Il Museo d`Arte Orientale

Transcript

Il Museo d`Arte Orientale
MUSEO D’ARTE ORIENTALE
Ca’ Pesaro, Santa Croce, 2076; 30122 Venezia
Orario invernale: 10-17 (1 novembre-31 marzo)
Orario estivo: 10-18 (1 aprile-31 ottobre)
Vaporetto: Linea 1 fermata San Stae; tel. e fax 041 5241173
Direttore: Marta Boscolo Marchi
Accessibilità: 90% dello spazio espositivo a portatori di handicap motori
Servizi: caffetteria, bookshop, guardaroba
Itinerari tattili per non vedenti e ipovedenti
Guida multimediale accessibile in inglese e lingua italiana dei segni
Il Museo d’Arte Orientale di Venezia è una delle maggiori raccolte d’arte giapponese del periodo Edo
(1603-1868) esistenti in Europa. E’ collocato dal 1928 al terzo piano di Ca’ Pesaro per una convenzione tra
lo Stato, proprietario della raccolta, e il Comune di Venezia, proprietario dell’immobile.
La raccolta si deve al principe Enrico di Borbone conte di Bardi. Dal 1887 al 1889, durante un lungo
“viaggio intorno al mondo” compiuto con la moglie, Adelgonda di Braganza e un ristretto seguito, egli
visitò l’Asia sud orientale, la Cina, trascorse un lungo periodo in Indonesia e circa nove mesi in Giappone
acquistando oltre trentamila pezzi.
Al suo ritorno a Venezia Enrico di Borbone sistemò la collezione a Palazzo Vendramin Calergi, di cui egli
occupava, nei suoi soggiorni a Venezia, il mezzanino del primo piano, ospite della nonna, Carolina di Berry.
Alla morte del principe, nel 1906, dopo alterne vicende, la raccolta passò nelle mani dell’antiquario viennese
Trau che ne iniziò la vendita. A conclusione della prima guerra mondiale il patrimonio viene riconosciuto al
governo italiano in conto riparazione danni di guerra.
Nel 1925 Stato e Comune stipularono una Convenzione per sistemare a Ca’ Pesaro il museo.
A Nino Barbantini toccò il non facile compito di sistemare una raccolta eterogenea di arte orientale
prevalentemente giapponese, moderna, in una dimora storica veneziana con stucchi e affreschi.
In tre anni Barbantini provvide al trasferimento della raccolta da Palazzo Vendramin Calergi, all’adattamento
della sede ed all’allestimento del museo di cui fu direttore fino al 1950.
Il 3 maggio 1928 si inaugurò il museo: esposizione d’arte giapponese del Periodo Edo (1603-1868) con una
sezione cinese e una indonesiana.
L’allestimento di Nino Barbantini è ancora pienamente riconoscibile nonostante l’esposizione sia stata
rimaneggiata nel corso di diversi interventi di manutenzione, per ricavare nuovi spazi di deposito e lavoro.
Nelle 7 sale dedicate al Giappone si ammirano armi e armature da parata appartenute ai signori feudali del
Periodo Edo, selle e staffe in lacca pure da parata, una rara portantina per dama, dipinti su carta e seta, abiti
in seta dai preziosi ricami. Ben due sale sono dedicate a oggetti in lacca provenienti da corredi di nozze
delle figlie di ricchi commercianti e signori feudali realizzati con la tecnica del makie, la lacca dorata
impiegando polvere e lamine d’oro. Gli strumenti musicali sono eccellenti pezzi artistici usati per
l’esecuzione dei principali generi di musica tradizionale giapponese. I pezzi appartengono prevalentemente
al Periodo Edo (dal nome della capitale, Edo, l’odierna Tokyo) o Tokugawa, dal nome della casata shogunale
che resse le sorti del paese per oltre duecentocinquant’anni garantendo all’arcipelago un periodo di relativa
pace caratterizzato da un quasi completo isolamento, ma non mancano opere più antiche, come per esempio
una coppia di statue lignee del periodo Kamakura (1185-1392) o lame del periodo Muromachi (1392-1568).
La sezione cinese espone giade e porcellane di diverse manifatture. Nella sala dedicata all’Indonesia si
trovano rari kris, tessuti batik e figure in cuoio del wayang, il teatro delle ombre indonesiano.
AREA DEL MUSEO D’ARTE ORIENTALE: Superficie totale mq. 1380; espositiva mq. 628; depositi
mq. 380, 10 AREE ESPOSITIVE
Sono a disposizione del pubblico schede di sala in italiano e inglese e francese, due video sulla storia
della collezione La collezione Bardi da raccolta privata a museo dello Stato (13’) e sulla lacca
giapponese Makie, la lacca dorata . Tecnica e restauro (9’) in italiano e inglese, un video sulla
cerimonia del tè e un video sul teatro delle ombre di Giava.
Sito internet www.polomuseale.venezia.beniculturali.it
Sito internet per i bambini: orientalevenezia.it
e-mail: [email protected]
!
Ministero
dei beni e delle attività
culturali e del turismo
Sig. Olivier Perpoint
Istituto Culturale Internazionale Venice
Campo San Simeon Grando
Santa Croce 923
30135 Venezia
[email protected]
Mons. François Pannier
Association pour le rayonnement des cultures
Hymalayennes
53, rue Condorcet
75009 Paris
DIREZIONE GENERALE MUSEI
POLO MUSEALE DEL VENETO
Prot. n.
Venezia
cl.
OGGETTO: Museo d’arte orientale. Proposta di esposizione Il Ramayana raccontato attraverso le maschere
Rajbanshi.
In riferimento alla proposta di esposizione Il Ramayana raccontato attraverso le maschere Rajbanshi, ns prot. 3662
del 19 luglio 2016, il Museo d’arte orientale accoglie favorevolmente il progetto e si rende disponibile ad ospitare nei
propri spazi la mostra.
Nella collezione del Museo sono presenti opere dedicate allo stesso tema, in specifico diverse marionette del teatro
delle ombre di Giava (wayang kulit) e pregiati tessuti creati per il mercato del sud-est asiatico, di provenienza indiana
non esposti al pubblico. Si auspica che l’esposizione di questi materiali possa essere integrata nella proposta di
mostra in accordo con la Direzione del Museo.
Resta inteso che nessun onere dovrà ricadere sul Polo museale e che tutti i rapporti tra le parti saranno definiti da
apposita convenzione. Dato l’interesse dell’esposizione, si ritiene di non applicare canoni per la concessione degli
spazi: a compensazione si richiede il sostegno economico alla manutenzione straordinaria di uno degli armadi
dell’allestimento storico della sala XIII, con didascalie di corredo, e la realizzazione di un piano inclinato in metallo
120 x 215 cm con sei magneti per l’esposizione di tessuti piani.
Per quanto concerne le sale espositive del Museo, queste potranno essere utilizzate per un periodo massimo di 90
giorni.
Considerato il valore scientifico della mostra e la possibilità di valorizzare, contestualmente all’esposizione
temporanea, anche parte della collezione permanente del Museo, questo Polo concede il patrocinio alla
manifestazione in oggetto.
Il logo del Polo sarà riportato in tutta la campagna di comunicazione inerente alla mostra.
Resp. dell’istruttoria: dott.ssa Marta Boscolo Marchi
IL DIRETTORE
Dott. Daniele Ferrara
POLO MUSEALE DEL VENETO
Piazza S. Marco 63, 30124 VENEZIA Cod. Fiscale 94088060275 tel: 041-2967611 fax: 041-2967608
[email protected]
[email protected]