Giovedì 15 Ottobre 2015

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Giovedì 15 Ottobre 2015
GIOVEDI’ 15 OTTOBRE 2015
Titoli quotidiani
Crisi & Imprese
(Terni e Regione)
La guerra della verdura Il M5S: “Il sindaco vieti le coltivazioni a
rischio” (Corriere dell’Umbria pag.1-2)
“Rami abbandonati, mancanza di rispetto” (Corriere dell’Umbria pag.3)
Sciopero confermato, domani in Provincia due ore senza lavorare (Corriere dell’Umbria pag.4)
Le Fontane, i lavoratori approvano all’unanimità l’accordo per il passaggio a Coop Centro Italia (Corriere
dell’Umbria pag.5)
Progetto “Un viaggio chiamato ambiente” Si va verso il porta a porta in tutta la provincia (Corriere
dell’Umbria pag.6)
Bando per rifugiati, Umbria tra le regioni più quotate per i posti (Corriere dell’Umbria pag.7)
IDEE DI BUSINESS MADEINUMBRIA DA“ESPORTARE” (Corriere dell’Umbria pag.8)
Focus fiscale - Le regole e i vantaggi del contratto a tempo determinato (Corriere dell’Umbria pag.9)
Primo identikit dell’autodromo di Terni - Cecconi svela il progetto(www.tuttogginfo.it pag.10-12)
Terni, la Camera di commercio dice stop al cartaceo: da giovedì tutti i documenti in digitale
(www.umbria24.it pag.13-14-15-16-17)
“Le Fontane” Terni, lavoratori approvano all’unanimità l’accordo con Coop Centro Italia
(www.tuttogginfo.it pag.18-19-20)
Province, venerdì sciopero e cortei a Perugia e Terni: «Ancora in 250 non sanno che fine faranno»
(www.umbria24.it pag.21-22-23-24)
La guerra alla ztl non si ferma, TpN: «Il centro morirà» (Il Giornale dell’Umbria pag.25)
L’innovazione nel bicchiere, ecco il vigneto 2.0 (Il Giornale dell’Umbria pag.26)
Idroelettrico, l’ombra del ricorso (Il Giornale dell’Umbria pag.27)
Provincia, i dipendenti scendono in piazza: domani il corteo (Il Giornale dell’Umbria pag.28)
Coop-Superconti, i lavoratori approvano l’accordo(Il Giornale dell’Umbria pag.29)
Comune, la macchina scalda i motori (Il Giornale dell’Umbria pag.30)
«Diversificare lo sviluppo economico della città è un’e m e rg e n z a » (Il Giornale dell’Umbria pag.31)
Volante in Alcantara nell’auto di James Bond (La Nazione pag.32)
Le eccellenze locali in vetrina ad Expo (La Nazione pag.33)
Camera di Commercio, largo all’elettronica e stop al cartaceo (La Nazione pag.34)
Nazionale
Renzi rilancia sul deficit, ora vuole alzarlo al 2,4%: nuova sfida a Bruxelles (La Repubblica pag.3536)
RIFORMA PENSIONI RENZI NOTIZIE OGGI QUINDICI OTTOBRE: FLESSIBILITÀ IN LEGGE DI
STABILITÀ? (www.blastingnews.com pag.37-44)
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I grillini in conferenza con una cassetta di insalata
“Di Girolamo, la mangi lei”. Liberati: “Il caso in Regione”
La guerra della verdura
IlM5S:“Ilsindacovieti
le coltivazioni a rischio”
A TERNI
C’è una tavola imbandita
con la verdura: “Questa sindaco la mangi lei”. La verdura è quella coltivata nei terreni potenzialmente pericolosi
a causa dell’inquinamento.
Il Movimento 5 Stelle ci mette anche un po’ di colore ma
la questione secondo i consiglieri grillini è seria: “Il sindaco a questo punto - spiegano - deve emettere una ordinanza per tutelare gli agricoltori e i cittadini che stanno
coltivando prodotti agricoli
su terreni potenzialmente
contaminati”.
Secondo i consiglieri del Movimento 5 Stelle la situazione ambientale in alcune parti della città è “pesante”: “In
vaste aree di Terni - ha spiegato la consigliera comunale Valentina Pococacio - ci
sono esposizioni a pesanti
contaminazioni, con terreni
soggetti a forti ricadute delle
polveri di scarto della ThyssenKrupp Ast. Tutto ciò
non può far altro che farci
temere che i prodotti agricoli coltivati in quelle zone sia-
no contaminati”.
Per questo secondo il Movimento 5 Stelle “...è necessario pensare ad una modifica
del Piano regionale strategico per riuscire a prevedere
provvidenze economiche
per incoraggiare gli agricoltori locali a riconvertire le loro produzioni verso coltivazioni non destinate all’alimentazione”.
La questione, secondo il consigliere regionale Andrea Liberati, adesso arriverà anche
sui banchi di Palazzo Cesaroni: “La Regione - spiega
Liberati - su questo punto
non è sensibile. Intanto porteremo l’argomento nell’aula del consiglio per costringere il Palazzo ad aprire un dibattito che è caratterizzato
da eccessiva superficialità,
dovuta probabilmente ad
una mancata presa di coscienza della gravità del problema”.
Insomma nella conferenza
stampa il Movimento 5 Stel-
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Polemica Il Movimento 5 Stelle attacca il sindaco: “Vieti la coltivazione di alimenti nel terreni a rischio”
le ha spiegato chiaramente
la sua posizione: immediata
ordinanza per interdire le
coltivazioni nelle aree inserite nel piano regionale delle
bonifiche. E mettere la vicenda al primo punto dell’ordine del giorno della riunione
del tavolo tecnico istituzionale tra Asl e comuni di Terni e
Narni convocato per lunedì
19. “Nell’ordine del giorno dicono i grillini - non c’è traccia del tema e pretendiamo
che l’ordinanza per difendere la salute dei cittadini sia il
primo punto dell’agenda politica di chi governa la città”.
Puntuale nel pomeriggio è
arrivata la replica dell’assessore Giacchetti affidata ad
una nota stampa: “In meri- i relativi divieti”.
to al piano regionale di boni- L’assessore poi ha annunciafica e alla sua attuazione si to un incontro con i proprieevince che per quanto riguar- tari dei terreni “...in cui verda i terreni di proprietà pub- ranno approfonditi tutti i teblica il Comune ha già da mi in questione. Tutta
l’attività e le protempo avviato le
cedure seguite
procedure
di
dal Comune soanalisi di rischio,
L’assessore
no volte all’esclucome da norma.
Giacchetti:
sivo interesse delIl Comune lune“Avviate
la tutela della sadì mattina ha inlute dei cittadini
viato a tutti i prole procedure
e alla salvaguarprietari le notifidi analisi”
dia del territorio,
che come da piaattendendoci in
no regionale di
bonifica. Le notifiche con- questo caso anche al princitengono i principi fissati dal pio di precauzione. Ogni alpiano regionale, tra quali an- tro obiettivo esula dalla noche gli adempimenti a cari- stra azione amministrativa e
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co dei proprietari, compreso dalla nostra persona”.
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La Lega Nord polemizza per le potature lasciate per giorni su strade e marciapiedi
“Rami abbandonati, mancanza di rispetto”
A TERNI
“Lo stato in cui versa la piazza principale della
nostra città è la naturale conseguenza della vergognosa amministrazione comunale con cui abbiamo a che fare. Oltre a non contrastare il diffuso
degrado osservabile nelle vie del centro, il Comune di Terni ha anche provveduto ad aumentarlo,
lasciando per giorni e giorni le potature delle piante della piazza sui marciapiedi, impedendo ai cit-
tadini azioni normali quali prendere l’autobus e
addirittura ostacolando i percorsi previsti per i
disabili”. La denuncia è di Federico Cini, referente ternano della Lega Nord Umbria. “Tutto ciò scrive - costituisce una ulteriore mancanza di rispetto nei confronti dei ternani, che certo merita
una rapidissima soluzione. La Lega si pone di
nuovo in prima linea nella battaglia contro il degrado e la mala gestione del verde pubblico”. B
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La rsu rilancia la protesta: “Manca chiarezza ancora su troppe questioni. Pari dignità con altre vertenze”
Sciopero confermato, domani in Provincia due ore senza lavorare
A TERNI
La rsu della Provincia conferma lo sciopero
di due ore domani dalle 12 alle 14. Secondo
la rappresentanza sindacale persistono ancora le criticità e le motivazioni per tenere
alto il livello di agitazione ed attenzione sulla vertenza. “Occorre pari dignità - scrive la
rsu - rispetto ad altre crisi aziendali che hanno purtroppo già drammaticamente segnato il nostro territorio”. La rsu ritiene che
esistano ancora problemi nelle funzioni dele-
gate per quanto riguarda i percorsi. Chiarezza viene anche chiesta sulla polizia provinciale e le strade regionali ex Anas, temi per i
quali i rappresentanti dei lavoratori esprimono “...forte preoccupazione di fronte ad una
insufficiente presa in carico delle problematiche a partire dalla Regione, che non intende
corrispondere le risorse necessarie per lo
svolgimento dei servizi, ed arrivando sino al
sistema complessivo degli enti locali umbri
che solo ieri hanno informato il tavolo di
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governance dell’avvio della ricognizione delle disponibilità assunzionali neiComuni, nonostante le nostre reiterate sollecitazioni.
Sui Centri per l’impiago il percorso deve essere ancora definito nella modalità e nella
tempistica”. Il tema del disavanzo dell’ente,
per la rsu, è ancora una spada di Damocle
in capo a coloro che svolgono le funzioni
fondamentali. Per mercoledì 21 ottobre alle
15,30 nella sede di Terni della Regione Umbria è fissato un ulteriore tavolo.
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Soddisfazione da parte della Cgil: “Mantenuti i livelli occupazionali. Intesa positiva per impieghi di qualità”
Le Fontane, i lavoratori approvano all’unanimità
l’accordo per il passaggio a Coop Centro Italia
A TERNI
Sì all’accordo. Sì unanime dei lavoratori al punto di intesa individuato tra Coop Centro Italia e sindacati. Si è svolta martedì sera nella
sede della Cgil di Terni, l’assemblea dei lavoratori di Superconti,
sull’ipotesi di accordosiglata da Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs
Uil per il passaggio di 37 lavoratori a Coop Centro Italia. L’assemblea che ha visto la partecipazione
di quasi tutti i lavoratori potenzialmente interessati al trasferimento
(circa 60, tra quelli dell’unità produttiva “Le Fontane” e quelli del
supermercato di Borgo Rivo) ha
analizzato nel dettaglio, fino a tarda notte, i contenuti del possibile
accordo, poi sottoposto al voto
che si è concluso con l’approvazione unanime dell’intesa stesso, che
diviene così operativa.
