n. 237 aprile 2011 - Legacoop Reggio Emilia
Transcript
n. 237 aprile 2011 - Legacoop Reggio Emilia
N. 237 – 15 aprile 2011 La Direzione di Legacoop ha nominato il Comitato consultivo e il direttore generale, che sarà Lorenzo Giberti Il 15 aprile si è riunita per la prima volta dopo l’Assemblea Congressuale la Direzione di Legacoop Reggio Emilia. La presidente Simona Caselli ha illustrato il piano di lavoro e gli obiettivi di mandato. Su proposta del presidente è stato poi nominato il Comitato consultivo, che risulta così composto: Marco Pirani di Progeo, per il settore Agroalimentare, Mauro Casoli di Unieco (settore Produzione e Lavoro), Roberto Olivi di Coopservice (settore Servizi), Guido Saccardi di Coopselios (Cooperazione Sociale), Lorenza Davoli di Cesvip (Formazione), Luciano Pantaleoni di Andria (Settore Cooperazione di abitanti), Edwin Ferrari di Coop Consumatori Nordest (Cooperazione di Consumatori), Marzio Ferrari di Conad Centro Nord (Cooperative di Dettaglianti), Elena Bertolini di Solidarietà 90 (Commissione Pari Opportunità), Chiara Migliorin di Legacoop in rappresentanza di Generazioni. La Direzione, sempre su proposta di Simona Caselli, ha poi nominato il nuovo direttore generale, nella figura di Lorenzo Giberti che attualmente ricopre in Legacoop l’incarico di responsabile delle Relazioni industriali. Giberti è anche membro della Giunta Camerale della Camera di Commercio di Reggio Emilia. Simona Caselli, illustrando il piano di lavoro di Legacoop e gli obiettivi di mandato, ha insistito in particolare sulla sfida del cambiamento che ha davanti l’organizzazione. “La cooperazione – ha detto la presidente di Legacoop – può proporsi come parte della soluzione dei problemi del Paese se saprà essere leader del cambiamento. Noi crediamo in uno sviluppo sostenibile che si coniughi con la coesione sociale. In assenza di questi elementi la cooperazione non cresce e non può radicarsi nemmeno a livello valoriale. Per noi – ha proseguito Simona Caselli – è indispensabile dispiegare una cultura del cambiamento: nelle strategie, nelle politiche, nella organizzazione”. Un aspetto importantissimo di innovazione, ha spiegato poi la Caselli, è l’Alleanza delle Cooperative Italiane, con Confcooperative e Agci, alla cui piena realizzazione intendiamo collaborare con impegno e dedizione. “L’innovazione per noi – ha puntualizzato la presidente di Legacoop – significa la ‘cooperazione fra cooperative’ nei progetti intersettoriali (welfare di comunità, green economy, formazione cooperativa, turismo, ambiente, territorio, cooperazione del sapere), il perseguimento della crescita dimensionale delle nostre imprese, mediante fusioni, acquisizioni, reti d’impresa, la diversificazione produttiva, l’innovazione di prodotto e di processo, la crescita della produttività e l’internazionalizzazione. Ci innoveremo anche affinando ulteriormente gli strumenti finanziari di sistema e costruendo alleanza con i soggetti finanziatori capaci di veicolare crescenti risorse verso il sistema cooperativo e promuovendo nuova cooperazione e difendendo il lavoro, e specialmente contrastando ogni illegalità”. La Caselli ha poi affrontato la questione del ruolo della cooperazione sul territorio. “Se è vero che in Emilia-Romagna Legacoop si gioca una fetta rilevante del proprio protagonismo nazionale, è vero anche – ha affermato la Caselli – che Reggio Emilia, per la sua tradizione cooperativa, per la dimensione raggiunta dal movimento cooperativo, per la presenza di numero di ‘campioni nazionali’ fra le imprese associate, ha una responsabilità particolarmente importante, anche sul piano dell’elaborazione progettuale.” Si è conluso a Roma il Congresso Nazionale di Legacoop. Giuliano Poletti riconfermato presidente L’epoca del mito delle miracolose virtù del libero mercato è definitivamente tramontata sotto i colpi della crisi più violenta del secondo dopoguerra, che ha accresciuto ulteriormente le disuguaglianze sociali e minato la fiducia delle persone nel proprio futuro. Per questo è necessario costruire un nuovo paradigma di economia e di società, dove ci sia più equilibrio tra individuo e comunità, tra attività economiche e non, tra iniziativa pubblica e privata. (Segue in 2.a) W&W 1 (Segue dalla 1.a) Un obiettivo che, oltre al cambiamento delle regole di funzionamento dei mercati globali e dei relativi strumenti di controllo, richiede di creare le condizioni per un nuovo protagonismo sociale, per l’affermarsi di un’economia sociale di mercato imperniata su un nuovo compromesso tra capitale e lavoro, tra funzione dello Stato e del mercato, su una nuova relazione tra interesse individuale e benessere comune, su un nuovo equilibrio tra presente e futuro. Un nuovo edificio, insomma, che può trovare solide fondamenta anche nei principi e nei valori che hanno ispirato e fatto crescere le cooperative dall’Unità d’Italia ad oggi. È questo il senso di fondo del messaggio lanciato da Giuliano Poletti, presidente nazionale di Legacoop, nella relazione introduttiva ai lavori del 38° Congresso Nazionale di Legacoop che si è svolto a Roma dal 6 all’8 aprile, alla presenza di 650 delegati (il 32,5% donne, l’11% giovani) provenienti da tutto il Paese. Alla fine di Words & Works pubblichiamo una sintesi della relazione di Giuliano Poletti. “Se è vero – ha detto Poletti – che la crisi attuale, come affermava il compianto Edmondo Berselli, è prima di tutto dovuta all’ingiusta distribuzione della ricchezza, un elemento non solo eticamente criticabile, ma anche di grave distorsione dei meccanismi di mercato e di allocazione delle risorse, allora sarebbe utile valorizzare l’esempio dell’impresa cooperativa che vede l’equa distribuzione della ricchezza fra tutti coloro che concorrono a produrla tra i suoi principi basilari, insieme con il controllo democratico e la partecipazione economica dei soci, lo sviluppo di buona occupazione, l’assunzione condivisa di responsabilità, l’impegno verso la comunità”. Numerosi sono stati gli interventi al Congresso di rappresentanti del mondo economico-sociale e politico: tra questi il ministro Maurizio Sacconi, il sindaco di Roma Gianni Alemanno, il vicepresidente del Csm Michele Vietti, la vicepresidente del Senato Emma Bonino, Giuliano Amato, presidente del Comitato dei Garanti per le celebrazioni del 150° anniversario dell'Unità d'Italia, i segretari generali della Cgil, Susanna Camusso, della Cisl Raffaele Bonanni e della Uil Luigi Angeletti, il presidente di Confcooperative Luigi Marino, coordinatore dell’Alleanza delle Cooperative Italiane, il presidente di Agci Rosario Altieri, il direttore generale di Confindustria Gianpaolo Galli, Giorgio Guerrini, presidente di R.ete Imprese Italia, il presidente dell’Alleanza Cooperativa Internazionale Pauline Green, Stefano Fassina del Pd e Pier Ferdinando Casini dell’Udc. Particolarmente applaudito è stato l’intervento di don Luigi Ciotti, che ha entusiasmato la platea del Congresso con un intervento forte e appassionato, che partendo dall’impegno delle cooperative di Libera, sostenute fortemente da Legacoop, ha affrontato i temi della legalità e dei giovani. Il presidente di Legacoop Poletti e don Ciotti Il Congresso ha poi eletto gli organismi nazionali. Giuliano Poletti è stato riconfermato presidente, e Giorgio