Resoconto Stenografico X Legislatura Seduta Pubblica n. 70 di

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Resoconto Stenografico X Legislatura Seduta Pubblica n. 70 di
Resoconto Stenografico
X Legislatura
Seduta Pubblica n. 70
di
Giovedì 19 Gennaio 2017
(ore 10.00)
Edizione non revisionata
Resocontazione
Servizio Giuridico Istituzionale
2.3.2
X LEGISLATURA - RESOCONTO STENOGRAFICO - SEDUTA DEL 19 GENNAIO 2017
CONSIGLIO REGIONALE DEL LAZIO
70.
SEDUTA DI
GIOVEDI’ 19 GENNAIO 2017
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LEODORI
INDI
DEL VICEPRESIDENTE CIARLA (ore 11,18)
INDI
DEL PRESIDENTE LEODORI (ore 16,43)
**********
Ufficio di Presidenza
Presidente: Daniele Leodori
Vicepresidenti: Mario Ciarla, Francesco Storace
Consiglieri Segretari: Maria Teresa Petrangolini; Gianluca Quadrana; Giuseppe Simeone
Gruppi consiliari
Centro Democratico: Cd (c.g. Piero Petrassi); Cuoritaliani: Ci (c.g. Daniele Sabatini); Fratelli d’Italia: FdI
(c.g. Giancarlo Righini); Gruppo misto: Misto (c.g. Pietro Sbardella); Il Popolo della Libertà: PdL-FI (c.g.
Antonio Aurigemma); La Destra: LaD (c.g. Francesco Storace); Lista Civica Bongiorno-Obiettivo Lazio:
LB-OL (c.g. Marino Fardelli); Lista Civica Nicola Zingaretti: LcZ (c.g. Michele Baldi); Lista Storace: LS
(c.g. Olimpia Tarzia); Movimento 5 stelle: M5s (c.g. Silvia Blasi); Partito Democratico: Pd (c.g.
Massimiliano Valeriani); Partito Socialista Italiano per Zingaretti: Psi (c.g. Daniele Fichera); Sinistra
Italiana-Sinistra Ecologia Libertà: Si-Sel (c.g. Gino De Paolis).
Giunta regionale
Presidente: Nicola Zingaretti
Vicepresidente: Massimiliano Smeriglio
Assessori: Formazione, Turismo, Ricerca, Scuola e Università: Massimiliano Smeriglio; Ambiente, Rifiuti e
Rapporti con il Consiglio Regionale: Mauro Buschini; Politiche del Territorio e Mobilità: Michele Civita; e
Sviluppo economico e Attività produttive: Guido Fabiani; Agricoltura, Caccia e Pesca: Carlo Hausmann;
Cultura e Politiche giovanili: Lidia Ravera; Infrastrutture, Enti Locali e Politiche Abitative: Fabio Refrigeri;
Politiche del Bilancio, Patrimonio e Demanio: Alessandra Sartore; Lavoro, Pari Opportunità e Personale:
Lucia Valente; Politiche Sociali, Sport e Sicurezza: Rita Visini.
INDICE
Ordine del giorno
PRESIDENTE…………………………………..6
(La seduta inizia alle ore
Ordine dei lavori
Interrogazione a risposta immediata n. 487 del
giorno 10 ottobre 2016, proposta dai consiglieri
Blasi, Denicolò, Porrello, concernente “Controllo
analogo regionale sui bandi di gara Co.Tra.L.
SpA”
PRESIDENTE…………………………………..6
SIMEONE (PdL-FI)…………………………….6
PERILLI (M5s)………………………………….6
PRESIDENTE…………………………………..6
BLASI (M5s)……………………………….....6,8
CIVITA, Assessore……………………………...7
Question time
Interrogazione a risposta immediata n. 528 del
PRESIDENTE…………………………………..6
Seduta precedente n. 69 di martedì 27, mercoledì 28, giovedì 29 e venerdì 30 dicembre 2016
X LEGISLATURA - RESOCONTO STENOGRAFICO - SEDUTA DEL 19 GENNAIO 2017
giorno 1 dicembre 2016, proposta dal consigliere
Santori, concernente: “Protocollo operativo sui
prelievi e accertamenti necessari nei casi di
omicidio e lesioni personali stradali gravi e
gravissime ex artt.589bis e 590bis L.N. 41/2016”
PRESIDENTE………………………………….9
SANTORI (FdI)……………………………...9,11
BUSCHINI, Assessore…………………………11
Interrogazione a risposta immediata n. 546 del
giorno 13 gennaio 2017, proposta dal consigliere
Aurigemma, concernente: “Stazione ferroviaria
Val d’Ala”
PRESIDENTE…………………………………11
AURIGEMMA (PdL-FI)…………………..11,13
CIVITA, Assessore……………………………12
Interrogazione a risposta immediata n. 538 del
giorno 9 gennaio 2017, proposta dal consigliere
Malcotti, concernente: “Istituzione servizio di
pronta disponibilità Asl RM 5”
PRESIDENTE…………………………………14
MALCOTTI (Ci)…………………………...14,16
BUSCHINI, Assessore…………………………15
Interrogazione a risposta immediata n. 540 del
giorno 10 gennaio 2017, proposta dalla
consigliera Tarzia, concernente: “Ricoveri per
animali nei Comuni di Amatrice ed Accumuli”
PRESIDENTE…………………………………16
TARZIA (LS)……………………………….16,20
BUSCHINI, Assessore…………………………18
Interrogazione a risposta immediata n. 543 del
giorno 15 gennaio 2017, proposta dal consigliere
Storace, concernente: ”Mancata stabilizzazione
dei precari presso la Asl di Latina”
PRESIDENTE…………………………………21
Interrogazione a risposta immediata n. 505 del
giorno 2 novembre 2016, proposta dal consigliere
Abbruzzese concernente: ”Stazione ferroviaria
Val D’Ala”
PRESIDENTE………………………………...21
Interrogazione a risposta immediata n. 547 del
giorno 13 gennaio 2017, proposta dal consigliere
Aurigemma, concernente: “Continui disservizi
Cotral”
PRESIDENTE…………………………………21
AURIGEMMA (PdL-FI)…………………...21,23
CIVITA, Assessore……………………………22
Interrogazione a risposta immediata n. 526 del
giorno 30 novembre 2016, proposta dal
consigliere Righini concernente: “Ospedale San
Camillo-Forlanini, crisi occupazionale lavoratori
del comparto pulizie”
PRESIDENTE…………………………………24
RIGHINI (FdI)……………………………..24,25
BUSCHINI, Assessore…………………………25
Interrogazione a risposta immediata n. 545 del
giorno 13 gennaio 2017, proposta dal Consigliere
Sabatini, concernente: “D.G.R. numero 620 del
30/09/2014 – Integrazioni e modifiche in
attuazione dei principi di semplificazione e
snellimento delle procedure della D.G.R. n. 968
del 29/11/ 2007
PRESIDENTE…………………………………26
SABATINI (Ci)…………………………….26,28
BUSCHINI, Assessore…………………………27
Interrogazione a risposta immediata n. 537 del
giorno 5 gennaio 2017, proposta dal consigliere
Simeone concernente: “Regione Lazio – Asl E e
aziende ospedaliere – Violazione del codice della
trasparenza –“
PRESIDENTE…………………………………28
SIMEONE (PdL-FI)………………………..28,31
BUSCHINI, Assessore…………………………30
Interrogazione a risposta immediata n. 542 del
giorno 12 gennaio 2017, proposta dal consigliere
Abbruzzese concernente: “Rifiuti pericolosi
prodotti ad Acerra”
PRESIDENTE…………………………………32
ABBRUZZESE (PdL-FI)…………………..32,35
BUSCHINI, Assessore…………………………33
Interrogazione a risposta immediata n. 544 del
giorno 13 gennaio 2017, proposta dal consigliere
Simeone, concernente: “Legge 208/2015 –
Revisione del DCA U00403 del 23.13.2016 e
adeguamento atti antecedenti, successivi e
conseguenti – “
PRESIDENTE…………………………………35
SIMEONE (PdL-FI)………………………..35,39
BUSCHINI, Assessore…………………………38
Interrogazione a risposta immediata n. 548 del
giorno 13 gennaio 2017, proposta dai consiglieri
X LEGISLATURA - RESOCONTO STENOGRAFICO - SEDUTA DEL 19 GENNAIO 2017
Aurigemma, Abbruzzese, Palozzi,
concernente: “Emergenza pronto
Regione Lazio”
Simeone,
soccorso
PRESIDENTE…………………………………40
AURIGEMMA (PdL-FI)…………………...40,43
BUSCHINI, Assessore…………………………42
Interrogazione a risposta immediata n. 549 del
giorno 13 gennaio 2017, proposta dal consigliere
Aurigemma, concernente: “Bando medici non
obiettori ospedale San Camillo”
Tortosa (cessato con D.C. n. 6/2015), Patanè
Giancola e Simeone concernente: Interventi
per promuovere il ripristino delle coltivazioni
di canapa (Cannabis Sativa) e le relative filiere
produttive nel territorio della regione;
- Proposta di legge regionale n. 213 del giorno
4 novembre 2014, di iniziativa dei consiglieri
Blasi, Pernarella, Denicolò, Barillari, Perilli,
Corrado e Porrello concernente: Promozione
della coltivazione della canapa per scopi
produttivi e ambientali
PRESIDENTE…………………………………51
PRESIDENTE…………………………………44
AURIGEMMA (PdL-FI)………………….......44
BUSCHINI, Assessore…………………………44
Ordine dei lavori
(La seduta è sospesa alle ore 13,34 e riprende
alle ore 16,04)
PRESIDENTE……………………………...51,53
RIGHINI (FdI)…………………………………51
TARZIA (LS)…………………………………..52
PERILLI (M5s)………………………………...52
VALERIANI (Pd)……………………….…52,53
PRESIDENTE…………………………………45
Commemorazione Professor Tullio De Mauro
PRESIDENTE……………………………..45,47
MANZELLA (Pd)…………………………….45
Comunicazioni della Giunta relativamente ai
danni provocati dal sisma del 18 gennaio 2017
PRESIDENTE……………………………..53,54
HAUSMANN, Assessore……………………...53
Comunicazioni del Presidente
Relazione
PRESIDENTE…………………………………47
.
Approvazione processi verbali
PRESIDENTE…………………………………54
FICHERA (Psi)………………………………..54
PRESIDENTE…………………………………47
Discussione generale
Sulle Comunicazioni del Presidente
PRESIDENTE…………………………..57,68,75
DE PAOLIS (Si-Sel)………………………..…57
HAUSMANN, Assessore………………………58
RIGHINI (FdI)…………………………………59
BLASI (M5s)…………………………………..61
TARZIA (LS)……………………………….…63
VALERIANI (Pd)………………………….…65
SANTORI (FdI)…………………………….....67
BONAFONI (Si-Sel)………………………...…68
SABATINI (Ci)…………………………….….71
PERNARELLA (M5s)…………………………74
PRESIDENTE……………………………..47,48
BARILLARI (M5s)…………………………..47
Ordine dei lavori
PRESIDENTE……………………………...48,51
MALCOTTI (Ci)…………………………..48,49
BLASI (M5s)………………………………48,50
VALERIANI (Pd)………………………….…48
PERILLI (M5s)…………………………….49,50
Ordine dei lavori
Testo unificato concernente: “Interventi per
promuovere la coltivazione della canapa
(Cannabis Sativa)
per scopi produttivi,
alimentari ed ambientali e relative filiere” delle
seguenti proposte di legge:
- Proposta di legge regionale n. 205 del giorno
24 ottobre 2014, di iniziativa dei consiglieri De
Paolis, Bonafoni, Quadrana, Valentini,
Petrangolini, Avenali, Agostini, Bellini, Ciarla,
PRESIDENTE……………………………..75,76
PERILLI (M5s)…………………………..……75
HAUSMANN, Assessore……………………...76
SABATINI (Ci)…………………………….…76
Discussione e votazione dell’articolato
PRESIDENTE…………………………………76
X LEGISLATURA - RESOCONTO STENOGRAFICO - SEDUTA DEL 19 GENNAIO 2017
FICHERA (Psi)………………………………..76
Ordine dei lavori
PRESIDENTE……………………………..76,77
RIGHINI (FdI)……………………………..76,77
Discussione e votazione dell’articolato
PRESIDENTE…………………………………77
HAUSMANN, Assessore……………………..77
Ordine dei lavori
PRESIDENTE……………………………..77,78
MALCOTTI (Ci)…………………………..…77
SBARDELLA (Misto)……………………..…78
RIGHINI (FdI)……………………………..…78
(La seduta è sospesa alle ore 18,43)
Atti consiliari
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Regione Lazio
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La seduta inizia alle ore 10,20
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
LEODORI
PRESIDENTE. Iniziamo i lavori.
Prima vorrei dare la parola al consigliere
Manzella per un ricordo di un ex consigliere
regionale, che è stato Consigliere di questa
Regione dal 1975 all’80 e che è deceduto
qualche giorno fa, professor Tullio De
Mauro.
Vorrei dare la parola al consigliere
Manzella per un breve ricordo del professor
De Mauro e poi iniziare con i question time e
dedicare un minuto di silenzio per ricordare
questa figura così importante nel panorama
accademico italiano.
Per quanto riguarda invece il ricordo
istituzionale di un Consigliere che non c’è
più, mi sembra rispettoso e doveroso
procedere prima dell’inizio del Consiglio.
Grazie.
PRESIDENTE. Potremmo procedere allora
in questo modo. Facciamo adesso i question
time; poi il minuto di silenzio e il ricordo del
professor De Mauro lo facciamo a inizio
seduta del Consiglio, prima della discussione
della legge, in modo che iniziamo con i
question time, li svolgiamo prima dell’inizio
del Consiglio. Poi, ad inizio seduta
ricordiamo la figura del professor De Mauro.
*****
Question time
Ordine dei lavori
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il
consigliere Simeone. Ne ha facoltà.
SIMEONE (PdL-FI). Anche e soprattutto per
rispetto al minuto di silenzio per una persona
deceduta non credo che possiamo iniziare
con sei presenze in Consiglio regionale.
Io quindi chiederei di sospendere il
Consiglio per mezz’ora e attendere che ci sia
un numero…
Interrogazione a risposta immediata n.487
del giorno 10 ottobre 2016, proposta dai
consiglieri Blasi, Denicolò e Porrello
concernente “Controllo analogo regionale
sui bandi di gara CO.TRA.L. S.p.a. 2016”
PRESIDENTE. Sono d’accordo.
Ha chiesto di parlare il consigliere Perilli.
Ne ha facoltà.
PRESIDENTE. L’ordine del giorno, al punto
0.1, reca: Interrogazione a risposta immediata
n.487 del giorno 10 ottobre 2016, proposta
dai consiglieri Blasi, Denicolò e Porrello
concernente “Controllo analogo regionale sui
bandi di gara CO.TRA.L. S.p.a. 2016”.
Risponde l’assessore Civita.
Ha chiesto di parlare la consigliera Blasi.
Ne ha facoltà.
PERILLI
(M5s).
Presidente,
trovo
giustissimo, tant’è vero che lo stavo dicendo
al consigliere Manzella informalmente, che
un ricordo istituzionale per rispetto di una
persona che non c’è più avvenga alla
presenza del Consiglio in plenaria.
Quanto al discorso invece dei question time
c’è un orario di convocazione, saremo anche
in sei, però è presente l’Assessore, ci sono i
Consiglieri che hanno presentato, nel nostro
caso il question time, quindi secondo me
questo i question time come sempre li
possiamo fare per mantenere l’orario.
BLASI (M5s). Il primo question time che sto
proponendo all’Aula riguarda dei bandi di
gara su COTRAL. Questo argomento, credo
sia ben noto, è quanto mai attuale date le
ultime vicende che riguardano questa
azienda. Anche l’oggetto dell’interrogazione
del question time in effetti è strettamente
connesso con le ultime vicende perché
riguarda l’esternalizzazione di alcuni servizi
per cui oggi la presenza dell’Assessore è
particolarmente importante.
In effetti, la Regione Lazio, rispetto al
COTRAL e ai tanti bandi di gara è tenuta ad
Atti consiliari
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Regione Lazio
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esercitare il controllo analogo sulla gestione
di COTRAL S.p.A., controllo analogo e
controllo preventivo su piano degli acquisti,
di beni e servizi e degli atti con i quali si
dispone l’avvio di procedura ad evidenza
pubblica di valore pari o superiore alle soglie
comunitarie.
Ci piacerebbe quindi sapere, poi entrerò nel
dettaglio: il senso di questo question time è
proprio quello di avere un’evidenza della
concreta attività che sta facendo la Regione
Lazio e che ha fatto nel corso del 2016 e
anche degli anni precedenti in esercizio del
controllo analogo, tenuto conto di tanti bandi
di gara che hanno esternalizzato non solo la
manutenzione, che a nostro avviso più volte
andava attentamente controllata e verificata
perché come abbiamo già avuto modo di
denunciare, si è trattato di un elevato, ingente
aumento dei costi di manutenzione di tutti gli
autobus in un biennio, che abbiamo già
denunciato ed evidenziato in altre occasioni e
in altri question time.
Oggi sottopongo all’Assessore in realtà
altri bandi di gara che secondo noi sono
contrari a un canone di buon andamento, di
economicità ed efficienza del servizio,
mirando invece ad esternalizzare dei servizi
che potrebbero essere svolti internamente in
maniera illegittima ed impropria. Mi riferisco
in questo caso a tre bandi di gara: il n.
7/2016, n. 8/2016 e n. 9/2016.
Il primo riguarda il supporto operativo ai
siti aziendali del committente e riguarda tutta
una serie di piccole attività di piccole
operazioni che vengono fatte all’entrata e
all’uscita degli autobus come l’assistenza
tecnica, il rifornimento gasolio, il rabbocco
liquidi che vengono esternalizzati per 3
milioni di euro.
L’altro riguarda, invece, la gestione delle
elaborazioni delle buste paga, dei cedolini, di
tutto quello che riguarda i cedolini paga e gli
adempimenti previdenziali e fiscali. Anche
qua una gara per esternalizzare questo
servizio non più fatto internamente da
COTRAL, non so se esiste più un ufficio del
personale, per 1.200.000 euro.
Ancora, un’altra gara in cui si affida il
servizio di accertamento e controllo
dell’idoneità fisica e psico-attitudinale del
personale, addetto e non al trasporto, quindi
attività che in realtà è deputata a svolgere il
Servizio sanitario nazionale, così come
previsto dalla normativa, prioritariamente il
Servizio sanitario nazionale e non un altro
servizio appositamente istituito; anche qui
un’esternalizzazione del servizio delle visite
mediche per 1.200.000 euro.
A nostro avviso, la domanda che stiamo
ponendo e che in realtà coinvolge questi tre
bandi di gara che io sto sottoponendo ora
all’Assessore, ma che in realtà in questo
contesto è molto più ampia e che ci pone
chiaramente a questo punto una valutazione
chiediamo anche all’Assessore, intanto dei
fatti che sono successi ultimamente in
COTRAL e che credo che sia opportuno che
l’Assessore ci dia la sua opinione di quello
che è successo e poi di chiedere evidenza e
conto di quello che la Regione sta facendo
sul controllo analogo in esercizio del
controllo analogo su questa azienda, che è
appunto secondo noi in realtà non
oculatamente gestita proprio per i bandi che
ho appena citato. Grazie.
PRESIDENTE. Grazie. Risponde l’assessore
Civita.
Ha chiesto di parlare l’assessore Civita. Ne
ha facoltà.
CIVITA, Assessore. Il suo question-time,
come si dice, cade proprio a fagiolo, perché il
problema è che prima le gare non venivano
fatte. So che non è la sua volontà, però
indirettamente i question-time sono stati
sempre presentate sulle gare fatte. Sulle gare
c’è un controllo molto forte da parte sia della
Regione e in molti casi anche dall’ANAC.
Il problema vero, che riguarda proprio il
passato, è che prima non si facevano le gare,
si facevano gli affidamenti diretti. Noi
abbiamo rotto questa pratica. Si è passati dal
15-17 per cento del passato pre-2013 al 77
per cento delle gare fatte.
Considerate che ogni gara ha ricorsi al
TAR, al Consiglio di Stato. Quindi, ha un iter
Atti consiliari
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Regione Lazio
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di controllo interno e di controllo, lo chiamo
così per brevità, esterno molto lungo e
complesso. Fatto sta che noi siamo passati in
due anni da 56 milioni spesi per le
manutenzioni le manutenzioni a oggi che
siamo a 49 milioni, con un risparmio di 7
milioni. Inoltre, la gara più importante che ha
fatto il COTRAL, quella per acquistare 340
autobus, è una gara innovativa, che prevede il
full service, che significa che non solo noi
abbiamo selezionato, cioè COTRAL ha
selezionato la società che fornisce gli
autobus, ma abbiamo anche selezionato la
società che per dieci anni sarà responsabile
della manutenzione e dell’efficienza con cui
questi autobus usciranno dai depositi.
Abbiamo reso certo per i prossimi dieci
anni, proprio grazie a questa gara, fatta in
collaborazione con ANAC, proprio il tema
più generale delle manutenzioni. Prima che
cosa succedeva? E questo è stato il tema
dell’inchiesta in corso. Che venivano divisi i
vari tipi di manutenzione che andava fatta a
un autobus: c’era chi si occupava dei freni,
chi si occupava di altre parti meccaniche, chi
si occupava di altri apparati elettronici che
servono per gli autobus. Venivano divisi.
Quindi, era più difficile controllare, perché
ogni ditta faceva un piccolo segmento e
molto spesso in questo modo si evadevano
gli obblighi che la legge prevede, perché si
andava sotto il milione di euro e, quindi, non
si facevano le gare. Tra l’altro, sotto il
milione di euro, come lei sa, da Statuto è
competenza del consiglio di amministrazione
del COTRAL poter fare quelle gare, quindi è
una responsabilità diretta che il management
dell’epoca acquisiva.
Ora, invece, appunto, abbiamo superato
tutto ciò e stiamo andando verso un pieno
rispetto della normativa, e questo ha aiutato –
lo dichiarano anche gli inquirenti e la
Guardia di finanza – anche il lavoro degli
inquirenti e della Guardia di finanza, che in
questo modo hanno potuto verificare lo stato
dell’arte e, quindi, avviare l’indagine di cui
abbiamo letto tutti sui giornali, inchiesta che
l’attuale management di COTRAL ha, per
quello che poteva, da una parte sollecitato
con esposti, con ripetuti esposti, soprattutto
rispetto agli autobus, e non so se vi ricordate,
ma l’ho anche detto qui in varie sedute degli
esposti che il nuovo gruppo dirigente di
COTRAL aveva fatto sui casi degli autobus
che andavano a fuoco proprio per verificare
lo stato dell’arte, se c’erano state delle
mancanze nelle manutenzioni, e quindi per
aiutarci anche a capire come poter operare e
risanare l’azienda.
Aggiungo, inoltre, che nel giro di poco
tempo tra i primi atti che ha fatto il nuovo
management c’è stato quello della rotazione
di tutto il personale, rotazione che non è stata
indolore e ha avuto anche qui dentro delle
ripercussioni, question time e polemiche, ma
che ha aiutato sicuramente l’azienda ad
affrontare in modo nuovo tutti questi aspetti.
È un lavoro in corso, che però ci ha portato
a risanare COTRAL, oggi COTRAL è
un’azienda che è strutturalmente in pareggio,
e ad aumentare le frequenze e la qualità del
servizio, in particolare con i 340 autobus che
oggi abbiamo.
Nel merito delle tre questioni che lei mi ha
dato, siccome la sua interrogazione era
invece generale, me le dà e sarà mia cura
farle avere una spiegazione dettagliata,
perché chiaramente non essendo scritto
nell’interrogazione
non
ho
chiesto
informazioni in merito. Grazie.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la
consigliera Blasi. Ne ha facoltà.
BLASI (M5s). Grazie, Presidente. In realtà
non posso ritenermi soddisfatta di questa
risposta, perché l’Assessore in pratica ci ha
detto che dal 2013 ad oggi ci sono state solo
gare per l’affidamento del servizio di
manutenzione. In realtà, quello che è
successo è il contrario, vale a dire che ci sono
stati, invece, affidamenti diretti. Lei, invece,
ci viene a dire che non è successo questo e
quello che è successo è solamente gara da
quando si è insediato il nuovo management
dal 2013.
Risponderemo con dati e documenti a
questo che lei ci ha portato in Aula, in quanto
Atti consiliari
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Regione Lazio
X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017
in realtà ci risulta diversa la situazione.
Chiaramente lei non ha risposto poi alle
situazioni specifiche che le ho detto ma, al di
là di una valutazione tecnica, io avendole
citate mi aspettavo una valutazione politica,
cioè anche l’opportunità poi di affidare il
servizio di redazione dei cedolini buste paga
da parte di un’azienda come COTRAL a un
ente esterno, oppure all’accertamento
psicoattitudinale, che comunque può essere
fatto dal Servizio sanitario nazionale, anzi è
obbligo che venga fatto prioritariamente dal
Servizio sanitario nazionale, viene affidato a
terzi.
Al di là di una valutazione tecnica dunque
c’era comunque una valutazione politica da
fare, rispetto a quanto detto e a quanto citato.
Lei più volte in quest’Aula ha fatto
riferimento al COTRAL, parlando al plurale,
“noi”: noi siamo, noi facciamo, noi abbiamo
fatto. Quindi ritengo che ci sia un’attenta
corrispondenza e un attento lavoro, o
comunque una presenza dell’Assessore
nell’azienda COTRAL.
Capisco, da queste parole, che l’Assessore
conosce la situazione di COTRAL in tutto e
per tutto e che quindi se c’è stato o non c’è
stato il controllo analogo, non è stato molto
chiaro da quello che lei ha detto. Dice che ci
sono stati degli esposti dell’azienda rispetto
agli autobus che sono andati a fuoco, quindi
anche qui ci riserveremo poi di leggere questi
esposti che effettivamente sono stati prodotti
dall’azienda. Il dato che rimane è che in
effetti questi 340 autobus ancora oggi su
strada non ci sono. Gli autobus sono molti di
meno, ce ne risultano una ventina,
arriveranno nel corso del 2017. Quindi
parlare al presente di qualcosa che ancora
non c’è – arriveranno questi autobus – non ci
pare proprio opportuno.
Concludo dicendo che attendiamo questi
riscontri ulteriori che farà l’Assessore.
Grazie.
Interrogazione a risposta immediata n. 528
del giorno 1 dicembre 2016, proposta dal
consigliere
Santori,
concernente:
“Protocollo operativo sui prelievi e
accertamenti necessari nei casi di omicidio e
lesioni personali stradali gravi e gravissime
ex artt.589bis e 590bis L.N. 41/2016”
PRESIDENTE. Anticipiamo la n. 0.8 e
posticipiamo la n. 0 .2, quindi anticipiamo il
question time del consigliere Santori e
posticipiamo quella del consigliere Righini.
L’ordine del giorno, al punto 0.8, reca:
Interrogazione a risposta immediata n. 528
del giorno 1 dicembre 2016, proposta dal
consigliere Santori, concernente: “Protocollo
operativo sui prelievi e accertamenti
necessari nei casi di omicidio e lesioni
personali stradali gravi e gravissime ex
artt.589bis e 590bis L.N. 41/2016”
Prego, consigliere Santori, risponde
l’assessore Buschini. A seguire, facciamo
l’altra a cui risponde l’assessore Civita, la n.
0.13, ma non so se c’è il primo firmatario,
Aurigemma. Se ci fosse, l’anticipiamo.
Ha chiesto di parlare il consigliere Santori.
Ne ha facoltà.
SANTORI (FdI). Grazie, Presidente. Tenevo
a discutere questa interrogazione, anche in
vista della successiva legge che la
Capigruppo ha voluto mettere all’attenzione
di quest’Aula, cioè la questione della canapa.
Ritornando a questi temi legati ai protocolli
operativi sui prelievi e agli accertamenti
necessari nei casi di omicidio e lesioni
personali stradali, gravi e gravissimi, cioè
secondo le recentissime modifiche del Codice
della strada, di fatto la Regione Lazio, con un
DCA firmato dal presidente Zingaretti, ti
autorizza a farti una canna, a commettere un
incidente grave e a non essere controllato per
questo. Il DCA dice infatti sostanzialmente
che chi ha fumato cannabis che comunque
viene controllato, non deve necessariamente
commettere delle lesioni o omicidio stradale,
dal DCA, dal protocollo operativo, si evince
che non ci saranno controlli sulla cannabis,
cosa che non è prevista da nessun protocollo
scientifico.
Io mi sono stupito, leggendo questo DCA,
che comunque è stato un aspetto positivo per
questa Regione, perché è stata la prima
Atti consiliari
10
Regione Lazio
X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017
Regione a farlo, anche in collaborazione con
determinate procure della Repubblica. quindi
mi stupisco anche che sia sfuggito questo
passaggio alla magistratura o a chi se ne è
occupato, però si è inteso fornire indicazioni
chiare circa gli accertamenti dello stato di
ebbrezza e di alterazione da assunzione di
sostanze stupefacenti o psicotrope, alla luce
della disciplina di cui alla legge n. 41 del
2016, che ha introdotto appunto l’omicidio
stradale.
Nel decreto si dispone l’elencazione delle
sostanze principali da ricercare sul materiale
prelevato, ossia sangue o saliva, da parte dei
laboratori interessati. In seno alla suddetta
elencazione, non appaiono annoverati i
cannabinoidi. Le nuove misure previste per
l’introduzione del reato di omicidio stradale
valgono per tutti coloro che si mettono alla
guida sotto l’effetto di qualsiasi sostanza
illegale, cannabis inclusa. Peraltro, alcune
statistiche dicono che proprio il combinato
disposto tra cannabis e alcol genera la
maggior parte degli incidenti stradali, quindi
sembra assurdo, ma purtroppo, con questo
protocollo si è andati avanti in questo modo.
Comunque, i protocolli stilati dall’ASL
regionali precedenti all’introduzione delle
norme di cui alla 41 del 2016 contemplavano
proprio, tra le sostanze da ricercare, in tutti i
casi di accertamento sanitario i soggetti
coinvolti, anche i cannabinoidi. Quindi, è
stato un errore, è stato tolto volutamente. Io
spero che l’assessore ci dia una risposta
tecnica e se la risposta è positiva, cioè che
venga introdotto nel DCA i cannabinoidi o se
non è positiva spiegarci politicamente cosa
vuole fare. Capiamo che arriva alla letterina
dalla Direzione Salute, ma bisogna anche, a
mio avviso, in maniera coraggiosa, prendersi
delle responsabilità perché a noi sembra che
tutto questo vada in linea con quanto vuole
fare questa maggioranza di centrosinistra,
spesso anche sostenuta su questi temi (gli
immigrati, la droga libera) anche dal
Movimento 5 Stelle in alcuni casi.
Credo che sia, invece, opportuno cercare,
almeno sui controlli, perché se volete
liberalizzarla c’è una proposta di legge, anche
se non è l’emergenza di questo Paese, però
c’è una proposta di legge parlamentare che
sta
andando
nella
direzione
della
legalizzazione della cannabis e questo rischia
di impattare gravemente sull’applicabilità
dell’omicidio stradale in combinato disposto
con quanto voi avete deciso, o meglio
Zingaretti, firmando il DCA del 27 settembre
del 2016.
L’introduzione del reato di omicidio
stradale è stata fortemente richiesta dai
cittadini come misura di giustizia atta a
dirimere i tanti casi in guida in stato di
ebbrezza, ma altresì in stato di alterazione
dovuta
all’assunzione
di
sostanze
stupefacenti o psicotrope.
Prima dell’introduzione di questa legge non
era obbligatorio questo controllo. Poi era il
magistrato a valutare il comportamento del
soggetto. Adesso, con l’introduzione
dell’omicidio stradale il soggetto che ha
causato l’incidente o deve essere contratto
viene, in maniera coatta, portato all’interno
degli ospedali preposti per i controlli
all’interno dei laboratori. Fanno tutti questi
controlli, tranne la cannabis. Magari ha
causato un incidente fumando una canna e
questa persona non viene controllata. Non
solo, il medico non lo può fare neanche di
sua sponte perché altrimenti viene anche
denunciato per violazione della privacy.
Ripeto, questa Regione autorizza a
comportarsi in questo modo e ritengo che sia
una cosa assurda.
Interroghiamo il Presidente della Giunta –
ha già detto l’Assessore competente Buschini
che risponderà spero in maniera oltre che
tecnica anche politica – per sapere se è
intenzione di questa Amministrazione
modificare o integrare il DCA di cui nelle
premesse, includendo anche i cannabinoidi
tra le sostanze principali da ricercare in tutti i
casi di accertamento circa lo stato di ebbrezza
e di alterazione, così da non inficiare sulla
legge nazionale molto importante che ha
introdotto l’omicidio stradale. Grazie.
PRESIDENTE. Ha chiesto di
l’assessore Buschini. Ne ha facoltà.
parlare
Atti consiliari
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Regione Lazio
X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017
BUSCHINI, Assessore. Grazie, Presidente.
Oltre che dalla lettura dell’interrogazione,
anche dalla illustrazione della interrogazione
fatta dal consigliere Santori, la risposta è
breve e anche molto semplice, ma altrettanto
chiara.
La
Direzione
Salute
sta
predisponendo una nota contenente le
indicazioni
applicative
del
decreto
commissariale al quale anche il Consigliere
faceva riferimento, cioè il 288 del 2016 con il
quale è stato approvato il protocollo
operativo
che
viene
riportato
nell’interrogazione e che è stata oggetto della
illustrazione.
Considerato che nelle tabelle allegate al
decreto della legge 36 del 20 marzo 2014 i
cannabinoidi sono inseriti tra le sostanze
stupefacenti o psicotrope sottoposte alla
vigilanza e al controllo del Ministero della
salute, a questo punto la Direzione includerà
anche i cannabinoidi tra le sostanze principali
da ricercare in tutti i casi di accertamenti
circa lo stato di ebbrezza o alterazione da
assunzione di sostanze stupefacenti o
psicotrope nelle ipotesi introdotte nella legge
richiamata e della quale conosciamo
l’importanza, che è l’articolo 539-bis e 590bis.
(Segue t. 2)
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il
consigliere Santori. Ne ha facoltà.
SANTORI (FdI). Grazie, Presidente.
Mi ritengo soddisfatto della risposta, fino a
prova contraria, nel senso che, assessore
Buschini, attendo magari la trasmissione di
questa nota operativa della Direzione Salute
ai vari laboratori che sono coinvolti in questa
azione di controllo.
Mi ritengo soddisfatto anche se, Assessore,
alcune volte è anche opportuno magari dire
“ci siamo sbagliati, in questo protocollo
operativo
non
abbiamo
inserito
i
cannabinoidi, faremo una nota operativa”,
perché il protocollo operativo è già un
protocollo operativo, cioè una nota che serve
a dire agli uffici competenti come agire. Non
è che si fa una nota del protocollo operativo,
perché sennò qui stiamo tutte le volte a fare
note su note, ad aprire tavoli e a fare cose
che, lo ripeto, fanno solo perdere tempo.
Quindi avrei apprezzato di più – devo
essere sincero – il fatto che gli uffici avessero
riconosciuto all’Assessore l’errore di aver
dimenticato i cannabinoidi all’interno del
protocollo operativo. Forse anche così è una
forma per salvare capra e cavoli, cioè
sostanzialmente dire “faremo una successiva
nota”, però di fatto c’è una soddisfazione,
perché l’importante è il risultato, cioè quello
del controllo, e quindi ringrazio la Giunta e
gli uffici per questo reinserimento. Attendo la
nota ufficiale, che spero di poterla avere non
appena viene inviata, perché intanto in questo
periodo, da quando è stato fatto il DCA, da
settembre ad oggi, sostanzialmente nessuno è
stato controllato per i cannabinoidi.
Spero che questa nota venga fatta oggi, o
domani al massimo, e che finalmente chi è
interessato, quindi i nostri medici che
controllano, siano realmente indirizzati in
questa direzione, nella speranza che non ci
siano più errori così madornali, ma possono
capitare sicuramente. Però, di fatto la
sostanza è che in tempi brevi spero che possa
essere risolto questo problema che Fratelli
d’Italia ha posto all’attenzione della Giunta.
Grazie.
Interrogazione a risposta immediata n. 546
del giorno 13 gennaio 2017, proposta dal
consigliere
Aurigemma,
concernente:
“Stazione ferroviaria Val d’Ala”
PRESIDENTE. L’ordine del giorno, al punto
0.13, reca: Interrogazione a risposta
immediata n. 546 del giorno 13 gennaio
2017, proposta dal consigliere Aurigemma,
concernente: “Stazione ferroviaria Val
d’Ala”.
Ha chiesto di parlare il consigliere
Aurigemma. Ne ha facoltà.
AURIGEMMA (PdL-FI). Grazie, Presidente.
Sarò
molto breve perché
questa
interrogazione è stata già oggetto di altre
12
Atti consiliari
Regione Lazio
X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017
interrogazioni all’interno dell’Aula, per la
precisione è stata fatta un’interrogazione nel
gennaio 2015, circa due anni fa. Vorrei
sapere dall’Assessore se ha notizie in merito
alla riapertura della Stazione Val d’Ala, che è
una stazione che serve un quartiere molto
popoloso di Roma, quello sito tra la Salaria e
la Nomentana, che ha un numeroso afflusso
di persone e che di punto in bianco da tre
anni non è più funzionante in quanto oggetto
di qualche intervento.
Le chiedo, quindi, se ci sono novità rispetto
ai quesiti posti due anni fa, i quali purtroppo,
ahimè, ancora oggi sono privi di
realizzazione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di
l’assessore Civita. Ne ha facoltà.
parlare
CIVITA, Assessore. Rispetto alla questione
posta, che il consigliere Aurigemma aveva
già posto in altra precedente interrogazione,
come ricordava, gli interventi per quanto
riguarda la fermata di Val d’Ala, che è una
fermata particolare perché, quando fu aperta,
prima dell’inaugurazione del prolungamento
della B1 a Conca d’Oro, è un tratto
ferroviario che arriva alla stazione Tiburtina
deviando dalla FL2 e che si attesta su un
binario morto, che finisce alla stazione
Tiburtina.
I lavori di cui parlavo nel 2015 sono lavori
che sono serviti e sono stati già fatti per
quanto riguarda smistamento perché, come
lei sa, Consigliere, nel breve, anche se
tortuoso tragitto, il treno poi deve girare a
smistamento, e lo smistamento è di proprietà
di Trenitalia, è uno dei pochi impianti che è
totalmente di proprietà di Trenitalia. Questi
lavori sono stati fatti, altri se ne stanno
facendo, smistamento a Salario è un’area
molto grande di proprietà di Trenitalia, dove
Trenitalia
svolge
varie
attività
di
manutenzione di tutto il suo parco mezzi.