“Siamo soddisfatti per questo risultato - commenta Desirè Marchetti della Filcams Cgil di Terni in primo luogo per il mantenimento totale dei livelli occupazionali,
che non era per nulla scontato, in
una fase di crisi come quella attuale caratterizzata da un drastico calo dei consumi. E’ evidente, naturalmente, che questo, come ogni
accordo sindacale, è frutto di una
mediazione tra gli interessi delle
parti, raggiunta con senso di responsabilità e in totale condivisio-
ne con i lavoratori che, non a caso,
hanno approvato, in assemblea
pubblica e con votazione
all’unanimità, i contenuti dell’intesa nella sua portata collettiva”.
L’accordo prevede l’applicazione
del ccnl della distribuzione coope-
rativa sui contratti, da subito, a
tempo indeterminato; il mantenimento dei livelli di inquadramento (con il riconoscimento di eventuali differenziali economici favorevoli determinati dal cambio di
contratto); l’applicazione dell’inte-
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grativo con tempi di maturazione
differenziata; l’orario di minimo
di 20 ore per i part-time (prima
non garantito), con previsione di
un percorso di crescita; applicazione dell’accordo sul lavoro festivo e
domenicale in essere con Coop,
che pone un tetto massimo di 17
domeniche lavorative e la chiusura
durante i superfestivi; applicazione del capitolo su relazioni sindacali e organizzazione del lavoro (rispetto di pause, riposi e così via)
come previsto dal contratto integrativo Coop. “Trattandosi di rapporti di lavoro costituiti ex novo,
conseguenti
alla
chiusura
dell’unità produttiva “Le Fontane”, non è stato possibile mantenere gli scatti di anzianità maturati
con la vecchia azienda - osserva
ancora Marchetti - ma siamo fiduciosi della possibilità di recuperare
la perdita economica che si determinerà attraverso l’applicazione
di altri istituti presenti nel contratto integrativo, da sempre corrisposti ai lavoratori Coop. In generale,
siamo convinti di aver portato a
casa un accordo positivo - conclude - che prevede una crescita progressiva per i lavoratori, il tutto nell’ambito di relazioni sindacali
strutturate, che hanno portato a
costruire negli anni occupazione
di qualità e crescita professionale
per le lavoratrici e i lavoratori”. B
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Notevole impegno di Asm Terni e Cosp Tecno Service per completare la distribuzione dei kit e le lezioni ai cittadini
Progetto “Un viaggio chiamato ambiente”
Si va verso il porta a porta in tutta la provincia
A TERNI
A luglio ha preso il via il progetto “Un
viaggio chiamato Ambiente” promosso da Asm Terni Spa e Cosp Tecno
Service, sul nuovo servizio della raccolta differenziata porta a porta per i 32
comuni della provincia. Al momento
sono già stati eseguiti, grazie alla collaborazione delle amministrazioni comunali coinvolte, 66 incontri nel territorio.
Contestualmente è stata avviata
l’attività di distribuzione alle utenze dei
contenitori necessari per la gestione del
servizio e del materiale informativo sulle nuove modalità di conferimento dei
rifiuti. A partire da agosto sono state
attivate le nuove modalità di raccolta
che hanno interessato Avigliano Umbro, Baschi, Allerona, Castel Viscardo,
Penna in Teverina, Giove e Stroncone.
Nei prossimi giorni partirà il servizio a
Ferentillo, Montefranco, Porano, Castel Giorgio, Montecchio e Guardea,
dove è in fase di ultimazione la distribu-
zione del kit per una corretta differenziata. Così come nei Comuni di Calvi,
Arrone e Polino, dove a breve sarà avviata la procedura di consegna del kit.
Già sin d’ora, spiegano Asm e Cosp
Tecno Service, i risultati relativi alle percentuali di raccolta differenziata vanno
al di sopra degli obiettivi previsti dalla
pianificazione d’ambito. Tutto questo
grazie anche e soprattutto alla partecipazione dei cittadini coinvolti. Dai primi giorni di novembre sono previsti 15
incontri con i cittadini del comune di
Narni e nel mese di dicembre si avvieranno gli oltre 30 incontri con la popolazione di Terni. Il nuovo kit per la raccolta differenziata, oltre ai mastelli colorati per il conferimento corretto dei
rifiuti, comprende materiale informativo con l’Abecedario con circa 500 voci
riguardanti il prodotto/rifiuto, il calendario perpetuo delle giornate di raccolta e un opuscolo informativo sui Centri di raccolta comunali.
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DELL’UMBRIA
CORRIERE
UMBRIA
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Giovedì 15
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7
Via Pievaiola, 166 F-6
Tel. 075 91191
Fax 075 4659140
[email protected]
Opera di sensibilizzazione nel week end che tocca le piazze di nove città
Rischio sismico, la Prociv scende nelle piazze
A PERUGIA
Diffondere una cultura di protezione civile e di promuovere un ruolo attivo dei
cittadini nella prevenzione dei rischi: è
con questo obiettivo che sabato e domenica volontari e volontarie delle organiz-
zazioni di protezione civile, gruppi comunali e associazioni locali saranno presenti nelle piazze di nove città umbre nell’ambito di “io non rischio”: Assisi, Città di Castello, Foligno, Gubbio, Narni,
Norcia, Orvieto, Perugia, Spoleto.
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Altre 10mila unità nel progetto Sprar per il biennio 2016-2017
Il cuore verde assegna 6 punti agli enti che fanno domanda
Bando per rifugiati,
Umbria tra le regioni
più quotate per i posti
di Alessandro Antonini
A PERUGIA - Si amplia l’offerta del sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar). Il nuovo bando
da ulteriori 10mila posti per il
biennio 2016-2017 pubblicato dal ministero dell’Interno
vede l’Umbria tra le regioni
che fannoottenere un punteggio di 6 (assieme all’Abruzzo) su un totale di 10 agli enti
accreditati che ne faranno richiesta. Una premialità che si
affianca ai punteggi forniti
da altri requisiti base per gestire i centri Sprar.
La percentuale di accolti nello Sprar in Umbria sul totale
nazionale è pari all’1,7%. I dati sono del ministero e fanno
riferimento al maggio 2015.
A Foligno ci sono 39 posti
(30 previsti dal vecchio bando più 9 aggiuntivi), a Marsciano 23 posti ordinari e 9 in
aggiunta, Panicale 7 posti come da bando e 2 aggiuntivi, a
Perugia 50+15, Spoleto
25+10, su tutti Narni con 81
ordinari e 27 aggiuntivi, Terni 65 +20. Per un totale com-
plessivo di 373 posti, di cui
281 previsti dal bando e 92
aggiuntivi. Da maggio ad ottobre sono stati assegnati altri 5 posti aggiuntivi, facendo
arrivare il numero a 378.
Andando a vedere le tipologie, 333 posti sono i cosiddetti casi ordinari per rifugiati e
richiedenti asilo, 11 per disagio mentale e 29 per minori
stranieri non accompagnati
richiedenti asilo (siglati con
l’acronimo msnara). Di questi ultimi in realtà al 31 maggio 2015 ne sono stati accolti
32.
L’avviso E’ pubblico l’avviso
pubblico sulle modalità di
presentazione delle domande di contributo da parte degli enti locali che prestano o
intendono prestare, nel biennio 2016-2017, servizi di accoglienza in favore di richiedenti e titolari di protezione internazionale e umanitaria.
Al fondo possono accedere i
Comuni, le unioni di Comuni, le Province – anche in forma associata - in partenariato con le realtà del privato sociale.
Le domande devono essere
presentate unicamente on line accedendo al sito https://fnasilo.dlci.interno.it a
partire dalle ore 9 dello scorso 14 ottobre e fino al 14 gennaio 2016 ore 12 pena
l’inammissibilità delle medesime.
Sul sito è disponibile il modello di domanda con i relativi
allegati, le linee guida per la
compilazione della proposta
progettuale, gli indirizzi di posta elettronica attraverso i
quali è possibile porre quesiti
di natura tecnica, circa l’utilizzo della piattaforma informatica, o relativi al bando stesso.
I numeri totali Gli ultimi dati, aggiornati al 5 ottobre, indicano che attualmente in
Umbria ci sono 1229 (effettivi) richiedenti asilo ospitati
nelle strutture regionali, di
cui 970 a Perugia e 259 a Terni che sommati ai 378 presenti nelle strutture Sprar portano a 1607 il numero complessivo. Il tetto previsto è di
1.932 unità totali. Un dato
che è emerso nell’ultima audi-
Palazzo Donini guida il progetto per “eradicare” quelli nordamericani tutelando gli autoctoni rossi
Trappole contro gli scoiattoli grigi
A PERUGIA
Operazioni di “contenimento”, “cattura”,
“eradicazione”. “Rimozione”. Torna la guerra allo scoiattolo grigio, stavolta da parte di
palazzo Donini. Da alcuni giorni diverse famiglie perugine si sono viste recapitare a casa degli avvisi con marchio della Regione Umbria,
inerenti ad un progetto finanziato con fondi
europei ("Progetto Life U-savereds"), per la salvaguardia dello scoiattolo rosso (autoctono) e
la conseguente rimozione del nordamericano,
importato, scoiattolo grigio. Già nel 2012, grazie anche ad associazioni animaliste come
Enpa e Lav, era stato bloccato un piano di
sterminio dello scoiattolo grigio, proposto dalla Provincia di Perugia, che fino a quel momento aveva catturato e ucciso molti esemplari.
Nel 2014, gli stessi sostenitori del precedente
progetto, e cioè Istituto Superiore per la protezione e ricerca ambientale, Agenzia regionale
parchi Regione Lazio, Istituto zooprofilattico
sperimentale Umbria e Marche, Istituto Oikos
srl. e Legambiente, tentano di nuovo di attuare
il progetto, passando attraverso Regione Umbria e Comune di Perugia. “Il pretesto per giustificare lo sterminio dello scoiattolo grigio scrive Enpa - è il solito: la tutela dello scoiattolo rosso che sarebbe a rischio di estinzione a
causa di quello grigio”. Enpa rimane aperta al
dialogo con le istituzioni “per il monitoraggio
e la sterilizzazione degli scoiattoli grigi, ma rifiuta nella maniera più assoluta la loro uccisione, richiedendo alle istituzioni di rivedere le
modalità di intervento e ai cittadini il loro supporto nel non autorizzare il piazzamento di
trappole nei loro terreni”.
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Strategie europee L’Europa dopo troppe stragi e silenzi sta affrontando la questione dei flussi dei migranti
zione in commissione regionale dei prefetti di Perugia e
Terni è la percentuale di abbandono del territorio, senza
lasciare tracce, degli stessi
profughi una volta giunti in
Umbria. Siamo a quota 50%
e oltre. Nel 2015 (sempre fino
al 5 ottobre), infatti, su 1019
arrivi 562 si sono allontanati.
