Resoconto Stenografico X Legislatura Seduta Pubblica n. 70 di
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Resoconto Stenografico X Legislatura Seduta Pubblica n. 70 di Giovedì 19 Gennaio 2017 (ore 10.00) Edizione non revisionata Resocontazione Servizio Giuridico Istituzionale 2.3.2 X LEGISLATURA - RESOCONTO STENOGRAFICO - SEDUTA DEL 19 GENNAIO 2017 CONSIGLIO REGIONALE DEL LAZIO 70. SEDUTA DI GIOVEDI’ 19 GENNAIO 2017 PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LEODORI INDI DEL VICEPRESIDENTE CIARLA (ore 11,18) INDI DEL PRESIDENTE LEODORI (ore 16,43) ********** Ufficio di Presidenza Presidente: Daniele Leodori Vicepresidenti: Mario Ciarla, Francesco Storace Consiglieri Segretari: Maria Teresa Petrangolini; Gianluca Quadrana; Giuseppe Simeone Gruppi consiliari Centro Democratico: Cd (c.g. Piero Petrassi); Cuoritaliani: Ci (c.g. Daniele Sabatini); Fratelli d’Italia: FdI (c.g. Giancarlo Righini); Gruppo misto: Misto (c.g. Pietro Sbardella); Il Popolo della Libertà: PdL-FI (c.g. Antonio Aurigemma); La Destra: LaD (c.g. Francesco Storace); Lista Civica Bongiorno-Obiettivo Lazio: LB-OL (c.g. Marino Fardelli); Lista Civica Nicola Zingaretti: LcZ (c.g. Michele Baldi); Lista Storace: LS (c.g. Olimpia Tarzia); Movimento 5 stelle: M5s (c.g. Silvia Blasi); Partito Democratico: Pd (c.g. Massimiliano Valeriani); Partito Socialista Italiano per Zingaretti: Psi (c.g. Daniele Fichera); Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà: Si-Sel (c.g. Gino De Paolis). Giunta regionale Presidente: Nicola Zingaretti Vicepresidente: Massimiliano Smeriglio Assessori: Formazione, Turismo, Ricerca, Scuola e Università: Massimiliano Smeriglio; Ambiente, Rifiuti e Rapporti con il Consiglio Regionale: Mauro Buschini; Politiche del Territorio e Mobilità: Michele Civita; e Sviluppo economico e Attività produttive: Guido Fabiani; Agricoltura, Caccia e Pesca: Carlo Hausmann; Cultura e Politiche giovanili: Lidia Ravera; Infrastrutture, Enti Locali e Politiche Abitative: Fabio Refrigeri; Politiche del Bilancio, Patrimonio e Demanio: Alessandra Sartore; Lavoro, Pari Opportunità e Personale: Lucia Valente; Politiche Sociali, Sport e Sicurezza: Rita Visini. INDICE Ordine del giorno PRESIDENTE…………………………………..6 (La seduta inizia alle ore Ordine dei lavori Interrogazione a risposta immediata n. 487 del giorno 10 ottobre 2016, proposta dai consiglieri Blasi, Denicolò, Porrello, concernente “Controllo analogo regionale sui bandi di gara Co.Tra.L. SpA” PRESIDENTE…………………………………..6 SIMEONE (PdL-FI)…………………………….6 PERILLI (M5s)………………………………….6 PRESIDENTE…………………………………..6 BLASI (M5s)……………………………….....6,8 CIVITA, Assessore……………………………...7 Question time Interrogazione a risposta immediata n. 528 del PRESIDENTE…………………………………..6 Seduta precedente n. 69 di martedì 27, mercoledì 28, giovedì 29 e venerdì 30 dicembre 2016 X LEGISLATURA - RESOCONTO STENOGRAFICO - SEDUTA DEL 19 GENNAIO 2017 giorno 1 dicembre 2016, proposta dal consigliere Santori, concernente: “Protocollo operativo sui prelievi e accertamenti necessari nei casi di omicidio e lesioni personali stradali gravi e gravissime ex artt.589bis e 590bis L.N. 41/2016” PRESIDENTE………………………………….9 SANTORI (FdI)……………………………...9,11 BUSCHINI, Assessore…………………………11 Interrogazione a risposta immediata n. 546 del giorno 13 gennaio 2017, proposta dal consigliere Aurigemma, concernente: “Stazione ferroviaria Val d’Ala” PRESIDENTE…………………………………11 AURIGEMMA (PdL-FI)…………………..11,13 CIVITA, Assessore……………………………12 Interrogazione a risposta immediata n. 538 del giorno 9 gennaio 2017, proposta dal consigliere Malcotti, concernente: “Istituzione servizio di pronta disponibilità Asl RM 5” PRESIDENTE…………………………………14 MALCOTTI (Ci)…………………………...14,16 BUSCHINI, Assessore…………………………15 Interrogazione a risposta immediata n. 540 del giorno 10 gennaio 2017, proposta dalla consigliera Tarzia, concernente: “Ricoveri per animali nei Comuni di Amatrice ed Accumuli” PRESIDENTE…………………………………16 TARZIA (LS)……………………………….16,20 BUSCHINI, Assessore…………………………18 Interrogazione a risposta immediata n. 543 del giorno 15 gennaio 2017, proposta dal consigliere Storace, concernente: ”Mancata stabilizzazione dei precari presso la Asl di Latina” PRESIDENTE…………………………………21 Interrogazione a risposta immediata n. 505 del giorno 2 novembre 2016, proposta dal consigliere Abbruzzese concernente: ”Stazione ferroviaria Val D’Ala” PRESIDENTE………………………………...21 Interrogazione a risposta immediata n. 547 del giorno 13 gennaio 2017, proposta dal consigliere Aurigemma, concernente: “Continui disservizi Cotral” PRESIDENTE…………………………………21 AURIGEMMA (PdL-FI)…………………...21,23 CIVITA, Assessore……………………………22 Interrogazione a risposta immediata n. 526 del giorno 30 novembre 2016, proposta dal consigliere Righini concernente: “Ospedale San Camillo-Forlanini, crisi occupazionale lavoratori del comparto pulizie” PRESIDENTE…………………………………24 RIGHINI (FdI)……………………………..24,25 BUSCHINI, Assessore…………………………25 Interrogazione a risposta immediata n. 545 del giorno 13 gennaio 2017, proposta dal Consigliere Sabatini, concernente: “D.G.R. numero 620 del 30/09/2014 – Integrazioni e modifiche in attuazione dei principi di semplificazione e snellimento delle procedure della D.G.R. n. 968 del 29/11/ 2007 PRESIDENTE…………………………………26 SABATINI (Ci)…………………………….26,28 BUSCHINI, Assessore…………………………27 Interrogazione a risposta immediata n. 537 del giorno 5 gennaio 2017, proposta dal consigliere Simeone concernente: “Regione Lazio – Asl E e aziende ospedaliere – Violazione del codice della trasparenza –“ PRESIDENTE…………………………………28 SIMEONE (PdL-FI)………………………..28,31 BUSCHINI, Assessore…………………………30 Interrogazione a risposta immediata n. 542 del giorno 12 gennaio 2017, proposta dal consigliere Abbruzzese concernente: “Rifiuti pericolosi prodotti ad Acerra” PRESIDENTE…………………………………32 ABBRUZZESE (PdL-FI)…………………..32,35 BUSCHINI, Assessore…………………………33 Interrogazione a risposta immediata n. 544 del giorno 13 gennaio 2017, proposta dal consigliere Simeone, concernente: “Legge 208/2015 – Revisione del DCA U00403 del 23.13.2016 e adeguamento atti antecedenti, successivi e conseguenti – “ PRESIDENTE…………………………………35 SIMEONE (PdL-FI)………………………..35,39 BUSCHINI, Assessore…………………………38 Interrogazione a risposta immediata n. 548 del giorno 13 gennaio 2017, proposta dai consiglieri X LEGISLATURA - RESOCONTO STENOGRAFICO - SEDUTA DEL 19 GENNAIO 2017 Aurigemma, Abbruzzese, Palozzi, concernente: “Emergenza pronto Regione Lazio” Simeone, soccorso PRESIDENTE…………………………………40 AURIGEMMA (PdL-FI)…………………...40,43 BUSCHINI, Assessore…………………………42 Interrogazione a risposta immediata n. 549 del giorno 13 gennaio 2017, proposta dal consigliere Aurigemma, concernente: “Bando medici non obiettori ospedale San Camillo” Tortosa (cessato con D.C. n. 6/2015), Patanè Giancola e Simeone concernente: Interventi per promuovere il ripristino delle coltivazioni di canapa (Cannabis Sativa) e le relative filiere produttive nel territorio della regione; - Proposta di legge regionale n. 213 del giorno 4 novembre 2014, di iniziativa dei consiglieri Blasi, Pernarella, Denicolò, Barillari, Perilli, Corrado e Porrello concernente: Promozione della coltivazione della canapa per scopi produttivi e ambientali PRESIDENTE…………………………………51 PRESIDENTE…………………………………44 AURIGEMMA (PdL-FI)………………….......44 BUSCHINI, Assessore…………………………44 Ordine dei lavori (La seduta è sospesa alle ore 13,34 e riprende alle ore 16,04) PRESIDENTE……………………………...51,53 RIGHINI (FdI)…………………………………51 TARZIA (LS)…………………………………..52 PERILLI (M5s)………………………………...52 VALERIANI (Pd)……………………….…52,53 PRESIDENTE…………………………………45 Commemorazione Professor Tullio De Mauro PRESIDENTE……………………………..45,47 MANZELLA (Pd)…………………………….45 Comunicazioni della Giunta relativamente ai danni provocati dal sisma del 18 gennaio 2017 PRESIDENTE……………………………..53,54 HAUSMANN, Assessore……………………...53 Comunicazioni del Presidente Relazione PRESIDENTE…………………………………47 . Approvazione processi verbali PRESIDENTE…………………………………54 FICHERA (Psi)………………………………..54 PRESIDENTE…………………………………47 Discussione generale Sulle Comunicazioni del Presidente PRESIDENTE…………………………..57,68,75 DE PAOLIS (Si-Sel)………………………..…57 HAUSMANN, Assessore………………………58 RIGHINI (FdI)…………………………………59 BLASI (M5s)…………………………………..61 TARZIA (LS)……………………………….…63 VALERIANI (Pd)………………………….…65 SANTORI (FdI)…………………………….....67 BONAFONI (Si-Sel)………………………...…68 SABATINI (Ci)…………………………….….71 PERNARELLA (M5s)…………………………74 PRESIDENTE……………………………..47,48 BARILLARI (M5s)…………………………..47 Ordine dei lavori PRESIDENTE……………………………...48,51 MALCOTTI (Ci)…………………………..48,49 BLASI (M5s)………………………………48,50 VALERIANI (Pd)………………………….…48 PERILLI (M5s)…………………………….49,50 Ordine dei lavori Testo unificato concernente: “Interventi per promuovere la coltivazione della canapa (Cannabis Sativa) per scopi produttivi, alimentari ed ambientali e relative filiere” delle seguenti proposte di legge: - Proposta di legge regionale n. 205 del giorno 24 ottobre 2014, di iniziativa dei consiglieri De Paolis, Bonafoni, Quadrana, Valentini, Petrangolini, Avenali, Agostini, Bellini, Ciarla, PRESIDENTE……………………………..75,76 PERILLI (M5s)…………………………..……75 HAUSMANN, Assessore……………………...76 SABATINI (Ci)…………………………….…76 Discussione e votazione dell’articolato PRESIDENTE…………………………………76 X LEGISLATURA - RESOCONTO STENOGRAFICO - SEDUTA DEL 19 GENNAIO 2017 FICHERA (Psi)………………………………..76 Ordine dei lavori PRESIDENTE……………………………..76,77 RIGHINI (FdI)……………………………..76,77 Discussione e votazione dell’articolato PRESIDENTE…………………………………77 HAUSMANN, Assessore……………………..77 Ordine dei lavori PRESIDENTE……………………………..77,78 MALCOTTI (Ci)…………………………..…77 SBARDELLA (Misto)……………………..…78 RIGHINI (FdI)……………………………..…78 (La seduta è sospesa alle ore 18,43) Atti consiliari 6 Regione Lazio X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017 La seduta inizia alle ore 10,20 PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LEODORI PRESIDENTE. Iniziamo i lavori. Prima vorrei dare la parola al consigliere Manzella per un ricordo di un ex consigliere regionale, che è stato Consigliere di questa Regione dal 1975 all’80 e che è deceduto qualche giorno fa, professor Tullio De Mauro. Vorrei dare la parola al consigliere Manzella per un breve ricordo del professor De Mauro e poi iniziare con i question time e dedicare un minuto di silenzio per ricordare questa figura così importante nel panorama accademico italiano. Per quanto riguarda invece il ricordo istituzionale di un Consigliere che non c’è più, mi sembra rispettoso e doveroso procedere prima dell’inizio del Consiglio. Grazie. PRESIDENTE. Potremmo procedere allora in questo modo. Facciamo adesso i question time; poi il minuto di silenzio e il ricordo del professor De Mauro lo facciamo a inizio seduta del Consiglio, prima della discussione della legge, in modo che iniziamo con i question time, li svolgiamo prima dell’inizio del Consiglio. Poi, ad inizio seduta ricordiamo la figura del professor De Mauro. ***** Question time Ordine dei lavori PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il consigliere Simeone. Ne ha facoltà. SIMEONE (PdL-FI). Anche e soprattutto per rispetto al minuto di silenzio per una persona deceduta non credo che possiamo iniziare con sei presenze in Consiglio regionale. Io quindi chiederei di sospendere il Consiglio per mezz’ora e attendere che ci sia un numero… Interrogazione a risposta immediata n.487 del giorno 10 ottobre 2016, proposta dai consiglieri Blasi, Denicolò e Porrello concernente “Controllo analogo regionale sui bandi di gara CO.TRA.L. S.p.a. 2016” PRESIDENTE. Sono d’accordo. Ha chiesto di parlare il consigliere Perilli. Ne ha facoltà. PRESIDENTE. L’ordine del giorno, al punto 0.1, reca: Interrogazione a risposta immediata n.487 del giorno 10 ottobre 2016, proposta dai consiglieri Blasi, Denicolò e Porrello concernente “Controllo analogo regionale sui bandi di gara CO.TRA.L. S.p.a. 2016”. Risponde l’assessore Civita. Ha chiesto di parlare la consigliera Blasi. Ne ha facoltà. PERILLI (M5s). Presidente, trovo giustissimo, tant’è vero che lo stavo dicendo al consigliere Manzella informalmente, che un ricordo istituzionale per rispetto di una persona che non c’è più avvenga alla presenza del Consiglio in plenaria. Quanto al discorso invece dei question time c’è un orario di convocazione, saremo anche in sei, però è presente l’Assessore, ci sono i Consiglieri che hanno presentato, nel nostro caso il question time, quindi secondo me questo i question time come sempre li possiamo fare per mantenere l’orario. BLASI (M5s). Il primo question time che sto proponendo all’Aula riguarda dei bandi di gara su COTRAL. Questo argomento, credo sia ben noto, è quanto mai attuale date le ultime vicende che riguardano questa azienda. Anche l’oggetto dell’interrogazione del question time in effetti è strettamente connesso con le ultime vicende perché riguarda l’esternalizzazione di alcuni servizi per cui oggi la presenza dell’Assessore è particolarmente importante. In effetti, la Regione Lazio, rispetto al COTRAL e ai tanti bandi di gara è tenuta ad Atti consiliari 7 Regione Lazio X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017 esercitare il controllo analogo sulla gestione di COTRAL S.p.A., controllo analogo e controllo preventivo su piano degli acquisti, di beni e servizi e degli atti con i quali si dispone l’avvio di procedura ad evidenza pubblica di valore pari o superiore alle soglie comunitarie. Ci piacerebbe quindi sapere, poi entrerò nel dettaglio: il senso di questo question time è proprio quello di avere un’evidenza della concreta attività che sta facendo la Regione Lazio e che ha fatto nel corso del 2016 e anche degli anni precedenti in esercizio del controllo analogo, tenuto conto di tanti bandi di gara che hanno esternalizzato non solo la manutenzione, che a nostro avviso più volte andava attentamente controllata e verificata perché come abbiamo già avuto modo di denunciare, si è trattato di un elevato, ingente aumento dei costi di manutenzione di tutti gli autobus in un biennio, che abbiamo già denunciato ed evidenziato in altre occasioni e in altri question time. Oggi sottopongo all’Assessore in realtà altri bandi di gara che secondo noi sono contrari a un canone di buon andamento, di economicità ed efficienza del servizio, mirando invece ad esternalizzare dei servizi che potrebbero essere svolti internamente in maniera illegittima ed impropria. Mi riferisco in questo caso a tre bandi di gara: il n. 7/2016, n. 8/2016 e n. 9/2016. Il primo riguarda il supporto operativo ai siti aziendali del committente e riguarda tutta una serie di piccole attività di piccole operazioni che vengono fatte all’entrata e all’uscita degli autobus come l’assistenza tecnica, il rifornimento gasolio, il rabbocco liquidi che vengono esternalizzati per 3 milioni di euro. L’altro riguarda, invece, la gestione delle elaborazioni delle buste paga, dei cedolini, di tutto quello che riguarda i cedolini paga e gli adempimenti previdenziali e fiscali. Anche qua una gara per esternalizzare questo servizio non più fatto internamente da COTRAL, non so se esiste più un ufficio del personale, per 1.200.000 euro. Ancora, un’altra gara in cui si affida il servizio di accertamento e controllo dell’idoneità fisica e psico-attitudinale del personale, addetto e non al trasporto, quindi attività che in realtà è deputata a svolgere il Servizio sanitario nazionale, così come previsto dalla normativa, prioritariamente il Servizio sanitario nazionale e non un altro servizio appositamente istituito; anche qui un’esternalizzazione del servizio delle visite mediche per 1.200.000 euro. A nostro avviso, la domanda che stiamo ponendo e che in realtà coinvolge questi tre bandi di gara che io sto sottoponendo ora all’Assessore, ma che in realtà in questo contesto è molto più ampia e che ci pone chiaramente a questo punto una valutazione chiediamo anche all’Assessore, intanto dei fatti che sono successi ultimamente in COTRAL e che credo che sia opportuno che l’Assessore ci dia la sua opinione di quello che è successo e poi di chiedere evidenza e conto di quello che la Regione sta facendo sul controllo analogo in esercizio del controllo analogo su questa azienda, che è appunto secondo noi in realtà non oculatamente gestita proprio per i bandi che ho appena citato. Grazie. PRESIDENTE. Grazie. Risponde l’assessore Civita. Ha chiesto di parlare l’assessore Civita. Ne ha facoltà. CIVITA, Assessore. Il suo question-time, come si dice, cade proprio a fagiolo, perché il problema è che prima le gare non venivano fatte. So che non è la sua volontà, però indirettamente i question-time sono stati sempre presentate sulle gare fatte. Sulle gare c’è un controllo molto forte da parte sia della Regione e in molti casi anche dall’ANAC. Il problema vero, che riguarda proprio il passato, è che prima non si facevano le gare, si facevano gli affidamenti diretti. Noi abbiamo rotto questa pratica. Si è passati dal 15-17 per cento del passato pre-2013 al 77 per cento delle gare fatte. Considerate che ogni gara ha ricorsi al TAR, al Consiglio di Stato. Quindi, ha un iter Atti consiliari 8 Regione Lazio X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017 di controllo interno e di controllo, lo chiamo così per brevità, esterno molto lungo e complesso. Fatto sta che noi siamo passati in due anni da 56 milioni spesi per le manutenzioni le manutenzioni a oggi che siamo a 49 milioni, con un risparmio di 7 milioni. Inoltre, la gara più importante che ha fatto il COTRAL, quella per acquistare 340 autobus, è una gara innovativa, che prevede il full service, che significa che non solo noi abbiamo selezionato, cioè COTRAL ha selezionato la società che fornisce gli autobus, ma abbiamo anche selezionato la società che per dieci anni sarà responsabile della manutenzione e dell’efficienza con cui questi autobus usciranno dai depositi. Abbiamo reso certo per i prossimi dieci anni, proprio grazie a questa gara, fatta in collaborazione con ANAC, proprio il tema più generale delle manutenzioni. Prima che cosa succedeva? E questo è stato il tema dell’inchiesta in corso. Che venivano divisi i vari tipi di manutenzione che andava fatta a un autobus: c’era chi si occupava dei freni, chi si occupava di altre parti meccaniche, chi si occupava di altri apparati elettronici che servono per gli autobus. Venivano divisi. Quindi, era più difficile controllare, perché ogni ditta faceva un piccolo segmento e molto spesso in questo modo si evadevano gli obblighi che la legge prevede, perché si andava sotto il milione di euro e, quindi, non si facevano le gare. Tra l’altro, sotto il milione di euro, come lei sa, da Statuto è competenza del consiglio di amministrazione del COTRAL poter fare quelle gare, quindi è una responsabilità diretta che il management dell’epoca acquisiva. Ora, invece, appunto, abbiamo superato tutto ciò e stiamo andando verso un pieno rispetto della normativa, e questo ha aiutato – lo dichiarano anche gli inquirenti e la Guardia di finanza – anche il lavoro degli inquirenti e della Guardia di finanza, che in questo modo hanno potuto verificare lo stato dell’arte e, quindi, avviare l’indagine di cui abbiamo letto tutti sui giornali, inchiesta che l’attuale management di COTRAL ha, per quello che poteva, da una parte sollecitato con esposti, con ripetuti esposti, soprattutto rispetto agli autobus, e non so se vi ricordate, ma l’ho anche detto qui in varie sedute degli esposti che il nuovo gruppo dirigente di COTRAL aveva fatto sui casi degli autobus che andavano a fuoco proprio per verificare lo stato dell’arte, se c’erano state delle mancanze nelle manutenzioni, e quindi per aiutarci anche a capire come poter operare e risanare l’azienda. Aggiungo, inoltre, che nel giro di poco tempo tra i primi atti che ha fatto il nuovo management c’è stato quello della rotazione di tutto il personale, rotazione che non è stata indolore e ha avuto anche qui dentro delle ripercussioni, question time e polemiche, ma che ha aiutato sicuramente l’azienda ad affrontare in modo nuovo tutti questi aspetti. È un lavoro in corso, che però ci ha portato a risanare COTRAL, oggi COTRAL è un’azienda che è strutturalmente in pareggio, e ad aumentare le frequenze e la qualità del servizio, in particolare con i 340 autobus che oggi abbiamo. Nel merito delle tre questioni che lei mi ha dato, siccome la sua interrogazione era invece generale, me le dà e sarà mia cura farle avere una spiegazione dettagliata, perché chiaramente non essendo scritto nell’interrogazione non ho chiesto informazioni in merito. Grazie. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la consigliera Blasi. Ne ha facoltà. BLASI (M5s). Grazie, Presidente. In realtà non posso ritenermi soddisfatta di questa risposta, perché l’Assessore in pratica ci ha detto che dal 2013 ad oggi ci sono state solo gare per l’affidamento del servizio di manutenzione. In realtà, quello che è successo è il contrario, vale a dire che ci sono stati, invece, affidamenti diretti. Lei, invece, ci viene a dire che non è successo questo e quello che è successo è solamente gara da quando si è insediato il nuovo management dal 2013. Risponderemo con dati e documenti a questo che lei ci ha portato in Aula, in quanto Atti consiliari 9 Regione Lazio X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017 in realtà ci risulta diversa la situazione. Chiaramente lei non ha risposto poi alle situazioni specifiche che le ho detto ma, al di là di una valutazione tecnica, io avendole citate mi aspettavo una valutazione politica, cioè anche l’opportunità poi di affidare il servizio di redazione dei cedolini buste paga da parte di un’azienda come COTRAL a un ente esterno, oppure all’accertamento psicoattitudinale, che comunque può essere fatto dal Servizio sanitario nazionale, anzi è obbligo che venga fatto prioritariamente dal Servizio sanitario nazionale, viene affidato a terzi. Al di là di una valutazione tecnica dunque c’era comunque una valutazione politica da fare, rispetto a quanto detto e a quanto citato. Lei più volte in quest’Aula ha fatto riferimento al COTRAL, parlando al plurale, “noi”: noi siamo, noi facciamo, noi abbiamo fatto. Quindi ritengo che ci sia un’attenta corrispondenza e un attento lavoro, o comunque una presenza dell’Assessore nell’azienda COTRAL. Capisco, da queste parole, che l’Assessore conosce la situazione di COTRAL in tutto e per tutto e che quindi se c’è stato o non c’è stato il controllo analogo, non è stato molto chiaro da quello che lei ha detto. Dice che ci sono stati degli esposti dell’azienda rispetto agli autobus che sono andati a fuoco, quindi anche qui ci riserveremo poi di leggere questi esposti che effettivamente sono stati prodotti dall’azienda. Il dato che rimane è che in effetti questi 340 autobus ancora oggi su strada non ci sono. Gli autobus sono molti di meno, ce ne risultano una ventina, arriveranno nel corso del 2017. Quindi parlare al presente di qualcosa che ancora non c’è – arriveranno questi autobus – non ci pare proprio opportuno. Concludo dicendo che attendiamo questi riscontri ulteriori che farà l’Assessore. Grazie. Interrogazione a risposta immediata n. 528 del giorno 1 dicembre 2016, proposta dal consigliere Santori, concernente: “Protocollo operativo sui prelievi e accertamenti necessari nei casi di omicidio e lesioni personali stradali gravi e gravissime ex artt.589bis e 590bis L.N. 41/2016” PRESIDENTE. Anticipiamo la n. 0.8 e posticipiamo la n. 0 .2, quindi anticipiamo il question time del consigliere Santori e posticipiamo quella del consigliere Righini. L’ordine del giorno, al punto 0.8, reca: Interrogazione a risposta immediata n. 528 del giorno 1 dicembre 2016, proposta dal consigliere Santori, concernente: “Protocollo operativo sui prelievi e accertamenti necessari nei casi di omicidio e lesioni personali stradali gravi e gravissime ex artt.589bis e 590bis L.N. 41/2016” Prego, consigliere Santori, risponde l’assessore Buschini. A seguire, facciamo l’altra a cui risponde l’assessore Civita, la n. 0.13, ma non so se c’è il primo firmatario, Aurigemma. Se ci fosse, l’anticipiamo. Ha chiesto di parlare il consigliere Santori. Ne ha facoltà. SANTORI (FdI). Grazie, Presidente. Tenevo a discutere questa interrogazione, anche in vista della successiva legge che la Capigruppo ha voluto mettere all’attenzione di quest’Aula, cioè la questione della canapa. Ritornando a questi temi legati ai protocolli operativi sui prelievi e agli accertamenti necessari nei casi di omicidio e lesioni personali stradali, gravi e gravissimi, cioè secondo le recentissime modifiche del Codice della strada, di fatto la Regione Lazio, con un DCA firmato dal presidente Zingaretti, ti autorizza a farti una canna, a commettere un incidente grave e a non essere controllato per questo. Il DCA dice infatti sostanzialmente che chi ha fumato cannabis che comunque viene controllato, non deve necessariamente commettere delle lesioni o omicidio stradale, dal DCA, dal protocollo operativo, si evince che non ci saranno controlli sulla cannabis, cosa che non è prevista da nessun protocollo scientifico. Io mi sono stupito, leggendo questo DCA, che comunque è stato un aspetto positivo per questa Regione, perché è stata la prima Atti consiliari 10 Regione Lazio X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017 Regione a farlo, anche in collaborazione con determinate procure della Repubblica. quindi mi stupisco anche che sia sfuggito questo passaggio alla magistratura o a chi se ne è occupato, però si è inteso fornire indicazioni chiare circa gli accertamenti dello stato di ebbrezza e di alterazione da assunzione di sostanze stupefacenti o psicotrope, alla luce della disciplina di cui alla legge n. 41 del 2016, che ha introdotto appunto l’omicidio stradale. Nel decreto si dispone l’elencazione delle sostanze principali da ricercare sul materiale prelevato, ossia sangue o saliva, da parte dei laboratori interessati. In seno alla suddetta elencazione, non appaiono annoverati i cannabinoidi. Le nuove misure previste per l’introduzione del reato di omicidio stradale valgono per tutti coloro che si mettono alla guida sotto l’effetto di qualsiasi sostanza illegale, cannabis inclusa. Peraltro, alcune statistiche dicono che proprio il combinato disposto tra cannabis e alcol genera la maggior parte degli incidenti stradali, quindi sembra assurdo, ma purtroppo, con questo protocollo si è andati avanti in questo modo. Comunque, i protocolli stilati dall’ASL regionali precedenti all’introduzione delle norme di cui alla 41 del 2016 contemplavano proprio, tra le sostanze da ricercare, in tutti i casi di accertamento sanitario i soggetti coinvolti, anche i cannabinoidi. Quindi, è stato un errore, è stato tolto volutamente. Io spero che l’assessore ci dia una risposta tecnica e se la risposta è positiva, cioè che venga introdotto nel DCA i cannabinoidi o se non è positiva spiegarci politicamente cosa vuole fare. Capiamo che arriva alla letterina dalla Direzione Salute, ma bisogna anche, a mio avviso, in maniera coraggiosa, prendersi delle responsabilità perché a noi sembra che tutto questo vada in linea con quanto vuole fare questa maggioranza di centrosinistra, spesso anche sostenuta su questi temi (gli immigrati, la droga libera) anche dal Movimento 5 Stelle in alcuni casi. Credo che sia, invece, opportuno cercare, almeno sui controlli, perché se volete liberalizzarla c’è una proposta di legge, anche se non è l’emergenza di questo Paese, però c’è una proposta di legge parlamentare che sta andando nella direzione della legalizzazione della cannabis e questo rischia di impattare gravemente sull’applicabilità dell’omicidio stradale in combinato disposto con quanto voi avete deciso, o meglio Zingaretti, firmando il DCA del 27 settembre del 2016. L’introduzione del reato di omicidio stradale è stata fortemente richiesta dai cittadini come misura di giustizia atta a dirimere i tanti casi in guida in stato di ebbrezza, ma altresì in stato di alterazione dovuta all’assunzione di sostanze stupefacenti o psicotrope. Prima dell’introduzione di questa legge non era obbligatorio questo controllo. Poi era il magistrato a valutare il comportamento del soggetto. Adesso, con l’introduzione dell’omicidio stradale il soggetto che ha causato l’incidente o deve essere contratto viene, in maniera coatta, portato all’interno degli ospedali preposti per i controlli all’interno dei laboratori. Fanno tutti questi controlli, tranne la cannabis. Magari ha causato un incidente fumando una canna e questa persona non viene controllata. Non solo, il medico non lo può fare neanche di sua sponte perché altrimenti viene anche denunciato per violazione della privacy. Ripeto, questa Regione autorizza a comportarsi in questo modo e ritengo che sia una cosa assurda. Interroghiamo il Presidente della Giunta – ha già detto l’Assessore competente Buschini che risponderà spero in maniera oltre che tecnica anche politica – per sapere se è intenzione di questa Amministrazione modificare o integrare il DCA di cui nelle premesse, includendo anche i cannabinoidi tra le sostanze principali da ricercare in tutti i casi di accertamento circa lo stato di ebbrezza e di alterazione, così da non inficiare sulla legge nazionale molto importante che ha introdotto l’omicidio stradale. Grazie. PRESIDENTE. Ha chiesto di l’assessore Buschini. Ne ha facoltà. parlare Atti consiliari 11 Regione Lazio X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017 BUSCHINI, Assessore. Grazie, Presidente. Oltre che dalla lettura dell’interrogazione, anche dalla illustrazione della interrogazione fatta dal consigliere Santori, la risposta è breve e anche molto semplice, ma altrettanto chiara. La Direzione Salute sta predisponendo una nota contenente le indicazioni applicative del decreto commissariale al quale anche il Consigliere faceva riferimento, cioè il 288 del 2016 con il quale è stato approvato il protocollo operativo che viene riportato nell’interrogazione e che è stata oggetto della illustrazione. Considerato che nelle tabelle allegate al decreto della legge 36 del 20 marzo 2014 i cannabinoidi sono inseriti tra le sostanze stupefacenti o psicotrope sottoposte alla vigilanza e al controllo del Ministero della salute, a questo punto la Direzione includerà anche i cannabinoidi tra le sostanze principali da ricercare in tutti i casi di accertamenti circa lo stato di ebbrezza o alterazione da assunzione di sostanze stupefacenti o psicotrope nelle ipotesi introdotte nella legge richiamata e della quale conosciamo l’importanza, che è l’articolo 539-bis e 590bis. (Segue t. 2) PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il consigliere Santori. Ne ha facoltà. SANTORI (FdI). Grazie, Presidente. Mi ritengo soddisfatto della risposta, fino a prova contraria, nel senso che, assessore Buschini, attendo magari la trasmissione di questa nota operativa della Direzione Salute ai vari laboratori che sono coinvolti in questa azione di controllo. Mi ritengo soddisfatto anche se, Assessore, alcune volte è anche opportuno magari dire “ci siamo sbagliati, in questo protocollo operativo non abbiamo inserito i cannabinoidi, faremo una nota operativa”, perché il protocollo operativo è già un protocollo operativo, cioè una nota che serve a dire agli uffici competenti come agire. Non è che si fa una nota del protocollo operativo, perché sennò qui stiamo tutte le volte a fare note su note, ad aprire tavoli e a fare cose che, lo ripeto, fanno solo perdere tempo. Quindi avrei apprezzato di più – devo essere sincero – il fatto che gli uffici avessero riconosciuto all’Assessore l’errore di aver dimenticato i cannabinoidi all’interno del protocollo operativo. Forse anche così è una forma per salvare capra e cavoli, cioè sostanzialmente dire “faremo una successiva nota”, però di fatto c’è una soddisfazione, perché l’importante è il risultato, cioè quello del controllo, e quindi ringrazio la Giunta e gli uffici per questo reinserimento. Attendo la nota ufficiale, che spero di poterla avere non appena viene inviata, perché intanto in questo periodo, da quando è stato fatto il DCA, da settembre ad oggi, sostanzialmente nessuno è stato controllato per i cannabinoidi. Spero che questa nota venga fatta oggi, o domani al massimo, e che finalmente chi è interessato, quindi i nostri medici che controllano, siano realmente indirizzati in questa direzione, nella speranza che non ci siano più errori così madornali, ma possono capitare sicuramente. Però, di fatto la sostanza è che in tempi brevi spero che possa essere risolto questo problema che Fratelli d’Italia ha posto all’attenzione della Giunta. Grazie. Interrogazione a risposta immediata n. 546 del giorno 13 gennaio 2017, proposta dal consigliere Aurigemma, concernente: “Stazione ferroviaria Val d’Ala” PRESIDENTE. L’ordine del giorno, al punto 0.13, reca: Interrogazione a risposta immediata n. 546 del giorno 13 gennaio 2017, proposta dal consigliere Aurigemma, concernente: “Stazione ferroviaria Val d’Ala”. Ha chiesto di parlare il consigliere Aurigemma. Ne ha facoltà. AURIGEMMA (PdL-FI). Grazie, Presidente. Sarò molto breve perché questa interrogazione è stata già oggetto di altre 12 Atti consiliari Regione Lazio X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017 interrogazioni all’interno dell’Aula, per la precisione è stata fatta un’interrogazione nel gennaio 2015, circa due anni fa. Vorrei sapere dall’Assessore se ha notizie in merito alla riapertura della Stazione Val d’Ala, che è una stazione che serve un quartiere molto popoloso di Roma, quello sito tra la Salaria e la Nomentana, che ha un numeroso afflusso di persone e che di punto in bianco da tre anni non è più funzionante in quanto oggetto di qualche intervento. Le chiedo, quindi, se ci sono novità rispetto ai quesiti posti due anni fa, i quali purtroppo, ahimè, ancora oggi sono privi di realizzazione. PRESIDENTE. Ha chiesto di l’assessore Civita. Ne ha facoltà. parlare CIVITA, Assessore. Rispetto alla questione posta, che il consigliere Aurigemma aveva già posto in altra precedente interrogazione, come ricordava, gli interventi per quanto riguarda la fermata di Val d’Ala, che è una fermata particolare perché, quando fu aperta, prima dell’inaugurazione del prolungamento della B1 a Conca d’Oro, è un tratto ferroviario che arriva alla stazione Tiburtina deviando dalla FL2 e che si attesta su un binario morto, che finisce alla stazione Tiburtina. I lavori di cui parlavo nel 2015 sono lavori che sono serviti e sono stati già fatti per quanto riguarda smistamento perché, come lei sa, Consigliere, nel breve, anche se tortuoso tragitto, il treno poi deve girare a smistamento, e lo smistamento è di proprietà di Trenitalia, è uno dei pochi impianti che è totalmente di proprietà di Trenitalia. Questi lavori sono stati fatti, altri se ne stanno facendo, smistamento a Salario è un’area molto grande di proprietà di Trenitalia, dove Trenitalia svolge varie attività di manutenzione di tutto il suo parco mezzi. Quindi, oggi sarebbe teoricamente possibile ripristinare questo piccolo tronchetto. Noi abbiamo messo in campo due iniziative, da marzo. Abbiamo sentito prima il Comune di Roma, poi il municipio e dopo l’Agenzia Roma Servizi per la mobilità per fare uno studio, perché quella attuale, soprattutto dopo l’inaugurazione del prolungamento della B1 è stata poco utilizzata come stazione ferroviaria. L’Agenzia Roma Servizi per la mobilità si è impegnata a fare uno studio della mobilità, tra l’altro pensando anche di prolungare l’attuale attestamento degli autobus che sta di fronte alla fermata della metropolitana fino alla stazione davanti al piazzale della stazione, proprio per aiutare l’interscambio con la metro. Noi siamo in attesa. Adesso risolleciteremo l’attuale Amministrazione e l’Agenzia Roma Servizi per la mobilità per sapere, perché vorremmo anche conoscere un loro orientamento sulla riapertura della Stazione di Val d’Ala. In secondo luogo, siccome con FS si sta ragionando sull’insieme delle attività e delle funzioni, dopo il famoso incendio della stazione Tiburtina, abbiamo insistito, e RFI ha avviato la progettazione, per fare in modo che il binario su cui si attesta il treno che arriva da Val d’Ala non sia un binario morto, che cioè non è interconnesso alla rete, ma possa essere interconnesso alla rete. Questo è utile, soprattutto per la riapertura della stazione Val d’Ala, ma è utile anche più in generale, perché permette una migliore organizzazione della stazione stessa. È un intervento molto costoso, RFI ci ha detto che il costo di questo intervento è di circa 10 milioni di euro. Noi gli abbiamo chiesto di metterlo in programmazione, quindi è stata progettata ed è in programmazione per quanto riguarda i finanziamenti che dovrebbero arrivare nel contratto di programma tra RFI e Stato 2017-2020. Sarà comunque mia cura informare di queste due questioni, cioè della valutazione che dà il Comune di Roma e del Piano della mobilità che l’Agenzia Roma Servizi per la mobilità sta facendo per interconnettere, quindi per aiutare l’uso, da parte dei cittadini, di quel quadrante, non solo della metro B, un’opera importante e molto frequentata, ma anche della stazione, che come lei sa sta a Atti consiliari 13 Regione Lazio X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017 circa un chilometro (adesso, posso sbagliare di qualche metro). Per esempio, noi avevamo immaginato, lo ripeto, un prolungamento e l’attestamento del capolinea degli autobus. La questione RFI riguarda un intervento, ripeto, importante per Val d’Ala, ma in generale è importante per la riorganizzazione della Stazione FS Tiburtina, il cui costo però è significativo. RFI ci dice che è di circa 10 milioni di euro, che è in programmazione, quindi noi l’abbiamo richiesto. Il progetto lo hanno fatto e quindi adesso è in programmazione. Sarà mia cura informarla degli ulteriori sviluppi. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il consigliere Aurigemma. Ne ha facoltà. AURIGEMMA (PdL-FI). Grazie, Presidente. Presidente, noi abbiamo la facoltà di poter fare queste interrogazioni dentro l’Aula per poter svolgere la nostra attività istituzionale e fare da tramite con i cittadini. Io due anni fa non ho fatto altro che comunicare ai cittadini le dichiarazioni dell’assessore Civita, che leggo: “questi lavori risultano in fase di ultimazione e nel giro di due-tre mesi dovrebbero terminare. È nostra intenzione riattivare la stazione”: non sono passati solo due o tre mesi, ma dopo due anni, sentirsi dire che dobbiamo riprogrammare le attività, vuol dire che l’interrogazione che abbiamo fatto due anni fa, non voglio arrivare al punto di dire che l’Assessore ci ha preso in giro, però penso e presumo che sicuramente la risposta che ci ha dato due anni fa è completamente diversa da quella di oggi. Non possiamo demandare il problema all’Agenzia della mobilità e a Roma Capitale, che di problemi ne ha ben altri. La distanza è a 1 chilometro e 144 metri per la precisione, ma al di là della distanza, è una stazione dove la gente a piedi entra e va verso i collegamenti e gli scambi ferroviari perché arriva a raggiunge la stazione Tiburtina. È una stazione dove passa il treno Fara SabinaFiumicino. Penso che la Regione dovrebbe intervenire in maniera diversa, non continuando a fare scaricabarile con il Comune di Roma, perché fare un servizio di 1 chilometro 100 metri, avanti e indietro, lei sa benissimo che nelle ore di punta produce nell’arco annuale una quantità di chilometri vettura che andrebbe a caricare ulteriormente ATAC che non è in grado né con i mezzi, né con quant’altro di svolgere il servizio minimo indispensabile. Assessore, onestamente non resto assolutamente soddisfatto dell’intervento, ma più che altro per il metodo con cui si continua ad intervenire sulle interrogazioni trasformandole come ad una sorta di rotture di scatole che fanno i Consiglieri per cercare di dare risposte ai cittadini che hanno qualche difficoltà. Quindi, che oggi io vengo a sapere che l’attività non è in programmazione perché, da quello che ho capito, non risulta finanziata e l’intervento di 10 milioni di euro sicuramente dovremo andare a spiegare, quando andiamo a inaugurare sia i treni che i pullman che forse avremo treni e pullman nuovi, ma continuiamo a tagliare i servizi per comprare treni e pullman nuovi, perché questo era un contratto di servizio con Trenitalia. Oggi questo contratto di servizio, che produce chilometri e che la Regione paga, non viene più svolto. Quindi, la Regione ha tagliato di fatto un servizio ulteriore sul trasporto che adesso diventa un’altra volta un problema di Roma Capitale. Io non voglio difendere la Raggi, però non può essere che il problema sia sempre scaricato su Roma Capitale che svolge, e continua a svolgere, circa il 70 per cento del trasporto pubblico regionale e continua a non essere finanziata per uguale importo dal Fondo nazionale trasporti. Personalmente non farò altro che informare i Comitati dei pendolari, che lei avrebbe dovuto incontrare nel gennaio del 2015, come ha risposto all’interrogazione, per dire che non c’è il finanziamento sulla riapertura della stazione, non ci sarà sicuramente a breve la possibilità di riattivare un servizio regionale, perché quello era un servizio regionale perché si Atti consiliari 14 Regione Lazio X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017 parla di trasporto su ferro ed è demandato alla Regione, ma soprattutto che l’attendibilità delle sue risposte e l’affidabilità delle sue risposte nei quesiti e nelle interrogazioni che vengono poste continuano ad essere completamente diverse nel corso del tempo, perché io pensavo che oggi si arrivasse a problematiche di natura tecnica, non al mancato finanziamento di risorse, perché nell’interrogazione precedente si diceva che i lavori si stanno ultimando e sarebbero finiti. Quindi, si presumeva che il finanziamento già fosse stato erogato e l’ultimazione dei lavori portasse alla riapertura. Oggi io non comprendo e onestamente, Assessore, non capisco neanche come mai il progetto inizialmente già finanziato sia stato definanziato e come mai i lavori non siano partiti. Riorganizzare un servizio di trasporto dal Val D’Ala a Conca D’Oro siamo tutti quanti consapevoli di poterlo fare, ma il problema continua a rimanere in capo alla Regione, non al Comune di Roma. Quella è una stazione chiusa, è una stazione che ha la fortuna di insistere all’interno di un quartiere, quindi la gente ci va a piedi. Non vedo perché dobbiamo utilizzare altri mezzi del trasporto pubblico per collegarli in altre sedi o in altre parti. Onestamente faremo e attueremo tutte le attività o le azioni per tutela nell’interesse dei cittadini di quel quadrante di Roma che sono stati privati dalla Regione Lazio e non dal Comune di Roma, perché chi fa il contratto di servizio con Trenitalia è la Regione Lazio non è il Comune di Roma, di un servizio importante e forse sarebbe il caso di comunicarlo anche alla gente quando andate a inaugurare i vari treni nuovi o i mezzi nuovi che inaugurate all’interno dei depositi della nostra Regione spiegando che questo mezzo per poterlo comprare abbiamo tagliato un pezzo del trasporto pubblico nel quartiere di Roma, quest’altro mezzo per poterlo comprare abbiamo tagliato la fermata della stazione di Minturno, lì a Latina, dove i pendolari si lamentano oppure quest’altro mezzo per comprarlo abbiamo rimodulato una serie di servizi tra cui i tagli del trasporto su gomma nella zona della Valle dell’Aniene. Questo è quello che sta avvenendo. Purtroppo ne prendiamo atto e ci comporteremo di conseguenza. Interrogazione a risposta immediata n. 538 del giorno 9 gennaio 2017, proposta dal consigliere Malcotti concernente “Istituzione servizio di pronta disponibilità ASL RM 5” PRESIDENTE. L’ordine del giorno, al punto 0.3, reca: Interrogazione a risposta immediata n. 538 del giorno 9 gennaio 2017, proposta dal consigliere Malcotti concernente “Istituzione servizio di pronta disponibilità ASL RM 5”. Ha chiesto di parlare il consigliere Malcotti. Ne ha facoltà. MALCOTTI (Ci). Grazie, Presidente. L’interrogazione riguarda la situazione del personale dell’ospedale di Colleferro. In realtà, un ragionamento molto analogo potrebbe essere replicato su tante altre strutture del genere, ma in questo caso raccogliamo la segnalazione del personale infermieristico dell’ASL RM/5 e degli ospedali di Colleferro, Tivoli, Palestrina e Subiaco. Qual è la situazione? La situazione è che, come è noto per tutte le vicende che riguardano notoriamente la sanità, il blocco del turnover e le carenze di personale, abbiamo una inadeguatezza numerica del personale in servizio. La situazione è spesso molto drammatica, nel senso che a molti operatori, in particolare a quelli del settore infermieristico, capita che, dopo aver fatto tutto il turno di servizio, non arrivi il cambio, e quindi sono costretti, per non lasciare scoperto il servizio, a rimanere anche oltre le tredici ore massime consecutive che sono ammesse dalla legge, posto che tredici ore sono già un limite molto elevato specialmente per servizi che hanno un impatto e comportano un impegno piuttosto gravoso. Succede, dunque, che non arrivino i cambi e restino più delle ore Atti consiliari 15 Regione Lazio X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017 consentite. L’ultima segnalazione che ho raccolto è quella di ieri, dove personale infermieristico di ortopedia dell’ospedale di Colleferro è stato costretto a rimanere in servizio anche in questo caso oltre le tredici ore consentite dalla legge. Non solo, quello che accade è che l’ufficio che gestisce in questi casi anche il personale dell’ospedale, per esempio quello di Colleferro, giustamente, perché così è organizzato, chiude alle ore 16 nei giorni feriali e chiude nei giorni festivi e il sabato e la domenica, quindi in particolare questi soggetti rimangono senza alcun interlocutore, senza un superiore al quale segnalare l’emergenza addirittura dal venerdì pomeriggio, alle ore 16 o 17, fino a lunedì mattina. Quindi, quello che accade nella concretezza è che si arriva al fatto che il personale comincia ad attaccarsi al telefono e a cercarsi da solo le sostituzioni. Alcune organizzazioni sindacali hanno chiesto l’istituzione di un servizio di pronta disponibilità, cosa che viene fatta in tante realtà, e cioè di un ufficio che tenga costantemente delle persone con dei meccanismi di reperibilità per consentire di fare le sostituzioni nelle situazioni di emergenza. Questa richiesta è stata fatta alla Direzione generale dell’ASL RM/5 nel settembre 2016, nell’ottobre 2016, ma la Direzione non ha mai ritenuto di dover rispondere. Quindi, la domanda che rivolgiamo alla Giunta è se la Regione Lazio non ritenga di dover intervenire per sollecitare l’ASL RM/5 a istituire, come avviene, lo ripeto, in altre situazioni, un servizio di pronta disponibilità della Direzione sanitaria, Ufficio infermieristico, e colmare così delle carenze di personale e questi disagi organizzativi. Concludo dicendo che vorrei che questo intervento fosse fatto per evitare di essere costretti poi a farlo il giorno dopo che è avvenuto un fatto di cronaca. Se si riesce a intervenire prima che si verifichi l’ennesima tragedia, dove si scopre che magari qualcuno ha avuto un danno perché non c’era la copertura di servizio o c’era qualcuno che era in servizio da 15, 16, 18 o 20 ore, sarebbe cosa buona e giusta. PRESIDENTE. Ha chiesto di l’assessore Buschini. Ne ha facoltà. parlare BUSCHINI, Assessore. Grazie, Presidente. Partiamo da un presupposto. Quanto a ricordarlo, ovviamente lo faccio quasi ogni volta che si affronta il tema del personale e delle assunzioni nella sanità. Io ricordo sempre, lo dico al Consigliere, di questo abbiamo anche discusso personalmente, il punto dal quale siamo partiti: è la carenza di organico dovuta alla situazione che conosciamo, in particolare il commissariamento e la fase che abbiamo avviato nel corso di questi anni. Si potrebbe generalizzare la discussione, farla su scala più ampia, a partire dalle aziende locali che magari riguardano territori provinciali. Guardando nello specifico, il caso della ASL RM/5, innanzitutto, nel corso dell’anno 2016 questa ASL è stata autorizzata all’assunzione di dieci collaboratori professionali sanitari, che sono infermieri, con decreto del Commissario ad acta n. 403 del 23 dicembre 2016. È stato approvato il budget assunzione per l’anno 2017, che contiene sia le procedure di stabilizzazione ex DPCM 6 marzo 2015, sia l’autorizzazione per l’assunzione di nuovo personale. Dettagliando questa duplice autorizzazione per l’ASL RM/5 parliamo di 37 posti per assunzione di nuovo personale di differenti discipline e profili riservati all’azienda nell’ambito delle procedure concorsuali previste dall’articolo 1, comma 543 della legge n. 208 del 2015, che abbiamo citato prima, cioè procedura concorsuale (potremmo definirla normale), con riserva dei posti secondo i requisiti previsti dal medesimo comma 543. A questo si aggiungono 36 posti di varie discipline e profili, come previsto dal DPCM del 6 marzo 2015, per il processo di stabilizzazione. Questa è invece una procedura riservata ai precari in possesso dei Atti consiliari 16 Regione Lazio X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017 requisiti che sono previsti nella normativa. A questo aggiungiamo una considerazione, visto che stiamo parlando di una ASL nello specifico: per questa ASL è previsto un impegno economico di più di 5 milioni (poi nel dettaglio se vuole, Consigliere, le consegno la scheda che mi ha fornito la direzione) che è il budget per la parte 2017, per il livello assunzionale, più elevato tra i budget che sono stati assegnati alle ASL del Lazio. Nello specifico, quindi, sulla preoccupazione di carenza di organico e sulla fase assunzionale del personale rispetto a questa ASL, possiamo dire che l’iniziativa dell’assegnazione del budget 2017 già comunicato alla ASL consente di avviare una fase positiva rispetto alla carenza di personale. Per le altre difficoltà di organizzazione, che nell’esposizione dell’interrogazione il Consigliere ha elencato, mi riservo ovviamente di trasmettere questa nota alla direzione, e magari per iscritto, nei prossimi giorni, Consigliere, e di poterle dare anche una risposta puntuale su fatti che ha aggiunto nell’esposizione dell’interrogazione. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il consigliere Malcotti. Ne ha facoltà. MALCOTTI (Ci). Grazie, Presidente. Sicuramente la mia interrogazione non aveva posto la questione della carenza del personale in maniera generica, né il dibattito sulle difficoltà economiche del personale della sanità nella nostra Regione sono note. Assessore, però, la mia interrogazione trattava di una richiesta molto precisa, che era ovviamente contingente rispetto a questo problema cronico. Si diceva: abbiamo un’emergenza di carenza del personale, c’è una proposta che può colmare almeno parzialmente dal punto di vista organizzativo e non scaricare sui singoli operatori infermieristici la responsabilità di fare i turni che sono contro la legge, la Direzione generale della ASL è stata sollecitata ad istituire questo servizio, non lo ha fatto. Io sono contento che verranno assunte delle persone eccetera eccetera, ma ovviamente tutto questo comporterà e avrà dei tempi importanti, come è normale che sia, o comunque di un certo rilievo. Non so se saranno sufficienti. La mia richiesta è una richiesta più semplice, invito rispetto alla segnalazione sulla quale si è reso disponibile nei confronti della ASL, qui il problema è perché avere alcune persone che hanno un servizio di pronta reperibilità e che di fronte a quello che è successo ieri o che però succede costantemente e quotidianamente, a cui l’infermiere che ha fatto tredici ore e magari deve fare un tragitto con la neve per provare a tornare a casa, ci sia qualcuno che gli trova un cambio invece che deve essere lui a cominciare a telefonare a casa dei colleghi per vedere se c’è uno che è così gentile da fargli la cortesia di consentirgli di smontare. Credo che, come avviene in tante altre strutture sanitarie, l’istituzione di un servizio di pronta reperibilità sia una cosa semplice da fare, non difficile da organizzare, con dei costi che sono l’indennità di pronta reperibilità tutto sommato contenuti rispetto al disagio, sia per gli utenti che per i lavoratori. Quindi, su questo pezzo mi dichiaro molto insoddisfatto e mi auguro che, invece, ci sia un intervento nei prossimi giorni e continueremo a sollecitare l’ASL perché questo avvenga. Interrogazione a risposta immediata n. 540 del giorno 10 gennaio 2017, proposta dal consigliere Tarzia concernente “Ricoveri per animali nei Comuni di Amatrice ed Accumoli” PRESIDENTE. L’ordine del giorno, al punto 0.4, reca: Interrogazione a risposta immediata n. 540 del giorno 10 gennaio 2017, proposta dal consigliere Tarzia concernente “Ricoveri per animali nei Comuni di Amatrice ed Accumoli”. Ha chiesto di parlare la consigliera Tarzia. Ne ha facoltà. TARZIA (LS). Grazie, Presidente. Alla luce Atti consiliari 17 Regione Lazio X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017 di queste nuove scosse di terremoto che si sono verificate ieri è complicato intervenire su questo tema, perché era un’interrogazione che io ovviamente avevo predisposto per una serie di domande. Comunque resterò al tema dell’interrogazione, nonostante ovviamente quanto avvenuto ieri allarghi il campo delle domande a cui si dovrebbe dare risposta. Come è noto, a seguito del sisma del 24 agosto e delle successive violenti scosse di ottobre soprattutto nelle zone terremotate di Amatrice e Accumoli, molte persone sono rimaste ad abitare sul luogo, anche se in situazioni disagiate e particolarmente gli allevatori che sono stati costretti ad accudire il bestiame in condizioni proibitive proprio per continuare a vivere, per proseguire la propria attività economica, che è l’unica fonte di sostentamento. La situazione è stata aggravata naturalmente dalle condizioni meteorologiche. Sicuramente è un inverno particolarmente cattivo da questo punto di vista, però lì nevica sempre d’inverno. Era comunque prevedibile che ci sarebbe stato un peggioramento del clima. Negli ultimi giorni poi stanno emergendo pesanti dubbi sulla gestione delle macerie, cioè particolarmente sulle modalità di smaltimento dei rifiuti speciali, ma le perplessità maggiori riguardano i gravi ritardi, nonostante il maltempo, nella consegna dei ricoveri e stalle per gli animali e delle casette per gli allevatori. (segue t. 3) In alcune frazioni, come hanno denunciato alcuni comitati, la situazione addirittura è la stessa del 24 agosto, non c’è comunicazione, il freddo ha bloccato ogni iniziativa a risollevare l’economia locale. Solo il 16 gennaio, cioè tre giorni fa, l’assessore Hausmann ha comunicato l’installazione di alcune tecnostrutture. Poi il giorno dopo ha proclamato a mezzo stampa che “si assicurerà la fornitura straordinaria di fieno, di paglia e di mangime per il bestiame e saranno allestiti punti di distribuzione sul territorio per consentire agli allevatori un tempestivo rifornimento”. Ecco, il problema non sta tanto nelle modalità, sulle quali comunque si potrebbe discutere, ma nella tempistica degli interventi messi in atto. Esperienze del passato ci testimoniano che ci sarebbe stato tutto il tempo per evitare di lasciare in balia del freddo e del gelo anche gli allevatori. In virtù dell’ordinanza n. 5 del 28 novembre 2016 del Commissario straordinario per la ricostruzione, volta a tamponare proprio l’emergenza degli allevatori, la Giunta regionale avrebbe già dovuto autorizzare la fornitura e l’installazione di impianti temporanei per gli allevatori e i loro greggi. La stessa Coldiretti ha denunciato, in più occasioni, come per effetto del maltempo sia crollata del 50 per cento la produzione di latte negli allevamenti e che si è registrato un forte numero degli aborti per lo stress termico cui sono sottoposti gli animali. E non sarà certo la determinazione di Giunta, stilata con colpevole ritardo solo il 7 gennaio, a risollevare le sorti di questi allevatori, che oggi sono costretti a rimanere lì in condizioni proibitive. Il provvedimento dovrebbe offrire agli agricoltori e agli allevatori delle zone colpite la possibilità di provvedere direttamente all’acquisto delle attrezzature produttive in sostituzione di quelle danneggiate, ma allo stato attuale è di difficile applicazione a causa di mancanza di indicazioni chiare da parte della Regione. Il Lazio, secondo l’assessore Hausmann, deve sopportare il forte ritardo nella fornitura dei moduli per bovini di una delle ditte vincitrici dell’appalto. Allora, la domanda sorge spontanea (questo è il cuore dell’interrogazione): dal 28 novembre al 7 gennaio l’Assessore e il presidente Zingaretti non si erano accorti di niente? Tutti noi e soprattutto le popolazioni terremotate ci auguriamo che non nascano problemi per chi ha già sostenuto spese per l’autonoma sistemazione dei propri allevamenti e per chi ha costruito da subito una stalla. Ma chi Atti consiliari 18 Regione Lazio X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017 risarcirà, inoltre, gli allevatori che hanno dovuto svendere il proprio bestiame, perché non sapevano dove metterlo? Con questa interrogazione, che – ahimè – giunge in Aula, come dicevo all’inizio, con una tempestività drammatica, vogliamo conoscere i motivi che hanno comportato i gravi ritardi nella consegna dei ricoveri per gli animali da parte della ditta vincitrice della gara indetta dalla Regione Lazio e le ragioni per cui la determinazione è stata adottata solo in seguito alle avverse condizioni meteorologiche che hanno interessato le zone colpite dal terremoto. La procedura, stabilita nella determinazione del 7 gennaio 2017, inoltre rappresenta soltanto un ulteriore aggravio burocratico, che non permette una rapida soluzione della situazione, che è di estrema urgenza e sta interessando tutti gli allevatori rimasti lì. Le violente scosse di ieri, ovviamente, hanno complicato ancora di più: le ultime notizie parlano di ulteriori crolli, di famiglie isolate e di danni ulteriori a stalle e ricoveri. In ultimo, e chiudo, voglio aggiungere che, nonostante le rassicurazioni della Regione Lazio sulla operatività dei due PASS di Accumoli e Amatrice, nella serata di ieri si è appreso che il punto di assistenza sanitaria di Amatrice è crollato a causa delle scosse e dell’accumulo di neve. Anche alla luce degli ultimi accadimenti, mi domando e vi domandiamo quali provvedimenti la Regione Lazio intende mettere in atto per garantire un aiuto immediato a queste famiglie e agli allevatori delle zone terremotate. Le sole quattro turbine evidentemente non possono bastare. E, dopo le dichiarazioni nel question time di ieri del ministro Finocchiaro, la quale ha confermato il blocco dei 28 milioni provenienti dalle donazioni SMS per il terremoto, ecco a seguito di questa dichiarazione, presidente Zingaretti, ci domandiamo se non intenda sollecitare con urgenza il Governo per consentire che quei fondi siano da subito destinati alle popolazioni flagellate dal terremoto e dal maltempo. Queste persone hanno bisogno di azioni pragmatiche, tempestive, immediate, che possano garantire un aiuto immediato attraverso soprattutto, Assessore, la semplificazione dell’iter burocratico, e non provvedimenti spot che vengono adottati solo dopo le energiche richieste d’aiuto dei Sindaci dei paesi colpiti dal sisma. PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE CIARLA (ore 11,18) PRESIDENTE. Ha chiesto di l’assessore Buschini. Ne ha facoltà. parlare BUSCHINI, Assessore. Signor Presidente, l’interrogazione così come l’ha esposta la Consigliera, presenta diversi quesiti. Proveremo a rispondere quesito per quesito, ferma restando la situazione che la Consigliera descriveva, che nel corso di queste ultime ore si è ulteriormente aggravata per le abbondanti nevicate, ma anche per nuovi crolli che sono stati censiti nella giornata di ieri, seppur nella difficoltà, per la presenza importante di neve, indubbiamente prevedibile, ma non per quantità e portata. È una situazione, che così come l’ha descritta il sindaco di Amatrice, con poche ma efficaci parole, “è la peggiore situazione degli ultimi anni, anche dal punto di vista meteorologico”. Partiamo dal primo quesito, relativo ai motivi del ritardo nella consegna dei ricoveri per gli animali, che la consigliera ha posto nella sua esposizione. La Regione, dopo aver accolto le istanze di tutte le altre regioni terremotate, cioè Abruzzo, Marche e Umbria, ha bandito un accordo con tutte le autorità coinvolte, una gara complessa nel rispetto dei princìpi di legalità e trasparenza per l’acquisto di quattro modelli di tensostrutture di ricovero zootecnico. Purtroppo si sta scontando grave ritardo da parte dei fornitori delle strutture, che hanno sottoscritto l’impegno a completare il montaggio entro il 16 gennaio. Ad oggi sono stati consegnati 65 moduli più sei strutture di emergenza sugli 87 previsti per le imprese Atti consiliari 19 Regione Lazio X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017 coinvolte del primo sisma il 24 agosto. Per questo motivo è intervenuta l’ordinanza Errani n. 5 del 28 novembre, poi se vuole le consegno la scheda dettagliata, che ha previsto il rimborso del 100 per cento per le donazioni e per le attrezzature produttive ai privati ed è stata sin da subito operative e le imprese sono state informate sulla possibilità di poterla utilizzare. L’ordinanza, è bene ricordarlo, prevede il possesso di tre requisiti fondamentali: la certificazione del danno, la perizia di un tecnico abilitato che certifichi che l’acquisto del bene corrisponda al danno verificato e l’accertamento, ovviamente, della congruità del prezzo. Mentre per il primo, la certificazione del danno, è potuta intervenire subito la Regione Lazio, che ha fornito a tutte le aziende delle zone terremotate la certificazione, nel caso invece degli ulteriori due requisiti producibili a cura delle aziende, ovviamente il tecnico e la congruità del prezzo, si sono verificate alcune difficoltà da parte delle stesse imprese. Per rispondere al secondo e al terzo quisito che la consigliera pone nella sua interrogazione, ossia i motivi del ritardo nell’adozione della determinazione della Regione Lazio rispetto all’ordinanza del Commissario straordinario e le azioni da mettere in campo per aiutare gli allevatori attraverso la semplificazione dell’iter burocratico, si ribadisce che l’ordinanza del Commissario straordinario è stata immediatamente applicabile, e la determinazione regionale è intervenuta proprio allo scopo di semplificare l’iter burocratico, producendo la modulistica necessaria basata in gran parte sull’autodichiarazione del possesso dei requisiti, in modo da accelerare gli adempimenti da parte delle aziende e annunciando l’ordinanza una serie di prezzari già disponibili presso la Direzione agricoltura, in maniera tale da coniugare la tempistica e anche la congruità. La determinazione quindi agevola il lavoro dei tecnici che supportano le aziende nella costruzione delle candidature per poter avere il rimborso. Tra l’altro c’è da segnalare che la Regione Lazio è stata l’unica tra le regioni terremotate ad emanare una determinazione in attuazione dell’ordinanza Errani. Nello specifico, gli agricoltori e gli allevatori interessati devono presentare una domanda sulla base della modulistica regionale all’area decentrata di Rieti. Per facilitarne la raccolta proseguirà la presenza nelle zone colpite degli uffici mobili regionali. È stata anche attivata, in piena collaborazione con tutte le organizzazioni di categoria, che sono state tempestivamente informate sull’opportunità di questo secondo binario di finanziamento, e che sono già pienamente in grado di assistere le aziende associate. Una volta presentata la domanda, dopo un rapidissimo controllo effettuato dagli uffici regionali e nel caso in cui la spesa sia autorizzata, si procederà immediatamente al pagamento. Il produttore non deve sostenere alcuna anticipazione, ma sarà sufficiente, al termine dei lavori, presentare una fattura non quietanzata del fornitore. La Regione provvederà al pagamento successivamente al produttore entro dieci giorni dall’erogazione. Quindi, a quel punto dovrà presentare la quietanza delle fatture. Nella sua esposizione, Consigliera, faceva cenno anche alla questione delle macerie. Abbiamo avuto modo di chiarire – se magari ce ne sarà occasione potrò farlo anche in quest’Aula – rispetto all’intervento, alla gestione e anche a livello di azione che si sta facendo per una prima selezione in loco delle macerie, il prelievo e il trasporto presso le due aree che sono state autorizzate dai Sindaci per una prima lavorazione delle macerie stesse, in parte il recupero e in parte per avviarla a successivo trattamento. Non mi dilungo. Rispetto a questo, va segnalato che la prima ordinanza dà la possibilità alla Regione di poter intervenire sulle macerie che si trovano su area pubblica e quindi sostanzialmente in prima fase di ripristinare innanzitutto la viabilità anche all’interno delle zone rosse e affidare alla Atti consiliari 20 Regione Lazio X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017 successiva ordinanza, cioè alla parte applicativa sulla ricostruzione, il prelievo sul resto delle macerie. Questo lavoro si è scontrato in parte con zone dove, ad esempio, non si poteva ancora accedere perché non vi erano le possibilità di sicurezza per poter lavorare, in parte rispetto a ordinanze dei Sindaci di demolizione, perché anche nella fase di prelievo su aree pubbliche in alcuni casi si è dovuto procedere all’ordinanza di demolizione perché magari vi erano degli stabili privati che andavano demoliti per poter prelevare anche su aree pubbliche. Ultimo cenno sui quantitativi. Prima della tempesta di neve parliamo di 6.000 tonnellate su 20.000 di aree pubbliche su Accumoli e su 26.000 su 50.000 su Amatrice che sono già state materialmente rimosse. Nella foto drammatica dall’alto di Amatrice innevata si vedono in alcuni casi gli assi principali che sono stati liberati. Parlo della foto dall’alto della zona rossa. Però, anche su questo, io sto preparando una relazione dettagliata, anche tecnica, che appena ultimata invierò per mail a tutti i Consiglieri regionali. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la consigliera Tarzia. Ne ha facoltà. TARZIA (LS). Assessore, io la ringrazio delle risposte, però non è pensabile che io possa dire di essere soddisfatta, nel senso che è sempre particolarmente crudele parlare di questi fatti mentre ci sono persone che in questo momento stanno vivendo un dramma esistenziale. Noi stiamo riportando nel dibattito di questo Consiglio regionale problematiche a cui chiediamo risposta. Io vorrei che lei ascoltasse il mio intervento non vedendolo come chi sta dall’altra parte e quindi vuole necessariamente mettervi in difficoltà, però io sinceramente nell’ascoltarla mi sembrava che stavamo guardando due film diversi. Lei ha riportato passo passo quello che è stato fatto. Io, mentre lei parlava, pensavo a tutte le cose, a tutti gli incontri che ho fatto, le cose che mi sono state raccontate e dicevo “Ma stiamo parlando di due Paesi diversi, stiamo parlando di due cose completamente diverse”, perché non è quella la realtà. Il problema prima di tutto è a monte. Voi stessi riconoscete che c’è stato questo ritardo della ditta, ma come si può pensare, di fronte a situazioni così drammatiche di gente che rischia di morire là, di accettare che passino giorni. Già un giorno, due giorni, tre giorni… Era previsto il 16 gennaio, se non sbaglio, lei stesso ha detto. Insomma, tutta questa situazione non può essere affrontata semplicemente giustificando “questo lo abbiamo fatto, questo lo abbiamo fatto, questo lo abbiamo fatto”. Io vi chiederei un supplemento in più. Per carità, è evidente, ci siamo battuti tante volte perché ci sia il rispetto delle regole, perché tutto avvenga in trasparenza tramite gare, non c’è dubbio, ci mancherebbe, ma va assolutamente aggiunto quel supplemento d’anima che ci consente, pur rimanendo nel rispetto delle regole, di bypassare tanti lacci burocratici che impediscono anche alle persone di capire che cosa devono fare. Lei dice “è chiaro, abbiamo fatto il modulo, eccetera”, ma non basta. Lì la gente non sa a chi si deve rivolgere, materialmente come deve fare. Forse basterebbe poco. Lei ha parlato di uffici della Regione presenti lì. Forse basterebbe mettere delle persone che possano incontrare, aiutare a compilare questi moduli, capire i problemi. Forse basta poco. Ma io vi chiedo davvero, oltre che di preoccuparvi e di fare quello che dite, e sono convinta che il Presidente starà mettendo in atto, lo sappiamo che dal primo giorno sta lì, l’Assessore non c’è presumo perché sia impegnato proprio su questa emergenza, di superare quelli che possono essere i ritardi burocratici e di intervenire in maniera molto dura nei confronti di quelle ditte che non hanno rispettato i tempi di consegna. Questo ve lo chiedo a nome di nessuno, non voglio essere portavoce di nessuno, ma semplicemente riportando in quest’Aula quello che è il dramma di tante persone e di tante famiglie nei paesi circostanti a Roma. PRESIDENTE. Grazie, consigliera Tarzia. Atti consiliari 21 Regione Lazio X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017 Interrogazione a risposta immediata n. 543 del giorno 13 gennaio 2017, proposta dal consigliere Storace concernente “Chiarimenti sulla mancata stabilizzazione dei precari presso la ASL di Latina” PRESIDENTE. L’ordine del giorno, al punto 0.5, reca: Interrogazione a risposta immediata n. 543 del giorno 13 gennaio 2017, proposta dal consigliere Storace concernente “Chiarimenti sulla mancata stabilizzazione dei precari presso la ASL di Latina”. L’interrogazione in oggetto, a firma del consigliere Storace, è ritirata. Interrogazione a risposta immediata n. 505 del giorno 2 novembre 2016, proposta dal consigliere Abbruzzese concernente “Gestione commissariale ATER del Lazio” PRESIDENTE. L’ordine del giorno, al punto 0.7, reca: Interrogazione a risposta immediata n. 505 del giorno 2 novembre 2016, proposta dal consigliere Abbruzzese concernente “Gestione commissariale ATER del Lazio”. L’interrogazione in oggetto, a firma del consigliere Abbruzzese, che ringrazio per la comprensione, dato che non era pronta la risposta, è rinviata. Interrogazione a risposta immediata n. 547 del giorno 13 gennaio 2017, proposta dai consiglieri Aurigemma, Abbruzzese, Palozzi e Simeone concernente “Continui disservizi COTRAL” PRESIDENTE. Andiamo all’interrogazione 0.13, così liberiamo anche l’assessore Civita, a firma del consigliere Aurigemma. L’ordine del giorno, al punto 0.13, reca: Interrogazione a risposta immediata n. 547 del giorno 13 gennaio 2017, proposta dai consiglieri Aurigemma, Abbruzzese, Palozzi e Simeone concernente “Continui disservizi COTRAL”. Ha chiesto di parlare il consigliere Aurigemma. Ne ha facoltà. AURIGEMMA (PdL-FI). Grazie, Presidente. Anche qui intervengo in materia di trasporti. Abbiamo visto, se non sbaglio, nei primi di dicembre un nuovo piano presentato da COTRAL sulla programmazione del trasporto su gomma, affiancato da un nuovo piano effettuato da Trenitalia, con l’approvazione da parte della Regione Lazio, sul trasporto su ferro. Dall’attuazione di questo piano vediamo tutti i santi giorni su giornali sia di cronaca nazionale che di cronaca locale ripetersi una serie di lamentele da parte non solo dei pendolari, da parte non solo delle persone che usufruiscono del trasporto pubblico sia su gomma che su ferro della nostra regione, ma da parte anche di autorevoli esponenti delle Amministrazioni locali, e mi riferisco in particolar modo ai Sindaci dei nostri 346 Comuni che costantemente scrivono e si lamentano nei confronti della Regione perché questa nuova programmazione ha creato di fatto dei disservizi. Basti pensare a quelli creati nei Comuni di Soriano del Cimino o a quelli della provincia reatina dove i ragazzi uscendo da scuola hanno perso alcune coincidenze del trasporto su gomma, per non parlare di quelli del Sud Pontino dove addirittura hanno visto sopprimersi alcune fermate. Con questa interrogazione, Presidente, volevo porre all’attenzione e volevo avere risposte in merito a come si è svolta questa pianificazione, se si è svolta ascoltando in particolar modo le Amministrazioni locali, che sono quelle che oggi si lamentano, Amministrazioni anche di schieramento politico simile a quello dell’attuale maggioranza. Inoltre, volevo comprendere, perché la notizia è di oggi, come mai nella giornata di ieri la Regione Lazio ha disertato l’incontro con i pendolari del sud pontino. Sembra infatti che ci sia stato un incontro organizzato e apprendo oggi dalla stampa, quindi non so quale sia stata effettivamente la motivazione che ha spinto la Regione a questa mancata partecipazione con i pendolari del sud pontino, nel comprendere e capire come si è svolta la programmazione, come si è svolto il taglio dei servizi, sia su gomma che su ferro, e come intende 22 Atti consiliari Regione Lazio X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017 provvedere la Regione, a seguito di queste continue lettere che arrivano ormai non più soltanto negli uffici di via Colombo ma penso anche in quelli di via della Pisana, dove i Sindaci dei Comuni scrivono di una circostanziata mancanza di programmazione e progettazione e una serie di disservizi che sta creando questo nuovo piano nel trasporto pubblico all’interno della nostra regione. PRESIDENTE. Ha chiesto di l’assessore Civita. Ne ha facoltà. parlare CIVITA, Assessore. In merito all’interrogazione che lei ha presentato, che riguarda unicamente le tre corse per studenti da Viterbo a Soriano (quindi in primo luogo rispondo, sennò si dice che uno non risponde, Consigliere, poi ho visto che lei ha parlato di tutt’altro), tutte delle ore 13,05, sono attualmente in vigore. Il Comune di Vitorchiano, però, ha presentato in azienda una richiesta di potenziamento del servizio per una località del suo territorio denominata La Quercia, che recentemente ha avuto un notevole incremento abitativo. Nel prendere in esame questa proposta del Comune di Vitorchiano, le tre corse che partivano simultaneamente da Viterbo per andare prima a Soriano, verificata la domanda di mobilità, due sono rimaste inalterate, verso il Comune di Soriano; la terza (parlo sempre della corsa delle ore 13.05) è andata al Comune di Vitorchiano, quindi è del tutto falso il fatto che noi tagliamo corse. Le corse sono rimaste tre. Il problema infatti non c’è stato dal lunedì al venerdì, perché questo modello di servizio, dal lunedì al venerdì è andato bene, e anche a dire dei pendolari e dei Comuni di Soriano di Vitorchiano, il problema c’è stato un sabato, il primo sabato dopo l’entrata in esercizio, perché le corse ovviamente sono di meno, invece di tre sono due. L’unica corsa che andava verso Soriano era insufficiente a recepire. Sono quindi state ripristinate per sabato le tre corse, due che vanno a Soriano e una che va a Vitorchiano, come concordato con un tavolo, sia con il Comitato dei Pendolari, sia coi Comuni. Sempre in questo tavolo con i con i Comuni, il Comune di Soriano ha chiesto di prolungare la terza corsa che va a Vitorchiano fino al Comune di Soriano facendo un altro tragitto per servire altre frazioni. L’azienda ha in istruttoria anche questa verifica. In generale, non corrisponde a verità che noi abbiamo tagliato alcun servizio di Trenitalia. Prima si tagliavano i servizi, noi, anzi, li abbiamo aumentati. Li stiamo riverificando perché sono anni che non venivano più riverificati i servizi di trasporto e le reti di trasporto sia su ferro che su gomma. Tra l’altro, le corse soppresse sul totale delle corse programmate del COTRAL prima erano pari al 9 per cento, oggi sono pari allo 0,7 per cento. La media nazionale è dell’1 per cento, che è la media fisiologica delle corse programmate che un po’ vengono effettuate. Non solo quindi non c’è stato un taglio, ma c’è stato un aumento, perché prima le corse programmate, quasi una su dieci, non venivano effettuate. Per quanto riguarda il sud pontino, il problema del sud pontino, lo abbiamo detto nelle riunioni con i Sindaci, anche con i Comitati dei Pendolari, è un problema legato soprattutto ai collegamenti pagati dalla Regione Campania che arrivano da Napoli a Roma, e della necessità che la Regione Campania ha posto, di una velocizzazione di questi servizi. Anzi, nel contratto di servizio noi abbiamo aumentato i servizi pagati dalla Regione Lazio. Abbiamo subito detto che tutto ciò era sperimentale, perché volevamo verificare concretamente le ricadute. Lo abbiamo detto sia ai Comitati dei pendolari, e ci sono state numerose riunioni a cui abbiamo partecipato, che anche alle riunioni dei Sindaci che ho promosso io stesso, con tutti i Sindaci. Dopo una prima verifica, abbiamo già modificato una parte dell’orario, facendo in modo che tutte le corse che prima venivano attestate per ragioni tecniche al Comune di Formia, avendo fatto gli adeguamenti Atti consiliari 23 Regione Lazio X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017 necessari dal punto di vista dei binari, sono state riportate a Minturno. Le riunioni specifiche alle quale lei si riferisce sono in particolare per le fermate che da Minturno vanno nella Regione Campania. Quindi, in gran parte sono queste, riguardano questo, perché ci sono molti pendolari. Noi stiamo ulteriormente verificando, ci sono riunioni in corso anche con la Regione Campania perché il nostro obiettivo è quello di fare in modo di aumentare le fermate dei diretti della Campania e in cambio siamo disponibili anche ad arretrare qualche nostro servizio facendolo partire anche dalla Regione Campania. Le riunioni sono in corso, le verifiche sono in corso e quindi stiamo lavorando. Ovviamente ogni cambiamento determina un cambiamento di abitudini da parte dei pendolari, quindi crea problemi all’inizio e per questo abbiamo detto che era un cambiamento sperimentale per poi assestarlo ripeto in un clima di confronto con le Istituzioni e con i Comitati dei pendolari. È su questo che stiamo lavorando. Ulteriori modifiche ci saranno nelle prossime settimane e nei prossimi mesi per aggiustare. Non tagliamo nulla, anzi mettiamo 1 milione in più di risorse del contratto di servizio. Questo non corrisponde a verità. Siamo riusciti ad aumentare i servizi e a comprare i treni, cosa che non si era fatto prima. Questo è il vero punto di domanda. Bisogna chiedersi il perché non è stato fatto prima. Non è stato fatto prima perché non veniva pagata Trenitalia e quindi la Regione non aveva alcuna credibilità nei confronti del soggetto contraente. Oggi paghiamo con regolarità Trenitalia e quindi, avendo anche rinnovato il contratto di servizio, siamo stati in grado per esempio di cambiare e non paghiamo più a catalogo, ma paghiamo in base al piano economico finanziario e quindi siamo in grado con Trenitalia di poter far valere le ragioni dei nostri pendolari e della Regione Lazio. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il consigliere Aurigemma. Ne ha facoltà. AURIGEMMA (PdL-FI). Grazie, Presidente. Presidente, mi permetto, come prevede il nostro Regolamento, di effettuare dei question time e dei quesiti per porre all’attenzione anche degli Assessori competenti delle criticità. Assessore, prendo positivamente il fervore che mette nelle risposte, però io la invito ad ascoltare anche il fervore che mettono gli amministratori della nostra Regione nel lamentarsi dei disservizi, perché che lei mi viene a dire che sono aumentati i servizi quando tutti i giorni i Sindaci scrivono che non passano i mezzi o perlomeno la rimodulazione dell’orario… È vero che erano tre corse su Soriano del Cimino, ma se due vanno a Soriano e una va a Vitorchiano, io non sono un grande matematico però tre meno due vuol dire che una corsa l’hanno persa. Non c’è più il passaggio del mezzo il sabato o la domenica, che porta poi il Sindaco… Perché sennò noi avremmo una serie di Sindaci dei nostri Comuni che improvvisamente sono impazziti e si lamentano perché non svolgono o perlomeno si creano dei servizi. Perché poi dopo il cittadino dove va? Il cittadino del Sud Pontino o della Tuscia è difficile che venga a via della Pisana o a via Colombo a lamentarsi, va dal Sindaco perché è più a portata di mano. Se questi Sindaci continuano a scrivere, continuano a subissarci di lettere perché c’è qualcosa che non va nel trasporto pubblico io al posto suo qualche domanda me la porrei. (segue t. 4) Se lei addirittura mi dice che è stato incrementato il servizio perché, a seguito delle rotture, la media è aumentata e si lamentano tutti, allora è ancora peggio. È un’aggravante, non è una scusante, perché si vede che, nonostante lo sforzo che profonde la Regione e profonde l’Assessorato, c’è qualcosa che non funziona. Quindi, è un motivo in più per interrogarsi sul continuo Atti consiliari 24 Regione Lazio X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017 lamentarsi, sul continuo protestare da parte dei pendolari, ma ormai supportati anche dai Sindaci. Per quanto riguarda la riunione di ieri del Sud Pontino, mi consenta di dirle qualcosa. Vede, la Regione Campania perlomeno ha scritto al comitato dicendo “guardate, la persona interessata purtroppo sta male e non può venire”. Non sono pervenute risposte dalla Regione Lazio, perché non è assolutamente vero che il problema riguarda soltanto la Campania, perché nel Sud Pontino c’è una parte che va verso la Campania e c’è una parte molto più consistente che viene verso la Capitale, che chiede solamente ed esclusivamente di ripristinare gli orari che c’erano precedentemente, perché su quegli orari si sono organizzati il lavoro, su quegli orari gli studenti vanno a scuola, su quegli orari i lavoratori entrano puntualmente nella loro postazioni di lavoro. Il cambiamento degli orari di percorrenza dei treni ha creato uno sconquasso su tutta la provincia nel Sud Pontino che ha messo in serie difficoltà non solo gli studenti che arrivano puntualmente in ritardo e sono costretti ad alzarsi a volte anche due ore prima la mattina per poter essere puntuali sui banchi di scuola, ma anche i tanti lavoratori pendolari che sono costretti o, perlomeno, che erano costretti a prendere il mezzo pubblico per arrivare puntuali sul posto di lavoro. Questo penso dovrebbe essere un ulteriore stimolo da parte dell’Amministrazione regionale perlomeno a confrontarsi, ma non a sparire, perché nella riunione di ieri fatta dai comitati della Regione Lazio non si è avuta risposta, né che non partecipasse… (Interruzione di un Consigliere: “Fatta sabato”) Fatta sabato, non hanno avuto risposta né che non partecipasse né tantomeno che la Regione Lazio dicesse qualcosa su quello che è scritto dai vari Presidenti, Sindaci e comitati, che lamentano la mancanza di risposte da parte della Regione. Io mi farò promotore di fare un ulteriore incontro, questa volta casomai a Via della Pisana, dove eventualmente ascolteremo insieme, o in Commissione Trasporti, anche se è talmente oberata di lavoro la Commissione che sarà difficile trovare uno spazio tra Piano rifiuti, ri-urbanizzazione e quant’altro, però troveremo il modo di confrontarci anche insieme ai colleghi che provengono da quella zona, a prescindere dal loro schieramento o colore politico, perché, come lei ben sa, è una problematica che riguarda un po’ tutti, perché il trasporto pubblico interessa tutte le persone e quei mezzi li utilizzano sia chi ha votato questa Amministrazione, sia chi non ha votato questa Amministrazione, ma soprattutto li utilizzano tante persone che, con la nuova riorganizzazione degli orari e del trasporto, hanno avuto e stanno avendo numerose criticità. PRESIDENTE. Aurigemma. Grazie, consigliere Interrogazione a risposta immediata n. 526 del giorno 30 novembre 2016, proposta dal consigliere Righini concernente “Ospedale San Camillo-Forlanini. Crisi occupazionale lavoratori del comparto pulizie” PRESIDENTE. L’ordine del giorno, al punto 0.2, reca: Interrogazione a risposta immediata n. 526 del giorno 30 novembre 2016, proposta dal consigliere Righini concernente “Ospedale San Camillo-Forlanini. Crisi occupazionale lavoratori del comparto pulizie”. Ha chiesto di parlare il consigliere Righini. Ne ha facoltà. RIGHINI (FdI). Grazie, Presidente. Ho avuto anche modo di avere notizia che in larga parte la questione che è accaduta mi sembra di capire che si sia parzialmente risolta. Comunque, quello che appare veramente incomprensibile è come si possa arrivare a un simile livello di trattamento nei confronti dei lavoratori. Non mi dilungo nella ricostruzione 25 Atti consiliari Regione Lazio X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017 cronologica dei fatti, che iniziano nel 2011, con questi appalti che poi si susseguono da una ditta all’altra, sta di fatto che in tutto questo succedersi di ditte che si aggiudicano appalti alla fine della fiera, ovviamente, chi continua a pagare un prezzo alto e inaccettabile in molti casi, come sta accadendo per i lavoratori, è proprio la parte più debole, cioè coloro che poi garantiscono l’effettivo svolgimento del servizio. Quello che ancora di più sorprende è l’inaccettabile comportamento di chi rinuncia o pretende che non ci possa neanche essere un luogo di confronto e discussione rispetto a temi di questa complessità. Quindi, l’interrogazione ha come oggetto quello di comprendere come sia stato possibile che si sia impedita la convocazione del tavolo di confronto con i lavoratori, le organizzazioni sindacali e i rappresentanti dell’ADI, che è volto a individuare soluzioni idonee e a scongiurare il licenziamento di ventuno lavoratrici e lavoratori, e intervenire presso i rappresentanti dell’azienda sanitaria, affinché non solo adesso ma anche per il futuro episodi di questa gravità non abbiano a ripetersi. PRESIDENTE. Ha chiesto di l’assessore Buschini. Ne ha facoltà. parlare BUSCHINI, Assessore. Grazie, Presidente. Vanno precisate alcune questioni, contenute sia nell’interrogazione, e ovviamente nell’esposizione che il Consigliere ha fatto in maniera garbata e puntuale. Sia nella fase precedente le procedure di licenziamento, sia nella fase successiva, si sono tenuti numerosi incontri con le parti sindacali e datoriali, su due versanti, sia presso la direzione dell’azienda ospedaliera, sia in Regione. Il dialogo e la collaborazione tra l’azienda, l’assessorato al lavoro e la cabina di regia della Regione Lazio sul Servizio sanitario regionale, con le organizzazioni sindacali e la società interessate, ha permesso di far prevalere un atteggiamento che secondo noi me e secondo noi è un atteggiamento importante, rispetto alle posizioni di chiusura e di rottura. Ci ha permesso di evitare la conferma del licenziamento e di porre le basi per una reciproca collaborazione, nell’individuazione di eventuali ulteriori soluzioni organizzative che consentano di recuperare la differenza oraria che l’accordo comunque prevede rispetto al precedente status dei lavoratori interessati. L’accordo tra le organizzazioni CGIL, CISL, UIL, UGL e la società SGS S.r.l. in liquidazione, è stato raggiunto il giorno 11 gennaio, ponendo fine alla problematica del licenziamento dei lavoratori dell’ATI che si occupa del servizio di pulizie. Non vi è stato quindi, come considerazione, alcun tavolo di confronto impedito, ma l’accordo è stato raggiunto grazie ad un lungo confronto tra le parti che non è mai venuto meno, anche se sovente vi è stata una forte contrapposizione tra esse, arrivando anche, a volte, in alcuni momenti, a posizioni difficilmente conciliabili. Le parti hanno concordato di incontrarsi a trenta giorni dalla sottoscrizione dell’accordo, quindi dal 10 gennaio, per definire le fasce orarie dei servizi oggetto dell’intesa e su richiesta delle organizzazioni sindacali con cadenza inferiore al mese, per monitorare e verificare l’effettiva esecuzione di quanto è stato stabilito nell’accordo. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il consigliere Righini. Ne ha facoltà. RIGHINI (FdI). Grazie, Assessore, per la risposta. Io nell’illustrazione ho precisato che grazie a Dio si era in buona parte risolta la controversia, ma ho lasciato comunque in discussione questa interrogazione affinché rimanesse di monito per il futuro. Vede? Tutto quello che lei ha sostenuto è vero, però non dobbiamo dimenticarci del fatto che per far rispettare questi diritti i lavoratori sono dovuti stare due mesi sul tetto del San Camillo. Probabilmente, senza una forma di protesta così estrema, la sensibilità Atti consiliari 26 Regione Lazio X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017 da parte delle Istituzioni e della ditta interessata non avrebbe ricevuto un’attenzione che a mio avviso è figlia di queste forme di protesta. Ci si deve ridurre ad andare su un tetto per far valere i propri diritti? Lei saprà che in una prima fase, rispetto alle richieste di incontro da parte delle organizzazioni sindacali, la ditta non si è presentata e ha fatto di tutto per evitare il confronto. La forma di protesta a cui i lavoratori sono dovuti ricorrere è figlia del vuoto che si crea in situazioni come queste, dove le organizzazioni sindacali chiedono incontri, la ditta non si presenta, le Istituzioni trascurano fatti di questa gravità. Siamo tutti lieti e speriamo che si concluda positivamente anche l’incontro che ci sarà a breve, affinché questi lavoratori possano ritrovare la serenità, ma voglio sperare che per il futuro non si debba tornare sui tetti per far valere i propri diritti. Grazie. PRESIDENTE. Grazie, consigliere Righini. Interrogazione a risposta immediata n. 545 del giorno 13 gennaio 2017, proposta dal consigliere Sabatini concernente “D.G.R. n. 620 del 30/09/2014 - Integrazioni e modifiche in attuazione dei principi di semplificazione e snellimento delle procedure della D.G.R. n. 968 del 29/11/2007” PRESIDENTE. L’ordine del giorno, al punto 0.9, reca: Interrogazione a risposta immediata n. 545 del giorno 13 gennaio 2017, proposta dal consigliere Sabatini concernente “D.G.R. n. 620 del 30/09/2014 - Integrazioni e modifiche in attuazione dei principi di semplificazione e snellimento delle procedure della D.G.R. n. 968 del 29/11/2007”. Ha chiesto di parlare il consigliere Sabatini. Ne ha facoltà. SABATINI (Ci). Grazie, Presidente. L’interrogazione verte sulle modificazioni normative in ordine all’obbligo di certificazione per i soggetti che si occupano di orientamento a livello regionale. L’accreditamento è l’atto con cui la Regione riconosce l’idoneità dei soggetti pubblici e privati con sede operativa all’interno del territorio regionale in possesso dei requisiti disposti dalla normativa vigente. Motivo sotteso alla disciplina, fino a poco tempo fa, vigente su questo territorio era quello di tentare di elevare gli standard qualitativi rispetto ad attività legate a temi così delicati che hanno un effetto diretto proprio in ordine e correlati alla qualità delle attività che vengono svolte sul territorio. Ciò considerato vero è che il decreto legge n. 5 del 2012 è intervenuto su questa materia, vero è che disciplina la soppressione o comunque la riduzione sensibile dei controlli sulle imprese, ma è altrettanto vero che la disciplina si applica ove e qualora le imprese siano già in possesso della certificazione del sistema di gestione per la qualità, il cosiddetto ISO 9001, o altra appropriata certificazione emessa a fronte di norme organizzate da un organismo cosiddetto di certificazione accreditato o a livello Paese o a livello regionale, come disciplinato anche dal regolamento CE n. 765 del 2008. L’obiettivo è quello di promuovere una visione comune che dia non solo una valutazione di conformità, ma anche quello di raggiungere risultati e rafforzare il valore e l’importanza della certificazione accreditata. L’ISO 9001 viene utilizzato sia nei settori privati, sia in quelli pubblici, nel business to business e business to consumer. Questa è una normalità a livello di Unione europea. È una delle normali sane, forse poche che ci sono a livello di Unione europea. È una normalità soprattutto, Presidente e Giunta, che riguarda parecchie Regioni italiane. Nella maggioranza delle Regioni italiane è stata inserita la quarta qualità, il manuale della qualità o altra documentazione equivalente, ma nessuna di queste ha eliminato o soppresso la certificazione ISO 9001 come requisito fondamentale per l’accreditamento di soggetti che erogano attività di orientamento all’interno di queste Regioni. La Regione Lazio si è posta in maniera Atti consiliari 27 Regione Lazio X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017 diversa, si è posta già dal 2008 in maniera diversa. Questa Regione, invece, all’inizio del mandato della Presidenza Zingaretti aveva detto alcune cose, aveva proposto alcune cose, non so se le avesse anche promesse all’esterno, fatto sta che vorremmo comprendere con questa interrogazione le ragioni vere per le quali questa Regione non è andata a reintrodurre l’obbligatorietà della certificazione ISO nei soggetti che erogano attività di orientamento come sinonimo di garanzia, di livello elevato, di standard qualitativi e appropriati ed adeguati e soprattutto se, dopo non averlo fatto per quattro anni, questa Giunta, in extremis, voglia andare a superare questa omissione che invece aveva tanto decantato anche nei primi mesi di legislatura e se voglia cambiare rotta in questo senso. Grazie. PRESIDENTE. Grazie, consigliere Sabatini. Ha chiesto di parlare l’assessore Buschini. Ne ha facoltà. BUSCHINI, Assessore. Grazie, Consigliere. Il riferimento è alla DGR 620 del 2014 con cui sono state introdotte semplificazioni rispetto al sistema disciplinato dalla direttiva 968/2007 “Accreditamento dei soggetti che erogano attività di formazione e di orientamento nella Regione Lazio”. Partendo da questo, facciamo alcune specificazioni. Nella DGR 968 del 2007 il riferimento alla certificazione ISO è contenuto all’articolo 8 che stabilisce che laddove il soggetto risulti in possesso di certificazione del sistema di gestione per la qualità in conformità delle norme ISO UNI EN 9001 del 2000 nell’area dei servizi formativi o di altri sistemi di qualità della formazione riconosciuti a livello, vengono previste modalità semplificate di audit. Questo riferimento non è stato soppresso ed è tuttora vigente, quindi la DGR n. 620/2014 ha riformulato l’articolo 12, che riguardava le modalità con cui avveniva, precedentemente alla sua entrata in vigore, la verifica del possesso dei requisiti di efficacia ed efficienza, chiedendo anche il significato e la tempistica della rilevazione. Ha, quindi. introdotto la previsione secondo cui il requisito va calcolato, con riferimento alle attività concluse, nei tre anni precedenti alla data di presentazione della domanda di accreditamento, specificando che i soggetti sono tenuti a monitorare il percorso di formazione dei partecipanti alle attività formative utilizzando esclusivamente la modulistica e le procedure rese disponibili dalla Regione sul sito web dedicato all’accreditamento, riferendosi quindi al monitoraggio e alla valutazione dell’attività, e non al sistema di certificazioni possedute o meno dagli enti di formazione. Quindi, la DGR n. 620/2014, Consigliere, non è intervenuta sulla previsione riguardante la certificazione ISO, che è rimasta inalterata. È il caso anche di precisare che non è mai stata prevista dalla direttiva dell’accreditamento della Regione Lazio alcuna obbligatorietà circa la certificazione ISO a carico degli enti di formazione, bensì un’agevolazione nel sistema dei controlli in caso di possesso volontario di tale certificazione, tenuto anche conto dell’onerosità della stessa e della natura di molti soggetti accreditati, quasi tutti senza scopo di lucro. Rispetto alla richiamata normativa nazionale, il decreto-legge 09/02/2012, n. 5, convertito in legge 04/04/2012, n. 35, che può avere ripercussioni anche sulla disciplina dell’accreditamento, è bene osservare che l’articolo 14 prevede una serie di princìpi e di criteri direttivi, quali la proporzionalità dei controlli e dei connessi adempimenti amministrativi a rischio inerente all’attività controllata, della eliminazione di attività di controllo non necessarie rispetto alla tutela degli interessi pubblici, del coordinamento e programmazione dei controlli da parte delle Amministrazioni, della collaborazione con i soggetti controllati, della razionalizzazione anche mediante riduzione o eliminazione di controlli sulle imprese tenendo conto del possesso di certificazione del sistema di gestione per la qualità ISO o altra appropriata Atti consiliari 28 Regione Lazio X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017 certificazione emessa a fronte di norme armonizzate dall’organismo di certificazione accreditato, da un ente di accreditamento designato, da uno Stato membro dell’Unione europea ai sensi del Regolamento 2008/765/CE, o firmatario degli accordi internazionali di mutuo riconoscimento. Quindi, in ossequio a questi princìpi e criteri direttivi, la Regione Lazio ha introdotto, nel 2014, con la DGR n. 620, un primo insieme di elementi volti a eliminare i controlli non necessari e soprattutto a proporzionare i controlli in funzione della diversa tipologia dei soggetti interessati e del concorso o meno di risorse pubbliche. Contestualmente, attraverso il monitoraggio, ha sviluppato e ha reso più mirate le rilevazioni sulle attività svolte e sulle ricadute in termini di successo formativo e occupazionale, ai fini della verifica dell’efficacia degli interventi proposti. Nel solco degli interventi e nel quadro della normativa nazionale si colloca ora l’ulteriore attività di revisione della disciplina di accreditamento, che la Regione si appresta a varare non prima di aver, comunque, adeguatamente informato, coinvolto e concertato con tutti i soggetti interessati. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il consigliere Sabatini. Ne ha facoltà. SABATINI (Ci). Grazie, Presidente. Lo dico non in termini polemici, anche perché so che l’assessore Refrigeri è occupato in un ambiente in un momento molto delicato, però l’assessore Buschini, dopo qualche tempo in Giunta, sta acquisendo delle doti e delle qualità importanti che fino a poco tempo fa erano proprie soltanto dell’assessore Refrigeri. Mi viene un po’ da sorridere, ma è evidente un po’ di delusione da parte mia, rispetto alla risposta. L’interrogazione chiedeva infatti quali fossero le motivazioni che hanno indotto la Giunta regionale a non introdurre l’obbligatorietà della certificazione ISO. La domanda è semplice: perché non reintroducete l’obbligatorietà su ISO9001? La risposta è stata: perché l’ISO9001 noi non la riteniamo obbligatoria. Assessore, lei mi ha fatto la cronistoria del 2014, e io sono d’accordo con lei. Lei mi ha detto tutte cose non dico ovvie, ma tutte cose vere. Il problema è un altro. Io le ho posto una domanda: perché non reintroducendo, come peraltro detto anche da qualche Assessore all’inizio di questa legislatura, l’obbligo della certificazione ISO9001? Io una risposta non l’ho sentita, da parte sua, perché non c’è la volontà politica di rintrodurre una certificazione. Qual è la risposta della Giunta? Questa è la risposta della Giunta, il silenzio, perché le tante parole che lei ci ha indicato, tutte le parole che lei ci ha indirizzato questa mattina, ci hanno raccontato la cronistoria, dal 2008 al 2014, della normativa regionale, senza alcuna indicazione chiara sul perché non l’avete reintrodotta, e nemmeno, quindi, ma questo era un mio auspicio nell’interrogazione, come vorreste andare avanti da qui a fine Legislatura. Deduco che il silenzio forse sia l’elemento migliore perché identifica il poco o nulla della legislatura Zingaretti di questi cinque anni. Interrogazione a risposta immediata n.537 del giorno 5 gennaio 2017, proposta dal consigliere Simeone concernente “Regione Lazio - ASL e aziende ospedaliere Violazione del codice della trasparenza” PRESIDENTE. L’ordine del giorno, al punto 0.10, reca: Interrogazione a risposta immediata n.537 del giorno 5 gennaio 2017, proposta dal consigliere Simeone concernente “Regione Lazio - ASL e aziende ospedaliere - Violazione del codice della trasparenza”. Ha chiesto di parlare il consigliere Simeone. Ne ha facoltà. SIMEONE (PdL-FI). Grazie, Presidente. Questa interrogazione si inquadra in un discorso più ampio che riguarda questa Atti consiliari 29 Regione Lazio X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017 Regione. La Regione ha una doppia faccia, come Giano bifronte: da una parte la faccia dei comunicati stampa, dei proclami che annunciano una Regione efficiente, una Regione trasparente, una Regione pronta a soddisfare le esigenze di tutti; dall’altra invece abbiamo una Regione vera, dove i cittadini incontrano difficoltà ogni giorno, di qualsiasi genere. Abbiamo visto nell’interrogazione precedente del consigliere Aurigemma circa il trasporto dei pendolari: beh, lì la Regione non si vuole rendere conto che ha preso una cantonata, ma questa cantonata è stata rilevata da un’enormità di cittadini, fruitori del servizio dei treni, e glielo stanno dicendo anche tutti i Comuni interessati della provincia di Latina. Ma l’assessore Civita, evidentemente, che vive anche lui in un mondo tutto suo e riservato, non si vuole rendere conto di quella che è la realtà. Così come l’altra, quella della trasparenza. Abbiamo letto a dicembre, assessore Buschini, un comunicato stampa a firma di Zingaretti, che dava grosso rilievo a un protocollo di intesa sottoscritto con la Guardia di Finanza circa il mantenimento di un tavolo operativo, a visionare e a monitorare un po’ tutte quante le gare, gli appalti e le procedure che esistevano in questa Regione. Diceva, il comunicato: questo va nel segno della legalità ma soprattutto della trasparenza e del diritto dei cittadini a visionare gli atti di questa Regione. Allora questo è proprio il cuore di questa interrogazione. Questa interrogazione parte dall’articolo 32 della legge n. 69 del 2009, che parla dell’eliminazione degli sprechi relativi al mantenimento dei documenti in forma cartacea e introduce le procedure on line, quindi l’albo pretorio on line, per poter eliminare definitivamente il cartaceo e pubblicare tutta l’azione amministrativa di qualsiasi ente attraverso le procedure di evidenza pubblica tramite internet, quindi la pubblicazioni di tutti gli atti in maniera virtuale e su un albo pretorio on line. (segue t. 5) Lei deve sapere una cosa, Assessore, e purtroppo me ne sono reso conto in data novembre 2016, quando ho dovuto cercare una delibera del bilancio dell’ASL Policlinico Umberto I del novembre del 2016. Mi è stato impossibile cercare questa delibera perché, scaduti i quindici giorni, quelli tenuti per legge per la pubblicazione, l’ASL Umberto I ritira tutto quello che scade dal sedicesimo giorno in poi. Lei deve sapere, Assessore, che il Codice della trasparenza, introdotto con il decreto legislativo n. 33 del 2013, impone che tutti i documenti contenenti atti oggetto di pubblicazione obbligatoria ai sensi della normativa vigente sono pubblicati per un periodo di cinque anni decorrenti dal 1° gennaio dell’anno successivo a quello da cui decorre l’obbligo di pubblicazione e comunque fino a che gli atti pubblicati producono effetti. Viene ignorata questa norma, viene ignorata dal Policlinico Umberto I, ma mi risulta, perché poi ho voluto fare anche una verifica più estesa, che viene ignorata dalla maggior parte delle ASL, se non da tutte le ASL di questa Regione. Questo cittadino che ha avuto questo problema, che si è rivolto a me per avere copia di questa delibera, io ho avuto la fortuna, avendo il privilegio di essere Consigliere regionale, di interloquire con la Direzione generale del Policlinico Umberto I e ho avuto immediatamente la copia del cartaceo di questa delibera. Se posso, Presidente, chiedo un po’ di silenzio. Io ho avuto la possibilità di avere il cartaceo in poche ore, ma un cittadino che non riesce a interloquire con un Consigliere regionale o con un’altra persona che lo può agevolare in questa cosa si deve raccomandare al Padreterno? Deve muoversi da casa e andare personalmente all’Umberto I? Quindi, anche se questo cittadino è di Minturno deve fare 150 chilometri e recarsi all’Umberto I per avere copia di una delibera? Le sembra corretto e normale 30 Atti consiliari Regione Lazio X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017 questo? Le sembra questo normale e corretto in linea con le dichiarazioni che quotidianamente Zingaretti fa? Il testo di questa interrogazione mira proprio a questo. Chiediamo, previo accertamento della bontà di quanto esposto, ovviamente, se si ritiene di intervenire e porre in essere ogni confacente azione per far sì che le ASL, le aziende sanitarie e tutte le pubbliche amministrazioni dipendenti… Consigliere, poi l’Assessore è tutto per lei, però almeno per questi cinque minuti per le interrogazioni lo lasci al Consiglio. Dicevo, tutte le aziende sanitarie e tutte le pubbliche amministrazioni dipendenti dalla Regione Lazio rispettano il Codice della trasparenza e garantiscono la durata legale della pubblicazione degli atti oggetto di pubblicazione obbligatoria. PRESIDENTE. Ha chiesto di l’assessore Buschini. Ne ha facoltà. parlare BUSCHINI, Assessore. Grazie, Presidente. Rispetto alle questioni poste nella interrogazione dal consigliere Simeone, che di fatto erano oggetto anche della interrogazione presentata del presidente Storace, che è stata ritirata sostanzialmente colgo… (Interruzione del consigliere Simeone) Ha ragione, ha ragione. Per quello che riguarda l’adempimento degli obblighi di trasparenza da parte delle ASL e delle aziende sanitarie della Regione Lazio ci sono le disposizioni contenute dalle quali partiamo facendo riferimento dal decreto legge n. 33 del 14.03.2013 recante, lo ricorderà, il riordino della disciplina riguardante gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione delle informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni. Queste si applicano a tutte le Amministrazioni qualificanti mediante il rinvio all’elenco di cui all’articolo 1, sostanzialmente quello che componemmo assieme, che ricomprende le aziende e gli enti del Servizio sanitario. Sostanzialmente è il decreto che si applica a tutti gli enti dipendenti della Regione e alla Regione stessa. Per assicurare l’attuazione delle misure di trasparenza le legge prevede due tipi di vigilanza, uno a livello diffuso e uno a livello centralizzato. Per quanto riguarda il primo aspetto, ogni Amministrazione deve individuare un responsabile per la trasparenza, con il compito di verificare stabilmente l’adempimento degli obblighi di pubblicazione previsti dalla normativa vigente e segnalare i casi di mancato o ritardato adempimento a diversi soggetti, dall’ufficio di disciplina dell’organo di indirizzo politico, in relazione alla loro gravità e per l’attivazione dei relativi regimi di responsabilità. Inoltre, il responsabile cura l’aggiornamento annuale del Programma triennale per la trasparenza e l’integrità e assicura la regolare attuazione dell’accesso civico. Ulteriori compiti anche riguardo a questo sono attribuiti e riconosciuti all’organismo indipendente di valutazione, presente in ogni Amministrazione ai sensi del decreto-legge n. 150/2009, al quale spetta di verificare la coerenza tra gli obiettivi del Programma triennale per la trasparenza con quelli indicati dal successivo Piano della performance. Inoltre, l’attuazione degli obblighi di trasparenza è rilevante per la misurazione e valutazione della performance organizzativa e individuale. A livello centrale il controllo è affidato all’ANAC, titolare di poteri ispettivi nei confronti delle singole Amministrazioni, che controlla l’operato del responsabile per la trasparenza, può richiedere informazioni all’organismo indipendente di valutazione e ha un potere di segnalazione dei casi di inadempimento o adempimento parziale. Sia l’inadempimento degli obblighi di pubblicazione previsti dalla normativa vigente sia la mancata predisposizione del Programma triennale per la trasparenza costituiscono un elemento di valutazione delle responsabilità dirigenziali, eventuale Atti consiliari 31 Regione Lazio X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017 causa di responsabilità per danno all’immagine dell’Amministrazione, e sono utili ai fini della valutazione per la redistribuzione di risultato del trattamento economico accessorio collegato alle performance dei dirigenti. Il decreto prevede alcune sanzioni amministrative pecuniarie per casi specifici di violazione degli obblighi di pubblicazione. Quindi, ferma restando la titolarità dei poteri sanzionatori di vigilanza e in materia di attuazione degli obblighi di trasparenza descritti, che la legge pone in capo al responsabile della trasparenza e all’OIV di ciascuna Amministrazione e, a livello centrale, all’ANAC, si informa che la Direzione Salute e Politiche sociali ha più volte inviato agli enti del Servizio sanitario regionale le comunicazioni e ha invitato ad ottemperare alle disposizioni contenute nel decreto-legge n. 33 del 14/03/2013. In particolare, con le note protocollo 60 e 763 del 4 febbraio 2015, 97 e 561 del 23 febbraio 2016, che sono ovviamente disponibili per la consultazione dell’Aula – se vuole, alla fine dell’interrogazione, Consigliere, glieli consegno –, gli enti del Servizio sanitario regionale sono stati invitati a dare attuazione in modo compiuto e integrale agli obblighi di pubblicità e trasparenza, ricordando che l’inadempimento di tali obblighi è sanzionato a norma degli articoli 46 e 47 della legge n. 33, che l’ANAC eserciterà i propri poteri di vigilanza nel rispetto degli obblighi di pubblicazione, provvedendo eventualmente a segnalare gli inadempimenti riscontrati all’autorità amministrativa competente e irrogare le successive sanzioni. Sostanzialmente anche questo, come ho descritto nella risposta, è uno dei criteri per la valutazione dei risultati dei dirigenti. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il consigliere Simeone. Ne ha facoltà. SIMEONE (PdL-FI). Potrei dire quasi parzialmente soddisfatto. Perché? Nella risposta lei, Assessore, ha fatto una serie di rimandi a tutta una serie di normative che sappiamo bene, tant’è che noi non abbiamo chiesto qual è la normativa di riferimento. La domanda che abbiamo fatto è secca, cioè quella di dire che il decreto legislativo n. 33 e tutti gli altri che riguardano le norme sulla trasparenza impongono l’istituzione dell’Albo pretorio on-line, e qui tutti hanno adempiuto. Però poi ci sono alcune ASL come l’Umberto I e altre di questa regione, che mantengono gli atti in pubblicazione solamente per i quindici giorni di rito, cioè proprio lo stretto necessario. Al sedicesimo giorno, ritirano gli atti e chiunque voglia copia di qualsiasi atto, deve farne richiesta particolare. Il decreto legislativo 33, come ha ricordato anche lei, impone invece una pubblicazione più ampia, che non è riferita ovviamente ai tempi della pubblicazione ufficiale della delibera, ma è il mantenimento dell’atto amministrativo, quindi qualsiasi sia il tipo di atto, in pubblicazione almeno per cinque anni. Su questa disposizione, mi sembra d’aver capito dalla risposta, la Regione ha dato precisa indicazione alle ASL. Adesso, la Regione provvederà a monitorare gli albi pretori online delle ASL se adempiono a questo o no? Questa è un’importante cosa, Assessore, perché le ripeto ancora che il cittadino comune che ha bisogno di reperire un atto, non può prendere la macchina o un mezzo, recarsi materialmente in quell’ASL, farsi dare copia e quindi tra andata e ritorno deve perdere almeno due o tre giorni, quando comodamente da casa, e la legge gli assicura questo diritto, può ricevere quello che deve chiedere. Su questo io la impegno, assessore, a verificare, ma glielo farò presente anche io nel giro di un mese, così sappiamo se hanno adempiuto o no, appunto a questo adempimento, che credo sia di fondamentale importanza, anche per rispetto di tutti quanti i proclami che fate. Le vostre dichiarazioni, le vostre agenzie che mandate alla stampa non devono essere comunicati propagandistici, ma devono essere cose vere, cose che si Atti consiliari 32 Regione Lazio X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017 realizzano, cose con cui il cittadino può constatare quotidianamente che questo avviene. Ma questo solitamente purtroppo non avviene. Interrogazione a risposta immediata n. 542 del giorno 12 gennaio 2017, proposta dal consigliere Abbruzzese concernente “Rifiuti pericolosi prodotti ad Acerra” PRESIDENTE. L’ordine del giorno, al punto 0.11, reca: Interrogazione a risposta immediata n. 542 del giorno 12 gennaio 2017, proposta dal consigliere Abbruzzese concernente “Rifiuti pericolosi prodotti ad Acerra”. Ha chiesto di parlare il consigliere Abbruzzese. Ne ha facoltà. ABBRUZZESE (PdL-FI). Grazie, Presidente. Questa interrogazione urgente a risposta immediata trae spunto da una pubblicazione su Il Fatto Quotidiano del 29 dicembre 2016, assessore Buschini, allorquando il Vicepresidente dell’Associazione medici per l’ambiente di Napoli aveva posto un problema piuttosto serio, secondo il quale alcuni dati pubblicati dall’ISPRA, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, il termovalorizzatore di Acerra avrebbe bruciato nel 2015 quasi 715 tonnellate di rifiuti. Da questa simile attività si sarebbero prodotti, dati tecnici alla mano, sempre secondo il Vicepresidente, almeno 170.000 tonnellate di ceneri pesanti e leggere. Da questi dati diffusi dall’ISPRA, risulterebbe invece che il megaimpianto di Acerra, il più grande d’Italia, abbia originato solo 36.000 tonnellate di rifiuti derivanti dall’abbattimento dei fumi. È chiaro che questo dato matematico non quadra da una previsione al dato pubblicato dall’ISPRA. Ed è chiaro che attraverso una serie di interrogazioni è venuta fuori la verità su questo dato, che per quanto ci riguarda è un dato allarmante. Assessore, lei conosce meglio di me la situazione nel Lazio e in modo particolare nella provincia di Frosinone, una provincia che è stata oggetto di grande attenzione nel passato, per quanto riguarda l’installazione di impianti per il trattamento dei rifiuti, ma soprattutto è oggetto ancora oggi, con una serie di richieste di progetti, che, per l’amor del cielo, è tutto legittimo e legale, per quanto riguarda l’ubicazione di altri impianti. Mi riferisco ad Anagni, a Patrica, a Ferentino addirittura ce ne sono tre, tre progetti di presentazione. A Piedimonte ancora stiamo aspettando l’autorizzazione per quanto riguarda la valutazione di impatto ambientale per quanto riguarda ARES Ambiente su cui la Giunta Zingaretti ha assunto un impegno ben preciso e anche lei, Assessore. È chiaro che tutte queste attività preoccupano non poco la popolazione della nostra provincia sia da un punto di vista di salute pubblica sia da un punto di vista di allarme sociale, visto e considerato che ci sono studi scientifici che sanciscono e affermano che nella nostra provincia c’è un alto tasso di mortalità soprattutto per quanto riguarda la mortalità tumorale. Assessore, da questa interrogazione in Parlamento che cosa è venuto fuori? È venuta fuori una risposta che definisco inquietante, ma soprattutto dal punto di vista della non conoscenza da parte degli organi regionali di alcuni processi che avvengono nella Regione per quanto riguarda lo smaltimento. Quindi, viene fuori che il ministro Galletti riconosce l’errore dell’ISPRA e addirittura fa chiarezza sull’utilizzo e lo smaltimento di questi rifiuti che, come sappiamo, si distinguono da scorie e ceneri pesanti e ceneri leggere o volanti. Viene fuori che con una dichiarazione che tento di leggere in modo puntuale si dice: “Con riferimento all’anno 2015 l’impianto di termovalorizzazione di Acerra ha prodotto circa 38.000 tonnellate di rifiuti da processi di abbattimento fumi e ceneri leggere. Successivamente queste ceneri sono state avviate ad impianto di trattamento per l’inertizzazione finalizzata al successivo recupero o smaltimento. Gli impianti sono Atti consiliari 33 Regione Lazio X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017 ubicati sia nel territorio nazionale, quindi circa 17.000 tonnellate in provincia di Frosinone (e questo è il tema centrale della conoscenza della dell’interrogazione) 8.500 a Brescia, 3.700 a Pavia, sia all’estero con tonnellate di rifiuti verso la Germania e altri Paesi europei. Assessore, come lei ha potuto e sicuramente ormai saprà e ha saputo attraverso la stampa, questi rifiuti vengono portati nella nostra provincia. Quindi, vorrei sapere da lei se è a conoscenza di questo fenomeno e soprattutto se sta governando questo processo, visto e considerato che nessuno ne parla e soprattutto nessuno informa la popolazione circa lo smaltimento dei rifiuti prodotto dal termovalorizzatore di Acerra. PRESIDENTE. Grazie, consigliere Abbruzzese. Ha chiesto di parlare l’assessore Buchini. Ne ha facoltà. (segue t. 6) BUSCHINI, Assessore. Grazie, Presidente. Indubbiamente l’interrogazione proposta dal consigliere Abbruzzese richiama una serie di fattori, incrocia in maniera parallela la normativa e l’organizzazione del sistema regionale e nazionale rispetto agli ambiti di smaltimento. Ho una questione, Consigliere, in via preliminare nella risposta: affrontare il tema dei rifiuti, lo sappiamo bene, è problema complicato. L’unico invito è a guardare la questione nel merito e, ad esempio, venendo al fatto di ispecie, partire da questa determinata tipologia di impianti per lo smaltimento del rifiuto del quale stiamo parlando. Lei ha fatto un elenco di impiantistica più generale, incrociando l’impiantistica necessaria allo smaltimento anche del rifiuto differenziato, perché anche per il rifiuto differenziato c’è bisogno di una determinata impiantistica, assieme invece al rifiuto indifferenziato o a possibili impianti per produzione di biogas o altro impianto per il trattamento. Partiamo dalla questione rispetto alla risposta che il ministro Galletti ha fornito durante il question time nella seduta parlamentare dell’11 gennaio 2017, risposta all’interrogazione dell’onorevole Micillo. Ebbene, in quella sede il Ministro interrogato riporta i dati e il report ISPRA 2016 relativi alle scorie prodotte dall’impianto di Acerra e ha chiarito che il dato a tal riguardo riportato risultava effettivamente incompleto a causa di un errore materiale, che l’ISPRA ha immediatamente provveduto a correggere, e ha dichiarato che una parte delle ceneri leggere prodotte nell’impianto di Acerra è stata avviata a impianto di trattamento per l’inertizzazione finalizzata al successivo recupero o smaltimento, specificando che gli impianti sono obbligati sia all’estero che nel territorio nazionale, e tra questi impianti ubicati nel territorio nazionale ve ne sono anche in provincia di Frosinone. Perché la risposta sia chiara, partiamo da alcune opportune premesse. Prenderò forse qualche minuto in più, però credo che sia bene chiarire le questioni. I rifiuti di cui parliamo sono costituiti da ceneri leggere, residui di filtrazione prodotti dal trattamento dei fiumi. Il codice CER è 190105. Essi sono considerati dalla normativa vigente pericolosi in virtù del principio di precauzione, che obbliga tutti gli operatori che a diverso titolo debbano occuparsene, sia i produttori, sia i trasportatori, sia in generale tutti i soggetti implicati nella fase sia del trattamento che dello smaltimento finale, ad adottare tutte le idonee misure precauzionali al fine di evitare rischi di inquinamento. Non appartengono, quindi, alla categoria dei rifiuti, che hanno altro codice e altra tipologia, i rifiuti tossici e nocivi, essendo classificati alla voce D13, classe 9, dell’ADR. È ovvio che qualunque tipo di rifiuto, se non trattato con le prescritte cautele, può diventare potenzialmente pericolose per l’ambiente e per la salute dei cittadini. Proprio per questo motivo, gli impianti Atti consiliari 34 Regione Lazio X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017 presenti nella Regione Lazio per il trattamento e lo smaltimento anche delle ceneri di cui stiamo discutendo sono autorizzati e monitorati, sia in via ordinaria che in via straordinaria, dalla Regione, anche attraverso l’ARPA Lazio, oltre che ovviamente dal punto di vista prettamente autorizzatorio e burocratico dall’Area Ciclo integrato dei rifiuti, e a questo, ovviamente, si sommano tutte le autorità di controllo competenti. Sostanzialmente – lo ribadirò anche in seguito – si tratta di impianti autorizzati che sono operativi da tempo sia in territorio nazionale che nel territorio della nostra provincia e che vengono costantemente monitorati rispetto alla fase di lavorazione e di inertizzazione di questa particolare tipologia di rifiuto. Nella provincia di Frosinone è bene ribadire che non ci sono discariche autorizzate per rifiuti pericolosi, ma sono presenti impianti autorizzati per il recupero e l’inertizzazione di rifiuti pericolosi. Tra questi impianti ci sono anche quelli relativi alle ceneri di cui stiamo discutendo, che lavorano con codice CER 190105. È quindi ragionevole ritenere che per gli impianti di inertizzazione autorizzati in provincia di Frosinone, così come tutti gli altri impianti autorizzati nella regione, possa legittimamente svolgersi attività di trattamento per l’inertizzazione, con successivo smaltimento in altri siti autorizzati che non si trovano nella provincia di Frosinone. Gli stessi rifiuti pericolosi vengono quindi portati poi altrove. Questo è quello che avviene, che è autorizzato. Rispetto ad una specifica domanda che faceva il Consigliere nella sua esposizione, è bene precisare che la normativa vieta che la Regione o altre pubbliche autorità possano porre limiti alla circolazione dei rifiuti, quando destinati, nel rispetto delle regole di mercato, ad impianti di trattamento o di smaltimento autorizzati, sia sul territorio nazionale che comunitario. Ovviamente, il trasporto, il trattamento e lo smaltimento sono disciplinati da specifiche normative di carattere ambientale stabiliti dall’Unione europea e dalla legislazione nazionale italiana. Come è noto, il limite alla circolazione dei rifiuti sul quale può e deve intervenire la Regione, è riferito ai rifiuti indifferenziati urbani. Sostanzialmente, e rispetto esclusivamente al talquale prodotto come rifiuto urbano, cioè il rifiuto del cassonetto, rispetto a quel tipo di trattamento e di trasporto la Regione può intervenire. Rispetto al rifiuto che viene ritenuto speciale e che è successivo al trattamento, o derivante da fase di trattamento, la normativa vigente non consente alla Regione di poter intervenire. È vero che talune tipologie di rifiuti generati in altre regioni vengono trattati o smaltiti nel territorio del Lazio. È anche vero, come sappiamo bene dalle cronache e dalle discussioni che abbiamo fatto in questo Consiglio, che rifiuti generati da impianti industriali nella nostra regione vengono trattati altrove. Come avviene? Perché una parte di quel rifiuto può transitare nella nostra regione, transita nella nostra regione o nella provincia di Frosinone nella fattispecie? Il produttore delle ceneri, cioè il termovalorizzatore di Acerra, svolge gare pubbliche per affidare il servizio di trasporto, trattamento e smaltimento, come gara pubblica, ovviamente, al miglior offerente che c’è sul mercato, così come i produttori della stessa tipologia, che operano nel Lazio. La normativa vigente, cioè la n. 152/2006 prevede che le ceneri leggere debbano essere trattate e smaltite in impianti autorizzati, indipendentemente dalla loro collocazione territoriale, poiché tutte le attività connesse alla gestione dei rifiuti speciali vengono esercitate secondo le regole del mercato disciplinate dalla normativa nazionale ambientare. Quindi, in conclusione, rispetto alla normativa vigente, non è possibile impedire la libera circolazione dei rifiuti speciali sul territorio. Si sottolinea che nella provincia di Frosinone sono presenti esclusivamente impianti di trattamento. Consigliere Abbruzzese, dicevo, concludendo, che nella provincia di Atti consiliari 35 Regione Lazio X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017 Frosinone sono presenti esclusivamente impianti per il trattamento, il recupero e l’inertizzazione di rifiuti pericolosi. Gli stessi rifiuti vengono trattati e poi portati altrove. Su questo la Regione esercita un controllo costante attraverso le proprie strutture, a partire dall’ARPA Lazio. dall’Assessore regionale all’ambiente, un Assessore che vive in questo territorio. Spero che nel prossimo futuro l’Assessore assumerà un impegno maggiore per dare un contributo di bonifica ad un territorio che ripeto, secondo me, merita invece grande attenzione da parte della Regione Lazio. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il consigliere Abbruzzese. Ne ha facoltà. PRESIDENTE. Abbruzzese. ABBRUZZESE (PdL-FI). Ho notato, con grande soddisfazione, che l’assessore Buschini si è preso 11 minuti per replicare ad una interrogazione a mio avviso molto importante e ha cercato un po’ di arrampicarsi sugli specchi. Da un lato ha tentato di comunicare all’Assemblea la conoscenza di un processo che, secondo me, non si conosceva e quindi questo lo dobbiamo esclusivamente a una presa di posizione da parte di un deputato della nostra Repubblica, dall’altra ovviamente ci dice, e quindi ecco perché non sono soddisfatto, “Guardate, la Regione non può fare nulla. I rifiuti speciali, queste scorie devono venire della nostra provincia”. Praticamente si accetta in modo passivo questo processo, si smaltiscono queste 17.000 tonnellate in un territorio; un territorio devastato, un territorio che, a mio avviso, dovrebbe essere maggiormente curato anche se ci rendiamo conto che poi alla fine questi rifiuti comunque diventano oggetto di un nuovo business che fa gola un po’ a tutti, fa gola soprattutto ai possessori di questi impianti di smaltimento. Assessore, l’impegno che lei deve assumere di fronte all’Assemblea, di fronte all’opinione pubblica, è innanzitutto di monitorare meglio il processo di smaltimento nella nostra Regione – oggi è capitato alla Ciociaria domani potrebbe capitare a un altro territorio –, di garantire il flusso di questi rifiuti con maggiore attenzione e con maggior sorveglianza. Prendiamo atto che nessun provvedimento sarà assunto dalla Giunta Zingaretti, ahimè, e nessun provvedimento sarà assunto Interrogazione a risposta immediata n. 544 del giorno 13 gennaio 2017, proposta dal consigliere Simeone concernente “Legge 208/2015 - Revisione del DCA U00403 del 23.12.2016 e adeguamento atti antecedenti, successivi e conseguenti” Grazie, consigliere PRESIDENTE. L’ordine del giorno, al punto 0.12, reca: Interrogazione a risposta immediata n. 544 del giorno 13 gennaio 2017, proposta dal consigliere Simeone concernente “Legge 208/2015 - Revisione del DCA U00403 del 23.12.2016 e adeguamento atti antecedenti, successivi e conseguenti”. Ha chiesto di parlare il consigliere Simeone. Ne ha facoltà. SIMEONE (PdL-FI). Assessore, quest’altra interrogazione… PRESIDENTE. Consigliere Abbruzzese, lei ha avuto la sua risposta. Lasci illustrare al consigliere Simeone la sua. SIMEONE (PdL-FI). Evidentemente non sono bastati gli 11 minuti di risposta dell’Assessore e c’era un epilogo finale. Grazie, Presidente per la parola. Questa seconda interrogazione è sempre sulla saga dei proclami, dei titoli propaganda, delle agenzie propaganda che molto spesso, anzi quasi sempre, oserei dire sempre, non rispecchiano quella che è la quotidianità dei fatti in questa Regione. Affrontiamo oggi, con questa interrogazione, il problema dei precari della sanità nella provincia di Latina, credo cosa molto cara anche al consigliere Enrico Forte che, insieme a me, vive in Atti consiliari 36 Regione Lazio X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017 questa provincia. Il tema del lavoro precario è stato più volte ripreso e più volte sanzionato dalla Corte di giustizia europea perché ha sempre ritenuto un uso troppo eccessivo da parte dell’Italia e l’ha ritenuto non più una cosa occasionale ma una cosa strutturale. Quindi, la Corte di giustizia europea ha sanzionato in ultimo l’Italia, invitando a porre rimedio a tutta la precarietà nel mondo del lavoro. In questo contesto si inserisce questa interrogazione e prende in esame la situazione spiacevole che si è creata nella provincia di Latina, dove 560 tra medici, infermieri e personale comunque afferente alla sanità, tipo tecnici radiologi o tecnici di laboratorio, non riescono a trovare collocazione in merito alla loro stabilizzazione, stabilizzazione prevista dal DPCM del 6 marzo 2015 dove, richiamando la precarietà nel mondo del lavoro, all’articolo 2 inserisce le procedure concorsuali riservate, che sono riservate appunto al personale in possesso dei requisiti di cui all’articolo 1, commi 519, 558 ed altri, nonché al personale che alla data del 30 ottobre 2013 abbia maturato negli ultimi cinque anni almeno tre anni di servizio, anche non continuativo, con contratto di lavoro subordinato a tempo determinato, anche presso enti del medesimo ambito regionale diversi da quello che indìce la procedura. Ma evidentemente questo DPCM non esaustivo a quella che è la realtà dei fatti che succedevano in Italia, lo stesso Governo, nello stesso anno, il 2015, nella legge di stabilità, con la legge n. 208, inserisce il comma 543, che dice che in deroga a quanto previsto dal decreto del Presidente della Repubblica, con il DPCM 6 marzo 2015, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, aggiungendo qualcosa di più, allargando ancora di più lo spettro d’azione, gli enti del Servizio sanitario nazionale possono indire entro il 31/12/2016 e concludere entro il 31/12/2017 procedure concorsuali straordinarie per l’assunzione di personale medico, tecnico professionale e infermieristico e allarga, come dicevo prima, ad altra tipologia dei contratti, con riferimento espresso ai contratti a tempo determinato con contratto di collaborazione coordinata e continuativa o con altre forme di lavoro flessibile con i medesimi enti. In altre parole ha detto: esiste questo problema del precariato nel mondo della sanità, qualsiasi sia il tipo di contratto in entrata di questi dipendenti, quindi con altre forme di lavoro flessibile con i medesimi enti, tutto questo personale può essere stabilizzato con procedure concorsuali, riservate ovviamente. La Regione Lazio, con DCA n. 403 del 23 dicembre, avvia queste procedure e le avvia in maniera, credo, un po’ disordinata, perché recepisce, e ovviamente non poteva fare diversamente, le due disposizioni di legge nazionali e le ritiene appunto, in special modo l’articolo 1, comma 543, della legge n. 208, come una lex specialis, quindi una legge speciale che va a sanare quello che negli anni in questo nostro Paese si era creato. Però inserisce – e non capiamo come mai – un doppio binario: un primo binario riservato a coloro che sono in possesso dei requisiti previsti dal DPCM del marzo del 2015 e il secondo binario da quelli che sono in possesso dei requisiti della legge n. 208 comma 543. Ma dice di più: tutto questo deve essere fatto anche in osservanza delle disposizioni regionali in materia. Quali sono queste disposizioni regionali in materia? È la legge n. 14 del 2008, in particolare i commi 73, 74, 75 e 76. Qui, proprio all’indomani del commissariamento della Regione, per porre un freno evidentemente alla politica assunzionali delle ASL, inserisce delle disposizioni ai fini del rispetto dell’obbligo di riduzione del costo del personale delle aziende sanitarie locali. Dice che le medesime aziende ed enti, prima di procedere alla pubblicazione, anche sul sito internet dei bandi di concorso di avviso per l’assunzione, devono acquisire esplicito parere positivo motivato con decreto del Commissario ad acta al piano di rientro. Detta ancora ulteriori Atti consiliari 37 Regione Lazio X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017 disposizioni e poi conclude con il comma 76 che dice che gli atti adottati dalla data di entrata in vigore della presente legge dai direttori generali delle aziende e degli enti del Servizio sanitario regionale in violazione delle disposizioni di cui ai commi 73 (cioè tutte quelle ASL che non assumevano con preciso riferimento a queste disposizioni) sono nulli e configurano precisa responsabilità contabile. Questo è il problema che ha mandato evidentemente in tilt l’ASL di Latina, perché nel comporre l’elenco ha avuto modo di riscontrare, evidentemente (non ne sono a conoscenza, ma evidentemente posso pensare solo questo) che il personale in servizio, ripeto ancora, parliamo di 560 unità, non ha i requisiti corrispondenti a questa legge regionale. Parliamo di un personale di 200 medici e 360 infermieri, assunti negli anni 2006-2010 (circa 460 persone) e assunti negli anni 20132015 per le restanti 200 persone. Allora dico: ma chi doveva vigilare e non ha vigilato? Chi doveva controllare e non ha controllato, in quegli anni? Perché ha fatto in modo di originare questo elenco così enorme di persone precarie ed evidentemente in difformità alla legge regionale del 2008? Ovvero, la leggo in maniera diversa: la legge del 2008, in particolare quei commi, vanno letti e contestualizzati in quel momento, il 2008, quando si era di fronte al commissariamento di un numero esagerato di ASL e di Regioni nel nostro Paese. Il Lazio quindi bene ha fatto ad introdurre norme più restrittive, evidentemente per controllare e monitorare sempre la spesa sanitaria. Ma adesso ci troviamo di fronte a una lex specialis: una legge nazionale che dà modo di sanare tutto quello che è comunque di fatto strutturato all’interno di queste ASL. L’ASL di Latina, nel prorogare tutto il personale, nella data del 31 maggio 2016, con una delibera del Commissario straordinario compone due elenchi specifici: il primo elenco, e ne dà atto nel dispositivo, denominato elenco allegato alla lettera a), in possesso dei requisiti di cui all’articolo 2 del DPCM 63/2015, quindi che ha maturato quella continuità di lavoro negli anni e tutto quanto, l’allegato B dice che non è conforme al DPCM 63/2015, ma rilevanti ai fini del mantenimento dei servizi essenziali di assistenza della completa implementazione della nuova rete assistenziale, nonché dell’attuazione dell’articolo 32 della Costituzione, il diritto alla salute. (segue t. 7) Delle due l’una: dal 2006 ad oggi, l’ASL di Latina, con la complicità della Regione Lazio, sta sfruttando, per il mantenimento dei LEA, circa 600 persone. Oggi a queste 600 persone non vuole garantire la stabilizzazione prevista dalle leggi speciali, sia il DPCM del marzo 2015, sia la legge n. 208 del 2015. Delle due l’una, dicevo: o si applica fino in fondo la legge n. 14 del 2008, dove si pongono le condizioni per entrare nel Servizio sanitario nazionale, per essere assunti nelle ASL, ma si pone anche una sanzione. La sanzione che pone dice che gli atti sono nulli e gli atti stessi vanno inviati alla magistratura contabile. In questi anni, dal 2008 ad oggi, si è continuato ad assumere continuamente ignorando queste disposizioni. Oggi ci accorgiamo che c’è la legge n. 14 che impedisce questa cosa. Chi ci rimette? Ci rimettono queste 600 persone. Grazie a loro si sono mantenuti i livelli essenziali di assistenza e si sono mantenuti aperti gli ospedali. Se oggi a queste persone viene dichiarato nullo il contratto, gli ospedali della provincia di Latina possono chiudere tutti, chiuderanno tutti, perché non è possibile mantenere più i LEA di riferimento. Quindi, non comprendiamo questo atteggiamento un po’ diversificato… Oltre alla radio, capogruppo Valeriani, se può sentire queste cose importanti per quelle 600 persone che lavorano nell’ASL di Latina che quotidianamente, ogni giorno, lavorano, quotidianamente, per dieci anni, sono state prese in giro e ancora oggi continuano a essere prese in giro. Non si possono sposare, non possono fare un mutuo, lavorano ancora Atti consiliari 38 Regione Lazio X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017 in tempi precari con contratti precari. A queste persone la Regione Lazio impedisce la stabilizzazione che è prevista da leggi nazionali. Qui vogliamo comprendere… È vero, mi sono preso qualche minuto in più, Presidente, ma credo che l’argomento lo meriti. È in gioco la vita e la continuità del lavoro di 600 persone. Credo che una definizione vada presa, ma vada presa anche con un atto di coraggio. Se la legge del 2008 impedisce questa cosa, il presidente Zingaretti può venire in Aula con una legge di un articolo solo per dire che le disposizioni dei commi 73, 74, 75 e 76 non si applicano per tutte quelle persone che sono in possesso dei requisiti previsti dal DPCM del marzo 2015 e dei requisiti della legge del 2008, l’articolo 1, comma 543. Noi siamo pronti a votarla immediatamente, senza se e senza ma, perché è un giusto riconoscimento a quelle persone che hanno mantenuto i servizi essenziali di assistenza in questa provincia. Adesso non possono subire, oltre al danno, anche la beffa, perché non vengono inserite nel processo di stabilizzazione. Il loro numero, le loro posizioni nella DCA 403 non ci sono. Quindi, chiediamo quali sono le iniziative che questa Regione vuole portare avanti. PRESIDENTE. Grazie, consigliere Simeone. Ha chiesto di parlare il consigliere Buschini. Ne ha facoltà. BUSCHINI, Assessore. Grazie, Presidente. Cercherò ovviamente di essere molto più breve rispetto alla interrogazione precedente. In primo luogo si rappresenta che il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 6 marzo 2015, all’articolo 1, comma 543, della legge n. 208 del 2015 disciplina due distinte procedure con differenti presupposti e requisiti che non possono essere ricondotti a unità. Il decreto del Presidente del Consiglio è rivolto alla stabilizzazione del personale con contratto a tempo determinato e in possesso dei requisiti previsti ex lege. Questa procedura prevede l’espletamento di apposite prove selettive riservate esclusivamente al personale a tempo determinato in possesso dei requisiti ex lege. Invece, l’articolo 1, comma 543, della legge n. 208/2015 prevede l’indizione di procedure concorsuali straordinarie, con riserva di posti a favore del personale in possesso dei requisiti previsti. Questo provvedimento non costituisce una stabilizzazione, bensì una procedura concorsuale con previsione di riserva di posti. A tale procedura si applicano le disposizioni regolamentari vigenti in materia. Il personale in possesso dei requisiti deve svolgere le stesse prove concorsuali previste per chi non ha diritto alla riserva e, solo al termine di tutta la procedura e all’approvazione della graduatoria finale di merito, potrà godere della riserva dei posti. La Regione ha dato, pertanto, attuazione alle disposizioni di legge e regolamentato le differenti procedure di concorso e stabilizzazione in base alle citate disposizioni, in linea con le altre Regioni. Il DCA n. 403 ha autorizzato l’avvio delle procedure in questione, prevedendo per l’ASL di Latina dei posti nell’ambito della procedura di stabilizzazione (ex DPCM 6 marzo 2015) e per quanto riguarda le procedure concorsuali ex lege n. 208 del 2015. Dovendo anche tener conto di alcune osservazioni, sono in corso ulteriori valutazioni in merito alle posizioni dei soggetti interessati con l’ASL di Latina, a cui è stata richiesta una ulteriore relazione per eventuali modifiche o integrazioni degli atti richiamati. È anche evidente come la Regione, adottando i provvedimenti citati dall’interrogante, abbia dato attuazione alle disposizioni di legge e regolamentato le differenti procedure di concorso e di stabilizzazione in base rispettivamente alla legge n. 208 e al decreto del 6 marzo 2015, due provvedimenti nazionali – l’ho già detto – che prevedono l’espletamento di prove selettive riservate esclusivamente al Atti consiliari 39 Regione Lazio X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017 personale a contratto a tempo indeterminato in possesso dei requisiti ex lege. Ribadisco che il DCA n. 403 ha autorizzato l’avvio delle procedure in questione, prevedendo per l’ASL di Latina entrambe le possibilità. Ovviamente, rispetto alla relazione dettagliata che abbiamo ulteriormente richiesto, non appena sarà nelle nostre disponibilità verrà comunicata, se vorrà, al Consigliere interrogante. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il consigliere Simeone. Ne ha facoltà. SIMEONE (PdL-FI). Ovviamente non sono soddisfatto per niente della non risposta. È noto anche, Assessore, e mi spiace dirlo, ma purtroppo non è un problema suo evidentemente, il problema di chi le fornisce gli atti per rispondere a questa interrogazione, della preparazione che ha nella sua materia, ma evidentemente nella sanità dove gli forniscono la velina che lei è costretto a leggere. Io faccio veramente un appello, ma lo faccio, questa volta, al Capogruppo di maggioranza, ai Consiglieri di maggioranza, a lei, Presidente, perché questa è una situazione esplosiva. Non ci si vuole rendere conto di questa cosa. Quello che noto è questo silenzio da parte della Regione su questo problema, che è proprio grosso, bolle. È vero, Enrico Forte? Non sto dicendo cose inesatte. È un problema vero, è un problema che riguarda 600 persone che hanno garantito alla sanità in qualche modo di funzionare in questi ultimi dieci anni. Ma di questo evidentemente la Regione non vuole prendere atto, non vuole sentirne parlare. Allora, Assessore, queste cose che ho già detto alla Segreteria del Presidente le dico anche a lei così lo può riferire. La situazione è esplosiva. Basta leggere i comunicati stampa, la stampa quotidiana. L’Ordine dei medici, per esempio, ha già fatto accesso agli atti. È riportato qui, in questo comunicato stampa. E ha fatto accesso agli atti perché vuole portare tutto alla Procura della Repubblica. Gli avvocati di queste 600 persone hanno già fatto accesso agli atti, hanno già mandato una memoria alla ASL di Latina. Voi non vi rendete conto che siamo seduti su una polveriera, Zingaretti è seduto su una bomba, la miccia è già stata accesa. Ora bisogna calcolare la lunghezza di questa miccia per capire quando esplode questa bomba. Ma il tempo scade e la miccia, per quanto lunga sia, arriverà il tempo che farà esplodere la bomba su dove è seduto Zingaretti. Non si vuole rendere conto di questo e non vuole affrontare la materia per quella che è. Non è in discussione il godimento dei requisiti del DPCM o della legge n. 208 – che poi, di due leggi, una integra l’altra. La legge n. 208 dice “in deroga ai requisiti del DPCM potete fare queste corsie preferenziali”, anche a quelli che hanno contratti di lavoro i più disparati possibili. Mancava solo di dire: mettevi dentro al lavoro, o mettetevi dentro da qualche altra parte e sanate tutto quanto questo. Perché fasciarci la testa? Perché non rimuovere un problema, se esiste, che ha creato il legislatore regionale in altri tempi, in tempi diversi, quando era giusto mettere un controllo su quella che era la spesa del personale delle ASL? C’è un impedimento di normativa regionale, Enrico Forte? Portiamolo in Consiglio. Diciamo che quelle cose, che quelle disposizioni, non si applicano per quelli che hanno i requisiti. E i requisiti sono già stati certificati, perché la delibera con cui sono stati prorogati da maggio del 2016 a maggio del 2017 dice che ce li hanno, i requisiti, che li hanno tutti. Quindi bisogna procedere con un po’ di coraggio, quello che manca sempre a questa Regione, che non ha il coraggio di fare le scelte, che non ha il coraggio di dire che questo personale che ha servito la sanità della provincia di Latina per più di dieci anni, merita tutta l’attenzione possibile. Ma subito, non con i “vediamo, stiamo facendo”, oppure con il comunicato stampa che dirama la direzione generale, che dice “ precari da stabilizzare: Casati prova a placare gli animi”. Non devono essere placati gli animi, va risolto il problema, va data una risposta Atti consiliari 40 Regione Lazio X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017 vera a persone che vogliono continuare a lavorare nella nostra ASL e vogliono anche avere tranquillità nella loro vita. Se questo è chiedere troppo, allora vuol dire che siamo veramente fuori dal mondo. PRESIDENTE. Grazie, consigliere Simeone. Interrogazione a risposta immediata n. 548 del giorno 13 gennaio 2017, proposta dai consiglieri Aurigemma, Abbruzzese, Palozzi e Simeone concernente “Emergenza pronto soccorso Regione Lazio” PRESIDENTE. L’ordine del giorno, al punto 0.14, reca: Interrogazione a risposta immediata n. 548 del giorno 13 gennaio 2017, proposta dai consiglieri Aurigemma, Abbruzzese, Palozzi e Simeone concernente “Emergenza pronto soccorso Regione Lazio”. Ha chiesto di parlare il consigliere Aurigemma. Ne ha facoltà. AURIGEMMA (PdL-FI). Presidente, una cortesia, siccome ne ho altre due… PRESIDENTE. La n. 0.14 è “ Emergenza pronto soccorso Regione Lazio”. L’altra che rimane, la n. 0,15 è “Bando medici non obiettori Ospedale San Camillo”. AURIGEMMA (PdL-FI). Grazie, Presidente. Presidente, penso che questa interrogazione che è attinente alle difficoltà e alle criticità che molti cittadini della nostra regione hanno incontrato, stanno riscontrando e continueranno ad incontrare, palesa costantemente la mancata programmazione su un tema importante come quello della sanità da parte della nostra Amministrazione regionale. Che ogni anno, durante le festività natalizie, ci sia il problema dei medici di base che giustamente vanno in ferie e quindi chiudono il proprio studio, che nel periodo delle festività natalizie ci sia il picco influenzale che va ad aggiungersi alla chiusura degli studi medici per le festività natalizie, penso sia un dato assodato che non è un’urgenza ma rientra in una classica programmazione che fanno un po’ tutte le amministrazioni regionali. Che la nostra Regione debba essere all’apice delle criticità negative che vengono riscontrate non più solo ormai sulle testate locali ma anche su testate nazionali e su televisioni nazionali penso che la dica lunga sulla mancata pianificazione e programmazione di un settore nevralgico, che crea costantemente una serie di disservizi. Noi purtroppo usciamo anche in maniera offensiva nei confronti delle persone che usufruiscono delle prestazioni sanitarie, perché noi assistiamo soltanto ad una serie di annunci; annunci di apertura di reparti, annunci di stanze che vengono tinteggiate come se fossero nuovi edifici destinati alla sanità, ma puntualmente abbiamo sotto gli occhi di tutti le foto che escono o i servizi che vengono portati anche su puntate o sue trasmissioni televisive che non fanno altro che denunciare le condizioni in cui versano le persone che si rivolgono presso i pronto soccorsi della nostra azienda ospedaliera. Questo penso sia un dato di fatto assodato che non necessita né di interpretazione né tantomeno di strumentazione. Con questa interrogazione io continuo a ribadire e a ripetere quali siano le misure che questa Amministrazione ha preso per un problema che certifica il fallimento delle Case della salute che nascono dal decreto Balduzzi per cercare di fare da filtro ai pronto soccorsi e che altro non sono diventate che una sorta di ambulatori che effettuano prestazioni, mentre invece lo scopo primario della Casa della salute è quello di fare da filtro perlomeno sulla stabilizzazione di pazienti che si presentano con codici bianchi e verdi. Sul fallimento delle politiche di stabilizzazione, che denunciava prima il collega Simeone, noi abbiamo fatto un piano di deroghe triennali per cercare di assumere le persone adeguandoci al decreto del ministro Lorenzin. Questa Regione, a differenza delle altre, non si è adeguata alla stabilizzazione del 50 per cento, ma è arrivata Atti consiliari 41 Regione Lazio