Nova Panoramica - Punto Foto Group

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Nova Panoramica - Punto Foto Group
P.F.G. PUNTO FOTO GROUP s.r.l.
Via Aristotele, 67
+39 2 27000793
[email protected]
I - 20128 MILANO MI
+39 2 26000485
www.puntofoto.it
NOVA Darkroom Equipment...
... anche la stampa bianco/nero
ha il suo processore economico
Spesso devi lavorare in una camera oscura improvvisata, hai problemi
di spazio, e le bacinelle ti portano via il poco spazio che hai. D’altra
parte un processore termostatato, per il solo trattamento di carte
politenate RC, bianco/nero, non rientra nel tuo budget.
NOVA ha una risposta anche per te. Con il NOVA MONOCHROME
PROCESSOR, puoi evitare le ingombranti bacinelle, e allo stesso
tempo trattare stampe fino 20x25 o 30x40 cm, con ingombri di
rispettivamente soli: 24x14x31 e 45x13x36 cm.
D’altra parte se non hai voglia di preparare e recuperare la chimica ad
ogni sessione, grazie al sistema di vaschette verticali, e al coperchio,
puoi lasciare tranquillamente la chimica nel processore per giorni e
settimane, e puoi integrare e rigenerare i singoli bagni. Inoltre grazie ai
tre vani, con rubinetti indipendenti, puoi fare tutto il procedimento
classico bianco/nero: sviluppo - arresto - fissaggio.
Un’altra esigenza di chi stampa in bianco/nero è quella di poter controllare lo stato di
avanzamento dell’immagine, e grazie alle pareti trasparenti, il NOVA MONOCHROME ti
permette di controllare meglio la stampa.
Infine grazie alla collaudata pinza NOVA CLIP, puoi fare l’agitazione necessaria, che allo
stesso tempo provoca il ricircolo della chimica e ti permette di avanzare con sicurezza,
senza bagnarti le mani, la stampa da un vano all’altro. Insomma un grande processore
ad un piccolo prezzo, considerando anche la qualità dei materiali utilizzati e la
scrupolosità durante la produzione, poiché è la stessa dei processori, fratelli maggiori,
del NOVA MONOCHROME.
Il processore è pure adatto al trattamento delle pellicole ortho- e pancromatiche di
grande formato, soprattutto per le tecniche alternative, dove è necessario uno sviluppo
omogeneo, soprattutto nelle medie ed alte densità, infatti il rapporto di quantità della
chimica con il tipo di agitazione, permette risultati sorprendenti!
NOVA MONOCHROME 30x40 cm
vista on pinza NOVA CLIP
P.F.G. PUNTO FOTO GROUP SRL
3 rubinetti di svuotamento
della chimica e rigenero
coperchio coprivasca
per mantenere la chimica
Edizione: 1/2005
LABORATORIO
NOVA FB-PROCESSOR
IL SALVASPAZIO
Una pratica soluzione per sviluppare il BN in poco spazio. Ovvero:
come tenere quattro bacinelle in piedi senza far cadere la chimica.
Qual'è il maggior problema della camera
oscura? Che ci vuole spazio, molto spazio.
Oltre all'ingranditore e alla zona cosiddetta asciutta che non porta mai via meno di
un metro quadrato, c'è la zona bagnata, quella delle bacinelle; se trattiamo stampe del
formato 30x40cm dovremo accostare quattro bacinelle per una superficie complessiva di circa due metri per 60cm, insomma
un intero tavolo. Senza contare che al termine di ogni sessione di stampa i prodotti
chimici vanno rimessi nei contenitori per
evitare che si ossidino e le bacinelle vanno lavate e messe ad asciugare.
A risolvere in modo brillante questi pro-
blemi ci ha pensato la ditta inglese Nova,
che già in passato aveva realizzato delle
vasche di sviluppo verticali per il trattamento della carta colore. La nuova vasca
per il trattamento della carta baritata bianco e nero è progettata in particolare per il
settore professionale fine-art, ma può essere usata con vantaggio anche dai fotoamatori.
La vasca Nova FB-Processor misura 50cm
di larghezza, è profonda 36cm e ha un'altezza di 32cm. Questo significa che nello
spazio di una singola bacinella 30x40 sono state accorpate ben quattro bacinelle,
sotto forma di scomparti verticali, oltre ad
altri due scomparti che vanno riempiti d'acqua per il bagnomaria.
La vasca FB infatti incorpora due resistenze
separate, ciascuna da 150W, regolabili da
un termostato esterno per mantenere in temperatura tutti e quattro i bagni, il che consente di lavorare con tutta la chimica alla
corretta temperatura. Non è solo il colore
che ha bisogno di temperature precise; anche nella stampa in bianco e nero avere
temperature precise permette un maggior
controllo dei risultati.
