Prognosi calcagno
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Prognosi calcagno
26 Aug -2013, Copyright 12:10:34 - Il Pensiero Scientifico Editore downloaded by AZIENDA OSPEDALIERO-UNIVERSITARIA DI BO... IP 137.204.230.5 Mon, Studio di coorte sull’incidenza dei decubiti al calcagno in pazienti immobilizzati da gesso agli arti inferiori presso l’Istituto Ortopedico Rizzoli e dei possibili fattori di rischio Introduzione. La lesione da decubito, in particolare al calcagno, può rappresentare una complicanza da immobilizzazione per apparecchio gessato. Obiettivo. Indagare l’incidenza delle complicanze cutanee tardive (in particolare la lesione da decubito al calcagno) da apparecchio gessato e valutare eventuali fattori di rischio. Materiali e metodi. Sono stati monitorati per 16 mesi tutti i pazienti consecutivi, provenienti da tre reparti, a cui veniva applicato un apparecchio gessato agli arti inferiori. I fattori di rischio sono stati identificati dall’infermiere addetto al confezionamento del gesso e la gravità della lesione stadiata con la scala NPUAP, al momento dell’asportazione del gesso, dall’infermiere del reparto o dell’ambulatorio. Risultati. Sono stati arruolati 216 pazienti. Il 17.6% (38/216) ha avuto una lesione da decubito: 16/124 (13%) nei reparti ortopedici e 22/92 (24%) nei reparti oncologici. Sono risultati fattori di rischio all’analisi multivariata, l’essere sottoposti a trattamenti con farmaci antiblastici (p=0.033; OR=2.61) (la sola patologia oncologica non aumentava il rischio rispetto alla popolazione ortopedica generale); l’avere la cute arrossata prima dell’applicazione dell’apparecchio gessato (p=0.001; OR=4.44) e l’avere accusato disturbi dopo l’applicazione (p=0.000; OR=7.86). Le lesioni erano prevalentemente di 1° grado e solo il 2.4% (6/216) erano di II grado o superiore. L’estensione e la durata del gesso, il materiale con cui viene confezionato, e l’aver subito un intervento chirurgico non sono risultati fattori di rischio statisticamente significativi. Conclusioni. Le lesioni da decubito da gesso sono una complicanza relativamente frequente in particolare in alcune popolazioni a rischio che devono tenere immobilizzati gli arti inferiori. La conoscenza del rischio di base e l’identificazione di specifici fattori di rischio possono permettere l’identificazione e lo studio di misure preventive per migliorare l’assistenza a questa specifica popolazione. Contributi ed esperienze Cristiana Forni1 Marina Zoli2 Loretta Loro1 Morena Tremosini1 Sandra Mini1 Valter Pirini3 Roberta Turrini3 Stefano Durante4 Annamaria Nicolini1 Francesca Riccioni5 Roberto Girolami5 1Infermiere 2Fisioterapista 3Tecnico di laboratorio 4Tecnico di radiologia medica Centro di Ricerca delle Professioni Sanitarie 5Infermiere di sala gessi Istituto Ortopedico Rizzoli, Bologna Parole chiave. Decubito al calcagno, Apparecchio gessato, Reparti ortopedici. Introduzione La lesione da decubito, in particolare al calcagno, è una rilevante e pericolosa complicanza dovuta all’immobilizzazione da apparecchio gessato. Nonostante vengano appli- cati molti apparecchi gessati, ci sono solo pochi studi sugli esiti dei trattamenti delle fratture, in particolare sul miglioramento dei tempi di guarigione o sulla riduzione delle complicanze cliniche.1 Assistenza infermieristica e ricerca, 2009, 28, 3 125 26 Aug -2013, Copyright 12:10:34 - Il Pensiero Scientifico Editore downloaded by AZIENDA OSPEDALIERO-UNIVERSITARIA DI BO... IP 137.204.230.5 Mon, Contributi ed esperienze In uno studio retrospettivo2 su cartelle cliniche, l’incidenza di complicazioni cutanee (dal rash superficiale all’ulcerazione che richiedeva la rimozione del gesso) era del 14.8% nei pazienti pediatrici con frattura di femore, trattati con tutore d’anca gessato. In questo studio venivano ricercati anche possibili fattori di rischio per tali complicanze. Venivano considerati, oltre all’età e al sesso, il tempo fra l’insorgenza di frattura e il confezionamento del gesso, la sua durata e il meccanismo causale di frattura (da caduta, da incidenti stradali, traumi diretti e fratture causate da maltrattamenti