X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017 alla metà, al 25 per cento. E quando il presidente Zingaretti continua ad annunciare che sono state assunte 600 persone non sono assunzioni, si tratta di stabilizzazioni che non risolvono il problema del personale, ma risolvono le giuste rivendicazioni di persone che passano dal ruolo di precario al ruolo di persone assunte in pianta stabile. Ma la carenza di personale è cronica e all’interno dei pronto soccorso non ci vuole sicuramente uno scienziato per comprendere che la mancanza è da verificarsi principalmente su medici, paramedici e infermieri. Non sanno più in che salsa scriverlo i Direttori generali nominati da questa Amministrazione che il problema del pronto soccorso, delle file, delle attese, delle barelle e del continuare a stazionare all’interno dei corridoi dei pronto soccorso è un problema legato principalmente alla mancanza di personale. Non possiamo continuare ad annunciare che i conti vanno bene, non possiamo continuare a fare annunci che non corrispondono alla realtà perché se i conti vanno bene o se gli annunci che vengono fatti non corrispondono poi ad una reale esigenza del territorio o dei cittadini che puntualmente si recano presso le strutture del pronto soccorso delle aziende ospedaliere della nostra Regione penso che sia consono che i cittadini continuino a perdere fiducia nella politica e nelle Istituzioni. Su questo problema, Assessore, con calma e pacatezza spesso questa opposizione, con spirito propositivo, ha provato a dare dei contributi fattivi che puntualmente non sono stati ascoltati per poi ritrovarsi qui a commentare articoli di giornale o cronache come la vicenda della ragazza deceduta per una crisi epilettica nella zona di Tor Bella Monaca che impongono una seria riflessione su un sistema che non funziona. Per quanto riguarda i conti, con lo stanziamento di 750 milioni di euro in più, ricevuti nel 2015, rispetto ai Fondi nazionali del 2013, è certificato che la Regione ha aumentato il proprio disavanzo. Per quanto riguarda la programmazione è altrettanto certificato che il caos nei pronto soccorsi che si sta verificando in questi ultimi anni, non ha nulla a che vedere con i disservizi che si sono verificati in passato. Quindi, qualcosa che non va c’è. Su questo mi spiace constatare come questa Amministrazione e questa maggioranza non abbia a cuore le sorti del Servizio sanitario, che è una fattispecie importante che attinge oltre il 70 per cento dei fondi del bilancio della nostra Regione, e su questo io pensavo e penso di trovare maggiore interesse da parte di questa maggioranza. Già il fatto che oggi all’interno di quest’Aula stiamo parlando di questo tema così delicato e dai banchi della maggioranza si sentono risate, starnazzi e altre cose dimostra di gran lunga quanta importanza dà questa maggioranza a un tema così delicato, che non attecchisce, non riesce a entrare nei canoni e nell’importanza vitale di tante persone che purtroppo, ahimè, vivono e soffrono sulla propria pelle giornate passate negli anticamera dei pronto soccorsi per portare il cambio o per cercare di aiutare il proprio caro, il proprio parente che sta lì ricoverato da giorni e settimane. È diventata una sorta di routine. E il fatto che ci sia questa rassegnazione all’interno della maggioranza e un disinteresse su questo tema la dice lunga su quanto si stia impegnando questa Amministrazione sulle difficoltà e sulle criticità che subiscono i nostri cittadini. Concludo l’interrogazione affidandomi al buonsenso dell’Assessore. Lei oggi viene qui e interviene su una materia che non è di sua competenza, e sicuramente questo le fa onore, mi auguro soltanto che la sua risposta alle mie domande si concentri non tanto su quello che le hanno scritto quanto su quello che le ho esposto, perché effettivamente il problema dei pazienti all’interno dei pronto soccorsi dei nostri cittadini non ha una connotazione politica e la mia interrogazione non l’ho fatta cercando di andare a strumentalizzare il problema, perché di materie per strumentalizzare il problema ce ne fornite veramente tante tutti i santi giorni, ma cercando di dare uno spirito collaborativo 42 Atti consiliari Regione Lazio X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017 e fattivo su una difficoltà concreta e reale che vivono i cittadini, che non hanno colore politico. Quelli che si recano al pronto soccorso non è che sono di centrosinistra o di centrodestra, sono dei semplici cittadini che spesso hanno difficoltà anche ad avere informazioni. Soltanto grazie alla professionalità e alla capacità di tanti medici e paramedici noi spesso riusciamo, nonostante i disservizi che si creano, ad avere qualche risposta in più. Però, mi auguro che la sua risposta non sia soltanto quella di leggere un pezzo di carta che le hanno fornito, ma di comprendere realmente e fattivamente quali sono le difficoltà che subiscono queste persone. PRESIDENTE. Ha chiesto di l’assessore Buschini. Ne ha facoltà. parlare BUSCHINI, Assessore. Grazie, Presidente. Consigliere Aurigemma, torno a ripeterle che la lettura presuppone che prima sia stato scritto e nella scrittura vi è, secondo una vecchia scuola, ragionamento, ricerca e soprattutto possibilità di essere precisi rispetto ad alcune risposte puntuali che bisogna dare a interrogazioni che sicuramente sono altrettanto puntuali. Ovviamente, sarebbe impossibile non preparare delle risposte scritte, perché si rischierebbe di essere magari evasivi, e a quel punto il giusto richiamo del Consiglio e dei Consiglieri sarebbe di non avere rispetto della necessità di avere informazioni serie. È ovvio che esprimerò il mio giudizio rispetto a un lavoro fatto, rispetto a difficoltà che ci sono nella gestione dei pronto soccorso che sono nella nostra regione, ma che purtroppo, come ci suggeriscono e ci fanno vedere le cronache nazionali, non è soltanto della nostra regione. Questo non giustifica nulla, ma indubbiamente dà il senso di un problema più generale. Pochi giorni fa, il 29 dicembre, si è tenuta una riunione in cui la Direzione regionale ha incontrato i direttori generali e sanitari e i responsabili dei pronto soccorso. C’è un punto: ovviamente il Consigliere sa, per aver svolto anche funzioni di governo importanti in questa città, che posto un problema vi sono delle fasi, delle iniziative successive per risolvere uno dei principali problemi che abbiamo davanti. Il numero complessivo degli accessi ai pronto soccorso mostra una tendenza a una diminuzione. Ed è una delle questioni che lei ha posto nella sua interrogazione e nella successiva esposizione. Perché tendono a diminuire? Debbo richiamare necessariamente alcune delle iniziative che abbiamo posto in essere nel corso di questi anni, per cercare di togliere al pronto soccorso e alla parte dell’emergenza, una parte dell’assistenza, quindi l’assistenza di codici meno gravi attraverso le Case della Salute, gli [audio incomprensibile], le iniziative prese insieme ai medici di medicina generale. Sebbene nel corso dell’anno il dato dell’accesso al pronto soccorso diminuisce, indubbiamente c’è un altro dato che confligge con questo, cioè quello storico che in concomitanza tra la fine dell’anno o di picchi influenzali, il dato di accesso al pronto soccorso di Roma e provincia soprattutto, tende a salire. Su questo, nel corso di un determinato periodo dell’anno, cioè durante le festività vi sono stati controlli dei NAS su sei pronto soccorso di Roma e provincia, che hanno messo in evidenza che per tali presidi risultano soddisfatti i requisiti igienici, strutturali e organizzativi che la normativa prevede. Il 29 dicembre è stato sottoscritto un protocollo d’intesa tra la Regione e le associazioni AIOP, ARIS, industria sanità, relativa al trasferimento per ricovero da pronto soccorso presso strutture accreditate di una parte di pazienti da assistere. Si prevede di ratificare a breve il protocollo d’intesa con la Guardia di Finanza anche relativamente al servizio di emergenza per l’intero territorio regionale. Nel corso dell’incontro è stata anticipata l’intenzione di monitorare la problematica tramite la raccolta di tutti i dati riguardanti il numero delle dismissioni della giornata, il recupero dei posti letto ordinari attivi, perché Atti consiliari 43 Regione Lazio X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017 ovviamente, Consigliere, questo ci consente di fare in modo, liberando spazi nei reparti, di poter anche togliere persone che magari nel pronto soccorso aspettano di essere ricoverate. Presto avremo un report dettagliato, e questo ovviamente lo gireremo a tutti i Consiglieri regionali, rispetto all’attività ospedaliera sulle aree medica, cardiologica, chirurgica generale, chirurgia di specialisti e critica. Questo ci consente di avere un monitoraggio migliore, capace di individuare anche singolarmente, caso per caso, alcune problematiche che ci sono nei diversi pronto soccorso. In alcuni casi vi è un problema di dismissione, quindi di liberare reparti per consentire a chi è in attesa di essere ricoverato, dall’altro modelli organizzativi in altri pronto soccorso, ancora soprattutto in quelli di provincia. Su questo il riferimento all’interrogazione e al successivo intervento del consigliere Simeone parla ad esempio di come sul livello più provinciale vi sia maggiore carenza di personale. È avviato il sistema di gestione informatizzata dei posti letto di area critica, con sospensione dell’attività telefonica e attivazione del sistema SGSL per 36 strutture su 38. Questo è avvenuto a partire dal 26 settembre. Ora, tutto questo ovviamente attiene a un modello prettamente organizzativo. Dal punto di vista occupazionale, è un altro pezzo del suo intervento non contenuto nell’interrogazione ma nel suo intervento, rispetto ai budget assunzionali che sono stati comunicati, ovviamente questa Amministrazione, facendo proprio il DPCM 6 marzo 2015, quanto alle iniziative successive, noi possiamo programmare dal punto di vista assunzionale diverse iniziative nell’anno 2017 che ci consentono di abbassare notevolmente l’esigenza di personale che c’è, soprattutto nei pronto soccorso. Nel corso dell’anno 2016 è stato autorizzata l’assunzione di 41 medici di anestesia e rianimazione, 28 medici di medicina e chirurgia d’accettazione e urgenza, per un totale di 244 collaboratori professionali sanitari. Infine, e chiudo, sono stati prorogati, con decreto del Commissario ad acta n. 385 del 6 dicembre del 2016, tutti i contratti di lavoro a tempo pieno e determinati e autorizzati in occasione del Giubileo della Misericordia per i dodici pronto soccorso di Roma e provincia fino al 31 dicembre del 2017. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il consigliere Aurigemma. Ne ha facoltà. AURIGEMMA (PdL-FI). Grazie, Presidente. Sicuramente sarò stato io che mi sono spiegato male. A me che la Regione continua a fare monitoraggio dopo il quarto anno fa piacere, lo vedo e c’è anche un ottimo sistema informatico che mi consente di vedere tutti i giorni, cosa che faccio quotidianamente perché, oltre al sistema informatico, passo, come ho fatto questa mattina, dal pronto soccorso del Policlinico Tor Vergata. Le posso garantire che la situazione è completamente degenerata non più tardi di qualche settimana fa a seguito dell’inaugurazione di un altro reparto del presidente Zingaretti, così come le stabilizzazioni di 244 persone che lei ha citato. Continuo a ripetere che sono stabilizzazioni, cioè persone che già lavorano con un contratto precario e ora lavorano con un contratto stabilizzato, ma questo non ha nulla a che vedere con il numero di persone in più che richiedono i direttori generali delle ASL, perché i problemi del caos dei pronto soccorsi non si risolvono con un monitoraggio o con la stabilizzazione dei precari, ma si risolvono facendo funzionare la Casa della salute, facendo partire quel giusto filtro che intasa i pronto soccorsi e cercando di mettere a rete quella che è stata una nostra battaglia presentata in un ordine del giorno proprio all’interno di quest’Aula, cioè su una rete informatica che mette a sistema tutti i posti letto delle strutture ospedaliere sia private che pubbliche, sia convenzionate che pubbliche, della nostra Regione Lazio. Solo così si possono dare risposte nell’immediato, non solo ai tanti pazienti che Atti consiliari 44 Regione Lazio X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017 lavorano in questo settore così delicato, cioè nei pronto soccorsi, ma anche a quel personale che lavora in condizioni di confusione e di caos totale. Però, vedo che le nostre denunce cadono nel vuoto. Ne prendo atto, come ne prenderanno atto tutti i cittadini che vivranno e vivono queste difficoltà. Interrogazione a risposta immediata n. 549 del giorno 13 gennaio 2017, proposta dal consigliere Aurigemma concernente “Bando medici non obiettori Ospedale San Camillo” PRESIDENTE. L’ordine del giorno, al punto 0.15, reca: Interrogazione a risposta immediata n. 549 del giorno 13 gennaio 2017, proposta dal consigliere Aurigemma concernente “Bando medici non obiettori Ospedale San Camillo”. Ha chiesto di parlare il consigliere Aurigemma. Ne ha facoltà. AURIGEMMA (PdL-FI). Sarò molto breve. Io penso che la nostra Costituzione garantisca dei diritti inviolabili, che sono quelli dell’imparzialità, di consentire a tutti quanti di poter partecipare senza distinzione né di sesso, né di fede politica, né di fede religiosa, né tanto meno di estrazione. Veder pubblicato un bando dalla struttura dell’azienda ospedaliera San Camillo, che tra l’altro evidenzia di assumere delle persone che rientrano soltanto in un determinato settore, cioè quello dell’obiezione e di non essere obiettori di coscienza, questo penso che sia un bando che viola palesemente quei sacrosanti diritti della nostra Carta costituzionale. I cittadini il 4 dicembre hanno confermato di crederci, di rispettarla nella propria pienezza. Oltre il 60 per cento delle persone che hanno partecipato al voto si sono riconosciuti in questa Carta costituzionale. Chiedo di sapere se e quando la Regione o l’azienda ritirerà questo bando che è palesemente in violazione, perché si rivolge soltanto ed esclusivamente ad un ceto e ad una parte discriminando chi ha deciso di svolgere la propria obiezione di coscienza, chi ha delle idee diverse e come mai queste persone non possono partecipare. Quindi, le chiedo con questa interrogazione di sapere e comprendere che azioni ha intrapreso la Regione Lazio a seguito della pubblicazione di questo bando che ormai è diventato una sorta di specchietto delle allodole dove addirittura autorevoli esponenti nazionali del PD vanno in giro all’interno della Camera dei deputati a rivendicare la battaglia e il successo che hanno ottenuto consentendo soltanto ai non obiettori di coscienza di poter partecipare a questo bando. PRESIDENTE. Ha chiesto di l’assessore Buschini. Ne ha facoltà. parlare BUSCHINI, Assessore. Grazie. Rispetto a quest’ultima interrogazione sarò anch’io molto breve. Occorre partire dal fatto che l’autorizzazione al bando dei medici non obiettori è stata concessa al fine di fronteggiare la carenza di personale di dirigenti medici non obiettori presso la UOSD (interruzioni volontarie di gravidanza) rispetto alla legge n. 194/1978 dell’Azienda ospedaliera San Camillo Forlanini, centro di riferimento regionale. L’opportunità di questa scelta è mirata a evitare l’interruzione di pubblico servizio per la mancata erogazione delle prestazioni previste dalla legge n. 194/1978. Si fa presente che questo servizio di interruzione volontaria di gravidanza dell’Azienda ospedaliera San Camillo Forlanini eroga prestazioni a livello nazionale, poiché le richieste di interruzione volontaria di gravidanza chirurgica e interruzione volontaria di gravidanza farmacologica provengono da molte regioni dove attualmente i servizi sono chiusi e dove i casi più complessi non vengono accolti, pur in presenza di medici strutturati. PRESIDENTE. Consigliere Aurigemma? Va bene. Abbiamo terminato i question time. Aggiorniamo i lavori della seduta alle ore 15. Alle ore 14,30 in Sala Etruschi è convocata la Commissione Bilancio per esaminare emendamenti e subemendamenti Atti consiliari 45 Regione Lazio X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017 presentati alle proposte di legge iscritte all’ordine del giorno che hanno una ricaduta economica. La seduta è aggiornata alle ore 15. (La seduta è sospesa alle ore 13,34) (segue t. 8) (La seduta è sospesa alle ore 13,34 e riprende alle ore 16,04) PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE CIARLA PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori. Commemorazione per la scomparsa del professor Tullio De Mauro, già consigliere regionale del Lazio (1975-1980) PRESIDENTE. È scomparso recentemente il professor Tullio De Mauro, che è stato Consigliere della Regione Lazio nella II legislatura, dal 1975 al 1980. Do la parola al professor Manzella, che ci teneva a fare un ricordo. Ha chiesto di parlare il consigliere Manzella. Ne ha facoltà. MANZELLA (Pd). Tullio De Mauro, scomparso il 5 gennaio, è uno dei componenti più illustri che abbia avuto questo Consiglio regionale; una personalità piena della vita pubblica italiana tra i pochi che dopo, essersi seduto su questi scranni, ha avuto l’onore di servire il nostro Paese come Ministro, avendo retto il dicastero della pubblica istruzione dal 24 aprile del 2000 al giugno del 2001. Se già questo basterebbe in fondo per ricordarlo in questa sede, c’è molto di più nella vita di De Mauro che rende un giudizio così impegnativo così in fondo semplice. Professore dal 1967, ordinario di filosofia del linguaggio a Roma dal 1974 al 1996, De Mauro ha compiuto tutto il possibile cursus honorum degli accademici, incluse diverse lauree honoris causa di cui l’ultima nel 2010 alla Sorbona. Ha scritto trattati universitari destinati a rimanere che già nel titolo rivelano i temi che lo interessavano. Pensiamo a Storia linguistica dell’Italia unita ed al Grande Dizionario dell’uso. Ha lavorato a saggi con i quali ha aperto gli occhi degli italiani su problemi cruciali per il loro futuro come quello che tanto lo occupava da ultimo dell’analfabetismo di ritorno. È stata una presenza fissa sui giornali italiani degli ultimi quarant’anni avvisandoci, con garbo e spesso con numeri molto precisi, di problemi che vedeva prima di altri. Più ancora è stato soprattutto il linguista di questo Paese dell’ultimo mezzo secolo; un vero e proprio punto di riferimento per tutti coloro interessati alla lingua come veicolo di costruzione di comunità, come segno dell’identità nazionale, il tutto con un atteggiamento che è sempre stato di grande apertura. De Mauro è stato l’intellettuale cosmopolita che ha portato in Italia i testi di linguistica più importanti della scena mondiale come il Cours de linguistique générale di de Saussure e d’altra parte ha fatto di tutto per far capire l’importanza del dialetto, metterne in rilievo il ruolo, cultura alta e cultura bassa, si potrebbe dire convivevano in questo accademico dal tratto sempre curioso, attento e disponibile, ma è solo il primo aspetto della vita di De Mauro che va ricordato oggi. Accanto a questo c’è l’infaticabile impegno sul piano dell’animazione culturale. Con Asor Rosa ha fondato la Facoltà di Scienze Umanistiche dell’Università di Roma dando una casa alla linguistica e continuando il lavoro del suo maestro Antonio Pagliaro. Era il direttore della Fondazione Bellonci che organizza il Premio Strega. È stato il Presidente della Fondazione Mondo Digitale promossa dal Comune di Roma, con il compito di trasformare, grazie al digitale, l’istruzione. Tre esempi tra i tanti che potrebbero ricordarsi che ci dicono di quanto quest’uomo fosse lontano dall’accademico chiuso nei suoi libri e nei suoi interessi e di come interpretasse, invece, il suo ruolo di Atti consiliari 46 Regione Lazio X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017 intellettuale in modi pienamente immersi nel mondo. È proprio questa la chiave che va usata per leggere l’esperienza di De Mauro al Consiglio regionale del Lazio; un’esperienza importante di quelle che hanno lasciato il segno. Vi arriva nel 1975, eletto tra gli indipendenti del PC in una pattuglia che comprendeva personalità autorevoli come lo psicanalista Luigi Cancrini e l’urbanista Giuseppina Marcialis. Sono gli anni dei Governi di centrosinistra con le presidenze del Consiglio di Palleschi, Ferrara, Mechelli ed entra in un Consiglio regionale che vede numerose personalità. Penso a Publio Fiori, Luciana Castellina, Gian Maria Volonté, Giulio Santarelli, Gabriele Panizzi, Giulio Maceratini, Rodolfo Gigli, Mario Di Bartolomei, un giovanissimo Esterino Montino, Antonio Muratore del Partito socialdemocratico. Il Segretario regionale del PC è Luigi Petroselli. Il Sindaco di Roma un anno dopo diventerà Giulio Carlo Argan. I suoi amici in Consiglio sono Gianni Borgna, allora Capogruppo, Leda Colombini con cui firma spesso interrogazioni e mozioni, Nicola Cattedra, capo ufficio stampa del Presidente della Giunta Maurizio Ferrara e che di lì a poco sarà il direttore dell’Ora di Palermo, proprio il giornale in cui lavorava aveva lavorato suo fratello Mauro, vittima, come tutti voi sapete, della violenza mafiosa. De Mauro aveva rapporti cordialissimi con tutti, frequentava la Pisana assiduamente, aveva relazioni di particolare simpatia con il capogruppo liberale Cutolo e con Girolamo Mechelli. Questo il mondo in cui Tullio De Mauro svolge la sua attività politica in Consiglio regionale ed è un’attività che compie senza risparmio. Chi lo ha conosciuto in quegli anni ha il ricordo di un uomo molto presente in questo edificio e impegnato su tutti i temi, interessato a far conoscere il proprio punto di vista sulle questioni più diverse. Così, nella sua attività di Consigliere, non si interessa solo di cultura. Certo, è stato centrale il suo ruolo di Assessore, svolto tra il 1976 e il 1977, e sicuramente la legge n. 32 del 1978, con cui per la prima volta la Regione Lazio disciplina il settore culturale, è il suo lascito più importante in termini di politica legislativa. Basta scorrere alcune parole d’ordine per capirlo: promozione educativa e culturale, decentramento, pluralismo, circuiti regionali, ricerca e sperimentazione, conoscenza della storia e delle tradizioni locali. Sicuramente il cuore delle sue interrogazioni è dedicato alla condizione delle scuole, alla carenza delle aule, ai programmi di edilizia scolastica, all’effettività del diritto allo studio, soprattutto per gli alunni delle famiglie più povere, all’integrazione degli studenti disabili. Oppure quanto è attuale, quando si va verso l’anno europeo del patrimonio culturale, l’azione per il recupero del Forte Michelangelo di Civitavecchia, con l’obiettivo di farne un centro culturale, un tassello di un’azione a favore del patrimonio culturale, che lui considerava un educatore permanente. Chi ha la pazienza di andarsi a guardare le carte della sua presenza in Consiglio, si profila un’attività che rivela l’interesse a molti temi. Ci sono, così, le interrogazioni sullo zoosafari di Fiumicino che dicono dell’attenzione al dato ambientale, l’allarme per la privatizzazione di aree naturali. D’altra parte, nel ricordo di chi ha collaborato con lui, risalta anche il suo impegno al fianco di Ranalli nella definizione della legge sanitaria laziale con cui venne regionalizzato il servizio sanitario. Così come gli stessi testimoni ricordano dell’attività in questa Regione con riferimento alla legge n. 180 del ’78, la legge Basaglia, una vicenda in cui svolse un ruolo di grande importanza e che vide anche la presenza dello stesso Basaglia come coordinatore dei servizi psichiatrici della Regione a partire dal 1979. Impegno accademico, impegno civile, impegno politico sono inestricabili in una vicenda umana che si è chiusa e che, come capita a vite così, non si è veramente chiusa. Se siamo capaci di ascoltare la lezione di De 47 Atti consiliari Regione Lazio X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017 Mauro, parla, infatti, ad ognuno di noi che sediamo in quest’Aula, anche a tanti anni di distanza da quando lo ha fatto lui. Ci parla di un modo di interpretare questo nostro ruolo in modo attento a quello che accade nel mondo, rispettoso per l’avversario, anche nello scontro di idee, pienamente partecipe alla vita culturale e sociale del nostro tempo, a tutti i suoi livelli, dal dialetto alla Crusca, per usare una scala linguistica che De Mauro avrebbe, forse, apprezzato. Ci parla, insomma, della Pisana come un vero punto di snodo della cultura e della società della nostra regione, come un Parlamento nel suo senso più alto. Ai sensi dell’articolo 1, comma 19, della legge regionale n. 18 del 30.12.2014, comunico che sono pervenute n. 3 deliberazioni di Giunta e n. 23 determinazioni dirigenziali concernenti le variazioni di bilancio ai capitoli di spesa, i cui estremi sono stati riportati in dettaglio e inviati a tutti i Consiglieri in posta elettronica. Comunico, infine, che il Presidente della Regione, Nicola Zingaretti, sarà assente nella seduta odierna perché impegnato in attività istituzionali. Ai sensi dell’articolo 34, comma 5 del Regolamento del Consiglio sarà computato come presente ai fini della fissazione del numero legale. (Applausi) ***** PRESIDENTE. Grazie, consigliere Manzella, per il suo intervento. Propongo all’Assemblea di osservare un minuto di raccoglimento in ricordo del professor De Mauro. (L’Assemblea osserva raccoglimento) un minuto di PRESIDENTE. Grazie. ***** Comunicazioni del Presidente PRESIDENTE. Riprendiamo i nostri lavori. Comunico, ai sensi del Regolamento del Consiglio regionale, che sono stati presentati i seguenti atti: Approvazione processi verbali PRESIDENTE. Sono stati trasmessi per l’approvazione da parte del Consiglio i processi verbali concernenti le sedute: n. 57 del 13, 14, 15 e 16 luglio 2016, n. 58 del 18 luglio 2016, n. 59 del 3, 4, 5 e 6 agosto 2016, n. 60 del 7, 14, 21 e 28 settembre e 5 ottobre 2016, n. 61 del 28 settembre 2016, n. 62 del 12 ottobre 2016, n. 63 del 17 ottobre 2016, n. 64 del 24 ottobre 2016, n. 65 del 26 ottobre 2016, n. 66 del 26 ottobre 2016, n. 67 al 9, 23 e 24 novembre e 6 dicembre 2016, n. 68 del 14 novembre 2016. Se non vi sono obiezioni, i processi verbali si intendono approvati. ***** - Proposte di legge: dal n. 360 al n. 361; Sulle Comunicazioni del Presidente - Interrogazioni a risposta scritta: dal n. 1497 al n. 1507; - Interrogazioni a risposta immediata: dal n. 536 al n. 549. Sono pervenute le risposte alle interrogazioni a risposta scritta nn. 1403 e 1461. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il consigliere Barillari. Ne ha facoltà. BARILLARI (M5s). Presidente, le chiedo un chiarimento. Lei ha annunciato la PL n. 361, all’Aula? Mi scusi. PRESIDENTE. Proposte di legge dalla n. 48 Atti consiliari Regione Lazio X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017 360 alla n. 361. BARILLARI (M5s). La n. 361 è ancora in Commissione, non ne è ancora uscita, volevo chiarire questa cosa a norma di Regolamento. PRESIDENTE. all’Aula. È solamente In ogni caso, la richiesta minima che le faccio è di sapere quando verranno discussi gli ordini del giorno, perché un rinvio, com’è in questo momento, sine die è oggettivamente inaccettabile, anche dal punto di vista regolamentare, ancor più che politico. l’annuncio PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la consigliera Blasi. Ne ha facoltà. Ordine dei lavori PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il consigliere Malcotti. Ne ha facoltà. MALCOTTI (Ci). Grazie, Presidente. So bene che è una decisione presa in sede di Capigruppo, peraltro mi risulta non all’unanimità. Però io trovo strano che essendo questa la prima seduta di Consiglio dell’anno non stiamo riprendendo i nostri lavori con l’esame degli ordini del giorno collegati al bilancio e alla legge di stabilità. Segnalo che ai sensi del nostro regolamento, e cioè ai sensi dell’articolo 69, comma 1, noi avremmo dovuto, come dice il Regolamento, svolgere gli ordini del giorno prima dell’approvazione della legge e quindi nella nottata del 30 dicembre. C’è una prassi, che è diventata tale, che è comprensibile, viste le dinamiche dell’Aula che si verificano in occasione dei bilanci, di rinviare gli ordini del giorno al primo Consiglio utile. Questo fatto che per la prima volta viene scavallata la prima data utile, è francamente un ulteriore strappo che io non vorrei che diventasse prassi, che ritengo gravemente un errore. Significa che abbiamo abolito la possibilità e l’utilità di fare ordini del giorno di indirizzo alla legge di bilancio, alla legge di stabilità. Oggi possiamo rinviarli di una seduta, la prossima volta potrebbero essere rinviati di tre mesi, di sei mesi, di due anni, di dieci anni. Io credo che questo non sia accettabile. Credo che sia una violazione regolamentare e credo che quindi su questo l’Ufficio di Presidenza si debba esprimere, e comunque ritengo che sia sbagliato procedere in questa maniera. BLASI (M5s). Anche io intervengo sulla questione degli ordini del giorno, come già sollevato durante l’ultima Capigruppo. In effetti, gli ordini del giorno rappresentano uno strumento politico molto importante in mano all’opposizione e alla minoranza per rappresentare le proprie istanze all’interno del Consiglio regionale e nell’ambito della legge finanziaria, la più importante legge che si discute in quest’Aula durante la vita legislativa del nostro Consiglio, durante il corso dell’anno. In questa sede mi pare opportuno rivolgere una richiesta, un chiarimento alla maggioranza tutta, e qui purtroppo vedo uscito adesso il Capogruppo del PD Valeriani, affinché ci sia un impegno… eccolo, da parte della maggioranza, per portare in Aula quanto prima gli ordini del giorno che sono stati presentati sulla legge finanziaria, dato che ancora non c’è stato questo impegno sugli ordini del giorno. Quindi, chiederei alla maggioranza un impegno a portare in Aula questi ordini del giorno. Grazie. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il consigliere Valeriani. Ne ha facoltà. VALERIANI (Pd). È stato chiesto alla maggioranza di esprimersi in quest’Aula, ma penso che noi non facciamo una cosa intelligente se riproponiamo in Aula ogni volta le discussioni che facciamo in Capigruppo. Non perché qualcuno abbia qualcosa da nascondere, ma perché semplicemente rischiamo di svilire un po’ Atti consiliari 49 Regione Lazio X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017 anche i nostri organismi che dirigono il nostro funzionamento. Alla prima riunione della Capigruppo, dopo la pausa a seguito del bilancio, la maggioranza era assolutamente disponibile a riprendere i lavori laddove, come ha ricordato il collega Malcotti, per prassi si fa sempre, cioè si accantonano al momento del bilancio gli ordini del giorno e alla prima seduta utile si riprende da là. È abbastanza noto a tutti, perché siamo tutti forze di opposizione o di maggioranza a seconda delle situazioni, che la maggioranza in quest’Aula, ovviamente avendo avuto maggiore soddisfazione nell’approvazione del bilancio, non aveva nessun ostacolo a discutere anche in quelle notti turbolente a fine anno gli ordini del giorno. Per noi era più importante approvare il bilancio. Che cosa è accaduto, collega Malcotti? Altrimenti sembra che il cerino sta in mano alla maggioranza e io non credo che sia giusto e corretto. Noi siamo disponibili a discuterli tutti gli ordini del giorno, senza nessuna esclusione, a fare una seduta ordinaria, Presidente, oppure, come deciderà la Capigruppo, a individuare una sessione aggiuntiva da dedicare esclusivamente a questo pezzo di lavoro che è rimasto sospeso. Però noi, da quando abbiamo cominciato questa legislatura, anche qua per prassi giusta o per un’abitudine sbagliata che va corretta, decidiamolo, abbiamo fin qua, Presidente, adottato il criterio, che secondo me è di buonsenso, di condividere quasi sempre all’unanimità almeno l’ordine dei lavori della convocazione dei Consigli. Su questo mi pare che nessuno mi possa smentire. Non abbiamo mai convocato un Consiglio… Certo, a volte ci sono state discussioni per arrivare a un punto di equilibrio e di composizione, ma mai l’ordine del giorno dei Consigli è stato votato a maggioranza. È accaduto che nell’ultima Capigruppo, che doveva calendarizzare i lavori di oggi e delle prossime sedute, non c’è stata unanimità su questo. Ne abbiamo preso tutti quanti atto. Io ho fatto stampare il verbale di quella notte in cui le singole forze politiche hanno dato disponibilità ad accantonare gli ordini del giorno per poterli discutere alla prima seduta utile e quel punto ho riproposto. Noi eravamo disponibili a farlo oggi, ma non è stato possibile. Io mi auguro che la prossima Capigruppo, collega Malcotti, decida, mi auguro all’unanimità, se non è possibile all’unanimità troveremo un altro modo, di individuare nel più breve tempo possibile una seduta per discutere gli ordini del giorno. Non credo che sia interesse di nessuno attribuire colpe o responsabilità alla maggioranza, perché la maggioranza ha semplicemente tentato di usare un po’ di buonsenso. Questi ordini del giorno vanno discussi e votati, credo che sia interesse di tutti farlo nel più breve tempo possibile, mi auguro che tutte le forze politiche lavorino affinché almeno l’ordine di convocazione di questo benedetto Consiglio sugli ordini del giorno rimasti sospesi non venga trasformato in un terreno di contrapposizione. Penso che ci siano le condizioni… Scusate, io sto rispondendo a voi. Se non vi interessa, mi taccio. Io spero che, nella prossima Capigruppo, tutte le forze politiche concordino sul fatto che questi ordini del giorno, se vengono discussi tra troppo tempo, non hanno più senso. Forse è utile farlo nel più breve tempo possibile. La maggioranza lo farà quando tutti saremo d’accordo a farlo. Grazie. PRESIDENTE. Bene. Ha chiesto di parlare il consigliere Perilli. Ne ha facoltà. PERILLI (M5s). Presidente, il mio è su un altro argomento, quindi farei… PRESIDENTE. Va bene. Ha chiesto di parlare Malcotti. Ne ha facoltà. il consigliere MALCOTTI (Ci). Presidente, io ho massimo rispetto per quello che accade in Conferenza dei Capigruppo e non mi sono mai permesso di intervenire né per contestare una scelta Atti consiliari 50 Regione Lazio X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017 fatta dai Capigruppo, né ho parlato, per quanto mi riguarda, di maggioranza. Però, io mi sono permesso quest’oggi di intervenire perché credo che abbiamo un Regolamento e che non è nella disponibilità della Conferenza dei Presidenti di Gruppo di violarlo. È chiaro? Sto dicendo che il rinvio sine die degli ordini del giorno è uno strumento che viene fatto nella notte del bilancio per prassi, ma che questa ulteriore dilazione è una violazione regolamentare, che non è accettabile. A me non interessa e non ci voglio entrare nelle questioni che sono sottese a questa vicenda, dico semplicemente che noi stiamo creando un precedente pericoloso. Un domani la maggioranza potrebbe decidere che siccome non gli va di discutere gli ordini del giorno, gli ordini del giorno del bilancio non si discutono più perché tanto possono essere a maggioranza rinviati senza scadenza. È un precedente che io non sono disponibile a far passare in quest’Aula, tant’è che chiedo non alla maggioranza di trovare un accordo, chiedo all’Ufficio di Presidenza di assumere una decisione. Dal mio punto di vista noi dovremmo sospendere questa seduta e riprendere con gli ordini del giorno. Non voglio esagerare, però credo – la richiesta è questa – che sia inevitabile che non si faccia più Consiglio se non si discutono gli ordini del giorno oppure riaprite il Consiglio con l’abolizione dell’istituto degli ordini del giorno nei bilanci, perché questo è un precedente che non è accettabile. PRESIDENTE. Non ci sono altri interventi. Ha chiesto di parlare la consigliera Blasi. Ne ha facoltà. BLASI (M5s). Grazie, Presidente. Solo una precisazione perché il discorso è questo. Non è che c’è una nuova calendarizzazione, che devono essere disposti nuovi argomenti all’ordine del giorno del Consiglio per cui è necessario che la Capigruppo, come diceva Malcotti, si esprima su quello che è un calendario, un ordine del giorno dei lavori d’Aula, perché quegli ordini del giorno fanno parte di una legge già approvata in Consiglio durante la sessione di bilancio, sono stati depositati, sono atti che necessariamente devono arrivare in quest’Aula, forse dovevano essere già arrivati oggi, non è così. Quindi, il chiarimento che io chiedevo alla maggioranza e quindi anche all’Ufficio di Presidenza del Consiglio è quello di stabilire una data certa in cui vadano discussi, perché è vero che la sede in cui stabilire le date o comunque il calendario dei lavori è la Capigruppo, ma qui non si stabilisce un ordine dei lavori o un calendario, perché l’oggetto è appunto gli ordini del giorno che già fanno parte di una legge, già fanno parte di un iter che in parte è concluso, ma quelli vanno comunque affrontati e vanno affrontati. Non è un discorso di maggioranza o unanimità dentro la Capigruppo, neanche questo può essere apportato perché, obiettivamente, è un dato di fatto, è un iter già aperto, quelli devono necessariamente arrivare in Aula. Non capisco perché si debba andare a cercare l’unanimità o la maggioranza all’interno della Capigruppo. Spero che non siano questi gli argomenti che si porteranno nella prossima Capigruppo, perché non sono appellabili dal nostro punto di vista questi passaggi. Grazie. PRESIDENTE. Gli ordini del giorno sono stati pubblicati sia sul sito che sul GESDOC. Verranno inviati, mi dicono gli uffici, tra stasera e domani mattina e sarà cura della Presidenza proporre una seduta, a strettissimo giro, ad hoc per la votazione degli ordini del giorno, la prima seduta. Ha chiesto di parlare il consigliere Perilli. Ne ha facoltà. PERILLI (M5s).Presidente, il mio intervento è su un’altra questione. Credo che la Presidenza e gli altri colleghi capiranno in quanto chiederei, visto che non c’è il tempo per assicurarsene in altro modo, se la Regione ha partecipato a un bando che scade domani, del Consiglio dei Ministri, per quanto riguarda una raccolta di dichiarazioni di disponibilità rispetto a un bando che mette delle risorse in ballo per nuovi edifici 51 Atti consiliari Regione Lazio X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017 scolastici innovativi, in relazione proprio ai problemi di edilizia scolastica e si dice proprio anche con criteri antisismici e quant’altro. Siccome scade domani, io non posso accertarmi, Presidente, se la Regione ha partecipato o meno a questo bando. Sarebbe importante se ci fa sapere, anche al termine della seduta, attraverso la Giunta, se la Regione ha partecipato a questo bando vista la scadenza del termine perentorio del 20 gennaio. Le sarei molto grato. Grazie. PRESIDENTE. Proviamo a sentire l’assessore Refrigeri e se riusciamo a dare comunicazione durante la seduta. ***** Testo unificato concernente “Interventi per promuovere la coltivazione della canapa (Cannabis Sativa) per scopi produttivi, alimentari ed ambientali e relative filiere” delle seguenti proposte di legge: - Proposta di legge regionale n. 205 del giorno 24 ottobre 2014, di iniziativa dei consiglieri De Paolis, Bonafoni, Quadrana, Valentini, Petrangolini, Avenali, Agostini, Bellini, Ciarla, Tortosa (cessato con D.C. n. 6/2015), Patanè, Giancola e Simeone concernente: Interventi per promuovere il ripristino delle coltivazioni di canapa (Cannabis Sativa) e le relative filiere produttive nel territorio della regione. - Proposta di legge regionale n. 213 del giorno 4 novembre 2014, di iniziativa dei consiglieri Blasi, Pernarella, Denicolò, Barillari, Perilli, Corrado e Porrello concernente: Promozione della coltivazione della canapa per scopi produttivi e ambientali PRESIDENTE. L’ordine del giorno, al punto 1, reca: Testo unificato concernente “Interventi per promuovere la coltivazione della canapa (Cannabis Sativa) per scopi produttivi, alimentari ed ambientali e relative filiere” delle seguenti proposte di legge: - Proposta di legge regionale n. 205 del giorno 24 ottobre 2014, di iniziativa dei consiglieri De Paolis, Bonafoni, Quadrana, Valentini, Petrangolini, Avenali, Agostini, Bellini, Ciarla, Tortosa (cessato con D.C. n. 6/2015), Patanè, Giancola e Simeone concernente: Interventi per promuovere il ripristino delle coltivazioni di canapa (Cannabis Sativa) e le relative filiere produttive nel territorio della regione. - Proposta di legge regionale n. 213 del giorno 4 novembre 2014, di iniziativa dei consiglieri Blasi, Pernarella, Denicolò, Barillari, Perilli, Corrado e Porrello concernente: Promozione della coltivazione della canapa per scopi produttivi e ambientali. Sono in distribuzione i subemendamenti D01 alla PdL n. 298. Ordine dei lavori PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il consigliere Righini. Ne ha facoltà. RIGHINI (FdI). Presidente, spero che vogliate riferirci qualcosa in ordine a quello che è accaduto ieri nelle zone colpite dal terremoto. Non c’è un’informativa, non c’è un aggiornamento della situazione drammatica che quel territorio sta vivendo. Io immaginavo che l’assessore Hausmann, che peraltro è stato protagonista di un’eccellente relazione, purtroppo qualche ora prima dell’ennesimo sisma che ha colpito zone già martoriate e la drammaticità della situazione che sta vivendo una parte vasta del centro Italia e della nostra regione... Non c’è nessuno che ci riferisce su cosa sta accadendo? Non torniamo sulla polemica dell’assenza del presidente Zingaretti, che sicuramente sarà impegnato in quei luoghi, ma qualcuno che ci venga a riferire che cosa sta accadendo, se le zone sono tornate raggiungibili dopo le nevicate... Cosa si sta facendo? La notizia di capi di bestiame, di interi allevamenti abbandonati al gelo, popolazioni irraggiungibili. Diteci qualcosa. Atti consiliari 52 Regione Lazio X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017 Il crollo del presidio sanitario di Amatrice. Non c’è nulla da riferire al Consiglio? Boh. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la consigliera Tarzia. Ne ha facoltà. TARZIA (LS). Anch’io, Presidente, per sottolineare questo aspetto paradossale. Io questa mattina ho presentato un’interrogazione che, ovviamente, era un’interrogazione fatta prima delle scosse di ieri e del peggioramento, se si può parlare di peggioramento, di una situazione già drammatica di quei territori. Ho avuto la risposta dell’assessore Buschini, che era stata preparata su quella interrogazione, ma nel mio intervento ho anche evidenziato quello che è accaduto ieri. Limitarsi alla risposta che io ho avuto, legata a un tema circoscritto, scritto precedentemente, e non dirci nulla, come non ci è stato detto nulla, di quello che sta accadendo... Non è pensabile che qui, in Consiglio regionale, ciascuno di noi venga informato di quello che accade o dalle persone che ha sul territorio o dai notiziari del telegiornale. È una cosa che abbiamo ribadito più volte. Non pretendiamo la presenza del presidente Zingaretti, ma qualcuno della Giunta che possa aggiornarci rispetto agli ultimi fatti tra ieri, stanotte e oggi, per capire che cosa sta succedendo. Sinceramente, adesso, far finta di niente e iniziare l’esame di un testo di legge che... Per carità, tutti i testi di legge sono importanti, ma di fronte a una situazione del genere mi sembra quantomeno kafkiano. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il consigliere Perilli. Ne ha facoltà. A seguire, il consigliere Valeriani. PERILLI (M5s). Presidente, su questo punto, oltre a riportarci a quello che hanno detto i colleghi, che, effettivamente, è uno dei primi doveri della Giunta e del Presidente informare su quello che sta accadendo, non solo il Consiglio e, tramite noi, naturalmente tutti i cittadini del Lazio, quindi non solo per comunicati stampa, ma anche riferendo all’Aula, la informo e informo il presidente Leodori, che vedo lì vicino, che noi avremmo pronta una risoluzione – per dare anche un contributo concreto – su questo tema dell’emergenza sismica, suggerendo azioni ancora più concrete di impulso a quello che si può e si sta già facendo. Sappiamo bene che se c’è una volontà, quindi la questione dell’unanimità, di approvare questo ordine del giorno, è possibile, lo abbiamo. Quindi, chiederei, tramite il Presidente, di raccogliere la disponibilità dell’Aula e delle varie forze politiche qui rappresentate per condividere un testo nell’interesse di tutti, che è a disposizione e che qualcuno informalmente ha già letto. Grazie. Su questo, poi, vorremmo un riscontro. Grazie. PRESIDENTE. Grazie, consigliere Perilli. Ha chiesto di parlare il consigliere Valeriani. Ne ha facoltà. VALERIANI (Pd). Volevo rassicurare i colleghi che su questo argomento del terremoto, ovviamente, la maggioranza, ma immagino anche tutta la Giunta, è assolutamente disponibile a condividere ogni informazione utile per avere ciascuno di noi le informazioni che servono. Voglio soltanto dire senza nessuna vena polemica, ci mancherebbe altro perché l’argomento non lo permette, che non abbiamo neppure un briciolo di distanza tra un fatto e la possibilità di raccontare ciò che è accaduto, perché è in evoluzione. Non stiamo parlando del sisma di agosto, stiamo parlando di una vicenda che mentre siamo qui continua a produrre danni. Il Presidente Zingaretti è lì, ed e lì un gran pezzo di Giunta. Io penso che la prima occasione utile sia la prossima settimana. Ci mancherebbe altro che non si trovi il modo di spiegare al Consiglio nel dettaglio ciò che si può raccontare, ma credo che oggi nessuno sia in grado di fare una rendicontazione Atti consiliari 53 Regione Lazio X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017 puntuale di quello che è accaduto nelle ultime 24 ore. Tra l’altro, ci siamo appena dati uno strumento che tutti abbiamo giudicato necessario, quello della Commissione speciale sul terremoto. Tutti i Gruppi hanno fornito i nominativi per la composizione di questa Commissione, il Presidente a questo punto ha tutte le indicazioni che servono per nominare e insediare questa Commissione. Mi pare quindi che questo argomento, come abbiamo fatto da molti mesi a questa parte, purtroppo, perché questa vicenda del terremoto va avanti da agosto, può continuare ad essere un argomento e un tema su cui l’Aula non si divide ma trova delle convergenze intelligenti. PRESIDENTE. Grazie, consigliere Valeriani. Possiamo approfittare della disponibilità dell’assessore Hausmann. Prego, consigliere Valeriani. VALERIANI (Pd). Do un’informazione di servizio che il collega Bellini mi ha fornito adesso. Lunedì, nella Commissione presieduta dal consigliere Bellini, ci potrebbe essere intanto l’audizione del nuovo direttore della Protezione civile, se oggi pomeriggio si può permettere di dare questa disponibilità, visto quello che sta accadendo lì. PRESIDENTE. Possiamo approfittare della disponibilità dell’assessore Hausmann che ha seguito, per quello che tra l’altro è di sua competenza, le vicende di queste ore per dare una informativa all’Aula, se siamo d’accordo. Comunicazioni della Giunta relativamente ai danni provocati dal sisma del 18 gennaio 2017 PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l’assessore Hausmann. Ne ha facoltà. HAUSMANN, Assessore. Buon pomeriggio a tutti. Volevo darvi alcune informazioni essenziali su che cosa è successo ieri, cosa è successo stanotte e che cosa è in evoluzione questa mattina. Rispetto alla situazione che probabilmente già conoscete, cioè l’approntamento dei ricoveri temporanei per il bestiame, la fornitura di alimenti e così via, le novità sono essenzialmente due. L’effetto combinato soprattutto della seconda scossa di ieri e del manto nevoso ha fatto crollare due tetti, uno parzialmente, uno invece praticamente per intero, di due aziende di allevamento. Le stalle in questione erano stalle, ci tengo a sottolinearlo, preesistenti alla nostra installazione. Ieri a un certo punto è girata una notizia che sosteneva che le stalle-tunnel montate dalla Regione fossero parzialmente crollate. Non è così. Sono tutte perfettamente in piedi e funzionanti. Grazie a Dio abbiamo scelto di fare le stalle-tunnel perché è solo grazie a questo che la neve scarica in automatico, quindi i ricoveri funzionano perfettamente. Quelle di cui vi parlo sono due situazioni serie: la prima riguarda una frazione del Comune di Accumoli che si chiama Grisciano, praticamente l’unica struttura produttiva rimasta in piedi dal 24 agosto. In questo caso c’è stata perdita di bestiame, di pecore, si stima che siano circa 70 capi, tra pecore e capre. Quelle che sono state salvate si è riusciti a ricoverarle in una struttura di emergenza che gli avevano fornito noi. Le altre invece sono rimaste sotto, quindi c’è un’azienda danneggiata. La seconda situazione è sempre in Comune di Accumoli, nella frazione di Terracino. In questo caso, l’azienda di allevamento di cui parliamo è un’azienda ospite di una stalla della Comunità montana. È parzialmente crollata, anche in questo caso ci sono dei danni, ma soprattutto c’è bestiame evacuato che proprio in queste ore stiamo cercando di ricollocare per il ricovero in zona, perché le strade rurali sono in gran parte interrotte, soprattutto nelle zone a quote più alte. Quindi, stiamo cercando, ovviamente, di dislocare il bestiame nella stessa zona, non tanto nella frazione di Terracina, ma Atti consiliari 54 Regione Lazio X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017 insomma lì vicino. Per il resto abbiamo due problemi, che sono l’alimentazione del bestiame e il ritiro del latte. Il ritiro del latte è un problema perché uno dei due assuntori di latte bovino, che è il caseificio Sabelli, che sta nell’ascolano, non riesce a salire sulla Salaria per ritirare il latte. Quindi, ieri abbiamo chiuso in tempo reale un accordo temporaneo con l’altra centrale d’acquisto, che è la Grifo Latte di Perugia, che ha base a Norcia, che ha assicurato che ritirerà tutto il latte che Sabelli non ritira. Il secondo problema è l’alimentazione del bestiame, ovviamente, perché questo grande problema della copertura nevosa impedisce l’uso di una parte del foraggio, e quindi ieri la nostra Agenzia regionale, l’ARSIAL, ha fatto un acquisto straordinario di fieno, paglia e mangime per i bovini da carne e da latte e per le pecore, che sta partendo ora e, quindi, dovrebbe essere consegnato nei primi lotti proprio oggi. Abbiamo organizzato in questo caso dei posti di consegna volanti, perché non siamo in grado, ovviamente, di utilizzare la nostra piattaforma mangimi che abbiamo fatto a Sant’Angelo, sarebbe difficile proprio per la percorribilità. Quindi, avremo quattro o cinque punti di consegna in cui i produttori potranno andare a ritirare con il loro mezzo meccanico il foraggio. Abbiamo stimato circa una settimana di dotazione per le aziende, in modo da poterle coprire per questo periodo. Le previsioni del tempo sono di altri due giorni di neve. Successivamente ci sarà pioggia e gelo. Quindi, sembra veramente un po’ una situazione biblica, dalla neve passeremo al fango, anche con probabili problemi per quanto riguarda i corsi d’acqua. Detto questo, ripeto quello che a molti di voi ho già detto, il Lazio comunque ha una situazione, per fortuna, nettamente migliore delle altre regioni, nel senso che la stragrande maggioranza del bestiame è comunque ricoverata, gli allevatori sono in azienda, sono provvisti dello stretto indispensabile per la loro attività. Però, certamente è una situazione di sofferenza diffusa e complicata. Comunque, vi posso assicurare che stiamo facendo veramente tutto, tutto, tutto il possibile. I settori decentrati hanno riattivato gli uffici mobili, quindi ci sono i camper dell’area decentrata di Rieti che sono in zona, perché nel frattempo stiamo approfittando di questi giorni di stop per cominciare a raccogliere le manifestazioni di interesse per l’ordinanza n. 5 del Commissario Errani, quindi la possibilità da parte dei privati di provvedere alla realizzazione delle stalle. PRESIDENTE. Grazie, assessore Hausmann. Relazione PRESIDENTE. Diamo a questo punto la parola al presidente Fichera per la sua relazione. Grazie. FICHERA (Psi). Grazie, Presidente. Tengo questa relazione in qualità di Presidente della Commissione Sviluppo economico, che ha trattato l’argomento, con un iter complesso, a partire da due proposte di legge, aventi rispettivamente come primo firmatario il collega De Paolis e i colleghi del Movimento 5 Stelle. Nel corso della discussione in Commissione si è giunti a una formulazione unitaria tra le due proposte, che tuttavia è stata approvata a maggioranza, quindi io relaziono come Presidente della Commissione, ma ovviamente rappresento le opinioni che in sede di Commissione sono emerse come maggioritarie. (segue t. 9) La questione va affrontata da questo progetto di legge e se e in che modalità sia opportuno che la Regione, come recita l’articolo 1, nel quadro della ruralità multifunzionale e sostenibile promuova la coltivazione della canapa nell’ambito delle proprie politiche agricole, alimentari, ambientali e industriali. La risposta, evidentemente positiva a questa domanda, si traduce nel testo di legge proposto e deriva da considerazioni di natura Atti consiliari 55 Regione Lazio X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017 strettamente economica e ambientale. Quali sono queste considerazioni? In estrema sintesi, sono che per le particolari caratteristiche che ha la coltivazione della canapa questa costituisce una risorsa preziosa per favorire quello che, con un po’ di retorica, si chiama un modello di sviluppo economico e sostenibile. Di fatto che cosa avviene? La coltivazione della canapa permette l’utilizzo di terreni attualmente incolti o coltivati in condizioni economicamente difficilmente sostenibili, compresi quelli che sono oggetto o dove è necessario un processo e un percorso di depurazione ambientale. Ciò ha come conseguenza la crescita dell’occupazione e del reddito, sia direttamente, attraverso l’attività di coltivazione in quanto tale, sia indirettamente, attraverso le attività di trasformazione, di produzione dei beni finali e di commercializzazione degli stessi, perché quella di cui stiamo parlando è, seppure in piccolo, una autentica filiera nel senso proprio del termine. È bene richiamare alcuni degli ambiti di utilizzo produttivo della cannabis sativa. In primo luogo può essere utilizzata per la produzione di materiali usati nelle costruzioni e in particolare nella bioedilizia, con un particolare impatto ai fini del risparmio energetico sia nelle produzioni dei materiali che vengono utilizzati sia nell’utilizzo e nell’ottenimento dei certificati verdi. È di pochi giorni fa la realizzazione in Puglia di un intero edificio realizzato in parte largamente prevalente con questo tipo di materiali che presenta tassi di assorbimento di CO2 assolutamente eccezionali. Quindi, il primo utilizzo è quello di tipo edilizio. In secondo luogo si usa per le produzioni tradizionali di tessuti, cordami e quant’altro. Nella storia della marineria italiana, vele e cumene, presumo si dica correttamente, erano spesso, per l’appunto, fatte di canapa. Per essere un po’ più moderni, i pannelli fonoassorbenti che possono essere montati sulle autovetture possono essere realizzati a partire dalla canapa. In terzo luogo, si usa per la produzione di prodotti alimentari che vengono considerati di elevata qualità dal punto di vista nutrizionale, fino al punto da essere considerati da taluni utili per la prevenzione di diverse patologie. Infine, si usa per la produzione di prodotti che possiamo chiamare genericamente chimici, chimico-industriale, saponi, vernici, cosmetici e prodotti parafarmaceutici caratterizzati, il primo gruppo, dall’essere prodotti non inquinanti e tendenzialmente completamente biodegradabili. A ciò si aggiunge il fatto che la coltivazione della canapa in quanto tale, in virtù delle proprietà di fitodepurazione della pianta, svolge la funzione ambientale che all’inizio ricordavo, sia ai fini del consolidamento del terreno (ha un apparato radicale particolarmente esteso) sia in virtù della capacità di assorbire sostanze inquinanti di diverso genere e grato. PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LEODORI (ore 16,43) Infine, la canapa può anche essere utilizzata per la produzione di biomasse, laddove le produzioni alimentari, proprio per le condizioni del terreno su cui magari si interviene a fini depurativi, risulterebbero impraticabili. Rappresenta, quindi, un’alternativa in alcune aree particolari laddove non è possibile la coltivazione di produzione alimentare. Rubo un’immagine, che lascio alla collega Pernarella che me l’ha anticipato, sulla totalità dell’utilizzo della pianta canapa a fini produttivi. Che cosa avviene? Avviene che, pur appartenendo profondamente alle tradizioni del nostro territorio, la coltivazione della canapa negli ultimi decenni nel Lazio è quasi scomparsa. Esistono solo poche esperienze. Che esista, che appartenga alle tradizioni del nostro territorio è financo testimoniato da... Il Comune di Canepina si chiama “Canepina” perché quello era un territorio dove veniva coltivata. Manca Panunzi, però c’è Righini. Atti consiliari 56 Regione Lazio X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017 (Interruzione di vari Consiglieri) Si chiama così perché là era ampia area di coltivazione della canapa. Abbiamo delle ricostruzioni che... (Interruzione del consigliere Malcotti: “Questo spiega tante cose”) Questo spiega tante cose, come osserva giustamente il collega Malcotti. Non so che utilizzi ne facessero, di tipo ludico, nel XVI secolo. Questo, però, sta agli storici stabilirlo. Abbiamo ricostruzioni dell’intera vita di villaggi, di borghi intorno alla coltivazione e all’utilizzo della canapa. Penso al Comune, al borgo di Picinisco, la cui vita intorno alla coltivazione e alle attività naturalmente dirette e artigianali di trasformazione della canapa è stata recentemente ricostruita in un bel libro dei fratelli Bernardini, animatori del museo della canapa. Qual è il tema, allora? Il tema è che, come altri prodotti agricoli, in quanto tale è caratterizzato da elevati costi di trasporto. Di conseguenza, se gli impianti di trasformazione sono distanti dai luoghi della produzione, il costo con cui il produttore laziale può conferire al trasformatore il bene è un costo molto più elevato di coloro che, invece, sviluppano la produzione in luoghi più prossimi ai luoghi di trasformazione. Inoltre, l’assenza di una produzione di sementi territoriale fa sì che si debba ricorrere a fornitori esterni, ed anche questo incide sui costi e sulla varietà. Questo determina una sorta di circolo vizioso. La produzione non cresce perché non c’è un impianto di trasformazione in grado di attivarla, l’impianto di trasformazione non si realizza perché non c’è un bacino di produzione sufficiente a giustificare un investimento di capitale di rischio privato per la realizzazione degli impianti di trasformazione. Siamo, cioè, nella fattispecie classica del cosiddetto “fallimento del mercato”, laddove le esternalità positive sono esterne all’attività imprenditoriale in quanto tale. Ed è la fattispecie classica in cui si giustifica, non necessariamente in una logica tradizionale di tipo pubblicistico, l’intervento pubblico. Solo l’intervento pubblico può sbloccare, con il suo investimento, questo circolo vizioso e trasformarlo, per converso, in un circolo virtuoso, laddove poi, sviluppandosi le attività private, queste, in tempi successivi, si auspica che riusciranno a finanziare e a rendere redditizi questi stessi interventi e il soggetto pubblico che è in grado di porsi un orizzonte temporale sufficiente per consentire che questo si realizzi. Ed ecco dunque che nella proposta di legge, fissati nell’articolo 2 gli ambiti in cui i progetti possono intervenire, nell’articolo 3 vengono individuate le priorità: gli impianti sperimentali per la coltivazione e la trasformazione (e le motivazioni sono già state esposte); la creazione di una banca dei semi, che dovrebbe intervenire a risolvere il problema degli approvvigionamenti che condizionano sia economicamente che produttivamente dallo sviluppo delle varietà l’attività attuale. Dovendo acquistare da un numero limitato di fornitori esteri si è soggetti alle loro scelte, e non si possono compiere le scelte più adatte alle nostre fattispecie territoriali; infine, la terza priorità è l’utilizzo dei derivati in campo parafarmaceutico, alimentare e cosmetico, che sono gli ambiti in cui il valore aggiunto ricavabile dal prodotto della pianta è più elevato, quindi, quelli il cui impatto sulla produzione complessiva può essere più ampio. Dunque, c’è una tesi implicita nella presentazione della proposta di legge, e cioè che in questo caso l’intervento pubblico si giustifichi, si spieghi ed abbia motivazioni finalizzate a favorire il successivo sviluppo autosufficiente della produzione. Potremmo dire che questa proposta di legge si colloca nell’ambito delle politiche produttive attive, il cui scopo è per l’appunto quello di scegliere ambiti specifici e finalizzati dove concentrare gli sforzi. Naturalmente, i proponenti, e così la Atti consiliari 57 Regione Lazio X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017 Commissione non ignora che questo tipo di produzione ha delle particolarità. Uno dei motivi per cui la produzione di cannabis sativa, di canapa industriale è stata desertificata nel Lazio è la sua associazione psicologica con l’utilizzo ludico-ricreativo. Un’associazione che non ha ragion d’essere, stante la diversità delle varietà e delle attività e che quindi non è in alcun modo oggetto della proposta di legge, e quindi, tendenzialmente, non lo dovrebbe essere nemmeno della discussione odierna, se non per tener conto del fatto che l’introduzione di un ruolo pubblico, o comunque controllato dal pubblico, in determinati passaggi, costituisce anche una forma ulteriore, oltre a quelle già previste da altre leggi, di garanzia, di controllo sull’intera filiera. La legge risponde dunque a un’esigenza che è stata espressa da diversi soggetti: soggetti di tipo imprenditoriale, soggetti di tipo associativo, soggetti di tipo universitario. Credo che in sede di Commissione si sia fatto un lavoro equilibrato, e ringrazio tutti i colleghi, in particolare la disponibilità del collega De Paolis in qualità di primo proponente, ma ringrazio anche la disponibilità, seppur critica, che i colleghi 5 Stelle hanno manifestato in quella sede, così come un atteggiamento franco e mai ostruzionistico che c’è stato da parte della minoranza di centrodestra. Mi auguro che si possa giungere, attraverso un attento esame dei singoli emendamenti presentati, anche ad ulteriori miglioramenti della legge, in modo da pervenire ad una sua rapida approvazione. Discussione generale PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il consigliere De Paolis, prima di dare la parola alla Giunta. Ne ha facoltà. DE PAOLIS (SEL). La ringrazio, Presidente. Intervengo con soddisfazione su questo tema, perché è un tema che assieme alle mie colleghe seguiamo da molto tempo. È una questione alla quale teniamo. Siamo consapevoli che non sia la legge più importante del mondo, ma è una legge importante per un mondo, siamo convinti di questo, mondo che guarda noi e guarda con speranza all’attuazione di questa legge. Vorrei ringraziare lei, Assessore, e i suoi uffici. Lo faremo in maniera più approfondita chiaramente in dichiarazione di voto, mi auguro il più presto possibile. Vorrei ringraziare il presidente Ciarla, primo Presidente della Commissione, con il quale abbiamo iniziato un ragionamento. Vorrei ringraziare il presidente Fichera, chiaramente, per la sua esposizione e per l’impegno che ha messo nel facimento di questa legge in Commissione. E vorrei ringraziare veramente, non per piaggeria, perché può darsi pure che poi questo ragionamento e questa interlocuzione in Aula sarà anche dura, ma li vorrei ringraziare per la volontà e la serietà di approfondire questo tema e per aver capito quello che ha detto il consigliere Fichera, che non c’entra nulla la canapa sativa con la marijuana o cose di questo genere. Con questa legge fondamentalmente noi proviamo a ripristinare una modalità, e la modalità è quella della coltivazione della canapa per uso industriale e alimentare, che ha l’obiettivo qui di consentire nella nostra regione, nella Regione Lazio, un ritorno fondamentalmente al passato, un ritorno dove la coltivazione della canapa era una tradizione italiana, è stata per anni e anni una tradizione italiana, poi abbandonata a favore della plastica, del petrolio, e adesso in disuso e in difficoltà, che noi intendiamo ripristinare come simbolo, come opportunità, come un’opportunità per il futuro sia in termini occupazionali che come un modello di sviluppo diverso fondamentalmente, diverso e dove sarà consentito, e mi auguro che molto sarà anche l’investimento economico che vedrà in questo campo un’attuazione, io mi auguro anche nel più breve tempo possibile se riusciamo a sfrondare la burocrazia che avvolge di solito queste nostre iniziative, che partono bene e poi si infangano e si insabbiano rispetto a una burocrazia che passa sopra anche a noi. Atti consiliari 58 Regione Lazio X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017 Diciamo che è un’opportunità per il settore agricolo, per il settore alimentare, per il settore edilizio, per il settore cosmetico, per il settore tessile, ma soprattutto vorrei un attimo soffermarmi sulla funzione di fitodepurazione. In questa regione abbiamo zone intere (Valle del Sacco, Civitavecchia, Valle Galeria) che sono zone devastate ambientalmente. Ecco, da qui si potrebbe già iniziare a vedere un po’ di luce e di speranza con la coltivazione della canapa che potrebbe estrarre dal terreno i materiali inquinanti, come è stato provato scientificamente. Questa è una legge fondamentalmente che viene a seguito di una legge nazionale, varata, ormai in vigore dal 14 gennaio 2017, già entrata in vigore, già hanno legiferato a monte altre Regioni, come l’Abruzzo, la Toscana, l’Emilia-Romagna, la Campania, e tante altre leggi sono depositate su questo tema, quindi noi non arriviamo tardi, anzi si attaglia la nostra legge a quella nazionale, direi che è un braccio operativo della legge nazionale che è entrata in vigore e che all’articolo 1 – parlo della legge nazionale – dà delle indicazioni sulle filiere locali. Quindi, qui vado a giustificare quello che noi abbiamo provato a inserire all’interno dell’articolato di legge, ossia provare a trovare il sistema per creare una filiera corta e un compimento dall’agricoltore alla produzione, quindi provare ad accorciare. Come diciamo sempre, parliamo di filiera corta e qui proviamo a metterla in pratica. Siamo disposti, perché ci crediamo, anche perché è un nostro tema, a ribadire, se si ritiene necessario, ma penso di sì, quanto è previsto dall’articolo 4 della legge nazionale, cioè un sostanziale, fermo, ferreo e rigido controllo su quello che avviene durante la coltivazione di questa pianta proprio per sgombrare il campo e per far vedere che noi vogliamo fare tutto in regola e il nostro unico interesse va verso l’economia e la produzione e dare una mano anche a questa agricoltura che sta morendo. Io finirei così. Articolo per articolo siamo disposti e obbligati - è un nostro dovere – ad affrontare le varie tematiche. Vorrei che questo testo unificato, perché così parte, sia un testo di tutta l’Aula. Questo mi piacerebbe. Capisco di essere pretenzioso. Non voglio obbligare o comunque in qualche modo condizionare il comportamento degli altri Consiglieri, però questo partiva come testo unificato con il Movimento 5 Stelle. Io penso che possa diventare il testo di tutta l’Aula, perché tutti gli emendamenti saranno nella direzione della voglia di portare a casa questa legge. Tutti i presidi che abbiamo detto saranno anche i nostri. Non vedo perché dovrebbe esserci una postura diversa. Io vorrei che noi alla fine dimostrassimo con la forza dei fatti che questo ritorno al passato possa essere una grande opportunità per il futuro. Grazie. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l’assessore Hausmann. Ne ha facoltà. HAUSMANN, Assessore. Io non vorrei aggiungere molti elementi motivazionali a quelli che sono già stati presentati. Posso dire che mi colpisce ormai l’estrema competenza del presidente Fichera nella tecnica di coltivazione della canapa, ma al di là di questo vorrei dire solo due parole su quelle che sono le motivazioni di sistema, perché sull’utilità di questa scelta produttiva sono già state dette molte parole. Nella nostra regione abbiamo una situazione molto seria in tutti i seminativi e in particolare nella cerealicoltura. Giusto per farvi capire quanto è critica la situazione, noi siamo usciti da due campagne, quella del 2014 del 2015, in cui abbiamo avuto una riduzione già forte delle semine di cereali, soprattutto di grano duro. Nel 2016, quindi nella campagna, nell’annata agraria in cui stiamo ora, la riduzione delle semine stimata è stata ancora più pronunciata. Stiamo parlando di circa il meno 25 per cento, meno un quarto di seminato rispetto all’anno precedente. Questo significa sostanzialmente una cosa, che la nostra agricoltura sta riducendo l’investimento in seminativi perché i prezzi Atti consiliari 59 Regione Lazio X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017 agricoli sono troppo bassi. Questo senza entrare nel merito, ma insomma i risultati economici sono negativi. Questa iniziativa, quella di poter sostenere un’alternativa produttiva reale, è un’iniziativa molto importante, perché dal quadro generale della coltivazione della canapa nel nostro Paese capiamo che l’alternativa è un’alternativa valida. C’è un interesse da parte del mondo della produzione, tra l’altro ci sono già raggruppamenti in formazione. Non ci sono associazioni di produttori formate, ma ci sono reti di impresa, ci sono gruppi di produttori che si stanno già organizzando in questa direzione. Qual è il significato che questa legge ha? Per partire bisogna diffondere questa opportunità. Tutti quanti devono avere la stessa possibilità di accesso a questa opportunità, non solo i produttori che sono più esperti, più professionali, più in grado di poter attivarsi singolarmente. Per questa ragione la possibilità di offrire delle attività sperimentali con un largo accesso a tutta la nostra platea di imprenditori veramente ha un grande significato. In particolare, segnalerei tre punti di forza di questa iniziativa, che sono la selezione varietale, nel senso dell’adattamento delle varietà coltivate alla situazione dei climi e dei terreni della nostra coltivazione; la sperimentazione applicata alla prima trasformazione, quindi alla produzione di semilavorati e questa è una condizione particolarmente favorevole per le aziende che faranno grandi stock, quindi superfici coltivate in quantità e poi anche invece una sperimentazione applicata al prodotto finito, quindi alla seconda trasformazione, al prodotto vendibile, in particolare al prodotto alimentare. Questa, invece, è una possibilità particolarmente interessante per le aziende di piccole dimensioni che hanno bisogno di completare il ciclo e di vendere direttamente il loro prodotto. In questo senso, il collegamento tra questa iniziativa di legge e la legge sulla filiera corta che abbiamo approvato lo scorso anno mi sembra particolarmente significativo. Questa legge non è una soluzione, ma è un metodo per fabbricare soluzioni. Quindi, sarà estremamente importante utilizzare questa legge per poterla indirizzare verso quelli che sono un po’ i nodi strutturali della coltivazione. Penso che sia una cosa importante e spero, ovviamente, e mi auguro che dal dibattito in Aula di oggi possa essere anche ulteriormente migliorata. Un’ultima annotazione per quanto riguarda la distinzione tra l’uso industriale – chiamiamolo così – del prodotto e gli altri usi della canapa. Penso, sinceramente, che questo sia un falso problema, nel senso che la scelta della Regione Lazio di limitare la legge sulla canapa regionale a quella che è la coltivazione per uso industriale possa lasciare tutti nella più assoluta tranquillità. Ovviamente, il sistema di controllo ci deve essere e deve essere un controllo serio, un controllo accurato, però, francamente, non vedo rischi di particolare contaminazione da questo punto di vista. Grazie. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il consigliere Righini. Ne ha facoltà. RIGHINI (FdI). Grazie, Presidente. Voglio partire proprio da questa ultima considerazione che ha fatto l’assessore Hausmann che dimostra come, in realtà, il tema del controllo, rispetto a questa vicenda, sia un aspetto molto importante e, voglio anticipare, non minimamente e neanche lontanamente trattato nel testo di legge che ci si presenta oggi in discussione. Le considerazioni su cui verte il mio intervento e la nostra contrarietà rispetto all’approvazione di questo testo di legge ha un duplice aspetto. Il primo è legato al fatto che le numerose proprietà citate, sia per usi industriali che cosmetici, per l’agricoltura, uso industriale, e le citate proprietà di questa pianta sorprende, stante l’illustrazione che ne è scaturita dagli oratori, come sia possibile che sia necessario incentivarne la coltivazione, addirittura arrivando ad approvarne un testo di legge che viene, Atti consiliari 60 Regione Lazio X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017 appunto, definito intervento per promuovere la coltivazione della canapa. Diciamo che, notoriamente, un prodotto che presenta delle caratteristiche e delle qualità così... Che presenta, tra l’altro, un ambito di applicazione così vasto, dovrebbe non necessitare di interventi per favorirne la coltivazione. La questione, si eccepisce, è una questione culturale, ma se siamo così convinti del fatto che abbia così tante proprietà... Peraltro, io ho avuto anche il piacere di ascoltare in audizione i produttori di canapa, che hanno difeso la bontà del prodotto e le grandi qualità. Non si riesce a comprendere perché, se l’utilizzo che se ne può fare è così vasto, se ne debba incentivare la coltivazione. Probabilmente, la misura avrebbe dovuto puntare a diffondere e a divulgare le proprietà del largo utilizzo che si può fare di questa pianta, quindi puntare su altri aspetti che riguardano più che altro la commercializzazione e le opportunità che la stessa offre. Le considerazioni fatte dai colleghi Fichera e De Paolis stridono profondamente con il fatto che una pianta con così tante qualità e caratteristiche dovrebbe essere necessariamente coltivata in maniera talmente rilevante da non necessitare di un provvedimento di legge. Peraltro, impegna anche risorse economiche affinché se ne possa incentivare la coltivazione. Peraltro, siamo anche in una stagione importante di pubblicazione di numerosi bandi, di misure di PSR che hanno proprio come temi trattati quelli della coltivazione, della commercializzazione dei prodotti dell’agricoltura. Sorprende che risorse economiche si siano dovute reperire altrove e non magari all’interno delle misure di PSR, individuare qualche misura che potesse incentivare la coltivazione della canapa. Non sfuggirà, infine, come il tema legato ai controlli sulla coltivazione sia un tema assolutamente non secondario. La principale proprietà della cannabis sativa, il THC (il tetraidrocannabinolo) è un valore che al mutare trasforma la pianta in una sostanza stupefacente. Il valore medio, adesso le percentuali non le ricordo ma ci sono degli emendamenti, mi sembra che sia lo 0,2 per cento, determina una sostanziale modificazione delle proprietà di questa pianta, e ahimè, come è noto, anche il suo costo sul mercato, perché ovviamente le sostanze stupefacenti, e il momento in cui la cannabis sativa supera la percentuale dello 0,2 di THC, la trasforma in marijuana e quindi la rende una sostanza nel nostro ordinamento, stupefacente, quindi non di libero commercio, ovviamente, modificandone significativamente il valore commerciale. Il tema dei controlli allora non viene minimamente trattato all’interno di questa proposta di legge, controlli, come l’assessore Hausmann ci ha detto, devono essere importanti, significativi, a cui viene riconosciuto anche un valore. Come interveniamo sul tema dei controlli? Vogliamo introdurre qualche articolo aggiuntivo? So che c’è la disponibilità già manifestata, e lo ringrazio di questo, del collega De Paolis, di far presentare un articolo aggiuntivo alla Giunta che introduca questo importantissimo, e per quanto ci riguarda decisivo e fondamentale argomento, legato alla necessità di verificare puntualmente i controlli nella coltivazione della canapa industriale. Lo ripeto perché è giusto che sia così, non c’è pregiudizio rispetto alla coltivazione. Esiste però una fermissima volontà di affrontare il tema seriamente, e ferme restando le nostre perplessità per le ragioni che ho già avuto modo di illustrare precedentemente, relativamente al tema del perché impegnare risorse per incentivare la coltivazione di un prodotto se è vero che questo prodotto dell’agricoltura ha qualità che lo dovrebbero rendere appetibile dal mercato e quindi dovrebbero essere le aziende che poi beneficiano dell’utilizzo di questa pianta, che dovrebbero incentivarne la coltivazione. Si parlava delle proprietà per la cosmesi: immagino che le importantissime e Atti consiliari 61 Regione Lazio X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017 floride aziende che producono prodotti cosmetici potrebbero benissimo pensare di impiantarla loro stessi, o, acquistandone una quantità rilevante, rendere di per sé appetibile la coltivazione della canapa. A questa obiezione, che spero possa trovare una risposta, perché sorprende che si debba incentivare con legge e con finanziamenti qualcosa di così ambito dal mercato, il tema dei controlli. Voglio sperare che per entrambe le considerazioni che ho avuto modo di illustrare a nome del Gruppo, si possano trovare delle risposte. Diversamente, la nostra attività emendativa che consiste di circa 200 emendamenti sarà un’attività puntuale che noi manterremo, cercando di entrare nel merito di ogni emendamento presentato, con la finalità di avere la risposta, di introdurre meccanismi di controllo, anche di stabilire quali sono gli incentivi, chi ne possa beneficiare. Anche sul tema degli incentivi alla coltivazione, infatti, e sull’utilizzo della coltivazione della canapa vorremmo scendere un po’ più nel dettaglio perché riteniamo alcuni articoli, alcune norme di questa legge non puntuali e non sufficientemente esaustivi rispetto al tema trattato. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la consigliera Blasi. Ne ha facoltà. (segue t. 10) BLASI (M5s). Io intervengo in questo dibattito in quanto il nostro Gruppo consiliare, il Movimento 5 Stelle, è promotore di una proposta di legge, la n. 213, “ Promozione della coltivazione della canapa per scopi produttivi e ambientali”, depositata in questo Consiglio il 4 novembre 2014, che è diventata parte del testo oggi approdato in Aula attraverso un percorso che è stato effettuato in Commissione Agricoltura e che è iniziato a giugno 2015. Intervengo intanto su alcuni aspetti di carattere generale e poi entrerò nel dettaglio anche di questo percorso che è stato affrontato dalla legge, alcuni aspetti generali che riguardano gli obiettivi e i motivi che hanno portato anche il nostro Gruppo consiliare a depositare una proposta di legge che abbia come oggetto la promozione della coltivazione di questa pianta sul territorio regionale. Molte delle considerazioni che sono state fatte da alcuni colleghi sono condivisibili, altrimenti appunto non avremmo presentato una proposta di legge simile. Chiaramente è una pianta che può essere considerata materia prima naturale e riciclabile per molti settori e quello che ci interessa è proprio il suo uso come materia prima naturale e riciclabile, che può essere orientata verso un uso sostenibile, compatibile ed ecologico delle risorse, quindi in un’ottica di impiego sostenibile delle risorse, aiutando anche nel contempo a diminuire l’uso di diserbanti e sostanze tossiche nei suoli dove viene coltivata. Riteniamo, quindi, che questo possa essere considerato un passo, un sostegno, e ce ne vuole di sostegno in questo caso, consigliere Righini, mi permetta, sull’incentivo all’uso di risorse sostenibili e compatibili che aiutino ad allontanarci e affrancarci da quelli che sono i derivati del petrolio. Purtroppo per la competizione che non c’è da un punto di vista economico spesso in quello che è il settore dei derivati del petrolio, con cui è impossibile competere, forse un aiuto in questo senso da parte del pubblico potrebbe essere utile e rappresentare anche un volano occupazionale in un settore innovativo, qual è quello appunto dell’uso di materiali nuovi, riciclabili e naturali per la produzione di tessuti, per la bioedilizia, le bioplastiche, eccetera. Il tutto in coerenza con un intervento normativo nazionale recente, che è stato molto atteso dal mondo agricolo, che va a regolamentare la filiera della canapa. L’iter che ha subìto questa proposta di legge è tale che essa è approdata in Commissione a giugno 2015 e in quella sede, come ricordava il presidente Fichera, si è poi passato all’unificazione dei due testi. Il passaggio successivo in Commissione del testo unificato si è avuto nei mesi del 2016, quando noi Consiglieri del Movimento 5 Atti consiliari 62 Regione Lazio X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017 Stelle non partecipavamo alle sedute di Commissione. Quindi, non abbiamo avuto modo di partecipare e approfondire un dibattito in Commissione su questo tema, sul testo unificato, sulla legge in questione, dibattito che per gli emendamenti che abbiamo proposto tenteremo di riportare in Aula, di approfondire in Aula. Quello che c’è da dire è che, rispetto al testo unificato approdato in Commissione, sicuramente ci sono stati dei cambiamenti, che noi riteniamo migliorativi rispetto al primo testo unificato su due aspetti principali. Il primo è il fatto che si è lasciato il concetto del progetto pilota, ovvero il testo unificato e in particolare il testo di legge presentato da SEL si orientava nel sostenere e promuovere un unico progetto pilota quale cardine di tutti gli interventi all’interno della Regione Lazio. Ecco, secondo noi, individuare all’interno della legge regionale un unico progetto pilota, tra l’altro un progetto di natura sperimentale, perché un progetto pilota così deve essere, era riduttivo e lasciava poco spazio a altre iniziative sul territorio. Inoltre, oltre a essere riduttivo, un unico progetto lasciava sottintendere a un intervento, a un disegno che poteva essere già predeterminato all’interno di un’Amministrazione che appunto lasciava poco spazio a qualcosa che invece poteva succedere nel territorio di diverso. Tra l’altro, l’altro aspetto che, secondo noi, è stato poi modificato e quindi positivamente durante il percorso in Commissione è il ridimensionamento del ruolo dell’ARSIAL. Nel testo originario, io lo leggo così come era scritto, si leggeva al vecchio articolo 3 che la realizzazione di questo progetto pilota veniva affidata tenendo conto delle comprovate esperienze e professionalità acquisite nel settore e in particolare attraverso attività di ricerca e sperimentazione scientifica finanziata dalla Regione e svolta in collaborazione con l’università. Secondo noi, anche questo aspetto era un aspetto che ci lasciava molti dubbi e perplessità, perché andava ad individuare un soggetto beneficiario promotore e realizzatore di questo progetto pilota, che francamente sembrava già individuato, perché chi è beneficiario di finanziamenti e di ricerca scientifica e sperimentazione nel settore agricolo da parte della Regione Lazio? Forse l’Agenzia regionale per lo sviluppo e l’innovazione in agricoltura. Quindi, scrivere già in una proposta di legge che c’era un soggetto vincitore di un bando, di un bando che ancora doveva esserci, secondo noi, era profondamente contraddittorio, in contrasto con i nostri principi. Quindi questi due aspetti sono stati rivisti dal passaggio del testo unificato in Commissione. In Aula che cosa ci troveremo a discutere? Ci troveremo a discutere quelli che sono ancora alcuni dubbi che abbiamo sul testo in esame; alcuni dubbi che si concretizzano ancora sul fatto che esista il concetto di progetto pilota all’interno della legge, progetti pilota in questo caso declinate al plurale. C’è da dire che cos’è un progetto pilota. Per sua natura è un progetto sperimentale. Qui vogliamo chiarirci i dubbi e vogliamo affrontare anche il dibattito in Aula per chiarire questi dubbi e per comprendere meglio quali sono gli intendimenti poi della Giunta rispetto a questa legge, rispetto a che cosa si intende per progetto pilota, perché questa legge sembra che serva in questi termini a sostenere quella che è un’azione preventiva, conoscitiva e di ricerca, che si avvia tramite questi progetti pilota prima di intraprendere una qualche azione vera sul territorio di costituzione di una filiera. Noi stiamo finanziando dei progetti di sperimentazione e di ricerca che dovrebbero essere poi propedeutici a una qualsiasi azione di intervento vero di sostegno agli agricoltori o al sostegno a imprenditori che vogliono invece investire in questa possibile nuova opportunità nel Lazio. Un po’ è questa la discriminante che vogliamo capire. Quindi, invece di sostenere l’avvio di una filiera produttiva e quindi di finanziare chi vuole avventurarsi anche o Atti consiliari 63 Regione Lazio X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017 comunque investire a proprio rischio in questa nuova possibilità, che può essere occupazionale, che può essere di apertura di un nuovo settore proprio economico nel nostro territorio, si va a scegliere di finanziare un progetto pilota, sperimentale e una ricerca, che quindi necessita chiaramente in questo caso, per la propria natura, secondo me, di un sostegno da parte di un qualche ente di ricerca, che potrebbe mettere in difficoltà o potrebbe limitare l’ingresso eventuale di imprenditori, di agricoltori interessati a partecipare a questo settore. Questo è un po’ il nostro dubbio sostanziale che rimane. Ci tengo a dire che all’interno del testo unificato approdato in Aula ciò che rimane del nostro testo di legge originale è l’articolo 4, che si intitola “Ulteriori interventi” e che va nella direzione che sosteneva precedentemente il consigliere Righini, cioè di trovare i fondi per sostenere e incentivare la coltivazione della canapa o la filiera della canapa nel nostro territorio attraverso il programma di sviluppo rurale, quindi attraverso i fondi comunitari e individuando poi i beneficiari di questo programma di interventi del PSR come aziende agricole, cooperative agricole e loro Consorzi, associazioni operanti nel settore o imprese, società e associazioni costituite tra imprenditori del settore agricolo industriale, alimentare ed ambientale. Demandavamo alla Giunta regionale, entro 90 giorni, di approvare una deliberazione nella quale venivano stabilite le modalità per la presentazione delle domande di contributo da parte dei soggetti, i criteri di valutazione delle stesse, gli importi massimi di spesa da mettere a finanziamento, la percentuale dei contributi concedibili e relative modalità di erogazione, la modalità per l’effettuazione dei controlli sulla corretta utilizzazione dei contributi, nonché le cause di revoca dei contributi concessi di recupero delle somme erogate. Questo è ciò che rimane della legge originaria del Movimento 5 Stelle in questa legge. Quindi, ci apprestiamo ad affrontare questo dibattito attraverso gli emendamenti, discutendo gli emendamenti e avendo modo, poi, sicuramente, di confrontarci con i promotori, con la Giunta e anche con i Consiglieri, chiaramente, di opposizione nel merito degli argomenti proposti. Grazie. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la consigliera Tarzia. Ne ha facoltà. TARZIA (LS). Grazie, Presidente. Riprendo un po’ le considerazioni e i dubbi avanzati dal collega Righini prima, nel senso che stiamo discutendo una legge che, oggettivamente, anche dalle parole con cui è stata illustrata sia dall’Assessore che dal presidente Fichera, non ci fa comprendere l’urgenza e la priorità per la nostra regione. Io vorrei fare prima di tutto una premessa che è utile anche a chiarire le idee di coloro che, in relazione a leggi simili, hanno dichiarato ai mezzi di stampa che si tratta di una legalizzazione che manda in pensione un pezzo di proibizionismo. Non è questo il tema. Non c’entra nulla. Le disposizioni di questa proposta riguardano – è stato detto più volte e abbiamo, ovviamente, verificato ed approfondito – la cannabis sativa, che nulla ha a che vedere con le sostanze stupefacenti di cui al DPR n. 309 del ’90. Lo stesso Testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, affrontando all’articolo 26 il tema delle coltivazioni e produzioni di piante contenenti princìpi attivi vietati, prevede un’esclusione specifica per la canapa coltivata esclusivamente per la produzione di fibre o per altri usi industriali consentiti dalla normativa dell’Unione europea. La canapa può essere legalmente coltivata perché possiede un tenore di principio attivo quasi pari allo zero. Con un mio emendamento... Però, è evidente che, rispetto a questa premessa, ciascuno di noi tende a chiarire e a far sì che non sorgano equivoci nell’interpretazione del testo. Quanto ho detto finora già basterebbe per non suscitare equivoci, ma ci sono alcuni miei emendamenti che vanno nella direzione Atti consiliari 64 Regione Lazio X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017 di una ulteriore specificazione, un ulteriore chiarimento, che non può fare altro che aiutarci a raggiungere gli obiettivi che ritengo si siano prefissati proprio i firmatari e i proponenti di questo testo. In uno dei miei emendamenti ho esplicitato il massimo di concentrazione di THC a 0.2 per cento che possono avere le piante da coltivare, limite previsto dalla normativa europea anche se, poi, abbiamo visto recentemente che c’è un rialzo allo 0.6. Seppure i fondi arrivano solo a chi si mantiene sotto lo 0.2, è consentito questo 0.6. A dire la verità, ma questo lo vedremo negli emendamenti, non mi cambia molto lo 0.6, perché rimaniamo sempre su un quantitativo accettabile che non va ad inficiare l’utilizzo della sostanza al di fuori di quelli che sono gli utilizzi industriali. Secondo quanto stabilito dal Regolamento n. 73/2009 del Consiglio dell’Unione europea e dai regolamenti 1120, 21 e 22 del 2009 della Commissione europea, la coltivazione della canapa industriale gode di un regime di aiuti, in particolare per la trasformazione della canapa destinata alla produzione di fibre, ed è soggetta ad alcune restrizioni. Tra queste, cito che le varietà di canapa a fibre per le quali è autorizzata la coltivazione devono presentare un tasso di THC inferiore – lo abbiamo detto prima – allo 0.2 per cento calcolato secondo il metodo definito dai Regolamenti comunitari. Punto 2: le varietà di canapa che superano la soglia dello 0.2 di THC sono radiate dalle liste di quelle che possono essere scelte per la coltivazione. Anche nell’ambito del pacchetto di riforma della politica agricola comune, la Commissione europea ha ritenuto opportuno mantenere le misure specifiche atte a impedire l’occultamento di colture illegali, per non perturbare l’organizzazione comune del mercato della canapa, e stabilito pertanto che i finanziamenti dovessero continuare a essere concessi unicamente per le superfici seminate con varietà di canapa che offrono determinate garanzie, in relazione al contenuto di sostanza stupefacente. Sempre in un’ottica di chiarezza, ci può aiutare appunto quando andremo a esaminare il testo, e sempre nel rispetto del DPR 309, con un altro emendamento mio, ho invece ribadito, per un’esigenza, anche qui, di maggiore chiarezza e distinguo, il divieto di coltivazione per uso ricreativo, nonché di ogni attività finalizzata alla produzione ed estrazione di sostanza stupefacente. Quanto alla finalità della proposta di legge, bisogna dire che la coltura della canapa è ripresa nell’ultimo periodo, ma è anche vero che ha visto un’evoluzione inversamente proporzionale al diffondersi delle fibre artificiali e all’aumento del costo della manodopera. C’è anche un altro elemento: la comparsa di elementi, di beni succedanei a costo più basso, ha determinato in qualche modo la riduzione della sua coltivazione. Ci sono stati però tentativi di rilanciare la coltivazione della canapa in Italia. Il limite più rilevante per una ripresa stabile della coltivazione della canapa nel nostro Paese è rappresentato dal limitato numero dei centri di lavorazione idonei ad ottenere prodotti di prima trasformazione, cioè capaci di fornire quantità di materiale, sufficienti e in modo costante, per alimentare le imprese di seconda lavorazione che arrivino a produrre i prodotti finali. Gli interventi finora utilizzati si sono concentrati sulla ricerca e sull’innovazione, ma il problema è stato il passaggio alla realizzazione dell’innovazione. Si è arenato, tutto ciò, di fronte anche alla difficoltà di recuperare risorse adeguate e sufficienti per completare gli impianti industriali, in maniera da raggiungere dimensioni adeguate. C’è poi un altro problema: effettivamente questi impianti, attualmente sono due più un terzo non dedicato però in esclusiva alla canapa, sono distribuiti sul territorio non sufficientemente vicini ai principali centri di produzione della materia prima vegetale. A volte le distanze sono anche centinaia di chilometri, di conseguenza, buona parte del valore della produzione agricola deve essere destinata a pagare il trasporto sulle ruote. Esperienze precedenti negative. Volevo ricordare come in passato sono falliti progetti di coltivazione della canapa. Uno degli Atti consiliari 65 Regione Lazio X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017 esempi di iniziative imprenditoriali orientate a riprendere la coltivazione della canapa si è visto nel 2004: era partito un progetto cooperativistico rivolto alla produzione di canapa per fibra tessile, ambientato in Pianura Padana, in provincia di Ferrara. Era un programma che si basava fondamentalmente sull’applicazione di una tecnica particolare di coltivazione. Purtroppo però le rese per ettaro risultarono assolutamente insufficienti a coprire i costi molto elevati che avevano sostenuto gli agricoltori e anche per ripagare i costi industriali di lavorazione. Mi sembra che l’investimento all’epoca fu di circa 10 milioni di euro. Risultato finale quasi nullo, fallimento della società cooperativa e un risultato che si è avuto poi dopo quattro anni di attività. È vero quindi che questo tipo di esperimento, di esperienza precedente ha scoraggiato molto ogni altra iniziativa imprenditoriale. In questa ottica, posso in qualche modo comprendere, seppur limitatamente rispetto alla premessa che avevo fatto, il fatto che comunque questo Consiglio regionale se ne occupi e affronti la questione. Per quello che riguarda invece l’edilizia, ricordando che come fibra vegetale ovviamente non esiste solo la canapa, si studiano impieghi di fibre che provengono dalla canna di acqua dolce, ginestre, anche quelle che crescono in modo spontaneo. Insomma, non sto qui adesso a elencare le varie possibilità e i possibili impieghi. Tra gli ambiti di utilizzazione – possiamo dire più utili? – c’è sicuramente quello dell’edilizia, della bioedilizia. E ci sono alcuni centri universitari che studiano da tempo l’impiego della canapa nel settore dell’edilizia e della bioedilizia per realizzare pannelli per isolamento termico e assorbimento acustico. Questa applicazione è un’alternativa sicuramente ai pannelli per l’isolamento termico che si ottiene con isolanti, invece, di derivazione petrolchimica, tipo il polistirolo. Questione controlli: e questo è il mio terzo emendamento. Ho presentato un emendamento che esplicita in maniera molto dettagliata come porsi rispetto a un’azione di controllo, che è doverosa, viste anche le premesse e visti anche i rischi se vogliamo anche di cattiva interpretazione di quello che questo testo può presentare. So che anche l’Assessore ha questa preoccupazione e non so se verrà posto o proposto un articolo aggiuntivo, comunque ritengo sia fondamentale. E anticipo quanto ho riportato nel mio emendamento: nella stessa legge nazionale n. 242 del 2 dicembre 2016, oltre a prevedere già incentivi per la filiera della canapa e per favorire il miglioramento delle conduzioni di produzione e trasformazione, viene dedicato l’articolo 4 proprio ai controlli e alle sanzioni perché, come ben sappiamo, non basta controllare, perché se poi non c’è la sanzione il controllo non serve a nulla. Viene, infatti, previsto che le forze dell’ordine possono effettuare controlli sulle coltivazioni e che le operazioni di controllo del contenuto di THC devono essere svolte nel rispetto del metodo previsto nel Regolamento n. 421/1986 della Commissione. È auspicabile, anzi direi che è un elemento fondamentale per poi valutare la nostra posizione rispetto al testo finale, che tale norma sia presente mutatis mutandis anche nella legge regionale. Come spero poi che anche gli altri suggerimenti che io ho posto attraverso questi pochi, tre, emendamenti vengano poi recepiti. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il consigliere Valentini. Ne ha facoltà. VALENTINI (Pd). Grazie, Presidente. Il mio intervento è a sostegno di questa legge, che ho firmato anch’io con convinzione, e non vorrei ripetere tutto quello che è stato detto sull’importanza di una filiera industriale, di un prodotto che diversifica la nostra agricoltura e che oggi soprattutto, anche per quello che diceva l’assessore Hausmann prima, in un momento in cui abbiamo le classiche commodities agricole più tradizionali del nostro territorio rurale che sono in crisi avere possibilità di Atti consiliari 66 Regione Lazio X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017 diversificazione è sicuramente uno strumento utile e importante per le aziende agricole. Il mio intervento è molto breve e si riconduce a due punti. Il primo punto riguarda alcune perplessità che sono emerse riguardo alla sicurezza della coltivazione della cannabis, che indubbiamente è sicuramente un tema che colpisce l’immaginario, perché effettivamente la cannabis in alcune varietà rappresenta uno stupefacente, ma qui stiamo parlando, invece, di una cannabis che ha un basso tenore di THC e che, quindi, può essere utilizzata senza alcun problema. Vorrei solo sottolineare rispetto alla sicurezza che oggi sicuramente chi vuole coltivare cannabis in modo illegale lo può fare e tipicamente lo fa in coltivazioni che sono nascoste, che sono celate, per esempio, da altre attività, oppure all’interno di coltivazioni agricole che le schermano, piccoli appezzamenti, balconi di casa. Questo è il tipo di malavita che si annida dietro la coltivazione della cannabis. Qui noi stiamo parlando, invece, di una legge che riguarda un sistema agroindustriale. Stiamo parlando di aziende agricole che hanno appezzamenti anche molto grandi. Immagino un sistema agroindustriale quantomeno della dimensione nell’ordine di una decina di ettari. È quantomeno auspicabile, sennò non c’è un’economia di scala, che sono, quindi, appezzamenti sicuramente registrabili, non a caso per esempio da foto aereo o da immagini satellitari o da quant’altro e comunque rintracciabili proprio perché rappresentano pezzi importanti del territorio. Volevo dire semplicemente che lo trovo un argomento che fa parte… Auspico anch’io e sono d’accordo che ci sia un’ulteriore attività emendativa. Mi sembra che sia già in ogni atto una discussione per fare in modo che ci siano ulteriori controlli, ma che fondamentalmente stiamo parlando di due cose diverse, insomma. L’attività illegale che si svolge, nascosta magari tra i filari degli ulivi in piccole quantità e quella che può essere, invece, un’attività certificata agroindustriale che ha anche una serie di registri di ingresso di uscita e quant’altro. La seconda questione riguarda il perché di una legge, il perché di un’incentivazione. La legge ha un merito, perché quello che veniva criticato un po’, che è il progetto pilota, cioè l’attività di ricerca e di sperimentazione come un fatto deprimente rispetto all’implementazione del sistema agroindustriale, in realtà, secondo me, è un punto di forza, e lo dico un po’ con convinzione, perché se guardiamo un po’ alla storia anche della nostra agricoltura del Lazio spesso sono stati fatti investimenti importati dando anche la sensazione agli imprenditori agricoli di trovare in qualche modo la panacea dei loro guadagni con colture specializzate. Faccio giusto un caso, che è quello del kiwi, su cui la nostra Regione è sicuramente leader, in cui però c’è stata anche una grandissima, massiccia ed estensiva coltivazione per poi dopo rappresentare una serie di problematiche quando ci siamo accorti che non tutte le aree sono vocate, non tutte le coltivazioni e le tecniche sono appropriate. Ci sono quindi aspetti relativi anche a patogeni e quant’altro. Il progetto pilota serve. In realtà, è un aspetto positivo. Prima di andare proprio nella direzione di una estensione della coltura, andare a vedere se effettivamente ci sono territori più o meno vocati a questa coltura, che comunque è una coltura, seppure abbastanza frugale necessita, al di là di risorse, alcune risorse, soprattutto anche quella idrica all’inizio dell’impianto, e che possano quindi diventare anche limitanti. Quindi, bisogna, secondo me, affrontare questo tipo di coltivazione attraverso quindi un’analisi anche dei costi e benefici, dal punto di vista ambientale, ma anche dal punto di vista della produttività. Non tutte le zone sono vocate e quindi dare anche al contadino l’informazione, all’impresa che vuole entrare in questo settore, per dire “Guardate, non è tutto semplice”. Io sono dell’idea che è sempre meglio essere prudenti quando si introducono nuove colture. Questo non significa che non siano così importati, tant’è vero che, ad esempio, la Atti consiliari 67 Regione Lazio X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017 Francia – credo che sia in Europa – è il Paese che ha il miglior sistema di utilizzazione anche di sistema agroindustriale proprio per la canapa. Stiamo parlando, quindi, di Paesi vicini a noi dove già queste colture sono in essere. Concludo dicendo che, come tutte le cose, questa va affrontata con razionalità, con sicuramente controlli e tutte le salvaguardie che sono necessarie, però pensiamo anche che questa coltura può rappresentare veramente un altro modo, un ulteriore strumento (e comunque va verificato proprio nella sperimentazione) per dare un reddito superiore alle nostre aziende, e di questo oggi noi ne abbiamo molto bisogno. Grazie. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il consigliere Santori. Ne ha facoltà. SANTORI (FdI). Grazie, Presidente. Siamo in Aula per questo testo unificato concernente gli interventi per promuovere la coltivazione della canapa (cannabis sativa) per scopi produttivi, alimentari e ambientali e relative filiere. Entrerò successivamente nel merito della legge, però permettetemi alcune considerazioni. Intanto su questi temi, come su altri tipici della sinistra, riscopriamo sempre la presenza comunque di un’azione di conforto, di sostegno, di collaborazione da parte del Movimento 5 Stelle, ma questa è una semplice considerazione soltanto per cercare di delineare il quadro di questa proposta di legge che è, a mio avviso, inutile per tante motivazioni che dirò successivamente. Intanto, un paragone con quello che sta avvenendo a livello nazionale, con la proposta di legge Giachetti ed altri, che va nella direzione della liberalizzazione delle droghe. Ora arriverò al punto rispetto alla canapa e a quello che vuole fare quest’Aula. Quella proposta di legge, fortunatamente, è stata solo discussa inizialmente. È una resa dello Stato rispetto alle varie tossicodipendenze, alle dipendenze di tutte le età e sessi. Non c’è informazione sulla questione della droga. Nel mondo sono 208 milioni le persone che fanno uso di droghe. In particolare, per quanto riguarda la questione dell’abuso di marijuana, si tratta del 4,6 per cento della popolazione mondiale tra 15 e 64 anni che fa utilizzo e abuso di marijuana. Nelle nostre scuole, nelle scuole italiane, uno su cinque degli alunni ha fumato erba e, di fatto, una percentuale di questi poi è passata all’uso delle droghe pesanti. I giovani e l’uso della droga. Perché? Perché vogliono cambiare qualcosa nella propria vita, e le Istituzioni non possono permettere tutto questo, soprattutto perché queste droghe arrivano al cervello, distorcono la percezione, distruggono il controllo della vita e dei rapporti familiari e di amicizia. L’ho vissuto personalmente quando ero adolescente e l’ho visto con tantissimi miei amici. Le droghe spazzano via capacità, prontezza, annebbiano il pensiero, e tutto questo è assolutamente un problema che le Istituzioni si devono porre. Perché diciamo che questa legge è collegata a tutto questo mondo della droga? Perché è una bandiera. È una bandiera di questo Consiglio regionale che vuole essere posta di fronte al tema della liberalizzazione. Come sapete, la legge nazionale prevede la possibilità di coltivazione della cannabis sul territorio, anche in forma associata. Quindi, la volontà di questa maggioranza di non mettere il controllo di queste coltivazioni della canapa, che, come sapete, è la stessa pianta, quindi della stessa famiglia botanica, della marijuana, pur non avendo il THC, l’effetto psicoattivo... Quindi, la mancanza di questi controlli farà scaturire la possibilità per tanti di coltivare marijuana e dire, invece, che si sta coltivando la canapa, perché il tema è proprio questo, quello della mancanza dei controlli e della mancanza anche della possibilità per il Corpo forestale dello Stato, che adesso sono diventati Carabinieri, comunque degli organi preposti, di controllare questa espansione di coltivazione della famiglia botanica delle cannabacee che, di fatto, potrà permettere a chiunque di coltivare marijuana e poi dire che sta Atti consiliari 68 Regione Lazio X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017 coltivando canapa. Sappiamo bene come funziona in questo Paese. Si fanno le leggi, poi magari aggiungerete successivamente che ci saranno dei controlli, ma poi questi controlli non ci saranno mai e sarà un’azione indisturbata su tutto il territorio nazionale, in particolare sulla regione Lazio. Questo è il tema ideologico di questa legge. Bisogna dirlo con chiarezza. Per questo noi siamo contrari, fortemente contrari a questa legge. Anche perché, signori, parliamoci chiaro, voi non state autorizzando la coltivazione della canapa. Non state facendo la rivoluzione del mondo rispetto a questo tema. Adesso un’azienda che vuole coltivare la canapa lo fa. Un’azienda agricola lo fa tranquillamente. È una bandiera ideologica legata alla legalizzazione delle droghe leggere. Gli interventi per promuovere... Voi volete promuovere la coltivazione della canapa. Con quanto? Con 100.000 euro nel 2017, con 100.000 euro nel 2018, per quanto riguarda gli interventi economici. Quindi, sono questi gli stanziamenti che voi mettete in campo. Questo per il fondo per la promozione della coltivazione della canapa per scopi produttivi, alimentari ed ambientali, intervento di parte corrente 200.000 euro per gli interventi in conto capitale. Veramente, è ridicolo che noi oggi rispetto a quello che sta succedendo sul nostro territorio, in particolare per la questione del terremoto, della neve che sta cadendo ancora e che sta mettendo in difficoltà le nostre popolazioni, stiamo stanziando una cosa ridicola, 100.000 euro in parte corrente e 200.000 euro per la canapa, invece di darli magari agli agricoltori che stanno facendo morire i loro animali perché non c’è un aiuto da parte dell’Istruzione (o meglio, non li stanno facendo morire loro, ma è la mancanza della presenza delle Istituzioni a livello nazionale e regionale, su questo tema). Magari invece di stanziarli su questa legge, si poteva fare oggi un provvedimento urgente di aiuto economico sul tema del terremoto, e quindi dell’aiuto agli agricoltori, in questo momento agli allevatori, noi stiamo qui a parlare del nulla rispetto a un tema che è solo di carattere ideologico. Vi prego quindi di riflettere su questo. Noi abbiamo presentato importanti emendamenti per cercare di far in qualche modo comprendere a questa maggioranza e al Movimento 5 Stelle che sostiene la legge di cambiare questa visione, di discutere di cose urgenti che riguardano il nostro territorio in via prioritaria, delle persone che stanno soffrendo, invece di parlare della coltivazione della canapa. Grazie. PRESIDENTE. Devo comunicare che nel frattempo è pervenuto un emendamento della Giunta (adesso c’è l’intervento dei consiglieri Bonafoni e Sabatini), la Distribuzione 2. Diamo un’ora di tempo per i subemendamenti che possono essere presentati entro le ore 19. Grazie. Ha chiesto di parlare la consigliera Bonafoni. Ne ha facoltà. BONAFONI (Sel). La ringrazio, Presidente. Intervengo volentieri in discussione generale su questa legge, e intervengo perché ci sono leggi a cui alcuni Consiglieri lavorano con più passione che ad altre, questo penso che capiti a ciascuno di noi. Nel mio caso, questo è uno di quei casi. La mia adesione a questo testo è stata convinta, e devo dire che lo studio che ciascuno di noi, indipendentemente dalle forze politiche in cui milita, avviene necessariamente nel confronto con le persone, con le esperienze, con i territori, nel girare questa nostra straordinaria regione, questa passione e questa adesione è assolutamente aumentata. Intervengo volentieri anche per ripristinare la parentesi dell’intervento di poco fa, è davvero tale, però un clima sereno di confronto. Assolutamente, il consigliere Righini, la consigliera Tarzia, i colleghi 5 Stelle che hanno ancora giustamente e legittimamente dei distinguo da voler proporre a noi tutti, però mi pare che sia un confronto del tutto possibile, non c’è nessuna Atti consiliari 69 Regione Lazio X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017 preclusione. Il Capogruppo De Paolis, primo firmatario, l’ha già affermato con grande nettezza. Tenterò quindi anche di dare alcune risposte. Prima però volevo soffermarmi sul merito e sul contenuto della legge. Questa legge in fondo parla di un pezzo della nostra storia, una storia fatta di tradizioni, anche familiari, è una storia