Voci dal B(r)anco - 1

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Voci dal B(r)anco - 1
Raccolta di testi realizzati dagli studenti delle classi prime e seconde del Liceo Tecnico
Novembre-Dicembre 2003
ANNO 1
N. 1
L’EDITORIALE
ALL’INTERNO
“Il Giornalino a scuola, una ‘finestra’ aperta per i ragazzi”
Oggi viviamo in un mondo sempre
più tecnologico, dove è ormai
diventato indispensabile per la vita
conoscere e avere notizia di ogni
‘fatto’ che avviene nel mondo. La
parola chiave che gira intorno a noi
e alla nostra stessa essenza, il nostro
bisogno
di
condividere,
è:
comunicazione.
Secondo
un
dizionario, comunicare significa
“partecipare,
trasmettere
o
scambiare pensieri, opinioni o
informazioni a voce, per iscritto o
con segni”. Comunicare implica
quindi condividere sentimenti e
idee: esporre ad altri ciò che si sa o
si pensa. Oggigiorno nel mondo
sono sempre più numerosi i mezzi e
gli strumenti da cui si possono
attingere informazioni sempre più
velocemente,
l’esempio
più
evidente è il computer, Internet. Ma
un altro mezzo, forse un po’ meno
veloce e forse un po’ meno
tecnologico, ma pur sempre una
fonte valida e, relativamente,
attendibile, è il giornale quotidiano.
È ormai da qualche anno che si è
messo tale mezzo a disposizione
nelle scuole, per gli insegnanti ma
anche e soprattutto per gli studenti.
Per migliorare comunque l’aspetto
comunicativo dei ragazzi, per
incoraggiarli
e
motivarli
a
impegnarsi e forse ‘fare’ e ‘dare’ di
più, le classi del Liceo Tecnico
dell’I.T.I.S. “M. Giua” hanno
deciso di creare un proprio
“Giornalino”, un Giornalino di
Classe/i. Questi non avrà uno scopo
puramente informativo-descrittivo
di fatti che avvengono nel mondo,
di tutto ciò che fa notizia.
Diversamente dalle tante Testate
giornalistiche presenti nel mondo,
questo “Giornalino” sarà come una
‘finestra’ aperta sulle classi o,
meglio, sugli studenti in particolare.
Esso pubblicherà i lavori prodotti
settimanalmente
dai
ragazzi
componenti le quattro classi
partecipanti all’iniziativa; una volta
corretto ed esaminato, sarà redatto e
pubblicato. A chi è rivolto? Io
credo, non solo a coloro che
amano leggere, ma a tutti
indistintamente! Il “Giornalino”
prodotto sarà protagonista e oggetto
di lettura e attenzione di Preside,
insegnanti,
alunni/compagni
e
genitori. Non solo! Da un lato
aiuterà notevolmente i ragazzi a
livello di profitto e motivazione,
dall’altro agevolerà il lavoro di
insegnanti e genitori nel continuo
monitoraggio del lavoro degli
studenti. Tutto ciò può portare
solamente
ad
un
crescente
miglioramento della scuola e delle
sue funzioni. Ma a questo punto, può
sorgere
una
domanda:
un
“Giornalino” di classe, per parlare di
cosa? di chi? Da questa domanda
potrebbe emergere una perplessità
forse comune, una nebbiosa funzione
comunicativa: di cosa vogliono
parlare? È vero, oggi più che mai
stiamo vivendo in una società
diversa da come lo era un tempo,
stiamo vivendo un’epoca storica di
proporzioni, in campo letterario,
scientifico, militare…, notevoli e di
portata maggiore di quanta ce ne sia
mai stata. Insomma, un’epoca
speciale, se così possiamo definirla.
Credo sia possibile parlare di ciò di
cui siamo tutti testimoni; non
possiamo restare indifferenti a ciò
che ci circonda: guerre, carestie,
povertà, fame, ma anche progressi
scientifici e tecnologici, innovazioni
in campo medico, varie scoperte
rivoluzionarie per migliorare la
qualità della nostra vita! Allora, alla
luce di tali informazioni, quale sarà
l’obiettivo ultimo del “Giornalino”
in classe? Di cosa si occuperà? Di
quali
materie
o
attività
interdisciplinari? Io credo di ‘tutto
ciò che c’è da dire, di cui dobbiamo
parlare!’ In una parola della “Vita”,
una parola ricca di significato, che
oggi, rischia di sfumarsi davanti a
grosse problematiche! Un modo per
venirne a capo è cominciare da un
punto di partenza, abbattendo le
barriere
dell’indifferenza
e
superando i ponti delle diversità, con
la Comunicazione! Noi delle classi
del Liceo Tecnico abbiamo iniziato.
E voi?
Ø
Ø
Ø
Ø
Ø
Ø
Ø
Opinioni……Opinioni
La classe…esce
L’attualità
Vita scolastica
La Bacheca degli studenti
Segnaliamo…
Pagina Sportiva
pag. 2
pag. 3
pag. 4
pag. 5
pag. 6
pag. 7
pag. 8
LA REDAZIONE
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Cristian Zurru
Martina Matta
Matteo Ghiani
Giangiacomo Sedda
Giorgia Locci
CORSIVO: “IL QUOTIDIANO IN CLASSE”
E’ il venerdì di una qualsiasi
settimana di vita scolastica nella
classe 2Alt.Le lezioni sono appena
incominciate
e
tutti
si
chiedono:”Ma quando arriva il
giornale?”.