familiari). L’età (più erano giovani maggiore era il rischio) ed i maltrattamenti come meccanismo causale della frattura erano i fattori più associati alle complicanza cutanee. In un altro studio retrospettivo3 sempre su pazienti pediatrici con paralisi cerebrale, con apparecchio gessato dopo intervento di osteotomia del femore prossimale per sublussazione/lussazione dell’anca, l’incidenza di lesioni cutanee era del 15%. Le ulcerazioni della cute possono essere generate dall’eccessiva pressione dell’apparecchio gessato sulla cute.4 In alcuni studi5-6 sono state misurate sperimentalmente le pressioni sulla cute dei diversi materiali utilizzati (fibra di vetro, materiale termoplastico, gesso tradizionale): tutti gli studi riportavano che il gesso sintetico esercita una maggiore pressione (>36 mmHg). L’assistenza infermieristica ai pazienti con apparecchi gessati per fratture traumatiche e patologiche, patologie congenite (ad esempio la lussazione congenita dell’anca) e con gli arti immobilizzati dopo un intervento chirurgico, è di particolare rilevanza: dall’informazione al paziente, alla preparazione del materiale e dei presidi, al loro confezionamento, alla sorveglianza e trattamento delle complicanze. L’incidenza di lesioni da decubito può rappresentare quindi un indicatore della qualità dell’attività clinico-assistenziale. Negli ultimi anni, diversi infermieri e fisioterapisti hanno segnalato con sempre più preoccupante frequenza, l’insorgenza di lesioni da pressione nei pazienti con apparecchi gessati, in particolare agli arti inferiori. Nell’Istituto Ortopedico Rizzoli (IOR) di Bologna, un istituto di ricerca monospecialistico ortopedico, ven126 Assistenza infermieristica e ricerca, 2009, 28, 3 gono confezionati annualmente più di 10.000 apparecchi gessati, di materiali e in sedi anatomiche diverse, di cui 3.000 agli arti inferiori. Non è mai stata monitorata l’incidenza delle complicanze cutanee da gesso e, negli anni, sono stati introdotti nuovi materiali così come metodologie diverse di applicazione. Anche le modalità e i tempi chirurgici per il trattamento delle fratture prima del confezionamento di gessi si sono modificati senza che venissero condotte valutazioni sull’impatto di tutte queste variazioni sulle complicanze cutanee dei pazienti trattati. Questi interventi sono sempre più frequenti su popolazioni anziane e con polipatologie: il diabete o la patologia tumorale possono rappresentare condizioni favorenti lo sviluppo di complicanze.7 L’identificazione del rischio di base nella popolazione ortopedica e anche di specifiche sotto popolazioni o procedure a rischio permetterebbe di orientare le azioni di miglioramento. Obiettivi dello studio Scopo di questo studio di coorte prospettico, è di indagare: a) l’incidenza delle complicanze cutanee tardive (in particolare la lesione da decubito al calcagno) da apparecchio gessato, e b) cercare di valutare eventuali fattori di rischio. Materiali e metodi Popolazione. Soggetti con immobilizzazione degli arti inferiori da apparecchio gessato (gesso o cartone gessato) ricoverati all’Istituto Ortopedico Rizzoli, presso una divisione di ortopedia generale, oncologia e la Sezione di Chemioterapia dei tumori dell’osso. Criteri di inclusione e esclusione. Sono stati reclutati tutti i pazienti con indicazione al confezionamento di apparecchio gessato includente il piede, ricoverati nei 16 mesi di osservazione. Sono stati esclusi i soggetti che avevano già lesioni al tallone di stadio >2 secondo la scala del National Pressare Ulcer Advisory Panel (N.P.U.A.P.), come anche i pazienti con valve gessate di posizione (detti “aeroplani”) da usare durante la notte, e i pazienti a cui era stato confezionato l’apparecchio gessato in Pronto Soccorso. 