I progetti di ricerca sanitaria 2005-2009

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I progetti di ricerca sanitaria 2005-2009
Ricerca
Sanitaria
2005-2009
Associazione Oasi Maria SS.
S. ONLUS D.P.R. 471 del 24-06-1974
Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico
per lo studio del Ritardo Mentale e dell’Involuzione Cerebrale Senile
(decreti interministeriali del 09-02-1988, 08-02-1993, 19-09-2006)
Via Conte Ruggero, 73 - 94018 Troina (En)
www.oasi.en.it - [email protected]
Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico “Oasi Maria SS.”
per il Ritardo Mentale e l’Involuzione Cerebrale Senile - Troina (En)
CONTATTI
Centralino
0935 936111
Direzione Scientifica
0935 936301
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Direzione scientifica:
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Segreteria (Eleonora Di Fatta):
(Rosi Di Giorgio):
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Direttore Scientifico (Elio Guzzanti):
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Vicedirettore Scientifico (Maurizio Elia): [email protected]
F ax
0935 936231
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PRESENTAZIONE
“L'Oasi” di Troina sin dal 1953 ha in dirizzato la propria attività al
servizio dei soggetti con ritardo mentale di vario tipo e grado.
Il 9 Febbraio del 1988 con D.I. ha ottenuto il riconoscimento
del carattere scientifico (IRCCS) per "lo studio delle cause del
RM e dell'involuzione cerebrale e dell'individuazione dei mezzi di
prevenzione cura e riabilitazione". "L'Oasi", inizialmente un Istituto psico-pedagogico, è cambiato negli anni, cercando sia di mantenere intatto l'impegno iniziale ve rso le necessità del portatore di
handicap, sia di realizzare un insieme di Servizi che genera un riflesso socio-economico non trascu rabile nel contesto tradizionalmente fragile dello sv iluppo delle comunità locali di quest'area
della Sicilia centro-orientale.
Il 10 dicembre 1997 “l'Oasi” è stata designata Centro di Col-
laborazione per la Ricerca e il Training in Neuroscienze
dall'Organizzazione Mondiale della Sanità . Recentemente,
con D.A. della Sanità – Regione
Sicilia del 12/06/2002, art. 1,
l’IRCCS Oasi è stato classificato tra i 5 Ospedali di Fascia A.
L’attività assistenziale si è svilu ppata nel tempo, sia per quantità
che per qualità, adeguandosi al pr ogresso tecnico scientifico degli
studi sul ritardo mentale e dell’in voluzione cerebrale senile, allo
scopo di fornire un’assistenza sempre più qualificata.
L’attività di ricerca scientifica bi omedica, svolta nelle diverse strutture assistenziali dell’Istituto e ne i servizi di ricerca, nell’ambito di
programmi nazionali e internazionali , è finalizzata al continuo miglioramento dell’assistenza.
Il bacino di utenza dei Servizi de ll'Istituto supera i confini dei comuni strettamente limitrofi per es tendersi praticamente a tutto il
territorio regionale e il 5% circa de i ricoverati affluisce da altre
località del sud e del resto dell'Italia.
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STRUTTURA ORGANIZZATIVA
Presidente: Sac. Luigi FERLAUTO
Direttore Scientifico: Elio GUZZANTI
Direttore Sanitario: Michelangelo CONDORELLI
Direttore Amministrativo: Giuseppa MANCUSO
I DIPARTIMENTI
Dipartimento per il Ritardo Mentale
Direttore: Dott. Sebastiano A. Musumeci
Dipartimento per l’Involuzione Cerebrale Senile
Direttore: Dott. Raffaele Ferri
Dipartimento di Chirurgia
Direttore: Dott. Giuseppe Brancati
Dipartimento dei Laboratori
Direttore: Dott. Antonino Castellano Chiodo
Dipartimento di Diagnostica per Immagini
Direttore: Nabor Potenza
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RICERCA CORRENTE
2009-2011
Linea 1
INVOLUZIONE CEREBRALE E PATO LOGIE NEURODEGENERATIVE:
Neuroinfiammazione, neurodegenerazione, neuroprotezione e rigenerazione del tessuto nervoso
con particolare riferimento a
meccanismi endogeni/farmacologici di autoriparazione cerebrale
Responsabile: Prof.ssa Bianca Maria Marchetti
Nelle patologie neurodegenerative, compresa la malattia di Parkinson (MP), si osserva una prog ressiva disfunzione e graduale
morte neuronale in specifiche regioni del sistema nervoso centrale
(SNC), che si accompagnano ad un marcato deterioramento di
diverse funzioni cerebrali. Sebben e le cause responsabili della MP
sono tutt’ora sconosciute, i fattor i genetici ereditari, rappresentano il 5-10% dei casi di MP, mentre per circa il 90-95% dei soggetti afflitti, la MP è una condizione sporadica, con insorgenza tra la
quinta e la sesta decade di vita, e con diagnosi tardiva, allorquando il 70-80% della dopamina stri atale e circa il 50-60% dei corpi
cellulari dopaminergici (DAergici) sono andati perduti. Numerosi
fattori sono stati associati al pr ocesso di danno neuronale nella
MP: lo stress ossidativo e la reazione neuroinfiammatoria, i livelli
eccessivi di glutammato, ossido nitr ico (NO) e perossi nitriti, le alterazioni del metabolismo intrace llulare, un marcato deficit della
funzione mitocondriale, la carenza di fattori di crescita, l’inefficienza di sistemi anti-ossidanti ed anti-infiammatori, ed una ridotta
espressione di fattori neuroprotettivi.
Tra i diversi fattori di rischio, il processo di invecchiamento cerebrale rappresenta una condizione di particolare vulnerabilità. Infatti, nell’anziano ritroviamo una gr aduale perdita delle risposte
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compensatorie dei neuroni DAergici al danno sia acuto che cronico, una riduzione età-dipendente dei maggiori sistemi antiossidanti e neuroprotettivi (soprattu tto a livello dell a subtantia nigra pars compacta, SNpc) ed una maggiore attivazione del compartimento microgliale cerebrale. Inoltre, una complessa interazione tra fattori di natura genetica e ambientale appare cruciale
nell’influenzare la vulnerabilità ne uronale ad insulti sia acuti che
cronici, di varia natura (eccito tossica, traumatica, ecc.). Infine, è
ormai ampiamente riconosciuto il ruolo del genere nella vulnerabilità e progressione di numerose pa tologie neurologiche e psichiatriche, inclusa la MP. In particolar e, il ruolo protettivo degli ormoni
sessuali femminili sul sistema DAer gico mesencefalico è stato studiato da numerosi Laboratori, incluso il nostro.
Le tematiche affrontate dal nostro Laboratorio di Neurofarmacologogia Molecolare e Sperimentale ri guardano lo studio delle interazioni geni-ambiente nell’ambito di patologie connesse all’invecchiamento cerebrale. In particolare, i nostri studi pregressi hanno
definito alcuni fattori ambientali e genetici responsabili della vulnerabilità ad alcune patologie de generative del SNC, quali l’encefalomielite allergica autoimmune (E AE), il modello di sclerosi multipla sperimentale ed il parkinso nismo sperimentale indotto dalla
neurotossina ambientale, MPTP, riconosciuto come modello di
morbo di Parkinson umano. In part icolare, ormoni dell’asse dello
stress (glucocorticoidi) ed ormoni dell’asse riproduttivo (estrogeni)
hanno mostrato di svolgere import anti effetti neuroprotettivi attraverso la modulazione dei comp artimenti astro- e microgliale,
mediante una crosstalk tra i recetto ri GR ed ER e l’enzima ossido
nitrico sintetasi inducibile (iNOS) , uno tra i maggiori fattori proinfiammatori e citotossici coinvolti nel determinare la morte apoptotica dei neuroni dopaminergici (DAe rgici) nigrostriatali. Altri studi
ci hanno permesso di approfondire il ruolo degli ormoni estrogeni,
E2, endogeni nella vulnerabilità a lla malattia di Parkinson. Grazie
ad una collaborazione con il Dipa rtimento di Biochimica (Fujita
Health University, Toyoake, Japan) ed il Dipartimento di Anatomia, Farmacologia e Me dicina Forense (Università di Torino), è
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stato possibile ideare un modello di topo transgenico P450 aromatasi-deficiente (l’aromatasi è l’en zima responsabile della conversione da androgeni a estrogeni nel SNC, a livello neuronale e gliale, nonché a livello periferico - Arko). Questo modello sperimentale di estrogeno-deficienza ci consen te di verificare il ruolo giocato
dagli ormoni E2, sia durante lo sviluppo embrio-fetale, che nell’animale adulto. Inoltre – fatto di maggior rilievo – è stato possibile
approfondire il ruolo di questi ormoni nel programmare la vulnerabilità dei neuroni DAergici nigrostriatali all’azione della neurotossina MPTP. Un altro aspetto import ante rivelato nei nostri studi
nel modello di parkinsonismo sper imentale usando la neurotossina MPTP ha riguardato la sorprendente capacità di riparo del sistema nigrostriale DAergico. Infatti , studi recenti indicano che, a
fronte di una deplezione di ci rca 80-90% del neurotrasmettitore
dopamina, del trasportatore dopa minergico DAT, dell’uptake di
dopamina e di una perdita >60% di corpi cellulari dopaminergici
nella subtantia nigra pars compac ta (SNpc), si osserva una progressiva fase di recovery, caratter izzata dal ripristino dell’innervazione DA nigrostriatale da un punto di vista istopatologico e funzionale. In collaborazi one con l’Unità di Neuroimmunologia, Istitituto C. Mondino (Università di Pavia), abbiamo osservato che i
processi di neurodegenerazione e riparo sono scanditi da una reazione astro- e microgliale, sito-s pecifica e tempo- dipendente, in
assenza di un coinvolgimento immunitario sistemico e di alterazioni significative della permeabilit à della barriera ematoencefalica
(BBB), o di infiltrazione di leucoc iti dalla circolazione sistemica.
Inoltre, sembra interessante notare che mentre l’attivazione microgliale è limitata alla fase di degenerazione acuta (12 h-3g), l’attivazione astrocitaria permane durante tutta la fase di recovery,
suggerendo pertanto una chiara pa rtecipazione degli astrociti al
processo riparativo. È infatti rico nosciuto il ruolo centrale svolto
dagli astrociti grazie all’espression e di una varietà di fattori antiinfiammatori, anti-ossidanti e neurotrofici. Di particolare interesse,
gli astrociti sono in grado di ri-e sprimere e rilasciare una serie di
fattori di trascrizione del neurosv iluppo. Il ruolo critico degli astro7
citi nelle interazioni neuroni-glia è ben riconosciuto; inoltre, gli astrociti svolgono un ruolo di primo piano nel definire le “nicchie
neurogeniche” del cervello adulto, soprattutto durante il processo
neurodegenerativo, svolgendo una funzione critica nell’attivare i
progenitori neurali adulti (aNPCs ), consentendo un potenziale
“autoriparo endogeno”. Sembra in teressante notare che la risposta dei aNPCs della zona subventric olare (SVZ), dopo l’insulto con
la neurotossina MPTP, mostravano un effetto bifasico, correlato
alla degenerazione e reinnervazio ne dopaminergica nigrostriatale.
In collaborazione con CNS Repair Unit e Neuroimmunologia, DIBIT2, ed Istituto di Neurologia Sperimentale, INSPE (San Raffaele
Institute, Milano), sono stati condot ti studi ex vivo ed in vitro, al
fine di mettere a punto la nicchia neurogenica adulta della SVZ,
avvalendoci di cellule neurali stam inali adulte esprimenti costitutivamente la green fluore scent protein, GFP. Grazie a tali modelli
abbiamo potuto studiare, in vitro, il potenziale neurogenico dei
progenitori adulti, e verificare l’effetto di trattamenti/coculture con
astrociti, nell’induzione del fenotipo dopaminergico.
Dall’insieme dei nostri studi semb ra possibile evidenziare che una
maggiore comprensione dei fattori responsabili della perdita della
capacità di autoriparo del cervell o senescente e delle interazioni
tra astrociti, neuroni DAergici me sencefalici e progenitori neurali
del mesencefalo, rappresenta una tappa essenziale per lo sviluppo
di terapie innovative nel campo della rigenerazione endogena e
MP. Infatti aumentando la sopr avvivenza/neuroroprotezione dei
neuroni DAergici mesencefalici e migliorando l’efficienza del processo neurogenico “in si tu”, grazie all’identificazione dei segnalichiave responsabili della promoz ione della neurogenesi adulta,
sarà possibile sviluppare protocolli di stimolazione terapeutici mirati ad un ripristino e/o riparo dei neuroni dopaminergici danneggiati/perduti nella MP.
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Progetti della Linea 1
Pr g
1
o etto
Responsabile: Prof.ssa Bianca Maria Marchetti
Titolo: Studio di modelli di Parkinso nismo sperimentale in vivo,
ruolo della risposta as trogliale nei meccanismi endogeni di autoriparazione del sistema dopaminerg ico nigrostriatale, geni orchestratori del fenotipo dopaminergico, ormoni e neuroinfiammazione
Obiettivo: Dall’insieme dei nostri studi sembra possibile evidenziare che una maggiore comprensione dei fattori responsabili della
perdita della capacità di autoriparo del cervello senescente e delle
interazioni tra astrociti e neuron i DAergici mesencefalici rappresenti una tappa essenziale per lo sviluppo di terapie innovative nel
campo della rigenerazione endogena e MP. Il progetto di ricerca
ha lo scopo di identificare i fattori di natura astrocitaria ed i protocolli farmacologici al fine di verifi care la possibilità di stimolare/
attivare il processo di autoriparo nel topo senescente.
Pr g
2
o etto
Responsabile: Prof.ssa Bianca Maria Marchetti
Titolo: Crosstalk neuroni-glia-progenito ri neurali in vivo nella ma-
lattia di Parkinson sperimentale
Obiettivo: Monitorare in vivo le capa cità sia proliferative che neurogeniche dei aNPCs sia della SVZ che del mesencefalo ventrale,
in topi adulti e senescenti e stud iare le caratteristiche biochimico/
molecolari degli astrociti, in modelli traslazionali di MP, verificando
i seguenti punti: a) studio della risposta astrocitaria e dei aNPC
della SVZ, rostral migratory stream (RMS) e mesencefalo, durante
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l’induzione del parkinsonismo sperim entale in topi senescenti in
modelli traslazionali di MP, con pa rticolare attenzione alla crosstalk astrociti –neuroni DAergici-a NPC; b) verifica del potenziale
neurogenico dei NPC mesencefalici derivati ex vivo da topi adulti e
topi senecenti in modelli traslazion ali di MP; c) effetto di trattamenti farmacologici nella risposta neurogenica endogena in modelli traslazionali di MP, in topi wild type e Arko e caratterizzazione degli astrociti derivati dal me sencefalo da topi adulti e senescenti, con particolare attenzione alla crosstalk astrociti –neuroni
DAergici-aNPC.
Pr g
3
o etto
Responsabile: Dott.ssa Francesca L’Episcopo
Titolo: Modelli in vitro per lo studio
dei segnali responsabili dell
induzione del fenotipo dopaminergic o in colture di cellule neurali
staminali adulte (aNPC) esprimenti costitutivamente la proteina
verde fluorescente (GFP)
Obiettivo: Utilizzare, modelli in vitro, progenitori neurali adulti
esprimenti costitutivamente la “g reen fluorescent protein”, GFP,
progenitori neurali (NPCs) del mese ncefalo derivati sia da topi adulti che topi senescenti; analog amente, studiare neuroni mesencefalici sia embrionali che maturi, in colture primaria, sia in assenza che in presenza di astrociti (sia giovani che senescenti), derivati dal mesencefalo ventrale, con pa rticolare riguardo ai seguenti
punti: a) verifica del potenziale neurogenico dei NPC mesencefalici derivati da topi adulti e topi senescenti, in vitro, identificazione
dei fattori/segnali atti a potenzia re il differenziame nto verso il fenotipo dopaminergico dei progenitor i derivati da topi senescenti;
b) verifica delle capacità di indu rre il processo neurogenico ed il
differenziamento verso il fenotipo DAergico, di astrociti derivati
dal mesencefalo da topi adulti e senescenti, ed identificazione dei
fattori “proneurogenici” ed “anti-neurogenici”.
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Linea 2
MALATTIA DI ALZHEIMER E CONDIZ IONI CORRELATE: Studio di
markers biologici, neurofisiologici e psicologici
Responsabile: Dott. Raffaele Ferri
Come conseguenza dell’ampio spe ttro di malattie che colpiscono
l’età anziana, questa linea di ri cerca comprende studi rivolti a diverse situazioni tipiche della area neuro-geriatrica. In questo quadro, è stato inserito uno studio di coorte per caratterizzare epidemiologicamente le diverse condizio ni di interesse nel territorio circostante l’IRCCS, cioè il suo bacino di utenza principale. Inoltre, in
accordo con la relativamente alta frequenza della malattia di Alzheimer (AD), anche nella nostra linea vi è una preponderanza di
progetti che si occupano di questa condizione da un punto di vista
epidemiologico, genetico, biochimi co, neuropsicologico e neurofisiologico clinico. All’interno di ta li progetti, si pone anche l’attenzione al cosiddetto mild cognitiv e impairment, una condizione potenzialmente a rischio per lo svilu ppo di demenza, e di AD in particolare. Inoltre, è stato appron tato uno studio epidemiologico/
genetico in un’altra condizione tipicamente neurogeriatrica come
la malattia di Parkinson.
Infine, uno dei meccanismi di ba se della estrinsecazione clinica
delle demenze è la comparsa di un deficit mnesico; esiste una bibliografia ormai fortemente cons olidata e rappresentata da studi
di tipo sia sperimentale di base che umano che mo stra un forte
coinvolgimento del sonno nella formazione di nuove tracce mnesiche e nel consolidamento di esse . È anche noto che praticamente
tutti i disordini del sonno sono po tenzialmente in grado di causare
un disturbo del funzionamento cognitivo in soggetti altrimenti sani
ed un peggioramento di esso in soggetti con deficit cognitivomnesico dipendente, ad esempio, da malattie degenerative come
l’AD; infine, è opinione condivisa dagli esperti che un efficace trat11
tamento dei disturbi del sonno in tali situazioni è utile nella gestione clinica di questi pa zienti. Per tale motivo , la linea di ricerca
comprende 3 progetti che hanno come focus il sonno .
Il primo di questi progetti è mira to alla caratterizzazione del profilo di espressione genica specifico di 2 condizioni cliniche caratterizzate da eccessiva sonnolenza diur na (la narcolessia e la sindrome delle apnee ostruttive del sonno). L’eccessiva sonnolenza diurna è una nota causa di impairment lavorativo e cognitivo e questo
studio ha come fine ultimo quello di sviluppare la possibilità di interventi diagnostici mirati a discrimi nare tra i due tipi di patologie.
Inoltre, è sembrato opportuno inserire un progetto sulla valutazione della correlazione tra gli aspetti macro- e microstrutturali del
sonno e abilità creative in soggett i sani, per continuare nella nostra linea di raccolta di dati di riferimento im portantissimi. Infatti,
questi dati risulteranno utili per la comprensione delle correlazioni
tra struttura ipnica e funzioni su periori, due aree particolarmente
coinvolte nell’invecchiamento norm ale e patologico. Inoltre, abbiamo inserito un progetto teso alla chiarificazione dell’importanza
dei movimenti periodici degli arti durante sonno associati ad una
condizione clinica frequente in neuro geriatria, ovvero la sindrome
delle gambe senza riposo, nel determinismo del rischio cerebrovascolare, come recentemente ipotizzato dalla letteratura scientifica,
basato su tecniche di neuroimagi ng strutturale quantitativo. Infine, sempre nell’ambito dello studio del sonno in neuro geriatria,
abbiamo approntato un progetto di ricerca per la valutazione della
struttura ipnica dei pazienti co n malattia di Parkinson e sugli eventuali effetti dei sul sonno dei farmaci antiparkinsoniani.
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Progetti della Linea 2
Pr g
1
o etto
Responsabile: Dott. Paolo Bosco
Titolo: Aspetti genetici della malattia di Parkinson nella popolazio-
ne siciliana
Obiettivo: Indagare i diversi aspetti ge netici della malattia di Parkinson nella popolazione siciliana e chiarire il contributo dei geni
già descritti in altre popolazioni. Te stare, oltre ai geni già analizzati in altre popolazioni come l’Ap olipoproteina E (ApoE), anche alcuni geni coinvolti nei processi infiammatori come il TGFß1 e IL-6.
Pr g
2
o etto
Responsabile: Dott. Paolo Bosco
Titolo: Studio del TGF-beta1 come possibile marcatore biologico
nel declino cognitivo lieve e nella malattia di Alzheimer
Obiettivo: Analizzare il possibile ruolo del TGF-ß1 nella patogenesi
dell’MCI e della malattia di Alzhei mer. In particolare in tale progetto saranno studiate l’analisi e la frequenza di distribuzione dei
polimorfismi funzionali del gene del TGF-ß1, sia in pazienti con AD
che in soggetti con MC I, in rapporto alla presenza o assenza di
sintomi depressivi, comparato con un gruppo di soggetti sani di
pari età e sesso. Inoltre, i dive rsi polimorfismi del gene del TGFß1 verranno correlati da un lato con l’età di insorgenza della patologia, il grado di deterioramento cognitivo, la presenza di sintomi
depressivi e, dall’altro, con i livelli plasmatici di TGF-ß1.
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Pr g
3
o etto
Responsabile: Dott. Paolo Bosco
Titolo: Ruolo del TNF-related apoptosis-inducing ligand (TRAIL) e
delle citochine proapoptotiche nella malattia di Alzheimer
Obiettivo: Identificare nuovi target mo lecolari per una terapia innovativa e razionale dei fenomeni neurodegenerativi da Aß, scopo
del progetto è valutare il ruolo di TRAIL ed altre citochine della
famiglia nei fenomeni di tossicità da Aß. Si intende raggiungere lo
scopo attraverso la verifica delle seguenti ipotesi: 1) che la neurotossicità da Aß possa in parte esse re correlata a TRAIL; 2) che il
meccanismo di morte cellulare me diato da TRAIL sia un meccanismo caspasi-dipendente; 3) che la glia possa partecipare ai fenomeni di morte cellulare producendo essa stessa citochine ad azione tossica quali TNF-alfa, FasL, TRAIL in seguito a stimoli nocivi di
varia natura compresa la Aß.
Pr g
4
o etto
Responsabile: Dott. Rosario Sebastiano Spada
Titolo: Correlazione fra aspetti clinici, biologici, socio-ambientali
e decadimento cognitivo in una popolazione geriatrica rurale
siciliana
Obiettivo: Definire le caratteristiche so cio-ambientali e cliniche di
una popolazione geriatrica rurale del centro della Sicilia, valutare
la prevalenza delle principali patologie cronico-degenerative e metaboliche età-correlate e studiarn e l’influenza sull’insorgenza del
decadimento cognitivo-mnesico e la demenza.
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Pr g
5
o etto
Responsabile: Dott. Paolo Bosco
Titolo: Studio del profilo di espression e genica in pa zienti affetti
da narcolessia e da sindrome delle apnee ostruttive del sonno
Obiettivo: La sindrome delle apnee os truttive del sonno (OSAS) è
un disordine caratterizzato da un apnee periodiche con conseguente ipossiemia durante il so nno e conseguente sonnolenza
diurna. Fattori genetici sono impl icati in buona parte della patogenesi, sebbene non siano chiari i ra pporti tra genotipo e fenotipo e
non sia stato ancora de lineato il ruolo di geni specifici associati
alla malattia. Scopo dello studio è quello di caratterizzare il profilo
di espressione genica tipico dei du e gruppi al fine di sviluppare la
possibilità di interventi diagnostic i mirati a discriminare tra i due
tipi di patologie.
Pr g
6
o etto
Responsabile: Dott. Raffaele Ferri
Titolo: Sonno, performance cognitivo- mnesiche e funzioni superiori: correlazione tra sonno e creatività
Obiettivo: È stato dimostrato come le componenti A1 del CAP siano generate nei lobi frontali e si ano associate ad attività cognitive
principalmente svolte da network dei lobi frontali. Questi ultimi
mediano quello che è definito come pensiero divergente.
I nostri obiettivi sono: testare l’ip otesi che il CAP rate durante la
notte sia associato alla creatività diurna; testare l’ipotesi che il
sottotipo A1 del CAP correli positivamente con le misure della creatività; testare l’ipotesi che i so ttotipi A2 e A3 del CAP correlino
negativamente con la creatività.
