crocus - La Repubblica
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CROCUS EZIO CENTINI Ezio da Bisenti, nome d'arte di Concezio Centini, è un artista artigiano in continua evoluzione e alla ricerca dell'inedito. Figlio di fornai, Centini è nato a Bisenti, dove continua a lavorare nella sua bottega laboratorio. LA RICETTA Ingredienti per 2,5 kg di cioccolatini (quantitativo standard per un cioccolatiere, in casa si può ovviamente ridurre badando a rispettare le proporzioni tra tutti gli ingredienti ). Dosi per il ripieno: mezzo litro di latte, 100 gr di miele di acacia e 100 gr di fruttosio, 1 gr di zafferano e 700 gr di cioccolato bianco. Per la camicia cioccolato fondente al 70%. ■ Costo ingredienti: 30 euro al kg Preparazione. Strumento indispensabileè il termometro, per monitorare il temperaggio del cioccolato. Sciogliere zucchero e miele nel latte portando a ebollizione, aggiungere lo zafferano e mescolare bene.Attendere chela temperatura del compostoscenda a 40˚ e incorporareil cioccolato bianco sciolto.Rivestire gli stampinicol fondente e riempirli col sac a poche del compostocolorato. Attendere che il ripieno rapprenda e ricoprire con fondente.Dall'unione del cioccolato bianco(e colorato dallozafferano) col fondente si attende lastabilizzazione dellamassa di cioccolatoche dà corpo alla pralina. PRALINA DI CIOCCOLATO DAL CUORE D’ORO ◗ BISENTI È giallo zafferano il cuore di Crocus, pralina a base di cioccolato bianco, latte, miele e, naturalmente, l'aurea spezia dell'altopiano aquilano, messa a punto da un artista del cioccolato e del cibo buono qual è il teramano Concezio Centini. La ricerca di ingredienti pregiati e l'alta innovazione nobilitano i prodotti che escono dalla bottega laboratorio del maestro di Bisenti, còlto e appassionato estremista del gusto. È così dopo sperimentazioni estreme come il torrone al tartufo e il cioccolato all'aglio, al rosmarino o al pino mugo ecco il cioccolatino che esprime col suo ripieno lucente tutto il gusto dello zafferano di Navelli, racchiuso in una camicia di fondente. Prodotto di un ciclo di lavorazione lungo (almeno un paio d'ore) e laborioso, dove necessitano un termometro da cucina ed esperienza affinata. Jolanda Ferrara ©RIPRODUZIONE RISERVATA GIOCHIDIZAFFERANO IL VINO Passito Plaisir di cantina Zaccagnini (Bolognano), vino da dessert (uve Moscato di Castiglione a Casauria) dalle note fresche e delicate. Centini è affiancato dalla moglie Stefania e i figli Virginia, Lisa e Giovanni nel negozio teramano in via Vittorio Veneto. 55 TAGLIATELLE, CACAO E ZAFFERANO GLI CHEF ABRUZZESI INCONTRANO IL RE ZAFFERANO L’INGREDIENTE particolare Cacao, antiossidante contro la depressione CARLO GIZZI Carlo Gizzi, capo ufficio stampa della Regione Abruzzo, aquilano doc, da anni coltiva una forte passione per la cucina. È lo chef della scuola di cucina aquilana “Scherza col cuoco”, nonchè l'ideatore dell'iniziativa LA RICETTA Ingredienti per 4 persone 400 g. di tagliatelle al cacao; 300 g. di spalla di agnello disossata; 1 g. di stami di zafferano; una cipolla rossa; una carotina; una costa di sedano; prezzemolo; uno spicchio di aglio rosso di Sulmona; ½ bicchiere di olio extravergine di oliva; ½ bicchiere di vino Trebbiano; un mazzetto di odori: rosmarino, maggiorana, timo; un pezzetto di peperoncino; 80 g. di pecorino grattugiato; sale, pepe. ■ Costo degli ingredienti: 16 euro Preparazione In una cazzeruola, fate appassire il trito nell'olio, insieme allo spicchio d'aglio e al peperoncino. Togliete l’aglio e mettete i bocconcini di agnello per alcuni minuti a fiamma vivace. Bagnate con il vino, aggiungete il mazzetto di erbe profumate e fate cucinare fino a quando l'agnello non sarà cotto, circa 15 minuti. A questo punto coprite con il brodo e lasciate cuocere fino a quando non avrete ottenuto una salsa densa e profumata. Aggiungete l'infusione di zafferano e lasciate insaporire per pochi minuti. Regolate di sale e di pepe. Fate cuocere la pasta e scolatela molto al dente; mettetela in una terrina e coprire con il sugo e il pecorino. 58 INCONTRO DI PROFUMI PER PALATI RAFFINATI ◗ L’AQUILA Le tagliatelle al cacao con ragù bianco di agnello e zafferano sono una specialità inedita della scuola di cucina aquilana "Scherza col cuoco". La particolarità è soprattutto nella pasta che prende le mosse dalla ricetta tradizionale delle tagliatelle a cui viene aggiunto un ingrediente insolito: la polvere di cacao. Il risultato è una pietanza dal sapore molto particolare, in cui l'odore del ragù di agnello (rigorosamente senza pomodoro), del pecorino e dello zafferano si fonde con quello del cacao appunto, per stimolare le papille gustative a esperienze nuove e inusuali. L'ideatore della ricetta è Carlo Gizzi, chef della scuola che spiega: «Le tagliatelle al cacao sono utilizzate per diverse ricette della cucina italiana, ma l'abbinamento con il ragù di agnello e con lo zafferano, spolverato con pecorino, risulta particolarmente interessante, grazie all'accostamento di sapori diGIOCHI DI ZAFFERANO Gli ingredienti per il ragù di agnello versi e forti». Ad attirare l'attenzione sul piatto è non solo il particolare profumo e il sapore sofisticato, ma anche il colore delle tagliatelle. Queste, infatti, avendo nell'impasto la polvere di cacao amaro, assumono un colore scuro. L'obiettivo del piatto presentato da "Scherza col cuoco", dunque, è meravigliare non solo il palato, ma anche la vista. La scuola è un'iniziativa nata, quasi per gioco, nel 2005, che sta diventando uno dei punti di riferimento per la ristorazione del capoluogo anche grazie all'organizzazione di molti eventi. Tutti La fontana per le tagliatelle La polvere di cacao Si ammassa la pasta La preparazione dell’agnello i lunedì sera si ritrovano una cinquantina di amici per guardare la preparazione delle più buone ricette della tradizione e assaporare i piatti, dall’antipasto al dolce. Il tutto accompagnato dai vini delle aziende locali. Spalla ormai insostituibile dello chef durante le serate gastronomiche è Mario Corridore, ingegnere al Comune dell'Aquila. Nello staff dell’iniziativa anche Marco Martinicchia, che si occupa della comunicazione, Mario Amarii, pierre, Fernando Visioni, aiuto cuoco, Ermenegildo Bottiglione, sommelier e la “maga dei dolci”, Ambra Prosperini. Il corso è partito quest’anno il 29 ottobre. In ognuna delle serate lo staff del corso propone una ricetta della tradizione abruzzese. È il caso delle tagliatelle o fettuccine, una pasta all'uovo tipica del centro-nord Italia, che nel tempo è stata apprezzata in tutto il Bel Paese. Con questo tipo di pasta spesso si accompagna il ragù. Quello proposto da “Scherza col cuoco” utilizza l'agnello. «La cucina della nostra regione fa molto uso dell'agnello e dello zafferano», continua Gizzi «si tratta di sapori tradizionali che abbiamo voluto reinventare grazie ad una pasta dal sapore particolare». Per l'impasto delle tagliatelle sono necessari 360 g. di farina setacciata; 40 g. di cacao in polvere amaro; 3 uova intere; 2 rossi d’uovo; un pizzico di sale. «La preparazione non differisce da quella delle normali tagliatelle. Mescolate la farina e il cacao amaro setacciato e lavorateli lentamente con le uova, un pizzico di sale e l'acqua necessaria a dare la giusta consistenza all'impasto. Quando diventa liscio, formate una palla e lasciatela riposare per almeno 20 minuti. Stendete la pasta allo spessore di 3 mm, quindi arrotolate la sfoglia e ritagliate tante tagliatelle della larghezza di 1 cm. Il cacao conferirà un originale colore scuro». La scuola risponde ogni giorno al 338.7694986. Michela Corridore ©RIPRODUZIONE RISERVATA GIOCHI DI ZAFFERANO Il cacao è una pianta della famiglia delle Sterculiaceae originaria dell'America meridionale. Si presenta in forma di albero sempreverde, alto 5–10 metri, con foglie persistenti, piccoli fiori sparsi a mazzetti, bianchi, verdi o rosei. Ha un potere antiossidante tra i più elevati in assoluto, circa 19 volte più potente di una mela, che notoriamente viene considerata un ottimo antiossidante. Le qualità del cacao sono varie: è indicato in quanto energetico, leggermente stimolante e secondo alcuni studi avrebbe anche virtù antidepressive IL VINO Due vini della cantina Faraone di Colleranesco: Montepulciano d'Abruzzo Cerasuolo ultima vendemmia o un Pecorino È nata nel 2005 la scuola di cucina Scherza col cuoco. Di anno in anno le iniziative sono cresciute e gli iscritti al corso sono sempre più numerosi. 59 TAGLIATELLE, CACAO E ZAFFERANO GLI CHEF ABRUZZESI INCONTRANO IL RE ZAFFERANO L’INGREDIENTE particolare Cacao, antiossidante contro la depressione CARLO GIZZI Carlo Gizzi, capo ufficio stampa della Regione Abruzzo, aquilano doc, da anni coltiva una forte passione per la cucina. È lo chef della scuola di cucina aquilana “Scherza col cuoco”, nonchè l'ideatore dell'iniziativa LA RICETTA Ingredienti per 4 persone 400 g. di tagliatelle al cacao; 300 g. di spalla di agnello disossata; 1 g. di stami di zafferano; una cipolla rossa; una carotina; una costa di sedano; prezzemolo; uno spicchio di aglio rosso di Sulmona; ½ bicchiere di olio extravergine di oliva; ½ bicchiere di vino Trebbiano; un mazzetto di odori: rosmarino, maggiorana, timo; un pezzetto di peperoncino; 80 g. di pecorino grattugiato; sale, pepe. ■ Costo degli ingredienti: 16 euro Preparazione In una cazzeruola, fate appassire il trito nell'olio, insieme allo spicchio d'aglio e al peperoncino. Togliete l’aglio e mettete i bocconcini di agnello per alcuni minuti a fiamma vivace. Bagnate con il vino, aggiungete il mazzetto di erbe profumate e fate cucinare fino a quando l'agnello non sarà cotto, circa 15 minuti. A questo punto coprite con il brodo e lasciate cuocere fino a quando non avrete ottenuto una salsa densa e profumata. Aggiungete l'infusione di zafferano e lasciate insaporire per pochi minuti. Regolate di sale e di pepe. Fate cuocere la pasta e scolatela molto al dente; mettetela in una terrina e coprire con il sugo e il pecorino. 