Quando si lavora con le tradizionali bacinelle il controllo della temperatura si effettua in genere con piastre termostatate
L'introduzione del foglio di carta nel telaio, e questo nella vasca di sviluppo.
È possibile controllare il progressivo annerimento dell’immagine.
Particolare del telaio: i fori consentono il passaggio della chimica.
La pinza opzionale per il trattamento delle
stampe RC.
poste sotto le bacinelle; è difficile però mantenere in temperatura tutti i bagni, a meno
di non comprare diverse piastre. Un’alternativa è disporre le bacinelle a bagnomaria in un’unica grande bacinella con acqua
termostata; anche questo sistema però non
è molto pratico.
Con Nova FB i termostati sono incorporati nella vasca, con un migliore controllo
delle temperature e un risparmio sui costi,
perché evita l'acquisto di resistenze separate.
A differenza della stampa a colori, nel BN
è possibile ed utile controllare lo stato di
annerimento della stampa durante lo sviluppo.
La vasca Nova FB ha il primo scomparto,
quello dello sviluppo, in plexiglas trasparente per permettere il controllo della stampa, ed è inclinato di 45° per facilitarne la
visione.
La fase operativa
La stampa viene prima inserita in un apposito telaio, fornito a corredo. Il telaio è
disponibile in due versioni, per stampe
30x40cm e 24x30cm. Se dobbiamo trattare stampe di formato inferiore è possibile
fissarle al telaio con del nastro adesivo da
disegnatori, lasciando che i fermi inferiori
e laterali trattengano in posizione la stampa. Per le stampe RC si potrà utilizzare l'apposita pinza della Nova, in grado di trattenere il foglio con due punzoni d'acciaio che
lasciano due piccole incisioni sulla stampa a un millimetro dal bordo, rifilabile quindi perfettamente senza praticamente perdere superficie utile.
A questo punto si inserisce il telaio nello
scomparto di sviluppo e in meno di un secondo l'intera superficie della stampa viene a contatto con il rivelatore, permettendo così uno sviluppo omogeneo su tutta l'e-
mulsione. Per l’agitazione è sufficiente
muovere il telaio in su e in giù, con il pieno controllo del contrasto; inoltre se ci si
appunta il numero di volte in cui il telaio è
stato mosso, la stampa sarà perfettamente
ripetibile.
Dallo sviluppo si passa poi all'arresto, non
prima di aver fatto scolare la chimica di
sviluppo tenendo il telaio sollevato e inclinato di 45°. Dopo l'arresto c'è la vasca
col primo fissaggio e infine quella del secondo fissaggio. È anche possibile modificare la sequenza, ad esempio: sviluppo arresto - primo fissaggio - secondo fissaggio; oppure sviluppo – arresto - fissaggio
unico - bagno d'acqua; oppure ancora sviluppo - vasca vuota (per evitare contaminazione del bagno di sviluppo quando si
lavora molto velocemente) - arresto - fissaggio.
Nonostante la stampa sia perfettamente an-
L'eliminazione della chimica esaurita dalle
vasche.
Il telaio per le stampe 30x40.
corata al telaio, la chimica è in grado di lavorare anche sul dorso del foglio, quello a
contatto col telaio. Agitando infatti il telaio
si potrà vedere la stampa muoversi in su e
in giù, prova evidente che il dorso è libero
di scorrere e quindi di essere raggiunto dalla chimica. La quantità di chimica necessaria ad ogni scomparto è intorno ai 2.200cc
(Nova nelle istruzioni parla di 2.500cc).
Per decidere il livello che deve raggiungere la chimica all’interno dello scomparto
bisognerà anzitutto inserire nello scomparto
un telaio armato di una stampa, per simulare la situazione di lavoro. A questo punto si verserà la chimica fino a coprire completamente il bordo superiore della stampa e si deciderà se e quanta aggiungerne,
badando a non superare una certa altezza
per evitare che la chimica tracimi da uno
scomparto all'altro. Noi abbiamo comunque verificato che 2.200cc sono in grado
di coprire perfettamente la stampa, superando il bordo di qualche millimetro.
I quattro rubinetti per l'eliminazione separata della chimica delle quattro vasche.
Nel bicchiere di sinistra c'è del rivelatore fresco, in quello di destra il rivelatore rimasto
nella vasca Nova per una settimana. Non c'è
praticamente traccia di ossidazione.
minata attraverso gli appositi rubinetti.
