Voci dal B(r)anco - 1
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Voci dal B(r)anco - 1
Raccolta di testi realizzati dagli studenti delle classi prime e seconde del Liceo Tecnico Novembre-Dicembre 2003 ANNO 1 N. 1 L’EDITORIALE ALL’INTERNO “Il Giornalino a scuola, una ‘finestra’ aperta per i ragazzi” Oggi viviamo in un mondo sempre più tecnologico, dove è ormai diventato indispensabile per la vita conoscere e avere notizia di ogni ‘fatto’ che avviene nel mondo. La parola chiave che gira intorno a noi e alla nostra stessa essenza, il nostro bisogno di condividere, è: comunicazione. Secondo un dizionario, comunicare significa “partecipare, trasmettere o scambiare pensieri, opinioni o informazioni a voce, per iscritto o con segni”. Comunicare implica quindi condividere sentimenti e idee: esporre ad altri ciò che si sa o si pensa. Oggigiorno nel mondo sono sempre più numerosi i mezzi e gli strumenti da cui si possono attingere informazioni sempre più velocemente, l’esempio più evidente è il computer, Internet. Ma un altro mezzo, forse un po’ meno veloce e forse un po’ meno tecnologico, ma pur sempre una fonte valida e, relativamente, attendibile, è il giornale quotidiano. È ormai da qualche anno che si è messo tale mezzo a disposizione nelle scuole, per gli insegnanti ma anche e soprattutto per gli studenti. Per migliorare comunque l’aspetto comunicativo dei ragazzi, per incoraggiarli e motivarli a impegnarsi e forse ‘fare’ e ‘dare’ di più, le classi del Liceo Tecnico dell’I.T.I.S. “M. Giua” hanno deciso di creare un proprio “Giornalino”, un Giornalino di Classe/i. Questi non avrà uno scopo puramente informativo-descrittivo di fatti che avvengono nel mondo, di tutto ciò che fa notizia. Diversamente dalle tante Testate giornalistiche presenti nel mondo, questo “Giornalino” sarà come una ‘finestra’ aperta sulle classi o, meglio, sugli studenti in particolare. Esso pubblicherà i lavori prodotti settimanalmente dai ragazzi componenti le quattro classi partecipanti all’iniziativa; una volta corretto ed esaminato, sarà redatto e pubblicato. A chi è rivolto? Io credo, non solo a coloro che amano leggere, ma a tutti indistintamente! Il “Giornalino” prodotto sarà protagonista e oggetto di lettura e attenzione di Preside, insegnanti, alunni/compagni e genitori. Non solo! Da un lato aiuterà notevolmente i ragazzi a livello di profitto e motivazione, dall’altro agevolerà il lavoro di insegnanti e genitori nel continuo monitoraggio del lavoro degli studenti. Tutto ciò può portare solamente ad un crescente miglioramento della scuola e delle sue funzioni. Ma a questo punto, può sorgere una domanda: un “Giornalino” di classe, per parlare di cosa? di chi? Da questa domanda potrebbe emergere una perplessità forse comune, una nebbiosa funzione comunicativa: di cosa vogliono parlare? È vero, oggi più che mai stiamo vivendo in una società diversa da come lo era un tempo, stiamo vivendo un’epoca storica di proporzioni, in campo letterario, scientifico, militare…, notevoli e di portata maggiore di quanta ce ne sia mai stata. Insomma, un’epoca speciale, se così possiamo definirla. Credo sia possibile parlare di ciò di cui siamo tutti testimoni; non possiamo restare indifferenti a ciò che ci circonda: guerre, carestie, povertà, fame, ma anche progressi scientifici e tecnologici, innovazioni in campo medico, varie scoperte rivoluzionarie per migliorare la qualità della nostra vita! Allora, alla luce di tali informazioni, quale sarà l’obiettivo ultimo del “Giornalino” in classe? Di cosa si occuperà? Di quali materie o attività interdisciplinari? Io credo di ‘tutto ciò che c’è da dire, di cui dobbiamo parlare!’ In una parola della “Vita”, una parola ricca di significato, che oggi, rischia di sfumarsi davanti a grosse problematiche! Un modo per venirne a capo è cominciare da un punto di partenza, abbattendo le barriere dell’indifferenza e superando i ponti delle diversità, con la Comunicazione! Noi delle classi del Liceo Tecnico abbiamo iniziato. E voi? Ø Ø Ø Ø Ø Ø Ø Opinioni……Opinioni La classe…esce L’attualità Vita scolastica La Bacheca degli studenti Segnaliamo… Pagina Sportiva pag. 2 pag. 3 pag. 4 pag. 5 pag. 6 pag. 7 pag. 8 LA REDAZIONE − − − − − Cristian Zurru Martina Matta Matteo Ghiani Giangiacomo Sedda Giorgia Locci CORSIVO: “IL QUOTIDIANO IN CLASSE” E’ il venerdì di una qualsiasi settimana di vita scolastica nella classe 2Alt.Le lezioni sono appena incominciate e tutti si chiedono:”Ma quando arriva il giornale?”