I siriani si allontanano con
più frequenza, con eritrei, somali e sudanesi. Al 5 ottobre
sono state esaminate 655 domande e di queste 459 sono
state respinte. A Perugia a
marzo c'è stato un bando per
671 posti di accoglienza, con
un aumento possibile del
20% (805 posti).
Perugia al top La Provincia
di Perugia, già alla fine del
2014, era nella top 20 della
classifica provinciale nazionale per numero di profughi
ospitati. Se in testa c’era Tra-
pani (provincia di) con 1938
migranti - tra gli stranieri
ospitati nelle strutture temporanee di accoglienza e i centri
Sprar, davanti a Roma
(1.860), Napoli (1.322), Milano (946) e Torino (943), alla
quindicesima posizione si trovava Perugia, con 482 calcolati allora. Oggi siamo a più di
mille e con l’ultimo bando
Sprar il numero è destinato a
crescere.
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DELL’UMBRIA
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CORRIERE
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Economia
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L’EVENTO Sette esperienze all’esposizione di Milano
grazie a un progetto dei Giovani Imprenditori Confcommercio
IDEE DI BUSINESS
MADE IN UMBRIA
DA “ESPORTARE”
A PERUGIA
Nuove idee di business da esportare. Sono quelle già testate con successo da sette giovani imprenditori umbri, che ieri si sono presentati
a Milano, negli spazi messi a disposizione dalla Regione Umbria
per Umbria Experience, grazie al
progetto “Idea Impresa Umbria”
dei Giovani Imprenditori Confcommercio della provincia di Perugia, e con il contributo del Centro Estero Umbria.
Agricaffè, l’innovazione in agricoltura destinata a un’alimentazione
sana e sostenibile; Birra Perugia,
birrificio artigianale giovane ma
con radici antiche; Etrusco Carni,
macellaio “radicale” con prodotti
fuori dagli schemi; Mr. Happy, l’apetto gourmet che rivisita la cucina umbra in formato street-food;
Scarpetta, Maestro della pasta fresca artigianale; Squisy, portale di
pranzi e cene last minute; Testone,
la torta al testo, prodotto tipico
umbro, trasformata in un format
caratteristico. Sono questi i “magnifici sette”, che hanno raccontatola loro avventura imprenditoriale a un pubblico qualificato di interlocutori del mondo economico, accademico, dell’informazione specializzata. Sette giovani imprese umbre dell’area food, in coe-
Idea Impresa Umbria Prima edizione con focus sul settore del food
renza con i temi dell’Expo di Milano, per altrettanti format riproponibili e riproducibili altrove, per dimostrare che anche da una piccola regione come l’Umbria si possono “esportare” idee innovative.
“L’obiettivo del progetto Idea Im-
presa Umbria - spiega ChiaraPucciarini, presidente dei Giovani Imprenditori Confcommercio della
provincia di Perugia - è proprio
questo: valorizzare le idee di business che nascono con successo in
Umbria anche nelle aree più tradi-
zionali, una regione che può contare su spirito imprenditoriale, coraggio, energie. In grado di innovare, partendo dalla tradizione e
puntando alla qualità. Queste
idee di business meritano un palcoscenico sul quale presentarsi
per poter dire al mondo che l’Umbria è anche questo: una regione
fertile di giovani menti creative.
Dove i giovani imprenditori vogliono essere protagonisti del cambiamento e del loro futuro. Questa prima edizione di Idea Impresa Umbria - conclude - è focalizzata sulle imprese specifiche dell’area food, una scelta dettata dal tema di Expo 2015 ‘Nutrire il pianeta, energia per la vita’. Ma non ci
fermeremo certamente qui. Vogliamo esplorare anche altri settori della nostra economia per valorizzare altri format imprenditoriali di successo”. Nel corso dell’evento di Milano, ognuna delle sette
imprese ha animato uno spazio
espositivo, proponendo una dimostrazione delle proprie attività e offrendo in degustazione una selezione dei propri prodotti, per far
vedere, toccare, e soprattutto assaggiare, la qualità e l’efficacia di
ogni format proposto. All’evento
ha collaborato anche l’Università
dei Sapori di Perugia.
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BORSA DI STUDIO
In memoria di Gennaro Esposito
PREMIO DA 2MILA EURO
ALLA MIGLIOR TESI
A PERUGIA
Si concluderà domani con la consegna del
riconoscimento al primo classificato la prima edizione del premio di laurea intitolato alla memoria di Gennaro Esposito,
compianto direttore regionale dell’Umbria dell’Agenzia delle entrate.
Il vincitore - già individuato dai promotori
dell’iniziativa - riceverà una borsa di studio del valore di 2mila euro (messa a disposizione dall’Adisu) e potrà svolgere uno
stage, non retribuito e della durata di tre
mesi, presso gli uffici della direzione regionale dell’Umbria dell’Agenzia delle entrate.
Il premio verrà consegnato domani alle
ore 11 all’Auditorium “Gennaro Esposito” in via Canali 12, palazzo degli Uffici
Finanziari di Perugia.
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DIGITALIZZAZIONE
A Terni si parte oggi col nuovo sistema
L’ENTE CAMERALE
DICE ADDIO ALLA CARTA
A PERUGIA
Una Camera di commercio sempre più digitale. Parte infatti dall’ente di Largo Don
Minzoni di Terni la sfida alla digitalizzazione del territorio. Da oggi la Camera si doterà di un sistema di gestione documentale
(denominato Gedoc) per gestire tutti i flussi di informazione in entrata e in uscita,
documenti che dovranno essere tutti in formato elettronico. L’obiettivo è quello di arrivare gradualmente a uno stop totale della circolazione della carta (come previsto
dal decreto del presidente del consiglio dei
ministri del 2013). Da parte del territorio,
imprese e cittadini è attesa “una spinta alla
digitalizzazione, la posta in entrata dovrà
essere infatti soltanto in formato elettronico”.
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CORRIERE
DELL’UMBRIA
Economia
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L’ESPERTO RISPONDE
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In alcune circostanze può rispondere in maniera più efficace
sia alle esigenze dei datori di lavoro sia a quelle dei lavoratori
LE REGOLE E I VANTAGGI
DEL CONTRATTO
A TEMPO DETERMINATO
di Simone Betti
A PERUGIA - Nel nostro ordinamento il rapporto di lavoro subordinato alle dipendenze di un datore di lavoro trova la sua forma comune nel contratto a tempo indeterminato, cioè in
un contratto che non prevede l'indicazione di una data di conclusione del
rapporto. Il contratto a tempo determinato, invece, in alcune circostanze
può rispondere sia alle esigenze dei datori di lavoro sia a quelle dei lavoratori
in maniera più efficace rispetto ad un
contratto a tempo indeterminato. Si
sono susseguiti, nel corso degli anni,
diversi interventi sulla disciplina del
contratto di lavoro a tempo determinato, fino ad arrivare al Decreto Legislativo 81/2015 attualmente in vigore.
Stipulazione del contratto. Il contratto a tempo determinato di durata
superiore a 12 giorni deve essere stipulato in forma scritta e deve riportare il
termine del contratto, sia che venga
indicato direttamente (la data di scadenza è riportata in modo esplicito) o
indirettamente (la data di scadenza è
legata ad un evento che si verificherà
sicuramente ma non si sa esattamente
quando). Al lavoratore a tempo determinato spetta il trattamento economico e normativo in atto nell'impresa
per i lavoratori con contratto a tempo
indeterminato comparabili, intendendosi per tali quelli inquadrati nello
stesso livello in forza dei criteri di classificazione stabiliti dalla contrattazione collettiva, ed in proporzione al periodo lavorativo prestato, sempre che
non sia obiettivamente incompatibile
con la natura del contratto a tempo
determinato. Il ricorso al contratto a
tempo determinato è ammesso per
qualsiasi esigenza e per lo svolgimento di qualunque tipo di mansione, nel
rispetto di determinati limiti di durata
e numerici.
Limiti di durata. Il contratto di lavoro a termine può avere una durata
massima di 36 mesi. Fatte salve le diverse disposizioni dei contratti collettivi e con l'eccezione delle attività stagionali, non può superare 36 mesi la durata dei rapporti di lavoro a tempo determinato intercorsi tra lo stesso datore di lavoro e lo stesso lavoratore per
effetto di una successione di contratti
conclusi perlo svolgimento di mansioni di pari livello e categoria legale e
indipendentemente dai periodi di interruzione tra un contratto e l'altro.
TUTTI I NUMERI
DA TENERE
D’OCCHIO
I contratti a tempo determinato Possono avere dei vantaggi
Un ulteriore contratto a tempo determinato fra gli stessi soggetti, della durata massima di 12 mesi, può essere
stipulato presso la direzione territoriale del lavoro competente per territorio. In caso di superamento del limite
di 36 mesi (sia con un unico contratto
che per effetto di una successioni di
contratti) o di mancato rispetto della
procedura presso la Direzione Territoriale del Lavoro, il contratto si trasforma in contratto a tempo indeterminato dalla data della stipulazione.
Limiti numerici. Salvo diversa disposizione dei contratti collettivi, non possono essere assunti lavoratori a tempo
determinato in misura superiore al
20% del numero dei lavoratori a tempo indeterminato in forza al 1˚ gennaio dell'anno di assunzione, con un arrotondamento del decimale all'unità
superiore qualora esso sia eguale o superiore a 0,5. In ogni caso, per i datori
di lavoro che occupano fino a cinque
dipendenti è sempre possibile stipulare un contratto di lavoro a tempo determinato. Non sono invece previsti
limiti numerici di stipula dei contratti
a termine, né legali né legati al Ccnl,
nelle seguenti situazioni: a) nella fase
di avvio di nuove attività b) per le imprese start-up innovative (per 4 anni
dalla costituzione) c) per lo svolgimento delle attività stagionali d) per specifici spettacoli ovvero specifici programmi radiofonici o televisivi e) per
sostituzione di lavoratori assenti f)
con lavoratori di età' superiore a 50
anni g) contratti stipulati tra università private, istituti pubblici di ricerca
ovvero enti privati di ricerca e istituti
della cultura di appartenenza statale.
In caso di violazione del limite percentuale, è esclusa la trasformazione dei
contratti interessati in contratti a tempo indeterminato, ma si applica una
sanzione amministrativa per ciascun
lavoratore che supera il limite.
Divieti. L'apposizione di un termine
alla durata di un contratto di lavoro
subordinato non è ammessa: a) per la
sostituzione di lavoratori che esercitano il diritto di sciopero b) presso unità
produttive nelle quali si è proceduto,
entro i sei mesi precedenti, a licenziamenti collettivi che hanno riguardato
lavoratori adibiti alle stesse mansioni
cui si riferisce il contratto di lavoro a
tempo determinato, salvo che il contratto sia concluso per provvedere alla sostituzione di lavoratori assenti,
per assumere lavoratori iscritti nelle liste di mobilità o abbia una durata iniziale non superiore a 3 mesi c) presso
unità produttive nelle quali sono operanti una sospensione del lavoro o
una riduzione dell'orario in regime di
cassa integrazione guadagni, che interessano lavoratori adibiti alle mansioni cui si riferisce il contratto a tempo
determinato d) da parte di datori di
lavoro che non hanno effettuato la valutazione dei rischi in applicazione della normativa di tutela della salute e
della sicurezza dei lavoratori. In caso
di violazione dei divieti, il contratto si
trasforma in contratto a tempo indeterminato.