Nova ha in catalogo un kit di pulizia vasche per spazzolare la parte interna degli
scomparti in modo da rimuovere ogni residuo di chimica. In nessun caso il lavaggio andrà fatto immergendo la vasca nell'acqua, dato che è fornita di resistenze elettriche.
Per finire ricordiamo che Nova ha in catalogo anche delle vasche di lavaggio; sono
vasche verticali, come la FB- Processor, da
5 a 13 scomparti e dal 30x40 fino al 50x60
cm di formato. Oltre ad assicurare un perfetto lavaggio delle stampe, sia politenate
che soprattutto baritate, hanno una superficie di appoggio che va da un minimo di
11x46 cm fino a un massimo di 25x68 cm,
a seconda del formato della carta e del numero degli scomparti.
Insomma, solo mezzo metro quadrato per
tutta la zona "bagnata" della camera oscura!
Gerardo Bonomo
La manutenzione
Abbiamo verificato che dopo una settimana di permanenza della chimica nelle vasche, con ciascun scomparto protetto dal
suo galleggiante, non è stata riscontrata alcuna ossidazione. In ogni caso, periodicamente, è necessario sostituire la chimica e
procedere a una pulizia delle vasche. Svuotate dalla chimica esausta, le vasche andranno riempite con acqua che verrà eli-
Nova è distribuita in Italia da P.F.G. Punto Foto Group, Via Aristotele 67, 20128
Milano.
Tel. 02.27.000.793, fax 02.26.000.485.
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Il telaio per le stampe 24x30.
Particolare della vasca di sviluppo dopo una
settimana di permanenza del rivelatore. Nella parte superiore ci sono delle evidenti tracce di gocce ossidate, mentre nella parte inferiore, dove il galleggiante ha protetto dall'aria il rivelatore, questo è perfettamente trasparente.
Per pulire le zone di ossidazione è sufficiente un filo d'acqua: la chimica ossidata si scioglie istantaneamente.
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Archival Washers
Nova Washmaster II
Nova Academy III
Nova Washmaster eco
La base di partenza del contenuto di tiosolfato contenuto nell’emulsione e fibra delle carte baritate secondo norme DIN,
ammonta a 0,7 microgrammi/cm²), per rispettare le norme in materia di durata di materiali fotosensibili correttamente
trattati, secondo norme DIN 19069, metodo blu-metilene/cloruro di tetrametiltionina del tiosolfato residuo, il valore da
raggiungere è di 0,1 microgrammi/cm², secondo gli standard ANSI, meno di 1,4 microgrammi/cm².
Utilizzando i cosiddetti “acceleratori di lavaggio”, rispettando le diluizioni, temperatura, tempi e procedura,
con il lavaggio in vasche verticali, già dopo 5 minuti l’emulsione è sui livelli prescritti. Per un lavaggio corretto
dopo 20 minuti viene raggiunto il livello ideale. Eccedere nel lavaggio non è solo inutile, ma anche dannoso e pregiudica
la qualità in fatto di planearità della stampa.
L’utilizzo di un fissaggio induritore è da evitare assolutamente. Si consiglia l’uso di un fissaggio neutro, tipo LP-Fix
Neutral, che permette di ridurre il tempo di lavaggio, come se si usasse un riduttore di iposolfito, ma senza dover
effettuare un procedimento supplementare:
(pre-lavaggio/hypo-clearing/lavaggio finale)
Grazie all’utilizzo del bagno d’arresto citrico e non acido per una durata di 1 minuto, (1+19 a 20°C) ed un fissaggio
neutro, non acido per una durata di 2+2 minuti, oppure 5 minuti senza superare i 3 gr/mq di argento, il lavaggio ottimale
viene raggiunto a partire da 20 minuti, fino ad un massimo di 45 minuti con acqua a meno di 20°C, con durezza media.
Le vasche di lavaggio d’archivio della NOVA si basano su un’esperienza ormai ventennale, e sono state man mano
ottimizzate per il lavaggio sicuro – rapido – a basso consumo d’acqua delle carte baritate in bianco/nero, per una lunga
durata nel tempo, anche grazie alla loro costruzione accurata. Il materiale adottato (plexiglass), non trattenendo agenti
chimici (p. es. residui di fissaggio), garantisce l’assoluta impossibilità di contaminazione delle stampe. I vani, separati fra
loro da appositi pareti divisorie asportabili, inibiscono la contaminazione di una stampa in fase di lavaggio da parte di
un’altra stampa proveniente dal fissaggio. I modelli Academy e Washmaster eco hanno 2 rispettivamente 2 vani stagni per
i bagni di aiuto di lavaggio (tipo Hypo-clearing, Lavaquick, ecc.). La loro concezione permette di risparmiare molta acqua.