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Pr g
7
o etto
Responsabile: Dott. Raffaele Ferri
Titolo: Predizione del declino cognitivo nei soggetti con danno co-
gnitivo lieve (MCI) o malattia di Al zheimer: indici quantitativi di
potenza spettrale EEG e di connettività funzionale
Obiettivo: Individuare markers elettroe ncefalografici in grado di
distinguere gli MCI che convertiranno da quelli che non convertiranno in AD, correlando questi dati con la variazione del loro valore di MMSE anche in corrisponde nza delle registrazioni EEG ad
occhi aperti. Si vuole verificare l’ipotesi che lo studio delle sorgenti
e della connettività funzionale cort ico-corticale alla base dei ritmi
cerebrali a riposo, combinate con informazioni neuropsicologiche
e di marcatori biologici della de menza e della valutazione del danno vascolare della materia bianca, fornisca importanti informazioni
predittive sul possibile declino cognitivo di soggetti in uno stadio
preclinico di indebolimento cognit ivo lieve (MCI). Questo studio
permetterà la creazione di un data -set EEG in formato elettronico,
che potrà essere ancora to a dati clinici e neuropsicologici attraverso studi di tipo correlazionale, facilitando l’accuratezza della
diagnosi di demenza.
Pr g
8
o etto
Responsabile: Dott. Raffaele Ferri
Titolo: Ricerca di “Silent Stroke” nella Risonanza Magnetica di pazienti con sindrome delle Gambe senza Riposo e controlli
Obiettivo: Ottenere degli esami di risonanza magnetica (RM) cerebrale in pazienti con RL S ed in soggetti normali di controllo di età
e sesso comparabili. Nessuno dei pazienti e soggetti inclusi nello
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studio deve avere una storia di evento cerebrovascolare clinicamente definito oppure presentare fa ttori di rischio significativi per
la malattia cerebrovascolare. Un programma computerizzato valuterà la presenza di eventuali stroke silenti, con l’operatore in condizioni di cecità per la classificazione clinica del soggetto in analisi.
Pr g
9
o etto
Responsabile: Dott. Raffaele Ferri
Titolo: La microstruttura del sonno in pazienti De Novo con malat-
tia di Parkinson
Obiettivo: Il processo di invecchiame nto cerebrale fisiologico e
patologico è caratterizzato dal ca lo delle performance non solo
nella sfera mnesica ma anche in numerose altre funzioni cerebrali
superiori. Il nostro gruppo si sta occupando ormai da anni, e con
una sempre crescente produzione scientifica, della caratterizzazione della correlazione tra i pattern ipnici e la funzione mnesica e
altre funzioni superiori, prima nei soggetti normali e poi nell’invecchiamento normale ed in quello patologico. Il focus di questo
nuovo studio sarà quello di caratt erizzare le caratteristiche microstrutturali del sonno in pazienti de novo con malattia di Parkinson
(PD) e gli eventuali e ffetti dell’instaurazione di adeguata terapia
farmacologica.
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L i nea
3
RITARDO MENTALE, EPILESSIA E AU TISMO: studio genetico, clinico e neurofisiologico
Responsabile: Dott. Maurizio Elia
Il particolare tipo di soggetti afferenti al nostro IRCCS ci ha consentito, nell’arco di più di vent i anni, di poter esaminare diverse
malattie rare in comorbilità con il ritardo mentale. Uno specifico
ambito di ricerca – que llo neurofisiologico – ci ha condotto alla
definizione di un vero e proprio “endofenotipo”, in specifici modelli clinici e sperimentali, basato su peculiarità dell’EEG, della macro- e microstruttura del sonno, dei potenziali evocati ecc. È stato
così possibile identificare un pa ttern clinico ed EEG assolutamente
caratteristico della sindrome del cromosoma X-fragile (Fra-X), ossia la presenza di punt e centro-temporali, multifocali, attivate in
sonno, età-dipendenti, correlabile con uno stato di ipereccitabilità
corticale, come dimostrato nel modello murino knock-out per il
gene FMR1. In seguito, poi, è st ato possibile riscontrare anche in
altre anomalie cromosomiche (ad es., s. di Angelman, inv dup 15,
ring 20, FRAXE-ritardo mentale, delezione 6qter) pattern elettroclinici diversi, ma altrettanto peculiari.
In anni più recenti, la disponibilità di metodologie innovative nell’ambito della genetica molecolare ha permesso di poter correlare il
fenotipo clinico e neurofisiologico con il genotipo, e ciò ha condotto all’avvio di altri rilevanti e prod uttivi filoni di ricerca nell’ambito
di questa linea. È stato così possibile sottoporre a screening molecolare per il gene CDKL5 100 pazienti con fenotipo Rett-like e crisi
epilettiche ad esordio precoce ed identificare 5 soggetti con mutazioni, 3 dei quali – i primi descritti in Italia – di sesso maschile. Un
altro studio, condotto su pazienti con tetrasomia della regione 15q, ha dimostrato i numerosi
vantaggi della metodica MLPA
(Multiplex ligation-dependent probe amplification), confrontata
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con la FISH (Fluorescent in situ hybridization) e co n l’analisi degli
STR (Short tandem repeats). Se mpre con la stessa metodica
MLPA, sono stati esaminati per
l’analisi molecolare del gene
CHRNA7 300 pazienti con epilessia e sono state in dividuate 4 duplicazioni e 6 delezioni. Successiva mente, i riarrangiamenti identificati in questi nove pazienti sono stati caratterizzati tramite arrayCGH.
La microdelezione 15q13.3 rappresenta il fattore di rischio più elevato per l’insorgenza dell’epilessia ad oggi identifica to. Il fenotipo
di questi pazienti è estremamente variabile spaziando da soggetti
apparentemente in buona salute a soggetti con epilessia, fino a
pazienti con un ampio spettro di disordini neuropsichiatrici.
Sono stati poi reclutati 300 pa zienti (174 maschi, 126 femmine,
età media 13.8 anni ± DS 9.4), tutti con ritardo mentale ed epilessia senza causa organica nota . Tra i soggetti con epilessia studiati con array-CGH, 37 sono stati identificati come portatori di
sbilanciamenti genomici non descritti nei database di controlli normali (19 maschi, 18 femmine, età media 16.5 anni ± 12.6). Nella
maggior parte dei casi, le crisi ep ilettiche erano esordite in epoca
infantile o adolescenzial e (non oltre i 12 anni di età) ed apparivano abbastanza polimorfe (spasmi, crisi miocloniche, assenze tipiche ed atipiche, crisi generalizzate toniche e tonico-cloniche, crisi
focali), configurando per lo più epilessie focali sintomatiche o encefalopatie epilettiche anche ad esordio preco ce (nel primo anno
di vita). È stato così possibile riscontrare un’alterazione all’array
nel 12% circa dei casi studiati. Tale percentuale è significativamente più alta di quella riscontr abile con l’effettuazione del semplice cariotipo. I dati ottenuti nel nostro studio hanno confermato
l’utilità dell’array nell o studio genetico dei pazienti con ritardo
mentale o funzionamento intelletti vo limite, dismorfismi pluridistrettuali ed epilessia (focale o ge neralizzata), soprattutto se ad
esordio precoce in epoca infantile od adolescenziale.
L’analisi del gene CSDC2 in pazienti con epilessia, ritardo mentale
ed autismo ci hanno co nsentito di riscontrare, per il polimorfismo
più rappresentato (rs6002408), un om ozigote per la variante T/T,
20
un eterozigote T/C ed un omozigot e C/C. Questo polimorfismo è
stato già descritto nel database NCBI e complessivamente identificato nel 22.73% degli alleli esamin ati. Altri rari polimorfismi, anche questi già descritti, sono stati identificati: rs66876608
(1.14%), IVS3nt16C->T (1.14%), rs58124049 (1.14% ).
Lo studio della macro- e micostru ttura del sonno notturno si è rivelata utile nell’investigare i meccanismi fisiopatologici alla base di
malattie neurologiche rare, quali ad es. la narcolessia, e nel valutare l’efficacia
di trattamenti
farmacologici
specific i.
Tredici pazienti affetti da narcol essia (5 maschi e 8 femmine, età
media 11,0 anni, DS 2,89) sono st ati consecutivamente reclutati,
insieme a 13 soggetti di controllo appaiati per età e genere (5
maschi e 8 femmine, età media 10,9 anni, SD 3,67). I risultati di
questo studio neurofisiologico sul sonno di bambini ed adolescenti
narcolettici ha permesso di evid enziare che le differenze già riscontrate nella microstruttura de l sonno e nell’attività LM (limb
movements) dei pazienti di età adulta risultano essere già presenti e rilevabili nella prima infanzia. Sulla base delle nostre evidenze
negli adulti ed ora confermate anche nei bambini e negli adolescenti, ed in accordo con la letteratura, si potrebbe pertanto ipotizzare che il CAP (cyclic alternatin e pattern) possa avere un ruolo
importante nelle alterazioni psicof isiologiche degli aspetti cognitivi
nella narcolessia, sopratutto a cari co delle funzioni del lobo frontale. Tali alterazioni non possono
però derivare soltanto dalla
compromissione delle funzioni diurne caus ate dall’eccessiva sonnolenza e pertanto potrebbero e ssere presenti già nei bambini e
adolescenti affetti da questa malattia.
Nella narcolessia, la carenza di orexina potrebbe riflettersi nella
ridotta eccitazione delle regioni co rticali, con conseguente riduzione del CAP rate nel sonno non-REM. Dato che il CAP rate è massimamente ridotto nei bambini e negl i adolescenti rispetto agli adulti affetti da narcolessia, si po trebbe ipotizzare che la narcolessia abbia degli effetti sul sonno no tturno più marcati a questa età
che nell’età adulta, dato che ci si aspetterebbe un alto livello fisiologico di CAP, in particolare de l sottotipo A1. La contemporanea
21
riduzione de CAP rate e la riduzi one della periodicità dei LM durante il sonno nei bambini e negli adolescenti affetti da narcolessia sembra di fatto indicare ch e questi due fenomeni possano
condividere un comune meccanismo e, quindi, se il suddetto ruolo
del deficit d’orexina è confermato , questo potrebbe spiegare anche l’attività LM durante il sonno.
In un altro studio, utilizzando l'rTMS, sono stati valutati 13 bambini con diagnosi di disturbo autistico e ritardo mentale (RM) grave,
diagnosticati sulla base dei crit eri del DSM-IV-TR. I 13 bambini
sono stati suddivisi in tre gruppi , ognuno dei quali ha effettuato
uno specifico trattamento: un gruppo, formato da 4 bambini, ha
effettuato la rTMS ad alta freque nza sulla corteccia pre-motoria di
sinistra, per 10 giorni in due se ttimane, da lunedì a venerdì; un
secondo gruppo, formato da 4 bamb ini, ha effettuato la rTMS ad
alta frequenza sulla co rteccia pre-motoria di si nistra associata ad
un training di coordinazione ocul o-mauale, effettuato alla fine di
ogni stimolazione; anche in questo caso il trattamento è durato
10 giorni nell’arco di due settimane , da lunedì a venerdì; un terzo
gruppo, formato da 5 bambini, ha e ffettuato solo il training di coordinazione oculo-manuale, per 10 giorni nell’arco di due settimane. Il confronto fra i tre tipi di trattamento ha evidenziato, con
una certa chiarezza che la condizio ne di rTMS associata a training
comportamentale è quella che sort isce i migliori effetti – che si
mantengono a livello significativo fi no a 30 giorni dopo la fine del
trattamento – evidenziando differenz e con la situazione di baseline. Anche il confronto fra le tre co ndizioni all’interno dei diversi
tempi della sperimentazione ha messo in luce una differenza significativa fra la condizione di rT MS associata a training e le altre
due, fino al primo follow-up. I risultati sembrerebbero pertanto
indicare che l’associazione fra tr aining comportamentale ed rTMS
ad alta frequenza sia in grado di pr odurre risultati migliori rispetto
alle stesse condizioni prese singolarmente e che la rTMS potrebbe
costituire un efficace strumento di sostegno dell’attività riabilitativa quotidiana.
Lo sviluppo di nuove strategie diagnostiche in ambito immunologi22
co sta permettendo, negli ultimi anni, di approfondire aspetti piuttosto rilevanti riguardo, ad es., il ruolo delle cellule dendritiche
nella risposta immunologica ai fa rmaci antiepilettici e l’impatto dei
microarray nella diagnosi delle a llergie IgE-mediate nei soggetti
con ritardo mentale. In particolare, sono stati studiati 7 soggetti
di cui 4 come controllo e 3 con reazione avversa a farmaci anticonvulsivanti (Carbamazepina). I soggetti che avevano presentato
reazione avversa presentavano posi tività dei patch test per la carbamazepina e la fenitoina. Il test
di trasformazione linfocitaria
(TTL-DC) eseguito nei casi contro llo ha confermato l’assenza di
proliferazione sia dei linfociti che delle cellule dendritiche in seguito a stimolazione con i farmaci. Nelle stesse condizioni sperimentali, nei soggetti che avevano pres entato reazione avversa a farmaci il TTL-DC ha mostrato una liev e proliferazione sia dei linfociti
che delle cellule dendri tiche in seguito a stim olazione con la carbamazepina, mentre non è stata
osservata proliferazione nelle
cellule trattate con fenitoina . I dati ottenuti ha nno dimostrato che
il TTL può essere utile nella diag nosi di una reaz ione avversa a
farmaci anticonvulsivanti con un meccanismo immunologico Tmediato; si è osservato che il va lore predittivo del TTL può essere
migliorato studiando nelle stesse condizioni sperimentali il ruolo
svolto dalle cellule dendritiche come cellule presentanti l’antigene;
l’analisi citofluorimetrica aiuta ad identificare le sottopopolazioni
coinvolte nel riconoscimento del farmaco; tali procedure risultano
però di difficile estensibilità alla routine clinica sia per la complessità della procedura stessa (frequenti episodi di mancata proliferazione), sia per la bassa complian ce che si riscontra nei pazienti
(quantità elevate di sangue necessario per le colture) .
È stata poi studiata per malattie allergiche IgE-mediate una popolazione con ritardo mentale o invo luzione cerebrale (176 soggetti,
107 maschi, 69 femmine, di età co mpresa fra 1 e 70 anni), con
una metodica alternativa a quelle tradizionale (micro-array).
Nell’85,9% dei soggetti con ritard o mentale ed anamnesi positiva
per allergia è stato possibile form ulare una corretta diagnosi allergologica, mentre una percentuale minore (76,6%) si è raggiunta
23
nel gruppo di soggetti senza ritardo mentale con anamnesi positiva per allergia. Nel gruppo di soggetti con ritardo mentale ed anamnesi negativa per allergia l’ esame con micro-array ha mostrato una positività del 24,3%; valori di positività più bassa (14,2%)
sono stati riscontrati nel gruppo di controllo dei soggetti senza
ritardo mentale. Dai dati ottenuti si può dedurre che la nuova tecnica usata per formulare diagnosi di allergie ha prodotto nei soggetti con ritardo mentale ed anamnesi positiva per allergia una
elevata percentuale di positività, portando qu indi ad una diagnosi
anche in quei casi in cui non è stato possibile eseguire i test allergologici tradizionali.
24
Progetti della Linea 3
Pr g
1
o etto
Responsabile: Dott. Marco Fichera
Titolo: Delezione 22q13.3: studio clinic o e genetico in un gruppo
di pazienti con disturbo autistico e ritardo mentale
Obiettivo: Individuazione di soggetti con delezione 22q13.3 o con
mutazioni del gene SHANK3 in una popolazione di pazienti con
disturbo autistico e ritardo mental e. Lo screening molecolare verrà effettuato dapprima tramite arra y-CGH ad alta risoluzione per
l’individuazione di eventuali sb ilanciamenti genomici. Questa prima fase ci permetterà sia l’identi ficazione di soggetti con delezione 22q13.3, che di soggetti portator i di altri difetti strutturali genomici correlabili al loro fenoti po. La seconda fase prevederà l’analisi mutazionale del gene SHANK3 sui soggetti negativi all’arrayCGH. Nei casi rilevati, le caratteri stiche cliniche, EEG e di neuroimaging saranno correlate con le anomalie genetiche riscontrate e
saranno confrontate con quelle già riportate in letteratura.
Pr g
2
o etto
Responsabile: Dott. Francesco Calì
Titolo: Analisi del gene UBE3A in soggetti con sospetta sindrome
di Angelman
Obiettivo: Scopo del presente progetto di ricerca è quello di mettere a punto ed analizzare il gene UBE3A nei pazienti negativi per
delezione o per disomia uniparenta le (anno 2008). Tutti i pazienti
negativi all’analisi del gene UBE3 A verranno analizzati con un kit
25
MLPA che verrà messo a punto ne l laboratorio e successivamente
confermato con altre metodiche di gene-dosage.
Pr g
3
o etto
Responsabile: Dott. Francesco Calì
Titolo: Analisi del gene CSDC2 in pazi enti con epilessia, ritardo
mentale, autismo
Obiettivo: Il gene codificante per la CSDC2 umana è localizzato
sul braccio lungo del cromosoma 22 (22q13.2-q13.31) e ad oggi
esso non è stato associato ad al cuna patologia nell’uomo. Le funzioni ipotizzate per CSDC2 nello sv iluppo del SNC fanno di questo
gene un importante candidato nell’ espressione di fe notipi quali il
ritardo mentale, l’autismo e l’epil essia. Nel presente progetto di
ricerca si propone un’ analisi mutazionale del gene CSDC2 in una
coorte di pazienti affetti da queste condizioni.
Pr g
4
o etto
Responsabile: Dott. Francesco Calì
Titolo: Analisi del gene FOXP2 in
soggetti con disturbi del lin-
guaggio
Obiettivo: Individuare eventuali varian ti eziologiche del gene FOXP2 in un gruppo di pazienti con una diagnosi primaria di disturbo specifico di linguaggio, anom alie congenite e normoacusia. I
pazienti ed i loro rispettivi genito ri saranno arruolati nello studio,
privilegiando le famiglie con storia familiare di disturbo del linguaggio.
26
Pr g
5
o etto
Responsabile: Dott. Raffaele Ferri
Titolo: Struttura del sonno e perfor mance mnesiche in età evo-
lutiva
Obiettivo: Valutare eventuali relazioni tra performance di memoria
e caratteristiche del sonno in soggetti con dislessia, al fine di valutare come le modificazioni della struttura del sonno siano correlate al consolidamento delle inform azioni nei soggetti con disturbo
specifico di apprendimento. Un altr o obiettivo sarà quello di valutare la relazione tra architettura del sonno e performance di memoria in bambini e adol escenti con dislessia e volutiva. Al fine di
raggiungere l’obiettivo proposto , verrà effettuata una polisonnografia standard e verranno valuta te le performance di memoria,
per mezzo di una specifica batteria di test.
Pr g
6
o etto
Responsabile: Dott.ssa Simonetta Panerai
Titolo: Funzioni esecutive e comporta mento adattivo in individui
con disturbi dello spettro autistico
Obiettivo: Studiare la relazione fra funzionamento esecutivo e
funzionamento adattivo in gruppo di soggetti con disturbi dello
spettro artistico.
Molte sono state le indagini sul funzionamento esecutivo negli
ASD, ma i risultati appaiono cont rastanti. La maggior parte degli
studi riporta una compromissione di tutte le funzioni esecutive,
mentre altri studi riferiscono la presenza di alcune funzioni preservate. Alcuni autori riportano la n ecessità di ampliare gli studi sul
funzionamento esecutivo in persone con DSA, anche per verificare
27
se il disfunzionamento esecutivo è legato in maniera causale alla
sintomatologia autistica. Un altro campo quasi completamente
aperto è quello della relazione fra funzionamento esecutivo e funzionamento adattivo. È stata trovata una relazione inversa fra iniziativa e working memory da un lato e il funzionamento adattivo
dall’altro; in particolare, gli ambi ti socializzazione e comunicazione
della VABS sono negativamente correlate con tutto il funzionamento esecutivo.
Pr g
7
o etto
Responsabile: Dott.ssa Letizia Ragusa
Titolo: Correlazione tra irsutismo e utili zzo di farmaci antiepilettici
in gruppo di adolescenti ed adulte con epilessia
Obiettivo: comprendere la correlazione tra farmaci antiepilettici
(sia classici che di nu ova generazione) e irsutismo. Poiché non si
conosce il meccanismo con cui i fa rmaci antiepilettici determinano
tale condizione clinica, il nostro studio sarà rivolto alla ricerca di
quelle alterazioni responsabili di tale patologia.
Pr g
8
o etto
Responsabile: Dott. Carmelo Schepis
Titolo: Trattamento crioterapico degli angiofibromi del volto in pa-
zienti affetti da sclerosi tuberosa
Obiettivo: Per migliorare l’aspetto del volto ed attenuare il disagio
dei pazienti, negli anni si sono studiate e messe in opera varie
tecniche terapeutiche per la rimo zione parziale o totale degli angiofibromi. In letteratura vengono elencati l’uso della elettrocoa28
gulazione, dei LASER, della tera pia fotodinamica. Tutte queste
metodiche necessitano di anestesia della zona interessata ed alcune risultano piuttosto costose.
La crioterapia con azoto liquido è appena citata in letteratura. Risulta di poco costo ed eseguibile senza anestesia, procurando solo
un lieve bruciore, a patto di aver e la motivazione da parte del paziente.
29
L i nea
4
LE MALATTIE RARE ASSOCIATE AL RITARDO MENTALE: studi di
aspetti epidemiologici e clinici
Responsabile: Dott. Sebastiano Antonino Musumeci
Il background della linea di ricerca risulta quasi identico a quello
degli anni precedenti, poiché la linea mantiene le stesse premesse
teoriche e scaturisce dalle stesse esigenze pratiche. L'approccio
pluridisciplinare e policentrico fors e è l'unico in grado di fornire
soluzioni adeguate alle problema tiche che le mala ttie rare pongono, specie quando sono associate a ritardo mentale (RM). Si tratta di problematiche che investono l'epidemiologia, gli aspetti diagnostici, quelli terapeutici e quelli riabilitativi. A partire dall'anno
2004, il numero di sottoprogetti ri guardanti gli aspetti psicopatologici e riabilitativi è cresciuto significativamente.
Epidemiologia. Il ritardo mental e (RM) è una disabilità permanente che colpisce il 2-3% di tutti i bambini. Molte delle malattie con
RM (quasi tutte) hanno una prevalenza inferiore a 4/10.000 e pertanto vengono considerate malatti e rare. Il numero di persone
affette da malattie rare è, per de finizione, relativamente modesto
rispetto a quelle affette da malattie più comuni. Tuttavia, tali affezioni sono complessivamente alqu anto diffuse e interessano una
percentuale significativa della po polazione nel suo insieme. Secondo i dati dell'Ufficio studi del Ministero della Pubblica Istruzione, nell'anno scolastico 1993-94 g li alunni certificati come handicappati erano complessivamente 106.835, la grande maggioranza
certificata per una debilità mentale. In Europa il 14% della popolazione soffre di disturbi neuropsi chiatrici, che sono quasi sempre
caratterizzati da una lunga durata e da sequaele di neurohandicap
di diversa natura, con una valenz a specifica di sofferenza umana
e di costi indiretti, correlata al loro grande impatto socio31
economico, se valutato in termini di prevalenza ed invalidità, più
che di incidenza e mortalità. Al momento si cono scono circa 5000
cause di altrettante malattie rare, che notoriamente quasi sempre
si associano a disfunzioni del SNC e hanno una determinata prevalenza media nella popolazione ge nerale. Va precisato, tuttavia,
che le malattie rare - e in particolar e quelle di origine genetica - si
manifestano secondo le regole me ndeliane e quindi con una prevalenza che può interessare il 50% o più dei membri di una stessa famiglia. Il riscontro di un caso indice consente di individuare
altri soggetti possibilmente con ma nifestazioni cliniche meno severe. È esperienza comune, speci e per le malattie autosomiche
dominanti, trovare all'interno di uno stesso ceppo familiare soggetti gravemente affetti e sogge tti paucisintomatici, ma sicuramente malati. L'attività di prevenzione primaria va rivolta soprattutto a questi ultimi, che essend o paucisintomatici, raggiungeranno l'età riproduttiva.
Aspetti diagnostici. Il percorso diagnostico delle malattie con RM e quindi anche delle ma lattie rare - è frequentemente complicato.
Talora il fenotipo clinico è evoc ativo di una specifica sindrome,
come per esempio della sindrome di Down, della sindrome del
cromosoma X-fragile, della distrofi a muscolare di Duchenne, della
sindrome di Rubinstein Taybi, ecc. Quasi sempre invece non risulta evocativo o indirizza, assieme alle notizie anamnestico-cliniche,
verso gruppi di malattie che nece ssitano di approfondimenti strumentali e di laboratorio. Alcuni di questi esami possono risultare
altamente costosi, estremamente sofisticati o addirittura non facilmente accessibili. Nonostante i num erosi sforzi che si compiono
nei vari percorsi diagnostici, circa il 50% delle malattie con RM
non risulta diagnosticabile. Per questo gruppo di malattie risulta,
quindi, più arduo identificare patologie in comorbilità o complicanze, non potendo disporre di dati della letteratura, che risultano al
momento carenti anche per le ma lattie rare diagnosticate o diagnosticabili. È esperienza comune, infatti, nell ambito delle malattie rare con RM, riscontrare malf ormazioni o disfunzioni a carico
32
del SNC, del cuore, del rene, del polmone, della pelle, ecc., che se
precocemente identificate possono cambiare in meglio il decorso
clinico dei soggetti affetti. Un el evato numero di soggetti con malattie rare, invece, muore precocem ente o vive una condizione
patologica talmente grave da comportare uno stato di debilitazione cronica con considerevole abba ssamento della qualità della vita e gravi difficoltà socio-economich e per le famiglie. Di recente si
sta sviluppando sempre più un fe rtile campo diagnostico grazie
alle nuove metodiche di genetica molecolare, di biochimica e morfo-strutturali, che cons entono di poter capire meglio gli aspetti
diagnostici delle malattie rare e le loro basi patogenetiche. Non va
dimenticato, infine, che l'aspett o diagnostico per ogni soggetto
con RM e/o con malattia rara non si deve limitare al rilevamento
dell etiologia, delle complicanze o delle comorbilità, ma va esteso,
se si vuole migliorare significativ amente il livello di qualità della
vita, al rilevamento di tutti quei fattori che, se rimossi, consentono maggiori capacità adattive. È necessaria quindi una corretta
valutazione del grado di RM, di ev entuali deficit neuropsicologici
associati, del grado delle capacità adattive, delle condizioni psicopatologiche associate, ecc.