58 INCONTRO DI PROFUMI PER PALATI RAFFINATI ◗ L’AQUILA Le tagliatelle al cacao con ragù bianco di agnello e zafferano sono una specialità inedita della scuola di cucina aquilana "Scherza col cuoco". La particolarità è soprattutto nella pasta che prende le mosse dalla ricetta tradizionale delle tagliatelle a cui viene aggiunto un ingrediente insolito: la polvere di cacao. Il risultato è una pietanza dal sapore molto particolare, in cui l'odore del ragù di agnello (rigorosamente senza pomodoro), del pecorino e dello zafferano si fonde con quello del cacao appunto, per stimolare le papille gustative a esperienze nuove e inusuali. L'ideatore della ricetta è Carlo Gizzi, chef della scuola che spiega: «Le tagliatelle al cacao sono utilizzate per diverse ricette della cucina italiana, ma l'abbinamento con il ragù di agnello e con lo zafferano, spolverato con pecorino, risulta particolarmente interessante, grazie all'accostamento di sapori diGIOCHI DI ZAFFERANO Gli ingredienti per il ragù di agnello versi e forti». Ad attirare l'attenzione sul piatto è non solo il particolare profumo e il sapore sofisticato, ma anche il colore delle tagliatelle. Queste, infatti, avendo nell'impasto la polvere di cacao amaro, assumono un colore scuro. L'obiettivo del piatto presentato da "Scherza col cuoco", dunque, è meravigliare non solo il palato, ma anche la vista. La scuola è un'iniziativa nata, quasi per gioco, nel 2005, che sta diventando uno dei punti di riferimento per la ristorazione del capoluogo anche grazie all'organizzazione di molti eventi. Tutti La fontana per le tagliatelle La polvere di cacao Si ammassa la pasta La preparazione dell’agnello i lunedì sera si ritrovano una cinquantina di amici per guardare la preparazione delle più buone ricette della tradizione e assaporare i piatti, dall’antipasto al dolce. Il tutto accompagnato dai vini delle aziende locali. Spalla ormai insostituibile dello chef durante le serate gastronomiche è Mario Corridore, ingegnere al Comune dell'Aquila. Nello staff dell’iniziativa anche Marco Martinicchia, che si occupa della comunicazione, Mario Amarii, pierre, Fernando Visioni, aiuto cuoco, Ermenegildo Bottiglione, sommelier e la “maga dei dolci”, Ambra Prosperini. Il corso è partito quest’anno il 29 ottobre. In ognuna delle serate lo staff del corso propone una ricetta della tradizione abruzzese. È il caso delle tagliatelle o fettuccine, una pasta all'uovo tipica del centro-nord Italia, che nel tempo è stata apprezzata in tutto il Bel Paese. Con questo tipo di pasta spesso si accompagna il ragù. Quello proposto da “Scherza col cuoco” utilizza l'agnello. «La cucina della nostra regione fa molto uso dell'agnello e dello zafferano», continua Gizzi «si tratta di sapori tradizionali che abbiamo voluto reinventare grazie ad una pasta dal sapore particolare». Per l'impasto delle tagliatelle sono necessari 360 g. di farina setacciata; 40 g. di cacao in polvere amaro; 3 uova intere; 2 rossi d’uovo; un pizzico di sale. «La preparazione non differisce da quella delle normali tagliatelle. Mescolate la farina e il cacao amaro setacciato e lavorateli lentamente con le uova, un pizzico di sale e l'acqua necessaria a dare la giusta consistenza all'impasto. Quando diventa liscio, formate una palla e lasciatela riposare per almeno 20 minuti. Stendete la pasta allo spessore di 3 mm, quindi arrotolate la sfoglia e ritagliate tante tagliatelle della larghezza di 1 cm. Il cacao conferirà un originale colore scuro». La scuola risponde ogni giorno al 338.7694986. Michela Corridore ©RIPRODUZIONE RISERVATA GIOCHI DI ZAFFERANO Il cacao è una pianta della famiglia delle Sterculiaceae originaria dell'America meridionale. Si presenta in forma di albero sempreverde, alto 5–10 metri, con foglie persistenti, piccoli fiori sparsi a mazzetti, bianchi, verdi o rosei. Ha un potere antiossidante tra i più elevati in assoluto, circa 19 volte più potente di una mela, che notoriamente viene considerata un ottimo antiossidante. Le qualità del cacao sono varie: è indicato in quanto energetico, leggermente stimolante e secondo alcuni studi avrebbe anche virtù antidepressive IL VINO Due vini della cantina Faraone di Colleranesco: Montepulciano d'Abruzzo Cerasuolo ultima vendemmia o un Pecorino È nata nel 2005 la scuola di cucina Scherza col cuoco. Di anno in anno le iniziative sono cresciute e gli iscritti al corso sono sempre più numerosi. 59 LIQUORE DEI FEUDI GIOVANNI PAOLINI Giovanni Paolini di Popoli è l’imprenditore che ha creato il liquore “Feudi del nobil conte Restaino Cantelmo”, titolare della Diffusion Beer che acquista lo zafferano dalla ditta Nolletti Nunzio di Collepietro e fa distillare il tutto alla Coima di Ravenna LA RICETTA Ingredienti Vino bianco di collina, zucchero bianco da barbabietola, alcool sopraffino al 96,5%, estratto idroalcolico di stigmi di zafferano biologico, aroma naturale. ■ Costo degli ingredienti: 8 euro Preparazione Dopo la raccolta ed appena essiccato lo zafferano, prodotto sull'Altopiano di Navellidall'azienda agricola biologica di Nolletti Nunzio, èpronto per essere utilizzato dall'azienda Coimadi Ravenna per l'estrazione dei mille sapori e profumi caratteristici. Gli stigmi di zafferano riposeranno nella soluzione proporzionata di acquae alcol sopraffino per 28 giorni, avendo cura di agitare con delicatezza il liquido ogni 3 giorni. Nasce così, a poco a poco, un elisir purissimo dal colore giallo brillantee caricodi profumi e sapori caratteristici. L'apporto giusto di zucchero bianco ne completeràil sapore e il gusto rendendolo pressochè perfetto per il dopopranzo e nelle ricette di dolci. UN DIGESTIVO SALUTARE PER CHIUDERE I PASTI ◗ POPOLI La magia buona dello zafferano, utilizzato in un liquore, come da antica ricetta, ha sempre affascinato l’azienda di distribuzione e beverage, "Diffusion Beer". Nasce quindi dallo studio delle antiche ricette di amari e distillati popolesi il liquore allo zafferano “Feudi del nobil conte Restaino Cantelmo, giustizier d’Abruzzo” della "Diffusion Beer" di Popoli. Essendo un’azienda di distribuzione che opera nel centro-sud Italia da 30 anni, i tre soci della Diffusion (Giovanni e Marco Paolini,Giovanni Sulprizio) si sono avvalsi della collaborazione dell’azienda agricola di Collepietro "Nunzio Nolletti" per la produzione dei delicatissimi bulbi di zafferano e della "Coima" di Ravenna per la realizzazione del distillato. Solide tradizioni erboristiche attribuiscono al liquore allo zafferano proprietà salutari, e il sapore fragrante ne chiude degnamente i pasti. (s.l.) GIOCHIDIZAFFERANO IL DOLCE Il liquore allo zafferano si accompagna bene con un dolce secco come i cantucci alle mandorle La macerazione negli alambicchi di alcol sopraffino, acqua, zucchero e stimmi di zafferano avviene per ben 28 giorni 61 CREMA DI PATATA SANDRO DI SCIULLO Classe 1973, dopo 9 anni di gestione a Rosciano trasferisce "Il Melograno" in via Teramo a Pescara, insieme ai suoi amici Giacomo Troiani e Maurizio Di Pietrantonio. È stato per due volte tra i vincitori del concorso regionale “Lu carrature d'ore” LA RICETTA Ingredienti per 4 persone 1 Kg di patate di Avezzano sbucciate, 2 lt ½ di brodo vegetale, 1 carota, 1 gambo di sedano, ¼ di cipolla, 1 pizzico di zafferano in pistilli, pane tagliato a dadini, passata di pomodoro, origano, sale, olio extravergine di oliva. ■ Costo degli ingredienti: 9 euro Preparazione Preparare un fondo soffriggendo carota, sedano e cipolla tagliati grossolanamente; aggiungere il brodo vegetale precedentemente fatto e portare a bollore. Iniziata la bollitura, tuffarvi le patate tagliate a tocchetti. Portare a cottura ed aggiungere gran parte dello zafferano. Trasformare in crema con un frullatore a immersione: se troppo densa allungare con brodo, se troppo lenta incorporare altre patate. Regolare di sale. Servire la crema di patata in un piatto fondo da crema, completato con i crostini di pane, la buccia di pomodoro essiccata in microonde, alcuni pistilli interi e un filo d'olio extravergine di oliva. IL PRIMO ANTICO DAL SAPORE MODERNO ◗ PESCARA Sandro Di Sciullo presenta questo piatto come "entrata" e lo decora con crostini di pane. «L'effetto "crostino fritto", che invece fritto non è, si ottiene mettendo in forno a 200 gradi per 2 minuti il pane tagliato a dadini e condito con olio, sale, passata di pomodoro e origano», spiega. «Per il brodo vegetale con cui facciamo la crema, useremo sedano, carota, cipolla, patata, zucchina e pomodoro maturo». L'attenzione di Sandro verso le materie prime e la loro rivisitazione in chiave moderna è consacrata da due riconoscimenti nel concorso enogastronomico "Lu carrature d'ore": nel 2008 si è classificato terzo con una millefoglie di filetto di maiale, nel 2010 ha ricevuto Lu Carrature dell'innovazione per una rosa d'arista con olio alle mandorle di Navelli, foglia di spinaci e caviale di pomodoro. (c.m.) ©RIPRODUZIONE RISERVATA GIOCHIDIZAFFERANO IL VINO Alla crema di patata si può abbinare un deciso Montepulciano d'Abruzzo Cerasuolo Torre dei Beati Lo chef Di Sciullo al centro con sommelier e responsabile di sala del ristorante Giacomo Troiani e Maurizio Di Pietrantonio 63 GELATO ALLO ZAFFERANO GLI CHEF ABRUZZESI INCONTRANO IL RE ZAFFERANO L’ingrediente fresco Latte dell’Aquila per la filiera corta STEFANO BIASINI È il mastro gelatiere del "Gran Caffè dell'Aquila - La piazzetta Gelateria" a L'Aquila. Insieme al socio Michele Morelli ha fatto resistenza al terremoto del 2009 e oggi promuove il territorio con il suo gelato artigianale. LA RICETTA Ingredienti per 1 kg di gelato: 430 gr di latte, 220 gr di panna, 160 gr di zucchero, 35 gr di destrosio, 60 gr di latte in polvere, 90 gr di tuorlo d'uovo, 4,5 gr di amido, 0,5 gr di zafferano in pistilli. ■ Costo: 15 euro Preparazione. Si emulsionano latte, panna e tuorlo d'uovo in un recipiente. Si pastorizza fino a 85˚. Mentre si riscalda si aggiungono gli altri ingredienti: il segreto di un buon gelato artigianale è nelle materie prime "sincere", non semilavorate. Si miscela con cura il tutto per evitare la formazione di grumi, poi si porta il tutto a 4˚ e si lascia riposare per almeno 4 ore, per favorirel'osmosi degli aromi dello zafferano. L'insaporimento e la colorazione avvengono con un procedimento che viene sfruttato anche con la radice di genziana per il gusto corrispondente.Infine, si manteca e si "abbatte", poi si conservaa -18. Viene servito a -13 gradi. 66 GIOIA DEL PALATO TUTTO ARTIGIANALE ◗ L’AQUILA Stefano Biasini e Michele Morelli sono un altro esempio di pervicacia aquilana. Fino al 6 aprile 2009 avevano il Gran Caffè dell'Aquila, in piazza Duomo, il primo caffè ad aprire con torrefazione interna nel 2003, e gestivano il bar interno al tribunale. Il 9 aprile 2009 avrebbero aperto "La piazzetta Gelateria" in piazza Machilone, a pochi passi da piazza Duomo, ma il sisma ha portato via loro tutto quanto. È alla velocità della luce, il 16 luglio 2009, che il Gran Caffè dell' Aquila ha riaperto: stavolta in via Corrado IV, 6, inglobando La piazzetta, sotto la guida del mentore Sergio Colalucci, il primo campione del mondo di gelateria in Italia. Il punto di forza del loro gelato è l'artigianalità "integrale": «Lavoriamo solo con basi creme e basi frutta bilanciate da noi», spiegano Stefano e Michele. «Scegliamo e assembliaGIOCHI DI ZAFFERANO Gli ingredienti del gelato mo gli ingredienti con cui farle, e usiamo latte fresco e panna della Centrale del Latte di L'Aquila. Il latte alta qualità è indicato uno dei migliori in Italia dal punto di vista delle proprietà organolettiche e viene prodotto da due allevamenti in provincia dell'Aquila; considerando che anche lo zafferano che usiamo, rigorosamente in pistilli, è quello dop dell’ Aquila, possiamo affermare che questa varietà di gelato rispetta in grandissima parte la filiera corta!». Dopo il suo primo anno di vita, il gelato allo zaffe- Emulsione di latte, panna e tuorlo Versare nel mantecatore L’estrazione del gelato Il prodotto finito rano di Biasini e Morelli è stato indicato nel 2010 come «business ice cream del futuro» dal Sole 24 ore. Insigniti del marchio "Caffè del G8 2009" e da due tazzine, tre chicchi e una lampadina (indicante l'innovazione e l'attenzione verso i prodotti del territorio) dalla guida Bar d'Italia 2013 del Gambero Rosso, Stefano e Michele inventano gusti d'effetto come i gelati al torrone e all'amaretto Aveja o quelli al Montepulciano d'Abruzzo e al caffè: «Per 4 chili di gelato usiamo 2 litri del nostro caffè Espresso», spiegano,«tanto che ai bambini lo sconsigliamo». Riportano sempre nuovi successi da campionati come il Sigep di Rimini, il Salone internazionale di gelateria, pasticceria e panificazione che indice ogni anno competizioni per stabilire i più bravi delle singole categorie. Quest'anno, in particolare, Stefano