La domanda sarà dettata da un reale
interesse per il giornale o dal
desiderio di evitare la tradizionale
lezione di storia o di
italiano?Probabilmente
entrambi i motivi ci
caratterizzano. Certo
leggere il quotidiano a
scuola è una bella
esperienza: ci informiamo su tutto
ciò che avviene nel mondo e
soprattutto,attraverso lo scambio di
idee ci si può confrontare con gli
altri e con le loro opinioni.Questo ci
aiuta ad aprire la mente e ad
assumere diversi punti di vista,a
Cristian Zurru capire il mondo in cui viviamo.
Un nostro compagno sostiene
(non vogliamo fare nomi,ma
forse non è l’unico!) di non
amare tanto la lettura del
giornale perché è impegnativa e
non sempre facile. Per fargli
cambiare idea noi gli suggeriamo
di leggere almeno gli articoli che
trattano
argomenti
a
lui
vicini:sport, spettacolo, cronaca
locale magari del suo paese.
Forse piano piano lo apprezzerà.
A questo deve servire il lavoro
che svolgiamo in classe. Che dire
poi della “fissazione” della
nostra prof.? Vuol farci diventare
“giornalisti”. Noi? Ma quando
mai?! E invece ci ritroviamo a
scrivere
degli
articoli
giornalistici!
Giulia, Antonella, Luca
OPINIONI……OPINIONI
INTERVISTA AL PRESIDE
- Che realtà
ha
trovato
nella
nostra
scuola, e quali
sono le sue
aspettative?
La realtà è buona, si tratta
di mettere un po’ d’ordine
nelle abitudini sedimentate
negli anni. Le aspettative
sono di una scuola dove
tutto funzioni al meglio.
- Come è cambiata la
scuola negli ultimi anni, e
cosa si dovrebbe fare
ancora per migliorarla?
Siamo nel 2003, non si può
negare un cambiamento
economico
e
sociale,
espressione di una società in
evoluzione. I ragazzi sono
spesso distratti dallo studio
per i molteplici stimoli
presenti nella società. La
scuola
riflette
questo
cambiamento.
Bisogna
responsabilizzare i ragazzi e
far capire loro che tutte le
tecniche di supporto alla
nostra
vita
possono
ostacolare
il
buon
funzionamento della scuola,
se
non
utilizzate
adeguatamente.
Prima si doveva scrivere bene
per forza, ora con Internet e
la fotocopiatrice i ragazzi
possono
scrivere
con
strumenti che facilitano il loro
impegno scolastico.
IL CROCIFISSO IN AULA
"Il Crocifisso in aula"
Che
cosa
pensa
dell’autogestione
attuata
nella nostra scuola?
Tutto il male possibile. E’ un
momento di crescita che fa
riflettere i ragazzi, solo se
fatta in maniera seria; non
vuol dire non fare lezione e
divertirsi in classe, ma
parlare di problemi dei
giovani. E’ così che si cresce.
Bisogna stabilire delle regole,
codificare dei comportamenti,
sapere dove si va, altrimenti
si finisce nel caos.
L’AUTOGESTIONE
By Martina
E’ tornata. Anche quest’anno l’autogestione è qui, all’ I.T.I.S.
Giua!
Secondo noi, l’autogestione quest’anno è stata organizzata
molto male rispetto agli altri anni. Infatti, non si sono costituiti
dei veri gruppi di studio ma, per la maggior parte, gli studenti
si sono “rinchiusi” in classe… con un obiettivo: non fare
niente.
Inoltre non è possibile formare dei gruppi con i ragazzi delle
altre aule e gli studenti sono nella completa paranoia, tanto che
molti ormai non vengono più neanche a scuola.
Quest’autogestione è stata organizzata per protestare contro la
Moratti e più di un istituto sta lottando per questo motivo
anche se, secondo noi, quest’autogestione non risolverà
granché.
In conclusione, non sarà il caso di studiare forme alternative di
protesta??
Secondo me, avere il crocifisso in
aula non è indispensabile, come
non
è
indispensabile
una
manifestazione esteriore della
propria religiosità. (MATTEO M.)
Sono favorevole. Assolutamente
d’accordo
su
una
società
multietnica, nel pieno rispetto delle
nostre radici culturali e religiose. Il
crocifisso deve restare in aule e
uffici perché è un simbolo culturale
e religioso della nostra comunità.
(ALESSANDRO)
Per me il crocifisso in aula può
benissimo starci o non starci. Non
mi sento di prendere posizione a
riguardo. Non reputo veramente
importante
occuparmi
del
problema: sarebbe bene impegnarsi
in altro!
(LUCA M.)
Sono assolutamente d’accordo con
chi ritiene giusto esporre il crocifisso
in classe. La religione del nostro
Paese è cristiana ed un musulmano
non può chiedere che siano cambiate
le regole! Credenti o non credenti
tutti devono rispettare gli altri e le
loro idee, che siano cristiane o
musulmane. (GIULIA)
Sinceramente, penso che non sia il
caso di darsi tanta pena per un fatto
del genere, tuttavia sono convinta che
il crocifisso in una classe non sia di
fondamentale
importanza;
ciò
andrebbe contro la libertà di religione
che esiste in un paese democratico
come il nostro. Qualcuno ha proposto
di mettere i simboli di diverse
religioni in classe per trovare un
accordo, io personalmente trovo
questa
decisione
insensata;.