Quindi, oggi sarebbe teoricamente possibile
ripristinare questo piccolo tronchetto.
Noi abbiamo messo in campo due
iniziative, da marzo. Abbiamo sentito prima
il Comune di Roma, poi il municipio e dopo
l’Agenzia Roma Servizi per la mobilità per
fare uno studio, perché quella attuale,
soprattutto
dopo
l’inaugurazione
del
prolungamento della B1 è stata poco
utilizzata come stazione ferroviaria.
L’Agenzia Roma Servizi per la mobilità si
è impegnata a fare uno studio della mobilità,
tra l’altro pensando anche di prolungare
l’attuale attestamento degli autobus che sta di
fronte alla fermata della metropolitana fino
alla stazione davanti al piazzale della
stazione, proprio per aiutare l’interscambio
con la metro.
Noi siamo in attesa. Adesso risolleciteremo
l’attuale Amministrazione e l’Agenzia Roma
Servizi per la mobilità per sapere, perché
vorremmo anche conoscere un loro
orientamento sulla riapertura della Stazione
di Val d’Ala.
In secondo luogo, siccome con FS si sta
ragionando sull’insieme delle attività e delle
funzioni, dopo il famoso incendio della
stazione Tiburtina, abbiamo insistito, e RFI
ha avviato la progettazione, per fare in modo
che il binario su cui si attesta il treno che
arriva da Val d’Ala non sia un binario morto,
che cioè non è interconnesso alla rete, ma
possa essere interconnesso alla rete. Questo è
utile, soprattutto per la riapertura della
stazione Val d’Ala, ma è utile anche più in
generale, perché permette una migliore
organizzazione della stazione stessa. È un
intervento molto costoso, RFI ci ha detto che
il costo di questo intervento è di circa 10
milioni di euro. Noi gli abbiamo chiesto di
metterlo in programmazione, quindi è stata
progettata ed è in programmazione per
quanto riguarda i finanziamenti che
dovrebbero arrivare nel contratto di
programma tra RFI e Stato 2017-2020.
Sarà comunque mia cura informare di
queste due questioni, cioè della valutazione
che dà il Comune di Roma e del Piano della
mobilità che l’Agenzia Roma Servizi per la
mobilità sta facendo per interconnettere,
quindi per aiutare l’uso, da parte dei cittadini,
di quel quadrante, non solo della metro B,
un’opera importante e molto frequentata, ma
anche della stazione, che come lei sa sta a
Atti consiliari
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Regione Lazio
X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017
circa un chilometro (adesso, posso sbagliare
di qualche metro). Per esempio, noi avevamo
immaginato, lo ripeto, un prolungamento e
l’attestamento del capolinea degli autobus.
La questione RFI riguarda un intervento,
ripeto, importante per Val d’Ala, ma in
generale è importante per la riorganizzazione
della Stazione FS Tiburtina, il cui costo però
è significativo. RFI ci dice che è di circa 10
milioni di euro, che è in programmazione,
quindi noi l’abbiamo richiesto. Il progetto lo
hanno fatto e quindi adesso è in
programmazione.
Sarà mia cura informarla degli ulteriori
sviluppi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il
consigliere Aurigemma. Ne ha facoltà.
AURIGEMMA (PdL-FI). Grazie, Presidente.
Presidente, noi abbiamo la facoltà di poter
fare queste interrogazioni dentro l’Aula per
poter svolgere la nostra attività istituzionale e
fare da tramite con i cittadini.
Io due anni fa non ho fatto altro che
comunicare ai cittadini le dichiarazioni
dell’assessore Civita, che leggo: “questi
lavori risultano in fase di ultimazione e nel
giro di due-tre mesi dovrebbero terminare. È
nostra intenzione riattivare la stazione”: non
sono passati solo due o tre mesi, ma dopo due
anni,
sentirsi
dire
che
dobbiamo
riprogrammare le attività, vuol dire che
l’interrogazione che abbiamo fatto due anni
fa, non voglio arrivare al punto di dire che
l’Assessore ci ha preso in giro, però penso e
presumo che sicuramente la risposta che ci ha
dato due anni fa è completamente diversa da
quella di oggi.
Non possiamo demandare il problema
all’Agenzia della mobilità e a Roma Capitale,
che di problemi ne ha ben altri. La distanza è
a 1 chilometro e 144 metri per la precisione,
ma al di là della distanza, è una stazione dove
la gente a piedi entra e va verso i
collegamenti e gli scambi ferroviari perché
arriva a raggiunge la stazione Tiburtina. È
una stazione dove passa il treno Fara SabinaFiumicino. Penso che la Regione dovrebbe
intervenire in maniera diversa, non
continuando a fare scaricabarile con il
Comune di Roma, perché fare un servizio di
1 chilometro 100 metri, avanti e indietro, lei
sa benissimo che nelle ore di punta produce
nell’arco annuale una quantità di chilometri
vettura che andrebbe a caricare ulteriormente
ATAC che non è in grado né con i mezzi, né
con quant’altro di svolgere il servizio minimo
indispensabile.
Assessore,
onestamente
non
resto
assolutamente soddisfatto dell’intervento, ma
più che altro per il metodo con cui si continua
ad
intervenire
sulle
interrogazioni
trasformandole come ad una sorta di rotture
di scatole che fanno i Consiglieri per cercare
di dare risposte ai cittadini che hanno qualche
difficoltà. Quindi, che oggi io vengo a sapere
che l’attività non è in programmazione
perché, da quello che ho capito, non risulta
finanziata e l’intervento di 10 milioni di euro
sicuramente dovremo andare a spiegare,
quando andiamo a inaugurare sia i treni che i
pullman che forse avremo treni e pullman
nuovi, ma continuiamo a tagliare i servizi per
comprare treni e pullman nuovi, perché
questo era un contratto di servizio con
Trenitalia.
Oggi questo contratto di servizio, che
produce chilometri e che la Regione paga,
non viene più svolto. Quindi, la Regione ha
tagliato di fatto un servizio ulteriore sul
trasporto che adesso diventa un’altra volta un
problema di Roma Capitale.
Io non voglio difendere la Raggi, però non
può essere che il problema sia sempre
scaricato su Roma Capitale che svolge, e
continua a svolgere, circa il 70 per cento del
trasporto pubblico regionale e continua a non
essere finanziata per uguale importo dal
Fondo nazionale trasporti. Personalmente non
farò altro che informare i Comitati dei
pendolari, che lei avrebbe dovuto incontrare
nel gennaio del 2015, come ha risposto
all’interrogazione, per dire che non c’è il
finanziamento sulla riapertura della stazione,
non ci sarà sicuramente a breve la possibilità
di riattivare un servizio regionale, perché
quello era un servizio regionale perché si
Atti consiliari
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Regione Lazio
X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017
parla di trasporto su ferro ed è demandato
alla
Regione,
ma
soprattutto
che
l’attendibilità
delle
sue
risposte
e
l’affidabilità delle sue risposte nei quesiti e
nelle interrogazioni che vengono poste
continuano ad essere completamente diverse
nel corso del tempo, perché io pensavo che
oggi si arrivasse a problematiche di natura
tecnica, non al mancato finanziamento di
risorse, perché nell’interrogazione precedente
si diceva che i lavori si stanno ultimando e
sarebbero finiti. Quindi, si presumeva che il
finanziamento già fosse stato erogato e
l’ultimazione dei lavori portasse alla
riapertura.
Oggi io non comprendo e onestamente,
Assessore, non capisco neanche come mai il
progetto inizialmente già finanziato sia stato
definanziato e come mai i lavori non siano
partiti. Riorganizzare un servizio di trasporto
dal Val D’Ala a Conca D’Oro siamo tutti
quanti consapevoli di poterlo fare, ma il
problema continua a rimanere in capo alla
Regione, non al Comune di Roma.
Quella è una stazione chiusa, è una stazione
che ha la fortuna di insistere all’interno di un
quartiere, quindi la gente ci va a piedi. Non
vedo perché dobbiamo utilizzare altri mezzi
del trasporto pubblico per collegarli in altre
sedi o in altre parti. Onestamente faremo e
attueremo tutte le attività o le azioni per
tutela nell’interesse dei cittadini di quel
quadrante di Roma che sono stati privati dalla
Regione Lazio e non dal Comune di Roma,
perché chi fa il contratto di servizio con
Trenitalia è la Regione Lazio non è il
Comune di Roma, di un servizio importante e
forse sarebbe il caso di comunicarlo anche
alla gente quando andate a inaugurare i vari
treni nuovi o i mezzi nuovi che inaugurate
all’interno dei depositi della nostra Regione
spiegando che questo mezzo per poterlo
comprare abbiamo tagliato un pezzo del
trasporto pubblico nel quartiere di Roma,
quest’altro mezzo per poterlo comprare
abbiamo tagliato la fermata della stazione di
Minturno, lì a Latina, dove i pendolari si
lamentano oppure quest’altro mezzo per
comprarlo abbiamo rimodulato una serie di
servizi tra cui i tagli del trasporto su gomma
nella zona della Valle dell’Aniene.
Questo è quello che sta avvenendo.
Purtroppo ne prendiamo atto e ci
comporteremo di conseguenza.
Interrogazione a risposta immediata n. 538
del giorno 9 gennaio 2017, proposta dal
consigliere Malcotti concernente “Istituzione
servizio di pronta disponibilità ASL RM 5”
PRESIDENTE. L’ordine del giorno, al punto
0.3, reca: Interrogazione a risposta immediata
n. 538 del giorno 9 gennaio 2017, proposta
dal
consigliere
Malcotti
concernente
“Istituzione servizio di pronta disponibilità
ASL RM 5”.
Ha chiesto di parlare il consigliere
Malcotti. Ne ha facoltà.
MALCOTTI (Ci). Grazie, Presidente.
L’interrogazione riguarda la situazione del
personale dell’ospedale di Colleferro. In
realtà, un ragionamento molto analogo
potrebbe essere replicato su tante altre
strutture del genere, ma in questo caso
raccogliamo la segnalazione del personale
infermieristico dell’ASL RM/5 e degli
ospedali di Colleferro, Tivoli, Palestrina e
Subiaco.
Qual è la situazione? La situazione è che,
come è noto per tutte le vicende che
riguardano notoriamente la sanità, il blocco
del turnover e le carenze di personale,
abbiamo una inadeguatezza numerica del
personale in servizio.
La situazione è spesso molto drammatica,
nel senso che a molti operatori, in particolare
a quelli del settore infermieristico, capita che,
dopo aver fatto tutto il turno di servizio, non
arrivi il cambio, e quindi sono costretti, per
non lasciare scoperto il servizio, a rimanere
anche oltre le tredici ore massime
consecutive che sono ammesse dalla legge,
posto che tredici ore sono già un limite molto
elevato specialmente per servizi che hanno
un impatto e comportano un impegno
piuttosto gravoso. Succede, dunque, che non
arrivino i cambi e restino più delle ore
Atti consiliari
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Regione Lazio
X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017
consentite. L’ultima segnalazione che ho
raccolto è quella di ieri, dove personale
infermieristico di ortopedia dell’ospedale di
Colleferro è stato costretto a rimanere in
servizio anche in questo caso oltre le tredici
ore consentite dalla legge.
Non solo, quello che accade è che l’ufficio
che gestisce in questi casi anche il personale
dell’ospedale, per esempio quello di
Colleferro, giustamente, perché così è
organizzato, chiude alle ore 16 nei giorni
feriali e chiude nei giorni festivi e il sabato e
la domenica, quindi in particolare questi
soggetti rimangono senza alcun interlocutore,
senza un superiore al quale segnalare
l’emergenza
addirittura
dal
venerdì
pomeriggio, alle ore 16 o 17, fino a lunedì
mattina. Quindi, quello che accade nella
concretezza è che si arriva al fatto che il
personale comincia ad attaccarsi al telefono e
a cercarsi da solo le sostituzioni.
Alcune organizzazioni sindacali hanno
chiesto l’istituzione di un servizio di pronta
disponibilità, cosa che viene fatta in tante
realtà, e cioè di un ufficio che tenga
costantemente delle persone con dei
meccanismi di reperibilità per consentire di
fare le sostituzioni nelle situazioni di
emergenza. Questa richiesta è stata fatta alla
Direzione generale dell’ASL RM/5 nel
settembre 2016, nell’ottobre 2016, ma la
Direzione non ha mai ritenuto di dover
rispondere.
Quindi, la domanda che rivolgiamo alla
Giunta è se la Regione Lazio non ritenga di
dover intervenire per sollecitare l’ASL RM/5
a istituire, come avviene, lo ripeto, in altre
situazioni, un servizio di pronta disponibilità
della
Direzione
sanitaria,
Ufficio
infermieristico, e colmare così delle carenze
di personale e questi disagi organizzativi.
Concludo dicendo che vorrei che questo
intervento fosse fatto per evitare di essere
costretti poi a farlo il giorno dopo che è
avvenuto un fatto di cronaca. Se si riesce a
intervenire prima che si verifichi l’ennesima
tragedia, dove si scopre che magari qualcuno
ha avuto un danno perché non c’era la
copertura di servizio o c’era qualcuno che era
in servizio da 15, 16, 18 o 20 ore, sarebbe
cosa buona e giusta.
PRESIDENTE. Ha chiesto di
l’assessore Buschini. Ne ha facoltà.
parlare
BUSCHINI, Assessore. Grazie, Presidente.
Partiamo da un presupposto. Quanto a
ricordarlo, ovviamente lo faccio quasi ogni
volta che si affronta il tema del personale e
delle assunzioni nella sanità. Io ricordo
sempre, lo dico al Consigliere, di questo
abbiamo anche discusso personalmente, il
punto dal quale siamo partiti: è la carenza di
organico dovuta alla situazione che
conosciamo,
in
particolare
il
commissariamento e la fase che abbiamo
avviato nel corso di questi anni.
Si potrebbe generalizzare la discussione,
farla su scala più ampia, a partire dalle
aziende locali che magari riguardano territori
provinciali. Guardando nello specifico, il
caso della ASL RM/5, innanzitutto, nel corso
dell’anno 2016 questa ASL è stata
autorizzata
all’assunzione
di
dieci
collaboratori professionali sanitari, che sono
infermieri, con decreto del Commissario ad
acta n. 403 del 23 dicembre 2016. È stato
approvato il budget assunzione per l’anno
2017, che contiene sia le procedure di
stabilizzazione ex DPCM 6 marzo 2015, sia
l’autorizzazione per l’assunzione di nuovo
personale.
Dettagliando questa duplice autorizzazione
per l’ASL RM/5 parliamo di 37 posti per
assunzione di nuovo personale di differenti
discipline e profili riservati all’azienda
nell’ambito delle procedure concorsuali
previste dall’articolo 1, comma 543 della
legge n. 208 del 2015, che abbiamo citato
prima,
cioè
procedura
concorsuale
(potremmo definirla normale), con riserva dei
posti secondo i requisiti previsti dal
medesimo comma 543.
A questo si aggiungono 36 posti di varie
discipline e profili, come previsto dal DPCM
del 6 marzo 2015, per il processo di
stabilizzazione. Questa è invece una
procedura riservata ai precari in possesso dei
Atti consiliari
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Regione Lazio
X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017
requisiti che sono previsti nella normativa. A
questo aggiungiamo una considerazione,
visto che stiamo parlando di una ASL nello
specifico: per questa ASL è previsto un
impegno economico di più di 5 milioni (poi
nel dettaglio se vuole, Consigliere, le
consegno la scheda che mi ha fornito la
direzione) che è il budget per la parte 2017,
per il livello assunzionale, più elevato tra i
budget che sono stati assegnati alle ASL del
Lazio.
Nello
specifico,
quindi,
sulla
preoccupazione di carenza di organico e sulla
fase assunzionale del personale rispetto a
questa ASL, possiamo dire che l’iniziativa
dell’assegnazione del budget 2017 già
comunicato alla ASL consente di avviare una
fase positiva rispetto alla carenza di
personale. Per le altre difficoltà di
organizzazione,
che
nell’esposizione
dell’interrogazione il Consigliere ha elencato,
mi riservo ovviamente di trasmettere questa
nota alla direzione, e magari per iscritto, nei
prossimi giorni, Consigliere, e di poterle dare
anche una risposta puntuale su fatti che ha
aggiunto nell’esposizione dell’interrogazione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il
consigliere Malcotti. Ne ha facoltà.
MALCOTTI (Ci). Grazie, Presidente.
Sicuramente la mia interrogazione non
aveva posto la questione della carenza del
personale in maniera generica, né il dibattito
sulle difficoltà economiche del personale
della sanità nella nostra Regione sono note.
Assessore, però, la mia interrogazione
trattava di una richiesta molto precisa, che
era ovviamente contingente rispetto a questo
problema cronico.
Si diceva: abbiamo un’emergenza di
carenza del personale, c’è una proposta che
può colmare almeno parzialmente dal punto
di vista organizzativo e non scaricare sui
singoli
operatori
infermieristici
la
responsabilità di fare i turni che sono contro
la legge, la Direzione generale della ASL è
stata sollecitata ad istituire questo servizio,
non lo ha fatto. Io sono contento che
verranno assunte delle persone eccetera
eccetera, ma ovviamente tutto questo
comporterà e avrà dei tempi importanti, come
è normale che sia, o comunque di un certo
rilievo. Non so se saranno sufficienti. La mia
richiesta è una richiesta più semplice, invito
rispetto alla segnalazione sulla quale si è reso
disponibile nei confronti della ASL, qui il
problema è perché avere alcune persone che
hanno un servizio di pronta reperibilità e che
di fronte a quello che è successo ieri o che
però
succede
costantemente
e
quotidianamente, a cui l’infermiere che ha
fatto tredici ore e magari deve fare un
tragitto con la neve per provare a tornare a
casa, ci sia qualcuno che gli trova un cambio
invece che deve essere lui a cominciare a
telefonare a casa dei colleghi per vedere se
c’è uno che è così gentile da fargli la cortesia
di consentirgli di smontare.
Credo che, come avviene in tante altre
strutture sanitarie, l’istituzione di un servizio
di pronta reperibilità sia una cosa semplice da
fare, non difficile da organizzare, con dei
costi che sono l’indennità di pronta
reperibilità tutto sommato contenuti rispetto
al disagio, sia per gli utenti che per i
lavoratori. Quindi, su questo pezzo mi
dichiaro molto insoddisfatto e mi auguro che,
invece, ci sia un intervento nei prossimi
giorni e continueremo a sollecitare l’ASL
perché questo avvenga.
Interrogazione a risposta immediata n. 540
del giorno 10 gennaio 2017, proposta dal
consigliere Tarzia concernente “Ricoveri per
animali nei Comuni di Amatrice ed
Accumoli”
PRESIDENTE. L’ordine del giorno, al punto
0.4, reca: Interrogazione a risposta immediata
n. 540 del giorno 10 gennaio 2017, proposta
dal consigliere Tarzia concernente “Ricoveri
per animali nei Comuni di Amatrice ed
Accumoli”.
Ha chiesto di parlare la consigliera Tarzia.
Ne ha facoltà.
TARZIA (LS). Grazie, Presidente. Alla luce
Atti consiliari
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di queste nuove scosse di terremoto che si
sono verificate ieri è complicato intervenire
su questo tema, perché era un’interrogazione
che io ovviamente avevo predisposto per una
serie di domande. Comunque resterò al tema
dell’interrogazione, nonostante ovviamente
quanto avvenuto ieri allarghi il campo delle
domande a cui si dovrebbe dare risposta.
Come è noto, a seguito del sisma del 24
agosto e delle successive violenti scosse di
ottobre soprattutto nelle zone terremotate di
Amatrice e Accumoli, molte persone sono
rimaste ad abitare sul luogo, anche se in
situazioni disagiate e particolarmente gli
allevatori che sono stati costretti ad accudire
il bestiame in condizioni proibitive proprio
per continuare a vivere, per proseguire la
propria attività economica, che è l’unica
fonte di sostentamento.
La situazione è stata aggravata naturalmente
dalle
condizioni
meteorologiche.
Sicuramente è un inverno particolarmente
cattivo da questo punto di vista, però lì
nevica sempre d’inverno. Era comunque
prevedibile che ci sarebbe stato un
peggioramento del clima. Negli ultimi giorni
poi stanno emergendo pesanti dubbi sulla
gestione delle macerie, cioè particolarmente
sulle modalità di smaltimento dei rifiuti
speciali, ma le perplessità maggiori
riguardano i gravi ritardi, nonostante il
maltempo, nella consegna dei ricoveri e stalle
per gli animali e delle casette per gli
allevatori.
(segue t. 3)
In alcune frazioni, come hanno denunciato
alcuni comitati, la situazione addirittura è la
stessa del 24 agosto, non c’è comunicazione,
il freddo ha bloccato ogni iniziativa a
risollevare l’economia locale.
Solo il 16 gennaio, cioè tre giorni fa,
l’assessore Hausmann ha comunicato
l’installazione di alcune tecnostrutture. Poi il
giorno dopo ha proclamato a mezzo stampa
che “si assicurerà la fornitura straordinaria di
fieno, di paglia e di mangime per il bestiame
e saranno allestiti punti di distribuzione sul
territorio per consentire agli allevatori un
tempestivo rifornimento”.
Ecco, il problema non sta tanto nelle
modalità, sulle quali comunque si potrebbe
discutere, ma nella tempistica degli interventi
messi in atto. Esperienze del passato ci
testimoniano che ci sarebbe stato tutto il
tempo per evitare di lasciare in balia del
freddo e del gelo anche gli allevatori.
In virtù dell’ordinanza n. 5 del 28
novembre
2016
del
Commissario
straordinario per la ricostruzione, volta a
tamponare proprio l’emergenza degli
allevatori, la Giunta regionale avrebbe già
dovuto
autorizzare
la
fornitura
e
l’installazione di impianti temporanei per gli
allevatori e i loro greggi. La stessa Coldiretti
ha denunciato, in più occasioni, come per
effetto del maltempo sia crollata del 50 per
cento la produzione di latte negli allevamenti
e che si è registrato un forte numero degli
aborti per lo stress termico cui sono
sottoposti gli animali. E non sarà certo la
determinazione di Giunta, stilata con
colpevole ritardo solo il 7 gennaio, a
risollevare le sorti di questi allevatori, che
oggi sono costretti a rimanere lì in condizioni
proibitive.
Il provvedimento dovrebbe offrire agli
agricoltori e agli allevatori delle zone colpite
la possibilità di provvedere direttamente
all’acquisto delle attrezzature produttive in
sostituzione di quelle danneggiate, ma allo
stato attuale è di difficile applicazione a
causa di mancanza di indicazioni chiare da
parte della Regione.
Il Lazio, secondo l’assessore Hausmann,
deve sopportare il forte ritardo nella fornitura
dei moduli per bovini di una delle ditte
vincitrici dell’appalto. Allora, la domanda
sorge spontanea (questo è il cuore
dell’interrogazione): dal 28 novembre al 7
gennaio l’Assessore e il presidente Zingaretti
non si erano accorti di niente? Tutti noi e
soprattutto le popolazioni terremotate ci
auguriamo che non nascano problemi per chi
ha già sostenuto spese per l’autonoma
sistemazione dei propri allevamenti e per chi
ha costruito da subito una stalla. Ma chi
Atti consiliari
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Regione Lazio
X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017
risarcirà, inoltre, gli allevatori che hanno
dovuto svendere il proprio bestiame, perché
non sapevano dove metterlo?
Con questa interrogazione, che – ahimè –
giunge in Aula, come dicevo all’inizio, con
una tempestività drammatica, vogliamo
conoscere i motivi che hanno comportato i
gravi ritardi nella consegna dei ricoveri per
gli animali da parte della ditta vincitrice della
gara indetta dalla Regione Lazio e le ragioni
per cui la determinazione è stata adottata solo
in seguito alle avverse condizioni
meteorologiche che hanno interessato le zone
colpite dal terremoto.
La procedura, stabilita nella determinazione
del 7 gennaio 2017, inoltre rappresenta
soltanto un ulteriore aggravio burocratico,
che non permette una rapida soluzione della
situazione, che è di estrema urgenza e sta
interessando tutti gli allevatori rimasti lì.
Le violente scosse di ieri, ovviamente,
hanno complicato ancora di più: le ultime
notizie parlano di ulteriori crolli, di famiglie
isolate e di danni ulteriori a stalle e ricoveri.
In ultimo, e chiudo, voglio aggiungere che,
nonostante le rassicurazioni della Regione
Lazio sulla operatività dei due PASS di
Accumoli e Amatrice, nella serata di ieri si è
appreso che il punto di assistenza sanitaria di
Amatrice è crollato a causa delle scosse e
dell’accumulo di neve.
Anche alla luce degli ultimi accadimenti,
mi domando e vi domandiamo quali
provvedimenti la Regione Lazio intende
mettere in atto per garantire un aiuto
immediato a queste famiglie e agli allevatori
delle zone terremotate. Le sole quattro
turbine evidentemente non possono bastare.
E, dopo le dichiarazioni nel question time di
ieri del ministro Finocchiaro, la quale ha
confermato il blocco dei 28 milioni
provenienti dalle donazioni SMS per il
terremoto, ecco a seguito di questa
dichiarazione, presidente Zingaretti, ci
domandiamo se non intenda sollecitare con
urgenza il Governo per consentire che quei
fondi siano da subito destinati alle
popolazioni flagellate dal terremoto e dal
maltempo. Queste persone hanno bisogno di
azioni pragmatiche, tempestive, immediate,
che possano garantire un aiuto immediato
attraverso
soprattutto,
Assessore,
la
semplificazione dell’iter burocratico, e non
provvedimenti spot che vengono adottati solo
dopo le energiche richieste d’aiuto dei
Sindaci dei paesi colpiti dal sisma.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE
CIARLA
(ore 11,18)
PRESIDENTE. Ha chiesto di
l’assessore Buschini. Ne ha facoltà.
parlare
BUSCHINI, Assessore. Signor Presidente,
l’interrogazione così come l’ha esposta la
Consigliera,
presenta
diversi
quesiti.
Proveremo a rispondere quesito per quesito,
ferma restando la situazione che la
Consigliera descriveva, che nel corso di
queste ultime ore si è ulteriormente aggravata
per le abbondanti nevicate, ma anche per
nuovi crolli che sono stati censiti nella
giornata di ieri, seppur nella difficoltà, per la
presenza importante di neve, indubbiamente
prevedibile, ma non per quantità e portata. È
una situazione, che così come l’ha descritta il
sindaco di Amatrice, con poche ma efficaci
parole, “è la peggiore situazione degli ultimi
anni,
anche
dal
punto
di
vista
meteorologico”.
Partiamo dal primo quesito, relativo ai
motivi del ritardo nella consegna dei ricoveri
per gli animali, che la consigliera ha posto
nella sua esposizione. La Regione, dopo aver
accolto le istanze di tutte le altre regioni
terremotate, cioè Abruzzo, Marche e Umbria,
ha bandito un accordo con tutte le autorità
coinvolte, una gara complessa nel rispetto dei
princìpi di legalità e trasparenza per
l’acquisto di quattro modelli di tensostrutture
di ricovero zootecnico.
Purtroppo si sta scontando grave ritardo da
parte dei fornitori delle strutture, che hanno
sottoscritto l’impegno a completare il
montaggio entro il 16 gennaio. Ad oggi sono
stati consegnati 65 moduli più sei strutture di
emergenza sugli 87 previsti per le imprese
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Regione Lazio
X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017
coinvolte del primo sisma il 24 agosto.
Per questo motivo è intervenuta l’ordinanza
Errani n. 5 del 28 novembre, poi se vuole le
consegno la scheda dettagliata, che ha
previsto il rimborso del 100 per cento per le
donazioni e per le attrezzature produttive ai
privati ed è stata sin da subito operative e le
imprese sono state informate sulla possibilità
di poterla utilizzare.
L’ordinanza, è bene ricordarlo, prevede il
possesso di tre requisiti fondamentali: la
certificazione del danno, la perizia di un
tecnico abilitato che certifichi che l’acquisto
del bene corrisponda al danno verificato e
l’accertamento, ovviamente, della congruità
del prezzo. Mentre per il primo, la
certificazione del danno, è potuta intervenire
subito la Regione Lazio, che ha fornito a tutte
le aziende delle zone terremotate la
certificazione, nel caso invece degli ulteriori
due requisiti producibili a cura delle aziende,
ovviamente il tecnico e la congruità del
prezzo, si sono verificate alcune difficoltà da
parte delle stesse imprese.
Per rispondere al secondo e al terzo quisito
che la consigliera pone nella sua
interrogazione, ossia i motivi del ritardo
nell’adozione della determinazione della
Regione Lazio rispetto all’ordinanza del
Commissario straordinario e le azioni da
mettere in campo per aiutare gli allevatori
attraverso la semplificazione dell’iter
burocratico, si ribadisce che l’ordinanza del
Commissario
straordinario
è
stata
immediatamente
applicabile,
e
la
determinazione regionale è intervenuta
proprio allo scopo di semplificare l’iter
burocratico, producendo la modulistica
necessaria
basata
in
gran
parte
sull’autodichiarazione del possesso dei
requisiti, in modo da accelerare gli
adempimenti da parte delle aziende e
annunciando l’ordinanza una serie di prezzari
già disponibili presso la Direzione
agricoltura, in maniera tale da coniugare la
tempistica e anche la congruità.
La determinazione quindi agevola il lavoro
dei tecnici che supportano le aziende nella
costruzione delle candidature per poter avere
il rimborso.
Tra l’altro c’è da segnalare che la Regione
Lazio è stata l’unica tra le regioni terremotate
ad emanare una determinazione in attuazione
dell’ordinanza Errani. Nello specifico, gli
agricoltori e gli allevatori interessati devono
presentare una domanda sulla base della
modulistica regionale all’area decentrata di
Rieti. Per facilitarne la raccolta proseguirà la
presenza nelle zone colpite degli uffici mobili
regionali.
È stata anche attivata, in piena
collaborazione con tutte le organizzazioni di
categoria, che sono state tempestivamente
informate sull’opportunità di questo secondo
binario di finanziamento, e che sono già
pienamente in grado di assistere le aziende
associate. Una volta presentata la domanda,
dopo un rapidissimo controllo effettuato dagli
uffici regionali e nel caso in cui la spesa sia
autorizzata, si procederà immediatamente al
pagamento.
Il produttore non deve sostenere alcuna
anticipazione, ma sarà sufficiente, al termine
dei lavori, presentare una fattura non
quietanzata del fornitore.
La Regione provvederà al pagamento
successivamente al produttore entro dieci
giorni dall’erogazione. Quindi, a quel punto
dovrà presentare la quietanza delle fatture.
Nella sua esposizione, Consigliera, faceva
cenno anche alla questione delle macerie.
Abbiamo avuto modo di chiarire – se magari
ce ne sarà occasione potrò farlo anche in
quest’Aula – rispetto all’intervento, alla
gestione e anche a livello di azione che si sta
facendo per una prima selezione in loco delle
macerie, il prelievo e il trasporto presso le
due aree che sono state autorizzate dai
Sindaci per una prima lavorazione delle
macerie stesse, in parte il recupero e in parte
per avviarla a successivo trattamento.
Non mi dilungo. Rispetto a questo, va
segnalato che la prima ordinanza dà la
possibilità alla Regione di poter intervenire
sulle macerie che si trovano su area pubblica
e quindi sostanzialmente in prima fase di
ripristinare innanzitutto la viabilità anche
all’interno delle zone rosse e affidare alla
Atti consiliari
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Regione Lazio
X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017
successiva ordinanza, cioè alla parte
applicativa sulla ricostruzione, il prelievo sul
resto delle macerie. Questo lavoro si è
scontrato in parte con zone dove, ad esempio,
non si poteva ancora accedere perché non vi
erano le possibilità di sicurezza per poter
lavorare, in parte rispetto a ordinanze dei
Sindaci di demolizione, perché anche nella
fase di prelievo su aree pubbliche in alcuni
casi si è dovuto procedere all’ordinanza di
demolizione perché magari vi erano degli
stabili privati che andavano demoliti per
poter prelevare anche su aree pubbliche.
Ultimo cenno sui quantitativi. Prima della
tempesta di neve parliamo di 6.000 tonnellate
su 20.000 di aree pubbliche su Accumoli e su
26.000 su 50.000 su Amatrice che sono già
state materialmente rimosse. Nella foto
drammatica dall’alto di Amatrice innevata si
vedono in alcuni casi gli assi principali che
sono stati liberati. Parlo della foto dall’alto
della zona rossa. Però, anche su questo, io sto
preparando una relazione dettagliata, anche
tecnica, che appena ultimata invierò per mail
a tutti i Consiglieri regionali.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la
consigliera Tarzia. Ne ha facoltà.
TARZIA (LS). Assessore, io la ringrazio
delle risposte, però non è pensabile che io
possa dire di essere soddisfatta, nel senso che
è sempre particolarmente crudele parlare di
questi fatti mentre ci sono persone che in
questo momento stanno vivendo un dramma
esistenziale. Noi stiamo riportando nel
dibattito di questo Consiglio regionale
problematiche a cui chiediamo risposta. Io
vorrei che lei ascoltasse il mio intervento non
vedendolo come chi sta dall’altra parte e
quindi vuole necessariamente mettervi in
difficoltà,
però
io
sinceramente
nell’ascoltarla mi sembrava che stavamo
guardando due film diversi. Lei ha riportato
passo passo quello che è stato fatto. Io,
mentre lei parlava, pensavo a tutte le cose, a
tutti gli incontri che ho fatto, le cose che mi
sono state raccontate e dicevo “Ma stiamo
parlando di due Paesi diversi, stiamo
parlando di due cose completamente
diverse”, perché non è quella la realtà.
Il problema prima di tutto è a monte. Voi
stessi riconoscete che c’è stato questo ritardo
della ditta, ma come si può pensare, di fronte
a situazioni così drammatiche di gente che
rischia di morire là, di accettare che passino
giorni. Già un giorno, due giorni, tre giorni…
Era previsto il 16 gennaio, se non sbaglio, lei
stesso ha detto. Insomma, tutta questa
situazione non può essere affrontata
semplicemente giustificando “questo lo
abbiamo fatto, questo lo abbiamo fatto,
questo lo abbiamo fatto”. Io vi chiederei un
supplemento in più. Per carità, è evidente, ci
siamo battuti tante volte perché ci sia il
rispetto delle regole, perché tutto avvenga in
trasparenza tramite gare, non c’è dubbio, ci
mancherebbe, ma va assolutamente aggiunto
quel supplemento d’anima che ci consente,
pur rimanendo nel rispetto delle regole, di
bypassare tanti lacci burocratici che
impediscono anche alle persone di capire che
cosa devono fare. Lei dice “è chiaro, abbiamo
fatto il modulo, eccetera”, ma non basta. Lì la
gente non sa a chi si deve rivolgere,
materialmente come deve fare. Forse
basterebbe poco. Lei ha parlato di uffici della
Regione presenti lì. Forse basterebbe mettere
delle persone che possano incontrare, aiutare
a compilare questi moduli, capire i problemi.
Forse basta poco.
Ma io vi chiedo davvero, oltre che di
preoccuparvi e di fare quello che dite, e sono
convinta che il Presidente starà mettendo in
atto, lo sappiamo che dal primo giorno sta lì,
l’Assessore non c’è presumo perché sia
impegnato proprio su questa emergenza, di
superare quelli che possono essere i ritardi
burocratici e di intervenire in maniera molto
dura nei confronti di quelle ditte che non
hanno rispettato i tempi di consegna. Questo
ve lo chiedo a nome di nessuno, non voglio
essere
portavoce
di
nessuno,
ma
semplicemente riportando in quest’Aula
quello che è il dramma di tante persone e di
tante famiglie nei paesi circostanti a Roma.
PRESIDENTE. Grazie, consigliera Tarzia.
Atti consiliari
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Regione Lazio
X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017
Interrogazione a risposta immediata n. 543
del giorno 13 gennaio 2017, proposta dal
consigliere
Storace
concernente
“Chiarimenti sulla mancata stabilizzazione
dei precari presso la ASL di Latina”
PRESIDENTE. L’ordine del giorno, al punto
0.5, reca: Interrogazione a risposta immediata
n. 543 del giorno 13 gennaio 2017, proposta
dal
consigliere
Storace
concernente
“Chiarimenti sulla mancata stabilizzazione
dei precari presso la ASL di Latina”.
L’interrogazione in oggetto, a firma del
consigliere Storace, è ritirata.
Interrogazione a risposta immediata n. 505
del giorno 2 novembre 2016, proposta dal
consigliere
Abbruzzese
concernente
“Gestione commissariale ATER del Lazio”
PRESIDENTE. L’ordine del giorno, al punto
0.7, reca: Interrogazione a risposta immediata
n. 505 del giorno 2 novembre 2016, proposta
dal consigliere Abbruzzese concernente
“Gestione commissariale ATER del Lazio”.
L’interrogazione in oggetto, a firma del
consigliere Abbruzzese, che ringrazio per la
comprensione, dato che non era pronta la
risposta, è rinviata.
Interrogazione a risposta immediata n. 547
del giorno 13 gennaio 2017, proposta dai
consiglieri Aurigemma, Abbruzzese, Palozzi
e Simeone concernente “Continui disservizi
COTRAL”
PRESIDENTE. Andiamo all’interrogazione
0.13, così liberiamo anche l’assessore Civita,
a firma del consigliere Aurigemma.
L’ordine del giorno, al punto 0.13, reca:
Interrogazione a risposta immediata n. 547
del giorno 13 gennaio 2017, proposta dai
consiglieri Aurigemma, Abbruzzese, Palozzi
e Simeone concernente “Continui disservizi
COTRAL”.
Ha chiesto di parlare il consigliere
Aurigemma. Ne ha facoltà.
AURIGEMMA (PdL-FI). Grazie, Presidente.
Anche qui intervengo in materia di
trasporti. Abbiamo visto, se non sbaglio, nei
primi di dicembre un nuovo piano presentato
da COTRAL sulla programmazione del
trasporto su gomma, affiancato da un nuovo
piano effettuato da Trenitalia, con
l’approvazione da parte della Regione Lazio,
sul trasporto su ferro. Dall’attuazione di
questo piano vediamo tutti i santi giorni su
giornali sia di cronaca nazionale che di
cronaca locale ripetersi una serie di lamentele
da parte non solo dei pendolari, da parte non
solo delle persone che usufruiscono del
trasporto pubblico sia su gomma che su ferro
della nostra regione, ma da parte anche di
autorevoli esponenti delle Amministrazioni
locali, e mi riferisco in particolar modo ai
Sindaci dei nostri 346 Comuni che
costantemente scrivono e si lamentano nei
confronti della Regione perché questa nuova
programmazione ha creato di fatto dei
disservizi. Basti pensare a quelli creati nei
Comuni di Soriano del Cimino o a quelli
della provincia reatina dove i ragazzi uscendo
da scuola hanno perso alcune coincidenze del
trasporto su gomma, per non parlare di quelli
del Sud Pontino dove addirittura hanno visto
sopprimersi alcune fermate.