e Michele sono stati scelti con altri 14 gelatieri in tutta Italia per partecipare alla selezione "Il Gelato d'oro", che si tiene alla fine di gennaio 2013, all'interno della 34ª edizione del Sigep. Il vincitore sarà il capitano della squadra italiana della 6˚ Coppa del Mondo della gelateria che si svolgerà nel 2014: la Nazionale sarà infatti composta da un gelatiere (capitano), un pasticciere-cioccolatiere, uno scultore del ghiaccio ed uno chef. Il Gelato d'oro si svolge a cadenza biennale, così come la Coppa del mondo: nell'edizione precedente, nel 2011, Stefano Biasini si era classificato secondo, facendo parlare di sé in tutta Italia. Michele Morelli, dal canto suo, è stato sempre instancabile nella ricerca e nel precorrere i tempi: già nel 1998 aveva fondato una delle primissime realtà brassicole artigianali italiane, il brewpub "Magoo Beer & Food", dove era mastro birraio. E chissà che non riservi qualche sorpresa oltreoceano. Cristina Mosca. ©RIPRODUZIONE RISERVATA GIOCHI DI ZAFFERANO Per il gelato allo zafferano del Gran Caffè viene utilizzato latte fresco e panna della Centrale del Latte di L'Aquila. Il latte alta qualità è indicato come uno dei migliori in Italia dal punto di vista delle proprietà organolettiche e viene prodotto da due allevamenti in provincia dell'Aquila. Anche lo zafferano, utilizzato rigorosamente in pistilli, è quello dop dell’Aquila: è evidente che questa varietà di gelato rispetta in grandissima parte la filiera corta IL VINO In ottimo abbinamento con il gelato allo zafferano viene consigliato un liquore Ratafià Dolci Aveja Michele Morelli e Stefano Biasini hanno riaperto il Gran Caffè dell'Aquila in via Corrado IV, sotto la guida del mentore Sergio Colalucci. 67 GELATO ALLO ZAFFERANO GLI CHEF ABRUZZESI INCONTRANO IL RE ZAFFERANO L’ingrediente fresco Latte dell’Aquila per la filiera corta STEFANO BIASINI È il mastro gelatiere del "Gran Caffè dell'Aquila - La piazzetta Gelateria" a L'Aquila. Insieme al socio Michele Morelli ha fatto resistenza al terremoto del 2009 e oggi promuove il territorio con il suo gelato artigianale. LA RICETTA Ingredienti per 1 kg di gelato: 430 gr di latte, 220 gr di panna, 160 gr di zucchero, 35 gr di destrosio, 60 gr di latte in polvere, 90 gr di tuorlo d'uovo, 4,5 gr di amido, 0,5 gr di zafferano in pistilli. ■ Costo: 15 euro Preparazione. Si emulsionano latte, panna e tuorlo d'uovo in un recipiente. Si pastorizza fino a 85˚. Mentre si riscalda si aggiungono gli altri ingredienti: il segreto di un buon gelato artigianale è nelle materie prime "sincere", non semilavorate. Si miscela con cura il tutto per evitare la formazione di grumi, poi si porta il tutto a 4˚ e si lascia riposare per almeno 4 ore, per favorirel'osmosi degli aromi dello zafferano. L'insaporimento e la colorazione avvengono con un procedimento che viene sfruttato anche con la radice di genziana per il gusto corrispondente.Infine, si manteca e si "abbatte", poi si conservaa -18. Viene servito a -13 gradi. 66 GIOIA DEL PALATO TUTTO ARTIGIANALE ◗ L’AQUILA Stefano Biasini e Michele Morelli sono un altro esempio di pervicacia aquilana. Fino al 6 aprile 2009 avevano il Gran Caffè dell'Aquila, in piazza Duomo, il primo caffè ad aprire con torrefazione interna nel 2003, e gestivano il bar interno al tribunale. Il 9 aprile 2009 avrebbero aperto "La piazzetta Gelateria" in piazza Machilone, a pochi passi da piazza Duomo, ma il sisma ha portato via loro tutto quanto. È alla velocità della luce, il 16 luglio 2009, che il Gran Caffè dell' Aquila ha riaperto: stavolta in via Corrado IV, 6, inglobando La piazzetta, sotto la guida del mentore Sergio Colalucci, il primo campione del mondo di gelateria in Italia. Il punto di forza del loro gelato è l'artigianalità "integrale": «Lavoriamo solo con basi creme e basi frutta bilanciate da noi», spiegano Stefano e Michele. «Scegliamo e assembliaGIOCHI DI ZAFFERANO Gli ingredienti del gelato mo gli ingredienti con cui farle, e usiamo latte fresco e panna della Centrale del Latte di L'Aquila. Il latte alta qualità è indicato uno dei migliori in Italia dal punto di vista delle proprietà organolettiche e viene prodotto da due allevamenti in provincia dell'Aquila; considerando che anche lo zafferano che usiamo, rigorosamente in pistilli, è quello dop dell’ Aquila, possiamo affermare che questa varietà di gelato rispetta in grandissima parte la filiera corta!». Dopo il suo primo anno di vita, il gelato allo zaffe- Emulsione di latte, panna e tuorlo Versare nel mantecatore L’estrazione del gelato Il prodotto finito rano di Biasini e Morelli è stato indicato nel 2010 come «business ice cream del futuro» dal Sole 24 ore. Insigniti del marchio "Caffè del G8 2009" e da due tazzine, tre chicchi e una lampadina (indicante l'innovazione e l'attenzione verso i prodotti del territorio) dalla guida Bar d'Italia 2013 del Gambero Rosso, Stefano e Michele inventano gusti d'effetto come i gelati al torrone e all'amaretto Aveja o quelli al Montepulciano d'Abruzzo e al caffè: «Per 4 chili di gelato usiamo 2 litri del nostro caffè Espresso», spiegano,«tanto che ai bambini lo sconsigliamo». Riportano sempre nuovi successi da campionati come il Sigep di Rimini, il Salone internazionale di gelateria, pasticceria e panificazione che indice ogni anno competizioni per stabilire i più bravi delle singole categorie. Quest'anno, in particolare, Stefano e Michele sono stati scelti con altri 14 gelatieri in tutta Italia per partecipare alla selezione "Il Gelato d'oro", che si tiene alla fine di gennaio 2013, all'interno della 34ª edizione del Sigep. Il vincitore sarà il capitano della squadra italiana della 6˚ Coppa del Mondo della gelateria che si svolgerà nel 2014: la Nazionale sarà infatti composta da un gelatiere (capitano), un pasticciere-cioccolatiere, uno scultore del ghiaccio ed uno chef. Il Gelato d'oro si svolge a cadenza biennale, così come la Coppa del mondo: nell'edizione precedente, nel 2011, Stefano Biasini si era classificato secondo, facendo parlare di sé in tutta Italia. Michele Morelli, dal canto suo, è stato sempre instancabile nella ricerca e nel precorrere i tempi: già nel 1998 aveva fondato una delle primissime realtà brassicole artigianali italiane, il brewpub "Magoo Beer & Food", dove era mastro birraio. E chissà che non riservi qualche sorpresa oltreoceano. Cristina Mosca. ©RIPRODUZIONE RISERVATA GIOCHI DI ZAFFERANO Per il gelato allo zafferano del Gran Caffè viene utilizzato latte fresco e panna della Centrale del Latte di L'Aquila. Il latte alta qualità è indicato come uno dei migliori in Italia dal punto di vista delle proprietà organolettiche e viene prodotto da due allevamenti in provincia dell'Aquila. Anche lo zafferano, utilizzato rigorosamente in pistilli, è quello dop dell’Aquila: è evidente che questa varietà di gelato rispetta in grandissima parte la filiera corta IL VINO In ottimo abbinamento con il gelato allo zafferano viene consigliato un liquore Ratafià Dolci Aveja Michele Morelli e Stefano Biasini hanno riaperto il Gran Caffè dell'Aquila in via Corrado IV, sotto la guida del mentore Sergio Colalucci. 67 CHITARRINA CON CARCIOFI E PISTILLI GLI CHEF ABRUZZESI INCONTRANO IL RE ZAFFERANO L’INGREDIENTE PRINCIPALE La chitarrina si fa al “carraturo” ENZO D’ANDREAMATTEO Lo chef Enzo D'Andreamatteo ha studiato nel prestigioso istituto alberghiero di Villa Santa Maria, e suo maestro è stato il grande chef Peppino Falconio. D’Andreamatteo è contitolare della Locanda Manthoné, nel cuore di Pescara Vecchia LA RICETTA Ingredienti per 4 persone 320 g. di chitarrina (pasta), 60 g. di parmigiano reggiano grattugiato, 0,5 g. di pistilli di zafferano di Navelli, 40 cl. di olio extravergine, 4 carciofi violetti, sedano, carota, cipolla, limone, cacioricotta, prezzemolo. ■ Costo degli ingredienti: 10 euro Preparazione. Mondare bene i carciofi e immergerli in acqua con succo di limone, poi tagliarli a julienne e metterli in padella con la cipolla per due minuti. Inserire in un'altra padella sedano e carota tagliati fini e bagnare con un filo d’olio, aggiungere i carciofi cotti e i pistilli di zafferano preparati precedentemente in acqua tiepida, messi precedentemente a bagno per mezz'ora. Cuocere per un minuto in acqua abbondante la chitarrina in pentola e finirla in padella, unendo tutti gli ingredienti, alla fine mantecare con il parmigiano reggiano. Impiattare lasciando i pistilli in vista e grattando sopra qualche scaglia di cacioricotta, decorare con prezzemolo. Tempo di preparazione: 20 minuti circa. 70 IL PRIMO TRADIZIONALE DAL SAPORE DECISO ◗ PESCARA «Qui l’Abruzzo è in tavola!». Lo chef Enzo D’Andreamatteo sintetizza in una frase l’essenza del suo piatto. Nella cucina della Locanda Manthoné di Pescara insieme ai due proprietari, Enzo D’Andreamatteo e Luca Panunzio, entra anche il quotidiano “il Centro” per assistere alla realizzazione della “Chitarrina con carciofi e pistilli di zafferano di Navelli”. Due piccole raccomandazioni dello chef e poi si comincia a lavorare: «Prima di iniziare spremete un limone in un recipiente pieno d’acqua, sarà il contenitore che ospiterà i nostri carciofi tagliati, in modo che non anneriscano mentre si prepara la ricetta. È importante scegliere carciofi violetti perché di solito risultano più dolci e si abbinano bene al sapore dello zafferano, questa varietà è immediatamente riconoscibile perché dotata di un caratteristico stelo affusolato». D’AndreGIOCHI DI ZAFFERANO Gli ingredienti necessari amatteo elimina il gambo e toglie le foglie superficiali dai carciofi, compiendo un paio di giri, poi li immerge nel recipiente che contiene acqua e limone. Attende qualche minuto, in seguito taglia gli ortaggi a julienne, preoccupandosi di verificare con il coltello se siano teneri: «Se, mentre si taglia il coltello fa fatica, significa che è necessario rimuovere altre foglie». I carciofi tagliati vengono uniti alla cipolla sminuzzata e fatti saltare in padella per un paio di minuti in olio bollente, aggiungendo un po’ d’acqua e qual- Preparazione dei carciofi Il soffritto per la base La cottura della chitarrina Spolverata di formaggio che ciuffo di prezzemolo intero, poi si inseriscono la carota e la cipolla, sempre sminuzzate, mescolando con cura. Il tutto si rovescia in un’altra padella, solo una piccola quantità viene conservata per dar vita alle future guarnizioni. Ora entra in gioco l’ingrediente principe: lo zafferano di Navelli, e i tempi diventano più veloci, per mantenere intatta la sua caratteristica fragranza. «Il procedimento per realizzare questo piatto rappresenta un esempio della “cucina espresso” da ristorante», commenta lo chef «ricette del genere devono essere preparate e servite velocemente, perché gli ingredienti siano al massimo della loro resa e non cambino totalmente il proprio sapore». D’Andreamatteo, che ha precedentemente lasciato a bagno i pistilli per mezz’ora, versa l’acqua, ormai tinta di giallo, sui carciofi, avendo cura di inserire tutti i pistilli, intanto fa bollire per un minuto la chitarrina in una pentola con ac- qua appena salata. Dopo aver scolato la pasta, la unisce, in padella, al preparato a base di carciofi e zafferano, per poi completare la cottura con un filo d’olio e fissare il sapore con il parmigiano. «La chitarrina è una nostra celebre specialità, i carciofi sono delle nostre parti, per non parlare dello zafferano. Quello che avete