Verbal Irony in Contemporary Films: Hidden Meanings in

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Verbal Irony in Contemporary Films: Hidden Meanings in
ELIANA TERMINIELLO
Verbal Irony in Contemporary Films:
Hidden Meanings in Conversation
Il termine ironia trae la sua origine dal greco eiroineia (dissimulazione) ed implica un significato
diverso da quello letterale. Fin dai tempi antichi è stata oggetto di attenzioni e di studi. Quintiliano
nel suo Istitutio Oratoria, sosteneva che l’ironia afferma l’opposto di ciò che si intende comunicare,
Socrate la usava come tecnica nei suo dibattiti politici o come mezzo per educare alla verità (dal
latino educere: tirar fuori). Al giorno d’oggi, il suo uso è sintomo di una predisposizione mentale di
sfiducia e diffidenza nei confronti della realtà.
Al contrario del puro atto del mentire, in cui il parlante costruisce una realtà che non esiste, nel caso
dell’ironia il parlante elabora un livello di realtà che si sovrappone al primo senza però nascondere
quest’ultimo totalmente (cfr. Anolli 2001: 3-43). Un’efficace metafora per definire l’ironia è stata
proposta da Barthes (1977) il quale sostiene che comunicare ironicamente è un po’ come indossare
gli occhiali da sole dopo aver pianto. Un modo, cioè non di nascondere la verità ma solo di
camuffarla. Di conseguenza, gli occhiali scuri rappresentano maschere allusive che servono a
preservare la propria dignità. Nella comunicazione ironica, infatti, l’attenzione viene spostata dalla
funzione informativa a quella metacomunicativa.
L’ironia è stata analizzata in letteratura e in poesia (Byron, 1973), nel linguaggio parlato e in
quello scritto (Anolli, Ciceri and Infantino, 2002) o come parte dello humour (Chiaro, 2006). Tali
studi hanno messo in evidenza come il suo uso sia diffuso nella comunicazione in generale e nelle
conversazioni quotidiane in particolare. Secondo Gibbs e Colston (2001: 187-200) questo strumento
è particolarmente utile nel veicolare atteggiamenti umoristici o ostili nel linguaggio quotidiano e
risulta comprensibile attraverso inferenze e implicature (Attardo, 2001). Tuttavia appare difficile
separare concetti o frasi ironiche dalla comunicazione spontanea. Per questa ragione, il presente
lavoro cerca di costruire una struttura oggettiva che possa identificare l’ironia nelle conversazioni e
analizzare il suo funzionamento in modo sistematico.
Le mie research questions riguardano vari aspetti di questo fenomeno comunicativo che in
questo contesto viene considerato intenzionale:
a) verificare quali sono gli elementi oggettivamente identificabili su cui l’ironia si basa;
b) individuare quali sono le intenzioni del parlante nel comunicare ironicamente;
c) scoprire qual è il ruolo dell’auto-ironia nella comunicazione e infine,
d) osservare come l’ironia viaggia da una lingua e una cultura ad un’altra.
Per rispondere a quasti quesiti è stato necessario analizzare i fattori linguistici e pragmatici
che caratterizzano la conversazione ironica. Inoltre si sono evidenziate le differenze cross-culturali
attraverso un’analisi comparativa. Il modello adottato si è rivelato un valido supporto per
“dissezionare” gli scambi comunicativi, secondo passaggi pre-costituiti, uno strumento utile per
comprendere l’uso quotidiano del linguaggio indiretto. Nonostante sia diviso in fasi - INPUT,
FILTER, COMMUNICATIVE STRUCTURING and OUTPUT - queste, nel normale flusso della
conversazione, appaiono in maniera simultanea e sincronica.