Aspetti terapeutici. Per la maggior parte delle malattie rare diagnosticabili, la letteratura intern azionale non fornisce valide indicazioni terapeutiche. Sono dell'ordi ne delle unità le malattie rare
che risentono favorevolmente di trattamenti farmacologici. Si ricordano, tra queste, la fenilcheto nuria, l'ipotiroidismo congenito,
la xantomatosi cerebrotendinea e l'iperornitemia. Per poche altre
malattie rare esistono supporti tera peutici in grado di migliorare il
decorso della malattia o la qualità della vita. L'uso di chelanti nelle
malattie da accumulo di metalli, l' uso di cortisonici nella distrofia
muscolare di Duchenne e nella sindrome di West, l'uso di vitamine
nel deficit di piruvico deidrogenasi o nelle malattie rare con carenze specifiche come la carenza di biotina. Malattie con acidosi o
coma intermittente, come le alte razioni del metabolismo degli acidi grassi o alcune forme di ipog licemia, possono risentire favore33
volmente di trattamenti mirati a correggere gli errori del metabolismo. Ulteriori ricerche in futuro allungheranno sicuramente l elenco delle malattie rare trattabili farmacologicamente, ma al momento si deve purtroppo affermare che complessivamente i risultati
sono effimeri e strettamente correla ti alla precocità della diagnosi
clinico-funzionale. Al momento, il nostro Istituto dispone di una
ricca casistica nella quale risaltan o gruppi omogenei di soggetti la
cui diagnosi è solo clinica. Per ques ti gruppi di soggetti si rendono
necessari, al fine di un corretto inquadramento diagnostico, ricerche nell'ambito della ge netica molecolare, de lla biochimica, della
neuropatologia, della cardiologia, della dermatologia, della neuropsicologia, della psicologia, ecc., vo lte ad identifica re markers clinici, genetici e/o biochimici, al momento non conosciuti.
34
Progetti della Linea 4
Pr g
1
o etto
Responsabile: Dott. Sebastiano A. Musumeci
Titolo: Studio clinico e strumentale di casistiche cliniche con RM e
malformazioni congenite
Obiettivo: studiare gli aspetti neurolog ici delle malattie rare e di
individuare eventuali aspetti etio patogenetici comuni nelle differenti patologie sia per un migliore inquadramento sia per orientare eventuali aspetti terapeutici. Inoltre, una migliore definizione
del fenotipo contribuirà sicuramente a migliorare le possibilità diagnostiche di patologie che al momento restano senza una diagnosi almeno nel 30-40% dei casi.
Pr g
2
o etto
Responsabile: Dott.ssa Eugenia Borgione
Titolo: Analisi mutazionale dei geni POMT1 e POMT2 nelle CMD da
deficit di alfa-distroglicano
Obiettivo: Identificare i casi di CMD con deficit di alfadistroglicano e di sottoporre tali soggetti ad analisi mutazionale
per i geni POMT1 e POMT2. La scelta di analizzare questi geni si è
basata sui recenti dati presenti in letteratura relativi a due studi
italiani, cui abbiamo collaborato, d ove si è dimostrata la prevalenza di mutazioni in POMT1 e POMT2 in pazienti con CMD da riduzione dell’alfa-distroglicano. Inoltre, è stato osservato che lo spettro di fenotipi associati a mutazion i di questi geni è più ampio di
quello inizialmente pensato.
35
Pr g
3
o etto
Responsabile: Dott.ssa Carmela Scuderi
Titolo: Correlazioni genotipo-fenot ipo delle mutazioni del gene
POLG1
Obiettivo: Le malattie mitocondriali rappresentano un gruppo clinicamente eterogeneo di disordini dovuti a difetto di produzione
di energia nei mitocondri. Possono colpire qualsiasi organo o tessuto ed essere multisistemiche. Gli organi più severamente affetti
sono quelli con alto metabolismo ossidativo quali cervello, muscolo scheletrico e cardiaco, organi sensoriali e rene. Scopo della ricerca è quello di sottoporre ad analisi mutazionale per il gene
POLG1, un gruppo di pazienti co n sospetta o defi nitiva diagnosi
clinica di encefalomiopatia mitocond riale, allo scopo di meglio definire lo spettro fenotipico associato a mutazioni in tale gene.
Pr g
4
o etto
Responsabile: Dott. Francesco Calì
Titolo: Studio epidemiologico e gene tico della frequenza dei portatori della mutazione “del Ex7-8” nel gene SMN1 nella popolazione siciliana
Obiettivo: In Italia le cause di mortalità per le problematiche respiratorie (1-14 anni) è di 1.3% (7/519) (ISTAT 2006) e l’atrofia
muscolare spinale è la principale causa di morte infantile e si verifica in 1 su 6000 nati vivi. Scopo della ricerca è analizzare complessivamente, con la tecnica MLPA, 500 soggetti della popolazione generale nel tentativo di verificare l’incidenza dei soggetti portatori nella popolazione siciliana, per valutare il ruolo della SMA
tra le cause di mortalità infantile entro i due anni di vita.
36
Pr g
5
o etto
Responsabile: prof.ssa Maria Vincenza Catania
Titolo: Studio in vitro su espression e e regolazione della funzione
dei recettori per il glutammato ne l modello animale della sindrome del cromosoma X-Fragile (topo knock-out per il gene FMR1)
Obiettivo: Esaminare nel modello murino di FRAX l’espressione ed
il trasporto dei recettori AMPA a li vello sinaptico in seguito a somministrazione di agenti farmacol ogici che inducono modificazioni
plastiche della trasmissione. In ce rvelli di topi normali e FMR1-KO
a diverse età e colture di neuron i ippocampali preparate da topi
normali (wt) e FMR1 KO studieremo : 1) l’espressione di superficie
delle subunità dei recettori AMPA (GluR1 e GluR2) dopo esposizione ad agonisti/antagonisti dei r ecettori ionotropici per il glutammato; agonisti/antagonisti di rece ttori per la serotonina; 2) modificazioni di adattamento nell’espre ssione di superficie dei recettori
AMPA in condizioni di plasticità omeostatica, ad es. esposizione
cronica a tedrototossina o bicucullina.
Pr g
6
o etto
Responsabile: Dott. Serafino Buono
Titolo: L’autolesionismo nell’anziano
Obiettivo: Verificare la presenza di comportamenti autolesivi, la
loro localizzazione e tipologia in un gruppo di persone anziani.
Nella seconda fase dello studio, si valuterà l’intensità della condotta autolesiva nel tentativo di operare una correlazione con la
gravità del processo di declino cognitivo e neurologico.
37
Pr g
7
o etto
Responsabile: Dott.ssa Paola Occhipinti
Titolo: Profilo psicologico nei genitori di bambini con ritardo men-
tale e disturbo dello spettro autist ico, sindrome dell’X-Fragile, sindrome di Prader-Willi, sindrome di Down
Obiettivo: Lo studio del fenotipo allargato diventa utile soprattutto
nel caso dell’autismo per individu are i meccanismi genetici alla
base del disturbo, ma anche per indagare i tratti che possono essere ritenuti fondamentali per la di agnosi di autismo e quindi consentire la diagnosi differenziale (B ailey et al. 1996). Si ritiene, tuttavia, utile individuare la presenza di un fenotipo allargato anche
per le altre condizioni sopra indica te di cui si conosce l’etiologia,
ma per le quali spesso si sconos cono le caratteristiche cognitivocomportamentali e delle dinamiche familiari che possono interferire nelle funzioni di caregiver e ne l percorso ri-abilitativo del bambino affetto da tali patologie.
Pr g
8
o etto
Responsabile: Dott.ssa Maria Teresa Amata
Titolo:Applicazione del PAS BASIC ne ll'ambito delle disabilità in-
tellettive
Obiettivo: Il metodo Feuerstein, rappresenta un approccio metacognitvo indirizzato alle problematiche dell’apprendimento e mira
a sviluppare la capacità caratteristica dell’essere umano di modificarsi, avvantaggiandosi degli st imoli offerti dall’ambiente, opportunamente mediati da altre person e. I presupposti teorici del metodo Feuerstein fanno riferimento alla teoria della Modificabilità
Cognitiva Strutturale (MCS) second o la quale l’essere umano pos38
siede una naturale prop ensione al cambiamento ed alla modificabilità delle proprie strutture cognit ive e alla teoria dell’Esperienza
di Apprendimento Mediato (EAM), che si realizza quando tra il
mondo e l’organismo si interpone un mediatore che intenzionalmente favorisce il processo di ap prendimento. Scopo dello studio
è quello di applicare il PAS-Basic nell’ambito delle disabilità.
Pr g
9
o etto
Responsabile: Dott.ssa Maria Teresa Amata
Titolo: Metacomprensione e disabilità
Obiettivo: Le ricerche, nell’ambito de lla metacognizione, condotte
con persone con disabilità mentale, sono indirizzate a promuovere l’acquisizione di procedure di autoistruzione che, come dimostrato, risulta efficace sia nel miglio rare le capacità di attenzione,
di memoria, di motivazione, sia pe r favorire lo sviluppo di abilità
scolastiche specifiche, nonché per la riduzione di comportamenti
inadeguati e il transfer degli apprendimenti.
Pr 0g
1
o etto
Responsabile: Dott.ssa Santina Città
Titolo: Profilo cognitivo ed adattivo: confronto tra un campione di
persone con funzionamento intellettivo limite (FIL) e un campione
con disabilità intellettiva (DI) lieve
Obiettivo: Al fine di individuare la po ssibile presenza di indicatori
cognitivi ed adattivi, tipicamente e prevalentemente associati alla
condizione di FIL, la presente ricer ca si pone l’obiettivo di indagare i risultati ottenuti da un campione con diagnosi di FIL e uno
39
con DI Lieve, alla somministrazion e di un reattivo psicometrico e
una scala di adattamento.
Pr 1g
1
o etto
Responsabile: Dott.ssa Anna Maria Torrisi
Titolo: Funzioni attentive nella disabilità intellettiva e ADHD
Obiettivo: Considerando i risultati delle ricerche precedentemente
riportate, con questo studio ci pr oponiamo di analizzare il profilo
cognitivo di bambini con disabilità intellettiva o funzionamento intellettivo limite con e senza ADHD ottenuto alla scala di intelligenza generale e di rilevare alcune funzioni attentive ed esecutive
attraverso la somministrazione di test specifici.
Pr 2g
1
o etto
Responsabile: Dott. Serafino Buono
Titolo: Rappresentazione dell’immagine corporea in donne anzia-
ne con ritardo mentale
Obiettivo: Indagare la rappresentazione della propria immagine
corporea in persone anziane con disabilità intellettiva, attraverso il
confronto con un campione di anziane con inv ecchiamento normale, e un gruppo di anziane con demenza. Evidenziare la presenza di segni distintivi nella rappresentazione della figura umana
di persone anziane con disabilità
intellettiva rispetto agli altri
gruppi. Valutare la eventuale rela zione tra autostima personale di
base e la rappresentazione della propria immagine corporea.
40
Pr 3g
1
o etto
Responsabile: Dott.ssa Vita Mongelli
Titolo: Disabilità intellettiva e disturbi psicopatologici: relazione tra
comportamenti inadeguati e adattamento
Obiettivo: Studio dei disturbi psicopat ologici in persone con disabilità intellettiva e delle relazion i tra comportamenti inadeguati e
abilità sociali ed adattive.
41
L i nea
5
LE MALATTIE GENETICHE con ritardo mentale
Responsabile: Dott. Corrado Romano
La predisposizione familiare all’obesità ha avuto le sue conferme
ed è stata supportata da studi epidemiologici su gemelli e accertata da studi su topi e ratti iperfagi ci. La sostanza id entificata quale
causa principale è la leptina, una proteina prodotta in vari tessuti
e soprattutto nel tessuto adiposo. La leptina è un ormone specifico degli adipociti che regola la massa del tessuto adiposoipotalamico attraverso effetti sulla sazietà. Con l’identificazione del
gene codificante la leptina, gli st udi sull’origine genetica dell’obesità si sono moltiplicati e hanno permesso di individuare alcune
forme di obesità monogenica caus ate appunto da alterazioni del
sistema di regolazione del bilancio energetico in cui la leptina gioca un ruolo fondamentale, ma che vede la partecipazione di altri
fattori favorenti o inibenti, anch ’essi geneticamente determinati.
Altri geni coinvolti nell ’obesità sono il gene codificante il recettore
4 delle melanocortine (melanocor tin- 4-receptor MC4R) posto sul
cromosoma 18, che causa un’obesità ad insorgenza precoce, iperfagia, elevato Body Mass Index
(BMI). Altri geni sono LEPR
(Recettore per la leptina) sul cromosoma 1p31, POMC (Proopiomelanocortina) su cromosoma 2p23, MC4R (Recettore melanocortina) sul cromosoma 18q21.3. L'obesità è un problema diffuso nel ritardo mentale e si verifi ca in diverse anomalie congenite
quali le sindromi di Prader-Willi, Bardet-Biedl, Cohen, la sindrome
di Alstrom, Osteodistrofia di Albright (Pseudoipoparatiroidismo1a),
la sindrome da delezione 2q37, la sindrome di BorjesonForssman-Lehmann, la monosomia 1p36.
La sordità è il deficit sensoriale più frequente che colpisce più di 5
milioni di persone in Italia; 1 ne onato su 1000 oggi presenta alla
43
nascita una sordità profonda o grav e. Tra le sordità genetiche, il
30% fa parte di una condizione si ndromica, in cui la perdita uditiva è associata ad altre anomalie a carico di altri organi e tessuti.
La sordità non sindromica (in cui il deficit uditivo è l'unica manifestazione clinica) è caratterizzata da una grande eterogeneità genetica: sono stati identificati ad oggi c.a 50 geni nucleari: alcuni di
questi (20%) sono a trasmission e autosomica dominante (DFNA),
la maggior parte (70-80%) a tras missione autosomica recessiva
(DFNB), il 5% legata al cromosom a X, e raramente (1%) dovuti a
geni mitocondriali. I geni responsa bili delle ipoacusie sono per lo
più rappresentati da proteine strutturali dell’orecchio interno o
proteine, fra le quali i canali ionici, coinvolte nel meccanismo di
traduzione del segnale uditivo. Mo lti altri geni non sono ancora
stati identificati: per questo mo tivo al momento non sempre è
possibile definire la forma specifica di sordità nei soggetti affetti e
identificare l'alterazione del DNA responsabile della patologia. Ciò
è dovuto, oltre al numero di geni, anche alle grandi dimensioni di
molti di questi geni. I metodi di sequenziamento di DNA negli ultimi 30 anni hanno subito molti miglioramenti sia dal punto di vista
della chimica di sequenziamento, sia per quanto riguarda la strumentazione. I sequenziatori automatici consentono oggi di produrre una quantità di dati consid erevole; tipicamente riescono ad
analizzare migliaia di basi al gi orno. Negli ultimi mesi tuttavia sono apparse sul mercato macchine di nuova generazione in grado
di analizzare milioni di basi. Questi nuovi strumenti offrono la prospettiva di sequenziare interi genomi a costi molto ridotti.
Lo studio delle anomalie strutturali genomiche si è affermato negli
ultimi anni come un potente mezz o per l’identificazione delle cause molecolari alla base del ritardo mentale e delle anomalie congenite multiple. Ciò è dimostrato da l fatto che circa il 15% di tali
soggetti, preventivamente investigat i tramite analisi di cariotipo,
FRAXA e screening dei telomeri, ri sultano positivi all’analisi per
microarray. Questo straordinario successo diagnostico ha permesso di definire nuovi disordini geno mici ricorrenti tramite un’analisi
44
di “reverse phenotypics” nella quale il fenotipo si delinea man mano che si accumula il numero di pazienti caratterizzati da un determinato genotipo. La possibilità tecnica d’investigare l’aspetto
strutturale del genoma ha altresì messo in evidenza che gli sbilanciamenti genomici non sono peculia ri dei soggetti affetti da tali
disordini, ma che si ritrovano anche nella popolazione generale.
Quest’ultimo aspetto, oltre ad ap rire un ampio campo di studio
per la comprensione del contribu to di queste copy number variations (CNVs) nella diversità fenotipi ca e nell’insorgenza di malattie
complesse, pone un serio problema nella diagnostica strutturale
genomica nel campo del ritardo me ntale. Infatti, per ogni sbilanciamento individuato, occorre cerca re di comprendere con svariati
mezzi quali la consultazione di database di popolazione di controllo, analisi bionformatica delle regi oni coinvolte ed ereditarietà degli sbilanciamenti stessi, il loro ruolo biologico nel riarrangiamento. Anche dopo quest’ulteriore analis i, in molti casi la patogenicità
dell’anomalia individuata rimane non accertata con sicurezza. Alla
luce di queste considerazioni, rima ne chiaro come lo studio strutturale whole-genome non possa e ssere applicato alla diagnosi
prenatale fino a quando non siano stati condotti studi molto ampi
di correlazione genotipo-fenotipo. Cionondimeno, gli studi degli
ultimi anni permettono di ipotizza re l’investigazione di determinate regioni genomiche il cui difetto di dosaggio sia stato in maniera
inequivocabile associat o ad un fenotipo patologico, anche in diagnosi prenatale.
Nel corso degli ultimi anni l’uso delle nuove tecnologie, quali l’array-CGH nell’identificazione delle anomalie genomiche strutturali
ha portato una rivoluzione in medi cina molecolare e ha permesso
d’individuare parecchie delle cause molecolari sottostanti al ritardo mentale idiopatico. La parallela scoperta della variabilità strutturale genomica all’interno della popolazione normale, se da un
lato ha aperto un ampio campo di studio nella comprensione della
diversità fenotipica e nelle studio delle malattie complesse, dall’altro rende ostica una sicura co rrelazione genotipo–fenotipo nel
45
corso dello studio dell e cause del ritardo ment ale. In effetti, uno
dei quesiti più frequenti con il qual e si deve confrontare il ricercatore è quello di stabilire se lo sbilanciamento osservato rappresenta un fattore di rischio ad alta pe netranza per il ritardo mentale o,
viceversa, una variante strutturale rara. Risulta chiaro quindi in
queste circostanze come sia nece ssario aumentare la casistica relativa alle copy number variatio ns (CNVs), sia nella popolazione
con ritardo mentale, sia nella popolazione di controllo. D’altro
canto, la descrizione e la mera annotazione delle CNVs senza un’accurata descrizione fenotipica de l soggetto nel quale si siano individuate non consentirebbe una correlazione genotipo–fenotipo
ed un’individuazione dei geni il cui alterato dosaggio genomico sia
responsabile di determinati tratti patologici.
L’array-CGH, cosi come le tecnolog ie volte allo studio dell’assetto
strutturale genomico, è entrato prepotentemente nel corso degli
ultimi anni nell’iter diagnostico per l’identificazione delle cause
molecolari del ritardo mentale e/ o delle anomalie congenite multiple. A fronte dei successi straordinari ottenuti nell’individuazione
delle cause genetiche in molti casi di ritardo mentale idiopatico,
va detto che l’array-CGH resta una metodica molto cara, soprattutto quando spinta ad alta riso luzione. Va inoltre aggiunto che,
viste le ancora scarse conoscenze sulla variabilità genomica nella
popolazione normale, un aumento di risoluzione della tecnica non
è direttamente proporzionale ad un aumento di positività diagnostica per l’incapacità di valutare il significato biologico delle alterazioni identificate. Quest’ultimo è infatti il principale problema che
il ricercatore deve affrontare cond ucendo l’analisi di assetto genomico strutturale. Risulta in ques to contesto evid ente come, per
l’implementazione nel Sistema Sanita rio Nazionale e al di fuori di
un stretto contesto di pura ricer ca, sia necessario stabilire il rapporto costo/beneficio delle piatta forme a varie risoluzione. Nella
corrente pratica diagnostica di un laboratorio di Diagnosi Genetica
occorre quindi valutare la percentu ale di casi che si sarebbero sicuramente risolti con una diagnosi positiva a differenti risoluzioni
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e quanto costerebbe in termini economici il risultato di un’aumentata capacità diagnostica.
Le tecnologie di analisi dell’as setto strutturale genomico hanno
portato negli ultimi anni ad una rivoluzione circa le conoscenze
sulla variabilità del genoma umana. È stato infatti dimostrato come molteplici regioni cromosomic he possano subire delle amplificazioni o delezioni, senza che ci siano apparenti conseguenze fenotipiche sui soggetti portatori. Ci ò dimostra dunque che esistono
regioni del nostro genoma che variano nel numero di copie e dunque nel loro dosaggio genico ne lla popolazione normale. Tali regioni sono definite copy number polymorphisms (CNPs) o copy
number variations poli morfiche. Parecchi stud i in diverse popolazioni di soggetti di controllo hanno evidenziato e annotato tali
CNPs, consentendo un paragone co n quelli riscontrati nei soggetti
con anomalie dello sviluppo al fine di potere individuare quelli con
carattere patogenetico. Purtuttavia, poco si conos ce ancora circa
il ruolo dei CNPs come fattori di suscettibilità nelle malattie complesse. Da un punto di vista formale, queste variazioni del numero
di copie si possono trattare come a lleli genici e se ne può studiare
quindi la frequenza in una determ inata popolazione di controllo.
Nel corso del nostro screening su circa 100 pazien ti con ritardo
mentale tramite array-CGH, abbiam o usato il DNA dei genitori come DNA di riferimento. Ciò ha permesso di accumulare una vasta
serie di CNPs della popolazione siciliana che abbiamo catalogato
ed annotato in un database di va rianti contenente le posizioni genomiche (Build 36), il lo ro contenuto in geni e la loro natura
(amplificazione o delezione). In maniera interessante, circa 80 di
queste varianti sono state ritrov ate in delezione su regioni cromosomiche contenenti geni-malattia. È lecito dunque supporre che
queste varianti rappresentino alleli recessivi o fattori di rischio a
penetranza incompleta della popolazione di controllo.
La biopsia del cavo orale è l’atto chirurgico che consente il prelievo di un campione rappresentativo della mucosa del cavo orale
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che viene di solito sotto posto all’esame istopatologico. Lo schema
procedurale è poco invasivo e be n tollerato dal paziente sia dal
punto di vista sintomatologico sia per i tempi brevi in cui viene
effettuato sia per il post operator io che non presenta, in genere,
effetti avversi. Per tali caratteri stiche, questa metodologia si propone come una valida alternativa alla biopsia cutanea soprattutto
in pazienti con problemi mentali a volte poco colla boranti che devono essere sottoposti a cure odonto iatriche di routine. La sindrome di Down (SD) è la causa ge
netica più frequente di ritardo
mentale ed è il risultato dall’esp ressione genica di un extra cromosoma 21 per una alterazione della normale segregazione cromosomica durante la meiosi. I so ggetti con SD sembrano essere
predisposti a sviluppare alcune caratteristiche della demenza senile in età precoce; infatti, in ques ta patologia si possono riscontrare le stesse lesioni neuropatolog iche (placche amil oidi e grovigli
neurofibrillari) caratte ristiche della malattia di Alzheimer. Questa
predisposizione potrebbe essere do vuta alla presenza in triplice
copia della Proteina Precursore dell’amiloide (APP) che è localizzata proprio nella regione critica per la SD sul cromosoma 21 ma
diversi studi sottolineano come il fenomeno infiammatorio debba
essere ritenuto uno dei meccanismi che contribuiscono alla neurodegenerazione. Nel Sistema Nervos o Centrale una delle citochine
proinfiammatorie meglio studiate è l’interleuchina1 (IL-1), che
viene prodotta prevalentemente dalla componente microgliale.
Griffin et al. nel 1989 hanno dimo strato che una iperespressione
di IL-1 è presente in soggetti con SD e numerosi autori hanno
confermato questa osservazione anche in altre patologie neurodegenerative come la malattia di Al zheimer e la sclerosi multipla.