26 Aug -2013, Copyright 12:10:34 - Il Pensiero Scientifico Editore downloaded by AZIENDA OSPEDALIERO-UNIVERSITARIA DI BO... IP 137.204.230.5 Mon, C. Forni et al.: Studio di coorte sull’incidenza dei decubiti al calcagno in pazienti immobilizzati da gesso agli arti inferiori presso l’Istituto Ortopedico Rizzoli Dimensione del campione. In questo studio, il numero di pazienti da arruolare è stato dimensionato sulla base del numero di parametri predittivi inseriti nell’analisi statistica multivariata. La regola empirica generale applicata stabilisce che il rapporto tra il numero totale degli eventi (comparsa di lesione da decubito) ed il numero di gruppi di variabili esplicative (predittori) deve essere di almeno dieci per tipo di variabile.8 In base a queste considerazioni è stato stimato di includere almeno 200 soggetti. Modalità di conduzione dello studio. La cute del paziente veniva osservata al confezionamento ed alla rimozione dell’apparecchio gessato ed i dati raccolti in 2 diverse schede. La prima compilata dall’infermiere gessista di Sala Operatoria o della Sala Gessi dei reparti di degenza o degli ambulatori al momento del confezionamento del gesso, la seconda dall’infermiere di reparto o del poliambulatorio alla rimozione dello stesso. Le schede sono state costruite da un gruppo multidisciplinare di 13 persone composto da un ortopedico, un oncologo-internista, infermieri gessisti, ricercatori del personale assistenziale (infermieri, tecnici di laboratorio, fisioterapisti tecnici di radiologia). Al confezionamento dell’apparecchio gessato venivano raccolte anche alcune informazioni socio anagrafiche (età e sesso), diagnosi di ingresso, condizioni cliniche (diabete, angiopatia), eventuale trattamento chemioterapico, condizioni locali della cute (integra, arrossata); intervento chirurgico e apposizione di laccio pneumatico durante l’intervento; tipo di immobilizzazione (pelvi podalico, ginocchiera o stivaletto, aperto a valva o chiuso) e materiale utilizzato (gesso spolverato, a presa rapida o sintetico); durata in giorni e numeri di apparecchi gessati ed eventuali modifiche apportate entro i primi 2-3 giorni, se veniva fenestrato il gesso al calcagno o aperto a valva e per quale ragione (dolore, azione preventiva….). Queste informazioni venivano registrate nella prima scheda che rimaneva nella sala gessi per almeno 3 giorni per consentire l’eventuale registrazione di tale dato. Alla comparsa di disturbi infatti, vengono allertati gli infermieri gessisti per apportare eventuali modifiche. Alla rimozione del gesso veniva compilata la seconda scheda riportando, oltre ai dati anagrafici del paziente e il reparto, la data di rimozione e le condizioni della cute secondo la scala NPUAP a cui era stato aggiunto il “grado 0” cioè assenza di lesioni. I rilevatori erano stati addestrati. In ogni reparto di degenza e nel poliambulatorio era stato individuato un referente per verificare la compilazione della scheda ed aiutare i rilevatori. Analisi dei dati. I dati raccolti sono stati registrati su un foglio Excel Microsoft® e elaborati con il programma statistico SPSS. I dati sono stati descritti tramite valori di tendenza centrale, frequenze e correlazioni lineari univariate. Sono stati utilizzati ANOVA, 2 accettando un valore soglia di significatività p<0.05. È stata condotta l’analisi multivariata. Risultati Lo studio è iniziato il 1 maggio 2005 e si è concluso il 30 agosto 2006. Sono stati arruolati 233 pazienti, 10 sono stati persi al follow-up, uno è deceduto, 6 sono stati immobilizzati in altri distretti corporei. I dati presentati si riferiscono pertanto a 216 pazienti: 124 provenienti dalla Divisione di ortopedia generale e 92 dalla Divisione oncologica ortopedica e dalla Sezione di Chemioterapia (considerati un unico reparto oncologico). Fra i 124 pazienti con patologia solo ortopedica 17 erano anche diabetici o angiopatici mentre fra i 92 oncologici nessuno aveva tali comorbidità. Le caratteristiche dei pazienti sono descritte nella Tabella 1. Tabella 1 - Le principali caratteristiche dei pazienti CARATTERISTICHE N° (216) % Sesso Femmine 88 40.7 Maschi 128 59.3 Età media (DS) 39 (23) mediana 38 Reparto ortopedia 124 57.4 ortopedia/oncologia 92 42.6 Assistenza infermieristica e ricerca, 2009, 28, 3 127 26 Aug -2013, Copyright 12:10:34 - Il Pensiero Scientifico Editore downloaded by AZIENDA OSPEDALIERO-UNIVERSITARIA DI BO... IP 137.204.230.5 Mon, Contributi ed esperienze Il 17.6% (38/216) ha avuto una lesione da decubito: 16/124 (13%) nei reparti ortopedici e 22/92 (24%) nei reparti oncologici. Delle 38 lesioni rilevate all’asportazione del gesso, 32 erano di grado 1 secondo la scala NPUAP (arrossamento che non scompare alla digitopressione), 3 di grado 2 e 3 di grado 3. Le variabili monitorate e l’incidenza di decubiti in questi sottogruppi sono riportati nella Tabella 2. Tabella 2 - Comparsa delle lesioni in base ai fattori di rischio VARIABILI pazienti decubitati N % Intervento chirurgico 33/166 20.0 No intervento 5/50 10.0 Trattamento chemioterapico 18/54 33.3 Altro trattamento 20/162 12.3 Cute arrossata al momento del 21/49 42.9 confezion. Cute integra 17/167 10.1 Diabete, angiopatia 1/17 5.9 Assenza di comorbidità 37/199 18.6 Numero di gessi 1° GESSO 32/176 18.2 2° GESSO 6/35 17.1 3°-4° GESSO 0/5 – Durata media del gesso in giorni 29 (4-63) (range) Mediana 31 Sintomi precoci Presenza di disturbi primi 2-3 gg 26/54 4.8 Assenza di disturbi primi 2-3 gg 12/162 7.4 Tipo di gesso gesso aperto a valva 10/33 30.3 ginocchiera 11/54 20.4 stivaletto 13/89 14.6 pelvipodalico 5/40 12.5 Materiale del gesso gesso sintetico 11/25 30.6 gesso a presa rapida 23/117 16.4 gesso sploverato 3/18 14.3 cartone 0/4 – Tra i pazienti sottoposti a terapie antiblastiche circa 1/3 sviluppava lesioni da pressione se ingessato ad un arto inferiore rispetto al 11.7% dei pazienti sottoposti ad altri tipi di trattamenti. La presenza di patologie concomitanti quali diabete o angiopatie non ha aumentato il rischio di contrarre una lesione mentre la presenza di arrossamenti cutanei al confezionamento del gesso lo aumenta (43% vs 9.6%) come anche 128 Assistenza infermieristica e ricerca, 2009, 28, 3 la comparsa di sintomi precoci (il 25% dei pazienti ha avuto dolore e/o bruciore al calcagno nei primi 2-3 giorni dopo l’applicazione dell’apparecchio gessato) (48% vs 7.4%). Il numero di gessi non aumenta l’incidenza di lesioni anzi, all’aumentare degli apparecchi confezionati diminuiva l’incidenza. Alla comparsa di disturbi a 2-3 giorni (dolore, bruciore al calcagno) i comportamenti degli operatori sono stati diversi: 8 volte il calcagno è stato fenestrato preventivamente (in assenza di disturbi); nei 55 pazienti che lamentavano sintomi si è aperto il gesso al calcagno in 42 casi mentre nei restanti 13 non si è apportata alcuna modifica. Hanno avuto una lesione 2/8 a cui è stato fenestrato preventivamente il calcagno, 5/13 cui non era stato modificato il gesso nonostante la comparsa di disturbi, e 21/42 cui veniva immediatamente aperto il gesso al calcagno alla comparsa di dolore. Il tipo di gesso (stivaletto o pelvi podalico) non modifica l’incidenza di lesioni; l’incidenza aumenta però se il gesso veniva tenuto aperto a valva 30% vs 15% (10/33 vs 28/183). Il gesso sintetico causava la maggior incidenza di decubiti (30.6%). I pazienti sono stati classificati in 2 gruppi: pazienti con cute integra (grado 1 e assenza lesioni) e con lesioni > grado 2 (lesioni gravi). I dati rispetto alle lesioni “gravi” sono riportati nella Tabella 3. Tra i pazienti ortopedici (non sottoposti a chemioterapia) l’incidenza di lesioni appare percentualmente inferiore rispetto all’altro gruppo anche se l’esiguità dei casi non permette ulteriori considerazioni. All’analisi univariata diverse variabili risultano predire significativamente lo sviluppo di decubiti: l’essere sottoposti a chemioterapia, avere la cute arrossata, avere una patologia oncologica, aver accusato disturbi nei primi 2-3 giorni. Vi era inoltre una tendenza alla significatività nei soggetti operati, in chi riceveva un gesso sintetico e nei soggetti in cui il gesso veniva aperto a valva. I fattori significativi sono stati analizzati in un modello multivariato per identificare quali variabili fossero effettivamente predittive di sviluppo di lesione e quindi considerabili reali fattori di rischio in questa specifica popolazione. La Tabella 4 riporta i risultati di tale modello. 