Con questa interrogazione, Presidente,
volevo porre all’attenzione e volevo avere
risposte in merito a come si è svolta questa
pianificazione, se si è svolta ascoltando in
particolar modo le Amministrazioni locali,
che sono quelle che oggi si lamentano,
Amministrazioni anche di schieramento
politico simile a quello dell’attuale
maggioranza. Inoltre, volevo comprendere,
perché la notizia è di oggi, come mai nella
giornata di ieri la Regione Lazio ha disertato
l’incontro con i pendolari del sud pontino.
Sembra infatti che ci sia stato un incontro
organizzato e apprendo oggi dalla stampa,
quindi non so quale sia stata effettivamente la
motivazione che ha spinto la Regione a
questa mancata partecipazione con i
pendolari del sud pontino, nel comprendere e
capire come si è svolta la programmazione,
come si è svolto il taglio dei servizi, sia su
gomma che su ferro, e come intende
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Atti consiliari
Regione Lazio
X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017
provvedere la Regione, a seguito di queste
continue lettere che arrivano ormai non più
soltanto negli uffici di via Colombo ma penso
anche in quelli di via della Pisana, dove i
Sindaci dei Comuni scrivono di una
circostanziata mancanza di programmazione
e progettazione e una serie di disservizi che
sta creando questo nuovo piano nel trasporto
pubblico all’interno della nostra regione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di
l’assessore Civita. Ne ha facoltà.
parlare
CIVITA,
Assessore.
In
merito
all’interrogazione che lei ha presentato, che
riguarda unicamente le tre corse per studenti
da Viterbo a Soriano (quindi in primo luogo
rispondo, sennò si dice che uno non risponde,
Consigliere, poi ho visto che lei ha parlato di
tutt’altro), tutte delle ore 13,05, sono
attualmente in vigore. Il Comune di
Vitorchiano, però, ha presentato in azienda
una richiesta di potenziamento del servizio
per una località del suo territorio denominata
La Quercia, che recentemente ha avuto un
notevole incremento abitativo.
Nel prendere in esame questa proposta del
Comune di Vitorchiano, le tre corse che
partivano simultaneamente da Viterbo per
andare prima a Soriano, verificata la
domanda di mobilità, due sono rimaste
inalterate, verso il Comune di Soriano; la
terza (parlo sempre della corsa delle ore
13.05) è andata al Comune di Vitorchiano,
quindi è del tutto falso il fatto che noi
tagliamo corse. Le corse sono rimaste tre. Il
problema infatti non c’è stato dal lunedì al
venerdì, perché questo modello di servizio,
dal lunedì al venerdì è andato bene, e anche a
dire dei pendolari e dei Comuni di Soriano di
Vitorchiano, il problema c’è stato un sabato,
il primo sabato dopo l’entrata in esercizio,
perché le corse ovviamente sono di meno,
invece di tre sono due. L’unica corsa che
andava verso Soriano era insufficiente a
recepire.
Sono quindi state ripristinate per sabato le
tre corse, due che vanno a Soriano e una che
va a Vitorchiano, come concordato con un
tavolo, sia con il Comitato dei Pendolari, sia
coi Comuni. Sempre in questo tavolo con i
con i Comuni, il Comune di Soriano ha
chiesto di prolungare la terza corsa che va a
Vitorchiano fino al Comune di Soriano
facendo un altro tragitto per servire altre
frazioni. L’azienda ha in istruttoria anche
questa verifica.
In generale, non corrisponde a verità che
noi abbiamo tagliato alcun servizio di
Trenitalia. Prima si tagliavano i servizi, noi,
anzi, li abbiamo aumentati. Li stiamo
riverificando perché sono anni che non
venivano più riverificati i servizi di trasporto
e le reti di trasporto sia su ferro che su
gomma.
Tra l’altro, le corse soppresse sul totale
delle corse programmate del COTRAL prima
erano pari al 9 per cento, oggi sono pari allo
0,7 per cento. La media nazionale è dell’1 per
cento, che è la media fisiologica delle corse
programmate che un po’ vengono effettuate.
Non solo quindi non c’è stato un taglio, ma
c’è stato un aumento, perché prima le corse
programmate, quasi una su dieci, non
venivano effettuate.
Per quanto riguarda il sud pontino, il
problema del sud pontino, lo abbiamo detto
nelle riunioni con i Sindaci, anche con i
Comitati dei Pendolari, è un problema legato
soprattutto ai collegamenti pagati dalla
Regione Campania che arrivano da Napoli a
Roma, e della necessità che la Regione
Campania ha posto, di una velocizzazione di
questi servizi.
Anzi, nel contratto di servizio noi abbiamo
aumentato i servizi pagati dalla Regione
Lazio. Abbiamo subito detto che tutto ciò era
sperimentale, perché volevamo verificare
concretamente le ricadute. Lo abbiamo detto
sia ai Comitati dei pendolari, e ci sono state
numerose riunioni a cui abbiamo partecipato,
che anche alle riunioni dei Sindaci che ho
promosso io stesso, con tutti i Sindaci.
Dopo una prima verifica, abbiamo già
modificato una parte dell’orario, facendo in
modo che tutte le corse che prima venivano
attestate per ragioni tecniche al Comune di
Formia, avendo fatto gli adeguamenti
Atti consiliari
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Regione Lazio
X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017
necessari dal punto di vista dei binari, sono
state riportate a Minturno.
Le riunioni specifiche alle quale lei si
riferisce sono in particolare per le fermate
che da Minturno vanno nella Regione
Campania. Quindi, in gran parte sono queste,
riguardano questo, perché ci sono molti
pendolari.
Noi
stiamo
ulteriormente
verificando, ci sono riunioni in corso anche
con la Regione Campania perché il nostro
obiettivo è quello di fare in modo di
aumentare le fermate dei diretti della
Campania e in cambio siamo disponibili
anche ad arretrare qualche nostro servizio
facendolo partire anche dalla Regione
Campania.
Le riunioni sono in corso, le verifiche sono
in corso e quindi stiamo lavorando.
Ovviamente ogni cambiamento determina un
cambiamento di abitudini da parte dei
pendolari, quindi crea problemi all’inizio e
per questo abbiamo detto che era un
cambiamento sperimentale per poi assestarlo
ripeto in un clima di confronto con le
Istituzioni e con i Comitati dei pendolari. È
su questo che stiamo lavorando. Ulteriori
modifiche ci saranno nelle prossime
settimane e nei prossimi mesi per aggiustare.
Non tagliamo nulla, anzi mettiamo 1 milione
in più di risorse del contratto di servizio.
Questo non corrisponde a verità. Siamo
riusciti ad aumentare i servizi e a comprare i
treni, cosa che non si era fatto prima. Questo
è il vero punto di domanda. Bisogna
chiedersi il perché non è stato fatto prima.
Non è stato fatto prima perché non veniva
pagata Trenitalia e quindi la Regione non
aveva alcuna credibilità nei confronti del
soggetto contraente. Oggi paghiamo con
regolarità Trenitalia e quindi, avendo anche
rinnovato il contratto di servizio, siamo stati
in grado per esempio di cambiare e non
paghiamo più a catalogo, ma paghiamo in
base al piano economico finanziario e quindi
siamo in grado con Trenitalia di poter far
valere le ragioni dei nostri pendolari e della
Regione Lazio.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il
consigliere Aurigemma. Ne ha facoltà.
AURIGEMMA (PdL-FI). Grazie, Presidente.
Presidente, mi permetto, come prevede il
nostro Regolamento, di effettuare dei
question time e dei quesiti per porre
all’attenzione
anche
degli
Assessori
competenti delle criticità.
Assessore, prendo positivamente il fervore
che mette nelle risposte, però io la invito ad
ascoltare anche il fervore che mettono gli
amministratori della nostra Regione nel
lamentarsi dei disservizi, perché che lei mi
viene a dire che sono aumentati i servizi
quando tutti i giorni i Sindaci scrivono che
non passano i mezzi o perlomeno la
rimodulazione dell’orario… È vero che erano
tre corse su Soriano del Cimino, ma se due
vanno a Soriano e una va a Vitorchiano, io
non sono un grande matematico però tre
meno due vuol dire che una corsa l’hanno
persa. Non c’è più il passaggio del mezzo il
sabato o la domenica, che porta poi il
Sindaco… Perché sennò noi avremmo una
serie di Sindaci dei nostri Comuni che
improvvisamente sono impazziti e si
lamentano perché non svolgono o perlomeno
si creano dei servizi. Perché poi dopo il
cittadino dove va? Il cittadino del Sud
Pontino o della Tuscia è difficile che venga a
via della Pisana o a via Colombo a
lamentarsi, va dal Sindaco perché è più a
portata di mano. Se questi Sindaci continuano
a scrivere, continuano a subissarci di lettere
perché c’è qualcosa che non va nel trasporto
pubblico io al posto suo qualche domanda me
la porrei.
(segue t. 4)
Se lei addirittura mi dice che è stato
incrementato il servizio perché, a seguito
delle rotture, la media è aumentata e si
lamentano tutti, allora è ancora peggio. È
un’aggravante, non è una scusante, perché si
vede che, nonostante lo sforzo che profonde
la Regione e profonde l’Assessorato, c’è
qualcosa che non funziona. Quindi, è un
motivo in più per interrogarsi sul continuo
Atti consiliari
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Regione Lazio
X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017
lamentarsi, sul continuo protestare da parte
dei pendolari, ma ormai supportati anche dai
Sindaci.
Per quanto riguarda la riunione di ieri del
Sud Pontino, mi consenta di dirle qualcosa.
Vede, la Regione Campania perlomeno ha
scritto al comitato dicendo “guardate, la
persona interessata purtroppo sta male e non
può venire”. Non sono pervenute risposte
dalla Regione Lazio, perché non è
assolutamente vero che il problema riguarda
soltanto la Campania, perché nel Sud Pontino
c’è una parte che va verso la Campania e c’è
una parte molto più consistente che viene
verso la Capitale, che chiede solamente ed
esclusivamente di ripristinare gli orari che
c’erano precedentemente, perché su quegli
orari si sono organizzati il lavoro, su quegli
orari gli studenti vanno a scuola, su quegli
orari i lavoratori entrano puntualmente nella
loro postazioni di lavoro. Il cambiamento
degli orari di percorrenza dei treni ha creato
uno sconquasso su tutta la provincia nel Sud
Pontino che ha messo in serie difficoltà non
solo gli studenti che arrivano puntualmente in
ritardo e sono costretti ad alzarsi a volte
anche due ore prima la mattina per poter
essere puntuali sui banchi di scuola, ma
anche i tanti lavoratori pendolari che sono
costretti o, perlomeno, che erano costretti a
prendere il mezzo pubblico per arrivare
puntuali sul posto di lavoro.
Questo penso dovrebbe essere un ulteriore
stimolo da parte dell’Amministrazione
regionale perlomeno a confrontarsi, ma non a
sparire, perché nella riunione di ieri fatta dai
comitati della Regione Lazio non si è avuta
risposta, né che non partecipasse…
(Interruzione di un Consigliere: “Fatta
sabato”)
Fatta sabato, non hanno avuto risposta né
che non partecipasse né tantomeno che la
Regione Lazio dicesse qualcosa su quello che
è scritto dai vari Presidenti, Sindaci e
comitati, che lamentano la mancanza di
risposte da parte della Regione.
Io mi farò promotore di fare un ulteriore
incontro, questa volta casomai a Via della
Pisana, dove eventualmente ascolteremo
insieme, o in Commissione Trasporti, anche
se è talmente oberata di lavoro la
Commissione che sarà difficile trovare uno
spazio tra Piano rifiuti, ri-urbanizzazione e
quant’altro, però troveremo il modo di
confrontarci anche insieme ai colleghi che
provengono da quella zona, a prescindere dal
loro schieramento o colore politico, perché,
come lei ben sa, è una problematica che
riguarda un po’ tutti, perché il trasporto
pubblico interessa tutte le persone e quei
mezzi li utilizzano sia chi ha votato questa
Amministrazione, sia chi non ha votato
questa Amministrazione, ma soprattutto li
utilizzano tante persone che, con la nuova
riorganizzazione degli orari e del trasporto,
hanno avuto e stanno avendo numerose
criticità.
PRESIDENTE.
Aurigemma.
Grazie,
consigliere
Interrogazione a risposta immediata n. 526
del giorno 30 novembre 2016, proposta dal
consigliere Righini concernente “Ospedale
San Camillo-Forlanini. Crisi occupazionale
lavoratori del comparto pulizie”
PRESIDENTE. L’ordine del giorno, al punto
0.2, reca: Interrogazione a risposta immediata
n. 526 del giorno 30 novembre 2016,
proposta dal consigliere Righini concernente
“Ospedale San Camillo-Forlanini. Crisi
occupazionale lavoratori del comparto
pulizie”.
Ha chiesto di parlare il consigliere Righini.
Ne ha facoltà.
RIGHINI (FdI). Grazie, Presidente.
Ho avuto anche modo di avere notizia che
in larga parte la questione che è accaduta mi
sembra di capire che si sia parzialmente
risolta. Comunque, quello che appare
veramente incomprensibile è come si possa
arrivare a un simile livello di trattamento nei
confronti dei lavoratori.
Non mi dilungo nella ricostruzione
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Atti consiliari
Regione Lazio
X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017
cronologica dei fatti, che iniziano nel 2011,
con questi appalti che poi si susseguono da
una ditta all’altra, sta di fatto che in tutto
questo succedersi di ditte che si aggiudicano
appalti alla fine della fiera, ovviamente, chi
continua a pagare un prezzo alto e
inaccettabile in molti casi, come sta
accadendo per i lavoratori, è proprio la parte
più debole, cioè coloro che poi garantiscono
l’effettivo svolgimento del servizio.
Quello che ancora di più sorprende è
l’inaccettabile comportamento di chi rinuncia
o pretende che non ci possa neanche essere
un luogo di confronto e discussione rispetto a
temi di questa complessità. Quindi,
l’interrogazione ha come oggetto quello di
comprendere come sia stato possibile che si
sia impedita la convocazione del tavolo di
confronto con i lavoratori, le organizzazioni
sindacali e i rappresentanti dell’ADI, che è
volto a individuare soluzioni idonee e a
scongiurare il licenziamento di ventuno
lavoratrici e lavoratori, e intervenire presso i
rappresentanti dell’azienda sanitaria, affinché
non solo adesso ma anche per il futuro
episodi di questa gravità non abbiano a
ripetersi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di
l’assessore Buschini. Ne ha facoltà.
parlare
BUSCHINI, Assessore. Grazie, Presidente.
Vanno
precisate
alcune
questioni,
contenute
sia
nell’interrogazione,
e
ovviamente
nell’esposizione
che
il
Consigliere ha fatto in maniera garbata e
puntuale.
Sia nella fase precedente le procedure di
licenziamento, sia nella fase successiva, si
sono tenuti numerosi incontri con le parti
sindacali e datoriali, su due versanti, sia
presso la direzione dell’azienda ospedaliera,
sia in Regione. Il dialogo e la collaborazione
tra l’azienda, l’assessorato al lavoro e la
cabina di regia della Regione Lazio sul
Servizio sanitario regionale, con le
organizzazioni sindacali e la società
interessate, ha permesso di far prevalere un
atteggiamento che secondo noi me e secondo
noi è un atteggiamento importante, rispetto
alle posizioni di chiusura e di rottura. Ci ha
permesso di evitare la conferma del
licenziamento e di porre le basi per una
reciproca collaborazione, nell’individuazione
di eventuali ulteriori soluzioni organizzative
che consentano di recuperare la differenza
oraria che l’accordo comunque prevede
rispetto al precedente status dei lavoratori
interessati.
L’accordo tra le organizzazioni CGIL,
CISL, UIL, UGL e la società SGS S.r.l. in
liquidazione, è stato raggiunto il giorno 11
gennaio, ponendo fine alla problematica del
licenziamento dei lavoratori dell’ATI che si
occupa del servizio di pulizie. Non vi è stato
quindi, come considerazione, alcun tavolo di
confronto impedito, ma l’accordo è stato
raggiunto grazie ad un lungo confronto tra le
parti che non è mai venuto meno, anche se
sovente vi è stata una forte contrapposizione
tra esse, arrivando anche, a volte, in alcuni
momenti,
a
posizioni
difficilmente
conciliabili.
Le parti hanno concordato di incontrarsi a
trenta
giorni
dalla
sottoscrizione
dell’accordo, quindi dal 10 gennaio, per
definire le fasce orarie dei servizi oggetto
dell’intesa e su richiesta delle organizzazioni
sindacali con cadenza inferiore al mese, per
monitorare e verificare l’effettiva esecuzione
di quanto è stato stabilito nell’accordo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il
consigliere Righini. Ne ha facoltà.
RIGHINI (FdI). Grazie, Assessore, per la
risposta.
Io nell’illustrazione ho precisato che grazie
a Dio si era in buona parte risolta la
controversia, ma ho lasciato comunque in
discussione questa interrogazione affinché
rimanesse di monito per il futuro.
Vede? Tutto quello che lei ha sostenuto è
vero, però non dobbiamo dimenticarci del
fatto che per far rispettare questi diritti i
lavoratori sono dovuti stare due mesi sul tetto
del San Camillo. Probabilmente, senza una
forma di protesta così estrema, la sensibilità
Atti consiliari
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Regione Lazio
X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017
da parte delle Istituzioni e della ditta
interessata
non
avrebbe
ricevuto
un’attenzione che a mio avviso è figlia di
queste forme di protesta.
Ci si deve ridurre ad andare su un tetto per
far valere i propri diritti? Lei saprà che in una
prima fase, rispetto alle richieste di incontro
da parte delle organizzazioni sindacali, la
ditta non si è presentata e ha fatto di tutto per
evitare il confronto. La forma di protesta a
cui i lavoratori sono dovuti ricorrere è figlia
del vuoto che si crea in situazioni come
queste, dove le organizzazioni sindacali
chiedono incontri, la ditta non si presenta, le
Istituzioni trascurano fatti di questa gravità.
Siamo tutti lieti e speriamo che si concluda
positivamente anche l’incontro che ci sarà a
breve, affinché questi lavoratori possano
ritrovare la serenità, ma voglio sperare che
per il futuro non si debba tornare sui tetti per
far valere i propri diritti. Grazie.
PRESIDENTE. Grazie, consigliere Righini.
Interrogazione a risposta immediata n. 545
del giorno 13 gennaio 2017, proposta dal
consigliere Sabatini concernente “D.G.R. n.
620 del 30/09/2014 - Integrazioni e
modifiche in attuazione dei principi di
semplificazione e snellimento delle procedure
della D.G.R. n. 968 del 29/11/2007”
PRESIDENTE. L’ordine del giorno, al punto
0.9, reca: Interrogazione a risposta immediata
n. 545 del giorno 13 gennaio 2017, proposta
dal consigliere Sabatini concernente “D.G.R.
n. 620 del 30/09/2014 - Integrazioni e
modifiche in attuazione dei principi di
semplificazione
e
snellimento
delle
procedure della D.G.R. n. 968 del
29/11/2007”.
Ha chiesto di parlare il consigliere Sabatini.
Ne ha facoltà.
SABATINI (Ci). Grazie, Presidente.
L’interrogazione verte sulle modificazioni
normative in ordine all’obbligo di
certificazione per i soggetti che si occupano
di orientamento a livello regionale.
L’accreditamento è l’atto con cui la Regione
riconosce l’idoneità dei soggetti pubblici e
privati con sede operativa all’interno del
territorio regionale in possesso dei requisiti
disposti dalla normativa vigente. Motivo
sotteso alla disciplina, fino a poco tempo fa,
vigente su questo territorio era quello di
tentare di elevare gli standard qualitativi
rispetto ad attività legate a temi così delicati
che hanno un effetto diretto proprio in ordine
e correlati alla qualità delle attività che
vengono svolte sul territorio.
Ciò considerato vero è che il decreto legge
n. 5 del 2012 è intervenuto su questa materia,
vero è che disciplina la soppressione o
comunque la riduzione sensibile dei controlli
sulle imprese, ma è altrettanto vero che la
disciplina si applica ove e qualora le imprese
siano già in possesso della certificazione del
sistema di gestione per la qualità, il
cosiddetto ISO 9001, o altra appropriata
certificazione emessa a fronte di norme
organizzate da un organismo cosiddetto di
certificazione accreditato o a livello Paese o a
livello regionale, come disciplinato anche dal
regolamento CE n. 765 del 2008.
L’obiettivo è quello di promuovere una
visione comune che dia non solo una
valutazione di conformità, ma anche quello di
raggiungere risultati e rafforzare il valore e
l’importanza della certificazione accreditata.
L’ISO 9001 viene utilizzato sia nei settori
privati, sia in quelli pubblici, nel business to
business e business to consumer. Questa è
una normalità a livello di Unione europea. È
una delle normali sane, forse poche che ci
sono a livello di Unione europea. È una
normalità soprattutto, Presidente e Giunta,
che riguarda parecchie Regioni italiane.
Nella maggioranza delle Regioni italiane è
stata inserita la quarta qualità, il manuale
della qualità o altra documentazione
equivalente, ma nessuna di queste ha
eliminato o soppresso la certificazione ISO
9001 come requisito fondamentale per
l’accreditamento di soggetti che erogano
attività di orientamento all’interno di queste
Regioni.
La Regione Lazio si è posta in maniera
Atti consiliari
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Regione Lazio
X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017
diversa, si è posta già dal 2008 in maniera
diversa. Questa Regione, invece, all’inizio
del mandato della Presidenza Zingaretti
aveva detto alcune cose, aveva proposto
alcune cose, non so se le avesse anche
promesse all’esterno, fatto sta che vorremmo
comprendere con questa interrogazione le
ragioni vere per le quali questa Regione non
è andata a reintrodurre l’obbligatorietà della
certificazione ISO nei soggetti che erogano
attività di orientamento come sinonimo di
garanzia, di livello elevato, di standard
qualitativi e appropriati ed adeguati e
soprattutto se, dopo non averlo fatto per
quattro anni, questa Giunta, in extremis,
voglia andare a superare questa omissione
che invece aveva tanto decantato anche nei
primi mesi di legislatura e se voglia cambiare
rotta in questo senso.
Grazie.
PRESIDENTE. Grazie, consigliere Sabatini.
Ha chiesto di parlare l’assessore Buschini.
Ne ha facoltà.
BUSCHINI, Assessore. Grazie, Consigliere.
Il riferimento è alla DGR 620 del 2014 con
cui sono state introdotte semplificazioni
rispetto al sistema disciplinato dalla direttiva
968/2007 “Accreditamento dei soggetti che
erogano attività di formazione e di
orientamento nella Regione Lazio”.
Partendo da questo, facciamo alcune
specificazioni. Nella DGR 968 del 2007 il
riferimento alla certificazione ISO è
contenuto all’articolo 8 che stabilisce che
laddove il soggetto risulti in possesso di
certificazione del sistema di gestione per la
qualità in conformità delle norme ISO UNI
EN 9001 del 2000 nell’area dei servizi
formativi o di altri sistemi di qualità della
formazione riconosciuti a livello, vengono
previste modalità semplificate di audit.
Questo riferimento non è stato soppresso ed
è tuttora vigente, quindi la DGR n. 620/2014
ha riformulato l’articolo 12, che riguardava le
modalità con cui avveniva, precedentemente
alla sua entrata in vigore, la verifica del
possesso dei requisiti di efficacia ed
efficienza, chiedendo anche il significato e la
tempistica della rilevazione. Ha, quindi.
introdotto la previsione secondo cui il
requisito va calcolato, con riferimento alle
attività concluse, nei tre anni precedenti alla
data di presentazione della domanda di
accreditamento, specificando che i soggetti
sono tenuti a monitorare il percorso di
formazione dei partecipanti alle attività
formative utilizzando esclusivamente la
modulistica e le procedure rese disponibili
dalla Regione sul sito web dedicato
all’accreditamento, riferendosi quindi al
monitoraggio e alla valutazione dell’attività,
e non al sistema di certificazioni possedute o
meno dagli enti di formazione. Quindi, la
DGR n. 620/2014, Consigliere, non è
intervenuta sulla previsione riguardante la
certificazione ISO, che è rimasta inalterata.
È il caso anche di precisare che non è mai
stata
prevista
dalla
direttiva
dell’accreditamento della Regione Lazio
alcuna obbligatorietà circa la certificazione
ISO a carico degli enti di formazione, bensì
un’agevolazione nel sistema dei controlli in
caso di possesso volontario di tale
certificazione,
tenuto
anche
conto
dell’onerosità della stessa e della natura di
molti soggetti accreditati, quasi tutti senza
scopo di lucro.
Rispetto
alla
richiamata
normativa
nazionale, il decreto-legge 09/02/2012, n. 5,
convertito in legge 04/04/2012, n. 35, che
può avere ripercussioni anche sulla disciplina
dell’accreditamento, è bene osservare che
l’articolo 14 prevede una serie di princìpi e di
criteri direttivi, quali la proporzionalità dei
controlli e dei connessi adempimenti
amministrativi a rischio inerente all’attività
controllata, della eliminazione di attività di
controllo non necessarie rispetto alla tutela
degli interessi pubblici, del coordinamento e
programmazione dei controlli da parte delle
Amministrazioni, della collaborazione con i
soggetti controllati, della razionalizzazione
anche mediante riduzione o eliminazione di
controlli sulle imprese tenendo conto del
possesso di certificazione del sistema di
gestione per la qualità ISO o altra appropriata
Atti consiliari
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Regione Lazio
X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017
certificazione emessa a fronte di norme
armonizzate dall’organismo di certificazione
accreditato, da un ente di accreditamento
designato, da uno Stato membro dell’Unione
europea ai sensi del Regolamento
2008/765/CE, o firmatario degli accordi
internazionali di mutuo riconoscimento.
Quindi, in ossequio a questi princìpi e
criteri direttivi, la Regione Lazio ha
introdotto, nel 2014, con la DGR n. 620, un
primo insieme di elementi volti a eliminare i
controlli non necessari e soprattutto a
proporzionare i controlli in funzione della
diversa tipologia dei soggetti interessati e del
concorso o meno di risorse pubbliche.
Contestualmente, attraverso il monitoraggio,
ha sviluppato e ha reso più mirate le
rilevazioni sulle attività svolte e sulle
ricadute in termini di successo formativo e
occupazionale, ai fini della verifica
dell’efficacia degli interventi proposti.
Nel solco degli interventi e nel quadro della
normativa nazionale si colloca ora l’ulteriore
attività di revisione della disciplina di
accreditamento, che la Regione si appresta a
varare non prima di aver, comunque,
adeguatamente informato, coinvolto e
concertato con tutti i soggetti interessati.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il
consigliere Sabatini. Ne ha facoltà.
SABATINI (Ci). Grazie, Presidente.
Lo dico non in termini polemici, anche
perché so che l’assessore Refrigeri è
occupato in un ambiente in un momento
molto delicato, però l’assessore Buschini,
dopo qualche tempo in Giunta, sta
acquisendo delle doti e delle qualità
importanti che fino a poco tempo fa erano
proprie soltanto dell’assessore Refrigeri. Mi
viene un po’ da sorridere, ma è evidente un
po’ di delusione da parte mia, rispetto alla
risposta.
L’interrogazione chiedeva infatti quali
fossero le motivazioni che hanno indotto la
Giunta regionale a non introdurre
l’obbligatorietà della certificazione ISO. La
domanda
è
semplice:
perché
non
reintroducete l’obbligatorietà su ISO9001?
La risposta è stata: perché l’ISO9001 noi non
la riteniamo obbligatoria.
Assessore, lei mi ha fatto la cronistoria del
2014, e io sono d’accordo con lei. Lei mi ha
detto tutte cose non dico ovvie, ma tutte cose
vere. Il problema è un altro. Io le ho posto
una domanda: perché non reintroducendo,
come peraltro detto anche da qualche
Assessore all’inizio di questa legislatura,
l’obbligo della certificazione ISO9001? Io
una risposta non l’ho sentita, da parte sua,
perché non c’è la volontà politica di
rintrodurre una certificazione. Qual è la
risposta della Giunta?
Questa è la risposta della Giunta, il
silenzio, perché le tante parole che lei ci ha
indicato, tutte le parole che lei ci ha
indirizzato questa mattina, ci hanno
raccontato la cronistoria, dal 2008 al 2014,
della normativa regionale, senza alcuna
indicazione chiara sul perché non l’avete
reintrodotta, e nemmeno, quindi, ma questo
era un mio auspicio nell’interrogazione,
come vorreste andare avanti da qui a fine
Legislatura. Deduco che il silenzio forse sia
l’elemento migliore perché identifica il poco
o nulla della legislatura Zingaretti di questi
cinque anni.
Interrogazione a risposta immediata n.537
del giorno 5 gennaio 2017, proposta dal
consigliere Simeone concernente “Regione
Lazio - ASL e aziende ospedaliere Violazione del codice della trasparenza”
PRESIDENTE. L’ordine del giorno, al punto
0.10, reca: Interrogazione a risposta
immediata n.537 del giorno 5 gennaio 2017,
proposta
dal
consigliere
Simeone
concernente “Regione Lazio - ASL e aziende
ospedaliere - Violazione del codice della
trasparenza”.
Ha chiesto di parlare il consigliere
Simeone. Ne ha facoltà.
SIMEONE (PdL-FI). Grazie, Presidente.
Questa interrogazione si inquadra in un
discorso più ampio che riguarda questa
Atti consiliari
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Regione Lazio
X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017
Regione. La Regione ha una doppia faccia,
come Giano bifronte: da una parte la faccia
dei comunicati stampa, dei proclami che
annunciano una Regione efficiente, una
Regione trasparente, una Regione pronta a
soddisfare le esigenze di tutti; dall’altra
invece abbiamo una Regione vera, dove i
cittadini incontrano difficoltà ogni giorno, di
qualsiasi
genere.
Abbiamo
visto
nell’interrogazione precedente del consigliere
Aurigemma circa il trasporto dei pendolari:
beh, lì la Regione non si vuole rendere conto
che ha preso una cantonata, ma questa
cantonata è stata rilevata da un’enormità di
cittadini, fruitori del servizio dei treni, e
glielo stanno dicendo anche tutti i Comuni
interessati della provincia di Latina. Ma
l’assessore Civita, evidentemente, che vive
anche lui in un mondo tutto suo e riservato,
non si vuole rendere conto di quella che è la
realtà.
Così come l’altra, quella della trasparenza.
Abbiamo letto a dicembre, assessore
Buschini, un comunicato stampa a firma di
Zingaretti, che dava grosso rilievo a un
protocollo di intesa sottoscritto con la
Guardia di Finanza circa il mantenimento di
un tavolo operativo, a visionare e a
monitorare un po’ tutte quante le gare, gli
appalti e le procedure che esistevano in
questa Regione. Diceva, il comunicato:
questo va nel segno della legalità ma
soprattutto della trasparenza e del diritto dei
cittadini a visionare gli atti di questa
Regione.
Allora questo è proprio il cuore di questa
interrogazione. Questa interrogazione parte
dall’articolo 32 della legge n. 69 del 2009,
che parla dell’eliminazione degli sprechi
relativi al mantenimento dei documenti in
forma cartacea e introduce le procedure on
line, quindi l’albo pretorio on line, per poter
eliminare definitivamente il cartaceo e
pubblicare tutta l’azione amministrativa di
qualsiasi ente attraverso le procedure di
evidenza pubblica tramite internet, quindi la
pubblicazioni di tutti gli atti in maniera
virtuale e su un albo pretorio on line.
(segue t. 5)
Lei deve sapere una cosa, Assessore, e
purtroppo me ne sono reso conto in data
novembre 2016, quando ho dovuto cercare
una delibera del bilancio dell’ASL
Policlinico Umberto I del novembre del
2016. Mi è stato impossibile cercare questa
delibera perché, scaduti i quindici giorni,
quelli tenuti per legge per la pubblicazione,
l’ASL Umberto I ritira tutto quello che scade
dal sedicesimo giorno in poi. Lei deve sapere,
Assessore, che il Codice della trasparenza,
introdotto con il decreto legislativo n. 33 del
2013, impone che tutti i documenti
contenenti atti oggetto di pubblicazione
obbligatoria ai sensi della normativa vigente
sono pubblicati per un periodo di cinque anni
decorrenti dal 1° gennaio dell’anno
successivo a quello da cui decorre l’obbligo
di pubblicazione e comunque fino a che gli
atti pubblicati producono effetti.
Viene ignorata questa norma, viene
ignorata dal Policlinico Umberto I, ma mi
risulta, perché poi ho voluto fare anche una
verifica più estesa, che viene ignorata dalla
maggior parte delle ASL, se non da tutte le
ASL di questa Regione.
Questo cittadino che ha avuto questo
problema, che si è rivolto a me per avere
copia di questa delibera, io ho avuto la
fortuna, avendo il privilegio di essere
Consigliere regionale, di interloquire con la
Direzione generale del Policlinico Umberto I
e ho avuto immediatamente la copia del
cartaceo di questa delibera.
Se posso, Presidente, chiedo un po’ di
silenzio.
Io ho avuto la possibilità di avere il
cartaceo in poche ore, ma un cittadino che
non riesce a interloquire con un Consigliere
regionale o con un’altra persona che lo può
agevolare in questa cosa si deve
raccomandare al Padreterno? Deve muoversi
da casa e andare personalmente all’Umberto
I? Quindi, anche se questo cittadino è di
Minturno deve fare 150 chilometri e recarsi
all’Umberto I per avere copia di una
delibera? Le sembra corretto e normale
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Atti consiliari
Regione Lazio
X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017
questo? Le sembra questo normale e corretto
in linea con le dichiarazioni che
quotidianamente Zingaretti fa?
Il testo di questa interrogazione mira
proprio a questo. Chiediamo, previo
accertamento della bontà di quanto esposto,
ovviamente, se si ritiene di intervenire e
porre in essere ogni confacente azione per far
sì che le ASL, le aziende sanitarie e tutte le
pubbliche amministrazioni dipendenti…
Consigliere, poi l’Assessore è tutto per lei,
però almeno per questi cinque minuti per le
interrogazioni lo lasci al Consiglio.
Dicevo, tutte le aziende sanitarie e tutte le
pubbliche amministrazioni dipendenti dalla
Regione Lazio rispettano il Codice della
trasparenza e garantiscono la durata legale
della pubblicazione degli atti oggetto di
pubblicazione obbligatoria.
PRESIDENTE. Ha chiesto di
l’assessore Buschini. Ne ha facoltà.
parlare
BUSCHINI, Assessore. Grazie, Presidente.
Rispetto alle questioni poste nella
interrogazione dal consigliere Simeone, che
di fatto erano oggetto anche della
interrogazione presentata del presidente
Storace, che è stata ritirata sostanzialmente
colgo…
(Interruzione del consigliere Simeone)
Ha ragione, ha ragione.
Per quello che riguarda l’adempimento
degli obblighi di trasparenza da parte delle
ASL e delle aziende sanitarie della Regione
Lazio ci sono le disposizioni contenute dalle
quali partiamo facendo riferimento dal
decreto legge n. 33 del 14.03.2013 recante, lo
ricorderà, il riordino della disciplina
riguardante gli obblighi di pubblicità,
trasparenza e diffusione delle informazioni da
parte delle pubbliche amministrazioni.
Queste
si
applicano
a
tutte
le
Amministrazioni qualificanti mediante il
rinvio all’elenco di cui all’articolo 1,
sostanzialmente quello che componemmo
assieme, che ricomprende le aziende e gli
enti del Servizio sanitario. Sostanzialmente è
il decreto che si applica a tutti gli enti
dipendenti della Regione e alla Regione
stessa. Per assicurare l’attuazione delle
misure di trasparenza le legge prevede due
tipi di vigilanza, uno a livello diffuso e uno a
livello centralizzato.
Per quanto riguarda il primo aspetto, ogni
Amministrazione deve individuare un
responsabile per la trasparenza, con il
compito
di
verificare
stabilmente
l’adempimento
degli
obblighi
di
pubblicazione previsti dalla normativa
vigente e segnalare i casi di mancato o
ritardato adempimento a diversi soggetti,
dall’ufficio di disciplina dell’organo di
indirizzo politico, in relazione alla loro
gravità e per l’attivazione dei relativi regimi
di responsabilità. Inoltre, il responsabile cura
l’aggiornamento annuale del Programma
triennale per la trasparenza e l’integrità e
assicura la regolare attuazione dell’accesso
civico.
Ulteriori compiti anche riguardo a questo
sono attribuiti e riconosciuti all’organismo
indipendente di valutazione, presente in ogni
Amministrazione ai sensi del decreto-legge n.
150/2009, al quale spetta di verificare la
coerenza tra gli obiettivi del Programma
triennale per la trasparenza con quelli indicati
dal successivo Piano della performance.
Inoltre, l’attuazione degli obblighi di
trasparenza è rilevante per la misurazione e
valutazione della performance organizzativa
e individuale.
A livello centrale il controllo è affidato
all’ANAC, titolare di poteri ispettivi nei
confronti delle singole Amministrazioni, che
controlla l’operato del responsabile per la
trasparenza, può richiedere informazioni
all’organismo indipendente di valutazione e
ha un potere di segnalazione dei casi di
inadempimento o adempimento parziale.
Sia l’inadempimento degli obblighi di
pubblicazione previsti dalla normativa
vigente sia la mancata predisposizione del
Programma triennale per la trasparenza
costituiscono un elemento di valutazione
delle responsabilità dirigenziali, eventuale
Atti consiliari
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Regione Lazio
X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017
causa
di
responsabilità
per
danno
all’immagine dell’Amministrazione, e sono
utili ai fini della valutazione per la
redistribuzione di risultato del trattamento
economico
accessorio
collegato
alle
performance dei dirigenti. Il decreto prevede
alcune sanzioni amministrative pecuniarie
per casi specifici di violazione degli obblighi
di pubblicazione.