davanti, quindi, è un autentico piatto preparato con prodotti abruzzesi», fa notare con orgoglio lo chef. Questo è il momento finale, quello in cui si dispone la pasta nel piatto, ritoccando il tutto con la julienne di carciofi che era stata lasciata da parte. I pistilli di zafferano vengono spostati soprattutto nella parte superiore della pietanza, in modo che possano garantire, con la loro presenza, la qualità delle inconfondibili materie prime. Un’ultima grattata di cacioricotta e… una piccola parte d’Abruzzo è servita! Marinica Rivolta ©RIPRODUZIONE RISERVATA GIOCHI DI ZAFFERANO «Nella ricetta la chitarrina gioca un ruolo chiave», spiega lo chef : «è importante che la pasta abbia una buona consistenza. Se volete realizzarla in casa, ecco la mia grammatura: 280 grammi di farina 00, 120 di semola rimacinata, 4 uova e un po’ di sale. La cottura è veloce, circa un minuto, così la pasta rimane al dente. Ai più bravi suggerisco di realizzare la chitarrina con il carraturo». Il carraturo, o chitarra, è uno strumento che si usava in passato per fare i tipici spaghetti alla chitarra. La sfoglia veniva spianata col mattarello IL VINO Luca Panunzio suggerisce il Pecorino “Contesa” Colline pescaresi che si sposa bene con la carica aromatica dello zafferano Il ristorante Locanda Manthonè, nel cuore di Pescara Vecchia, è da anni il punto di riferimento dei cultori della cucina abruzzese 71 CHITARRINA CON CARCIOFI E PISTILLI GLI CHEF ABRUZZESI INCONTRANO IL RE ZAFFERANO L’INGREDIENTE PRINCIPALE La chitarrina si fa al “carraturo” ENZO D’ANDREAMATTEO Lo chef Enzo D'Andreamatteo ha studiato nel prestigioso istituto alberghiero di Villa Santa Maria, e suo maestro è stato il grande chef Peppino Falconio. D’Andreamatteo è contitolare della Locanda Manthoné, nel cuore di Pescara Vecchia LA RICETTA Ingredienti per 4 persone 320 g. di chitarrina (pasta), 60 g. di parmigiano reggiano grattugiato, 0,5 g. di pistilli di zafferano di Navelli, 40 cl. di olio extravergine, 4 carciofi violetti, sedano, carota, cipolla, limone, cacioricotta, prezzemolo. ■ Costo degli ingredienti: 10 euro Preparazione. Mondare bene i carciofi e immergerli in acqua con succo di limone, poi tagliarli a julienne e metterli in padella con la cipolla per due minuti. Inserire in un'altra padella sedano e carota tagliati fini e bagnare con un filo d’olio, aggiungere i carciofi cotti e i pistilli di zafferano preparati precedentemente in acqua tiepida, messi precedentemente a bagno per mezz'ora. Cuocere per un minuto in acqua abbondante la chitarrina in pentola e finirla in padella, unendo tutti gli ingredienti, alla fine mantecare con il parmigiano reggiano. Impiattare lasciando i pistilli in vista e grattando sopra qualche scaglia di cacioricotta, decorare con prezzemolo. Tempo di preparazione: 20 minuti circa. 70 IL PRIMO TRADIZIONALE DAL SAPORE DECISO ◗ PESCARA «Qui l’Abruzzo è in tavola!». Lo chef Enzo D’Andreamatteo sintetizza in una frase l’essenza del suo piatto. Nella cucina della Locanda Manthoné di Pescara insieme ai due proprietari, Enzo D’Andreamatteo e Luca Panunzio, entra anche il quotidiano “il Centro” per assistere alla realizzazione della “Chitarrina con carciofi e pistilli di zafferano di Navelli”. Due piccole raccomandazioni dello chef e poi si comincia a lavorare: «Prima di iniziare spremete un limone in un recipiente pieno d’acqua, sarà il contenitore che ospiterà i nostri carciofi tagliati, in modo che non anneriscano mentre si prepara la ricetta. È importante scegliere carciofi violetti perché di solito risultano più dolci e si abbinano bene al sapore dello zafferano, questa varietà è immediatamente riconoscibile perché dotata di un caratteristico stelo affusolato». D’AndreGIOCHI DI ZAFFERANO Gli ingredienti necessari amatteo elimina il gambo e toglie le foglie superficiali dai carciofi, compiendo un paio di giri, poi li immerge nel recipiente che contiene acqua e limone. Attende qualche minuto, in seguito taglia gli ortaggi a julienne, preoccupandosi di verificare con il coltello se siano teneri: «Se, mentre si taglia il coltello fa fatica, significa che è necessario rimuovere altre foglie». I carciofi tagliati vengono uniti alla cipolla sminuzzata e fatti saltare in padella per un paio di minuti in olio bollente, aggiungendo un po’ d’acqua e qual- Preparazione dei carciofi Il soffritto per la base La cottura della chitarrina Spolverata di formaggio che ciuffo di prezzemolo intero, poi si inseriscono la carota e la cipolla, sempre sminuzzate, mescolando con cura. Il tutto si rovescia in un’altra padella, solo una piccola quantità viene conservata per dar vita alle future guarnizioni. Ora entra in gioco l’ingrediente principe: lo zafferano di Navelli, e i tempi diventano più veloci, per mantenere intatta la sua caratteristica fragranza. «Il procedimento per realizzare questo piatto rappresenta un esempio della “cucina espresso” da ristorante», commenta lo chef «ricette del genere devono essere preparate e servite velocemente, perché gli ingredienti siano al massimo della loro resa e non cambino totalmente il proprio sapore». D’Andreamatteo, che ha precedentemente lasciato a bagno i pistilli per mezz’ora, versa l’acqua, ormai tinta di giallo, sui carciofi, avendo cura di inserire tutti i pistilli, intanto fa bollire per un minuto la chitarrina in una pentola con ac- qua appena salata. Dopo aver scolato la pasta, la unisce, in padella, al preparato a base di carciofi e zafferano, per poi completare la cottura con un filo d’olio e fissare il sapore con il parmigiano. «La chitarrina è una nostra celebre specialità, i carciofi sono delle nostre parti, per non parlare dello zafferano. Quello che avete davanti, quindi, è un autentico piatto preparato con prodotti abruzzesi», fa notare con orgoglio lo chef. Questo è il momento finale, quello in cui si dispone la pasta nel piatto, ritoccando il tutto con la julienne di carciofi che era stata lasciata da parte. I pistilli di zafferano vengono spostati soprattutto nella parte superiore della pietanza, in modo che possano garantire, con la loro presenza, la qualità delle inconfondibili materie prime. Un’ultima grattata di cacioricotta e… una piccola parte d’Abruzzo è servita! Marinica Rivolta ©RIPRODUZIONE RISERVATA GIOCHI DI ZAFFERANO «Nella ricetta la chitarrina gioca un ruolo chiave», spiega lo chef : «è importante che la pasta abbia una buona consistenza. Se volete realizzarla in casa, ecco la mia grammatura: 280 grammi di farina 00, 120 di semola rimacinata, 4 uova e un po’ di sale. La cottura è veloce, circa un minuto, così la pasta rimane al dente. Ai più bravi suggerisco di realizzare la chitarrina con il carraturo». Il carraturo, o chitarra, è uno strumento che si usava in passato per fare i tipici spaghetti alla chitarra. La sfoglia veniva spianata col mattarello IL VINO Luca Panunzio suggerisce il Pecorino “Contesa” Colline pescaresi che si sposa bene con la carica aromatica dello zafferano Il ristorante Locanda Manthonè, nel cuore di Pescara Vecchia, è da anni il punto di riferimento dei cultori della cucina abruzzese 71 GNOCCO DI RICOTTA E OLACI WILLIAM ZONFA William Zonfa, nuova stella Michelin in Abruzzo, è lo chef del ristorante “Magione Papale” dell’Aquila. Con professionalità e fantasia rielabora i piatti della tradizione. Il Gambero rosso lo ha insignito del titolo di “Cuoco emergente 2013” LA RICETTA Ingredienti per 4 persone 200 g. di foglie di olaci freschi, 5 pistilli di zafferano di Navelli, 100 g. di pane sbriciolato e tostato, olio extravergine di oliva, 300 g. di farina 00, 120 g. di acqua, 300 g. di cipolle gialle intere, 2 g. di zafferano di Navelli in polvere, 400 g. di cubetti di ghiaccio, 1 lt. di acqua fredda, un pizzico di sale, 150 g. di ricotta di pecora, 600 g. di truciolo di faggio o betulla, sale e pepe bianco. ■ Costo degli ingredienti: 18 euro Preparazione Impastarelafarina conacqua e saleper formareil panetto.Lasciar riposare10 minuti.Lavorareil panetto inghiaccioe acquafredda, asciugarloe metterlo a riposare.Cucinarele cipolleinterein fornoa 100ºper 80minuti.Tagliare il panettoin 4-5 pezziper unirlo alla pureadi cipollee allo zafferanoe passarlonell’impastatrice.In untegame affumicare lacipollacon itrucioli per 10 min.Formare biglie diricotta e abbatterlea-30º.Stendere ilpanetto, faredei dischi,inserire labiglia diricotta echiudere. Cuoceregli gnocchi per 6-7 min.e poifarli rosolarein padella. Serviresuletto diolaci. IL GHIOTTO PRIMO CHE HA L’ORO IN BOCCA ◗ L’AQUILA L’oro dell’Aquila si gusta alla “Magione Papale”, dove il giovane chef William Zonfa propone lo gnocco di zafferano ripieno di ricotta in letto di olaci. L’innovazione sposa la tradizione con questo piatto di montagna. Si parte dal rivestimento dello gnocco, preparato con base di acqua e farina, con l’impasto lavorato in acqua fredda per 10 minuti. Poi si fa riposare per un’ora e nel frattempo vengono cotte a vapore le cipolle. Quando sono pronte, vanno sbucciate, frullate e passate in padella con lo zafferano. Il risultato è un purè di cipolla che va insieme all’impasto. Per il ripieno si affumica la ricotta, si unisce sale e pepe e si abbattono le biglie a -30º. Poi si stende il composto in sfoglie sottili e si ritagliano i dischetti che chiuderanno le biglie. Ecco gli gnocchi da passare in padella con olio e dadini di pane e adagiati sugli olaci. (m.c.) ©RIPRODUZIONE RISERVATA GIOCHIDIZAFFERANO IL VINO Vini di classe per questo primo raffinato: Cerasuolo Valentini o anche il Tullum Passerina di Feudo Antico Lo staff del ristorante aquilano Magione Papale, l’ex mulino ristrutturato dai fratelli Dino, Marino e Tonino Serpetti 73 MACARONS ALLO ZAFFERANO GLI CHEF ABRUZZESI INCONTRANO IL RE ZAFFERANO L’INGREDIENTE PRINCIPALE La panna fresca e la preziosa spezia SANDRO FERRETTI Sandro Ferretti è maestro pasticcere, membro dell'Accademia Maestri Pasticceri Italiani. Il marchio Ferretti è sulla ribalta nazionale per la sua ispirazione alla pasticceria francese e per la sua caratteristica di precorrere i tempi LA RICETTA Ingredienti per 100 pezzi 300 g. zucchero a velo, 2 g. colorante giallo uovo, 5 g. albumina, 220 g. albume pastorizzato, 600 g. polvere di mandorle. Per la crema ganache allo zafferano: 280 g. di panna fresca 35%, 50 g. di glucosio, 0,3 g. di zafferano, 1000 g. copertura bianca, 80 g. burro anidro. ■ Costo degli ingredienti: 13 euro kg Preparazione Montare lo zucchero a velo, i coloranti, l'albumina e 110 grammi di albume come per la ghiaccia reale (così si chiama il composto fluido che spesso viene usato per "scrivere" e realizzare decorazioni su piccoli dolci). Incorporare il resto dell'albume alla polvere di mandorle fino ad ottenere una ghiaccia ben liscia, ma senza montare. Infine unire alla ghiaccia montata. Per la crema ganache in farcitura: scaldare a 35˚-40˚ centigradi panna, glucosio e polvere di zafferano, versare sopra la copertura fusa a 40˚ centigradi, emulsionare. Lasciare riposare e utilizzare ad una temperatura di 24˚-26˚C. 76 IL DOLCE BISCOTTO DAL RIPIENO CREMOSO ◗ ROSETO DEGLI ABRUZZI La leggerezza della pasticceria francese sembra non passare mai di moda. L'attuale tendenza riporta in Italia i macarons, nati a Venezia nel XVI secolo (o almeno così la leggenda vuole) e diventati business nelle mani dei francesi: «Sono stati loro a farli propri e ad esportarli in tutto il mondo, tanto che oggi in Italia sono percepiti come