ad avere effetti negativi sul tutto il mercato della salute. Tuttavia, in tempi di
spending review, l’affermarsi di una cultura sanitaria più
autonoma rende auspicabile un maggiore riconoscimento del valore sociale e industriale del comparto dei farmaci di automedicazione che gioverebbe nel nobilitarne il ruolo di sostegno al benessere economico e sociale del sistema Paese. Una semplificazione delle procedure e tempi certi favorirebbero inoltre, sia un allargamento dell’offerta verso nuove aree terapeutiche/principi attivi, in linea con l’evoluzione culturale e scientifica,
sia un uso moderno delle leve di informazione/comunicazione. I farmaci di automedicazione possono quindi
rappresentare uno strumento intorno al quale costruire risposte di salute concrete in uno scenario che chiede costante capacità di anticipazione da parte di tutti gli
stakeholder di riferimento.
www.assosalute.info
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La chimica e i suoi settori
PRODOTTI PER LA SALUTE ANIMALE
Il mercato italiano della salute animale nel 2012 ha generato un fatturato di 553 milioni di euro. Rispetto al 2011
il fatturato totale è rimasto pressoché invariato (-0.3%),
cosa che mette in risalto una tenuta importante, considerando il contesto macroeconomico nazionale e internazionale.
Anche quest’anno le note positive provengono dai farmaci destinati agli animali da compagnia, generando un
+1.7% rispetto al 2011 che corrisponde ad un fatturato di 241 milioni di euro. Questa buona performance è
anche dovuta all’introduzione sul mercato di nuovi farmaci, specialmente biologici, che hanno coperto aree
terapeutiche fino ad ora orfane. Da non dimenticare che
si sta assistendo ad un progressivo aumento della sensibilità dei proprietari verso il benessere dei loro animali.
Stabile il comparto dei farmaci destinati ad animali produttori di alimenti, -0.1%, mentre in continua pesante
flessione il settore della medicazione orale (premiscele medicamentose) che dopo il -5.7 del 2011 ha fatto
segnare un ulteriore calo del 5.6%.
Per quanto riguarda il settore dei farmaci per animali da
compagnia, tutti i trend positivi dei farmaci tradizionali
essenziali che hanno caratterizzato il 2011 si sono ripetuti anche lo scorso anno. Antiparassitari esterni ed interni, antinfiammatori non steroidei, antibiotici, cardiologici
hanno guidato la crescita. Crescita che è stata consolidata dall’introduzione di prodotti unici ed innovativi quali
il vaccino contro la leishmaniosi, primo prodotto di prevenzione contro questa patologia zoonotica. A mitigare
questi dati positivi sono intervenuti fattori di tipo economico commerciale quale l’introduzione di generici e una
maggiore attenzione alla singola spesa da parte sia del
medico veterinario sia del proprietario di animali. I farmaci cosiddetti “non essenziali”, quali farmaci comportamentali, ormoni, nutraceutici, alla luce delle considerazioni appena espresse, hanno visto, nella media, una
sofferenza maggiore rispetto ai farmaci etici.
Nonostante la situazione sia caratterizzata da luci ed
ombre, le imprese associate ad Aisa continuano ad investire e a fornire al mercato, ai veterinari e di conseguenza ai proprietari di animali, nuovi prodotti e soluzioni professionali innovative. Molte di loro si stanno concentrando sugli sviluppi di nuovi prodotti biologici.
Nel settore dei farmaci per animali da reddito e premiscele medicate, ci siamo attestati sugli stessi valori del
2011, cioè 221 milioni di euro. Come per gli animali da
compagnia anche in questo segmento si sta assistendo
ad un passaggio sempre più evidente dalla terapia alla
prevenzione; sta aumentando l’importanza dei prodotti biologici a scapito di quelli tradizionali. Questa trasformazione nelle scelte della gestione farmaceutica degli
allevamenti è guidata dalle pressioni politiche e sanitarie
internazionali che si stanno concentrando sul problema
dell’antibiotico resistenza, ma è anche accompagnata
dal costante miglioramento delle tecniche di allevamento e della biosicurezza.
I maggiori prodotti tipici italiani quali i prosciutti di Parma
e San Daniele, il Parmigiano Reggiano e i latticini, hanno avuto un’annata quantomeno soddisfacente; stessa cosa non si può dire per il comparto ovino che sta
versando in una profonda crisi dovuta al basso prezzo
del latte. Un dato positivo per tutti è che i prezzi delle
materie prime sono scesi dai massimi del 2010-2011 e
ciò ha consentito un recupero di marginalità per i nostri
allevatori.
Il numero degli animali presenti sul territorio Italiano nei
12 mesi è leggermente calato rispetto al 2011, con flessioni più marcate nel comparto suinicolo.
Per gli avicoli sono entrate in vigore nel 2012 le nuove
direttive sugli allevamenti industriali e sul benessere animale, sicuramente i costi di produzione sono aumentati, ma questo non si è ancora totalmente riflesso sul
consumatore, causa la pesante crisi economica; crisi
che sta facendo cambiare in modo molto rapido le abitudini alimentari Italiane. Oggi assistiamo ad un incremento delle vendite di proteine a basso costo quali latte, uova e carni avicole, a scapito delle carni rosse di
suino e bovino.
Ancora una netta flessione per il secondo anno consecutivo ha interessato il settore della medicazione orale
e quindi delle premiscele medicamentose, per la maggior parte a base di antibiotici.
Questo deriva dai nuovi indirizzi sanitari europei e mondiali che stanno spingendo verso un uso prudente degli antibiotici al fine di preservare la loro efficacia
sia negli animali che nell’uomo. Si sta assistendo ad
una forte riduzione del ricorso alla medicazione orale, tipo di trattamento elettivo per gli allevamenti industriali suini ed avicoli. La nostra industria, nonostante
la penalizzazione evidente, condivide i principi su cui
si basa la lotta all’antibiotico resistenza promuovendo
un uso responsabile degli antibiotici, strumenti comunque imprescindibili per il benessere animale e la salubrità degli alimenti.
http://aisa.federchimica.it
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67
Seconda parte
BIOTECNOLOGIE
Anche quest’anno, il settore biotech in Italia si conferma dinamico e in grado di presentare risultati importanti,
malgrado il perdurare della difficile situazione economica
che le nostre imprese affrontano da ormai molto tempo.
Alla fine del 2012, sono 407 le imprese impegnate in
R&S biotech, di cui più della metà (256) totalmente focalizzate (pure biotech), collocando l’Italia al terzo posto in
Europa, dopo la Germania e il Regno Unito, per numero di imprese pure biotech, a dimostrazione di una realtà estremamente competitiva e capace di superare la
natura ciclica tipica di altri settori industriali.
Il fatturato totale ammonta a 7.152 milioni di euro, con
un incremento del 6% rispetto al dato dello scorso
anno, mentre gli investimenti in R&S aumentano fino a
1.832 milioni, registrando un’ulteriore crescita del 2.9%.
Il numero degli addetti ad attività di R&S è di 6.739 unità e
si mantiene sostanzialmente in linea con quello del 2012.
La grande maggioranza (75%) delle imprese attive nel
settore delle biotecnologie continua a essere di dimensione micro o piccola, arrivando all’87% nel caso delle imprese pure biotech, a riprova del fatto che la forza
trainante dell’industria biotech italiana è costituita dalle
tante PMI innovative e start-up, che vivono di ricerca.
Anche in Italia, quello della salute è il settore trainante
dell’intero comparto. Ben 235 imprese (58%) sono infatti
attive nella ricerca e sviluppo di nuovi prodotti terapeutici e diagnostici e 197 di queste operano esclusivamente in ambito red biotech.
Il fatturato del settore red biotech ammonta a 6.766
milioni di euro, riconducibile quasi esclusivamente alle
imprese del farmaco che rappresentano solo il 25%
del campione. L’investimento complessivo in R&S è di
1.691 milioni di euro, mediamente pari al 25% del fatturato, che invece si attesta al 45% nel caso delle imprese pure biotech.
67 imprese sono attive nel segmento delle GPTA (Genomica, Proteomica e Tecnologie Abilitanti) e molte delle
imprese multi-core attive in ambito red sono anche attive in ambito GPTA.
Sebbene il mercato degli alimenti funzionali e dei nutraceutici sia in rapida crescita, il settore green biotech, in
Italia, non ha ancora espresso pienamente il suo potenziale. Su un totale di 85 imprese, la maggioranza è rappresentata da aziende pure biotech di micro o piccola
dimensione, attive all’interno di parchi scientifici o incubatori e impegnate in progetti che spaziano dal miglio-
ramento della produzione primaria, vegetale e animale, allo sviluppo di nuove tecnologie a tutela e garanzia
della qualità e sicurezza della filiera alimentare, e della
genuinità delle nostre produzioni tipiche.
Alla crescita del settore white biotech si associa, invece, la prospettiva di un modello di sviluppo industriale
ecosostenibile, in grado di offrire al mercato una varietà
di prodotti con caratteristiche superiori rispetto a quelli ottenuti dai processi tradizionali. Più di due terzi delle
62 imprese attive in Italia in ambito white biotech sono
aziende pure biotech: start-up innovative che generano
nuove tecnologie per processi di trasformazione di biomasse e di altre materie prime e nella produzione sostenibile di prodotti chimici, materiali e carburanti.
In termini eccellenza e competitività per lo sviluppo di
terapie innovative, complessivamente, la pipeline italiana conta oggi più di 359 prodotti, 97 dei quali in fase
preclinica, 50 in Fase I, 107 in Fase II e 105 in Fase III
di sviluppo clinico. Se il numero di prodotti in via di sviluppo cresce del 12% rispetto allo scorso anno, cresce anche il numero delle molecole che hanno raggiunto la Fase I (+13%), la Fase II (+9%) e la Fase III
(+7%) di sviluppo clinico. Con riferimento alla loro origine, circa il 52% dei progetti deriva da imprese a capitale estero – in particolare filiali di multinazionali in Italia
– e il 48% da imprese a capitale italiano, comprese le
farmaceutiche italiane.
Ancora una volta ci troviamo di fronte a una chiara divisione e complementarietà di ruoli: da un lato le imprese pure biotech le quali, con quasi il 70% dei progetti
compresi tra la fase di discovery e la Fase I di sviluppo clinico, costituiscono un’autentica promessa per
l’intero settore; dall’altro, le imprese a capitale estero,
con lo 82% dei progetti compresi tra la Fase II e III di
sviluppo clinico, a confermare i livelli di eccellenza raggiunti dalla ricerca italiana nella conduzione di trial clinici di fase avanzata.
Anche se il nostro Paese rimane un punto di riferimento,
in ambito europeo, per la conduzione delle sperimentazioni di Fase II e III, è necessario stimolare la competitività sugli studi clinici di Fase I, la cui gestione è ancora condizionata da molteplici ostacoli culturali, regolatori e amministrativi. Perciò Assobiotec, AIFA e ISS hanno recentemente siglato un documento programmatico per l’incentivazione e l’avvio di un numero sempre
maggiore di sperimentazioni cliniche di fase precoce
(Fasi I e II) in Italia.
www.assobiotec.it
68
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La chimica e i suoi settori
PRODOTTI AEROSOL
Il settore dei prodotti aerosol comprende le imprese
interessate ad attività industriali, commerciali, di ricerca
e di servizi operanti nel campo dei prodotti aerosol finiti, in conto proprio e in conto terzi, materie prime, gas
propellenti per impiego in prodotti aerosol, imballaggi e
accessori, macchine e impianti.
Il contesto spazia quindi dalle piccole e medie imprese
che svolgono attività di riempimento per conto terzi alle
grandi multinazionali dei prodotti di largo consumo e per
la produzione di bombole e accessori.
Il settore costituisce una nicchia importante e trasversale di prodotti a largo consumo (cosmetici, prodotti per
la casa, vernici, prodotti tecnici e per il fai-da-te, prodotti alimentari e farmaceutici) che ha saputo rinnovarsi
nel tempo, affrontando e superando sfide complesse e
difficili per la realizzazione di prodotti sempre più affidabili e compatibili con l’ambiente.
Fanno parte dell’associazione AIA 58 imprese che rappresentano circa il 70% del comparto produttivo italiano.
I dati relativi al settore aerosol in Italia, già nel 2011
mostravano una flessione dell’1.35%, chiaramente
correlata al calo dei consumi interni. I dati di consuntivo del 2012 non sono ancora disponibili ma ci si attende un ulteriore calo, soprattutto nell’ambito dei prodotti per la casa.
Per l’Associazione Italiana Aerosol il 2012 è stato l’anno dell’effettivo inizio delle attività conseguenti alla confluenza in Federchimica, avvenuta con l’Assemblea costituente del 23 febbraio 2012.
L’Associazione ha rivolto anche quest’anno l’attenzione su molteplici aspetti tecnici: sono proseguiti i lavori
della task force che sta seguendo la tematica dei rifiuti
aerosol con la collaborazione della Stazione Sperimentale Combustibili, con la finalità di redigere un documento che illustri le modalità di trattamento del rifiuto aerosol, sottolineandone la non pericolosità, ma evidenziando al tempo stesso l’attenzione che è opportuno prestare al momento in cui si vada a comprimere tali tipologie di rifiuti. Per il momento si sono rilevate problematiche solamente nel trattamento di bombolette non svuotate, che per essere trattate come rifiuti necessitano di
un trattamento preliminare ad hoc.
AIA sta poi continuando a seguire i lavori per l’introduzione in Italia del metodo “alternativo al bagno caldo”,
previsto dall’ADR oltre che dalla Direttiva Aerosol: nel
2012 sono iniziati a livello europeo i lavori relativi all’applicazione del metodo alternativo ai contenitori di alluminio, mentre per i contenitori di acciaio in banda stagnata si è lavorato per ottimizzare l’applicabilità del metodo
stesso, che continua a presentare problematiche maggiori rispetto a quanto previsto.
Molti temi, come l’ulteriore adeguamento tecnico della
Direttiva Aerosol, la revisione della Direttiva Seveso e la
redazione del Regolamento Biocidi, vengono seguiti in
stretta collaborazione con l’associazione europea FEA
(European Aerosol Federation), della quale l’Associazione Italiana Aerosol è uno dei principali membri.
Queste sono alcune delle problematiche più importanti per la quale l’Associazione si affida alla competenza
del Comitato Tecnico ed ai Gruppi di lavoro che la rappresentano anche in sede Europea, partecipando attivamente alle riunioni organizzate dalla FEA.
Completano l’offerta tecnico-formativa fornita agli associati i seminari incentrati su tematiche di interesse strategico che periodicamente vengono organizzati in collaborazione con gli esperti di Federchimica: in particolare, nel 2012 si è tenuto il Workshop dal titolo “Obblighi e opportunità nell’attività di Import-Export di prodotti aerosol”.
Non va infine dimenticata l’attività di comunicazione che
vede l’Associazione impegnata da anni a promuovere
la conoscenza e l’immagine percepita dell’industria italiana dell’aerosol, con lo scopo di tutelare i consumatori, l’ambiente e di contribuire allo sviluppo dell’attività del settore.
In particolare, è stata avviata una collaborazione con CIAL
e RICREA per una campagna volta a sostenere la riciclabilità delle confezioni aerosol, promuovendo anche il
corretto uso dei prodotti. La campagna pubblicitaria si
intitola “Life is spray” ed è materialmente divenuta operativa nell’aprile 2013.
www.associazioneaerosol.it
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69
Seconda parte
GAS LIQUEFATTI
Il mercato del GPL nel 2012 registra un consumo totale
di 3.104.000 tonnellate secondo i dati forniti dal Ministero
per lo Sviluppo Economico che, sebbene siano ancora
valori provvisori, attestano per il settore combustione un
calo del 9.4% e per l’autotrazione un aumento del 6.3%
rispetto a gennaio/dicembre 2011.
Per il GPL combustione si evidenzia una contrazione dei
volumi di vendita causata principalmente dal particolare
andamento climatico, da una maggiore efficienza energetica, nonché dalla crisi economica. Inoltre, va rilevata
la presenza di più fonti energetiche all’interno dell’abitazione, con conseguente diminuzione dei consumi unitari delle singole utenze alimentate a GPL.
Il mercato del GPL autotrazione continua invece a registrare una crescita nelle vendite di carburante grazie all’aumento del parco circolante, che è passato da 1.776.000
veicoli nel 2011 a circa 1.860.000 nel 2012.
Va segnalato inoltre l’ampliamento del perimetro associativo di rappresentanza di Assogasliquidi al settore del
GNL (gas naturale liquefatto) distribuito a mezzo di contenitori di stoccaggio.
Per quanto riguarda il settore del GPL combustione, è
stato rivolto particolare impegno nell’attuazione delle norme di riordino del comparto, in base al D. Lgs. 128/06,
e di quelle contenute nel DPR 151/11 in materia di prevenzione incendi.
Su tale ultimo aspetto, si segnala un positivo sviluppo
della normativa in termini di semplificazione degli adempimenti amministrativi e di omogeneizzazione delle procedure, soprattutto per quanto concerne la gestione dei
piccoli serbatoi di GPL.
In ambito ferroviario, particolare impegno è stato profuso nella richiesta di modifiche ad alcune previsioni contenute nelle bozze di contratto per i raccordi ferroviari, ritenute particolarmente pesanti per le aziende del settore.
Allo stato attuale le richieste principali sono state accolte
e una versione definitiva del contratto dovrebbe essere
presentata a breve. Per quanto riguarda il trasporto merci pericolose via ferrovia, il settore, in coordinamento con
le altre associazioni interessate, è ancora impegnato nel
tentativo di individuare soluzioni comuni con gli operatori ferroviari per una migliore gestione delle non conformità e delle riparazioni dei carri cisterna.
Per quanto riguarda la regolamentazione di reti urbane a
GPL, il 2012 ha visto impegnate le aziende nella applicazione dei nuove importanti delibere adottate dall’Autorità
per l’energia elettrica e il gas, delibere che hanno delineato
un quadro più in linea con i costi sostenuti dalle aziende.
Per il comparto del GPL per autotrazione, è da sottolineare una netta ripresa del mercato sia delle trasformazioni sia soprattutto delle vendite di auto nuove: il settore della post-vendita ha registrato un +50% (da 113.000
a 170.000 unità) mentre le immatricolazioni sono salite
del 130% (da 56.600 a 129.000 unità). Tali performance risultano ancor più brillanti se si pensa che le immatricolazioni totali di autovetture nuove sono calate in Italia di circa il 20%.
Nel 2013, in questo favorevole contesto, si inserirà anche
l’attivazione dello schema di incentivi rivolto alle utenze
professionali ed alle auto con emissioni molto contenute con sicuri effetti positivi sulla percezione ambientale e,
quindi, sulla promozione del GPL auto in quanto tale, parificato di fatto all’alimentazione elettrica e a quella ibrida.
Relativamente alle normative commerciali per gli impianti
di distribuzione carburanti, vanno segnalate alcune importanti novità introdotte dal Ministero dello Sviluppo Economico attraverso alcuni decreti emanati in attuazione dell’ultimo provvedimento legislativo in materia di liberalizzazione e razionalizzazione della rete carburanti.
Ci si riferisce, in particolare, a due decreti ministeriali: uno
riguardante la cartellonistica dei prezzi degli impianti carburanti, le cui modalità di esposizione sono state armonizzate al fine di rendere più comprensibile e trasparente
l’informazione al consumatore, ed un altro, avente analoghi obiettivi, che obbliga i gestori delle stazioni stradali a pubblicare regolarmente sul sito del Ministero dello
Sviluppo Economico i prezzi praticati alla pompa di tutti i carburanti erogati.
Dal punto di vista fiscale va segnalato il lavoro che si sta
svolgendo a livello tecnico presso il Consiglio UE in merito
alla proposta di Direttiva comunitaria in materia di tassazione dei prodotti energetici. Rispetto alla proposta iniziale della Commissione europea si segnalano alcuni miglioramenti normativi per il settore del GPL.
Assogasliquidi continuerà a svolgere un forte pressione, affinché non si giunga ad un inasprimento dell’attuale sistema fiscalità gravante sul GPL, sia combustione,
sia autotrazione.
Anche in merito alla nuova Direttiva comunitaria in materia di efficienza energetica, l’Associazione ha lavorato con
notevole impegno, a livello sia comunitario sia nazionale, al fine di evitare che la nuova regolamentazione ponga obblighi al settore, già particolarmente segnato dalla
riduzione dei consumi.
www.assogasliquidi.it
70
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La chimica e i suoi settori
SERVIZI AMBIENTALI ALL’INDUSTRIA CHIMICA
A fianco delle imprese chimiche si collocano le società che offrono servizi all’industria chimica, si tratta di 20
imprese, in maggioranza piccole e medie, tutte con un
elevato livello di specializzazione, operanti nelle aree:
laboratori di analisi ambientali (su acque, suolo, aria,
rifiuti); bonifiche di siti contaminati; gestione rifiuti e consulenza ambientale.
Negli ultimi anni l’attività principale è stata condotta dai
laboratori ambientali, che hanno in corso due iniziative:
il Progetto di Armonizzazione delle procedure di prova
in campo ambientale in ambito UNICHIM e la correlata
Guida “Buone pratiche di selezione dei fornitori di servizi
analitici”, entrambe condotte d’intesa con Federchimica.
L’obiettivo del Progetto di Armonizzazione è la definizione di linee guida, condivise dalle parti coinvolte (enti di
controllo, aziende o privati detentori di siti contaminati,
laboratori di analisi), inerenti l’applicazione dei protocolli
analitici da impiegare nella determinazione dei parametri segnalati dalla normativa vigente quali indicatori della
qualità di una matrice ambientale.
La pratica delle analisi è infatti strumento indispensabile all’industria per conoscere la propria prestazione
ambientale, non solo al fine di rispettare le prescrizioni
legislative, ma anche di migliorarla, contribuendo così
allo sviluppo sostenibile.
Presupposto del progetto è la diffusa incertezza del
risultato analitico, che può essere così elevata da pregiudicare il raggiungimento di una conclusione univoca circa la condizione di una situazione ambientale.
I rischi conseguenti sono quelli di dar luogo a contenziosi tra enti di controllo e soggetti responsabili di eventuali inquinamenti.
Una progressiva armonizzazione delle procedure di
indagine renderà più agevole il confronto tra dati ottenuti in laboratori diversi, riducendo i rischi di contenzioso e/o di ripetizione delle analisi.
che indispensabili per ottenere risultati sicuri. Tra queste fondamentale è la richiesta di report di tracciabilità,
cartacei o elettronici.
Di particolare rilevanza all’interno della Guida sono l’analisi di rifiuti, l’igiene industriale e le emissioni.
La classificazione di un rifiuto, infatti, è un’attività estremamente articolata e complessa e deve osservare alcuni principi tecnici e normativi ben definiti.