Modello NOVA
Formati disponibili, fino cm
Numero scomparti
Scomparti stagni suppl.
Consumo d’acqua lt/min.
Peso kg piena
Lxlxh cm 30x40
Lxlxh cm 40x50
Lxlxh cm 50x60
Washmaster II
30x40, 40x50, 50x60
5
No
1-2 , 2-3 , 3-4
18
, 30 , 43
48 x 12 x 34
58 x 12 x 45
70 x 13 x 58
Academy III
30x40, 40x50, 50x60
10
Sì - 2
2-3 , 3-4 , 4-5
40
, 67 , 97
48 x 27 x 34
58 x 27 x 45
70 x 27 x 58
Washmaster eco
30x40, 40x50
5
sì - 1
1-2 , 2-3
18
, 30
48 x 12 x 34
58 x 12 x 45
no
CAMERA OSCURA
STAMPE BIANCO NERO:
LAVAGGIO
PROFESSIONALE
Un lavaggio ben fatto garantisce la durata nel tempo delle nostre stampe.
Come ridurre il tempo di lavaggio delle carte politenate e baritate,
senza comprometterne la stabilità nel tempo. In prova la vasca di lavaggio Nova.
Indipendentemente dal tipo di sviluppo, di
arresto e di fissaggio utilizzato, il lavaggio
finale delle stampe in bianco e nero, specie baritate, è il vero responsabile della stabilità e della durata nel tempo dell’immagine ottenuta.
Nel mercato della fotografia d’arte, prevalentemente in bianco e nero, non è infrequente vedere una stampa venduta a cifre
più che ragguardevoli, ricordo il caso recente di una vintage print di Tina Modotti,
battuta intorno ai 400 milioni.
Si sa che una tela ad olio ha eccellenti pro-
babilità di conservarsi nel tempo – lo conferma l’esperienza di tele che ormai hanno superato il mezzo millennio - e quindi
il felice proprietario, sia esso un privato o
un museo, sa di aver acquisito un’immagine che certamente gli sopravviverà.
Nel caso delle fotografie in bianco e nero
la situazione è diversa: innanzitutto le più
antiche fotografie hanno poco più di un secolo di vita e non possiamo sapere oggi cosa ne sarà di loro anche solo fra un altro secolo. Un altro ordine di problemi di conservazione è legato al processo fotografi-
Nella foto in alto:
Carmel Highland: un particolare della camera oscura di Ansel Adams. Adams era un
convinto assertore dell'utilizzo delle vasche
di lavaggio e si premurava di consigliare ai
suoi studenti di lavarsi sempre le mani con
acqua e sapone prima di estrarre una stampa dalla vasca di lavaggio per non rischiare
di contaminarla con tracce di fissaggio ancora presenti sulle mani.
La vasca Nova Academy III formato 30x40 cm .
BORDI DI DUE SLOT
DI ELIMINAZIONE IPOSOLFITO
BORDI DEGLI SLOT
DI LAVAGGIO N.1 E N.2
BORDO SUPERIORE DELLA VASCA
Il movimento dell’acqua nella vasca Nova:
man mano che entra e risale lungo ciascuno slot l'acqua viene spinta verso la superficie per essere poi eliminata.
co, dato che sappiamo per certo che ci sono dei nemici giurati dell’immagine stampata che ne possono accorciare la vita anche a soli pochi mesi. Un nemico giurato
è la presenza di fissaggio nella stampa finita. È necessario quindi utilizzare una procedura che lo elimini in modo sicuro.
Se è vero che uno degli strumenti utilizzati per assicurare una lunga durata alla stampa è il viraggio, è vero anche che il viraggio, per essere veramente efficace, deve essere effettuato su una stampa perfettamente lavata.
Questioni di fissaggio
(e quindi di arresto)
Sì, il problema comincia prima del lavaggio. Prima di essere lavata la stampa deve
essere stata correttamente fissata. Ma ancor prima, occorre che tutte le varie fasi del
trattamento siano eseguite in modo impeccabile.
Cominciamo quindi col far sgocciolare per
benino la stampa appena estratta dallo sviluppo, per poi passarla in un bagno di arresto, il cosiddetto “interrupter”, che, oltre
a bloccare istantaneamente l’azione dello
sviluppo, evita che lo sviluppo presente sulla e nella stampa vada ad inquinare il fissaggio, riducendone la freschezza.