Inoltre, la terapia con farmaci antinfiammatori sembra far diminuire il rischio di insorgenza di demenza senile. Bisogna ricordare
che l’interleuchin a 1 è una famiglia di tre proteine codificate da
tre geni (IL-1alfa, IL-1beta ed IL-1 ra), localizzati in un cluster sul
cromosoma 2 e che questi geni so no polimorfici. Alcune varianti
alleliche (IL-1A 2 ed IL-1B 2) so no state associate con un’iperespressione di IL-1 e co n un aumento del rischio di sviluppare la
48
malattia di Alzheimer. L’interleuch ina 6 (IL-6) è una citochina multifunzionale, attivata da IL-1, e ssenziale per la regolazione delle
reazioni di fase acuta, per l’emat opoiesi e per la risposta immune;
sono stati identificati numerosi polimorfismi di singola base
(SNPs) che ne possono modificare l’espressione. Uno di questi è
la sostituzione G-174C nel promotore del gene IL-6 che è stata
associata con una diminuzione dei li velli plasmatici di IL-6 ed un
ruolo potenzialmente protettivo del genotipo CC in malattie con
forti componenti infiammatorie come l’artrite reumatoide giovanile
ed il morbo di Crohn. Il TGFß1 è un importante modulatore della
sopravvivenza cellulare, dell’infia mmazione e dell’apoptosi, ed ha
un ruolo centrale nell’immunosoppressione e nei processi riparativi. L’espressione di TGFß1 aument a con l’età, e pertantoè stato
suggerito un ruolo importante per questo fattore neurotrofico nella longevità. Recente mente due SNPs, rispettivamente al codone
+10 (T/C) e +25 (G/C), che influi scono sui livelli di espressione
del TGFß1, sono stati associati con un aumentato rischio di sviluppare la malattia di Alzheimer. D’ altra parte le malattie parodontali
sono patologie a carattere preval entemente infiammatorio, causate principalmente da batteri anaerobi gram negativi contenuti nella placca dentale. Numerosi fattori genetici sono stati messi in relazione con la parodontite; l’IL-1 è stata particolarmente studiata
per il suo ruolo fisiopatologico ne ll'infiammazione, in generale, e
nella parodontite, in particolare. Quindi l’analisi di varianti polimorfiche che influenzano i livelli di citochine coinvolte nel processo infiammatorio può permettere una migliore comprensione di
un fenomeno complesso come la SD a cui partecipano sicuramente diverse componenti genetiche ed ambientali, fornendo al contempo un utile strumento per la programmazione delle cure odontoiatriche in questi soggetti. Sicu ramente un modello cellulare più
accessibile ed utilizzato in numerosi studi che permetta di studiare
gli stessi eventi biochi mici presenti a livello del neurone è il fibroblasto ottenuto da biopsia cutanea. Quindi l’allest imento di linee
cellulari di fibroblasti da biopsia orale in soggetti con sindrome di
Down potrebbe costituire una va lida alternativa ad una procedura
come la biopsia cutanea spesso percepita come molto invasiva.
49
Molti sono i geni coinvolti nella regolazione dei processi di apoptosi. Uno dei meccanismi più conosciu ti di regolazion e apoptotica è
la cascata NF-KB (nuclear factor-k appa B) ed in questo sistema
uno dei geni che semb ra avere un ruolo importante è LDOC1. Un'aumentata espressione di LD OC1 agisce su NF-KB favorendo
l'apoptosi, mentre una sua ridotta espression e svolge una funzione di inibizione sull'apoptosi ste ssa; altri esempi di geni già noti
per il loro coinvolgimento del pr ocesso di morte cellulare programmata sono il TNF-alfa, p53 o geni come gli “inibitori dell’apoptosi” (IAPSs) che agiscono sulle caspasi. La letteratura indica
l'importanza della regolazione ap optotica sia nei processi neurodegenerativi che nella proliferazio ne di neoplasie, infatti quando
viene meno il meccanismo di sorveglianza apop totico, viene facilitato il processo neoplastico; vi ceversa, quando il processo apoptotico è in qualche mo do incentivato, vengono favoriti processi
neurodegenerativi come ad esempi o nella malattia di Alzheimer;
inoltre non bisogna sottovalutare il potenziale ruolo che svolge
l’apoptosi nell’invecchiamento pr ecoce dei soggetti con sindrome
di Down. Oltre ad invecchiament o precoce, i soggetti con sindrome di Down possono sviluppare le caratteristiche della malattia di
Alzheimer in una età precoce risp etto a soggetti Alzheimer senza
trisomia 21. A tal proposito si pu ò ritenere che questi soggetti vadano incontro a processi neurod egenerativi accelerati per la presenza di una copia in più del ge ne APP presente sul cromosoma
21, ma questa ipotesi non è stata del tutto confermata dalla letteratura. Quindi non si può escludere che geni implicati nella regolazione dell’apoptosi possono favori re quei processi bio-molecolari
che portano alla neurodegenerazione tramite l’apoptosi stessa.
Le microdelezioni della region e cromosomica 22q11.2 causano un
fenotipo variabile che include la sindrome di DiGe orge(DG) e la
sindrome velo-cardio-facciale (VCF S). È noto che queste due sindromi rappresentano espressioni c liniche della stessa condizione,
in diverse età. La loro definizione si sovrappo ne a quella di microdelezione 22q11, che è presente in oltre il 95% dei pazienti. Que50
ste due condizioni sono caratteri zzate da cardiopatia congenita,
anomalie del palato, difetto imm unitario, ipocalcemia neonatale,
dismorfie facciali, difficoltà di linguaggio e di apprendimento. La
delezione più comune si estende pe r un’area di 3 Mb, alcuni casi
presentano una delezione di 1,5 Mb e recentemente con la metodologia CGH-array e/o “MLPA” (Mul tiplex ligation-dependent probe amplification) è stato possibile identificare microdelezioni
(<1.5Mb) nella regione 22q11.2 in soggetti affe tti. In questa regione cromosomica “critica” per la DG/VCFS sono stati identificati
numerosi geni, ma è tuttora difficile una correlazione tra caratteristiche cliniche della sindrome con la delezione di uno specifico gene. È più probabile che il fenotipo si a dovuto all’effetto di più geni
nella regione critica. Tra i geni inclusi nella regi one 22q11.2, tuttavia, il gene TBX1 (Zweier et al. 2007, AJHG) è stato recentemente indagato come possibile ca ndidato. Ad oggi, solo poche
mutazioni puntiformi nel gene TBX1 sono state riportate in associazione con la sindrome da de lezione 22q11.2 ed il meccanismo
patogenetico di queste mutazioni rimane tuttora sconosciuto.
Il nostro Istituto si prefigge lo scopo di prendersi cura della persona con ritardo mentale in tutti i suoi aspetti, che variano dalla diagnosi genetica, alla abilitazione motoria, comunicativa e dell'apprendimento e alla diagnosi e cura delle patologie associate. Negli
ultimi decenni si è assistito ad una rapida espansione delle allergie. Anche tra i soggetti da noi
ricoverati si è assistito ad una
sempre maggiore incidenza
de lle malattie allergiche .
L'allergia è una risposta inappr opriata e dannosa dei meccanismi
di difesa dell'organismo verso so stanze altrimenti innocue per i
soggetti non allergici. Il sistema immunitario dell'allergico va in
contro ad una reazione anomala ed esagerata quando entra in
contatto con queste sostanze, i co siddetti allergeni, presenti nell'ambiente in cui viviamo (pollini, acari, muffe, epiteli di animali,
veleno di insetti, nichel, ecc.) o ch e introduciamo co n gli alimenti
ed i farmaci. L'allergia si manife sta con una grande varietà di sintomi, dagli starnuti alla lacrimazio ne, dalla rinorrea alla tosse, dal
51
gonfiore delle labbra alla crisi as matica, dall'orticaria all'angioedema, dall'eczema al prurito, dal vomito alla diarrea fino a sintomi di
estrema gravità quali lo shock anafilattico e l'edema della glottide.
Recenti ricerche hanno messo in ev idenza come il tipo di risposta
immunitaria dei soggetti allergici è caratterizzato dalla prevalenza
dei linfociti di tipo Th2 su quelli di tipo Th1. Per spiegare tale affermazione bisogna puntualizzare che la risposta immunitaria si
compone di una parte cellulare e di una parte umorale. La componente umorale è caratterizzata da produzione di proteine solubili,
tra cui spiccano le immunoglobulin e (anticorpi). In particolare nei
soggetti allergici vi è una iperpr oduzione di immunoglobuline di
tipo E (IgE). Questi anticorpi, a loro volta, hanno la capacità di
indurre la liberazione di numerosi mediatori chimici, tra cui l'istamina, responsabili dei sintomi clinic i tipici dell’allergia. La produzione di immunoglobuline è, a sua volta, regolata dalle cellule del
sistema immunitario (componente ce llulare): i linfociti. Mentre i
linfociti di tipo B sono responsabili diretti de lla produzione di anticorpi, i linfociti di tipo T sono deputati al controllo di tale produzione. Ciò è necessario poiché si a una produzione in difetto che
una in eccesso sono pericolose. A lo ro volta, i linfociti T sono suddivisi in due popolazioni: suppre ssor (deprimono la risposta immunitaria) ed helper (stimolano la risposta immunitaria) .
I linfociti T helper si dividono in linfociti Th1 e Th2. Nel neonato si
ha una prevalente risposta linfocitaria agli stimoli antigenici di tipo
Th2; tale risposta nel tempo divent a sempre di più di tipo Th1, a
causa del continuo contatto con ag enti infettivi che consentono la
maturazione del sistema immunitario. Nei soggetti predisposti all'allergia tale maturazione non avvi ene, per cui la risposta linfocitaria rimane, anche con il crescere dell'età, di tipo Th2. I linfociti
Th2 hanno la capacità di favorire la produzione di immunoglobuline di tipo E da parte dei linfociti B. In questi soggetti, quindi, risulterebbe compromesso il fisiolog ico “switch” del sistema immunitario da un tipo di risposta Th 2 agli stimoli antigenici verso una
risposta Th1, con conseguente pe rsistenza del profilo citochinico
di tipo Th2, correlato all’insorgenza di allergia. Così risulta chiaro
52
come il diverso spettro di citochine secreto da Th1 e Th2 è responsabile dei diversi effetti biologici esplicati da questi due sottogruppi. I Th1 secernono IFNgamma , TNFalfa e IL2, coinvolti prevalentemente nei fenomeni infi ammatori. I Th2 secernono IL4,
IL5 e IL10 maggiormente coinvolte nelle reazioni allergiche.
È noto che i soggetti affetti da si ndrome di Down (DS) vanno incontro frequentemente, sia nella prima che nella seconda infanzia, allo sviluppo di infezioni re spiratorie e/o a patologie autoimmunitarie legate a deficit e/o squilibri del loro sistema immunitario. In questi soggetti fino ad ora l’attenzio ne è stata focalizzata
prevalentemente sul ruol o dei linfociti T, e infatti sono state descritte numerose alterazioni sia qualitative che quantitative
(linfopenia, rapporto CD4/CD8 < 1 per diminuzione dei T-helper,
ridotta risposta dei linfociti T ai mitogeni). Recenti studi hanno
dimostrato che i linfociti B di tran sizione e i linfoci ti B naive sono
severamente diminuiti nei soggetti con DS. Questo potrebbe essere causato da un difetto intrinseco dei linfociti B che ha come risultato il fallimento della generazi one dei linfociti B stessi e di
conseguenza della risposta immunolo gica di tipo “umorale”. Tutto
ciò può far ipotizzare una minore incidenza delle patologie in cui è
coinvolta prevalentemente la risp osta umorale come per le malattie allergiche.
53
Progetti della Linea 5
Pr g
1
o etto
Responsabile: Dott. Francesco Calì
Titolo: Studio caso-controllo e analisi del gene Leptin in pazienti
con ritardo mentale ed obesità
Obiettivo: Individuare ed analizzare 50 pazienti con ritardo mentale e obesità, ad esclusione di pazienti con le forme sindromiche
sopra descritte. Il progetto preved e: (i) lo studio caso-controllo
mediante: un tetranucleotire repeat nella regione 3’ del gene LEP,
l’analisi dei polimorfismi beta 3-AR c.189T> C (p.W64R), c.LEP2548G> A e LEPR c.668A> G (p.Q223R); (ii) l’analisi MLPA per
identificare eventuali delezioni dei geni LEPR, POMC, LEP, SIM1,
MC3R, MC4R. Altro scopo è quello di delineare eventuali anomalie
genetiche che contribuis cono al rischio di ob esità in pazienti con
ritardo mentale.
Pr g
2
o etto
Responsabile: Dott. Francesco Calì
Titolo: L’applicazione della next-gener ation sequencing allo studio
molecolare della sordità non sindromica
Obiettivo: I metodi di sequenziamento di DNA negli ultimi 30 anni
hanno subito molti miglioramenti sia dal punto di vista della chimica di sequenziamento, sia per qu anto riguarda la strumentazione. I sequenziatori automatici co nsentono oggi di produrre una
quantità di dati considerevole; ti picamente riescono ad analizzare
circa migliaia di basi al giorno. Negli ultimi mesi tuttavia sono ap54
parse sul mercato macchine di nuova generazione in grado di produrre milioni di basi. Questi nuov i strumenti offrono la prospettiva
di sequenziare interi genomi a costi molto ridotti.
Scopo del progetto è analizzare
pazienti con ipoacusia nonsindromica analizzando simultaneamente la sequenza dei geni più
noti e utilizzando una piattaforma di sequenziamento di nuova generazione: “Next-generation Sequencing”.
Pr g
3
o etto
Responsabile: Dott. Marco Fichera
Titolo: Studio dell’assetto strutturale genomico tramite array-CGH
in feti con anomalie ecografiche
Obiettivo: Valutazione dell’uso dell’array-CGH a bassa risoluzione
ed arricchito per determinate “disease associated regions” in feti
le cui anomalie ecografiche riscontrate lasciano supporre un’anomalia di sviluppo. L’analisi del cariotipo e dell’array-CGH a bassa
risoluzione verrà fatta a partire dal liquido amniotico. Ogni risultato positivo all’array-CGH verrà confermato tramite analisi CGH ad
alta risoluzione (Agilent 180K) e ne verrà studiata l’ereditarietà
tramite analisi sui genitori; inoltre, ogni sbilanciamento confermato verrà sottoposto ad analisi bioinformatica per quel che concerne il contenuto genico e la sua eventuale identificazione nel set di
individui normali presenti nei database nazionali ed internazionali.
L’analisi array-targeted verrà fatta tramite l’uso della
“Constitutional Chip® 4.0” (Perkin Elmer) ed i relativi software di
analisi. Infine nel corso dei tre anni prevediamo di effettuare lo
screening su almeno 150 feti.
55
Pr g
4
o etto
Responsabile: Dott. Marco Fichera
Titolo: Implementazione di un data base online per le anomalie
genomiche strutturali ed il fenotipo loro associato
Obiettivo: Implementazione di un data base on-line nel quale vari
laboratori nazionali possano immettere e consultare, anche graficamente, i dati molecolari e le caratteristiche dei soggetti con ritardo mentale e/o anomalie congenite multiple, delle CNV causative individuate nel corso del lavoro diagnostico. L’obiettivo finale è
quello di immettere i dati relativi a non meno di 1000 pazienti e di
permettere, quindi, un ampliamento della casistica e la possibilità
di confrontare i dati propri con qu elli degli altri colleghi per una
migliore comprensione delle cons eguenze cliniche delle CNV individuate. Da un punto di vista tecn ico si prevede di usare il server
Web Apache con linguag gio php, mentre per la parte grafica di
rappresentazione del genoma si utilizzerà il software G-browse,
direttamente collegato al database . I dati concernenti le CNV saranno: cromosoma, inizio, fine, natura ed ereditarietà dello sbilanciamento e piattaforma utilizzata. Da un punto di vista clinico, è in
corso la creazione di quadro strutturato d’inserimento fenotipico.
Pr g
5
o etto
Responsabile: Dott. Marco Fichera
Titolo: Valutazione del rapporto costo/beneficio dell’array-CGH ad
alta e media risoluzione nella diagnosi molecolare del ritardo mentale
Obiettivo: analizzare 200 pazienti co n vetrino Agilent 400K, conducendo l’analisi bioinformatica e le valutazioni circa l’ereditarietà
56
delle varianti individuate come probabilmente causative del fenotipo, con le stesse modalità e gli ste ssi criteri usati per le altre due
risoluzioni. Alla fine di questa valutazione sperimentale, ciascuno
degli sbilanciamenti identificati come causativi con le tre risoluzioni descritte sarà rianalizzato in silico per valutare la capacità di
ogni singola risoluzione. Nel corso dell’ultimo anno di questo lavoro, verrà valutato il rapporto co sto/beneficio tenendo conto dei
costi attualizzati a quel momento e delle informazioni scientifiche
allora disponibili.
Pr g
6
o etto
Responsabile: Dott. Marco Fichera
Titolo: Analisi della frequenza allelic a nella popolazione siciliana
delle copy number variation contenenti geni-malattia
Obiettivo: Nel corso di uno screenin g su circa 100 pazienti con
ritardo mentale tramite array-CG H, abbiamo usato il DNA dei genitori come DNA di riferimento. Ciò ha permesso di accumulare
una vasta serie di CNP della po polazione siciliana che abbiamo
catalogato ed annotato in un data base di varianti contenente le
posizioni genomiche (Build 36), il loro contenuto in geni e la loro
natura (amplificazione o delezion e). Come risultato interessante,
circa 80 di queste varianti sono st ate ritrovate in delezione su regioni cromosomiche contenenti ge ni-malattia. È lecito, dunque,
supporre che queste varianti rappresentino alleli recessivi o fattori
di rischio a penetranza incompleta della popolazione di controllo.
Scopo dello studio è valutare la fr equenza di questi alleli in una
popolazione siciliana di 500 contro lli in apparent e buona salute.
Ciò permetterà di stabilire nella nostra popolazione una mappa
dei fattori di rischio gi à conosciuti quali psoriasi, osteoporosi, degenerazione maculare, Alzheimer e Parkinson, di stabilire la frequenza degli alleli recessivi e di progettare studi retrospettivi di
57
correlazione genotipo-fenotipo. L’ analisi delle CNP nella popolazione di controllo verrà effettuata tr amite la costruzione di appositi
kit MLPA (Multiplex ligation prob e amplification) contenente ciascuno 4 regioni da analizzare.
Pr g
7
o etto
Responsabile: Dott. Paolo Bosco
Titolo: Utilizzo della biopsia orale nello studio di fattori genetici
infiammatori legati alla sindrome di Down
Obiettivo: La biopsia del cavo orale è l’ atto chirurgico che consente il prelievo di un campione ra ppresentativo della mucosa del cavo orale che viene di solito sottopos to all’esame istopatologico. Lo
schema procedurale è poco invasi vo e ben tollerato dal paziente
sia dal punto di vista sintomatolog ico sia per i tempi brevi in cui
viene effettuato sia per il post operatorio che non presenta, in genere, effetti avversi. Per queste caratteristiche, la metodologia si
propone come una valida alternat iva alla biopsia cutanea soprattutto in pazienti con problemi mentali a volte poco collaboranti
che devono essere sottoposti a cure odontoiatriche di routine.
Si prevede di arruolare un totale di almeno 150 soggetti affetti da
sindrome di Down ed altrettanti controlli di pari età e sesso. Il
DNA genomico verrà estratto da
sangue venoso periferico. Le
procedure per identificare i polimorfismi del TGF-ß1 saranno basate sulla Polymerase Chain Reacti on (PCR) ed il sequenziamento
diretto dei prodotti amplificati tramite ABI Prism 370. La genotipizzazione di altri polimorfismi se lezionati verrà, ove possibile, effettuata con il sistema Light Cycl er 480 oppure mediante PCR,
con primers specifici e digestione co n enzimi di rest rizione; in alternativa si procederà al sequen ziamento della regione genomica
interessata. L’analisi statistica ve rrà condotta con l’ausilio del software Statview 5 per Macintosh e Windows.
58
Pr g
8
o etto
Responsabile: Dott. Paolo Bosco
Titolo: Valutazione dei processi apopto tici in sogge tti con sindro-
me di Down tramite arrays di espressione e Real-Time PCR
Obiettivo: Tramite la metodica del Re al-Time PCR si studierà l’espressione di alcuni geni come LDOC1 e TNFalfa potenzialmente
coinvolti nei processi apoptotici. A tal fine si procederà all’estrazione di mRNA totale da linfociti di sangue periferico per poi essere convertito tramite retrotrascri zione in cDNA, e quindi eseguire
gli esperimenti di Real-Time P CR con lo strumento LC 480 della
Roche.
Pr g
9
o etto
Responsabile: Dott. Francesco Calì
Titolo: Correlazione genotipo-fenotipo in pazienti con la sindrome
DiGeorge/Velo-cardio-facciale con microdelezione 22q11.2
Obiettivo: Analizzare con MLPA pazi enti nella regione 22q11.2 e
valutare (i) l’ampiezza della delezi one; (ii) identi ficare con MLPA
l’eventuale presenza di microdelezioni nella regione 22q11.2; (iii)
analizzare la presenza di mutazion i nel gene TBX1; (iv) analizzare
mutazioni di delezione del gene TBX1, con metodica MLPA, con
un Kit che sarà messo a punto nel laboratorio in grado di evidenziare eventuali microdelezioni ne lle regioni codificanti del gene
TBX1. L’analisi di correlazione ge notipo-fenotipo verrà infine effettuata su tutti i pazienti positivi per un tipo di delezione o per la
presenza di mutazioni.
59
Pr 0g
1
o etto
Responsabile: Dott.ssa Rosa Pettinato
Titolo: Prevalenza di malattie allergiche in una popolazione di sog-
getti con sindrome di Down
Obiettivo: studiare soggetti con ritard o mentale e soggetti affetti
da DS e valutare la prevalenza de lle patologie di natura allergica
nelle due popolazioni. Un recente studio [8] ha evidenziato una
bassa prevalenza di positività agli skin prick test in bambini affetti
da DS con sospetta rinite allerg ica. Verrà reclutata una popolazione di soggetti affetti da DS (a lmeno 60) con sospetta patologia
allergica, per valutare sia la funzionalità del si stema immucompetente, attraverso l’analisi delle sottopopolazioni linfocitarie, sia i
profili citochinici, per studiare il tipo di risposta immunologica
coinvolta. Le stesse indagini sa ranno effettuate su una popolazione con ritardo mentale (almeno 60) e sospetta patologia allergica.
Tutto ciò servirà a identificare i pr ofili citochinici (Th1 o Th2) nelle
due popolazioni.
60
L i nea
6
RITARDO MENTALE ED INVOLUZION E CEREBRALE: aspetti biologici e clinici, preventivi ed endocrino-metabolici
Responsabile: Prof. Antonio Lanzone
La presente linea di ricerca si pr opone di individuare possibili fattori di rischio biologico e ambien tale ed endocrino-metabolico correlabili allo sviluppo di diverse forme di handicap mentale. La linea si articola in cinque sottoprog etti, ognuno dei quali è caratterizzato da alcuni punti coerentement e specifici, volti allo studio di
molteplici condizioni favorenti patologie mentali che abbracciano
l’intero arco temporale della vita dell’individuo, dal concepimento
all’età avanzata.
Obiettivi
In questo progetto ci proponiamo di indagare l’influenza di alcuni
importanti sostanze es ogene ed endogene su lle primissime fasi
del processo riproduttivo e su l successivo sviluppo del concepimento. È noto, infatti, che l’accurato e coor dinato susseguirsi degli eventi che portano alla fecondazione dell’ovocita da parte dello
spermatozoo ed il successivo impi anto sono momenti cruciali per
un buon outcome riproduttivo. La follicologenesi, la funzionalità
luteale, la recettività endometria le e la successiva placentazione
sono tutti step essenziali – e finemente controllati – che collaborano all’ottenimento della gravidan za. Importanti patologie sociali
quali il ritardo mental e ed il ritardo di sv iluppo trovano un momento patogenetico cruciale fin dalla fase preconcezionale e le
successive prime fasi di sviluppo embrionale. Partendo da questi
presupposti, appare evidente l’importanza di uno studio approfondito sia della fisiopatologia del processo riproduttivo, sia dell’eventuale interferenza in questi processi da parte di agenti endogeni
61
ed esogeni cui l’organismo vien e quotidianamente esposto. In
questo ambito verranno condotti st udi in vitro su colture primarie
umane di cellule del trofoblasto (placenta), cellule endoteliali del
cordone ombelicale (marker di orig ine fetale), cellule di decidua
endometriale (impianto embrionale), cellule luteiniche (condizioni
biologiche preimplantatorie). Su questi modelli saranno testate le
influenze di inquinanti ambientali, connessi con alterazioni anche
del prodotto del concepimento, di condizioni endogene modificanti la finestra di impianto e di fattori endocrino-metabolici che impattano con la funzione placentare e dell’impianto.