moda francese: invece è da noi che sono nati, tanto che il loro nome viene dall'italiano maccarone o maccherone, derivante a sua volta dal verbo ammaccare, ossia pestare o schiacciare». Sandro Ferretti ci presenta con aria divertita questo prodotto che lui conosce molto bene, perché ama ispirarsi alla pasticceria francese: la prima volta che ha portato i suoi macarons in Abruzzo, nel 2006, furono accolti con indifferenza. Ora li ripropone da maggio 2012 e il suo pubblico si lascia soggiogare più volentieri da GIOCHI DI ZAFFERANO I magarons da guarnire questi giochi di sapori e colori. Sandro ama ispirarsi alla pasticceria francese e accoppiarla alle tradizioni italiane: «Della pasticceria francese mi piace la cura dell'estetica, della tradizione italiana l'attenzione per la materia prima - conclude. - Ritengo che la combinazione di questi due approcci possa dare il prodotto vincente». Specializzato in pralineria e miniglasses, faceva gelati mignon già nel 1994 e oggi si diverte a creare macarons sempre più particolari: tra gli ultimi nati scopriamo quelli ripie- L’impasto del biscotto La ghiaccia del ripieno Il ripieno nel biscotto L’assemblaggio dei macarons ni di confettura di Montepulciano o con ganache alla liquirizia e allo zafferano. Un bel viaggio dalle colline al mare, rappresentato anche dall' espansione della sua azienda: a partire dall'ampliamento in pasticceria del panificio dei suoi nonni, a Pagliare di Morro d'Oro, trent'anni fa, all'apertura della "boutique" di Roseto nel 2006, per finire al laboratorio nato a Mosciano Sant'Angelo, e che è aperto al pubblico da febbraio 2013. «Il metodo che propongo è poco conosciuto, ma semplifica i processi e mantiene un risultato costante - spiega Sandro Ferretti -. I macarons sono nati come impasto a base di mandorle in polvere, albumi e zucchero che una volta cotto diventa croccante all'esterno e soffice all'interno. Nel 1600 sono approdati in Francia, nel bagaglio di Caterina de' Medici, in occasione del suo matrimonio con il Duca d'Orlèans, futuro Re di Francia, ma è nella mo- derna Parigi che nascono come li conosciamo oggi. Si dice che sia stata Pierre Desfontaines, nipote di Louis-Ernest Ladurée (fondatore dell'omonima casa), nel 1930, ad avere l'idea di farcirli con una ganache, ossia un ripieno cremoso. Oggigiorno vengono utilizzate anche creme al burro o confetture; in qualche occasione addirittura creme salate come foie gras, patè di olive ecc». Secondo altri, i macarons risalirebbero invece al XVIII secolo, grazie all'estro culinario di due suore francesi del monastero delle Dames du Saint-Sacrement di Nancy. Sono, ad ogni modo, presto diventati il simbolo del lusso e della raffinatezza, ma anche dell'irriverenza per via di quel brulichio di combinazioni: consumati perlopiù dagli aristocratici, non venivano preparati in casa bensì acquistati in pasticcerie o consumati nelle sale da tè. Cristina Mosca ©RIPRODUZIONE RISERVATA GIOCHI DI ZAFFERANO È nel ganache, come si definisce in francese il ripieno cremoso, il cuore della bontà dei macarons proposti da Ferretti. La panna fresca si lega al prezioso zafferano, e nel gustarlo insieme al sentore di uova e mandorle del biscotto a forma di cerchio e di colore giallo intenso, ecco che si crea il trionfo di sapori ineguagliabile in questo dolce. Nella preparazione si fa molta attenzione a non superare i 40 gradi per la farcitura, in modo che restino fragranti e leggeri tutti gli ingredienti IL VINO Il liquore che si sposa bene ai macarons è sicuramente il vino cotto "Dolcevino" Ferretti che costa 9,50 euro Secondo i francesi, i macarons risalirebbero al XVIII secolo, grazie all'estro di due suore del monastero du Saint-Sacrement di Nancy 77 MACARONS ALLO ZAFFERANO GLI CHEF ABRUZZESI INCONTRANO IL RE ZAFFERANO L’INGREDIENTE PRINCIPALE La panna fresca e la preziosa spezia SANDRO FERRETTI Sandro Ferretti è maestro pasticcere, membro dell'Accademia Maestri Pasticceri Italiani. Il marchio Ferretti è sulla ribalta nazionale per la sua ispirazione alla pasticceria francese e per la sua caratteristica di precorrere i tempi LA RICETTA Ingredienti per 100 pezzi 300 g. zucchero a velo, 2 g. colorante giallo uovo, 5 g. albumina, 220 g. albume pastorizzato, 600 g. polvere di mandorle. Per la crema ganache allo zafferano: 280 g. di panna fresca 35%, 50 g. di glucosio, 0,3 g. di zafferano, 1000 g. copertura bianca, 80 g. burro anidro. ■ Costo degli ingredienti: 13 euro kg Preparazione Montare lo zucchero a velo, i coloranti, l'albumina e 110 grammi di albume come per la ghiaccia reale (così si chiama il composto fluido che spesso viene usato per "scrivere" e realizzare decorazioni su piccoli dolci). Incorporare il resto dell'albume alla polvere di mandorle fino ad ottenere una ghiaccia ben liscia, ma senza montare. Infine unire alla ghiaccia montata. Per la crema ganache in farcitura: scaldare a 35˚-40˚ centigradi panna, glucosio e polvere di zafferano, versare sopra la copertura fusa a 40˚ centigradi, emulsionare. Lasciare riposare e utilizzare ad una temperatura di 24˚-26˚C. 76 IL DOLCE BISCOTTO DAL RIPIENO CREMOSO ◗ ROSETO DEGLI ABRUZZI La leggerezza della pasticceria francese sembra non passare mai di moda. L'attuale tendenza riporta in Italia i macarons, nati a Venezia nel XVI secolo (o almeno così la leggenda vuole) e diventati business nelle mani dei francesi: «Sono stati loro a farli propri e ad esportarli in tutto il mondo, tanto che oggi in Italia sono percepiti come moda francese: invece è da noi che sono nati, tanto che il loro nome viene dall'italiano maccarone o maccherone, derivante a sua volta dal verbo ammaccare, ossia pestare o schiacciare». Sandro Ferretti ci presenta con aria divertita questo prodotto che lui conosce molto bene, perché ama ispirarsi alla pasticceria francese: la prima volta che ha portato i suoi macarons in Abruzzo, nel 2006, furono accolti con indifferenza. Ora li ripropone da maggio 2012 e il suo pubblico si lascia soggiogare più volentieri da GIOCHI DI ZAFFERANO I magarons da guarnire questi giochi di sapori e colori. Sandro ama ispirarsi alla pasticceria francese e accoppiarla alle tradizioni italiane: «Della pasticceria francese mi piace la cura dell'estetica, della tradizione italiana l'attenzione per la materia prima - conclude. - Ritengo che la combinazione di questi due approcci possa dare il prodotto vincente». Specializzato in pralineria e miniglasses, faceva gelati mignon già nel 1994 e oggi si diverte a creare macarons sempre più particolari: tra gli ultimi nati scopriamo quelli ripie- L’impasto del biscotto La ghiaccia del ripieno Il ripieno nel biscotto L’assemblaggio dei macarons ni di confettura di Montepulciano o con ganache alla liquirizia e allo zafferano. Un bel viaggio dalle colline al mare, rappresentato anche dall' espansione della sua azienda: a partire dall'ampliamento in pasticceria del panificio dei suoi nonni, a Pagliare di Morro d'Oro, trent'anni fa, all'apertura della "boutique" di Roseto nel 2006, per finire al laboratorio nato a Mosciano Sant'Angelo, e che è aperto al pubblico da febbraio 2013. «Il metodo che propongo è poco conosciuto, ma semplifica i processi e mantiene un risultato costante - spiega Sandro Ferretti -. I macarons sono nati come impasto a base di mandorle in polvere, albumi e zucchero che una volta cotto diventa croccante all'esterno e soffice all'interno. Nel 1600 sono approdati in Francia, nel bagaglio di Caterina de' Medici, in occasione del suo matrimonio con il Duca d'Orlèans, futuro Re di Francia, ma è nella mo- derna Parigi che nascono come li conosciamo oggi. Si dice che sia stata Pierre Desfontaines, nipote di Louis-Ernest Ladurée (fondatore dell'omonima casa), nel 1930, ad avere l'idea di farcirli con una ganache, ossia un ripieno cremoso. Oggigiorno vengono utilizzate anche creme al burro o confetture; in qualche occasione addirittura creme salate come foie gras, patè di olive ecc». Secondo altri, i macarons risalirebbero invece al XVIII secolo, grazie all'estro culinario di due suore francesi del monastero delle Dames du Saint-Sacrement di Nancy. Sono, ad ogni modo, presto diventati il simbolo del lusso e della raffinatezza, ma anche dell'irriverenza per via di quel brulichio di combinazioni: consumati perlopiù dagli aristocratici, non venivano preparati in casa bensì acquistati in pasticcerie o consumati nelle sale da tè. Cristina Mosca ©RIPRODUZIONE RISERVATA GIOCHI DI ZAFFERANO È nel ganache, come si definisce in francese il ripieno cremoso, il cuore della bontà dei macarons proposti da Ferretti. La panna fresca si lega al prezioso zafferano, e nel gustarlo insieme al sentore di uova e mandorle del biscotto a forma di cerchio e di colore giallo intenso, ecco che si crea il trionfo di sapori ineguagliabile in questo dolce. Nella preparazione si fa molta attenzione a non superare i 40 gradi per la farcitura, in modo che restino fragranti e leggeri tutti gli ingredienti IL VINO Il liquore che si sposa bene ai macarons è sicuramente il vino cotto "Dolcevino" Ferretti che costa 9,50 euro Secondo i francesi, i macarons risalirebbero al XVIII secolo, grazie all'estro di due suore del monastero du Saint-Sacrement di Nancy 77 TORTA PARADISO FABRIZIO CAMPLONE Fabrizio Camplone è figlio d'arte. Erede del laboratorio artigianale del padre Tullio Camplone, avviato nel 1957 a Pescara, Fabrizio è l'anima di Caprice, prima pasticceria di Pescara premiata per l'innovazione nella tecnica in vari campionati, e tra i top bar italiani LA RICETTA Ingredienti per una torta 500 g. di burro a temperatura ambiente, 450 g. di zucchero a velo, 50 g. di miele d’acacia, 6 pistilli di zafferano, 1 arancia, 9 uova fresche intere, 250 g. di farina bianca tipo 00, 250 g. di fecola di patate, 15 g. di lievito in polvere ■ Costo degli ingredienti: 12 euro Procedimento Mettereininfusionei pistillidizafferano nelsuccod'arancia alcuneore prima. Montareburro, miele,zucchero avelo e succod'aranciariscaldato con ipistillidi zafferano.Unire poco allavoltale uova, versareapioggia lafarina, lafecolae il lievitoin polveresetacciati. Imburraree spolverarelatortieraconfarina dimais. Questopassaggio consentedi dare coloregiallooroaldolce e creare una piacevolesensazione di croccantino. Riempirelo stampofino a2/3 abbondantedimassa. Cuocereinforno a180˚per 30minuti. Toglierela Paradisodallatortieraquando è ancora calda,quindi spolverarecon zuccheroa velo.La Paradisonon richiedefarciture einzuppature diliquori. Perla conservazionebastaincartarla con cartastagnola opergamena. ARANCE E MIELE PER UN DOLCE DA FIABA ◗ PESCARA Sembra uscita da un libro di fiabe e vederla scalda il cuore. Una torta morbida e leggera dal nome evocativo e rassicurante. È la Torta Paradiso, un dolce straordinario per bontà e semplicità di realizzazione che il maestro pasticcere Fabrizio Camplone ha rivisitato per il Centro preparandone una versione aromatizzata allo zafferano aquilano. E per renderla più accattivante nel colore, profumo e gusto ha giocato con semplici e genuini accorgimenti: succo d'arancia, miele d'acacia, farina di mais. «La torta Paradiso è uno dei cardini della pasticceria italiana, considerata da tutti gli addetti ai lavori la torta regina per la raffinatezza della struttura» spiega il pasticcere pescarese titolare di Caprice. Per questa occasione ho pensato a una ricetta casalinga, tipo pandispagna e di facile esecuzione, un' ora