Proroghe e rinnovi. Il termine del
contratto a tempo determinato può
essere prorogato, con il consenso del
lavoratore, solo quando la durata iniziale del contratto sia inferiore a 36
mesi e, comunque, per un massimo di
cinque volte nell'arco di 36 mesi a prescindere dal numero dei contratti.
Qualora il numero delle proroghe sia
superiore, il contratto si trasforma in
contratto a tempo indeterminato dalla data di decorrenza della sesta proroga. Salvo diversa previsione dei contratti collettivi, qualora il lavoratore
sia riassunto a tempo determinato entro 10 giorni dalla data di scadenza di
un contratto di durata fino a 6 mesi,
ovvero 20 giorni dalla data di scadenza di un contratto di durata superiore
a 6 mesi, il secondo contratto si trasforma in contratto a tempo indeterminato. Il rapporto di lavoro può continuare dopo la scadenza del termine
inizialmente fissato, o successivamente prorogato, per un massimo di 50
giorni in caso di contratto iniziale di
durata pari o superiore a 6 mesi, o per
un massimo di 30 giorni in caso di
contratto iniziale di durata inferiore a
6 mesi; in questi casi il datore di lavoro
è tenuto a corrispondere al lavoratore
una maggiorazione della retribuzione
per ogni giorno di continuazione del
rapporto pari al 20% fino al decimo
giorno successivo e al 40% per ciascun giorno ulteriore. Se il rapporto
di lavoro continui oltre i suddetti termini di tolleranza, il contratto si trasforma in contratto a tempo indeterminato.
Recesso anticipato. Le parti possono recedere legittimamente dal rapporto prima della scadenza del termine. Il lavoratore può rassegnare le dimissioni solo in presenza di una giusta causa che non consenta la prosecuzione del rapporto, ed in tali ipotesi il
lavoratore ha diritto al risarcimento
del danno, che è determinato in misura pari all'ammontare delle retribuzioni che avrebbe percepito se il contratto avesse avuto la durata prevista (salvo che nel frattempo abbia trovato un'
altra occupazione). Il datore di lavoro
può recedere dal contratto prima della scadenza del termine esclusivamente in presenza di giusta causa o per
impossibilità sopravvenuta della prestazione se l'evento, pur se prevedibile, non era evitabile.
B
A - I periodi lavorati in
somministrazione come
si considerano ai fini del
computo dei 36 mesi?
Ai fini del raggiungimento della soglia limite di 36 mesi, si tiene
conto anche dei periodi
di missione aventi ad oggetto mansioni di pari
livello e categoria legale
svolti tra i medesimi
soggetti nell'ambito di
somministrazioni di lavoro a tempo determinato.
- In riferimento ai limiti
numerici previsti per i
contratti a tempo determinato, come si calcola
il limite del 20% per le
attività iniziate nel corso dell'anno?
Nelcaso di inizio dell'attività nel corso dell'anno, il limite percentuale
si computa sul numero
dei lavoratori a tempo
indeterminato in forza
al momento dell'assunzione.
- A quanto ammonta la
sanzione amministrativa in caso di superamento dei limiti numerici?
Le sanzioni sono pari:
a) al 20% della retribuzione, per ciascun mese
o frazione di mese superiore a 15 giorni di durata del rapporto di lavoro, se il numero dei lavoratori assunti in violazione del limite percentuale non è superiore a
uno;
b) al 50% della retribuzione, per ciascun mese
o frazione di mese superiore a 15 giorni di durata del rapporto di lavoro, se il numero dei lavoratori assunti in violazione del limite percentuale è superiore a uno.
- Come si computano i
lavoratori a tempo determinato nel calcolo dell'
organico aziendale?
Salvo che sia diversamente disposto, ai fini
dell'applicazione
di
qualsiasi disciplina di
fonte legale o contrattuale per la quale sia rilevante il computo dei
dipendenti del datore
di lavoro, si tiene conto
del numero medio mensile di lavoratori a tempo determinato, compresi i dirigenti, impiegati negli ultimi due anni, sulla base dell'effettiva durata dei loro rapporti di lavoro.
B
y
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Primo identikit dell'autodromo di Terni | Cecconi svela il progetto ­ Tuttoggi
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Primo identikit dell’autodromo di Terni | Cecconi svela
il progetto
Svolta per economia e turismo | "L'amministrazione non può perdere questa
occasione"
Mirco Diarena ­ 14 ottobre 2015 ­ 0 Commenti
“L’otto settembre ho presentato in Consiglio un documento frutto di un percorso che è partito da
molto lontano“. È con queste parole che Marco Cecconi, consigliere comunale di Fratelli
d’Italia Alleanza Nazionale ma soprattutto grande appassionato di moto, inizia la sua lunga
riflessione sull’autodromo di Terni. Che l’argomento gli stia particolarmente a cuore lo si capisce
subito, da come cambia lo sguardo quando inizia a parlare dell’impianto polifunzionale per gli sport
motoristici. I suoi occhi sembrano guardare lontano, proprio come fa un pilota quando cerca di
anticipare una curva, come fa chi con tutte le forze desidera la realizzazione di un progetto. Ex pilota
professionista, collaudatore e corrispondente di numerose riviste specializzate nel settore motoristico,
nonchè unico Tecnico Federale della provincia di Terni, Marco Cecconi è un’autorità nel campo delle
moto. “Ho passato la mia vita dentro gli autodromi in sella ad una moto – racconta Cecconi – e ho
visto con i miei occhi i benefici che simili strutture riflettono sul territorio. La città di Terni vanta una
tradizione motoristica senza eguali se la rapportiamo alla sua dimensione. La nostra è la terra
di Borzacchini, Liberati, Pileri, Fosco, Giansanti (padre e figlio) e da ultimo Danilo
Petrucci. Quando si parla di terra dei motori non si può far riferimento solo alla Romagna.
Realizzare un impianto polifunzionale a Terni significa valorizzare il nostro passato proiettandolo
nel futuro”. In Italia al momento ci sono solo quattro circuiti con la C maiuscola, ossia sopra ai quattro chilometri
(la distanza minima che permette di organizzare eventi internazionali): Vallelunga, Misano, Imola e il
Mugello ai quali va aggiunto Monza che ospita gare di F1. “Vallelunga – spiega Cecconi – è un ex
ippodromo, Imola è stato costruito su un ex tratto stradale e il Mugello e Vallelunga sono strutture
comunque datate. Non dobbiamo pensare di costruire un circuito ma bisogna puntare senza mezze
misure su “il circuito”, ossia una struttura unica e polivalente capace di ospitare gare di kart,
minimoto, cross, supermotard, enduro, trial, auto e auto da competizione, moto e moto
da competizione. Una simile struttura sarebbe sfruttata 365 giorni l’anno e rappresenterebbe un
volano senza precedenti per l‘economia locale e per il turismo. Certo, occorre un progetto
lungimirante che permetta di realizzare un impianto polivalente per i motori che possa ospitare
anche più tipi di manifestazioni. Pensiamo ad esempio ad un unico tracciato, comunque sezionabile,
capace di ospitare gare di kart o mini moto che a loro volta potrebbero abbinarsi a una gara di cross
che si svolge sulle montagne di terra rimosse per costruire la pista“.
La domanda che si sono fatti in molti in questi giorni è dove può sorgere una simile struttura e quali
zone della città o dei comuni limitrofi potrebbero sostenere la creazione di un’opera così complessa.
“A questo quesito – risponde senza esitazioni Cecconi – devono dare una risposta l’amministrazione
di Terni o quelle limitrofe. Spetta a chi gestisce il pubblico individuare un luogo dove poter far
sorgere e sviluppare il progetto. È ovvio che nel ternano e non solo ci sono diverse zone che
potrebbero prestarsi alla realizzazione dell’impianto ma in questa “impresa” ognuno deve svolgere il
suo compito. Spetta al pubblico individuare l’area e favorire l’avvicinamento al progetto
del privato che si occuperà di finanziare e realizzare l’opera. La terza forza che dovrà scendere in
campo è il mondo dell’associazionismo, un settore che a Terni è molto sviluppato. A quest’ultimi
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Primo identikit dell'autodromo di Terni | Cecconi svela il progetto ­ Tuttoggi
spetta il compito di organizzare eventi e promuovere iniziative”.
“Con il nostro atto d’indirizzo – ha concluso il consigliere di Fratelli d’Italia Alleanza Nazionale –
abbiamo offerto un importante assist all’amministrazione. Mi auguro che questa volta non perdano il
treno. Spero che l’impianto polifunzionale non faccia la fine degli studi di Papigno, del Videocentro o
ancora del progetto che prevedeva la realizzazione di Gardaland a Narni. Perdere questa
occasione, per l’ennesima volta, sarebbe come segnare un autogoal all’ultimo minuto“.
L’ultima considerazione del consigliere d’opposizione riguarda la possibile realizzazione di un impianto
ibrido: “Dopo la presentazione del nostro atto – dice Cecconi – ho sentito tante parole. Non vorrei che
si decidesse di costruire una struttura incompleta o ibrida, tanto per dire ai cittadini: ‘visto,
l’abbiamo fatta’. Un simile intervento ha una sua logica solo se ogni metro di pista viene progettato
da persone competenti e se si ha l’intenzione di regalare alla città di Terni una nuova prospettiva,
una nuova opportunità, un volto nuovo per farsi conoscere in Italia e nel Mondo“.
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Mirco Diarena
Sono nato nel 1977 a Umbertide, ho conseguito la laurea in Scienze Politiche presso l'Università degli Studi di Perugia e
dal 2005 esercito la professione di giornalista/pubblicista.
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Terni, la Camera di commercio dice stop al cartaceo: da giovedì tutti i documenti in digitale | Umbria24.it
Giovedì 15 Ottobre 2015 ­ Aggiornato alle 07:50
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14 ottobre 2015 Ultimo aggiornamento alle 19:15
Terni, la Camera di commercio dice stop al cartaceo: da giovedì tutti i
documenti in digitale
Il segretario Piandoro: «Reali benefici per competitività e servizi alle imprese»
Da giovedì stop al cartaceo e via libera ai documenti in formato digitale. La rivoluzione entra anche
alla Camera di commercio di Terni che nelle prossime ore darà il via a un sistema di gestione documentale,
chiamato Gedoc, per gestire tutti i flussi di informazione in entrata e in uscita con tutti i documenti in formato
elettronico.