Il corpus analizzato è costituito da 81 conversazioni selezionate da vari generi filmici. Il
presente studio si basa su un’analisi qualitativa in cui l’approccio pragmatico permette di
focalizzare i meccanismi ironici nelle sequenze selezionate. L’analisi quantitativa è applicata solo
allo studio comparativo effettuato nel capitolo 4, in cui gli scambi in lingua Inglese, e quelli in
Italiano della versione doppiata, vengono messi a paragone al fine di evidenziare le differenze e le
similitudini. Sono state dunque prese in considerazione le strategie traduttive proposte da Malone
(1988) e Pavesi (2004). Tuttavia la traduzione in sé non è oggetto di studio in questa ricerca ma solo
un mezzo attraverso il quale verificare come uno stesso costrutto sintattico ironico (da me definito
LANGUAGE DEVICE) viene trasformato nella lingua di arrivo (Target Text). La scelta di
analizzare il genere filmico nasce dalla necessità di reperire conversazioni spontanee. Il linguaggio
filmico è in realtà, una forma simulata di linguaggio parlato e rappresenta la spontaneità della
comunicazione quotidiana. Inoltre, esistono caratteristiche peculiari del linguaggio filmico che lo
rendono polisemico e che risultano avere una grande influenza sulla lingua Italiana (cfr. Pavesi
2005).
Il Modello per lo studio dell’ironia (Framework for Irony)
Il modello di seguito illustrato, utilizzato per analizzare il corpus, è stato adattato alle esigenze di
questa ricerca da una struttura presentata dagli psicologi Anolli, Ciceri e Infantino (2001: 142-163),
ed è stato inoltre ampliato in base ai risultati ottenuti.
CONTEXT AND
COMMON GROUND
Input
Situation
Assumptions
Focal Event
• Textual
• Contestual
Cultural Specificity
Filter
Communicative Intention
Communicative
Structuring
•
•
•
•
•
•
•
Blaming
Exhorting
Having fun
Making the situation less dramatic
Praising
Reproaching
Defuse the tension
Ironic Strategy
Language Device
Bantering Irony
Circumlocution
Echo or echoic mention
Idiomatic expression
Metaphor
Opposition
Rhetorical question
Understatement
Overstatement
Bitter Irony
Kind Irony
Sarcastic Irony
Self Irony
Output
Ironic Effect
• Misunderstanding
• Denying
• Touché
Fig. 1 Il Modello adoperato per lo studio dell’Ironia nelle conversazioni (Framework for Irony).
Analizzare una conversazione ironica significa partire da una prima fase che è stata definita Input
costituita da elementi contestuali che inquadrano la scena e l’ambientazione in cui avviene la
conversazione. Ma sono soprattutto le informazioni (Assumptions) condivise dal parlante e
dall’interlocutore e l’evento principale (Focal Event) che mettono in moto il meccanismo
comunicativo dell’ironia. Se mancano le informazioni contestuali (contextual) o testuali (textual) a
chi ascolta, l’ironia non viene recepita e quindi nella sua fase Output risulta male interpretata
(Misunderstanding).
La fase successiva è costituita da un filtro (Cultural Specificity) che, soprattutto nella
comunicazione cross-culturale, può influenzare il risultato dell’ironia.
La fase definita COMMUNICATIVE STRUCTURING è costituita dal nucleo centrale composto
da: le intenzioni comunicative, la strategia e lo strumento linguistico. Passaggi tali permettono al
parlante di veicolare verbalmente l’ironia attraverso vari tipi di strategie. Le intenzioni
comunicative sono esposte nel modello proposto e costituiscono la forza illocutoria dell’atto
comunicativo (Austin, 1962) e vanno dal criticare, all’esortare, al lodare l’interlocutore. L’ultima
fase, come già accennato, è l’effetto che l’ironia può avere su chi ascolta o su chi ne è ‘vittima’. Si
tratta dell’atto perlocutorio (Austin, 1962), ovvero l’esito concreto dell’azione/comunicazione
sull’interlocutore.
I Language Device
Gli stratagemmi linguistici (LANGUAGE DEVICE) identificati sono costrutti sintattici che,
all’interno della comunicazione ironica, veicolano le intenzioni del parlante in maniera celata.
Quelli presi in esame sono le espressioni Eco (Echo), le Oppositions, le circonlocuzioni
(Circumlocutions), le frasi idiomatiche (Idiomatic Expressions), le metafore (Metaphors), le
espressioni per enfatizzare (Overstatements) e per minimizzare (Understatements).