L’arresto è una soluzione di acqua e acido
acetico al 2%; non deve essere troppo acido, si consiglia quindi di limitarsi alla percentuale indicata. Non deve agire per un
tempo più lungo del necessario (da 10 a 30
secondi a 20°C), perché altrimenti si rischierebbe un carry over eccessivo di acido nel bagno di fissaggio, rendendo poi difficile il lavaggio del sale di fissaggio.
Dopo l’arresto, un altro opportuno sgocciolamento e poi si passa al bagno di fissaggio.
Ricordiamo che è importante che il bagno
di fissaggio sia preparato nelle corrette proporzioni fra i suoi due componenti e che
sia fresco, e per fresco intendiamo che deve essere utilizzato per il giusto numero di
stampe, dopodiché deve essere rigenerato
o cambiato. Poi l’immersione della stampa nel bagno di fissaggio, che deve avere
una durata ben precisa, né troppo lunga, né
troppo breve.
Bisogna fare attenzione anche al tipo di
stampa che si fissa: una stampa con molte
zone bianche esaurirà il fissaggio molto prima di una stampa di pari dimensioni ma
con molte zone scure. Poiché il buon esito
del lavaggio finale con cui si elimina l’iposolfito o il tiosolfato generato dal fissaggio, dipende proprio dal rispetto del procedimento di fissaggio, evitiamo di lasciare la stampa nel bagno di fissaggio per un
tempo molto più lungo di quello consigliato,
magari per il timore che il fissaggio sia in
via di esaurimento. Piuttosto, rispettiamo
le prescrizioni dei fabbricanti in merito al
numero di fogli di carta che possono essere trattati dalla nostra soluzione di fissaggio e cambiamola quando è il momento.
Quando si utilizza una soluzione ormai
esaurita il rischio va oltre l’eccessiva quantità di iposolfito da eliminare; una stampa
fissata male è un problema ben più grave
di una stampa non correttamente lavata.
Tanto il fissaggio che l’arresto vanno fatti
agitando la stampa, in modo che entrambe
le superfici del foglio ricevano in modo
omogeneo chimica sempre fresca. Lavorando in bacinella bisognerà muoverla in
modo che la chimica continui a muoversi
sulla stampa, e quest’ultima andrà anche
girata per evitare che le scanalature sul fondo della bacinella inibiscano la penetrazione della chimica.
Secondo recenti studi del R.I.T. (Rochester
Istitute of Technology) il lavaggio della carta può essere ridotto se si utilizza un fissaggio particolarmente concentrato, che
consenta tempi di permanenza della stampa nel fissaggio più ridotti. Infatti non è l’emulsione, ma la fibra del supporto che assorbe come una vera e propria spugna il fissaggio: aumentando la concentrazione del
L'estrazione di una delle pareti separatrici.
Particolare delle pareti separatrici: è possibile rimuoverle tutte e facilmente per una periodica pulizia della vasca.
Il frontale della Academy: sono visibili l'attacco per l’ingresso dell'acqua, lo scarico
principale e i due scarichi secondari, a sinistra quello per i due slot dell'eliminatore di
iposolfito, a destra quello per l'acqua.
fissaggio e riducendo il tempo di permanenza della carta nel bagno, si può ridurre
di conseguenza anche l’assorbimento del
fissaggio da parte del supporto. Per esempio, con il fissaggio Agfa Agefix si consiglia di usare la diluizione 1+4 per un tempo di fissaggio di 30 secondi e di effettuare poi un lavaggio di 30 minuti, che può essere ridotto a 20 minuti se viene effettuato
il bagno di chiarificazione di iposolfito o
meglio di carbonato di sodio, tenendo presente che oggi molti fissaggi, come l’Agefix, non contengono iposolfito ma tiosolfato d’ammonio.
Con il carbonato di sodio si crea un’azione tampone alcalina sulla carta, una volta
asciugata, che contrasterà eventuali esposizioni della stessa a esalazioni acide. Le
esalazioni acide provocano alterazioni visibili sia dell’immagine, che della carta stessa. Per esempio l’argento metallico può essere tramutato in argento colloidale che è
assolutamente instabile.
Al termine del procedimento sarà poi opportuno stabilizzare o virare la stampa; nel
primo caso per trasformare l’argento in un
composto inalterabile senza modifica del
tono dell’immagine (con prodotti come il
Sistan di Agfa), nel secondo caso con un’intonazione dell’immagine.
Una volta che la stampa è stata correttamente fissata, si procederà al lavaggio finale.
La stampa perfettamente lavata
Evidenziato dalla freccia uno dei dieci ugelli di ingresso dell'acqua in pressione all'interno delle slot di lavaggio. Possono essere
facilmente puliti agendo dall'interno della vasca dopo aver rimosso le pareti separatrici.