Agli studi in vitro sono affiancati studi in vivo sulle correlazioni
biologiche tra stress e riproduzio ne. La risposta dell’organismo
femminile allo stress si articola in maniera estremamente complessa, andando a coinvolgere molteplici circuiti psico-neuroendocrini e mirando a ristabilire l’ omeostasi. I meccanismi adattativi con finalità comp ensatorie possono tutta via esitare in una
condizione di scompenso e squilibrio, con marcate ripercussioni
sulla funzionalità del sistema riproduttivo. Una condizione emblematica è rappresentata dalle alterazioni dell’equilibrio tra introito e
spesa energetica: la regolazione de l sistema riproduttivo, il bilancio tra l’accumulo e la spesa energetica e, quindi, il mantenimento
di un normale peso corporeo e de lla fertilità sono reciprocamente
collegati attraverso un complesso circuito neuro-endocrino ipotalamico. Infatti, condizio ni di eccesso o di di fetto della massa corporea rappresentano in diversi st ati patologici il primum movens
e/o il fattore aggravante delle disf unzioni riproduttive. La sindrome dell’ovaio policistico (PCOS), in tale ambito, costituisce un
quadro particolarmente esemplific ativo. In particolare saranno esaminate le connessi oni tra sistema endocr ino-metabolico ed effetti dello stress su alcune determ inanti specifiche quali l’outcome
della gravidanza, l’outcome fetale , i markers metabolici correlabili
con il ripristino della funzione riproduttiva, gli interventi medici in
funzione di modifiche dell’ambiente endogeno-endocrino e il miglioramento della funzione dei ci rcuiti neuroendocrini. L’ambito
62
generale della presente linea si muove nel senso di individuare dei
target critici su cui esercitare un intervento in senso preventivo.
L’assetto endocrino-metabolico e va scolare riveste un ruolo di primaria importanza anche nel determinare la morbilità legata a stati
il cui ritardo mentale si sia già instaurato: in condizioni di ritardo
mentale dovuto ad alterazioni cromosomiche (sindrome di Down e
di Prader-Willi) o a demenza senile (morbo di Alzheimer). L’obiettivo di questo progetto è quello di individuare markers legati sia
alla progressione e aggravamento de lle suddette sindromi, sia alla
qualità di vita dei soggetti affetti . In tal senso, l’analisi della funzione endoteliale riveste una partic olare rilevanza dal punto di vista degli interventi in senso prev entivo e anche patogenetico. Anche il rischio metabolico osseo assume una particolare rilevanza
sulla qualità di vita e sarà studiato in funzione di alcune varianti
genetiche e metaboliche. Infine, come parte specifica del progetto
connesso con la riproduzione, verrà riesaminato alla luce delle più
recenti acquisizioni la funzione ovarica in pazi enti con sindrome di
Down in età riproduttiva.
• La prevalenza dell’incidenza de l morbo di Alzheimer (AD) nelle
donne ha focalizzato l’attenzione sul possibile ruolo degli ormoni
femminili, gli estrogeni, la cui produzione diminuisce drasticamente con la menopausa. Numerosi studi su modelli animali
hanno rivelato gli effetti benefici del trattamento estrogenico sul
rimodellamento sinaptico nell’ip pocampo e nella neocorteccia
così come le sue capacità neurop rotettive. In particolare, è stata
ipotizzata l’esistenza di una fine stra temporale critica, coincidente con la transizione menopausal e, entro la qual e gli estrogeni
manifestano i loro effetti positivi mentre oltre la quale diventano
inefficaci. Attraverso quali mecca nismi l’estrogeno possa esercitare una protezione in AD non è chiaro. Gli obiettivi che si pone
il progetto sono: da un lato, iden tificare famiglie geniche o particolari pathway regolatori che po ssano essere associati a possibili
effetti benefici e/o protettivi degli estrogeni ed eventuali markers
63
correlati sia a stati fisiologici, come la menopausa, sia a stati patologici, come la demenza e, dall ’altro, caratterizzare la funzione
di tali geni creando, eventualmente, modelli sperimentali adatti a
tale scopo (topi KO e/o transgenic i). Gli step previsti dal progetto intendono studiare:
• gli effetti in vitro di due ftalati, il DEHP e il suo metabolita MEHP
e dei fenoli BPA e il NP su coltur e primarie di cellule luteali ed
endometriali umane;
• gli effetti di DEHP, MEHP, BPA e
NP sulla funzione luteale in
vitro; l’effetto di DEHP, di MEHP , di BPA e NP sulla funzione endometriale umana in vitro;
• gli effetti di DEHP, di MEHP, di BPA e NP sulla maturazione ovocitaria e sullo sviluppo embrionale;
• l’espressione della PROK1 e PROKR1 nell’endometrio eutopico di
pazienti con endometriosi e la lo ro regolazione in vitro da parte
degli ormoni steroidei;
• gli effetti di DES ed OB sulla pr oduzione di P e di alcuni importanti regolatori della funzione luteale, quali VEGF, PGE2 e PGF;
• l’effetto in vitro su cellule di tr ofoblasto umano (TCs) e su cellule
endoteliali estratte dalla vena ombelicale umana (HUVEC) di due
diversi tipi di ipossia;
• gli effetti del trattamento combin ato anti-insulinemico sul metabolismo glicoinsulinemico in pazienti con PCOS;
• gli effetti dell’attività fisica nella sindrome dell’ovaio policistico;
• l’uso di anti-insulinemici in gravidanza;
• correlazioni con l’outcome fetale e neonatale
• caratteristiche della funzione endoteliale nel morbo di Alzheimer;
• il ruolo dell’ormone anti-müllerian o nella fisiopatologia della funzione ovarica in donne affette da sindrome di Down in comparazione con donne normo-ov ulatorie e pazienti affette da altre disfunzioni ovulatorie;
• le relazioni tra Ghrelin – Adipochine (leptina, adiponectina, resistina) e Metabolismo Osseo nei soggetti Down.
64
Nel sottoprogetto relativo al ruol o dei marcatori biochimici nei
meccanismi fisiopatologici della ne uro-infiammazione e alle implicazioni per la prevenzione del danno neuronale, ci si propone di:
1) identificare nuovi meccanismi fisiopatologici nel danno cerebrale a seguito di somministrazione di LPS;
•
identificare l’eventuale region alizzazione della risposta infiammatoria in aree critiche del sistema nervoso centrale, al
fine di sviluppare approcci farmacologici “mirati”;
•
monitorare in acuto ed in cron ico specifici ma rkers di danno
cerebrale in diversi fluidi biol ogici e correlarli con il quadro
anatomo-patologico del sistema nervoso centrale e con alterazioni della funzione cerebrale (memoria, apprendimento.
2) Valutare l’effetto antiossidant e ed anti-infiammatorio di polifenoli (oleoeuropeina, idrossitirosolo, oleocantale e acido protocatecuico) contenuti nell’olio extravergi ne di oliva, le cui proprietà anti-infiammatorie ed anti-ossidant i sono state ampiamente dimostrate. Tale approccio farmacolog ico sperimentale verrà monitorato sia in termini di prevenzione del danno cerebrale che in termini
terapeutici. Per validare la nostra ipotesi in questo specifico obiettivo prenderemo in esame i parametri monitorati nell’obiettivo 1.
65
Progetti della Linea 6
Pr g
1
o etto
Responsabile: Prof. Antonio Lanzone
Titolo: Studio di fattori paracrini nell’impianto e nella funzione pla-
centare: relazioni con la prevenzione del ritardo mentale
Obiettivo: Le cause più importanti di ritardo mentale sono rappresentate da anomalie genetiche e da tutte quelle noxae patogene
in grado di alterare il decorso fi siologico di una gravidanza e soprattutto il normale sv iluppo fetale. Particolare attenzione è stata
data alla prevenzione dell’handicap mentale attraverso modelli di
ricerca in epoca preconcezionale e prenatale che comprendono lo
studio di differenti condizioni fisi opatologiche del tratto riproduttivo femminile e del compartimento materno fetale. La funzionalità
luteale, la recettività endometria le e la successiva placentazione
sono tutti step essenziali - e fine mente controllati - che collaborano all’ottenimento della gravidanza.
Pr g
2
o etto
Responsabile: Prof. Antonio Lanzone
Titolo: Stress e riproduzione: correlazioni con la prevenzione pre-
gestazionale del ritardo mentale
Obiettivo: Il progetto rappresenta la prosecuzione di una linea ormai consolidata da tempo tra le a ttività caratterizzanti la ricerca
dell’unità operativa. Le premesse teoriche descritte negli anni precedenti si possono così riassume re. La risposta dell’organismo
femminile allo stress si articola in maniera estremamente complessa, andando a coinvolgere molteplici circuiti psico-neuro66
endocrini e mirando a ristabilire l’ omeostasi. I meccanismi adattativi con finalità comp ensatorie possono tutta via esitare in una
condizione di scompenso e squilibrio, con marcate ripercussioni
sulla
funzionalità
del
sistema
riproduttiv o.
Una condizione emblematica è rappr esentata dalle alterazioni dell’equilibrio tra introito e spesa en ergetica: la regolazione del sistema riproduttivo, il bila ncio tra l’accumulo e la spesa energetica e,
quindi, il mantenimento di un no rmale peso corporeo e della fertilità sono reciprocamente collegati attraverso un complesso circuito neuro-endocrino ipotalamico. Infa tti, condizioni di eccesso o di
difetto della massa corporea rappre sentano in diversi stati patologici il primum movens e/o il fatt ore aggravante de lle disfunzioni
riproduttive.
La sindrome dell’ovaio policistico (PCOS), in tale ambito, costituisce un quadro particolarmente esem plificativo. Circa il 50% delle
pazienti con PCOS presenta obes ità e alterazioni metaboliche.
L’iperinsulinemia e l’insulinoresist enza che peraltro vengono spesso riscontrate anche nelle donn e PCOS normopeso giocano un
ruolo centrale nella patogenesi della sindrome. Le alterazioni dell’assetto lipidico sembrano essere alla base dell’ eccesso di massa
grassa soprattutto a livello addo minale e della riduzione della
massa magra, presenti anche nelle pazienti con PCOS non obese.
In tale sindrome lo stress meta bolico, oltre a ripercuotersi sul
quadro endocrino-riproduttivo, cost ituisce un fattore di rischio per
sequele a lungo termine, ed in particolare per lo sviluppo di ipertensione, diabete di tipo II e patologie cardiovascolari .
I nostri studi tendono a ricercare nuove forme di trattamento e
osservazione della donna, viste le importanti implicazioni cliniche
e socio-economiche che tali cambiamenti possono determinare.
67
Pr g
3
o etto
Responsabile: Dott.ssa Rosa Maria Cento
Titolo: Aspetti endocrino-metabolici in patologie genetiche asso-
ciate con il ritardo mentale e l'invol uzione cerebrale: sindrome di
Down, sindrome di Prader-Willi, si ndrome di Angelman e malattia
di Alzheimer
Obiettivo: Il presente progetto si sviluppa in diversi filoni:
A) Regolazione metabolica dei livelli di resistin a nei pazienti affetti
da Sindrome di Prader Willi; B) Funzione endoteliale e resistina
nei pazienti affetti da Sindrome di Prader Willi; C) Caratteristiche
della funzione endoteliale e card iovascolare nella sindrome di
Down; D) Ghrelin - Adipochine (lep tina, adiponectina, resistina) e
Metabolismo Osseo nei soggetti Down; E) Ruolo dell’ormone antimülleriano nella fisiopatologia della funzione ovarica in donne affette da Sindrome di Down; F) Adipochine, Ghrelin e metabolismo
osseo nella Sindrome di Angelman; G) Caratteristiche della funzione endoteliale nel morbo di Alzheimer.
Pr g
4
o etto
Responsabile: Dott. Paolo Bosco
Titolo: Aging, steroidi sessuali femminili e neurodegenerazione
Obiettivo: Gli estrogeni promuovono la sopravvivenza neuronale e
proteggono da eccitotossicità e st ress ossidativo. Numerosi studi
su modelli animali hanno rivelato gli effetti benefici del trattamento estrogenico (17-ß estradiolo/E 2) sul rimodellamento sinaptico
nell’ippocampo e nella neocorteccia così come la sua capacità di
ridurre la generazione di placche Aß-amiloide. Inoltre E2 stimola i
neuroni colinergici, modula la si ntesi di proteine coinvolte nella
68
morte cellulare ed esercita un’az ione antinfiammatoria. Queste
evidenze hanno suggerito che E2 potesse avere un efetto nel prevenire e/o ritardare la comparsa e lo sviluppo della malattia di Alzheimer (AD) e di altre patologie neurodegenerative legate all’invecchiamento. I meccanismi che re golano la neuroprotezione da
estrogeno non sono ancora comp letamente compre si comunque
alcuni candidati sono stati identificati. Esiste una estensiva letteratura che suggerisce un ruolo impo rtante della disfunzione mitocondriale e del danno ossidativo ne lla patogenesi di AD. Un meccanismo putativo degli effetti ne uroprotettivi dell’estrogeno è la
regolazione della famiglia proteica Bcl-2 a cui appartengono importanti proteine regolatorie del processo apoptotico mitocondriale. La famiglia Bcl-2 include infa tti sia proteine anti-apoptotiche
(Bcl-2, Bcl-XL e Bcl-w) che pro-ap optotiche (Bax, Bak, Bad, Bik,
BNIP3, Bid e Bim). Up-regolazione di proteine anti-apoptotiche,
quali Bcl-2 e Bcl-XL, o down-reg
olazione della proteina proapoptica Bad possono contribuire agli effetti protettivi di E2.
Pr g
5
o etto
Responsabile: Dott. Paolo Bosco
Titolo: Ruolo dei marcatori biochimici nei meccanismi fisiopatologici della neuroinfiammazione: implicazioni per la prevenzione del
danno neuronale
Obiettivo: Valutare tale regionalizza zione del danno a seguito di
somministrazione di lipopolisaccari de (LPS) e come sia possibile
intervenire farmacologicamente in maniera “mirata” nel prevenire
o trattare tale danno. Obiettivo 1: identificare nuovi meccanismi
fisiopatologici nel danno cerebrale a seguito di somministrazione
di LPS; identificare l’ eventuale regionalizzazione della risposta infiammatoria in aree critiche del sistema nervoso centrale al fine di
sviluppare approcci farmacologici “m irati”; monitorare in acuto ed
69
in cronico specifici markers di dann o cerebrale in diversi fluidi biologici e correlarli con il quadro
anatomo-patologico del sistema
nervoso centrale e con alterazioni della funzione cerebrale
(memoria, apprendimento) (vedi Fase I del progetto). Obiettivo 2:
valutare l’effetto antiossidante ed antinfiammatorio di polifenoli
(oleoeuropeina, idrossitirosolo, oleocantale e acido protocatecuico) contenuti nell’olio ex travergine di oliva, le cui proprietà antinfiammatorie ed antiossidanti sono state ampiamente dimostrate.
70
RICERCA FINALIZZATA
R F2 005
Responsabile: Prof.ssa Bianca Maria Marchetti
Titolo: Biotecnologie innovative nel danno, rigenerazione e terapia
delle patologie neurodegenerative
Codice identificativo: RF-AOM-2005-157184
Obiettivo: Caratterizzare il ruolo dell’infiammazione nella degenerazione e rigenerazione/riparazione del tessuto nervoso
per sviluppare terapie farmacologic he/cellulari volte a contrastare
la morte neuronale, rimpiazzare neuroni perduti, innescare la neurogenesi, con particolare attenzione al ruolo dei fattori genetici,
ambientali e ormonali in model li sperimentali di patologie neurodegenerative, usando sistemi di in dagine innovativi sia in vivo che
in vitro per test farmacologici, pe r l’impianto localizzato di cellule
neuronali staminali, caratterizzare marcatori di malattia finalizzati
alla prevenzione, diagnosi e terapia.
R F2 006
Responsabile: Dott. Sebastiano Antonino Musumeci
Titolo: Approccio multidisciplinare alla fisiopatologia della epilessia
nella Sindrome FRAX
Codice identificativo: RF-AOM-2006-361222
71
Obiettivo: Indagare i meccanismi di base dell’epilessia nel topo
knockout (KO) per il gene FMR1, un modello validato di sindrome
del cromosoma X-fragile allo scopo di individuare le alterazioni
neurobiologiche da sfruttare come possibili target farmacologici
innovativi nella terapia della sindrome e dei disturbi epilettici ad
essa associati. In particolare studieremo: 1) il ruolo della proteina
FMRP (mancante nella sindrome FRAX) nella patogenesi dell’epilessia sia nel topo FMR1-KO, che in altri modelli murini di epilessia; 2) il ruolo dei recettori metabotropici per il glutammato
(mGlu) nell’induzione e nel mantenimento delle crisi epilettiche;
3) l’espressione differenziale di proteine nei topi FMR1 KO con
metodiche di proteomica; 4) eventuali alterazioni istopatologiche
nelle aree coinvolte nei circuiti epilettici attivati nella sindrome
FRAX.
RF2007
Responsabile: Dott. Marco Fichera
Titolo: Genomic structural variation studies in mentally retarded
and normal individuals in Italy
Codice identificativo: RF-AOM-2007-636538
Obiettivo: L’obiettivo principale del progetto è la caratterizzazione,
in termini di frequenza, ampiezza e natura, nella popolazione italiana normale (500 soggetti da Lombardia, Toscana e Sicilia), di
tutte le copy number variations trovate durante lo screening su
pazienti con ritardo mentale, mai descritte come varianti benigne
né patogeniche dalla comunità scientifica internazionale. La necessità di tale caratterizzazione è rafforzata ulteriormente dalla
sfida per la citogenetica rappresentata dall’interpretazione dei risultati all’array-CGH eseguiti in setting clinico-diagnostici.
72
R F2 007
Responsabile: Dott. Corrado Romano
Titolo: Obesity and intellectual disability: diagnostic and therapeu-
tic flow chart
Codice identificativo: RF-AOM-2007-633254
Obiettivo: L’obiettivo principale del progetto è delinerare un flow
chart diagnostico e terapeutico pe r le persone con obesità e disabilità intellettiva. Gli obiettivi secondari sono: 1) Flow chart diagnostico e terapeutico per person e con obesità e disabilità intellettiva senza che sussistano condiz ioni genetiche e specifiche; 2)
Flow chart diagnostico e terapeutico per persone con s. di PraderWilli syndrome; 3) Flow chart diagnostico e terapeutico per persone con s. di Down e obesità; 4) Flow chart diagnostico e terapeutico per persone altre sindromi, obesità e disabilità intellettiva. Dipendentemente dal numero di pe rsone, tali flow chart saranno
personalizzati secondo l’età (cioè, bambini, adolescenti, adulti).
73
PROGETTI ISS
2005
Responsabile: Dott. Corrado Romano
Titolo: Valutazione costo/beneficio nell’utilizzo di Multifish subtelo-
merica, CGH metafisica e array-CGH nella diagnostica genetica del
ritardo mentale
Codice identificativo: Convenzione n. 526/A26
Obiettivo: 1) Incremento della percentuale dei pazienti con diagnosi genetica sottostante il RM; 2) Comparazione di MultiFISH,
CGH metafasica e Array CGH per quanto riguarda la capacità diagnostica, il costo e la eventuale complementarietà di uso;
3) Correlazioni genotipo-fenotipo.
2006
Responsabile: Dott. Corrado Romano
Titolo: Family training nel ritardo mentale: due modelli, la sindrome di Angelman e la sindrome di Prader-Willi
Codice identificativo: Convenzione n. 534 N/121
Obiettivo: Promuovere la disponibilità dei familiari di una persona
con RM a collaborare efficacemente nell’azione di recupero e nella
prosecuzione degli interventi da realizzare a casa; Favorire una
visione realistica della situazione del congiunto con RM sia nei ge74
nitori sia nei fratelli, che comprenda un’adeguata accettazione e la
comprensione dei suoi deficit e de lle sue capacità; Migliorare le
capacità pedagogiche dei genitori e le loro strate gie educative al
fine di intervenire adeguatamente con il figlio per l’acquisizione
delle competenze inerenti l’autonomia e l’adattamento socioambientale e per la gestione dell e condotte problematiche; Favorire il superamento dei pr oblemi (di personalità dei singoli familiari,
di coppia o basati su vissuti e atteggiament i disfunzionali) che
condizionano negativamente l’intervento con il figlio; Creare una
rete di supporto nel territorio; Fa vorire la continuità degli interventi realizzati in Istituto e quelli da realizzare nel proprio territorio.
2007
Responsabile: Dott. Corrado Romano
Titolo: Usefulness of 244K array-CGH
in the ascertainment of
Cryptic Chromosomal Rearrangemen ts in Mental Retardation and
Autism
Codice identificativo: Convenzione n.526 D/46
Obiettivo: Indagare:
1) la percentuale di CCRs ne l campione con Ritardo Mentale
(RM) e Disturbi dello Spettro Autistico (ASD);
2) l’influenza del “fenotipo cromosomico” nell’accertamento
delle CCRs nel RM e negli ASD;
3) identificazione di nuovi geni coinvolti nel RM e negli ASD
4) identificazione delle regioni genomiche coinvolte nei riarrangiamenti ricorrenti;
5) conoscenza più a pprofondita delle CNVs nel RM, negli ASD e
nella popolazione generale.
75
2007
Responsabile: Prof.ssa Bianca Maria Marchetti
Titolo: A multidisciplinary approach to test the therapeutic poten-
tial of neural stem cell transplant ation in preclinical mouse models
of Parkinson’s disease
Codice identificativo: Codice: N. PS. Neuro ex art. 56/05/6
Obiettivo: a) valutare l’efficacia tera peutica del trapianto di CSN
adulte e embrionali nella MP murina in tre differenti modelli transgenici nella via Ras-ERK lesion ati con trattamento con MPTP e
con 6-OH DA; b) valutare l’effica cia terapeutica de l trapianto di
CSN nella LID; c) correlare i dati isto-patologici e neurochimici con
l’entità del processo neuroinfiamm atorio ai diversi tempi pre-post
trapianto per identificare adeguate finestre terapeutiche.
2007
Responsabile: Dott. Raffaele Ferri
Titolo: Reliability and efficacy of the current diagnostic approach
in narcolepsy and search for new genetic markers
Codice identificativo: Convenzione N.526D/45
Obiettivo: Seguire un protocollo diagno stico clinico e di laboratorio esaustivo in due gruppi di pazienti con EDS (uno con Narcolessia/Cataplessia, l’altro con s. da apnee ostruttive nel sonno). L’obiettivo principale sarà quello di determinare un subset di interventi diagnostici in grado di discriminare questi due gruppi tra di
loro. Ciò ridurrebbe al minimo il carico delle procedure digagnostiche necessarie per una corretta diagnosi delle persone con EDS
76
dovuta a Narcolessia/Cataplessia. Al contempo, prevediamo di
valutare con metodologie genetico -molecolari avanzate (gene microarray) l’eventuale coinvolgimento di geni nella patogenesi della
Narcolessia/Cataplessia e i suoi tr atti caratteristici, nella fattispecie, livelli diminuiti di Hcrt. Di fatto, nonostante la ripetuta conferma di questo tratto biochimi co, le basi genetiche rimangono
sconosciute.
77
PROGETTI TELETHON
2007
Responsabile: Dott. Sebastiano Antonino Musumeci
Titolo: Clinical, neuroradiological and histochemical study of con-
genital muscular dystrophy with mental retardation
Codice identificativo: Codice: GUP030558
Obiettivo: Lo scopo dello studio e ra ccogliere informazioni cliniche, di risonanza magnetica e is topatologiche dettagliate in un
ampio gruppo di pazienti con CM D e Ritardo Mentale (RM). Nella
fattispecie: 1) analizzare lo spettro di risultati clinici, di risonanza
magnetica e istopatologici nelle forme di CMD e RM che possono
essere testate geneticamente; 2) analizzare la prevalenza delle
altre forme di CMD e RM con tratti distintivi aggiuntivi in letteratura, per es., la forma di ipoplasia cer ebellare e l’ipertrofia degli arti
inferiori ecc.; 3) indagare altre po ssibili forme con tratti distintivi
non descritti in precedenza.
2008
Responsabile: Dott. Marco Fichera
Titolo: High resolution array-CGH and gene expression analysis in
autism spectrum disorders
Codice identificativo: Codice: GGP08226
79
Obiettivo: Lo scopo di questo progetto è valutare il ruolo degli sbilanciamenti genomici criptici co me causa dei Disturbi dello Spettro Artistico (ASD). Saranno adop erate analisi di Genome-wide e
array- CGH e l’espressione genica per comprendere meglio le cause molecolari degli ASD. Analisi di una coperte di 280 pazienti con
autismo attraverso l’array-CGH per rilevare copy number variations criptiche che potrebbero so ggiacere alla malattia. L’espressione genica in silico, e l’analisi statistica potrebbero permetterci
di raggiungere i nostri obiettivi.
80
PROGETTI EUROPEI
2005-2008
Responsabile: Dott. Serafino Buono
Titolo: POMONA I and POMONA II- Health indicators for people
with intellectual disability: Using an indicator set
Obiettivo: In tutta Europa, il rilevamento degli indicatori della salute, condotto comunemente tramit e indagini specifiche, è circoscritto alla popolazione generale . Le persone con disabilità intellettiva (DI) sono, infatti, ampiamen te escluse da queste indagini e
l’informazione riguardante la loro condizione di salute viene raccolta tramite scale valutative ridotte , al di fuori dei progetti di ricerca specifici. La maggior parte dei risutati di questi studi rivela
come la salute di pe rsone con DI sia peggio re rispetto a quella
della popolazione normale e come l’accesso alle strutture sanitarie
sia per loro limitato.