Quindi, ferma restando la titolarità dei
poteri sanzionatori di vigilanza e in materia
di attuazione degli obblighi di trasparenza
descritti, che la legge pone in capo al
responsabile della trasparenza e all’OIV di
ciascuna Amministrazione e, a livello
centrale, all’ANAC, si informa che la
Direzione Salute e Politiche sociali ha più
volte inviato agli enti del Servizio sanitario
regionale le comunicazioni e ha invitato ad
ottemperare alle disposizioni contenute nel
decreto-legge n. 33 del 14/03/2013.
In particolare, con le note protocollo 60 e
763 del 4 febbraio 2015, 97 e 561 del 23
febbraio 2016, che sono ovviamente
disponibili per la consultazione dell’Aula –
se vuole, alla fine dell’interrogazione,
Consigliere, glieli consegno –, gli enti del
Servizio sanitario regionale sono stati invitati
a dare attuazione in modo compiuto e
integrale agli obblighi di pubblicità e
trasparenza, ricordando che l’inadempimento
di tali obblighi è sanzionato a norma degli
articoli 46 e 47 della legge n. 33, che
l’ANAC eserciterà i propri poteri di vigilanza
nel rispetto degli obblighi di pubblicazione,
provvedendo eventualmente a segnalare gli
inadempimenti
riscontrati
all’autorità
amministrativa competente e irrogare le
successive sanzioni.
Sostanzialmente anche questo, come ho
descritto nella risposta, è uno dei criteri per la
valutazione dei risultati dei dirigenti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il
consigliere Simeone. Ne ha facoltà.
SIMEONE (PdL-FI). Potrei dire quasi
parzialmente soddisfatto. Perché? Nella
risposta lei, Assessore, ha fatto una serie di
rimandi a tutta una serie di normative che
sappiamo bene, tant’è che noi non abbiamo
chiesto qual è la normativa di riferimento. La
domanda che abbiamo fatto è secca, cioè
quella di dire che il decreto legislativo n. 33 e
tutti gli altri che riguardano le norme sulla
trasparenza
impongono
l’istituzione
dell’Albo pretorio on-line, e qui tutti hanno
adempiuto. Però poi ci sono alcune ASL
come l’Umberto I e altre di questa regione,
che mantengono gli atti in pubblicazione
solamente per i quindici giorni di rito, cioè
proprio lo stretto necessario. Al sedicesimo
giorno, ritirano gli atti e chiunque voglia
copia di qualsiasi atto, deve farne richiesta
particolare.
Il decreto legislativo 33, come ha ricordato
anche lei, impone invece una pubblicazione
più ampia, che non è riferita ovviamente ai
tempi della pubblicazione ufficiale della
delibera, ma è il mantenimento dell’atto
amministrativo, quindi qualsiasi sia il tipo di
atto, in pubblicazione almeno per cinque
anni. Su questa disposizione, mi sembra
d’aver capito dalla risposta, la Regione ha
dato precisa indicazione alle ASL.
Adesso, la Regione provvederà a
monitorare gli albi pretori online delle ASL
se adempiono a questo o no? Questa è
un’importante cosa, Assessore, perché le
ripeto ancora che il cittadino comune che ha
bisogno di reperire un atto, non può prendere
la macchina o un mezzo, recarsi
materialmente in quell’ASL, farsi dare copia
e quindi tra andata e ritorno deve perdere
almeno due o tre giorni, quando
comodamente da casa, e la legge gli assicura
questo diritto, può ricevere quello che deve
chiedere.
Su questo io la impegno, assessore, a
verificare, ma glielo farò presente anche io
nel giro di un mese, così sappiamo se hanno
adempiuto o no, appunto a questo
adempimento, che credo sia di fondamentale
importanza, anche per rispetto di tutti quanti i
proclami che fate. Le vostre dichiarazioni, le
vostre agenzie che mandate alla stampa non
devono essere comunicati propagandistici,
ma devono essere cose vere, cose che si
Atti consiliari
32
Regione Lazio
X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017
realizzano, cose con cui il cittadino può
constatare quotidianamente che questo
avviene. Ma questo solitamente purtroppo
non avviene.
Interrogazione a risposta immediata n. 542
del giorno 12 gennaio 2017, proposta dal
consigliere Abbruzzese concernente “Rifiuti
pericolosi prodotti ad Acerra”
PRESIDENTE. L’ordine del giorno, al punto
0.11, reca: Interrogazione a risposta
immediata n. 542 del giorno 12 gennaio
2017, proposta dal consigliere Abbruzzese
concernente “Rifiuti pericolosi prodotti ad
Acerra”.
Ha chiesto di parlare il consigliere
Abbruzzese. Ne ha facoltà.
ABBRUZZESE
(PdL-FI).
Grazie,
Presidente.
Questa interrogazione urgente a risposta
immediata trae spunto da una pubblicazione
su Il Fatto Quotidiano del 29 dicembre 2016,
assessore
Buschini,
allorquando
il
Vicepresidente dell’Associazione medici per
l’ambiente di Napoli aveva posto un
problema piuttosto serio, secondo il quale
alcuni dati pubblicati dall’ISPRA, l’Istituto
superiore per la protezione e la ricerca
ambientale, il termovalorizzatore di Acerra
avrebbe bruciato nel 2015 quasi 715
tonnellate di rifiuti. Da questa simile attività
si sarebbero prodotti, dati tecnici alla mano,
sempre secondo il Vicepresidente, almeno
170.000 tonnellate di ceneri pesanti e
leggere. Da questi dati diffusi dall’ISPRA,
risulterebbe invece che il megaimpianto di
Acerra, il più grande d’Italia, abbia originato
solo 36.000 tonnellate di rifiuti derivanti
dall’abbattimento dei fumi.
È chiaro che questo dato matematico non
quadra da una previsione al dato pubblicato
dall’ISPRA. Ed è chiaro che attraverso una
serie di interrogazioni è venuta fuori la verità
su questo dato, che per quanto ci riguarda è
un dato allarmante.
Assessore, lei conosce meglio di me la
situazione nel Lazio e in modo particolare
nella provincia di Frosinone, una provincia
che è stata oggetto di grande attenzione nel
passato, per quanto riguarda l’installazione di
impianti per il trattamento dei rifiuti, ma
soprattutto è oggetto ancora oggi, con una
serie di richieste di progetti, che, per l’amor
del cielo, è tutto legittimo e legale, per
quanto riguarda l’ubicazione di altri impianti.
Mi riferisco ad Anagni, a Patrica, a
Ferentino addirittura ce ne sono tre, tre
progetti di presentazione. A Piedimonte
ancora stiamo aspettando l’autorizzazione per
quanto riguarda la valutazione di impatto
ambientale per quanto riguarda ARES
Ambiente su cui la Giunta Zingaretti ha
assunto un impegno ben preciso e anche lei,
Assessore.
È chiaro che tutte queste attività
preoccupano non poco la popolazione della
nostra provincia sia da un punto di vista di
salute pubblica sia da un punto di vista di
allarme sociale, visto e considerato che ci
sono studi scientifici che sanciscono e
affermano che nella nostra provincia c’è un
alto tasso di mortalità soprattutto per quanto
riguarda la mortalità tumorale.
Assessore, da questa interrogazione in
Parlamento che cosa è venuto fuori? È
venuta fuori una risposta che definisco
inquietante, ma soprattutto dal punto di vista
della non conoscenza da parte degli organi
regionali di alcuni processi che avvengono
nella Regione per quanto riguarda lo
smaltimento. Quindi, viene fuori che il
ministro
Galletti
riconosce
l’errore
dell’ISPRA e addirittura fa chiarezza
sull’utilizzo e lo smaltimento di questi rifiuti
che, come sappiamo, si distinguono da scorie
e ceneri pesanti e ceneri leggere o volanti.
Viene fuori che con una dichiarazione che
tento di leggere in modo puntuale si dice:
“Con riferimento all’anno 2015 l’impianto di
termovalorizzazione di Acerra ha prodotto
circa 38.000 tonnellate di rifiuti da processi
di abbattimento fumi e ceneri leggere.
Successivamente queste ceneri sono state
avviate ad impianto di trattamento per
l’inertizzazione finalizzata al successivo
recupero o smaltimento. Gli impianti sono
Atti consiliari
33
Regione Lazio
X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017
ubicati sia nel territorio nazionale, quindi
circa 17.000 tonnellate in provincia di
Frosinone (e questo è il tema centrale della
conoscenza della dell’interrogazione) 8.500 a
Brescia, 3.700 a Pavia, sia all’estero con
tonnellate di rifiuti verso la Germania e altri
Paesi europei.
Assessore, come lei ha potuto e
sicuramente ormai saprà e ha saputo
attraverso la stampa, questi rifiuti vengono
portati nella nostra provincia. Quindi, vorrei
sapere da lei se è a conoscenza di questo
fenomeno e soprattutto se sta governando
questo processo, visto e considerato che
nessuno ne parla e soprattutto nessuno
informa la popolazione circa lo smaltimento
dei rifiuti prodotto dal termovalorizzatore di
Acerra.
PRESIDENTE.
Grazie,
consigliere
Abbruzzese.
Ha chiesto di parlare l’assessore Buchini.
Ne ha facoltà.
(segue t. 6)
BUSCHINI, Assessore. Grazie, Presidente.
Indubbiamente l’interrogazione proposta
dal consigliere Abbruzzese richiama una
serie di fattori, incrocia in maniera parallela
la normativa e l’organizzazione del sistema
regionale e nazionale rispetto agli ambiti di
smaltimento.
Ho una questione, Consigliere, in via
preliminare nella risposta: affrontare il tema
dei rifiuti, lo sappiamo bene, è problema
complicato. L’unico invito è a guardare la
questione nel merito e, ad esempio, venendo
al fatto di ispecie, partire da questa
determinata tipologia di impianti per lo
smaltimento del rifiuto del quale stiamo
parlando. Lei ha fatto un elenco di
impiantistica più generale, incrociando
l’impiantistica necessaria allo smaltimento
anche del rifiuto differenziato, perché anche
per il rifiuto differenziato c’è bisogno di una
determinata impiantistica, assieme invece al
rifiuto indifferenziato o a possibili impianti
per produzione di biogas o altro impianto per
il trattamento.
Partiamo dalla questione rispetto alla
risposta che il ministro Galletti ha fornito
durante il question time nella seduta
parlamentare dell’11 gennaio 2017, risposta
all’interrogazione dell’onorevole Micillo.
Ebbene, in quella sede il Ministro
interrogato riporta i dati e il report ISPRA
2016
relativi
alle
scorie
prodotte
dall’impianto di Acerra e ha chiarito che il
dato a tal riguardo riportato risultava
effettivamente incompleto a causa di un
errore
materiale,
che
l’ISPRA
ha
immediatamente provveduto a correggere, e
ha dichiarato che una parte delle ceneri
leggere prodotte nell’impianto di Acerra è
stata avviata a impianto di trattamento per
l’inertizzazione finalizzata al successivo
recupero o smaltimento, specificando che gli
impianti sono obbligati sia all’estero che nel
territorio nazionale, e tra questi impianti
ubicati nel territorio nazionale ve ne sono
anche in provincia di Frosinone.
Perché la risposta sia chiara, partiamo da
alcune opportune premesse. Prenderò forse
qualche minuto in più, però credo che sia
bene chiarire le questioni. I rifiuti di cui
parliamo sono costituiti da ceneri leggere,
residui di filtrazione prodotti dal trattamento
dei fiumi. Il codice CER è 190105. Essi sono
considerati dalla normativa vigente pericolosi
in virtù del principio di precauzione, che
obbliga tutti gli operatori che a diverso titolo
debbano occuparsene, sia i produttori, sia i
trasportatori, sia in generale tutti i soggetti
implicati nella fase sia del trattamento che
dello smaltimento finale, ad adottare tutte le
idonee misure precauzionali al fine di evitare
rischi di inquinamento.
Non appartengono, quindi, alla categoria
dei rifiuti, che hanno altro codice e altra
tipologia, i rifiuti tossici e nocivi, essendo
classificati alla voce D13, classe 9,
dell’ADR.
È ovvio che qualunque tipo di rifiuto, se
non trattato con le prescritte cautele, può
diventare potenzialmente pericolose per
l’ambiente e per la salute dei cittadini.
Proprio per questo motivo, gli impianti
Atti consiliari
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Regione Lazio
X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017
presenti nella Regione Lazio per il
trattamento e lo smaltimento anche delle
ceneri di cui stiamo discutendo sono
autorizzati e monitorati, sia in via ordinaria
che in via straordinaria, dalla Regione, anche
attraverso l’ARPA Lazio, oltre che
ovviamente dal punto di vista prettamente
autorizzatorio e burocratico dall’Area Ciclo
integrato dei rifiuti, e a questo, ovviamente,
si sommano tutte le autorità di controllo
competenti.
Sostanzialmente – lo ribadirò anche in
seguito – si tratta di impianti autorizzati che
sono operativi da tempo sia in territorio
nazionale che nel territorio della nostra
provincia e che vengono costantemente
monitorati rispetto alla fase di lavorazione e
di inertizzazione di questa particolare
tipologia di rifiuto.
Nella provincia di Frosinone è bene
ribadire che non ci sono discariche
autorizzate per rifiuti pericolosi, ma sono
presenti impianti autorizzati per il recupero e
l’inertizzazione di rifiuti pericolosi. Tra
questi impianti ci sono anche quelli relativi
alle ceneri di cui stiamo discutendo, che
lavorano con codice CER 190105.
È quindi ragionevole ritenere che per gli
impianti di inertizzazione autorizzati in
provincia di Frosinone, così come tutti gli
altri impianti autorizzati nella regione, possa
legittimamente
svolgersi
attività
di
trattamento
per
l’inertizzazione,
con
successivo smaltimento in altri siti autorizzati
che non si trovano nella provincia di
Frosinone. Gli stessi rifiuti pericolosi
vengono quindi portati poi altrove.
Questo è quello che avviene, che è
autorizzato. Rispetto ad una specifica
domanda che faceva il Consigliere nella sua
esposizione, è bene precisare che la
normativa vieta che la Regione o altre
pubbliche autorità possano porre limiti alla
circolazione dei rifiuti, quando destinati, nel
rispetto delle regole di mercato, ad impianti
di trattamento o di smaltimento autorizzati,
sia sul territorio nazionale che comunitario.
Ovviamente, il trasporto, il trattamento e lo
smaltimento sono disciplinati da specifiche
normative di carattere ambientale stabiliti
dall’Unione europea e dalla legislazione
nazionale italiana. Come è noto, il limite alla
circolazione dei rifiuti sul quale può e deve
intervenire la Regione, è riferito ai rifiuti
indifferenziati urbani. Sostanzialmente, e
rispetto esclusivamente al talquale prodotto
come rifiuto urbano, cioè il rifiuto del
cassonetto, rispetto a quel tipo di trattamento
e di trasporto la Regione può intervenire.
Rispetto al rifiuto che viene ritenuto speciale
e che è successivo al trattamento, o derivante
da fase di trattamento, la normativa vigente
non consente alla Regione di poter
intervenire.
È vero che talune tipologie di rifiuti
generati in altre regioni vengono trattati o
smaltiti nel territorio del Lazio. È anche vero,
come sappiamo bene dalle cronache e dalle
discussioni che abbiamo fatto in questo
Consiglio, che rifiuti generati da impianti
industriali nella nostra regione vengono
trattati altrove. Come avviene? Perché una
parte di quel rifiuto può transitare nella nostra
regione, transita nella nostra regione o nella
provincia di Frosinone nella fattispecie? Il
produttore
delle
ceneri,
cioè
il
termovalorizzatore di Acerra, svolge gare
pubbliche per affidare il servizio di trasporto,
trattamento e smaltimento, come gara
pubblica, ovviamente, al miglior offerente
che c’è sul mercato, così come i produttori
della stessa tipologia, che operano nel Lazio.
La normativa vigente, cioè la n. 152/2006
prevede che le ceneri leggere debbano essere
trattate e smaltite in impianti autorizzati,
indipendentemente dalla loro collocazione
territoriale, poiché tutte le attività connesse
alla gestione dei rifiuti speciali vengono
esercitate secondo le regole del mercato
disciplinate dalla normativa nazionale
ambientare. Quindi, in conclusione, rispetto
alla normativa vigente, non è possibile
impedire la libera circolazione dei rifiuti
speciali sul territorio. Si sottolinea che nella
provincia di Frosinone sono presenti
esclusivamente impianti di trattamento.
Consigliere
Abbruzzese,
dicevo,
concludendo, che nella provincia di
Atti consiliari
35
Regione Lazio
X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017
Frosinone sono presenti esclusivamente
impianti per il trattamento, il recupero e
l’inertizzazione di rifiuti pericolosi. Gli stessi
rifiuti vengono trattati e poi portati altrove.
Su questo la Regione esercita un controllo
costante attraverso le proprie strutture, a
partire dall’ARPA Lazio.
dall’Assessore regionale all’ambiente, un
Assessore che vive in questo territorio.
Spero che nel prossimo futuro l’Assessore
assumerà un impegno maggiore per dare un
contributo di bonifica ad un territorio che
ripeto, secondo me, merita invece grande
attenzione da parte della Regione Lazio.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il
consigliere Abbruzzese. Ne ha facoltà.
PRESIDENTE.
Abbruzzese.
ABBRUZZESE (PdL-FI). Ho notato, con
grande soddisfazione, che l’assessore
Buschini si è preso 11 minuti per replicare ad
una interrogazione a mio avviso molto
importante e ha cercato un po’ di
arrampicarsi sugli specchi.
Da un lato ha tentato di comunicare
all’Assemblea la conoscenza di un processo
che, secondo me, non si conosceva e quindi
questo lo dobbiamo esclusivamente a una
presa di posizione da parte di un deputato
della
nostra
Repubblica,
dall’altra
ovviamente ci dice, e quindi ecco perché non
sono soddisfatto, “Guardate, la Regione non
può fare nulla. I rifiuti speciali, queste scorie
devono venire della nostra provincia”.
Praticamente si accetta in modo passivo
questo processo, si smaltiscono queste 17.000
tonnellate in un territorio; un territorio
devastato, un territorio che, a mio avviso,
dovrebbe essere maggiormente curato anche
se ci rendiamo conto che poi alla fine questi
rifiuti comunque diventano oggetto di un
nuovo business che fa gola un po’ a tutti, fa
gola soprattutto ai possessori di questi
impianti di smaltimento.
Assessore, l’impegno che lei deve
assumere di fronte all’Assemblea, di fronte
all’opinione pubblica, è innanzitutto di
monitorare meglio il processo di smaltimento
nella nostra Regione – oggi è capitato alla
Ciociaria domani potrebbe capitare a un altro
territorio –, di garantire il flusso di questi
rifiuti con maggiore attenzione e con maggior
sorveglianza.
Prendiamo atto che nessun provvedimento
sarà assunto dalla Giunta Zingaretti, ahimè, e
nessun
provvedimento
sarà
assunto
Interrogazione a risposta immediata n. 544
del giorno 13 gennaio 2017, proposta dal
consigliere Simeone concernente “Legge
208/2015 - Revisione del DCA U00403 del
23.12.2016 e adeguamento atti antecedenti,
successivi e conseguenti”
Grazie,
consigliere
PRESIDENTE. L’ordine del giorno, al punto
0.12, reca: Interrogazione a risposta
immediata n. 544 del giorno 13 gennaio
2017, proposta dal consigliere Simeone
concernente “Legge 208/2015 - Revisione del
DCA U00403 del 23.12.2016 e adeguamento
atti antecedenti, successivi e conseguenti”.
Ha chiesto di parlare il consigliere
Simeone. Ne ha facoltà.
SIMEONE (PdL-FI). Assessore, quest’altra
interrogazione…
PRESIDENTE. Consigliere Abbruzzese, lei
ha avuto la sua risposta. Lasci illustrare al
consigliere Simeone la sua.
SIMEONE (PdL-FI). Evidentemente non
sono bastati gli 11 minuti di risposta
dell’Assessore e c’era un epilogo finale.
Grazie, Presidente per la parola.
Questa seconda interrogazione è sempre
sulla saga dei proclami, dei titoli propaganda,
delle agenzie propaganda che molto spesso,
anzi quasi sempre, oserei dire sempre, non
rispecchiano quella che è la quotidianità dei
fatti in questa Regione. Affrontiamo oggi,
con questa interrogazione, il problema dei
precari della sanità nella provincia di Latina,
credo cosa molto cara anche al consigliere
Enrico Forte che, insieme a me, vive in
Atti consiliari
36
Regione Lazio
X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017
questa provincia. Il tema del lavoro precario
è stato più volte ripreso e più volte
sanzionato dalla Corte di giustizia europea
perché ha sempre ritenuto un uso troppo
eccessivo da parte dell’Italia e l’ha ritenuto
non più una cosa occasionale ma una cosa
strutturale. Quindi, la Corte di giustizia
europea ha sanzionato in ultimo l’Italia,
invitando a porre rimedio a tutta la precarietà
nel mondo del lavoro.
In questo contesto si inserisce questa
interrogazione e prende in esame la
situazione spiacevole che si è creata nella
provincia di Latina, dove 560 tra medici,
infermieri e personale comunque afferente
alla sanità, tipo tecnici radiologi o tecnici di
laboratorio, non riescono a trovare
collocazione
in
merito
alla
loro
stabilizzazione, stabilizzazione prevista dal
DPCM del 6 marzo 2015 dove, richiamando
la precarietà nel mondo del lavoro,
all’articolo 2 inserisce le procedure
concorsuali riservate, che sono riservate
appunto al personale in possesso dei requisiti
di cui all’articolo 1, commi 519, 558 ed altri,
nonché al personale che alla data del 30
ottobre 2013 abbia maturato negli ultimi
cinque anni almeno tre anni di servizio,
anche non continuativo, con contratto di
lavoro subordinato a tempo determinato,
anche presso enti del medesimo ambito
regionale diversi da quello che indìce la
procedura.
Ma evidentemente questo DPCM non
esaustivo a quella che è la realtà dei fatti che
succedevano in Italia, lo stesso Governo,
nello stesso anno, il 2015, nella legge di
stabilità, con la legge n. 208, inserisce il
comma 543, che dice che in deroga a quanto
previsto dal decreto del Presidente della
Repubblica, con il DPCM 6 marzo 2015,
pubblicato
sulla
Gazzetta
Ufficiale,
aggiungendo qualcosa di più, allargando
ancora di più lo spettro d’azione, gli enti del
Servizio sanitario nazionale possono indire
entro il 31/12/2016 e concludere entro il
31/12/2017
procedure
concorsuali
straordinarie per l’assunzione di personale
medico,
tecnico
professionale
e
infermieristico e allarga, come dicevo prima,
ad altra tipologia dei contratti, con
riferimento espresso ai contratti a tempo
determinato con contratto di collaborazione
coordinata e continuativa o con altre forme di
lavoro flessibile con i medesimi enti.
In altre parole ha detto: esiste questo
problema del precariato nel mondo della
sanità, qualsiasi sia il tipo di contratto in
entrata di questi dipendenti, quindi con altre
forme di lavoro flessibile con i medesimi
enti, tutto questo personale può essere
stabilizzato con procedure concorsuali,
riservate ovviamente.
La Regione Lazio, con DCA n. 403 del 23
dicembre, avvia queste procedure e le avvia
in maniera, credo, un po’ disordinata, perché
recepisce, e ovviamente non poteva fare
diversamente, le due disposizioni di legge
nazionali e le ritiene appunto, in special
modo l’articolo 1, comma 543, della legge n.
208, come una lex specialis, quindi una legge
speciale che va a sanare quello che negli anni
in questo nostro Paese si era creato. Però
inserisce – e non capiamo come mai – un
doppio binario: un primo binario riservato a
coloro che sono in possesso dei requisiti
previsti dal DPCM del marzo del 2015 e il
secondo binario da quelli che sono in
possesso dei requisiti della legge n. 208
comma 543.
Ma dice di più: tutto questo deve essere
fatto anche in osservanza delle disposizioni
regionali in materia. Quali sono queste
disposizioni regionali in materia? È la legge
n. 14 del 2008, in particolare i commi 73, 74,
75 e 76. Qui, proprio all’indomani del
commissariamento della Regione, per porre
un freno evidentemente alla politica
assunzionali delle ASL, inserisce delle
disposizioni ai fini del rispetto dell’obbligo di
riduzione del costo del personale delle
aziende sanitarie locali. Dice che le
medesime aziende ed enti, prima di procedere
alla pubblicazione, anche sul sito internet dei
bandi di concorso di avviso per l’assunzione,
devono acquisire esplicito parere positivo
motivato con decreto del Commissario ad
acta al piano di rientro. Detta ancora ulteriori
Atti consiliari
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Regione Lazio
X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017
disposizioni e poi conclude con il comma 76
che dice che gli atti adottati dalla data di
entrata in vigore della presente legge dai
direttori generali delle aziende e degli enti del
Servizio sanitario regionale in violazione
delle disposizioni di cui ai commi 73 (cioè
tutte quelle ASL che non assumevano con
preciso riferimento a queste disposizioni)
sono
nulli
e
configurano
precisa
responsabilità contabile. Questo è il problema
che ha mandato evidentemente in tilt l’ASL
di Latina, perché nel comporre l’elenco ha
avuto modo di riscontrare, evidentemente
(non ne sono a conoscenza, ma
evidentemente posso pensare solo questo)
che il personale in servizio, ripeto ancora,
parliamo di 560 unità, non ha i requisiti
corrispondenti a questa legge regionale.
Parliamo di un personale di 200 medici e 360
infermieri, assunti negli anni 2006-2010
(circa 460 persone) e assunti negli anni 20132015 per le restanti 200 persone.
Allora dico: ma chi doveva vigilare e non
ha vigilato? Chi doveva controllare e non ha
controllato, in quegli anni? Perché ha fatto in
modo di originare questo elenco così enorme
di persone precarie ed evidentemente in
difformità alla legge regionale del 2008?
Ovvero, la leggo in maniera diversa: la legge
del 2008, in particolare quei commi, vanno
letti e contestualizzati in quel momento, il
2008, quando si era di fronte al
commissariamento di un numero esagerato di
ASL e di Regioni nel nostro Paese. Il Lazio
quindi bene ha fatto ad introdurre norme più
restrittive, evidentemente per controllare e
monitorare sempre la spesa sanitaria.
Ma adesso ci troviamo di fronte a una lex
specialis: una legge nazionale che dà modo di
sanare tutto quello che è comunque di fatto
strutturato all’interno di queste ASL. L’ASL
di Latina, nel prorogare tutto il personale,
nella data del 31 maggio 2016, con una
delibera del Commissario straordinario
compone due elenchi specifici: il primo
elenco, e ne dà atto nel dispositivo,
denominato elenco allegato alla lettera a), in
possesso dei requisiti di cui all’articolo 2 del
DPCM 63/2015, quindi che ha maturato
quella continuità di lavoro negli anni e tutto
quanto, l’allegato B dice che non è conforme
al DPCM 63/2015, ma rilevanti ai fini del
mantenimento dei servizi essenziali di
assistenza della completa implementazione
della nuova rete assistenziale, nonché
dell’attuazione
dell’articolo
32
della
Costituzione, il diritto alla salute.
(segue t. 7)
Delle due l’una: dal 2006 ad oggi, l’ASL
di Latina, con la complicità della Regione
Lazio, sta sfruttando, per il mantenimento dei
LEA, circa 600 persone. Oggi a queste 600
persone non vuole garantire la stabilizzazione
prevista dalle leggi speciali, sia il DPCM del
marzo 2015, sia la legge n. 208 del 2015.
Delle due l’una, dicevo: o si applica fino in
fondo la legge n. 14 del 2008, dove si
pongono le condizioni per entrare nel
Servizio sanitario nazionale, per essere
assunti nelle ASL, ma si pone anche una
sanzione. La sanzione che pone dice che gli
atti sono nulli e gli atti stessi vanno inviati
alla magistratura contabile. In questi anni, dal
2008 ad oggi, si è continuato ad assumere
continuamente ignorando queste disposizioni.
Oggi ci accorgiamo che c’è la legge n. 14 che
impedisce questa cosa. Chi ci rimette? Ci
rimettono queste 600 persone. Grazie a loro
si sono mantenuti i livelli essenziali di
assistenza e si sono mantenuti aperti gli
ospedali.
Se oggi a queste persone viene dichiarato
nullo il contratto, gli ospedali della provincia
di Latina possono chiudere tutti, chiuderanno
tutti, perché non è possibile mantenere più i
LEA
di
riferimento.
Quindi,
non
comprendiamo questo atteggiamento un po’
diversificato…
Oltre alla radio, capogruppo Valeriani, se
può sentire queste cose importanti per quelle
600 persone che lavorano nell’ASL di Latina
che quotidianamente, ogni giorno, lavorano,
quotidianamente, per dieci anni, sono state
prese in giro e ancora oggi continuano a
essere prese in giro. Non si possono sposare,
non possono fare un mutuo, lavorano ancora
Atti consiliari
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Regione Lazio
X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017
in tempi precari con contratti precari. A
queste persone la Regione Lazio impedisce la
stabilizzazione che è prevista da leggi
nazionali. Qui vogliamo comprendere…
È vero, mi sono preso qualche minuto in
più, Presidente, ma credo che l’argomento lo
meriti. È in gioco la vita e la continuità del
lavoro di 600 persone. Credo che una
definizione vada presa, ma vada presa anche
con un atto di coraggio.
Se la legge del 2008 impedisce questa cosa,
il presidente Zingaretti può venire in Aula
con una legge di un articolo solo per dire che
le disposizioni dei commi 73, 74, 75 e 76 non
si applicano per tutte quelle persone che sono
in possesso dei requisiti previsti dal DPCM
del marzo 2015 e dei requisiti della legge del
2008, l’articolo 1, comma 543. Noi siamo
pronti a votarla immediatamente, senza se e
senza ma, perché è un giusto riconoscimento
a quelle persone che hanno mantenuto i
servizi essenziali di assistenza in questa
provincia.
Adesso non possono subire, oltre al danno,
anche la beffa, perché non vengono inserite
nel processo di stabilizzazione. Il loro
numero, le loro posizioni nella DCA 403 non
ci sono. Quindi, chiediamo quali sono le
iniziative che questa Regione vuole portare
avanti.
PRESIDENTE. Grazie, consigliere Simeone.
Ha chiesto di parlare il consigliere
Buschini. Ne ha facoltà.
BUSCHINI, Assessore. Grazie, Presidente.
Cercherò ovviamente di essere molto più
breve rispetto alla interrogazione precedente.
In primo luogo si rappresenta che il decreto
del Presidente del Consiglio dei Ministri del
6 marzo 2015, all’articolo 1, comma 543,
della legge n. 208 del 2015 disciplina due
distinte procedure con differenti presupposti
e requisiti che non possono essere ricondotti
a unità.
Il decreto del Presidente del Consiglio è
rivolto alla stabilizzazione del personale con
contratto a tempo determinato e in possesso
dei requisiti previsti ex lege. Questa
procedura prevede l’espletamento di apposite
prove selettive riservate esclusivamente al
personale a tempo determinato in possesso
dei requisiti ex lege.
Invece, l’articolo 1, comma 543, della
legge n. 208/2015 prevede l’indizione di
procedure concorsuali straordinarie, con
riserva di posti a favore del personale in
possesso dei requisiti previsti. Questo
provvedimento
non
costituisce
una
stabilizzazione,
bensì
una
procedura
concorsuale con previsione di riserva di posti.
A tale procedura si applicano le disposizioni
regolamentari vigenti in materia. Il personale
in possesso dei requisiti deve svolgere le
stesse prove concorsuali previste per chi non
ha diritto alla riserva e, solo al termine di
tutta la procedura e all’approvazione della
graduatoria finale di merito, potrà godere
della riserva dei posti.
La Regione ha dato, pertanto, attuazione
alle disposizioni di legge e regolamentato le
differenti procedure di concorso e
stabilizzazione
in
base
alle
citate
disposizioni, in linea con le altre Regioni.
Il DCA n. 403 ha autorizzato l’avvio delle
procedure in questione, prevedendo per
l’ASL di Latina dei posti nell’ambito della
procedura di stabilizzazione (ex DPCM 6
marzo 2015) e per quanto riguarda le
procedure concorsuali ex lege n. 208 del
2015.
Dovendo anche tener conto di alcune
osservazioni, sono in corso ulteriori
valutazioni in merito alle posizioni dei
soggetti interessati con l’ASL di Latina, a cui
è stata richiesta una ulteriore relazione per
eventuali modifiche o integrazioni degli atti
richiamati.
È anche evidente come la Regione,
adottando
i
provvedimenti
citati
dall’interrogante, abbia dato attuazione alle
disposizioni di legge e regolamentato le
differenti procedure di concorso e di
stabilizzazione in base rispettivamente alla
legge n. 208 e al decreto del 6 marzo 2015,
due provvedimenti nazionali – l’ho già detto
– che prevedono l’espletamento di prove
selettive
riservate
esclusivamente
al
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Regione Lazio
X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017
personale a contratto a tempo indeterminato
in possesso dei requisiti ex lege.
Ribadisco che il DCA n. 403 ha autorizzato
l’avvio delle procedure in questione,
prevedendo per l’ASL di Latina entrambe le
possibilità. Ovviamente, rispetto alla
relazione
dettagliata
che
abbiamo
ulteriormente richiesto, non appena sarà nelle
nostre disponibilità verrà comunicata, se
vorrà, al Consigliere interrogante.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il
consigliere Simeone. Ne ha facoltà.
SIMEONE (PdL-FI). Ovviamente non sono
soddisfatto per niente della non risposta. È
noto anche, Assessore, e mi spiace dirlo, ma
purtroppo non è un problema suo
evidentemente, il problema di chi le fornisce
gli atti per rispondere a questa interrogazione,
della preparazione che ha nella sua materia,
ma evidentemente nella sanità dove gli
forniscono la velina che lei è costretto a
leggere.
Io faccio veramente un appello, ma lo
faccio, questa volta, al Capogruppo di
maggioranza, ai Consiglieri di maggioranza,
a lei, Presidente, perché questa è una
situazione esplosiva. Non ci si vuole rendere
conto di questa cosa. Quello che noto è
questo silenzio da parte della Regione su
questo problema, che è proprio grosso, bolle.
È vero, Enrico Forte? Non sto dicendo cose
inesatte. È un problema vero, è un problema
che riguarda 600 persone che hanno garantito
alla sanità in qualche modo di funzionare in
questi ultimi dieci anni. Ma di questo
evidentemente la Regione non vuole prendere
atto, non vuole sentirne parlare.
Allora, Assessore, queste cose che ho già
detto alla Segreteria del Presidente le dico
anche a lei così lo può riferire. La situazione
è esplosiva. Basta leggere i comunicati
stampa, la stampa quotidiana. L’Ordine dei
medici, per esempio, ha già fatto accesso agli
atti. È riportato qui, in questo comunicato
stampa. E ha fatto accesso agli atti perché
vuole portare tutto alla Procura della
Repubblica. Gli avvocati di queste 600
persone hanno già fatto accesso agli atti,
hanno già mandato una memoria alla ASL di
Latina. Voi non vi rendete conto che siamo
seduti su una polveriera, Zingaretti è seduto
su una bomba, la miccia è già stata accesa.
Ora bisogna calcolare la lunghezza di questa
miccia per capire quando esplode questa
bomba. Ma il tempo scade e la miccia, per
quanto lunga sia, arriverà il tempo che farà
esplodere la bomba su dove è seduto
Zingaretti. Non si vuole rendere conto di
questo e non vuole affrontare la materia per
quella che è.
Non è in discussione il godimento dei
requisiti del DPCM o della legge n. 208 – che
poi, di due leggi, una integra l’altra. La legge
n. 208 dice “in deroga ai requisiti del DPCM
potete fare queste corsie preferenziali”, anche
a quelli che hanno contratti di lavoro i più
disparati possibili. Mancava solo di dire:
mettevi dentro al lavoro, o mettetevi dentro
da qualche altra parte e sanate tutto quanto
questo. Perché fasciarci la testa? Perché non
rimuovere un problema, se esiste, che ha
creato il legislatore regionale in altri tempi, in
tempi diversi, quando era giusto mettere un
controllo su quella che era la spesa del
personale delle ASL? C’è un impedimento di
normativa
regionale,
Enrico
Forte?
Portiamolo in Consiglio. Diciamo che quelle
cose, che quelle disposizioni, non si
applicano per quelli che hanno i requisiti. E i
requisiti sono già stati certificati, perché la
delibera con cui sono stati prorogati da
maggio del 2016 a maggio del 2017 dice che
ce li hanno, i requisiti, che li hanno tutti.
Quindi bisogna procedere con un po’ di
coraggio, quello che manca sempre a questa
Regione, che non ha il coraggio di fare le
scelte, che non ha il coraggio di dire che
questo personale che ha servito la sanità della
provincia di Latina per più di dieci anni,
merita tutta l’attenzione possibile. Ma subito,
non con i “vediamo, stiamo facendo”, oppure
con il comunicato stampa che dirama la
direzione generale, che dice “ precari da
stabilizzare: Casati prova a placare gli
animi”. Non devono essere placati gli animi,
va risolto il problema, va data una risposta
Atti consiliari
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Regione Lazio
X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017
vera a persone che vogliono continuare a
lavorare nella nostra ASL e vogliono anche
avere tranquillità nella loro vita. Se questo è
chiedere troppo, allora vuol dire che siamo
veramente fuori dal mondo.
PRESIDENTE. Grazie, consigliere Simeone.
Interrogazione a risposta immediata n. 548
del giorno 13 gennaio 2017, proposta dai
consiglieri Aurigemma, Abbruzzese, Palozzi
e Simeone concernente “Emergenza pronto
soccorso Regione Lazio”
PRESIDENTE. L’ordine del giorno, al punto
0.14, reca: Interrogazione a risposta
immediata n. 548 del giorno 13 gennaio
2017, proposta dai consiglieri Aurigemma,
Abbruzzese, Palozzi e Simeone concernente
“Emergenza pronto soccorso Regione Lazio”.
Ha chiesto di parlare il consigliere
Aurigemma. Ne ha facoltà.
AURIGEMMA (PdL-FI). Presidente, una
cortesia, siccome ne ho altre due…
PRESIDENTE. La n. 0.14 è “ Emergenza
pronto soccorso Regione Lazio”. L’altra che
rimane, la n. 0,15 è “Bando medici non
obiettori Ospedale San Camillo”.
AURIGEMMA (PdL-FI). Grazie, Presidente.
Presidente, penso che questa interrogazione
che è attinente alle difficoltà e alle criticità
che molti cittadini della nostra regione hanno
incontrato,
stanno
riscontrando
e
continueranno
ad
incontrare,
palesa
costantemente la mancata programmazione
su un tema importante come quello della
sanità da parte della nostra Amministrazione
regionale.