Obiettivi L’obiettivo dichiarato è quello di arrivare gradualmente ad uno stop totale della circolazione della
carta, come previsto dal decreto del presidente del consiglio dei ministri del 2013 che detta le regole per la
digitalizzazione nella pubblica amministrazione.
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Vantaggi reali «Snellimento delle procedure, risparmio di tempo e impulso alla digitalizzazione sono i tre assi
intorno cui ruota questo nuovo sistema che sarà realtà proprio da domani – spiega il segretario generale della
Camera di commercio, Giuliana Piandoro – con l’obiettivo finale di produrre reali benefici di competitività e
servizio alle imprese. Non solo. La dematerializzazione dei documenti sarà realizzata anche dentro i singoli
uffici, dove si procederà via via con una fascicolazione elettronica della carta, arrivando ad una modalità di
gestione condivisa e collaborativa. Da parte del territorio, imprese e cittadini ci aspettiamo una spinta alla
digitalizzazione: anche la posta in entrata dovrà essere infatti soltanto in formato elettronico».
Nuova sfida La Camera di commercio raccoglie dunque la sfida che la società dell’informazione ha lanciato
alla pubblica amministrazione come motore dell’innovazione. I progetti per la cosiddetta ‘Camera digitale’
partono nel 2003 con l’avvento di ComUnica, lo strumento telematico a servizio del registro delle imprese e poi
proseguito fino al 2012 con l’ingresso della Pec, il cui utilizzo si è più che raddoppiato nel giro di dodici mesi.
Dal 2013 infatti con le Pec inviate sono state 670, mentre nel 2014 sono state 1.371.
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“Le Fontane” Terni, lavoratori approvano all’unanimità l’accordo con Coop Centro Italia ­ Tuttoggi
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“Le Fontane” Terni, lavoratori approvano all’unanimità
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La riunione a cui hanno partecipato circa 60 dipendenti, quasi tutti gli interessati,
si è tenuta nella sede di Filcams Cgil di Terni
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Redazione - 14 ottobre 2015 - 0 Commenti
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Perugia, denunciate minorenni per
furto in una abitazione
Si è svolta ieri sera (13 ottobre) presso la sede della Cgil di Terni, l’assemblea dei lavoratori di Superconti, sull’ipotesi di
accordo siglata dai sindacati Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil di Terni, per il passaggio di 37 lavoratori a Coop
Centro Italia. L’assemblea che ha visto la partecipazione di quasi tutti i lavoratori potenzialmente interessati al
trasferimento (circa 60, tra quelli dell’unità produttiva “Le Fontane” e quelli del supermercato di Borgo Rivo) ha analizzato
nel dettaglio, fino a tarda notte, i contenuti dell’ipotesi di accordo, poi sottoposti al voto che si è concluso con
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mantenimento
totale
dei livelli
occupazionali,
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nulla scontato,
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Okcalo dei
Maggiori informazioni
caratterizzata da
un drastico
consumi. È evidente, naturalmente, che questo, come ogni accordo sindacale, è
frutto di una mediazione tra gli interessi delle parti, raggiunta con senso di responsabilità e in totale condivisione con i
lavoratori che, non a caso, hanno approvato, in assemblea pubblica e con votazione all’unanimità, i contenuti dell’intesa
nella sua portata collettiva”.
L’accordo prevede l’applicazione del ccnl della distribuzione cooperativa su contratti, da subito, a tempo indeterminato; il
L’Avvocato & Il Consulente
mantenimento dei livelli di inquadramento (con il riconoscimento di eventuali differenziali economici favorevoli
dell’accordo sul lavoro festivo e domenicale in essere con Coop, che pone un tetto massimo di 17 domeniche lavorative
Contributi per collaboratori domestici
| Tutte le scadenze
Contratto a Progetto, nuove regole
e la chiusura durante i superfestivi; applicazione del capitolo su relazioni sindacali e organizzazione del lavoro (rispetto
con il Jobs Act
determinati dal cambio di contratto); l’applicazione dell’integrativo con tempi di maturazione differenziata; l’orario di
minimo di 20 ore per i part-time (prima non garantito), con previsione di un percorso di crescita; applicazione
di pause, riposi, etc.) come previsto dal contratto integrativo Coop.
“Trattandosi di rapporti di lavoro costituiti ex novo, conseguenti alla chiusura dell’unità produttiva “Le Fontane”, non è
stato possibile mantenere gli scatti di anzianità maturati con la vecchia azienda – osserva ancora Marchetti – ma siamo
fiduciosi della possibilità di recuperare la perdita economica che si determinerà attraverso l’applicazione di altri istituti
presenti nel contratto integrativo, da sempre corrisposti ai lavoratori Coop. In generale, siamo convinti di aver portato a
casa un accordo positivo – conclude Marchetti – che prevede una crescita progressiva per i lavoratori, il tutto nell’ambito
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“Le Fontane” Terni, lavoratori approvano all’unanimità l’accordo con Coop Centro Italia ­ Tuttoggi
casa un accordo positivo – conclude Marchetti – che prevede una crescita progressiva per i lavoratori, il tutto nell’ambito
di relazioni sindacali strutturate, che hanno portato a costruire negli anni occupazione di qualità e crescita professionale
per le lavoratrici e i lavoratori”.
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Province, venerdì sciopero e cortei a Perugia e Terni: «Ancora in 250 non sanno che fine faranno» | Umbria24.it
Giovedì 15 Ottobre 2015 ­ Aggiornato alle 07:47
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14 ottobre 2015 Ultimo aggiornamento alle 19:55
Province, venerdì sciopero e cortei a Perugia e Terni: «Ancora in 250 non
sanno che fine faranno»
Sindacati e lavoratori si preparano alla mobilitazione: i nodi da sciogliere riguardano polizia provinciale, dipendenti ex Anas e quelli dei
Centri per l'impiego
di D.B.
Due manifestazioni, una a Perugia e l’altra a Terni, due ore di sciopero, dalle 12 alle 14, e circa 250 lavoratori
che ancora non sanno se e dove verranno ricollocati. I dipendenti delle due Province umbre si preparano alla
giornata di mobilitazione indetta per venerdì, quando nei due capoluoghi si terranno altrettanti cortei di
protesta che si snoderanno lungo le vie delle città. A Perugia i lavoratori si ritroveranno alle 11.45 in via
Palermo per partire in corteo alla volta di Piazza Italia. «Niente Province niente servizi» sarà lo slogan della
giornata. Nelle scorse ore si è tenuto un altro tavolo tra sindacati e Regione che però non è servito a
convincere i dipendenti a disdire scioperi e manifestazioni.
ALCUNI DIPENDENTI DELLA PROVINCIA DI
Physiogel
Ipoallergenico
Reintegra la barriera
idrolipidica della pelle
secca e sensibile.
In 250 a rischio «Si avvicina inesorabile – spiegano Cgil, Cisl e Uil – la data del 31 ottobre, ultima stabilita per
la definizione degli organici delle nuove aree vaste e per la definizione dell’allocazione dei servizi e dei
lavoratori delle Province secondo la road map prevista dal governo». In ballo, sottolineano, ci sono ancora 250
persone che «non hanno ancora la necessaria collocazione né certezze sul futuro occupazionale». Tra questi
molti sono gli agenti della polizia provinciale: ben 113 a Perugia e 20 a Terni, dei quali due terzi la Regione
pensa di collocarli presso i Comuni mentre i restanti rimarrebbero in seno alle Province. A questi va aggiunto il
personale ex Anas (93 a Perugia e 42 a Terni) e quello dei Centri per l’impiego. In tutto questi ultimi sono 139,
dei quali 55 precari ed è proprio intorno a questi che si concentrano le maggiori preoccupazioni: «Non c’è
certezza – dice la Rsu di Perugia – sulla firma della proroga del contratto in scadenza al 31 dicembre di
quest’anno. Il rischio immediato – conclude la nota – è quello dell’interruzione dei servizi e dell’inserimento del
personale in esubero nel portale nazionale della mobilità».
Situazione complicatissima Una situazione «complicatissima» secondo i sindacati, che riconoscono come
l’Umbria sia però una «tra le sette Regioni in Italia ad aver legiferato in materia». «Prendiamo atto del lavoro
fatto dalla Regione e in particolare dall’assessore Bartolini – continuano ­, ma le risorse messe in campo ad
oggi lasciano ancora troppi problemi insoluti e sopratutto non garantiscono la continuità del lavoro per tanti lavoratori pubblici che per la prima volta in
assoluto rischiano di essere licenziati e di trovarsi disoccupati senza alcuna possibilità di utilizzare misure quali la disoccupazione o la cassa
integrazione».
Bilanci Uno spiraglio per alcuni dei 250 c’è grazie all’Anci, che sta sondando le disponibilità dei Comuni in merito a possibili assunzioni, non solo di
agenti della polizia provinciale, ma ancora il percorso è lungo e il tempo stringe. Accanto a tutto ciò c’è il tema dei bilanci di previsione che i due enti, per
mancanza di risorse, non sono riusciti ancora a chiudere. «Ad oggi – dice la Rsu di Perugia – non sappiamo se la Provincia dichiarerà il default. Se
questo accadesse si arriverebbe a un ulteriore taglio del personale del 30 per cento, prospettiva estremamente allarmante per il personale». «Il tema
del disavanzo dell’ente – aggiungono sul punto i colleghi ternani – è ancora una spada di Damocle in capo a coloro che svolgono le funzioni
fondamentali».
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La guerra alla ztl non si ferma, TpN: «Il centro morirà»
Narni, è ancora polemica dopo l’assemblea voluta dal sindaco
Polemica a Narni Via Garibaldi, cuore del centro
NARNI - L’argomento dei varchi elettronici nel centro storico di Narni continua a tenere banco. E non potrebbe essere altrimenti, visto il putiferio che la questione sta scatenando, tra i pro e i contro a quella che è ormai una decisione presa dal Comune di installare le telecamere nelle vie di accesso alla città. Il gruppo consiliare di Tutti per Narni si è schierato sin dall’inizio contro i varchi ed appoggia, dunque, la presa di posizione dei commercianti e di molti cittadini che
non vogliono le telecamere. «Si è parlato di
scarsa partecipazione all’assemblea indetta
dal sindaco la scorsa settimana per parlare
dei varchi - dicono da TpN - ma nessuno ha
detto che erano in pochi a sapere di questo
incontro che si è poi trasformata in una gazzarra condita da uno scambio di accuse tra
un consigliere dell’opposizione che era pre-
PAGINA AD USO ESCLUSIVO DEL DESTINATARIO
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sente e il sindaco. Nel progetto c’è solo tanta
approssimazione. Non si sa, ad esempio,
quante siamo le auto dei residenti che hanno
diritto di entrare nel centro storico e quante
quelle dei non residenti che per vari motivi
hanno lo stesso diritto».