In assenza di progetti di ricerca di più ampio respiro, è difficile
fare confronti sia tra le persone con DI e la popolazione generale,
sia tra gli sessi disabili nei differenti Stati Membri.
Grazie al progetto di Ricerca denominato “ POMONA 2 - Health in-
dicators for people with intellect ual disability: Using an indicator
set”, in ciascun Paese membro ve rranno raccolti e confrontati i
dati relativi alla salute e alle co ndizioni di vita e di salute delle
persone con DI atti ad evidenziare i bisogni reali di questa popolazione.
81
Dal 200 6
Referente: Salvatore Cantale
Titolo: WIMAX extension to isolated research data networks
(acronimo: WEIRD)
Obiettivo: Nel 2006 il nostro IRCCS è en trato a far parte, come
partner, in un progetto denominato WiMax Extension to Isolated
Research Data networ ks. Acronimo: (WEIRD ) nell’ambito del VI
Programma Quadro dell’Unione Europea.
Si tratta di un progetto relativo all’innovazione tecnologica in ambito europeo, dove il nostro Istituto è coinvolto come testbed, vale a
dire utente per la sperimentazi one del progetto nel campo delle
telecomunicazioni.
Lo scopo principale della parteci pazione dell’IRCCS Associazione
Oasi Maria SS. al progetto WEIRD è quello di poter creare una rete
regionale di servizi sanitari (teleconsulto, assistenza remota dei pazienti, formazione dei centri satelliti e delle famiglie dei pazienti).
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PROGETTI MIUR
2006
Responsabile: Dott. Paolo Bosco
Titolo: Determinanti molecolari della degenerazione neuronale co-
me bersagli di farmaci neuroprotettivi innovativi
Codice identificativo: 105/04
Obiettivo: Studio dei determinanti mol ecolari coinvolti nella degenerazione neuronale utilizzabili come bersagli di farmaci neuroprotettori innovativi per la terapia de lla malattia di Alzheimer; identificazione di molecole farmacologiche attive nella terapia delle malattie neurodegenerative; valutazi one di possibili nuovi farmaci
utilizzabili per la terapia della corea di Huntington.
83
ALTRI PROGETTI
2005
Responsabile: Dott. Rosario Sebastiano Spada
Titolo: Studio di coorte su dieta mediterranea e genetica nelle
malattie dell’invecchiamento
Obiettivo: Progetto di ricerca svolto in collaborazione con l’INSERM E 00-14 e con l’Università Henri Poincarè di Nancy, Francia.
Dal punto di vista demografico i pa esi occidentali, e in particolare
l’Italia, sono caratterizzati da un progressivo invecchiamento della
popolazione. Questo processo co mporta già ora, ma sempre di
più nei prossimi anni, un impatto così importante dal punto di vista socio-sanitario (aumento dell e patologie cronico-degenerative
età-correlate, aumento dei disabili, aumento della spesa sanitaria
e previdenziale) da rappresentare un’autentica emergenza da affrontare in tempi brevi. È in ques t’ottica che si in serisce il nostro
progetto. È noto, infatti, che lo stile di vita (tipo di alimentazione,
abitudini voluttuarie e attività fi sica) svolge un ruolo importante
sia sulla possibilità di “invecchiare bene” sia sull’insorgenza e l’evoluzione delle malatti e cronico-degenerative e metaboliche dell’età geriatrica; inoltre le caratterist iche genetiche di ciascun individuo sono altrettanto importanti ne l proteggere o facilitare l’insorgenza di queste patologie e ne l determinare un buono o cattivo
invecchiamento.
Il nostro studio, propon endosi di analizzare il rapporto fra alimentazione, genetica e malattie de ll’invecchiamento, può apportare
un importante contributo alla conoscenza, prevenzione e cura delle malattie cronico-degenerative età-correlate e quindi alle problematiche correlate all’invecchiamento della popolazione.
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2006
Referente: Salvatore Cantale
Titolo: Progetto Larga Banda (Rete GARR)
Obiettivo: Progetto di infrastruttura comune di rete, per facilitare
la cooperazione tra i vari IRCCS, il Ministero della Salute e le altre
comunità scientifiche multidiscip linari che interoperano sulle reti
della ricerca internazionale. Un pr ogetto importante e significativo
che rappresenta per le comunità scientifiche un valido strumento
di supporto, di informazione e di interazione tra i vari ricercatori.
Grazie a questa rete, gli ospedali avranno infatti la possibilità di
utilizzare una rete a banda larga capace di trasportare velocemente dati e immagini in massima risoluzione; saranno quindi possibili
applicazioni di telemedicina, come ad esempio cartelle cliniche telematiche, interventi di chirurgia a distanza, teleradiologia, telecardiologia, ma anche opportunità concrete di scambiare informazioni e idee tra i ricercatori italiani , europei e di tutt o il mondo. Il
Progetto ha lo scopo primario di progettare, implementare e operare una infrastruttura di rete atta a fornire alla comunità scientifica ed accademica italiana gli st rumenti di comunicazione idonei
allo svolgimento delle proprie attivi tà istituzionali di ricerca e insegnamento in ambito nazionale ed internazionale. Il nostro IRCCS
fa parte, in qualità di Polo di E ccellenza, del Progetto di connettività IRCCS alla Rete GARR, in ca rico alla Direzione Generale per i
Sistemi Informativi del Ministero della Salute ed ha partecipato a
due workshop e, come membro del gruppo di coordinamento del
progetto, a sei incontri per l’ana lisi dei requisiti e per l’implementazione dell’infrastruttura. È già st ato realizzata l’infrastruttura di
collegamento dei vari IRCCS e, anch e se in fase sperimentale, sono stati implementati alcuni serv izi come multivideoconferenza e
servizi di rete.
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ATTIVITÀ DI RETE
Oasinet: Teleassistenza per la disabilità mentale e fisica
OASINET è un servizio di teleassistenza rivolto a persone in condizione di disabilità sia fisica che me ntale e alle loro famiglie. Il servizio è espletato in collaborazione con la Setesi, sulla base della
competenze sviluppate nel tratta mento delle problematiche inerenti il Ritardo Mentale. L'iniziati va rientra nel quadro di attuazione dei POM 970033/I/1 "Parco Proge tti: una rete per lo sviluppo
locale" che il Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale ha
disposto con circolare n. 114/ 98 del 30/09/98 pubblicata sulla
G.U.R.I. n. 234 del 07 /10/98. È stato approv ato dalla Regione Siciliana, Assessorato del Lavoro de lla Previdenza Sociale della Formazione Professionale e dell'Immigrazione con D.A. n. 146/I/99/FP del 29/04/1999.
Finalità: a) realizzazione di progetti educativo-riabilitativi e neuropsicologici personalizzati inerenti gli aspetti comportamentali; b)
consulenza e sostegno a centri de l territorio siciliano; c) sperimentazione di modelli di assisten za psicologica, pedagogica, educativa e sociale; d) sperimenta zione della strutturazione di una
cartella clinica computerizzata; e) costruzione di una banca dati.
Tecnologia di supporto: una pia ttaforma multimediale composta
da un Centro operativo con 3 Staz ioni, interconnesse in rete locale (WINDOWS NT), costituite da un CPU PENTIUM e da 18 Stazioni periferiche collegate mediante rete telematica multimediale INTERNET/INTRANET.
Strumenti: a) videoconferenze tra l’éq uipe pluridisciplinare e la
famiglia; b) e-mail; c) condivisione di strumenti clinici ed educativi; d) cartella clinica computeriz zata appositamente costituita per
il progetto.
Fase operativa: a) Servizio aperto dalle 9 alle 17; b) attività cliniche coordinate e supervisionate da un’équipe pluridisciplinare; c)
visite domiciliari.
87
Associazione per le Neuroscienze cliniche e riabilitative
L’8 febbraio 2007, alla presenza de l Ministro della Salute, i rappresentanti di 14 IRCCS pubblici e priv ati, tra i quali il nostro, hanno
sottoscritto l’impegno per la costit uzione dell’ANCR, l’Associazione
Nazionale per le Neuroscienze cliniche e riabilitative.
Scopo della nuova Associazione è quello di promuovere la collaborazione attiva tra gli IRCCS aderenti su progetti comuni di ricerca,
agevolando lo scambio di informazioni, conoscenze, dati e risultati
scientifici. Il fine è anche quello di elevare e uniform are il livello
della ricerca italiana, promuovend o anche la creazione di uno o
più portali informatici per la raccol ta e la gestione dei relativi data-base clinico-scientifici e pe r un maggior coordinamento delle
attività di alta formazione e aggiornamento professionale. Il 12
marzo 2008 si è proceduto, dinanzi al notaio, in Roma, alla firma
dello Statuto ed è stata sancita l’intesa.
WHO Collaborating Center (Centro di Collaborazione per
la Ricerca e il Training in Neuroscienze)
L’IRCCS collabora con la World
Health Organization (WHO) in
qualità di Collaborating Center fo r Research and Training in Neuroscience dal 1996. Nel febbraio 2006 l’IRCCS è stato riconfermato come Collaborating Center per altri 5 anni (Resp. Dr. Maurizio Elia). Gli obiettivi del Centro Collaborativi sono:
1) sviluppare un linguaggio comune tra diversi Istituti Scientifici
che prestano la loro attività nel campo dei disturbi neurologici dell’età evolutiva e neurodegenerativi, prevedendo anche la revisione
delle classificazioni e delle procedur e diagnostiche correnti, al fine
anche di migliorare l’assistenza sanitaria in questi ambiti;
2) coordinare la ricerca per svilu ppare e standardizzare nuovi metodi applicabili allo studio dei dist urbi neurologici dell’età evolutiva
e neurodegenerativi;
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3) condurre studi sui marker di ma lattia, fattori di rischio e procedure di screening precoce per l’iden tificazione di disturbi neurologici dell’età evolutiva e neurodeg enerativi in popolazioni culturalmente ed ecologicamente diverse, al fine di migliorare i livelli di
prevenzione;
4) sviluppare e disseminare cono scenze sulla prevenzione o sul
controllo di problematiche sanitari e e sociali che in sorgono in correlazione con specifici disturbi o disabilità.
Nel 2007 il nostro Centro Collaborati vo ha contribuito a tali obiettivi con un’importante pubb licazione: Co P., et al. Proposal of an
algorithm for diagnosis and treatmen t of neonatal seizures in developing countries. Epilepsia 48: 1158-64, 2007.
Inoltre, il Centro Collaborativo, insieme con una task force della
WHO, dell’International League against Epilepsy (ILAE) e
dell’International Bureau agains t Epilepsy (IBE), sta sviluppando
le Linee Guida sulle Crisi Neonatali per i Paesi in vi a di sviluppo. A
tal fine, nel novembre 2007, si è tenuto presso il nostro IRCCS
uno specifico Meeting Internaziona le. Si intende continuare tale
attività con la preparazione
delle Linee Guida sulle Epilessie
dell’Infanzia e della Fanciullezza.
Sottocommissione Cromosomopatie ed Epilessia - Lega
Italiana contro l’Epilessia (LICE)
Negli ultimi anni il progredire dell e conoscenze in ambito genetico
e l’ applicazione di nuove metodiche diagnostiche (FISH, Southern
blot, PCR, etc.) ha cons entito di identificare l’associazione di alcune cromosomopatie con specifici pattern elettroclinic i.
In molte condizioni sindromiche legate ad anomalie (delezioni,
duplicazioni, etc.) di tutti i crom osomi è stata osservata la presenza di crisi epilettiche. Gli studi cl inici finora pubblicati hanno perlopiù preso in considerazione casi sporadici o casistiche piuttosto
limitate; inoltre, poiché tali studi sono stati effettua ti da genetisti
89
clinici, la descrizione della semeio logia delle crisi e delle caratteristiche EEG è risultata spesso insuffi ciente al fine di classificare
correttamente l’epilessia.
Sulla base di queste premesse si avverte l’esigenza di uno studio
delle diverse cromosomopatie, comuni e rare, che parta dalla prospettiva dall’ epilettologo piuttost o che da quella del genetista clinico. I casi sporadici o familiari con anomalia cromosomica accertata vengono segnalati al Coor dinatore della Sotocommissione,
per essere discussi nell’ambito delle periodiche riunioni della Commissione "Epilessia e Genetica" della LICE. Presso il nostro IRCCS
è istituito un data-base computerizzato dei dati genetici, clinici ed
EEG che viene periodicamente aggiornato ed a disposizione di tutti i componenti della Sottocommissione.
Le attività previste sono:
1. Identificazione di pattern elettroclinici sp ecifici di determinate
anomalie cromosomiche.
2. Identificazione di pattern elettroclinici comuni a diverse anomalie cromosomiche.
3. Correlazione fenotipo elettroclinico-genotipo.
Attualmente, il data-base è costit uito da 257 soggetti con cromosomopatie ed epilessia, raccolti da 24 diversi Centri per l’Epilessia
dislocati su tutto il territorio nazionale.
Diagnosi e Terapia dei Disturbi del Sonno
Presso l'IRCCS è attivo un Centro per lo Studio del Sonno e dei
suoi Disturbi che è inserito nella lista dei Centri accreditati presso
l’Associazione Italiana di Medicina del Sonno (AIMS). Il Dott. Ferri,
responsabile del Centro, è anche membro del Consiglio Direttivo
di tale Società Scientifica ed è coadiuvato dalla Dott.ssa Filomena
I.I. Cosentino che ha conseguito il Diploma di Esperto in Medicina
del Sonno rilasciato dall’AIMS e dal Dott. Bartolo Lanuzza.
90
I disturbi del sonno affliggono un a percentuale alta della popolazione generale con patologie come l’insonnia, la sindrome delle
apnee ostruttive del sonno e sindrome delle gambe senza riposo
che rappresentano problemi con alto impatto sul funzionamento
cognitivo diurno dei soggetti affetti. Queste 3 patologie, insieme a
disturbi meno frequenti ma non me no invalidanti, come ad es. la
narcolessia, sono oggetto dell’attivi tà clinica di alta specializzazione operata presso il Centro e di intensa attività di ricerca.
Gruppo delle Obesità Genetiche della Società Italiana di
Endocrinologia Pediatrica (SIEDP)
Presso l’IRCCS opera un gruppo mu ltidisciplinare (medico, psicologo, biologo, endocrinologo, di etista, pedagogista, educatore e
terapisti della ri-abilitazione) che si occupa della diagnosi e della
gestione clinica delle persone con Sindrome di Prader-Willi (SPW).
Il gruppo è coordinato per gli aspetti medici dalla Dr.ssa D. Greco,
per gli aspetti endocrinologici dalla dr.ssa L. Ragusa e per gli aspetti psicologici dalla dr.ssa P. Occhipinti. L’IRCCS è in rete con il
Gruppo delle Obesità Genetiche de lla Società Italiana di Endocrinologia Pediatrica (SIEDP), nell’ambito del quale sono stati stilati
protocolli di studio ed assisten ziali per persone con SPW. Attualmente il data-base nazionale comprende circa 500 persone con
SPW, delle quali 20 seguite presso il nostro IRCCS.. Clinicamente
le persone SPW presentano alla na scita un’importante ipotonia ed
in seguito manifestano un ritard o mentale di diverso grado, disturbi comportamentali (opposizionismo, disturbo ossessivocompulsivo, scatti d’ira/aggressività), facies tipica, disturbi del
sonno, iperfagia, obesità, ipogon adismo, e bassa statura. L’obesità, dovuta all’iperfagia, è la caus a più frequente di mortalità. Gli
obiettivi perseguiti dal gruppo multidisciplinare sono: la prevenzione ed il trattamento dell’obesit à e delle malattie ad essa correlate (sonnolenza, diabete mellito ti po II, ipertensione) attraverso
91
un trattamento dietetico individua lizzato; la gestione delle problematiche inerenti la sfera alimentare ed affettivo-emotiva mediante
interventi psicologici ed educativ i; la prevenzione e l’intervento
degli aspetti relativi all’apprendi mento scolastico; l’avvio precoce
di terapia con l’ormone della cres cita (GH), considerata l’implicazione di questo ormone nella fisi opatologia di tale sindrome, poichè esso è efficace sia per la bassa statura che per l’obesità; la
diagnosi genetica e l’individuaz ione delle sottocl assi genetiche
(delezione e disomia uniparentale); la correlazione genotipofenotipo.
Area Operativa di Ricerca sull’Autismo della Fondazione
Smith-Kline
La Fondazione Smith Kline costituisce a partire dall’anno 2006 una
specifica con la finalità di finanziare e realizzare progetti di ricerca
valutati come eccellenti da un Boar d Scientifico di riferimento, nel
rispetto delle norme e linee guida di sperim entazione genetica e
clinica e dei Comitati Etici, per:
•
migliorare la comprensione della malattia;
•
migliorare e standardizzare la capacità di diagnosi;
•
definire target biologici per lo sviluppo di trattamenti adeguati;
•
aumentare l’attenzione sulla pa tologia da parte delle Istituzioni di Ricerca e Sanitarie, cointeressando al problema il
mondo dei media e del funding pubblico e privato.
Obiettivo iniziale delle attività de l Gruppo di Lavorosarà quello di
costruire un network di ricerca na zionale, in acco rdo con le associazioni dei genitori dei pazienti, in cui clinici e ricercatori contribuiscano alla creazione di una co llezione di materiale biologico e
DNA da pazienti chiaramente diagno sticati per disturbi dello spettro autistico e loro familiari allo scopo di:
•
condurre studi di genetica dire tti ad aumentare le conoscen92
ze sulle cause biologiche dell’autismo;
decifrare i meccanismi biologici coinvolti nell’eziologia dell’
Autismo per l’identificazione di nuovi bersagli terapeutici ed approcci multidisciplinari per lo sv iluppo di nuove strategie terapeutiche;
•
innalzare a standard di eccellenz a internazionale la ricerca
sull’Autismo in Italia, aumentan do contemporaneamente la sensibilità e l’attenzione delle Isti tuzioni di ricerca e sanitarie pubbliche.
Per questo motivo, come previsto dallo sviluppo del progetto, il
giorno 11 aprile 2006 si è insediat o ufficialmente a Milano, nella
Sede della Fondazione Smith Kline, il Comitato Scientifico chiamato ad approvare le norme per il suo funzionamento e a pianificare
le attività future di questa Area tematica dedicata alla ricerca sull’Autismo.
Si è tenuta mercoledì 24 ottobre 2007, presso il Ministero della
Salute a Roma la conferenza stampa di presentazione del
“Progetto Autismo Fondazione Smith Kline”.
•
Centri di ricerca afferenti al Network del Progetto Autismo
1. VERONA
UNIVERSITA DI VERONA - CATTEDRA NEUROPSICHIATRIA
INFANTILE
BERNARDO DALLA BERNARDINA
Policlinico Borgo Roma
37134 Verona
2. PISA
IRCCS STELLA MARIS - INPE
GABRIELE MASI
Università di Pisa
Via dei Giacinti 2,
56018 Calambrone (PI)
93
3. RIMINI
DIVISIONE NEUROPSICHIATRIA INFANTILE
CENTRO PER L’AUTISMO, AUSL RIMINI
FRANCO NARDOCCI
Ospedale Infermi, Via Settembrini, 2
47900 Rimini
4. CAGLIARI
UNIV. DEGLI STUDI DI CAGLIARI - CENTRO PER LO STUDIO DELLE TERAPIE FARMACOLOGICHE IN NEUROPSICHIATRIA DELL'INFANZIA E DELL'ADOLESCENZA
ALESSANDRO ZUDDAS
Clinica di Neuropsichiatria Infantile, Dipartimento di Neuroscienze
Via Ospedale 119
09124 Cagliari
5. NAPOLI
SECONDA UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI NAPOLI
CATTEDRA DI NEUROPSICHIATRIA INFANTILE
ANTONIO PASCOTTO
Via S. Pansini, 5 - Edif. 11
80131 Napoli
6. SIENA
DIPARTIMENTO DI NEUROPSICHIATRIA INFANTILE
ROBERTO CANITANO
Policlinico Le Scotte,
Viale Bracci 16,
53100 Siena
7. PADOVA
UNIVERSITÀ DI PADOVA - DIPARTIMENTO DI PEDIATRIA,
AZ. OSPEDALIERA DI PADOVA, U.O. NEUROPSICHIATRA INFANTILE, USL 16,
PIER ANTONIO BATTISTELLA
ANTONIO CONDINI
Via Giustiniani, 3
35128 Padova
8. BRESCIA
DIVISIONE NEUROPSICHIATRIA INFANTILE
ALESSANDRA TIBERTI
Az. "Spedali Civili" Brescia - Ospedale dei Bambini di Brescia
p.le Spedali Civili 1
25123 – BRESCIA
94
9. MILANO
U.O. NEUROLOGIA DELLO SVILUPPO
DARIA RIVA
IRCCS Istituto Nazionale Neurologico "C.Besta"
via Celoria 11,
20133 Milano
10. BOSISIO PARINI (LECCO)
UNITÀ DI NEURORIABILITAZIONE II - SERVIZIO DI PSICOLOGIA DELL’EDUCAZIONE
MASSIMO MOLTENI
IRCCS “E. Medea” Associazione “La Nostra Famiglia”
Via Don Luigi Monza , 20
23842 Bosisio Parini (LC)
11. BOLOGNA
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BOLOGNA - SERVIZIO DI NEUROPSICHIATRIA
INFANTILE, DIPARTIMENTO DI SCIENZE NEUROLOGICHE
ANTONIA PARMEGGIANI
Via Ugo Foscolo 7,
40123 Bologna.
12. BOLOGNA
U.O DI NEUROPSICHIATRIA INFANTILE
DIPARTIMENTO DI NEUROSCIENZE
GIUSEPPE GOBBI
Ospedale Maggiore "C.A. Pizzardi"
Largo Nigrisoli, 2
40133 Bologna
13. ROMA
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI ROMA “LA SAPIENZA” - CATTEDRA DI
NEUROPSICHIATRIA INFANTILE
GABRIEL LEVI
Dipartimento di Scienze neurologiche, psichiatriche e riabilitative dell’età evolutiva
Via Dei Sabelli, 108
00185 Roma
95
14. ROMA
CATTEDRA DINEUROPSICHIATRIA INFANT ILE - UNIVERSITÀ “TOR VERGATA”,
CENTRO DI NEUROPSICHIATRIA INFANTILE - POLICLINICO “TOR VERGATA”,
ROMA
PAOLO CURATOLO
Clinica S. Alessandro
Via Nomentana Km 13.300
00137 Roma
15. L’AQUILA
UNIVERSITÀ - L'AQUILA – ASL n° 4
SERVIZIO DI NEUROPSICHIATRIA INFANTILE
RENATO CERBO
Presidio Ospedaliero "S.Salvatore"
via Vetoio – Coppito 67100 L'Aquila
16. BARI
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BARI -CATTEDRA DI NEUROPSICHIATRIA INFANTILE
LUCIA MARGARI
Policlinico Universitario
Piazza G. Cesare 11
70124 Bari
17. TROINA (ENNA)
U. O. DI NEUROLOGIA E NEUROFISIOPATOLOGIA CLINICA E STRUMENTALE
MAURIZIO ELIA
IRCCS Oasi Maria SS
Via Conte Ruggero, 73
94018 Troina (EN)
18. FANO
U. O. NEUROPSICHIATRIA INFANTILE
VERA STOPPIONI
Ospedale di Fano
Via Tazzoli, 15
61032 Fano (PU)
96
Rete collaborativa tra gli IRCCS di Neurologia
e Psichiatria
Rete collaborativa tra gli IRCCS di Neurologia e Psichiatria italiani,
con la partecipazione del reparto salute mentale del CNESPS, ISS,
per lo svolgimento di attività di ricerca sul tema dell’epilessia.
Nell’aprile del 2007 si è svolta pre sso l’ISS una prima riunione alla
quale hanno partecipato rapprese ntanti dell’ISS e degli IRCCS
NEUROMED (Pozzilli, IS), “Associaz ione Oasi Maria SS.” (Troina,
EN), “Stella Maris” (Calambrone, PI), “Carlo Besta” (Milano),
“Mondino” (Pavia). A questa prim a riunione ne è seguita un’altra,
più operativa, a distanza di circa sei mesi.
Obiettivi della rete nascente sono la sensibilizzazione del Ministero
della Salute al tema dell’epilessia, la creazione di una rete collaborativa tra gli IRCCS come già fatt o per le patologie neoplastiche,
degenerative e vascolari, la rich iesta di finanziamenti ad hoc per
la ricerca sul tema dell’epilessia, la mobilità del personale e soprattutto dei giovani tra gli IRCCS, il delineamento di strategie comuni per la ricerca preclinica e clinica e per il reperimento di fondi
dedicati all’epilettologia sia pres so il Ministero della Salute che
presso altri possibili soggetti finanziatori.