I tempi di trattamento sono differenti a seconda che si usi carta politenata o baritata.
La carta politenata richiede un lavaggio finale decisamente ridotto, grazie al fatto che
il supporto dell’emulsione, a base di resina, impedisce al fissaggio di penetrare in
profondità nel foglio di carta.
La carta baritata è il tipo usato nella stampa fine-art: poiché l’emulsione viene stesa
su un foglio di carta o cartoncino, la penetrazione del fissaggio nelle fibre è massimo, e massimi sono di conseguenza sia i
tempi che le precauzioni di lavaggio.
Una stampa è perfettamente lavata quando
dalla sua fibra è stato completamente eliminato l’iposolfito, o il tiosolfato, di cui si
è impregnata durante il fissaggio.
Infatti l’iposolfito, o il tiosolfato, se presente in quantità rilevanti, tende a decomporsi rilasciando zolfo reattivo che attacca
l’immagine portando a progressivi ingiallimenti e sbiadimenti irreversibili della
stampa. Questo avverrà in misura maggiore su carta baritata piuttosto che su politenata, essendo la prima più permeabile alla
chimica.
Sono molti gli anelli della catena della qualità di un lavaggio fine art:
* la libera circolazione dell’acqua su entrambe le superfici della stampa
* l’abbondante quantità di acqua
* la composizione dell’acqua, non troppo
dura
* il ricambio dell’acqua
* la temperatura dell’acqua
* il Ph dell’acqua
* il tempo di lavaggio.
In merito al tipo di acqua corrente che utilizziamo, un’acqua troppo dura riduce l’efficacia del lavaggio. Per addolcire l’acqua
di lavaggio si può usare un filtro addolcitore, reperibile in qualsiasi buon negozio
di ricambi di elettrodomestici.
L’acqua di lavaggio conviene anche che sia
depurata da eventuale sabbia che, iniettata
a pressione nella vasca di lavaggio, potrebbe
rigare l’emulsione; senza contare che, se
aderisce all’emulsione durante l’asciugatura, viene stabilmente incorporata.
Anche a questo tipo di inquinamento “fisico” e non “chimico”, si può agevolmente
rimediare filtrando l’acqua con un apposio
filtro per impurità fisiche, anch’esso reperibile dai ricambisti di elettrodomestici. A
nostro parere quindi i filtri andrebbero sempre inseriti.
La temperatura dell’acqua di lavaggio conviene sia la medesima, se non lievemente
superiore, a quella del trattamento in modo che la trama della carta non si contragga intrappolando il fissaggio al suo inter-
Il tubo di iniezione dell’acqua (giallo) e il
tubo snodato per l'uscita dell'acqua del troppo pieno.
A dimostrazione della tenuta stagna dei due
slot per l'eliminatore di iposolfito, evidenziati
dalla freccia, li abbiamo riempiti lasciando vuoti i dieci slot di lavaggio. L’acqua non filtra.
no (20/24°). Una temperatura troppo fredda inoltre allunga i tempi di lavaggio; di
contro un’acqua troppo calda ammorbidisce l’emulsione rendendola fragile e quindi sensibili ai graffi.
Prodotti speciali per lavaggio
Agfa
Consiglia un tempo di lavaggio medio di
2-4 minuti per le carte politenate e di 2040 minuti per le carte baritate. Questi tempi possono essere ridotti del 30% se, dopo
il fissaggio, si segue la seguente procedura:
- un prelavaggio di circa 2 minuti
- un bagno intermedio costituito da una soluzione di carbonato di sodio all’1%, per
circa 3 minuti (disponibile sia tra i prodotti
Agfa che nei negozi di materiale chimico)
- Agfa considera inoltre questo bagno intermedio di carbonato di sodio un mezzo
per allungare i tempi di conservazione delle stampe.
Kodak
Consiglia per le sue carte baritate un tempo di lavaggio medio intorno ai 60 minuti.
Questo tempo può essere notevolmente ridotto se, dopo il fissaggio, si segue la seguente procedura:
- un prelavaggio di 2 minuti
- un bagno intermedio di Hypo Clearing
della durata di 2, 3 minuti
In questo modo i tempi del lavaggio finale si riducono a 10 minuti per la carta di
peso “single”, 20 minuti per carta di peso
“double”, e 30 minuti per carta di peso “premium”.
Kodak consiglia inoltre di provare la qualità del lavaggio effettuato con l’Hypo Test Solution HT-2. Immergendo la stampa
lavata in questa soluzione si deve verificare se intervengono cambiamenti di colore sulle parti bianche dell’immagine; in
questo caso il lavaggio non è stato condotto
a fondo.