. La domanda sarà dettata da un reale interesse per il giornale o dal desiderio di evitare la tradizionale lezione di storia o di italiano?Probabilmente entrambi i motivi ci caratterizzano. Certo leggere il quotidiano a scuola è una bella esperienza: ci informiamo su tutto ciò che avviene nel mondo e soprattutto,attraverso lo scambio di idee ci si può confrontare con gli altri e con le loro opinioni.Questo ci aiuta ad aprire la mente e ad assumere diversi punti di vista,a Cristian Zurru capire il mondo in cui viviamo. Un nostro compagno sostiene (non vogliamo fare nomi,ma forse non è l’unico!) di non amare tanto la lettura del giornale perché è impegnativa e non sempre facile. Per fargli cambiare idea noi gli suggeriamo di leggere almeno gli articoli che trattano argomenti a lui vicini:sport, spettacolo, cronaca locale magari del suo paese. Forse piano piano lo apprezzerà. A questo deve servire il lavoro che svolgiamo in classe. Che dire poi della “fissazione” della nostra prof.? Vuol farci diventare “giornalisti”. Noi? Ma quando mai?! E invece ci ritroviamo a scrivere degli articoli giornalistici! Giulia, Antonella, Luca OPINIONI……OPINIONI INTERVISTA AL PRESIDE - Che realtà ha trovato nella nostra scuola, e quali sono le sue aspettative? La realtà è buona, si tratta di mettere un po’ d’ordine nelle abitudini sedimentate negli anni. Le aspettative sono di una scuola dove tutto funzioni al meglio. - Come è cambiata la scuola negli ultimi anni, e cosa si dovrebbe fare ancora per migliorarla? Siamo nel 2003, non si può negare un cambiamento economico e sociale, espressione di una società in evoluzione. I ragazzi sono spesso distratti dallo studio per i molteplici stimoli presenti nella società. La scuola riflette questo cambiamento. Bisogna responsabilizzare i ragazzi e far capire loro che tutte le tecniche di supporto alla nostra vita possono ostacolare il buon funzionamento della scuola, se non utilizzate adeguatamente. Prima si doveva scrivere bene per forza, ora con Internet e la fotocopiatrice i ragazzi possono scrivere con strumenti che facilitano il loro impegno scolastico. IL CROCIFISSO IN AULA "Il Crocifisso in aula" Che cosa pensa dell’autogestione attuata nella nostra scuola? Tutto il male possibile. E’ un momento di crescita che fa riflettere i ragazzi, solo se fatta in maniera seria; non vuol dire non fare lezione e divertirsi in classe, ma parlare di problemi dei giovani. E’ così che si cresce. Bisogna stabilire delle regole, codificare dei comportamenti, sapere dove si va, altrimenti si finisce nel caos. L’AUTOGESTIONE By Martina E’ tornata. Anche quest’anno l’autogestione è qui, all’ I.T.I.S. Giua! Secondo noi, l’autogestione quest’anno è stata organizzata molto male rispetto agli altri anni. Infatti, non si sono costituiti dei veri gruppi di studio ma, per la maggior parte, gli studenti si sono “rinchiusi” in classe… con un obiettivo: non fare niente. Inoltre non è possibile formare dei gruppi con i ragazzi delle altre aule e gli studenti sono nella completa paranoia, tanto che molti ormai non vengono più neanche a scuola. Quest’autogestione è stata organizzata per protestare contro la Moratti e più di un istituto sta lottando per questo motivo anche se, secondo noi, quest’autogestione non risolverà granché. In conclusione, non sarà il caso di studiare forme alternative di protesta?? Secondo me, avere il crocifisso in aula non è indispensabile, come non è indispensabile una manifestazione esteriore della propria religiosità. (MATTEO M.) Sono favorevole. Assolutamente d’accordo su una società multietnica, nel pieno rispetto delle nostre radici culturali e religiose. Il crocifisso deve restare in aule e uffici perché è un simbolo culturale e religioso della nostra comunità. (ALESSANDRO) Per me il crocifisso in aula può benissimo starci o non starci. Non mi sento di prendere posizione a riguardo. Non reputo veramente importante occuparmi del problema: sarebbe bene impegnarsi in altro! (LUCA M.) Sono assolutamente d’accordo con chi ritiene giusto esporre il crocifisso in classe. La religione del nostro Paese è cristiana ed un musulmano non può chiedere che siano cambiate le regole! Credenti o non credenti tutti devono rispettare gli altri e le loro idee, che siano cristiane o musulmane. (GIULIA) Sinceramente, penso che non sia il caso di darsi tanta pena per un fatto del genere, tuttavia sono convinta che il crocifisso in una classe non sia di fondamentale importanza; ciò andrebbe contro la libertà di religione che esiste in un paese democratico come il nostro. Qualcuno ha proposto di mettere i simboli di diverse religioni in classe per trovare un accordo, io personalmente trovo questa