Che ogni anno, durante le festività
natalizie, ci sia il problema dei medici di base
che giustamente vanno in ferie e quindi
chiudono il proprio studio, che nel periodo
delle festività natalizie ci sia il picco
influenzale che va ad aggiungersi alla
chiusura degli studi medici per le festività
natalizie, penso sia un dato assodato che non
è un’urgenza ma rientra in una classica
programmazione che fanno un po’ tutte le
amministrazioni regionali.
Che la nostra Regione debba essere
all’apice delle criticità negative che vengono
riscontrate non più solo ormai sulle testate
locali ma anche su testate nazionali e su
televisioni nazionali penso che la dica lunga
sulla
mancata
pianificazione
e
programmazione di un settore nevralgico, che
crea costantemente una serie di disservizi.
Noi purtroppo usciamo anche in maniera
offensiva nei confronti delle persone che
usufruiscono delle prestazioni sanitarie,
perché noi assistiamo soltanto ad una serie di
annunci; annunci di apertura di reparti,
annunci di stanze che vengono tinteggiate
come se fossero nuovi edifici destinati alla
sanità, ma puntualmente abbiamo sotto gli
occhi di tutti le foto che escono o i servizi
che vengono portati anche su puntate o sue
trasmissioni televisive che non fanno altro
che denunciare le condizioni in cui versano le
persone che si rivolgono presso i pronto
soccorsi della nostra azienda ospedaliera.
Questo penso sia un dato di fatto assodato
che non necessita né di interpretazione né
tantomeno di strumentazione.
Con questa interrogazione io continuo a
ribadire e a ripetere quali siano le misure che
questa Amministrazione ha preso per un
problema che certifica il fallimento delle
Case della salute che nascono dal decreto
Balduzzi per cercare di fare da filtro ai pronto
soccorsi e che altro non sono diventate che
una sorta di ambulatori che effettuano
prestazioni, mentre invece lo scopo primario
della Casa della salute è quello di fare da
filtro perlomeno sulla stabilizzazione di
pazienti che si presentano con codici bianchi
e verdi.
Sul fallimento delle politiche di
stabilizzazione, che denunciava prima il
collega Simeone, noi abbiamo fatto un piano
di deroghe triennali per cercare di assumere
le persone adeguandoci al decreto del
ministro Lorenzin. Questa Regione, a
differenza delle altre, non si è adeguata alla
stabilizzazione del 50 per cento, ma è arrivata
Atti consiliari
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Regione Lazio
X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017
alla metà, al 25 per cento.
E quando il presidente Zingaretti continua
ad annunciare che sono state assunte 600
persone non sono assunzioni, si tratta di
stabilizzazioni che non risolvono il problema
del personale, ma risolvono le giuste
rivendicazioni di persone che passano dal
ruolo di precario al ruolo di persone assunte
in pianta stabile. Ma la carenza di personale è
cronica e all’interno dei pronto soccorso non
ci vuole sicuramente uno scienziato per
comprendere che la mancanza è da verificarsi
principalmente su medici, paramedici e
infermieri.
Non sanno più in che salsa scriverlo i
Direttori generali nominati da questa
Amministrazione che il problema del pronto
soccorso, delle file, delle attese, delle barelle
e del continuare a stazionare all’interno dei
corridoi dei pronto soccorso è un problema
legato principalmente alla mancanza di
personale. Non possiamo continuare ad
annunciare che i conti vanno bene, non
possiamo continuare a fare annunci che non
corrispondono alla realtà perché se i conti
vanno bene o se gli annunci che vengono fatti
non corrispondono poi ad una reale esigenza
del territorio o dei cittadini che puntualmente
si recano presso le strutture del pronto
soccorso delle aziende ospedaliere della
nostra Regione penso che sia consono che i
cittadini continuino a perdere fiducia nella
politica e nelle Istituzioni.
Su questo problema, Assessore, con calma
e pacatezza spesso questa opposizione, con
spirito propositivo, ha provato a dare dei
contributi fattivi che puntualmente non sono
stati ascoltati per poi ritrovarsi qui a
commentare articoli di giornale o cronache
come la vicenda della ragazza deceduta per
una crisi epilettica nella zona di Tor Bella
Monaca che impongono una seria riflessione
su un sistema che non funziona.
Per quanto riguarda i conti, con lo
stanziamento di 750 milioni di euro in più,
ricevuti nel 2015, rispetto ai Fondi nazionali
del 2013, è certificato che la Regione ha
aumentato il proprio disavanzo. Per quanto
riguarda la programmazione è altrettanto
certificato che il caos nei pronto soccorsi che
si sta verificando in questi ultimi anni, non ha
nulla a che vedere con i disservizi che si sono
verificati in passato. Quindi, qualcosa che
non va c’è. Su questo mi spiace constatare
come questa Amministrazione e questa
maggioranza non abbia a cuore le sorti del
Servizio sanitario, che è una fattispecie
importante che attinge oltre il 70 per cento
dei fondi del bilancio della nostra Regione, e
su questo io pensavo e penso di trovare
maggiore interesse da parte di questa
maggioranza.
Già il fatto che oggi all’interno di
quest’Aula stiamo parlando di questo tema
così delicato e dai banchi della maggioranza
si sentono risate, starnazzi e altre cose
dimostra di gran lunga quanta importanza dà
questa maggioranza a un tema così delicato,
che non attecchisce, non riesce a entrare nei
canoni e nell’importanza vitale di tante
persone che purtroppo, ahimè, vivono e
soffrono sulla propria pelle giornate passate
negli anticamera dei pronto soccorsi per
portare il cambio o per cercare di aiutare il
proprio caro, il proprio parente che sta lì
ricoverato da giorni e settimane. È diventata
una sorta di routine. E il fatto che ci sia
questa rassegnazione all’interno della
maggioranza e un disinteresse su questo tema
la dice lunga su quanto si stia impegnando
questa Amministrazione sulle difficoltà e
sulle criticità che subiscono i nostri cittadini.
Concludo l’interrogazione affidandomi al
buonsenso dell’Assessore. Lei oggi viene qui
e interviene su una materia che non è di sua
competenza, e sicuramente questo le fa
onore, mi auguro soltanto che la sua risposta
alle mie domande si concentri non tanto su
quello che le hanno scritto quanto su quello
che le ho esposto, perché effettivamente il
problema dei pazienti all’interno dei pronto
soccorsi dei nostri cittadini non ha una
connotazione politica e la mia interrogazione
non l’ho fatta cercando di andare a
strumentalizzare il problema, perché di
materie per strumentalizzare il problema ce
ne fornite veramente tante tutti i santi giorni,
ma cercando di dare uno spirito collaborativo
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Atti consiliari
Regione Lazio
X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017
e fattivo su una difficoltà concreta e reale che
vivono i cittadini, che non hanno colore
politico. Quelli che si recano al pronto
soccorso non è che sono di centrosinistra o di
centrodestra, sono dei semplici cittadini che
spesso hanno difficoltà anche ad avere
informazioni.
Soltanto
grazie
alla
professionalità e alla capacità di tanti medici
e paramedici noi spesso riusciamo,
nonostante i disservizi che si creano, ad avere
qualche risposta in più. Però, mi auguro che
la sua risposta non sia soltanto quella di
leggere un pezzo di carta che le hanno
fornito, ma di comprendere realmente e
fattivamente quali sono le difficoltà che
subiscono queste persone.
PRESIDENTE. Ha chiesto di
l’assessore Buschini. Ne ha facoltà.
parlare
BUSCHINI, Assessore. Grazie, Presidente.
Consigliere Aurigemma, torno a ripeterle
che la lettura presuppone che prima sia stato
scritto e nella scrittura vi è, secondo una
vecchia scuola, ragionamento, ricerca e
soprattutto possibilità di essere precisi
rispetto ad alcune risposte puntuali che
bisogna dare a interrogazioni che sicuramente
sono altrettanto puntuali. Ovviamente,
sarebbe impossibile non preparare delle
risposte scritte, perché si rischierebbe di
essere magari evasivi, e a quel punto il giusto
richiamo del Consiglio e dei Consiglieri
sarebbe di non avere rispetto della necessità
di avere informazioni serie.
È ovvio che esprimerò il mio giudizio
rispetto a un lavoro fatto, rispetto a difficoltà
che ci sono nella gestione dei pronto soccorso
che sono nella nostra regione, ma che
purtroppo, come ci suggeriscono e ci fanno
vedere le cronache nazionali, non è soltanto
della nostra regione. Questo non giustifica
nulla, ma indubbiamente dà il senso di un
problema più generale.
Pochi giorni fa, il 29 dicembre, si è tenuta
una riunione in cui la Direzione regionale ha
incontrato i direttori generali e sanitari e i
responsabili dei pronto soccorso. C’è un
punto: ovviamente il Consigliere sa, per aver
svolto anche funzioni di governo importanti
in questa città, che posto un problema vi sono
delle fasi, delle iniziative successive per
risolvere uno dei principali problemi che
abbiamo davanti. Il numero complessivo
degli accessi ai pronto soccorso mostra una
tendenza a una diminuzione. Ed è una delle
questioni che lei ha posto nella sua
interrogazione e nella successiva esposizione.
Perché tendono a diminuire? Debbo
richiamare necessariamente alcune delle
iniziative che abbiamo posto in essere nel
corso di questi anni, per cercare di togliere al
pronto soccorso e alla parte dell’emergenza,
una parte dell’assistenza, quindi l’assistenza
di codici meno gravi attraverso le Case della
Salute, gli [audio incomprensibile], le
iniziative prese insieme ai medici di medicina
generale. Sebbene nel corso dell’anno il dato
dell’accesso al pronto soccorso diminuisce,
indubbiamente c’è un altro dato che
confligge con questo, cioè quello storico che
in concomitanza tra la fine dell’anno o di
picchi influenzali, il dato di accesso al pronto
soccorso di Roma e provincia soprattutto,
tende a salire.
Su questo, nel corso di un determinato
periodo dell’anno, cioè durante le festività vi
sono stati controlli dei NAS su sei pronto
soccorso di Roma e provincia, che hanno
messo in evidenza che per tali presidi
risultano soddisfatti i requisiti igienici,
strutturali e organizzativi che la normativa
prevede.
Il 29 dicembre è stato sottoscritto un
protocollo d’intesa tra la Regione e le
associazioni AIOP, ARIS, industria sanità,
relativa al trasferimento per ricovero da
pronto soccorso presso strutture accreditate di
una parte di pazienti da assistere. Si prevede
di ratificare a breve il protocollo d’intesa con
la Guardia di Finanza anche relativamente al
servizio di emergenza per l’intero territorio
regionale.
Nel corso dell’incontro è stata anticipata
l’intenzione di monitorare la problematica
tramite la raccolta di tutti i dati riguardanti il
numero delle dismissioni della giornata, il
recupero dei posti letto ordinari attivi, perché
Atti consiliari
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Regione Lazio
X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017
ovviamente, Consigliere, questo ci consente
di fare in modo, liberando spazi nei reparti, di
poter anche togliere persone che magari nel
pronto soccorso aspettano di essere
ricoverate.
Presto avremo un report dettagliato, e
questo ovviamente lo gireremo a tutti i
Consiglieri regionali, rispetto all’attività
ospedaliera sulle aree medica, cardiologica,
chirurgica generale, chirurgia di specialisti e
critica. Questo ci consente di avere un
monitoraggio migliore, capace di individuare
anche singolarmente, caso per caso, alcune
problematiche che ci sono nei diversi pronto
soccorso. In alcuni casi vi è un problema di
dismissione, quindi di liberare reparti per
consentire a chi è in attesa di essere
ricoverato, dall’altro modelli organizzativi in
altri pronto soccorso, ancora soprattutto in
quelli di provincia. Su questo il riferimento
all’interrogazione e al successivo intervento
del consigliere Simeone parla ad esempio di
come sul livello più provinciale vi sia
maggiore carenza di personale. È avviato il
sistema di gestione informatizzata dei posti
letto di area critica, con sospensione
dell’attività telefonica e attivazione del
sistema SGSL per 36 strutture su 38. Questo
è avvenuto a partire dal 26 settembre.
Ora, tutto questo ovviamente attiene a un
modello prettamente organizzativo. Dal
punto di vista occupazionale, è un altro pezzo
del
suo
intervento
non
contenuto
nell’interrogazione ma nel suo intervento,
rispetto ai budget assunzionali che sono stati
comunicati,
ovviamente
questa
Amministrazione, facendo proprio il DPCM
6 marzo 2015, quanto alle iniziative
successive, noi possiamo programmare dal
punto di vista assunzionale diverse iniziative
nell’anno 2017 che ci consentono di
abbassare notevolmente l’esigenza di
personale che c’è, soprattutto nei pronto
soccorso.
Nel corso dell’anno 2016 è stato
autorizzata l’assunzione di 41 medici di
anestesia e rianimazione, 28 medici di
medicina e chirurgia d’accettazione e
urgenza, per un totale di 244 collaboratori
professionali sanitari.
Infine, e chiudo, sono stati prorogati, con
decreto del Commissario ad acta n. 385 del 6
dicembre del 2016, tutti i contratti di lavoro a
tempo pieno e determinati e autorizzati in
occasione del Giubileo della Misericordia per
i dodici pronto soccorso di Roma e provincia
fino al 31 dicembre del 2017.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il
consigliere Aurigemma. Ne ha facoltà.
AURIGEMMA (PdL-FI). Grazie, Presidente.
Sicuramente sarò stato io che mi sono
spiegato male. A me che la Regione continua
a fare monitoraggio dopo il quarto anno fa
piacere, lo vedo e c’è anche un ottimo
sistema informatico che mi consente di
vedere tutti i giorni, cosa che faccio
quotidianamente perché, oltre al sistema
informatico, passo, come ho fatto questa
mattina, dal pronto soccorso del Policlinico
Tor Vergata. Le posso garantire che la
situazione è completamente degenerata non
più tardi di qualche settimana fa a seguito
dell’inaugurazione di un altro reparto del
presidente Zingaretti, così come le
stabilizzazioni di 244 persone che lei ha
citato. Continuo a ripetere che sono
stabilizzazioni, cioè persone che già lavorano
con un contratto precario e ora lavorano con
un contratto stabilizzato, ma questo non ha
nulla a che vedere con il numero di persone
in più che richiedono i direttori generali delle
ASL, perché i problemi del caos dei pronto
soccorsi non si risolvono con un
monitoraggio o con la stabilizzazione dei
precari, ma si risolvono facendo funzionare la
Casa della salute, facendo partire quel giusto
filtro che intasa i pronto soccorsi e cercando
di mettere a rete quella che è stata una nostra
battaglia presentata in un ordine del giorno
proprio all’interno di quest’Aula, cioè su una
rete informatica che mette a sistema tutti i
posti letto delle strutture ospedaliere sia
private che pubbliche, sia convenzionate che
pubbliche, della nostra Regione Lazio.
Solo così si possono dare risposte
nell’immediato, non solo ai tanti pazienti che
Atti consiliari
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Regione Lazio
X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017
lavorano in questo settore così delicato, cioè
nei pronto soccorsi, ma anche a quel
personale che lavora in condizioni di
confusione e di caos totale. Però, vedo che le
nostre denunce cadono nel vuoto. Ne prendo
atto, come ne prenderanno atto tutti i cittadini
che vivranno e vivono queste difficoltà.
Interrogazione a risposta immediata n. 549
del giorno 13 gennaio 2017, proposta dal
consigliere Aurigemma concernente “Bando
medici non obiettori Ospedale San Camillo”
PRESIDENTE. L’ordine del giorno, al punto
0.15, reca: Interrogazione a risposta
immediata n. 549 del giorno 13 gennaio
2017, proposta dal consigliere Aurigemma
concernente “Bando medici non obiettori
Ospedale San Camillo”.
Ha chiesto di parlare il consigliere
Aurigemma. Ne ha facoltà.
AURIGEMMA (PdL-FI). Sarò molto breve.
Io penso che la nostra Costituzione garantisca
dei diritti inviolabili, che sono quelli
dell’imparzialità, di consentire a tutti quanti
di poter partecipare senza distinzione né di
sesso, né di fede politica, né di fede religiosa,
né tanto meno di estrazione. Veder
pubblicato un bando dalla struttura
dell’azienda ospedaliera San Camillo, che tra
l’altro evidenzia di assumere delle persone
che rientrano soltanto in un determinato
settore, cioè quello dell’obiezione e di non
essere obiettori di coscienza, questo penso
che sia un bando che viola palesemente quei
sacrosanti diritti della nostra Carta
costituzionale. I cittadini il 4 dicembre hanno
confermato di crederci, di rispettarla nella
propria pienezza. Oltre il 60 per cento delle
persone che hanno partecipato al voto si sono
riconosciuti in questa Carta costituzionale.
Chiedo di sapere se e quando la Regione o
l’azienda ritirerà questo bando che è
palesemente in violazione, perché si rivolge
soltanto ed esclusivamente ad un ceto e ad
una parte discriminando chi ha deciso di
svolgere la propria obiezione di coscienza,
chi ha delle idee diverse e come mai queste
persone non possono partecipare. Quindi, le
chiedo con questa interrogazione di sapere e
comprendere che azioni ha intrapreso la
Regione Lazio a seguito della pubblicazione
di questo bando che ormai è diventato una
sorta di specchietto delle allodole dove
addirittura autorevoli esponenti nazionali del
PD vanno in giro all’interno della Camera dei
deputati a rivendicare la battaglia e il
successo che hanno ottenuto consentendo
soltanto ai non obiettori di coscienza di poter
partecipare a questo bando.
PRESIDENTE. Ha chiesto di
l’assessore Buschini. Ne ha facoltà.
parlare
BUSCHINI, Assessore. Grazie.
Rispetto a quest’ultima interrogazione sarò
anch’io molto breve. Occorre partire dal fatto
che l’autorizzazione al bando dei medici non
obiettori è stata concessa al fine di
fronteggiare la carenza di personale di
dirigenti medici non obiettori presso la
UOSD (interruzioni volontarie di gravidanza)
rispetto alla legge n. 194/1978 dell’Azienda
ospedaliera San Camillo Forlanini, centro di
riferimento regionale.
L’opportunità di questa scelta è mirata a
evitare l’interruzione di pubblico servizio per
la mancata erogazione delle prestazioni
previste dalla legge n. 194/1978. Si fa
presente che questo servizio di interruzione
volontaria di gravidanza dell’Azienda
ospedaliera San Camillo Forlanini eroga
prestazioni a livello nazionale, poiché le
richieste di interruzione volontaria di
gravidanza
chirurgica
e
interruzione
volontaria di gravidanza farmacologica
provengono da molte regioni dove
attualmente i servizi sono chiusi e dove i casi
più complessi non vengono accolti, pur in
presenza di medici strutturati.
PRESIDENTE. Consigliere Aurigemma? Va
bene. Abbiamo terminato i question time.
Aggiorniamo i lavori della seduta alle ore
15. Alle ore 14,30 in Sala Etruschi è
convocata la Commissione Bilancio per
esaminare emendamenti e subemendamenti
Atti consiliari
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Regione Lazio
X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017
presentati alle proposte di legge iscritte
all’ordine del giorno che hanno una ricaduta
economica.
La seduta è aggiornata alle ore 15.
(La seduta è sospesa alle ore 13,34)
(segue t. 8)
(La seduta è sospesa alle ore 13,34 e
riprende alle ore 16,04)
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE
CIARLA
PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori.
Commemorazione per la scomparsa del
professor Tullio De Mauro, già consigliere
regionale del Lazio (1975-1980)
PRESIDENTE. È scomparso recentemente il
professor Tullio De Mauro, che è stato
Consigliere della Regione Lazio nella II
legislatura, dal 1975 al 1980.
Do la parola al professor Manzella, che ci
teneva a fare un ricordo.
Ha chiesto di parlare il consigliere
Manzella. Ne ha facoltà.
MANZELLA (Pd). Tullio De Mauro,
scomparso il 5 gennaio, è uno dei
componenti più illustri che abbia avuto
questo Consiglio regionale; una personalità
piena della vita pubblica italiana tra i pochi
che dopo, essersi seduto su questi scranni, ha
avuto l’onore di servire il nostro Paese come
Ministro, avendo retto il dicastero della
pubblica istruzione dal 24 aprile del 2000 al
giugno del 2001. Se già questo basterebbe in
fondo per ricordarlo in questa sede, c’è molto
di più nella vita di De Mauro che rende un
giudizio così impegnativo così in fondo
semplice. Professore dal 1967, ordinario di
filosofia del linguaggio a Roma dal 1974 al
1996, De Mauro ha compiuto tutto il
possibile cursus honorum degli accademici,
incluse diverse lauree honoris causa di cui
l’ultima nel 2010 alla Sorbona. Ha scritto
trattati universitari destinati a rimanere che
già nel titolo rivelano i temi che lo
interessavano. Pensiamo a Storia linguistica
dell’Italia unita ed al Grande Dizionario
dell’uso. Ha lavorato a saggi con i quali ha
aperto gli occhi degli italiani su problemi
cruciali per il loro futuro come quello che
tanto
lo
occupava
da
ultimo
dell’analfabetismo di ritorno. È stata una
presenza fissa sui giornali italiani degli ultimi
quarant’anni avvisandoci, con garbo e spesso
con numeri molto precisi, di problemi che
vedeva prima di altri. Più ancora è stato
soprattutto il linguista di questo Paese
dell’ultimo mezzo secolo; un vero e proprio
punto di riferimento per tutti coloro
interessati alla lingua come veicolo di
costruzione di comunità, come segno
dell’identità nazionale, il tutto con un
atteggiamento che è sempre stato di grande
apertura.
De
Mauro
è
stato
l’intellettuale
cosmopolita che ha portato in Italia i testi di
linguistica più importanti della scena
mondiale come il Cours de linguistique
générale di de Saussure e d’altra parte ha
fatto di tutto per far capire l’importanza del
dialetto, metterne in rilievo il ruolo, cultura
alta e cultura bassa, si potrebbe dire
convivevano in questo accademico dal tratto
sempre curioso, attento e disponibile, ma è
solo il primo aspetto della vita di De Mauro
che va ricordato oggi. Accanto a questo c’è
l’infaticabile
impegno
sul
piano
dell’animazione culturale.
Con Asor Rosa ha fondato la Facoltà di
Scienze Umanistiche dell’Università di Roma
dando una casa alla linguistica e continuando
il lavoro del suo maestro Antonio Pagliaro.
Era il direttore della Fondazione Bellonci che
organizza il Premio Strega. È stato il
Presidente della Fondazione Mondo Digitale
promossa dal Comune di Roma, con il
compito di trasformare, grazie al digitale,
l’istruzione. Tre esempi tra i tanti che
potrebbero ricordarsi che ci dicono di quanto
quest’uomo fosse lontano dall’accademico
chiuso nei suoi libri e nei suoi interessi e di
come interpretasse, invece, il suo ruolo di
Atti consiliari
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Regione Lazio
X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017
intellettuale in modi pienamente immersi nel
mondo.
È proprio questa la chiave che va usata per
leggere l’esperienza di De Mauro al
Consiglio regionale del Lazio; un’esperienza
importante di quelle che hanno lasciato il
segno. Vi arriva nel 1975, eletto tra gli
indipendenti del PC in una pattuglia che
comprendeva personalità autorevoli come lo
psicanalista Luigi Cancrini e l’urbanista
Giuseppina Marcialis. Sono gli anni dei
Governi di centrosinistra con le presidenze
del Consiglio di Palleschi, Ferrara, Mechelli
ed entra in un Consiglio regionale che vede
numerose personalità. Penso a Publio Fiori,
Luciana Castellina, Gian Maria Volonté,
Giulio Santarelli, Gabriele Panizzi, Giulio
Maceratini, Rodolfo Gigli, Mario Di
Bartolomei, un giovanissimo Esterino
Montino, Antonio Muratore del Partito
socialdemocratico.
Il Segretario regionale del PC è Luigi
Petroselli. Il Sindaco di Roma un anno dopo
diventerà Giulio Carlo Argan. I suoi amici in
Consiglio sono Gianni Borgna, allora
Capogruppo, Leda Colombini con cui firma
spesso interrogazioni e mozioni, Nicola
Cattedra, capo ufficio stampa del Presidente
della Giunta Maurizio Ferrara e che di lì a
poco sarà il direttore dell’Ora di Palermo,
proprio il giornale in cui lavorava aveva
lavorato suo fratello Mauro, vittima, come
tutti voi sapete, della violenza mafiosa.
De Mauro aveva rapporti cordialissimi con
tutti, frequentava la Pisana assiduamente,
aveva relazioni di particolare simpatia con il
capogruppo liberale Cutolo e con Girolamo
Mechelli.
Questo il mondo in cui Tullio De Mauro
svolge la sua attività politica in Consiglio
regionale ed è un’attività che compie senza
risparmio. Chi lo ha conosciuto in quegli anni
ha il ricordo di un uomo molto presente in
questo edificio e impegnato su tutti i temi,
interessato a far conoscere il proprio punto di
vista sulle questioni più diverse. Così, nella
sua attività di Consigliere, non si interessa
solo di cultura. Certo, è stato centrale il suo
ruolo di Assessore, svolto tra il 1976 e il
1977, e sicuramente la legge n. 32 del 1978,
con cui per la prima volta la Regione Lazio
disciplina il settore culturale, è il suo lascito
più importante in termini di politica
legislativa. Basta scorrere alcune parole
d’ordine per capirlo: promozione educativa e
culturale, decentramento, pluralismo, circuiti
regionali,
ricerca
e
sperimentazione,
conoscenza della storia e delle tradizioni
locali.
Sicuramente
il
cuore
delle
sue
interrogazioni è dedicato alla condizione
delle scuole, alla carenza delle aule, ai
programmi
di
edilizia
scolastica,
all’effettività del diritto allo studio,
soprattutto per gli alunni delle famiglie più
povere, all’integrazione degli studenti
disabili. Oppure quanto è attuale, quando si
va verso l’anno europeo del patrimonio
culturale, l’azione per il recupero del Forte
Michelangelo
di
Civitavecchia,
con
l’obiettivo di farne un centro culturale, un
tassello di un’azione a favore del patrimonio
culturale, che lui considerava un educatore
permanente.
Chi ha la pazienza di andarsi a guardare le
carte della sua presenza in Consiglio, si
profila un’attività che rivela l’interesse a
molti temi. Ci sono, così, le interrogazioni
sullo zoosafari di Fiumicino che dicono
dell’attenzione al dato ambientale, l’allarme
per la privatizzazione di aree naturali. D’altra
parte, nel ricordo di chi ha collaborato con
lui, risalta anche il suo impegno al fianco di
Ranalli nella definizione della legge sanitaria
laziale con cui venne regionalizzato il
servizio sanitario. Così come gli stessi
testimoni ricordano dell’attività in questa
Regione con riferimento alla legge n. 180 del
’78, la legge Basaglia, una vicenda in cui
svolse un ruolo di grande importanza e che
vide anche la presenza dello stesso Basaglia
come coordinatore dei servizi psichiatrici
della Regione a partire dal 1979.
Impegno accademico, impegno civile,
impegno politico sono inestricabili in una
vicenda umana che si è chiusa e che, come
capita a vite così, non si è veramente chiusa.
Se siamo capaci di ascoltare la lezione di De
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Atti consiliari
Regione Lazio
X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017
Mauro, parla, infatti, ad ognuno di noi che
sediamo in quest’Aula, anche a tanti anni di
distanza da quando lo ha fatto lui. Ci parla di
un modo di interpretare questo nostro ruolo
in modo attento a quello che accade nel
mondo, rispettoso per l’avversario, anche
nello scontro di idee, pienamente partecipe
alla vita culturale e sociale del nostro tempo,
a tutti i suoi livelli, dal dialetto alla Crusca,
per usare una scala linguistica che De Mauro
avrebbe, forse, apprezzato.
Ci parla, insomma, della Pisana come un
vero punto di snodo della cultura e della
società della nostra regione, come un
Parlamento nel suo senso più alto.
Ai sensi dell’articolo 1, comma 19, della
legge regionale n. 18 del 30.12.2014,
comunico che sono pervenute n. 3
deliberazioni di Giunta e n. 23
determinazioni dirigenziali concernenti le
variazioni di bilancio ai capitoli di spesa, i
cui estremi sono stati riportati in dettaglio e
inviati a tutti i Consiglieri in posta
elettronica.
Comunico, infine, che il Presidente della
Regione, Nicola Zingaretti, sarà assente nella
seduta odierna perché impegnato in attività
istituzionali. Ai sensi dell’articolo 34, comma
5 del Regolamento del Consiglio sarà
computato come presente ai fini della
fissazione del numero legale.
(Applausi)
*****
PRESIDENTE. Grazie, consigliere Manzella,
per il suo intervento.
Propongo all’Assemblea di osservare un
minuto di raccoglimento in ricordo del
professor De Mauro.
(L’Assemblea osserva
raccoglimento)
un
minuto
di
PRESIDENTE. Grazie.
*****
Comunicazioni del Presidente
PRESIDENTE. Riprendiamo i nostri lavori.
Comunico, ai sensi del Regolamento del
Consiglio regionale, che sono stati presentati
i seguenti atti:
Approvazione processi verbali
PRESIDENTE. Sono stati trasmessi per
l’approvazione da parte del Consiglio i
processi verbali concernenti le sedute: n. 57
del 13, 14, 15 e 16 luglio 2016, n. 58 del 18
luglio 2016, n. 59 del 3, 4, 5 e 6 agosto 2016,
n. 60 del 7, 14, 21 e 28 settembre e 5 ottobre
2016, n. 61 del 28 settembre 2016, n. 62 del
12 ottobre 2016, n. 63 del 17 ottobre 2016, n.
64 del 24 ottobre 2016, n. 65 del 26 ottobre
2016, n. 66 del 26 ottobre 2016, n. 67 al 9, 23
e 24 novembre e 6 dicembre 2016, n. 68 del
14 novembre 2016.
Se non vi sono obiezioni, i processi verbali
si intendono approvati.
*****
- Proposte di legge: dal n. 360 al n. 361;
Sulle Comunicazioni del Presidente
- Interrogazioni a risposta scritta: dal n. 1497
al n. 1507;
- Interrogazioni a risposta immediata: dal n.
536 al n. 549.
Sono
pervenute
le
risposte
alle
interrogazioni a risposta scritta nn. 1403 e
1461.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il
consigliere Barillari. Ne ha facoltà.
BARILLARI (M5s). Presidente, le chiedo un
chiarimento. Lei ha annunciato la PL n. 361,
all’Aula? Mi scusi.
PRESIDENTE. Proposte di legge dalla n.
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Atti consiliari
Regione Lazio
X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017
360 alla n. 361.
BARILLARI (M5s). La n. 361 è ancora in
Commissione, non ne è ancora uscita, volevo
chiarire questa cosa a norma di Regolamento.
PRESIDENTE.
all’Aula.
È
solamente
In ogni caso, la richiesta minima che le
faccio è di sapere quando verranno discussi
gli ordini del giorno, perché un rinvio, com’è
in questo momento, sine die è oggettivamente
inaccettabile, anche dal punto di vista
regolamentare, ancor più che politico.
l’annuncio
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la
consigliera Blasi. Ne ha facoltà.
Ordine dei lavori
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il
consigliere Malcotti. Ne ha facoltà.
MALCOTTI (Ci). Grazie, Presidente. So
bene che è una decisione presa in sede di
Capigruppo, peraltro mi risulta non
all’unanimità. Però io trovo strano che
essendo questa la prima seduta di Consiglio
dell’anno non stiamo riprendendo i nostri
lavori con l’esame degli ordini del giorno
collegati al bilancio e alla legge di stabilità.
Segnalo che ai sensi del nostro
regolamento, e cioè ai sensi dell’articolo 69,
comma 1, noi avremmo dovuto, come dice il
Regolamento, svolgere gli ordini del giorno
prima dell’approvazione della legge e quindi
nella nottata del 30 dicembre. C’è una prassi,
che è diventata tale, che è comprensibile,
viste le dinamiche dell’Aula che si verificano
in occasione dei bilanci, di rinviare gli ordini
del giorno al primo Consiglio utile. Questo
fatto che per la prima volta viene scavallata
la prima data utile, è francamente un ulteriore
strappo che io non vorrei che diventasse
prassi, che ritengo gravemente un errore.
Significa che abbiamo abolito la possibilità e
l’utilità di fare ordini del giorno di indirizzo
alla legge di bilancio, alla legge di stabilità.
Oggi possiamo rinviarli di una seduta, la
prossima volta potrebbero essere rinviati di
tre mesi, di sei mesi, di due anni, di dieci
anni.
Io credo che questo non sia accettabile.
Credo che sia una violazione regolamentare e
credo che quindi su questo l’Ufficio di
Presidenza si debba esprimere, e comunque
ritengo che sia sbagliato procedere in questa
maniera.
BLASI (M5s). Anche io intervengo sulla
questione degli ordini del giorno, come già
sollevato durante l’ultima Capigruppo. In
effetti, gli ordini del giorno rappresentano
uno strumento politico molto importante in
mano all’opposizione e alla minoranza per
rappresentare le proprie istanze all’interno
del Consiglio regionale e nell’ambito della
legge finanziaria, la più importante legge che
si discute in quest’Aula durante la vita
legislativa del nostro Consiglio, durante il
corso dell’anno.
In questa sede mi pare opportuno rivolgere
una
richiesta,
un
chiarimento
alla
maggioranza tutta, e qui purtroppo vedo
uscito adesso il Capogruppo del PD
Valeriani, affinché ci sia un impegno…
eccolo, da parte della maggioranza, per
portare in Aula quanto prima gli ordini del
giorno che sono stati presentati sulla legge
finanziaria, dato che ancora non c’è stato
questo impegno sugli ordini del giorno.
Quindi, chiederei alla maggioranza un
impegno a portare in Aula questi ordini del
giorno.
Grazie.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il
consigliere Valeriani. Ne ha facoltà.
VALERIANI (Pd). È stato chiesto alla
maggioranza di esprimersi in quest’Aula, ma
penso che noi non facciamo una cosa
intelligente se riproponiamo in Aula ogni
volta le discussioni che facciamo in
Capigruppo. Non perché qualcuno abbia
qualcosa da nascondere, ma perché
semplicemente rischiamo di svilire un po’
Atti consiliari
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Regione Lazio
X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017
anche i nostri organismi che dirigono il
nostro funzionamento.
Alla prima riunione della Capigruppo, dopo
la pausa a seguito del bilancio, la
maggioranza era assolutamente disponibile a
riprendere i lavori laddove, come ha ricordato
il collega Malcotti, per prassi si fa sempre,
cioè si accantonano al momento del bilancio
gli ordini del giorno e alla prima seduta utile
si riprende da là.
È abbastanza noto a tutti, perché siamo tutti
forze di opposizione o di maggioranza a
seconda delle situazioni, che la maggioranza
in quest’Aula, ovviamente avendo avuto
maggiore soddisfazione nell’approvazione
del bilancio, non aveva nessun ostacolo a
discutere anche in quelle notti turbolente a
fine anno gli ordini del giorno. Per noi era
più importante approvare il bilancio.
Che cosa è accaduto, collega Malcotti?
Altrimenti sembra che il cerino sta in mano
alla maggioranza e io non credo che sia
giusto e corretto. Noi siamo disponibili a
discuterli tutti gli ordini del giorno, senza
nessuna esclusione, a fare una seduta
ordinaria, Presidente, oppure, come deciderà
la Capigruppo, a individuare una sessione
aggiuntiva da dedicare esclusivamente a
questo pezzo di lavoro che è rimasto sospeso.
Però noi, da quando abbiamo cominciato
questa legislatura, anche qua per prassi giusta
o per un’abitudine sbagliata che va corretta,
decidiamolo, abbiamo fin qua, Presidente,
adottato il criterio, che secondo me è di
buonsenso, di condividere quasi sempre
all’unanimità almeno l’ordine dei lavori della
convocazione dei Consigli. Su questo mi pare
che nessuno mi possa smentire. Non abbiamo
mai convocato un Consiglio… Certo, a volte
ci sono state discussioni per arrivare a un
punto di equilibrio e di composizione, ma
mai l’ordine del giorno dei Consigli è stato
votato a maggioranza. È accaduto che
nell’ultima
Capigruppo,
che
doveva
calendarizzare i lavori di oggi e delle
prossime sedute, non c’è stata unanimità su
questo. Ne abbiamo preso tutti quanti atto. Io
ho fatto stampare il verbale di quella notte in
cui le singole forze politiche hanno dato
disponibilità ad accantonare gli ordini del
giorno per poterli discutere alla prima seduta
utile e quel punto ho riproposto.
Noi eravamo disponibili a farlo oggi, ma
non è stato possibile. Io mi auguro che la
prossima Capigruppo, collega Malcotti,
decida, mi auguro all’unanimità, se non è
possibile all’unanimità troveremo un altro
modo, di individuare nel più breve tempo
possibile una seduta per discutere gli ordini
del giorno. Non credo che sia interesse di
nessuno attribuire colpe o responsabilità alla
maggioranza, perché la maggioranza ha
semplicemente tentato di usare un po’ di
buonsenso.
Questi ordini del giorno vanno discussi e
votati, credo che sia interesse di tutti farlo nel
più breve tempo possibile, mi auguro che
tutte le forze politiche lavorino affinché
almeno l’ordine di convocazione di questo
benedetto Consiglio sugli ordini del giorno
rimasti sospesi non venga trasformato in un
terreno di contrapposizione.
Penso che ci siano le condizioni… Scusate,
io sto rispondendo a voi. Se non vi interessa,
mi taccio. Io spero che, nella prossima
Capigruppo, tutte le forze politiche
concordino sul fatto che questi ordini del
giorno, se vengono discussi tra troppo tempo,
non hanno più senso. Forse è utile farlo nel
più breve tempo possibile. La maggioranza lo
farà quando tutti saremo d’accordo a farlo.
Grazie.
PRESIDENTE. Bene.
Ha chiesto di parlare il consigliere Perilli.
Ne ha facoltà.
PERILLI (M5s). Presidente, il mio è su un
altro argomento, quindi farei…
PRESIDENTE. Va bene.