Bertinelli vicepresidente vicario. I reggiani nella Direzione nazionale di Legacoop Numerosa la delegazione delle cooperative reggiane presente al Congresso Nazionale: molto apprezzati sono stati anche gli interventi del presidente di Legacoop Reggio Emilia Simona Caselli e del presidente di Coop Consumatori Nordest Marco Pedroni. Il Congresso ha eletto la nuova Direzione Nazionale, che vede la presenza di una qualificata rappresentanza di cooperatori reggiani: sono entrati nel massimo organismo di Legacoop Simona Caselli (Legacoop Reggio Emilia), Rosanna Bacci (Il Ginepro), Chiara Nasi (Cir food), Fabrizio Davoli (Coopsette), Marco Pedroni (Coop Consumatori Nordest), Guido Saccardi (Coopselios), Mauro Casoli (Unieco), Agostino Alfano (Ccfs), Corrado Casoli (Cantine Riunite & Civ). A questi si aggiungono altri due reggiani: Paolo Cattabiani, presidente regionale di Legacoop Emilia-Romagna, e Maurizio Davolio, re- sponsabile nazionale di Legacoop Turismo. Roberto Olivi (Coopservice) fa parte del Comitato dei Garanti. L’intervento al Congresso di Simona Caselli Il riconoscimento di “Pionieri nella valorizzazione del capitale umano femminile” a tre cooperative reggiane Nel corso della giornata di apertura del 38° Congresso Nazionale di Legacoop un momento particolarmente significativo è stata la consegna dei riconoscimenti alle cooperative che hanno aderito al “Progetto sulla qualità nella gestione delle risorse umane in ottica di genere”. (Segue in 3.a) W&W 2 (Segue dalla 2.a) Alla cerimonia è intervenuta la vicepresidente del Senato, Emma Bonino, testimone dell’impegno per la emancipazione delle donne in tutto il mondo. Il progetto, finalizzato “alla rivisitazione dei processi organizzativi imprenditoriali in un’ottica di genere, alla comunicazione delle buone pratiche, alla elaborazione di piani di miglioramento”, è stato promosso dalla Commissione Pari Opportunità di Legacoop (con la collaborazione di Progetto Donna, società per la ricerca e sviluppo PO), nel quadro delle linee programmatiche ed operative definite dal precedente congresso Legacoop che comprendevano, appunto, l’impegno sui temi della crescita e valorizzazione delle risorse femminili nel movimento. Il progetto ha interessato un piccolo, ma significativo gruppo di imprese: 17 le cooperative che hanno intrapreso il percorso previsto dal progetto, alle quali è stato assegnato il riconoscimento di "Pionieri nella valorizzazione del capitale umano femminile". Il riconoscimento, con una targa consegnata da Emma Bonino, è andato anche a tre cooperative reggiane: Coopselios, Coop Consumatori Nordest e Unieco. La Bonino e Poletti consegnano il riconoscimento alle rappresentanti di Coop Consumatori Nordest Accordo sulla detassazione dei trattamenti di produttività tra Cooperazione e Sindacati Buste paga più pesanti per diverse migliaia di lavoratori delle cooperative reggiane aderenti a Confcooperative e Legacoop. Le due centrali cooperative hanno infatti siglato con Cgil, Cisl ed Uil nelle settimane scorse un accordo in materia di tassazione agevolata su componenti della retribuzione dei lavoratori delle cooperative, reso possibile da una recente circolare dell’Agenzia delle entrate. “L’accordo – spiegano Vanni Ceccardi e Lorenzo Giberti, responsabili delle relazioni sindacali per Confcooperative e Legacoop – rende applicabile il particolare regime di tassazione agevolata al 10% per le componenti accessorie della retribuzione, corrisposte in relazione ad incrementi di produttività, di qualità, redditività, innovazione, efficienza organizzativa in presenza di risultati produttivi ed organizzativi aziendali”. “In sostanza – sottolineano Giberti e Ceccardi – le imprese potranno applicare questa agevolazione ad istituti regolati dai contratti collettivi come il lavoro supplementare, straordinario, in turni, notturno festivo e domenicale”. L’accordo interessa nella nostra provincia migliaia di lavoratori, e le agevolazioni fiscali si applicheranno anche ai dipendenti delle cooperative occupati presso sedi o stabilimenti situati al di fuori della provincia di Reggio Emilia. “A fronte di una situazione economica ancora pesante – osservano Ceccardi e Giberti – siamo soddisfatti di un accordo che potrà indubbiamente dare un po’ di fiato nelle cooperative reggiane ai livelli retributivi dei lavoratori, anche se entro i limiti di reddito inferiori a 40.000 euro, come previsto dalla norma. Proprio a fronte di un quadro economico difficile, in cui si associano problemi per i lavoratori, le famiglie e le imprese chiediamo che la strada di alleggerimento del carico fiscale sulle retribuzioni sia imboccata più decisamente dal Governo, da una parte introducendo procedure più chiare e di facile applicazione, dall’altra facendolo diventare un elemento strutturale a favore di tutti i lavoratori dipendenti. Il vantaggio sarebbe evidente per i lavoratori e le imprese”. Sistemi di welfare a confronto: un convegno a conclusione del Corso di management per l’impresa cooperativa sociale Il problema delle politiche di welfare, collegato alle poche risorse disponibili da parte delle amministrazioni locali ed alle relazioni tra intervento pubblico e privato, è oggi uno dei temi più pressanti e spinosi nell’agenda del nostro Paese. Il grande dibattito sulla “big society” da una parte, e sui tagli ai servizi dall’altra tocca da vicino tutti i cittadini. A tutto ciò si aggiunge che oggi i modelli di welfare sono diversi da regione a regione. “La cooperazione sociale – spiega il presidente di Quarantacinque Piero Giannattasio – ha giocato in questi anni un ruolo importantissimo nelle politiche di welfare, e sicuramente lo giocherà ancora di più nel futuro. E’ per questo che il Consorzio a cui aderiscono buona parte delle cooperative sociali di Legacoop, ha organizzato il 12 aprile un convegno che vuole aprire una riflessione di alto livello sul welfare e su alcuni modelli regionali, riflessione che interessa moltissimo la cooperazione sociale, le amministrazioni pubbliche, le forze sociali ed economiche.” “Tra benessere e malessere: sistemi di welfare a confronto. I ‘casi’ Lombardia, Toscana ed EmiliaRomagna”: è questo il tema dell’iniziativa che si è tenuta nella sala Valdo Magnani di Legacoop Reggio Emilia. (Segue in 4.a) W&W 3 (Segue dalla 3.a) Il convegno è stato organizzato in occasione della conclusione della prima edizione del “Corso di management per l’impresa cooperativa sociale”, realizzato dal Consorzio Quarantacinque in collaborazione con Qua.dir e con il contributo del Foncoop. La relazione introduttiva, ricca di dati e di spunti di riflessione, è stata svolta da Massimo Campedelli, sociologo, della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. I temi affrontati sono stati di grande interesse e attualità: le differenze di benessere e salute nei welfare regionali, l’offerta pubblico privata nel sanitario e sociosanitario, i modelli di governo e di governance, il ruolo del Terzo Settore e della cooperazione sociale, i sistemi di accreditamento, gli scenari per la cooperazione sociale nella non autosufficienza. Sono poi intervenuti Doriana Ballotti, responsabile di Legacoopsociali Bologna, Giancarlo Brunato, re- sponsabile cooperative sociali di tipo B di Legacoop Lombardia, Grazia Faltoni, presidente