TpN contesta anche un’altra “falla” che
sarebbe presente nel progetto redatto dal comune. «Ci sembra una grande contraddizione quella di rendere liberi i parcheggi del
piazzale del Suffragio, questo indurrà molti
automobilisti ad utilizzare il piazzale medesimo come un garage all’aperto, ergo, una
volta attivi i varchi elettronici, con il parcheggio presumibilmente pieno sarà impossibile a chiunque trovare spazi liberi dove
lasciare l’auto. Questo darà il colpo di grazia al nostro centro storico, già in affanno».
MAURO PACELLI
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L’innovazione nel bicchiere,
ecco il vigneto 2.0
Difesa e gestione agronomica, il progetto
di assistenza tecnica sperimentato
a Montefalco sbarca sulla Rupe
ORVIETO - Innovazione e sostenibilità. Sono queste le parole chiave
del progetto “Studio di fattibilità
dell’applicazione di un nuovo modello di assistenza tecnica per la gestione sostenibile del vigneto nel territorio del Consorzio Docg Sagrantino di Montefalco - Grapeassistance” che verrà presentato oggi alle
aziende vitivinicole dell’Orvieto in
un incontro promosso da Confagricoltura Umbria alle 15,30 a palazzo
dei Sette. Un progetto, realizzato
nell’ambito del Psr, che punta a rea-
Oggi al palazzo dei Sette
l’incontro promosso
da Confagricoltura Umbria
per illustrare l’iniziativa
lizzare un sistema territoriale di gestione innovativa dei trattamenti fitosanitari in vigneto. Sperimentato a
Montefalco con il coinvolgimento
di 12 aziende vitivinicole, il modello
può essere esportato e potrebbe trovare applicazione anche in altri settori dell’agricoltura. Di qui l’interesse per l’Orvietano. L’innovazione - spiegano i promotori dell'iniziativa - è costituita dall’introduzione
di un sistema di supporto alle decisioni costruito su modelli matemati-
ci di elaborazione che, in relazione a
variabili ambientali, fenologiche, ed
altri parametri di difesa e gestione
agronomica della vigna, permette di
aiutare il “manager del vigneto” che
decide la gestione del vigneto, ad attuare soluzioni più mirate e corrette.
Più semplicemente si tratta di 22
bollettini editati da uno staff di tecnici e diramati settimanalmente alle
aziende vitivinicole, a cui viene così
fornito un quadro chiaro sullo sviluppo di agenti patogeni e sulle condizioni meteo. Le variazioni meteorologiche dell’ultimo decennio, infatti, hanno accentuato l’esigenza
degli agricoltori di avere a disposizione sistemi di supporto alle decisioni per ridurre le perdite di produzione connesse all’andamento
dell’annata agraria. Tali sistemi (in
inglese Decision Support Systems,
DSS) sono oggi considerati lo strumento migliore per fornire tutte le
informazioni necessarie ed aggiornate per la gestione di una specifica
coltura, malattia o infestazione. Tra i
vantaggi che il progetto promette la
riduzione del 20-30% del numero
dei trattamenti fitosanitari in vigneto con conseguente riduzione della
dispersione dei prodotti chimici
nell’ambiente, la riduzione del 30%
del consumo di rame nei vigneti gestiti con il metodo biologico, il risparmio economico annuale di circa
Innovazione e sostenibilità Arriva il progetto del vigneto 2.0
200 euro per ogni ettaro di vigneto
trattato.
Il sistema DSS utilizzato è stato
ideato dallo Spinoff Horta srl in collaborazione con l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza.
Dopo i saluti del sindaco della città
Giuseppe Germani, di Corrado Bottai Presidente sezione territoriale di
Orvieto Confagricoltura Umbria ed
Enzo Barbi presidente Consorzio di
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Tutela Vini di Orvieto, seguiranno
gli interventi di Bernardo Barberani
(presidente sezione economica vitivinicola di Confagricoltura Umbria), Tito Caffi e Giuseppe Piacentino (Università Cattolica del Sacro
Cuore), Giovanni Bigot (agronomo), Luciano Concezzi (Parco Tecnologico Agroalimentare dell’Umbria).
STEFANIA TOMBA
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Idroelettrico, l’ombra del ricorso
Le aziende coinvolte potrebbero
contestare l’aumento del canone
TERNI - Se c’è una cosa che paradossalmente accomuna un semplice
cittadino e la grande multinazionale
è il portafoglio. Ovvero entrambi
preferiscono non essere toccati proprio lì. E l’aumento, anzi il raddoppio, del canone di concessione per lo
sfruttamento dell’energia idroelettrica deciso dalla Regione andrà ad
incidere sui conti delle aziende che
saranno coinvolte e che operano in
particolar modo sul territorio ternano. Tre nello specifico, Edison,
Acea e la tedesca E.On che entro la
fine dell’anno si appresta a cedere i
propri impianti sul territorio alla genovese Erg. La società di Garrone si
appresta dunque a rilevare strutture
che fino a oggi hanno pagato un canone di 15,60 euro per kilowattora e
dal primo gennaio 2016 se lo vedranno raddoppiato a 31 euro.
L’operazione della Regione, dai rumors che trapelano, sarebbe sotto la
lente degli uffici legali del colosso
petrolifero genovese che starebbe
valutando l’ipotesi di un ricorso
contro gli aumenti. Anche Confindustria a Terni avrebbe avviato una
verifica sulla procedura utilizzata
dalla Regione. Al di là dell’eventuale battaglia legale, il timore è che
l’aumento dei canoni possa avere ripercussioni sul piano industriale che
Erg sta predisponendo per gli impianti ternani. Preoccupazioni che il
capogruppo di FI in Regione, Raffaele Nevi, porterà in Consiglio con
un’interrogazione con la quale chiederà se le aziende interessate «siano
state informate dell’aumento del
100% dei canoni concessori». «Voglio sperare - afferma Nevi - che
questo provvedimento sia stato ponderato e siano state considerate tutte
le conseguenze che avranno, se le
avranno, nei rapporti tra le multinazionali e il territorio. Non vorrei che
questo atto fosse solo il frutto di
un’esigenza di continuare con la politica del tassa e spendi tanto caro alla sinistra di casa nostra». Perché è
stato calcolato che dall’aumento dei
canoni alla Regione arriverà un
extragettito di circa 5 milioni di euro
di cui una parte dovrebbero poi essere girati al Comune di Terni. « Il mio
gruppo - aggiunge il consigliere for-
Dai tedeschi ai genovesi La centrale di Galleto passerà da E.On alla Erg
zista - farà le sue considerazioni in
sede di bilancio preventivo rispetto
all’utilizzazione di queste somme da
parte della Regione e dei Comuni
per evitare la solita manovra per fare
cassa o per aiutare qualche Comune
amico a temperare i gravissimi problemi di bilancio, come il Comune
di Terni». Ma ai dubbi e alle perples-
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sità di Forza Italia risponde il consigliere regionale del M5S Andrea Liberati che da tempo aveva iniziato
una battaglia per chiedere l’aumento
dei canoni concessori poi fatta propria soltanto nell’ultima campagna
dal Pd e successivamente dal vicepresidente della Regione, Fabio Paparelli. «Anziché 110 milioni di euro di utile all’anno, 108 circa. Ecco
di quali grandi perdite stiamo parlando per il povero Garrone dopo
l’aumento dei canoni deciso dalla
Giunta dell’Umbria», dice Liberati
che chiede invece di «accrescere ulteriormente i canoni sull’idroelettrico così come fatto non solo
dall’Abruzzo, ma anche dalla Lombardia che impone un 30% aggiuntivo». Per Liberati la «Giunta dovrebbe chiarire secondo quali parametri,
come e con quali obiettivi, intenderà
redistribuire i canoni ai territori interessati dagli impianti».
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LA PROTESTA
Provincia,
i dipendenti
scendono in piazza:
domani il corteo
TERNI - Due ore di sciopero
dalle 12 alle 14 e corteo di protesta da viale della Stazione fino a piazza Valnerina passando per via Mazzini.
La rsu della Provincia di Terni ha confermato la mobilitazione indetta per domani unitamente a quella dei colleghi di
perugia.
Secondo i sindacati «persistono ancora le criticità e le
motivazioni per tenere alto il
livello di agitazione ed attenzione su una vertenza che riteniamo debba essere presa in
carico a livello collettivo. Occorre pari dignità rispetto ad
altre crisi aziendali che hanno
purtroppo già drammaticamente segnato il nostro territorio».
La rsu ritiene che esistano
ancora problemi nelle funzioni
delegate per quanto riguarda i
percorsi. Chiarezza viene anche chiesta sulla polizia provinciale e le strade regionali ex
Anas, temi per i quali i rappresentanti dei lavoratori esprimono «forte preoccupazione
di fronte ad una insufficiente
presa in carico delle problematiche a partire dalla Regione,
che non intende corrispondere
le risorse necessarie per lo
svolgimento dei servizi, ed arrivando sino al sistema complessivo degli enti locali umbri
che solo ieri hanno informato
il tavolo di governance
dell’avvio della ricognizione
delle disponibilità assunzionali nei Comuni, nonostante le
nostre reiterate sollecitazioni».
«Sui Centri per l’impiego proseguono - il percorso deve
essere ancora definito nella
modalità e nella tempistica,
poiché ci sono ancora alcuni
nodi da sciogliere, come ad
esempio il protocollo-convenzione in capo al governo». Il
tema del disavanzo dell’ente,
per la rsu, è ancora una spada
di Damocle in capo a coloro
che svolgono le funzioni fondamentali.
Per mercoledì 21 alle 15,30
nella sede di Terni della Regione è fissato un ulteriore tavolo.
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Coop-Superconti, i lavoratori approvano l’accordo
Con il cambio di contratto si perderanno gli scatti d’anzianità, ma ci saranno meno domeniche di lavoro
TERNI - Passa all’unanimità l’accordo per il passaggio a Coop Centro Italia dei 37 lavoratori del punto vendita Superconti de “Le Fontane” a cui si aggiungeranno 12 dipendenti del supermercato di Borgo Rivo che complessivamente saranno impiegati nel nuovo centro
del colosso di Castiglion del Lago
che aprirà l’8 novembre a Gabelletta. L’assemblea dei lavoratori
riunita martedì sera ha dato il via
libera a un’intesa giudicata positivamente da tutte le sigle sindacali
Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs.
L’accordo prevede l’applicazione del contratto della distribuzione
cooperativa su contratti, da subito,
a tempo indeterminato, il mantenimento dei livelli di inquadramento
con il riconoscimento di eventuali
differenziali economici favorevoli
determinati dal cambio di contratto, l’applicazione dell’integrativo
con tempi di maturazione differenziata, l’orario di minimo di 20 ore
per i part-time (prima non garantito), con previsione di un percorso
di crescita, l’applicazione dell’accordo sul lavoro festivo e domenicale in essere con Coop, che pone
un tetto massimo di 17 domeniche
lavorative e la chiusura durante i
superfestivi, applicazione del capitolo su relazioni sindacali e or-
ganizzazione del lavoro (rispetto
di pause, riposi) come previsto dal
contratto integrativo Coop.