Ha chiesto di parlare
Malcotti. Ne ha facoltà.
il
consigliere
MALCOTTI (Ci). Presidente, io ho massimo
rispetto per quello che accade in Conferenza
dei Capigruppo e non mi sono mai permesso
di intervenire né per contestare una scelta
Atti consiliari
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Regione Lazio
X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017
fatta dai Capigruppo, né ho parlato, per
quanto mi riguarda, di maggioranza. Però, io
mi sono permesso quest’oggi di intervenire
perché credo che abbiamo un Regolamento e
che non è nella disponibilità della Conferenza
dei Presidenti di Gruppo di violarlo. È
chiaro? Sto dicendo che il rinvio sine die
degli ordini del giorno è uno strumento che
viene fatto nella notte del bilancio per prassi,
ma che questa ulteriore dilazione è una
violazione regolamentare, che non è
accettabile. A me non interessa e non ci
voglio entrare nelle questioni che sono
sottese a questa vicenda, dico semplicemente
che noi stiamo creando un precedente
pericoloso. Un domani la maggioranza
potrebbe decidere che siccome non gli va di
discutere gli ordini del giorno, gli ordini del
giorno del bilancio non si discutono più
perché tanto possono essere a maggioranza
rinviati senza scadenza. È un precedente che
io non sono disponibile a far passare in
quest’Aula, tant’è che chiedo non alla
maggioranza di trovare un accordo, chiedo
all’Ufficio di Presidenza di assumere una
decisione. Dal mio punto di vista noi
dovremmo sospendere questa seduta e
riprendere con gli ordini del giorno. Non
voglio esagerare, però credo – la richiesta è
questa – che sia inevitabile che non si faccia
più Consiglio se non si discutono gli ordini
del giorno oppure riaprite il Consiglio con
l’abolizione dell’istituto degli ordini del
giorno nei bilanci, perché questo è un
precedente che non è accettabile.
PRESIDENTE. Non ci sono altri interventi.
Ha chiesto di parlare la consigliera Blasi.
Ne ha facoltà.
BLASI (M5s). Grazie, Presidente. Solo una
precisazione perché il discorso è questo. Non
è che c’è una nuova calendarizzazione, che
devono essere disposti nuovi argomenti
all’ordine del giorno del Consiglio per cui è
necessario che la Capigruppo, come diceva
Malcotti, si esprima su quello che è un
calendario, un ordine del giorno dei lavori
d’Aula, perché quegli ordini del giorno fanno
parte di una legge già approvata in Consiglio
durante la sessione di bilancio, sono stati
depositati, sono atti che necessariamente
devono arrivare in quest’Aula, forse
dovevano essere già arrivati oggi, non è così.
Quindi, il chiarimento che io chiedevo alla
maggioranza e quindi anche all’Ufficio di
Presidenza del Consiglio è quello di stabilire
una data certa in cui vadano discussi, perché
è vero che la sede in cui stabilire le date o
comunque il calendario dei lavori è la
Capigruppo, ma qui non si stabilisce un
ordine dei lavori o un calendario, perché
l’oggetto è appunto gli ordini del giorno che
già fanno parte di una legge, già fanno parte
di un iter che in parte è concluso, ma quelli
vanno comunque affrontati e vanno
affrontati. Non è un discorso di maggioranza
o unanimità dentro la Capigruppo, neanche
questo può essere apportato perché,
obiettivamente, è un dato di fatto, è un iter
già aperto, quelli devono necessariamente
arrivare in Aula. Non capisco perché si debba
andare a cercare l’unanimità o la
maggioranza all’interno della Capigruppo.
Spero che non siano questi gli argomenti che
si porteranno nella prossima Capigruppo,
perché non sono appellabili dal nostro punto
di vista questi passaggi. Grazie.
PRESIDENTE. Gli ordini del giorno sono
stati pubblicati sia sul sito che sul GESDOC.
Verranno inviati, mi dicono gli uffici, tra
stasera e domani mattina e sarà cura della
Presidenza proporre una seduta, a strettissimo
giro, ad hoc per la votazione degli ordini del
giorno, la prima seduta.
Ha chiesto di parlare il consigliere Perilli.
Ne ha facoltà.
PERILLI (M5s).Presidente, il mio intervento
è su un’altra questione. Credo che la
Presidenza e gli altri colleghi capiranno in
quanto chiederei, visto che non c’è il tempo
per assicurarsene in altro modo, se la
Regione ha partecipato a un bando che scade
domani, del Consiglio dei Ministri, per
quanto riguarda una raccolta di dichiarazioni
di disponibilità rispetto a un bando che mette
delle risorse in ballo per nuovi edifici
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Atti consiliari
Regione Lazio
X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017
scolastici innovativi, in relazione proprio ai
problemi di edilizia scolastica e si dice
proprio anche con criteri antisismici e
quant’altro. Siccome scade domani, io non
posso accertarmi, Presidente, se la Regione
ha partecipato o meno a questo bando.
Sarebbe importante se ci fa sapere, anche al
termine della seduta, attraverso la Giunta, se
la Regione ha partecipato a questo bando
vista la scadenza del termine perentorio del
20 gennaio.
Le sarei molto grato. Grazie.
PRESIDENTE.
Proviamo
a
sentire
l’assessore Refrigeri e se riusciamo a dare
comunicazione durante la seduta.
*****
Testo unificato concernente “Interventi
per promuovere la coltivazione della
canapa (Cannabis Sativa) per scopi
produttivi, alimentari ed ambientali e
relative filiere” delle seguenti proposte di
legge:
- Proposta di legge regionale n. 205 del
giorno 24 ottobre 2014, di iniziativa dei
consiglieri De Paolis, Bonafoni, Quadrana,
Valentini, Petrangolini, Avenali, Agostini,
Bellini, Ciarla, Tortosa (cessato con D.C.
n. 6/2015), Patanè, Giancola e Simeone
concernente: Interventi per promuovere il
ripristino delle coltivazioni di canapa
(Cannabis Sativa) e le relative filiere
produttive nel territorio della regione.
- Proposta di legge regionale n. 213 del
giorno 4 novembre 2014, di iniziativa dei
consiglieri Blasi, Pernarella, Denicolò,
Barillari, Perilli, Corrado e Porrello
concernente:
Promozione
della
coltivazione della canapa per scopi
produttivi e ambientali
PRESIDENTE. L’ordine del giorno, al punto
1, reca: Testo unificato concernente
“Interventi per promuovere la coltivazione
della canapa (Cannabis Sativa) per scopi
produttivi, alimentari ed ambientali e relative
filiere” delle seguenti proposte di legge:
- Proposta di legge regionale n. 205 del
giorno 24 ottobre 2014, di iniziativa dei
consiglieri De Paolis, Bonafoni, Quadrana,
Valentini, Petrangolini, Avenali, Agostini,
Bellini, Ciarla, Tortosa (cessato con D.C. n.
6/2015), Patanè, Giancola e Simeone
concernente: Interventi per promuovere il
ripristino delle coltivazioni di canapa
(Cannabis Sativa) e le relative filiere
produttive nel territorio della regione.
- Proposta di legge regionale n. 213 del
giorno 4 novembre 2014, di iniziativa dei
consiglieri Blasi, Pernarella, Denicolò,
Barillari, Perilli, Corrado e Porrello
concernente: Promozione della coltivazione
della canapa per scopi produttivi e
ambientali.
Sono in distribuzione i subemendamenti
D01 alla PdL n. 298.
Ordine dei lavori
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il
consigliere Righini. Ne ha facoltà.
RIGHINI (FdI). Presidente, spero che
vogliate riferirci qualcosa in ordine a quello
che è accaduto ieri nelle zone colpite dal
terremoto. Non c’è un’informativa, non c’è
un
aggiornamento
della
situazione
drammatica che quel territorio sta vivendo. Io
immaginavo che l’assessore Hausmann, che
peraltro è stato protagonista di un’eccellente
relazione, purtroppo qualche ora prima
dell’ennesimo sisma che ha colpito zone già
martoriate e la drammaticità della situazione
che sta vivendo una parte vasta del centro
Italia e della nostra regione... Non c’è
nessuno che ci riferisce su cosa sta
accadendo?
Non torniamo sulla polemica dell’assenza
del presidente Zingaretti, che sicuramente
sarà impegnato in quei luoghi, ma qualcuno
che ci venga a riferire che cosa sta
accadendo, se le zone sono tornate
raggiungibili dopo le nevicate... Cosa si sta
facendo? La notizia di capi di bestiame, di
interi allevamenti abbandonati al gelo,
popolazioni irraggiungibili. Diteci qualcosa.
Atti consiliari
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Regione Lazio
X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017
Il crollo del presidio sanitario di Amatrice.
Non c’è nulla da riferire al Consiglio? Boh.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la
consigliera Tarzia. Ne ha facoltà.
TARZIA (LS). Anch’io, Presidente, per
sottolineare questo aspetto paradossale. Io
questa
mattina
ho
presentato
un’interrogazione che, ovviamente, era
un’interrogazione fatta prima delle scosse di
ieri e del peggioramento, se si può parlare di
peggioramento, di una situazione già
drammatica di quei territori. Ho avuto la
risposta dell’assessore Buschini, che era stata
preparata su quella interrogazione, ma nel
mio intervento ho anche evidenziato quello
che è accaduto ieri.
Limitarsi alla risposta che io ho avuto,
legata a un tema circoscritto, scritto
precedentemente, e non dirci nulla, come non
ci è stato detto nulla, di quello che sta
accadendo... Non è pensabile che qui, in
Consiglio regionale, ciascuno di noi venga
informato di quello che accade o dalle
persone che ha sul territorio o dai notiziari
del telegiornale. È una cosa che abbiamo
ribadito più volte.
Non pretendiamo la presenza del presidente
Zingaretti, ma qualcuno della Giunta che
possa aggiornarci rispetto agli ultimi fatti tra
ieri, stanotte e oggi, per capire che cosa sta
succedendo. Sinceramente, adesso, far finta
di niente e iniziare l’esame di un testo di
legge che... Per carità, tutti i testi di legge
sono importanti, ma di fronte a una
situazione del genere mi sembra quantomeno
kafkiano.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il
consigliere Perilli. Ne ha facoltà.
A seguire, il consigliere Valeriani.
PERILLI (M5s). Presidente, su questo punto,
oltre a riportarci a quello che hanno detto i
colleghi, che, effettivamente, è uno dei primi
doveri della Giunta e del Presidente
informare su quello che sta accadendo, non
solo il Consiglio e, tramite noi, naturalmente
tutti i cittadini del Lazio, quindi non solo per
comunicati stampa, ma anche riferendo
all’Aula, la informo e informo il presidente
Leodori, che vedo lì vicino, che noi avremmo
pronta una risoluzione – per dare anche un
contributo concreto – su questo tema
dell’emergenza sismica, suggerendo azioni
ancora più concrete di impulso a quello che si
può e si sta già facendo.
Sappiamo bene che se c’è una volontà,
quindi la questione dell’unanimità, di
approvare questo ordine del giorno, è
possibile, lo abbiamo. Quindi, chiederei,
tramite il Presidente, di raccogliere la
disponibilità dell’Aula e delle varie forze
politiche qui rappresentate per condividere un
testo nell’interesse di tutti, che è a
disposizione e che qualcuno informalmente
ha già letto. Grazie.
Su questo, poi, vorremmo un riscontro.
Grazie.
PRESIDENTE. Grazie, consigliere Perilli.
Ha chiesto di parlare il consigliere
Valeriani. Ne ha facoltà.
VALERIANI (Pd). Volevo rassicurare i
colleghi che su questo argomento del
terremoto, ovviamente, la maggioranza, ma
immagino anche tutta la Giunta, è
assolutamente disponibile a condividere ogni
informazione utile per avere ciascuno di noi
le informazioni che servono.
Voglio soltanto dire senza nessuna vena
polemica, ci mancherebbe altro perché
l’argomento non lo permette, che non
abbiamo neppure un briciolo di distanza tra
un fatto e la possibilità di raccontare ciò che è
accaduto, perché è in evoluzione. Non stiamo
parlando del sisma di agosto, stiamo parlando
di una vicenda che mentre siamo qui continua
a produrre danni.
Il Presidente Zingaretti è lì, ed e lì un gran
pezzo di Giunta. Io penso che la prima
occasione utile sia la prossima settimana. Ci
mancherebbe altro che non si trovi il modo di
spiegare al Consiglio nel dettaglio ciò che si
può raccontare, ma credo che oggi nessuno
sia in grado di fare una rendicontazione
Atti consiliari
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X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017
puntuale di quello che è accaduto nelle ultime
24 ore.
Tra l’altro, ci siamo appena dati uno
strumento che tutti abbiamo giudicato
necessario, quello della Commissione
speciale sul terremoto. Tutti i Gruppi hanno
fornito i nominativi per la composizione di
questa Commissione, il Presidente a questo
punto ha tutte le indicazioni che servono per
nominare e insediare questa Commissione.
Mi pare quindi che questo argomento, come
abbiamo fatto da molti mesi a questa parte,
purtroppo, perché questa vicenda del
terremoto va avanti da agosto, può continuare
ad essere un argomento e un tema su cui
l’Aula non si divide ma trova delle
convergenze intelligenti.
PRESIDENTE. Grazie, consigliere Valeriani.
Possiamo approfittare della disponibilità
dell’assessore Hausmann. Prego, consigliere
Valeriani.
VALERIANI (Pd). Do un’informazione di
servizio che il collega Bellini mi ha fornito
adesso.
Lunedì,
nella
Commissione
presieduta dal consigliere Bellini, ci potrebbe
essere intanto l’audizione del nuovo direttore
della Protezione civile, se oggi pomeriggio si
può permettere di dare questa disponibilità,
visto quello che sta accadendo lì.
PRESIDENTE. Possiamo approfittare della
disponibilità dell’assessore Hausmann che ha
seguito, per quello che tra l’altro è di sua
competenza, le vicende di queste ore per dare
una informativa all’Aula, se siamo d’accordo.
Comunicazioni della Giunta relativamente ai
danni provocati dal sisma del 18 gennaio
2017
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare
l’assessore Hausmann. Ne ha facoltà.
HAUSMANN, Assessore. Buon pomeriggio
a tutti.
Volevo
darvi
alcune
informazioni
essenziali su che cosa è successo ieri, cosa è
successo stanotte e che cosa è in evoluzione
questa mattina.
Rispetto alla situazione che probabilmente
già conoscete, cioè l’approntamento dei
ricoveri temporanei per il bestiame, la
fornitura di alimenti e così via, le novità sono
essenzialmente due. L’effetto combinato
soprattutto della seconda scossa di ieri e del
manto nevoso ha fatto crollare due tetti, uno
parzialmente, uno invece praticamente per
intero, di due aziende di allevamento. Le
stalle in questione erano stalle, ci tengo a
sottolinearlo,
preesistenti
alla
nostra
installazione.
Ieri a un certo punto è girata una notizia
che sosteneva che le stalle-tunnel montate
dalla Regione fossero parzialmente crollate.
Non è così. Sono tutte perfettamente in piedi
e funzionanti.
Grazie a Dio abbiamo scelto di fare le
stalle-tunnel perché è solo grazie a questo che
la neve scarica in automatico, quindi i
ricoveri funzionano perfettamente.
Quelle di cui vi parlo sono due situazioni
serie: la prima riguarda una frazione del
Comune di Accumoli che si chiama
Grisciano, praticamente l’unica struttura
produttiva rimasta in piedi dal 24 agosto. In
questo caso c’è stata perdita di bestiame, di
pecore, si stima che siano circa 70 capi, tra
pecore e capre. Quelle che sono state salvate
si è riusciti a ricoverarle in una struttura di
emergenza che gli avevano fornito noi. Le
altre invece sono rimaste sotto, quindi c’è
un’azienda danneggiata.
La seconda situazione è sempre in Comune
di Accumoli, nella frazione di Terracino. In
questo caso, l’azienda di allevamento di cui
parliamo è un’azienda ospite di una stalla
della Comunità montana. È parzialmente
crollata, anche in questo caso ci sono dei
danni, ma soprattutto c’è bestiame evacuato
che proprio in queste ore stiamo cercando di
ricollocare per il ricovero in zona, perché le
strade rurali sono in gran parte interrotte,
soprattutto nelle zone a quote più alte.
Quindi, stiamo cercando, ovviamente, di
dislocare il bestiame nella stessa zona, non
tanto nella frazione di Terracina, ma
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X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017
insomma lì vicino.
Per il resto abbiamo due problemi, che
sono l’alimentazione del bestiame e il ritiro
del latte. Il ritiro del latte è un problema
perché uno dei due assuntori di latte bovino,
che è il caseificio Sabelli, che sta
nell’ascolano, non riesce a salire sulla Salaria
per ritirare il latte. Quindi, ieri abbiamo
chiuso in tempo reale un accordo temporaneo
con l’altra centrale d’acquisto, che è la Grifo
Latte di Perugia, che ha base a Norcia, che ha
assicurato che ritirerà tutto il latte che Sabelli
non ritira.
Il secondo problema è l’alimentazione del
bestiame, ovviamente, perché questo grande
problema della copertura nevosa impedisce
l’uso di una parte del foraggio, e quindi ieri
la nostra Agenzia regionale, l’ARSIAL, ha
fatto un acquisto straordinario di fieno, paglia
e mangime per i bovini da carne e da latte e
per le pecore, che sta partendo ora e, quindi,
dovrebbe essere consegnato nei primi lotti
proprio oggi.
Abbiamo organizzato in questo caso dei
posti di consegna volanti, perché non siamo
in grado, ovviamente, di utilizzare la nostra
piattaforma mangimi che abbiamo fatto a
Sant’Angelo, sarebbe difficile proprio per la
percorribilità. Quindi, avremo quattro o
cinque punti di consegna in cui i produttori
potranno andare a ritirare con il loro mezzo
meccanico il foraggio. Abbiamo stimato circa
una settimana di dotazione per le aziende, in
modo da poterle coprire per questo periodo.
Le previsioni del tempo sono di altri due
giorni di neve. Successivamente ci sarà
pioggia e gelo. Quindi, sembra veramente un
po’ una situazione biblica, dalla neve
passeremo al fango, anche con probabili
problemi per quanto riguarda i corsi d’acqua.
Detto questo, ripeto quello che a molti di
voi ho già detto, il Lazio comunque ha una
situazione, per fortuna, nettamente migliore
delle altre regioni, nel senso che la stragrande
maggioranza del bestiame è comunque
ricoverata, gli allevatori sono in azienda,
sono provvisti dello stretto indispensabile per
la loro attività. Però, certamente è una
situazione di sofferenza diffusa e complicata.
Comunque, vi posso assicurare che stiamo
facendo veramente tutto, tutto, tutto il
possibile.
I settori decentrati hanno riattivato gli uffici
mobili, quindi ci sono i camper dell’area
decentrata di Rieti che sono in zona, perché
nel frattempo stiamo approfittando di questi
giorni di stop per cominciare a raccogliere le
manifestazioni di interesse per l’ordinanza n.
5 del Commissario Errani, quindi la
possibilità da parte dei privati di provvedere
alla realizzazione delle stalle.
PRESIDENTE. Grazie, assessore Hausmann.
Relazione
PRESIDENTE. Diamo a questo punto la
parola al presidente Fichera per la sua
relazione. Grazie.
FICHERA (Psi). Grazie, Presidente.
Tengo questa relazione in qualità di
Presidente della Commissione Sviluppo
economico, che ha trattato l’argomento, con
un iter complesso, a partire da due proposte
di legge, aventi rispettivamente come primo
firmatario il collega De Paolis e i colleghi del
Movimento 5 Stelle. Nel corso della
discussione in Commissione si è giunti a una
formulazione unitaria tra le due proposte, che
tuttavia è stata approvata a maggioranza,
quindi io relaziono come Presidente della
Commissione, ma ovviamente rappresento le
opinioni che in sede di Commissione sono
emerse come maggioritarie.
(segue t. 9)
La questione va affrontata da questo progetto
di legge e se e in che modalità sia opportuno
che la Regione, come recita l’articolo 1, nel
quadro della ruralità multifunzionale e
sostenibile promuova la coltivazione della
canapa nell’ambito delle proprie politiche
agricole, alimentari, ambientali e industriali.
La risposta, evidentemente positiva a
questa domanda, si traduce nel testo di legge
proposto e deriva da considerazioni di natura
Atti consiliari
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X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017
strettamente economica e ambientale. Quali
sono queste considerazioni? In estrema
sintesi, sono che per le particolari
caratteristiche che ha la coltivazione della
canapa questa costituisce una risorsa preziosa
per favorire quello che, con un po’ di
retorica, si chiama un modello di sviluppo
economico e sostenibile. Di fatto che cosa
avviene? La coltivazione della canapa
permette l’utilizzo di terreni attualmente
incolti
o
coltivati
in
condizioni
economicamente difficilmente sostenibili,
compresi quelli che sono oggetto o dove è
necessario un processo e un percorso di
depurazione ambientale. Ciò ha come
conseguenza la crescita dell’occupazione e
del reddito, sia direttamente, attraverso
l’attività di coltivazione in quanto tale, sia
indirettamente, attraverso le attività di
trasformazione, di produzione dei beni finali
e di commercializzazione degli stessi, perché
quella di cui stiamo parlando è, seppure in
piccolo, una autentica filiera nel senso
proprio del termine.
È bene richiamare alcuni degli ambiti di
utilizzo produttivo della cannabis sativa. In
primo luogo può essere utilizzata per la
produzione di materiali usati nelle costruzioni
e in particolare nella bioedilizia, con un
particolare impatto ai fini del risparmio
energetico sia nelle produzioni dei materiali
che vengono utilizzati sia nell’utilizzo e
nell’ottenimento dei certificati verdi.
È di pochi giorni fa la realizzazione in
Puglia di un intero edificio realizzato in parte
largamente prevalente con questo tipo di
materiali che presenta tassi di assorbimento
di CO2 assolutamente eccezionali. Quindi, il
primo utilizzo è quello di tipo edilizio. In
secondo luogo si usa per le produzioni
tradizionali di tessuti, cordami e quant’altro.
Nella storia della marineria italiana, vele e
cumene, presumo si dica correttamente, erano
spesso, per l’appunto, fatte di canapa.
Per essere un po’ più moderni, i pannelli
fonoassorbenti che possono essere montati
sulle autovetture possono essere realizzati a
partire dalla canapa.
In terzo luogo, si usa per la produzione di
prodotti alimentari che vengono considerati
di elevata qualità dal punto di vista
nutrizionale, fino al punto da essere
considerati da taluni utili per la prevenzione
di diverse patologie.
Infine, si usa per la produzione di prodotti
che possiamo chiamare genericamente
chimici, chimico-industriale, saponi, vernici,
cosmetici e prodotti parafarmaceutici
caratterizzati, il primo gruppo, dall’essere
prodotti non inquinanti e tendenzialmente
completamente biodegradabili.
A ciò si aggiunge il fatto che la
coltivazione della canapa in quanto tale, in
virtù delle proprietà di fitodepurazione della
pianta, svolge la funzione ambientale che
all’inizio ricordavo, sia ai fini del
consolidamento del terreno (ha un apparato
radicale particolarmente esteso) sia in virtù
della capacità di assorbire sostanze inquinanti
di diverso genere e grato.
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
LEODORI
(ore 16,43)
Infine, la canapa può anche essere utilizzata
per la produzione di biomasse, laddove le
produzioni alimentari, proprio per le
condizioni del terreno su cui magari si
interviene a fini depurativi, risulterebbero
impraticabili.
Rappresenta,
quindi,
un’alternativa in alcune aree particolari
laddove non è possibile la coltivazione di
produzione alimentare. Rubo un’immagine,
che lascio alla collega Pernarella che me l’ha
anticipato, sulla totalità dell’utilizzo della
pianta canapa a fini produttivi.
Che cosa avviene? Avviene che, pur
appartenendo profondamente alle tradizioni
del nostro territorio, la coltivazione della
canapa negli ultimi decenni nel Lazio è quasi
scomparsa. Esistono solo poche esperienze.
Che esista, che appartenga alle tradizioni del
nostro territorio è financo testimoniato da... Il
Comune di Canepina si chiama “Canepina”
perché quello era un territorio dove veniva
coltivata.
Manca Panunzi, però c’è Righini.
Atti consiliari
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Regione Lazio
X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017
(Interruzione di vari Consiglieri)
Si chiama così perché là era ampia area di
coltivazione della canapa. Abbiamo delle
ricostruzioni che...
(Interruzione del consigliere Malcotti:
“Questo spiega tante cose”)
Questo spiega tante cose, come osserva
giustamente il collega Malcotti.
Non so che utilizzi ne facessero, di tipo
ludico, nel XVI secolo. Questo, però, sta agli
storici stabilirlo.
Abbiamo ricostruzioni dell’intera vita di
villaggi, di borghi intorno alla coltivazione e
all’utilizzo della canapa. Penso al Comune, al
borgo di Picinisco, la cui vita intorno alla
coltivazione e alle attività naturalmente
dirette e artigianali di trasformazione della
canapa è stata recentemente ricostruita in un
bel libro dei fratelli Bernardini, animatori del
museo della canapa.
Qual è il tema, allora? Il tema è che, come
altri prodotti agricoli, in quanto tale è
caratterizzato da elevati costi di trasporto. Di
conseguenza,
se
gli
impianti
di
trasformazione sono distanti dai luoghi della
produzione, il costo con cui il produttore
laziale può conferire al trasformatore il bene
è un costo molto più elevato di coloro che,
invece, sviluppano la produzione in luoghi
più prossimi ai luoghi di trasformazione.
Inoltre, l’assenza di una produzione di
sementi territoriale fa sì che si debba
ricorrere a fornitori esterni, ed anche questo
incide sui costi e sulla varietà. Questo
determina una sorta di circolo vizioso. La
produzione non cresce perché non c’è un
impianto di trasformazione in grado di
attivarla, l’impianto di trasformazione non si
realizza perché non c’è un bacino di
produzione sufficiente a giustificare un
investimento di capitale di rischio privato per
la
realizzazione
degli
impianti
di
trasformazione. Siamo, cioè, nella fattispecie
classica del cosiddetto “fallimento del
mercato”, laddove le esternalità positive sono
esterne all’attività imprenditoriale in quanto
tale. Ed è la fattispecie classica in cui si
giustifica, non necessariamente in una logica
tradizionale di tipo pubblicistico, l’intervento
pubblico. Solo l’intervento pubblico può
sbloccare, con il suo investimento, questo
circolo vizioso e trasformarlo, per converso,
in un circolo virtuoso, laddove poi,
sviluppandosi le attività private, queste, in
tempi successivi, si auspica che riusciranno a
finanziare e a rendere redditizi questi stessi
interventi e il soggetto pubblico che è in
grado di porsi un orizzonte temporale
sufficiente per consentire che questo si
realizzi.
Ed ecco dunque che nella proposta di
legge, fissati nell’articolo 2 gli ambiti in cui i
progetti possono intervenire, nell’articolo 3
vengono individuate le priorità: gli impianti
sperimentali per la coltivazione e la
trasformazione (e le motivazioni sono già
state esposte); la creazione di una banca dei
semi, che dovrebbe intervenire a risolvere il
problema degli approvvigionamenti che
condizionano sia economicamente che
produttivamente dallo sviluppo delle varietà
l’attività attuale. Dovendo acquistare da un
numero limitato di fornitori esteri si è
soggetti alle loro scelte, e non si possono
compiere le scelte più adatte alle nostre
fattispecie territoriali; infine, la terza priorità
è l’utilizzo dei derivati in campo
parafarmaceutico, alimentare e cosmetico,
che sono gli ambiti in cui il valore aggiunto
ricavabile dal prodotto della pianta è più
elevato, quindi, quelli il cui impatto sulla
produzione complessiva può essere più
ampio.
Dunque, c’è una tesi implicita nella
presentazione della proposta di legge, e cioè
che in questo caso l’intervento pubblico si
giustifichi, si spieghi ed abbia motivazioni
finalizzate a favorire il successivo sviluppo
autosufficiente della produzione. Potremmo
dire che questa proposta di legge si colloca
nell’ambito delle politiche produttive attive,
il cui scopo è per l’appunto quello di
scegliere ambiti specifici e finalizzati dove
concentrare gli sforzi.
Naturalmente, i proponenti, e così la
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Regione Lazio
X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017
Commissione non ignora che questo tipo di
produzione ha delle particolarità. Uno dei
motivi per cui la produzione di cannabis
sativa, di canapa industriale è stata
desertificata nel Lazio è la sua associazione
psicologica con l’utilizzo ludico-ricreativo.
Un’associazione che non ha ragion d’essere,
stante la diversità delle varietà e delle attività
e che quindi non è in alcun modo oggetto
della proposta di legge, e quindi,
tendenzialmente, non lo dovrebbe essere
nemmeno della discussione odierna, se non
per tener conto del fatto che l’introduzione di
un ruolo pubblico, o comunque controllato
dal pubblico, in determinati passaggi,
costituisce anche una forma ulteriore, oltre a
quelle già previste da altre leggi, di garanzia,
di controllo sull’intera filiera.
La legge risponde dunque a un’esigenza
che è stata espressa da diversi soggetti:
soggetti di tipo imprenditoriale, soggetti di
tipo associativo, soggetti di tipo universitario.
Credo che in sede di Commissione si sia fatto
un lavoro equilibrato, e ringrazio tutti i
colleghi, in particolare la disponibilità del
collega De Paolis in qualità di primo
proponente, ma ringrazio anche la
disponibilità, seppur critica, che i colleghi 5
Stelle hanno manifestato in quella sede, così
come un atteggiamento franco e mai
ostruzionistico che c’è stato da parte della
minoranza di centrodestra. Mi auguro che si
possa giungere, attraverso un attento esame
dei singoli emendamenti presentati, anche ad
ulteriori miglioramenti della legge, in modo
da pervenire ad una sua rapida approvazione.
Discussione generale
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il
consigliere De Paolis, prima di dare la parola
alla Giunta. Ne ha facoltà.
DE PAOLIS (SEL). La ringrazio, Presidente.
Intervengo con soddisfazione su questo
tema, perché è un tema che assieme alle mie
colleghe seguiamo da molto tempo. È una
questione alla quale teniamo. Siamo
consapevoli che non sia la legge più
importante del mondo, ma è una legge
importante per un mondo, siamo convinti di
questo, mondo che guarda noi e guarda con
speranza all’attuazione di questa legge.
Vorrei ringraziare lei, Assessore, e i suoi
uffici. Lo faremo in maniera più approfondita
chiaramente in dichiarazione di voto, mi
auguro il più presto possibile. Vorrei
ringraziare il presidente Ciarla, primo
Presidente della Commissione, con il quale
abbiamo iniziato un ragionamento. Vorrei
ringraziare
il
presidente
Fichera,
chiaramente, per la sua esposizione e per
l’impegno che ha messo nel facimento di
questa legge in Commissione. E vorrei
ringraziare veramente, non per piaggeria,
perché può darsi pure che poi questo
ragionamento e questa interlocuzione in Aula
sarà anche dura, ma li vorrei ringraziare per
la volontà e la serietà di approfondire questo
tema e per aver capito quello che ha detto il
consigliere Fichera, che non c’entra nulla la
canapa sativa con la marijuana o cose di
questo genere.
Con questa legge fondamentalmente noi
proviamo a ripristinare una modalità, e la
modalità è quella della coltivazione della
canapa per uso industriale e alimentare, che
ha l’obiettivo qui di consentire nella nostra
regione, nella Regione Lazio, un ritorno
fondamentalmente al passato, un ritorno dove
la coltivazione della canapa era una
tradizione italiana, è stata per anni e anni una
tradizione italiana, poi abbandonata a favore
della plastica, del petrolio, e adesso in disuso
e in difficoltà, che noi intendiamo ripristinare
come simbolo, come opportunità, come
un’opportunità per il futuro sia in termini
occupazionali che come un modello di
sviluppo diverso fondamentalmente, diverso
e dove sarà consentito, e mi auguro che molto
sarà anche l’investimento economico che
vedrà in questo campo un’attuazione, io mi
auguro anche nel più breve tempo possibile
se riusciamo a sfrondare la burocrazia che
avvolge di solito queste nostre iniziative, che
partono bene e poi si infangano e si
insabbiano rispetto a una burocrazia che
passa sopra anche a noi.
Atti consiliari
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Regione Lazio
X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017
Diciamo che è un’opportunità per il settore
agricolo, per il settore alimentare, per il
settore edilizio, per il settore cosmetico, per il
settore tessile, ma soprattutto vorrei un attimo
soffermarmi
sulla
funzione
di
fitodepurazione. In questa regione abbiamo
zone intere (Valle del Sacco, Civitavecchia,
Valle Galeria) che sono zone devastate
ambientalmente. Ecco, da qui si potrebbe già
iniziare a vedere un po’ di luce e di speranza
con la coltivazione della canapa che potrebbe
estrarre dal terreno i materiali inquinanti,
come è stato provato scientificamente.
Questa è una legge fondamentalmente che
viene a seguito di una legge nazionale,
varata, ormai in vigore dal 14 gennaio 2017,
già entrata in vigore, già hanno legiferato a
monte altre Regioni, come l’Abruzzo, la
Toscana, l’Emilia-Romagna, la Campania, e
tante altre leggi sono depositate su questo
tema, quindi noi non arriviamo tardi, anzi si
attaglia la nostra legge a quella nazionale,
direi che è un braccio operativo della legge
nazionale che è entrata in vigore e che
all’articolo 1 – parlo della legge nazionale –
dà delle indicazioni sulle filiere locali.
Quindi, qui vado a giustificare quello che noi
abbiamo provato a inserire all’interno
dell’articolato di legge, ossia provare a
trovare il sistema per creare una filiera corta
e un compimento dall’agricoltore alla
produzione, quindi provare ad accorciare.
Come diciamo sempre, parliamo di filiera
corta e qui proviamo a metterla in pratica.
Siamo disposti, perché ci crediamo, anche
perché è un nostro tema, a ribadire, se si
ritiene necessario, ma penso di sì, quanto è
previsto dall’articolo 4 della legge nazionale,
cioè un sostanziale, fermo, ferreo e rigido
controllo su quello che avviene durante la
coltivazione di questa pianta proprio per
sgombrare il campo e per far vedere che noi
vogliamo fare tutto in regola e il nostro unico
interesse va verso l’economia e la produzione
e dare una mano anche a questa agricoltura
che sta morendo.
Io finirei così. Articolo per articolo siamo
disposti e obbligati - è un nostro dovere – ad
affrontare le varie tematiche. Vorrei che
questo testo unificato, perché così parte, sia
un testo di tutta l’Aula. Questo mi
piacerebbe.
Capisco di essere pretenzioso. Non voglio
obbligare o comunque in qualche modo
condizionare il comportamento degli altri
Consiglieri, però questo partiva come testo
unificato con il Movimento 5 Stelle. Io penso
che possa diventare il testo di tutta l’Aula,
perché tutti gli emendamenti saranno nella
direzione della voglia di portare a casa questa
legge. Tutti i presidi che abbiamo detto
saranno anche i nostri. Non vedo perché
dovrebbe esserci una postura diversa. Io
vorrei che noi alla fine dimostrassimo con la
forza dei fatti che questo ritorno al passato
possa essere una grande opportunità per il
futuro. Grazie.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare
l’assessore Hausmann. Ne ha facoltà.
HAUSMANN, Assessore. Io non vorrei
aggiungere molti elementi motivazionali a
quelli che sono già stati presentati. Posso dire
che mi colpisce ormai l’estrema competenza
del presidente Fichera nella tecnica di
coltivazione della canapa, ma al di là di
questo vorrei dire solo due parole su quelle
che sono le motivazioni di sistema, perché
sull’utilità di questa scelta produttiva sono
già state dette molte parole.
Nella nostra regione abbiamo una
situazione molto seria in tutti i seminativi e in
particolare nella cerealicoltura. Giusto per
farvi capire quanto è critica la situazione, noi
siamo usciti da due campagne, quella del
2014 del 2015, in cui abbiamo avuto una
riduzione già forte delle semine di cereali,
soprattutto di grano duro.
Nel 2016, quindi nella campagna,
nell’annata agraria in cui stiamo ora, la
riduzione delle semine stimata è stata ancora
più pronunciata. Stiamo parlando di circa il
meno 25 per cento, meno un quarto di
seminato rispetto all’anno precedente. Questo
significa sostanzialmente una cosa, che la
nostra
agricoltura
sta
riducendo
l’investimento in seminativi perché i prezzi
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X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017
agricoli sono troppo bassi. Questo senza
entrare nel merito, ma insomma i risultati
economici sono negativi.
Questa iniziativa, quella di poter sostenere
un’alternativa produttiva reale, è un’iniziativa
molto importante, perché dal quadro generale
della coltivazione della canapa nel nostro
Paese
capiamo che l’alternativa è
un’alternativa valida. C’è un interesse da
parte del mondo della produzione, tra l’altro
ci sono già raggruppamenti in formazione.
Non ci sono associazioni di produttori
formate, ma ci sono reti di impresa, ci sono
gruppi di produttori che si stanno già
organizzando in questa direzione. Qual è il
significato che questa legge ha? Per partire
bisogna diffondere questa opportunità. Tutti
quanti devono avere la stessa possibilità di
accesso a questa opportunità, non solo i
produttori che sono più esperti, più
professionali, più in grado di poter attivarsi
singolarmente. Per questa ragione la
possibilità di offrire delle attività sperimentali
con un largo accesso a tutta la nostra platea di
imprenditori veramente ha un grande
significato.
In particolare, segnalerei tre punti di forza
di questa iniziativa, che sono la selezione
varietale, nel senso dell’adattamento delle
varietà coltivate alla situazione dei climi e dei
terreni della nostra coltivazione; la
sperimentazione applicata alla prima
trasformazione, quindi alla produzione di
semilavorati e questa è una condizione
particolarmente favorevole per le aziende che
faranno grandi stock, quindi superfici
coltivate in quantità e poi anche invece una
sperimentazione applicata al prodotto finito,
quindi alla seconda trasformazione, al
prodotto vendibile, in particolare al prodotto
alimentare. Questa, invece, è una possibilità
particolarmente interessante per le aziende di
piccole dimensioni che hanno bisogno di
completare il ciclo e di vendere direttamente
il loro prodotto. In questo senso, il
collegamento tra questa iniziativa di legge e
la legge sulla filiera corta che abbiamo
approvato lo scorso anno mi sembra
particolarmente significativo.
Questa legge non è una soluzione, ma è un
metodo per fabbricare soluzioni. Quindi, sarà
estremamente importante utilizzare questa
legge per poterla indirizzare verso quelli che
sono un po’ i nodi strutturali della
coltivazione. Penso che sia una cosa
importante e spero, ovviamente, e mi auguro
che dal dibattito in Aula di oggi possa essere
anche ulteriormente migliorata.
Un’ultima annotazione per quanto riguarda
la distinzione tra l’uso industriale –
chiamiamolo così – del prodotto e gli altri usi
della canapa. Penso, sinceramente, che
questo sia un falso problema, nel senso che la
scelta della Regione Lazio di limitare la legge
sulla canapa regionale a quella che è la
coltivazione per uso industriale possa lasciare
tutti nella più assoluta tranquillità.