della cooperativa sociale Koinè di Arezzo. Ha coordinato i lavori del convegno Giuliano Nicolini di Aroc, (Università di Bologna). I relatori dell’iniziativa organizzata da Quarantacinque Concluso con successo il Corso di management per l’impresa cooperativa sociale, organizzato da Quarantacinque Dopo l’iniziativa del 12 aprile, il “Corso di management per l’impresa cooperativa sociale”, ha visto il 13 aprile la giornata conclusiva. Nella mattinata si è svolto un incontro sugli appalti con il direttore generale del Comune di Reggio Emilia Mauro Bonaretti, a cui ha partecipato anche il direttore del Consorzio Quarantacinque Fabrizio Montanari. Nella serata i partecipanti al corso, con i presidenti delle loro cooperative e i dirigenti di Legacoop e Quarantacinque, hanno festeggiato a conclusione del corso al Fuori Orario di Taneto di Gattatico. Nel corso della serata sono stati consegnati gli attestati di partecipazione ai 18 partecipanti: Francesca Capretti, responsabile Area educativa e salute mentale e Paolo Vietti, responsabile Area anziani, (Ambra) per Camelot, Ernesto Bellini, direttore, Diego Malmassari, presidente, Pietro Scapinelli, vicepresidente (Camelot), Sara Cavalli, Ufficio gare e segreteria (Quarantacinque), Fabrizio Manfredotti, direttore tecnico (Il Ginepro), Massimo Mantovani, coordinatore e Michela Santi, vicepresidente (Il Poliedro), Marzia Barani, vicepresidente e Monica Messori, segreteria di direzione (Lo Stradello), Manuela Brugnoli vicepresidente (Mouse), Marco Berlini, responsabile commerciale e acquisti (Nel Blu, Rimini), Rosita Magnanini, responsabile amministrativo (Olmo), Andrea Arduini, responsabile amministrativo (Pineta), Alessandro Pecchillo vicepresidente (Solidarietà 90), Luigi Flotta vicepresidente e Igor Ghisio cordinatore (Zora). Si tratta di un gruppo di partecipanti provenienti da cooperative di tipo A e di tipo B, con alte responsabilità nelle loro cooperative e in buona parte giovani. “I risultati di questo Corso – ha detto il presidente di Quarantacinque, Piero Giannattasio – sono stati molto positivi, sia per il livello di partecipazione che per l’alta qualità dei docenti e dei seminari organizzati”. Grande soddisfazione ha espresso la presidente di Legacoop Reggio Emilia Simona Caselli, che ha ri-cordato l’importanza della formazione e del ricambio generazionale per le cooperative. A consegnare gli attestati anche Raffaella Curioni, presidente di Qua.dir, che ha coordinato il Corso. Simona Caselli, Piero Giannattasio e Raffaella Curioni consegnano l’attestato ad una delle partecipanti al Corso Il corso si è articolato in due moduli. Quello base, su temi gestionali e manageriali, e quello specialistico sulla gestione di imprese cooperative sociali. Il corso si è avvalso della collaborazione di esperti e docenti di grandi Università italiane. Tra i temi affrontati nel corso base: marketing dei servizi, scenari economici, organizzazione e gestione del personale, comunicazione per il consenso, bilancio e controllo di gestione. Nella parte specialistica si è parlato di strutture e servizi del settore sociale, di sussidiarietà, comunica-zione e fund raising, strategia dell’impresa sociale, marketing territoriale, la gestione degli appalti, il bilancio sociale, gestione del personale e governance. Rifiuti agricoli: il Decreto del governo mette a rischio obiettivi reggiani La Provincia di Reggio Emilia e il Consorzio Fitosanitario hanno promosso l’11 aprile scorso un incontro tra le associazioni rappresentative delle imprese agricole ed i parlamentari reggiani per chiedere una modifica al decreto 205/2010. (Segue in 5.a) W&W 4 (Segue dalla 4.a) Il decreto ha infatti fortemente ridotto i risultati della Provincia, delle imprese del settore agricolo e dei soggetti gestori del ciclo rifiuti (Iren e Sabar), imponendo vincoli di natura burocratica. All’incontro è intervenuto per Legacoop Reggio Emilia il responsabile del Servizio ambiente e sicurezza marco Pecorari. La Provincia e Iren hanno previsto, per il 2011, l’attivazione di un mezzo mobile per la raccolta di questi rifiuti, da far stazionare direttamente sul territorio, e i soggetti gestori hanno attivato anche un servizio di raccolta a domicilio porta a porta rivolta alle imprese. “Siamo dispiaciuti – hanno dichiarato Mirko Tutino e Roberta Rivi – del fatto che a questo importante appuntamento di confronto tra le imprese agricole ed i parlamentari reggiani abbiano partecipato solamente Maino Marchi e Leana Pignedoli, parlamentari dell’opposizione, e che nessun parlamentare della maggioranza, a partire dal presidente della commissione ambiente della Camera Angelo Alessandri, abbia risposto al nostro appello. Reggio dal 1998 in avanti aveva attivato un sistema straordinario per gestire i rifiuti agricoli e crediamo che sia un dovere di chi rappresenta il nostro territorio a Roma sostenere le esperienze locali che funzionano. Reggio aveva ridotto la burocrazia ed abbattuto i costi per gli agricoltori. Il Governo ha messo a rischio i risultati ottenuti dal nostro territorio: chiediamo ai parlamentari di impegnarsi per risolvere questo problema”. L’Assessore all’agricoltura Roberta Rivi ha aggiunto come il quadro delineato dall’accordo di programma reggiano per il corretto smaltimento dei rifiuti agricoli sia risultato complicato dall’adozione del Sistri, sistema di tracciabilità, che ha reso dubbia la validità di parti dell’accordo. Per questa ragione la Provincia ha deciso di coinvolgere l’Unione delle province su scala regionale ad affrontare questo problema, arrivando quindi a un documento dell'Upi che costituisce una base utile su cui costruire un percorso eventuale di cambiamento delle regole attuali. I rappresentanti della associazioni agricole e il direttore del Consorzio Fitosanitario Anselmo Montermini hanno ricordato che l’accordo di programma sottoscritto a Reggio, migliorato nel tempo, rappresenta un esempio virtuoso e che come tale deve essere preso ad esempio e non ostacolato dalla legislazione nazionale che è stata definita e che potrebbe però subire ancora qualche ritocco prima dell’entrata in vigore. L'accordo soddisfa infatti i requisiti richiesti dalla normativa europea, in quanto realizza la raccolta differenziata e la tracciabilità dei rifiuti agricoli. Per questo, la richiesta della categoria è di adottare una legislazione particolare, che tenga conto della specificità del settore e consenta la piena operatività di accordi di programma come quello reggiano, senza obblighi individuali di iscrizione all’albo dei trasportatori di rifiuti ed al Sistri. Il percorso realizzato a Reggio – è stato ricordato - era insieme il più semplice e meno costoso esistente in Italia. Maino Marchi ha sottolineato come, trattandosi di una materia delegata, non ci sia grande spazio per l’azione parlamentare, dato che si procede per decreti legislativi. La senatrice Leana Pignedoli ha promesso un impegno per sensibilizzare sull’argomento il nuovo Ministro dell’Agricoltura, cercando con i colleghi della maggioranza parlamentare di sviluppare un’azione bipartisan, anche attraverso un’audizione in commissione agricoltura se potrà essere messa in calendario in tempi rapidi, altrimenti attraverso iniziative pubbliche. L’Assemblea di Cir food. Una tavola