Quest’attività necessita di una struttura adeguata, dotata di elevata professionalità, approfondita conoscenza
della normativa (D. Lgs. 152/06, Codice dell’ambiente) nonché consolidata esperienza.
Lo strumento principale per assicurarsi un dato attendibile è il corretto piano di campionamento, come previsto dalla Norma UNI EN 14899.
Infatti, circa il 70% degli errori che poi si riscontrano nei
risultati derivano da difetti nel prelievo. La fase conclusiva, quella della classificazione del rifiuto (pericoloso,
non pericoloso, etc.) preliminare alle adeguate operazioni di smaltimento, necessita di un’approfondita
conoscenza del Codice ambientale e del CER (Catalogo Europeo Rifiuti).
Oltre all’aspetto dei metodi, altri aspetti contribuiscono
ad assicurare che le analisi ambientali producano risultati sicuri. Per questo motivo, a fianco dell’attività condotta in UNICHIM, è stata pubblicata la Guida, che indica ai committenti una serie di criteri per effettuare una
scelta corretta del laboratorio.
La Guida descrive l’analisi chimico-ambientale come
un processo, che parte dal prelievo del campione (di
acqua, suolo, rifiuti, aria, etc.) e si conclude con il rapporto di prova. Il metodo suggerito è di iniziare con la
definizione del capitolato tecnico in apposite riunioni
cliente-fornitore, in cui siano chiarite e comprese dal fornitore le specifiche di tutte le fasi del processo, specifi-
Anche i controlli delle emissioni gassose in atmosfera, provenienti da impianti industriali, sono molto complessi. Le maggiori criticità sono dovute al prelievo dei
campioni, attività che richiede l’utilizzo di apparecchiature portatili.
La difficoltà di queste misurazioni ha reso necessario
che l’Unione europea pubblicasse una specifica tecnica, la UNI CEN/TS 15675:2008 “Air quality - Measurement of stationary source emissions”.
Il report finale dei risultati deve essere redatto da personale adeguatamente formato, che conosca in modo
approfondito sia il processo industriale sia la legislazione specifica che l’impianto industriale deve rispettare.
L’igiene industriale comprende tutte le analisi che accertano il livello di esposizione dei lavoratori alle sostanze
chimiche inquinanti aerodisperse, correlate ai processi produttivi e che, più in generale, valutano la situazione dell’ambiente di lavoro, confrontando i risultati con i
valori limite di riferimento.
Tutte le fasi di quest’indagine devono seguire delle
regole ben definite, prima fra tutte quella di affidarsi ad
un igienista industriale accreditato da enti ed organizzazioni (AIDII, Associazione Italiana Igienisti Industriali) e
inoltre per la parte inerente il campionamento, a laboratori specializzati e accreditati da un ente specializzato (es. Accredia).
www.aispec.it
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71
Appendice
Federchimica:
organizzazione e struttura
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Federazione Nazionale
dell’Industria Chimica
Federchimica è la denominazione abbreviata della
Federazione nazionale dell’industria chimica.
Costituitasi nel 1916 come Associazione Nazionale
di Industriali chimico-farmaceutici, diventa nel 1920
Federazione Nazionale delle Associazioni fra Industriali
Chimici, nel 1945 Aschimici – Associazione Nazionale
dell’Industria Chimica – per trasformarsi, nel 1984,
nell’attuale Federazione.
Ad oggi aderiscono 1.400 imprese, con 90 mila addetti,
raggruppate in 17 Associazioni di settore, a loro volta
suddivise in 40 Gruppi merceologici.
Federchimica fa parte di Confindustria e del Cefic,
European Chemical Industry Council.
Federchimica, i cui obiettivi primari sono il coordinamento
e la tutela del ruolo dell’industria chimica che opera in
Italia, nonché la promozione delle proprie capacità di
sviluppo, si prefigge, tra l’altro, di:
elaborare linee di politica economica, industriale,
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sindacale, nonché in materia di ecologia e ambiente,
sviluppo e innovazione, politica energetica;
promuovere tali politiche verso l’Autorità pubblica, le
Organizzazioni economiche nazionali, le altre Organizzazioni imprenditoriali, le Organizzazioni internazionali
cui la Federazione partecipa, i Sindacati dei lavoratori,
le Organizzazioni ambientaliste e dei consumatori;
contribuire alla formazione di una corretta immagine
dell’industria chimica nell’opinione pubblica;
condurre studi e ricerche che ispirino e legittimino le
scelte imprenditoriali;
concorrere alla costante promozione del livello
qualitativo delle imprese associate, organizzando in
particolare iniziative nel campo dell’innovazione.
L’attività di Federchimica è affidata alla Direzione Generale
e a cinque Direzioni Centrali: Analisi EconomicheInternazionalizzazione, Relazioni Industriali, Relazioni
Interne, Relazioni Istituzionali, Tecnico Scientifica.
75
Organi Federchimica
Comitato di presidenza
Presidente
Cav. Lav. Cesare Puccioni
Puccioni S.p.A.
Vice Presidenti
Comunicazione e Immagine,
Rapporti Istituzionali
Dott. Mauro Chiassarini
Bayer S.p.A.
Sicurezza, Salute, Ambiente e REACH
Cav. Lav. Dott. Paolo Lamberti
Lamberti S.p.A.
Europa e Analisi Economiche
Sig. Daniele Ferrari
Versalis S.p.A.
Relazioni Industriali
Dott. Ing. Luigi Mansi
Nuova Solmine S.p.A.
Ricerca e Sviluppo
Cav. Lav. Vittorio Ghisolfi
M & G Polimeri Italia S.p.A.
Energia e Logistica
Dott. Erwin Rauhe
Basf Italia S.p.A.
Dott. Ing. Massimo Covezzi
Basell Poliolefine Italia S.r.l.
Dott. Ing. Giuliano Tomassi Marinangeli
Dow Italia S.r.l.
Dott. Ing. Aldo Fumagalli Romario
SOL S.p.A.
Organizzazione e Personale
Dott. Martino Verga
Caglificio Clerici S.p.A.
Componenti
Dott. Giordano Righini
SPIN S.p.A.
Past president
Tesoriere
Cav. Lav. Dott. Giorgio Squinzi
Mapei S.p.A.
Presidente Programma Responsible Care
Dott. Cosimo Franco
Endura S.p.A.
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Dott. Ing. Antonio Fedele
Totalerg S.p.A.
Direttore Generale
Dott. Claudio Benedetti
77
Appendice
Consiglio Direttivo
Presidente
Cav. Lav. Cesare Puccioni
Puccioni S.p.A.
Componenti
Dott. Giacomo Archi
Henkel Italia S.p.A.
Dott. Gian Mario Baccalini
Euticals S.p.A.
Dott. Giorgio Basile
Isagro S.p.A.
Dott.ssa Catia Bastioli
Novamont S.p.A.
Dott. Giampiero Bellini
Unichim
Dott. Mario Buzzella
C.O.I.M. S.p.A.
Dott. Ing. Filippo Carletti
Sasol Italy S.p.A.
Dott. Aram Manoukian
Lechler S.p.A.
Dott. Ing. Luigi Mansi
Nuova Solmine S.p.A.
Dott. Stefano Meloni
Polynt S.p.A.
Dott. Carlo Pizzocaro
Olon S.p.A.
Sig. Angelo Radici
Radici Chimica S.p.A.
Dott. Ing. Alberto Chiarini
Syndial S.p.A. Attività Diversificate
Dott. Erwin Rauhe
Basf Italia S.p.A.
Dott. Mauro Chiassarini
Bayer S.p.A.
Dott. Fulvio Renoldi Bracco
Bracco Imaging S.p.A.
Dott. Ing. Marco Colatarci
Solvay Chimica Italia S.p.A.
Dott. Ing. Massimo Covezzi
Basell Poliolefine Italia S.r.l.
Dott. Alberto Donati
O.F.I. Off. Farm. Italiana S.p.A.
Dott. Ing. Antonio Fedele
Totalerg S.p.A.
Sig. Daniele Ferrari
Versalis S.p.A.
Dott. Giordano Righini
SPIN S.p.A.
Dott. Ing. Fabio Rossello
Paglieri S.p.A.
Dott. Massimo Scaccabarozzi
Janssen-Cilag S.p.A.
Dott. Enrico Seccomandi
3V Sigma S.p.A.
Dott. Cosimo Franco
Endura S.p.A.
Dott. Bernardo Sestini
S.I.A.D. S.p.A.
Dott. Ing. Aldo Fumagalli Romario
SOL S.p.A.
Dott. Alessandro Sidoli
Axxam S.p.A.
Sig.ra Giorgina Gallo
L’Oréal Italia S.p.A.
Cav. Lav. Dott. Giorgio Squinzi
Mapei S.p.A.
Cav. Lav. Vittorio Ghisolfi
M & G Polimeri Italia S.p.A.
Dott. Roberto Gradnik
Stallergenes Italia S.r.l.
Cav. Lav. Dott. Paolo Lamberti
Lamberti S.p.A.
Past President
78
Dott. Ing. Marco Macciò
Infineum Italia S.r.l.
Vice Presidente
Dott. Ing. Giuliano Tomassi Marinangeli
Dow Italia S.r.l.
Prof. Renato Ugo
Dott. Martino Verga
Caglificio Clerici S.p.A.
Tesoriere
Componente Comitato di Presidenza
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Organi Federchimica
Giunta
Presidente
Cav. Lav. Cesare Puccioni
Puccioni S.p.A.
Componenti
Dott. Giacomo Archi
Henkel Italia S.p.A.
Gr. Uff. Dott. Mario Artali
Sigma Tau S.p.A.
Dott. Gian Mario Baccalini
Euticals S.p.A.
Dott. Ing. Maurizio Bacci
Basell Italia S.r.l.
Dott. Andrea Barella
Sumitomo Chemical Italia S.r.l.
Dott. Ing. Francesco Baretti
Perstorp S.p.A.
Dott. Mauro Caimi
GlaxoSmithKline Consumer
Healthcare S.p.A.
Dott. Davide Calabrò
Eni S.p.A.
Div. Refining & Marketing
Dott. Alberto Donati
O.F.I. Off. Farm. Italiana S.p.A.
Dott. Ing. Gianluigi Dubbini
Diachem S.p.A.
Dott. Agostino Facchini
Res Pharma Industriale S.r.l.
Dott. Federico Cannatà
Ultragas C.M. S.p.A.
Dott. Giorgio Favro
Solvay Chimica Italia S.p.A.
Dott. Giorgio Cappellari
F.O.M.E.T. S.p.A.
Dott. Ing. Antonio Fedele
Totalerg S.p.A.
Dott. Ing. Filippo Carletti
Sasol Italy S.p.A.
Sig. Daniele Ferrari
Dott. Valerio Carsetti
Solvay Specialty Polymers Italy S.p.A.
Dott. Paolo Casoni
Perfetti Van Melle S.p.A.
Dott. Marco Caspani
Centro Sperimentale del Latte S.r.l.
Versalis S.p.A.
Dott. Ing. Renzo Ferrari
Società Elettrochimica Solfuri e
Cloroderivati S.p.A.
Dott. Ugo Filippi
Sait-Abrasivi S.p.A.
Dott. Fabio Franchina
Framesi S.p.A.
Dott. Philippe Barrois
Novartis Farma S.p.A.
Dott. Francesco Caterini
Yara Italia S.p.A.
Dott. Giorgio Basile
Isagro S.p.A.
Dott. Ing. Alberto Chiarini
Syndial S.p.A. Attività Diversificate
Dott.ssa Catia Bastioli
Novamont S.p.A.
Dott. Mauro Chiassarini
Bayer S.p.A.
Dott. Fabrizio Bellini
Versalis S.p.A.
Dott. Ing. Giulio Cocco
Arkema S.r.l.
Dott. Giampiero Bellini
Unichim
Dott. Ing. Marco Colatarci
Solvay Chimica Italia S.p.A.
Cav. Lav. Dott. Benito Benedini
Cabefin S.p.A.
Dott. Werther Colonna
I.V.A.S. Industria Vernici S.p.A.
Dott. Francesco Bertolini
Caffaro Industrie S.p.A.
Dott. Alberto Conti
Basf Italia S.p.A.
Sig. Marco Bitossi
Colorobbia Italia S.p.A.
Dott. Ing. Massimo Covezzi
Basell Poliolefine Italia S.r.l.
Dott. Giulio Bonazzi
Aquafil S.p.A.
Dott. Donato D’Agostino
Chimica Dr. Fr. D’Agostino S.p.A.
Dott. Lorenzo Bordoni
Dow AgroSciences Italia S.r.l.
Sig. Domenico D’Angelo
F.A.R. - Fabbrica Adesivi Resine S.p.A.
Sig. Paolo Bottazzi
SABO S.p.A.
Dott. Paolo Dal Lago
Liquigas S.p.A.
Dott. Paolo Bozzetto
Giovanni Bozzetto S.p.A.
Dott. Ing. Maurizio de Costanzo
CFP Flexible Packaging S.p.A.
Dott. Fabrizio Guala
Zschimmer & Schwarz
Italiana S.p.A.
Cav. Lav. Dott.ssa Diana Bracco
Bracco S.p.A.
Dott. Fabio Deflorian
Sun Chemical Group S.p.A.
Dott. Ing. Paolo Groppi
Solvin Italia S.p.A.
Dott. Stefano Brovelli
Bayer S.p.A.
Dott.ssa Marina Del Bue
MolMed S.p.A.
Dott. Karl-Heinz Krieg
EuroChem Agro S.p.A.
Dott. Giancarlo Bruson
Dermagib di G. Bruson & C. S.n.c.
Dott. Luigi Della Beffa
Indena S.p.A.
Cav. Lav. Dott. Paolo Lamberti
Lamberti S.p.A.
Dott. Mario Buzzella
C.O.I.M. S.p.A.
Avv. Ilaria Di Lorenzo
IRBM Science Park S.p.A.
Dott. Angelo Lami
INCO Industria Colori S.r.l.
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Dott. Cosimo Franco
Endura S.p.A.
Dott. Ing. Aldo Fumagalli Romario
SOL S.p.A.
Dott.ssa Nadia Gagliardini
Oxon Italia S.p.A.
Sig.ra Giorgina Gallo
L’Oréal Italia S.p.A.
Dott. Antonio Gandolfi
ICAP Leather Chem S.p.A.
Dott. Mario Gargiulo
Bristol-Myers Squibb S.r.l.
Dott. Carlo Gazza
Fatro S.p.A.
Cav. Lav. Vittorio Ghisolfi
M & G Polimeri Italia S.p.A.
Dott. Cleanto Giusto
Mapintec S.r.l.
Dott. Roberto Gradnik
Stallergenes Italia S.r.l.
79
Appendice
Dott. Antonio Lazzarinetti
Viscolube S.r.l.
Dott. Ing. Piero Nulli
Esseco S.r.l.
Dott. Sergio Re
Bayer Healthcare Manufacturing S.r.l.
Dott. Matteo Locatelli
Pink Frogs S.r.l.
Dott. Giorgio Oberrauch
Farmabios S.p.A.
Dott. Fulvio Renoldi Bracco
Bracco Imaging S.p.A.
Sig. Ernesto Lomazzi
Akzo Nobel Chemicals S.p.A.
Dott. Ernesto Oppici
Certiquality S.r.l.
Dott. Vincenzo Rialdi
Vevy Europe S.p.A.
Dott. Ing. Marco Macciò
Infineum Italia S.r.l.
Dott. Ing. Marco Padovani
Crown Aerosols Italia S.r.l.
Dott. Vincenzo Maglione
Rottapharm S.p.A.
Cav. Lav. Dott.ssa Debora Paglieri
Paglieri S.p.A.
Dott. Ing. Giuseppe Ricci
Eni S.p.A.
Div. Refining & Marketing
Dott. Roberto Mangano
GRC Parfum S.p.A.
Dott. Ing. Francesco Pappini
Rivoira S.p.A.
Dott. Paolo Manica
Manica S.p.A.
Dott. Ing. Carlo Parodi
ALCEA S.r.l.
Az. Lombarda Colori e Affini
Dott. Aram Manoukian
Lechler S.p.A.
Dott. Ing. Luigi Mansi
Nuova Solmine S.p.A.
Dott. Gianni Manzetti
Farmen International
Cosmetics Distribution S.p.A.
Dott. Davide Manzoni
Davines S.p.A. Div. Comfort Zone
Dott. Ing. Giorgio Mapelli
DSM Composit Resins Italia S.r.l.
Dott. Ing. Franco Mazzali
Rivoira S.p.A.
Dott. Ing. Daniele Meldolesi
Cargill S.r.l.
Div. Amidi Derivati Specialità
Dott. Stefano Meloni
Polynt S.p.A.
Dott. Marco Mercenari
Esseco S.r.l.
Dott. Filippo Meroni
S.C. Johnson Italy S.p.A.
Dott. Ing. Jean Luc Michelot
PA.CO.DIS. S.p.A.
Dott. Walter Mirabella
Basell Poliolefine Italia S.r.l.
Dott. Ing. Andrea Moltrasio
Icro Coatings S.p.A.
Dott. Ing. Duilio Mombelli
Flint Group Italia S.p.A.
Dott. Giuseppe Natale
Valagro S.p.A.
Dott. Achille Nobiloni
Eni S.p.A.
Div. Refining & Marketing
80
Dott. Ing. Fabio Parodi
Viscol S.p.A.
Dott. Gianfranco Patrucco
Roquette Italia S.p.A.
Dott. Ing. Giovanni Pavesi
Linde Gas Italia S.r.l.
Arch. Paolo Pellegrini
Colorgraf S.p.A.
Sig. Daniele Petrini
Sabic Italia S.p.A.
Dott. Federico Petrolini
Goldengas S.p.A.
Sig. Paolo Piana
Sinterama S.p.A.
Sig. Vittorio Pirera
ANDRA S.p.A.
Dott. Luciano Pizzato
Reckitt Benckiser Italia S.p.A.
Dott. Giordano Righini
SPIN S.p.A.
Dott. Umberto Risso
Autogas Nord S.p.A.
Sig. Guido Riva
di nomina presidenziale
Dott. Ing. Fabio Rossello
Paglieri S.p.A.
Sig.ra Maria Assunta Rossi Odello
Tazzetti S.p.A.
Dott. Ing. Gianfranco Russo
Syndial S.p.A. Attività Diversificate
Dott. Ing. Andrea Saitta
Air Liquide Sanità Service S.p.A.
Dott. Narciso Salvo di Pietraganzili
Fabbr. Cooperativa Perfosfati
Cerea S.r.l.
Dott. Biagio Savaré
Savaré I.C. S.r.l.
Dott. Massimo Scaccabarozzi
Janssen-Cilag S.p.A
Dott. Ing. Marcello Sciota
Basell Poliolefine Italia S.r.l.
Dott. Carlo Pizzocaro
Olon S.p.A.
Dott. Gianni Scotti
Saint-Gobain Abrasivi S.p.A.
Dott. Alfredo Polito
Innovhub
Stazioni Sperimentali per l’Industria
Dott. Enrico Seccomandi
3V Sigma S.p.A.
Dott. Paolo Giulio Predieri
ACME S.r.l.
Sig. Mario Puccioni
Puccioni S.p.A.
Dott. Luigi Radaelli
Syngenta Crop Protection S.p.A.
Sig. Angelo Radici
Radici Chimica S.p.A.
Sig. Maurizio Radici
Radicifil S.p.A.
Dott. Erwin Rauhe
Basf Italia S.p.A.
Dott. Giuseppe Seccomandi
E.R.C.A. S.p.A.
Dott. Bernardo Sestini
S.I.A.D. S.p.A.
Dott. Alessandro Sidoli
Axxam S.p.A.
Sig. Massimo Signorini
Ilco Industriale S.r.l.
Dott. Cristiano Siviero
Cosmosol S.r.l.
Dott. Riccardo Sollini
Politex S.a.s.
di Freudenberg Politex S.r.l.
< Torna all’indice
Organi Federchimica
Cav. Lav. Dott. Giorgio Squinzi
Mapei S.p.A.
Dott. Marco Squinzi
Mapei S.p.A.
Dott. Ing. Gerardo Stillo
Versalis S.p.A.
Dott. Ing. Emanuele Tagliabue
Versalis S.p.A.
Dott. Michael Tesch
Clariant SE
Sede Secondaria in Italia
Dott. Giovanni Toffoli
Adriatica S.p.A.
Dott. Ing. Giuliano Tomassi Marinangeli
Dow Italia S.r.l.
Dott. Ferruccio Tornaghi
C.T.S. S.r.l.
Dott. Marzio Tozzi
Endura S.p.A.
Prof. Renato Ugo
di nomina presidenziale
Dott. Martino Verga
Caglificio Clerici S.p.A.
Sig. Giovanni Zanchetta
Polyglass S.p.A.
Dott. Ing. Giordano Zappelli
Solvay Chimica Italia S.p.A.
Dott. Antonio Zoncada
Innovhub
Stazioni Sperimentali per l’Industria
Torna all’indice >
Consulta
dei Presidenti
Collegio dei Revisori
Contabili
AGROFARMA
Dott. Andrea Barella
Sumitomo Chemical Italia S.r.l.
AIA
Dott. Ing. Marco Padovani
Crown Aerosols Italia S.r.l.
AISA
Dott. Paolo Giulio Predieri
ACME S.r.l.
AISPEC
Dott. Martino Verga
Caglificio Clerici S.p.A.
ASCHIMFARMA
Dott. Gian Mario Baccalini
Euticals S.p.A.
ASSOBASE
Dott. Giorgio Favro
Solvay Chimica Italia S.p.A.
ASSOBIOTEC
Dott. Alessandro Sidoli
Axxam S.p.A.
ASSOCASA
Dott. Luciano Pizzato
Reckitt Benckiser Italia S.p.A.
ASSOFERTILIZZANTI
Dott. Francesco Caterini
Yara Italia S.p.A.
ASSOFIBRE CIRFS ITALIA
Sig. Maurizio Radici
Radicifil S.p.A.
ASSOGASLIQUIDI
Dott. Paolo Dal Lago
Liquigas S.p.A.
ASSOGASTECNICI
Dott. Ing. Giovanni Pavesi
Linde Gas Italia S.r.l.
ASSOSALUTE
Dott. Stefano Brovelli
Bayer S.p.A.
AVISA
Dott. Aram Manoukian
Lechler S.p.A.
CERAMICOLOR
Dott. Angelo Lami
INCO Industria Colori S.r.l.
PLASTICSEUROPE ITALIA
Sig. Daniele Ferrari
Versalis S.p.A.
UNIPRO
Dott. Ing. Fabio Rossello
Paglieri S.p.A.