(MARTINA)
Noi ci dobbiamo impegnare
affinché i musulmani si integrino
pienamente in questa nostra società
ma anche ricordare che chi si reca in
un paese straniero è chiamato ad
adattarsi e ad accettarne gli usi ed i
costumi. Direi che è un dovere di
coloro che arrivano non turbare
l’ordine di una comunità, ma
rispettarla!
(MATTIA)
Secondo me, gli stranieri
dovrebbero adattarsi alle nostre
usanze e abitudini, senza cercare di
modificarle. Ritengo che si debba
lasciare nelle classi il crocifisso.
(GIORGIA)
Se proprio ci deve essere, i
componenti della classe dovrebbero
essere almeno tutti d’accordo; trovo
ingiusto che una sola persona, com’è
successo in Abruzzo, decida per tutta
la scuola.
Io personalmente ritengo che gli (ANNALISA)
extracomunitari presenti nel nostro
paese non debbano cercare di Secondo me le persone che vengono
modificare le nostre usanze, nel nostro paese si devono adeguare
ritenendole ingiuste e ambigue. alle nostre credenze e abitudini
Penso che in ogni aula delle scuole religiose. Ritengo che il crocifisso
italiane possa restare il crocifisso. deve rimanere perché simbolo della
nostra società. (MATTEO P.)
(ALBERTO)
Collabora anche tu al giornalino!!!
Scrivi un racconto, componi una poesia, invia delle lettere…
La nostra redazione può essere contattata presso le classi 2° A e 2°B Liceo Tecnico
LA CLASSE … ESCE
“Cagliari, viaggio nel
tempo tra passato e
presente”
CAGLIARI ? Il giorno venerdì 17
ottobre, le classi seconde del Liceo
Tecnico dell’I.T.I.S. “M. Giua” hanno
effettuato una visita guidata presso la
Biblioteca Universitaria. Successivamente hanno visitato la mostra
che la Divisione Radiofonia della Rai
ha allestito presso il Ghetto degli
Ebrei, in occasione del sessantennale
di Radio Sardegna.
Il punto di raduno era stato stabilito in
Piazza Costituzione, di fronte al
Bastione di San Remì, alle ore 9: 00
circa. Dieci minuti più tardi, le classi
si sono recate a piedi in via
Università, nel centro storico di
Cagliari, dove ha sede l’anticamoderna Biblioteca Universitaria.
Istituita nel 1764, viene aperta al
pubblico solo nel 1792 nella Sala
Settecentesca al primo piano del
nuovo palazzo dell’Università. Tale
Sala, contenente migliaia di volumi,
manoscritti e libri antichi di secoli, ha
suscitato negli studenti che sono
entrati per la prima volta una
suggestione tale da creare un senso di
fascino e allo stesso tempo
ammirazione. La Sala, ricca di
colori oro,
argento e
Indaco/celeste, si presentava
in maniera teatrale e si apriva
al pubblico ammirato con due
file di colonnine reggenti lo
stretto e perimetrale primo
piano. L’unico fattore che
forse
disturbava
quella
‘calda’ atmosfera, era il forte
e poco gradevole odore di
vecchio, provocato dagli
ormai consumati e deperiti
volumi di pergamena. A
pensarci bene, l’atmosfera
non era poi così calda! Infatti,
per la migliore conservazione
dei volumi e manoscritti la
temperatura era regolata a 1822° C, da degli strumenti
installati in ogni Sala. Oggi la
Biblioteca
Universitaria
conserva più di 300.000 tra
volumi,
manoscritti
e
libri. Essa ha attualmente una
polifunzionalità:
consultazione
libri, attuali e antichi, prestito e
ricerca via computer, tramite
Internet. Sono sempre più
numerose le file di ragazzi e
ragazze studenti che si lasciano
travolgere da queste migliaia di
esperienze
di
vita
vissuta,
contenute
e
gelosamente
conservate
dalla
Biblioteca
Universitaria di Cagliari, la Sede
forse della cultura Sarda, e Italiana
in Sardegna. Successiva tappa
della giornata del 17 ottobre, è
stata
la
mostra
allestita
nell’impropriamente
chiamato
Ghetto degli Ebrei, poco più a
nord rispetto a Via Università.
Indetta dalla Divisione Radiofonia
della Rai, tale mostra ha per
titolo/argomento: “Gli anni della
Radio”. Essa riproponeva i
momenti più significativi che
hanno fatto la storia della Radio ed
i numerosi personaggi, della
cultura e dello spettacolo, che si
sono susseguiti in tanti anni di
attività. Iniziando con un breve
filmato
storico,
continuava
snodandosi attraverso un percorso
virtuale composto da immagini
d’epoca, cui si collegavano
Cristian Zurru
RECENSIONE
“Lisistrata” di Aristofane
Molte sono le scene esilaranti, caratterizzate da donne che si rifiutano
di concedersi ai loro mariti e fidanzati: il loro obiettivo è far cessare le
guerre che da tempo dilaniano la Grecia. Possiamo dire che ogni
mezzo è valido per raggiungere lo scopo! Fatto sta che i mariti delle
“scioperanti” decidono di bloccare la guerra e, finalmente, arriva la
tanto sospirata pace.