Ilford:
Per la sua carta fine-art Ilfobrom Galerie
FB, consiglia:
- un prelavaggio di 5 minuti
- un trattamento con agitazione di 10 minuti in Galerie Washaid (1-4)
- 5 minuti di lavaggio in acqua corrente.
Tetenal
Tetenal ha a catalogo un prodotto, il Lavaquick, in grado di ridurre del 50% i tempi di lavaggio di qualsiasi tipo e marca di
carta. Viene venduto in confezione liquida da 1 litro e va diluito 1+19.
Il tempo di trattamento è di 2 minuti e la
resa è di 2,5m quadri per litro di soluzione, pari a circa 20 stampe in formato 30x40.
Segue il lavaggio finale.
Con l'afflusso dell'acqua ridotto al minimo, il
livello nella camera di scarico si attesta sulla parte più bassa dell'indicatore.
La lavatrice Nova
Edwin H. Land, l’inventore del sistema Polaroid (e titolare di altri 500 brevetti, secondo per numero di brevetti solo a Edison, ben 1000), una volta disse: “Non c’è
problema che non possa essere risolto usando il materiale presente nella stanza” (il
luogo dove si è verificato il problema n.d.r.).
Ritengo certamente vera questa opinione,
ed io stesso l’ho verificato. Ma ci sono anche episodi passati alla storia. Dopo il felice allunaggio dell’Apollo XI si verificò
un inconveniente nel LEM: si ruppe un interruttore in plastica, responsabile dell’avviamento dei motori per il rendez vous con
l’Apollo, in orbita intorno alla Luna. Quel
che si dice un gran bel problema. Per rimediare all’inconveniente Edwin (Buzz)
Aldrin utilizzò la sua Fisher Pen come leva per spostare l’interruttore su On e far ripartire il LEM.
Ed ancora. Durante il viaggio di ritorno
sulla terra dello sfortunato Apollo XIII i
tre astronauti si trovarono con il computer
fuori uso e con la necessità di calcolare il
tempo preciso di accensione dei motori per
allineare l’Apollo sulla finestra di rientro.
La soluzione fu costituita dal cronometro
incorporato nel loro orologio da polso, un
Omega Speedmaster, completamente meccanico e che si era quindi salvato dal black
out del computer.
Con l'afflusso dell'acqua regolato a metà, il
livello dell'acqua nella camera di scarico si
attesta a metà della scala.
Con la regolazione dell'afflusso dell'acqua
sulla massima portata anche il livello dell'acqua nella camera di scarico raggiunge
l'indicatore più alto.
Anche all’interno della nostra camera oscura, se si presentano dei problemi, possiamo rimediare con quanto abbiamo intorno;
ad esempio per mascherare la zona di una
stampa possiamo fabbricarci uno sfumino
con quello che troviamo in camera oscura,
una vecchia busta nera per carta fotografica, un pezzetto di nastro adesivo e del fil
di ferro.
Certo arrangiarsi è sempre possibile, ma se
si hanno gli strumenti adatti è anche meglio. Ad esempio per lavare le stampe è
molto utile disporre di una lavatrice speciale.
Nova ha a catalogo due tipi di lavatrici professionali disponibili per tre formati di carta: la serie Washmaster II è in grado di lavare contemporaneamente fino a cinque
stampe, ciascuna separata nel proprio slot.
La serie Academy III è in grado di lavare
fino a 10 stampe contemporaneamente, ciascuna separata nel proprio slot. Due slot
supplementari, uniti alla vasca ma separati dal flusso di lavaggio, permettono di effettuare il bagno chiarificatore di iposolfito o tiosolfato, per ridurre i tempo di lavaggio.
Le stampe si introducono verticalmente
nella lavatrice, che quindi occupa uno spazio inferiore rispetto a una bacinella. Gli
unici accorgimenti che richiede la vasca
per essere utilizzata con soddisfazione per
anni, è che venga posizionata su un ripiano perfettamente in bolla e in grado naturalmente di reggere il peso della vasca quando è in funzione, cioè piena d’acqua.
Come funziona
L’acqua di lavaggio viene iniettata in ciascun slot di lavaggio in una prima camera
inferiore dotata di un foro di ingresso dal
diametro di poco più di 2mm. In questo
modo la pressione dell’acqua del rubinetto viene notevolmente aumentata, creando
in ciascuno slot la turbolenza sufficiente a
lavare in modo omogeneo tutta la superficie della stampa, su entrambi i lati.
L’acqua viene sospinta poi verso la superficie di ogni slot e, con un sistema a troppo pieno, ricade nella camera superiore da
cui può fuoriuscire.