Le espressioni eco sono in realtà costrutti sintattici attraverso cui il parlante ripete in tutto o in parte
quello che è stato già detto in precedenza. Con l’eco (Sperber and Wilson, 1981) il parlante prende
le distanze da una situazione, una evento o da una persona in particolare. In realtà, come
sottolineato da Wilson (2006: 1722-1743), la gamma di atteggiamenti che un parlante esprime
attraverso l’eco va dallo scetticismo, al desiderio di conferma, al rifiuto.
Le Oppositions sono costrutti il cui significato letterale, solitamente positivo, risulta essere
l’opposto della situazione negativa che il parlante sta sperimentando in quel momento in particolare.
Le Circonlocuzioni (Circumlocutions) sono un modo ‘tortuoso’ di comunicare in cui il parlante
utilizza più parole del necessario per comunicare un contenuto (Penguin Dictionary of Language
1999). Le frasi idiomatiche (Idiomatic Expressions) sono dei pattern linguistici fissi in cui il
significato non può essere dedotto dalle singole parole che li compongono (Baker, 1992) risultano
quindi singole unità utilizzate nella comunicazione quotidiana.
Le Metafore (Metaphors) sono figure retoriche che implicano un trasferimento di significato. Ad un
termine viene trasferito un altro significato la cui funzione si sovrappone a quella del termine
originario creando, così, immagini altamente espressive. L’Overstatement e l’Understatement sono
entrambe figure retoriche che il parlante utilizza per manifestare il suo grado di ironia. Il primo
esagera un commento, il secondo ne riduce la portata, attenuando, sempre in maniera ironica, il
commento del parlante.
Descrizione del Corpus
Questo studio è basato su un corpus costituito da 10 film la cui scelta è stata determinata dai
seguenti criteri:
1) Si è cercato di analizzare film di vari generi per avere a disposizione contesti diversi in cui
l’ironia fosse presente;
2) Tutte le sequenze selezionate sono state scelte in base agli enunciati ironici dei parlanti che
non ricoprivano necessariamente il ruolo principale;
3) Nella selezione degli esempi non sono state prese in esame differenze in termini di genere,
sesso, età o stato sociale del parlante;
4) Tutti gli esempi presentano almeno uno stratagemma linguistico identificato tra i seguenti:
echoic utterance (EH), rhetorical question (RQ), opposition (OP), idiomatic expression
(ID), metaphor (MT), circumlocution (CL), overstatement (OS), understatement (US).
Sovrapposizioni di vari LANGUAGE DEVICE sono stati segnalati durante l’analisi.
I film sono stati selezionati in un periodo temporale che va dal 1991 al 2006, questo per evitare di
limitare lo studio ad un particolare momento storico della filmografia. Inoltre, ogni sequenza non è
stata scelta in base ad una lunghezza fissa per evitare un’eccessiva o, al contrario, una limitata
quantità di informazioni contestuali. Si tratta di film britannici e americani molto noti al grande
pubblico interpretati da attori come: Robert de Niro, Ben Stiller, Dustin Hoffman, Billy Crystal,
Hugh Grant, Gwyneth Paltrow, Johnny Depp, John Travolta.
Elenco dei film scelti:
1. Analyze This- Terapia e Pallottole (USA 1999 H. Ramis - Comedy, Crime);
2. City Slickers - Scappo dalla città: La vita, l'amore e le vacche (USA 1991 R. Underwood Comedy, Adventure, Western);
3. Four Weddings and a Funeral – Quattro Matrimoni e un Funerale (UK 1994 M. Newell Comedy, Romance, Drama);
4. Meet the Parents – Ti presento i miei (USA 2000 J. Roach - Comedy);
5. Meet the Fockers – Mi presenti I tuoi (USA 2004 J. Roach - Comedy);
6. Pirates of the Caribbean: the Curse of the Black Pearl –Pirati dei Caraibi: la Maledizione
della Prima Luna (USA 2003 G. Verbinski - Action, Adventure, Comedy, Fantasy);
7. Prime (USA 2005 B. Yonger - Comedy, Romance);
8. Pulp Fiction (USA 1994 Q. Tarantino - Crime, Drama);
9. Saw – L’Enigmista (USA 2004 J. Wan - Crime, Horror, Mystery, Thriller);
10. Sliding Doors (UK 1998 P. Howitt - Drama, Romance).
Risultati
L’analisi è stata divisa in due parti, la prima ha riguardato l’indagine di ogni sequenza sulla base di
due parametri: gli stratagemmi linguistici utilizzati e il significato sotteso veicolato dall’ironia. In
questa prima parte riveste un ruolo fondamentale la fase centrale del framework la “Communicative
Structuring” (vedi Fig.1). La seconda parte comprende l’analisi comparativa tra la versione Inglese
(Souce Text) e quella doppiata Italiana (Target Text) mentre un’analisi completa di tutte le
sequenze, che segue tutte le fasi del modello in Fig 1, è stata presentata in Appendice.