Presidente
Rag. Enrico Pian
Revisori effettivi
Rag. Sandro Bertasi
Dott. Cesare Orsenigo
Revisori supplenti
Rag. Carlo Pecchi
Probiviri
Avv. Carlo Del Pennino
Prof. Avv. Giuseppe Franco Ferrari
Dott. Ing. Giuseppe Rossi
Avv. Claudio Signini
Dott. Vincenzo Vitelli
81
Commissioni Direttive
Associazioni di settore*
AGROFARMA
AIA
AISA
Presidente
Dott. Andrea Barella
Sumitomo Chemical Italia S.r.l.
Presidente
Dott. Ing. Marco Padovani
Crown Aerosols Italia S.r.l.
Presidente
Dott. Paolo Giulio Predieri
ACME S.r.l.
Vice Presidente
Dott. Lorenzo Bordoni
Dow AgroSciences Italia S.r.l.
Componenti
Sig.ra Daniela Calefato
Precision Dispensing Solutions
Europe GmbH Filiale
Vice Presidenti
Dott. Carlo Gazza
Fatro S.p.A.
Componenti
Dott. Alberto Ancora
Basf Italia S.p.A.
Dott. Giampiero Vantellino
Bayer S.p.A.
Dott. Alessandro Bugini
Makhteshim Agan Italia S.r.l.
Dott. Giuseppe Enrico Ciani
Solchim S.p.A.
Componenti
Dott.ssa Arianna Bolla
Eli Lilly Italia S.p.A.
Dott.ssa Ing. Daniela Castegnaro
Monsanto Agricoltura Italia S.p.A.
Dott. Antonio Cirillo
Kimicar S.r.l.
Dott.ssa Cristina Cellini
Vetoquinol Italia S.r.l.
Dott. Liso Ceccobelli
Ital-Agro S.r.l.
Sig.ra Rosella Cortesi
V.A.R.I. S.p.A.
Dott. Paolo Dubbini
Diachem S.p.A.
Dott. Giovanni Valle
Teknofarma S.p.A.
Sig.ra Manuela Cuzzolin
Akzo Nobel Chemicals S.p.A.
Dott. Paolo Manica
Manica S.p.A.
Dott.ssa Eleonora Favalini
Parisienne Italia S.r.l.
Dott. Emilio Dabbaghian
Ceva Salute Animale S.p.A.
Dott. Lorenzo Patuzzo
Euro TSA S.r.l.
Dott. Fulvio Ferrara
Coster Tecnologie Speciali S.p.A.
Past President
Dott. Luigi Radaelli
Syngenta Crop Protection S.p.A.
Sig. Mauro Mattei
Alltub Italia S.r.l.
Dott. Massimo Scaglia
Isagro S.p.A.
Dott. Paolo Tassani
Cerexagri Italia S.r.l.
Dott. Aldo Trombini
Du Pont De Nemours Italiana S.r.l.
*Aggiornamento al 6 giugno 2013
Dott. Ing. Carlo Castiglioni
Ferrari Meccanica S.p.A.
Dott.ssa Karina von Detten
Bayer CropScience S.r.l.
Dott. Dante Zauli
Gowan Italia S.p.A.
Dott. Ing. Andrea Zunelli
Scam S.p.A.
Torna all’indice >
Dott. Alberto Pollini
Mirato S.p.A.
Dott. Marco Raviolo
Campweld S.r.l.
Dott. Franco Reghenzani
Eurospray S.p.A.
Dott. Cristiano Siviero
Cosmosol S.r.l.
Dott.ssa Alessandra Terzoli
L’Oréal Italia S.p.A.
Dott. Roberto Del Maso
Merial Italia S.p.A.
Sig. Renato Della Valle
Innovet Italia S.r.l.
Dott.ssa Chiara Durio
Zoetis Italia S.r.l.
Dott. Alberto Milani
Formevet S.r.l.
Dott. Riccardo Romagnoli
Chemifarma S.p.A.
Dott. Mauricio Varvella Vicente
MSD Animal Health S.r.l.
Dott. Flavio Zanellato
Virbac S.r.l.
Dott. Nicola Valentini
Ardagh Group Italy S.r.l.
83
Appendice
AISPEC
ASCHIMFARMA
Presidente
Dott. Martino Verga
Caglificio Clerici S.p.A.
Presidente
Dott. Gian Mario Baccalini
Euticals S.p.A.
Vice Presidenti
Dott. Daniele Cardoso
Laboratorio Chimico
Internazionale S.p.A.
Dott. Giorgio Oberrauch
Farmabios S.p.A.
Componenti
Dott. Sergio Albertazzi
Erregierre S.p.A.
Dott. Fulvio Benigni
Industriale Chimica S.r.l.
Dott. Fulvio Carlotti
Gnosis S.p.A.
Dott. Riccardo Cassotti
Farchemia S.p.A.
Dott. Michele Crocetta
ACRAF S.p.A.
Dott. Benedetto Della Beffa
Indena S.p.A.
Dott. Guido Gnemmi
Lusochimica S.p.A.
Dott. David Koch
Sicor S.r.l.
Dott. Roger La Force
Zach System S.p.A.
Dott. Paolo Oligeri
Chemi S.p.A.
Sig. Adriano Picchiò
Prodotti Chimici e Alimentari S.p.A.
Dott. Carlo Pizzocaro
Olon S.p.A.
Past President
Dott. Paolo Russolo
Cambrex Profarmaco Milano S.r.l.
Dott. Ariel Davide Segre
Pierrel S.p.A.
Dott. Giorgio Vittadini
Bracco Imaging S.p.A.
Dott. Enrico Zodio
Procos S.p.A.
Vice Presidente
Dott. Valerio Carsetti
Solvay Specialty Polymers Italy S.p.A.
Componenti
Gr. Uff. Dott. Mario Artali
Sigma-Tau S.p.A.
Dott. Daniel Campo Voegeli
Basf Italia S.p.A.
Dott. Paolo Casoni
Perfetti Van Melle S.p.A.
Dott. Marco Caspani
Centro Sperimentale del Latte S.r.l.
Dott. Ing. Alberto Conti
Basf Italia S.p.A.
Dott. Fausto Ferrazzi
Serichim S.r.l.
Dott. Cosimo Franco
Endura S.p.A.
Dott. Antonio Gandolfi
ICAP Leather Chem S.p.A.
Dott. Fabrizio Guala
Zschimmer & Schwarz S.p.A.
Dott. Giuseppe Li Bassi
Lamberti S.p.A.
Dott. Roberto Mangano
GRC Parfum S.p.A.
Dott. Ing. Daniele Meldolesi
Cargill S.r.l.
Div. Amidi Derivati Specialità
Dott. Marco Mercenari
Esseco S.r.l.
Dott. Walter Mirabella
Basell Poliolefine Italia S.r.l.
Dott. Ing. Fabio Parodi
Viscol S.p.A.
Sig. Vittorio Pirera
Andra S.p.A.
Dott. Vincenzo Rialdi
Vevy Europe S.p.A.
Past President
Dott. Giordano Righini
Bracco S.p.A.
Sig.ra Maria Assunta Rossi Odello
Tazzetti S.p.A.
Dott. Gianni Scotti
Saint-Gobain Abrasivi S.p.A.
Sig. Giovanni Zanchetta
Polyglass S.p.A.
84
ASSOBASE
Presidente
Dott. Giorgio Favro
Solvay Chimica Italia S.p.A.
Vice Presidente
Dott. Ing. Emanuele Tagliabue
Versalis S.p.A.
Componenti
Dott. Ing. Francesco Carciotto
Dow Italia S.r.l.
Dott. Ing. Alberto Conti
Basf Italia S.p.A.
Dott. Domenico D’Angelo
F.A.R. Fabbrica Adesivi Resine S.p.A.
Dott. Ing. Pierluigi Degiovanni
Tessenderlo Italia S.r.l.
Dott. Ing. Ottorino Lolini
Nuova Solmine S.p.A.
Dott. Massimo Maragna
Sabic Italia S.p.A.
Dott. Lior Metzinger
Fluorsid S.p.A.
Dott. Sergio Migone
Sasol Italy S.p.A.
Dott. Ing. Francesco Nulli
Esseco S.r.l.
Dott. Flavio Remonato
Solvay Chimica Italia S.p.A.
Dott. Zaverio Rovea
Vinavil S.p.A.
Dott. Ing. Gianfranco Russo
Syndial S.p.A.
Attività Diversificate
Dott. Donato Todisco
Caffaro Industrie S.p.A.
ASSOBIOTEC
Presidente
Dott. Alessandro Sidoli
Axxam S.p.A
Componenti
Dott. Eugenio Aringhieri
Amgen Dompé S.p.A.
Dott. Luca Benatti
Erydel S.p.A.
Dott. Gino Boano
Novartis Farma S.p.A.
Dott. Leonardo Calzetti
Swedish Orphan Biovitrum S.r.l.
Dott. Ugo Capolino Perlingeri
Alexion Pharma Italy S.r.l.
Dott. Gioacchino D’Alò
Tacheda Italia S.p.A.
Dott. Lucio Da Ros
Aptuit (Verona) S.r.l.
Dott.ssa Marina Del Bue
MolMed S.p.A.
< Torna all’indice
Commissioni Direttive Associazioni di settore
Dott. Pasquale Frega
Celgene S.p.A.
Dott. Andrea Formenti
Formevet S.r.l.
Dott. Pierluigi Sassi
Timac Agro Italia S.p.A.
Dott. Gianluca Fusco
Syngenta Seeds S.p.A.
Dott. Alberto Mondellini
Copyr S.p.A. - Compagnia del Piretro
Dott. Giovanni Toffoli
Adriatica S.p.A.
Past President
Dott. Roberto Gradnik
Stallergenes Italia S.r.l.
Dott. Filippo Meroni
S.C. Johnson Italy S.p.A.
Dott. Luca Teodoro Luigi Vaghi
Compo Expert Italia S.r.l.
Dott. Mario Morsiani
McBride S.p.A.
Dott. Enrico Villa
Siriac S.r.l.
Dott. Ing. Fabrizio Greco
Abbvie S.r.l.
Dott.ssa Stefania Meloni
Bayer CropScience S.r.l.
Dott.ssa Maria Luisa Nolli
Areta International S.r.l.
Dott. Ennio Ongini
Nicox Research Institute S.r.l.
Dott. Riccardo Palmisano
Genzyme S.r.l.
Dott.ssa Elena Sgaravatti
I.R.B. S.p.A.
Dott.ssa Celmira Sousa
Basf Italia S.p.A.
Dott. Antonio Tosco
Merck Serono S.p.A.
ASSOCASA
Presidente
Dott. Luciano Pizzato
Reckitt Benckiser Italia S.p.A.
Vice Presidenti
Dott. Roberto Ferro
Unilever Italia Manufacturing S.r.l.
Cav. Lav. Dott.ssa Debora Paglieri
Paglieri S.p.A.
Componenti
Dott. Sergio Antoniuzzi
I.C.E. FOR S.p.A.
Avv. Alessandro Artom
Bolton Manitoba S.p.A.
Dott.ssa Paola Aruta
Procter & Gamble S.r.l.
Dott. Giorgio Dal Prato
Deco Industrie S.coop.p.a.
Dott.ssa Cecilia de’ Guarinoni
Henkel Italia S.p.A.
Avv. Enrico De Toma
Colgate Palmolive Commerciale S.r.l.
Dott. Maurizio Della Cuna
Madel S.p.A.
Torna all’indice >
Dott. Vittorio Pizzolotto
Pizzolotto S.p.A.
Dott. Maurizio Rigolli
Bayer CropScience S.r.l.
Dott. Paolo Ruozzo
Guaber S.r.l.
Dott. Roberto Silva
ITS Detergenti S.r.l.
ASSOFIBRE CIRFS
ITALIA
Presidente
Sig. Maurizio Radici
Radicifil S.p.A.
Dott. Pierpaolo Zambotto
Zapi Industrie Chimiche S.p.A.
Vice Presidente
Dott. Giulio Bonazzi
Aquafil S.p.A.
ASSOFERTILIZZANTI
Componenti
Dott. Ing. Arturo Andreoni
Radicifil S.p.A.
Presidente
Dott. Francesco Caterini
Yara Italia S.p.A.
Vice Presidenti
Dott. Paolo Girelli
ILSA S.p.A.
Sig. Mario Puccioni
Puccioni S.p.A.
Componenti
Sig. Mirko Bevini
Scam S.p.A.
Sig. Giorgio Cappellari
F.o.m.e.t. S.p.A.
Dott. Roberto Di Majo
Unimer S.p.A.
Dott. Ing. Fabrizio Calenti
Aquafil S.p.A.
Dott. Franco Francalanci
Montefibre S.p.A.
Dott. Alberto Maroli
Alcantara S.p.A.
Past President
Sig. Paolo Piana
Sinterama S.p.A.
Dott. Leonardo Pinoca
Meraklon S.p.A.
Dott. Riccardo Sollini
Politex S.a.s.
di Freudenberg Politex S.r.l.
Dott.ssa Nadia Gagliardini
SIPCAM S.p.A.
ASSOGASLIQUIDI
Dott. Lorenzo Gallo
Green Has Italia S.p.A.
Presidente
Dott. Paolo Dal Lago
Liquigas S.p.A.
Dott. Ing. Gianantonio Menin
Fabb. Coop. Perfosfati Cerea S.r.l.
Dott. Giuseppe Natale
Valagro S.p.A.
Vice Presidenti
Dott. Federico Cannatà
Ultragas C.M. S.p.A.
Dott. Pierluigi Rigatelli
Haifa Italia S.r.l.
Dott. Federico Petrolini
Goldengas S.p.A.
Dott. Massimo Rossini
Eurochem Agro S.p.A.
Componenti
Dott. Marco Cirese
Ultragas Tirrena S.p.A.
Dott. Ing. Carlo De Matthaeis
API S.p.A.
Past President
Dott. Narciso Salvo di Pietraganzili
Fabb. Coop. Perfosfati Cerea S.r.l.
85
Appendice
Dott. Giacomo Fabbri
Soc. Italiana Gas Liquidi S.p.A.
Dott. Ing. Raoul Alessandro Giudici
Rivoira S.p.A.
Past President
Dott. Ing. Antonio Fedele
Totalgaz Italia S.r.l.
Rag. Claudio Grigato
Sico S.p.A.
Dott. Francesco Franchi
Costiero Gas Livorno S.p.A.
Dott. Pietro Frasson
Trivengas S.r.l.
Dott. Ing. Gaetano Gradini
Eni S.p.A.
Div. Refining & Marketing
Dott. Paolo Guglielmi
Fiamma 2000 S.p.A.
Dott. Alberto Licci
Italfiamma S.r.l.
Rag. Dino Menale
Energas S.p.A.
Dott. Luciano Niccolai
Beyfin S.p.A.
Dott. Tighe Noonan
Lampogas S.p.A.
Dott. Ing. Stefano Pessi
Totalgaz Italia S.r.l.
Dott. Umberto Risso
Autogas Nord S.p.A.
Dott. Muzio Salvini
Tecnogas S.r.l.
Dott. Paolo Sparvoli
Antonio Merloni Cylinders
Ghergo Group S.p.A.
Dott. Valtero Tognoni
Butangas S.p.A.
Dott. Luciano Valente
Gas Point S.r.l.
Dott. Paolo Zani
Brixia Finanziaria S.r.l.
Dott.ssa Patrizia Zucchi
Socogas S.p.A
ASSOGASTECNICI
Presidente
Dott. Ing. Giovanni Pavesi
Linde Gas Italia S.r.l.
Past President
Dott. Piercarlo Cavenaghi
Sapio Produzione Idrogeno Ossigeno S.r.l.
Dott. Ing. Aldo Fumagalli Romario
SOL S.p.A.
86
Dott. Ing. Mario Paterlini
Sapio Produzione Idrogeno Ossigeno S.r.l.
Dott. Andrea Maini
ACRAF S.p.A.
Dott. Enrique Manzoni
Boehringer Ingelheim Italia S.p.A.
Dott. Francesco Pastore
Sanofi-Aventis S.p.A.
Dott. Alberto Pelis
Bracco S.p.A.
Dott. Luciano Pizzato
Reckitt Benckiser Healthcare
(Italia) S.p.A.
Dott.ssa Agnés Regnault
Pfizer Italia S.r.l.
Dott. Raffaele Sanguigni
Biofutura Pharma S.p.A.
Dott. Ing. Andrea Saitta
Air Liquide Sanità Service S.p.A.
AVISA
Dott. Michele Gritti
Air Liquide Italia S.p.A.
Dott. Ing. Frederic Lamouroux
Air Liquide Italia S.p.A.
Dott. Ing. Francesco Pappini
Rivoira S.p.A.
Dott. Ing. Gennaro Parasileno
Messer Italia S.p.A.
Dott. Roberto Sestini
S.I.A.D. S.p.A.
Presidente
Dott. Aram Manoukian
Lechler S.p.A.
ASSOSALUTE
Vice Presidente
Arch. Paolo Pellegrini
Colorgraf S.p.A.
Presidente
Dott. Stefano Brovelli
Bayer S.p.A.
Vice Presidenti
Dott. Mauro Caimi
GlaxoSmithKline
Cons. Healthcare S.p.A.
Componenti
Dott. Werther Colonna
I.V.A.S. Industria Vernici S.p.A.
Dott. Roberto Leoni
Mapei S.p.A.
Dott. Gaetano Colabucci
Johnson & Johnson S.p.A.
Dott. Oscar Pretto
Flint Group Italia S.p.A.
Dott. Giampaolo Girotti
Alfa Wassermann S.p.A.
Dott.ssa Dina Laura Roncarolo
Sestriere Vernici S.r.l.
Componenti
Dott. Roberto Antonini
Zambon Italia S.r.l.
Dott. Gianmarco Carcano
Bouty S.p.A.
Dott.ssa Francesca Cavazza
Avantgarde S.p.A.
Dott. Luigi Cola
Combe Italia S.r.l.
Dott. Giuseppe Colombo
Montefarmaco OTC S.p.A.
Past President
Dott. Sergio Daniotti
Dott.ssa Silvia Enock
Procter & Gamble S.r.l.
Dott. Filippo Lanzi
Novartis Consumer Health S.p.A.
Dott. Biagio Savarè
Savarè I.C. S.r.l.
Sig. Arrigo Zanardo
Impa S.p.A.
CERAMICOLOR
Presidente
Dott. Angelo Lami
INCO Industria Colori S.r.l.
Vice Presidenti
Dott. Daniele Bandiera
Ferro Spain S.A. - Italy Branch
Sig. Marco Bitossi
Colorobbia Italia S.p.A.
Componenti
Dott. Lucio Capiluppi
Sicer S.r.l.
< Torna all’indice
Commissioni Direttive Associazioni di settore
Dott. Carlos Ferrer
Esmalglass S.p.A.
Sig. Andrea Giambi
Torrecid Italia S.r.l.
Dott. Carlo Alberto Ovi
Smalticeram Unicer S.p.A.
Dott. Gianfranco Padovani
Vetriceramici S.p.A.
Sig. Rodolfo Pini
DEF di R. Doni S.p.A.
Sig. Gino Romani
Endeka Ceramics S.p.A.
PLASTICSEUROPE
ITALIA
Presidente
Sig. Daniele Ferrari
Versalis S.p.A.
Vice Presidente
Cav. Lav. Vittorio Ghisolfi
M & G Polimeri Italia S.p.A.
Componenti
Dott.ssa Catia Bastioli
Novamont S.p.A.
Dott. Daniel Campo
Basf Italia S.p.A.
Dott. Michele Capolupo
Artenius Italia S.p.A.
Dott. Didier Carouge
Total Petrochemicals & Refining
SA/NV Sede Seconda
Dott. Ing. Antonello Ciotti
Equipolymers S.p.A.
Dott. Giulio Cocco
Arkema S.r.l.
Dott. Ing. Massimo Covezzi
Basell Poliolefine Italia S.r.l.
Dott. Ing. Luigi Gerolla
Radici Novacips S.p.A.
UNIPRO
GIUNTA
Presidente
Dott. Ing. Fabio Rossello
Paglieri S.p.A.
Vice Presidenti
Dott. Luciano Bertinelli
Ferragamo Parfums S.p.A.
Sig.ra Giorgina Gallo
L’Oréal Italia S.p.A.
Dott.ssa Serena Caimano
Pidielle S.r.l.
Dott.ssa Valeria Cavalcante
Vagheggi S.p.A.
Dott. Gianfranco De Paoli
General Topics S.r.l.
Avv. Enrico De Toma
Colgate Palmolive Italia S.r.l.
Dott. Domenico Ganassini
Istituto Ganassini S.p.A.
Past President
Dott. Fabio Franchina
Framesi S.p.A.
Dott. Benedetto Lavino
Bottega Verde S.r.l.
Dott. Fabrizio Locatelli
Lisap Laboratori Cosmetici S.p.A.
Consiglieri incaricati
Dott. Matteo Locatelli
Pink Frogs S.r.l.
Dott. Vincenzo Maglione
Rottapharm S.p.A.
Dott. Ing. Gianni Manzetti
Farmen International Cosmetics
Distribution S.p.A.
Dott. Roberto Martone
I.C.R. – Industrie Cosmetiche
Riunite S.p.A.
Dott. Fabio Pastori
GlaxoSmithKline
Consumer Healthcare S.p.A.
Tesoriere
Dott. Decio Masu
Cosmint S.p.A.
Componenti
Dott. Paolo Agostinini
I.C.I.M. International S.r.l.
Dott. Jean Luc Michelot
PA.CO.DIS. S.p.A.
Dott. Pierfrancesco Morganti
Mavi Sud S.r.l.
Dott. Marco Oliva
Soc. It. Brit. Manetti & Roberts S.p.A.
Dott.ssa Laura Adriana Pedrini
Pedrini Cosmetici S.r.l.
Dott. Marco Pellegrino
Laboratoire Biosthetique Italia S.r.l.
Dott. Marco Piccolo
Reynaldi S.r.l.
Dott. Roberto Pozzoli
Ruvén S.r.l.
Dott. Luigi Pratesi
Cosmeta S.r.l.
Dott. Renato Ancorotti
Ancorotti Cosmetics S.r.l.
Dott. Carlo Sarchi
Uniest Soc. Coop.
Dott. Antonio Argentieri
L’Erbolario S.r.l.
Dott. Orna Schezen Nofarber
Estee Lauder S.r.l.
Dott.ssa Paola Aruta
Procter & Gamble S.r.l.
Dott. Roberto Tiberi
Dott. Ing. Paolo Groppi
Solvin Italia S.p.A.
Dott. Francesco Baiano
Unilever Italia Mkt. Operations S.r.l.
Dott. Ing. Carlo Lesca
Borealis Italia S.p.A.
Dott. Carlo Baiesi
Barex Italiana S.r.l.
Dott. Ing. Giorgio Mapelli
DSM Composite Resins Italia S.r.l.
Dott. Fabio Berchi
Sifarma S.p.A.
Dott. Daniele Petrini
Sabic Italia S.p.A.
Dott. Paolo Braguzzi
Davines S.p.A.
Dott. Ing. Nicola Voso
NGP S.p.A.