Ovviamente, il sistema di controllo ci deve
essere e deve essere un controllo serio, un
controllo accurato, però, francamente, non
vedo rischi di particolare contaminazione da
questo punto di vista.
Grazie.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il
consigliere Righini. Ne ha facoltà.
RIGHINI (FdI). Grazie, Presidente.
Voglio partire proprio da questa ultima
considerazione che ha fatto l’assessore
Hausmann che dimostra come, in realtà, il
tema del controllo, rispetto a questa vicenda,
sia un aspetto molto importante e, voglio
anticipare, non minimamente e neanche
lontanamente trattato nel testo di legge che ci
si presenta oggi in discussione.
Le considerazioni su cui verte il mio
intervento e la nostra contrarietà rispetto
all’approvazione di questo testo di legge ha
un duplice aspetto. Il primo è legato al fatto
che le numerose proprietà citate, sia per usi
industriali che cosmetici, per l’agricoltura,
uso industriale, e le citate proprietà di questa
pianta sorprende, stante l’illustrazione che ne
è scaturita dagli oratori, come sia possibile
che
sia
necessario
incentivarne
la
coltivazione, addirittura arrivando ad
approvarne un testo di legge che viene,
Atti consiliari
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Regione Lazio
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appunto, definito intervento per promuovere
la coltivazione della canapa. Diciamo che,
notoriamente, un prodotto che presenta delle
caratteristiche e delle qualità così... Che
presenta, tra l’altro, un ambito di
applicazione così vasto, dovrebbe non
necessitare di interventi per favorirne la
coltivazione.
La questione, si eccepisce, è una questione
culturale, ma se siamo così convinti del fatto
che abbia così tante proprietà... Peraltro, io
ho avuto anche il piacere di ascoltare in
audizione i produttori di canapa, che hanno
difeso la bontà del prodotto e le grandi
qualità. Non si riesce a comprendere perché,
se l’utilizzo che se ne può fare è così vasto,
se ne debba incentivare la coltivazione.
Probabilmente, la misura avrebbe dovuto
puntare a diffondere e a divulgare le proprietà
del largo utilizzo che si può fare di questa
pianta, quindi puntare su altri aspetti che
riguardano
più
che
altro
la
commercializzazione e le opportunità che la
stessa offre.
Le considerazioni fatte dai colleghi Fichera
e De Paolis stridono profondamente con il
fatto che una pianta con così tante qualità e
caratteristiche
dovrebbe
essere
necessariamente coltivata in maniera
talmente rilevante da non necessitare di un
provvedimento di legge. Peraltro, impegna
anche risorse economiche affinché se ne
possa incentivare la coltivazione. Peraltro,
siamo anche in una stagione importante di
pubblicazione di numerosi bandi, di misure di
PSR che hanno proprio come temi trattati
quelli
della
coltivazione,
della
commercializzazione
dei
prodotti
dell’agricoltura.
Sorprende che risorse economiche si siano
dovute reperire altrove e non magari
all’interno delle misure di PSR, individuare
qualche misura che potesse incentivare la
coltivazione della canapa. Non sfuggirà,
infine, come il tema legato ai controlli sulla
coltivazione sia un tema assolutamente non
secondario. La principale proprietà della
cannabis
sativa,
il
THC
(il
tetraidrocannabinolo) è un valore che al
mutare trasforma la pianta in una sostanza
stupefacente. Il valore medio, adesso le
percentuali non le ricordo ma ci sono degli
emendamenti, mi sembra che sia lo 0,2 per
cento,
determina
una
sostanziale
modificazione delle proprietà di questa
pianta, e ahimè, come è noto, anche il suo
costo sul mercato, perché ovviamente le
sostanze stupefacenti, e il momento in cui la
cannabis sativa supera la percentuale dello
0,2 di THC, la trasforma in marijuana e
quindi la rende una sostanza nel nostro
ordinamento, stupefacente, quindi non di
libero
commercio,
ovviamente,
modificandone significativamente il valore
commerciale.
Il tema dei controlli allora non viene
minimamente trattato all’interno di questa
proposta di legge, controlli, come l’assessore
Hausmann ci ha detto, devono essere
importanti, significativi, a cui viene
riconosciuto anche un valore. Come
interveniamo sul tema dei controlli?
Vogliamo introdurre qualche articolo
aggiuntivo? So che c’è la disponibilità già
manifestata, e lo ringrazio di questo, del
collega De Paolis, di far presentare un
articolo aggiuntivo alla Giunta che introduca
questo importantissimo, e per quanto ci
riguarda decisivo e fondamentale argomento,
legato
alla
necessità
di
verificare
puntualmente i controlli nella coltivazione
della canapa industriale.
Lo ripeto perché è giusto che sia così, non
c’è pregiudizio rispetto alla coltivazione.
Esiste però una fermissima volontà di
affrontare il tema seriamente, e ferme
restando le nostre perplessità per le ragioni
che ho già avuto modo di illustrare
precedentemente, relativamente al tema del
perché impegnare risorse per incentivare la
coltivazione di un prodotto se è vero che
questo prodotto dell’agricoltura ha qualità
che lo dovrebbero rendere appetibile dal
mercato e quindi dovrebbero essere le
aziende che poi beneficiano dell’utilizzo di
questa pianta, che dovrebbero incentivarne la
coltivazione. Si parlava delle proprietà per la
cosmesi: immagino che le importantissime e
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X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017
floride aziende che producono prodotti
cosmetici potrebbero benissimo pensare di
impiantarla loro stessi, o, acquistandone una
quantità rilevante, rendere di per sé appetibile
la coltivazione della canapa.
A questa obiezione, che spero possa trovare
una risposta, perché sorprende che si debba
incentivare con legge e con finanziamenti
qualcosa di così ambito dal mercato, il tema
dei controlli. Voglio sperare che per
entrambe le considerazioni che ho avuto
modo di illustrare a nome del Gruppo, si
possano trovare delle risposte. Diversamente,
la nostra attività emendativa che consiste di
circa 200 emendamenti sarà un’attività
puntuale che noi manterremo, cercando di
entrare nel merito di ogni emendamento
presentato, con la finalità di avere la risposta,
di introdurre meccanismi di controllo, anche
di stabilire quali sono gli incentivi, chi ne
possa beneficiare. Anche sul tema degli
incentivi alla coltivazione, infatti, e
sull’utilizzo della coltivazione della canapa
vorremmo scendere un po’ più nel dettaglio
perché riteniamo alcuni articoli, alcune
norme di questa legge non puntuali e non
sufficientemente esaustivi rispetto al tema
trattato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la
consigliera Blasi. Ne ha facoltà.
(segue t. 10)
BLASI (M5s). Io intervengo in questo
dibattito in quanto il nostro Gruppo
consiliare, il Movimento 5 Stelle, è
promotore di una proposta di legge, la n. 213,
“ Promozione della coltivazione della canapa
per scopi produttivi e ambientali”, depositata
in questo Consiglio il 4 novembre 2014, che
è diventata parte del testo oggi approdato in
Aula attraverso un percorso che è stato
effettuato in Commissione Agricoltura e che
è iniziato a giugno 2015.
Intervengo intanto su alcuni aspetti di
carattere generale e poi entrerò nel dettaglio
anche di questo percorso che è stato
affrontato dalla legge, alcuni aspetti generali
che riguardano gli obiettivi e i motivi che
hanno portato anche il nostro Gruppo
consiliare a depositare una proposta di legge
che abbia come oggetto la promozione della
coltivazione di questa pianta sul territorio
regionale.
Molte delle considerazioni che sono state
fatte da alcuni colleghi sono condivisibili,
altrimenti appunto non avremmo presentato
una proposta di legge simile. Chiaramente è
una pianta che può essere considerata materia
prima naturale e riciclabile per molti settori e
quello che ci interessa è proprio il suo uso
come materia prima naturale e riciclabile, che
può essere orientata verso un uso sostenibile,
compatibile ed ecologico delle risorse, quindi
in un’ottica di impiego sostenibile delle
risorse, aiutando anche nel contempo a
diminuire l’uso di diserbanti e sostanze
tossiche nei suoli dove viene coltivata.
Riteniamo, quindi, che questo possa essere
considerato un passo, un sostegno, e ce ne
vuole di sostegno in questo caso, consigliere
Righini, mi permetta, sull’incentivo all’uso di
risorse sostenibili e compatibili che aiutino
ad allontanarci e affrancarci da quelli che
sono i derivati del petrolio. Purtroppo per la
competizione che non c’è da un punto di
vista economico spesso in quello che è il
settore dei derivati del petrolio, con cui è
impossibile competere, forse un aiuto in
questo senso da parte del pubblico potrebbe
essere utile e rappresentare anche un volano
occupazionale in un settore innovativo, qual è
quello appunto dell’uso di materiali nuovi,
riciclabili e naturali per la produzione di
tessuti, per la bioedilizia, le bioplastiche,
eccetera. Il tutto in coerenza con un
intervento normativo nazionale recente, che è
stato molto atteso dal mondo agricolo, che va
a regolamentare la filiera della canapa.
L’iter che ha subìto questa proposta di
legge è tale che essa è approdata in
Commissione a giugno 2015 e in quella sede,
come ricordava il presidente Fichera, si è poi
passato all’unificazione dei due testi.
Il passaggio successivo in Commissione del
testo unificato si è avuto nei mesi del 2016,
quando noi Consiglieri del Movimento 5
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X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017
Stelle non partecipavamo alle sedute di
Commissione. Quindi, non abbiamo avuto
modo di partecipare e approfondire un
dibattito in Commissione su questo tema, sul
testo unificato, sulla legge in questione,
dibattito che per gli emendamenti che
abbiamo proposto tenteremo di riportare in
Aula, di approfondire in Aula.
Quello che c’è da dire è che, rispetto al
testo unificato approdato in Commissione,
sicuramente ci sono stati dei cambiamenti,
che noi riteniamo migliorativi rispetto al
primo testo unificato su due aspetti principali.
Il primo è il fatto che si è lasciato il concetto
del progetto pilota, ovvero il testo unificato e
in particolare il testo di legge presentato da
SEL si orientava nel sostenere e promuovere
un unico progetto pilota quale cardine di tutti
gli interventi all’interno della Regione Lazio.
Ecco, secondo noi, individuare all’interno
della legge regionale un unico progetto
pilota, tra l’altro un progetto di natura
sperimentale, perché un progetto pilota così
deve essere, era riduttivo e lasciava poco
spazio a altre iniziative sul territorio. Inoltre,
oltre a essere riduttivo, un unico progetto
lasciava sottintendere a un intervento, a un
disegno che poteva essere già predeterminato
all’interno di un’Amministrazione che
appunto lasciava poco spazio a qualcosa che
invece poteva succedere nel territorio di
diverso.
Tra l’altro, l’altro aspetto che, secondo noi,
è stato poi modificato e quindi positivamente
durante il percorso in Commissione è il
ridimensionamento del ruolo dell’ARSIAL.
Nel testo originario, io lo leggo così come
era scritto, si leggeva al vecchio articolo 3
che la realizzazione di questo progetto pilota
veniva affidata tenendo conto delle
comprovate esperienze e professionalità
acquisite nel settore e in particolare
attraverso
attività
di
ricerca
e
sperimentazione scientifica finanziata dalla
Regione e svolta in collaborazione con
l’università.
Secondo noi, anche questo aspetto era un
aspetto che ci lasciava molti dubbi e
perplessità, perché andava ad individuare un
soggetto
beneficiario
promotore
e
realizzatore di questo progetto pilota, che
francamente sembrava già individuato,
perché chi è beneficiario di finanziamenti e di
ricerca scientifica e sperimentazione nel
settore agricolo da parte della Regione
Lazio? Forse l’Agenzia regionale per lo
sviluppo e l’innovazione in agricoltura.
Quindi, scrivere già in una proposta di legge
che c’era un soggetto vincitore di un bando,
di un bando che ancora doveva esserci,
secondo
noi,
era
profondamente
contraddittorio, in contrasto con i nostri
principi.
Quindi questi due aspetti sono stati rivisti
dal passaggio del testo unificato in
Commissione. In Aula che cosa ci troveremo
a discutere? Ci troveremo a discutere quelli
che sono ancora alcuni dubbi che abbiamo
sul testo in esame; alcuni dubbi che si
concretizzano ancora sul fatto che esista il
concetto di progetto pilota all’interno della
legge, progetti pilota in questo caso declinate
al plurale.
C’è da dire che cos’è un progetto pilota.
Per sua natura è un progetto sperimentale.
Qui vogliamo chiarirci i dubbi e vogliamo
affrontare anche il dibattito in Aula per
chiarire questi dubbi e per comprendere
meglio quali sono gli intendimenti poi della
Giunta rispetto a questa legge, rispetto a che
cosa si intende per progetto pilota, perché
questa legge sembra che serva in questi
termini a sostenere quella che è un’azione
preventiva, conoscitiva e di ricerca, che si
avvia tramite questi progetti pilota prima di
intraprendere una qualche azione vera sul
territorio di costituzione di una filiera.
Noi stiamo finanziando dei progetti di
sperimentazione e di ricerca che dovrebbero
essere poi propedeutici a una qualsiasi azione
di intervento vero di sostegno agli agricoltori
o al sostegno a imprenditori che vogliono
invece investire in questa possibile nuova
opportunità nel Lazio.
Un po’ è questa la discriminante che
vogliamo capire. Quindi, invece di sostenere
l’avvio di una filiera produttiva e quindi di
finanziare chi vuole avventurarsi anche o
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X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017
comunque investire a proprio rischio in
questa nuova possibilità, che può essere
occupazionale, che può essere di apertura di
un nuovo settore proprio economico nel
nostro territorio, si va a scegliere di
finanziare un progetto pilota, sperimentale e
una ricerca, che quindi necessita chiaramente
in questo caso, per la propria natura, secondo
me, di un sostegno da parte di un qualche
ente di ricerca, che potrebbe mettere in
difficoltà o potrebbe limitare l’ingresso
eventuale di imprenditori, di agricoltori
interessati a partecipare a questo settore.
Questo è un po’ il nostro dubbio sostanziale
che rimane. Ci tengo a dire che all’interno del
testo unificato approdato in Aula ciò che
rimane del nostro testo di legge originale è
l’articolo 4, che si intitola “Ulteriori
interventi” e che va nella direzione che
sosteneva precedentemente il consigliere
Righini, cioè di trovare i fondi per sostenere e
incentivare la coltivazione della canapa o la
filiera della canapa nel nostro territorio
attraverso il programma di sviluppo rurale,
quindi attraverso i fondi comunitari e
individuando poi i beneficiari di questo
programma di interventi del PSR come
aziende agricole, cooperative agricole e loro
Consorzi, associazioni operanti nel settore o
imprese, società e associazioni costituite tra
imprenditori del settore agricolo industriale,
alimentare ed ambientale.
Demandavamo alla Giunta regionale, entro
90 giorni, di approvare una deliberazione
nella quale venivano stabilite le modalità per
la presentazione delle domande di contributo
da parte dei soggetti, i criteri di valutazione
delle stesse, gli importi massimi di spesa da
mettere a finanziamento, la percentuale dei
contributi concedibili e relative modalità di
erogazione, la modalità per l’effettuazione
dei controlli sulla corretta utilizzazione dei
contributi, nonché le cause di revoca dei
contributi concessi di recupero delle somme
erogate.
Questo è ciò che rimane della legge
originaria del Movimento 5 Stelle in questa
legge. Quindi, ci apprestiamo ad affrontare
questo dibattito attraverso gli emendamenti,
discutendo gli emendamenti e avendo modo,
poi, sicuramente, di confrontarci con i
promotori, con la Giunta e anche con i
Consiglieri, chiaramente, di opposizione nel
merito degli argomenti proposti.
Grazie.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la
consigliera Tarzia. Ne ha facoltà.
TARZIA (LS). Grazie, Presidente.
Riprendo un po’ le considerazioni e i dubbi
avanzati dal collega Righini prima, nel senso
che stiamo discutendo una legge che,
oggettivamente, anche dalle parole con cui è
stata illustrata sia dall’Assessore che dal
presidente Fichera, non ci fa comprendere
l’urgenza e la priorità per la nostra regione.
Io vorrei fare prima di tutto una premessa
che è utile anche a chiarire le idee di coloro
che, in relazione a leggi simili, hanno
dichiarato ai mezzi di stampa che si tratta di
una legalizzazione che manda in pensione un
pezzo di proibizionismo. Non è questo il
tema. Non c’entra nulla. Le disposizioni di
questa proposta riguardano – è stato detto più
volte e abbiamo, ovviamente, verificato ed
approfondito – la cannabis sativa, che nulla
ha a che vedere con le sostanze stupefacenti
di cui al DPR n. 309 del ’90.
Lo stesso Testo unico delle leggi in materia
di disciplina degli stupefacenti e sostanze
psicotrope, affrontando all’articolo 26 il tema
delle coltivazioni e produzioni di piante
contenenti princìpi attivi vietati, prevede
un’esclusione specifica per la canapa
coltivata esclusivamente per la produzione di
fibre o per altri usi industriali consentiti dalla
normativa dell’Unione europea.
La canapa può essere legalmente coltivata
perché possiede un tenore di principio attivo
quasi pari allo zero. Con un mio
emendamento... Però, è evidente che, rispetto
a questa premessa, ciascuno di noi tende a
chiarire e a far sì che non sorgano equivoci
nell’interpretazione del testo.
Quanto ho detto finora già basterebbe per
non suscitare equivoci, ma ci sono alcuni
miei emendamenti che vanno nella direzione
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X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017
di una ulteriore specificazione, un ulteriore
chiarimento, che non può fare altro che
aiutarci a raggiungere gli obiettivi che ritengo
si siano prefissati proprio i firmatari e i
proponenti di questo testo. In uno dei miei
emendamenti ho esplicitato il massimo di
concentrazione di THC a 0.2 per cento che
possono avere le piante da coltivare, limite
previsto dalla normativa europea anche se,
poi, abbiamo visto recentemente che c’è un
rialzo allo 0.6. Seppure i fondi arrivano solo
a chi si mantiene sotto lo 0.2, è consentito
questo 0.6. A dire la verità, ma questo lo
vedremo negli emendamenti, non mi cambia
molto lo 0.6, perché rimaniamo sempre su un
quantitativo accettabile che non va ad
inficiare l’utilizzo della sostanza al di fuori di
quelli che sono gli utilizzi industriali.
Secondo quanto stabilito dal Regolamento
n. 73/2009 del Consiglio dell’Unione europea
e dai regolamenti 1120, 21 e 22 del 2009
della Commissione europea, la coltivazione
della canapa industriale gode di un regime di
aiuti, in particolare per la trasformazione
della canapa destinata alla produzione di
fibre, ed è soggetta ad alcune restrizioni. Tra
queste, cito che le varietà di canapa a fibre
per le quali è autorizzata la coltivazione
devono presentare un tasso di THC inferiore
– lo abbiamo detto prima – allo 0.2 per cento
calcolato secondo il metodo definito dai
Regolamenti comunitari. Punto 2: le varietà
di canapa che superano la soglia dello 0.2 di
THC sono radiate dalle liste di quelle che
possono essere scelte per la coltivazione.
Anche nell’ambito del pacchetto di riforma
della
politica
agricola
comune,
la
Commissione europea ha ritenuto opportuno
mantenere le misure specifiche atte a
impedire l’occultamento di colture illegali,
per non perturbare l’organizzazione comune
del mercato della canapa, e stabilito pertanto
che i finanziamenti dovessero continuare a
essere concessi unicamente per le superfici
seminate con varietà di canapa che offrono
determinate garanzie, in relazione al
contenuto di sostanza stupefacente.
Sempre in un’ottica di chiarezza, ci può
aiutare appunto quando andremo a esaminare
il testo, e sempre nel rispetto del DPR 309,
con un altro emendamento mio, ho invece
ribadito, per un’esigenza, anche qui, di
maggiore chiarezza e distinguo, il divieto di
coltivazione per uso ricreativo, nonché di
ogni attività finalizzata alla produzione ed
estrazione di sostanza stupefacente.
Quanto alla finalità della proposta di legge,
bisogna dire che la coltura della canapa è
ripresa nell’ultimo periodo, ma è anche vero
che ha visto un’evoluzione inversamente
proporzionale al diffondersi delle fibre
artificiali e all’aumento del costo della
manodopera. C’è anche un altro elemento: la
comparsa di elementi, di beni succedanei a
costo più basso, ha determinato in qualche
modo la riduzione della sua coltivazione. Ci
sono stati però tentativi di rilanciare la
coltivazione della canapa in Italia. Il limite
più rilevante per una ripresa stabile della
coltivazione della canapa nel nostro Paese è
rappresentato dal limitato numero dei centri
di lavorazione idonei ad ottenere prodotti di
prima trasformazione, cioè capaci di fornire
quantità di materiale, sufficienti e in modo
costante, per alimentare le imprese di
seconda lavorazione che arrivino a produrre i
prodotti finali.
Gli interventi finora utilizzati si sono
concentrati sulla ricerca e sull’innovazione,
ma il problema è stato il passaggio alla
realizzazione dell’innovazione. Si è arenato,
tutto ciò, di fronte anche alla difficoltà di
recuperare risorse adeguate e sufficienti per
completare gli impianti industriali, in
maniera da raggiungere dimensioni adeguate.
C’è poi un altro problema: effettivamente
questi impianti, attualmente sono due più un
terzo non dedicato però in esclusiva alla
canapa, sono distribuiti sul territorio non
sufficientemente vicini ai principali centri di
produzione della materia prima vegetale. A
volte le distanze sono anche centinaia di
chilometri, di conseguenza, buona parte del
valore della produzione agricola deve essere
destinata a pagare il trasporto sulle ruote.
Esperienze precedenti negative. Volevo
ricordare come in passato sono falliti progetti
di coltivazione della canapa. Uno degli
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X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017
esempi di iniziative imprenditoriali orientate
a riprendere la coltivazione della canapa si è
visto nel 2004: era partito un progetto
cooperativistico rivolto alla produzione di
canapa per fibra tessile, ambientato in
Pianura Padana, in provincia di Ferrara. Era
un
programma
che
si
basava
fondamentalmente sull’applicazione di una
tecnica particolare di coltivazione. Purtroppo
però le rese per ettaro risultarono
assolutamente insufficienti a coprire i costi
molto elevati che avevano sostenuto gli
agricoltori e anche per ripagare i costi
industriali di lavorazione. Mi sembra che
l’investimento all’epoca fu di circa 10
milioni di euro. Risultato finale quasi nullo,
fallimento della società cooperativa e un
risultato che si è avuto poi dopo quattro anni
di attività.
È vero quindi che questo tipo di
esperimento, di esperienza precedente ha
scoraggiato molto ogni altra iniziativa
imprenditoriale. In questa ottica, posso in
qualche
modo
comprendere,
seppur
limitatamente rispetto alla premessa che
avevo fatto, il fatto che comunque questo
Consiglio regionale se ne occupi e affronti la
questione.
Per quello che riguarda invece l’edilizia,
ricordando che come fibra vegetale
ovviamente non esiste solo la canapa, si
studiano impieghi di fibre che provengono
dalla canna di acqua dolce, ginestre, anche
quelle che crescono in modo spontaneo.
Insomma, non sto qui adesso a elencare le
varie possibilità e i possibili impieghi. Tra gli
ambiti di utilizzazione – possiamo dire più
utili? – c’è sicuramente quello dell’edilizia,
della bioedilizia. E ci sono alcuni centri
universitari che studiano da tempo l’impiego
della canapa nel settore dell’edilizia e della
bioedilizia per realizzare pannelli per
isolamento termico e assorbimento acustico.
Questa
applicazione
è
un’alternativa
sicuramente ai pannelli per l’isolamento
termico che si ottiene con isolanti, invece, di
derivazione petrolchimica, tipo il polistirolo.
Questione controlli: e questo è il mio terzo
emendamento.
Ho
presentato
un
emendamento che esplicita in maniera molto
dettagliata come porsi rispetto a un’azione di
controllo, che è doverosa, viste anche le
premesse e visti anche i rischi se vogliamo
anche di cattiva interpretazione di quello che
questo testo può presentare. So che anche
l’Assessore ha questa preoccupazione e non
so se verrà posto o proposto un articolo
aggiuntivo,
comunque
ritengo
sia
fondamentale. E anticipo quanto ho riportato
nel mio emendamento: nella stessa legge
nazionale n. 242 del 2 dicembre 2016, oltre a
prevedere già incentivi per la filiera della
canapa e per favorire il miglioramento delle
conduzioni di produzione e trasformazione,
viene dedicato l’articolo 4 proprio ai controlli
e alle sanzioni perché, come ben sappiamo,
non basta controllare, perché se poi non c’è la
sanzione il controllo non serve a nulla. Viene,
infatti, previsto che le forze dell’ordine
possono effettuare controlli sulle coltivazioni
e che le operazioni di controllo del contenuto
di THC devono essere svolte nel rispetto del
metodo previsto nel Regolamento n.
421/1986 della Commissione.
È auspicabile, anzi direi che è un elemento
fondamentale per poi valutare la nostra
posizione rispetto al testo finale, che tale
norma sia presente mutatis mutandis anche
nella legge regionale. Come spero poi che
anche gli altri suggerimenti che io ho posto
attraverso questi pochi, tre, emendamenti
vengano poi recepiti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il
consigliere Valentini. Ne ha facoltà.
VALENTINI (Pd). Grazie, Presidente.
Il mio intervento è a sostegno di questa
legge, che ho firmato anch’io con
convinzione, e non vorrei ripetere tutto quello
che è stato detto sull’importanza di una filiera
industriale, di un prodotto che diversifica la
nostra agricoltura e che oggi soprattutto,
anche per quello che diceva l’assessore
Hausmann prima, in un momento in cui
abbiamo le classiche commodities agricole
più tradizionali del nostro territorio rurale che
sono in crisi avere possibilità di
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Regione Lazio
X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017
diversificazione è sicuramente uno strumento
utile e importante per le aziende agricole.
Il mio intervento è molto breve e si
riconduce a due punti. Il primo punto
riguarda alcune perplessità che sono emerse
riguardo alla sicurezza della coltivazione
della cannabis, che indubbiamente è
sicuramente un tema che colpisce
l’immaginario, perché effettivamente la
cannabis in alcune varietà rappresenta uno
stupefacente, ma qui stiamo parlando, invece,
di una cannabis che ha un basso tenore di
THC e che, quindi, può essere utilizzata
senza alcun problema.
Vorrei solo sottolineare rispetto alla
sicurezza che oggi sicuramente chi vuole
coltivare cannabis in modo illegale lo può
fare e tipicamente lo fa in coltivazioni che
sono nascoste, che sono celate, per esempio,
da altre attività, oppure all’interno di
coltivazioni agricole che le schermano,
piccoli appezzamenti, balconi di casa. Questo
è il tipo di malavita che si annida dietro la
coltivazione della cannabis. Qui noi stiamo
parlando, invece, di una legge che riguarda
un sistema agroindustriale. Stiamo parlando
di aziende agricole che hanno appezzamenti
anche molto grandi. Immagino un sistema
agroindustriale quantomeno della dimensione
nell’ordine di una decina di ettari. È
quantomeno auspicabile, sennò non c’è
un’economia di scala, che sono, quindi,
appezzamenti sicuramente registrabili, non a
caso per esempio da foto aereo o da
immagini satellitari o da
quant’altro e
comunque rintracciabili proprio perché
rappresentano pezzi importanti del territorio.
Volevo dire semplicemente che lo trovo un
argomento che fa parte… Auspico anch’io e
sono d’accordo che ci sia un’ulteriore attività
emendativa. Mi sembra che sia già in ogni
atto una discussione per fare in modo che ci
siano
ulteriori
controlli,
ma
che
fondamentalmente stiamo parlando di due
cose diverse, insomma. L’attività illegale che
si svolge, nascosta magari tra i filari degli
ulivi in piccole quantità e quella che può
essere,
invece,
un’attività
certificata
agroindustriale che ha anche una serie di
registri di ingresso di uscita e quant’altro.
La seconda questione riguarda il perché di
una legge, il perché di un’incentivazione. La
legge ha un merito, perché quello che veniva
criticato un po’, che è il progetto pilota, cioè
l’attività di ricerca e di sperimentazione come
un
fatto
deprimente
rispetto
all’implementazione
del
sistema
agroindustriale, in realtà, secondo me, è un
punto di forza, e lo dico un po’ con
convinzione, perché se guardiamo un po’ alla
storia anche della nostra agricoltura del Lazio
spesso sono stati fatti investimenti importati
dando anche la sensazione agli imprenditori
agricoli di trovare in qualche modo la
panacea dei loro guadagni con colture
specializzate. Faccio giusto un caso, che è
quello del kiwi, su cui la nostra Regione è
sicuramente leader, in cui però c’è stata
anche una grandissima,
massiccia ed
estensiva coltivazione per poi dopo
rappresentare una serie di problematiche
quando ci siamo accorti che non tutte le aree
sono vocate, non tutte le coltivazioni e le
tecniche sono appropriate. Ci sono quindi
aspetti relativi anche a patogeni e quant’altro.
Il progetto pilota serve. In realtà, è un
aspetto positivo. Prima di andare proprio
nella direzione di una estensione della
coltura, andare a vedere se effettivamente ci
sono territori più o meno vocati a questa
coltura, che comunque è una coltura, seppure
abbastanza frugale necessita, al di là di
risorse, alcune risorse, soprattutto anche
quella idrica all’inizio dell’impianto, e che
possano quindi diventare anche limitanti.
Quindi, bisogna, secondo me, affrontare
questo tipo di coltivazione attraverso quindi
un’analisi anche dei costi e benefici, dal
punto di vista ambientale, ma anche dal
punto di vista della produttività. Non tutte le
zone sono vocate e quindi dare anche al
contadino l’informazione, all’impresa che
vuole entrare in questo settore, per dire
“Guardate, non è tutto semplice”.
Io sono dell’idea che è sempre meglio
essere prudenti quando si introducono nuove
colture. Questo non significa che non siano
così importati, tant’è vero che, ad esempio, la
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Francia – credo che sia in Europa – è il Paese
che ha il miglior sistema di utilizzazione
anche di sistema agroindustriale proprio per
la canapa.
Stiamo parlando, quindi, di Paesi vicini a
noi dove già queste colture sono in essere.
Concludo dicendo che, come tutte le cose,
questa va affrontata con razionalità, con
sicuramente controlli e tutte le salvaguardie
che sono necessarie, però pensiamo anche
che questa coltura può rappresentare
veramente un altro modo, un ulteriore
strumento (e comunque va verificato proprio
nella sperimentazione) per dare un reddito
superiore alle nostre aziende, e di questo oggi
noi ne abbiamo molto bisogno.
Grazie.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il
consigliere Santori. Ne ha facoltà.
SANTORI (FdI). Grazie, Presidente.
Siamo in Aula per questo testo unificato
concernente gli interventi per promuovere la
coltivazione della canapa (cannabis sativa)
per scopi produttivi, alimentari e ambientali e
relative filiere.
Entrerò successivamente nel merito della
legge,
però
permettetemi
alcune
considerazioni. Intanto su questi temi, come
su altri tipici della sinistra, riscopriamo
sempre la presenza comunque di un’azione di
conforto, di sostegno, di collaborazione da
parte del Movimento 5 Stelle, ma questa è
una semplice considerazione soltanto per
cercare di delineare il quadro di questa
proposta di legge che è, a mio avviso, inutile
per
tante
motivazioni
che
dirò
successivamente.
Intanto, un paragone con quello che sta
avvenendo a livello nazionale, con la
proposta di legge Giachetti ed altri, che va
nella direzione della liberalizzazione delle
droghe. Ora arriverò al punto rispetto alla
canapa e a quello che vuole fare quest’Aula.
Quella proposta di legge, fortunatamente, è
stata solo discussa inizialmente. È una resa
dello
Stato
rispetto
alle
varie
tossicodipendenze, alle dipendenze di tutte le
età e sessi. Non c’è informazione sulla
questione della droga. Nel mondo sono 208
milioni le persone che fanno uso di droghe.
In particolare, per quanto riguarda la
questione dell’abuso di marijuana, si tratta
del 4,6 per cento della popolazione mondiale
tra 15 e 64 anni che fa utilizzo e abuso di
marijuana. Nelle nostre scuole, nelle scuole
italiane, uno su cinque degli alunni ha fumato
erba e, di fatto, una percentuale di questi poi
è passata all’uso delle droghe pesanti. I
giovani e l’uso della droga. Perché? Perché
vogliono cambiare qualcosa nella propria
vita, e le Istituzioni non possono permettere
tutto questo, soprattutto perché queste droghe
arrivano al cervello, distorcono la percezione,
distruggono il controllo della vita e dei
rapporti familiari e di amicizia. L’ho vissuto
personalmente quando ero adolescente e l’ho
visto con tantissimi miei amici. Le droghe
spazzano via capacità, prontezza, annebbiano
il pensiero, e tutto questo è assolutamente un
problema che le Istituzioni si devono porre.
Perché diciamo che questa legge è
collegata a tutto questo mondo della droga?
Perché è una bandiera. È una bandiera di
questo Consiglio regionale che vuole essere
posta di fronte al tema della liberalizzazione.
Come sapete, la legge nazionale prevede la
possibilità di coltivazione della cannabis sul
territorio, anche in forma associata. Quindi,
la volontà di questa maggioranza di non
mettere il controllo di queste coltivazioni
della canapa, che, come sapete, è la stessa
pianta, quindi della stessa famiglia botanica,
della marijuana, pur non avendo il THC,
l’effetto psicoattivo... Quindi, la mancanza di
questi controlli farà scaturire la possibilità
per tanti di coltivare marijuana e dire, invece,
che si sta coltivando la canapa, perché il tema
è proprio questo, quello della mancanza dei
controlli e della mancanza anche della
possibilità per il Corpo forestale dello Stato,
che adesso sono diventati Carabinieri,
comunque degli organi preposti, di
controllare questa espansione di coltivazione
della famiglia botanica delle cannabacee che,
di fatto, potrà permettere a chiunque di
coltivare marijuana e poi dire che sta
Atti consiliari
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Regione Lazio
X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017
coltivando canapa.
Sappiamo bene come funziona in questo
Paese. Si fanno le leggi, poi magari
aggiungerete successivamente che ci saranno
dei controlli, ma poi questi controlli non ci
saranno mai e sarà un’azione indisturbata su
tutto il territorio nazionale, in particolare
sulla regione Lazio. Questo è il tema
ideologico di questa legge. Bisogna dirlo con
chiarezza. Per questo noi siamo contrari,
fortemente contrari a questa legge.
Anche perché, signori, parliamoci chiaro,
voi non state autorizzando la coltivazione
della canapa. Non state facendo la
rivoluzione del mondo rispetto a questo tema.
Adesso un’azienda che vuole coltivare la
canapa lo fa. Un’azienda agricola lo fa
tranquillamente. È una bandiera ideologica
legata alla legalizzazione delle droghe
leggere.
Gli interventi per promuovere... Voi volete
promuovere la coltivazione della canapa. Con
quanto? Con 100.000 euro nel 2017, con
100.000 euro nel 2018, per quanto riguarda
gli interventi economici. Quindi, sono questi
gli stanziamenti che voi mettete in campo.
Questo per il fondo per la promozione della
coltivazione della canapa per scopi
produttivi,
alimentari
ed
ambientali,
intervento di parte corrente 200.000 euro per
gli interventi in conto capitale. Veramente, è
ridicolo che noi oggi rispetto a quello che sta
succedendo sul nostro territorio, in
particolare per la questione del terremoto,
della neve che sta cadendo ancora e che sta
mettendo in difficoltà le nostre popolazioni,
stiamo stanziando una cosa ridicola, 100.000
euro in parte corrente e 200.000 euro per la
canapa, invece di darli magari agli agricoltori
che stanno facendo morire i loro animali
perché non c’è un aiuto da parte
dell’Istruzione (o meglio, non li stanno
facendo morire loro, ma è la mancanza della
presenza delle Istituzioni a livello nazionale e
regionale, su questo tema). Magari invece di
stanziarli su questa legge, si poteva fare oggi
un provvedimento urgente di aiuto
economico sul tema del terremoto, e quindi
dell’aiuto agli agricoltori, in questo momento
agli allevatori, noi stiamo qui a parlare del
nulla rispetto a un tema che è solo di carattere
ideologico.
Vi prego quindi di riflettere su questo. Noi
abbiamo presentato importanti emendamenti
per cercare di far in qualche modo
comprendere a questa maggioranza e al
Movimento 5 Stelle che sostiene la legge di
cambiare questa visione, di discutere di cose
urgenti che riguardano il nostro territorio in
via prioritaria, delle persone che stanno
soffrendo, invece di parlare della coltivazione
della canapa. Grazie.
PRESIDENTE. Devo comunicare che nel
frattempo è pervenuto un emendamento della
Giunta (adesso c’è l’intervento dei consiglieri
Bonafoni e Sabatini), la Distribuzione 2.
Diamo
un’ora
di
tempo
per
i
subemendamenti che possono essere
presentati entro le ore 19. Grazie.
Ha chiesto di parlare la consigliera
Bonafoni. Ne ha facoltà.
BONAFONI (Sel). La ringrazio, Presidente.
Intervengo volentieri in discussione
generale su questa legge, e intervengo perché
ci sono leggi a cui alcuni Consiglieri
lavorano con più passione che ad altre,
questo penso che capiti a ciascuno di noi. Nel
mio caso, questo è uno di quei casi.
La mia adesione a questo testo è stata
convinta, e devo dire che lo studio che
ciascuno di noi, indipendentemente dalle
forze politiche in cui milita, avviene
necessariamente nel confronto con le
persone, con le esperienze, con i territori, nel
girare questa nostra straordinaria regione,
questa passione e questa adesione è
assolutamente aumentata.
Intervengo volentieri anche per ripristinare
la parentesi dell’intervento di poco fa, è
davvero tale, però un clima sereno di
confronto. Assolutamente, il consigliere
Righini, la consigliera Tarzia, i colleghi 5
Stelle che hanno ancora giustamente e
legittimamente dei distinguo da voler
proporre a noi tutti, però mi pare che sia un
confronto del tutto possibile, non c’è nessuna
Atti consiliari
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Regione Lazio
X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017
preclusione. Il Capogruppo De Paolis, primo
firmatario, l’ha già affermato con grande
nettezza.