«Trattandosi di rapporti di lavoro costituiti ex novo, conseguenti
alla chiusura dell’unità produttiva
“Le Fontane”, non è stato possibile mantenere gli scatti di anzianità
maturati - osserva Desirè Marchetti della Filcams - ma siamo fiduciosi della possibilità di recuperare
la perdita economica che si determinerà attraverso l’applicazione
di altri istituti presenti nel contratto integrativo Coop».
«Ricordiamo che Superconti
nella nostra regione - aggiunge
Massimiliano Ferrante della Uil-
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tucs - si è sempre caratterizzato per
una politica aggressiva in merito
alle aperture domenicali, determinando di fatto un forte peggioramento delle condizioni di vita e familiare dei suoi addetti. Con questo accordo è indubbio che i lavoratori perderanno una parte della
loro retribuzione a seguito dell’azzeramento dell’anzianità, ma è altrettanto vero che ad essi saranno
riconosciute condizioni di lavoro
che determineranno indubbiamente un miglioramento delle condizioni di vita all’interno del posto di
lavoro, ma anche e soprattutto riconoscendo spazi e tempi di riposo
assolutamente migliori.».
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Comune, la macchina
scalda i motori
Nuova organizzazione degli uffici, il sindaco pronto a nominare
i dirigenti. Le posizioni organizzative passeranno da 61 a 47
TERNI - Alcuni nomi e punti fermi il sindaco li ha già fatti ai suoi
assessori nell’ultima riunione di
gabinetto della Giunta, ma non alla sua maggioranza nell’incontro
che si è tenuto lunedì sera. Quelli
dei dirigenti che si appresta a nominare nelle prossime ore incasellandoli nel nuovo schema di riorganizzazione della macchina amministrativa del Comune. Una riforma tanto attesa che era stata approvata dall’esecutivo a giugno,
ma non ancora resa attuativa con i
decreti di nomina da parte del primo cittadino da cui dipende, a cascata, tutta la nuova organizzazione degli uffici a palazzo Spada. La
messa a punto della “macchina”
sta tornando ad alimentare nuove
fibrillazioni tra i dirigenti che si
erano sopite soltanto con i ritardi
accumulati sull’attuazione. Perchè la riorganizzazione non diminuirà il numero dei dirigenti ne
tantomeno le indennità, ma senza
dubbio li metterà in una scala gerarchica diversa. Qualche indiscrezione trapela anche se fino alla firma dei decreti qualcosa po-
trebbe ancora cambiare. Certi, come anticipato già a giugno dal
Giornale dell’Umbria, i quattro
nuovi dipartimenti che andranno a
mettere insieme vari settori e salvo sorprese dovrebbero essere
certi anche i nomi di coloro che li
guideranno. A capo del dipartimento Lavori pubblici che ingloberà Mobilità e Trasporti ci sarà
Renato Pierdonati, il dipartimento
I nomi
Renato Pierdonati, Marco
Fattore, Vincenza Farinelli
e Andrea Zaccone
dovrebbero guidare
i quattro nuovi dipartimenti
con Ambiente ed Edilizia sarà diretto da Marco Fattore, il dipartimento dello Sviluppo economico
che riunirà anche Turismo, Sport,
Cultura e Innovazione dovrebbe
essere guidato da Andrea Zaccone
mentre al dipartimento dei Servizi
Manca la firma
Il sindaco Di Girolamo si appresta a nominare i dirigenti
in Comune
alla Persona (Sociale e scuola) dovrebbe andare Vincenza Farinelli.
Quattro le direzioni “semplici”
con Elena Contessa alle Attività
finanziarie, Francesco Saverio
Vista al Personale, Daniela Virili
agli Affari generali, Massimo Cavadenti agli Affari istituzionali e
Anagrafe. Le cosiddette “unità di
progetto” dovrebbero essere due,
l’Urbanistica a Carla Comello e le
Partecipate a Luciano Sdogati.
Gli altri - Maurizio Galli, Maria
Rosaria Moscatelli, Adriano Marrocco e Patrizia Pallotto andranno
in staff nei vari dipartimenti mentre il comandante della polizia
municipale Federico Boccolini
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dovrebbe finire nello staff del sindaco.
Quando lo schema sarà definitivo e vidimato la maggioranza potrà dare la sua valutazione del rispetto del criterio di rotazione dei
dirigenti che ispirava la riforma
così come suggerito dalle norme
anticorruzione. Le nomine dovrebbero essere firmate all’inizio
della prossima settimana e mercoledì la Giunta approverà di conseguenza la delibera sulla ripartizione delle posizioni organizzative, i
cosiddetti “mini dirigenti”, che
diminuiranno passando da 61 a
47. Un numero che i sindacati giudicano ancora troppo basso.
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L’INTERVENTO
«Diversificare lo sviluppo economico
della città è un’emergenza»
di LEO VENTURI *
’invito lanciato dal dottor
Malvetani di rimettere il tema del futuro dell’Ast, e con
esso dell’intero territorio, al centro
di un’attenta riflessione non può
che essere sostenuto. I segnali di
ripresa e le ambizioni di crescita
che il Paese intende perseguire devono essere colti dalla nostra città
come un’importante opportunità
per rilanciare alcuni grandi temi in
grado di alimentare la speranza
che si avvii un nuovo sviluppo
economico e sociale di Terni
dell’intera Umbria. Fra questi
quello della diversificazione dello
sviluppo, da troppo tempo annunciata senza risultati significativi,
che non va derubricata, anzi perseguita per consentire al nostro tessuto produttivo di poggiare su più
gambe. Certo è che di fronte alle
veloci modificazioni del sistema
economico, che avvengono con
frequenza e con tempi molto rapidi, s’impone la necessità di guardare ai futuri scenari con tempestività e concretezza per non subire,
passivamente, scelte che se non
condizionate localmente rischiano
di diventare ingovernabili e devastanti per il territorio. Di fronte a
questa cornice è bene fissare, e
possibilmente condividere, un
chiaro concetto: non c’è diversificazione dello sviluppo se non si
rafforzano le certezze sul futuro
dell’Ast per la semplice ragione
che questa realtà produttiva, unitamente all’indotto che alimenta, è,
sostanzialmente, l’unica gamba su
cui poggia l’economia ternana.
Solo salvaguardando e definendo
nuove prospettive per l’Ast si possono, realisticamente, favorire le
condizioni affinchè altri settori
dell’economia ternana possano affermarsi diventare forti gambe capaci di sostenere, insieme alla siderurgia, l’intera economia della
L
città. Se ciò è vero l’accordo sottoscritto al Mise fra le parti sociali e
il Governo, epilogo della vertenza
Ast, non è assolutamente sufficiente a garantire il futuro dell’Acciaieria. Quell’accordo è maturato
all’interno di un quadro nazionale
che vedeva la nostra fabbrica essere l’anello più forte del sistema siderurgico del Paese viste le ancor
più drammatiche problematiche
che altri siti produttivi, in particolare Taranto e Piombino, erano
chiamati ad affrontare. Oggi siamo di fronte ad un quadro diverso e
più preoccupante per la fabbrica
ternana che, paradossalmente, da
anello forte rischia di trasformarsi
in anello debole del sistema siderurgico del Paese. Le ragioni: La
prima, di ordine politico, deriva
dal fatto che il Governo, considerando chiusa la vicenda ternana
con l’accordo del Mise, ha attenuato l’attenzione verso la nostra
realtà produttiva. La seconda, le
evoluzioni positive che stanno maturando negli altri siti produttivi. A
Taranto il Governo, anche attraverso la messa a disposizione d’ingenti risorse economiche della
Cassa depositi e prestiti, ha avviato una concreta fase di salvataggio
e rilancio, seppur in un quadro
complesso, propedeutica per un
positivo approdo. A Piombino,
con l’intervento di Cevital, si siano
create le condizioni per un rafforzamento produttivo e tecnologico
dello stabilimento, unitamente ad
un forte sviluppo del sistema infrastrutturale a esso legato e al rilancio internazionale delle attività
portuali con particolare riferimento ai mercati nord africani. A Terni
non solo emergono sistematiche
difficoltà nell’attuazione dell’accordo ma si rafforzano le preoccupazioni, al di la delle rassicurazioni da parte della dirigenza Ast, per
la mancanza di chiare e valide strategie industriali indispensabili per
dare sufficienti garanzie di prospettiva e per rendere il sito ternano meno vulnerabile nello scacchiere del mercato siderurgico
mondiale. La terza ragione deriva
dalla volontà mostrata da Thyssen
Krupp di muoversi all’interno di
una linea strategica industriale di
fondo, chiaramente delineata dopo
la fusione con Siemens, che è quella di uscire dal business della siderurgia rispetto alla nuova missione
che intende intraprendere o, quantomeno, considerarlo marginale.
Da tutto ciò appare chiaro che le
prospettive delle Acciaierie di
Terni e, con esse, quelle dell’intero indotto e della diversificazione
dello sviluppo rischiano di essere
estremamente incerte e precarie.
Per evitare che la situazione si avviti all’interno di una spirale involutiva è necessario porre in essere,
in tempi brevissimi, iniziative tese
a fotografare l’esistente e a definire un percorso operativo in grado
di riaffermare la strategicità del sito ternano e con esso un impegno
diretto del Governo. Guai ad
aspettare immobili l’evolversi
della situazione per evitare di correre ai ripari con i soliti ritardi.
* Presidente
associazione TerniOltre
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La Nazione - Narni Amelia
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NARNI DALL’AZIENDA DI NERA MONTORO UNA ‘CHICCA’ PER L’ASTON MARTIN
Volante in Alcantara nell’auto di James Bond
– NARNI –
DALLO stabilimento di Nera
Montoro alla nuova Aston Martin di 007, l’agente segreto più famoso del mondo: Alcantara (nella foto il presidente Andrea Boragno) continua a tagliare traguardi. Cosa hanno in comune la serie
extralusso limitata della Lamborghini e l’artista-fashion designer
Rebecca Moses? Hanno tutti scelto il potenziale creativo di Alcantara per realizzazioni che richiedevano il massimo dell’originalità,
della creatività, della funzionalità
e della versatilità. E sono questi i
fattori che in base a una recente ricerca Interbrand hanno portato il
valore del marchio a 100 milioni
di euro (cresciuto in 9 anni di 15
volte), a dimostrazione della soli-
dità e della fiducia di Alcantara. Il
2014, fa sapere la società, si è chiuso con un fatturato pari a 124 milioni di euro, in crescita del 12%
sull’anno precedente. Alcantara è
stata scelta dalla Lamborghini
per il rivestimento della nuova
Aventador LP 700-4 serie speciale Pirelli; sarà anche protagonista
del nuovo film di James Bond
«Spectre», in uscita a novembre.