Dott. Franco Brambilla
I.C.I.M. International S.r.l.
Torna all’indice >
Sig. Giancarlo Bruson
Dermagib S.n.c.
87
Responsible Care®
Commissione Direttiva
Presidente
Dott. Cosimo Franco
Endura S.p.A.
Vice Presidenti
Dott. Ing. Luigi Mansi
Nuova Solmine S.p.A.
Dott. Ing. Luca Manzotti
Versalis S.p.A.
Dott. Ing. Guido Montanari
Syndial S.p.A. Attività Diversificate
Dott.ssa Ing. Giuseppina Papagno
Dow Italia S.r.l.
Dott. Ing. Roberto Pecoraro
Versalis S.p.A.
Past President
Dott. Ing. Marco Macciò
Infineum Italia S.r.l.
Invitati Permanenti
Dott. Ing. Carlo Ciotti
PVC Forum
Dott. Stefano Piccoli
Solvay Chimica Italia S.p.A.
Dott.ssa Ing. Claudia Gistri
Certiquality S.r.l.
Dott. Roberto Pirotta
Mapei S.p.A.
Dott. Renato Porta
AssICC
Dott. Ing. Vincenzo Camparada
SOL S.p.A.
Dott. Ing. Pasquale Relvini
Arkema S.r.l.
Sig. Roberto Bricola
FICTEM-CGIL
Dott. Franco Cerritelli
Olon S.p.A.
Dott. Ing. Virginio Sarto
Basf Italia S.p.A.
Dott. Ing. Stefano Ruvolo
Femca-Cisl
Dott. Ing. Guido Chiogna
L’Oréal Italia S.p.A.
Dott. Ing. Sandro Scaravaggi
Bayer S.p.A.
Sig. Sandro Santicchia
UILTEC
Dott. Ing. Antonio Corvino
Henkel Italia S.p.A.
Dott. Filippo Servalli
Radici Chimica S.p.A.
Dott. Luca Emaldi
Polynt S.p.A.
Dott. Ing. Gianfranco Soffiotto
SIPCAM S.p.A.
Dott. Ing. Cristian Furiosi
S.A.P.I.C.I. S.p.A.
Arch. Ernesto Sorghi
Basell Poliolefine Italia S.r.l.
Dott.ssa Ing. Alessia Galbiati
Bracco Imaging S.p.A.
Dott. Federico Tonelli
Scam S.p.A.
Dott. Ing. Guido Garone
Lamberti S.p.A.
Dott. Luigi Vennitti
Puccioni S.p.A.
Componenti
Dott. Ing. Marco Bozzola
Air Liquide Italia S.p.A.
Dott. Ing. Salvatore Mesiti
Sasol Italy S.p.A.
Torna all’indice >
89
Servizio Emergenza Trasporti (S.E.T.)
Commissione Direttiva
Presidente
Dott. Ing. Gerardo Stillo
Versalis S.p.A.
Vice Presidente
Sig. Michele Paruzzi
Solvay Chimica Italia S.p.A.
Componenti
Dott. Ing. Fabio Giovanni Atzei
Versalis S.p.A.
Invitati Permanenti
Sig. Fabio Giani
Basf Italia S.p.A.
Dott. Paolo Mazzarello
ESSO Italiana S.r.l.
Dott. Ing. Carlo Meregaglia
Mapei S.p.A.
Dott. Ing. Giovanni Mezzogori
SBB Cargo Italia S.r.l.
Dott. Ing. Furio Bombardi
Trenitalia S.p.A. – Divisione Cargo
Dott. Stefano Mussini
Dow Italia S.r.l.
Dott. Ing. Antonio Corvino
Henkel Italia S.p.A.
Dott. Ing. Gianfranco Soffiotto
Sipcam S.p.A
Dott. Andrea Ferro
Infineum Italia S.r.l.
P. Ch. Piero Luigi Tagliabue
Solvay Specialty Polymers Italy S.p.A.
Dott.ssa Ing. Alessia Galbiati
Bracco Imaging S.p.A.
Dott. Edoardo Tomei
PPG Industries Italia S.p.A.
Torna all’indice >
Dott. Ing. Francesco Carciotto
Dow Italia S.r.l.
Dott. Cosimo Franco
Endura S.p.A.
Dott. Ing. Antonio Monaco
Dip. Reg. Vigili del Fuoco
Lombardia
91
Comitati Federchimica
Direzione Generale
Direzione Centrale
Comitato
Comunicazione
e Immagine
Comitato Fiscale
Presidente
Dott. Mauro Chiassarini
Bayer S.p.A.
Componenti
Dott.ssa Maria Teresa Agazzani
Isagro S.p.A.
Dott.ssa Raffaella Baiardi
Euticals S.p.A.
Dott. Filippo De Caterina
L’Oréal Italia S.p.A.
Dott.ssa Loredana Elia
Basell Poliolefine Italia S.r.l.
Dott. Giuliano Faliva
Bracco S.p.A.
Dott.ssa Laura Fino
Roquette Italia S.p.A.
Dott. Ing. Luca Gaggero
Infineum Italia S.r.l.
Dott.ssa Patrizia Laporta
Syndial S.p.A. - Attività Diversificate
Dott. Fabio Novelli
Solvay Chimica Italia S.p.A.
Dott.ssa Cristina Pedote
Versalis S.p.A.
Dott.ssa Chiara Pellegrini
Du Pont De Nemours Italiana S.r.l.
Dott.ssa Sabine Robert
Air Liquide Italia S.p.A.
Dott. Daniele Rosa
Bayer S.p.A.
Torna all’indice >
Analisi EconomicheInternazionalizzazione
Dott.ssa Enrica Rossi
Dow Italia S.r.l.
Componenti
Dott. Alessandro Avignolo
L’Oréal Italia S.p.A.
Dott. Luca Scanavini
Basell Poliolefine Italia S.r.l.
Sig. Nino Avogadri
Beiersdorf S.p.A.
Dott. Marco Scotti
Basf Italia S.p.A.
Dott.ssa Manuela Belloni
Totalerg S.p.A.
Sig. Filippo Servalli
Radici Chimica S.p.A.
Dott.ssa Adriana Spazzoli
Mapei S.p.A.
Dott. Carlo Bongiorni
Sanofi-Aventis S.p.A.
Dott. Andrea Camerinelli
Eni S.p.A.
Div. Refining & Marketing
Dott. Giancarlo Dalbesio
Henkel Italia S.p.A.
Dott.ssa Maria Grazia De Feo
Syngenta Crop Protection S.p.A.
Dott. Fabrizio Francani
Roquette Italia S.p.A.
Dott. Vincenzo Gioffré
Colgate Palmolive Italia S.r.l.
Dott. Nicolò Gulotta
Esso Italiana S.r.l.
Dott. Alain Jouet
Air Liquide Italia S.p.A.
Dott.ssa Chantal Macau
Dow Italia S.r.l.
Dott. Guido Marzorati
Assolombarda
Rag. Pietro Mascherpa
Bracco S.p.A.
93
Appendice
Dott. Marco Massa
Procter & Gamble S.r.l.
Dott. Angelo Migliore
3M Italia S.p.A.
Dott. Andrea Milone
Bayer S.p.A.
Dott. Pierluigi Orlandi
Unilever Italia Manufacturing S.r.l.
Dott. Cesare Orsenigo
Rag. Vincenzo Riva
Novartis Farma S.p.A.
Dott. Luca Massimo Trentani
Solvay Chimica Italia S.p.A.
Direzione Centrale
Relazioni Industriali
Comitato Permanente
Sindacale
Presidente
Dott. Ing. Luigi Mansi
Nuova Solmine S.p.A.
Componenti
Dott. Gustavo Alonso*
Basf Italia S.p.A.
Dott. Federico Amietta
Air Liquide Italia S.p.A.
Dott. Fabrizio Aramini
Arkema S.r.l.
Dott. Annibale Baldari*
Eli Lilly Italia S.p.A.
Dott. Antonio Barge
Boehringer Ingelheim Italia S.p.A.
Dott. Marco Battaini
Bayer S.p.A.
Dott. Fabrizio Bellini*
Versalis S.p.A.
Dott. Marco Benvenuti
Eli Lilly Italia S.p.A.
Dott.ssa Carla Bernabè
Industriale Chimica S.r.l.
Dott. Marcello Bianchi
Mapei S.p.A.
Dott. Andrea Bobbio
Assolombarda
Dott. Francesco Bonvicini
Alfa Wassermann S.p.A.
Sig. Roberto Bosia
Butangas S.p.A.
Dott. Massimo Bottelli*
Assolombarda
Rag. Francesco Bova
Sun Chemical Group S.p.A.
Dott.ssa Laura Bruno
Sanofi-Aventis S.p.A.
Dott. Luchino Cairoli
Bracco S.p.A.
Dott. Davide Calabrò*
Eni S.p.A.
Div. Refining & Marketing
Dott. Ottavio Calia
Radici Chimica S.p.A.
Dott. Carmelo Cannella
Fater S.p.A.
Rag. Carmine Caputo
Isagro S.p.A.
Rag. Sergio Capuzzi
Clariant SE
Sede Secondaria in Italia
Dott.ssa Lorenza Carrà
Lamberti S.p.A.
Dott. Paolo Casatti
Saint-Gobain Abrasivi S.p.A.
Dott.ssa Cristina Cavadini
Procter & Gamble S.r.l.
Dott. Renato Colurcio
Versalis S.p.A.
Dott. Massimo Consonni
Sealed Air S.r.l.
Dott.ssa Concettina Costanza
Boehringer Ingelheim Italia S.p.A.
Rag. Giuliano Cremonesi
Huntsman Surface Sciences Italia S.r.l.
Dott. Giuseppe D’Agostino
Kedrion S.p.A.
Sig. Gianni De Angelis
Yara Italia S.p.A.
Dott. Mario De Girolamo
Johnson & Johnson S.p.A.
Avv. Ilaria Di Lorenzo
IRBM Science Park S.p.A.
Sig.ra Olga Doneda
Conqord Oil S.r.l.
Dott.ssa Michela Donesana
C.O.I.M. S.p.A.
Dott.ssa Patrizia Fabricatore
Astra Zeneca S.p.A.
Dott. Giacomo Facchinetti
Rivoira S.p.A.
Dott. Giovanni Gambitta
Az. Chim. Riun. Angelini Fsco S.p.A.
Dott. Antonio Gaudenzi
Basell Poliolefine Italia S.r.l.
Dott.ssa Franca Gay
Polynt S.p.A.
Dott. Ing. Stefano Ghisoni
L’Oréal Italia S.p.A.
Dott. Gian Luca Giannetti
Solvay Chimica Italia S.p.A.
* Componenti il Comitato Ristretto Sindacale
94
< Torna all’indice
Comitati Federchimica
Dott. Paolo Giazzi
Confindustria Federvarie
Dott. Marco Morbidelli*
Az. Chim. Riun. Angelini Fsco S.p.A.
Dott. Giovanni Strapazzon
Zambon Italia S.p.A.
Dott. Mauro Gilardi
Syndial S.p.A. Attività Diversificate
Rag. Roberto Moro
Air Liquide Italia S.p.A.
Dott. Giorgio Testuzza
Sasol Italy S.p.A.
Dott. Nicola Gritti
Radici Chimica S.p.A.
Dott. Andrea Moscatelli
Az. Chim. Riun. Angelini Fsco S.p.A.
Dott. Roberto Tocci
Pfizer Italia S.r.l.
Dott. Alberto Gullotta
Solvay Chimica Italia S.p.A.
Sig. Alberto Moschetti
Henkel Italia S.p.A.
Dott. Ennio Troiano
Menarini Biotech S.r.l.
Avv. Maria Rita Iorio
Farmindustria
Dott.ssa Emanuela Negri
Lamberti S.p.A.
Dott. Maurizio Turci
Italmatch Chemicals S.p.A.
Dott. Salvatore Iorio
Unilever Italia Manufacturing S.r.l.
Dott. Niccolò Nitti
Novartis Consumer Health S.p.A.
Dott. Andrea Isaia
Infineum Italia S.r.l.
Dott. Marcello Orifici
Unindustria-Confindustria Roma
Dott. Gianluca Liotta
3M Italia S.p.A.
Dott. Roberto Lombardi
Dow Italia S.r.l.
Dott.ssa Raffaella Lorenzut
Bracco S.p.A.
Dott. Gianluca Magnani
Novartis Vaccines and Diagnostics S.r.l.
Dott.ssa Loredana Maiocco
Tazzetti S.p.A.
Dott.ssa Caterina Majocchi
Euticals S.p.A.
Dott. Ing. Marta Mancini
Linde Gas Italia S.r.l.
Dott. Alessandro Marchini
GlaxoSmithKline
Consumer Healthcare S.p.A.
Dott. Andrea Marinucci
Sasol Italy S.p.A.
Sig.ra Rossana Pelosi
Nuova Solmine S.p.A.
Dott. Carlo Perone
Novartis Farma S.p.A.
Dott.ssa Monica Poggio
Bayer S.p.A.
Dott. Alberto Ponti
Bolton Manitoba S.p.A.
Dott. Fabrizio Proietti
Eni S.p.A.
Div. Refining & Marketing
Sig. Gian Domenico Quadrone
Autogas Nord S.p.A.
Rag. Carlo Raise
Sapio Produzione Idrogeno
Ossigeno S.r.l.
Dott. Ing. Francesco Ricci
Roquette Italia S.p.A.
Dott. Roberto Mariotti
SOL S.p.A.
Dott. Roberto Romero
Unione Industriale Torino
Rag. Ruggero Masciotti
Ultragas Centro Meridionale S.p.A.
Dott.ssa Roberta Russo
Farmigea S.p.A.
Dott. Sandro Mazzucchelli
Novartis Farma S.p.A.
Dott. Pietro Santoro
Janssen Cilag S.p.A.
Dott. Antonio Melchionna
Colgate Palmolive Italia S.r.l.
Dott. Franco Scalcinati
Aquafil S.p.A.
Dott. Alessandro Merati
Liquigas S.p.A.
Sig. Massimiliano Schiavi
Polynt S.p.A.
Dott. Alessandro Merlino
Bristol Myers Squibb S.r.l.
Avv. Andrea Sciarresi
Sigma-Tau S.p.A.
Dott. Francesco Messina
Ecolab S.r.l.
Dott. Stefano Silli
Basf Italia S.p.A.
Dott. Ing. Duilio Mombelli
Flint Group Italia S.p.A.
Dott. Antonio Sparavigna
Soc. It. Brit. Manetti & Roberts S.p.A.
Torna all’indice >
95
Appendice
Direzione Centrale
Tecnico Scientifica
Comitato Affari Legali
Presidente
Avv. Roberto Frigerio
Basf Italia S.p.A.
Componenti
Avv. Luisa Adami
Sanofi-Aventis S.p.A.
Dott. Claudio Valerio Aggio
Croda Italiana S.p.A.
Avv. Stefano Aldini
Certiquality S.r.l.
Avv. Alessandro Artom
Bolton Manitoba S.p.A.
Dott.ssa Alice Artom
Bolton Manitoba S.p.A.
Avv. Andrea Barra
Carestream Health Italia S.r.l.
Dott.ssa Serena Beghetti
Syndial S.p.A.
Attività Diversificate
Avv. Sara Biscardini
Basf Italia S.p.A.
Dott.ssa Antonella Bonomi
3M Italia S.p.A.
Avv. Massimiliano Caforio
Artsana S.p.A.
Dott. Gian Luca Castellani
Roquette Italia S.p.A.
Avv. Matteo Cimenti
Butangas S.p.A.
Dott. Sergio Conni
Polynt S.p.A.
Dott. Gianfranco Cutelli
Solvay Chimica Italia S.p.A.
Dott.ssa Elisa d’Amico
Syndial S.p.A.
Attività Diversificate
Dott. Paolo Devalba
Infineum Italia S.r.l.
Avv. Ilaria Di Lorenzo
Irbm Science Park S.p.A.
Dott.ssa Caterina di Valentino
Bayer S.p.A.
Dott.ssa Susanna Fasolis
Bayer S.p.A.
Avv. Cinzia Gaeta
Procter & Gamble S.r.l.
96
Dott.ssa Ing. Alessia Galbiati
Bracco Imaging S.p.A.
Dott.ssa Emanuela Gallo
Syndial S.p.A.
Attività Diversificate
Dott. Gabi Heimberger
Henkel Italia S.p.A.
Dott.ssa Sara Lattuada
Sapio Produzione Idrogeno
Ossigeno S.r.l.
Avv. Gianluca Liotta
3M Italia S.p.A.
Dott. Cosimo Lomartire
Bracco Imaging S.p.A.
Dott.ssa Anna Longo
Procter & Gamble S.r.l.
Dott. Nicola Lopez
Procter & Gamble S.r.l.
Dott. Alessandro Losso
Amonn Fire S.r.l.
Dott. Ing. Marco Macciò
Infineum Italia S.r.l.
Dott. Vincenzo Marchetti
Endura S.p.A.
Avv. Roberto Mariotti
SOL S.p.A.
Avv. Edoardo Marroni
Nuova Solmine S.p.A.
Dott. Paolo Mignone
Infineum Italia S.r.l.
Avv. Giuseppe Monaco
Bracco S.p.A
Avv. Donatella Musazzi
Sanofi-Aventis S.p.A.
Dott. Paolo Musicco
Dow Italia S.r.l.
Dott.ssa Paola Nocerino
Air Liquide Italia S.p.A.
Dott.ssa Barbara Noyer
Versalis S.p.A.
Avv. Angelo Oniga
Clariant SE
Sede Secondaria in Italia
Dott. Ing. Marco Orecchia
Golder Associates S.r.l.
Dott. Domenico Pappalettera
Beiersdorf S.p.A.
Avv. Claudia Pasqualini Salsa
Sued-Chemie Catalyst Italia S.r.l.
Dott. Marco Pecchiari
Chemisol Italia S.r.l.
Dott. Francesco Pedilarco
Paglieri S.p.A.
Dott.ssa Mariagrazia Perego
3M Italia S.p.A.
Avv. Emanuele Pomini
Arkema S.r.l.
Dott. Alberto Porcu
Syndial S.p.A.
Attività Diversificate
Dott.ssa Caterina Ranaudo
Syngenta Crop Protection S.p.A.
Avv. Valentina Ranno
L’Oréal Italia S.p.A.
Dott. Aldo Repeti
Abiogen Pharma S.p.A.
Dott. Massimo Rigamonti
Kodak S.p.A.
Avv. Giovanni Rizzo
Bolton Manitoba S.p.A.
Dott. Armando Romaniello
Certiquality S.r.l.
Avv. Paolo Roncelli
Arkema S.r.l.
Avv. Maria Sala
Bracco S.p.A.
Dott. Luca Scanavini
Basell Poliolefine Italia S.r.l.
Dott.ssa Valeria Scasciamacchia
Versalis S.p.A.
Avv. Angelo Schiavi
Syndial S.p.A.
Attività Diversificate
Dott.ssa Francesca Scorretti
Eni S.p.A.
Div. Refining & Marketing
Dott.ssa Monica Soldini
Henkel Italia S.p.A.
Dott. Ing. Lorenzo Tagliani
Chemisol Italia S.r.l.
Dott. Cristian Tessari
Henkel Italia S.p.A.
Dott.ssa Valeria Vacchiano
Versalis S.p.A.
Dott.ssa Claudia Zanella
Croda Italiana S.p.A.
Dott.ssa Laura Zanotti
Rivoira S.p.A.
Dott. Amleto Zucchi
Sapio Produzione Idrogeno Ossigeno S.r.l.
Avv. Gian Paolo Zuccotti
3M Italia S.p.A.
< Torna all’indice
Comitati Federchimica
Comitato Ambiente
e Territorio
Presidente
Dott. Ing. Sandro Scaravaggi
Bayer S.p.A.
Componenti
Dott. Gianni Abbruzzese
Bracco S.p.A.
Dott. Claudio Valerio Aggio
Croda Italiana S.p.A.
Dott. Pier Maria Arzuffi
Bayer S.p.A.
Dott. Ing. Domenico Barone
RGA S.r.l.
Dott.ssa Ing. Gloria Bava Pilone
Tazzetti S.p.A.
Dott. Valter Bertani
Indena S.p.A.
Dott. Filippo Bezzi
Yara Italia S.p.A.
Dott. Luigi Bocconi
Reichhold S.r.l.
Dott.ssa Marina Bozzolasco
Syndial S.p.A.
Attività Diversificate
Dott. Ing. Stefano Brivio
Solvay Chimica Italia S.p.A.
Dott. Giorgio Canti
Solvay Specialty Polymers Italy S.p.A.
Dott. Vittorio Caria
Tioxide Europe S.r.l.
Dott. Giorgio Carimati
Solvay Chimica Italia S.p.A.
Dott. Ing. Alessandro Castelli
SOL S.p.A.
Dott.ssa Antonella Castelli
Radici Chimica S.p.A.
Dott. Ing. Giambattista Cavalli
C.O.I.M. S.p.A.
Dott.ssa Livia Cavallito
Theolab S.p.A.
Dott. Roberto Cerreta
Sanofi-Aventis S.p.A.
Dott. Franco Cerritelli
P. & R. S.p.A
Dott. Ing. Antonello Ciotti
Equipolymers S.r.l.
Sig. Salvatore Ciraulo
Italmatch Chemicals S.p.A.
Torna all’indice >
Dott. Pietro Codazza
Syngenta Crop Protection S.p.A.
Dott. Maurizio Colombo
Lamberti S.p.A.
Dott. Ing. Antonio Conzi
Infineum Italia S.r.l.
Dott. Ing. Marco Cravetta
Tessenderlo Italia S.r.l.
Dott.ssa Dolores De Felice
Unilever Italia Manufacturing S.r.l.
Avv. Paolo Devalba
Infineum Italia S.r.l.
Dott. Ing. Orazio Di Paolo
Performance Additives Italy S.p.A.
Dott. Ing. Luca Emaldi
Polynt S.p.A.
Dott. Andrea Ferro
Infineum Italia S.r.l.
Dott.ssa Laura Ficai
Omnisyst S.p.A.
Dott.ssa Mariassunta Fiori
Sicor S.r.l.
Sig. Guido Fornari
Ecol Studio S.p.A.
Dott. Ing. Edoardo Galatola
Sindar S.r.l.
Dott.ssa Ing. Alessia Galbiati
Bracco Imaging S.p.A.
Dott. Francesco Gallo
Viscolube S.p.A.
Dott. Errico Gasbarro
Basf Italia S.p.A.
Dott.ssa Paola Gigli
Golder Associates S.r.l.
Dott. Giuseppe Gravina
Solvay Specialty Polymers Italy S.p.A.
Dott.ssa Nadia Guerra
Basf Italia S.p.A.
Dott.ssa Anna Longo
Procter & Gamble S.r.l.