Aristofane presenta in modo schietto e con un linguaggio al limite
della scurrilità vicende tuttora attuali, spingendoci a riflettere sul
senso delle guerre. Le guerre sono tutte uguali, non ci sono guerre
giuste e guerre ingiuste. Nell’ultima scena, il rombo di un aereo
militare, estraneo alla vicenda narrata, stabilisce un rapporto col
presente, spingendo lo spettatore ad interrogarsi sulla guerra e,
soprattutto, ad augurarsi la pace. Cosa succederebbe, se le mogli dei
soldati impegnati in Iraq facessero lo stesso patto delle donne greche
guidate da Lisistrata?
Ci sarebbe da ridere… !
Gianluca Bernardi
appositi contributi sonori ed oggetti
originali presi in prestito dal Museo della
Radio e della
Televisione
di
Torino. In particolare, vi era anche una
sezione dedicata alla presenza della Rai
in Sardegna. Gli studenti, all’ingresso
muniti di cuffie con sensori a frequenza,
hanno ripercorso, come con una
macchina del tempo, la storia sarda e
italiana a partire dagli anni ’20 fino ad
oggi, tramite documenti sonori del tempo
e immagini/foto di personaggi, luoghi,
eventi importanti, tutti naturalmente
legati alla Radio: un’invenzione che ha
cambiato il mondo.
La visita, durata poco più di un’ora, è
stata una bella e divertente esperienza per
le due classi seconde, che hanno saputo
cogliere gli aspetti più interessanti e
hanno posto anche alcune domande alla
guida. Terminata tale visita le due classi
si sono incamminate per le strette vie del
Centro Storico di Cagliari per tornare al
punto di ritrovo, dispiaciute della fine di
quella giornata allegramente iniziata,
nonostante la leggera pioggia mattutina.
Era così terminata quella bella giornata
tra passato e presente, in un fantastico
viaggio nel tempo che ha visto come
protagonisti libri ma anche radio e
televisione, strumenti privilegiati per
conoscere e apprendere.
Interno della sala
settecentesca
dell’Università di
Cagliari
Uno dei primi modelli
di radio (mostra sulla
storia della radio in
Sardegna)
L’ATTUALITÀ
BASTA ALLA GUERRA: SALVIAMO LA PACE
Non ci sono parole per descrivere
l’angoscia, la rabbia, il dolore, la paura,
ma allo stesso tempo il coraggio e
l’orgoglio che si provano in momenti
come questi. In questi giorni di tragedia,
migliaia di persone, fiori e messaggi
davanti alle caserme, tricolori alle
finestre… l’Italia si è stretta intorno alle
famiglie dei 19 uomini, soldati, ma anche
civili, che hanno tragicamente perso la
vita in Iraq, a Nassiriya, in un vile e
brutale attentato terroristico. Oggi,
martedì 18 novembre, i funerali di questi
“Eroi della Pace”, nella Basilica di S.
Paolo a Roma; davanti, una folla di
migliaia di persone (si parla di circa
300.000), lì, a dare il loro appoggio alle
famiglie delle vittime in primo luogo, ma
anche per sostenere e dare prova del loro
orgoglio verso questi eroi: mariti e padri,
ma anche giovani (il più giovane aveva
appena 22 anni). Che tragedia! I nostri
non erano in guerra, né stavano aizzando
il popolo iracheno contro un governo o
un partito… loro erano in ‘missione per
la pace’: prestavano soccorso ai feriti, ai
disabili e ai malati, aiutavano le famiglie
più disagiate, soccorrevano i bambini e
procuravano loro generi di prima
necessità, vestiti e quant’altro. Purtroppo
però, l’imprevedibile! Come reagiamo
noi, ora più che mai vicini a tali tragedie,
allo squallore della guerra? Molte e
diverse sono le opinioni al riguardo, ma
alla fine è soltanto una la principale e
comune preoccupazione: finiranno mai le
guerre? Riusciremo un giorno ad ottenere
la pace? Le perplessità da parte di scettici
e critici sembrano purtroppo essere ben
fondate e radicate, ciò nonostante la
maggior parte delle persone ha fede e
speranza che un giorno tutto si risolverà,
che l’uomo, in qualche modo, anche se
remoto, riuscirà ad evitare il peggio:
l’autodistruzione!
È
vero,
può
sembrarci una parola un poco esagerata,
ma è veramente così? O è in effetti una
realtà che oggi più che mai, alla vista dei
nuovi sviluppi in Medio Oriente, l’uomo
rischia l’estinzione di quelli che una volta
erano i princìpi fondamentali, quelli
cardine del singolo individuo e quindi di
una nazione, quali: rispetto, amore e
unità verso il prossimo? Tale domanda
non
può
trovare
risposta
più
soddisfacente se non nel cuore di ognuno
di noi. ‘Guerra’ e ‘Pace’, un ormai
identificato eterno litigio fra ‘Bene’ e
‘Male’. Molti hanno contestato fin
dall’inizio
la
guerra
promossa
dall’America di Bush contro l’Iraq
di
Saddam pensando alle inevitabili
conseguenze cui si andava incontro.
Alla fine, sarà vinta la guerra, o persa la
pace? Un’importante
domanda
che
tutti dovrebbero porsi! Una nota fiaba narra
di un luogo meraviglioso, un luogo incantato
dove regnava solo la pace e la gioia di vivere.
Un regno che nella fiaba è popolato da una
‘banda’ di bambini amanti dell’avventura e
sprezzanti del pericolo, che hanno sempre la
meglio sugli unici ‘cattivi’ del luogo, i pirati.
