il “bambino dei primi passi” e … il pianto il

Transcript

il “bambino dei primi passi” e … il pianto il
IL “BAMBINO DEI PRIMI PASSI” E … IL PIANTO
(I parte)
Ritroviamo in questo piccolo capitolo il nostro protagonista, “il bambino dei primi passi” alle
prese con un disagio che può mettere un po’ in difficoltà la sua mamma e il suo papà.
Il PIANTO è una normale risposta al dolore o al disagio e richiama l’attenzione di chi si
prende cura di lui.
La qualità e la durata del pianto possono essere diverse a seconda
 Della causa del dolore
 Del temperamento del bambino
 Della reazione che il pianto suscita nella mamma o in chi si occupa del bambino
Una volta escluse con un’attenta anamnesi ed esame clinico, possibili cause
organiche che possano essere la causa del pianto (allergie, intolleranze, patologie
gastrointestinali
mediche
o
chirurgiche,
malattie
infettive
o
altro)
gli
aspetti
precedentemente elencati (causa del dolore, temperamento del bambino e reazione che
il pianto suscita in chi si occupa del neonato) diventano gli aspetti fondamentali da
prendere in considerazione nella cura.
Ci sono studi molto importanti che dicono che:
 Un neonato di 2 settimane piange circa 2 ore al giorno
 Il pianto tende ad aumentare fino a 3 ore al giorno in un neonato di 6 settimane di
vita per poi
 Ridursi spontaneamente ad 1 ora al giorno entro i 3 mesi di vita
 La maggior parte dei pianti avviene in ore serali
(fine I parte)
IL “BAMBINO DEI PRIMI PASSI” E … IL PIANTO
(II parte)
Molti genitori si preoccupano per quello che loro avvertono come un “pianto eccessivo”.
La percezione del pianto del loro bambino può essere influenzata da vari aspetti:
 Precedenti aspettative su che cosa è normale
 Carattere e durata del pianto
 Risposta del bambino ai vari tentativi di consolazione
 Come reagiscono i genitori ai vari stress ambientali
Anche in questo caso è molto importante l’esame obiettivo e la descrizione accurata e
dettagliata delle reazioni del bambino per poter escludere patologie organiche e
rassicurare i genitori.
La RASSICURAZIONE della mamma è un passaggio fondamentale
Non si tratta di sminuire l’importanza del sintomo, ma ACCOGLIERE un DISAGIO PIU’ O
MENO profondo nella relazione con il suo bambino.
Con il termine di “COLICA” (anche se la definizione non è universalmente accettata) ci si
riferisce a
 Eccessivi ed inspiegabili parossismi di pianto
 Che durano più di 3 ore al giorno
 Che si manifestano per più di 3 giorni alla settimana
 IN UN BAMBINO BEN NUTRITO E SANO
Il pianto è prevalentemente nelle ore serali, di solito sempre alla stessa ora, non risponde
alle normali manovre consolatorie, il neonato può presentare gas intestinale e tirare le
gambe al petto simulando una patologia intestinale (che non c’è)
(fine II parte)
Il “BAMBINO DEI PRIMI PASSI” … E IL PIANTO
(III parte)
Come abbiamo visto il pianto del lattante può avere vari significati: generalmente può
indicare un’angoscia, una preoccupazione, un dolore, espressioni di bisogni anche
molto semplici, come la fame o il bisogno di coccole.
Il lattante che piange non solo COMUNICA angoscia ma CREA angoscia in chi si prende
cura di lui.
Per i genitori è molto importante trovare un supporto emotivo e psicologico che li aiuti a
superare un momento che per loro può essere molto difficile.
 RASSICURARE mamma e papà che il loro bambino è sano è il primo intervento
da fare,ma il secondo, non meno importante è
 ASSICURARE LORO che le coccole e la pronta risposta al pianto NON
VIZIANO il bambino
Anche questo è un passaggio fondamentale: nei primi mesi di vita, quando la relazione
mamma/bambino si sta formando è molto importante cercare di dare una risposta
immediata al pianto del bambino, senza il timore che cresca un bambino viziato.
La risposta empatica da parte dei genitori, in questa fase della vita, contribuisce a far sì
che il bambino percepisca “il mondo” come “benevolo”.
Nei primi mesi di vita la mamma E’ “il mondo” per il suo piccolo bambino.
Se questo “mondo”
 è in grado di mettersi in sintonia con i suoi bisogni primari (mangiare, dormire,
essere accudito con amorevolezza e pronta sensibilità) e soprattutto
 non si sottrae e non si spaventa di fronte a questo “universo nuovo e
sconosciuto” che è il bambino
allora il bambino “avvertirà” che si potrà fidare, abbandonandosi completamente e senza
riserve a chi si prenderà cura di lui.
(fine III parte)
IL “BAMBINO DEI PRIMI PASSI” … E IL PIANTO
(IV parte)
E veniamo alla pratica: cosa fare per gestire periodi di nervosismo o di pianto nella prima
infanzia? Ecco alcuni suggerimenti:
 tenere in braccio e cullare il bambino SIA quando è nervoso, SIA quando è
tranquillo ( in questo modo lo abituiamo ad una piacevole consuetudine che, come
tutte le cose che si ripetono regolarmente crea PREVEDIBILITA’
e quindi
SICUREZZA)
 RISPONDERE SUBITO al pianto del bambino e NON PREOCCUPARSI di viziarlo
 Aiutare il bambino ad essere AUTOSUFFICIENTE (per esempio aiutandolo a
trovare il pollice da succhiare ed una posizione confortevole)
(fine IV parte)
IL “BAMBINO DEI PRIMI PASSI” … E IL PIANTO
(V parte)
E per concludere, vediamo alcune risposte abituali che sarebbe opportuno sviluppare via
via per calmare il pianto del bambino:
 Prenderlo in braccio
 Cambiargli il pannolino se è sporco o bagnato
 Cullarlo
 Farlo mangiare (se l’ultimo pasto è avvenuto circa 2 ore prima)
 Fargli fare il ruttino
 Dare il ciuccio
 Controllare se il bambino è troppo o troppo poco coperto e se i vestiti o il pannolino
gli sono troppo stretti
 Mettere il bambino in una culla a dondolo o in un marsupio o in un lettino
 Accendere la musica (o un simulatore del battito cardiaco)
 Andare a fare una passeggiata o un giro in macchina
 Metterlo nel lettino e PERMETTERGLI DI PIANGERE E INNERVOSIRSI
 RIPETERE LA ROUTINE
E’ opportuno adottare un accorgimento alla volta e LASCIARE IL TEMPO al bambino di
dare la sua risposta, onde evitare confusione e ulteriore carico di stress per i genitori ed
ulteriore disagio al bambino
(fine V parte)