Dott. Ing. Marco Macciò
Infineum Italia S.r.l.
Dott. Stefano Maggi
LAB Analysis S.r.l.
Dott. Ing. Luca Manzotti
Versalis S.p.A.
Dott. Ing. Paolo Marabotti
Syndial S.p.A
Attività Diversificate
Dott. Domenico Marsicano
Dow Italia S.r.l.
Dott. Marzio Marziani
Italmatch Chemicals S.p.A.
Dott. Ing. Giovanni Matarrese
Versalis S.p.A.
Dott. Salvatore Mesiti
Sasol Italy S.p.A.
Dott.ssa Maria Milicia
Syndial S.p.A.
Attività Diversificate
Dott. Claudio Monici
Reichhold S.r.l.
Dott.ssa Marcella Montanarini
Scam S.p.A.
Dott. Giancarlo Montorfano
Lechler S.p.A.
Dott.ssa Giulia Nencioni
Colortex S.p.A.
Dott. Ing. Maurizio Orsi
Syndial S.p.A
Attività Diversificate
Dott. Lorenzo Palvarini
Idena S.p.A.
Dott.ssa Giuseppina Papagno
Dow Italia S.r.l.
Dott. Arturo Petrosillo
Olon S.p.A.
Sig. Renato Pilli
Basf Italia S.p.A.
Dott. Roberto Pirotta
Mapei S.p.A.
Dott. Walter Pizzoni
Nuova Solmine S.p.A.
Dott.ssa Cecilia Presutti
Syndial S.p.A.
Attività Diversificate
Dott. Roberto Pulejo
Omnisyst S.p.A.
Dott. Alfonso Raiola
Basell Poliolefine Italia S.r.l.
Dott. Pasquale Relvini
Arkema S.r.l.
Sig. Aldo Repeti
Abiogen Pharma S.p.A.
Dott. Massimo Rigamonti
Kodak S.p.A.
Dott. Ing. Danilo Schiavina
Roquette Italia S.p.A.
Dott. Dario Sessa
Avio S.p.A.
Dott. Giuseppe Signorile
SGS Italia S.p.A.
97
Appendice
Dott. Ing. Riccardo Slavik
3V Sigma S.p.A.
Dott. Ing. Gianfranco Soffiotto
Sipcam S.p.A.
Dott. Francesco Spini
Giovanni Bozzetto S.p.A.
Dott. Ing. Patrizio Stecconi
Vinavil S.p.A.
Dott. Ing. Gerardo Stillo
Versalis S.p.A.
Dott. Giovanni Tedesco
Mirato S.p.A.
Dott. Enrico Torre
VTG Italia S.r.l.
Dott. Ing. Domenico Valentini
Eni S.p.A.
Div. Refinig & Marketing
Dott. Ing. Luciano Zaninetta
Syndial S.p.A.
Attività Diversificate
Comitato Energia
Presidente
Dott. Ing. Filippo Carletti
Sasol Italy S.p.A.
Componenti
Dott.ssa Katia Abondio
Keminova Italiana S.r.l.
Dott. Ing. Francesco Aiello
Polynt S.p.A.
Dott. Ing. Alessandro Angelini
Cargill S.r.l.
Div. Amidi Derivati Specialità
Dott. Ing. Michele Annunziata
Syndial S.p.A.
Attività Diversificate
Dott. Massimo Baggini
Yara Italia S.p.A.
Dott. Ing. Vittorio Balsamo
Air Liquide Italia S.p.A.
Dott. Fermo Banfi
Liquigas S.p.A.
Dott. Ing. Stefano Barbato
Arkema S.r.l.
Dott.ssa Gloria Bava Pilone
Tazzetti S.p.A.
Dott. Ing. Massimo Bianchessi
Mapei S.p.A.
Sig. Giuseppe Bonizzi
Sipcam S.p.A.
98
Dott. Pietro Canova
Sinterama S.p.A.
Dott. Ing. Davide Carrara
Infineum Italia S.r.l.
Dott. Ing. Fabio Castano
Lamberti S.p.A.
Dott.ssa Livia Cavallito
Theolab S.p.A.
Dott. Ing. Guido Chiogna
L’Oréal Italia S.p.A.
Dott. Ing. Sandro Cobror
M & G Polimeri Italia S.p.A.
Dott. Ing. Emanuele Colangelo
Chemisol Italia S.r.l.
Dott. Marco Colatarci
Solvay Chimica Italia S.p.A.
Dott. Ing. Antonio Corvino
Henkel Italia S.p.A.
Dott. Ing. Gianluca Cremonesi
Air Liquide Italia S.p.A.
Dott. Ing. Gabriele D’Alessandro
Politex S.a.s.
di Freudenberg Politex S.r.l.
Dott. Ing. Antonio D’Apuzzo
Novartis Farma S.p.A.
Dott.ssa Ing. Laura De Nardo
Versalis S.p.A.
Dott. Massimo De Petro
Radici Chimica S.p.A.
Dott. Ing. Roberto Di Marco
Linde Gas Italia S.r.l.
Dott. Ing. Sebastiano Durante
Sasol Italy S.p.A.
Dott. Flavio Falezza
SOL S.p.A.
Dott. Andrea Fedriga
Keminova Italiana S.r.l.
Dott. Ing. Ivan Ferina
3M Italia S.p.A.
Dott. Ing. Giuseppe Fiorentino
Solvay Specialty Polymers Italy S.p.A.
Dott. Ing. Luca Fogar
Artenius Italia S.p.A.
Dott. Ing. Massimo Fornari
Ecol Studio S.p.A.
Dott.ssa Ing. Alessia Galbiati
Bracco Imaging S.p.A.
Dott. Ing. Silvano Garbarino
Ferrania Technologies S.p.A.
Dott.ssa Ing. Claudia Gistri
Certiquality S.r.l.
Sig. Paolo Gronchi
Colorobbia Italia S.p.A.
Dott. Ing. Luigi Guarracino
Miteni S.p.A.
Dott. Ing. Tiziano Lanzarini
Basf Italia S.p.A.
Dott. Ing. Alessandro Maestro
Ottana Polimeri S.r.l.
Dott. Ing. Luca Manzotti
Versalis S.p.A.
Dott.ssa Ornella Martinelli
Linde Gas Italia S.r.l.
Dott. Ing. Matteo Mascioni
Basf Italia S.p.A.
Dott. Massimo Marzupini
Ultragas Tirrena S.p.A.
Sig. Pierluigi Mazzoleni
Calor Systems S.p.A.
Dott. Ing. Carlo Meregaglia
Mapei S.p.A.
Dott. Ing. Raoul Milesi
Dow Italia S.r.l.
Dott. Ing. Claudio Mingozzi
Basell Poliolefine Italia S.r.l.
Dott. Ing. Walter Mirabella
Basell Poliolefine Italia S.r.l.
Dott. Ing. Andrea Monti
SOL S.p.A.
Sig. Rodolfo Moriconi
Rivoira S.p.A.
Dott.ssa Alessandra Nicastro
Dow Italia S.r.l.
Dott. Ing. Gianni Paci
Yara Italia S.p.A.
Dott. Ing. Daniele Pallini
Nuova Solmine S.p.A
Dott. Ing. Mauro Pesce
Infineum Italia S.r.l.
Dott.ssa Roberta Pizzocaro
Olon S.p.A.
Dott. Roberto Pulejo
Omnysist S.p.A.
Dott. Giuseppe Quartarone
BP Italia S.p.A.
Dott. Ing. Valerio Raiani
Versalis S.p.A.
Dott. Ing. Massimo Romagnoli
Versalis S.p.A.
Dott. Ing. Andrea Rosso
Sapio Produzione Idrogeno Ossigeno S.r.l.
Dott. Ing. Franco Rusmini
Politex S.a.s. di Freudenberg
Politex S.r.l.
< Torna all’indice
Comitati Federchimica
Dott. Narciso Salvo di Pietraganzili
Fabbrica Cooperativa Perfosfati
Cerea S.r.l.
Sig. Pierluigi Savio
Miteni S.p.A.
Dott. Ing. Danilo Schiavina
Roquette Italia S.p.A.
Dott. Ing. Matteo Serraino
Golder Associates S.r.l.
Dott. Ing. Filippo Sola
Basf Italia S.p.A.
Dott. Ing. Salvina Stagnitta
Versalis S.p.A.
Dott. Ing. Adriano Torchiana
ITS Detergenti S.r.l.
Dott. Gherardo Torri
Euticals S.p.A.
Dott. Ing. Iacopo Vaja
Casteggio Lieviti S.r.l.
Dott. Ing. Fabrizio Valle
Solvay Specialty Polymers Italy S.p.A.
Comitato Igiene
Industriale
Presidente
Dott. Alfonso Gelormini
Eni S.p.A.
Div. Refining & Marketing
Componenti
Dott. Ing. Fabio Allasia
Gum Base Co. S.p.A.
Dott. Franco Cerritelli
P. & R. S.p.A.
Dott. Claudio Monici
Reichhold S.r.l.
Dott. Giorgio Chierico
Basf Italia S.p.A.
Dott. Ing. Davide Moruzzi
Fratelli Ricci S.r.l.
Dott.ssa Giulia Nencioni
Colortex S.p.A.
Dott. Maurizio Orsi
Syndial S.p.A.
Attività Diversificate
Dott. Guglielmo Paganetto
Basell Poliolefine Italia S.r.l.
Dott. Lorenzo Palvarini
Indena S.p.A.
Dott. Mauro Panichi
Nuova Solmine S.p.A.
Dott. Francesco Perone
Bracco S.p.A.
Dott. Roberto Pirotta
Mapei S.p.A.
Dott. Giovanni Reggio
Dow Italia S.r.l.
Dott. Pasquale Relvini
Arkema S.r.l.
Dott. Ezio Speziali
Omnisyst S.p.A.
Dott. Lorenzo Tagliani
Chemisol Italia S.r.l.
Dott. Luca Tatti
Promox S.p.A.
Dott. Federico Tonelli
Scam S.p.A.
Dott.ssa Giovanna Tromby
Teva P.F.C S.r.l.
Dott. Michele Troni
Syndial S.p.A.
Attività Diversificate
Dott.ssa Simona Villa
CHT Italia S.r.l.
Dott. Dante Cidaria
Versalis S.p.A.
Sig. Salvatore Ciraulo
Italmatch Chemicals S.p.A.
Dott. Pietro Codazza
Syngenta Crop Protection S.p.A.
Dott.ssa Alessandra Colombo
Versalis S.p.A.
Dott. Maurizio Colombo
Lamberti S.p.A.
Dott. Oscar Colonetti
Bayer CropScience S.r.l.
Dott. Ing. Alberto Consolo
3M Italia S.p.A.
Dott. Ing. Andrea Cracco
Roquette Italia S.p.A.
Sig. Guido Di Bartolomei
Golder Associates S.r.l.
Dott. Orazio Di Paolo
Performance Additives Italy S.p.A.
Dott.ssa Anna Farolfi
Esso Italiana S.r.l.
Direzione Vendite Prodotti Chimici
Dott. Ing. Fabiano Ferrari
Green Oleo S.r.l.
Dott.ssa Fiorenza Fogale
Du Pont De Nemours Italiana S.r.l.
Dott.ssa Ing. Alessia Galbiati
Bracco Imaging S.p.A.
Dott. Ing. Enzo Allegro
Nuova Solmine S.p.A.
Dott. Riccardo Ghini
Sanofi-Aventis S.p.A.
Dott. Michele Barbaro
Versalis S.p.A
Dott. Fulvio Lattuada
Indena S.p.A.
Dott. Gianluca Barco
Bolton Manitoba S.p.A
Dott. Mario Lazzaro
Sasol Italy S.p.A.
Dott.ssa Leyla Bigdeli
Solvay Chimica Italia S.p.A.
Dott. Paolo Leghissa
Bayer CropScience S.r.l.
Dott. Luigi Bocconi
Reichhold S.r.l.
Dott. Roberto Leoni
Mapei S.p.A.
Dott. Massimo Broi
Versalis S.p.A.
Dott. Gabriele Lion
Salchi Metalcoat S.r.l.
Dott. Ing. Vincenzo Camparada
SOL S.p.A.
Dott.ssa Giovanna Malaguti
Beiersdorf S.p.A.
Dott.ssa Daniela Candivi
Euticals S.p.A.
Dott. Marzio Marziani
Italmatch Chemicals S.p.A.
Dott. Giambattista Cavalli
C.O.I.M. S.p.A.
Dott. Gabriele Minotti
Promox S.p.A.
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Comitato Logistica
Presidente
Dott. Ing. Francesco Carciotto
Dow Italia S.r.l.
Componenti
Dott. Ing. Andrea Alberio
Lechler S.p.A.
Dott.ssa Daniela Aschieri
Azotal S.p.A.
Dott. Ing. Fabio Giovanni Atzei
Versalis S.p.A.
99
Appendice
Dott. Ing. Giovanni Baiardi
Conqord Oil S.r.l.
Sig.ra Roberta Banfi
DSM Composite Resins Italia S.r.l.
Dott.ssa Ing. Liuba Bettaglio
Infineum Italia S.r.l.
Dott. Claudio Bettin
Nuova Solmine S.p.A.
Dott. Ing. Furio Bombardi
Trenitalia S.p.A. – Divisione Cargo
Dott. Alessandro Bonanomi
S.I.A.D. S.p.A.
Dott. Marco Boscolo
Sasol Italy S.p.A.
Dott.ssa Francesca Bucci
Henkel Italia S.p.A.
Sig. Maurizio Buizza
PPG Industries Italia S.p.A.
Sig. Davide Cavallo
Clariant Servizi (Italia) S.p.A.
Sig. Fabio Cerutti
Omnisyst S.p.A.
Dott. Giovanni Chiaramonte
Roquette Italia S.p.A.
Sig. Giovanni Chimisso
Performance Additives Italy S.p.A.
Dott. Maurizio Colombo
Lamberti S.p.A.
Dott. Gaetano Conti
Basell Poliolefine Italia S.r.l.
Sig. Pietro D’Alessandro
Polynt S.p.A.
Dott. Mario De Luca
Torggler Chimica S.p.A.
Dott. Ing. Massimo De Mola
Rivoira S.p.A.
Dott. Lorenzo Di Donato
Fluorsid S.p.A.
Sig. Paolo Esposto
Infineum Italia S.r.l.
Dott. Ing. Andrea Favaro
Zapi Industrie Chimiche S.p.A.
Dott. Ing. Diego Fiore
Ecolab S.r.l.
Sig. Jacopo Gatti
Tioxide Europe S.r.l.
Sig. Vittorio Gatti
SBB Cargo - ChemOil Logistics AG
Dott. Ing. Massimo Genoni
Solvay Specialty Polymers Italiy S.p.A.
Dott. Riccardo Ghini
Sanofi-Aventis S.p.A.
100
Sig. Fabio Giani
Basf Italia S.p.A.
Dott. Luca Plakopitis
Fluorsid S.p.A.
Dott. Ing. Lorenzo Gorla
Lechler S.p.A.
Sig. Andrea Poppi
Rhodia Italia S.p.A.
Dott. Ing. Cristina Guarnieri
Basf Italia S.p.A.
Dott. Mauro Provezza
Bayer CropScience S.r.l.
Dott. Davide Italia
Air Liquide Italia Service S.r.l.
Dott.ssa Michela Ripamonti
Compo Italia S.r.l.
Sig. Maurizio Lombardi
Montefibre S.p.A.
Dott. Ing. Dario Rossi
Lamberti S.p.A.
Dott. Ing. Marco Lupi
Bracco Imaging S.p.A.
Dott.ssa Maria Assunta Rossi Odello
Tazzetti S.p.A.
Sig.ra Enrica Malvestiti
Synthomer S.r.l.
Dott.ssa Erika Saccoccia
Zapi Industrie Chimiche S.p.A.
Sig. Diego Marconi
Giusto Faravelli S.p.A.
Sig. Sandro Statti
BP Italia S.p.A.
Dott. Ing. Carlo Meregaglia
Mapei S.p.A.
P. Ch. Piero Luigi Tagliabue
Solvay Specialty Polymers Italy S.p.A.
Dott. Ing. Sergio Migone
Sasol Italy S.p.A.
Sig. Enrico Torre
VTG Italia S.p.A.
Sig.ra Vittoria Militello
Eigenmann & Veronelli S.p.A.
Dott. Ing. Edoardo Vanni
Solvay Chimica Italia S.p.A.
Dott. Ing. Claudio Mingozzi
Basell Poliolefine Italia S.r.l.
Dott. Eugenio Vila
Henkel Italia S.p.A.
Sig.ra Marina Molteni
Bracco S.p.A.
Dott.ssa Roberta Villa
Compo Italia S.r.l.
Dott. Ing. Stefano Mussini
Dow Italia S.r.l.
Sig.ra Arcangela Vitobello
Sasol Italy S.p.A.
Geom. Angelo Negroni
Syndial S.p.A.
Attività Diversificate
Dott. Mario Volpicelli
3M Italia S.p.A.
Dott. Gianni Orgero
L’Oréal Italia S.p.A.
Dott.ssa Isabella Padovani
Sherwin-Williams Italy S.r.l
Dott. Ing. Daniele Pallini
Nuova Solmine S.p.A.
Dott. Michele Palumbo
Bayer S.p.A.
Sig. Mauro Panichi
Nuova Solmine S.p.A.
Dott.ssa Claudia Zanella
Croda Italiana S.p.A.
Comitato Ricerca,
Sviluppo e Innovazione
Presidente
Cav. Lav. Vittorio Ghisolfi
M & G Polimeri Italia S.p.A.
Sig. Michele Paruzzi
Solvay Chimica Italia S.p.A.
Componenti
Dott. Ing. Stefano Alini
Radici Chimica S.p.A.
Dott. Michele Pavone
Procter & Gamble S.r.l.
Dott. Maurizio Anastasio
Promox S.p.A.
Dott. Ing. Gabriele Pazzagli
Nuova Solmine S.p.A.
Dott. Vincenzo Arcella
Solvay Specialty Polymers Italy S.p.A.
Sig. Paolo Pendoli
Basf Italia S.p.A.
Dott. Giovanni Baldi
Colorobbia Italia S.p.A.
Dott. Gianni Perticaroli
Arkema S.r.l.
Dott. Giovanni Bazzocchi
Ferbi S.r.l.
< Torna all’indice
Comitati Federchimica
Dott. Massimo Beccalli
SOL S.p.A.
Dott. Giorgio Bissolotti
S.I.A.D. S.p.A.
Dott. Valerio Borzatta
Endura S.p.A.
Dott. Maurizio Cambieri
Novachem Aromatici S.p.A
Dott. Antonuccio Cepparrone
Colortex S.p.A.
Dott. Sandro Cobror
M & G Polimeri Italia S.p.A.
Dott. Enrico Colombo
Selerant S.r.l.
Dott. Esterino Conca
Sued Chemie Catalysts Italia S.p.A.
Dott.ssa Carlotta Cortelli
Polynt S.p.A.
Dott. Enrico Costantini
Basell Poliolefine Italia S.r.l.
Dott. Ing. Andrea Cracco
Roquette Italia S.p.A.
Dott.ssa Dolores De Felice
Unilever Italia Manufacturing S.r.l.
Dott. Roberto De Giovannini
Ferbi S.r.l.
Dott. Sergio De Masi
3M Italia S.p.A.
Dott. Ing. Davide De Vita
Air Liquide Italia S.p.A.
Dott. Pietro Delogu
Serichim S.r.l.
Dott.ssa Alessia Di Sandro
Università di Bologna
Dott.ssa Cristina Emanuel
L’Oréal Italia S.p.A.
Dott. Roberto Ferro
Unilever Italia Manufacturing S.r.l.
Dott.ssa Giulia Gregori
Novamont S.p.A.
Prof. Antonio Guarna
Università degli Studi di Firenze
Dott. Piotr Kociolek
Golder Associates S.r.l.
Dott. Roberto Leanza
Polynt S.p.A.
Dott. Giuseppe Li Bassi
Lamberti S.p.A.
Dott. Ing. Ottorino Lolini
Nuova Solmine S.p.A.
Dott.ssa Micaela Lorenzi
Greenchemicals S.r.l.
Torna all’indice >
Dott. Giuseppe Malinverno
Solvay Chimica Italia S.p.A.
Dott.ssa Eva Teruzzi
Fiera Milano S.p.A.
Dott. Simone Margheritis
Selerant S.r.l.
Dott. Fulvio Uggeri
Bracco Imaging S.p.A.
Dott. Francesco Menconi
Versalis S.p.A.
Dott. Mauro Usai
S.A.P.I.C.I. S.p.A.
Dott. Massimo Migliavacca
Politex S.a.s.
di Freudenberg Politex S.r.l.
Dott. Marco Vanzi
Confindustria Bergamo
Dott. Pierfrancesco Morganti
Mavi Sud S.r.l.
Dott. Maurizio Moscatelli
Confindustria Como
Dott. Alessandro Munari
Momentive Speciality Chemicals S.p.A.
Dott. Renato Paludetto
Dow Italia S.r.l.
Dott. Giuseppe Pecci
Sigma-Tau S.p.A.
Dott. Franco Pellacini
Isagro Ricerca S.r.l.
Prof.ssa Patrizia Perego
Università degli Studi di Genova
Dott. Aurelio Viglia
AIDIC
Dott.ssa Sabrina Zambotti
Greenchemicals S.r.l.
Prof. Gaetano Zecchi
Università dell’Insubria
Comitato Sicurezza
Prodotti
Presidente
Dott. Giuseppe Malinverno
Solvay Chimica Italia S.p.A.
Dott. Francesco Pignataro
Mapei S.p.A.
Componenti
Dott. Fulvio Anzani
Euticals S.p.A.
Dott.ssa Francesca Pischedda
Henkel Italia S.p.A.
Dott. Antonio Arzu
Dow Italia S.r.l.
Dott. Emanuele Pivotto
Sinterama S.p.A.
Dott. Marco Banfi
Lubra S.p.A.
Dott. Paolo Giulio Predieri
ACME S.r.l.
Dott. Carlo Banzatti
Bolton Manitoba S.p.A.
Dott. Roberto Pulejo
Omnisyst S.r.l.
Dott. Gianpietro Basetti
E.R.C.A. S.p.A.
Prof. Vittorio Ragaini
Università di Milano
Dott. Ing. Massimiliano Benso
Roquette Italia S.p.A.
Dott. Carlo Roccio
Clonit S.r.l.
Dott.ssa Antonella Bernardi
Versalis S.p.A.
Dott.ssa Maria Assunta Rossi Odello
Tazzetti S.p.A.
Dott. Andrea Bienati
ICAP Leather Chem. S.p.A.
Dott.ssa Elisabetta Russo
Procter & Gamble S.r.l.
Dott.ssa Silvia Boracchi
Ager S.r.l.