La fiaba citata è quella di “Peter Pan” e il
fantastico luogo da cui egli proviene viene
chiamato “l’Isola che non c’è”. Oggi la realtà
è ben diversa! Guerre, attentati, fame,
inquinamento, malattie, devastazioni di ogni
tipo, rovinano il mondo: la Terra su cui
viviamo e noi. Gli scienziati temono per una
catastrofe di portata mondiale se non
addirittura peggio, il tutto a causa
dell’indifferenza dell’uomo, della sua mania
di grandezza e di predominio sugli altri. Gli
errori che ha fatto in passato non gli sono
serviti da monito, come esempio negativo da
non imitare, bensì questi possono essere
rappresentati benissimo da dei calchi di gesso
sui quali oggi l’uomo ripercorre la sua storia,
segnata e caratterizzata da continue lotte e
guerre separate da brevi intervalli, la così
anelata pace! Io credo e sono convinto che la
Terra, malgrado le negative previsioni future,
non svanirà, non sarà distrutta dalla
testardaggine dell’uomo. Ad un certo punto si
dirà basta per sempre alle sofferenze che oggi
affliggono l’umanità e si avvereranno le
parole incise su un muro della United Nations
Plaza a New York, riportate dalla scrittura
biblica di Isaia 2:4, secondo cui “si faranno
delle spade vomeri e delle lance cesoie per
potare: nazione non alzerà la spada contro
nazione e non impareranno più la guerra”.
Che bella speranza! Con tale prospettiva i
fatti che avvengono nel mondo hanno per noi
che li percepiamo un significato diverso e
particolare. Col cuore affranto per la tragedia
avvenuta a Nassiriya agli Italiani in missione
di soccorso, ci uniamo tutti con voce solenne,
come un coro ben uniforme, nel pregare per
la pace e fin d’ora a promuovere i suoi
interessi anche nelle più piccole cose, a
partire dai più semplici ma sempre ben
accetti gesti: mostrando sincero rispetto e
apprezzamento verso le forze dell’ordine che
operano per noi, mostrando forse maggior
altruismo e onore verso tutti, incluse le
persone più anziane di noi, con una certa
esperienza di vita alle loro spalle, e magari
cercando di imparare da loro, cercando di
non ripetere gli stessi errori dei nostri avi.
Cerchiamo in tutti i modi possibili di salvare
noi stessi il nostro mondo, “l’Isola che c’è” e
che vuole essere presente e viva in ognuno di
noi!
Cristian Zurru
DROGA: LA SVOLTA?
LA LEGGE FINI
Il vicepresidente del Consiglio Gianfranco Fini ha proposto
la riforma della legge sulla droga.
Il Governo ha approvato il disegno di legge che modifica
profondamente la disciplina attualmente in vigore
(DPR309/90) sull’uso di stupefacenti e di sostanze
psicotrope, nonché sulla cura e riabilitazione degli stati di
tossicodipendenza.
La riforma si muove nelle seguenti direzioni:
•
Contrarietà anche verso il semplice uso e la
detenzione della droga;
Impegno delle istituzioni verso un’ adeguata
•
prevenzione, da sviluppare su un
piano
informativo e culturale;
•
Nessuna
acquiescenza
o
addirittura
collaborazione nel mantenimento di soggetti
in stato permanente di tossicodipendenza,
•
Intelligente repressione dello spaccio.
Il problema della droga riguarda ormai il mondo intero e
assume dimensioni sempre più preoccupanti. Oltre alle
problematiche che interessano il singolo soggetto, si
riscontrano altri problemi che si intersecano con le più
complesse emergenze mondiali, quali il terrorismo di
matrice islamica, che trova le sue fondamenta in
Afghanistan, dove la produzione di oppio è la maggiore al
mondo. Esistono peraltro precisi vincoli di ordine
internazionale da tenere presenti. Infatti la convenzione
unica sugli stupefacenti, adottata a New York il 30 marzo
1961, obbliga gli stati sottoscrittori, tra i quali l’ Italia, a
considerare illecita anche la detenzione di stupefacenti per
uso personale e non terapeutico.
Filippo Stara
PARERI A CONFRONTO
Io sono contrario alla legge proposta da Fini: droghe
leggere e droghe pesanti non
possono essere messe
sullo stesso piano,in quanto non hanno lo stesso effetto.
MARCO SAILIS
Tanto vale legalizzarla! La droga ormai si trova
dappertutto: scuole, piazze, discoteche e la legge non è
sufficiente per fermare questo traffico illecito che da
sempre è presente nelle nostre città. Io sono favorevole alla
legalizzazione delle droghe leggere,abolendo però quelle
pesanti e inasprendo le pene per chi ne fa uso.
MATTEO MURRONI
Mi trovo d’accordo sul disegno di legge del ministro Fini
che regola l’uso degli stupefacenti. La droga, sia leggera
che pesante, è dannosa e ritengo giusto che consumatori e
spacciatori vengano puniti. SIMONE LODDE
Riguardo questo problema non posso che trovarmi
d’accordo con la proposta Fini che elimina la distinzione
tra droghe leggere e droghe pesanti. Penso che
bisognerebbe prendere misure più efficaci per risolvere il
problema. FILIPPO STARA
Penso che questa legge sia giusta perché drogarsi, secondo
me, non è innocuo esercizio di libertà ma è un atto di rifiuto
dei più elementari doveri dell’uomo. Quindi sono
favorevole. MURRACINO DAVIDE
VITA SCOLASTICA
PROGETTO “DROP-OUT”
Noi studenti della 1° A Liceo
Tecnico
siamo
stati
protagonisti di un’importante
esperienza
formativa:
il
progetto
“DROP-OUT”.