rotonda sulla partecipazione dei lavoratori alla gestione Si è svolta il 2 aprile a Reggio Emilia la tavola rotonda organizzata da CIR food a seguito della assemblea nazionale dei soci per la presentazione dei dati di budget 2011. I leader della cooperazione italiana, presto uniti in un’unica alleanza, si sono confrontati con l’on. Giuliano Cazzola, vicepresidente della Commissione Lavoro della Camera dei Deputati, per analizzare le prospettive occupazionali del nostro Paese partendo dal modello cooperativo, in cui si è concretizzata negli anni una strategia di crescita non solo dei profitti, ma anche delle persone. Il presidente del Gruppo CIR food, Ivan Lusetti, ha aperto i lavori raccontando la nascita unitaria della Cooperativa Italiana di Ristorazione, fondata da soci appartenenti alle tre centrali cooperative, da rappresentanti di tutti i sindacati e di associazioni imprenditoriali e da semplici lavoratori. CIR food può essere considerata un vero e proprio laboratorio d’impresa, basato sul radicamento nel territorio e sul federalismo statutario, in cui si è sempre privilegiata l’occupazione a tempo indeterminato e dove ha prevalso l’interesse della cooperativa e dei soci. Nata nel 1992 dall’unione della reggiana CRR, della modenese Coris e della ferrarese CoFeRi, cooperative impegnate nei servizi di ristorazione al pubblico, CIR food conta oggi oltre 10mila dipendenti, fra cui 5.558 soci. Il 90% della forza lavoro è costituito da donne, gli extracomunitari sono 401. Il Gruppo è cresciuto in Italia unendosi ad altre realtà cooperative e sfruttando la crescita del settore per raggiungere una dimensione competitiva che oggi comprende attività in 16 regioni italiane e all’estero negli Stati Uniti, in Belgio, Bulgaria e Vietnam. Hanno portato il loro saluto Graziano Delrio, sindaco di Reggio Emilia, e Sonia Masini, presidente della Provincia di Reggio Emilia. (Segue in 6.a) W&W 5 (Segue dalla 5.a) “Riteniamo di essere un’opportunità per il nostro Paese – ha affermato il presidente di CIR food, Ivan Lusetti, nel corso della tavola rotonda – La nostra esperienza dimostra che è possibile migliorare i servizi alla persona, portare efficienza nei servizi pubblici da privatizzare e accrescere l’occupazione. L’importante è agire all’interno di un’alleanza in cui al primo posto si trovi il valore del lavoro come sancito dall’Articolo 1 della nostra Costituzione”. “La cooperazione è un fondamentale strumento anticrisi – ha proseguito il presidente nazionale di Legacoop Giuliano Poletti – Non solo il sistema cooperativo è rimasto saldo nella difficile congiuntura economica degli ultimi anni, ma ha proseguito la sua crescita. Questo grazie alla nostra concretezza e alla condivisione di valori fondanti come quello del lavoro, come l’esempio di CIR food dimostra”. “L’alleanza cooperativa è un segnale positivo, che guarda ad un futuro in cui le politiche sul lavoro punteranno sempre più all’integrazione – ha commentato l’onorevole Giuliano Cazzola, vicepresidente della Commissione Lavoro della Camera dei Deputati. “Il mondo cooperativo guarda con attenzione al problema della disoccupazione giovanile – ha aggiunto Maurizio Gardi- ni, presidente di Confcooperative Emilia Romagna – Proprio in tale prospettiva ci impegniamo a sviluppare un modello socio-economico ancor più mirato ad una crescita che tenga conto della tutela del lavoro”. “La recente alleanza sancita fra le tre centrali cooperative contribuirà a rendere ancora più competitivo questo modello imprenditoriale, grazie all’unione delle esperienze dei soggetti che ne fanno parte – ha infine commentato Rosario Altieri, presidente dell’Associazione Generale Cooperative Italiane – Oggi siamo impegnati in prima linea per tutelare questo stile aziendale, contrastando fenomeni dannosi come le cooperative spurie che tolgono valore al lavoro”. CIR food, che già nel 1977 a Reggio Emilia si fece notare per aver promosso nelle scuole l’educazione alimentare, ha ricevuto un importante riconoscimento europeo presso la sede del Parlamento UE, come una delle aziende che ha creato più posti di lavoro negli ultimi anni. Il premio “Europe’s 500” è stato assegnato alle 500 aziende europee che con una buona stabilità economico-finanziaria hanno più contribuito alla crescita occupazionale in Europa. Sono 4 le aziende italiane entrate in classifica e CIR food si è collocata al 42° posto. Coopservice: il 29 aprile una serata sulla sicurezza in montagna con il grande alpinista Simone Moro, in collaborazione il Soccorso Alpino e il Cai Il Soccorso Alpino Emilia-Romagna (Saer) e Coopservice, hanno recentemente siglato un protocollo di intesa a salvaguardia della sicurezza dell’escursionismo nell’Appennino emiliano-romagnolo. Frutto di questa collaborazione è “Sky Walking Coopservice”, localizzatore portatile di nuova generazione. Il dispositivo proposto da Coopservice, è infatti un localizzatore con Gps che consente il monitoraggio e la memorizzazione via web del percorso effettuato, nonché l’individuazione dell’utilizzatore in caso di necessità dalle centrali operative Coopservice. Il discorso della sicurezza in montagna che riguarda escursionisti, alpinisti, turisti, sta molto a cuore a Coopservice, che ha voluto affrontarlo con una grande serata dedicata agli appassionati di montagna, organizzata il 29 aprile in collaborazione con il Soccorso Alpino dell’Emilia-Romagna e il Cai reggiano, con il patrocinio del parco Nazionale, della Provincia e del Comune di Reggio Emilia. Protagonista della serata sarà Simone Moro, oggi uno dei più grandi alpinisti a livello mondiale. Scalatore fortissimo su tutti i terreni, si è distinto in questi anni per imprese di livello straordinario sulle vette dell’Himalaya. L’iniziativa si terrà alle 21:00 all’Auditorium del Centro Loris Malaguzzi, in via Bligny 1 a Reggio Emilia. L’ingresso è libero. Porteranno il loro saluto i dirigenti di Coopservice, del Saer e del Cai, oltre al presidente del Parco Nazionale Fausto Giovanelli, al vicepresidente della Provincia Pierluigi Saccardi e all’assessore allo Sport del Comune di Reggio Emilia Mauro del Bue. Simone Moro, bergamasco, ha realizzato oltre 36 spedizioni extraeuropee ed è salito nove volte su una vetta di oltre 8000 metri; tra queste, vi sono quattro ascensioni all'Everest di cui ha anche compiuto la traversata sudnord nel maggio 2006. Molte di queste ascensioni sono state compiute "in velocità". Al suo attivo ci sono inoltre cinque salite su cime di 7000 metri e altrettante su cime di 6000 metri. Ha compiuto inoltre altre salite importanti nella stagione invernale, quali ad esempio la parete sud dell'Aconcagua nel 1993. Il 9 febbraio 2009, insieme al kazako Denis Urubko, ha realizzato la prima salita invernale del Makalu (8463 m), uno dei sei ottomila allora ancora inviolati in inverno. La salita è stata effettuata in puro stile alpino e in condizioni difficilissime: vento gelido ad oltre 100 km/h e temperature fino a -40 gradi. L’eccezionalità dell'impresa è stata sottolineata anche da Reinhold Messner. Il febbraio 2011, sempre con Denis Urubko e con l'americano Cory Richards, ha realizzato la prima salita invernale del Gasherbrum II (8035 m), prima salita invernale di un 8000 del Karakorum. Con questa ascensione, inoltre, Simone Moro è