L`Isis non si ferma. Abbattuto il tempio di Bel

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L`Isis non si ferma. Abbattuto il tempio di Bel
L’Isis non si ferma. Abbattuto il tempio di Bel
di Paolo Salom – Corriere della Sera, lunedì 31 agosto 2015
Lo scempio continua. L’agenzia delle Nazioni Unite Unitar non ha fatto in tempo a confermare la distruzione
da parte dell’Isis del tempio di Baal Shamin, conferma che arriva dal confronto delle foto satellitari del sito
prima e dopo la demolizione, che i miliziani hanno fatto sapere al mondo di aver raso al suolo un altro tesoro
dell’umanità. Questa volta l’esplosivo, 30 tonnellate, avrebbe fatto crollare il tempio di Bel. Edificato nel I
secolo dopo Cristo, era considerato il meglio conservato, con le sue pareti e le sue colonne imponenti,
secondo in bellezza soltanto a Baal Shamin. L’Osservatorio siriano per i diritti umani ha diffuso ieri sera la
notizia, riportata da alcuni testimoni diretti. Sembra che il millenario edificio non sia stato del tutto abbattuto
dagli esplosivi: alcune immagini mostrano da lontano soltanto un’alta colonna di fumo nero. Tuttavia,
giudicando i precedenti, è lecito credere che lo Stato Islamico abbia portato avanti la sua allucinante opera di
annichilimento dei patrimoni dell’umanità conservati a Palmira, azioni che l’Unesco ha definito «crimini di
guerra». I miliziani del califfo sono entrati nella città siriana lo scorso maggio e da allora hanno rafforzato il
loro controllo sull’area. Il 18 agosto, i jihadisti avevano decapitato sulla piazza antistante il museo Khaled al
Asaad, 82 anni, studioso di fama internazionale e per 40 anni direttore del sito: Al Asaad, dopo aver nascosto
parte dei reperti conservati nelle strutture da lui curate, si era rifiutato di rivelarne l’ubicazione ai miliziani.
La vendetta era stata immediata e feroce. La furia iconoclasta dei miliziani si era poi rivolta alle strutture in
pietra che, nell’aria secca e tersa del deserto, hanno superato due millenni di storia umana.
Templi, colonnati, capitelli, statue: tutto per chi considera l’era pre-islamica «un abominio da cancellare»
andava raso al suolo. Le immagini diffuse qualche giorno dopo la distruzione di Baal Shamin, il 25 agosto,
hanno mostrato la tecnica utilizzata: barili pieni di esplosivo sistemati alla base delle colonne e nei punti
chiave della struttura. Il tempio di Bel, grafia alternativa per Baal (assimilabile a Zeus per i greci o Giove per
i romani), dopo la conquista araba era stato convertito in una fortezza con annessa moschea: probabile che
abbia subito la stessa sorte. La storia non interessa i fanatici del Califfo: per l’Isis il passato ha senso solo se
riguarda la propria versione delle gesta del Profeta, reale o meno ha poca importanza. Quello che conta sono
gli effetti propagandistici. Raggiunti.

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