Rispetto a temi di ricerca che ab biano rilievo in sanità pubblica e
sui quali sarebbe possibile converge re, sono stati proposti lo studio dei servizi sanitari e del governo clinico, l’appropriatezza delle
prescrizioni con i temi correlati de llo sviluppo di linee guida e di
indicatori di appropriatezza prescr ittiva, lo studio longitudinale di
coorti di pazienti per individuare predittori di d ecorso e prognosi
che possano essere utili nella pratic a clinica, la valutazione degli
esiti nei pazienti con epilessia fa rmacoresistente sottoposti a intervento chirurgico che risultano tuttora una sparuta minoranza
(circa 150/anno) a fronte del numero di pazienti che potrebbero
beneficiare di questo tipo di trat tamento, e infine l’epidemiologia
genetica applicata alla farmacores istenza, sia mediante lo studio
dei gemelli che dei polimorfismi e delle correlazioni genotipofenotipo.
97
Centri specializzati ADHD
Centri della Regione Sicilia specia lizzati nella diagnosi e il piano
terapeutico per la terapia della sind rome da iperattività con deficit
di attenzione (ADHD).
L’autorizzazione all’immissione in commercio del metilfenidato in
Italia, dispensabile dal SSN, rende necessario il monitoraggio dell’uso di questa sostanza nella po polazione pediatrica affetta dalla
Sindrome da iperattività con deficit di attenzione (ADHD) trattata
con il farmaco, da solo o in associazione con altri interventi terapeutici (farmacologici o non farmac ologici), al fine di garantirne
l’accuratezza della prescrizione, la sicurezza d’uso e verificare il
beneficio della terapia e l’adesione alla stessa da parte dei pazienti (compliance) nel medio e lungo periodo.
In risposta a queste esigenze è stato istituito un apposito Registro
Italiano del metilfenidato per i so ggetti affetti da ADHD, coordinato dal Dipartimento del Farmaco dell’Istituto Superiore di Sanità in
collaborazione con l’Agenzia Italia na del Farmaco, la Conferenza
Permanente degli Assessori alla Sanità delle Regioni e delle Province autonome di Trento e Bolz ano e la Direzione Generale dei
Medicinali e dei Dispositivi Medici del Ministero della Salute.
Il gruppo di lavoro sull'ADHD nasce nel gennaio 2004, all'interno
del Dipartimento del Farmaco dell'Is tituto Superiore di Sanità, per
valutare i migliori trattamenti disp onibili, attraverso la valutazione
critica dei dati, la loro comprens ione e il trasferimento delle informazioni a medici, cittadini e responsabili dei servizi sanitari.
L'attività svolta si è concretizzata in:
- Costituzione di un gruppo di es perti che ha definito il percorso
diagnostico-terapeutico per l'ADHD;
- Predisposizione di un registro nazionale pe r il monitoraggio dei
trattamenti;
- Creazione di una rete nazionale di servizi e operatori (Pediatri,
Neuropsichiatri dell'infanzia) dedica ti alla presa in carico globale
del bambino affetto dalla sindrome.
98
Il progetto ADHD presuppone un 'approccio multidisciplinare e per
questo sono state coinvolte competenze diverse: pediatri, neuropsichiatri dell'infanzia e dell'adolescenza, psicologi, farmacologi,
sociologi, informatici, statistici, documentalisti ed esperti di comunicazione. Il Registro vincola la prescrizione del metilfenidato alla
predisposizione di un piano terape utico semestrale da parte del
Centro clinico accredit ato (Centro di riferime nto) per garantire l’accuratezza diagnostica e evitare l’uso improprio del medicinale.
Ha l’obiettivo di costituire una banca dati anonima, allocata presso
l’Istituto Superiore della Sanità che ne è responsabile della gestione e protezione, la cui popolazione di riferimento è composta da
pazienti fra i 6 e i 18 anni sottopo sti a terapia farmacologia tramite metilfenidato, la cui prescriz ione avviene esclusivamente nell’ambito del Registro stesso. Il tr attamento dei dati personali è autorizzato con consenso informato da parte dei genitori e o dei tutori legali dei bambini e l’adesione è volontaria.
Bibliosan
L’IRCCS Oasi Maria SS. è partne r del progetto BIBLIOSAN, promosso dal Ministero della Salute ch e si avvale della rete delle biblioteche degli Enti di ricerca biomedici italiani.
A Bibliosan aderiscono le bibliot eche degli Istituti di Ricovero e
Cura a Carattere Scientifico (IRCCS ), degli Istituti Zooprofilattici
Sperimentali (IZS), dell’Istituto Su periore di Sanità (ISS), dell’Istituto Superiore per la Prevenzi
one e la Sicurezza sul Lavoro
(ISPESL), dell’Agenzia per i Servizi Sanitari Regionali (ASSR).
Scopi. Il Sistema Bibliosan è la naturale evoluzione del progetto di
ricerca finalizzata 2003 “Progettazione ed implementazione operativa del Sistema Bibliotecario degli Enti di Ricerca Biomedici Italiani (BIBLIOSAN)” promosso dal Ministero della Salute.
Lo scopo del Sistema Bibliosan è creare e coordinare un efficace
99
ed efficiente servizio d’informazione scientifica sfruttando le opportunità offerte dalle reti informatiche (internet ed intranet).
I mezzi per raggiungere questi obietti vi sono la condivisione ed il
potenziamento delle risorse docume ntarie esistenti e l’acquisto
collettivo di risorse in formato elet tronico (e-journals; banche dati
biomediche e altro).
Rendendo disponibili in rete le ri sorse informative di ciascun Ente,
aumenta la collaborazione tra gli aderenti e nel contempo la disponibilità di risorse documentarie svolgendo un ruolo significativo
nel perseguimento degli obiettivi di qualità, tempestività ed esaustività come necessario supporto alle attività di ricerca e diffusione dell’informazione scientifica.
Bibliosan mette a disposizione di tutti i medici e ricercatori degli
Enti di Ricerca Biomedici aderenti al sistema, un cospicuo pacchetto di risorse informative e di strumenti ad hoc per recuperarle. Le principali risorse oggi a disposizione di tutti gli utenti Bibliosan sono costituite da circa 5000 riviste in formato elettronico e
full-text scaricabili direttamente da internet, dalle Cochrane Library, da un database di immagini ed infine da utilissimi strumenti
per il recupero e la gestione de
ll'informazione scientifica quali
ACNP, NILDE, NILDE Utenti, un si stema di Remote Access, RefWorks, Link Resolver ed AtoZ. Bibliosan promuove e favorisce
alll'interno delle proprie Strutture la formazione dell'utente finale
(medici, veterinari, ricercatori, et c.) all'uso degli strumenti e delle
risorse che rende disponibili in rete.
La Biblioteca, di concerto con la Segreteria Scientifica, cura i rapporti con le biblioteche degli altri Istituti del progetto BIBLIOSAN
e si occupa giornalmente della ri cezione delle richieste di articoli
di riviste possedute e condivise e dell’invio di fotocopie, a sua volta, all’esterno le richieste di articoli che le pervengono direttamente o via e-mail dai ricercatori dell’IRCCS.
Nel 2005, il nostro Istituto è stat o scelto tra i 435 Enti BIBLIOSAN
per poter usufruire dell'accesso a circa 900 riviste full-text di EBSCO per tutto l’anno 2005.
La sperimentazione è, infatti, po ssibile solo per 17 Enti BIBLIO100
SAN. La scelta dei 17 è stata fatta sulla base dei dati del Document Delivery effettuato nell'ambi to del sistema BIBLIOSAN, al
quale la biblioteca del nostro Is tituto partecipa in maniera molto
attiva. La proposta riguarda la banca dati Biomedical Reference
CollectionTM Comprehensive Edition, prodotta e distribuita in esclusiva da Ebsco. Questa risorsa è accessibile on line sulla piattaforma EbscoHost. Il pacchetto comprende anche molte riviste non
sempre aggiornate all'ultimo fascicolo tuttavia la sperimentazione
è stata ottenuta ad un prezzo irrinunciabile e di rilevante importanza "politica" al fine del progetto BIBLIOSAN.
I collegamenti con la Biomedical Reference CollectionTM Comprehensive Edition viene effettuato a ttraverso il riconoscimento dell’IP del nostro Istituto.
IPOCM
L’IRCCS Oasi Maria SS. aderisce, inoltre, al progetto IPOCM.
La finalità, non solo solidaristica, del Progetto IPOCM - Integrazione e Promozione degli Ospedali e dei Centri Sanitari Italiani nel
Mondo - è quella di promuovere, attraverso l’uso in via continuativa di un servizio di teleconsulto medico e di formazione a distanza, la crescita della qualità dell e prestazioni sanitarie erogate dai
Centri Sanitari Italiani nel Mondo alle popolazioni che vi si rivolgono, spesso considerate - in tali contesti - categorie deboli.
A supporto del Progetto IPOCM e al fine di sostenerne le iniziative
e le attività previste, è stata cost ituita, il 2 febbraio 2004, l’Associazione “Alleanza degli Ospedali Italiani nel Mondo”, della quale
fa anche parte il nostro IRCCS.
L’Associazione è fondata dal Minist ro della Salute, dal Ministro degli Affari Esteri, dal Ministro dell’ Istruzione, dell’Università e Ricerca, dal Ministro degli Italiani nel Mondo e da quello dell’Innovazione e le Tecnologie.
101
Teleconsulto
L’utilizzo degli strumenti dell’ Information Technology in ambito
sanitario risulta essere sempre pi ù diffuso ed espone gli utenti,
talvolta, ad oneri derivanti dalla ge stione di dati personali e/o riservati (art. 3 ex Decreto Legi slativo 30 giugno 2003, n. 196 "Codice in materia di protezione dei dati personali").
Il teleconsulto medico del proge tto IPOCM consiste nella possibilità per i medici, situati in postazio ni remote tra loro e dislocate attualmente in 22 paesi del mondo, di valutare un particolare caso
clinico attraverso l’analisi del maggior numero possibile di informazioni a loro disposizione e l’impiego, ove necessario, della video conferenza personale, utile per sottoporre lo stesso ad eventuali
commenti estemporanei ed a scambi di pareri, sulla base dello
specifico know how di ciascun professionista.
Il servizio di teleconsulto medico IPOCM si sviluppa tra il Centro
Sanitario richiedente il consulto e il Centro Sanitario di riferimento, che lo fornisce, per il tramite
del Segretariato di Assistenza
Tecnica. Il medico del Centro ri chiedente, basandosi di norma sul
catalogo delle prestazioni del serviz io, compila la scheda di richiesta di teleconsulto, strutturata s econdo i requisiti di progetto e
tradotta in 5 lingue, a cui può a ggiungere gli allegati necessari
all’inquadramento diagnostico del caso clinico (ad esempio immagini diagnostiche), la invia al Segretariato di Assistenza Tecnica.
Esso opera una prima valutazion e di completezza dei campi essenziali della scheda che, comu nque, prevede, prima della spedizione, un controllo automatico su un certo numero di essi, e la
inoltra al Centro Sanitario di riferimento per la risposta, avvalendosi di una specifica matrice di routing fru tto di una complessa
opera negoziale e di condivisione tr a il Segretariato e i Centri Sanitari nazionali di riferimento.
Dal momento dell’inoltro della richiesta al Centro nazionale di riferimento decorrono, al massimo, 72 or e lavorative per la risposta.
Il Centro di riferimento, compilata la scheda di risposta, la reindirizza alla postazione del Segretariato che, nel trasmetterla definitivamente al Centro richiedente, ne archivia automaticamente copia
102
nella propria banca dati. I dati ra ccolti presso il Segretariato vengono analizzati periodicamente pe r la produzione di elaborati statistici a beneficio di tutti i Centri Sanitari partecipanti al progetto.
Il nostro IRCCS come uno dei 33 Centri Sanitari Nazionali di Riferimento del progetto partecipa atti vamente alle attività di teleconsulto fornendo consulenze nell’amb ito delle discipline specifiche di
riferimento dell’Istituto.
103
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Oley C, Brueton L, M.H.F. Bonger s E, W.M. van Bo n B, Pfund R,
Jacquemont S, Ferrarini A, Martin et D, Schrander-Stumpel C, P.A.
Stegmann A, G.M. Frints S, B.A. de Vries B, Ceulemans B, Kooy
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7q11.23 microduplication syndrome. Eur J Med Genet 2009; 94100
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Signore N, Panerai S . Integrazione multisensoriale visivo-uditiva:
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Disabilità / XII, 2
(2009), 231-250
Panerai S, Zingale M, Trubia G, Finocchiaro M, Zuccarello
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The Role of the TEACCH Progra
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Program. Journal of Autism an d Developmental Disorders 2009;
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Panerai S . Gli strumenti per la diagnosi dei disturbi dello spettro
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Trubia G . Il programma TEACCH. PYXIS Salute Servizi Territorio
n. 1, gennaio 2009, pp. 104-106
N. di Pubblicazioni: 62
I.F. grezzo: 268,891
I.F. normalizzato: 212,900
162
COLLABORAZIONI
COLLABORAZIONI CON UNIVERSITÀ ITALIANE
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI CATANIA
Facoltà di Neurologia . Progetto sviluppato ne ll’ambito della Ricerca Finalizzata 2006, Convenzione n. 54. Inizio: 01/11/07 – Fine: 01/11/09, dal titolo: Approccio multidisciplinare alla fisiopatologia della epilessia nella Sindrome FRAX ( Responsabile:
Dr. Sebastiano Antonio Musumeci) allo scopo di apportare
nuove conoscenze nel campo della fisiopatologia delle crisi epilettiche nella sindrome del cromosoma X fragile, con l'obiettivo finale di proporre nuovi ta rget farmacologici per una strategia terapeutica innovativa ch e possa essere utile sia nella
sindrome FRAX che in altri disturbi associati ad epilessia.
Dipartimento Scienze Biomediche . Sezione Biologia, Genetica e
Bioinformatica. Dottorato di Ricerca in Biologia, Genetica Umana e Bioinformatica
Dipartimento Seminario Giuridico . Convenzione per consulenze
tecnico-giuridiche.
Facoltà di Scienze della Formazione. Cattedra di Psicologia . Convenzione per lo svolgimento di ti rocinio in Psicologia e Scienze
dell'Educazione.
Facoltà di Medicina e Chirurgia . Convenzioni di tirocinio di formazione e orientamento per tecnici audioprotesisti, logopedisti,
audiometristi.
Facoltà di Ingegneria . Collaborazione per progetti in silico reti
neurali.
Facoltà di Ingegneria. Progetto su ingegneria gestionale, implementazione sistemi di qualità. Convenzione per tirocinio.
Facoltà di Scienze della Formazione , Cattedra di Psicologia. Colla163
borazione nell’ambito della Ri cerca Finalizzata 2004 n. ICS2004-/104; inizio: 01/03/05 – fi ne: 28/02/07, dal titolo Conti-
nuità della presa in carico e te leassistenza nelle principali sindromi associate al ritardo mentale.
Corso di laurea in Logopedia. Convenzione per tirocini.
Scuola di specializzazione in Biochimica Clinica . Convenzione per
tirocini.
Facoltà di Scienze MM. FF. NN. Cors o di laurea in Scienze Biologiche. Progetto formativo e di orientamento per biologi. Convenzione per tirocini.
Azienda Ospedaliero-Universitaria Policlinico "Gaspare Rodolico" .
Collaborazione per la messa a punto di nuove strategie per
l’analisi del genotipo PAH mutant e in popolazioni con iperfenilalaninemia eterogenea.
Facoltà di Agraria . Collaborazione per l’analisi di polimorfismi STR.
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PAVIA
Progetto finanziato dall’ISS N. 526D/46 – Dal 25/05/07 al 25/05/09 dal titolo: Usefulness of 244k array-CGH the ascertainment
of cryptic chromosomal rearrangements in mental retardation and
autism, avente i seguenti obiettivi:
studiare la percentuale di
CCRs tra i campioni con RM e ASD e l’influneza del fenotipo cromosomico nell’accertamento del CCR nel RM e negli ASD; identificare nuovi geni coinvolti nel RM e nell’ASD e le regioni genomiche
coinvolte nei riarrangiamenti rico rrenti; migliorare le conoscenze
dei CNV nel MR e nell’ASD e nella popolazione generale.
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BOLOGNA
Dipartimento scienze neurologiche, Progetto ISS N. 526D/45 –
Inizio: 25/05/07. Fine : 25/05/09 dal titolo: Reliability and efficacy
of the current diagnostic approach in Narcolepsy and search for
new genetic markers, per l’applicazione di un protocollo diagnostico clinico e strumentale completo a due gruppi di pazienti, uno
con narcolessia ed uno con ESD da apnea del sonno, al fine di determinare il subset di indagini in grado di discriminare questi due
164
gruppi e, di conseguenza, ridurre al minimo il carico di indagini
necessarie alla corretta diagnosi di narcolessia.
UNIVERSITA DEGLI STUDI DI MILANO
Progetto ISS N. 526D/45 – Iniz io: 25/05/07. Fine: 25/05/09 dal
titolo: Reliability and efficacy of the current diagnostic approach in
Narcolepsy and search for new genetic markers , per l’applicazione
di un protocollo diagnostico clin ico e strumentale completo a due
gruppi di pazienti, uno con narcolessia ed uno con ESD da apnea
del sonno, al fine di determinare il subset di indagini in grado di
discriminare questi due gruppi e, di conseguenza, ridurre al minimo il carico di indagini necessarie alla corretta diagnosi di narcolessia.
UNIVERSITÀ “LA SAPIENZA” - ROMA
Progetto ISS N. 526D/45 – Iniz io: 25/05/07. Fine: 25/05/09 dal
titolo: Reliability and efficacy of th e current diagnostic approach in Narcolepsy and search for new genetic markers
, per
l’applicazione di un protocollo diagnostico clinico e strumentale
completo a due gruppi di pazien ti, uno con narcolessia ed uno
con ESD da apnea del sonno, al fine di determinare il subset di
indagini in grado di discriminare questi due gruppi e, di conseguenza, ridurre al minimo il cari co di indagini necessarie alla
corretta diagnosi di narcolessia.
Progetto MUR N. 105 – Inizio: 2006; Fine: 2009 – dal titolo De-
terminanti molecolari della degenerazione neuronale come
bersagli di farmaci neuroprotettivi innovativi , avente il seguente obiettivo: aumento delle cono scenze sulla biologia neuronale e in particolare sui processi che conducono alla tossicità
neuronale, al fine di identifica re i processi che determinano la
neurodegenerazione e la neurosopravvivenza.
Facoltà/Dipartimenti dell’Università che hanno collaborato:
Facoltà di Medicina e Chirurgia , Dipartimento di Fisiologia Umana
Laboratorio di Neurofarmocologia Molecolare
Facoltà di Medicina e Chirurgia , Dipartimento di Medicina Speri165
mentale e Patologia, Laboratori o di Patologia Oncologia Molecolare
Facoltà di Medicina e Chirurgia , Dipartimento di Medicina Sperimentale e Patologia, Laboratorio di Immunologia
Corsi di laurea in Psicologia . Convenzione per tirocini pre- e postlauream.
Dipartimento di Medicina Sperim entale. Servizio Speciale Malattie
Genetico-Metaboliche. Messa a punto di nuove strategie per
l’analisi del genotipo PAH mutant e in popolazioni con iperfenilalaninemia eterogenea.
Collaborazione sul progetto di Ri cerca Corrente 2007, Linea 2, dal
titolo: Ritmi EEG corticali nei soggetti con danno cognitivo lie-
ve (MCI) e predizione del declino cognitiv o: combinazione di
indici quantitativi di potenza
spettrale, coerenza spettrale,
synchronization likelihood e directed transfer function con indici di valutazione di lesioni cerebrovascolari
UNIVERSITÀ CATTOLICA DEL SACRO CUORE, ROMA
Istituti di Dermatologia, Allergologia, Ginecologia e Ostetricia. Collaborazioni finalizzate alla formazione del personale interno
all’IRCCS e a progetti specifici inseriti nelle linee di Ricerca
Corrente e Finalizzata.
Istituto di Clinica Neurologica . Collaborazione nell’ambito della
diagnosi, terapia e prevenzione delle diverse condizioni responsabili di neurodisabilità psico- motoria, con l’intento di migliorare le conoscenza di base e le possibilità terapeutiche e
riabilitative in tale complesso gruppo di patologie.
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MESSINA
Scuola di specializzazione in Al lergologia e Immunologia clinica .
Convenzione per un posto aggiuntivo alla scuola di specializzazione.
Centro di Ricerche per la diagnosi, terapia e prevenzione del neurohandicap. Collaborazione finalizzata al miglioramento della
diagnosi, della terapia e della prevenzione delle diverse condi166
zioni responsabili di neurodisab ilità psicomotorie, con l’intento
di migliorare le conoscenze di base e le possibilità terapeutiche
e riabilitative in tale complesso gruppo di patologie.
Dipartimento di Patologia Umana, Sezione di Diagnostica Ultrastrutturale. Convenzione per le attività di diagnostica morfologica di secondo livello e collabo razione per lo svolgimento di
programmi di ricerca scientifica
Dottorato di ricerca in psicobiologi a dei processi cognitivi e analisi
del comportamento.
Scuola di Specializzazione in Igiene e Medicina Preventiva.
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PALERMO
Facoltà di Scienze della Formazione . Corso di Laurea in Psicologia
Convenzione per lo svolgimento dei tirocini di Psicologia.
Dottorato di Ricerca in Genomica e Proteomica nella ricerca oncologica ed endocrino-metabolica - XXII ciclo
Corso di laurea in Scienze Biologiche. Convenzione per Tirocini.
Facoltà di Scienze Motorie. Master di I livello Sport e Disabilità.
Convenzione per Tirocini
Dipartimento di Psicologia. Convenzione per Tirocini.
Dipartimento di Oncologia Sperimentale e Applicazioni Cliniche
(DOSAC)
Studio delle basi genomiche del disturbo autistico (in convenzione)
•
Sordità neurosensoriale non sindromica
•
Genetica di popolazione
•
Messa a punto di nuove strategie per l’analisi del genotipo
PAH mutante in popolazioni con iperfenilalaninemia eterogenea
Genomica e proteomica della ricerca oncologica ed endocrinometabolica (dottorato di ricerca)
•
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI SIENA
Progetto sviluppato ne ll’ambito della Ricerca Finalizzata 2006,
Convenzione n. 54. Inizio: 01/11/07 – Fine: 01/11/09, dal titolo: Approccio multidisciplinare alla fisiopatologia della epilessia
167
nella Sindrome FRAX (Responsabile: Dr. Se bastiano Antonio
Musumeci) allo scopo di apportare nuove conoscenze nel campo della fisiopatologia delle cr isi epilettiche nella sindrome del
cromosoma X fragile, con l'obiett ivo finale di proporre nuovi
target farmacologici per una st rategia terapeutica innovativa
che possa essere utile sia nella sindrome FRAX che in altri disturbi associati ad epilessia.
Centro di Ricerche per la diagnosi, terapia e prevenzione del neurohandicap. Collaborazione finalizzata al miglioramento della
diagnosi, della terapia e della prevenzione delle diverse condizioni responsabili di neurodisab ilità psicomotorie, con l’intento
di migliorare le conoscenze di base e le possibilità terapeutiche
e riabilitative in tale complesso gruppo di patologie.
UNIVERSITÀ DEL PIEMONTE ORIENTALE-NOVARA
Progetto MUR N. 105 – Inizio : 2006 Fine: 2009 - dal titolo Deter-
minanti molecolari della degene razione neuronale come bersagli
di farmaci neuroprotettivi innovativi , avente il seguente obiettivo:
aumento delle conoscenze sulla biologia neuronale e in particolare
sui processi che conducono alla to ssicità neuronale, al fine di identificare i processi che determin ano la neurodegenerazione e la
neurosopravvivenza.
DIPARTIMENTO DI MEDICINA SPERIMENTALE E CLINICA
DELL'UNIVERSITÀ “MAGNA GRAECIA” CATANZARO
Progetto sviluppato ne ll’ambito della Ricerca Finalizzata 2006,
Convenzione n. 54. Inizio: 01/11/07 - Fine: 01/11/09, dal titolo:
Approccio multidisciplin are alla fisiopatologia della epilessia nella
Sindrome FRAX ( Responsabile: Dr. Sebastiano Antonio Musumeci)
allo scopo di apportare nuove conoscenze nel campo della fisiopatologia delle crisi epilettiche nell a sindrome del cromosoma X fragile, con l'obiettivo finale di prop orre nuovi target farmacologici
per una strategia terapeutica innovativa che possa essere utile sia
nella sindrome FRAX che in altri disturbi associati ad epilessia.
168
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MILANO
Dipartimento di Farmacologia Medica , Progetto MUR N. 105 – Inizio: 2006 Fine: 2009 - dal titolo Determinanti molecolari della de-
generazione neuronale come bersagli di farmaci neuroprotettivi
innovativi, avente il seguente obietti vo: aumento delle conoscenze sulla biologia neuronale e in particolare sui processi che conducono alla tossicità neuronale, al fi ne di identificare i processi che
determinano la neurodegenerazione e la neurosopravvivenza.
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI URBINO
Facoltà di Scienze Psicologiche . Collaborazione per il tirocinio in
Psicologia.
Società Italiana di Psicoterapia Psicoanalitica . Convenzioni di tirocinio di formazione e orientamento per psicologi.