l'unico alpinista, insieme ai polacchi Krzysztof Wieliczki e Jerzy Kukuczka, ad aver salito tre ottomila in prima invernale assoluta. Coopsette ha aperto “puntadiferro”, primo centro commerciale di Forlì Ha aperto il 7 aprile a Forlì, con grande affluenza di pubblico “puntadiferro”, il primo centro commerciale della città. Con le sue 97 attività tra medie superfici, negozi e ristorazione, oltre all’iper Leclerc-Conad, è il primo e unico centro commerciale della città, ma non solo: in un raggio di circa 45 chilometri, non esiste, attualmente, una struttura commerciale di queste dimensioni. (Segue in 7.a) W&W 6 (Segue dalla 7.a) Il centro commerciale è stato realizzato da Coopsette. Complessivamente, l’investimento ammonta a 120 milioni di euro. A disposizione del centro commerciale, che sorge tra il casello dell’A14 e la zona fieristica di Forlì, 2.900 parcheggi, di cui 1.650 coperti. Tantissimi i marchi di prestigio, tra i quali Marco Polo Expert, McDonald’s, H&M, Swarowski, Geox. Particolarmente significativo è il Patto stipulato tra il nuovo centro e il Comune di Forlì, che mette a disposizione 300.000 euro per la promozione del centro storico della città. Molto innovativa, rispetto all’offerta dei centri commerciali concorrenti, è l’architettura: le gallerie con ampi spazi vetrati consentono l’utilizzo massiccio della luce naturale. Elemento architettonico distintivo del centro, è la grande cupola vetrata larga 51 metri e alta 25, per la quale sono state utilizzate 110 tonnellate di vetro. Grande attenzione è stata rivolta alla sostenibilità ambientale: le scelta di utilizzare il servizio di teleriscaldamento va infatti nella direzione di ridurre le emissioni di CO2; inoltre, un sistema automatico regola l’illuminazione in base all’intensità della luce naturale proveniente dall’esterno. Il centro darà lavoro a 500 persone, 180 delle quali impiegate all’interno dell’ipermercato Leclerc-Conad. “L’apertura di puntadiferro è per Coopsette motivo di grande soddisfazione – ha affermato il presidente di Coopsette Fabrizio Davoli – rappresenta infatti, in questa ancora difficile fase di mercato, un importante successo commerciale che conferma il ruolo di protagonista di Coopsette nel mercato italiano del retail”. Augeo: un progetto per sconfiggere la dislessia. Al progetto il finanziamento del 5 x 1000 “Molte sono le necessità sul territorio, ma dare risposte concrete risulta difficile. Le cooperative sociali si trovano sempre più impegnate a sostenere le Amministrazioni Locali nel fare fronte alle richieste sempre maggiori di servizi qualificati in ambito educativo/assistenziale. E’ per questo – spiega Patrizia Vezzani di Augeo – che la nostra cooperativa ha iniziato un percorso per creare un’equipe specializzata in grado di affrontare i disturbi specifici d’apprendimento, per rispondere ai bisogni della Legge 29 del 2009”. Con la presentazione di un progetto per ottenere un finanziamento dalla Comunità Europea per la forma-zione e qualificazione del personale, Augeo sta investendo per dare un servizio in cui il personale di potrà seguire i bambini e i ragazzi affetti da dislessia, disgrafia e discalculia. Scopo dell’iniziativa è permettere ai ragazzi l’acquisizione di stra- tegie didattiche adeguate e il diritto all’uso di strumenti dispensativi e compensativi, fondamentali anche per l’adeguato svolgimento in autonomia dei compiti pomeridiani. offrire sostegno alle famiglie in difficoltà, realizzare campagne di sensibilizzazione nella scuola affinché dislessia, disgrafia, autismo, non siano oggetto di emarginazione. Il percorso formativo prevede che il personale acquisisca conoscenze di base sui Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA), dal riconoscimento del disturbo alle sue differenti forme, dalla conoscenza dei principali strumenti dispensativi e compensativi, alla applicazione delle strategie e metodologie didattiche più efficaci per accompagnare i ragazzi nel “fare i compiti”. A questo progetto Augeo destinerà anche le risorse che arriveranno alla cooperativa dal 5 x 1000. Il codice fiscale della cooperativa è 02282690359. Studenti “Sospesi per gli altri….e per sé stessi”: un interessante progetto alla cooperativa sociale L’Olmo Quando si parla di disagio giovanile, si rischia di moltiplicare le parole rispetto alle difficoltà di comportamento che presentano i ragazzi, producendo da parte degli adulti soluzioni o proposte educative di difficile applicazione. I giovani per loro natura nella fase di età dai quattordici ai diciannove anni hanno comportamenti trasgressivi, che rientrano nella fase evolutiva del loro periodo di crescita, principalmente per mettersi alla prova rispetto al gruppo dei pari, per mostrare concretamente una ribellione alla famiglia e alle regole imposte, anche rispetto alla scuola e alle istituzioni che frequentano. La cooperativa “L’Olmo” di Montecchio Emilia, che opera per l’inserimento lavorativo dei disabili e nell’assemblaggio di manufatti con gli stessi disabili, (e inoltre con la sua efficiente tipografia è attiva nel territorio Reggiano da oltre venticinque anni), ha una piccola ma concreta proposta per rispondere a questi problemi. (Segue in 8.a) W&W 7 (Segue dalla 7.a) “Da anni infatti – spiegano gli educatori della cooperativa – L’Olmo collabora con le Scuole medie superiori del territorio, in particolare con l’Istituto comprensivo ‘S. D’Arzo’, nell’accogliere studenti sospesi per motivi disciplinari all’interno della sua struttura educativa, trasformando la loro esperienza di sospensione da un periodo di lontananza dalla scuola, trascorso passivamente a casa, in una esperienza di contatto con il mondo della disabilità, caratterizzato dal cogliere l’esperienza delle diversità umana, nella sua difficoltà più profonda, che mette a contatto il ragazzo sospeso con i limiti umani e l’impegno per riuscire in ambito lavorativo, viste tutte le difficoltà di chi ha un handicap fisico o psicologico nel lavorare. Finora quattro ragazzi hanno trascorso questa esperienza nell’anno scolastico in corso e si sono notati, dopo il loro permanere un’espressiva presa di coscienza dei propri limiti individuali, fondamentale nel capire quale passo si deve tenere nella relazione umana con le istituzioni e l’autorità”. Sempre in questa chiave educativa, il settore tipografico dell’Olmo accoglie in un’alternanza lavorostudio gli allievi dell’Ipsia “Galvani” di S. Ilario e dell’Enaip di Reggio Emilia, non come sospesi, ma come stage professionale. Agli studenti è offerta una doppia possibilità di esperienza: sia di lavoro professionale in un ambiente artigianale, sia di contatto con il mondo della disabilità e dell’handicap. “Quest’ultima esperienza – spiegano all’Olmo – si è dimostrata particolarmente interessante: sinora ha arricchito, nella duplice chiave educativa e professionale, decine di ragazzi, con significative ricadute segnalate da entrambe le scuole coinvolte nel progetto di collaborazione nel settore ipografico”. La cooperativa Lunezia a “Fa’ la cosa giusta” L’ultima edizione della fiera Fa' La Cosa Giusta, che si è svolta a Milano ha avuto un grande successo di partecipazione. L'area espositiva è cresciuta da 21.000 a 26.000 mq, gli espositori sono cresciuti di 120 unità, i visitatori hanno raggiunto il