Prof. Saverio Russo
Università di Genova
Dott. Fabio Bosetti
Dow Italia S.r.l.
Dott. Virginio Sarto
Basf Italia S.p.A.
Dott. Massimiliano Branchini
S.C. Johnson Italy S.p.A.
Dott. Luca Scanavini
Basell Poliolefine Italia S.r.l.
Dott.ssa Simona Bussi
Bracco Imaging S.p.A.
Dott.ssa Laura Sonzogni
Selerant S.r.l.
Dott.ssa Ing. Giulia Cabella
Clariant Masterbatches (Italia) S.p.A.
Dott. Marco Suardi
Sasol Italy S.p.A.
Dott.ssa Daniela Candivi
Euticals S.p.A.
101
Appendice
Dott. David Carden
Valagro S.p.A.
Dott. Paolo Giannerini
Basf Italia S.p.A.
Dott. Luciano Pizzato
Reckitt Benckiser Italia S.p.A.
Dott. Pietro Casti
Diachem S.p.A.
Dott. Ing. Claudio Greco
Du Pont De Nemours Italiana S.r.l.
Sig.ra Paola Pozzi
TFL Italia S.p.A.
Dott. Giorgio Chierico
Basf Italia S.p.A.
Dott.ssa Silvia Grillo
Clariant Prodotti (Italia) S.p.A.
Dott. Giovanni Reggio
Dow Italia S.r.l.
Dott.ssa Graziella Chiodini
Solvay Specialty Polymers Italy S.p.A.
Dott. Stefano Gusi
Reagens S.p.A.
Dott. Pasquale Relvini
Arkema S.r.l.
Dott.ssa Silvana Ciceri
Bayer S.p.A.
Dott.ssa Sonia Khandjian
Dow Italia S.r.l.
Dott.ssa Alessandra Colombo
Versalis S.p.A.
Dott. Maurizio Leonardi
Polynt S.p.A.
Dott.ssa Katia Rezzonico
Lechler S.p.A.
Dott.ssa Ilaria Colombo
Solvay Specialty Polymers Italy S.p.A.
Dott. Roberto Leoni
Mapei S.p.A.
Dott. Maurizio Colombo
Lamberti S.p.A.
Dott. Ing. Stefano Constantinescu
3M Italia S.p.A.
Dott.ssa Manuela Corazza
Intertek Testing Services (Italy) S.r.l.
Dott.ssa Anna Lucia D’Orazio
Procter & Gamble S.r.l.
Dott. Enrico Dallara
Sasol Italy S.p.A.
Dott.ssa Dolores De Felice
Unilever Italia Manufacturing S.r.l.
Dott. Orazio Di Paolo
Performance Additives Italy S.p.A.
Dott.ssa Laura Lovera
BP Italia S.p.A.
Dott.ssa Cinzia Maggi
ALCEA S.r.l.
Az. Lombarda Colori e Affini
Dott. Paolo Manella
Activa S.r.l.
Dott. Marzio Marziani
Italmatch Chemicals S.p.A.
Dott. Alessandro Medri
Basell Poliolefine Italia S.r.l.
Dott. Gabriele Minotti
Promox S.p.A.
Dott. Alessandro Fantoni
Clariant Masterbatches (Italia) S.p.A.
Dott.ssa Milena Monti
VWR International BPI S.r.l.
Dott.ssa Anna Farolfi
Esso Italiana S.r.l.
Direzione Vendite Prodotti Chimici
Dott. Ing. Davide Moruzzi
Fratelli Ricci S.r.l.
Dott. Ing. Renzo Ferrari
Società Elettrochimica Solfuri
e Cloroderivati S.p.A.
Dott. Ing. Giuseppe Finocchiaro
Kiter S.r.l.
102
Dott.ssa Sara Lodini
Activa S.r.l.
Dott.ssa Laura Muller
ICAP Leather Chem. S.p.A.
Dott.ssa Marcella Murru
Bracco Imaging S.p.A.
Dott.ssa Giulia Nencioni
Colortex S.p.A.
Dott. Massimo Rigamonti
Kodak S.p.A.
Dott.ssa Michela Ripamonti
Compo Italia S.r.l.
Dott. Marco Rota
Bayer Materialscience S.r.l.
Dott. Ing. Reza Saee
Totalgaz Italia S.r.l.
Dott. Narciso Salvo Di Pietraganzili
Fabbrica Cooperativa Perfosfati
Cerea S.r.l.
Dott. Rudi Savi
Isagro S.p.A.
Dott. Ing. Sandro Scaravaggi
Bayer S.p.A.
Dott. Luca Segato
P. & R. S.p.A.
Dott.ssa Silvia Seccomandi
E.R.C.A. S.p.A.
Dott.ssa Rossella Silvani
Solvay Specialty Polymers Italy S.p.A.
Dott.ssa Chiara Simondi
Bayer S.p.A.
Dott. Luca Tatti
Promox S.p.A.
Dott.ssa Daniela Tolentino
Versalis S.p.A.
Dott. Edoardo Tomei
PPG Industries Italia S.p.A.
Dott. Claudio Fontana
Lanxess S.r.l.
Dott.ssa Paola Pappalepore
Bioindustry Park Silvano Fumero S.p.A.
Dott.ssa Anna Maria Frascaria
Dow Italia S.r.l.
Dott. Ezio Pedroni
Salchi Metalcoat S.r.l.
Avv. Roberto Frigerio
Basf Italia S.p.A.
Dott.ssa Chiara Pellegrini
Du Pont De Nemours Italiana S.r.l.
Dott.ssa Patrizia Fusi
Kiter S.r.l.
Dott. Stefano Piatti
Clariant Prodotti (Italia) S.p.A.
Dott.ssa Ing. Alessia Galbiati
Bracco Imaging S.p.A.
Dott. Roberto Pirotta
Mapei S.p.A.
Dott. Fulvio Uggeri
Bracco Imaging S.p.A.
Dott. Leo Giannantonio
Valagro S.p.A.
Dott. Fulvio Piselli
Cambrex Profarmaco Milano S.r.l.
CHT Italia S.r.l.
Dott. Stefano Trezzi
Esseco S.r.l.
Dott. Agostino Tricella
F.A.R. Fabbrica Adesivi Resine S.p.A.
Dott. Joannis Tzovanas
Bayer Healthcare Manufacturing S.r.l.
Dott.ssa Simona Villa
< Torna all’indice
Struttura organizzativa
della Federazione
Direzione Generale
Direttore Generale
Claudio Benedetti
Vice Direttore Generale
Andrea Lavagnini
[email protected]
Segreterie
Assistente della Direzione Generale
lucia lanzini
[email protected]
Tel. +39 02 34565.409/415/405
Fax +39 02 34565.404/400
[email protected]
[email protected]
La Direzione Generale sovraintende e assicura il coordinamento tra le Direzioni Centrali di Federchimica e le
Associazioni di settore per la realizzazione degli obiettivi fissati dagli Organi Direttivi.
Sono in staff alla Direzione Generale gli Affari Legali, la Comunicazione e Immagine, la Delegazione di Bruxelles.
Affari Legali
Comunicazione e Immagine
Delegazione Bruxelles
lorenzo faregna
[email protected]
Silvia Colombo
[email protected]
Marcello Accorsi
[email protected]
Tel. +39 02 34565.411
Fax +39 02 34565.404
Area Immagine
Area Legislazione Comunitaria
e Rapporti Istituzionali UE
[email protected]
Tel. +39 02 34565.279
Fax +39 02 34565.328
Torna all’indice >
[email protected]
Tel. +322 2803292
Fax +322 2800094
103
Appendice
DIREZIONE CENTRALE ANALISI ECONOMICHE-INTERNAZIONALIZZAZIONE
Direttore Centrale
Vittorio Maglia
[email protected]
Area Centro Studi
[email protected]
[email protected]
Area Commercio Estero
[email protected]
Area Promozione
Internazionalizzazione
[email protected]
Area Università e Scuola
[email protected]
Tel. +39 02 34565.337
Fax +39 02 34565.459
[email protected]
104
La Direzione Centrale Analisi Economiche-Internazionalizzazione offre il suo supporto sia alle altre Direzioni Centrali di Federchimica, sia
alle Associazioni, sia direttamente
alle singole imprese associate.
La Direzione Centrale concentra
la sua attività nella realizzazione di
scenari di tipo macroeconomico,
settoriale o focalizzati su specifici
comparti chimici, che sono sempre più richiesti anche da parte delle aziende.
A ciò si affianca la realizzazione di
studi e rapporti sulle tematiche di
maggior interesse per l’industria
chimica, per i quali vengono talvolta realizzate indagini ad hoc con la
collaborazione delle imprese associate.
Gli ultimi studi si sono concentrati sui processi innovativi, sul ruolo
delle imprese a capitale estero in
Italia, sull’internazionalizzazione delle imprese chimiche italiane e sui
cambiamenti a seguito della recente crisi.
Sono di responsabilità della Direzione Centrale l’elaborazione e lo
studio delle statistiche riguardanti
il settore chimico e la stima delle
principali variabili economiche, la
raccolta delle informazioni congiunturali internazionali, il confronto
continuo con gli operatori, in particolare Istat e la rete dei Centri Studi
del Sistema Confindustriale.
Due volte l’anno la Direzione Centrale si occupa di preparare e presentare lo “Scenario economico
per le imprese chimiche” e la “Situazione e prospettive per l’industria chimica”. Il primo documento
si rivolge alle imprese associate e
descrive il contesto macroeconomico e industriale entro cui le imprese chimiche si troveranno ad
operare: più che offrire una panoramica di tutte le variabili, cerca di
rispondere alle domande chiave
che emergono dagli incontri con gli
imprenditori in sede associativa. Il
secondo documento è invece prevalentemente rivolto all’esterno con
l’intento di presentare un’analisi
approfondita e le previsioni relative
all’industria chimica in Italia.
La Direzione si occupa del costante
rinnovamento de “L’industria chimica
in cifre”. La pubblicazione è disponibile sia in formato cartaceo, sia in
formato navigabile sul sito di Federchimica: affiancando le statistiche a
commenti qualitativi, la pubblicazione descrive il settore chimico, il suo
ruolo e le sue problematiche.
Vengono, inoltre, periodicamente
aggiornate e rese disponibili sul
sito Internet di Federchimica un
compendio delle statistiche settoriali e le analisi degli effetti dello
scenario sull’industria chimica e sui
suoi settori.
Con riferimento alle Associazioni di
settore il Centro Studi gestisce in
outsourcing numerose statistiche e
si occupa dello sviluppo di analisi
economiche e scenari utilizzati nel
corso delle riunioni.
Il Centro Studi supporta la Direzione Centrale Relazioni Industriali, sia
con riferimento alla gestione delle
Indagini Statistiche, sia nelle attività
di analisi e valutazione economica.
La Direzione collabora con la Comunicazione e Immagine di Federchimica sui temi della formazione e
della scuola, occupandosi delle analisi statistiche e contribuendo attivamente alla creazione di guide e presentazioni per studenti e professori.
Sono più direttamente indirizzate
alle imprese le altre attività, come
quella sulla promozione, sviluppata
in particolare con la collaborazione
di Confindustria e degli Istituti preposti, che propone opportunità di
partecipazione a manifestazioni
fieristiche, missioni di operatori da
paesi ritenuti commercialmente interessanti e studi di mercato.
Anche la normativa del Commercio estero è oggetto di particolare
attenzione, soprattutto per quanto
riguarda la nomenclatura doganale,
i dazi, le sospensioni e i contingenti
tariffari, le preferenze tariffarie e le
problematiche antidumping.
< Torna all’indice
Direzioni
DIREZIONE CENTRALE RELAZIONI INDUSTRIALI
Direttore Centrale
Andrea Piscitelli
[email protected]
Area Contrattuale/Sindacale
Area Legislazione Sociale
e del Lavoro
Area Rilevazioni e Studi Sindacali
[email protected]
[email protected]
Tel. +39 02 34565.286
Fax +39 02 34565.322
[email protected]
Sono di competenza della Direzione Centrale Relazioni Industriali: la
tutela degli interessi delle imprese
associate in materia di lavoro; la
difesa dei diritti e delle prerogative
della libera imprenditoria nel rispetto della dignità dei lavoratori, della
tutela della loro sicurezza e salute
nonché la salvaguardia dell’ambiente; il supporto e lo sviluppo della
produttività delle imprese; la promozione della cultura industriale e della
crescita professionale dei lavoratori;
la creazione di relazioni che rendano
possibile la realizzazione dei principi
enunciati in un contesto di responsabilità sociale; la promozione della Previdenza integrativa settoriale
(Fonchim) e del Fondo di assistenza
sanitaria settoriale (FASCHIM).
Per il conseguimento di tali obiettivi la Direzione opera principalmente attraverso: la stipula e gestione
del Contratto Collettivo Nazionale
di Lavoro, l’attività dell’Osservatorio
chimico contrattuale, l’orientamento della politica sindacale delle imprese, la presenza attiva nelle sedi
internazionali per l’area di competenza, il costante e stretto collegamento con le imprese e il sistema
imprenditoriale, la rilevazione di
elementi conoscitivi e dati statistici
inerenti, tra l’altro, il costo del lavoro, le retribuzioni, gli inquadramenti,
l’occupazione.
La Direzione assiste le imprese sugli
aspetti normativi, giuridico interpretativi, previdenziali e di formazione
connessi con la disciplina legislativa
e contrattuale che regola i rapporti
di lavoro; elabora e promuove linee
guida sulla contrattazione integrativa aziendale finalizzate a rendere la
stessa coerente con le scelte realizzate a livello settoriale.
La Direzione in particolare si articola in quattro aree:
Contrattuale/Sindacale
Contratto Collettivo Nazionale di
Torna all’indice >
Lavoro per gli addetti all’industria
chimica,
chimico-farmaceutica,
delle fibre chimiche e dei settori
abrasivi, lubrificanti e GPL; accordi
e Linee Guida settoriali; normativa
contrattuale in merito ai fondi settoriali di previdenza complementare
(Fonchim) e di assistenza sanitaria
integrativa (FASCHIM); Accordi Interconfederali; Contratto Collettivo
Nazionale di Lavoro per i dirigenti di
aziende produttrici di beni e servizi;
Accordo Economico Collettivo per
gli agenti e rappresentanti di commercio; linee guida per la contrattazione aziendale.
Legislazione Sociale e del Lavoro
Norme nazionali e comunitarie in
materia di lavoro e sindacale; normativa previdenziale e assicurativa;
normativa su salute, sicurezza e
ambiente; tutela dei dati personali
(privacy) nella gestione del rapporto
di lavoro.
Formazione
Moduli formativi per managers;
corsi congiunti con le Organizzazioni Sindacali per i Rappresentanti
dei Lavoratori per la Sicurezza, la
Salute e l’Ambiente (realizzati anche grazie agli elementi conoscitivi forniti dall’Anagrafe RLSSA);
corsi congiunti in materia di relazioni industriali per gli attori sociali
aziendali; sostegno alle iniziative
aziendali e territoriali di formazione
continua attraverso l’Organismo Bilaterale Chimico; supporto per l’utilizzo delle risorse di Fondimpresa;
pubblicazioni in materia contrattuale, di lavoro, di salute e sicurezza.
Rilevazioni e Studi Sindacali
Redazione di indagini e statistiche
del lavoro in collaborazione con la
Direzione Centrale Analisi Economiche – Internazionalizzazione relative a: retribuzione e costo del lavoro; inquadramento dei lavoratori;
orari di lavoro; assenteismo; tipologie di rapporto di lavoro; mercato
del lavoro.
105
Appendice
Direzione centrale relazioni interne
Direttore Centrale
Andrea Lavagnini
[email protected]
Area Controllo,
Amministrazione e Finanza
[email protected]
[email protected]
[email protected]
[email protected]
Area Organizzazione
e Marketing Associativo
[email protected]
Area Servizi Generali
(in outsourcing a Accademia S.p.A.)
[email protected]
Area Sistemi Informativi
[email protected]
Tel. +39 02 34565.405/410
Fax +39 02 34565.404
[email protected]
106
L’attività della Direzione Centrale
Relazioni Interne è dedicata al coordinamento e alla gestione dell’intera struttura federativa, nonché
alle relazioni con le imprese associate e con le altre organizzazioni
nazionali ed internazionali.
La Direzione ha inoltre i compiti di:
garantire un equilibrato rapporto di
rappresentanza tra le diverse imprese associate, agendo come
organismo centrale di controllo;
studiare ed analizzare le esigenze
delle aziende aderenti; verificare, in
collaborazione con le associazioni
di settore, che i servizi offerti da Federchimica siano costantemente
adeguati, definendone, all’occorrenza, anche di nuovi.
È affidata alla Direzione la gestione, l’amministrazione, il controllo e
la finanza dell’intero sistema federativo, oltre alla gestione delle società partecipate. Rientra nelle sue
competenze la responsabilità del
personale.
È compito della Direzione la designazione di rappresentanti Federchimica nell’ambito di associazioni, fondazioni, istituzioni pubbliche
e private – comprese le istituzioni
specializzate – consorzi, società,
enti, organizzazioni nazionali, estere e sovranazionali, con particolare
attenzione a Cefic e Confindustria.
Alla Direzione compete anche l’area attinente il sistema informativo
che assicura assistenza e consulenza all’intero sistema, analizza e
propone soluzioni informatiche in
linea con le esigenze organizzative
della Federazione, assicura la gestione e l’ottimizzazione delle risorse hardware.
La Direzione coordina e gestisce il marketing associativo e, in
quest’ambito, diverse iniziative a
supporto delle imprese associate,
tra cui il Repertorio dell’industria
chimica, che riporta i dati anagrafici ed il “portafoglio prodotti” delle
imprese aderenti alla Federazione,
nonché la Banca Dati Documentale, l’archivio on-line di tutte le
circolari inviate e riservate agli associati.
Anche l’organizzazione dei servizi
interni, dei convegni e delle manifestazioni, la gestione degli acquisti
- sia per la Federazione sia per le
società partecipate -, sono attività
di competenza della Direzione e affidate in outsourcing ad Accademia
S.p.A.
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Direzioni
DIREZIONE CENTRALE RELAZIONI ISTITUZIONALI
Direttore Centrale
Andrea Cortesi
[email protected]
Area Relazioni
con il Parlamento
[email protected]
[email protected]
[email protected]
Compito della Direzione Centrale
Relazioni Istituzionali è quello di fornire supporto agli Organi Statutari
di Federchimica e alle associazioni
di settore nella decisione e attuazione delle iniziative volte alla rappresentanza, tutela e assistenza
delle imprese associate nei rapporti
con le Autorità, amministrazioni ed
enti collegati.
A tal fine, la Direzione promuove e
gestisce il rapporto tra la Federazione e le istituzioni pubbliche legislative nazionali, le pubbliche am-
ministrazioni centrali e regionali e gli
enti collegati di ogni livello.
La Direzione promuove e coordina
la partecipazione delle diverse componenti della Federazione al dibattito
che si svolge nelle sedi istituzionali;
assicura un flusso informativo costante sull’attività legislativa nazionale, approfondendo la normativa
in formazione d’interesse diretto o
indiretto per le imprese associate;
definisce ed esprime il punto di vista
della Federazione nelle competenti
sedi istituzionali, anche promuovendo approfondimenti e incontri.
Area Relazioni
con Pubblica Amministrazione
Centrale e Regionale
[email protected]
[email protected]
Sede di Roma
Tel. +39 06 54273.1
Fax +39 06 54273.240
[email protected]
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107
Appendice
DIREZIONE CENTRALE TECNICO SCIENTIFICA
La Direzione Centrale Tecnico
Scientifica tutela la competitività
dell’industria chimica in Italia, contribuendo al suo sviluppo sostenibile.
Direttore Centrale
Sergio Treichler
[email protected]
Area Energia, Cambiamenti
Climatici e Responsible Care
[email protected]
[email protected]
[email protected]
Area Ambiente e Sicurezza Impianti
[email protected]
[email protected]
Le aree di intervento sono: la sicurezza dei prodotti e l’igiene industriale; le normative tecnico-giuridiche
degli impianti, dei processi e dei
rifiuti; la logistica; l’energia, la ricerca
e sviluppo.
Gestisce inoltre il Programma Responsible Care e il Servizio Emergenze Trasporti.
La Direzione fornisce informazioni
sul sistema normativo, tecnico e
scientifico; ne interpreta l’evoluzione
e l’impatto sull’industria chimica; for-
nisce pareri alle imprese associate e
alle associazioni di settore; supporta
le attività delle imprese associate nei
confronti delle amministrazioni pubbliche; contribuisce a definire la politica socio-ambientale per la crescita
dell’industria chimica.
La Direzione assicura l’interfaccia
con le imprese associate attraverso
58 Comitati, Commissioni, Gruppi
di lavoro e task forces; organizza
seminari e corsi di formazione; produce circolari interpretative, posizioni, rapporti periodici, fra cui il “Rapporto Mensile Tecnico Scientifico”.
A tal fine la Direzione coopera con
istituzioni nazionali, europee e internazionali.
Area Logistica
[email protected]
[email protected]
[email protected]
Area R&S e Finanziamenti
[email protected]
Area Sicurezza Prodotti
e Igiene Industriale
[email protected]
[email protected]
[email protected]
[email protected]
[email protected]
Tel. +39 02 34565.267
Fax +39 02 34565.329
[email protected]
[email protected]
[email protected]
108
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Associazioni di settore
e gruppi merceologici*
agrofarma
Associazione nazionale imprese agrofarmaci
Presidente
Direttore
Andrea barella
LORENZO FAREGNA
[email protected]
Agrofarma rappresenta le imprese
di agrofarmaci, prodotti per la difesa delle colture dai parassiti animali
e vegetali. Tali prodotti si possono
suddividere nelle seguenti famiglie:
insetticidi, fungicidi, erbicidi, microrganismi e virus, prodotti biologici.
Ad Agrofarma aderiscono 34 imprese, con un fatturato in Italia di
circa 807 milioni di euro, pari al
95% del fatturato del comparto. Gli
agrofarmaci rappresentano l’1.4%
del fatturato annuo della chimica in
Italia.
Gli obiettivi dell’Associazione sono:
promuovere l’utilizzo ottimale degli
agrofarmaci, integrato con gli altri
fattori della produzione agricola,
diffondendo così anche una cultura dell’agricoltura sostenibile;
favorire la ricerca, la produzione e
la commercializzazione di prodotti e tecnologie efficaci e sicuri;
promuovere, come valore fondamentale, la correttezza del comportamento industriale e commerciale delle imprese associate;
contribuire alla formazione di una
Tel. +39 02 34565.334
Fax +39 02 34565.456
[email protected]
www.agrofarma.it
corretta e migliore conoscenza
della realtà e delle problematiche
del comparto presso l’opinione
pubblica;
costituire un valido punto di riferimento per gli organismi normativi, esecutivi, di controllo, scientifici e simili;
promuovere obiettivi comuni al
comparto e sviluppare gli interessi a livello delle diverse realtà
associate, attraverso un’attività di
consulenza, informazione e coordinamento costante.
