AMICIZIA SIGNIFICA NON DOVER MAI DIRE MI DISPIACE

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AMICIZIA SIGNIFICA NON DOVER MAI DIRE MI DISPIACE
28/09/2016
Pag. 151 N.39 - 5 ottobre 2016
diffusione:202781
tiratura:243442
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
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AMICIZIA SIGNIFICA
NON DOVER MAI DIRE
MI DISPIACE
Inseparabili fin da bambine. Poi, FABIOLA si ammala e FRANCESCA non c'è.
Così si allontanano. È la storia vera (che non si conclude così) di un'attrice.
Ma è anche la storia (non del tutto finta) raccontata in un nuovo romanzo.
Perché capita a tanti, e non per tutti c'è il lieto fine
M A R I N A CAPPA
0 5.10.2
016
FOTO
M A X & D O U G L A S
VANITY
FAIR
28/09/2016
Pag. 151 N.39 - 5 ottobre 2016
diffusione:202781
tiratura:243442
L
n diario per
due. Una scrive qualche pagina, lo passa
all'altra che annota i propri pensieri e poi
glielo rida, e via così, giorno dopo giorno, tutte le emozioni e le prime volte e le
paure degli anni del liceo. Poi, arrivate alla maturità, quel diario lo prendono e lo
spezzano in due: ognuna si tiene una metà di quella grande amicizia. Francesca
il suo mezzo diario l'ha poi perso in uno
dei tanti traslochi fatti in questi venticinque anni. Fabiola ce l'ha ancora, ne ha fotografato alcune pagine e le ha mandate
all'amica.
Eppure, c'è stato un periodo - che una
ricorda più breve, poco più di un anno,
e l'altra invece lungo diversi anni - in
cui Francesca Inaudi e Fabiola Materozzi non sono più state amiche. È successo a molti di noi, quel passare dal grande
amore, in cui da due si diventa una persona sola, all'assenza: un litigio, un allontanamento, un non-si-sa-che, e finisce tutto. Il libro di Francesca Del Rosso appena uscito narra proprio questo, nella Breve storia di due amiche per sempre. Ma il
tradimento dell'amicizia ha attraversato
tutta la letteratura (provocando anche il
e strade di Francesca e Fabiola si sono separate nell'estate della maturità.
Mentre la prima preparava provini e
si dava da fare per entrare nel mondo della
recitazione (quello che poi l'ha portata a diventare l'attrice di Tutti pazzi per amore, di
Come fai sbagli e adesso di Wonderland, dal
3 novembre in scena a Bolzano con la regia
di Daniele Cipri), l'amica sognava di iscriversi all'università e partire per l'Erasmus.
Si ritrovò però all'improvviso in ospedale,
con la vita scaravoltata da un diabete che
non aveva mai saputo di avere e che la portò
a un passo dalla morte. Racconta Francesca: «Sua madre mi telefonò dicendomi che
era ricoverata, io andai a trovarla ma non
realizzai esattamente che cosa stava succedendo, che poteva essere terrorizzata e che
aveva bisogno di me. Ero proiettata su tante
cose, progetti, partii per Milano e venni risucchiata in un'altra realtà, per un anno i
rapporti si chiusero. Mi ricordo che a un
certo punto però ho pensato: mi sono persa
qualcosa per strada, forse ho fatto qualcosa
che non va? E poi: che amica di merda sono
stata! Ma lei si ricorderà meglio di me, io le
cose brutte le rimuovo».
F
abiola no, non rimuove. Adesso lavora a Siena, in Confagricoltura. Ed è la
più «pacificata» delle due. «C'è stato
un allontanamento, ma non ho mai pensato
che Francesca dovesse uscire definitivamente dalla mia vita. Ci voleva tempo, io dovevo
elaborare la malattia e ritrovare un equilibrio
personale. I miei si stupivano della sua assenza, ma io la capivo, stava facendo un suo
percorso, starmi vicino avrebbe significato
per lei cambiare tutta la sua vita. Forse non
era abbastanza matura, e poi non sarebbe
WONDY, DUE DONNE
e un tradimento
Ragazzine, si erano giurate amicizia «finché morte
non ci separi». Ma poi Clara era sparita dalla vita
di Tessa. Adesso, diventate donne, si ritrovano.
E spunta, dal passato, un tradimento. Autrice di Breve
storia di due amiche per sempre (Mondadori, pagg.
204, € 17,50; dal 27 settembre in libreria) è Francesca
Del Rosso, giornalista e autrice radiofonica.
In arte Wondy, collaboratrice di VanityFair e autrice
del blog di «chemio avventure». Un romanzo, il suo,
ispirato a un sogno e a un'amica perduta.
stato giusto, anche se il suo supporto mi
avrebbe aiutata emotivamente. Però non ce
l'ho mai avuta con Francesca. È lei che si
punisce, con i sensi di colpa per come è stata
assente nella mia battaglia quotidiana. Anche se in realtà la malattia è una battaglia
molto personale. E se lei aveva paura di affrontare una persona che stava cambiando,
nemmeno io le sono stata poi così vicina in
tanti suoi cambiamenti. L'amicizia non è un
sostegno a 360 gradi, è anche altro. Un po'
come l'amore di una mamma, quando pensa che nulla le sia dovuto. Io non credo che
una persona sia obbligata a comportarsi in
un determinato modo».
«E COME
L'AMORE
DI UNA MAMMA,
QUANDO PENSA
CHE NULLA
LE SIA DOVUTO»
A
llora però tutto questo non viene
detto. A volte, è proprio quando
non litighi che si consumano gli addii più dolorosi, quelli che rimuginano in
silenzio errori e cattiverie. Poteva andare
così anche per Fabiola e Francesca, le due
«ringo-girls» come si definiscono: una castana l'altra morissima. Potevano trascorrere anni a telefonarsi soltanto per gli auguri di compleanno - «Non me ne sono mai
dimenticata uno, l'unica volta che non
glieli ho fatti, lei mi ha chiamato chiedendomi che cosa mi era successo... e in effetti
era un bruttissimo periodo per me», dice
Francesca - senza mai parlarsi davvero.
Ma «Fabiola fece il primo passo, prese e
venne a Milano dove stavo io».
L'incontro deve essere stato un momento delicato, perché invece Fabiola l'occasione la ricorda diversamente: «Lei era a
Roma, io dovevo andarci per un incarico
di lavoro, prima c'è stato un sms, poi ci
siamo viste. Chi ha mandato l'sms? Forse Francesca, ma non ci giurerei, proprio
perché non ci davo peso... L'importante
è che dopo anni siamo tornate a guardarci negli occhi».
Amicizia è (anche) regalare all'altro la figura migliore.
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grande successo del Cacciatore di aquiloni
di Hosseini) e un bel po' di cinema.