numero di 70.000, +5% rispetto all'anno precedente. Per Aitr; Associazione Italiana Turismo Responsabile, erano presenti come espositori 28 soci, fra cui, di area Legacop, Legacoop stessa, Viaggi Solidali, Ardea, il consorzio Le Mat, I Viaggi del Sogno, il consorzio Mediterraneo Libera Terra, Walden; presenti alla fiera anche Lunezia e Lavoroenonsolo, oltre a numerose altre cooperative sociali, del commercio equo e solidale e Coop Lombardia. Aitr ha organizzato una trentina di eventi nella propria piazza aperta al pubblico. Era presente anche la cooperativa sociale reggiana Lunezia, che si occupa di educazione ambientale in particolare nell’area del Po. E’ stato presentato anche il nuovo manuale "Turismo Responsabile, che cos'è, come si fa" scritto da Maurizio Davolio, presidente di Aitr e responsabile nazionale di Legacoop Turismo, e Chiara Meriani, pubblicato dal Tci. Coopselios: Grande successo del ciclo di incontri “Educare all’autostima”. Il 28 aprile incontro con Paolo Crepet Grande successo di pubblico per il secondo appuntamento del ciclo di incontri ”Educare all’autostima” presso il Centro Internazionale Loris Malaguzzi, che ha visto la partecipazione di oltre 400 persone tra insegnanti e genitori. Si tratta del secondo incontro del ciclo promosso da Coopselios, in collaborazione con Appper e Scuola per Genitori, con il patrocinio di Reggio Emilia Città delle Persone e con il contributo della Banca Reggiana. Un’iniziativa finalizzata al coinvolgimento di insegnati, genitori, e di tutti gli interessati; un modo diverso di fare rete, a partire da una tematica di interesse comune: l’autostima. Paolo Franchini (filosofo, psicoanalista, Professore di Psicologia e fondatore di Appper) e Enza Malaguti (Responsabile Ufficio di Piano, Bassa Reggiana) hanno incontrato insegnanti e genitori per discutere sul tema “Autostima e amore di sé”. La tematica dell’autostima per bambini e adolescenti, diventa cru- ciale nel percorso di sviluppo, soprattutto in una società come la nostra in cui gli stimoli ed i riferimenti culturali sono estremamente eterogenei. In questo contesto, il ruolo di genitori e educatori diventa ancora più complesso. Il compito delle figure di riferimento diventa quello di orientare il bambino e l’adolescente a gestire la complessità della vita quotidiana, nella costruzione della propria individualità. Queste le tematiche al centro dell’incontro con Paolo Franchini che ha visto anche un momento di dibattito e interazione con le persone presenti. Il ciclo si chiuderà il 28 aprile con Paolo Crepet, che discuterà una relazione sul tema “Come coltivare l’autostima per migliorare la propria qualità di vita”. Per informazioni sul prossimo incontro e sulle modalità di partecipazione consultare il sito http://lezioniautostima.coopselios.com/ . Da Tokio uno studioso del Movimento Cooperativo ha scritto alla Cooperativa Case Popolari di Mancasale e Coviolo Da Tokio il 26 marzo è pervenuta a Maurizio Salami, socio della Cooperativa Case Popolari di Mancasale e Coviolo, una lettera di Takashi Suzuki, ricercatore alla Robert Owen University di Tokio (sostenuta dal movimento cooperativo giapponese). La conoscenza con Takashi risale al seminario cooperativo interna- zionale di Saint-Claude (Giura Francese) del 2008, ove a nome di una delegazione reggiana guidata da Roberta Pavarini (Circoscrizione Settima) relazionarono Renzo Testi (Legacoop) e Antonio Canovi (Centro Documentazione Storica di Villa Cougnet). (Segue in 9.a) W&W 8 (Segue dall’8.a) La sua lettera testimonia di una situazione particolarmente seria. Prima i morti per lo tsunami, poi la contaminazione nucleare che pare oggi inarrestabile, in un contesto informativo gravato dalle reticenze di natura politica. Tutto ciò, ci viene ricordato, produrrà pesanti conseguenze per il movimento cooperativo di quel paese (forte di 20 milioni di soci, con tanti microproduttori e una rete cooperativa di consumo fondata su di uno schema distributivo porta a porta molto simile ai nostrani Gruppi di Acquisto Solidale). “L’11 marzo – ha scritto Takashi Suzuki – ero nell’Istituto di ricerca di Tokio con i miei compagni, al quinto piano. Per una durata di tre minuti, la stanza ha ballato intensamente a causa di un terremoto. E’ stata la prima esperienza così terribile per noi. Alcuni grandi mobili sono caduti. L’elettricità corrente non ha avuto problemi, ma tutte le ferrovie erano completamente ferme (molti operai della regione metropolitana utilizzano una via ferrata). Abbiamo passato una notte in questa stanza. Felicemente tutti stavano bene. Alcune riunioni sono state annullate, ma noi abbiamo terminato i nostri compiti. Apparentemente, sembrava che la vita a Tokio ritornasse quella di prima. Ma il problema di un così grande numero di vittime è molto serio. Inoltre, i reattori nucleari di Fukushima sono sempre più critici. La cosa seria è che il governo giapponese, la televisione e i giornali dicono la verità con molta fatica. Molti giapponesi credevano nell’informazione dei media, ma recentemente la popolazione che giudica in modo critico la tela dell’informazione aumenta gradualmente. In ogni caso, la contaminazione dell’ambiente, del cibo e dell’acqua diventeranno sempre più seri. La radioattività continua a diffondersi, gran parte della provincia di Fukushima è in una situazione molto critica, anche a Tokyo risulta ora 6-8 volte superiore a quanto era prima (cioè più del doppio del margine di tolleranza). Tutto questo avrà una grande influenza sui prodotti Coop.” Riunione del Consorzio Quarantacinque sul Bilancio sociale Si è svolta il 4 aprile una riunione del Consorzio Quarantacinque sul tema del Bilancio sociale. Ha introdotto l’argomento Carlo Possa, dell’Ufficio comunicazione di Legacoop Reggio Emilia e consigliere di Quarantacinque. Presente anche Fabrizio Montanari, direttore del Consorzio. All’incontro sono intervenute diverse cooperative, sia reggiane che di altre province. Possa e Montanari hanno fatto presente l’intenzione del Consorzio di redigere, già a partire dai prossimi mesi, un proprio Bilancio sociale. Nell’incontro si è discusso delle modalità con cui il Bilancio verrà impostato, con la volontà comunque di realizzare uno strumento agile che sia in grado di rendicontare alle cooperative socie il lavoro e i risultati del Consorzio. E’ stata anche valutata l’esigenza che tutte le cooperative arrivino a dotarsi di un Bilancio sociale. Nel corso dell’incontro è stato esaminato anche il Bilancio sociale di Legacoopsociali, realizzato da un gruppo di lavoro nazionale e presentato nel novembre scorso. L’incontro sul Bilancio sociale fa seguito anche ad una lezione tenuta da Elisa Chiaf sullo stesso argomento durante il “Corso di management per l’impresa cooperativa sociale” (di cui si è parlato in precedenza) organizzato dal Consorzio Quarantacinque. 