Tenterò quindi anche di dare alcune
risposte. Prima però volevo soffermarmi sul
merito e sul contenuto della legge. Questa
legge in fondo parla di un pezzo della nostra
storia, una storia fatta di tradizioni, anche
familiari, è una storia fatta di fatica,
tantissima, abbiamo ascoltato racconti antichi
di chi con la memoria orale ha conosciuto e
poi ha cercato di mettere in pratica la
coltivazione della canapa industriale anche
nella nostra regione. Una storia, insomma,
grazie al lavoro dello staff del nostro Gruppo,
che è stato eccezionale, ci ha proposto una
storia che addirittura ha a che fare con il
Neolitico della storia dell’umanità, arriva
dall’Asia, da Paesi lontani, che poi però
diventa un’eccellenza proprio per il nostro
Paese, una di quelle chicche per cui ancora
oggi su tante produzioni l’Italia e il Lazio
fanno parlare di sé.
Un tempo, questa eccellenza si chiamava
canapa. È la storia dunque di una sapienza,
perché per coltivare la terra bisogna essere
sapienti, oltre che capaci, oltre che forti. È la
storia di questi mestieri, di famiglie
contadine. In fondo è la storia di una pianta,
ma una pianta eccezionale, fortissima, una
pianta che di questi tempi serve tantissimo.
Oggi sentiamo parlare di resilienza: è una
pianta resiliente, che riesce a resistere a
tantissime avversità. Se vi è capitato, e a me è
capitato, di toccare il legno di questa pianta, è
un legno durissimo, che già al tatto dà la
sensazione di quella forza. Ed è una pianta
generosa. Veniva citata, appunto, la capacità
di combattere l’inquinamento dei nostri
territori che ha la canapa, e non va
sottovalutata questa cosa perché sono tempi
in cui quest’Aula ma direi il mondo si
interroga intorno ai cambiamenti climatici,
alla povertà, alla fame, al buco dell’ozono,
alla varietà delle specie. Io penso che una
legge così snella e di pochissimi articoli,
perché credo che una delle qualità di questo
testo sia anche questa, ci possa persino
raccontare di tutto questo.
Poi c’è lo sviluppo, lo sviluppo economico,
e un’idea che a un certo punto ha preso il
sopravvento anche nel nostro Paese, ed è
quella del petrolio, delle fibre sintetiche,
quella maledetta plastica che noi adesso ci
affanniamo a capire come fare a riciclare.
Uno dei principali impegni di questo
Consiglio è parlare, ad esempio, di rifiuti, di
differenziata. Ebbene, allora quel problema
non c’era. Però, oggi che quel modello di
sviluppo mostra tutti i suoi limiti e ha il fiato
corto, noi troviamo, ma quando dico noi dico
da ultimi noi che abbiamo proposto la legge,
ma un mondo che è più competente di noi
dieci milioni di volte trova, in questa piccola,
forse ancora di nicchia, anche se è con tante
piccole cose che poi si fanno i cambiamenti,
una risposta, che secondo noi è una risposta
esatta, possibile. Certo è una risposta al netto
della resilienza che ha dovuto combattere dal
secondo dopoguerra in poi anche con un
nemico che è micidiale, che si chiama
stereotipo, che si chiama propaganda, che si
chiama anche cattiva informazione. E mica
c’è sempre una responsabilità individuale e
precisa sulla cattiva informazione. Può essere
che parte uno studio, che quello studio vuole
dimostrare qualcosa perché vuole curare
alcuni interessi anziché altri, quello studio
trova un terreno fertile spesso politico e,
quindi, economico-politico e diventa realtà.
Oggi, quindi, noi giustamente – e io penso
che sia una straordinaria occasione per l’Aula
della Pisana – ci interroghiamo anche rispetto
a quello stereotipo, a quel velo che esiste
anche su questa specifica coltivazione. Io
sposo – lo dico e voglio che resti a verbale –
le prime righe dell’intervento della
consigliera Tarzia, l’ha detto perfettamente:
non stiamo parlando della canapa, della
cannabis che ha a che fare con l’uso
ricreativo. E non voglio dilungarmi perché,
siccome non ne stiamo parlando, non vedo
perché ne dobbiamo parlare.
Noi pensiamo che intorno al tema della
canapa ci sia un pezzo del nostro futuro.
Piccola eh, perché poi, lo ripeto, sono tanti
piccoli passi, specie sotto la crisi. È un futuro
che parla di un diverso modello di sviluppo, e
Atti consiliari
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Regione Lazio
X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017
sapete che questo è un nostro cruccio, che
rivendichiamo, e quindi di un diverso
atteggiamento da avere nei confronti del
nostro territorio, e qui sì che mi soffermo
sulle ore drammatiche e dolorose che stiamo
vivendo anche noi, che tutta l’Italia vive, ma
in particolare l’Italia centrale, un modello di
sviluppo che rilancia l’agricoltura nella sua
multifunzionalità, e quante volte l’abbiamo
detto. Qui non c’è altro di nuovo, voglio
normalizzare il nostro confronto, che una
delle possibili e, secondo noi, più brillanti
applicazioni di quella multifunzionalità, e
quindi le nuove produzioni industriali,
l’edilizia ecologicamente sostenibile.
Io ho avuto la fortuna, il privilegio, non lo
so, è piccolo, forse è ridicolo secondo alcuni,
ma non credo, perché ogni conoscenza in più
arricchisce anche il lavoro che noi possiamo
mettere a disposizione gli uni degli altri, di
toccare un mattone fatto di canapa. È un’altra
storia, si capisce. Pure un ignorante su quel
tema come me l’ha capito. E allora se noi
parliamo di rigenerazione urbana delle nostre
città, non possiamo pensare di parlarne in
maniera neutra rispetto, ad esempio, ai
materiali che vengono utilizzati. E quella
resilienza, ad esempio, di fronte al tema
drammatico, lo ripeto, urgente e già tardivo
dell’antisismica nel nostro territorio incontra
l’utilizzo della canapa industriale.
Inutile parlarvi delle opportunità di lavoro
che questo potrebbe creare, un freno al
consumo di suolo, i vari utilizzi,
l’alimentazione. È buona e non dà effetti
particolari, salvo che se ne mangi tanta ti
senti pieno.
(segue t. 11)
A me è successo, perché ho assaggiato
uno spezzatino che era squisito, ne ho
mangiato tanto e mi sentivo piena. Ma
insomma questo mi capiterebbe – credo – con
qualunque tipo di alimento io possa esagerare
nel mangiare.
(Interruzione di un Consigliere: “Dipende
dal cuoco”)
Anche, ma quello era bravo, era molto
bravo. Il pentolone era invitante. Anzi, la
prossima volta magari, consigliere Righini,
approfittiamo insieme.
È una legge snella che punta all’obiettivo,
una legge partecipata, che non è una parola
vuota; una legge a cui hanno lavorato in tutta
Italia nelle diverse regioni in cui è già stata
sperimentata, quindi già forti, certo, anche
degli errori. Ma quante volte ci diciamo che
le leggi non sono perfette? Tant’è vero che
nella clausola valutativa che questa legge
prevede noi prevediamo, a nostra volta, un
controllo dell’efficacia e anche della
risultanza dei progetti pilota che mettiamo in
campo.
È una legge che favorisce quella benedetta
rete di cui parliamo ogni volta qualsiasi sia il
tema che arriviamo in quest’Aula e che è così
facile a dirsi e così difficile a farsi. Voi non ci
crederete, ma c’è un mondo piccolo, di
nicchia, noi speriamo sempre meno che sta
guardando con grande attenzione e grande
aspettativa quello che noi facciamo qua
dentro. Non è un mondo di alternativi, è un
mondo che sta intorno a noi che si è
innamorato nell’attività che fa dell’utilizzo
delle potenzialità di questa pianta.
Lo diceva il consigliere Valentini, perché il
progetto pilota? Proprio per quello che è stato
il fallimento di altri progetti che in passato
hanno riguardato, per la verità, la Lombardia
e non il Lazio. Le start-up sono qualcosa di
importante, ma se le start-up vengono
lanciate e non accompagnate, se la filiera non
trova in tutti i suoi passaggi un momento in
cui l’istituzione si mette al fianco come un
tutor generale e massimo per poter verificare
passo passo e provare in questo caso a
costruire la filiera dall’inizio alla fine, perché
la particolarità dei progetti pilota sta in
questo: io non ti abbandono durante il
processo produttivo, ma dal seme fino alla
fine, alla trasformazione, io metto in campo
iniziative
e
risorse
che
possano
accompagnare e vedere. Perché se poi è un
insuccesso la clausola valutativa ci dirà che
non funziona. Ma siccome altrove sta
Atti consiliari
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Regione Lazio
X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017
funzionando noi pensiamo che sarà un
successo.
Rispondo e finisco alle due domande che
mi sembra, sopra tutte, siano sorte da questo
bel dibattito che stiamo facendo. Perché gli
incentivi? Perché mi pare lo dicesse proprio il
capogruppo Righini visto che questa canapa è
così straordinariamente potente, noi abbiamo
bisogno di incentivare.
Io ho capito, e questo nella legge c’è, che
per la verità un po’ in tutto, ma in special
modo in agricoltura quando tu abbandoni una
coltivazione, quando i semi piano piano
spariscono e oggi noi siamo costretti a
importare quei temi, non è con uno schiocco
di dita che puoi rimettere in circolo quel ciclo
produttivo agricolo, che è diverso,
straordinariamente più lungo di tutti gli altri
cicli produttivi, hai bisogno per l’appunto di
incentivarlo, e questo è un tentativo di
risposta di quell’incentivo, per persino
produrre sementi locali.
Ci sono convegni internazionali dove una
straordinaria donna che si chiama Vandana
Shiva va in giro a raccontare di come i semi
siano la soluzione per la fame nel mondo. Io
non credo sia retorica e penso che se in
queste giornate di lavoro comune non
riusciamo a fare un pezzettino di cammino
insieme anche rispetto a questo noi abbiamo
fatto un buon lavoro per il Lazio e non solo
perché il Lazio sta nel mondo e in questo noi
ci dobbiamo collocare.
Poi c’è il tema della sicurezza. Ripeto,
nessuno ha detto, e in particolare il
consigliere De Paolis, che noi vogliamo
evitare il tema. È talmente vero che stiamo
parlando d’altro, che siamo non solo
disponibili,
ma
contenti
di
poter
tranquillizzare chi ancora non è tranquillo e
convinto.
L’emendamento
di
Giunta
presentato dall’assessore Hausmann in questo
senso e in questa direzione va. Però, l’altra
cosa che ho capito studiando e
avvicinandomi a questo tema è che c’è
persino un’evidenza scientifica che dice che
questa roba sarebbe impossibile, perché nel
momento in cui noi avviciniamo, perché uno
dei temi che funzionano nel racconto tra
amici è quello che in mezzo alla pianta di
canapa industriale tu ci piazzi la piantina.
Non funziona così, perché se tu piazzi la
piantina illecita accanto a quella che noi
stiamo discutendo oggi, quelle due piante si
uniscono, avviene l’impollinazione – mi
insegna mio figlio che sta per fare gli esami
di terza media –, e quella roba vanifica gli
effetti della cannabis, di cui noi non stiamo
parlando. Siccome l’evidenza scientifica
forse non è sufficiente, e noi rispettiamo
questa insufficienza, noi siamo pronti e
contenti di votare l’emendamento che
l’Assessore e la Giunta ci hanno appena
consegnato sui banchi.
Questo è quanto. Tredici minuti per
ribadire che stiamo facendo una cosa
normale, secondo noi positiva, progressiva
per la nostra regione e che, però, è una cosa
che sta destando interesse e attesa fuori da
qua, e con questo rispetto dentro e fuori
l’Aula noi ci accingiamo anche a votare gli
emendamenti.
Grazie.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il
consigliere Sabatini. Ne ha facoltà.
SABATINI (Ci). Grazie, Presidente.
Ammetto di aver ascoltato con grande
interesse l’intervento appassionato e anche un
po’ romantico della collega Bonafoni.
Confesso anche, però, i miei pensieri
preesistenti all’intervento della consigliera
Bonafoni. Ho pensato, forse in modo
malizioso, che questa legge rappresentasse
una piccola cambiale che la maggioranza,
forse la Presidenza, forse pezzi di Giunta
abbiano dovuto in qualche maniera siglare
con il Gruppo di Sel, della sinistra italiana,
affinché alcuni dei bocconi un pochino più
amari che Sel ha dovuto ingoiare in questi
mesi e anche in queste settimane potessero
essere lievemente addolciti da una
dimostrazione di attenzione e apprezzamento
per il ruolo che Sel stessa ha sviluppato in
questi anni.
Vero è che una delle norme che poi ha
portato al testo congiunto è stata depositata
Atti consiliari
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Regione Lazio
X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017
già da diverso tempo. Vedo pure – e i fatti ci
dicono questo – che dal 2014, non a caso, il
testo arriva in Aula soltanto dopo
l’approvazione aspra della legge di stabilità
per il 2017. Quindi, è tutto vero, ma i fatti
intanto dicono questo.
È simpatico tutto ciò che è avvenuto, la
ricostruzione dal neolitico in poi. Io ho
ascoltato davvero, anche con stima,
l’intervento perché è stato un intervento che
ha arricchito il dibattito di elementi nuovi,
anche dal punto di vista culturale, anche dal
punto di vista degli elementi che
un’ignoranza nella comunicazione, sia nel
farla che nel recepirla, possono indurre ad
avere un quadro non corrispondente a quello
che può essere un quadro di verità dal punto
di vista della fatica e del sudore che
l’agricoltore mette in campo tanto per la
canapa quanto per qualsiasi altra produzione,
ma è vero pure che, se restiamo sul tema
della politica, mi dispiace per la consigliera
Bonafoni, per Gino e per tutto il Gruppo di
Sel, ma non è probabilmente questa
compagine politica che negli anni e nei
decenni si è caratterizzata per le battaglie più
importanti rispetto alla cannabis.
Porto all’attenzione dell’Aula, perché non
mi è sembrato di ascoltarlo fino adesso, un
contributo dato dai Radicali, storico
movimento che su questo è assai presente, da
sempre, con battaglie, anche, che hanno
creato scalpore e attenzione dal punto di vista
mediatico, certamente più importante di
quello che riusciremo a fare noi dal Consiglio
regionale del Lazio in queste lunghe giornate.
I Radicali il 18 gennaio del 2017, cinque
giorni fa, pochissimi giorni fa, a un certo
punto, rispetto a normative nazionali
coincidenti, casualmente, con ciò che
andiamo a fare oggi in quest’Aula, alla fine
di un breve passaggio sulla legge per la
promozione della canapa industriale,
vengono a dire: ora non resta che compiere il
passo decisivo con la legislazione completa
della cannabis e di tutti i suoi derivati, come
prevede la nostra legge di iniziativa popolare,
legalizziamo.
Tutto questo, cari colleghi, preoccupa.
Posso dire di essere lieto che in quel lontano
2010 Emma Bonino non abbia vinto le
elezioni, in questa Regione. Posso dire anche
che spiace che oggi si voglia andare in una
direzione che alcuni hanno auspicato e che io
personalmente, ma anche in qualità di
Capogruppo, credo non sia una direzione
giusta. Questo non perché rispetta a una
legge che non abbiamo difficoltà a definire
palesemente
ideologica,
vogliamo
contrapporre un tema altrettanto palesemente
ideologico, c’è anche di questo, e non ce ne
vergogniamo; ma perché come ha
evidenziato il consigliere Righini, e questa è
solo una delle due volte che richiamerò il
collega e le sue valutazioni nel mio
intervento, non si comprende come, e perché
soprattutto,
una
piantina
(quasi
affettuosamente definita piantina dalla
consigliera Bonafoni), che ha così tante
capacità, così tante qualità dal punto di vista
dell’utilizzo anche in fase di edilizia,
bioedilizia, commercio, non possa andare
avanti e sviluppare tutte le sue iniziative,
anche di business, in maniera autonoma, o
non possa peraltro essere garantita dagli
strumenti che già esistono in questa Regione,
come tutte le altre Regioni d’Italia.
Credo che nessun agricoltore, nessun
produttore di canapa, a nessuno di coloro che
produce canapa sia stato mai precluso
l’accesso agli strumenti che la Regione Lazio
mette in campo ad iniziare dal PSR, fino a
tutte le altre iniziative di stampo regionale e
non solo. Questo credo che la dica lunga
sull’attenzione importante che parte di questo
Consiglio, soprattutto parte di maggioranza,
come SEL ma anche con il con il sostegno
del Movimento 5 Stelle, andrà a votare una
norma che metterà in una luce diversa alcuni
produttori piuttosto che altri. Questo, cari
colleghi, se non si trattasse di una proposta di
legge ideologica e di stampo ideologico non
sarebbe comprensibile.
Io comprendo che inizia l’ultima fase della
legislatura, tutti quanti hanno di nuovo
bisogno di imbracciare bandiere e di
sventolarle più forte possibile, nella maniera
più evidente possibile. Però non credo, senza
Atti consiliari
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Regione Lazio
X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017
voler fare demagogia, nelle giornate che
stiamo vivendo, un messaggio sano, un
messaggio serio da parte di questo Consiglio
sia quello di andare a sostenere alcuni
produttori e non altri, sia soprattutto quello di
andare a individuare e stanziare risorse a
discapito di altre situazioni dove forse, lo
voglio dire senza demagogia, forse le stesse
risorse potrebbero, in queste giornate,
rendersi
maggiormente
utili.
Una
sperequazione di intervento determinata da
ideologia pura, un diverso trattamento tra
agricoltori determinato da ideologia pura.
Qualche giorno fa, in Commissione, il
collega Righini ricordava la questione della
batteriosi, l’Assessore ricorderà la domanda
alla quale lei, con la solita onestà
intellettuale, competenza e preparazione che
tutti le riconosciamo, ha risposto in maniera
estremamente chiara. Condivido ma ci sono
elementi diversi di natura prettamente
economica, che non ci consentono di fare
delle cose. Sarebbe poco serio da parte mia
dire: eccole, le risorse per andare in quella
direzione, sarebbe poco serio perché sarebbe
una goccia nel mare, probabilmente, o
comunque in un grande lago, che non
risolverebbe certamente il problema. Però, se
non è legge ideologica, se dobbiamo
rapportarci in maniera equilibrata, se
parliamo di agricoltura con tutti gli
agricoltori, è difficile spiegare come oggi il
Consiglio regionale del Lazio individua
300.000 euro per la canapa e ci sono
agricoltori che rispetto alla batteriosi hanno
avuto da questa Regione un misero 20 per
cento rispetto a istanze già prodotte e, quindi,
a crediti per i quali ci sono delle aspettative
già da qualche tempo. È difficile andare a
dire a tanti produttori che stanno cercando di
combattere con fitopatie importanti perché si
vengono a introdurre nuove iniziative
legislative a favore della canapa, quando poi
facciamo fatica a far accoppiare in maniera
dignitosa tutte le coppie del Torymus
affinché alcune fitopatie possano essere
finalmente superate nel Lazio. È difficile
andare a spiegare ad alcuni produttori e
allevatori alle prese con i danni da fauna
selvatica perché gli 800.000 euro a bilancio
forse non sono sufficienti, però noi andiamo
a stanziare 300.000 euro per la canapa. È
difficile spiegare agli OP, all’ortofrutta, che
dopo lo scandalo dell’olio tunisino la
Regione Lazio non si occupa per nulla o,
meglio, non voglio dire che non si occupi per
nulla dell’olio laziale, abbiamo creato i
percorsi dell’olio, vivaddio, meravigliosi,
però invece di andare a sostenere magari
creando un incentivo alle qualità importanti
dell’olio laziale riconosciuto nel mondo noi
andiamo a stanziare risorse per la canapa.
Questo non avrebbe spiegazioni logiche,
cari colleghi, non ha spiegazioni logiche, se
non per i motivi ideologici che sono evidenti.
La cosa che spiace di più da questo
osservatorio, oggi casualmente ho anche un
osservatore più elevato rispetto al solito, è
che non lo si voglia ammettere. Se si dicesse
“cari signori, abbiamo l’obiettivo che i
Radicali nella loro consueta chiarezza dicono
in maniera evidente: questo è il cavallo di
Troia, questo è il primo passo, questo è lo
strumento per arrivare alla legalizzazione
completa della cannabis e di tutti i suoi
derivati”, questa sarebbe chiarezza.
Tutto ciò che viene messo in campo e che è
stato messo in campo fino a questo momento
– chiedo scusa a tutti, ma lo dico con
altrettanta chiarezza – non è rispettoso,
perché è un giochino subdolo che è stato
messo in campo e i giochini subdoli non
credo che questa parte dell’Aula possa avere
disponibilità nel recepirli, nel mantenere vivo
un dibattito scialbo – consentitemi – se si
parte dal Neolitico per arrivare a dire che il
dovere del Consiglio regionale, il 19 gennaio
2017, è quello di stanziare 300.000 euro per
la canapa.
Io credo di essere stato sufficientemente
chiaro. Non ho aderito a inviti per la richiesta
del numero legale che sono giunti fino a
questo momento, perché ci tenevo a dire
alcune cose, a potermi esprimere nella stessa
seduta nella quale altri Consiglieri si sono
espressi, evidenzio però che anche qualche
piccola questione forse non di ordinata
appartenenza alla maggioranza potrebbe
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Regione Lazio
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anche esserci rispetto a un tema come questo
che stiamo affrontando e credo che per
quanto ci riguarda porteremo avanti la nostra
battaglia che solo parzialmente è ideologica.
Solo parzialmente è ideologica. Per altra
parte è una battaglia di uguaglianza,
consigliera
Bonafoni,
tra
produttori,
agricoltori e allevatori che curano la terra allo
stesso modo, con lo stesso tempo, con la
stessa fatica, con lo stesso sudore, ma con
strumenti diversi, che vanno a favorire alcuni
piuttosto che altri, e tutto questo per noi è
decisamente inaccettabile.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la
consigliera Pernarella. Ne ha facoltà.
PERNARELLA (M5s). Grazie, Presidente.
Interverrò brevemente nella discussione
generale, in quanto l’intervento tecnico e
politico è già stato fatto dalla nostra
Capogruppo. Interverrò, pur non essendo
membro della Commissione competente che
ha visto la discussione della legge, per motivi
personali, per motivi culturali. Arrivo a
spiegare il perché di questo mio intervento.
Innanzitutto intervengo per una questione
di onestà intellettuale. Mi dispiace che non ci
sia il consigliere Santori che ha volutamente
creato della confusione su qual è l’oggetto di
questa legge; ha volutamente puntato il dito
contro il Movimento 5 Stelle, come se il
Movimento 5 Stelle stesse facendo da
stampella alla maggioranza che ha presentato
questa legge. Ricordiamo che siamo firmatari
di una legge nostra, autonoma, indipendente.
Siamo i promotori a livello nazionale di leggi
analoghe anche con scopi ricreativi. Non ci
nascondiamo dietro un dito, facciamo delle
votazioni, abbiamo deciso di portare avanti
una battaglia e lo facciamo a viso aperto,
come sempre.
Tematiche culturali perché? Io vengo dalla
pianura pontina, che è una pianura che ha
visto come agricoltura fondamentale, come
coltura fondamentale, la coltura della canapa,
della canapa italiana.
Diciamo che per molti degli agricoltori del
mio territorio la canapa ha rappresentato per
anni, per decenni, oltre ad un altro tipo di
allevamento, che è l’allevamento tipico del
maiale, altro allevamento tipico della mia
zona, l’unica…
(Interruzione di un Consigliere)
Quelle sono state introdotte, Consigliere,
non sono autoctone. Lei è di Priverno. Lei
non fa parte della Pianura pontina. Lei è di
Lepini, quindi distinguiamo le zone. È stata
effettivamente una delle colture che ha
garantito la sopravvivenza a moltissime
popolazioni, anche non autoctone, ma venute
dal Veneto e trasportate per ragioni storiche
nella nostra zona.
Tutto veniva utilizzato della canapa,
venivano utilizzate le foglie, venivano
utilizzati gli steli, si facevano le scocche delle
auto, si faceva addirittura l’olio per la
combustione e tutto questo perché? Torno
alla parte culturale, perché, come sapete
benissimo, durante il regime si praticava
l’autarchia e quindi la canapa era per
eccellenza lo strumento e la coltura che
poteva garantire al popolo italiano
l’indipendenza da altre popolazioni e da altri
Stati che venivano qui ad imporre soprattutto
per quanto riguarda il campo tessile la
coltivazione e la produzione autarchica
appunto.
Non mi piace che questa legge venga
tacciata di idealismo, non mi piace, perché si
fa della confusione, perché si mette in
dubbio, si cala un velo su una parte della
nostra storia, che non mi appartiene, ma che
non posso rinnegare. Non avrei mai potuto
immaginare che da questi scranni io, Gaia
Pernarella, potessi leggere queste parole.
“La canapa per eccellenza autarchica
destinata ad emanciparci quanto più possibile
dal gravoso tributo che abbiamo ancora verso
l’estero nel settore della fibra tessile non solo
dal lato economico e agrario che ci interessa,
ma anche dal lato sociale la cui incidenza non
potrebbe essere posta meglio in luce che dalla
seguente cifra: 30.000 operai”.
Queste parole sono state dette nel 1930 non
dal pericoloso movimento politico dei
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X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017
radicali, ma da Benito Mussolini. Ecco
perché dico che a un certo punto bisogna
avere onestà intellettuale e quando si fa la
storia dal neolitico ad oggi bisogna ricordare
anche un passaggio della nostra storia, per
quanto triste, ma esistente. Quindi, prima di
puntare il dito sarebbe meglio conoscere la
propria storia.
Grazie.
ordini del giorno che abbiamo presentato. Per
quest’ultimo, sulla sospensione dell’attività
venatoria, interpello lo stesso Hausmann,
possibilmente, per sapere se ci sono delle
iniziative perlomeno in atto per verificare
quello che la Giunta sta facendo.
Non so se, Presidente, può dare lei la parola
direttamente all’Assessore o rispondermi.
Grazie.
PRESIDENTE. Abbiamo
discussione generale.
PRESIDENTE. Sui due ordini del giorno, su
quello della sospensione dell’attività
venatoria do la parola all’assessore
Hausmann, però su entrambi non c’è
unanimità del Consiglio per procedere alla
discussione, consigliere Perilli, quindi non
possiamo procedere con la discussione e la
successiva votazione.
Per quanto riguarda il bando della
Presidenza del Consiglio dei Ministri rispetto
alla costruzione di nuovi edifici scolastici,
dalle notizie che abbiamo ricevuto dalla
Giunta... Non ho parlato direttamente con
l’Assessore, perché credo si trovi nella zona
del reatino, non so se proprio ad Amatrice...
Mi conferma il Capogruppo Valeriani che è
ad Amatrice. Non credo che la Giunta abbia
fatto domanda di richiesta fondi su questo
bando, ma si è orientata su un successivo
bando con scadenza il mese successivo, nel
mese di febbraio, credo 270 o 300 milioni di
euro, quindi con una maggiore capienza
rispetto a questo, e su quello si sta
concentrando l’attività della Giunta per la
richiesta di fondi alla Presidenza del
Consiglio dei Ministri.
Ripeto, non sono riuscito a parlare con
l’Assessore. Sono informazioni ricevute dalla
struttura, quindi potrebbero esserci delle
imperfezioni o inesattezze rispetto alla
notizia che le ho appena dato. Però, nel
prossimo Consiglio, anche con l’Assessore
presente, eventualmente potranno essere date
informazioni più dettagliate nel merito.
Prima di dare la parola all’Assessore
Hausmann, mi ha chiesto di intervenire il
consigliere Perilli. Ne ha facoltà.
terminato
la
(Interruzione di vari Consiglieri)
Scusate, colleghi. Abbiamo completato la
discussione generale.
Prima
di
passare
all’illustrazione
dell’articolo 1, do la parola al consigliere
Perilli.
(Interruzione di vari Consiglieri)
La cannabis è da coltivare. La legge è per
la coltivazione.
Ordine dei lavori
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il
consigliere Perilli. Ne ha facoltà.
PERILLI (M5s). Presidente, do notizia che
abbiamo depositato l’ordine del giorno che
avevo annunciato prima sulle iniziative della
Regione per l’emergenza sismica e un altro
ordine del giorno relativo alla sospensione
urgente dell’attività venatoria, in coerenza
con la legge nazionale nelle aree colpite dal
maltempo della nostra regione.
Avevo precedentemente preso la parola per
chiedere a lei, Presidente, se su questi due
ordini del giorno si potesse verificare
un’eventuale unanimità, indispensabile per
poterli approvare, visto che non sono presenti
nell’ordine del giorno.
Quindi, se posso avere notizie innanzitutto
sulla prima richiesta nell’ordine dei lavori,
quella relativa al bando, se è Giunta notizia a
Refrigeri, e questa seconda rispetto ai due
PERILLI (M5s). Presidente, su questo,
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X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017
naturalmente, è urgente anche chiedere
spiegazioni. La ringrazio per aver fatto da
tramite. So benissimo che, non potendo
parlare con l’Assessore, vanno prese così
come vanno prese, però è evidente che non
aver presentato la domanda per noi
costituisce, al di là della strategia rispetto ad
altri bandi, ad altre risorse, una questione da
approfondire, che faremo con l’Assessore,
facendoci dare anche riferimenti casomai del
bando al quale si intende partecipare, che al
momento non ho e non mi risulta. Però, non
ho io la documentazione.
Approfondirò
al
limite
con
un’interrogazione, perché la cosa è
abbastanza importante.
organismo, che però, presidente Leodori,
credo non sia stato ancora portato nella sua
funzionalità ordinaria.
Credo che il Consiglio debba assumersi
questa grande responsabilità nell’andare a
individuare i componenti di questo
organismo. Ci è stato recapitato recentemente
anche il fascicolo con tutte le professionalità
che vanno a completare l’organismo per
renderlo funzionale nel suo plenum. Le dico
Presidente e glielo ricorderò anche in sede di
Capigruppo, di poter procedere finalmente
con
l’individuazione
delle
figure
professionali adeguate, affinché si possa
costituire anche questo organo. Grazie.
Discussione e votazione dell’articolato
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare
l’assessore Hausmann, rispetto all’altro
ordine del giorno, sulla richiesta di
chiarimenti. Ne ha facoltà.
HAUSMANN, Assessore. I termini della
questione, ovviamente, sono noti perché
avevamo già intenzione di convocare a breve,
e lo faremo, quindi, con ancora maggiore
sollecitudine, il nostro Comitato faunistico
venatorio regionale, quindi il tavolo regionale
che riunisce tutte le organizzazioni di settore,
per porre esattamente la questione che lei ci
sta sottoponendo.
Quindi,
lo
faremo
con
notevole
sollecitudine. Grazie.
PRESIDENTE. Grazie, Assessore.
Ha chiesto di parlare il consigliere Sabatini.
Ne ha facoltà.
SABATINI
(Ci).
Telegraficamente,
Presidente, soltanto perché oltre al tavolo cui
veniva fatto cenno rispetto agli aspetti
faunistico-venatori,
volevo
ricordare
all’Assessore, ma l’Assessore lo ricorda
meglio di chiunque altro, soprattutto alla
Presidenza e al Consiglio, che due volte
questo Consiglio è intervenuto anche
sull’osservatorio faunistico-venatorio. Ci
sono
stati
emendamenti,
proposte,
subemendamenti, dibattito rispetto a questo
PRESIDENTE.
Non
essendoci
altri
interventi,
passiamo
all’illustrazione
dell’articolo 1.
Articolo 1.
Consigliere Fichera, non so se lo
illustriamo o se lo diamo per illustrato.
Ha chiesto di parlare il consigliere Fichera.
Ne ha facoltà.
FICHERA (Psi). Presidente, lo considererei
illustrato, avendolo citato già nella relazione
generale.
PRESIDENTE. Grazie. Non ci sono
interventi sull’articolo 1.
Passiamo
al
primo
emendamento
sull’articolo 1.
Ordine dei lavori
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il
consigliere Righini. Ne ha facoltà.
RIGHINI (FdI). Penso che la citazione di
Benito Mussolini fatta dalla collega
Pernarella abbia messo in fuga molti
Consiglieri regionali del Pd.
Presidente, la inviterei di evitarci di dover
ricorrere allo strumento della richiesta del
numero legale su queste votazioni, che
evidentemente in Aula non c’è. Penso che
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X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 70 DEL 19 GENNAIO 2017
tutto questo interesse intorno a questa legge
sia certificato dalla presenza in Aula dai
colleghi della maggioranza quindi magari
forse è il caso di aggiornare la seduta, perché
non ravviso…
PRESIDENTE. Guardi, votiamo questo e
aggiorniamo. Ho già chiamato questo articolo
e poi aggiorniamo la seduta subito dopo.
RIGHINI (FdI). Presidente, quando ci chiede
le cose con questa pacatezza, non possiamo
non aderire.
PRESIDENTE. Dopo di questo aggiorniamo
la seduta.
riguarda una seduta specifica per gli ordini
del giorno del bilancio.
(Interruzione di un Consigliere)
No, la convoco adesso.
Ha chiesto di parlare
Malcotti. Ne ha facoltà.
il
consigliere
MALCOTTI (Ci). Presidente, il mio
Capogruppo farà la sua parte in sede di
Conferenze dei Presidenti di Gruppo, però io
ribadisco che già oggi abbiamo fatto, lei non
era presente, uno strappo…
PRESIDENTE. No, ero presente qua, c’era il
consigliere Ciarla.
Discussione e votazione dell’articolato
MALCOTTI (Ci). Mi scusi, non…
PRESIDENTE. Passiamo alla parte 2
dell’emendamento n. 5, a firma dei
consiglieri Righini e Santori. Non so se lo
vuole illustrare. Poi diamo la parola
all’Assessore per il parere.
Parere della Giunta? Prego Assessore.
HAUSMANN, Assessore. Stiamo parlando
dell’emendamento 16, vero?
PRESIDENTE. Sì.
HAUSMANN,
contrario.
Assessore
Il
parere
è
PRESIDENTE. Pongo ai voti la parte
seconda dell’emendamento 5. Chi è
favorevole? Chi è contrario? Chi si astiene?
(Il Consiglio non approva)
Ordine dei lavori
PRESIDENTE. Come già anticipato,
sospendiamo la seduta e la aggiorniamo a
mercoledì 25 gennaio 2017 alle ore 10. La
prima ora con i question time e alle ore 11
riprendiamo con la proposta di legge in
discussione.
Lunedì c’è la Capigruppo per quanto
PRESIDENTE. Volevo dirle, scusi se la
interrompo…
MALCOTTI (Ci). Per carità, Presidente.
PRESIDENTE. Nell’ultima Capigruppo noi
avevamo deciso di convocare un’apposita
Capigruppo per individuare una data
specifica, diversa da quella del Consiglio
ordinario, esclusivamente per gli ordini del
giorno collegati al bilancio. Quindi nella
prossima Capigruppo noi decideremo una
data, anche nella prossima settimana se la
Capigruppo è d’accordo, ecco perché lo
faccio di lunedì. Tenterei di fare la
Capigruppo lunedì per cercare di convocare
già dalla prossima settimana una seduta
specifica esclusivamente per gli ordini del
giorno collegati al bilancio di previsione.
MALCOTTI (Ci). Avevo capito, Presidente.
Mi permetto di sottolineare un’ulteriore
affermazione. Siccome io ritengo che già
oggi sia stata fatta una forzatura che non
doveva essere fatta, la mia richiesta è la
seguente: organizzatevi come volete, ma
chiedo che quella degli ordini del giorno sia
prima di questa. Quindi, se ci saranno due
sedute mercoledì e giovedì, mi auguro che
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mercoledì sia quella degli ordini del giorno,
oppure se è martedì si quella degli ordini del
giorno, perché riterrei – e riproporrò il tema –
una seconda forzatura fare una seconda
seduta di Consiglio regionale senza aver
votato gli ordini del giorno.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il
consigliere Sbardella. Ne ha facoltà.
SBARDELLA (Misto). Presidente, io
sinceramente ricordo esattamente quello che
ha detto il consigliere Malcotti, anche se non
c’era. Però, penso che gliel’abbia riferito il
suo Capogruppo. Prima cosa.
Seconda cosa. Se la Capigruppo… sennò
saremmo costretti a sconvocare per la terza
volta la Commissione Cultura, dove il
vicepresidente Smeriglio è un secolo che
tenta di venire a illustrare la sua legge.
PRESIDENTE. Va bene. Vediamo…
SBARDELLA (Misto). Possiamo farla la
mattina, anche in tarda mattinata, la
Capigruppo.
PRESIDENTE. Purtroppo la mattina ho un
impegno istituzionale a Tor Vergata che non
posso rimandare. È per l’inaugurazione
dell’anno accademico. Però, vediamo di
convocarla il prima possibile, al limite
martedì mattina se lunedì non è possibile.
Ha chiesto di parlare il consigliere Righini.
Ne ha facoltà.
come da prassi consolidata, almeno di questa
legislatura, non so delle precedenti, gli ordini
del giorno il primo Consiglio utile successivo
all’approvazione del bilancio e della legge di
stabilità, io non verrei meno ulteriormente a
questo principio che ormai è consolidato per
esigenze
della
maggioranza,
perché
riducendoci da quattro anni al voto della
legge di stabilità e del bilancio alle quattro o
cinque di mattina del 31 dicembre affrontare
la discussione sugli ordini del giorno rischia
di precludere il rispetto dell’anno che ci
invocate.
PRESIDENTE. Allora la Capigruppo la
facciamo martedì alle 12,30.
RIGHINI (FdI). Fermo restando che il
principio relativo all’ordine del giorno va
affermato anche in questa sede oltre che nella
Capigruppo, come ha già fatto il collega
Malcotti.
PRESIDENTE. Allora la Capigruppo la
facciamo martedì alle 12,30. Domani arriverà
la convocazione. Quindi, martedì 24 gennaio,
alle ore 12,30, la Capigruppo. Nella stessa
Capigruppo decidiamo la discussione degli
ordini del giorno.
Il Consiglio è sospeso ed è aggiornato a
mercoledì 25 gennaio, alle ore 10. Mentre, la
Capigruppo è convocata per martedì 24
gennaio, alle ore 12,30.
Grazie.
La seduta è sospesa alle ore 18,43
RIGHINI (FdI). Mi ha anticipato il collega
Sbardella. C’è una Commissione importante,
quindi la mia proposta è quella di anticipare
la Capigruppo al mattino per questo motivo.
Se non è possibile, facciamola martedì
mattina. Tuttavia, resta il principio che
ribadiva il collega Malcotti, che era poi
l’interpretazione autentica della Capigruppo,
ovvero che nel primo Consiglio utile
successivo a questo si sarebbe fatta la
discussione sugli ordini del giorno.
Siccome già questa cosa di aver dato luogo
a polemiche, il fatto di non aver discusso,
******************************
Responsabile Resocontazione
Dott. Stefano Mostarda