L’attività è stata articolata in
due fasi di quattro e cinque
giorni, rispettivamente nei mesi
di novembre e dicembre. Ed è
stata gestita da una psicologa,
Carla, che ha guidato noi
ragazzi alla scoperta delle
nostre capacità e potenzialità.
Che cos’è il “DROP-OUT”, vi
chiederete?
È una condizione che riguarda
i ragazzi che abbandonano la
scuola o sono a rischio di
abbandono per vari motivi.
Le attività svolte in classe
avevano l’obiettivo di farci
maturare e farci capire i nostri
veri interessi, individuare le
risorse individuali e di gruppo,
inserirci meglio nella scuola.
È stata un’esperienza di
crescita che ci ha permesso di
capire le persone che siamo
dentro e il carattere dei nostri
compagni. Questa esperienza è
stata
interessante,
valida,
coinvolgente ed istruttiva.
Questo progetto ci ha
insegnato a stare in gruppo, a
conoscere i compagni, a
discutere in modo civile, a
riflettere sulle nostre capacità,
a potenziare l’autostima, a
capire chi siamo e perché
frequentiamo questa scuola e
infine a capire la scuola
e
la
sua organizzazione. Nel
corso sono stati utilizzati i
seguenti
metodi:
brainstorming, simulazioni, giochi
di ruolo, discussioni, dibattiti
e ricerche; metodi che
riescono a coinvolgere
il
gruppo classe.
I risultati del corso sono stati i
cartelloni colorati (affissi sulle
pareti della classe) prodotti con il
frutto della riflessione, del
confronto su tutti i temi trattati,
dell’attività pratica.
Alcune nostre considerazioni:
Il progetto “ Drop-out ” è iniziato
e si è concluso in modo positivo.
Ha aiutato ognuno di noi a
conoscere se stesso e il gruppo
classe. (Francesco & Daniele)
Questo progetto per me è stato
positivo perché mi ha aiutato a
conoscere
meglio
i
miei
compagni; inoltre ha contribuito a
potenziare la mia autostima e a
migliorare le mie capacità nel
lavoro di gruppo. Sicuramente è
stato un progetto importante e
sarebbe positivo proporlo alle altre
prime, dato che soltanto noi siamo
stati privilegiati. (Stefano)
Questa
esperienza
è
stata
importante perché mi ha aiutato ad
essere più sicuro delle mie
capacità, della persona che sono e
a
comunicare
con
alcuni
compagni. (Giuseppe P.)
Secondo me, l’esperienza del
“Drop-out” con la psicologa Carla
è stata un’esperienza positiva ed è
servita ad integrarsi meglio nel
gruppo. Abbiamo parlato dei
problemi della classe e io mi sono
divertito molto lavorando nei
diversi sottogruppi. (Andrea)
L’esperienza “Drop out” è stata
noiosa ma, tuttavia, è servita per
conoscerci meglio (Luigi P.
& Michele M.)
Come avete potuto notare il lavoro
è stato valutato positivamente.Si
tratta però solo di un’ esperienza:
speriamo che possa dare i suoi
frutti
nel
corso
dell’anno,
aiutandoci a crescere bene.
USO E ABUSO IN ADOLESCENZA
Nei giorni 10-11 e 12
dicembre, nell’ aula di
scienze, del nostro istituto si è
svolto
un
seminario
riguardante l’uso e l’ abuso in
adolescenza,
cui
hanno
partecipato tre alunni per
classe del biennio. Gli esperti
che hanno guidato gli alunni
in questo percorso sono:
Maria
Pia
Pasqualini,
Giuseppe Marras, Francesco
Loy, Franca Billa e Carla
Marini. Nel corso del primo
giorno si è parlato dell’ uso e
abuso dei farmaci con la
farmacista
Maria
Pia
Pasqualini, si è discusso di
sostanze stupefacenti col
dottor Marras, compilando
poi dei questionari; nel
secondo giorno si è parlato
del doping col dott. Loy, è
successivamente ci si è
confrontati sui significati
psicologici delle dipendenze
in età adolescenziale con la
dott. Billa. Mentre nel terzo
ed ultimo giorno si è discusso
degli effetti delle sostanze
dell’ alcool con la dott.
Marini e della prevenzione dei
fattori
di
rischio.
A
conclusione del seminario si è
fatto il punto su quanto
trattato e appreso nel corso dei
tre giorni. Noi pensiamo che
un attività su queste tematiche
sia da estendere a tutti
ragazzi, soprattutto ai più
grandi, avendo come obiettivo
la prevenzione ma anche il
recupero di chi fa uso di
sostanze, stupefacenti e non.
Per
esempio
è
stato
confermato che non c’è
differenza tra droghe leggere
e droghe pesanti e che tutte
hanno effetti nocivi sull’
organismo e sulla psiche.
Questo seminario è stato
molto utile per conoscere gli
effetti di quelle sostanze come
farmaci, integratori e droghe
di cui spesso i giovani fanno
uso, e forse sarà utile per
tenerli alla larga da esse.
Pensiamo che sia giusto
affrontare a scuola certe
problematiche
perché
contribuisce a formare e ad
educare i giovani.
Giorgia Locci,
Giorgia Pintor e gli altri
Disintossicazione
Prevenzione
Cura
LA BACHECA
CHE STUDENTE SEI?