25 aprile a Casa Cervi con don Luigi Ciotti e Libera. Sarà firmato il Patto di gemellaggio “Radici nel futuro” Ai nastri di partenza anche quest'anno la grande festa a Casa Cervi in occasione del 25 aprile. Un appuntamento ormai di caratura nazionale, che l'anno scorso ha visto la partecipazione di quasi 15.000 persone. Il programma di questo 25 aprile 2011 si è arricchito della partecipazione attiva di Libera – associazioni, nomi, numeri contro le mafie. Tutta la manifestazione infatti sarà dedicata all'ideale passaggio di testimone tra la cultura antifascista e la lotta per la legalità, la “nuova Resistenza” che il Paese sta affrontando. Ad incarnare questa volontà è il patto di gemellaggio “Radici nel Futuro” siglato da Libera e Istituto Cervi e che nel 25 aprile avrà la sua consacrazione, con l'adesione anche di altri enti, associazioni, cittadini che credono nella continuità storica e civile tra antifascismo e legalità. La mattina sarà dedicata ad una tavola rotonda sul tema del progetto Radici nel Futuro, a cui parteciperanno tra gli altri Rossella Cantoni (presidente Istituto Cervi), don Luigi Ciotti (presidente di Libera), le rappresentanze delle associazioni aderenti al patto, tra cui Legacoop, e il giornalista Loris Mazzetti, che sarà il conduttore del ricco evento pomeridiano. A partire dalle 14 inizierà il pomeriggio di Casa Cervi, vero cuore della Festa. Dopo il concerto dei Fiati Sprecati e del gruppo francese Le Balluche, che scalderanno il pubblico, salirà in cattedra Loris Mazzetti per un evento di parole e valori liberamente ispirato al successo di “Vieni Via con Me”: si avvicenderanno sul palco voci, esperienze, personalità per brevi elenchi, enunciati, affermazioni che dovranno dare il senso della partecipazione alla Festa del 25 aprile. Dalla memoria della Lotta Partigiana alle lotte contro la mafia di oggi, un susseguirsi di voci e istanze rappresenteranno un crescendo di impegno fino ad arrivare all'orazione di don Luigi Ciotti, quest'anno ospite d'onore a Casa Cervi. Tra i numerosi interventi previsti, ritmati dalla narrazione di Loris Mazzetti, Teresa Vergalli, Vasco Errani, Graziano Delrio, Sonia Masini, Maino Marchi, intervallati da uno “stacco” di Antonio Cornacchione. La chiusura della giornata è al solito affidata alla musica, al concerto di Cisco e le Mondine di Novi. Per tutta la giornata il Museo Cervi (uno dei luoghi della memoria più frequentati e attivi d'Italia) (Segue in 10.a) W&W 9 (Segue dalla 9.a) sarà come sempre aperto per tutti i partecipanti, e ospiterà esposizioni, materiali e filmati di Libera. Per tutti i partecipanti sarà possibile lasciare il proprio segno di partecipazione e adesione, Al solito, tutto il parco di Casa Cervi sarà in festa con ristorazione popolare, spazi espositivi, presidi delle associazioni e bancarelle per una manifestazione che promette di bissare il successo degli anni scorsi. Il 23 aprile un Meeting parlato nel filo della Resistenza alle Case Operaie di Mancasale La Circoscrizione Nordest del Comune di Reggio Emilia, in collaborazione con la Cooperativa Case Popolari di Mancasale e Coviolo, il Centro di Documentazione Storica di Villa Cougnet e Oltre_luogo laboratorio di architettura, per il giorno della Memoria alle Case Operaie di Mancasale organizza un meeting parlato nel filo della Resistenza. L’iniziativa si terrà sabato 23 aprile alle 18:30 presso le Case Operaie della Cooperativa Case Popolari di Mancasale e Coviolo, in via Selo angolo via Candelù (laterali di via Gramsci). Interverranno Sandra Palmieri (parole narrate), Roberta Pavarini (parole prossime), Antonio Canovi (parole storiche), Lauro Bottazzi (parole rammemorate), Ireo Lusuardi (parole resistenti), Maino Marchi (parole pubbliche) Oltre_Luogo (parole ossidate). Seguirà un finale sotto le stelle mangiando e bevendo in libertà. DOCUMENTI La sintesi della relazione del presidente Poletti Pubblichiamo una sintesi della relazione del presidente nazionale di Legacoop Giuliano Poletti al Congresso Nazionale di Roma del 6, 7, 8 aprile. I cooperatori protagonisti del futuro del Paese. I cooperatori non possono subire il cambiamento, ma esserne agenti consapevoli, facendosi promotori di un progetto per la società, esprimendo una leadership. “Dobbiamo superare – ha detto il presidente di Legacoop – ogni residua visione minoritaria ed affermare con forza il nostro modello culturale: in concreto, la nostra idea di società e di economia, che vede nelle cooperative un soggetto fondamentale, capace di praticare in sé la giusta armonia tra lavoro, economia e benessere; per questo affermiamo che la cooperativa è l’impresa in armonia con il futuro”. Una cooperazione più forte: l’Alleanza delle Cooperative Italiane. Il protagonismo cooperativo potrà trovare nuova forza dalla nascita dell’Alleanza delle Cooperative Italiane, il coordinamento stabile della rappresentanza cooperativa, primo passo formale in direzione della costituzione di un’unica associazione delle cooperative. “Nell’anno in cui l’Italia festeggia i 150 anni di Unità e Legacoop i 125 anni dalla sua costituzione – ha sottolineato Poletti – abbiamo compiuto un passo importante, pienamente convinti che l’unità della rappresentanza cooperativa è un bene per le cooperative e può essere un bene per l’Italia e per gli italiani, specialmente in una fase che vede crescere tendenze di chiusura della società e derive populistiche che ci prospettano meno democrazia e più paura. Combattere e sconfiggere queste derive deve essere un impegno prioritario per la politica, le forze sociali e la cultura”. La trappola della transizione infinita; il passato che non passa. L’Italia di oggi, insomma, assomiglia ad una nave in mezzo alla tempesta e per affrontare il mare in burrasca e trovare una nuova rotta “è necessaria – ha detto Poletti – una guida capace e rispettata ed un equipaggio affiatato. Servono, insomma, un Governo ed una maggioranza parlamentare in grado di governare; occorre definire delle priorità d’intervento ed evitare scontri frontali tra poteri”. Il tema con cui bisogna misurarsi oggi è “quello della crescita, indicando agli italiani una prospettiva credibile per mobilitarne le energie morali, civili ed imprenditoriali”. Necessario trovare un accordo tra le parti sociali su competitività e produttività. La politica non sembra, per il momento, in grado di farlo. Il tentativo compiuto in questi mesi dal tavolo delle forze sociali ha permesso di trovare posizioni condivise su molti temi, ma non su quello delle competitività e della produttività. “Per noi – ha sottolineato il presidente di Legacoop – le divisioni sindacali non sono un’opportunità, ma un problema serio e quindi siamo impegnati a promuovere un confronto che consenta di approfondire la valutazione intorno ai temi del lavoro, della partecipazione, del reddito, della tutela nel nuovo contesto che la globalizzazione e l’innovazione propongono. Il tema della produttività del lavoro è un tema decisivo ai fini della crescita, ed è un tema che interessa anche il mondo della cooperazione che, a partire dall’esigenza di superare l’incongruenza, tipica del nostro Paese, che vede un alto costo del lavoro per l’impresa ed un basso salario per il lavoratore, è pronto a mettere in campo le proprie esperienze che dimostrano come il coinvolgimento dei lavoratori nella gestione delle imprese e nei loro risultati abbia effetti positivi sulla produttività e renda più stabile l’occupazione”. Gli effetti della crisi. Poletti ha citato l’andamento complessivo delle oltre 14.000 cooperative di Legacoop nel 2007-2010: il valore della produzione è aumentato del 12% (a fronte di un incremento del PIL nazionale del 2,4%) e l’occupazione è aumentata del 9,3% (nello