decisione insensata;. (MARTINA) Noi ci dobbiamo impegnare affinché i musulmani si integrino pienamente in questa nostra società ma anche ricordare che chi si reca in un paese straniero è chiamato ad adattarsi e ad accettarne gli usi ed i costumi. Direi che è un dovere di coloro che arrivano non turbare l’ordine di una comunità, ma rispettarla! (MATTIA) Secondo me, gli stranieri dovrebbero adattarsi alle nostre usanze e abitudini, senza cercare di modificarle. Ritengo che si debba lasciare nelle classi il crocifisso. (GIORGIA) Se proprio ci deve essere, i componenti della classe dovrebbero essere almeno tutti d’accordo; trovo ingiusto che una sola persona, com’è successo in Abruzzo, decida per tutta la scuola. Io personalmente ritengo che gli (ANNALISA) extracomunitari presenti nel nostro paese non debbano cercare di Secondo me le persone che vengono modificare le nostre usanze, nel nostro paese si devono adeguare ritenendole ingiuste e ambigue. alle nostre credenze e abitudini Penso che in ogni aula delle scuole religiose. Ritengo che il crocifisso italiane possa restare il crocifisso. deve rimanere perché simbolo della nostra società. (MATTEO P.) (ALBERTO) Collabora anche tu al giornalino!!! Scrivi un racconto, componi una poesia, invia delle lettere… La nostra redazione può essere contattata presso le classi 2° A e 2°B Liceo Tecnico LA CLASSE … ESCE “Cagliari, viaggio nel tempo tra passato e presente” CAGLIARI ? Il giorno venerdì 17 ottobre, le classi seconde del Liceo Tecnico dell’I.T.I.S. “M. Giua” hanno effettuato una visita guidata presso la Biblioteca Universitaria. Successivamente hanno visitato la mostra che la Divisione Radiofonia della Rai ha allestito presso il Ghetto degli Ebrei, in occasione del sessantennale di Radio Sardegna. Il punto di raduno era stato stabilito in Piazza Costituzione, di fronte al Bastione di San Remì, alle ore 9: 00 circa. Dieci minuti più tardi, le classi si sono recate a piedi in via Università, nel centro storico di Cagliari, dove ha sede l’anticamoderna Biblioteca Universitaria. Istituita nel 1764, viene aperta al pubblico solo nel 1792 nella Sala Settecentesca al primo piano del nuovo palazzo dell’Università. Tale Sala, contenente migliaia di volumi, manoscritti e libri antichi di secoli, ha suscitato negli studenti che sono entrati per la prima volta una suggestione tale da creare un senso di fascino e allo stesso tempo ammirazione. La Sala, ricca di colori oro, argento e Indaco/celeste, si presentava in maniera teatrale e si apriva al pubblico ammirato con due file di colonnine reggenti lo stretto e perimetrale primo piano. L’unico fattore che forse disturbava quella ‘calda’ atmosfera, era il forte e poco gradevole odore di vecchio, provocato dagli ormai consumati e deperiti volumi di pergamena. A pensarci bene, l’atmosfera non era poi così calda! Infatti, per la migliore conservazione dei volumi e manoscritti la temperatura era regolata a 1822° C, da degli strumenti installati in ogni Sala. Oggi la Biblioteca Universitaria conserva più di 300.000 tra volumi, manoscritti e libri. Essa ha attualmente una polifunzionalità: consultazione libri, attuali e antichi, prestito e ricerca via computer, tramite Internet. Sono sempre più numerose le file di ragazzi e ragazze studenti che si lasciano travolgere da queste migliaia di esperienze di vita vissuta, contenute e gelosamente conservate dalla Biblioteca Universitaria di Cagliari, la Sede forse della cultura Sarda, e Italiana in Sardegna. Successiva tappa della giornata del 17 ottobre, è stata la mostra allestita nell’impropriamente chiamato Ghetto degli Ebrei, poco più a nord rispetto a Via Università. Indetta dalla Divisione Radiofonia della Rai, tale mostra ha per titolo/argomento: “Gli anni della Radio”. Essa riproponeva i momenti più significativi che hanno fatto la storia della Radio ed i numerosi personaggi, della cultura e dello spettacolo, che si sono susseguiti in tanti anni di attività. Iniziando con un breve filmato storico, continuava snodandosi attraverso un percorso virtuale composto da immagini d’epoca, cui si collegavano Cristian Zurru RECENSIONE “Lisistrata” di Aristofane Molte sono le scene esilaranti, caratterizzate da donne che si rifiutano di concedersi ai loro mariti e fidanzati: il loro obiettivo è far cessare le guerre che da tempo dilaniano la Grecia. Possiamo dire che ogni mezzo è valido per raggiungere lo scopo! Fatto sta che i mariti delle “scioperanti” decidono di bloccare la guerra e, finalmente, arriva la tanto sospirata pace. Aristofane presenta in modo schietto e con un linguaggio