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BOLOGNA
Dipartimento Scienze Neurologiche. Convenzione per 1 posto aggiuntivo al Dottorato di ricerca in medicina del sonno
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI SASSARI
Dipartimento di Farmacologia , Ginecologia e Ostetricia. Convenzione per Dorrorato di Ricerca in Neuroscienze.
Facoltà di Medicina, Dipartimento di Farmacologia. Collaborazione
nell’ambito della Ricerca Finalizzata 2005; inizio: 01/03/2006 –
fine: 28/02/08; durata: 24 mesi, dal titolo: Malattie neurode-
generative. Biotecnologie innova tive nel danno, rigenerazione
e terapia delle patologie neurodegenerative .
Istituto di clinica neurologica . Collaborazione nell’ambito della Ricerca Finalizzata 2005; inizio: 01/03/2006 – fine: 28/02/08;
durata: 24 mesi, dal titolo: Malattie neurodegenerative. Bio-
tecnologie innovative nel danno, rigenerazione e terapia delle
patologie neurodegenerative .
169
UNIVERSITÀ “KORE” DI ENNA
Facoltà di Scienze della Formazione . Corso di Laurea in Scienze e
tecniche Psicologiche. Convenzione per tirocini di laureandi e
collaborazione per Master in Valu tazione e Intervento nelle Disabilità Intellettive
Corso di laurea in Scienze e Tecniche Psicologiche. Convenzione
per tirocini.
Corso di laurea in Psicologia. Convenzione per tirocini.
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DELLA CALABRIA
Dipartimento di Farmacobiologia . Collaborazione nell’ambito della
Ricerca Finalizzata 2005; inizio : 01/03/2006 – fine: 28/02/08; durata: 24 mesi, dal titolo: Malattie neurodegener ative. Biotecnolo-
gie innovative nel danno, rigenerazione e terapia delle patologie
neurodegenerative .
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI TORINO
Dipartimento di Anatomia, farmacologia e Medicina Forense. Collaborazione e seminari per prog etti su topi transgenici P450aromatasi-deficienti
Dipartimento di Genetica, Biologia e Biochimica. Collaborazione
per l’analisi di polimorfismi geneti ci in soggetti della popolazione generale siciliana.
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PADOVA
Dipartimento di Psicologia dello Sviluppo e della Socializzazione
.
Collaborazione nell’ambito dell a Ricerca Finalizzata 2004 n.
ICS-2004-/104; inizio: 01/03/05 – fine: 28/02/07, dal titolo
Continuità della presa in carico e teleassistenza nelle principali
sindromi associate al ritardo mentale.
Dal 2006 a tutt’oggi: European Microrearrangements Network:
collaborazione multicentrica per lo studio e l’identificazione
delle anomalie strutturali genomiche
170
UNIVERSITÀ “CA’ FOSCARI” – VENEZIA
Dipartimento di Filosofia e Teoria delle Scienze . Convenzione per
tirocini.
COLLABORAZIONI CON OSPEDALI E
ISTITUTI DI RICERCA NAZIONALI
ASL 4, ENNA
Collaborazione con il Servizio trasfusionale del presidio di Nicosia
POLICLINICO DI CATANIA
Dipartimento delle specialità Medico-Chirurgiche, U.O. complessa
di ORL. Lavori di ricerca dedicati alla Mismatch Negativity.
ASL 3, CATANIA
Anestesia e rianimazione . Convenzione per prestazioni di anestesia e rianimazione.
Servizio Veterinario . Convenzione per prestazione di medicina veterinaria
ASL 8, SIRACUSA
Convenzione per prestazioni di cardiologia.
ASL ROMA E
Convenzione per prestazioni di chirurgia oftalmica.
AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA “VITTORIO EMANUELE - FER-RA-ROTTO - S. BAMBINO”, CATANIA
Servizio di Talassemia . Convenzione per esami diagnostici su alterazioni molecolari
Laboratorio di Genetica Umana. Collaborazione sul progetto: Studio epidemiologico dell’alfa-talassemia in Sicilia.
Laboratorio di Genetica Umana . Collaborazione per uno studio
sulla sordità neurosensoriale non sindromica.
171
IRCCS OSPEDALE PEDIATRICO BAMBINO GESÙ – ROMA
Unità Operativa di Neurologia e Riabilitazione . Collaborazione nell’ambito della Ricerca Finalizza ta 2004 n. ICS-2004-/104; inizio:
01/03/05 – fine: 28/02/07, dal titolo Continuità della presa in cari-
co e teleassistenza nelle principa li sindromi associate al ritardo
mentale.
IRCCS ISTITUTO NAZIONALE NEUROLOGICO
“CARLO BESTA”, MILANO
U.O. Neurologia – Malattie Neuromuscolari. U.O. Neurologia – Malattie Neuromuscolari. Convenzione per lo svolgimento di attività
clinica e di ricerca sulle malattie neuromuscolari.
IRCCS FONDAZIONE “ISTITUTO NEUROLOGICO
CASIMIRO MONDINO” – PAVIA
Laboratorio di neuroimmunologia . Collaborazione nell’ambito della
Ricerca Finalizzata 2005; inizio : 01/03/2006 – fine: 28/02/08; durata: 24 mesi, dal titolo: Malattie neurodegener ative. Biotecnolo-
gie innovative nel danno, rigenerazione e terapia delle patologie
neurodegenerative .
IRCCS ISTITUTO AUXOLOGICO ITALIANO – MILANO
Laboratori di Citogenetica Medica , Genetica Molecolare, Genetica
e Psicologia Clinica . Collaborazione nell’ambito della Ricerca Finalizzata 2004 n. ICS-2004-/104; in izio: 01/03/05 - fine: 28/02/07,
dal titolo Continuità della presa in ca rico e teleassistenza nelle
principali sindromi associate al ritardo mentale.
IRCCS FONDAZIONE S. RAFFAELE – MILANO
Progetto ISS N. 526D/45 – Iniz io: 25/05/07. Fine: 25/05/09 dal
titolo: Reliability and efficacy of th e current diagnostic approach in Narcolepsy and search for new genetic markers
, per
l’applicazione di un protocollo diagnostico clinico e strumentale
completo a due gruppi di pazien ti, uno con narcolessia ed uno
con ESD da apnea del sonno, al fine di determinare il subset di
172
indagini in grado di discriminare questi due gruppi e, di conseguenza, ridurre al minimo il cari co di indagini necessarie alla
corretta diagnosi di narcolessia.
Laboratorio di neuroimmunologia. Collaborazione nell’ambito della
Ricerca Finalizzata 2005; iniz io: 01/03/2006 – fine: 28/02/08;
durata: 24 mesi, dal titolo: Malattie neurodegenerative. Biotecnologie innovative nel danno, rigenerazione e terapia delle
patologie neurodegenerative.
PS-Cardio Ex art 56/05/06 / RS -HSR, sviluppato nell’ambito del
progetto: A multidisciplinary appr oach to test the therapeutic
potential of neural stem cell transplantation in pre-clinical
mouse model of Parkinson’s Dise ase allo scopo di effettuare
test utili alla determinazione delle funzioni cognitive dipendenti
dallo striato; test di controllo per la memoria di tipo dichiarativo.
IRCCS FONDAZIONE DON GNOCCHI
Collaborazione per progetto NavigAbile.
ISTITUTO ONCOLOGICO DEL MEDITERRANEO
Convenzione per l’esecuzione di esami istopatologici.
LABORATORI DI RICERCA DELLA
SIENA BIOTECH S.P.A.-SIENA
Progetto MUR N. 105 – Inizio : 2006 Fine: 2009 - dal titolo Deter-
minanti molecolari della degene razione neuronale come bersagli
di farmaci neuroprotettivi innovativi , avente il seguente obiettivo:
aumento delle conoscenze sulla biologia neuronale e in particolare
sui processi che conducono alla to ssicità neuronale, al fine di identificare i processi che determin ano la neurodegenerazione e la
neurosopravvivenza.
NEUROMED-POZZILLI
Progetto sviluppato ne ll’ambito della Ricerca Finalizzata 2006,
Convenzione n. 54. Inizio: 01/11/07 – Fine: 01/11/09, dal tito173
lo: Approccio multidisciplinare alla fisiopatologia della epilessia
nella Sindrome FRAX ( Responsabile: Dr. Sebastiano Antonio
Musumeci) allo scopo di apportare nuove conoscenze nel campo della fisiopatologia delle cr isi epilettiche nella sindrome del
cromosoma X fragile, con l'obiett ivo finale di proporre nuovi
target farmacologici per una st rategia terapeutica innovativa
che possa essere utile sia nella sindrome FRAX che in altri disturbi associati ad epilessia.
Progetto MUR N. 105 – Inizio : 2006 Fine: 2009 - dal titolo Deter-
minanti molecolari della degenerazione neuronale come bersagli di farmaci neurop rotettivi innovativi , avente il seguente obiettivo: aumento delle conoscen ze sulla biologia neuronale e
in particolare sui processi che conducono alla tossicità neuronale, al fine di identificare i processi che determinano la neurodegenerazione e la neurosopravvivenza.
CNR CATANIA
Progetto sviluppato ne ll’ambito della Ricerca Finalizzata 2006,
Convenzione n. 54. Inizio: 01/11/07 - Fine: 01/11/09, dal titolo:
Approccio multidisciplin are alla fisiopatologia della epilessia nella
Sindrome FRAX ( Responsabile: Dr. Sebastiano Antonio Musumeci)
allo scopo di apportare nuove conoscenze nel campo della fisiopatologia delle crisi epilettiche nell a sindrome del cromosoma X fragile, con l'obiettivo finale di prop orre nuovi target farmacologici
per una strategia terapeutica innovativa che possa essere utile sia
nella sindrome FRAX che in altri disturbi associati ad epilessia.
BYOS
Progetto MUR N. 105 – Inizio : 2006 Fine: 2009 - dal titolo Deter-
minanti molecolari della degene razione neuronale come bersagli
di farmaci neuroprotettivi innovativi , avente il seguente obiettivo:
aumento delle conoscenze sulla biologia neuronale e in particolare
sui processi che conducono alla to ssicità neuronale, al fine di identificare i processi che determin ano la neurodegenerazione e la
neurosopravvivenza.
174
ISTITUTO STUDIO PSICOTERAPIA DI ROMA
Convenzione per la Scuola di Specializzazione in Psicoterapia Sociale e approccio strategico.
SCUOLA DI SPECIALIZZAZIONE IN PSICOTERAPIA COGNITIVA ALETEIA
Convenzione per Tirocini.
ISTITUTO UNIVERSITARIO SCIENZE MOTORIE DI ROMA
Convenzione per tirocini.
ISTITUTO TOLMAN - ROMA
Laboratorio Scienze cognitivo-comportamentale. Scuola di Specializzazione quadriennale in Psicoterapia.
CENTRO STUDI TERAPIA FAMILIARE E RELAZIONALE ROMA
Convenzione per tirocini.
SCUOLA DI SPECIALIZZAZIONE IN PSICOTERAPIA
(SSPIG) - ROMA
Convenzione per tirocini.
COLLABORAZIONI CON ISTITUTI
DI RICERCA INTERNAZIONALI
ARK REGIONAL SERVICE, LARAMIE, WYOMING
Dal 1999 a tutt’oggi, collaborazione finalizzata alla consulenza,
supervisione e divulgazione scie ntifica del Day Habilitation, un
programma destinato alle persone con disabilità intellettive gravi
e profonda per il miglioramento dell’autonomia nelle abilità quotidiane di autonomia di base e lavoro.
175
THE MCDONALD INSTITUTE FOR ARCHAEOLOGICAL RESEARCH UNIVERSITY OF CAMBRIDGE, CAMBRIDGE
Molecular Genetics Laboratory. Collaborazione per l’analisi di polimorfismi genetici in soggetti della popolazione generale siciliana.
UNIVERSITY COLLEGE DUBLIN – DUBLINO, IRLANDA
Collaborazione per la realizzazione di uno studio, denominato
“Pomona II”, sugli indicatori della salute delle persone con Ritardo
Mentale, finanziato dalla Comunità Europea, in collaborazione con
altri istituti e università europee.
A giugno del 2007 l’IRCCS ha pa rtecipato al Congresso IASSID
tenutosi ad Oslo presentando un poster sul programma Day Habilitation.
Prosegue l’attività di disseminazi one delle informazioni derivanti
dal progetto durante eventi scientifici e congressi internazionali,
nonché, tramite pubblicazioni su riviste scientifiche.
CHILDREN'S HOSPITAL, DENVER, COLORADO
Child Development Unit . Dal 1989 collaborazione con il Child Development Unit del Children’s Hospital di Denver per portare a
termine uno studio clinico ed EEG-g rafico retrospettivo su un ampio gruppo di pazienti con sindrome del cromosoma X fragile seguiti presso la struttura statunitense.
Prosecuzione delle ricerche sulla sindrome del cromosoma X fragile, estendendo lo studio neurofisiologico anche a modelli animali.
UNIVERSITY OF CALIFORNIA AT DAVIS MEDICAL CENTER, MIND INSTITUTE, SACRAMENTO, CALIFORNIA
Department of Pediatrics. Dal 1989 collaborazione con il Child Development Unit del Children’s Hospital di Denver per portare a
termine uno studio clinico ed EEG-g rafico retrospettivo su un ampio gruppo di pazienti con sindrome del cromosoma X fragile seguiti presso la struttura statunitense.
Prosecuzione delle ricerche sulla sindrome del cromosoma X fragile, estendendo lo studio neurofisiologico anche a modelli animali.
176
FUJITA HEALTH UNIVERSITY, TOYOAKE AICHI, JAPAN
Collaborazioni inerenti topi transgenici P450-aromatasi-deficienti
HAROLD DORIS NEUROLOGICAL INSTITITE, , SCRIPP’S
LA JOLLA, CA, USA
Department of Pharmacology. Collaborazione iner enti ricerche su
topi transgenici in campo di psic hiatria molecolare e ricerche su
polimorfismi SNPs.
STANFORD UNIVERSITY SLEEP MEDICINE PROGRAM,
STANFORD, CALIFORNIA
Dal 2003, collaborazione finalizzata a llo studio neurofisiologico del
sonno.
BAYLOR COLLEGE OF MEDICINE, THE METHODIST HOSPITAL AND TEXAS CHILDREN’S HOSPITAL, HOUSTON,
TEXAS
Peter Kellaway Section of Neurophysiology
Department of Neurology, Section of Pediatric Neurology
Department of Pediatrics
Dal 2004 collaborazione finalizzata alla stesura delle Linee Guida
dell’Organizzazione Mondiale della Sa nità per i Paesi in via di sviluppo, sulle epilessie neonatali, dell’infanzia e dell’adolescenza.
BRAIN RESEARCH INSTITUTE, UCLA SCHOOL OF MEDICINE, LOS ANGELES, CALIFORNIA
Department of Neurology. Dal 2004 collaborazione finalizzata alla
stesura delle Linee Guida dell’Org anizzazione Mondiale della Sanità per i Paesi in via di sviluppo, sulle epilessie neonatali, dell’infanzia e dell’adolescenza.
MASSACHUSETTS GENERAL HOSPITAL CENTER FOR
CHILD AND ADOLESCENT HEALTH POLICY, HARVARD
MEDICAL SCHOOL, BOSTON, MASSACHUSETTS
Department of Pediatrics . Dal 2004 collaborazione finalizzata alla
177
stesura delle Linee Guida dell’Org anizzazione Mondiale della Sanità per i Paesi in via di sviluppo, sulle epilessie neonatali, dell’infanzia e dell’adolescenza.
EINSTEIN/MONTEFIORE MEDICAL CENTER, ALBERT EINSTEIN COLLEGE OF MEDICINE, BRONX, NEW YORK
The Saul R. Korey Department of Neurology
Dominick P. Purpura Depa rtment of Neuroscience
Department of Pediatrics
Dal 2004 collaborazione finalizzata alla stesura delle Linee Guida
dell’Organizzazione Mondiale della Sa nità per i Paesi in via di sviluppo, sulle epilessie neonatali, dell’infanzia e dell’adolescenza.
COLUMBIA UNIVERSITY COLLEGE OF PHISICIANS & SURGEONS
Department “Houston Merritt”, Clinical Research Center for Muscular Dystrophy and Related Diseases. Dal 2004, collaborazione
con il Columbia University College (anche attraverso stage formativi) per la presentazi one e discussione di ca si con encefalopatie
mitocondriali presenti nell’IRCCS Oa si ed dei risultati delle analisi
molecolari. Formazione sull’utilizzo di differenti tecniche
di biologia molecolare per studiare il DNA mitocondriale e
quindi confermare e definire meglio le mutazioni identificate.
EMORY UNIVERSITY SCHOOL OF MEDICINE DI ATLANTA
(GEORGIA)
Division of Medical Genetics, Department of Human Genetics . Dal
2005, collaborazione con la Emory University sui markers cromosomici.
EMORY UNIVERSITY SCHOOL OF MEDICINE DI ATLANTA
(GEORGIA)
Division of Medical Genetics, Department of Human Genetics . Dal
2005, collaborazione con la Emory University sui markers cromosomici.
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GENOME SCIENCES, UNIVERSITY OF WASHINGTON, SEATTLE
Department of Genome Sciences. Dal 2005, collaborazione con la
University of Washington sullo studio della regione cromosomica
17q23.1 È in fase di avvio una co llaborazione scientifica che riguarda pazienti con la delezione della regione cromosomica 15q13.2.
KOSAIR CHILDREN’S HOSPITAL RESEARCH INSTITUTE
Dal 2005, collaborazione finalizzata allo studio del sonno in bambini normali e con patologie diverse.
UNIVERSITY OF LOUISVILLE, LOUISVILLE, KENTUCKY
Division of Pediatric Sleep Medi cine, Department of Pediatrics. Dal
2005, collaborazione finalizzata allo studio del sonno in bambini
normali e con patologie diverse.
UMDNJ-RW JOHNSON MED SCHOOL, NEW YORK
Department of Neurology. Dal 2005, collaborazione finalizzata allo
studio del sonno in bambini normali e con patologie diverse.
JOHNS HOPKINS UNIVERSITY, ASTHMA AND ALLERGY
BLDG 1B76B, BALTIMORE, MARYLAND
Neurology and Sleep Medicine. Dal 2005, collaborazione finalizzata allo studio del sonno in ba mbini normali e con patologie diverse.
Department of Medicine . Dal 2006, collaborazione scientifica su
Cyclic Alternating Pattern (CAP) ed aspetti cognitivi.
MEDICAL COLLEGE OF WISCONSIN, MILWAUKEE
Circadian Rodent Sleep Lab, Divisi on of Pulmonary and Critical
Care, Department of Pediatrics . Dal 2005, collaborazione scientifica finalizzata allo studio c linico e neurofisiologico della Sindrome delle Gambe senza Riposo.
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SLEEP DIAGNOSTIC CLINIC, HOUSTON, TEXAS
Michael E. Debakey Veterans Affairs Medical Center.
Dal 2005,
collaborazione scientifica finalizzat a allo studio clinico e neurofisiologico della Sindrome delle Gambe senza Riposo.
JFK MEDICAL CENTER, NEW JERSEY NEUROSCIENCE INSTITUTE, SETON HALL UNIVERSITY, EDISON, NEW JERSEY
Dal 2005, collaborazione scientifica fi nalizzata allo studio clinico e
neurofisiologico della Sindrome delle Gambe senza Riposo.
DIGESTIVE DISEASES BRANCH, NATIONAL INSTITUTES
OF HEALTH, BETHESDA, MARYLAND
Dal 2006, collaborazione per la stesura del lavoro: Analysis of the
gastrin-releasing peptide receptor gene in Italian patients with
Autism Spectrum Disorders inviato alla rivista AJMG nel mese di
giugno 2007.
DEPARTMENT OF NEUROLOGY, UNIVERSITY OF FLORIDA,
GAINESVILLE, FLORIDA
Dal 2007, collaborazione scientifica sugli aspetti neuropsicologici
delle demenze
DEPARTMENT OF PSYCHIATRY, UNIVERSITY OF WISCONSIN, MADISON, MADISON, WISCONSIN
Dal 2007, collaborazione scientifica su Sleep & Cognition.
STMICROELECTRONICS
Progetti di collaborazione in silico reti neurali, seminari, stages
INSERM E 00-14, FRANCIA
Progetto di coorte – Inizio: 01/ 05/05 – Fine: 01/05/11 - dal titolo:
Studio di Coorte su dieta medi terranea e genetica nelle malattie
dell’invecchiamento, avente l’obietti vo di studiare il ruolo delle vi180
tamine e dei biofattori in patologi e quali la sindrome di Down e la
malattia di Alzheimer.
UNIVERSITÀ HENRI POINCARÈ DI NANCY, FRANCIA
Progetto di coorte – Inizio: 01/05/ 05 – Fine: 01/05/11 - dal titolo:
Studio di Coorte su dieta medite rranea e genetica nelle malattie
dell’invecchiamento, avente l’obiettivo di studiare il ruolo delle vitamine e dei biofattori in patologie quali la sindrome di Down e la
malattia di Alzheimer.
UNIVERSITY OF ANTWERP – BELGIO
Dal 2006 a tutt’oggi: European Microrearrangements Network: col-
laborazione multicentrica per lo st udio e l’identificazione delle anomalie strutturali genomiche
UNIVERSITY OF NIJMEGEN UMC ST RADBOUD—PAESI BASSI
Dal 2006 a tutt’oggi: European Microrearrangements Network: col-
laborazione multicentrica per lo st udio e l’identificazione delle anomalie strutturali genomiche
DEPT OF CLINICAL GENETIS OXFORD RADCLIFFE HOSPITAL – UK
Dal 2006 a tutt’oggi: European Microrearrangements Network: col-
laborazione multicentrica per lo st udio e l’identificazione delle anomalie strutturali genomiche
UNIVERSITY STOCKHOLM – SVEZIA
Dal 2006 a tutt’oggi: European Microrearrangements Network: col-
laborazione multicentrica per lo st udio e l’identificazione delle anomalie strutturali genomiche
UNIVERSITY OF ZURICH - SVIZZERA
Dal 2006 a tutt’oggi: European Microrearrangements Network: col-
laborazione multicentrica per lo st udio e l’identificazione delle anomalie strutturali genomiche
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UNIVERSITY OF WASHINGTON, SEATTLE - USA
Dal 2007, collaborazione per l’identificazione delle anomalie strutturali genomiche ricorrenti.
UNIVERSITY OF OXFORD
Department of Zoology. Collaborazioni nei seguenti ambiti:
•
The Greeks in the West: the genetic legacy of Greek colonisation in South Italy and Sicily (finanziato dal British Academy Research Development Award, Londra)
Genetica delle popolazioni.
COLLABORAZIONI CON ORGANISMI INTERNAZIONALI
CINA
Istituzione della Fondazione COCE (Cina-Oasi Centro per l’Epilessia), in collaborazione con il Mini stero della Salute della Repubblica Popolare Cinese nel maggio 2002, che ha dato vita a un ospedale specializzato nel trattament o dell’epilessia nel distretto di
Shunyi (circa 30 km dal centro di Pechino, Jìngshùn Road, No.25,
Nanfaxin).
Oltre alle attività ambulatoriali e di ricovero, è stato avviato un
proficuo scambio di esperienze c liniche, soprattutto in ambito terapeutico, tenuto conto delle note voli diversità nei protocolli di
trattamento dell’epilessia tra l’Italia e la Cina. Acquisizione di un
magnete per l’esecuzione della Risonanza Magnetica cerebrale.
BRASILE
Istituzione della Fondazione Oasi s Cidade Aberta, una fondazione
privata, senza fine di lucro, la cui missione è quella di promuovere
l’integrazione tra l’uomo e l’ambi ente all’interno di un quadro di
sviluppo sostenibile. Essa svolge le proprie a ttività in due regioni
nello stato del Paranà, nel sud del Brasile, in un territorio di oltre
1700 ettari entro i limiti dell’area di protezione ambientale (APA)
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di Guaraquecaba riconosciuta da ll’Unesco quale Riserva della Biosfera.
ORGANIZZAZIONE MONDIALE DELLA SANITÀ
Dal 1996 l’IRCCS è Collaborating Center for Research and
Training in Neuroscience dell’OMS. La collaborazione mira, tra gli
altri obiettivi principali, a coordi nare la ricerca per sviluppare e
standardizzare nuovi metodi app licabili allo studio dei disturbi
neurologici dell’età evolutiva e neurodegenerativi e sviluppare e
disseminare conoscenze sulla prev enzione o sul controllo di problematiche sanitarie e sociali.
IASSID – INTERNATIONAL ASSOCIATION FOR THE SCIENTIFIC STUDY OF INTELLECTUAL DISABILITY
Dal 2007 Membro associato dello IASSID, un’associazione internazionale che si occupa della divulgazione delle informazioni e della
ricerca scientifica sulle disabilità intellettive.
REHABILITATION INTERNATIONAL
Dal 2003, l’IRCCS Oasi è membro
associato dell’organizzazione
non governativa Rehabilitation In ternational. La collaborazione
verte sulla raccolta e lo scambio di informazioni e know-how nel
campo della disabilità, allo scopo di migliorare e promuovere i diritti e l’integrazione nella comunità di appartenenza delle persone
con disabilità.
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