AIA
*Aggiornamento al 6 giugno 2013
Associazione italiana aerosol
Presidente
Direttore
MARCO PADOVANI
andrea fieschi
[email protected]
L’Associazione Italiana Aerosol rappresenta tutte le imprese interessate ad attività industriali, commerciali, di ricerca e di servizi operanti
nel campo dei prodotti aerosol nei
seguenti settori:
prodotti finiti in conto proprio;
prodotti finiti in conto terzi;
materie prime per aerosol;
gas propellenti;
imballaggi e accessori;
macchine e impianti.
Il contesto spazia quindi dalle piccole e medie imprese che svolgono attività di riempimento per conto
terzi alle grandi multinazionali dei
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prodotti di largo consumo e per la
produzione di bombole e accessori.
Fanno parte di AIA 56 imprese che
rappresentano circa il 70% del comparto produttivo italiano del settore.
L’Associazione aderisce alla FEA
(European Aerosol Federation). AIA
collabora con le Autorità nazionali approfondendo e diffondendo la
normativa sulla qualità e la sicurezza; promuove, come valore fondamentale, la correttezza nel comportamento industriale e commerciale
delle imprese associate, nel rispetto
delle norme vigenti. All’Associazione
è affidato il compito di rappresen-
Tel. +39 02 34565.391
Fax +39 02 34565.261
[email protected]
www.associazioneaerosol.it
tare a livello nazionale ed internazionale gli interessi e l’immagine
dell’aerosol, elaborare le linee guida tecniche e giuridiche attinenti
la produzione, assistere sul piano
tecnico normativo le imprese associate, promuovere iniziative in Italia
e all’estero finalizzate allo sviluppo
dell’industria dal punto di vista tecnico, scientifico e commerciale. AIA
promuove inoltre iniziative rivolte a
garantire la qualità e la sicurezza dei
prodotti aerosol, con lo scopo di
tutelare i consumatori, informarli e
contribuire allo sviluppo dell’attività
del settore.
109
Appendice
AISA
Associazione nazionale imprese salute animale
Presidente
Direttore
PAOLO GIULIO PREDIERI
ROBERTO CAVAZZONI
[email protected]
Aisa associa le imprese della salute animale. Ad essa aderiscono 21
imprese operanti nel mercato dei
medicinali veterinari, con un fatturato di circa 560 milioni di euro, pari
a circa l’85% dell’intero settore.
Scopi primari di Aisa sono:
promuovere la crescita del mercato dei prodotti della salute animale;
favorire la ricerca e la crescita
scientifica;
migliorare la produzione e la commercializzazione di prodotti efficaci e sicuri a tutela del benessere degli animali, dell’ambiente
e del consumatore;
promuovere il progresso scientifico e tecnologico volto a migliorare costantemente la qualità dei
suoi prodotti.
Tel. +39 02 34565.226
Fax +39 02 34565.457
[email protected]
http://aisa.federchimica.it
Aisa promuove regole di comportamento eticamente sostenibili per
quanto riguarda la politica sia industriale sia commerciale delle imprese associate, nel rispetto degli
interessi dei cittadini e a difesa del
patrimonio zootecnico, con l’obiettivo della sicurezza e della qualità
delle derrate alimentari di origine
animale.
Aschimfarma
Associazione nazionale produttori principi attivi e intermedi per l’industria farmaceutica
Presidente
Direttore
GIAN MARIO BACCALINI
enrico allievi
[email protected]
Tel. +39 02 34565.246
Fax +39 02 34565.364
[email protected]
www.aschimfarma.it
miliardi di euro e producono sostanze chimico-organiche ottenute con processi industriali caratterizzati da un elevato contenuto
tecnologico, nella fase sia di sviluppo sia di realizzazione.
L’Italia detiene una posizione di
primo piano nel mercato mondiale
ed esporta oltre l’85% della produzione in più di 90 paesi. Le imprese associate ad Aschimfarma
si caratterizzano per la rigorosa
applicazione delle Norme di Buona Fabbricazione che consente
loro di raggiungere i più elevati livelli di qualità ed affidabilità.
Aschimfarma associa le imprese appartenenti al settore delle
materie prime farmaceutiche, in
particolare dei principi attivi e intermedi.
Ad Aschimfarma aderiscono 59
imprese italiane e multinazionali,
che generano un fatturato di 2,7
110
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Associazioni di settore e gruppi merceologici
Aispec
Associazione nazionale imprese chimica fine e settori specialistici
Presidente
Direttore
martino verga
vittorio maglia
[email protected]
Gruppo abrasivi
Gruppo additivi, ausiliari e
specialità per l’industria
Gruppo additivi e coadiuvanti per
alimenti
Gruppo amidi e derivati
Gruppo aromi e fragranze
Gruppo ausiliari per la detergenza,
tensioattivi e prodotti oleochimici
Gruppo aziende industriali della
lubrificazione - Gail
Gruppo fonti rinnovabili
Gruppo imprese finanziarie,
dei servizi, ingegneria e ricerca
dell’industria chimica - Serchim
Gruppo intermedi, principi attivi,
catalizzatori e prodotti di chimica
fine
Gruppo materie prime per
integratori alimentari e alimenti
funzionali - Miaf
Gruppo materie prime per
l’industria cosmetica e additivi
per l’industria cosmetica e
farmaceutica – Mapic
Gruppo prodotti sensibili
Gruppo produttori membrane
bitume polimero – MBP
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Aispec rappresenta 300 imprese di
chimica fine, prodotti specialistici e
servizi per l’industria chimica, con
oltre 15.600 addetti e un fatturato
complessivo di circa 9 miliardi di
euro.
È organizzata in 14 Gruppi merceologici.
Si distinguono quattro aree, relative
sia alle materie prime sia ai prodotti
finiti:
chimica fine e specialità chimiche;
prodotti cosiddetti “specialistici”;
fonti rinnovabili;
servizi per l’industria chimica.
L’area della chimica fine e delle
specialità chimiche attiene a principi attivi, formulati, additivi e ausiliari,
enzimi e ingredienti funzionali, aromi e fragranze, prodotti dell’agroindustria destinati a molteplici settori
dell’industria manifatturiera.
Questo comparto della chimica,
caratterizzato da una fortissima
specializzazione e da un alto contenuto tecnologico, svolge un ruolo
“nascosto” ma fondamentale nella
vita quotidiana.
Infatti, tutti i beni di largo consumo
oggi in commercio, sicuri, confortevoli, sempre più innovativi, esistono grazie alla chimica fine: dagli
abiti alle calzature, dagli imballaggi
Tel. +39 02 34565.225
Fax +39 02 34565.349
[email protected]
www.aispec.it
in plastica ai contenitori multiuso,
dai generi alimentari ai detersivi e ai
detergenti per uso personale, tutto
quel che oggi usiamo abitualmente
non può far a meno di questa parte
della chimica.
Nell’area dei cosiddetti prodotti
“specialistici” sono rappresentati
prodotti finiti, molto eterogenei fra
loro: gli oli e i grassi lubrificanti, le
membrane impermeabilizzanti per
l’edilizia, gli abrasivi rigidi e flessibili
e infine i supporti “fotosensibili” per
le immagini radiografiche.
Nell’area delle fonti rinnovabili si
collocano le imprese che trasformano le biomasse in sostanze chimiche per uso sia energetico sia
industriale e le imprese che utilizzano queste sostanze chimiche per
produrre altri beni industriali o che
producono energia da fonti rinnovabili destinata ad uso industriale
e/o civile.
Completa l’Associazione il Gruppo imprese finanziarie, dei servizi,
ingegneria e ricerca dell’industria
chimica – Serchim, il quale rappresenta le società che forniscono
assistenza altamente specialistica
nelle seguenti aree: servizi e analisi
ambientali, ricerca, salute e sicurezza sui luoghi di lavoro.
111
Appendice
Assobase
Associazione nazionale imprese chimica di base inorganica ed organica
Presidente
Direttore
giorgio favro
giuseppe riva
[email protected]
Gruppo chimica inorganica
Gruppo chimica organica
Gruppo tensioattivi e materie prime
per la detergenza
Assobase rappresenta le imprese
di chimica di base organica, inorganica e materie prime per la detergenza.
Assobase associa 40 imprese nazionali e multinazionali operanti in
Italia, con un fatturato complessivo
pari ad oltre il 90% dei circa 7 miliardi di euro relativi all’intero mercato nazionale.
Tel. +39 02 34565.309
Fax +39 02 34565.311
[email protected]
www.assobase.it
L’Associazione sviluppa le sue attività attraverso tre Gruppi merceologici.
Tra i compiti principali dell’Associazione vi sono la tutela degli interessi del settore sia dal punto di
vista economico sia dell’immagine
e l’attenzione all’evoluzione della
normativa.
Assobiotec
Associazione nazionale per lo sviluppo delle biotecnologie
Presidente
Direttore
ALESSANDRO SIDOLI
leonardo vingiani
[email protected]
Assobiotec è l’Associazione della bioindustria che opera in Italia.
Rappresenta oltre 120 imprese attive in tutti i campi applicativi delle
biotecnologie: farmaceutica, diagnostica, chimica, agro-alimentare,
impiantistica, strumentale e ambientale nonché i parchi scientifici
e tecnologici.
In più di vent’anni di attività, grazie
al contributo determinante delle
112
imprese associate, Assobiotec ha
collaborato con le istituzioni locali,
nazionali e comunitarie nella definizione delle politiche finanziarie e fiscali finalizzate all’innovazione e alla
regolamentazione delle attività biotecnologiche (ricerca e sviluppo,
produzione, commercializzazione e
utilizzo dei prodotti, proprietà intellettuale).
L’Associazione, tra i vari impegni
Tel. +39 02 34565.306
Fax +39 02 34565.284
[email protected]
www.assobiotec.it
istituzionali, siede nel Comitato per
la Biosicurezza, le Biotecnologie e
le Scienze della Vita istituito presso la Presidenza del Consiglio dei
Ministri, e partecipa ai lavori del
Tavolo sulla Farmaceutica presso
il Ministero della Salute, lavorando
affinché il tema dell’innovazione
biotecnologica diventi un punto
fermo nell’agenda degli organi di
governo nazionali e locali.
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Associazioni di settore e gruppi merceologici
Assocasa
Associazione nazionale detergenti e specialità per l’industria e per la casa
Presidente
Direttore
LUCIANO PIZZATO
giuseppe abello
[email protected]
Assocasa rappresenta le imprese
produttrici di prodotti per la pulizia,
la manutenzione e l’igiene degli
ambienti: detersivi per la casa, le
comunità e le industrie, saponi da
bucato, coadiuvanti di lavaggio,
presidi medico-chirurgici “disinfettanti e disinfestanti ambientali”
(biocidi), cere, prodotti per la cura
delle auto, deodoranti ambientali e
prodotti per la pulizia e la manutenzione in generale.
Ad Assocasa aderiscono circa 100
imprese nazionali e multinazionali
operanti in Italia, con un fatturato
globale che supera i 3 miliardi di
euro, pari alla quasi totalità del mercato.
L’Associazione costituisce un
punto di riferimento per le attività del
settore in un ambiente regolatorio
sempre più complesso e promuove
il suo sviluppo, con l’obiettivo
di conciliare le necessità di una
Tel. +39 02 34565.236
Fax +39 02 34565.320
[email protected]
www.assocasa.it
crescita economica e industriale
sostenibile da parte degli associati,
con le esigenze dei consumatori e
degli utilizzatori.
Dal punto di vista normativo l’Associazione, oltre a fornire servizi di
consulenza sulle normative italiane
ed estere che regolano il settore,
offre la propria esperienza scientifica in fase di studio preliminare delle
normative stesse.
ASSOFERTILIZZANTI
Associazione nazionale produttori di fertilizzanti
Presidente
Direttore
FRANCESCO CATERINI
LORENZO FAREGNA
[email protected]
Gruppo concimi minerali
Gruppo fertilizzanti
organo-minerali, organici,
ammendanti e substrati
Gruppo fertilizzanti specialistici
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Assofertilizzanti rappresenta le imprese del settore dei fertilizzanti: imprese produttrici in Italia di concimi,
ammendanti, correttivi, concimi idrosolubili e fogliari, meso e microelementi, concimi per giardinaggio ed
uso hobbistico.
Il volume di affari complessivo, rappresentato dalle aziende associate
ad Assofertilizzanti, identificate come
produttrici ed importatrici ammonta a
Tel. +39 02 34565.383
Fax +39 02 34565.331
[email protected]
www.assofertilizzanti.it
circa 1.000 milioni di euro relativo al
mercato Italia e a circa 410 milioni di
euro per le importazioni.
Assofertilizzanti elabora le linee tecniche, giuridiche e normative attinenti la produzione e l’impiego di
fertilizzanti e promuove tali linee nei
confronti dei decisori pubblici, delle organizzazioni imprenditoriali, del
mondo della comunicazione e della
comunità scientifica.
113
Appendice
ASSOFIBRE CIRFS ITALIA
Associazione nazionale fibre artificiali e sintetiche
Presidente
Direttore
MAURIZIO RADICI
vittorio maglia
[email protected]
Gruppo fibre per usi industriali
Gruppo fili per abbigliamento e
arredamento
Gruppo fiocchi per abbigliamento
e arredamento
Assofibre Cirfs Italia rappresenta le
imprese produttrici di fibre artificiali
e sintetiche. Il fatturato totale del
settore nel 2012 è stato di circa
1.100 milioni di euro.
Un’intensa ed efficace collaborazione con il CIRFS, l’Associazione europea dei produttori di fibre
man-made, permette lo sviluppo di
iniziative comuni, dotate della necessaria massa critica per ottenere
risultati concreti.
Tra gli interventi che caratterizzano
l’attività di Assofibre Cirfs Italia si
segnalano: il monitoraggio delle
importazioni di fibre promuovendo,
se necessario, specifiche azioni
antidumping; l’attività di normazione
e standardizzazione delle fibre;
lo sviluppo di proposte di politica
Tel. +39 02 34565.242
Fax +39 02 34565.317
[email protected]
www.assofibre.it
industriale e di specifici progetti
di interesse settoriale quali quelli
nell’ambito della ricerca industriale.
Di particolare importanza è la
partecipazione ad Associazione
Tessile e Salute che ha promosso
lo specifico Osservatorio, nato nel
2010 e sostenuto dal Ministero,
con il compito di monitorare sia gli
aspetti che legano i prodotti tessili
alla salute, sia le problematiche
connesse ai prodotti di importazione
che non rispecchiano le normative
europee.
Particolarmente intensa l’attività
associativa
nell’ambito
della
sostenibilità con iniziative volte
a combattere gli stereotipi che
possono danneggiare l’immagine
delle fibre man-made.
ASSOgasliquidi
Associazione nazionale imprese gas liquefatti
Presidente
Direttore
PAOLO DAL LAGO
rita caroselli
[email protected]
Gruppo GPL e GNL autotrazione
Gruppo GPL e GNL combustione
114
Assogasliquidi rappresenta le imprese della distribuzione di gas di
petrolio liquefatti (GPL e GNL) per
uso combustione e/o autotrazione e le imprese che costruiscono
apparecchiature ed impianti per
GPL e GNL, o che forniscono servizi connessi o comunque attinenti
sempre al settore. Attualmente i
soci aderenti sono 91.
Obiettivo dell’Associazione è la
rappresentatività del settore a livello nazionale, come autorevole
interlocutore nei confronti della
Tel. +39 06 54273213/215
Fax +39 06 5919633/5913901
[email protected]
www.assogasliquidi.it
pubblica amministrazione, nonché a livello internazionale per la
tutela degli interessi e dell’immagine del GPL e GNL, aderendo ad
associazioni a carattere europeo
ed internazionale. Assogasliquidi
collabora proficuamente con le
amministrazioni e gli enti pubblici
nella preparazione di nuove norme, informa e orienta gli operatori
sulle innovazioni tecnico/legislative e sulla loro pratica attuazione,
promuovendo, quindi, anche l’immagine del settore.
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Associazioni di settore e gruppi merceologici
ASSOgastecnici
Associazione nazionale imprese gas tecnici, speciali e medicinali
Presidente
Direttore
GIOVANNI PAVESI
andrea fieschi
[email protected]
Gruppo gas medicinali
Gruppo gas tecnici e speciali
Assogastecnici associa le imprese del settore gas tecnici, speciali e medicinali, quali: ossigeno, azoto, argon, idrogeno, acetilene, anidride carbonica, anidride solforosa,
idro/cloro/fluorocarburi. Ad Assogastecnici aderiscono 24 imprese,
con un fatturato di circa 2,5 miliardi
di euro, pari ad oltre il 95% del mercato nazionale.
I gas tecnici entrano, in modo estremamente diffuso, in tutti i processi
industriali, dai più importanti a quelli
relativi a nicchie tecnologiche tradizionali o avanzate.
Tel. +39 02 34565.242
Fax +39 02 34565.458
[email protected]
www.assogastecnici.it
I gas medicinali sono di primaria
importanza in ambito terapeutico
e diagnostico, per essi il Gruppo
promuove i più elevati standard di
qualità e sicurezza nella loro produzione e distribuzione.
Questa diffusione viene continuamente accresciuta dall’attività delle imprese associate impegnate
nel ricercare e proporre ai propri
clienti nuove tecnologie che consentano il miglioramento dei processi produttivi e della qualità dei
prodotti nel pieno rispetto dell’ambiente.
ASSOSALUTE
Associazione nazionale farmaci di automedicazione
Presidente
Direttore
stefano brovelli
enrico allievi
[email protected]
Tel +39 02 34565.324
Fax +39 02 34565.621
[email protected]
www.assosalute.info
pubblico, previa autorizzazione da
parte del Ministero della Salute.
Le aziende associate ad Assosalute
rappresentano oltre l’80% del fatturato del settore, pari a circa 1,6 miliardi di euro.
Sostenere, sviluppare e diffondere la cultura dell’automedicazione
responsabile sono tra i principali
obiettivi dell’Associazione.
L’Associazione elabora linee guida tecniche ed economiche per
le imprese, volte al perseguimento
degli obiettivi associativi; promuove tali linee guida presso l’autorità sanitaria, le organizzazioni del
mondo sanitario, le associazioni
dei consumatori e le organizzazioni
internazionali del settore farmaceutico; conduce studi e ricerche in
campo sanitario; contribuisce alla
formazione di un’immagine corretta
del farmaco per l’automedicazione
nell’opinione pubblica e promuove
campagne di educazione nei confronti del cittadino.
Assosalute rappresenta i produttori
di farmaci di automedicazione, ovvero, i medicinali senza obbligo di
ricetta medica e completamente a
carico del cittadino, che si acquistano in farmacia, parafarmacia e
nei corner salute della grande distribuzione, sempre alla presenza del
farmacista. Per i farmaci di automedicazione, riconoscibili dal bollino
rosso sulla confezione che riporta
la scritta “Farmaco senza obbligo di
ricetta”, è ammessa la pubblicità al
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115
Appendice
Avisa
Associazione nazionale vernici, inchiostri, sigillanti e adesivi
Presidente
Direttore
aram manoukian
matteo aglio
[email protected]
Tel. +39 02 34565.256
Fax +39 02 34565.350
[email protected]
http://avisa.federchimica.it
Ad Avisa aderiscono un centinaio di
imprese che rappresentano il 65%
del mercato in termini di fatturato,
occupando circa 9.000 addetti.
L’Associazione rappresenta le imprese operanti nei settori:
adesivi per calzature, cartotecnica e imballaggio, legno; adesivi
e sigillanti per dettaglio, edilizia,
mezzi di trasporto; materie prime
per adesivi e sigillanti;
inchiostri da stampa e serigrafici;
pitture e vernici per auto e mezzi
di trasporto, carrozzeria, industria,
legno, navale, nautica, edilizia; vernici in polvere; protective coatings.
Compiti primari dell’Associazione
sono: favorire il progresso dell’industria del settore; assistere e tutelare
le imprese associate; rappresentare le imprese stesse negli organismi nazionali ed internazionali.
Gruppo adesivi e sigillanti
Gruppo inchiostri da stampa
e serigrafici
Gruppo pitture e vernici
CERAMICOLOR
Associazione nazionale colorifici ceramici e produttori di ossidi metallici
Presidente
Direttore
angelo lami
giuseppe abello
[email protected]
A Ceramicolor aderiscono 18 imprese italiane e multinazionali produttrici di fritte, smalti, coloranti e
ausiliari per ceramica, pigmenti
inorganici e ossidi metallici, con un
fatturato di oltre 500 milioni di euro.
Le aziende di Ceramicolor sono un
importante esempio di chimica al
servizio della ceramica alla quale
viene fornito il vero valore aggiunto
che permette al prodotto italiano di
eccellere su tutti i mercati mondiali.
Il processo di studio e ricerca
nell’applicazione dello smalto riveste un ruolo fondamentale per
116
la ceramica. Questi aspetti sono il
vero punto forte dei colorifici che
effettuano annualmente investimenti molto rilevanti e spesso in
percentuale superiore a quelli delle
aziende chimiche tradizionali.
L’Associazione rappresenta i seguenti settori:
colorifici ceramici: tradizionalmente comprendono la produzione di
smalti, fritte, pigmenti, coloranti usati in tutta l’industria ceramica (piastrelle, stoviglieria, sanitari,
etc.) e in misura minore nell’industria meccanica (soprattutto per
Tel. +39 02 34565.237
Fax +39 02 34565.320
[email protected]
www.ceramicolor.it
finiture superficiali di elettrodomestici e prodotti per la casa);
produttori di ossidi metallici: tali
prodotti trovano diffusione, per
ben oltre la metà del loro impiego, nei processi di reazione chimica intesi all’ottenimento di pigmenti e fritte. Sono presenti, grazie alle loro intrinseche qualità di
tipo reologico, anche nella composizione di prodotti antiruggine e
di stabilizzanti. Tra gli altri, si annoverano in questa famiglia gli ossidi di piombo, di ferro e il biossido
di titanio.
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Associazioni di settore e gruppi merceologici
PLASTICSEUROPE ITALIA
Associazione italiana dei produttori di materie plastiche
Presidente
Direttore
DANIELE FERRARI
giuseppe riva
[email protected]
Gruppo resine
e sistemi termoplastici
Gruppo resine
e sistemi termoindurenti
Gruppo compounds e ausiliari
per materie plastiche, plastificanti
e altri prodotti affini
Gruppo materiali avanzati
PlasticsEurope Italia rappresenta
le imprese delle materie plastiche
(termoplastiche,
termoindurenti,
materiali avanzati, compounds e
ausiliari per materie plastiche).
PlasticsEurope Italia associa 45
imprese nazionali e multinazionali
operanti in Italia, con un fatturato
complessivo pari ad oltre il 90% dei
circa 10 miliardi di euro relativi all’intero mercato nazionale.