al limite della scurrilità vicende tuttora attuali, spingendoci a riflettere sul senso delle guerre. Le guerre sono tutte uguali, non ci sono guerre giuste e guerre ingiuste. Nell’ultima scena, il rombo di un aereo militare, estraneo alla vicenda narrata, stabilisce un rapporto col presente, spingendo lo spettatore ad interrogarsi sulla guerra e, soprattutto, ad augurarsi la pace. Cosa succederebbe, se le mogli dei soldati impegnati in Iraq facessero lo stesso patto delle donne greche guidate da Lisistrata? Ci sarebbe da ridere… ! Gianluca Bernardi appositi contributi sonori ed oggetti originali presi in prestito dal Museo della Radio e della Televisione di Torino. In particolare, vi era anche una sezione dedicata alla presenza della Rai in Sardegna. Gli studenti, all’ingresso muniti di cuffie con sensori a frequenza, hanno ripercorso, come con una macchina del tempo, la storia sarda e italiana a partire dagli anni ’20 fino ad oggi, tramite documenti sonori del tempo e immagini/foto di personaggi, luoghi, eventi importanti, tutti naturalmente legati alla Radio: un’invenzione che ha cambiato il mondo. La visita, durata poco più di un’ora, è stata una bella e divertente esperienza per le due classi seconde, che hanno saputo cogliere gli aspetti più interessanti e hanno posto anche alcune domande alla guida. Terminata tale visita le due classi si sono incamminate per le strette vie del Centro Storico di Cagliari per tornare al punto di ritrovo, dispiaciute della fine di quella giornata allegramente iniziata, nonostante la leggera pioggia mattutina. Era così terminata quella bella giornata tra passato e presente, in un fantastico viaggio nel tempo che ha visto come protagonisti libri ma anche radio e televisione, strumenti privilegiati per conoscere e apprendere. Interno della sala settecentesca dell’Università di Cagliari Uno dei primi modelli di radio (mostra sulla storia della radio in Sardegna) L’ATTUALITÀ BASTA ALLA GUERRA: SALVIAMO LA PACE Non ci sono parole per descrivere l’angoscia, la rabbia, il dolore, la paura, ma allo stesso tempo il coraggio e l’orgoglio che si provano in momenti come questi. In questi giorni di tragedia, migliaia di persone, fiori e messaggi davanti alle caserme, tricolori alle finestre… l’Italia si è stretta intorno alle famiglie dei 19 uomini, soldati, ma anche civili, che hanno tragicamente perso la vita in Iraq, a Nassiriya, in un vile e brutale attentato terroristico. Oggi, martedì 18 novembre, i funerali di questi “Eroi della Pace”, nella Basilica di S. Paolo a Roma; davanti, una folla di migliaia di persone (si parla di circa 300.000), lì, a dare il loro appoggio alle famiglie delle vittime in primo luogo, ma anche per sostenere e dare prova del loro orgoglio verso questi eroi: mariti e padri, ma anche giovani (il più giovane aveva appena 22 anni). Che tragedia! I nostri non erano in guerra, né stavano aizzando il popolo iracheno contro un governo o un partito… loro erano in ‘missione per la pace’: prestavano soccorso ai feriti, ai disabili e ai malati, aiutavano le famiglie più disagiate, soccorrevano i bambini e procuravano loro generi di prima necessità, vestiti e quant’altro. Purtroppo però, l’imprevedibile! Come reagiamo noi, ora più che mai vicini a tali tragedie, allo squallore della guerra? Molte e diverse sono le opinioni al riguardo, ma alla fine è soltanto una la principale e comune preoccupazione: finiranno mai le guerre? Riusciremo un giorno ad ottenere la pace? Le perplessità da parte di scettici e critici sembrano purtroppo essere ben fondate e radicate, ciò nonostante la maggior parte delle persone ha fede e speranza che un giorno tutto si risolverà, che l’uomo, in qualche modo, anche se remoto, riuscirà ad evitare il peggio: l’autodistruzione! È vero, può sembrarci una parola un poco esagerata, ma è veramente così? O è in effetti una realtà che oggi più che mai, alla vista dei nuovi sviluppi in Medio Oriente, l’uomo rischia l’estinzione di quelli che una volta erano i princìpi fondamentali, quelli cardine del singolo individuo e quindi di una nazione, quali: rispetto, amore e unità verso il prossimo? Tale domanda non può trovare risposta più soddisfacente se non nel cuore di ognuno di noi. ‘Guerra’ e ‘Pace’, un ormai identificato eterno litigio fra ‘Bene’ e ‘Male’. Molti hanno contestato fin dall’inizio la guerra promossa dall’America di Bush contro l’Iraq di Saddam pensando alle inevitabili conseguenze cui si andava incontro. Alla fine, sarà vinta la guerra, o persa la pace? Un’importante domanda che tutti dovrebbero porsi! Una nota fiaba