il tempo totale richiesto tra preparazione e cottura». (j.f.) GIOCHIDIZAFFERANO IL VINO Ideale un vino dolce fermo o spumante di uve moscato come l'Asti docg millesimato Galarey Fontanafredda Ingredienti feschissimi, miele d’acacia di qualità e pistilli di zafferano dell’Aquila gli ingredienti necessari per un ottimo risultato 81 PACCHERI, CROSTACEI E ZAFFERANO GLI CHEF ABRUZZESI INCONTRANO IL RE ZAFFERANO L’INGREDIENTE PRINCIPALE La pasta speciale di grande formato NICOLINO DI RENZO Lo chef Nicolino Di Renzo da oltre 15 anni gestisce l’Hostaria del Pavone, nel cuore del centro storico di Vasto. Solo pesce per i suoi piatti moderni ma che, allo stesso tempo, sono saldamente ancorati alle tradizioni della cucina marinara locale LA RICETTA Ingredienti per 4 persone 500 g. di paccheri (grossi rigatoni lisci classici della Campania), 0,3 g. di zafferano in pistilli, 10 scampi di grandezza media, 10 mazzancolle, olio, sedano, carote, cipolle. ■ Costo degli ingredienti: 28-30 euro Preparazione La ricetta di per sé non è complessa, l’importante risiede nella freschezza dei prodotti. il soffritto sfumato con il vino bianco, il brodo preparato con le teste di scampi e mazzancolle con 16 pistilli di zafferano (si vendono in confezioni da 0,5 grammi a 15 euro, contengono poco più di venti pistilli), preferibili alle bustine che si trovano negli scaffali dei supermercati, sono fondamentali per la riuscita del piatto, come pure la mantecatura finale, cui bisogna porre qualche attenzione. Ortaggi freschi, olio delle colline vastesi e soprattutto i crostacei freschi fanno di questo primo un piatto semplice e allo stesso tempo ricercato, una proposta che abbina, appunto, prodotti di mare e di terra con un dosaggio sapiente. 84 IL PIATTO DI PASTA CHE PROFUMA DI MARE ◗ VASTO Il colore giallo oro intenso dello zafferano ed il suo profumo abbinato al sapore ricercato di scampi e mazzancolle appena pescati nel golfo lunato di Vasto. Uniscono mare e terra, i crostacei e lo zafferano ovvero due delle eccellenze della regione per antonomasia "cuore verde d'Europa", i paccheri impreziositi dalla spezia del croco. A proporli è lo chef Nicolino Di Renzo, titolare dell'Hostaria del Pavone, caratteristico ristorante nel cuore del centro storico di Vasto, a metà strada tra il maestoso Palazzo D’Avalos e la panoramica balconata di via Adriatica. «È un piatto semplice che sposa gusti, sapori e tradizioni di due località abruzzesi differenti esaltandoli insieme in un connubio del gusto», spiega Di Renzo. Nell’Hostaria del Pavone, pochi posti, ambiente raffinato ed una pregiata cantina che soddisfa pure i palati più esigenti, Di Renzo GIOCHI DI ZAFFERANO La preparazione del piatto sperimenta, rivisita, ripropone i piatti tipici della cucina marinara in chiave moderna. «Il cliente non si prende solo per la gola, si conquista con il cuore, con le emozioni e le sensazioni che ogni pietanza servita riesce e suscitare o a rievocare. Ogni piatto ha una storia e quella storia viene ripercorsa e ricostruita come se fosse un grande puzzle, boccone dopo boccone, almeno da chi è del posto. Per chi si siede per la prima volta nel mio ristorante, diventa invece una scoperta, un itinerario della mente e del pa- Scampi e mazzancolle La salsa con teste e zafferano La cottura dei paccheri La mantecatura finale lato che si snoda tra sapori e profumi», aggiunge. Ed è così che nascono i paccheri allo zafferano e crostacei, una proposta semplice ma allo stesso tempo raffinata, nata da una attenta e meticolosa cura nella scelta degli ingredienti. «Nel menu dell'Hostaria del Pavone le proposte abbinano sempre le specialità abruzzesi, dall’olio, alla pasta, agli ortaggi, spezie comprese. In questo caso ci sono un ingrediente antico e allo stesso tempo pregiato come lo zafferano ed i crostacei del mare vastese. Naturalmente» aggiunge, «tutto è condito con l'olio degli uliveti delle colline intorno a Vasto e la pasta è quella prodotta nei pastifici della provincia di Chieti». Ma non è solo la maestria dello chef ai fornelli a rendere unici i paccheri crostacei e zafferano, il battuto, i pistilli di zafferano, la mantecatura sono altri passaggi chiave nella preparazione di questo primo piatto con il quale si possono cimen- tare anche i meno esperti” sottolinea. «La ricetta non è né complessa né lunga, con il brodo filtrato e preparato in anticipo con le teste dei crostacei e la spezia, occorrono 15- 20 minuti, poco più del tempo di cottura della pasta. Perché poi il piatto sia equilibrato e saporito in tutte le sue sfumature, nessun passaggio va lasciato al caso, spesa compresa», raccomanda il ristoratore. «La freschezza dei prodotti, la filiera corta, il rapporto diretto e quotidiano con i fornitori sono tutti elementi indispensabili per fare in modo che il risultato finale non deluda le aspettative degli avventori», dice Di Renzo. «Del resto basta pensare al Brodetto di pesce alla Vastese che, secondo la tradizione, era il frutto del baratto tra il pescatore e l’ortolano: la scafetta e il cesto con le delizie dell’orto», ricorda Di Renzo. «Il segreto dei piatti marinari è tutto qui», conclude. Simona Andreassi ©RIPRODUZIONE RISERVATA GIOCHI DI ZAFFERANO I paccheri sono un tipo di pasta napoletana che ha la forma di maccheroni giganti, solitamente realizzati con semola di grano duro. A volte vengono pure farciti, con la ricotta o altri ingredienti, e serviti con il ragù. Molto noti sono i Paccheri di Gragnano, ma in Abruzzo anche il Pastificio Cocco produce un’ottima qualità di questa pasta (utilizzata da Di Renzo) così come la De Cecco che affianca ai paccheri un altro tipo di pasta speciale, la “calamarata”, anelloni di pasta utilizzati soprattutto per piatti di pesce. IL VINO Vino consigliato: Trebbiano delle Vigne di Popoli prodotto dall'Azienda Valle Reale, costo di 15 € circa a bottiglia Posto nel centro storico di Vasto, l’Hostaria del Pavone gode di sale con volte a crociera e mattoni a vista che lo rendono molto accogliente 85 PACCHERI, CROSTACEI E ZAFFERANO GLI CHEF ABRUZZESI INCONTRANO IL RE ZAFFERANO L’INGREDIENTE PRINCIPALE La pasta speciale di grande formato NICOLINO DI RENZO Lo chef Nicolino Di Renzo da oltre 15 anni gestisce l’Hostaria del Pavone, nel cuore del centro storico di Vasto. Solo pesce per i suoi piatti moderni ma che, allo stesso tempo, sono saldamente ancorati alle tradizioni della cucina marinara locale LA RICETTA Ingredienti per 4 persone 500 g. di paccheri (grossi rigatoni lisci classici della Campania), 0,3 g. di zafferano in pistilli, 10 scampi di grandezza media, 10 mazzancolle, olio, sedano, carote, cipolle. ■ Costo degli ingredienti: 28-30 euro Preparazione La ricetta di per sé non è complessa, l’importante risiede nella freschezza dei prodotti. il soffritto sfumato con il vino bianco, il brodo preparato con le teste di scampi e mazzancolle con 16 pistilli di zafferano (si vendono in confezioni da 0,5 grammi a 15 euro, contengono poco più di venti pistilli), preferibili alle bustine che si trovano negli scaffali dei supermercati, sono fondamentali per la riuscita del piatto, come pure la mantecatura finale, cui bisogna porre qualche attenzione. Ortaggi freschi, olio delle colline vastesi e soprattutto i crostacei freschi fanno di questo primo un piatto semplice e allo stesso tempo ricercato, una proposta che abbina, appunto, prodotti di mare e di terra con un dosaggio sapiente. 84 IL PIATTO DI PASTA CHE PROFUMA DI MARE ◗ VASTO Il colore giallo oro intenso dello zafferano ed il suo profumo abbinato al sapore ricercato di scampi e mazzancolle appena pescati nel golfo lunato di Vasto. Uniscono mare e terra, i crostacei e lo zafferano ovvero due delle eccellenze della regione per antonomasia "cuore verde d'Europa", i paccheri impreziositi dalla spezia del croco. A proporli è lo chef Nicolino Di Renzo, titolare dell'Hostaria del Pavone, caratteristico ristorante nel cuore del centro storico di Vasto, a metà strada tra il maestoso Palazzo D’Avalos e la panoramica balconata di via Adriatica. «È un piatto semplice che sposa gusti, sapori e tradizioni di due località abruzzesi differenti esaltandoli insieme in un connubio del gusto», spiega Di Renzo. Nell’Hostaria del Pavone, pochi posti, ambiente raffinato ed una pregiata cantina che soddisfa pure i palati più esigenti, Di Renzo GIOCHI DI ZAFFERANO La preparazione del piatto sperimenta, rivisita, ripropone i piatti tipici della cucina marinara in chiave moderna. «Il cliente non si prende solo per la gola, si conquista con il cuore, con le emozioni e le sensazioni che ogni pietanza servita riesce e suscitare o a rievocare. Ogni piatto ha una storia e quella storia viene ripercorsa e ricostruita come se fosse un grande puzzle, boccone dopo boccone, almeno da chi è del posto. Per chi si siede per la prima volta nel mio ristorante, diventa invece una scoperta, un itinerario della mente e del pa- Scampi e mazzancolle La salsa con teste e zafferano La cottura dei paccheri La mantecatura finale lato che si snoda tra sapori e profumi», aggiunge. Ed è così che nascono i paccheri allo zafferano e crostacei, una proposta semplice ma allo stesso tempo raffinata, nata da una attenta e meticolosa cura nella scelta degli ingredienti. «Nel menu dell'Hostaria del Pavone le proposte abbinano sempre le specialità abruzzesi, dall’olio, alla pasta, agli ortaggi, spezie comprese. In questo caso ci sono un ingrediente antico e allo stesso tempo pregiato come lo zafferano ed i crostacei del mare vastese. Naturalmente» aggiunge, «tutto è condito con l'olio degli uliveti delle colline intorno a Vasto e la pasta è quella prodotta nei pastifici della provincia di Chieti». Ma non è solo la maestria dello chef ai fornelli a rendere unici i paccheri crostacei e zafferano, il battuto, i pistilli di zafferano, la mantecatura sono altri passaggi chiave nella preparazione di questo primo piatto con il quale si possono cimen- tare anche i meno esperti” sottolinea. «La ricetta non è né complessa né lunga, con il brodo filtrato e preparato in anticipo con le teste dei crostacei e la spezia, occorrono 15- 20 minuti, poco più del tempo di cottura della pasta. Perché poi il piatto sia equilibrato e saporito in tutte le sue sfumature, nessun passaggio va lasciato al caso, spesa compresa», raccomanda il ristoratore. «La freschezza dei prodotti, la filiera corta, il rapporto diretto e quotidiano con i fornitori sono tutti elementi indispensabili per fare in modo che il risultato finale non deluda le aspettative degli avventori», dice Di Renzo. «Del resto basta pensare al Brodetto di pesce alla Vastese che, secondo la tradizione, era il frutto del baratto tra il pescatore e l’ortolano: la scafetta e il cesto con le delizie dell’orto», ricorda Di Renzo. «Il segreto dei piatti marinari è tutto qui», conclude. Simona Andreassi ©RIPRODUZIONE RISERVATA GIOCHI DI ZAFFERANO I paccheri sono un tipo di pasta napoletana che ha la forma di maccheroni giganti, solitamente realizzati con semola di grano duro. A volte vengono pure farciti, con la ricotta o altri ingredienti, e serviti con il ragù. Molto noti sono i Paccheri di Gragnano, ma in Abruzzo anche il Pastificio Cocco produce un’ottima qualità di questa pasta (utilizzata da Di Renzo) così come la De Cecco che affianca ai paccheri un altro tipo di pasta speciale, la “calamarata”, anelloni di pasta utilizzati soprattutto per piatti di pesce. IL VINO Vino consigliato: Trebbiano delle Vigne di Popoli prodotto dall'Azienda Valle Reale, costo di 15 € circa a bottiglia Posto nel centro storico di Vasto, l’Hostaria del Pavone gode di sale con volte a crociera e mattoni a vista che lo rendono molto accogliente 85 MACCHERONCINI AL RAGÙ DI AGNELLO GLI CHEF ABRUZZESI INCONTRANO IL RE ZAFFERANO GLI ATTREZZI DA AVERE Per la pasta chitarra e mattarello DANIELE ZUNICA Daniele Zunica è il titolare dello storico ristorante Zunica 1880, che si trova all’ombra della fortezza di Civitella del Tronto (Teramo). Luca Di Felice e Sabatino Lattanzi sono i valenti chef del ristorante. LA RICETTA Ingredienti per 4 persone 100 g. farina "00", 100 g. semola rimacinata, 2 uova, 200 g. coscio agnello disossato, aglio, cipolla, rosmarino, timo, zafferano dell'Aquila (un decimo di grammo), olio extravergine d'oliva, vino bianco, brodo vegetale, sale, pecorino. ■ Costo degli ingredienti: 14 euro Impastareledue farine ele uova ottenendoun composto morbidoed elastico,farriposare percirca mezz'ora,tirare la sfoglia con un mattarellodi legnoe realizzarela pasta conl'aiutodella chitarra. Inunapadella soffriggere aglio,cipolla, timo, rosmarino,ea doratura avvenuta aggiungereil cosciodi agnellotagliato amano a dadini; rosolatala carne, aggiungerevinobianco de-alcolizzato ebrodovegetale caldodove già abbiamofatto rinvenire i pistillidi zafferano;cuocere per circa 40minutia fuocolento, regolando di sale. Cuocerela chitarrain abbondante acquasalata, scolaree saltareconla salsadiagnelloe zafferano. Legare con pecorinoscagliato eguarnire con pistillidi zafferano. 