DISEGNA IL TUO PROFILO
TI PROPONIAMO UN INTERESSANTE TEST CHE TI AIUTERA’ A TRACCIARE IL TUO
PROFILO DI STUDENTE. E’ MOLTO SEMPLICE: BASTERA’ BARRARE LA CASELLA CHE RAPPRESENTA IL
TUO CASO. MA SOLO UNA! ALLA FINE SCOPRIRAI IL TUO PROFILO PREVALENTE. BUON DIVERTIMENTO!
1.
PROPOSTA INDECENTE: SE UN TUO COMPAGNO TI PROPONE UNA VELA, TU CHE FAI?
1 rifiuti seccamente sostenendo che fare una vela è un peccato capitale. Poi vai a riferirlo alla prof. della prima ora,
consigliandole di telefonare a casa.
2 pensi che in fondo non è una brutta idea, ma non hai il coraggio. Poi ci ripensi e ti dici: “Ma chi se ne frega!?” E te
3
2.
1
2
3
3.
1
2
3
4.
1
2
3
ne vai in via Garibaldi a cercare ragazze.
raccogli al volo l’idea, butti lo zaino nel cassonetto più vicino e fai un pensierino anche per il giorno dopo.
IL TUO DESTINO: SE LA TUA PROF DI ITALIANO TI CHIEDE: “CHE NE
DICI?VERIFICHIAMO LA TUA PREPARAZIONE?” TU COSA LE RISPONDI?
certamente, anzi! Era da tanto che aspettavo questo momento, avevo proprio intenzione di presentarmi
volontario (lecchino!)
Ecco, lo sapevo: è sempre il mio turno.Sempre il solito sfigato!
Prof., non mi sento tanto bene, e poi ieri ero a fare delle visite in ospedale.
APOCALYPSE NOW: DI FRONTE ALLA PAGELLINA, COME TI COMPORTI?
Fai 100 copie formato A4 e le rifili ai tuoi amici e parenti e commenti “Bravo no?”
Mediti di andare in Tibet o di eclissarti per un po’, magari cerchi di passare inosservato ricorrendo al tuo amato
cappellino calato sugli occhi e ad occhiali scuri da sole a picco.
Ma è una pagella? Pensavo fosse una schedina, ma visto l’impegno il risultato è straordinario. Comunque domani è
un altro giorno!
LA SORPRESA: DURANTE UN’ORA DI SUPPLENZA CHE FAI?
Ti abbandoni alla lettura del tuo libro preferito:”I promessi sposi”
Dormi, e guai se ti svegliano!
Dai inizio alla rivoluzione studentesca saltando sui banchi e urlando come Tarzan: dimostri tutto il tuo disappunto
per l’assenza dell’insegnante di turno1!!
LEGENDA:
1 = Punti 3
2 = Punti 2
3 = Punti 1
PUNTEGGIO:
A = da 1 a 4;
B = da 5 a 8;
C = da 9 a 12.
A: Quando ti chiedono “Che ci fai a scuola?” tu solitamente rispondi: “Che domanda! Mi diverto!” Il diploma non è per te un
obiettivo, ma la scuola è la tua vita: pensi di restarci fino all’età pensionabile e t’impegni al massimo per riuscirci. Le attività
didattiche sono ottime occasioni per dar prova della tua capacità di affrontare le avversità della vita. E’ per te che hanno
inventato la scuola: sala giochi a costi ridotti!
B: Sei il classico tipo “Mi piacerebbe ma non mi sento”. Ti sei specializzato in missioni di copiatura, conosci i sistemi per
mimetizzarti con l’arredo della classe, schivi le interrogazioni…anche se non sempre ti riesce. Sai di non essere mai preparato
e vivi nell’angoscia. Il tuo futuro è una lunga dipendenza da Lexotan e affini.
C: Non ci sono dubbi: puoi ritenerti a buon diritto un secchione lecchino. Hai dei problemi seri. Non ti chiedere perché: 1. i
tuoi compagni ti chiudono nell’armadio; 2. ti scrivono “lecchino” sul casco e sullo zaino; 3. ti legano alla sedia e ti costringono
a cantare “We are the world”; 4. sei bersaglio per gessi, cancellini, astucci. Insomma sei un caso clinico. Che sarà di noi?
LA BACHECA
Segnaliamo…
RIVISTE CONSIGLIATE
FILM PREFERITI
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Una settimana da Dio
American Pie
Il miglio verde
La vita è bella
Matrix 1 – 2 – 3
Il Signore degli Anelli
La meglio gioventù
RAGAZZE
4
4
4
4
TOP GIRL
CIOÈ
KISS ME
TUTTO MUSICA
4 FOCUS
4 MEN’S HEALT
4 COMPUTER
MAGAZINE
4 LA MACCHINA
DEL TEMPO
FUMETTI
GAME FORUM
La vita dei ragazzi è condizionata dai videogiochi; alcuni farebbero di
tutto pur di avere almeno una consolle dove poter giocare.
0
Ragazzi del Giua, questo FORUM del gioco vi guiderà nella scelta
0
delle varie consolle: X BOX, PS1, PS2, PC, GAME BOY COLOR,
0
GAME BOY ADVANCE.
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I migliori giochi in classifica che vi proponiamo sono i seguenti:
0
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: GRAND TURISMO 3
(ps2)
: IL PIANETA DELLE
SCIMMIE (gameboy
color ed advance, PC,
ps1, ps2)
: ENTER THE MATRIX
(PC, X BOX, ps2)
: FIFA 2004 (PC, ps1,
ps2, X BOX, gameboy
advance).