narra di un luogo meraviglioso, un luogo incantato dove regnava solo la pace e la gioia di vivere. Un regno che nella fiaba è popolato da una ‘banda’ di bambini amanti dell’avventura e sprezzanti del pericolo, che hanno sempre la meglio sugli unici ‘cattivi’ del luogo, i pirati. La fiaba citata è quella di “Peter Pan” e il fantastico luogo da cui egli proviene viene chiamato “l’Isola che non c’è”. Oggi la realtà è ben diversa! Guerre, attentati, fame, inquinamento, malattie, devastazioni di ogni tipo, rovinano il mondo: la Terra su cui viviamo e noi. Gli scienziati temono per una catastrofe di portata mondiale se non addirittura peggio, il tutto a causa dell’indifferenza dell’uomo, della sua mania di grandezza e di predominio sugli altri. Gli errori che ha fatto in passato non gli sono serviti da monito, come esempio negativo da non imitare, bensì questi possono essere rappresentati benissimo da dei calchi di gesso sui quali oggi l’uomo ripercorre la sua storia, segnata e caratterizzata da continue lotte e guerre separate da brevi intervalli, la così anelata pace! Io credo e sono convinto che la Terra, malgrado le negative previsioni future, non svanirà, non sarà distrutta dalla testardaggine dell’uomo. Ad un certo punto si dirà basta per sempre alle sofferenze che oggi affliggono l’umanità e si avvereranno le parole incise su un muro della United Nations Plaza a New York, riportate dalla scrittura biblica di Isaia 2:4, secondo cui “si faranno delle spade vomeri e delle lance cesoie per potare: nazione non alzerà la spada contro nazione e non impareranno più la guerra”. Che bella speranza! Con tale prospettiva i fatti che avvengono nel mondo hanno per noi che li percepiamo un significato diverso e particolare. Col cuore affranto per la tragedia avvenuta a Nassiriya agli Italiani in missione di soccorso, ci uniamo tutti con voce solenne, come un coro ben uniforme, nel pregare per la pace e fin d’ora a promuovere i suoi interessi anche nelle più piccole cose, a partire dai più semplici ma sempre ben accetti gesti: mostrando sincero rispetto e apprezzamento verso le forze dell’ordine che operano per noi, mostrando forse maggior altruismo e onore verso tutti, incluse le persone più anziane di noi, con una certa esperienza di vita alle loro spalle, e magari cercando di imparare da loro, cercando di non ripetere gli stessi errori dei nostri avi. Cerchiamo in tutti i modi possibili di salvare noi stessi il nostro mondo, “l’Isola che c’è” e che vuole essere presente e viva in ognuno di noi! Cristian Zurru DROGA: LA SVOLTA? LA LEGGE FINI Il vicepresidente del Consiglio Gianfranco Fini ha proposto la riforma della legge sulla droga. Il Governo ha approvato il disegno di legge che modifica profondamente la disciplina attualmente in vigore (DPR309/90) sull’uso di stupefacenti e di sostanze psicotrope, nonché sulla cura e riabilitazione degli stati di tossicodipendenza. La riforma si muove nelle seguenti direzioni: • Contrarietà anche verso il semplice uso e la detenzione della droga; Impegno delle istituzioni verso un’ adeguata • prevenzione, da sviluppare su un piano informativo e culturale; • Nessuna acquiescenza o addirittura collaborazione nel mantenimento di soggetti in stato permanente di tossicodipendenza, • Intelligente repressione dello spaccio. Il problema della droga riguarda ormai il mondo intero e assume dimensioni sempre più preoccupanti. Oltre alle problematiche che interessano il singolo soggetto, si riscontrano altri problemi che si intersecano con le più complesse emergenze mondiali, quali il terrorismo di matrice islamica, che trova le sue fondamenta in Afghanistan, dove la produzione di oppio è la maggiore al mondo. Esistono peraltro precisi vincoli di ordine internazionale da tenere presenti. Infatti la convenzione unica sugli stupefacenti, adottata a New York il 30 marzo 1961, obbliga gli stati sottoscrittori, tra i quali l’ Italia, a considerare illecita anche la detenzione di stupefacenti per uso personale e non terapeutico. Filippo Stara PARERI A CONFRONTO Io sono contrario alla legge proposta da Fini: droghe leggere e droghe pesanti non possono essere messe sullo stesso piano,in quanto non hanno lo stesso effetto. MARCO SAILIS Tanto vale legalizzarla! La droga ormai si trova dappertutto: scuole, piazze, discoteche e la legge non è sufficiente per fermare questo traffico illecito che da sempre è presente nelle nostre città. Io sono favorevole alla legalizzazione delle droghe leggere,abolendo però quelle pesanti e inasprendo le pene per chi ne fa uso. MATTEO MURRONI Mi trovo d’accordo