Abbiamo così un reale ricambio che porta
l’acqua pulita dal basso verso l’alto; dopodiché l’acqua carica di fissaggio finisce
nella camera di eliminazione.
Gli slot non sono a tenuta stagna, ma il ricircolo è talmente efficiente che, anche inserendo una stampa appena fissata o chiarificata nello slot vicino, è impossibile inquinare lo slot in cui una stampa ha quasi
finito di essere lavata.
Gli slot sono divisi da separatori in perspex
con un lato zigrinato: ed è verso il lato zigrinato che dovremo rivolgere il lato della stampa con l’emulsione, per consentire
la miglior circolazione di acqua.
Per regolare la forza dell’acqua in entrata
vi è un rubinetto; in questo modo si può
dosare la turbolenza opportuna. Una serie
di indicatori posti nella camera di uscita
dell’acqua ci permetteranno di controllare
con precisione e in modo ripetibile l’afflusso dell’acqua.
Sul bordo inferiore della vasca vi sono due
rubinetti: il primo serve per svuotare i due
scomparti con l’eliminatore di iposolfito,
il secondo per svuotare completamente la
vasca al termine del lavoro.
Il lavaggio corretto nella vasca Nova garantisce, secondo gli standard ANSI, un
contenuto di 0,7 microgrammi di tiosolfato per centimetro quadrato di carta.
Academy o Washmaster?
A nostro parere è preferibile la Academy
per due motivi: la possibilità di effettuare
il bagno eliminatore di iposolfito nei due
comparti stagni separati anziché in una bacinella separata, che richiederebbe parecchio spazio in più, e, naturalmente, la possibilità di trattare fino a dieci stampe contemporaneamente. Infatti la base d’appoggio della Washmaster è di 48x12cm, quella della Academy di 48x27cm: con la Academy la base di appoggio si allarga di appena 15 centimetri e si evita di dover impiegare la bacinella aggiuntiva per l’eliminatore di iposolfito.
Inoltre la Academy permette di trattare fino a dieci stampe contemporaneamente.
Facciamo quattro conti. Dato che con un
bagno eliminatore di iposolfito le stampe
dovranno permanere nel lavaggio per almeno trenta minuti e che, poniamo, la nostra produttività è intorno a una stampa sviluppata ogni quindici minuti, il lavaggio
della prima stampa terminerà nel momento in cui inseriremo la terza stampa.
Ma se la nostra produttività cresce a, diciamo, una stampa ogni otto minuti (supponendo che si tratti di ristampe che non
richiedono provinatura), allora diventano
utili i cinque slot. Infatti nel momento in
cui inseriremo la quinta stampa, saranno
passati giusti 32 minuti, appena in tempo
per liberare il primo slot e inserire la sesta
stampa. Questo ragionamento funziona ovviamente se usiamo l’eliminatore di iposolfito. Senza l’eliminatore, ipotizzando
un’ora di lavaggio a stampa e un tempo di
10 minuti per esposizione e sviluppo, dovremmo inserire la sesta stampa quando la
prima sarà stata lavata da soli cinquanta
minuti.
Il costo dell’Academy è superiore del 50%
rispetto al modello Washmaster, ma visto
che parliamo di un componente della camera oscura che dovrebbe seguirci per una
vita, non è certo il caso di risparmiare.
Testo e foto di Gerardo Bonomo
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TIMER’S e
Countdown-Timer
Backlit- Countdown-Timer
3-Channel Timer
Termometri digitali
Digital Themometer
Countdown Timer
Codice:
ECDT
Cifre-Display: 8 mm
Fascia tempi:
1’’-99’59’’
Avviso acustico: sì
START-STOPRESET
da tasca, magnetico
a batteria 1,5V
Backlit Countdown
Timer
ECDT2
17 mm-retroilluminato
su 24 ore da 1/10”
cronometro/controllo
Sì
START-STOPRESET-CLOCK
clip, magnetico, tavolo
2 ministilo AAA 1,5 V
Pocket Digital Themometer
3-Channel Timer
Digital Thermometer
ETIM3
10 mm
1” a 99h 59’59”
3 timer indipendenti
Sì (3 indipendenti)
3 x START-STOPRESET
clip, magnetico, tavolo
a batteria 1,5 V
EDIGTHERM3
13 mm
Fascia di misurazione
- 50 a + 150°C
Risoluzione: 0,1°C
Precisione:
± 1°C max.
muro,magnetico,tavolo
1 ministilo AAA 1,5 V
Pocket Digital
Thermometer
EDIGTHERM2
8 mm
-49,9 a +149,9°C
0,1°C
± 1°C max.
Tipo penna
a batteria 1,5 V