26 Aug -2013, Copyright 12:10:34 - Il Pensiero Scientifico Editore downloaded by AZIENDA OSPEDALIERO-UNIVERSITARIA DI BO... IP 137.204.230.5 Mon, C. Forni et al.: Studio di coorte sull’incidenza dei decubiti al calcagno in pazienti immobilizzati da gesso agli arti inferiori presso l’Istituto Ortopedico Rizzoli Tabella 3 - Incidenza delle lesioni da decubito di stadio >2 per tipologia di paziente Pazienti ortopedici Pazienti in chemioterapia N°/tot (%) N°/tot (%) Lesioni stadio > 2 3/162 (1.8%) 3/54 (5.6%) Lesioni stadio 1 17/162 (10.5%) 15/54 (27.7%) Tabella 4 - Fattori di rischio per l’insorgenza di lesioni al tallone: analisi multivariata Fattore di rischio OR IC 95% Presenza di disturbi precoci 7.866 3.343-18.509 Cute arrossata al confezionamento 4.442 1.848-10.679 Trattamento con antiblastici 2.614 1.081-6.323 Intervento chirurgico 1.659 0.533-5.164 Durata del gesso 1.002 0.964-1.042 Patologia (ortopedica vs oncologica) 0.887 0.226-3.477 Gesso chiuso 0.444 0.145-1.354 Le uniche variabili significativamente associate all’insorgenza di lesioni da decubito sono quindi state: • l’essere sottoposti a trattamenti con farmaci antiblastici (p=0.033; OR=2.61); mentre i pazienti oncologici se non trattati con farmaci antiblastici avevano la stessa incidenza di lesioni della popolazione ortopedica generale; • l’avere la cute arrossata prima dell’applicazione dell’apparecchio gessato (P=0.001; OR=4.44); • l’avere accusato disturbi dopo l’applicazione (P=0.000; OR=7.86). Discussione Gli obiettivi dello studio erano di valutare l’incidenza di lesioni cutanee all’interno di apparecchi gessati agli arti inferiori, per conoscere il rischio di base nella popolazione ortopedica, e di valutare eventuali fattori predittivi per ipotizzare nuove strategie preventive. Il 17.6% dei pazienti sviluppa una lesione da decubito mentre ha l’apparecchio gessato. Non ci sono dati su questo problema: gli unici disponibili riguardano la popolazione ortopedica pediatrica.2, 3 La popolazione del nostro studio è prevalentemente adulta (età mediana di 38 anni, range 3-90) con l’eccezione dei pazienti sottoposti a chemioterapia per tumore dell’osso che sono prevalentemente pediatrici (54/216 età media 11 anni, range di età 3-19). L’incidenza di lesioni varia rispetto al materiale di confezionamento, aumenta in particolare, Totale N°/tot (%) 6/216 (2.7%) 32/216 (14.8%) P 0.000 0.001 0.033 ns ns ns ns così come segnalato in altri lavori,5, 6 in chi aveva il gesso sintetico. Tale fattore, all’analisi multivariata, non è però risultato statisticamente significativo e tale tendenza può essere imputata all’uso di questo materiale prevalentemente su soggetti in trattamento chemioterapico, già di per sé a più alto rischio di decubiti. La presenza di patologie concomitanti quali diabete o angiopatie non aumenta il rischio di contrarre una lesione anzi, la frequenza risultava decisamente inferiore, probabilmente a causa della bassa incidenza di tali patologie nella nostra popolazione (solo 17 casi di cui 1 solo si è decubitato e nessuno era in trattamento chemioterapico; 6 pazienti hanno avuto disturbi nei primi 2-3 giorni). Un dato inaspettato è stato l’alta incidenza di lesioni nei pazienti con gesso aperto (30.3%) rispetto a chi aveva il gesso chiuso (15.3%) probabilmente a causa del possibile sfregamento cutaneo (evenienza non possibile in chi riceve un gesso chiuso) ma di questi 10 pazienti 7 erano anche in trattamento chemioterapico e 6 avevano anche la cute arrossata rendendo difficile una interpretazione univoca di tale risultato. Infatti, anche questo fattore non è risultato significativamente associato alle lesioni nell’analisi multivariata, così come la durata del gesso. All’aumentare del numero di apparecchi gessati diminuiva l’incidenza di lesioni e questo dato indica che i danni cutanei si manifestano probabilmente nei primi giorni di applicazione dell’apparecchio gessato: infatti la più alta incidenza di decubiti, significativa anche all’analisi multiAssistenza infermieristica e ricerca, 2009, 28, 3 129 26 Aug -2013, Copyright 12:10:34 - Il Pensiero Scientifico Editore downloaded by AZIENDA OSPEDALIERO-UNIVERSITARIA DI BO... IP 137.204.230.5 Mon, Contributi ed esperienze variata, è stata riscontrata in chi accusava disturbi al gesso nei primi 2-3 giorni (48.1% vs 7.4% in chi non aveva