sul disegno di legge del ministro Fini che regola l’uso degli stupefacenti. La droga, sia leggera che pesante, è dannosa e ritengo giusto che consumatori e spacciatori vengano puniti. SIMONE LODDE Riguardo questo problema non posso che trovarmi d’accordo con la proposta Fini che elimina la distinzione tra droghe leggere e droghe pesanti. Penso che bisognerebbe prendere misure più efficaci per risolvere il problema. FILIPPO STARA Penso che questa legge sia giusta perché drogarsi, secondo me, non è innocuo esercizio di libertà ma è un atto di rifiuto dei più elementari doveri dell’uomo. Quindi sono favorevole. MURRACINO DAVIDE VITA SCOLASTICA PROGETTO “DROP-OUT” Noi studenti della 1° A Liceo Tecnico siamo stati protagonisti di un’importante esperienza formativa: il progetto “DROP-OUT”. L’attività è stata articolata in due fasi di quattro e cinque giorni, rispettivamente nei mesi di novembre e dicembre. Ed è stata gestita da una psicologa, Carla, che ha guidato noi ragazzi alla scoperta delle nostre capacità e potenzialità. Che cos’è il “DROP-OUT”, vi chiederete? È una condizione che riguarda i ragazzi che abbandonano la scuola o sono a rischio di abbandono per vari motivi. Le attività svolte in classe avevano l’obiettivo di farci maturare e farci capire i nostri veri interessi, individuare le risorse individuali e di gruppo, inserirci meglio nella scuola. È stata un’esperienza di crescita che ci ha permesso di capire le persone che siamo dentro e il carattere dei nostri compagni. Questa esperienza è stata interessante, valida, coinvolgente ed istruttiva. Questo progetto ci ha insegnato a stare in gruppo, a conoscere i compagni, a discutere in modo civile, a riflettere sulle nostre capacità, a potenziare l’autostima, a capire chi siamo e perché frequentiamo questa scuola e infine a capire la scuola e la sua organizzazione. Nel corso sono stati utilizzati i seguenti metodi: brainstorming, simulazioni, giochi di ruolo, discussioni, dibattiti e ricerche; metodi che riescono a coinvolgere il gruppo classe. I risultati del corso sono stati i cartelloni colorati (affissi sulle pareti della classe) prodotti con il frutto della riflessione, del confronto su tutti i temi trattati, dell’attività pratica. Alcune nostre considerazioni: Il progetto “ Drop-out ” è iniziato e si è concluso in modo positivo. Ha aiutato ognuno di noi a conoscere se stesso e il gruppo classe. (Francesco & Daniele) Questo progetto per me è stato positivo perché mi ha aiutato a conoscere meglio i miei compagni; inoltre ha contribuito a potenziare la mia autostima e a migliorare le mie capacità nel lavoro di gruppo. Sicuramente è stato un progetto importante e sarebbe positivo proporlo alle altre prime, dato che soltanto noi siamo stati privilegiati. (Stefano) Questa esperienza è stata importante perché mi ha aiutato ad essere più sicuro delle mie capacità, della persona che sono e a comunicare con alcuni compagni. (Giuseppe P.) Secondo me, l’esperienza del “Drop-out” con la psicologa Carla è stata un’esperienza positiva ed è servita ad integrarsi meglio nel gruppo. Abbiamo parlato dei problemi della classe e io mi sono divertito molto lavorando nei diversi sottogruppi. (Andrea) L’esperienza “Drop out” è stata noiosa ma, tuttavia, è servita per conoscerci meglio (Luigi P. & Michele M.) Come avete potuto notare il lavoro è stato valutato positivamente.Si tratta però solo di un’ esperienza: speriamo che possa dare i suoi frutti nel corso dell’anno, aiutandoci a crescere bene. USO E ABUSO IN ADOLESCENZA Nei giorni 10-11 e 12 dicembre, nell’ aula di scienze, del nostro istituto si è svolto un seminario riguardante l’uso e l’ abuso in adolescenza, cui hanno partecipato tre alunni per classe del biennio. Gli esperti che hanno guidato gli alunni in questo percorso sono: Maria Pia Pasqualini, Giuseppe Marras, Francesco Loy, Franca Billa e Carla Marini. Nel corso del primo giorno si è parlato dell’ uso e abuso dei farmaci con la farmacista Maria Pia Pasqualini, si è discusso di sostanze stupefacenti col dottor Marras, compilando poi dei questionari; nel secondo giorno si è parlato del doping col dott. Loy, è successivamente ci si è confrontati sui significati psicologici delle dipendenze in età adolescenziale con la dott. Billa. Mentre nel terzo ed ultimo giorno si è discusso degli effetti delle sostanze dell’ alcool con la dott. Marini e della prevenzione dei fattori di rischio. A conclusione del seminario si è fatto il punto su quanto trattato e appreso nel corso dei tre giorni. Noi pensiamo che un attività su queste tematiche sia da estendere