88 IL PRIMO SUCCULENTO CHE NASCE TRA I MONTI ◗ CIVITELLA DEL TRONTO «I maccheroncini alla chitarra con ragù di agnello e zafferano costituiscono un piatto che rispecchia i tre principali prodotti agropastorali delle nostre montagne, l'agnello e il pecorino dei Monti della Laga e lo zafferano delle conche del Gran Sasso», spiega Daniele Zunica, quarta generazione alla guida dell'elegante ristorante per gourmet Zunica 1880, a Civitella del Tronto (Teramo), sotto la possente fortezza borbonica. «Un primo di nostra creazione ma con una connotazione geografica ben identificata, che richiama la transumanza. L'arricchimento finale con scaglie di pecorino conferisce concretezza a questo piatto dall'equilibrio disarmante, uno dei nostri cavalli di battaglia, molto apprezzato dalla clientela». Nel raffinato ménu di Zunica compaiono altre due proposte basate sul tesoro aquilano, il raviolo "callara" e zafferano (con la carne di peGIOCHI DI ZAFFERANO GLi ingredienti della ricetta cora alla callara, altra pietanza di tradizione agropastorale, per il ripieno della pasta) e il baccalà in tempura di zafferano. «Lo zafferano è prezioso come l'oro, costa 15-20 euro al grammo, però rende tantissimo. Esistono zafferani industriali, ma il vero zafferano è quello aquilano della conca di Navelli» osserva Zunica. «In cucina il prodotto è stato spesso usato impropriamente, con abbinamenti arditi. È una materia prima talmente delicata da rendere difficile il raggiungimento di un equilibrio, non può essere im- Zafferano nel brodo vegetale La sfoglia passata alla chitarra I maccheroni saltati in padella Spruzzata di pecorino fresco piegata in quantità eccessiva, pena il sapore violento del piatto». Nel merito della ricetta entra lo chef Luca Di Felice, che divide con il collega Sabatino Lattanzi onori e oneri della cucina del ristorante civitellese. Intanto per fare i maccheroncini Di Felice impiega due farine, la 00 e la semola rimacinata: «La farina di semola rimacinata è la stessa usata per la pasta secca. Aiuta a tenere al dente la pasta». I maccheroncini alla chitarra vengono preparati mentre è in cottura il ragù di agnello: «Si fa una dadolata del coscio d'agnello disossato, tagliato a pezzettini col coltello. Rosolata la carne, si aggiunge vino Trebbiano de-alcolizzato. Il vino viene prima fatto scaldare, bollendo perde la parte alcolica che evapora». Subito dopo si aggiunge il brodo vegetale: «Si prepara il brodo con sedano, carota, cipolla, patata e, se di stagione, pomodori e zucchine. Il brodo viene filtrato e, quando è tiepido, vi si fanno rinvenire i pistilli di zafferano, per far sì che reidratandosi sprigionino sapore e colore. Il brodo così arricchito viene aggiunto alla carne, che cuocerà per 40 minuti a fuoco lento prendendone tutto il sapore». In questa delizia si faranno poi saltare i maccheroncini. Per finire il piatto, scaglie di pecorino e pistilli interi: «Così il cliente vede che usiamo zafferano di alta qualità. La ricetta è molto semplice, la differenza sta nelle materie prime, solo di altissima qualità per garantire la riuscita del piatto. Poi, certo, è importante anche la mano». In questa ricetta vengono usati complessivamente una ventina di pistilli, circa un decimo di grammo di prodotto: «Per pesare lo zafferano si usa il bilancino di precisione degli orafi, perché si parte con un peso di 0.1 grammi. Ormai lo zafferano, come il tartufo bianco e nero, è schizzato a quotazione altissime, proprio come l'oro». Anna Fusaro ©RIPRODUZIONE RISERVATA GIOCHI DI ZAFFERANO Per poter fare i maccheroncini è essenziale l'attrezzo adatto, vale a dire la chitarra, detta anche "maccarunàre". La chitarra è uno strumento a corde, costituito da un telaio di legno di faggio (45 x 22 cm le misure abituali) su cui dei sottilissimi fili d'acciaio paralleli sono tesi grazie a delle chiavi fissate al telaio stesso. Quando la sfoglia, divisa in rettangoli, viene pressata col mattarello di legno (shtennemass') sulla chitarra, i fili la tagliano in maccheroni dalla tipica sezione quadrata. IL VINO Il sommelier Maurizio Neri consiglia Illuminati Brut 2007 metodo classico, preludio per le note erbacee di Trebbiano e Verdicchio. Lavorare la pasta con attrezzi tradizionali come il mattarello è uno dei segreti di Zunica per la riuscita dei piatti. 89 MACCHERONCINI AL RAGÙ DI AGNELLO GLI CHEF ABRUZZESI INCONTRANO IL RE ZAFFERANO GLI ATTREZZI DA AVERE Per la pasta chitarra e mattarello DANIELE ZUNICA Daniele Zunica è il titolare dello storico ristorante Zunica 1880, che si trova all’ombra della fortezza di Civitella del Tronto (Teramo). Luca Di Felice e Sabatino Lattanzi sono i valenti chef del ristorante. LA RICETTA Ingredienti per 4 persone 100 g. farina "00", 100 g. semola rimacinata, 2 uova, 200 g. coscio agnello disossato, aglio, cipolla, rosmarino, timo, zafferano dell'Aquila (un decimo di grammo), olio extravergine d'oliva, vino bianco, brodo vegetale, sale, pecorino. ■ Costo degli ingredienti: 14 euro Impastareledue farine ele uova ottenendoun composto morbidoed elastico,farriposare percirca mezz'ora,tirare la sfoglia con un mattarellodi legnoe realizzarela pasta conl'aiutodella chitarra. Inunapadella soffriggere aglio,cipolla, timo, rosmarino,ea doratura avvenuta aggiungereil cosciodi agnellotagliato amano a dadini; rosolatala carne, aggiungerevinobianco de-alcolizzato ebrodovegetale caldodove già abbiamofatto rinvenire i pistillidi zafferano;cuocere per circa 40minutia fuocolento, regolando di sale. Cuocerela chitarrain abbondante acquasalata, scolaree saltareconla salsadiagnelloe zafferano. Legare con pecorinoscagliato eguarnire con pistillidi zafferano. 88 IL PRIMO SUCCULENTO CHE NASCE TRA I MONTI ◗ CIVITELLA DEL TRONTO «I maccheroncini alla chitarra con ragù di agnello e zafferano costituiscono un piatto che rispecchia i tre principali prodotti agropastorali delle nostre montagne, l'agnello e il pecorino dei Monti della Laga e lo zafferano delle conche del Gran Sasso», spiega Daniele Zunica, quarta generazione alla guida dell'elegante ristorante per gourmet Zunica 1880, a Civitella del Tronto (Teramo), sotto la possente fortezza borbonica. «Un primo di nostra creazione ma con una connotazione geografica ben identificata, che richiama la transumanza. L'arricchimento finale con scaglie di pecorino conferisce concretezza a questo piatto dall'equilibrio disarmante, uno dei nostri cavalli di battaglia, molto apprezzato dalla clientela». Nel raffinato ménu di Zunica compaiono altre due proposte basate sul tesoro aquilano, il raviolo "callara" e zafferano (con la carne di peGIOCHI DI ZAFFERANO GLi ingredienti della ricetta cora alla callara, altra pietanza di tradizione agropastorale, per il ripieno della pasta) e il baccalà in tempura di zafferano. «Lo zafferano è prezioso come l'oro, costa 15-20 euro al grammo, però rende tantissimo. Esistono zafferani industriali, ma il vero zafferano è quello aquilano della conca di Navelli» osserva Zunica. «In cucina il prodotto è stato spesso usato impropriamente, con abbinamenti arditi. È una materia prima talmente delicata da rendere difficile il raggiungimento di un equilibrio, non può essere im- Zafferano nel brodo vegetale La sfoglia passata alla chitarra I maccheroni saltati in padella Spruzzata di pecorino fresco piegata in quantità eccessiva, pena il sapore violento del piatto». Nel merito della ricetta entra lo chef Luca Di Felice, che divide con il collega Sabatino Lattanzi onori e oneri della cucina del ristorante civitellese. Intanto per fare i maccheroncini Di Felice impiega due farine, la 00 e la semola rimacinata: «La farina di semola rimacinata è la stessa usata per la pasta secca. Aiuta a tenere al dente la pasta». I maccheroncini alla chitarra vengono preparati mentre è in cottura il ragù di agnello: «Si fa una dadolata del coscio d'agnello disossato, tagliato a pezzettini col coltello. Rosolata la carne, si aggiunge vino Trebbiano de-alcolizzato. Il vino viene prima fatto scaldare, bollendo perde la parte alcolica che evapora». Subito dopo si aggiunge il brodo vegetale: «Si prepara il brodo con sedano, carota, cipolla, patata e, se di stagione, pomodori e zucchine. Il brodo viene filtrato e, quando è tiepido, vi si fanno rinvenire i pistilli di zafferano, per far sì che reidratandosi sprigionino sapore e colore. Il brodo così arricchito viene aggiunto alla carne, che cuocerà per 40 minuti a fuoco lento prendendone tutto il sapore». In questa delizia si faranno poi saltare i maccheroncini. Per finire il piatto, scaglie di pecorino e pistilli interi: «Così il cliente vede che usiamo zafferano di alta qualità. La ricetta è molto semplice, la differenza sta nelle materie prime, solo di altissima qualità per garantire la riuscita del piatto. Poi, certo, è importante anche la mano». In questa ricetta vengono usati complessivamente una ventina di pistilli, circa un decimo di grammo di prodotto: «Per pesare lo zafferano si usa il bilancino di precisione degli orafi, perché si parte con un peso di 0.1 grammi. Ormai lo zafferano, come il tartufo bianco e nero, è schizzato a quotazione altissime, proprio come l'oro». Anna Fusaro ©RIPRODUZIONE RISERVATA GIOCHI DI ZAFFERANO Per poter fare i maccheroncini è essenziale l'attrezzo adatto, vale a dire la chitarra, detta anche "maccarunàre". La chitarra è uno strumento a corde, costituito da un telaio di legno di faggio (45 x 22 cm le misure abituali) su cui dei sottilissimi fili d'acciaio paralleli sono tesi grazie a delle chiavi fissate al telaio stesso. Quando la sfoglia, divisa in rettangoli, viene pressata col mattarello di legno (shtennemass') sulla chitarra, i fili la tagliano in maccheroni dalla tipica sezione quadrata. IL VINO Il sommelier Maurizio Neri consiglia Illuminati Brut 2007 metodo classico, preludio per le note erbacee di Trebbiano e Verdicchio. Lavorare la pasta con attrezzi tradizionali come il mattarello è uno dei segreti di Zunica per la riuscita dei piatti. 