RAGAZZI
TOPOLINO
FISIETTO
TEX
I SIMPSON
LUPO ALBERTO
DIABOLIK
DYLAN DOG
PROGRAMMI TELEVISIVI
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AMICI
DAWSON’S CREEK
SOLARIS
SCHERZI A PARTE
AFFARI TUOI
TOP OF THE TOPS
LA MACCHINA DEL TEMPO
LA VIGNETTA DEL GIORNO
REBUS
Ecco a voi un divertentissimo rebus da fare in compagnia
- Proprio adesso dovevi perdere la pagaia?!
PASSATEMPO NUMERICO
In viaggio Giorgio risolve dei quiz matematici, ma oggi è in
difficoltà. Aiutatelo a trovare i numeri che mancano nella piramide
in modo che quello che sta sopra sia sempre uguale alla somma
dei due che stanno sotto.
Le soluzioni nel prossimo numero!
PAGINA SPORTIVA
LA STORIA DEL CALCIO
La soluzione fu quella di punire "rigorosamente " questo
tipo di fallo, e nello stesso tempo fu deciso l'uomo che
poteva utilizzare piedi e mani per parare la palla: il
portiere, ma solo nella sua area. Il Calcio conobbe subito
grande popolarità e diffusione, finché arrivò anche in
Italia nel 1893, quando a Genova venne fondata la prima
società italiana, dal nome anglofilo GENOVA CRICKET
and ATLETIC CLUB. Poi a Torino nel 1896 nasce la
FEDERAZIONE ITALIANA FOOTBALL. Prenderà poi
nel 1909 il nome di FEDERAZIONE ITALIANA GIOCO
CALCIO (FIGC). Nella Olimpiade del 1908, che ebbe
luogo a Londra, il calcio fu inserito nelle discipline
olimpiche. S'imposero naturalmente gli inglesi, i
"maestri" del calcio, che ripeterono il successo nel 1912 e
fino al 1920. Nel frattempo la scuola calcistica
sudamericana aveva fatto grandi progressi. Balzò in
primo piano nel 1924 l'Uruguay, che ripeté il trionfo nel
1928, anno in cui l'Italia di Mussolini si classificò al terzo
posto. Nel 1930 alle Olimpiadi, si affiancarono i
Campionati del Mondo. Nella prima edizione confermò il
predominio
l'Uruguay
vincendo
sull'Argentina,
confermando così il predominio e l'"alta scuola"
sudamericana. Non rimase indietro la "scuola italiana",
quella guidata da POZZO; nel giro di quattro anni
s'impose, vincendo la Coppa del Mondo 1934, poi quella
del 1938 e i Giochi Olimpici del 1936, regalando a
Mussolini un grande successo d'immagine.
Il calcio era conosciuto fin dai
greci come
“l'episciro”,
giocato con i piedi, e “pheninda” giocato
utilizzando anche le mani. Nel mondo romano
prese il nome di “harpastum” anche detto in
volgare il piede-palla. Conosciuto in tempi
antichi si praticava anche in Cina, chiamato “tsu
ciu”, che significa calcio palla. Nel periodo
rinascimentale fu molto praticato e giocato nelle
piazze di Firenze. Con alcune regole, lo si
chiamò calcio fiorentino. Abbiamo però molte
testimonianze che si giocava anche a Bologna,
Padova, Urbino, Mantova e Venezia. In alcune
scuole si accese la disputa per alcune regole,
soprattutto quelle che dovevano decidere se
giocare solo con i piedi o utilizzare anche le
mani. Lo scontro portò a due correnti: quella
dell'Università di Rugby impose il suo
regolamento "mani e piedi" e il contatto anche
violento con l'uomo, mentre le altre, più portate
all'eleganza che non alla irruenza, per
distinguerlo nettamente, lo chiamarono "piedepalla", cioè "foot-ball". Per l'obiettivo della palla,
cioè la "rete," il primo scelse come nome "meta"
nome greco, il secondo "goal" che significa
sempre la stessa cosa, meta, tradotto in inglese.
Davide Murracino e Matteo Pau
Nelle maggiori Università ebbe molta più fortuna
il secondo regolamento. A Cambridge nel 1846
(fine prima parte)
nacque la prima squadra di vero calcio moderno,
il Cambridge Club Football. Nel 1855 per evitare
SPORT AL GIUA
che qualcuno toccasse la palla con le mani fu
imposto ai giocatori di indossare guanti bianchi. Attività sportive praticate nel nostro Istituto:
All'inizio del 1863 si contavano 11 squadre. Gli
Ø Calcio a cinque
undici rappresentanti, il 26 ottobre 1863, diedero
Ø
Pallavolo
vita
alla
FOOTBALL
ASSOCIATION.
Ø Basket
Seguirono altre riunioni "tecniche" per stendere
Ø Tennis
un regolamento. Ma qui iniziarono le accese
Ø Tennis tavolo
discussioni su vari punti discordanti; finché il
Ø
Atletica
successivo 9 dicembre ci fu una scissione fra chi
Ø
Body
Building
voleva il rugby e chi il calcio. Scrissero il
Ø Danza Moderna
regolamento: misura del campo (max 120x90),
Ø
Altro...
misura e peso della palla (0,71 di circonferenza),
numero dei giocatori (11), il tempo di gioco (90
minuti diviso in due tempi), i falli, le punizioni.
Rimaneva l'annoso problema dell'uso delle mani.