a tutti ragazzi, soprattutto ai più grandi, avendo come obiettivo la prevenzione ma anche il recupero di chi fa uso di sostanze, stupefacenti e non. Per esempio è stato confermato che non c’è differenza tra droghe leggere e droghe pesanti e che tutte hanno effetti nocivi sull’ organismo e sulla psiche. Questo seminario è stato molto utile per conoscere gli effetti di quelle sostanze come farmaci, integratori e droghe di cui spesso i giovani fanno uso, e forse sarà utile per tenerli alla larga da esse. Pensiamo che sia giusto affrontare a scuola certe problematiche perché contribuisce a formare e ad educare i giovani. Giorgia Locci, Giorgia Pintor e gli altri Disintossicazione Prevenzione Cura LA BACHECA CHE STUDENTE SEI? DISEGNA IL TUO PROFILO TI PROPONIAMO UN INTERESSANTE TEST CHE TI AIUTERA’ A TRACCIARE IL TUO PROFILO DI STUDENTE. E’ MOLTO SEMPLICE: BASTERA’ BARRARE LA CASELLA CHE RAPPRESENTA IL TUO CASO. MA SOLO UNA! ALLA FINE SCOPRIRAI IL TUO PROFILO PREVALENTE. BUON DIVERTIMENTO! 1. PROPOSTA INDECENTE: SE UN TUO COMPAGNO TI PROPONE UNA VELA, TU CHE FAI? 1 rifiuti seccamente sostenendo che fare una vela è un peccato capitale. Poi vai a riferirlo alla prof. della prima ora, consigliandole di telefonare a casa. 2 pensi che in fondo non è una brutta idea, ma non hai il coraggio. Poi ci ripensi e ti dici: “Ma chi se ne frega!?” E te 3 2. 1 2 3 3. 1 2 3 4. 1 2 3 ne vai in via Garibaldi a cercare ragazze. raccogli al volo l’idea, butti lo zaino nel cassonetto più vicino e fai un pensierino anche per il giorno dopo. IL TUO DESTINO: SE LA TUA PROF DI ITALIANO TI CHIEDE: “CHE NE DICI?VERIFICHIAMO LA TUA PREPARAZIONE?” TU COSA LE RISPONDI? certamente, anzi! Era da tanto che aspettavo questo momento, avevo proprio intenzione di presentarmi volontario (lecchino!) Ecco, lo sapevo: è sempre il mio turno.Sempre il solito sfigato! Prof., non mi sento tanto bene, e poi ieri ero a fare delle visite in ospedale. APOCALYPSE NOW: DI FRONTE ALLA PAGELLINA, COME TI COMPORTI? Fai 100 copie formato A4 e le rifili ai tuoi amici e parenti e commenti “Bravo no?” Mediti di andare in Tibet o di eclissarti per un po’, magari cerchi di passare inosservato ricorrendo al tuo amato cappellino calato sugli occhi e ad occhiali scuri da sole a picco. Ma è una pagella? Pensavo fosse una schedina, ma visto l’impegno il risultato è straordinario. Comunque domani è un altro giorno! LA SORPRESA: DURANTE UN’ORA DI SUPPLENZA CHE FAI? Ti abbandoni alla lettura del tuo libro preferito:”I promessi sposi” Dormi, e guai se ti svegliano! Dai inizio alla rivoluzione studentesca saltando sui banchi e urlando come Tarzan: dimostri tutto il tuo disappunto per l’assenza dell’insegnante di turno1!! LEGENDA: 1 = Punti 3 2 = Punti 2 3 = Punti 1 PUNTEGGIO: A = da 1 a 4; B = da 5 a 8; C = da 9 a 12. A: Quando ti chiedono “Che ci fai a scuola?” tu solitamente rispondi: “Che domanda! Mi diverto!” Il diploma non è per te un obiettivo, ma la scuola è la tua vita: pensi di restarci fino all’età pensionabile e t’impegni al massimo per riuscirci. Le attività didattiche sono ottime occasioni per dar prova della tua capacità di affrontare le avversità della vita. E’ per te che hanno inventato la scuola: sala giochi a costi ridotti! B: Sei il classico tipo “Mi piacerebbe ma non mi sento”. Ti sei specializzato in missioni di copiatura, conosci i sistemi per mimetizzarti con l’arredo della classe, schivi le interrogazioni…anche se non sempre ti riesce. Sai di non essere mai preparato e vivi nell’angoscia. Il tuo futuro è una lunga dipendenza da Lexotan e affini. C: Non ci sono dubbi: puoi ritenerti a buon diritto un secchione lecchino. Hai dei problemi seri. Non ti chiedere perché: 1. i tuoi compagni ti chiudono nell’armadio; 2. ti scrivono “lecchino” sul casco e sullo zaino; 3. ti legano alla sedia e ti costringono a cantare “We are the world”; 4. sei bersaglio per gessi, cancellini, astucci. Insomma sei un caso clinico. Che sarà di noi? LA BACHECA Segnaliamo… RIVISTE CONSIGLIATE FILM PREFERITI 0 0 0 0 0 0 0 Una settimana da Dio American Pie Il miglio verde La vita è bella Matrix 1 – 2 – 3 Il Signore degli Anelli La meglio gioventù RAGAZZE 4 4 4 4 TOP GIRL CIOÈ KISS ME TUTTO MUSICA 4 FOCUS 4 MEN’S HEALT 4 COMPUTER MAGAZINE 4 LA MACCHINA DEL TEMPO FUMETTI GAME FORUM La vita dei ragazzi è condizionata dai videogiochi; alcuni farebbero di tutto pur di avere almeno una consolle dove poter giocare. 0 Ragazzi del Giua, questo FORUM del gioco vi guiderà nella scelta 0 delle varie consolle: X BOX, PS1, PS2, PC, GAME BOY COLOR, 0 GAME BOY ADVANCE. 