Tel. +39 02 34565.309
Fax +39 02 34565.311
[email protected]
www.plasticseuropeitalia.it
L’Associazione promuove e tutela
l’immagine del settore.
Svolge un ruolo rilevante in rapporto alle tematiche ambientali, ai
progetti e alle iniziative che contribuiscono a rafforzare e sviluppare
la centralità e l’insostituibilità della
plastica nella società attuale e nel
suo futuro, nell’ambito di una visione equilibrata dei limiti e delle risorse del pianeta
Unipro
Associazione italiana delle imprese cosmetiche
Presidente
Direttore
fabio ROSSELLO
maurizio crippa
[email protected]
Gruppo cosmetici in farmacia
Gruppo cosmetici per estetiste
Gruppo prodotti professionali
per acconciatori
Gruppo produzioni conto terzi
Gruppo vendite in erboristeria
Gruppo vendite in profumeria
Unipro è l’Associazione di rappresentanza del sistema industriale
italiano della cosmesi.
Di questo settore fanno parte 500
imprese produttrici e distributrici di
prodotti cosmetici. Unipro rappresenta oltre il 95% del fatturato delle
Torna all’indice >
imprese legate alla specifica filiera
della chimica di consumo, particolarmente attente alla “cultura del
benessere”.
Da oltre quarant’anni Unipro affianca le aziende che operano in Italia e
ne stimola la crescita e lo sviluppo
attraverso una qualificata assistenza in materia tecnica, normativa, fiscale, economica e promozionale.
Promuove e favorisce all’estero e
in Italia iniziative tese allo sviluppo
dell’industria sul piano tecnico-normativo e commerciale.
Tra queste vi sono le più importanti
e prestigiose rassegne a livello internazionale nel settore cosmetico:
Cosmoprof Worldwide a Bologna,
Cosmoprof Asia a Hong Kong, e
Cosmoprof North America a Las
Vegas.
Via Accademia, 33 - 20131 Milano
Tel. +39 02 281773.1
Fax +39 02 281773.95
[email protected]
www.unipro.org
Completa il panorama del “pianeta
Unipro”, la società Unipro Servizi che
ha per scopo primario la formazione
specialistica di settore e l’erogazione
di servizi specifici per le imprese.
Unipro ha dato origine ad “Accademia del Profumo” che promuove l’esclusività della profumeria selettiva
in collaborazione con CNA (Confederazione Nazionale dell’Artigianato
e della piccola e media impresa),
Confartigianato e CIA (Camera Italiana dell’Acconciatura, che sostiene la filiera dell’acconciatura).
Infine, Unipro sostiene l’Associazione “La Forza e il Sorriso”, impegnata nella realizzazione di laboratori di
bellezza gratuiti a favore delle donne
in trattamento oncologico, sull’esempio del progetto internazionale
“Look Good… Feel Better”.
117
Società controllate, partecipate
e istituti collegati
Accademia S.p.A.
Presidente
Amministratore Delegato
Direttore
claudio benedetti
andrea lavagnini
simona di giusto
Via Giovanni da Procida, 11 - 20149 Milano - Tel. 02 34565.233 - 02 34565.657
[email protected]
Accademia S.p.A. è interamente
controllata da Federchimica attraverso SC Sviluppo chimica S.p.A.
La società con un capitale sociale di 200.000 euro, opera fondamentalmente nel campo immobiliare fornendo tutti i servizi collegati alla
gestione degli immobili.
Per gli stessi cura anche l’aspetto relativo alla corretta applicazione
delle norme di sicurezza e, al fine di
mantenere sempre alti gli standard
dei servizi resi, si occupa in partico-
Torna all’indice >
lare della manutenzione degli stabili di proprietà. Accademia assicura il supporto logistico necessario
in occasione di incontri, convegni e
corsi organizzati dalla Federazione o
da altri soggetti collegati al sistema
Federchimica e per gli stessi gestisce tutti gli aspetti relativi al servizio
di “Travel Business” tramite la contrattazione diretta con gli operatori di settore.
Provvede, nell’ambito di budget definiti, all’approvvigionamento dei beni
e dei servizi.
La società dispone, inoltre, di un
attrezzato centro stampa, per la
realizzazione e stampa di locandine, brochure, cataloghi e quant’altro necessario per lo svolgimento
dell’attività della Federazione e degli
enti ad essa collegati.
Oltre che per Federchimica, Accademia cura in outsourcing tutti i
servizi anche per altre realtà quali Centro REACH S.r.l., Fonchim,
FASCHIM, SC Sviluppo chimica
S.p.A.
119
Società controllate, partecipate e istituti collegati
Centro Reach S.r.l.
Presidente
Coordinatore
Direttore
CESARE PUCCIONI
bruno brianzoli
Sergio treichler
Via Giovanni da Procida, 11 - 20149 Milano - Tel. 02 87245901 - Fax 02 34565.631
[email protected] - www.centroreach.it
Centro REACH S.r.l. è una società a
responsabilità limitata costituita il 20
febbraio 2007, su iniziativa di Federchimica e di Assolombarda.
Ad oggi, la compagine societaria
comprende anche altre nove istituzioni, in rappresentanza delle imprese operanti in ogni settore produttivo del Paese (Confindustrie Regionali di Emilia-Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Piemonte, Puglia,
Toscana e Veneto e Confapi).
Nel 2012 Centro REACH ha offerto
i propri servizi consulenziali a circa
250 clienti, in particolare a Piccole
Medie Imprese, nelle seguenti aree:
Consulenza alle imprese
SDS service: Centro REACH
supporta l’impresa nella redazione, revisione o aggiornamento delle proprie Schede Dati di
Sicurezza, sulla base della normativa vigente, sia per i Paesi UE
sia extra UE;
Registration service: comprende
l’assistenza nelle seguenti attività:
- effettuazione della pre-registrazione tardiva;
- verifica/ricerca su banche dati
delle informazioni esistenti e mancanti;
- predisposizione del fascicolo tecnico;
- preparazione della Relazione sulla Sicurezza Chimica (definizione
degli scenari di esposizione e delle appropriate misure di gestione del rischio e valutazione della
sicurezza chimica);
- inserimento dei dati in IUCLID5 e
trasmissione all’ECHA del Dossier di Registrazione;
- preparazione ed invio della procedura Inquiry all’ECHA.
REACH e CLP audit: prevede
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un intervento di un esperto presso l’Impresa per la valutazione delle proprie implicazioni nel REACH
e nel CLP; la definizione del piano
di attività; la gestione delle comunicazioni con Fornitori e Clienti.
Audit per ispezioni REACH:
Centro REACH, anche unitamente a Certiquality, prevede un audit
presso le imprese per verificare/
implementare il sistema di gestione delle normative al fine di affrontare le ispezioni da parte delle
Autorità Competenti.
REACH e CLP help desk: con
l’adesione a questo servizio, l’Impresa può sottoporre quesiti e/o
richieste di assistenza.
C&L notification: Centro REACH
effettua, per conto dell’Impresa, la
procedura di notifica − ai sensi del
Regolamento CLP − all’Inventario
europeo delle Classificazioni ed
Etichettature.
Notifica Archivio Preparati Pericolosi: Centro REACH effettua,
per conto dell’Impresa, la procedura all’Archivio Preparati Pericolosi dell’Istituto Superiore di Sanità, in conformità alle disposizioni
del D.Lgs. n° 65 del 14/03/2003.
Formazione
Nel 2012 sono stati realizzati 35 Corsi di formazione a catalogo o presso
i clienti per un totale di circa 360 partecipanti, sulle seguenti tematiche:
Schede Dati di Sicurezza (SDS)
e lettura dello Scenario Espositivo (e-SDS);
Ispezioni REACH;
procedura di registrazione e
strumenti informatici nel REACH
(IUCLID5 e REACH-IT);
valutazione della sicurezza chimica e D. Lgs. 81/2008;
metodi alternativi alla sperimentazione animale;
trasporto di merci pericolose.
Il Centro REACH ha inoltre supportato le imprese chimiche su come
prepararsi alle ispezioni, che sono
state avviate nel 2011, da parte delle autorità competenti.
SIEF (Substance Information
Exchange Forum) e consorzi
Centro REACH assiste le Imprese nella fase di condivisione delle
informazioni sulle sostanze chimiche e nella definizione della propria
posizione all’interno del SIEF. Assiste, inoltre, nella formazione, nella gestione e nella partecipazione a
Consorzi, o altre forme di cooperazione, per la Registrazione.
Nel 2012 il Centro REACH ha gestito e coordinato sei Consorzi per la
registrazione di sostanze chimiche,
composti da 53 imprese, di cui sette operanti in Paesi extra UE, per la
registrazione di una sostanza.
R&S e metodologie
Identificazione e gestione di programmi di ricerca & sviluppo per
la messa a punto di:
- test alternativi al sacrificio di animali di laboratorio;
- modelli Q-SAR;
- approcci Read-Across;
- metodologie di analisi socio-economica di sostanze chimiche.
Queste attività hanno permesso di
realizzare una piattaforma informatica per i modelli basati su simulazioni computerizzate (così detti “metodi insilico” o “QSAR”) delle proprietà tossicologiche ed ecotossicologiche di sostanze chimiche nonché lo
studio su un nanomateriale.
121
Società controllate, partecipate e istituti collegati
Certiquality s.r.l. Istituto di certificazione della qualità
Presidente
Direttore Generale
ERNESTO OPPICI
umberto chiminazzo
[email protected]
Certiquality è un organismo specializzato nella certificazione dei sistemi
di gestione per la qualità, l’ambiente, l’energia, la sicurezza sul lavoro,
nella certificazione di prodotto e nella formazione.
Certiquality è stato fondato nel 1989
da Federchimica ed Assolombarda e oggi occupa una posizione di
assoluto rilievo nel campo della certificazione, con oltre 14.000 siti certificati in tutti i settori dell’industria e dei
servizi e in oltre 50 schemi. A livello
internazionale, Certiquality aderisce
al circuito IQNet (International Certification Network), che riunisce i più
prestigiosi organismi di certificazione di 36 paesi del mondo.
Tra i temi che maggiormente hanno
visto impegnato l’Istituto si evidenzia
quello della sicurezza sul lavoro che
si esplica nelle attività di certificazione secondo le norme BS OHSAS
18001, UNI 10617 e in un’importante e capillare attività di informazione e formazione su queste tematiche. Certiquality ha inoltre definito
un nuovo schema di verifica basato su una lista di riscontro completa e dettagliata sui temi relativi alla
sicurezza, alla salute e all’ambiente: il Technical Audit. Il risultato del
Technical Audit è rappresentato da
un giudizio sintetico, corredato da
report analitici a disposizione del
management aziendale.
Certiquality ha anche messo a punto
un servizio di audit dei modelli organizzativi previsti dal D. Lgs. 231/01
sulla responsabilità amministrativa
delle imprese e servizi di compliance sui principali obblighi normativi.
Un’altra importante area di attività
dell’Istituto interessa il tema dell’ambiente e della sostenibilità. In aggiunta all’attività di certificazione dei Sistemi di Gestione Ambientale secondo
gli standard ISO 14001/EMAS, sono
stati sviluppati nuovi servizi quali la
certificazione dei Sistemi di Gestione
dell’Energia secondo la recente nor-
Torna all’indice >
ma ISO 50001, gli audit energetici,
la verifica dei bilanci di sostenibilità
e dei bilanci ambientali, la certificazione ambientale di prodotto (FSC
e PEFC, EPD, AISE CHARTER),
anche in riferimento alla tematica
degli acquisti verdi, e in particolare
al Green Public Procurement (GPP).
Un’altra importante attività riguarda la Direttiva Emissions Trading:
Certiquality è riconosciuto dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela
del Territorio per effettuare l’attività di verifica delle emissioni di gas
ad effetto serra.
Recente è il nuovo servizio di verifica e validazione della “carbon footprint” (quantità di carbonio emessa
da una particolare attività/processo
o da una organizzazione) e quello di
certificazione della “product carbon
footprint” (la quantificazione di tutte
le emissioni di gas ad effetto serra
coinvolte nel ciclo di vita di un prodotto o di un servizio).
A seguito degli obblighi imposti dal
REACH, Certiquality ha sviluppato, in collaborazione con Centro
REACH, una gamma di servizi volti
a supportare le imprese nelle attività
di pianificazione, attuazione, monitoraggio del sistema di gestione dei
requisiti richiesti dal Regolamento sia nella fase di avviamento sia
nel tempo: assessment e verifiche
periodiche di conformità e gestione degli adempimenti REACH; formazione REACH/CLP, formazione operativa per l’interpretazione
e l’utilizzo delle Schede di Sicurezza Reach; valutazione Reach dei
fornitori.
Anche nel campo della logistica e
dei trasporti sono intervenute novità normative e in aggiunta alle certificazioni ISO 9001, già molto diffuse, si sono sviluppati nuovi standard di certificazione. Il “Codice di
Pratica” è la norma tecnica deliberata dal Comitato per l’Albo dei Trasportatori per la certificazione della
Via G. Giardino 4
20123 Milano
Tel. +39 02 8069171
Fax +39 02 86465295
[email protected]
www.certiquality.it
gestione della sicurezza nell’autotrasporto e Certiquality è stato il primo organismo di certificazione ad
ottenere l’accreditamento da parte del Ministero per il rilascio della
certificazione del Codice di Pratica
(SSA). Certiquality opera inoltre in
due schemi specificamente sviluppati per le aziende che si occupano di distribuzione, trasporto, stoccaggio e gestione di prodotti chimici: SQAS ed ESAD, valutando le
prestazioni in materia di sicurezza,
salute e ambiente.
Un altro importante ambito è rappresentato dal comparto delle costruzioni ed in particolare dai materiali da costruzione. Norme specifiche
richiedono una garanzia di qualità
per i prodotti di uso strutturale, per
la sicurezza nei cantieri, per il rendimento energetico degli edifici e per
la tutela dei consumatori.
Certiquality è autorizzato ad operare per la marcatura Ce dei prodotti
da costruzione ed il controllo di produzione in fabbrica (FPC) del calcestruzzo.
Certiquality opera anche nella filiera
agroalimentare e in tutti i settori industriali e di servizi ad essa collegati,
in particolare per quanto concerne
gli schemi per la certificazione della sicurezza alimentare: ISO 22000,
BRC e BRC/IOP per gli imballaggi,
IFS, Rintracciabilità di filiera e Specifiche Tecniche a fronte di Disciplinari Tecnici di Prodotto.
Infine, nel settore cosmetico, Certiquality effettua verifiche per il rilascio
degli attestati di conformità a fronte della norma ISO 22716:2007 Cosmetics GMP (il primo documento
internazionale che fissa le linee guida
per le pratiche di buona fabbricazione
da applicare alle imprese che producono prodotti cosmetici) ed a fronte
delle linee guida EFfCI - GMP “Guide
for cosmetic ingredients”, specifiche
per le aziende produttrici di materie
prime per il settore cosmetico.
123
Società controllate, partecipate e istituti collegati
SC Sviluppo chimica S.p.A.
Presidente
Amministratore Delegato
claudio benedetti
andrea lavagnini
SC Sviluppo chimica S.p.A. è una
società di servizi, costituita nel 1983
e interamente controllata da Federchimica.
SC offre un supporto professionale specializzato alle imprese nelle
seguenti aree:
Sicurezza, Gestione prodotti
e Igiene Industriale
Promuove l’eccellenza professionale
nella gestione della sicurezza e della salute delle persone nei luoghi di
lavoro; della sicurezza dei prodotti chimici; della protezione dei consumatori.
Logistica e Trasporti
Supporta il miglioramento della
sicurezza e la riduzione dell’impatto ambientale delle attività logistiche
delle imprese chimiche, assicurandone al tempo stesso la competitività economica in un contesto sempre più globalizzato.
In particolare gestisce, per conto di
Federchimica, il “S.E.T. – Servizio
Emergenze Trasporti” che assiste gli
interventi delle autorità pubbliche in
caso di incidenti nei trasporti chimici.
Energia e Sviluppo Sostenibile
È al fianco delle imprese chimiche
nel raggiungimento dei loro obiettivi di sostenibilità ambientale, anche
assistendole nell’individuazione di
interventi di miglioramento nell’efficienza energetica, nonché nell’ottenimento di risorse per finanziarli come ad esempio quelle previste
dallo schema di agevolazione dei
Certificati Bianchi.
Promuove la riqualificazione di aree
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geografiche a vocazione chimica
(poli industriali, distretti tecnologici, aree con potenzialità di crescita
locale), al fine di assicurare lo sviluppo sostenibile dell’industria chimica e dei settori di utilizzo a valle.
Ricerca e sviluppo
e Venture Capital
Sostiene la nascita e lo sviluppo
di attività innovative da parte delle imprese, con lo scopo di promuovere lo sviluppo sostenibile e
la riduzione degli impatti ambientali associati alle rispettive filiere,
e migliorare il posizionamento delle imprese all’interno del mercato globale in cui esse competono.
Collabora con fondi di Venture
Capital, nazionali ed esteri e con
istituzioni finanziarie, pubbliche e
private per: l’individuazione; lo sviluppo; la gestione; la realizzazione della strategia di uscita, di spin
off, di start up e di imprese in fase
di first expansion, nell’industria chimica.
Relazioni industriali
e CCNL di settore
Supporta le imprese offrendo strumenti formativi e informativi utili per
lo sviluppo delle relazioni industriali
e per la gestione delle risorse umane in coerenza con le previsioni del
CCNL Chimico – Farmaceutico.
IT Support
Offre consulenza per la progettazione e la realizzazione di progetti
informatici fino all’outsourcing globale del sistema informativo di pic-
Via Giovanni da Procida 11
20149 Milano
Tel. +39 02 34565.1
Fax +39 02 34565.312
[email protected]
cole e medie imprese.
Servizi amministrativi
in outsourcing
Garantisce uno standard professionalmente qualificato nella fornitura
di servizi contabili.
In particolare SC offre i suoi servizi
alle imprese attraverso:
Consulenze professionali.
Pubblicazioni e Software.
I prodotti editoriali spaziano dalla pubblicazione del “Contratto
Collettivo Nazionale dell’Industria
Chimica”, ai volumi scientifici, ai
manuali operativi, alle linee guida
e software per la gestione degli
adempimenti tecnico-normativi.
Formazione.
Attraverso la realizzazione di corsi di formazione, la società fornisce un continuo aggiornamento sui contenuti e novità normative; offre inoltre percorsi formativi
modulari, componibili ed integrabili, al fine di individuare soluzioni personalizzate rivolte a specifiche figure aziendali.
Solo nel 2012 sono stati organizzati:
- 23 corsi di formazione frequentati da 407 partecipanti di imprese associate e non a Federchimica;
- 2 corsi “Crisis Management” per
un totale di 24 partecipanti;
Servizi di locazione operativa.
Attrezzature informatiche di supporto all’attività di Federchimica
e degli enti ad essa collegati.
125
Società controllate, partecipate e istituti collegati
unichim Associazione per l’unificazione nel settore dell’industria chimica
Ente federato all’UNI
Presidente
Direttore Generale
giampiero bellini
giovanni perego
[email protected]
UNICHIM – Associazione per l’unificazione nel settore dell’industria chimica – è l’ente di normazione tecnica operante nel settore chimico,
federato all’UNI, la cui fondazione
risale al 1947 e di cui Federchimica è socio fondatore.
L’attività di normazione tecnica nel
settore chimico comporta l’emissione di documenti di riferimento (norme) riguardanti per lo più specifiche
di prodotto, metodi di controllo di
materie prime e prodotti finiti, controlli di tipo ambientale. Tali norme,
la cui applicazione può avere carattere cogente oppure volontario,
costituiscono un ausilio nella commercializzazione dei prodotti, nella
definizione dei contratti di compravendita e nelle controversie legali.
UNICHIM provvede alla stesura di
queste norme in ambito nazionale attraverso proprie Commissioni
Tecniche, delle quali sono chiamati a far parte rappresentanti di riconosciuta competenza provenienti
dall’industria, da enti pubblici e da
organizzazioni private.
Inoltre, designa esperti che parteci-
Torna all’indice >
pano ai lavori di Commissioni CEN
ed ISO per la stesura di norme in
ambito internazionale.
UNICHIM è attiva anche sul fronte
dell’applicazione delle norme.
Laddove esistano particolari criticità o complessità a livello normativo, le Commissioni Tecniche elaborano linee guida per facilitare una
corretta ed armonica applicazione
delle norme.
Un altro filone di attività è quello della formazione, rivolta soprattutto a
laboratori di prova, pubblici e privati,
interessati all’adozione di un Sistema Qualità conforme alla norma UNI
CEI EN ISO/IEC 17025.
UNICHIM organizza i corsi sia presso la propria sede, sia presso sedi
di organizzazioni che ne facciano
richiesta, attingendo al patrimonio
tecnico scientifico derivante dall’attività delle proprie Commissioni Tecniche.
Una ulteriore attività, che sta avendo uno sviluppo crescente, è
quella delle Prove Interlaboratorio,
P.le R. Morandi 2 - 20121 Milano
Tel. +39 02 76004450
Fax +39 02 76014176
[email protected]
www.unichim.it
organizzate e gestite in conformità alla norma UNI CEI EN ISO/IEC
17043:2010, con cadenza regolare e a beneficio esclusivo dei propri associati.
Tali prove, che costituiscono il
principale strumento di verifica
esterna per i laboratori che operano in conformità alla norma UNI
CEI EN ISO/IEC 17025 e che rientrano tra gli adempimenti principali della norma stessa, riguardano controlli analitici (inclusi quelli
di tipo microbiologico) sulla qualità di acque destinate al consumo umano, di acque di scarico, di
prodotti destinati all’alimentazione,
di prodotti petroliferi e lubrificanti,
di fertilizzanti, oltre alla determinazione di inquinanti organici (diossine, IPA, PCB, idrocarburi) ed inorganici (metalli pesanti) in matrici
ambientali (suoli, rifiuti).
A queste prove partecipano attualmente più di quattrocento laboratori nazionali, inclusi quelli di tutte
le Agenzie Regionali per l’ambiente
(ARPA). Gran parte di questi laboratori è in possesso dell’accreditamento rilasciato da ACCREDIA.
127
Finito di stampare nel mese di Giugno 2013
dalla Compagnia della Stampa - Massetti Rodella Editori, Roccafranca (BS)
Sede
20149 Milano
Via Giovanni da Procida 11
Tel. +39 02 34565.1
Fax. +39 02 34565.310
[email protected]
www.federchimica.it
00144 Roma
Viale Pasteur 10
Tel. +39 06 54273.1
Fax. +39 06 54273.240
[email protected]
1040 Bruxelles (Belgio)
Avenue de la Joyeuse Entrée 1
Tel. +322 2803292
Fax. +322 2800094
[email protected]