Tali stratagemmi rivelano significati nascosti, o meglio celati. La loro analisi conferma in
generale l’uso dell’ironia come strategia comunicativa che il parlante impiega al fine di
rimproverare o criticare l’interlocutore che, di conseguenza, risulta la sua ‘vittima’ o un mezzo per
manifestare dissenso nei confronti di un evento inaspettato. Inoltre, mette in evidenza come l’ironia
viene utilizzata per aumentare la distanza tra parlante e interlocutore quando questa già esiste, o per
crearla ex novo.
Caratteristica invece dell’uso di Understatement è l’atteggiamento diplomatico che il parlante vuole
assumere in determinate circostanze per timore delle conseguenze, sia perchè si trova in situazioni
di inferiorità o perchè si trova in situazioni professionali molto delicate. L’uso di questo strumento
linguistico, in particolare, risulta maggiormente ironico quando ad utilizzarlo è un personaggio dal
quale non ci si aspetterebbe nessuna ‘diplomazia’. Questo sta ad indicare come l’elemento
dell’inappropriatezza dell’enunciato sia un conditio sine qua non dell’ironia stessa. Attardo (2001)
sottolinea come un enunciato per essere considerato ironico debba risultare contestualmente
inappropriato e al tempo stesso relativo al contesto, inoltre, deve essere un atto comunicativo
intenzionale in cui gli attori dell’evento comunicativo (parlante e interlocutore) devono condividere
le stesse informazioni.
Interessante si è rivelato l’uso ironico dell’Eco, attraverso cui il parlante prende le distanze da una
situazione o dal comportamento del suo interlocutore.
Il terzo quesito posto all’inizio riguardava il ruolo dell’auto-ironia nella comunicazione.
Alcuni commenti sono utilizzati spontaneamente quando ci si trova in situazioni negative anche
quando non c’è nessuno a cogliere l’aspetto ironico come per es. espressioni del tipo: ah meno
male! o è fantastico!. L’auto-ironia è un modo per ridicolizzare se stessi senza umiliarsi. Pur
essendo un aspetto che ha bisogno di ulteriori indagini, in questo studio si è cercato di mettere in
evidenza le ragioni che spingono all’utilizzo di questo mezzo in cui il parlante risulta essere la
‘vittima’ di se stesso. Si è notato, in alcuni esempi, che l’auto-ironia viene espressa attraverso l’Eco
di uno stereotipo o un luogo comune al fine di ridicolizzarsi per giustificare un proprio
comportamento oppure per trasformare in parole un sentimento di frustrazione nei confronti di una
situazione su cui non si ha controllo. Inoltre, l’auto-ironia si rivela un’utile strategia, attraverso
l’uso dell’Understatement, per scusarsi indirettamente, evitando, di conseguenza, uno scontro
diretto con l’interlocutore in situazioni potenzialmente pericolose.
L’analisi comparativa dei due testi ha messo in evidenza un risultato importante: gli
stratagemmi linguistici delle Opposition, nella versione Italiana risultano doppiate come
Overstatement. Si evince di conseguenza, un’enfatizzazione eccessiva degli enunciati attraverso
elementi linguistici che portano all’uso iperbolico del linguaggio. In Italiano l’ironia sembra essere
basata su un linguaggio maggiormente emotivo attraverso cui il parlante enfatizza i suoi sentimenti
negativi. Tale conclusione è confermata dagli orientamenti culturali evidenziati da Katan (1999) in
cui la verbalizzazione delle emozioni sembra prevalere nelle High Context Cultures come quella
Italiana a confronto con quella britannica, definita Low Context Culture, in cui si preferisce avere
un maggiore autocontrollo verbale.
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