stesso periodo, in Italia, è calata dello 0,6%); anche il numero dei soci cresce del 3% l’anno. Su questo quadro complessivamente positivo ha però pesato la crisi scoppiata a fine 2008: nel biennio 2009-2010, la produzione nelle cooperative cresce del 2%; per quanto riguarda l’occupazione, nel 2010 si registra una lieve flessione (-0,2%). (Segue in 11.a) W&W 10 (Segue dalla 10.a) La crisi, insomma, si è fatta sentire anche nelle cooperative, intaccandone fatturati e redditività. “L’impatto all’esterno è apparso meno duro – ha precisato Poletti – solo perché i valori di riferimento, i patrimoni accumulati da generazioni e le tante forme di solidarietà tra i soci hanno consentito di attutire gli effetti sull’occupazione: le cooperative hanno reagito da imprese mutualistiche e solidaristiche, decidendo di rinunciare agli utili piuttosto che al lavoro”. Ma questa strada non può essere percorsa all’infinito. “Bisogna agire per ricostruire produttività e competitività, la ricostruzione dei margini è indispensabile per il futuro delle imprese e la buona salute dell’impresa è il presupposto indispensabile della buona occupazione; si conferma, una volta di più, che per essere buone cooperative bisogna essere imprese eccellenti”. Sconfiggere la paura, promuovere fiducia; un colpo d’ala per riprendere la crescita. Ora è quindi necessario superare la diffusa perdita di fiducia nel futuro, nella capacità delle istituzioni e della società di correggere la rotta e produrre nuove opportunità per i cittadini; superare la paura degli imprenditori di non farcela ad andare avanti, la paura dei giovani di dover vivere in una società che non sa più produrre lavori stabili e tutele sufficienti, la paura per il possibile deterioramento delle protezioni sociali, la paura che si blocchi ogni prospettiva di mobilità sociale. “Occorre un colpo d’ala – ha sottolineato Poletti – bisogna riprendere con decisione il percorso della crescita, producendo un nuovo clima di responsabilità e di fiducia collettiva: alla base della nuova stagione della crescita bisogna mettere la valorizazione della persona umana, la condivisione di valori, il rafforzamento della società solidale; bisogna puntare sul lavoro, sull’economia e non sulla finanza, sull’innovazione e la valorizzazione delle eccellenze imprenditoriali italiane, su uno sviluppo sostenibile legato a prospettive di lunga durata che dia opportunità alle donne ed ai giovani, su una più equilibrata distribuzione dei redditi e dei carichi fiscali”. A tale proposito, Poletti ha affermato che occorre pensare ad una politica fiscale che preveda “meno tasse sul lavoro e sulle imprese che reinvestono gli utili per lo sviluppo e più tasse sulle rendite e sui patrimoni oggi esenti”. Il ruolo della comunità; la coesione nazionale. Per far ripartire l’Italia serve, appunto, un colpo d’ala. Ed un po’ dell’energia necessaria la si può cercare e trovare nella dimensione dei luoghi e delle persone: in sostanza nella comunità, con la quale le cooperative, che non delocalizzano, vivono in profonda simbiosi, nel segno di una reciproca influenza. Non è un caso che, all’inizio di quest’anno, Legacoop abbia lanciato un progetto di promozione di “Cooperative di comunità”, che punta sulla disponibilità dei cittadini ad assumere l’iniziativa, a farsi carico di una parte dei problemi collettivi ed a collaborare per la loro soluzione, cercando anche di rispondere alla sempre più evidente difficoltà delle pubbliche amministrazioni ad affrontare, per carenza di mezzi, una parte sempre più consistente dei bisogni che si sviluppano nella società. In concreto, si tratta di cooperative tra utenti per la realizzazione e gestione di servizi essenziali che la ridotta dimensione delle comunità non renderebbe più economicamente sostenibili, cooperative per la gestione dei cosiddetti alberghi diffusi ed il recupero di borghi abbandonati, cooperative per realizzare e gestire insieme impianti fotovoltaici, cooperative per la valorizzazione di prodotti e mestieri in via di abbandono. Puntare sul ruolo attivo dei cittadini, sulla voglia di protagonismo della società significa anche dare un contributo alla coesione del Paese, all’unità nazionale che non è solo un valore ideale, ma anche una risorsa economica per tutti. Un mercato libero e ben regolato. C’è poi una condizione di base essenziale per agevolare la ripresa del cammino verso la crescita: la garanzia della legalità e del buon funzionamento del mercato. Legacoop denuncia da tempo l’estendersi di forme di concorrenza sleale promosse da imprese la cui competitività si fonda sull’impiego di lavoro nero o irregolare e sul ricorso massiccio all’evasione degli obblighi contributivi e fiscali; così come le forme di “dumping contrattuale” messe in atto da rappresentanze associative, purtroppo anche cooperative, che promuovono accordi al ribasso con sindacati di dubbia consistenza, danneggiando i lavoratori coinvolti e le imprese concorrenti. “Queste forme di concorrenza sleale – ha affermato Poletti – vanno combattute senza esitazione e senza timidezza: anche in questa fase di faticosa ripresa non vi può essere nessuna tolleranza per le imprese che vi fanno ricorso”. Così come va stigmatizzato lo scandalo dei ritardi di pagamento da parte delle pubbliche amministrazioni: uno scandalo che si aggrava nelle dimensioni e nei tempi e che penalizza le imprese sane, quelle che pagano regolarmente stipendi e contributi. Più in generale, Legacoop reclama un mercato libero e ben regolato, nel quale possano agire tutte le forme di impresa e che rispetti e valorizzi le finalità delle diverse tipologie societarie: in particolare, i valori identitari, le finalità intergenerazionali ed i vincoli dell’impresa cooperativa. Già da tempo siamo convinti che un mercato in cui siano presenti soggetti imprenditoriali con finalità diverse è un mercato più efficiente: oggi questa nostra convinzione sta trovando autorevoli conferme sul piano scientifico e seguaci sul versante politico-istituzionale”. Il presidente di Legacoop ha inoltre sottolineato l’esigenza di un mercato in cui i soggetti pubblici siano principalmente buoni ed affidabili regolatori e garantiscano certezze alle iniziative imprenditoriali degli attori privati. “Sotto questo profilo – ha aggiunto – le norme recentemente varate dal Governo in materia di incentivi per la produzione di energie rinnovabili non costituiscono certamente un buon esempio: chiediamo di correggerle in modo da dare, in questo settore così strategico e delicato, certezze di lungo periodo agli operatori seri”. Infine, Poletti ha indicato la necessità di un mercato che sia liberato dalle residue protezioni che costano care ai cittadini e alle imprese, citando, in proposito, le barriere regolamentari che impediscono l’effettiva liberalizzazione della vendita dei carburanti, penalizzando i consumatori italiani rispetto a quelli di altri paesi europei; i ripetuti tentativi di ripristinare il monopolio di vendita per i farmaci, azzerando la positiva esperienza delle parafarmacie; il ripristino delle tariffe minime per le prestazioni professionali, mentre si dovrebbe andare avanti in direzione delle società professionali e interprofessionali, alla stregua di quanto avviene negli altri paesi avanzati. W&W 11