0 0 I migliori giochi in classifica che vi proponiamo sono i seguenti: 0 0 : GRAND TURISMO 3 (ps2) : IL PIANETA DELLE SCIMMIE (gameboy color ed advance, PC, ps1, ps2) : ENTER THE MATRIX (PC, X BOX, ps2) : FIFA 2004 (PC, ps1, ps2, X BOX, gameboy advance). RAGAZZI TOPOLINO FISIETTO TEX I SIMPSON LUPO ALBERTO DIABOLIK DYLAN DOG PROGRAMMI TELEVISIVI 0 0 0 0 0 0 0 AMICI DAWSON’S CREEK SOLARIS SCHERZI A PARTE AFFARI TUOI TOP OF THE TOPS LA MACCHINA DEL TEMPO LA VIGNETTA DEL GIORNO REBUS Ecco a voi un divertentissimo rebus da fare in compagnia - Proprio adesso dovevi perdere la pagaia?! PASSATEMPO NUMERICO In viaggio Giorgio risolve dei quiz matematici, ma oggi è in difficoltà. Aiutatelo a trovare i numeri che mancano nella piramide in modo che quello che sta sopra sia sempre uguale alla somma dei due che stanno sotto. Le soluzioni nel prossimo numero! PAGINA SPORTIVA LA STORIA DEL CALCIO La soluzione fu quella di punire "rigorosamente " questo tipo di fallo, e nello stesso tempo fu deciso l'uomo che poteva utilizzare piedi e mani per parare la palla: il portiere, ma solo nella sua area. Il Calcio conobbe subito grande popolarità e diffusione, finché arrivò anche in Italia nel 1893, quando a Genova venne fondata la prima società italiana, dal nome anglofilo GENOVA CRICKET and ATLETIC CLUB. Poi a Torino nel 1896 nasce la FEDERAZIONE ITALIANA FOOTBALL. Prenderà poi nel 1909 il nome di FEDERAZIONE ITALIANA GIOCO CALCIO (FIGC). Nella Olimpiade del 1908, che ebbe luogo a Londra, il calcio fu inserito nelle discipline olimpiche. S'imposero naturalmente gli inglesi, i "maestri" del calcio, che ripeterono il successo nel 1912 e fino al 1920. Nel frattempo la scuola calcistica sudamericana aveva fatto grandi progressi. Balzò in primo piano nel 1924 l'Uruguay, che ripeté il trionfo nel 1928, anno in cui l'Italia di Mussolini si classificò al terzo posto. Nel 1930 alle Olimpiadi, si affiancarono i Campionati del Mondo. Nella prima edizione confermò il predominio l'Uruguay vincendo sull'Argentina, confermando così il predominio e l'"alta scuola" sudamericana. Non rimase indietro la "scuola italiana", quella guidata da POZZO; nel giro di quattro anni s'impose, vincendo la Coppa del Mondo 1934, poi quella del 1938 e i Giochi Olimpici del 1936, regalando a Mussolini un grande successo d'immagine. Il calcio era conosciuto fin dai greci come “l'episciro”, giocato con i piedi, e “pheninda” giocato utilizzando anche le mani. Nel mondo romano prese il nome di “harpastum” anche detto in volgare il piede-palla. Conosciuto in tempi antichi si praticava anche in Cina, chiamato “tsu ciu”, che significa calcio palla. Nel periodo rinascimentale fu molto praticato e giocato nelle piazze di Firenze. Con alcune regole, lo si chiamò calcio fiorentino. Abbiamo però molte testimonianze che si giocava anche a Bologna, Padova, Urbino, Mantova e Venezia. In alcune scuole si accese la disputa per alcune regole, soprattutto quelle che dovevano decidere se giocare solo con i piedi o utilizzare anche le mani. Lo scontro portò a due correnti: quella dell'Università di Rugby impose il suo regolamento "mani e piedi" e il contatto anche violento con l'uomo, mentre le altre, più portate all'eleganza che non alla irruenza, per distinguerlo nettamente, lo chiamarono "piedepalla", cioè "foot-ball". Per l'obiettivo della palla, cioè la "rete," il primo scelse come nome "meta" nome greco, il secondo "goal" che significa sempre la stessa cosa, meta, tradotto in inglese. Davide Murracino e Matteo Pau Nelle maggiori Università ebbe molta più fortuna il secondo regolamento. A Cambridge nel 1846 (fine prima parte) nacque la prima squadra di vero calcio moderno, il Cambridge Club Football. Nel 1855 per evitare SPORT AL GIUA che qualcuno toccasse la palla con le mani fu imposto ai giocatori di indossare guanti bianchi. Attività sportive praticate nel nostro Istituto: All'inizio del 1863 si contavano 11 squadre. Gli Ø Calcio a cinque undici rappresentanti, il 26 ottobre 1863, diedero Ø Pallavolo vita alla FOOTBALL ASSOCIATION. Ø Basket Seguirono altre riunioni "tecniche" per stendere Ø Tennis un regolamento. Ma qui iniziarono le accese Ø Tennis tavolo discussioni su vari punti discordanti; finché il Ø Atletica successivo 9 dicembre ci fu una scissione fra chi Ø Body Building voleva il rugby e chi il calcio. Scrissero il Ø Danza Moderna regolamento: misura del campo (max 120x90), Ø Altro... misura e peso della palla (0,71 di circonferenza), numero dei giocatori (11), il tempo di gioco (90 minuti diviso in due tempi), i falli, le punizioni. Rimaneva l'annoso problema dell'uso delle mani.