89 TORTELLI IN FARCIA DI FUNGHI PORCINI GLI CHEF ABRUZZESI INCONTRANO IL RE ZAFFERANO L’INGREDIENTE PRINCIPALE Zafferano e funghi a chilometri zero OMAR RUBEO Omar Rubeo, classe 1976, è lo chef del ristorante "Ettore". Ha iniziato a muovere i primi passi tra le pentole guardando la mamma e la nonna. In cucina punta ad unire l'animo tradizionale con l'innovazione e la maniacale ricerca degli ingredienti migliori LA RICETTA Ingredienti per 4 persone 250 g. di farina bianca, 5 tuorli d'uovo, 20 g. d'acqua, 25 g. di olio extra vergine d'oliva, 5 g. di sale, 200 g. di ricotta di pecora, un uovo, 50 g. di parmigiano reggiano, 200 g. di funghi porcini freschi, sale e pepe. Per la decorazione finale: 5 pistilli di zafferano della Vallelonga, un cucchiaio di panna da cucina, ribes rossi. ■ Costo degli ingredienti: 30 euro Preparazione Perla pasta:impastare tutti gli ingredientinecessari per l’impasto, quindi stendere lasfoglia con la "nonnapapera", farla riposareper circaun'ora e tagliarla. Amalgamare laricotta con l'uovo, il formaggioparmigiano, i funghi saltati in padella con unfilo d'olio e passati al mixer.Con la sac apoche farcire i dischi di pasta per realizzare i tortelli. Cuocerei tortelli e saltarli in padella con lo zafferano sciolto in un po’ di acquadi cottura, i funghi tagliati a cubetti esaltati in padella e un cucchiaiodi pannada cucina. Impiattaree decorarecon i ribes rossi. 92 PENNELLATE DI SAPORI PER UN CAPOLAVORO ◗ TAGLIACOZZO L'amore per la montagna e per la ricerca culinaria, attenta ai particolari e ai sapori raffinati, è tutta nei piatti del ristorante "Ettore" di Tagliacozzo. Omar Rubeo, cappello da chef in testa e racchette da neve ai piedi, si muove in cucina come un artista e pennella con i cucchiai di legno le sue ricette come fossero vere e proprie tele. Unendo queste passioni, tanto lontane tra loro e allo stesso tempo tanto vicine, Omar è riuscito a creare un piatto raffinato e genuino allo stesso tempo. Nei tortelli in farcia di funghi porcini con salsa allo zafferano e ribes rossi, c'è il sapore della tradizione, che ritroviamo nella pasta stesa a mano e realizzata solo con i tuorli come facevano le nonne, il gusto inconfondibile dei funghi porcini, frutto dei boschi che circondano Tagliacozzo, e poi la ricercatezza dello zafferano, prodotto nella Vallelonga, e GIOCHI DI ZAFFERANO Gli ingredienti della ricetta la dolcezza dei ribes. «I miei piatti sono strettamente legati alla mia anima», racconta lo chef di Ettore mentre stende la pasta per preparare i tortelli, «le ricette non devono essere sterile unione di ingredienti, ma il frutto di una ricerca costruita con passione negli anni. Nei tortelli allo zafferano c'è la storia del nostro ristorante, che la mia famiglia gestisce da oltre 50 anni, ma anche la mia». La tradizione è la parola d'ordine della cucina di Omar. Lo sguardo al passato, alle mani della nonna che con maestria creava L’amalgama per il ripieno I dischi per i tortelli La farcitura dei tortelli Cottura saltata in padella i manicaretti per il giorno della festa, sono impresse nella sua mente come una foto che non sbiadisce mai. La ricerca e l'innovazione, poi, sono state la chiave di volta che hanno permesso a Omar e al fratello Gianluca, che con lui gestisce il locale a Tagliacozzo, di portare avanti una storia scritta da ben tre generazioni. «La storia di questo piatto nasce come tante altre durante una passeggiata in montagna, la mia seconda passione dopo la cucina», continua lo chef destreggiandosi tra le ciotole e gli ingredienti di qualità a chilometro zero scelti con cura, «volevo creare qualcosa che rappresentasse la nostra Marsica e che allo stesso tempo fosse in grado di catturare i palati più fini. Per questo la sfoglia ruvida della pasta nasconde dentro un ripieno morbido di ricotta e funghi porcini, e a coronamento della vellutata di zafferano che li avvolge ho messo dei ribes rossi. Un tocco eccentrico che però esalta il sa- pore e ricorda i frutti raccolti nei boschi dove amo camminare». Mentre i tortelli, chiusi a mano uno ad uno, si cuociono lentamente, Omar sistema con cura la graziosa saletta del ristorante arredata con eleganza e raffinatezza quasi fosse una baita di montagna dove potersi rifugiare. Quando poi la pasta ripiena è pronta la condisce e poi la adagia con savoir faire su un grande piatto preso direttamente dalla credenza della nonna e poi inizia a pennellarlo prima con i porcini e poi con i ribes rossi che contrastano con il giallo dello zafferano e ravvivano il tutto. E quando anche l'ultimo frutto è stato posizionato Omar guarda con soddisfazione il suo capolavoro e poi volta lo sguardo verso la finestra da dove riesce a intravedere uno scorcio della sua amata montagna. Ma le pentole lo richiamano, c'è un'altra storia da scrivere. Eleonora Berardinetti ©RIPRODUZIONE RISERVATA GIOCHI DI ZAFFERANO La ricetta dei tortelli è tutta nella scelta degli ingredienti a chilometro zero utilizzati da Omar Rubeo. Il più prezioso è sicuramente lo zafferano prodotto nella Vallelonga dalla cooperativa "Terre Alte", sapore unico e inconfondibile, molto apprezzato dai gastronomi di tutto il mondo. Ma anche i funghi porcini, diventati ormai un biglietto da visita nella cucina marsicana. I boschi nelle stagione estiva ne producono grandi quantità che finiscono poi a condimento di primi, di secondi e antipasti. IL VINO Si sposa bene un Montepulciano d'Abruzzo Cerasuolo 2011 La Valentina molto rinfrescante e piacevole, dal colore rosato Delicata e profumata la preparazione dei pistilli di zafferano, da sciogliere lentamente in un po’ di acqua di cottura. 93 TORTELLI IN FARCIA DI FUNGHI PORCINI GLI CHEF ABRUZZESI INCONTRANO IL RE ZAFFERANO L’INGREDIENTE PRINCIPALE Zafferano e funghi a chilometri zero OMAR RUBEO Omar Rubeo, classe 1976, è lo chef del ristorante "Ettore". Ha iniziato a muovere i primi passi tra le pentole guardando la mamma e la nonna. In cucina punta ad unire l'animo tradizionale con l'innovazione e la maniacale ricerca degli ingredienti migliori LA RICETTA Ingredienti per 4 persone 250 g. di farina bianca, 5 tuorli d'uovo, 20 g. d'acqua, 25 g. di olio extra vergine d'oliva, 5 g. di sale, 200 g. di ricotta di pecora, un uovo, 50 g. di parmigiano reggiano, 200 g. di funghi porcini freschi, sale e pepe. Per la decorazione finale: 5 pistilli di zafferano della Vallelonga, un cucchiaio di panna da cucina, ribes rossi. ■ Costo degli ingredienti: 30 euro Preparazione Perla pasta:impastare tutti gli ingredientinecessari per l’impasto, quindi stendere lasfoglia con la "nonnapapera", farla riposareper circaun'ora e tagliarla. Amalgamare laricotta con l'uovo, il formaggioparmigiano, i funghi saltati in padella con unfilo d'olio e passati al mixer.Con la sac apoche farcire i dischi di pasta per realizzare i tortelli. Cuocerei tortelli e saltarli in padella con lo zafferano sciolto in un po’ di acquadi cottura, i funghi tagliati a cubetti esaltati in padella e un cucchiaiodi pannada cucina. Impiattaree decorarecon i ribes rossi. 92 PENNELLATE DI SAPORI PER UN CAPOLAVORO ◗ TAGLIACOZZO L'amore per la montagna e per la ricerca culinaria, attenta ai particolari e ai sapori raffinati, è tutta nei piatti del ristorante "Ettore" di Tagliacozzo. Omar Rubeo, cappello da chef in testa e racchette da neve ai piedi, si muove in cucina come un artista e pennella con i cucchiai di legno le sue ricette come fossero vere e proprie tele. Unendo queste passioni, tanto lontane tra loro e allo stesso tempo tanto vicine, Omar è riuscito a creare un piatto raffinato e genuino allo stesso tempo. Nei tortelli in farcia di funghi porcini con salsa allo zafferano e ribes rossi, c'è il sapore della tradizione, che ritroviamo nella pasta stesa a mano e realizzata solo con i tuorli come facevano le nonne, il gusto inconfondibile dei funghi porcini, frutto dei boschi che circondano Tagliacozzo, e poi la ricercatezza dello zafferano, prodotto nella Vallelonga, e GIOCHI DI ZAFFERANO Gli ingredienti della ricetta la dolcezza dei ribes. «I miei piatti sono strettamente legati alla mia anima», racconta lo chef di Ettore mentre stende la pasta per preparare i tortelli, «le ricette non devono essere sterile unione di ingredienti, ma il frutto di una ricerca costruita con passione negli anni. Nei tortelli allo zafferano c'è la storia del nostro ristorante, che la mia famiglia gestisce da oltre 50 anni, ma anche la mia». La tradizione è la parola d'ordine della cucina di Omar. Lo sguardo al passato, alle mani della nonna che con maestria creava L’amalgama per il ripieno I dischi per i tortelli La farcitura dei tortelli Cottura saltata in padella i manicaretti per il giorno della festa, sono impresse nella sua mente come una foto che non sbiadisce mai. La ricerca e l'innovazione, poi, sono state la chiave di volta che hanno permesso a Omar e al fratello Gianluca, che con lui gestisce il locale a Tagliacozzo, di portare avanti una storia scritta da ben tre generazioni. «La storia di questo piatto nasce come tante altre durante una passeggiata in montagna, la mia seconda passione dopo la cucina», continua lo chef destreggiandosi tra le ciotole e gli ingredienti di qualità a chilometro zero scelti con cura, «volevo creare qualcosa che rappresentasse la nostra Marsica e che allo stesso tempo fosse in grado di catturare i palati più fini. Per questo la sfoglia ruvida della pasta nasconde dentro un ripieno morbido di ricotta e funghi porcini, e a coronamento della vellutata di zafferano che li avvolge ho messo dei ribes rossi. Un tocco eccentrico che però esalta il sa- pore e ricorda i frutti raccolti nei boschi dove amo camminare». Mentre i tortelli, chiusi a mano uno ad uno, si cuociono lentamente, Omar sistema con cura la graziosa saletta del ristorante arredata con eleganza e raffinatezza quasi fosse una baita di montagna dove potersi rifugiare. Quando poi la pasta ripiena è pronta la condisce e poi la adagia con savoir faire su un grande piatto preso direttamente dalla credenza della nonna e poi inizia a pennellarlo prima con i porcini e poi con i ribes rossi che contrastano con il giallo dello zafferano e ravvivano il tutto. E quando anche l'ultimo frutto è stato posizionato Omar guarda con soddisfazione il suo capolavoro e poi volta lo sguardo verso la finestra da dove riesce a intravedere uno scorcio della sua amata montagna. Ma le pentole lo richiamano, c'è un'altra storia da scrivere. Eleonora Berardinetti ©RIPRODUZIONE RISERVATA GIOCHI DI ZAFFERANO La ricetta dei tortelli è tutta nella scelta degli ingredienti a chilometro zero utilizzati da Omar Rubeo. Il più prezioso è sicuramente lo zafferano prodotto nella Vallelonga dalla cooperativa "Terre Alte", sapore unico e inconfondibile, molto apprezzato dai gastronomi di tutto il mondo. Ma anche i funghi porcini, diventati ormai un biglietto da visita nella cucina marsicana. I boschi nelle stagione estiva ne producono grandi quantità che finiscono poi a condimento di primi, di secondi e antipasti. IL VINO Si sposa bene un Montepulciano d'Abruzzo Cerasuolo 2011 La Valentina molto rinfrescante e piacevole, dal colore rosato Delicata e profumata la preparazione dei pistilli di zafferano, da sciogliere lentamente in un po’ di acqua di cottura. 93