VEDREMO il celebre agente segreto 007 impugnare il volante rigorosamente in Alcantara della
nuova Aston Martin DB9 Gt
Bond Edition, un vero e proprio
bolide per collezionisti.Alcantara
prevede di chiudere il 2015 con
un fatturato che supera oltre 150
milioni di euro.
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La Nazione - Orvieto
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PROMOZIONE
Le eccellenze locali
in vetrina ad Expo
– ORVIETO –
ALL’INTERNO di Expo
grande consenso hanno ottenuto i due appuntamenti di
promozione in forma integrata dell’8 e del 9 ottobre, che
hanno visto in mostra le eccellenze del Trasimeno e dell’Orvietano: Panicalensis, il Filet
di San Feliciano e il Punto perugino di Città della Pieve. La
seconda serata ha portato in tavola i profumi e i sapori del territorio esaltati dagli chef del ristorante Al San Francesco di
Orvieto. Formaggi e salumi tipici, zuppe di ceci e porcini,
tartufi, il tipico coniglio all’orvietana, la crescionda, oltre ai
grandi vini della Doc Orvieto,
selezionati dal Consorzio Vini
di Orvieto e il pregiato olio
dell’Orvietano. A far da cornice anche in questo caso i prodotti artigianali dell’Orvietano la ceramica e il legno di Michelangeli: all’esterno del padiglione gli ospiti hanno potuto
ammirare una mostra con tre
opere del prestigioso artista
Orvietano. Colonna sonora
delle due serate il gruppo musicale «Mamma li Turchi», di
Orvieto, che ha portato in scena canti della tradizione popolare. A completare l’atmosfera
anche riproduzioni di immagini e video dei magnifici territori del Trasimeno e dell’Orvietano.
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INNOVAZIONE DA OGGI ENTRA IN FUNZIONE IL NUOVO SISTEMA DI GESTIONE DOCUMENTALE
Camera di Commercio, largo all’elettronica e stop al cartaceo
– TERNI –
STOP al cartaceo alla Camera di Commercio
(nella foto il presidente Giuseppe Flamini):
da oggi l’ente camerale utilizza un sistema di
gestione documentale per gestire tutti i flussi
di informazione in entrata e in uscita, documenti che dovranno essere tutti in formato
elettronico. L’obiettivo è di arrivare gradualmente ad uno stop totale della circolazione della carta, come previsto dal decreto per la digitalizzazione nella pubblica amministrazione.
«Snellimento delle procedure, risparmio di
tempo e impulso alla digitalizzazione sono i
tre assi intorno cui ruota questo nuovo sistema che sarà realtà proprio da domani – spiega
il segretario generale, Giuliana Piandoro –
con l’obiettivo finale di produrre reali benefici
di competitività e servizio alle imprese». La dematerializzazione dei documenti sarà realizzata anche dentro i singoli uffici dell’ente. Pure
la posta in entrata da parte di imprese e cittadini dovrà essere soltanto in formato elettronico.
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Renzi rilancia sul deficit, ora
vuole alzarlo al 2,4%: nuova
sfida a Bruxelles
di ALBERTO D'ARGENIO
15 ottobre 2015
ROMA . Una manovra "elastica", da 27 a 30
miliardi, Europa permettendo. Una vera sfida
quella che Matteo Renzi lancia all'Unione e
sulla quale ieri a Chigi hanno lavorato fino a
notte. Con una certezza che nei palazzi
romani e brussellesi viene data per
acquisita: l'Italia finanzierà le misure per la
crescita e il taglio delle tasse in deficit e
senza incappare nelle sanzioni europee.
Originariamente il risanamento italiano, in
ossequio al Fiscal Compact, avrebbe dovuto
essere molto robusto: il compito che
Bruxelles aveva affidato a Roma per il 2016
Matteo Renzi (fotogramma)
era di portare il deficit all'1,4% del Pil. Poi la
scorsa primavera la prima deroga, l'ok alla flessibilità per le riforme che ha consentito al
governo di alzare il target all'1,8%. A fine settembre nell'aggiornamento del Def il governo
ha alzato ulteriormente l'asticella, chiedendo nuova flessibilità per le riforme (0,1%
addizionale) e per gli investimenti (0,3%) in modo da far salire il deficit fino al 2,2%. In più,
sempre nel Def, Roma si è appellata alla flessibilità per i migranti, indicando che se
clausola (ai tempi da poco richiesta da Austria e Italia) fosse stata creata, Roma avrebbe
chiesto un altro sconto dello 0,2% sul deficit, arrivando al 2,4%. Un punto di disavanzo in
più rispetto al target iniziale, circa 12 miliardi cash per finanziare la politica economica del
governo.
Nelle settimane tra la presentazione del Def e il varo della Legge di Stabilità, che vedrà la
luce al Consiglio dei ministri di oggi, Roma ha negoziato duramente con Bruxelles per
ottenere un via libera informale al 2,2%. Il grosso lo ha fatto Padoan, ma anche Renzi è
intervenuto sulle autorità europee. Nelle ultime ore, rigorosamente dietro le quinte, dalla
Commissione Ue sono arrivate rassicurazioni di un tale peso (anche dagli uffici del
presidente Juncker) da essere ormai ritenute la promessa di semaforo verde. Di per sé
già un'operazione fino a qualche mese fa impensabile visto che con il Fiscal Compact
Bruxelles avrebbe il potere di bocciare l'Italia e commissariarla per anni per il solo
rallentamento del risanamento pur restando sotto al tetto del 3%.
A quel punto Renzi è stato tentato dal colpo di mano: far salire subito il deficit al 2,4% con
la Legge di stabilità senza concordarlo con la Ue, mettendo Bruxelles di fronte
al fatto compiuto visto che a inizio ottobre la Commissione ha frenato sulla clausola dei
migranti, limitandosi a dire che sarà considerata paese per paese senza una regola
generale valida per tutti.
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legge di stabilità 2016 manovra economica Unione europea deficit­pil
Matteo Renzi pier carlo padoan
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15 ottobre 2015
15/10/2015
Riforma pensioni Renzi notizie oggi quindici ottobre: flessibilità in Legge di Stabilità?
Pubblicato il 15/10/2015
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RIFORMA PENSIONI RENZI NOTIZIE OGGI
QUINDICI OTTOBRE: FLESSIBILITÀ IN LEGGE DI
STABILITÀ?
Le ultime notizie sulla riforma pensioni ad oggi 15 ottobre: a chi è rivolta la flessibilità
part­time proposta dal governo Renzi?
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riforma­pensioni­renzi­notizie­oggi­
quindici­ottobre­flessibilita­in­legge­di­
stabilita­459637.html)
 b.
LAVORO (/LAVORO/)
(/)
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Riforma pensioni Renzi notizie oggi quindici ottobre: flessibilità in Legge di Stabilità?
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Nuovo dietrofront dal governo. Le ultime novità riguardanti la riforma pensioni hanno
per oggetto la flessibilità part­time, che abbiamo imparato per la prima volta a conoscere
ieri. È questa l'ultima soluzione proposta da Renzi, quella che è già stata ribattezzata
come una sorta di antipasto della flessibilità vera e propria, con il premier che ha
promesso la soluzione definitiva per la pensione anticipata tra 90 giorni
(http://it.blastingnews.com/lavoro/2015/10/pensioni­lavoratori­precoci­novita­14­ottobre­
renzi­pronto­ad­ascoltare­le­persone­00604753.html), alla scadenza quindi dei prossimi
tre mesi. Come riporta l'agenzia Adnkronos, non c'è nulla di ufficiale, e occorrerà
attendere ancora qualche ora, quando verranno rese note le misure contenute all'interno
del testo della Legge di Stabilità. Rinvio sì, rinvio no. Alla fine il governo dovrebbe aver
scelto per la via di mezzo, rinvio 'ni'. La flessibilità part­time infatti non può essere
considerata un intervento definitivo per la tanto richiesta controriforma della legge
Fornero, ma sarebbe un segnale importante da parte dell'esecutivo sul tema
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previdenziale, a testimonianza di come quest'ultimo non si sia dimenticato di uno dei
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Pensioni: a chi è rivolta la flessibilità part­time di Renzi
L'antipasto della nuova riforma pensioni del governo Renzi consentirebbe, come
sottolinea Repubblica, la flessibilità part­time per quei lavoratori che maturano i requisiti
per la pensione sulla base della Legge Fornero dal 2016 a fine 2018. Ma come funziona
più concretamente la flessibilità part­time? L'indiscrezione dell'agenzia Adnkronos
sottolinea che, sulla base di accordi individuali, il lavoratore potrà optare per il lavoro part­
time al 60­40 percento. In questo caso specifico, il datore di lavoro verserà in busta paga
i contributi netti che invece avrebbe versato all'Inps. Una volta che il lavoratore andrà in
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Riforma pensioni Renzi notizie oggi quindici ottobre: flessibilità in Legge di Stabilità?
pensione non subirà alcuna penalizzazione sul suo assegno previdenziale. Anche la
flessibilità part­time, l'ultima mossa di Renzi
(http://it.blastingnews.com/lavoro/2015/10/pensioni­lavoratori­precoci­novita­oggi­12­
ottobre­renzi­rinvia­la­riforma­00601307.html), avrà un costo. Secondo fonti di governo, il
costo della misura sarebbe stato calcolato intorno ai 100 milioni di euro all'anno, una
spesa che andrà ad impattare sul deficit e non invece sul debito, dovendo lo Stato
versare i contributi figurativi. A chi è rivolta la flessibilità part­time? Potranno avvalersi di
quest'ultima i lavoratori a partire dai 63 anni e 7 mesi nel 2016, come spiega l'articolo
della Repubblica, i quali usufruiranno in questo modo di una finestra di 3 anni.
Pensione anticipata: le prime reazioni all'antipasto di
riforma
Qualora fosse presentata la misura della flessibilità part­time oggi in Legge di Stabilità ci
troveremmo di fronte ad un primo passo verso la riforma pensioni 2016, annunciata da
Renzi attraverso le dichiarazioni rilasciate a Rtl 102.5, di cui vi abbiamo parlato nei nostri
precedenti articoli. Le prime reazioni non sono però delle più entusiastiche. Ad esempio
l'utente M. dice che con tale misura vengono aiutati i soliti privilegiati, statali e grandi
aziende, sottolineando come le piccole ditte o aziende artigianali difficilmente daranno
questa opportunità ai loro dipendenti. Sempre l'utente M. trova assurdo che l'aiuto venga
dato a chi il lavoro ce l'ha, mentre chi il lavoro l'ha perso a pochi anni dalla pensione
viene lasciato nelle stesse condizioni di prima. Vi trovate d'accordo con le parole
dell'utente M. oppure pensate che la soluzione proposta da Renzi sia condivisibile?
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