fatta di fatica, tantissima, abbiamo ascoltato racconti antichi di chi con la memoria orale ha conosciuto e poi ha cercato di mettere in pratica la coltivazione della canapa industriale anche nella nostra regione. Una storia, insomma, grazie al lavoro dello staff del nostro Gruppo, che è stato eccezionale, ci ha proposto una storia che addirittura ha a che fare con il Neolitico della storia dell’umanità, arriva dall’Asia, da Paesi lontani, che poi però diventa un’eccellenza proprio per il nostro Paese, una di quelle chicche per cui ancora oggi su tante produzioni l’Italia e il Lazio fanno parlare di sé. Un tempo, questa eccellenza si chiamava canapa. È la storia dunque di una sapienza, perché per coltivare la terra bisogna essere sapienti, oltre che capaci, oltre che forti. È la storia di questi mestieri, di famiglie contadine. In fondo è la storia di una pianta, ma una pianta eccezionale, fortissima, una pianta che di questi tempi serve tantissimo. Oggi sentiamo parlare di resilienza: è una pianta resiliente, che riesce a resistere a tantissime avversità. Se vi è capitato, e a me è capitato, di toccare il legno di questa pianta, è un legno durissimo, che già al tatto dà la sensazione di quella forza. Ed è una pianta generosa. Veniva citata, appunto, la capacità di combattere l’inquinamento dei nostri territori che ha la canapa, e non va sottovalutata questa cosa perché sono tempi in cui quest’Aula ma direi il mondo si interroga intorno ai cambiamenti climatici, alla povertà, alla fame, al buco dell’ozono, alla varietà delle specie. Io penso che una legge così snella e di pochissimi articoli, perché credo che una delle qualità di questo testo sia anche questa, ci possa persino raccontare di tutto questo. Poi c’è lo sviluppo, lo sviluppo economico, e un’idea che a un certo punto ha preso il sopravvento anche nel nostro Paese, ed è quella del petrolio, delle fibre sintetiche, quella maledetta plastica che noi adesso ci affanniamo a capire come fare a riciclare. Uno dei principali impegni di questo Consiglio è parlare, ad esempio, di rifiuti, di differenziata. Ebbene, allora quel problema non c’era. Però, oggi che quel modello di sviluppo mostra tutti i suoi limiti e ha il fiato corto, noi troviamo, ma quando dico noi dico da ultimi noi che abbiamo proposto la legge, ma un mondo che è più competente di noi dieci milioni di volte trova, in questa piccola, forse ancora di nicchia, anche se è con tante piccole cose che poi si fanno i cambiamenti, una risposta, che secondo noi è una risposta esatta, possibile. Certo è una risposta al netto della resilienza che ha dovuto combattere dal secondo dopoguerra in poi anche con un nemico che è micidiale, che si chiama stereotipo, che si chiama propaganda, che si chiama anche cattiva informazione. E mica c’è sempre una responsabilità individuale e precisa sulla cattiva informazione. Può essere che parte uno studio, che quello studio vuole dimostrare qualcosa perché vuole curare alcuni interessi anziché altri, quello studio trova un terreno fertile spesso politico e, quindi, economico-politico e diventa realtà. Oggi, quindi, noi giustamente – e io penso che sia una straordinaria occasione per l’Aula della Pisana – ci interroghiamo anche rispetto a quello stereotipo, a quel velo che esiste anche su questa specifica coltivazione. Io sposo – lo dico e voglio che resti a verbale – le prime righe dell’intervento della consigliera Tarzia, l’ha detto perfettamente: non stiamo parlando della canapa, della cannabis che ha a che fare con l’uso ricreativo. E non voglio dilungarmi perché, siccome non ne stiamo parlando, non vedo perché ne dobbiamo parlare. Noi pensiamo che intorno al tema della canapa ci sia un pezzo del nostro futuro. Piccola eh, perché poi, lo ripeto, sono tanti piccoli passi, specie sotto la crisi. È un futuro che parla di un diverso modello di sviluppo, e Atti consiliari 70 Regione Lazio X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017 sapete che questo è un nostro cruccio, che rivendichiamo, e quindi di un diverso atteggiamento da avere nei confronti del nostro territorio, e qui sì che mi soffermo sulle ore drammatiche e dolorose che stiamo vivendo anche noi, che tutta l’Italia vive, ma in particolare l’Italia centrale, un modello di sviluppo che rilancia l’agricoltura nella sua multifunzionalità, e quante volte l’abbiamo detto. Qui non c’è altro di nuovo, voglio normalizzare il nostro confronto, che una delle possibili e, secondo noi, più brillanti applicazioni di quella multifunzionalità, e quindi le nuove produzioni industriali, l’edilizia ecologicamente sostenibile. Io ho avuto la fortuna, il privilegio, non lo so, è piccolo, forse è ridicolo secondo alcuni, ma non credo, perché ogni conoscenza in più arricchisce anche il lavoro che noi possiamo mettere a disposizione gli uni degli altri, di toccare un mattone fatto di canapa. È un’altra storia, si capisce. Pure un ignorante su quel tema come me l’ha capito. E allora se noi parliamo di rigenerazione urbana delle nostre città, non possiamo pensare di parlarne in maniera neutra rispetto, ad esempio, ai materiali che vengono utilizzati. E quella resilienza, ad esempio, di fronte al tema drammatico, lo ripeto, urgente e già tardivo dell’antisismica nel nostro territorio incontra l’utilizzo della canapa industriale. Inutile parlarvi delle opportunità di lavoro che questo potrebbe creare, un freno al consumo di suolo, i vari utilizzi, l’alimentazione. È buona e non dà effetti particolari, salvo che se ne mangi tanta ti senti pieno. (segue t. 11) A me è successo, perché ho assaggiato uno spezzatino che era squisito, ne ho mangiato tanto e mi sentivo piena. Ma insomma questo mi capiterebbe – credo – con qualunque tipo di alimento io possa esagerare nel mangiare. (Interruzione di un Consigliere: “Dipende dal cuoco”) Anche, ma quello era bravo, era molto bravo. Il pentolone era invitante. Anzi, la prossima volta magari, consigliere Righini, approfittiamo insieme. È una legge snella che punta all’obiettivo, una legge partecipata, che non è una parola vuota; una legge a cui hanno lavorato in tutta Italia nelle diverse regioni in cui è già stata sperimentata, quindi già forti, certo, anche degli errori. Ma quante volte ci diciamo che le leggi non sono perfette? Tant’è vero che nella clausola valutativa che questa legge prevede noi prevediamo, a nostra volta, un controllo dell’efficacia e anche della risultanza dei progetti pilota che mettiamo in campo. È una legge che favorisce quella benedetta rete di cui parliamo ogni volta qualsiasi sia il tema che arriviamo in quest’Aula e che è così facile a dirsi e così difficile a farsi. Voi non ci crederete, ma c’è un mondo piccolo, di nicchia, noi speriamo sempre meno che sta guardando con grande attenzione e grande aspettativa quello che noi facciamo qua dentro. Non è un mondo di alternativi, è un mondo che sta intorno a noi che si è innamorato nell’attività che fa dell’utilizzo delle potenzialità di questa pianta. Lo diceva il consigliere Valentini, perché il progetto pilota? Proprio per quello che è stato il fallimento di altri progetti che in passato hanno riguardato, per la verità, la Lombardia e non il Lazio. Le start-up sono qualcosa di importante, ma se le start-up vengono lanciate e non accompagnate, se la filiera non trova in tutti i suoi passaggi un momento in cui l’istituzione si mette al fianco come un tutor generale e massimo per poter verificare passo passo e provare in questo caso a costruire la filiera dall’inizio alla fine, perché la particolarità dei progetti pilota sta in questo: io non ti abbandono durante il processo produttivo, ma dal seme fino alla fine, alla trasformazione, io metto in campo iniziative e risorse che possano accompagnare e vedere. Perché se poi è un insuccesso la clausola valutativa ci dirà che non funziona. Ma siccome altrove sta Atti consiliari 71 Regione Lazio X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017 funzionando noi pensiamo che sarà un successo. Rispondo e finisco alle due domande che mi sembra, sopra tutte, siano sorte da questo bel dibattito che stiamo facendo. Perché gli incentivi? Perché mi pare lo dicesse proprio il capogruppo Righini visto che questa canapa è così straordinariamente potente, noi abbiamo bisogno di incentivare. Io ho capito, e questo nella legge c’è, che per la verità un po’ in tutto, ma in special modo in agricoltura quando tu abbandoni una coltivazione, quando i semi piano piano spariscono e oggi noi siamo costretti a importare quei temi, non è con uno schiocco di dita che puoi rimettere in circolo quel ciclo produttivo agricolo, che è diverso, straordinariamente più lungo di tutti gli altri cicli produttivi, hai bisogno per l’appunto di incentivarlo, e questo è un tentativo di risposta di quell’incentivo, per persino produrre sementi locali. Ci sono convegni internazionali dove una straordinaria donna che si chiama Vandana Shiva va in giro a raccontare di come i semi siano la soluzione per la fame nel mondo. Io non credo sia retorica e penso che se in queste giornate di lavoro comune non riusciamo a fare un pezzettino di cammino insieme anche rispetto a questo noi abbiamo fatto un buon lavoro per il Lazio e non solo perché il Lazio sta nel mondo e in questo noi ci dobbiamo collocare. Poi c’è il tema della sicurezza. Ripeto, nessuno ha detto, e in particolare il consigliere De Paolis, che noi vogliamo evitare il tema. È talmente vero che stiamo parlando d’altro, che siamo non solo disponibili, ma contenti di poter tranquillizzare chi ancora non è tranquillo e convinto. L’emendamento di Giunta presentato dall’assessore Hausmann in questo senso e in questa direzione va. Però, l’altra cosa che ho capito studiando e avvicinandomi a questo tema è che c’è persino un’evidenza scientifica che dice che questa roba sarebbe impossibile, perché nel momento in cui noi avviciniamo, perché uno dei temi che funzionano nel racconto tra amici è quello che in mezzo alla pianta di canapa industriale tu ci piazzi la piantina. Non funziona così, perché se tu piazzi la piantina illecita accanto a quella che noi stiamo discutendo oggi, quelle due piante si uniscono, avviene l’impollinazione – mi insegna mio figlio che sta per fare gli esami di terza media –, e quella roba vanifica gli effetti della cannabis, di cui noi non stiamo parlando. Siccome l’evidenza scientifica forse non è sufficiente, e noi rispettiamo questa insufficienza, noi siamo pronti e contenti di votare l’emendamento che l’Assessore e la Giunta ci hanno appena consegnato sui banchi. Questo è quanto. Tredici minuti per ribadire che stiamo facendo una cosa normale, secondo noi positiva, progressiva per la nostra regione e che, però, è una cosa che sta destando interesse e attesa fuori da qua, e con questo rispetto dentro e fuori l’Aula noi ci accingiamo anche a votare gli emendamenti. Grazie. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il consigliere Sabatini. Ne ha facoltà. SABATINI (Ci). Grazie, Presidente. Ammetto di aver ascoltato con grande interesse l’intervento appassionato e anche un po’ romantico della collega Bonafoni. Confesso anche, però, i miei pensieri preesistenti all’intervento della consigliera Bonafoni. Ho pensato, forse in modo malizioso, che questa legge rappresentasse una piccola cambiale che la maggioranza, forse la Presidenza, forse pezzi di Giunta abbiano dovuto in qualche maniera siglare con il Gruppo di Sel, della sinistra italiana, affinché alcuni dei bocconi un pochino più amari che Sel ha dovuto ingoiare in questi mesi e anche in queste settimane potessero essere lievemente addolciti da una dimostrazione di attenzione e apprezzamento per il ruolo che Sel stessa ha sviluppato in questi anni. Vero è che una delle norme che poi ha portato al testo congiunto è stata depositata Atti consiliari 72 Regione Lazio X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017 già da diverso tempo. Vedo pure – e i fatti ci dicono questo – che dal 2014, non a caso, il testo arriva in Aula soltanto dopo l’approvazione aspra della legge di stabilità per il 2017. Quindi, è tutto vero, ma i fatti intanto dicono questo. È simpatico tutto ciò che è avvenuto, la ricostruzione dal neolitico in poi. Io ho ascoltato davvero, anche con stima, l’intervento perché è stato un intervento che ha arricchito il dibattito di elementi nuovi, anche dal punto di vista culturale, anche dal punto di vista degli elementi che un’ignoranza nella comunicazione, sia nel farla che nel recepirla, possono indurre ad avere un quadro non corrispondente a quello che può essere un quadro di verità dal punto di vista della fatica e del sudore che l’agricoltore mette in campo tanto per la canapa quanto per qualsiasi altra produzione, ma è vero pure che, se restiamo sul tema della politica, mi dispiace per la consigliera Bonafoni, per Gino e per tutto il Gruppo di Sel, ma non è probabilmente questa compagine politica che negli anni e nei decenni si è caratterizzata per le battaglie più importanti rispetto alla cannabis. Porto all’attenzione dell’Aula, perché non mi è sembrato di ascoltarlo fino adesso, un contributo dato dai Radicali, storico movimento che su questo è assai presente, da sempre, con battaglie, anche, che hanno creato scalpore e attenzione dal punto di vista mediatico, certamente più importante di quello che riusciremo a fare noi dal Consiglio regionale del Lazio in queste lunghe giornate. I Radicali il 18 gennaio del 2017, cinque giorni fa, pochissimi giorni fa, a un certo punto, rispetto a normative nazionali coincidenti, casualmente, con ciò che andiamo a fare oggi in quest’Aula, alla fine di un breve passaggio sulla legge per la promozione della canapa industriale, vengono a dire: ora non resta che compiere il passo decisivo con la legislazione completa della cannabis e di tutti i suoi derivati, come prevede la nostra legge di iniziativa popolare, legalizziamo. Tutto questo, cari colleghi, preoccupa. Posso dire di essere lieto che in quel lontano 2010 Emma Bonino non abbia vinto le elezioni, in questa Regione. Posso dire anche che spiace che oggi si voglia andare in una direzione che alcuni hanno auspicato e che io personalmente, ma anche in qualità di Capogruppo, credo non sia una direzione giusta. Questo non perché rispetta a una legge che non abbiamo difficoltà a definire palesemente ideologica, vogliamo contrapporre un tema altrettanto palesemente ideologico, c’è anche di questo, e non ce ne vergogniamo; ma perché come ha evidenziato il consigliere Righini, e questa è solo una delle due volte che richiamerò il collega e le sue valutazioni nel mio intervento, non si comprende come, e perché soprattutto, una piantina (quasi affettuosamente definita piantina dalla consigliera Bonafoni), che ha così tante capacità, così tante qualità dal punto di vista dell’utilizzo anche in fase di edilizia, bioedilizia, commercio, non possa andare avanti e sviluppare tutte le sue iniziative, anche di business, in maniera autonoma, o non possa peraltro essere garantita dagli strumenti che già esistono in questa Regione, come tutte le altre Regioni d’Italia. Credo che nessun agricoltore, nessun produttore di canapa, a nessuno di coloro che produce canapa sia stato mai precluso l’accesso agli strumenti che la Regione Lazio mette in campo ad iniziare dal PSR, fino a tutte le altre iniziative di stampo regionale e non solo. Questo credo che la dica lunga sull’attenzione importante che parte di questo Consiglio, soprattutto parte di maggioranza, come SEL ma anche con il con il sostegno del Movimento 5 Stelle, andrà a votare una norma che metterà in una luce diversa alcuni produttori piuttosto che altri. Questo, cari colleghi, se non si trattasse di una proposta di legge ideologica e di stampo ideologico non sarebbe comprensibile. Io comprendo che inizia l’ultima fase della legislatura, tutti quanti hanno di nuovo bisogno di imbracciare bandiere e di sventolarle più forte possibile, nella maniera più evidente possibile. Però non credo, senza Atti consiliari 73 Regione Lazio X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017 voler fare demagogia, nelle giornate che stiamo vivendo, un messaggio sano, un messaggio serio da parte di questo Consiglio sia quello di andare a sostenere alcuni produttori e non altri, sia soprattutto quello di andare a individuare e stanziare risorse a discapito di altre situazioni dove forse, lo voglio dire senza demagogia, forse le stesse risorse potrebbero, in queste giornate, rendersi maggiormente utili. Una sperequazione di intervento determinata da ideologia pura, un diverso trattamento tra agricoltori determinato da ideologia pura. Qualche giorno fa, in Commissione, il collega Righini ricordava la questione della batteriosi, l’Assessore ricorderà la domanda alla quale lei, con la solita onestà intellettuale, competenza e preparazione che tutti le riconosciamo, ha risposto in maniera estremamente chiara. Condivido ma ci sono elementi diversi di natura prettamente economica, che non ci consentono di fare delle cose. Sarebbe poco serio da parte mia dire: eccole, le risorse per andare in quella direzione, sarebbe poco serio perché sarebbe una goccia nel mare, probabilmente, o comunque in un grande lago, che non risolverebbe certamente il problema. Però, se non è legge ideologica, se dobbiamo rapportarci in maniera equilibrata, se parliamo di agricoltura con tutti gli agricoltori, è difficile spiegare come oggi il Consiglio regionale del Lazio individua 300.000 euro per la canapa e ci sono agricoltori che rispetto alla batteriosi hanno avuto da questa Regione un misero 20 per cento rispetto a istanze già prodotte e, quindi, a crediti per i quali ci sono delle aspettative già da qualche tempo. È difficile andare a dire a tanti produttori che stanno cercando di combattere con fitopatie importanti perché si vengono a introdurre nuove iniziative legislative a favore della canapa, quando poi facciamo fatica a far accoppiare in maniera dignitosa tutte le coppie del Torymus affinché alcune fitopatie possano essere finalmente superate nel Lazio. È difficile andare a spiegare ad alcuni produttori e allevatori alle prese con i danni da fauna selvatica perché gli 800.000 euro a bilancio forse non sono sufficienti, però noi andiamo a stanziare 300.000 euro per la canapa. È difficile spiegare agli OP, all’ortofrutta, che dopo lo scandalo dell’olio tunisino la Regione Lazio non si occupa per nulla o, meglio, non voglio dire che non si occupi per nulla dell’olio laziale, abbiamo creato i percorsi dell’olio, vivaddio, meravigliosi, però invece di andare a sostenere magari creando un incentivo alle qualità importanti dell’olio laziale riconosciuto nel mondo noi andiamo a stanziare risorse per la canapa. Questo non avrebbe spiegazioni logiche, cari colleghi, non ha spiegazioni logiche, se non per i motivi ideologici che sono evidenti. La cosa che spiace di più da questo osservatorio, oggi casualmente ho anche un osservatore più elevato rispetto al solito, è che non lo si voglia ammettere. Se si dicesse “cari signori, abbiamo l’obiettivo che i Radicali nella loro consueta chiarezza dicono in maniera evidente: questo è il cavallo di Troia, questo è il primo passo, questo è lo strumento per arrivare alla legalizzazione completa della cannabis e di tutti i suoi derivati”, questa sarebbe chiarezza. Tutto ciò che viene messo in campo e che è stato messo in campo fino a questo momento – chiedo scusa a tutti, ma lo dico con altrettanta chiarezza – non è rispettoso, perché è un giochino subdolo che è stato messo in campo e i giochini subdoli non credo che questa parte dell’Aula possa avere disponibilità nel recepirli, nel mantenere vivo un dibattito scialbo – consentitemi – se si parte dal Neolitico per arrivare a dire che il dovere del Consiglio regionale, il 19 gennaio 2017, è quello di stanziare 300.000 euro per la canapa. Io credo di essere stato sufficientemente chiaro. Non ho aderito a inviti per la richiesta del numero legale che sono giunti fino a questo momento, perché ci tenevo a dire alcune cose, a potermi esprimere nella stessa seduta nella quale altri Consiglieri si sono espressi, evidenzio però che anche qualche piccola questione forse non di ordinata appartenenza alla maggioranza potrebbe Atti consiliari 74 Regione Lazio X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017 anche esserci rispetto a un tema come questo che stiamo affrontando e credo che per quanto ci riguarda porteremo avanti la nostra battaglia che solo parzialmente è ideologica. Solo parzialmente è ideologica. Per altra parte è una battaglia di uguaglianza, consigliera Bonafoni, tra produttori, agricoltori e allevatori che curano la terra allo stesso modo, con lo stesso tempo, con la stessa fatica, con lo stesso sudore, ma con strumenti diversi, che vanno a favorire alcuni piuttosto che altri, e tutto questo per noi è decisamente inaccettabile. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la consigliera Pernarella. Ne ha facoltà. PERNARELLA (M5s). Grazie, Presidente. Interverrò brevemente nella discussione generale, in quanto l’intervento tecnico e politico è già stato fatto dalla nostra Capogruppo. Interverrò, pur non essendo membro della Commissione competente che ha visto la discussione della legge, per motivi personali, per motivi culturali. Arrivo a spiegare il perché di questo mio intervento. Innanzitutto intervengo per una questione di onestà intellettuale. Mi dispiace che non ci sia il consigliere Santori che ha volutamente creato della confusione su qual è l’oggetto di questa legge; ha volutamente puntato il dito contro il Movimento 5 Stelle, come se il Movimento 5 Stelle stesse facendo da stampella alla maggioranza che ha presentato questa legge. Ricordiamo che siamo firmatari di una legge nostra, autonoma, indipendente. Siamo i promotori a livello nazionale di leggi analoghe anche con scopi ricreativi. Non ci nascondiamo dietro un dito, facciamo delle votazioni, abbiamo deciso di portare avanti una battaglia e lo facciamo a viso aperto, come sempre. Tematiche culturali perché? Io vengo dalla pianura pontina, che è una pianura che ha visto come agricoltura fondamentale, come coltura fondamentale, la coltura della canapa, della canapa italiana. Diciamo che per molti degli agricoltori del mio territorio la canapa ha rappresentato per anni, per decenni, oltre ad un altro tipo di allevamento, che è l’allevamento tipico del maiale, altro allevamento tipico della mia zona, l’unica… (Interruzione di un Consigliere) Quelle sono state introdotte, Consigliere, non sono autoctone. Lei è di Priverno. Lei non fa parte della Pianura pontina. Lei è di Lepini, quindi distinguiamo le zone. È stata effettivamente una delle colture che ha garantito la sopravvivenza a moltissime popolazioni, anche non autoctone, ma venute dal Veneto e trasportate per ragioni storiche nella nostra zona. Tutto veniva utilizzato della canapa, venivano utilizzate le foglie, venivano utilizzati gli steli, si facevano le scocche delle auto, si faceva addirittura l’olio per la combustione e tutto questo perché? Torno alla parte culturale, perché, come sapete benissimo, durante il regime si praticava l’autarchia e quindi la canapa era per eccellenza lo strumento e la coltura che poteva garantire al popolo italiano l’indipendenza da altre popolazioni e da altri Stati che venivano qui ad imporre soprattutto per quanto riguarda il campo tessile la coltivazione e la produzione autarchica appunto. Non mi piace che questa legge venga tacciata di idealismo, non mi piace, perché si fa della confusione, perché si mette in dubbio, si cala un velo su una parte della nostra storia, che non mi appartiene, ma che non posso rinnegare. Non avrei mai potuto immaginare che da questi scranni io, Gaia Pernarella, potessi leggere queste parole. “La canapa per eccellenza autarchica destinata ad emanciparci quanto più possibile dal gravoso tributo che abbiamo ancora verso l’estero nel settore della fibra tessile non solo dal lato economico e agrario che ci interessa, ma anche dal lato sociale la cui incidenza non potrebbe essere posta meglio in luce che dalla seguente cifra: 30.000 operai”. Queste parole sono state dette nel 1930 non dal pericoloso movimento politico dei 75 Atti consiliari Regione Lazio X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017 radicali, ma da Benito Mussolini. Ecco perché dico che a un certo punto bisogna avere onestà intellettuale e quando si fa la storia dal neolitico ad oggi bisogna ricordare anche un passaggio della nostra storia, per quanto triste, ma esistente. Quindi, prima di puntare il dito sarebbe meglio conoscere la propria storia. Grazie. ordini del giorno che abbiamo presentato. Per quest’ultimo, sulla sospensione dell’attività venatoria, interpello lo stesso Hausmann, possibilmente, per sapere se ci sono delle iniziative perlomeno in atto per verificare quello che la Giunta sta facendo. Non so se, Presidente, può dare lei la parola direttamente all’Assessore o rispondermi. Grazie. PRESIDENTE. Abbiamo discussione generale. PRESIDENTE. Sui due ordini del giorno, su quello della sospensione dell’attività venatoria do la parola all’assessore Hausmann, però su entrambi non c’è unanimità del Consiglio per procedere alla discussione, consigliere Perilli, quindi non possiamo procedere con la discussione e la successiva votazione. Per quanto riguarda il bando della Presidenza del Consiglio dei Ministri rispetto alla costruzione di nuovi edifici scolastici, dalle notizie che abbiamo ricevuto dalla Giunta... Non ho parlato direttamente con l’Assessore, perché credo si trovi nella zona del reatino, non so se proprio ad Amatrice... Mi conferma il Capogruppo Valeriani che è ad Amatrice. Non credo che la Giunta abbia fatto domanda di richiesta fondi su questo bando, ma si è orientata su un successivo bando con scadenza il mese successivo, nel mese di febbraio, credo 270 o 300 milioni di euro, quindi con una maggiore capienza rispetto a questo, e su quello si sta concentrando l’attività della Giunta per la richiesta di fondi alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Ripeto, non sono riuscito a parlare con l’Assessore. Sono informazioni ricevute dalla struttura, quindi potrebbero esserci delle imperfezioni o inesattezze rispetto alla notizia che le ho appena dato. Però, nel prossimo Consiglio, anche con l’Assessore presente, eventualmente potranno essere date informazioni più dettagliate nel merito. Prima di dare la parola all’Assessore Hausmann, mi ha chiesto di intervenire il consigliere Perilli. Ne ha facoltà. terminato la (Interruzione di vari Consiglieri) Scusate, colleghi. Abbiamo completato la discussione generale. Prima di passare all’illustrazione dell’articolo 1, do la parola al consigliere Perilli. (Interruzione di vari Consiglieri) La cannabis è da coltivare. La legge è per la coltivazione. Ordine dei lavori PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il consigliere Perilli. Ne ha facoltà. PERILLI (M5s). Presidente, do notizia che abbiamo depositato l’ordine del giorno che avevo annunciato prima sulle iniziative della Regione per l’emergenza sismica e un altro ordine del giorno relativo alla sospensione urgente dell’attività venatoria, in coerenza con la legge nazionale nelle aree colpite dal maltempo della nostra regione. Avevo precedentemente preso la parola per chiedere a lei, Presidente, se su questi due ordini del giorno si potesse verificare un’eventuale unanimità, indispensabile per poterli approvare, visto che non sono presenti nell’ordine del giorno. Quindi, se posso avere notizie innanzitutto sulla prima richiesta nell’ordine dei lavori, quella relativa al bando, se è Giunta notizia a Refrigeri, e questa seconda rispetto ai due PERILLI (M5s). Presidente, su questo, Atti consiliari 76 Regione Lazio X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017 naturalmente, è urgente anche chiedere spiegazioni. La ringrazio per aver fatto da tramite. So benissimo che, non potendo parlare con l’Assessore, vanno prese così come vanno prese, però è evidente che non aver presentato la domanda per noi costituisce, al di là della strategia rispetto ad altri bandi, ad altre risorse, una questione da approfondire, che faremo con l’Assessore, facendoci dare anche riferimenti casomai del bando al quale si intende partecipare, che al momento non ho e non mi risulta. Però, non ho io la documentazione. Approfondirò al limite con un’interrogazione, perché la cosa è abbastanza importante. organismo, che però, presidente Leodori, credo non sia stato ancora portato nella sua funzionalità ordinaria. Credo che il Consiglio debba assumersi questa grande responsabilità nell’andare a individuare i componenti di questo organismo. Ci è stato recapitato recentemente anche il fascicolo con tutte le professionalità che vanno a completare l’organismo per renderlo funzionale nel suo plenum. Le dico Presidente e glielo ricorderò anche in sede di Capigruppo, di poter procedere finalmente con l’individuazione delle figure professionali adeguate, affinché si possa costituire anche questo organo. Grazie. Discussione e votazione dell’articolato PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l’assessore Hausmann, rispetto all’altro ordine del giorno, sulla richiesta di chiarimenti. Ne ha facoltà. HAUSMANN, Assessore. I termini della questione, ovviamente, sono noti perché avevamo già intenzione di convocare a breve, e lo faremo, quindi, con ancora maggiore sollecitudine, il nostro Comitato faunistico venatorio regionale, quindi il tavolo regionale che riunisce tutte le organizzazioni di settore, per porre esattamente la questione che lei ci sta sottoponendo. Quindi, lo faremo con notevole sollecitudine. Grazie. PRESIDENTE. Grazie, Assessore. Ha chiesto di parlare il consigliere Sabatini. Ne ha facoltà. SABATINI (Ci). Telegraficamente, Presidente, soltanto perché oltre al tavolo cui veniva fatto cenno rispetto agli aspetti faunistico-venatori, volevo ricordare all’Assessore, ma l’Assessore lo ricorda meglio di chiunque altro, soprattutto alla Presidenza e al Consiglio, che due volte questo Consiglio è intervenuto anche sull’osservatorio faunistico-venatorio. Ci sono stati emendamenti, proposte, subemendamenti, dibattito rispetto a questo PRESIDENTE. Non essendoci altri interventi, passiamo all’illustrazione dell’articolo 1. Articolo 1. Consigliere Fichera, non so se lo illustriamo o se lo diamo per illustrato. Ha chiesto di parlare il consigliere Fichera. Ne ha facoltà. FICHERA (Psi). Presidente, lo considererei illustrato, avendolo citato già nella relazione generale. PRESIDENTE. Grazie. Non ci sono interventi sull’articolo 1. Passiamo al primo emendamento sull’articolo 1. Ordine dei lavori PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il consigliere Righini. Ne ha facoltà. RIGHINI (FdI). Penso che la citazione di Benito Mussolini fatta dalla collega Pernarella abbia messo in fuga molti Consiglieri regionali del Pd. Presidente, la inviterei di evitarci di dover ricorrere allo strumento della richiesta del numero legale su queste votazioni, che evidentemente in Aula non c’è. Penso che 77 Atti consiliari Regione Lazio X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017 tutto questo interesse intorno a questa legge sia certificato dalla presenza in Aula dai colleghi della maggioranza quindi magari forse è il caso di aggiornare la seduta, perché non ravviso… PRESIDENTE. Guardi, votiamo questo e aggiorniamo. Ho già chiamato questo articolo e poi aggiorniamo la seduta subito dopo. RIGHINI (FdI). Presidente, quando ci chiede le cose con questa pacatezza, non possiamo non aderire. PRESIDENTE. Dopo di questo aggiorniamo la seduta. riguarda una seduta specifica per gli ordini del giorno del bilancio. (Interruzione di un Consigliere) No, la convoco adesso. Ha chiesto di parlare Malcotti. Ne ha facoltà. il consigliere MALCOTTI (Ci). Presidente, il mio Capogruppo farà la sua parte in sede di Conferenze dei Presidenti di Gruppo, però io ribadisco che già oggi abbiamo fatto, lei non era presente, uno strappo… PRESIDENTE. No, ero presente qua, c’era il consigliere Ciarla. Discussione e votazione dell’articolato MALCOTTI (Ci). Mi scusi, non… PRESIDENTE. Passiamo alla parte 2 dell’emendamento n. 5, a firma dei consiglieri Righini e Santori. Non so se lo vuole illustrare. Poi diamo la parola all’Assessore per il parere. Parere della Giunta? Prego Assessore. HAUSMANN, Assessore. Stiamo parlando dell’emendamento 16, vero? PRESIDENTE. Sì. HAUSMANN, contrario. Assessore Il parere è PRESIDENTE. Pongo ai voti la parte seconda dell’emendamento 5. Chi è favorevole? Chi è contrario? Chi si astiene? (Il Consiglio non approva) Ordine dei lavori PRESIDENTE. Come già anticipato, sospendiamo la seduta e la aggiorniamo a mercoledì 25 gennaio 2017 alle ore 10. La prima ora con i question time e alle ore 11 riprendiamo con la proposta di legge in discussione. Lunedì c’è la Capigruppo per quanto PRESIDENTE. Volevo dirle, scusi se la interrompo… MALCOTTI (Ci). Per carità, Presidente. PRESIDENTE. Nell’ultima Capigruppo noi avevamo deciso di convocare un’apposita Capigruppo per individuare una data specifica, diversa da quella del Consiglio ordinario, esclusivamente per gli ordini del giorno collegati al bilancio. Quindi nella prossima Capigruppo noi decideremo una data, anche nella prossima settimana se la Capigruppo è d’accordo, ecco perché lo faccio di lunedì. Tenterei di fare la Capigruppo lunedì per cercare di convocare già dalla prossima settimana una seduta specifica esclusivamente per gli ordini del giorno collegati al bilancio di previsione. MALCOTTI (Ci). Avevo capito, Presidente. Mi permetto di sottolineare un’ulteriore affermazione. Siccome io ritengo che già oggi sia stata fatta una forzatura che non doveva essere fatta, la mia richiesta è la seguente: organizzatevi come volete, ma chiedo che quella degli ordini del giorno sia prima di questa. Quindi, se ci saranno due sedute mercoledì e giovedì, mi auguro che Atti consiliari 78 Regione Lazio X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017 mercoledì sia quella degli ordini del giorno, oppure se è martedì si quella degli ordini del giorno, perché riterrei – e riproporrò il tema – una seconda forzatura fare una seconda seduta di Consiglio regionale senza aver votato gli ordini del giorno. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il consigliere Sbardella. Ne ha facoltà. SBARDELLA (Misto). Presidente, io sinceramente ricordo esattamente quello che ha detto il consigliere Malcotti, anche se non c’era. Però, penso che gliel’abbia riferito il suo Capogruppo. Prima cosa. Seconda cosa. Se la Capigruppo… sennò saremmo costretti a sconvocare per la terza volta la Commissione Cultura, dove il vicepresidente Smeriglio è un secolo che tenta di venire a illustrare la sua legge. PRESIDENTE. Va bene. Vediamo… SBARDELLA (Misto). Possiamo farla la mattina, anche in tarda mattinata, la Capigruppo. PRESIDENTE. Purtroppo la mattina ho un impegno istituzionale a Tor Vergata che non posso rimandare. È per l’inaugurazione dell’anno accademico. Però, vediamo di convocarla il prima possibile, al limite martedì mattina se lunedì non è possibile. Ha chiesto di parlare il consigliere Righini. Ne ha facoltà. come da prassi consolidata, almeno di questa legislatura, non so delle precedenti, gli ordini del giorno il primo Consiglio utile successivo all’approvazione del bilancio e della legge di stabilità, io non verrei meno ulteriormente a questo principio che ormai è consolidato per esigenze della maggioranza, perché riducendoci da quattro anni al voto della legge di stabilità e del bilancio alle quattro o cinque di mattina del 31 dicembre affrontare la discussione sugli ordini del giorno rischia di precludere il rispetto dell’anno che ci invocate. PRESIDENTE. Allora la Capigruppo la facciamo martedì alle 12,30. RIGHINI (FdI). Fermo restando che il principio relativo all’ordine del giorno va affermato anche in questa sede oltre che nella Capigruppo, come ha già fatto il collega Malcotti. PRESIDENTE. Allora la Capigruppo la facciamo martedì alle 12,30. Domani arriverà la convocazione. Quindi, martedì 24 gennaio, alle ore 12,30, la Capigruppo. Nella stessa Capigruppo decidiamo la discussione degli ordini del giorno. Il Consiglio è sospeso ed è aggiornato a mercoledì 25 gennaio, alle ore 10. Mentre, la Capigruppo è convocata per martedì 24 gennaio, alle ore 12,30. Grazie. La seduta è sospesa alle ore 18,43 RIGHINI (FdI). Mi ha anticipato il collega Sbardella. C’è una Commissione importante, quindi la mia proposta è quella di anticipare la Capigruppo al mattino per questo motivo. Se non è possibile, facciamola martedì mattina. Tuttavia, resta il principio che ribadiva il collega Malcotti, che era poi l’interpretazione autentica della Capigruppo, ovvero che nel primo Consiglio utile successivo a questo si sarebbe fatta la discussione sugli ordini del giorno. Siccome già questa cosa di aver dato luogo a polemiche, il fatto di non aver discusso, ****************************** Responsabile Resocontazione Dott. Stefano Mostarda