presentato disturbi). I numeri limitati e la mancanza di dati su intensità e modalità di presentazione del problema non consentono di valutare l’effetto dell’eventuale apertura del gesso al calcagno alla comparsa di sintomi. L’essere sottoposti a chemioterapia, probabilmente per l’effetto sulla rigenerazione cellulare, prevedibilmente, aumenta il rischio di lesione. Solo 6 pazienti hanno avuto una lesione di stadio 2 cioè con lesione dell’integrità cutanea; la maggior parte dei decubiti (32/38) era di 1° grado. Anche queste lesioni rappresentano comunque un evento avverso per il paziente per il dolore e il discomfort causato. La presenza di arrossamento cutaneo già al momento del confezionamento è un fattore di rischio (42.9% dei pazienti contraggono una lesione): l’arrossamento cutaneo indica già un danno e il gesso non ne aiuta certo la guarigione: è importante pertanto identificare strategie migliorative per questi pazienti. L’arruolamento consecutivo di 216 pazienti in 16 mesi di studio ha consentito di stimare con buona approssimazione l’incidenza del fenomeno. Il limite principale del presente studio è il numero limitato di casi, che rende problematico analizzare il peso dei singoli fattori di rischio. Lo scopo principale dello studio era però di determinare l’incidenza del fenomeno e inoltre, la casistica della patologia oncologica ortopedica è particolarmente piccola. Il Rizzoli è centro di riferimento nazionale per i sarcomi primitivi dell’osso e in 16 mesi di studio sono stati ricoverati in tutto 54 pazienti con un unico paziente perso al follow up perché deceduto. Conclusioni Aver quantificato il fenomeno delle lesioni da SUMMARY 130 Introduction. Pressure sores, especially at the heel, are a side effect of the cast. Aim. To assess the incidence of late skin complications (heel pressure sores) of a cast and determine risk factors. Methods. All consecutive patients treated with a leg cast over a 16 months observation time were recruited. Risk factors were identified by the nurse that placed the cast and skin lesions classified with the NPUAP scale when the cast was removed. Results. In the 216 enrolled patients 17.6% (38) developed a pressure sore: 16/124 in orthopedic wards; 22/92 in oncology wards. The multivariate analysis identified the following risk factors: administration of cytotoxic drugs (p=0.033; OR=2.61; having a cancer did not increase the risk); skin redness before cast Assistenza infermieristica e ricerca, 2009, 28, 3 pressione nelle immobilizzazioni agli arti inferiori identificando anche sotto popolazioni a maggior rischio consente di ipotizzare strategie preventive su questi pazienti partendo così da un noto rischio di base per riuscire a studiare e quantificare miglioramenti. La maggior sensibilizzazione fra il personale gessista, frutto di questo primo studio ha portato alla ricerca di soluzioni preventive nelle popolazioni più esposte. Sono stati ricercati materiali alternativi, studiate tecniche e ricercato in letteratura studi sull’argomento. Questo ha permesso la progettazione di una sperimentazione clinica sull’utilizzo delle schiume in poliuretano, all’interno dei gessi, a contatto con la cute del calcagno dei pazienti in trattamento chemioterapico o con cute arrossata, per verificare se tale presidio possa diminuire l’incidenza delle lesioni. Bibliografia 1. Prior MA, Miles S. Casting: part two. Nurs Stand 1999; 13: 42-50. 2. Illgen R, Rodgers WB, Hresko MT et al. Femur fractures in children: treatment with early sitting spica casting. J Pediatr Orthop 1998; 18: 481-7. 3. Lubichy JP, Bernotas S, Herman JE. Complications related to postoperative casting after surgical treatment of subluxed/dislocated hips in patients with cerebral palsy. Orthopedics 2003; 26: 407-11. 4. Marson BM, Keenan MA. Skin surface pressures under short leg casts. J Orthop Trauma 1993; 7: 257-8. 5. Davids JR, Frick SL, Skewes E, Blackhurst DW. Skin surface pressure beneath an above the knee-cast: plaster casts compared with fiberglass casts. 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Key words. Heel pressure sores, Orthopedic wards, Leg plaster.